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Cosa ci faccio in ufficio alle 9 del mattino? Dovrei essere ancora a
letto a dormire, altroch.
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08 marzo 2014
Quaderni 1957 - 1972, di Emil Cioran
Potrei non dilungarmi troppo su una introduzione a Emil Cioran, avendone gi scritte numerose
per Al Culmine della Disperazione, Confessioni e Anatemi, Il Funesto Demiurgo, La Tentazione di
Esistere, L'Inconveniente di Essere Nati, Sillogismi dell'Amarezza, Sommario di Decomposizione,
Squartamento e Taccuino di Talamanca, ma qualche riga per i suoi Quaderni 1957 - 1972 va pure
sprecata.
Questi quaderni sono i "diari" che Emil Cioran ha tenuto dal 1957 al 1972, trentaquattro
quadernetti che per 15 anni lo hanno accompagnato nelle sue insonnie, disperazioni, malattie,
incontri con personaggi pi o meno famosi, dialoghi, ascolti musicali, letture di ogni tipo,
passeggiate nella pianura provinciale francese, citazioni da altri autori o persone comuni,
impressioni sui movimenti del '68, la duplice difficolt nel non riuscire a scrivere seguendo
comunque l'idea dell'inutilit del creare un'opera, momenti quotidiani nella sua mansarda,
descrizioni di strade, boschi, difficolt e tanto umorismo sottile di chi crede nel nulla.
Il libro probabilmente da leggere solamente dopo aver assorbito e amato il resto dei suoi
volumi, siccome questi Quaderni sono qualcosa di immensamente massiccio e soverchiante:
1.100 pagine, una bibbia, un'encliclopedia dell'aforisma pungente, un mattone contro le vetrate
pulite delle strade di Parigi. Dentro tutti questi fogli si ritrova Emil Cioran con i suoi temi
ricorrenti, sulla morte, il suicidio, la musica, la filosofia, le religioni, la Francia e la Romania, i
ricordi d'infanzia, i pensieri notturni, le peripezie nell'aggiustare una maniglia del balcone o i tubi del
suo lavandino. Tutto quando ma pi concentrato ed espanso allo stesso momento.
Questo blog nato da una precisa esigenza
di ricerca e sfogo, i contenuti sono
volutamente esagerati, sgrammaticati, snob,
supponenti e antipatici, drammaticamente
videoludici, superficiali e introspettivi, finti e
reali. Come mi stato suggerito da una
persona densa: "Sei un neo-situazionista
misantropo indiesnob dadaista, inutile
tentare, sei incompatibile con gli altri". E' tutto
vero. Forse. Maybe i'm doing it just for the
LULZ.
Lurking and stalking are bad, mmkay? If you
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leave your comment. Don't be passive.
A volte rispondo alle e-mail mentre faccio
finta di lavorare.
Attenzione:
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Vista lenormit di questi Quaderni 1957 - 1972 mi ero riproposto di segnarmi e riscrivere solo
qualche frase che mi avesse colpito in modo particolare nelle prime 500 pagine del libro, ma alla
fine non ce lho fatta, troppe citazioni e pensieri random che adoro e che volevo tenere da
parte. Qui sotto trovate quindi qualche pagina di parti casuali prese dai Quaderni di Emil Cioran,
per capire cosa si nasconde in questo enorme volume. Come sempre se le sue parole
risvegliano in voi qualcosa, potete recuperare i Quaderni di Emil Cioran in prestito nella vostra
biblioteca di fiducia oppure comprarlo in libreria o su Amazon (in PDF da scaricare non si
trova che io sappia). Buona lettura!
La mia incapacit di vivere pari soltanto a quella di guadagnarmi da vivere. Il denaro
e io siamo incompatibili. Sono arrivato a quarantasette anni senza aver mai avuto un
reddito! Non posso pensare a nulla in termini di denaro.
Che cosa sarei, che cosa farei senza le nuvole? Trascorro la maggior parte del
tempo a guardarle passare.
Sballottato tra il cinismo e lelegia.
Dopo una notte in bianco sono sceso in strada. I passanti assomigliavano tutti ad
automi; nessuno sembrava vivo, ognuno pareva mosso da un congegno nascosto;
movimenti geometrici; niente di spontaneo; sorrisi meccanici; un gesticolare da
fantocci - una totale rigidit
Saltellare scioccamente su un pianeta fallito.
