Sei sulla pagina 1di 44

IL CASTELLO MALEDETTO

Accidenti, credo proprio di essermi persa! disse una giovane donna dai lunghi capelli castani e
dagli espressivi occhi color nocciola.
Era un pomeriggio dinverno. Antonella, una giovane giornalista, era alla ricerca della sua auto
dopo che aveva girato un servizio sulla fauna locale per la sua testata giornalistica.
La ragazza aveva freddo, sentiva le gelide folate di vento che le sferzavano le gambe appena
coperte da un vestito a fiori.
Dopo aver girato in lungo e in largo per un antico sentiero, la ragazza si ritrov in uno sperduto
bosco.
Non aveva mai visto quel luogo prima dora. Rimase profondamente colpita da ci che la
circondava, dallo stato degli alberi e delle piante, completamente rinsecchiti. Si avvicin a un
albero e not che, sparsi qua e l sui rami, cerano dei piccoli insetti morti.
Nonostante fosse da poco passato mezzogiorno, la nebbia oscurava il cielo e la visibilit.
Ma che in razza di posto mi sono andata a cacciare?2 chiese tra s, stringendosi nel giubbino di
pelle che aveva indossato sul suo vestito a fiori.
Per un attimo Antonella esit, poi si fece coraggio e cominci a inoltrarsi nel bosco.
Mentre camminava, la ragazza aveva limpressione di essere seguita, ma quando si girava per
vedere chi vi fosse dietro, tutte le volte non vedeva mai nessuno.
Cammin per un tempo che le sembr eterno, fino a giungere ai piedi di un castello.
Antonella si ferm. Rivolse il viso verso lalto. La magnificenza di quel maniero la immobilizz dalla
paura e dalla soggezione.
Il castello aveva quattro torri, ma una di loro, la pi alta, la colp particolarmente. Si avvicin per
osservarla meglio; era di un rosso vermiglio e spiccava nettamente sulle altre, tutte
completamente nere.
Ma guarda un po che strano mormor, tirando fuori la sua macchinetta fotografica. Mentre si
apprestava a fotografare la torre, not che a una delle finestre del castello cera unombra che la
stava osservando.
Abbass la macchinetta fotografica dal suo viso, guardando verso la finestra con aria interdetta. Si
avvicin al massiccio portone di legno, ma appena lo sfior con il palmo della mano destra, questi
si apr, cigolando lentamente.
Antonella rabbrivid. Entr cautamente nel castello. Si guard attorno; le pareti erano macchiate di
sangue.
Rivolse lo sguardo verso lanticamera, cercando qualcosa che potesse in qualche modo farle capire
cosa mai fosse accaduto in quel luogo solitario, ma mentre era alla ricerca, not una lunga rampa
di scalesu quelle scale, ritta in piedi, cera una bambina. Aveva lunghi capelli biondi, occhi cerulei
e una pelle color dellavorio
Quando la vide, Antonella trasal.
Chi sei tu? Cosa ci fai in questo posto cos solitario? Come sei arrivata fin qui? le chiese con voce
titubante.
Il mio nome Azzurra rispose la bimba, fissandola con i suoi occhi color del cielo primaverile.
Dov la tua mamma? chiese Antonella, salendo lentamente le scale e avvicinandosi cos a lei.
La mia mamma non c disse laconicamente la bimba. Poi, dimprovviso, le volt le spalle e
inizi lentamente a salire le scale.
Aspetta, ma dove stai andando? chiese la ragazza, seguendola su per le scale.
Mentre saliva, Antonella ud delle voci provenire da ogni parte del castello, voci che le ripetevano
come una nenia:
Non salire le scale della mortenon salire le scale della mortenon salire le scale della morte
Antonella si sentiva come stordita; erano voci spettrali, voci che le facevano tremare ogni membra
del suo corpo.
Non sapeva cosa la trattenesse l; anche se provava unintensa paura, una forza misteriosa e
irresistibile la spingeva a proseguire.
Giunta alla fine della rampa di scale, vide che alla sua sinistra cera un enorme stanza con al centro
un trono dorato e dal velluto rosso su cui era seduta la piccola Azzurra.
Cosacosa ci fai tu qui? E la tua stanza per caso? chiese Antonella con inquietudine sempre
maggiore.
La bambina non rispose. La fiss con occhi carichi di odio e di disperazione.
Tu hai osato oltrepassare la scala della morteavrai la punizione che meriti per questo!
In un attimo, una forza misteriosa la colp dietro la nuca. Antonella cadde a terra, stordita dal
colpo ricevuto.
Sent delle braccia che la sollevavano da terra e la trasportavano in un luogo oscuro e freddo .Era
una prigione sotterranea.
Antonella grid.
No, vi prego! Ma cosa ho fatto? Io sono innocente! Sono innocente!
Nessuno diede ascolto alle sue grida. Rimase in quella prigione per otto lunghi mesi. Allalba del
nono mese, la porta della prigione si spalanc e alcuni uomini apparvero sulla soglia.
Siete stata condannata a morte! La sentenza verr eseguita questa mattina stessa!
No, no! Aspettate! Condannata per che cosa? Io non ho fatto nulla! Vi prego, vi prego!
Antonella si inginocchi a mani giunte, pregando che la sua vita le fosse risparmiata, ma per tutta
risposta quegli uomini sconosciuti le legarono mani e piedi e la chiusero a chiave in una gabbia.
Antonella non vide pi nulla, sent soltanto che la stavano sollevando e portando in un luogo non
molto distante da quella prigione.
Dopo un lasso di tempo a lei interminabile, intravide nelloscurit due occhi rossi iniettati di
sangue.
Antonella grid; lessere misterioso si avvicin a lei, divorandola.
Il segreto del castello maledetto era ancora al sicuro, nessuno avrebbe mai raccontato la sua
storia

