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Il lobbying nellUnione Europea PRIMA PARTE I capitolo

Viene analizzato il carattere del lobbying europeo sulla documentazione del 1997 dell Europa degli
interessi. stata una valutazione consolidata tra gli studiosi che, nel corso degli anni 80 e in particolare
dopo lAttico Unico Europeo, la Commissione abbia cercato di rafforzarsi rispetto al Consiglio e agli Stati
nazionali, tramite la creazione di centinaia di Euroquangos, ossia organismi consultivi con rappresentanti
delle organizzazioni di interesse e delle istituzioni comunitarie. Da un lato si trattava di far fronte
allesigenza tecnica di raccogliere dati, informazioni e anche cercare le possibili mediazioni in un contesto
particolarmente complesso quale larmonizzazione delle situazioni normative degli allora 12 Stati nazionali,
dallaltro si trattava di una scelta conseguente alla necessit di un potere tecnocratico di garantirsi un
consenso in assenza di un reale potere politico-parlamentare. La Commissione ha anche fornito un
supporto finanziario alle organizzazioni transnazionali. In effetti, si posto il problema se sia compito della
Commissione offrire il suo supporto finanziario per la strutturazione degli interessi sociali. I rappresentanti
degli interessi son ben remunerati per partecipare a quelle riunioni e quei pagamenti potrebbero anche
essere interpretati come un consapevole sussidio per la strutturazione di un appropriato sistema di
intermediazione degli interessi. La crescita continuata nel tempo spinta dalle nuove adesioni allUnione.
Per definire i caratteri della partecipazione dei gruppi dinteresse ai processi decisionali comunitari bisogna
innanzitutto partire dallanalisi delle differenze di contesto con gli Stati nazionali. Negli Stati nazionali,
lanalisi del ruolo delle rappresentanze di interessi avviene nel contesto di un bel radicato sistema politico-
rappresentativo, con una delimitazione delle aree di policy-making. Nella descrizione delle procedure
decisionali a livello di Comunit sono state individuate le seguenti caratteristiche:
Scarsa rilevanza della rappresentanza politica e maggiore rilievo di una legittimazione funzionale
anche in relazione ai compiti di armonizzazione di specifiche questioni di normativa tecnica.
Anche se il Consiglio lorgano di maggiore peso decisionale, di fatto la Commissione ha il ruolo
chiave nelliniziativa e nella stesura di direttive e regolamenti; Consiglio dei ministri resta il canale
privilegiato per il lobbying nazionale.
Processo decisionale molto lungo. Le 38 Direzioni della Commissione spesso non comunicano fra
loro e liniziativa normativa il momento pi delicato.
Ci sono delle conclusioni di una serie di analisi condotte negli ultimi anni concordano sui seguenti caratteri
di efficace lobbying comunitario:
1. Commissione lorgano centrale su cui si focalizza il lobbying per le ragioni precedentemente
indicate;
2. importante la presenza attiva e un continuo monitoraggio al medio livello dei funzionari; esserci
al momento giusto fondamentale e questo giustifica lenorme espansione che ha portato secondo
gli ultimi dati a decine di migliaia di unit di diverse espressioni della rappresentanza di interessi.
3. Linformalit ha regolato fino alle recenti misure del 2008, le procedure del lobbying. Solo con la
Comunicazione del 2/12/1992, la Commissione aveva presentato delle indicazioni di
regolamentazione dei rapporti con i gruppi di interesse.
4. Dalla complessit e frammentariet dei procedimenti decisionali, deriva la necessit di unalta
professionalit del lobbista. Esiste ormai una manualistica del lobbying, basata soprattutto sul
modello USA, dove questo un fenomeno riconosciuto, studiato e accettato da decenni. Viene
fatta la distinzione tra lobbying attivo di diretta promozione ed azione difensiva, tendente piuttosto
ad evitare o a ritardare provvedimenti che possono nuocere o avvantaggiare la concorrenza.
Inoltre, nel caso del lobbying europeo, gli studiosi si soffermano sulla qualit dei soggetti e sullo
stile perch questo possa essere pi efficace.
5. Gli interessi forti del lobbying sono di produttori agricoli, industriali e commerciali. In particolare la
politica agricola comunitaria ha rappresentato il centro di un ben strutturato sistema di
concentrazione tra organi comunitari e organizzazioni di interesse; il COPA (COMITATO
ORGANIZZAZIONI AGRICOLE) insieme alla COGECA (RAPPRESENTANZA DELLE COOPERATIVE
AGRICOLE) , sono presenti in forma massiccia in ognuno dei Comitati consultivi per la politica
agricola comune. EUROCOMMERCE, raggruppa le associazioni della distribuzione commerciale,
includendo in alcune confederazioni nazionali aderenti anche trasporti, turismo e altri settori.
UNICE, che rappresenta le confederazioni industriali dei paesi dellUnione, un protagonista
privilegiato negli organismi comunitari, ma i processi decisionali interni allorganizzazione sono
quanto mai complessi per la frequente impossibilit di mediare tra situazioni molto diverse. Altra
associazione di rilievo nel settore industriale il CEEP (ASSOCIAZIONE DELLE IMPRESE PUBBLICHE
EUROPEE). Le piccole e medie imprese sono associate nelle organizzazioni europee dellUEAPME e
dellEUROPMI. Vi un comune dislivello di risorse finanziarie e tecniche ed inoltre diversi problemi
dipendenti dalla strutturazione della rappresentanza comunitaria. LETUC considerata dagli organi
comunitari unorganizzazione privilegiata nel dialogo sociale, ma di fatto, data lautonomia delle
organizzazioni nazionali aderenti. I gruppi ambientalisti sono rappresentati nella Comunit da
svariate associazioni e reti come ad esempio lo EUROPEAN ENVIRONMENTAL BUREAU che raccoglie
circa 150 associazioni a livello internazionale, come Greenpeace, WWF,ecc..