Vivere significa venire a patti. Chiunque non muoia di fame sospetto.
Ci fu un tempo in cui, credendomi lessere pi normale mai esistito, ebbi paura e
passai tutto un inverno a leggere libri di psichiatria.
Tutta la filosofia ind si riassume nellorrore, non della morte, ma della nascita.
Da 25 anni vivo negli alberghi. Il che comporta un vataggio: non si ancorati da
nessuna parte, non si tiene a niente, si conduce la vita di uno di passaggio.
Sensazione di essere sempre sul punto di andarsene, percezione di una realt
supremamente provvisoria.
Chiunque venda qualcosa mi fa uscire dai gangheri.
Questo pomeriggio volevo scrivere sulla gloria, ma siccome non mi veniva in mente
nulla, sono andato a letto. Spesso i miei grandi progetti mi hanno portato a letto,
conclusione pietosa delle mie ambizioni.
Quando Mara, il tentatore, con ogni genere di seduzioni e minacce cerca di
distogliere il Buddha dalla sua via, questi gli dice, fra laltro: Con quale diritto
pretendi di regnare sugli uomini e sulluniverso? Hai forse sofferto a causa della
conoscenza? E in effetti, lentit e la profondit di una mente si misurano dalle
sofferenze accettate per raggiungere il sapere.
Sono portato allesagerazione per noia, saziet, bisogno di sensazioni forti, e anche
per la voglia di uscire dalla mia apatia.
R. in Arts cerca di spiegarmi attraverso le mie letture. Gli rispondo che io sono il
risultato dei miei acciacchi e che sarei stato lo stesso anche se non avessi letto
alcun libro.
Solo con lascesi e cio negandosi tutto, si diventa invulnerabili. Ed solo allora che
il mondo non ha pi alcun potere su di noi.
Avere una casa propria, Dio mi perdoni un simile decadimento!
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Archivio blog
Stimo un ingegno soltanto se non va daccordo con la sua epoca, cos come ammiro
soltanto chi la diserta, anzi chi traditore del tempo e della storia.
Non parlando degli altri, ma guardando in se stessi che si pu incontrare la verit.
Ogni cammino che non conduca alla solitudine o non inizi da essa deviazione,
errore, perdita di dtempo.
E stato Sieyes, se non sbaglio, a dire che bisogna essere ubriachi o pazzi per
credereche si possa esprimere alcunch nelle lingue note.
Il solo modo di affrontare le tribolazioni senza morirne pensare che in fondo tutto
ci che ci capita quaggi irreale, e che tutto svanisce senza lasciare traccia,
perfino i nostri dolori.
Al tempo in cui mi facevo tutta la Francia in bicicletta e andavo in giro per mesi,
ricordo quanto mi piaceva fermarmi nei cimiteri di campagna a fumare
Non si dovrebbe firmare quello che si scrive. Che importanza ha il nome quando si
cerca la verit?
So che tutto irreale, ma non so come dimostrarlo.
Tutto ci che luomo fa mi sembra artificiale e inutile. Ho indulgenza solo per gli
animali. Che assurdit questa scimmia che va in ufficio! Confinarsi in una stanza,
mettersi al tavolo da lavoro, restarci per ore.. no, lultima delle bestie pi vicina
delluomo alla verit.
[...] Ci non toglie che ogni opera degna di questo nome abbia un carattere
insurrezionale.
La Fine Del Mondo, che sollievo pensarci! Ma a dire il vero si pu parlare soltanto
della fine dellUomo, che prevedibile, anzi certa, mentre laltra risulta a stento
concepibile. Non si capisce infatti che senso potrebbe avere parlare della fine della
materia; una fine cos lontana non riguarda nessuno. Restiamo dunque nei paraggi
delluomo, dove il disastro fa parte del paesaggio, e del programma.
Leggo nei Tagebucher 1914-1916 di Wittgenstein: La paura della morte il miglior
indizio di una vita sbagliata, cio cattiva. E una verit che ho scoperto da tempo
(purtroppo, pensando a me).
Oggi pomeriggio, in un ufficio, ho contato diciotto impiegati in uno spazio
relativamente angusto. Le donne, piene di rughe orribili. [...] Io preferirei mille volte
lodore dello sterco alle emanazioni deleterie di quella fucina. [...]