LULTIMO SACRIFICIO DAMORE

Una tiepida sera di fine estate. Un luogo ameno e solitario accanto a una fattoria.
Finita la cena, il giovane Arthur si era allontanato a piedi dalla fattoria, dirigendosi senza fretta
verso la collina, appena oltre il recinto dei cavalli, dove sapeva attenderlo il suo solitario ciliegio.
Arthur amava quel posto, un piccolo angolo tranquillo dove poteva rifugiarsi quando sentiva il
bisogno di starsene un po da solo.
Alcune volte portava con s la chitarra, dalla quale sapeva tirar fuori dolci e malinconiche melodie,
ma non quella sera, si sentiva troppo preoccupato e non ne conosceva il motivo, aveva il
presentimento che stesse per accadere qualcosa di terribile e il riaffacciarsi degli incubi del suo
passato ne erano la confermasentiva che la sua nuova vita stava per subire un brusco e drastico
cambiamento.
Il giovane raggiunse la cima della collina e si stese sotto lamato ciliegio. Nascosto dallerba alta e
profumata, con le mani incrociate sul petto, si mise a osservare il cielo stellato, che quella sera era
particolarmente intenso.
Il dolce frinire dei grilli, lo stormire delle fronde, il fruscio dellerba, teneramente accarezzata dal
vento, accompagnarono come una colonna sonora quellindimenticabile momento.
Arthur si ritrov cos a pensare con infinita nostalgia alla sua terra natia, alla quale non poteva pi
far ritorno: il pianeta Alpha.
Una lunga e crudele guerra, compiuta da uno spietato tiranno solo per la sua sete di potere, lo
aveva orma reso inabitabile a causa delle radiazioni di uranio.
Gli invasori giunti dalla Nebulosa di Orione non avevano avuto piet, sterminando
indiscriminatamente uomini, donne e bambini. I pochi sopravvissuti erano stati deportati in campi
di detenzione e costretti ai
lavori forzati a vita.
Arthur aveva assistito impotente alleccidio di tutta la sua famiglia; soltanto lui si era salvato, solo
lui era rimasto in vita dopo quellorrore, lui, Arthur Vaan, principe ereditario di una casata che
ormai non esisteva pi.
Aveva stretto per lultima volta i corpi straziati dei suoi genitori tra le braccia, credendo quasi di
impazzire dal dolore.
Poi era sopraggiunta la rabbia, una rabbia cieca, folle, assoluta, fredda e, seppur gravemente
ferito, aveva combattuto al limite delle proprie forze, prendendo possesso dellunica arma in
grado di contrastare gli invasori: il robot Blue Iron.
Ma non era bastato, era troppo debole per fronteggiare il nemico ed era stato costretto a
scappare dal suo pianeta, finendo alla deriva nello spazio.
Era stata una semplice fatalit a condurlo ormai in fin di vita sulla Terra; con la forza della
disperazione, riusc a effettuare un atterraggio di fortuna nei pressi di una remota cittadina nord
americana, dove era stato poi salvato da un uomo speciale.
Il professor Carson, direttore del Centro di Ricerche Astronomiche si era preso cura di lui senza
farsi domande, accogliendolo come un figlio e permettendogli in seguito di ricostruirsi
unesistenza serena.
Quel giorno Arthur Vaan era morto e un altro prese il suo posto, un giovane uomo terrestre tanto
sensibile e malinconico quanto affascinante.
Provava molta gratitudine nei confronti delluomo che laveva salvato da morte certa, per quello
che tuttora considerava un padre a tutti gli effetti.
Sollev da terra la schiena, sostenendosi con i gomiti e guard in basso verso la fattoria. Ma
qualcosa lo ferm; alz gli occhi al cielo e vide che la Luna era di un color rosso fuoco.
La Luna rossa disse con rabbia il giovane uomo, stringendo con forza i pugni E il segnale che
le truppe di Re Balthazar stanno per attaccare la Terrasar meglio informare il nostro sistema
difensivo, non dobbiamo assolutamente farci sorprendere disse, dirigendosi di corsa verso il
Centro di Ricerche Aerospaziali.
Il professor Carson era l ad attenderlo. Era un uomo alto, elegante, dal fascino britannico e dai
profondi occhi grigi. Era il direttore del Centro di Ricerche Aerospaziali e si era preso cura di lui
senza farsi domande, accogliendolo come un figlio e permettendogli di ricostruirsi unesistenza
serena.
Padre! Padre! grid il giovane uomo
Cosa succede, figliolo? chiese il professore, intento a riordinare il suo ufficio.
La Luna rossa, padre! Attaccheranno la Terra! disse il principe senza pi fiato in gola.
Attaccheranno la Terra? Ma cosa stai dicendo? Si voltarono entrambi e trovarono sulla soglia
Chris Cooper, amico e compagno di battaglia del giovane principe.
So che ti sembrer assurdo, Chris, ma so quel che dicoalcune popolazioni aliene stanno
progettando di invadere il pianeta Terra
Il giovanotto rise di gusto. Mi vuoi forse prendere in giro? Chi starebbe progettando di invadere la
Terra?
La Luna rossa il loro segnale di un immediato attacco disse Arthur, rivolgendo
improvvisamente uno sguardo di sfida al ragazzo
Non dire stupidaggini! rispose Chris, irritato da tanta insolenza da parte di quel misterioso uomo
Il colore della Luna dipende dalle condizioni di luce nellatmosfera, dovresti saperlo anche tu o
forse vuoi dirmi che ti sei sempre addormentato durante le lezioni di geografia astronomica?
disse con sarcasmo Nessuno ha intenzione di attaccare la Terranon ho mai sentito nulla di pi
ridicolo! concluse con una sonora risata.
Arthur si abbandon a un sorriso di scherno. Il tuo ottimismo rasenta lingenuit, mio caro
Chris disse in tono quasi paternalistico gli extra-terrestri, erroneamente a quanto credi tu, non
sono nostri amici disse, avvicinandosi alla porta dellufficio, tentando cos di scappare da quella
conversazione cos poco piacevole, ma il ragazzo glielo imped prendendolo per il bavero e
costringendolo cos a voltarsi.
Aspetta! url Credi forse di prendermi in giro in questo modo? Ma chi diavolo ti credi di
essere? disse con arroganza. Il giovane principe, vedendolo cos adirato, si abbandon di nuovo a
un amaro sorriso, come di chi sa di essere sconfitto in partenza.
Hai ancora voglia di sfidarmi, Chris? Il ragazzo lo guard ancora una volta indispettito. Il giovane
principe si liber con calma da quella presa.
Arthur, dove stai andando? chiese il dottor Carson che aveva assistito al battibecco tra i due
ragazzi senza batter ciglio, ma il giovane principe non gli rispose, si allontan dalla stanza senza
nemmeno degnarlo di uno sguardo. Chris si rivolse allora al professore.
Ma chi si crede di essere! E troppo pieno di s! Il professore non risposesapeva fin troppo
bene quali emozioni si rincorrevano nellanimo del giovane principe
Il dolce suono di una chitarra riecheggiava nella notte nel silenzio della fattoria. La Luna si stagliava
alta nel cielo, con il suo sinistro rossore Arthur era seduto ai piedi del suo amato ciliegio e pizzicava
dolcemente le corde della sua chitarra, sempre con il suo sguardo preoccupato rivolto alla Luna. Le
note risuonavano dolci e malinconiche nel silenzio della valle, nascoste dalle tenebre della notte.
Gli occhi cerulei del giovane principe erano colmi di rabbia e di lacrime, A un tratto smise
improvvisamente di suonare, colpito da un dolore intenso e recondito nel suo cuore che
nemmeno lui riusciva a spiegare.
No! url, gettando la sua chitarra a terra, a pochi metri da lui, sullerba alta Non voglio farlo!
Non voglio farlo! Si alz e cominci a correre disperatamente Io amo questo pianeta url con
rabbia amo questi verdi campi, amo la bellezza delle creature che vi dimoranonon voglio
tornare alla desolazione del mio pianeta, non voglio pi tornare in quellinferno, non voglio!
Inciamp nellerba alta e cadde rovinosamente a terra. Alz gli occhi e vide una foglia bagnata
dalla tenera rugiada della notte e quellimmagine lo commosse profondamente. No, non voglio
ritornarci! disse tra le lacrime, afferrando con rabbia tra le dita un ciuffo derba. Nella sua mente
risuonavano le rassicuranti parole del professor Carson Tu ora sei mio figlio, non sei pi il principe
ereditario del pianeta Alpha, sei un comune terrestre, sei mio figlio Al ricordo di quelle parole il
giovane, visibilmente emozionato e commosso, scoppi in un pianto dirotto, lasciando finalmente
sfogo ai suoi sentimenti e alle sue emozioni represse.
Non voglio! Non voglio che accada di nuovo! Rimase l, sdraiato su quellerba, a dare sfogo alle
sue emozioni, mentre un gelido vento spirava sulla valle.
Dopo qualche ora Arthur torn al Centro di Ricerche Aerospaziali. Era ancora notte fonda e i
sentori di un temporale si facevano gi sentire nella irr valle. Apr la porta della sua stanza, ma
trov ad aspettarlo Chris; Arthur not che aveva laria molto stanca e provata. Che cosa vuoi
ancora? Cosa ci fai qui? chiese in tono stanco Arthur.
Si pu sapere dove diavolo sei stato? Eravamo tutti molto preoccupati per te disse il ragazzo,
visibilmente irritato in volto. Poi, guardando meglio in viso il giovane principe disse: Ehi, ma cosa
ti successo? Hai pianto?
Arthur non rispose, si limit a fissarlo intensamente negli occhi, avvicinandosi poi alla finestra.
Ma si pu sapere cosa sta succedendo? chiese il ragazzo Da un po di tempo a questa parte ti
stai comportando in un modo assurdonon ti capisco proprio
Chris disse il giovane uomo, osservando con occhi tristi la valle che si estendeva sconfinata
davanti ai suoi occhi Lo sapevo che non avrei potuto ingannarti ancora a lungo
Ingannarmi su cosa? Non capisco? chiese perplesso il ragazzo
Arthur non mio figlio disse una voce alle sue spalle. Si volt. Il professor Carson era in piedi,
sulla soglia.
Cosa? chiese stupito
Sveler soltanto a te la sua vera identit, Chris Un lampo squarci loscurit di quella che
allapparenza sembrava una tranquilla notte di fine estate. Ne segu un fragoroso tuono e delle
gocce di pioggia che sinfransero contro i vetri delle finestre dellIstituto. Arthur continuava a
osservare quello spettacolo della Natura senza fiatare.
Arthur prosegu il professore era un principe e viveva sul pianeta Alpha, un piccolo astro
appartenente alla nebulosa di Orione e distante dal nostro pianeta un miliardo di anni luce
Chris rimase impietrito dinanzi a quella sconvolgente rivelazione. Mi stai per caso dicendo che
Arthur in realt un extra-terrestre?
Si disse il professor Carson. Fu allora che Arthur decise di uscire fuori dal suo silenzio. Il pianeta
Alpha disse possedeva una tecnologia scientifica molto avanzatanon aveva nemici, era un
pianeta assolutamente pacifico ma, un giorno, dun tratto, il feroce Re Balthazar decise di
conquistare tutta la Nebulosa di Orione e attacc il mio pianeta disse il giovane uomo, stringendo
i pugni con rabbia gli abitanti del mio pianeta vennero sterminati uno ad unocitt e campagne
furono bruciateil palazzo reale fu dato alle fiammemio padre e mia madre, il re e la regina del
pianeta Alpha, incontrarono una tragica morte
Re Baltazar prosegu il professore si era impadronito del pianeta Alphatutto era caduto nelle
sue mani, compreso il possente robot di Arthur, Blue IronBalthazar intendeva conquistare
lintera Nebulosa servendosi del magnificente robot, ma Arthur riusc a impedirglielo
Ero pronto a sventare il suo piano diabolico riprese il giovane principe entrai di nascosto nella
citt e mi impadronii del Blue Iron e poi scappai dal mio pianetami dettero la caccia per lungo
tempo, ma riuscii a uccidere i miei inseguitoricon Blue Iron attraversai lintera Nebulosa di
Orione, gli spazi infiniti e raggiunsi alla fine un meraviglioso pianeta color azzurroera la Terra
Trovai Arthur inerme e privo di ogni forza disse il professore quasi morentelo aiutai a
riprendersi e lui mi raccont la sua storiadecisi cos che sarebbe rimasto con me
E lei lo fece passare per suo figlio? chiese Chris, non credendo a ci che le sue orecchie stavano
ascoltando
Questo avvenne soltanto tre anni fa disse il professore con calma
Capisco disse Chris. Poi, avvicinandosi al giovane uomo Mi dispiace per quello che successo
tra noi questa sera, ti chiedo di perdonarmi
Non devi preoccuparti disse Arthur, rivolgendosi con un sorriso al ragazzo La colpa tutta mia,
avrei dovuto dirti la verit fin da subito
Ti prometto che manterr il tuo segreto, Arthur disse, tenendogli la mano destra come a
sancire un patto. Arthur gliela strinse volentieri. Ti ringrazio disse con un sorriso Ora meglio
che vada alla fattoria, il signor Morton mi sta aspettando
Mentre stava per uscire, il professore lo blocc.
Arthurperdonami se ti ho fatto ricordare dei brutti momenti disse con voce amorevole il
professore. Arthur gli sorrise dolcemente. Non preoccuparti, padre, ora che mi sono liberato di
questo peso mi sento molto meglio disse, uscendo lentamente dalla stanza. Il professore lo
guard allontanarsi. Vorrei tanto che tu potessi trascorrere sereno la tua esistenza, dimenticando
per sempre gli orrori del tuo passato disse tra s, guardando quellalta e robusta figura che
spariva pian piano dalla sua vista.
Professore, professore! grid uno dei suoi assistenti giunto di corsa dalla sala dei comandi Il
radar ha captato qualcosa!
Che cosa? grid luomo, piombando nella sala dei comandi Fatemi vedere immediatamente! I
radar sembravano impazziti.
Professor Carson, c un oggetto non identificato in avvicinamento disse uno dei suoi
collaboratori
Lasciatemi controllare! Passatemi il segnale sul video panoramico!
Subito, professore! Sul video apparve un enorme palla di fuoco che si stava velocemente
avvicinando alla Terra. Il professor Carson lo osserv con attenzione.
Sembra un meteorite disse uno dei suoi collaboratori
No, non sono dello stesso parere disse il professore La struttura diversa
Professor Carson, se non brucer attraversando latmosfera, finir con il cadere nel bosco, dietro
le montagne
E fu questo che avvenne, la palla di fuoco si schiant a terra, creando una specie di terremoto. Il
signor Morton, il proprietario della fattoria Le quattro betulle dove Arthur prestava il suo
servizio come addetto alla cura degli animali, si mise improvvisamente a urlare. Aiuto, aiuto, un
terremoto!
Che cosa accaduto? chiese Arthur avvicinandosi allanziano signore che giaceva a terra,
mortalmente pallido in volto.
Che cosa successo? disse il vecchietto con aria stupita Come cosa successo, ma non hai
sentito nulla? C stato un terremoto! Lha provocato una palla di fuoco che caduta nel bosco!
Cosa? chiese Arthur, attonito Una palla di fuoco? gli fece eco Isabel, la graziosa figlia del signor
Morton.
Si, si, una palla di fuoco! ribad il vecchietto Lho vista molto benedoveva sicuramente essere
un UFO!
Pap, non dire sciocchezze! lo rimprover la figlia Gli UFO non esistono, dovresti saperlo bene
ormai
Devo assolutamente andare a controllare disse Arthur, cercando di sviare quel discorso per lui
cos scomodo.
Ma Arthur prov a dire Isabel, ma il giovane uomo si era gi avviato di corsa verso il punto in
cui la palla di fuoco era precipitata.
Mi raccomando, trattameli ben gli UFO! gli grid lanziano signore mentre la figlia Isabel lo
osservava allontanarsi con occhi tristi e malinconici.
Arthur si diresse verso il luogo dove era avvenuto lo schianto. Si guard intorno; tutto sembrava
tranquillo, sembrava non esserci traccia dellavvenuta collisione.
A un tratto una figura femminile apparve davanti a lui, nella luce del sole che sorgeva. Arthur
rimase colpita da quella visione. I suoi lunghi capelli biondi, i suoi bellissimi occhi verdi, il suo dolce
sorriso riportarono alla sua mente lontani e mai sopiti ricordi.
Mamatu sei Maria! La ragazza lo guardava con occhi tristi.
MariaMaria disse, avvicinandosi a lei No, non un sogno, tutto vero! Sei proprio tu! Mi
riconosci, Maria? Sono Arthur, il tuo Arthur!
Arthur?! chiese la ragazza con tono di voce perplesso.
