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Trasparenza e correttezza.
Il PAT è uno strumento che fonda la sua forza sulla base dati espressa dalla concertazione tra
l’amministrazione comunale e gli enti pubblici territoriali, le associazioni economiche e sociali
portatrici di interessi sul territorio. Bisogna però capire che una volta approvato, il PAT è
estremamente pervasivo, per cui non si può accettare che sia solo formalmente corretto. Con gli
stessi dati di partenza, infatti, si possono ottenere risultati antitetici, a seconda di come vengono
valutati.
Nel caso specifico, non sono chiari gli obiettivi del Piano Complesso N. 4 (Città dei ragazzi a
Vigonza). Infatti non è chiaro
cosa si voglia costruire,
l’entità della cubatura,
il tipo di utenza cui è indirizzata (comunale o sovra-comunale) e
l’aggravio che questa struttura provocherà sulla viabilità locale.
Stessa grave imprecisione si ritrova nel Progetto Speciale Porta Venezia, dove le linee di
espansione dell’area residenziale sono senza confini.
E’ evidente che in tali circostanze un qualsiasi Piano Urbanistico Attuativo (PUA) ha mano
libera, perché il PAT è soggetto a molteplici interpretazioni. E’ necessario che il PAT di
Vigonza sia estremamente trasparente ed esplicito, se si vuole che la legge non venga applicata
impropriamente.
Viabilità
I cittadini chiedono soprattutto
di potersi muovere in sicurezza a piedi o in bicicletta,
di riuscire a spostarsi con una certa velocità,
di non rimanere incastrati nel traffico,
di vivere a lato di strade tranquille e
di non subire l’inquinamento da rumore e da smog.
Rispondere a tutte queste richieste non è facile perché sono a volte in antitesi tra di loro, ma se si
ragiona a livello complessivo, si può puntare a tutti questi obiettivi e raggiungerli a breve, medio e
lungo termine.
In questo PAT, però, non c’è un progetto complessivo per le piste ciclabili.
Dei marciapiedi, poi, non si fa minimamente menzione, quasi che lungo le statali, le regionali e le
provinciali non dimorasse nessuno e che tutte le persone ivi residenti fossero auto- munite e in
possesso di patente.
Ad accrescere lo sconcerto è il nuovo asse trasversale che va da via Venezia a via Roma. Parte del
traffico di queste due strade regionali verrà spostato su aree censite come “zone 30”, cioè con limite
di velocità di 30 km/h, e correrà a ridosso di asili e di istituti scolastici elementari e medie.
Il PAT, pertanto, anche in questo caso disattende le aspettative proprio perché non solo non si
cura dei cittadini in stato di disagio, ma opera affinché aumenti il numero di coloro che
soffrono per gli inconvenienti provocati dal traffico.
Servizi
I servizi previsti da questo PAT sono per un verso significativi, per l’altro non completamente
riusciti.
Il tema del trasporto urbano per esempio non è stato risolto, anche se presenta dei punti di
eccellenza. Il risultato appare ottimo sul confine sud di Vigonza dove si trovano le stazioni dell’alta
velocità ferroviaria e la linea SIR2 del tram, ma rimane incredibilmente stagnante in tutto il resto
del territorio. Ancora una volta si riesce a giustificare il mancato arrivo dell’autobus a
Vigonza, quasi unico paese della cintura urbana a non avere un collegamento diretto con la città di
Padova. Lo stesso SIR2 arriva a un metro dal confine in un angolo di Vigonza non facilmente
accessibile.
Andando poi ad analizzare i piani complessi N.2 (scuola materna e impianti sportivi a Pionca),
N.3 (poli scolastico e sportivo a Peraga) e N.4 (Città dei ragazzi a Vigonza) si nota come
contengano delle aree a servizi di notevole valore sociale. In mancanza di mezzi pubblici, però,
se questi servizi dovessero diventare di interesse sovra-comunale, potrebbero costituire un
vero problema per la popolazione residente, per la quantità eccessiva di traffico che
attirerebbero.
Il piano complesso N.1 (Piazza di Vigonza) ha caratteristiche che si distaccano fortemente dagli
altri. Trent’anni di speculazioni hanno scaricato sull’area una quantità immane di cubatura che il
Contratto di Quartiere 2° ha organizzato, ma non ha potuto spostare per mancanza di leggi. La
decisione di innalzare ulteriormente gli edifici (senza per altro indicare di quanto) darà spazio
alla piazza ma andrà contro il sentire di chi abita in prossimità e snaturerà quel carattere di
paese che ancora la zona mantiene.
Aree Residenziali
Uno dei problemi del panorama veneto è l’anarchia urbanistica e Vigonza non si distacca da questo
modello. E’ un esempio
di diffusione insediativa con le sue 7 frazioni (San Vito, Perarolo, Busa, Peraga, Vigonza,
Pionca, Codiverno) che continuano a crescere e
di dispersione insediativa con la frammentazione esasperata di un abitato che si è sviluppato
attorno ad idee personalistiche assolutamente slegate da un piano di sviluppo complessivo.
La legge 11 è nata non solo per fermare questa dissoluzione della forma urbana, ma anche per
avviare un’inversione di marcia.
Questo PAT aspira ad un miglioramento della qualità del vivere e dell’abitare, inteso come
aumento dei servizi. Ma questo non è sufficiente. E’ necessario anche che i servizi arrivino a
tutti, con costi più bassi e senza necessità di forti spostamenti su gomma.
Aree Produttive
Le problematiche legate alle aree produttive vigontine sono state oggetto di negoziazione nel Piano
di Assetto Territoriale Intercomunale (PATI) dell’area metropolitana di Padova. Per quanto non
ancora approvato, i suoi risultati sono inglobati nel PAT di Vigonza.
Al di là di tutti gli aspetti positivi che porta con sé, in fatto di eco-compatibilità e limitazione
all’espansione dei manufatti, è certo che le scelte operate nel territorio vigontino non saranno
motivo di rilancio per il paese.
Per Vigonza questo PATI appare come un’occasione mancata.
Si continuano, infatti, ad espandere le aree Produttive senza connotarle e non si riconverte la Fascia
del Brenta a una funzione più consona all’eco-sistema che individua.
Non si pensa ancora di demolire i manufatti fatiscenti privi di interesse architettonico e storico per
ripristinare l’originario ambiente agreste