E scritto nello Zohar: appena comparso luomo, subito sono comparsi i fiori. Ma
vero il contrario. Ogni uomo che nasce la morte di un fiore.
La sola cosa che mi lusingo di aver capito molto presto, prima dei ventanni, che
non si deve procreare. Il mio orrore per il matrimonio, la famiglia e tutte le
convenzioni sociali viene da l. E un delitto trasmettere le proprie tare a una progenie
e obbligarla cos a passare per le vostre stesse vicessitudini, per una calvario forse
peggiore del vostro. Non ho mai potuto accettare di dare la vita a uno che avrebbe
ereditato le mie sventure e i miei mali. I genitori sono tutti irresponsabili o assassini.
Solo i bruti dovrebbero dedicarsi alla riproduzione. Piet non vuole che si diventi
genitori. La parola pi atroce che io conosca.
Su ogni cosa ho almeno due punti di vista divergenti. Di qui la mia indecisione teoria
e pratica.
Un libro fecondo e durevole solo se suscettibile di pi interpretazioni diverse. Le
opere che si possono definire sono essenzialmente effimere. Unopera vive grazie ai
malintesi che provoca.
Pi avanti vado, pi aumenta la quantit dei libri che trovo illeggibili. Verr il giorno in
cui non potr pi leggere niente, in cui mi accontenter di guardare.
Qualsiasi forma di fretta tradisce un disturbo mentale.
Nella vita come nellarte non esiste originalit senza cattivo gusto.
A ventanni ero a un passo dal suicidio; poi mi passata.
A un amico che mi ha consultato (???) circa il suo imminente matrimonio ho
risposto cercando di dissuaderlo. Ma vorrei lasciare il mio nome a qualcuno, avere
dei discendenti, un figlio. Un figlio? Gli ho detto ma chi ti dice che non sar un
assassino?. Da allora non si pi fatto vivo.
Non ho incontrato un solo uomo interessante che non abbia avuto qualche infermit
pi o meno segreta.
Aleksandr Blok, nel suo Diario, in data 15 aprile 1912: Il naufragio del Titanic ieri mi
ha rallegrato in modo indicibile: dunque c ancora lOceano.
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Quaderni 1957 - 1972, di Emil Cioran
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Impossibile intendersi con qualcuno che non abbia qualche ferita segreta.
Ogni giudizio morale falso alla base. Il bene e il male non hanno alcuna realt
intrinseca, appunto perch sono giudizi. Lastensione una sorta di imperativo per
chiunque abbia riflettuto su queste cose.
Per quanto mi ricordi, ho sempre avuto una paura morbosa della gente. Ora ne
conosco la ragione: che, fin da piccolo, non mi interessava ci che faceva. E lo
stesso anche oggi: non scoro nessuna realt in ci che fanno gli altri, e mi considero
assolutamente inadatto a collaborare con loro. Mi sento escluso dalle loro azioni,
non sono idoneo a nulla.
Quando scendavano sulla terra, gli di dellolimpo assumevano per lo pi sembianze
animali. QUesto la dice lunga sulla stima che avevano per gli uomini.
Sono uscito a fare una passeggiata verso le sei e mezzo di sera. Folla pazzesca.
Non ho mai odiato tanto Parigi. Devo assolutamente andarmene. Non sono
abbastanza decaduto per viverci.
E da malati mentali credere che il mondo esista e sempre da malati mentali credere
che non esista.
E giusta, anche se ridicola, losservazione di alcuni eretici buddhisti: il Buddha
conosce tutto in fatto di salvezza, ma non conosce tutti gli insetti.
Modulo delle imposte. Bisogna che mi inventi un reddito! La sola parola ha su di me
leffetto di un emetico.
Un pranzo dove ci siano pi di 4 persone mette a dura prova. Per la verit, qualsiasi
societ mi rende prima depresso, poi furente.
Accetterei di vedere gente se fosse permesso schiaffeggiare.
Poco fa, al telefono, ho detto a Fred Brown che se si sopprimessero le cartoline
illustrate non ci sarebbe pi turismo, visto che la gente viaggia solo per mandare i
saluti a quelli che non possono muoversi.
Lo scetticismo un calmante, il pi sicuro che abbia trovato. Vi ricorro in ogni
occasione; se non lo avessi, esploderei nel senso proprio del termine.