Maria! Maria! Ma non mi riconosci? Sono io, sono il tuo Arthur! disse, stringendola forte tra le
sue braccia
Arthur, amore! disse lei, riconoscendolo e abbandonandosi finalmente tra le sue braccia Oh
amore, amore mio! disse, lasciandosi andare a un pianto liberatorio
Oh tesoro, tesoro mio!Finalmente ti ho ritrovata! disse lui, stringendola teneramente a s.
Mi ero ormai rassegnatra a non vederti mai pi disse la ragazza tra le lacrime.
Anchio amoretemevo che tu fossi rimasta uccisa quando le ore di Balthazar hanno devastato il
nostro pianetanon riesco a credere ai miei occhi, tu sei qui con me, tra le mie braccianon sai
quanto sia felice! disse, baciandola appassionatamente
Oh, amore, non riesco a crederci, tutto questo deve essere un sogno! Oh amore, amore mio!
disse lei, ricambiando quel bacio cos tanto agognato e sospirato.
Dallaltra parte dellUniverso, un uomo anziano camminava avanti e indietro per il suo palazzo
reale.
Maest! Maest! grid uno dei suoi comandanti
Cosa succede? Ci sono novit? chiese lanziano sovrano
Si, sireunastronave appartenente alla nostra flotta spaziale si schiantato sul pianeta Terrasu
quella astronave doveva trovarsi la principessa Maria, appartenente alla casata reale del pianeta
Alpha disse luomo
Si hanno notizie di lei? chiese il sovrano
Si, signoresembra che sia sopravvissuta e sia riuscita a scappare rispose luomo E stata a
lungo inseguita dai nostri soldati, ma riuscita non si sa come a fuggirema la riprenderemo, lo
giuro! Dar subito ordine di rastrellare tutta la zona circostante, metteremo a ferro e fuoco tutte
le fattorie e le baite del luogo e alla fine dovr uscire fuori per forza!
TU NON FARAI PROPRIO UN BEL NIENTE, E CHIARO! grid lanziano sovrano visibilmente adirato
Ma per quale motivo, sire? chiese luomo intimorito
Perch era tutto quanto gi previsto!
Cosa?
Un antico detto dice: se vuoi ingannare i tuoi nemici, inganna prima i tuoi amici
E cosa vorrebbe dire con questo, sire?
Il cervello di Maria stato sottoposto a un condizionamento elettronico sotto il nostro
controllo grazie a un micro-ricevitore disse il re Maria molto legata al principe Arthur Vaan, si
sono amati fin da quando erano bambinicomprendi ora il mio piano?
E tutto molto chiaro, sire
Si, tutto andr bene questa volta e finalmente non avr pi ostacoli sul mio cammino per la
conquista dell intero Universo disse, con una risata malefica.
Lunico modo che ho di descrivere il pianeta Alpha dopo linvasione delle armate di re Balthazar
quello di paragonarlo a un inferno disse la giovane alphiana ad Arthur. Chris e il professor Carson
erano l ad ascoltarla, nella sala conferenze del Centro di Ricerche Aerospaziali un inferno di
terrorei pochi che sono riusciti a sopravvivere al massacro sono stati deportati e ridotti a schiavi
nelle miniere, altri, invece, furono utilizzati come cavie in atroci esperimenti, in tremende torture,
in eccidile urla di dolore di quella povera gente la sento ancora rimbombare nelle mie
orecchienon so proprio come io sia riuscita a scappare da tutto questo, come sia riuscita a
sopravvivere
Arthur la strinse forte a s.
Non ti preoccupare, tesoro, adesso sei di nuovo con me e non dovrai pi temere alcun male
disse in tono fermo e deciso il giovane principe ti far dimenticare tutti gli orrori che hai
conosciuto disse, prendendola teneramente per mano Ricordi il dolce mormorio della natura
che ci accompagnava tutto il giorno sul pianeta Alpha? disse con un dolce sorriso Ricordi quando
ci incontravamo di nascosto perch i nostri genitori non volevano che ci amassimo data la nostra
giovane et?
Ma si ferm allimprovviso, scorgendo sul volto della ragazza delle tenere lacrime. Cosa c,
tesoro? chiese con premura. La ragazza lo guard con i suoi malinconici occhi verdi.
Non riuscir pi a essere di nuovo felice, non rivivr mai pi quei momenti per colpa di
Balthazardisse con tristezza
Non devi dire cos, noi saremo di nuovo felici, te lo prometto! Io fermer Balthazar e le sue
armate! disse, afferrandola violentemente per le spalle Sono dei veri mostrisolo lodio e la
sofferenza degli altri li rendono felici!
Lasciami, mi fai male! grid la ragazza, cercando disperatamente di liberarsi da quella disperata
presa; Arthur la lasci andare.
Ti prego di perdonarmi, ma quando sento nominare quellessere e tutti i suoi orrori perpetrati
contro la nostra gente e contro il nostro amato pianeta mi fa perdere il lume della ragione disse
il giovane uomo nel tentativo di giustificarsi bisogna assolutamente fermare la follia di Balthazar,
non possiamo continuare a stare a guardare mentre semina morte e distruzione ovunque! grid
in preda al furore Trover il modo di attaccarli!
Maria lo fissava attentamente e un lampo improvviso balen nei suoi occhi, mentre la Luna veniva
oscurate da alcune nuvole nere
Nelloscurit della sua stanza, Maria ripensava alle parole del suo amato.
Arthur, ti amo, ti ho sempre amato e ti amer per semprema ioio disse tra s la ragazza, ma
unimprovvisa e violenta fitta al capo la fece sussultarei ricordi di un laboratorio, di una seduta di
elettro-shock apparvero dinanzi ai suoi occhi.
ARTHUR E SOLO UNO SPORCO TRADITORE! disse una voce cavernosa
Non vero! disse la ragazza, portandosi le mani alla testa nel disperato tentativo di farla tacere
CHIUDI GLI OCCHI E ASCOLTA QUESTE MIE PAROLEARTHUR VAAN E UN TRADITORE, E UN
CODARDO, SCAPPO VIA DAL SUO PIANETA ED EVITO LA LOTTA, LASCIANDOTI SOLA A SOFFRIRE LE
PENE DELLINFERNO! NON SI CURO MINIMAMENTE DI TEDEVI ASSOLUTAMENTE TROVARE IL
SUO ROBOT, IL BLUE IRON, E DISTRUGGERLOE POI DOVRAI UCCIDERE ANCHE LUIRICORDA,
ARTHUR VAAN E SOLO UNO SPORCO TRADITORE!
No, no! grid la ragazza Non posso, non posso! e scapp via nelle tenebre di quella notte
senza stelle e senza sogni.
Lalba del giorno seguente. Un cavallo bianco cavalcava veloce per i verdi prati. Arthur e Maria
erano in groppa a quel leggiadro cavallo. Sembravano apparentemente feliciun idillio il loro a
lungo sospirato e finalmente ritrovato.
Arthur lafferr improvvisamente per le spalle, facendola rotolare sulla soffice erba. Guard con
sguardo dolce la sua amata.
Ti sei fatta male, tesoro? chiese, accarezzandole dolcemente i lunghi capelli biondi. La ragazza le
rispose con un incantevole ed enigmatico sorriso. Arthur non poteva vederla, ma dietro di s
nascondeva un affilato pugnale.
Andiamo, su, vieni con me disse il giovane uomo. La ragazza lo guard con occhi tristi.
Maria, vieni, cosa stai aspettando? Su, dammi la mano e vieni con mesu, dai! disse, tirandola
per un braccio e conducendola sulle rive di un placido lago.
Ti piace? Non trovi che sia un posto meraviglioso? La ragazza lo fissava con occhi colmi di
lacrime. Il giovane principe la strinse a s e lei fece cadere il pugnale nelle profondit del lagonon
aveva il coraggio di ucciderla
Oh, amore disse tra le lacrime Ho bisogno del tuo aiuto, un disperato bisogno Il pugnale
sprofondava sempre pi nelle profondit del lago, cos come il dolore nel cuore di Maria.
Quella stessa notte un gelido vento si era improvvisamente alzato e aveva investito il Centro di
Ricerche Aerospaziali.
Maria era riuscita a entrare nellhangar dove era custodito il Blue Iron, il possente robot con cui
Arthur scapp dal pianeta Alpha.
Finalmente lho trovatoecco qui il Blue Iron disse con una smorfia di dolore la ragazza e
attivando il piccolo timer di una bomba a orologeria si avvicin lentamente al robot Questa
minuscola bomba ad alto potenziale lo distrugger definitivamente disse, avvicinandosi
lentamente al robot, ma Arthur, sbucato fuori dalloscurit, riusc a bloccarla.
Attenta! disse, afferrandola per un braccio e gettandola a terra Maria, un miracolo che tu non
sia rimasta fulminata disse il giovane uomo hai forse dimenticato che nessuno tranne me si pu
avvicinare al Blue Iron senza attivare una potente scarica elettro-magnetica? Ma disse in tono
perplesso cosa nascondi dietro la schiena? Fammi vedere! E strapp con la forza dalle mani della
ragazza il piccolo ordigno Mamaquesta una bomba!
Ridammela! disse la ragazza nel disperato tentativo di reimpossessarsi delloggetto
A cosa ti serve questa? chiese adirato Arthur A cosa ti serve? Rispondi?
Per distruggerti! url la ragazza con rabbia per eliminare dallUniverso un vile traditore come
te!
I due iniziarono un violento corpo a corpo; Arthur con una spinta la fece cadere rovinosamente a
terra.
perch, perch Maria? chiese sconvolto il giovane uomo Perch mi hai chiamato un traditore?
Vuoi forse dire che lhai dimenticato? chiese la ragazza Quando le armate di re Balthazar ci
aggredirono e incominci il massacro, tu sei fuggito sul tuo robot invece di combattere per la tua
patria, per noi, per me disse la ragazza tra le lacrime
Non vero! rispose il giovane uomo con veemenza Non sono scappato, ho sempre combattuto,
anche quando il nostro pianeta era stato ormai completamente distrutto!
Il pianeta non era stato ancora completamente distrutto! ribatt la ragazza Cerano ancora dei
superstitiio sono uno di loroio sono vivami vedi? disse con occhi accecati dalla rabbia
Maria
Io non le voglio sentire le tue inutili scuse, la verit che sei scappato come un coniglio,
lasciandomi sola e indifesa nelle mani dei perfidi aguzzini di re Balthazar
Maria
Ti ho amato tutta la vita disse tra le lacrime la ragazza Ti ho amato sempre, ogni giorno, ogni
istante della mia vitae tu mi hai traditanon posso perdonartelotutu hai ucciso il mio amore
per te! Unaltra dolorosa fitta al capo la fece accasciare al suolo
E ORA VAI! disse di nuovo quella voce cavernosa UCCIDI ARTHUR VAAN!
La ragazza afferr un bastone e colp violentemente il giovane principe alla testa. Una, due, tre
volte, fino a che il giovane uomo non cadde esanime e sanguinante ai suoi piedi.
Il professor Carson e Chris, allarmati dalle urla, accorsero. Maria, ormai in preda allira pi funesta,
si gett su entrambi, ma il professore la ferm con lausilio di una pistola a raggi laser.
E morta? chiese atterrito Chris
No, lho soltanto tramortita poi, avvicinandosi ad Arthur che giaceva a terra esanime Portateli
immediatamente in infermeria disse, con tono calmo ma perentorio.
Mamanon possibile! Chris stava osservando un monitor dove lampeggiava in intermittenza
un punto rosso professore, venga a vedere! Sembra che Maria abbia nel cervello una capsula di
metallo!
Cosa? Una capsula di metallo? ribatt il professore Allora i miei sospetti erano fondati
necessario operarla immediatamente
Professore, professore! grid uno dei suoi assistenti Una flotta aliena si sta pericolosamente
avvicinando alla Terra!
No, non adesso pens tra s il professor Carson.
Il principe Arthur Vaan giaceva disteso sul suo letto. Ripensava con orrore agli ultimi avvenimenti
che gli avevano sconvolto la vita, allimminente attacco alla Terra perpetrato dalle armate di Re
Balthazar, allinsperato ritrovamento di Maria, alla sua accusa di essere un traditore. Era sconvolto
Arthur, sconvolto e amareggiato. Le parole di Maria risuonavano ancora nelle sue orecchie come
una terribile eco.
Assassino! Traditore! Il giovane uomo emise un urlo di disperazione No! No! Io non sono un
traditore! Non sono un assassino!
Dov Arthur? chiese Maria, appena risvegliatasi dallintervento al cervello.
Non ti preoccupare, Arthur sta bene, solo sotto shock per i colpi che gli hai inferto al capo!
disse Chris
Io lho colpito? Lho colpito sul capo? chiese incredula la ragazza
Non ricordi pi nulla di ci che accaduto la scorsa notte? chiese il ragazzo
No, non ricordo nullacosa successo? chiese Maria
Hai detto che Arthur un traditore e hai cercato di distruggere il suo robot, non ricordi? chiese
Chris
Noho come un vuoto nel cervello disse la ragazza
Non eri in te intervenne il professor Carson Nella tua testa cera questa minuscola capsula
ricevente disse, mostrandole un piccolo oggetto di metallo che teneva stretto tra le dita con
questa
ti costringevano a eseguire i loro ordinima non preoccuparti, Arthur si riprender, stai
tranquilla
Un improvviso boato fece tremare tutto lIstituto; le truppe di Re Balthazar stavano sferrando il
loro primo attacco aereo.
Dannazione! url Chris Devo assolutamente fermarli, costi quel che costi!
No, non puoi! url il professor Carson Il tuo robot, il Doom Knight, non abbastanza potente
per questo tipo di attacco, lo sai! Sono troppo forti per te, andresti incontro a morte certa!
Ma professore, se non facciamo qualcosa distruggeranno il nostro pianeta! disse Chris, ma Maria
lo interruppe.
Il professore ha ragionesolo io sono in grado di fermarli disse in tono deciso
Ma cosa dici? Come puoi tu tent di ribattere Chris, ma la ragazza lo ferm Io amo Arthur, pi
di ogni altra cosa al mondo e sono disposta a dare la mia vita pur di rimediare al male che gli ho
procuratosalver questo pianeta che lui ama pi di ogni altra cosa disse la ragazza tra le
lacrime Vi prego, abbiate cura di luiaddio disse, scappando velocemente dalla stanza
No, non farlo Maria, fermati! Urlarono allunisono Chris e il professore, ma tutto fu inutile, Maria
aveva preso la sua decisione e niente e nessuno poteva farle cambiare idea.
Ti amo Arthur! Ti ho tanto amato e ti amer per sempre! Addio amore mio, addio! disse,
andando incontro al suo destino.
Arthur!Arthur! grid Chris, precipitandosi nella sua stanza Devi svegliarti! I nostri nemici sono
qui e ci stanno attaccando! disse, scuotendolo e schiaffeggiandolo con rabbia devi svegliarti,
maledizione! Maria andata a combattere contro di loro da sola, verr uccisa se non accorrerai in
suo aiuto! Allora? Vuoi forse vederla morta?
MaMaria? disse in un sussurro il giovane principe
Si, Maria, la tua Maria andata incontro alla truppe di Re Balthazarsi scarificata per te, in
nome del vostro amore disse Chris
Maria ha fatto questo? disse, svegliandosi improvvisamente dal suo torpore No, non pu farlo!
Io devo assolutamente salvarla! disse, uscendo di corsa dalla stanza e dirigendosi verso il suo
robot Maria, aspettami, vengo in tuo soccorso! Non morire, ti prego! Ora che ti ho ritrovata non
posso lasciarti andare! Non puoi lasciarmi cos! Maria, Maria,
MARIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! url, in preda alla pi folle
disperazione.
ARTHUR, AMORE MIO! Una voce apparve allimprovviso nella sua mente
Maria! Maria! grid il giovane principe
Amore mio, perdonami per tutto ci che ti ho detto e che ti ho fattonon ero in me quando dicevo
quelle cose, Balthazar controllava la mia mente, ma non il mio cuore, il mio cuore sempre
appartenuto a te, solo ed esclusivamente a tetu sei lunico che pu vendicare ci che questi
mostri hanno fatto al nostro pianetatu non sei affatto un traditore, amore mio, sei lunica
speranza per combattere e distruggere la follia di Re Balthazar!
Maria, io non posso farcela senza di tenon lasciarmi, ti prego
Io sar sempre con te, nel tuo cuore, nella tua anima, nel sorriso di un bambino, nella bellezza
della Naturatu mi vedrai sempre con gli occhi del cuore
Oh, Maria
Ti amo, ti ho amato per tutta la vita e ti amer anche dopo la morteArthur, ti prego, non ti
dimenticare di me! Addio!
La voce scomparve. Un boato apparve allimprovviso, sconvolgendo lintero Istituto.
Maria! Maria! grid a gran voce il giovane uomo, uscendo dallIstituto in soccorso della sua
amata, ma non pot fare altro che assistere impotente al sacrificio della sua amata.
Perdonami amore mio se non ho saputo comprenderti disse tra le lacrime Il tuo sacrificio non
sar invano, mi batter contro le forze oscure di Re Balthazar fino a che avr vita disse,
rivolgendo un ultimo sguardo verso quel cielo tinto di rosso del sangue versato dalla sua amata in
un ultimo sacrificio damore.