Caratteristiche del lobbying europeo III e IV capitolo

1. Lorgano principale verso cui concentrare lazione di lobbying la Commissione (il luogo in cui vengono
pi spesso prese iniziative per regolamenti e direttive)
2. Molto importante la professionalit del lobbista che deve essere in grado di concentrarsi sullistituzione
bersaglio, e allinterno di questa il luogo preciso dove iniziare il contatto
3. Capacit di trasformare un problema sociale in un problema politico
4. Consapevolezza dellesistenza di interessi forti (quali produttori industriali, commerciali e agricoli) e
interessi deboli (associazioni di consumatori o associazioni ambientaliste). Questi ultimi non posso
permettersi consulenti validi (scarsit di risorse) e hanno difficolt a presentare proposte precise e puntuali
5. Differenza tra lobbying europeo e lobbying anglosassone (definito meno ipocrita)
6. Limportanza che la Commissione attribuisce ai lobbisti: danno input al lavoro e rendono le politiche
adottate dalla comunit pi realistiche (segnalandone gli effetti con un certo anticipo)
7. Codici di condotta, la Commissione auspicava lautoregolamentazione e decise di non creare un registro
di lobbisti cos come avviene in America, per tre ragioni: il lobbying sempre stato informale, la creazione
di un registro avrebbe avuto un notevole dispendio economico, e avrebbe tradito il principio di libera
amministrazione a cui la Commissione si ispira.
8. Come si articola una strategia di lobbying: una volta scelto il tema mirato su cui intervenire si deve stilare
una lista di tutte le persone che saranno coinvolte, comprese quelle su cui bisogner fare pressione e quelle
che interferiranno influenzando i decision-makers. Fatto ci si prepara uno scadenzario in cui si scriver
quando bisogner contattate la Commissione, quando il Parlamento e quando il Consiglio (ricordare che
tempestivit importante)
9. Difficolt di operare in questo campo per le macro-organizzazioni come le organizzazioni-ombrello. Esse
si presentano alla Commissione con delle posizioni edulcorate e prive di quella portata innovativa di cui la
Commissione ha bisogno a causa della necessit di mettere daccordo tutte le parti. Inoltre essendo
presenti su una vastissima di gamma di argomenti, non riescono ad essere precisi e tempestivi.

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