Suonano alla porta. Guardo dallo spioncino, non apro. E D.L. che non vuol mai
saperne di telefonare prima. Queste visite inopinate mi fanno star male, equivalgono
a una violazione di domicilio, a una profanazione della solitudine.
Convertire le proprie ripugnanze in norme, infastidire gli altri con le proprie
idiosincrasie da maleducati: appunto quello che sono stato io per tutta la vita.
Scriver sulla mia porta:
Ogni visita unaggressione
o
Non entrate, siate caritatevoli
o
Ogni faccia mi disturba
o
Non ci sono mai
o
Sia maledetto chi suona
o
Non conosco nessuno
o
Pazzo pericoloso.
Mi hanno raccontato il caso di una donna, sorda da trentanni, che appena
recuperato ludito in seguito a unoperazione, e che atterrita dal rumore, ha chiesto
che le fosse ridata la sua sordit.. Non riesce pi a dormire la notte, la sua vita un
incubo. Le capitato ci che capiterebbe a qualsiasi persona morta, diciamo, 50
anni fa che venisse resuscitata. Chiederebbe indietro la sua tomba.
La cosa mi ha ricordato quello che mi disse un giorno Henry Corbin: dopo essersi
messo lapparecchio, va alla finestra, e si ritrae terrificato davanti al frastuono che
sale dalla strada. Quel giorno fu contento, quasi felice, di essere tagliato fuori dal
mondo esterno.
Quando Rostopcin, il futuro autore dellincendio di Mosca, da giovane ufficiale fu
presentato a Suvarov, questi, senza rivorgergli la parola, fece 3 capriole, dopodich
gli chiese: Signore, quanti pesci ci sono nella Neva?. Rostopcin, senza scomporsi,
disse una cifra qualsiasi. Al che Suvarov, impressionato, gli tese la mano.
Ecco una delle migliori storie zen che ci siano.
Quando leggo Tolstoj, lo preferisco a Dostoevskij, e quando leggo questultimo lo
preferisco allaltro.
Mezzora nello studio di un notaio per lautenticazione della mia firma sotto una
dichiarazione di rinuncia alla successione di mia madre. Tutte quelle donne
occhialute che battevano cifre mi hanno fatto venire un cafard insostenibile. Le
puttane di Rue Saint-Denis, l accanto, mi sembrano pi fortunate. E dire che si pu
condannare un essere umano a restare seduto ogni giorno 8 ore davanti a una
macchina da scrivere!
Si fanno progressi fino ai 30 anni. Dopo, si esita, ci si completa, ci si perfeziona, ci
si prepara al declino. Si dovrebbe morire verso la cinquantina, come succedeva una
volta. La scienza rappresenta il consolidamento della decripitezza. E corsa in aiuto
ai cadaveri. Sarebbe stato meglio lasciare che la gente si spegnesse come ha
sempre fatto. Non contenta di aver guastato leconomia della natura, la scienza vi ha
introdotto anche una nota di indiscrezione, anzi, di indecenza. E sconveniente infatti
trascinare, esibire la propria carcassa oltre un certo numero di anni.
Nella vita la cosa pi terribile non cercare pi.
Quando si ha bisogno di qualcuno o di qualcosa si soffre. Fare in modo di dipendere
dal minor numero possibile di cose e di persone. Bisogna rassegnarsi alla povert,
allanonimato e alla morte.
25 Marzo. Vigilia di Pasqua. Parigi si svuota. Silenzio inconsueto come in piena
estate. Quanto dovevano essere felici gli uomini prima dellet industriale! Macch:
ignoravano completamente la loro felicit, come noi ignoriamo la nostra. Basterebbe
immaginare in dettaglio lanno 2000, e avremmo per contrasto la sensazione di
essere ancora in Paradiso.
Nelle conversazioni dirette o telefoniche non trovo quasi mai la parola giusta quando
si tratta di questioni delicate oppure, a volte, amministrative. Ma la trovo
immancabilmente subito dopo che linterlocutore se n andato o dopo aver
riagganciato.
Non si descrive un sorriso.
Ma si, possibile vivere con la consapevolezza che tutto impossibile. Io ne sono la
testimonianza vivente.
Non si deve mai essere daccordo con la massa, neanche quando ha ragione.
Diffidate di coloro che lusingano i giovani, diffidate di chiunque voglia essere un
maestro.