UN ULTIMO BACIO DAL SAPORE DI SANGUE

Non molti anni prima, sotto quella maestosa quercia, la sua vita era radicalmente cambiata.
Ricordava come fosse ieri quel giorno, sedeva accanto a lui, lontana dalle luci e dal frastuono di
una caotica citt che dalle cime di quella collina faceva intravedere appena il suo profilo.
Il tempo sembrava essersi appositamente fermato per concedere a entrambi quellunico e
prezioso attimo di felicit, quella stessa felicit che, finora, si era sempre fatta negare.
Una leggera brezza di vento scosse dolcemente le fronde degli alberi e ruppe in un solo istante
lincantesimo di quel ricordo ormai sbiadito nel tempo.
Non sapeva ancora per quale ragione il destino lavesse condotta di nuovo l, su quella solitaria
collina, dato che tra loro non cera stata nessuna promessa, n nessun giuramento damore.
Maya si volt dun tratto verso la citt, quella citt che laveva vista nascere e crescere, immersa
nei suoi profumi, nei suoi rumori, nei suoi vicoli oscuri che le incutevano sempre una sottile e
inspiegabile paura, nel suo traffico continuo e incessante che, a volte, le avevano impedito la notte
di prendere sonnodi quella citt cos viva, cos pulsante di emozioni non restava ora che un
misero cumulo di macerie.
Erano trascorsi cinque anni ormai dal giorno del bombardamento. Di quel giorno Maya ricordava
tutto, ogni sensazione, ogni minimo particolareavrebbe dovuto essere un giorno speciale per lei,
il giorno in cui, finalmente, avrebbe dato il suo primo bacio.
Laveva sognato tante notti, fin da quando era una bambina. Non chiedeva ai suoi sogni un
perfetto principe azzurro in sella a un cavallo bianco come di quelli che spesso si leggono nelle
fiabe, lei sognava per s un uomo che si prendesse cura di lei, che lamasse per ci che era, con
tutti i suoi difetti e tutte le sue debolezze e sentiva nel suo cuore di aver trovato quelluomo in
Alessandro, il suo dolce e timido compagno di banco.
Si frequentavano da tre mesi ormai e ci che provavano luno nei confronti dellaltro non era di
certo quellamore passionale e travolgente che veniva sovente raccontato nei film, ma si trattava
comunque di un legame profondo il loro, un legame che, probabilmente, non avrebbe mai avuto
modo di sbocciare pienamente.
Era molto timido Alessandro e Maya sapeva bene che ottenere da lui un bacio sarebbe stato molto
difficile, ma lei lo desiderava tanto, pi di ogni altra cosa al mondo e mentre la voce alla radio si
faceva messaggera di tragiche notizie, lei si preparava a vivere il momento pi bello della sua vita.
Un altro lieve alito di vento riport la sua mente al presente. Fece un profondo respiro e si guard
di nuovo intorno. Tutto era rimasto intatto, come se la natura e il tempo avessero voluto in
qualche modo preservare quel luogo nella speranza che un giorno i suoi ricordi potessero di nuovo
riprendere vita.
Volse lo sguardo verso lalto. Il cielo era limpido come quel giorno, nel cortile solitario della scuola,
lontano dagli sguardi indiscreti di coloro che avrebbero potuto rovinare per sempre quellunica e
preziosa atmosfera.
Maya e Alessandro erano in piedi, luno davanti allaltro. Maya a quel ricordo sospir. Tutto
sarebbe stato perfetto se soltanto il cielo non si fosse oscurato allimprovviso, se quegli aerei
forieri di morte e distruzione non si fossero intromessi tra lei e il suo pi grande desiderio.
Proprio nel momento in cui le loro labbra furono talmente vicine da potersi quasi sfiorare, un
assordante boato li travolse, costringendoli a stringersi luno allaltra, un abbraccio caldo, sicuro,
rassicurante, un abbraccio che aveva gi ricevuto nella vita innumerevoli volte, ma che mai come
in quel momento la fece sentire cos sicura e protetta. Non era quel bacio che aveva tanto
desiderato, ma era comunque qualcosa che, lo sentiva, non avrebbe mai potuto facilmente
dimenticare. Attorno a loro il mondo sembrava dover crollare da un momento allaltro, ma lei
sentiva che il calore di quellabbraccio lavrebbe protetta da ogni pericolo. Si sentiva felice Maya,
felice come mai lo era stata nella sua vita. Avrebbe voluto vivere quella sensazione per sempre.
Poi labbraccio dimprovviso si sciolse e i due ragazzi cominciarono a correre a perdifiato. Lui le
teneva la mano destra dentro la sua affinch non restasse indietro mentre lei si lasciava trascinare
come se quella mano rappresentasse per lei lultimo appiglio alla vita, una vita che non aveva mai
conosciuto prima dora e che sembrava non volerle concedere nemmeno la gioia di un semplice
bacio.
Sarebbe finita cos, tra i resti di una citt ormai morente e tra le grida disperate di una folla che
cercava in tutti i modi di sopravvivere a quellinferno? Maya non lo sapeva, continuava a fissare
quella mano che diventava attimo dopo attimo sempre pi umida, quella mano che per nessuna
ragione al mondo lavrebbe mai abbandonata al suo destino. Era lunica cosa che sentiva, quella
era la sua unica certezza.
Riuscirono a raggiungere faticosamente quella collina, lontana dagli assordanti frastuoni di una
citt ormai in preda alle fiamme.
Si accasciarono esausti proprio l, sotto quella maestosa quercia. Per alcuni istanti rimasero seduti
uno al fianco dellaltro, in silenzio, nel tentativo di riprendere fiato dopo quella faticosa corsa. Le
loro mani erano ancora unite, come se nessuno dei due avesse il coraggio di spezzare quel
profondo legame che il destino aveva creato.
Trascorse un istante, forse due. Un gemito, soffocato da un improvviso colpo di tosse fece
subitaneamente svanire in Maya lillusione e il sollievo di essere scampata a un crudele destino.
Voltandosi, si accorse subito che Alessandro aveva appena rigurgitato un enorme quantit di
sangue. Doveva essersi in qualche modo ferito durante la loro stancante corsa. Not che con
laltra mano si teneva il fianco destro, trafitto in profondit da un indefinito e appuntito oggetto
metallico.
Maya si chiese come avesse fatto a non rendersene subito conto, ma prima che potesse fare
qualcosa, Alessandro croll sul prato.
Il suo respiro si fece sempre pi affannoso e lei cap che il suo sogno si stava per infrangere per
sempre. Alessandro aveva impiegato le sue strenue forze per portarla in salvo, lontana da tutto e
da tutti.
Quello avrebbe dovuto essere il giorno pi bello della sua vita, quello in cui avrebbe dato il suo
primo bacio e decise che, per nessun motivo al mondo, ci avrebbe rinunciato.
Rivolse un ultimo sguardo verso la citt ormai in fiamme e accost le labbra a quelle del giovane
che giaceva gravemente ferito in terra. Non le importava che quelle labbra fossero bagnate di
sangue, socchiuse delicatamente gli occhi e si lasci trasportare dal dolce oblio di quel momento.
Quando sent che il cuore di Alessandro aveva cessato di battere, Maya riapr gli occhi e si sollev
dal corpo ormai esanime del ragazzo. Le sue labbra erano tinte del rosso del sangue di Alessandro.
Alla vista di quel corpo ormai privo di vita, Maya lasci che le emozioni finora trattenute nel suo
petto si trasformassero in un pianto liberatorio, bagnando di calde lacrime il volto di colui che
aveva sacrificato la sua stessa vita per donarle quel minuscolo frammento di felicit.
Un terribile frastuono distrusse il silenzio surreale di quellatmosfera. Non cera stata nessuna
promessa, nessun giuramento damore, soltanto un casto e indimenticabile bacio strappato tra la
vita e la morte, bagnato di sangue, ma intriso di un sentimento che rimarr per sempre annidato
nel suo cuore.
Maya si rialz in piedi e prosegu da sola il suo cammino prima lentamente, poi sempre pi veloce,
giurando a s stessa che non sarebbe mai pi tornata indietro.
O forse si, lo avrebbe fatto, ma soltanto in un giorno molto, molto lontano.

UN INQUIETANTE PRESENZA

Uffa! Anche questa sera mi dovr trattenere fino a notte inoltrata!
Una ragazza dai lunghi capelli castani e dagli occhi color nocciola sospir profondamente. Guard il
piccolo orologio che teneva sempre al polso, regalo di sua nonna per il suo diciottesimo
compleanno. Erano quasi le ventidue.
Uffa! emise un altro sospiro Accidenti a me e a quando non ho salvato tutti quei dati! Quel
maledetto virus ha distrutto la mia ultima settimana di lavoro! Ora sar costretta a inserirli tutti da
capo! Quando si dice la sfortuna
Si trovava sola nel suo ufficio al terzo piano di un palazzo signorile sito proprio in centro. Era
seduta alla sua scrivania, nel suo piccolo ufficio a desta della porta dingresso, illuminato soltanto
dalla soffusa luce della lampada sopra la sua scrivania che rischiarava a stento la sua postazione e
una residua parte del corridoio.
La ragazza si sentiva sola; senza gli schiamazzi dei suoi colleghi di lavoro e senza lincessante squillo
dei telefoni, lufficio era immerso in un silenzio tombale, quasi surreale. Lunico rumore che
percepiva era la ventola del computer e lincessante ticchettio delle sue dita sulla tastiera.
Si alz in piedi, prese una scheda dallarchivio alla sua desta e si sedette di nuovo alla scrivania.
Stava per incominciare il suo lavoro di inserimento dei dati quando un improvviso e quasi
impercettibile rumore la fece sobbalzare. Dal corridoio sent dei rumori di passi che si
avvicinavano.
La ragazza si volt di scatto. Guard il corridoio alle sue spalle. Tutto era avvolto nelloscurit.
Chi c? C qualcuno? chiese con voce spaventata. Un lieve bisbiglio giunse alle sue spalle.
Rebecca Era il suo nome.
In preda al terrore, si alz in piedi e si precipit verso linterruttore, accendendo cos tutte le luci
dellufficio. Tutte le stanze silluminarono di colpo. Rebecca guard dentro ognuno di essenon
cera nessuno.
Sar stata la mia immaginazione disse, respirando a fondo nel tentativo di calmare il battito
accelerato del suo cuore sto lavorando decisamente troppo in questo periodo
Ritorn alla sua scrivania; le rimanevano ancora un centinaio di dati da inserire nel database.
Ok disse tra s, cercando di farsi coraggio Cerchiamo di finire al pi presto questo dannato
lavoro e andiamocene a casa
Riprese a far scorrere velocemente le dita sulla tastiera e in pochi minuti riusc a inserire buona
parte dei nominativi. Salv preventivamente tutto su di un dischetto e, mentre stava prendendo
un altro foglio dallarchivio, avvert chiaramente una presenza alle sue spalle.
Rebeccadisse una voce femminile dietro di lei.
La ragazza rimase impietrita, con la mano destra ferma sul mouse e la sinistra sulla tastiera. Nel
monitor del suo computer intravide il riflesso di una figura seduta alle sue spalle. La ragazza venne
scossa da violenti brividi di terrore.
Rebecca La chiam di nuovo la voce.
Rebecca si volt lentamente sulla sua sedia girevole, il battito del cuore che le rimbombava nelle
tempie. Alle sue spalle non cera nessuno. Fiss allora il corridoio oscuro davanti a s.
Cerca di stare tranquilla, Rebecca, sei solo stanca Spense il computer Ora vai a casa disse a
bassa voce a s stessa con la speranza di tranquillizzarsi il lavoro pu benissimo aspettare fino a
domani
Avrebbe voluto scappare a gambe levate, ma la paura le impediva ogni movimento. Prese la sua
giacca dallattaccapanni e si avvi verso il corridoio.
Mentre percorreva quel lungo ambulacro, le sembr di essere la protagonista di uno di quei film
dellorrore che Matteo, il suo ex fidanzato, la portava sempre a far vedere al cinema.
Era giunta quasi alle soglie della porta dingresso quando ud di nuovo quella voce.
Rebecca
La ragazza si blocc sulla porta. Gir il viso verso il corridoio e vide qualcosa che la fece vacillare: in
fondo allandrone unombra si stava lentamente muovendo da un ufficio allaltro.
Guardate che non affatto divertente! Smettetela con questi stupidi scherzi! url Rebecca, con
la speranza che tutto ci che le stava accadendo fosse una stupida millanteria di qualche suo
collega. Non ottenne per alcuna risposta.
Si gir velocemente verso la porta dingresso, cercando disperatamente le chiavi nella sua borsa.
Non le trov. Cerc allora nelle tasche della sua giacca, ma invano.
Cazzo! url dove diavolo le ho messe!
In quel preciso momento, dalla stanza accanto, la fotocopiatrice prese a funzionare. Rebecca
osserv con orrore il movimento della macchina e, alla fine, un foglio che usciva dal retro. Lo prese
tra le mani tremanti. Quello che cera scritto sopra la fece cadere a terra semi-svenuta.
Anche tu, come me, morirai stanotte
La ragazza si aggrapp disperatamente alla sedia girevole accanto alla scrivania e, vicino alla
fotocopiatrice, not una pozza di color scuro che si allargava sempre pi. Era sangue. Nello stesso
istante ud di nuovo quella voce.
Rebecca
Url disperatamente. Si alz e si precipit di nuovo alla porta. Si aggrapp con tutte le sue forze
alla maniglia. Un rumore di passi si stava avvicinando a lei. Rovist di nuovo affannosamente nella
borsa alla disperata ricerca delle chiavi. I passi si avvicinavano sempre pi.
Dio, ti pregoti prego implor Rebecca tra le lacrime. Allimprovviso i passi si fermarono. Dalla
porta dellufficio in fondo al corridoio giunse di nuovo la voce.
Sono quisono qui
Rebecca rimase immobile; con gli occhi pieni di terrore fiss a lungo la porta dellufficio davanti a
lei. La maniglia si stava lentamente abbassando. Ud distintamente il rumore della serratura che
scattava. La porta si spalanc di colpo.
Piccole gocce di sudore le imperlavano la fronte. Si avvicin lentamente, a gattoni. Entro nella
stanza. La porta si richiuse alle sue spalle con un lieve cigolio. Appena entrata, not in terra la
stessa pozza di color scuro e le pareti schizzate di sangue.
Guard davanti a s; al centro della stanza, seduta sulla sedia girevole di una scrivania, una ragazza
dai lunghi capelli neri e ricci legati con un nastro di seta rosa le dava le spalle. Al suo fianco
Rebecca not un tagliacarte completamente sporco di sangue.
La ragazza si volt verso Rebecca. Aveva il volto e il petto martoriato da profonde ferite da taglio e
una profonda ferita attraversava il suo collo, facendo fuoriuscire copiosi schizzi di sangue.
Rebecca la fiss terrorizzata; le iridi degli occhi non esistevano pi, cera solo il bianco della pupilla.
Finalmente sei quiti stavo aspettando
Le luci dellintero ufficio si spensero allimprovviso. Rebecca vide solo il buio intorno a lei, un buio
dal quale non si sarebbe mai pi risvegliata.
Il giorno seguente, un uomo arriv in ufficio poco prima delle nove. Not subito qualcosa di
anormale: la porta del suo studio era semi-aperta.
Entr nella stanza e ci che vide lo paralizz dallorrore: vide il corpo della sua collega martoriato
da numerose coltellate. La ragazza era semi-nuda e i suoi occhi erano sbarrati e fissavano il
soffitto. Accanto a lei, sul pavimento, cera un nastro di seta rosa.
Oh mio Dio, Rebecca! url luomo in preda al terrore.
Dietro di lui, una voce femminile disse: Dottore, arrivata questa lettera per ma la frase le si
strozz nella gola alla vista del cadavere martoriato.
Oh mio Dio disse, quasi sul punto di svenire. Luomo lafferr per un braccio, impedendole cos
di cadere.
Valeria, vai subito ad avvertire la polizia, presto! disse luomo in tono concitato, osservando con
volto pallido il corpo massacrato della ragazza, ma la donna non gli diede ascolto, inizi a
farfugliare alcune strane parole.
E morta come Martinalo sapevo che sarebbe successo di nuovoquesto palazzo maledetto
disse con un filo di voce e con un lieve tremore nella voce.
Cheche cosa stai dicendo? chiese luomo, pensando che il suo delirio fosse frutto del forte
shock.
Quandoquando iniziai a lavorare qui dieci anni fa raccont la donna con voce affannosa mi
raccontarono di un delitto avvenuto proprio qui, in questo ufficiouna giovane segretaria di nome
Martina venne trovata assassinata con quasi trenta coltellatenessuno ha mai scoperto il suo
assassino e si dice che il suo fantasma continui ancora a vagare inquieto per queste stanze,
scatenando la sua rabbia e la sua vendetta sulle giovani donne che incontra
Luomo le porse un bicchiere dacqua, cercando in questo modo i tranquillizzarla.
Io non credo e non ho mai creduto ai fantasmiqualcuno questa notte entrato in ufficio e ha
ucciso la povera Rebeccadobbiamo assolutamente chiamare la polizia! disse luomo, prendendo
il cellulare che teneva in tasca e componendo il 113.
Una volante della polizia arriv quasi subito. Luomo spieg agli agenti ci che era accaduto.
Entrarono insieme nellufficio dove la ragazza era stata uccisa. Il suo corpo era sempre l, ma il
nastro rosa non cera pi.
Luomo rimase incredulo. In quel preciso istante, il suo cellulare squill. Guard il display. Nello
stesso istante impallid. Era una chiamata proveniente dal cellulare di Rebecca.
Luomo premette il tasto verde. Una voce tombale rimbomb dallaltro lato della cornetta.
I fantasmi esistono eccome, non dimenticartelo mai

RICOMINCIARE TUTTO DA CAPO

La visione di quel luogo cos desolato colp profondamente il giovane a bordo della sua moto di
grossa cilindrata. Era come se tutti fossero scappati, lasciandosi dietro solo uno scenario
apocalittico.
Ma come era arrivato fin l? Si ricordava soltanto di un rumore di colpo sordo e improvviso che
laveva svegliato, anche se, pensandoci bene, non si ricordava affatto di essersi addormentato.
Sentiva la sua bocca impastata, gli occhi che bruciavano e un dolore acuto e intenso alla gamba
destra, allaltezza del ginocchio.
Guardando faticosamente attraverso lo specchietto alla sua sinistra vide in lontananza delle colline
e delle piccole case sparse qua e l; vicino alla sua moto soltanto cumuli di sterpaglie e di macerie.
Il silenzio delle prime ore del mattino era interrotto dal canto delle cicale e dal lento fruscio dei
rami degli alberi mossi dal vento.
Era consapevole del suo stato, del fatto che il suo corpo emanava un odore acre e pesante, un
misto di sudore, alcol, vomito e urina.
Con crescente angoscia si rese conto di non sapere affatto come fosse finito l, in quelle condizioni;
non ricordava pi nulla, nemmeno il proprio nome.
Prov lirresistibile impulso di abbandonare la sua moto e correre a perdifiato urlando come un
pazzo, ma impose a s stesso di restare calmo e di riflettere.
Si port le mani sul viso, quasi nel disperato tentativo di nascondersi e nel farlo not che
allanulare della sua mano destra luccicava un anello, una vera doro.
Distinto la sfil e lesse il nome allinterno: Giada 07/09/2003
Era sposato, dunque.
Chiuse gli occhi per una manciata di secondi, cercando inutilmente di ricordare, poi li riapr. Fiss
la sua immagine riflessa nello specchietto. Si trov davanti un volto sconosciuto dagli occhi scuri e
penetranti, la bocca e il naso dai lineamenti regolari e ben proporzionati, capelli neri tagliati a
spazzola, carnagione leggermente abbronzata.
Pens che, in condizioni normali, doveva essere un vero schianto e per un istante riusc persino a
sorridere, dimenticando langoscia che lo attanagliava.
Frugandosi nelle tasche dei jeans, not di avere un portafoglio. Lo apr. Al suo interno cerano
cento euro, una tessera del bancomat e una patente di guida. La foto del documento lo ritraeva,
ma con unespressione sul viso solare e disinvolta, del tutto differente da quella pavida e
sofferente che aveva in quel momento.
Lesse i dati con una certa inquietudine e soggezione.
Nome: Fabio
Cognome: Pascali
Data di nascita: 03/06/1978
Luogo di nascita: Roma
Segni particolari: qualcuno aveva scritto a matita stronzo e bastardo.
Si osserv di nuovo nello specchiettonon si riconosceva.
Potrei anche soffrire di una di quelle amnesie temporanee pens tra s, cercando di placare la
sua crescente angoscia.
Si appoggi al sedile della sua moto, respirando lentamente. Finalmente il paesaggio che lo
accerchiava non era pi sconosciuto per lui, quelle colline sullo sfondo erano i Castelli Romani, le
colline che circondano Roma e lui ora si trovava su una strada che aveva percorso altre centinaia di
volte.
Nella sua mente che pian piano si stava schiarendo cominciarono a scorrere, poco alla volta,
infiniti frammenti della sua vita, una donna che piangeva accanto a un uomo ormai morente su un
letto dospedaleforse sua madre? Una giovane ragazza dal dolce sorriso vestita da sposasua
moglie, forse? Poi altre donne, bar, locali notturni, risse, arresti da parte della polizia, scene di una
vita che non gli piaceva affatto.
Vide la ragazza vestita da sposa che riempiva, piangendo, di abiti una valigia, lui che cercava di
convincerla a rimanere e lei che andava via sbattendo violentemente la porta, lui che usciva ed
entrava nellennesimo bar, tanti drink, uno dopo laltro, una folle corsa con la moto lungo strade
deserte, in piena notte.
Mentre le immagini di quella che doveva essere stata finora la sua vita si stavano materializzando
una dopo laltra davanti ai suoi occhi, cominci dapprima a sentire un lieve disagio, poi paura, poi
rabbia, una rabbia che si faceva sempre pi insopportabile.
Riapr di nuovo la carta didentit, guard di nuovo la fotografia di quel ragazzo dallaria spavalda e
presuntuosa che sembrava sapesse con certezza quello che voleva dalla vita e in quel preciso
istante decise che si sarebbe lasciato tutto alle spalle e avrebbe ricominciato tutto da capo.
Prese la bottiglietta di gin che portava sempre con s in una tasca dei jeans e la gett via, lontano,
in un fossato dove giaceva il corpo di un uomo che aveva investito guidando ubriaco.
Accese il motore della sua moto e ripart veloce, senza mai pi voltarsi indietro.