Fino ai 30 anni avevo in testa una sola idea: lo sterminio dei vecchi; ora che ho
passato i 50, quello dei giovani.
Rivoluzionario soltanto colui che mette in causa il fatto stesso di esistere, tutti gli
altri, lanarchico per primo, scendono a patti con lordine costituito.
Due modi di ingannarsi: essere giovani ed essere vecchi.
Sentire Bach nei grandi magazzini, mentre ci si sta comprando un paio di mutande!
Bazar dellHotel de Ville. Lincubo dellopulenza. Accumulo fantastico di tutto.
Unabbondanza che fa venire la nausea. Ed il negozio pi a buon mercato di Parigi.
Si pu capire il disgusto dei giovani per la societ dei consumi. Ma come fermare
questo processo di moltiplicazione degli oggetti? Nelle condizioni odierne fatale. E
lo si potrebbe fermare veramente solo con la distruzione, non di questa societ, ma
di ogni societ. La fisionomia di questi negozi cambia completamente ogni cinque
anni. Prima, per tutto un secolo, si produceva e si vendeva lo stesso tipo di oggetti,
ai quali tuttal pi si apportava qualche piccola modifica.
Pi facciamo progressi interiori pi diminuisce il numero di coloro con cui possiamo
realmente comunicare. Alla fine li perdiamo tutti e non ci resta altro che il Tutto.
La verit non sta n nella reazione n nella rivoluzione. Sta nel mettere in questione
sia la societ sia coloro che la attaccano.
Ho letto uno Scongiuro del X secolo in cui si invitava il demonio a uscire dal
malato o dal posseduto. VI sono enumerate tutte le parti del corpo, anche le pi
piccole: sembrava un folle trattato di anatomia. [...] Dire al demonio: Esci dalle
unghie! E bello e assurdo.
Quando si pensa che agli albori della Grecia, in pieno mondo postomerico, Esiodo
credeva che lumanit, allet del ferro, fosse quasi alla fine della storia! Che avrebbe
detto qualche secolo dopo? Che direbbe oggi? Fuorch nei secoli instupiditi dallidea
di progresso, luomo ha sempre creduto di essere arrivato ai limiti del peggio. E
questo la dice lunga sul divenire umano.
Niente mi sembra pi assurdo che andare da qualche parte a cercare la saggezza.
Se non la trovo nella mia stanzetta sotto il tetto, non la trover certo sulle cime
dellHimalaya.
Bisognerebbe dichiarare sacra qualsiasi misura riducesse il numero degli umani.
Non smetto di appassionarmi a questo problema: la scoparsa della nostra specie.
Niente mi eccita tanto quanto immaginare questo spettacolo, vedere la terra
sgombra di uomini, popolata solamente da insetti e da alcuni animali superstiti.
La puntualit esiste solo nelle societ che hanno smarrito ogni senso metafisico o
Posted by pixel at 12:19
Labels: not a book
religioso, nelle societ prive di sacralit. Le societ anacronistiche ignorano il tempo;
in esse gli incontri avvengono quando capita.
Ogni pessimista un umorista.
Sotto il Terrore, duranta una persequisizione domiciliare dalla marchesa di
Condorcet, costei, buona disegnatrice, fece rapidamente il ritratto di quelli che erano
venuti ad arrestarla, tutti membri del comitato rivoluzionario. Risultato: la lasciarono a
casa sua..
Oggi pomeriggio sono andato allospedale. Sala dattesa. Che cosa si aspetta tutta
questa gente? Di vivere un po di pi, di non morire normalmente.
L.B. pensa di continuo alla pensione, se avr di che vivere, ecc. Gli ho detto che non
si deve guardare cos lontano, si deve organizzare la propria vita in funzione di un
anno al massimo, e bisognerebbe lasciare in pace il futuro, invece di sollecitarlo
pensandoci continuamente. Avrei dovuto aggiungere che la cosa migliore non
tormentarsi troppo e, in caso di crisi senza sbocco, considerare leventualit di un
suicidio pi o meno bello..
La mia unica costante: il gusto delleccesso. Soltanto gusto, non passione. Eppure
senza di esso la noia mi avrebbe polverizzato.
Tutto reale. Tutto irreale.
Ogni questione, qualunque sia, illimitata. A imporle delle frontiere la nostra
mente ristretta, la nostra mania di definire.