RESURREZIONE DAMORE

I tre pistoleri, con il pastrano e il mantello color delloro avevano appena ucciso due uomini in una
sparatoria dopo un lungo inseguimento e ora stavano cavalcando verso il tramonto con il loro
sudato bottino tra le braccia.
Giunsero alla citt dei morti, cos denominata a causa della terribile epidemia di spagnola che
decim buona parte della popolazione, che era ormai notte fonda.
Il vecchio saloon era ancora aperto; le luci erano le uniche che risplendevano in quella tetra e
fetida via.
Nonostante gli innumerevoli lutti, gli abitanti scampati allepidemia avevano ancora voglia di
divertirsi; il saloon era pieno, tutti erano seduti ai loro tavoli a bere birra e ad ascoltare musica,
mentre unavvenente ragazza dai lunghi capelli biondi ancheggiava ammiccante per i tavoli.
Hai sentito? Sembra che oggi abbiano svaligiato unaltra diligenza disse un uomo dai capelli
castani seduto a un tavolo al centro dellenorme stanza.
Gi rispose uno dei suoi amici seduto al suo fianco so che stato un grosso colpoalmeno
ventimila lingotti doro
Questa volta poi hanno fatto davvero fuori tutti! disse la giovane e svampita cameriera,
fermandosi a origliare la loro discussione Non si salvato proprio nessuno!
Ormai non si pu pi viaggiare in santa pace su questa maledetta strada! disse un uomo anziano
seduto al loro tavolo, sorseggiando lentamente il suo whisky.
Gi rispose luomo che aveva parlato per primo un altro colpo dei fratelli Applewhitee che
razza di fratelli! disse, indicando un cartello con la scritta Wanted appeso al muro sopra il
bancone dellentrata che ritraeva la foto di tre brutti ceffi con la barba incolta e locchio destro
coperto da una benda nera.
Non rispettano neanche le donne e i bambini! Cinguett irritata la giovane cameriera Non hanno
un briciolo di umanit!
Sciocchezze! disse lanziano signore per loro non ha importanza se si tratta di una donna, di un
bambino, di un giovane o di un vecchioper loro tutta carne da macello! Sono i banditi pi
crudeli e spietati che abbia mai visto in vita mia e si che ne ho visti io!
A me quei tre balordi non fanno alcuna paura! disse impudentemente il suo amico e se
dovessero capitarmi a tiro delle mie pistole, li ridurrei come dei colabrodi in un solo istante!
Lasciate che gli metta le mani addosso e
Dimprovviso tutto si fece silenzio. Le porte del saloon si spalancarono. Tre uomini fecero il loro
ingresso, le colt in bella vista e un ghigno beffardo dipinto sui loro volti.
Luomo che poco prima aveva fatto lo spavaldo divent bianco in volto e cominci a tremare dalla
testa ai piedi.
QueQuellisonosonoiifratelli Applewhite!
I volti di tutti i presenti impallidirono allunisono. I tre uomini rivolsero a tutti quanti uno sguardo
di sfida.
Aahahahahahahah! sghignazz uno di loro, il maggiore Esatto gente, siamo quelli che hanno
assalito la diligenza! E stato davvero un bel colpo, ci ha fruttato una gran bella grana!!
Ahahahahahah!
Gli altri due fratelli si unirono agli sghignazzi del maggiore.
D un po disse il fratello di mezzo, avvicinandosi al tavolo al centro della sala non sei forse tu
il tipo che diceva che se gli fossimo capitati a tiro ci avrebbe ridotti come dei colabrodi? disse,
indicando luomo che tremava dalla testa ai piedi Allora, cosa aspetti? disse, avvicinandosi
sempre di pi non ci vedi? Siamo proprio qui, davanti a te
Forza amico, su, facci vedere cosa sai fare! lo incalz il minore dei fratelli.
Il bicchiere cadde dalla mano tremante delluomo. A un tratto, come in un gesto di estremo
orgoglio e coraggio, luomo tir fuori la sua colt dalla fondina, ma prima che potesse sparare un
solo colpo, uno dei fratelli laveva gi disarmato con la sua pistola.
Gli astanti erano tutti in piedi a seguire la scena, terrorizzati.
Il fratello di mezzo scaric la sua colt sul malcapitato, colpendolo ripetutamente alla spalla,
alladdome e, alla fine, alla testa. Luomo cadde a terra, riverso in una pozza di sangue.
Tutti nella sala cominciarono a urlare. La giovane cameriera cadde a terra, svenuta. Il bandito, con
la sua pistola ancora fumante, inizi di nuovo a sghignazzare.
E stato davvero un magnifico spettacolo, fratellino! ,disse il minore dei fratelli, toccando con
una mano la spalla destra del congiunto in segno di approvazione Ma adesso giunto il mio
turno! Stai a vedere!
E, scaraventata a terra unintera bottiglia di whisky, tir fuori la pistola e spar a tutte le bottiglie
presenti sui tavoli, frantumandole.
Il proprietario del saloon cerc di mettere in salvo lincasso della giornata, ma uno dei tre banditi
lo blocc.
Fermo l, tu! A quelli ci penso io! Su, forza, mettili tutti qui dentro! ordin, porgendogli una
grossa sacca di pelle. Poi, con una violenta spinta lo fece cadere rovinosamente a terra.
E ora, il tocco finale!
Diresse la sua pistola verso la lampada a petrolio sopra uno dei banconi e fece fuoco. La lampada
cadde a terra, frantumandosi. Le fiamme si propagarono in un attimo. I clienti, atterriti, cercarono
la fuga, ammassandosi luno sullaltro.
I tre banditi scapparono in sella ai loro cavalli, lasciando dietro di loro urla strazianti.
Una gran bella festa, non trovate? disse il maggiore dei fratelli, mentre le grida disperate dei
clienti intrappolate nel saloon ormai completamente in fiamme risuonavano alte nelloscurit di
quella notte senza stelle.
Il giorno seguente, un ragazzo dallapparente et di ventanni se ne stava immerso nelle acque
placide di un fiume, spazzolando delicatamente il manto del suo cavallo.
Lo detergeva con molta cura, spruzzandogli di tanto in tanto dellacqua.
Eccocome ti senti adesso? Un po bagnato, vero?
Lanimale si scroll di dosso lacqua, bagnando dalla testa ai piedi il ragazzo.
Ah si, la metti cos? disse sorridendo il ragazzo ora ti faccio vedere io!
Cerc di acchiappare lelegante animale ma questi, con un balzo in avanti, lo fece cadere con la
testa in gi nel fiume.
E va bene, hai vinto tu! disse, uscendo fuori dal fiume, spogliandosi del tutto e mettendo i vestiti
ad asciugare su una roccia.
Il ragazzo si guard attorno con aria pensierosa. Gli altri dovrebbero essere presto di
ritornosono passati pi di tre giorni ormai dalla loro partenza
Guard in direzione del fiume con aria annoiata.
Mi eserciter ancora con la pistola, non si sa mai
Prese la sua colt che aveva posato in terra; lanci in aria un sasso e la colp in pieno, spaccandola a
met. Un rumore improvviso alle sue spalle lo fece sobbalzare.
Ehi, chi c l? grid, puntando la sua pistola contro un punto indefinito dietro un masso. Dalla
roccia fece capolino la testa di un cagnolino bianco. Il cucciolo fiss il ragazzo con occhi tristi e
spaventati.
Su, vieni qui, non aver paura! gli disse dolcemente il ragazzo, facendogli affettuosamente un
cenno con la mano. Il cucciolo, dopo alcuni istanti di esitazione, si avvicin cautamente a lui,
odorandogli le dita della mano sinistra.
Il ragazzo tent di fargli una carezza, ma il cagnolino, terrorizzato, scapp via.
Ehi, aspetta, dove vai1 gli url dietro, afferrandolo per la coda con lintento di non farlo
scappare.
Il cucciolo cerc disperatamente di liberarsi, ma invano. Il ragazzo lo fissava con profonda
tenerezza.
Ora non mi scappi! disse, afferrandolo delicatamente sotto le zampette e sollevandolo in alto,
appena sopra la sua testa D un po, ma come hai fatto ad arrivare fin quaggi da solo?
Il cucciolo, per tutta risposta, gli diede un morso sul naso. Il ragazzo cacci un urlo di dolore.
Ahi! Dannazione!
Il cagnolino scapp via tra le rocce e la polvere di quella afosa giornata di Agosto.
Ehi, aspetta! url il ragazzo, lanciandosi al suo inseguimento. Riusc a trovarlo dopo poco tempo,
in una piccola tana.
Allora qui che ti nascondi, eh? disse, fissando il cucciolo che tremava tutto dalla paura. Il
ragazzo ne ebbe pena.
Su, dai, esci fuori di l! Non voglio farti del male!
Un ghigno feroce lo fece sussultare. Si gir. Un cane dal pelo color nocciola gli stava mostrando i
denti.
Tu devi essere sua madremi scusiioionon volevo fargli del malevolevovolevosolo
aiutarlo disse, indietreggiando.
A quelle parole, come se lanimale le avesse comprese, il cane si plac.
Mi sa che dovete avere una gran fame voi due, eh? disse il ragazzo, accarezzando dolcemente la
testa di entrambi Aspettate, vi porto subito qualcosa da mangiare!
Ritorn poco dopo con della carne cruda che i due cani divorarono quasi allistante. Lo sguardo del
ragazzo si pos sul cucciolo. I suoi occhi divennero malinconici.
Sei fortunato, sai? Io non ho mai conosciuto la mia mamma e non ho mai avuto nessuno che
fosse cos premuroso con melunica cosa che ho di lei il nome che mi ha dato alla nascita,
John
Il cucciolo, percependo forse la sua tristezza, si avvicin al suo braccio, cominciando a fargli le
feste. Il viso di John ridivent sereno alla vista delle tenere effusioni del cucciolo.
Sei felice, adesso? chiese dolcemente, massaggiandogli delicatamente la testa.
Un rumore alle sue spalle lo fece voltare di scatto. Si alz in piedi; in lontananza, tre uomini a
cavallo si stavano lentamente avvicinando.
Ecco Will e gli altrifinalmente sono tornati disse tra s. Poi, ad alta voce:
Ehi! Bentornati a casa! url, muovendo vorticosamente la mano destra in cenno di saluto.
Ah, quel pischello deve essere proprio scemo! disse il minore dei fratelli Applewhite.
Ihihihihihihih! sghignazz il fratello minore Il bamboccio non ha ancora ben capito che noi
assaltiamo le diligenze per guadagnarci da vivere!
Non ha ancora capito che gli stiamo insegnando a usare la pistola solo perch vogliamo che si
unisca a noi nelle rapine disse il fratello di mezzo.
Beh, direi che ormai grande abbastanza disse il fratello maggiore Penso che sia giunto il
momento di farne un fuorilegge come noi
Gi rispose il fratello di mezzo sono daccordo con teperch non lo mettiamo alla prova?
Si, si, dai! ribatt con entusiasmo il fratello minore sar divertente! Facciamogli fare un bel test
di prova!
Scesero dai loro cavalli e prima che il ragazzo potesse dir loro qualcosa, il maggiore dei fratelli
Applewhite lo afferr per un braccio e lo port accanto a una roccia. Il ragazzo rimase in
soggezione, come sempre gli accadeva davanti al suo sguardo torvo e severo.
Ormai sei quasi un uomo disse il maggiore dei fratelli Applewhite Hai compiuto diciotto anni e
sono passati quasi quindici anni da quando ti abbiamo preso con noi e saresti sicuramente morto
se non lavessimo fattonon dimenticartelo mai
No, non lo far disse serio John
Inoltre, come sai, ti abbiamo insegnato molte cose utili che ti aiuteranno a sopravvivere nel west,
ma ora giunto il momento di metterti alla prova per capire che cosa hai veramente appreso
disse luomo
Daccordo, sono pronto disse John senza far trapelare la paura nella sua voce.
Il minore dei fratelli poggi sopra la roccia cinque scatole di latta vuota. John le osserv
attentamente.
Sappi che se sbaglierai soltanto un colpo, non ti daremo pi da mangiare disse minaccioso
luomo.
John tir fuori dalla fondina la sua colt e inizi a sparare, colpendo a uno a uno tutte le lattine,
senza fare errori.
Il maggiore dei fratelli lo guard soddisfattoin fondo quel ragazzo non era cos stupido come
sembrava.
Sei davvero molto meglio di quello che pensassi, sai? Poi, tra s, disse: Adesso la tua vita
completamente nelle nostre maninon potrai pi lasciarci, rimarrai con noi per sempre!
Tinsegneremo a essere un uomo malvagio, a non avere piet di nessunoimparerai a non avere
scrupoli, a incutere terrore solo con il potere di una risata
Bene, per adesso puoi anche riposarti disse, tornando a parlare con il ragazzo Hai superato
brillantemente lesame
Aspetta disse il secondo dei fratelli, puntandogli una pistola contro la tempia destra devi
imparare a essere pi furbocosa sarebbe successo se io fossi stato un tuo nemico? disse
luomo, calcando maggiormente il dito sul grilletto avrei premuto il grilletto e tu adesso saresti un
uomo morto disse, sparando un colpo in aria non dimenticare mai che per sopravvivere nel
west esiste una sola regola, non fidarsi mai di nessuno, nemmeno di tua madrele uniche due
cose su cui puoi fare affidamento sono la pistola e la tua intelligenza, chiaro? disse, rifilandogli un
pugno in pieno volto che lo fece cadere rovinosamente a terra.
Credo che te la sia cavata piuttosto bene disse il maggiore dei fratelli Applewhite ma data la
stupidit che hai dimostrato poco fa, questa sera rimarrai senza cenaahahahahahahah! disse,
allontanandosi con una risata insieme ai suoi fratelli.
John rimase disteso in terra, osservando il cielo con occhi colmi di lacrime. Poi si rialz a fatica,
massaggiandosi la gota.
Unaltra sera senza cenamaledizione
Sent un leggero solletico sulla guancia destra. Si volt. Era il cucciolo che gli stava leccando
dolcemente la guancia ferita.
Ehi, sei tornato! disse il ragazzo, prendendolo teneramente tra le braccia Credevo ti fossi
dimenticato di me
Il cucciolo cominci a leccargli le dita Che cosa c? Hai ancora fame? Mi dispiacenon so se li hai
sentiti, ma anche questa sera sono senza cena
Il cucciolo si avvent su di lui, facendogli tante moine e tante feste.
Ho capito, ho capito! disse John, cercando di liberarsi da tutta quella manifestazione daffetto a
cui non era abituato andiamo a cercare qualcosa da mangiare!
Nel frattempo i fratelli Applewhite erano seduti davanti a una pentola di carne bollita.
Per me possiamo anche cominciare a servirci di lui disse il fratello mezzano.
Gi davvero troppo abile per starsene a casa! disse il fratello minore, trangugiando
voracemente con un cucchiaio di legno la sua razione di cibo.
Credete che non lo sappia? Ho visto anchio come se la sa cavare bene con la pistola disse il
maggiore dei fratelli.
E allora perch no? chiese il fratello minore. Il fratello maggiore tacque per un istante, poi disse:
Perch non ancora in grado di uccidere un uomo
Ma a questo si pu rimediarein fondo una cosa semplicissima! replic il minore dei fratelli.
Non credo che John ci riuscirebbe disse perplesso il fratello maggiore.
Se non lo facciamo provare, non lo sapremo mai disse il fratello mezzano.
Sono daccordo! replic vivacemente il fratello minore Ah, non vedo lora che capiti
unoccasione! disse sogghignando Sar divertente vederlo uccidere qualcuno!
In quello stesso istante, ignaro di tutto, John se ne stava seduto su una roccia a osservare il
tramonto accanto al suo amato cucciolo. A un certo punto, il cagnolino cominci ad abbaiare
forsennatamente.
Cosa c? Che cosa hai visto? chiese il ragazzo.
Il cucciolo si mise a correre verso la strada; John lo segu.
Che cosa c? Unombra si stava lentamente avvicinando.
Chi pu essere che viaggia al tramonto? disse John tra s.
Lombra si avvicinava sempre di pi. John la fissava con i suoi occhi malinconiciuno strano
presentimento prese possesso della sua anima.
Chiss dove sar diretto mormor.
Sta venendo da questa parte disse una voce alle sue spalle. John si volt. I fratelli Applewhite
erano in piedi davanti a lui.
Viene incontro alla morte disse il fratello mezzano con il suo sorriso sghembo eternamente
dipinto sulle sue labbra.
Incontro alla morte? ripet attonito John.
Gi disse luomo proprio cosquelluomo sta per essere ucciso
Fiss John negli occhi.
da te!
John sussult dallo spavento.
Cocosa? Come sarebbe a dire ucciso da me? chiese il ragazzo in preda al terrore.
Gi, hai proprio capito bene disse freddamente luomo oggi hai dimostrato di saper usare la
pistola con abilit e una pistola serve per uccidere e tu ora lo farai!
Mamaio prov a ribattere il ragazzo, ma luomo non gli diede il tempo necessario per farlo.
Niente storie! Tu ora ucciderai quelluomo! E un ordine! disse imperioso luomo, afferrandolo
per un braccio.
No, io non uccider quelluomo! disse il ragazzo, cercando disperatamente di divincolarsi da
quella presa dacciaio.
Cos ti rifiuti dobbedire, eh? disse luomo in tono rabbioso, colpendolo con un violento pugno in
faccia. Il cagnolino si avvent sul suo polpaccio, ma luomo con un calcio lo scaravent via.
Avanti ora, prendi la pistola e dimostraci che sei un uomo!
Gli altri due fratelli, che assistevano alla scena dietro una roccia, cominciarono a sghignazzare.
Dai, facci vedere se sei in grado di centrarlo al cuore con un solo colpo disse il maggiore dei
fratelli, avvicinandosi al ragazzo e puntandogli la canna della pistola sulla tempia destra.
Tira immediatamente fuori quella pistola, altrimenti vi faccio fuori tutti e due disse in tono
minaccioso. John era per irremovibile.
Allora, ti muovi? Sto cominciando a perdere seriamente la pazienza disse luomo, premendo
con ancora pi forza la canna della pistola sulla tempia del ragazzo. John alla fine cedette; tir
fuori la pistola dalla fondina e la punt verso luomo a cavallo. Luomo sorrise compiaciuto.
Ricordati che devi prendere per bene la mira
John esit.
Sar divertente, vedrai lo pungol il minore dei fratelli.
Intanto luomo a cavallo si avvicinava sempre di pi. Il corpo di John tremava dalla testa ai piedi.
Sentiva lo scalpiccio degli zoccoli rimbombargli nella testa.
Si pu sapere cosa stai aspettando? Spara! gli intim il maggiore dei fratelli.
John si gir verso la strada. Luomo era proprio davanti alla sua visuale.
Se provi a sbagliare la mira, ti giuro che ti faccio fuori con le mie mani! url luomo.
John continuava a esitare. Il suo corpo era scosso da un violento brivido. La canna della sua pistola
era puntata verso il petto delluomo. Stava per premere il grilletto, ma la paura ebbe il
sopravvento.
No, io non posso farlo! grid con tutta la voce che aveva in gola Non posso!
Una canna di unaltra pistola gli sfior la guancia destra.
Premi quel maledetto grilletto, non fare lidiota! grid il maggiore dei fratelli E solo questione
di tempo! E importante che tu riesca a superare anche questa prova!
Io non ci riesco! Non ci riesco! Non ci riesco! url il ragazzo, scoppiando in lacrime.
Smettila di frignare! Ti ho gi detto che si tratta solo di una questione di un attimo! Le altre volte
sar stupido e facile come bere un bicchiere dacqua!
Non posso! Non posso! Non posso! singhiozz il ragazzo.
Luomo si adir. Inizi a tempestare di pugni il ragazzo fino a che non stramazz a terra. Luomo lo
ritir su.
E ora prendi quella pistola e spara! Non c pi tempo da perdere! Prendi quella maledetta mira,
avanti!
John afferr di nuovo la sua colt e la punt contro luomo a cavallo.
Sta passando proprio sotto di noi! Avanti, spara!
La mano del ragazzo cominci a tremare.
Spara! Dannazione, spara!
Vedendo il tentennamento del ragazzo, il fratello mezzano disse al fratello maggiore: Smettila,
adesso!
Che diavolo stai dicendo? rispose adirato luomo Non ti sarai mica lasciato commuovere, vero?
chiese sarcastico.
Se lui non riuscir a sparare e tu per la rabbia lo farai fuori, se ne andranno in fumo i dieci anni
che abbiamo speso per allevarlo e addestrarlo! Lascialo stare!
Il fratello bofonchi. Moll la presa sul ragazzo, togliendogli la pistola che aveva puntato contro di
lui.
Sei proprio fortunato, sai? disse rivolto a John.
Non ti preoccupare disse il fratello di mezzo capiter sicuramente unaltra occasioneora vedi
di calmarti!
Si allontanarono tutti e tre, lasciando John a terra che osservava landamento lento delluomo a
cavallo che si allontanava nella fulgida luce del tramonto. Il cagnolino torn al suo fianco, guaendo
e leccandolo dolcemente.
Sono degli assassini, ecco cosa sono disse John tra le lacrime e io che credevo che fossero
miei amici, che mi avessero allevato solo per amorecome mi sbagliavo Le lacrime
cominciarono a scendergli copiose. Il suo petto era stravolto dai singulti. Ioioionon diventer
come loromai Chiuse gli occhi, abbandonandosi al suo immenso dolore.
Si risvegli che il sole era gi alto nel cielo. Dischiuse gli occhi e cerc di rialzarsi a fatica, ancora
dolorante per i pugni ricevuti la sera precedente.
Finalmente ti sei svegliato
John si volt alla sua destra; i fratelli erano gi in sella ai loro cavalli.
Forza, sbrigati! Monta su quel dannato cavallo! disse il maggiore dei fratelli.
John non si mosse. Guard i tre uomini con sguardo carico dodio.
Hai sentito cosa ho detto? chiese con voce irritata il fratello di mezzo, scendendo da cavallo D
un po, non sarai mica diventato sordo, vero?
Il cagnolino , fiutando il pericolo, corse al fianco di John abbaiando forsennatamente.
Luomo lo guard con aria irritata.
Quello di ieri sera lo considerer un incidente disse luomo ora meglio per te se mi dai
rettatira immediatamente fuori la pistola! ordin.
John rimase immobile.
Hai proprio deciso di farmi perdere la pazienza, vero? disse con rabbia luomo Tira fuori la
pistola! Muoviti!
John alla fine obbed. Luomo si asciug il sudore dalla fronte.
Finalmente disse con un sospiro malefico, poi riprese finora ti sei esercitato a sparare contro
lattine vuote e sassi, ma cos tutti sono capaci di usare una pistola, il problema che noi dobbiamo
capire se tu sia in grado di sparare anche agli esseri viventi
Questo lavevo capito mormor John, rivolgendo uno sguardo truce a quell uomo che si
trovava davanti a lui. Il fratello Applewhite ne rimase molto colpito..
Che c, hai anche voglia di fare lo spiritoso? disse con rabbia luomo Beh, io no e punt una
pistola conto il cucciolo. John non si mosse.
Visto che non vuoi farlo sugli esseri umani, su qualcun altro dovrai pure esercitarti disse
luomo.
John lo guardava sempre con sguardo impassibile. Luomo venne colto da un senso di terrore.
La regola sempre quelladevi ucciderlo al primo colpo
John rimase sempre immobile. Il cagnolino si avvicin a lui cautamente, scodinzolando la sua
piccola coda in segno daffetto.
Non vorrai mica rifiutarti di nuovo, vero? disse luomo. John non rispose. Il cagnolino continuava
ad abbaiare.
Non vuoi ucciderlo perch ti sei affezionato, ma ormai abbiamo deciso che deve morire disse
luomo E ora dimostraci finalmente di essere un vero uomoprendi quella maledetta pistola, io
conter fino a dieci e se ancora non lavrai fatto tu, ci penser io disse, puntando la sua pistola
contro il piccolo animale.
John non si mosse ancora una volta. Luomo, esasperato da tale comportamento, inizi a contare.
Uno
John rimase sempre l, con quel suo sguardo carico dodio fisso sulluomo.
Due
Tre
John lo guardava. Luomo stava perdendo il controllo delle sue azioni sotto quello sguardo carico
dodio.
Quattro
Cinque
Sei
Luomo continuava con il suo lento conteggio., cos simile a una condanna a morte.
Sette
Otto
Nove
Dieci!
Luomo spar un colpo. John si mosse di scatto, colpendo con forza il braccio delluomo. La
pallottola sfior il fianco destro del piccolo animale che scapp via terrorizzato.
Luomo colp John con un violento pugno.
Maledetto! Mi hai fatto sbagliare la mira!
In quel preciso istante, la madre del cucciolo comparve. Luomo, pieno di rabbia, le spar un colpo
al petto, uccidendola sul colpo.
John rimase impietrito dallorrore.
Ahahahahahahah! rise di gusto luomo, fiero del suo operato. Il cagnolino gua disperatamente,
carezzando e leccando dolcemente il viso della madre, cercando invano di risvegliarla.
Luomo continuava a ridere sommessamente. John sent montare dentro di s una rabbia cieca.
Oh, ma che scena commovente! disse con tono sarcastico luomo il pianto del povero
orfanello
John strinse i pugni con forza.
Hai visto come facile uccidere un essere vivente? Non dimenticarlo mai!
Rimise la pistola nella fondina, ma un improvviso colpo la fece volare in alto.
Ma cosa? grid luomo. John gli stava puntando contro la sua pistola ancora fumante.
Come hai potuto farlo? Tutumaledetto moccioso bastardo
Si avvicin minaccioso a John, ma il ragazzo gli spar un colpo in pieno petto.
Volevi che uccidessi un uomo? Ecco, ora comincer da voi tre e, detto questo., spar un colpo
anche ai suoi due fratelli, uccidendoli.
E questo che volevate da me, no? disse il ragazzo, scoppiando in una risata isterica E questo
che volevate da me? Eccomi qua, ho ucciso, ora sarete soddisfatti, no? Ora sono diventato come
voi, un maledetto assassino come voi! disse, scaraventando la pistola contro i cadaveri dei tre
uomini.
Vi odio, vi odio tutti quanti, maledetti!
Fiss la sua pistola che giaceva in terra.
Non toccher mai pi una pistola! Serve solo a uccidere! Lafferr e la gett contro una roccia,
mandandola in frantumi Non diventer mai come voi! Ora sono libero, libero!
Il cagnolino si avvicin a lui, ancora tremante per lo shock subito. John lo strinse forte fra le
braccia, cullandolo dolcemente.
Ora siamo rimasti soli io e te disse, carezzandogli dolcemente la testa ti porter via da tutto
questo dolorevivremo da soli, io e te, affronteremo la vita da soli, ma senza pi recare alcun
male a essere vivente
Il cagnolino abbai in cenno dassenso.
Io non so nulla della vitadellamoreme lo insegnerai tu, vero? In fondo lo hai gi fatto
Il cagnolino lecc la mano destra del ragazzo. John sorrise stancamente.
Il sole era ormai giunto al massimo del suo splendore. John guard verso lorizzonte, quella che
ormai era la sua metalavrebbe raggiunta, John, con molta fatica, ma ce lavrebbe fatta.
Non si sarebbe mai pi voltato indietroil dolore, la paura, la schiavit erano ormai uno sbiadito
ricordo, sbiadito come quelle piccole nuvole che si allontanavano dallorizzonte.
Era libero John, finalmente libero di poter vivere la sua vitaavrebbe assaporato ogni gioia in
futuro, avrebbe assaporato quel profumo tanto cercato e ora finalmente trovato, ma ora voleva
solo
godersi quellistante, quella resurrezione damore che, come un miracolo, era avvenuto nella sua
anima.
E sorrise.

LA COSA GIUSTA

Quando si svegli quella mattina, gli sembrava che la testa stesse quasi per spaccarglisi in due dal
dolore.
Non sapeva perch quel battito forte e persistente stesse cos a mettere a dura prova il suo gracile
cranio.
Eppure, fin dai primi anni trascorsi alla facolt di medicina allUniversit Politecnico delle Marche
ne aveva viste di cose cos, come quando era andato a lavorare in quella clinica, ma quel dannato
mal di testa lo minava nel corpo e nella mente come mai gli era accaduto prima.
Ormai erano anni che aveva scelto quella vita, una di quelle scelte che vanno fatte con un pizzico
dincoscienza da una parte perch avere a che fare con i malati di ogni tipo metterebbe a dura
prova banche il pi esperto dei medici, dallaltra perch sapeva di aver abbandonato per sempre la
sua vita.
Il padre laveva messo in guardia, glielo aveva ripetuto pi e pi volte ma invano, lui era stato
sempre un tipo risoluto, nonostante fosse allapparenza pallido e di costituzione delicata.
Se ne era andato da casa allet di diciotto anni; aveva scelto di cavarsela da solo, di abbandonare
quella vita agiata che lo aveva soffocato per tutto quel tempo.
Suo padre era stato con lui molto affettuoso, ma conservatore e padrone, uno di quelli vecchio
stampo; suo padre, il suo amato padresapeva che abbandonarlo sarebbe stata molto dura,
tuttavia mai avrebbe immaginato di dover combattere contro il suo inconscio per cos tanto
tempo.
Sua madre non cera pi da tanti anni. Morta? Magaripeggio, molto peggioaveva avuto un
terribile incidente
Continuava a non darsi pace per quello che era successo quel giorno di met Luglio, eppure sapeva
che non aveva alcuna colpa per quello sfortunato destino che proprio quel giorno, proprio sua
madre, proprio la moglie di suo padre, aveva cercato di portarla via per sempre.
Aveva cercato? O cera riuscito? Difficile a dirsi, ormai erano quasi quindici anni che quella
splendida donna giaceva su quel freddo letto. Un coma profondo, irreversibile, cos avevano detto
i medici; in verit avevano detto tante altre cose, ma tutte parole per quello che allepoca era poco
pi che un adolescentemai avrebbe immaginato che avrebbero poi acquistato un senso molti
anni dopo
Si era lasciato alle spalle il padre in lacrime. Torner. Gli aveva detto. Sembrava cos deciso e lo
era.
Arriv in quella citt di porto da solo, eppure non ebbe difficolt ad abituarsi a quella strana
sensazione di solitudine che un po accomuna tutte le citt portuali.
Laereo delle 16.45 atterra a Falconara con pochi sussulti, un atterraggio perfetto, accompagnato
dai soliti applausi. Non riusciva a capire perch quei chiassosi italiani applaudissero cos dei
pilotiche diavolo avrebbero dovuto fare, schiantarsi? Sbagliare pista? Non seppe mai darsi una
risposta.
Quella citt era davvero strana, chiusa tra due promontori in una conca naturale come se fosse
stata un neonato stretto in un abbraccio troppo vigoroso da parte della madre, ma nonostante ci
gli sembr ai suoi occhi pi viva che mai, nutrita dalla brezza del mare, con quel porto che si
estendeva quasi verso linfinito.
Gli anni trascorsero in fretta. Tutto pass con una sola costante, labitudine di recarsi ogni mattina,
prima di andare al lavoro, allantemurale ad aspettare il sorgere del sole. Non era un gesto
patetico dettato dalla sua profonda solitudine, ma soltanto il suo saluto verso quella terra che
soffriva patimenti inauditi al di l dellAdriatico.
Non gli sembrava vero di essere diventato un medico, lui, un povero croato emigrante che era
riuscito in ci che per molti italiani era solo un sogno, quello di diventare un medico stimato e
fiero della sua professione. Questo per non gli interessava, lui aveva in mente soltanto lei, supina
da ormai quindici anni su quel letto dospedale.
Aveva perso ogni speranza quando lei, un giorno, apr gli occhi. Proprio cos, dopo quindici anni di
coma, si sveglino, dannazione! Era solo un sogno, un sogno irrealizzabile. Lei era l, ancora l,
per sempre schiava delle macchine.
Con quel pulsante mal di testa, dopo lennesimo sogno illusorio, aveva deciso di farla finita. Si
chin verso la macchina che la teneva in vita, cos dicevano i suoi colleghi e la disattiv.
Click
Fu quello lunico suono che riusc a percepire, lunico suono che il suo cervello, ancora stordito da
quel maledetto mal di testa, riusc a metabolizzare.
Un banale click aveva separato per quindici lunghi anni la madre dalla morte.
Ho fatto la cosa giustaquesta era lunica cosa che riusciva a ripetere ai carabinieri mentre lo
arrestavano.