Lidea che con la nostra morte tutto, ma proprio tutto cesser per sempre lidea pi
consolatoria e pi immorale.
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8 commenti:
roughcoal ha detto...
Non si dovrebbe firmare quello che si scrive. Che importanza ha il nome quando si cerca
la verit?
(firmato: Emil Cioran)
Per ora dato una lettura al volo, qualcosa di condivisibile ma non tutto per quanto mi
riguarda :P ma sti alberghi come li pagava :?
10 marzo 2014 12:29
pixel ha detto...
Infatti il caro Emilio Ciorano ha sempre vissuto nel dramma delle spinte tra il non voler
essere conosciuto e il dispiacersi di non riuscire a scrivere di pi.. poi tra una cosa e l'altra,
si legge in questi Quaderni che ha dovuto molto spesso scrivere articoli o libri contro voglia
perch gli servivano soldi :P Oltre ai pochi soldi che prendeva come "scrittore" di articoli su
vari giornali e riviste, aveva anche dei contributi statali per essere uno "scrittore" senza
stipendio fisso. Per altre cose, come vestiti, pranzi e cene, spesso glieli offrivano degli
amici e anche il suo appartamento credo gli sia stato donato da qualcuno (magari un
amico morto o simili)
12 marzo 2014 13:50
Anonimo ha detto...
"Faccio cose... vedo gente...giro...conosco"
13 marzo 2014 18:57
pixel ha detto...
Ecce bombo? :P L'antica arte dell'arrangiarsi
16 marzo 2014 08:59
jeff ha detto...
Da qualche parte avr scritto perch non intendeva suicidarsi. L'avr anche letto ma devo
essermene dimenticato.
16 marzo 2014 21:46
jeff ha detto...
Questo commento stato eliminato dall'autore.
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16 marzo 2014 22:37
jeff ha detto...
Dice che l'idea del suicidio il problema, non l'atto. Un'idea che gli ha permesso di vivere,
perci positiva e va stimolata. Ancora prima nel video dice che il suicidio non una
soluzione a niente.
Mi sono risposto da solo :)
Scopre l'acqua calda quando afferma che vedere le cose per come sono non permette di
vivere, ma apprezza chi va a fondo.
In sostanza Ciorna mi sembra che lo si possa considerare un gran privilegiato. Ha
approfondito le grandi domande mettendole in una forma lucida e ordinata. Cos'era per lui
essere un privilegiato? (forse l'unica domanda che andava posta)
16 marzo 2014 22:38
pixel ha detto...
Si nei vari libri che ha scritto ci sono numerose "spiegazioni" sul perch non si era ancora
suicidato, il saggio pi "completo" sull'argomento pubblicato ne "Il Funesto Demiurgo"
comunque a seconda degli anni cambiava un po' le spiegazioni. In alcuni punti scrive che
comunque poteva suicidarsi quando voleva e quindi poteva aspettare un momento in cui
non ci fosse davvero stata pi nessuna speranza, in altri scrive che aveva comunque paura
della morte, in altri che aveva pensato troppo al suicidio e quindi ormai non poteva pi
commetterlo, in altri ancora che stava per suicidarsi ma poi ha visto un bel paesaggio e ha
pensato che poteva aspettare ancora un po' :)
17 marzo 2014 22:59
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Supporto Morale
Creation seems to come out of imperfection. It seems to come out of a striving and a frustration. And this is where I think language came from. I mean, it came
from our desire to transcend our isolation and have some sort of connection with one another. And it had to be easy when it was just simple survival. Like, you
know, "water." We came up with a sound for that. Or "Saber-toothed tiger right behind you." We came up with a sound for that. But when it gets really interesting, I
think, is when we use that same system of symbols to communicate all the abstract and intangible things that we're experiencing. What is, like, frustration? Or what
is anger or love? When I say "love," the sound comes out of my mouth and it hits the other person's ear, travels through this Byzantine conduit in their brain, you
know, through their memories of love or lack of love, and they register what I'm saying and they say yes, they understand. But how do I know they understand?
Because words are inert. They're just symbols. They're dead, you know? And so much of our experience is intangible. So much of what we perceive cannot be
expressed. It's unspeakable. And yet, you know, when we communicate with one another, and we feel that we've connected, and we think that we're understood, I
think we have a feeling of almost spiritual communion. And that feeling might be transient, but I think it's what we live for.
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