IL CLUB DEI VECCHIETTI ASSASSINI

Il sole caldo batteva sulle piastrelle rovinate del pavimento. Ai vecchi tavoli ormai logorati dal
tempo erano seduti solo pochi clienti.
Forse non era corretto chiamarli clienti, quel nutrito gruppetto di vecchietti era nato insieme al
locale, diversi anni prima.
Sembravano ormai far parte dellessenziale arredamento, come se si fossero pian piano
mimetizzati con lambiente.
Il legno consunto ricordava la loro pelle raggrinzita, dove sul viso formava solchi profondi a ogni
cambio di espressione, in cui gli unici punti fermi erano le piccole biglie vitree degli occhi.
Si conoscevano tutti. Si somigliavano tutti. Se si provava a osservarli da una certa distanza,
difficilmente si riusciva a distinguerli luno dallaltro.
La sera, illuminati dalla flebile luce del liso lampadario, sembravano una massa informe di ombre
senza nomenemmeno la luce del sole dava unimpressione positiva a quel luogo.
Quando Matteo la vide sorgere come un miraggio dalla desolata campagna, non credette subito ai
suoi occhi. Laria torbida e stagnante soffocava il paesaggio e gli annebbiava la vista.
Percorse lentamente la tortuosa stradina, stando attento a non scivolare sui sassi, nonostante le
gambe reggessero a malapena il peso del suo corpo dopo la lunga camminata.
Aveva abbandonato la sua auto in panne sul ciglio della strada, a pi di venti chilometri di distanza,
senza che unanima viva si facesse avanti per aiutarlo.
Ora che finalmente sembrava aver trovato una presenza umana in quella landa deserta, non
poteva non raccogliere le residue forze, ignorando il caldo e la fatica che sentiva urlare da ogni
muscolo.
Poker! esclam uno dei vecchietti, lanciando le carte da gioco sul tavolo.
Un mormorio di disapprovazione si lev dagli altri clienti. Uno di loro afferr le carte ormai
sbiadite dal tempo e le mescol con calma.
A questo punto mi devi offrire un altro giro disse, la voce arrochita dalle innumerevoli sigarette
fumate nel corso degli anni.
Il vincitore tir fuori dal taschino della sua camicia un fazzoletto di seta e si asciug il collo umido,
annuendo con il suo sorriso ormai senza denti.
Fece un cenno con la mano alloste che arriv poco dopo con alcuni boccali di birra. Fu in quel
preciso istante che Matteo fece il suo ingresso nella taverna.
Persino il ronzio delle mosche sembr tutta un tratto cessare. I boccali immobili a mezzaria, le
teste voltate allimprovviso verso luscio.
Buongiorno! salut cortesemente Matteo.
Buongiorno. Rispose loste, tornando subito al suo posto dietro al bancone. Non cera cordialit
nella sua voce, ma solo un senso di fastidio nel vedere quellimprovviso e sgradito ospite.
Luomo strinse ancor pi forte lo stuzzicadenti nella bocca, parzialmente nascosto sotto i suoi baffi
castani e lo fiss con fare curioso.
Gli altri clienti continuarono a osservare la scena in un completo mutismo, chi a braccia conserte,
chi con lo sguardo infastidito di chi non apprezza affatto le interruzioni.
Matteo deglut in silenzio, percependo subito la tensione nellaria. Se fosse andato via di corsa,
avrebbe sicuramente indispettito ancor pi i presenti, cos decise di farsi coraggio e di rimanere.
Si guard lentamente attorno e poi si rivolse alloste: Mi servirebbe una mano, sarebbe cos
gentile da darmela? Sa per caso se c qualche meccanico da queste parti? Ho un problema con la
mia auto e
Non riusc a terminare la frase. Un brivido improvviso percorse la sua schiena, come se il sole
avesse smesso di illuminare il cielo da un momento allaltro.
Si gir istintivamente verso la piccola finestra e allung una mano per riscaldarsi, ma non percep
alcun calore.
Non fece neanche in tempo a voltarsi di nuovo verso i vecchietti che lo avevano gi tutti
circondato, le unghie lunghe e giallognole protese su di lui, le fauci aperte in un ghigno animale,
gemiti inarticolati provenienti direttamente dallInferno.
Matteo indietreggi terrorizzato, cacciando via quei mostri come meglio poteva, ma uno di loro gli
addent il braccio destro, strappandoglielo via di netto.
La vista del sangue vivo che fuoriusciva copioso dalla ferita anim eccit ancor pi i vecchietti,
rendendo le loro grida pi acute e i loro graffi pi profondi.
Urlando dal dolore, Matteo raggiunse finalmente la porta, ma le frange di cui era composta si
trasformarono in un intricato groviglio di fili che iniziarono lentamente ma inesorabilmente a
stritolarlo.
Uno schizzo di sangue colp la parete, colando gi lentamente.

DOMANI? NON SO

Il sole caldo batteva sulle piastrelle rovinate del pavimento. Ai vecchi tavoli ormai logorati dal
tempo erano seduti solo pochi clienti.
Forse non era corretto chiamarli clienti, quel nutrito gruppetto di vecchietti era nato insieme al
locale, diversi anni prima.
Sembravano ormai far parte dellessenziale arredamento, come se si fossero pian piano
mimetizzati con lambiente.
Il legno consunto ricordava la loro pelle raggrinzita, dove sul viso formava solchi profondi a ogni
cambio di espressione, in cui gli unici punti fermi erano le piccole biglie vitree degli occhi.
Si conoscevano tutti. Si somigliavano tutti. Se si provava a osservarli da una certa distanza,
difficilmente si riusciva a distinguerli luno dallaltro.
La sera, illuminati dalla flebile luce del liso lampadario, sembravano una massa informe di ombre
senza nomenemmeno la luce del sole dava unimpressione positiva a quel luogo.
Quando Matteo la vide sorgere come un miraggio dalla desolata campagna, non credette subito ai
suoi occhi. Laria torbida e stagnante soffocava il paesaggio e gli annebbiava la vista.
Percorse lentamente la tortuosa stradina, stando attento a non scivolare sui sassi, nonostante le
gambe reggessero a malapena il peso del suo corpo dopo la lunga camminata.
Aveva abbandonato la sua auto in panne sul ciglio della strada, a pi di venti chilometri di distanza,
senza che unanima viva si facesse avanti per aiutarlo.
Ora che finalmente sembrava aver trovato una presenza umana in quella landa deserta, non
poteva non raccogliere le residue forze, ignorando il caldo e la fatica che sentiva urlare da ogni
muscolo.
Poker! esclam uno dei vecchietti, lanciando le carte da gioco sul tavolo.
Un mormorio di disapprovazione si lev dagli altri clienti. Uno di loro afferr le carte ormai
sbiadite dal tempo e le mescol con calma.
A questo punto mi devi offrire un altro giro disse, la voce arrochita dalle innumerevoli sigarette
fumate nel corso degli anni.
Il vincitore tir fuori dal taschino della sua camicia un fazzoletto di seta e si asciug il collo umido,
annuendo con il suo sorriso ormai senza denti.
Fece un cenno con la mano alloste che arriv poco dopo con alcuni boccali di birra. Fu in quel
preciso istante che Matteo fece il suo ingresso nella taverna.
Persino il ronzio delle mosche sembr tutta un tratto cessare. I boccali immobili a mezzaria, le
teste voltate allimprovviso verso luscio.
Buongiorno! salut cortesemente Matteo.
Buongiorno. Rispose loste, tornando subito al suo posto dietro al bancone. Non cera cordialit
nella sua voce, ma solo un senso di fastidio nel vedere quellimprovviso e sgradito ospite.
Luomo strinse ancor pi forte lo stuzzicadenti nella bocca, parzialmente nascosto sotto i suoi baffi
castani e lo fiss con fare curioso.
Gli altri clienti continuarono a osservare la scena in un completo mutismo, chi a braccia conserte,
chi con lo sguardo infastidito di chi non apprezza affatto le interruzioni.
Matteo deglut in silenzio, percependo subito la tensione nellaria. Se fosse andato via di corsa,
avrebbe sicuramente indispettito ancor pi i presenti, cos decise di farsi coraggio e di rimanere.
Si guard lentamente attorno e poi si rivolse alloste: Mi servirebbe una mano, sarebbe cos
gentile da darmela? Sa per caso se c qualche meccanico da queste parti? Ho un problema con la
mia auto e
Non riusc a terminare la frase. Un brivido improvviso percorse la sua schiena, come se il sole
avesse smesso di illuminare il cielo da un momento allaltro.
Si gir istintivamente verso la piccola finestra e allung una mano per riscaldarsi, ma non percep
alcun calore.
Non fece neanche in tempo a voltarsi di nuovo verso i vecchietti che lo avevano gi tutti
circondato, le unghie lunghe e giallognole protese su di lui, le fauci aperte in un ghigno animale,
gemiti inarticolati provenienti direttamente dallInferno.
Matteo indietreggi terrorizzato, cacciando via quei mostri come meglio poteva, ma uno di loro gli
addent il braccio destro, strappandoglielo via di netto.
La vista del sangue vivo che fuoriusciva copioso dalla ferita anim eccit ancor pi i vecchietti,
rendendo le loro grida pi acute e i loro graffi pi profondi.
Urlando dal dolore, Matteo raggiunse finalmente la porta, ma le frange di cui era composta si
trasformarono in un intricato groviglio di fili che iniziarono lentamente ma inesorabilmente a
stritolarlo.
Uno schizzo di sangue colp la parete, colando gi lentamente.

VISTA DALLA LONTANA TORRE

Si risvegli dopo un lungo sonno. Fiss per un attimo la nebbia e gli ci volle pi di un minuto per
capire che si trattava solo di un sogno.
A poco a poco la sua vista si schiar e realizz di trovarsi in una stanza dospedale. Non avrebbe
saputo spiegare come si sentiva, da una parte dolorante come se gli fosse caduto addosso tutto il
peso del mondo, dallaltra felice di trovarsi l, sopravvissuto a quel terribile incubo.
Non riusciva a focalizzare n la realt, n il sognoma era poi cos tanto sicuro che si fosse trattato
di un sogno? Gli era capitato in passato di avere dei sogni talmente strani da dubitare che fossero
davvero frutto della sua immaginazione.
Si guard le mani; solo in quel momento si accorse di trovarsi seduto sul letto.
Da quanto tempo si trovava in quella posizione? Non lo sapeva. Si alz di scatto. Un forte capogiro
lo fece ricadere sul letto.
Era solo, chiuso in una stanza buia. Si sentiva soffocare, cercava disperatamente con il tatto uno
spiraglio di luce e di aria, ma era come afferrare un oggetto senza forma.
Quanto era durato? Forse un minuto? Forse unora? Forse addirittura unintera vita? Non seppe
dirlo.
Si sent un po strano quando cerc di portarsi una mano alla testa; stranamente si sentiva leggera
come una piuma.
Prov uno strano senso di nausea ricordandosi ancora di quel terribile incubo in cui vagava senza
met. Questi pensieri si allontanarono solo nel momento in cui vide entrare un dottore, o almeno
quello che gli sembr a prima vista un dottore.
Vedendo davanti a s unaltra persona recuper in parte la tranquillit.
Salve, signor
Si accorse di non capire bene il significato delle parole pronunciate da quelluomo, dette in una
lingua e in un accento per lui incomprensibili.
Come possibile che mi ritrovi qui, senza ricordare nulla? pens tra s Che cosa mi
successo?
Cominci seriamente a dubitare che quello da lui vissuto poco tempo prima fosse stato davvero un
incubo.
Devo aver avuto un incidente disse tra s o peggioe devo anche aver perso la memoria,
perch non ricordo pi nemmeno il mio nome
Quando si sent in grado di parlare, chiese al medico:
Dove mi trovo?
Lei stato vittima di un grave incidente, signore
I ricordi cominciarono ad affiorare alla sua mente. Lultimo frammento di ricordo, limpatto contro
il metallo e una sensazione di soffocamento fin quando non era sopraggiunto il buio assoluto.
Su quale pianeta mi trovo, ora? chiese, interrompendo il profluvio del medico.
Luomo sembr a disagiodopo aver esitato per pochi istanti, rispose:
Lei appena tornato sul pianeta Terra
A quel punto ricord tutto, o quasigli ritorn alla mente il suo nome, il suo incarico, il momento
in cui si era cacciato nei guai, anche se non ricordava il perch.
Gli sorse spontanea una domanda: Come faceva a trovarsi sulla Terra? Doveva essere
sicuramente impazzito, fu quello il suo primo pensiero quando si ferm davanti a unimmensa
vetrata, una visione che lo lasci senza fiato.
Non si chiese come mai nessuno avesse provato a fermarlo, ma piuttosto se quello che stava
vedendo non fosse il vero e tanto temuto incubo.
Sent dei passi dietro di lui, ma stranamente non se ne interess. Si sent quasi cadere nel vuoto.
La visione della Terra, distesa sotto di lui come uninterminabile vallata azzurra e bianca gli tolse
letteralmente il fiato e il poco senso dellequilibrio che gli era rimasto.
James
Intervenne il dottore. Luomo non si mosse.
James prosegu il medico ho cercato di dirglielo con il maggior tatto possibile, ma purtroppo
lei deceduto durante la sua missione
Luomo non fece alcun cenno.
E stato recuperato per puro caso, oserei quasi dire per miracolo, nello spazioe ora stato
riportato in vita
Luomo volse il capo e lo guard fisso negli occhi. Prevedendo quella che sarebbe stata la
domanda successiva, il medio prosegu:
Siamo allinizio del quarto millennio, precisamente nel 3006
Le credo Rispose luomo. Poi tutto rote attorno a lui, si sent cadere nel vuoto infinito e non
vide pi nulla.

Potrebbero piacerti anche