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della Provincia di Napoli

Carissime democratiche e carissimi democratici,


il presente documento stato elaborato dalla Segreteria provinciale
del Partito Democratico di Napoli come base di discussione in vista
della conferenza programmatica che intendiamo svolgere nella prima
met del mese di settembre.
Si tratta di una sintesi degli elaborati sin qui prodotti dalla Segrete
ria provinciale dall!atto del suo insediamento.
Pertanto, il documento volutamente " non pretende di esaurire
in questa sede tutte le possibili tematiche e di affrontare tutte le que
stioni di cui il nostro Partito chiamato quotidianamente ad occuparsi
ai vari livelli istituzionali e politici.
#l contrario, esso, in coincidenza con la fase di avvio della neo "
istituita citt metropolitana si pone come base di discussione sia rispet
to alle problematiche relative all!assetto istituzionale che il nuovo ente
assumere che rispetto alle funzioni e alle competenze che esso dovr
esercitare.
$n quest!ottica, e nel far seguito agli incontri tenutisi presso la fe
derazione provinciale fin da mese di dicembre %&'(, la Segreteria ha
ritenuto opportuno inoltrare il presente documento a tutti voi, per solle
citare ogni utile apporto rispetto a quanto in esso contenuto e, nello
stesso tempo, per fare in modo che il dibattito in seno alla conferenza
programmatica sia ampio, articolato e proficuo.
)radiremmo, perci*, che ogni proposta che riterrete di elaborare
venga inviata a mezzo email all!indirizzo segreteria+pdnapoli.it, speci
ficando nell!oggetto la dicitura Proposta per la conferenza program-
matica.
Napoli, agosto 2014
Il Segretario Provinciale
Venanzio Carpentieri
LaCitt
Metropolitana
Listituzione delle Citt metropolita
ne risponde ad un duplice ordine di
esigenze, a- superare la discrasia tra
organizzazione amministrativa ed
estensione di fatto della citt. b-
predisporre strumenti di governo
adeguati all/amministrazione di real
t territoriali particolarmente com
plesse, quali quelle metropolitane. #
tal fine, i metodi di rilevazione di
concentrazioni urbanistiche so
vracomunali possono essere due, il
sistema locale del lavoro 0S11-, ela
borato ed utilizzato dall/$S2#2 al fine
di delimitare un insieme di comuni
interdipendenti tra loro e con il co
mune 3centroide4, e la regione ur
bana funzionale 0cosiddetta 567,
acronimo di functional urban re-
gion-, che contrassegna aree territo
riali pi8 ampie di quelle rilevate nel
S11, ma comunque connesse da vin
coli di interdipendenza legati alla
mobilit ed alle relazioni produttive.
# favorire lo sviluppo della Citt me
tropolitana , inoltre, il percorso nor
mativo che ha permesso di giungere
all/istituzione della stessa. Dalle ela
borazioni accademiche e scientifi
che degli anni 9:& in materia, alla
legge n.';% del '<<&, che agli artt.
'= e ': prevede, per la prima volta,
l/istituto della Citt metropolitana
stabilendone procedimento costitu
tivo e regole organizzative, successi
vamente incorporata nel 2.u.e.l,
d.lgs. n. %>= del %&&&. 5unzionali a
tale inquadramento, i passaggi suc
cessivi alla riforma del 2itolo ? della
Costituzione e gli interventi attuati
prima dalla cd. 1egge 1a 1oggia del
%&&( ed in via transitoria dalla legge
sul federalismo fiscale del %&&<, che
portano alla diretta istituzione della
Citt metropolitana a partire dagli
interventi legislativi del %&'% e alla re
cente legge = aprile %&';, n. @> 0cd.
1egge Delrio-.
Le opzioni proposte dalla Segreteria
provinciale del PD di Napoli in meri-
to allassetto istit!zionale della na-
scente citt" metropolitana#
1a Segreteria provinciale del PD di
Napoli, sin dal suo insediamento, av
venuto a dicembre %&'(, ha seguito
l!iter parlamentare che ha portato
all!approvazione della 1. @>A%&';.
Proprio nel momento del passaggio
del disegno di legge dalla Camera
al Senato, la Segreteria provinciale,
all!esito di un confronto con i propri
amministratori locali, aveva avuto
modo di segnalare al Binistro Coschi
e al )ruppo del PD in Senato alcuni
elementi 3problematici4 allora con
tenuti nel testo licenziato dalla Ca
mera dei Deputati e di proporre del
le soluzioni emendative.
$n particolare, $l principale motivo di
dissenso allora emerso concerneva
la scelta di far coincidere di diritto il
sindaco metropolitano con il sinda
1
co del comune capoluogo. 6n se
condo aspetto critico concerneva
la prevista possibilit che un terzo
dei comuni ricompresi nel territorio
della citt metropolitana ovvero un
numero di comuni rappresentativi di
almeno un terzo della popolazione
della provincia, comunque tra loro
confinanti, deliberassero, con atto
adottato dal rispettivo consiglio co
munale a maggioranza assoluta dei
componenti, la volont di non aderi
re alla rispettiva citt metropolitana
e di voler continuare a far parte del
la provincia omonima.
Si trattava di una previsione poten
zialmente assai pericolosa, in quanto
avrebbe aperto la strada alla nasci
ta di una citt metropolitana mon
ca, coesistente, nello stesso territorio,
con una provincia ormai svuotata di
competenze e funzioni per effetto
delle norme contenute nello stesso
ddl e destinata alla definitiva sop
pressione per effetto del disegno di
legge costituzionale approvato in
prima lettura dal Senato l!: agosto
scorso.
Nel periodo considerato, il locale
centrodestra aveva in proposito av
viato una penetrante iniziativa politi
ca per rendere concreta la non
adesione di molti comuni della pro
vincia, motivata proprio dalla man
cata adozione dell!elezione diretta e
dal fatto che i sindaci dei comuni al
di sotto dei @.&&& abitanti non sareb
bero entrati a far parte dell!eligendo
consiglio metropolitano.
5ortunatamente, nel testo approva
to in via definitiva dal Parlamento
tali criticit risultano quasi del tutto
superate.
# ben vedere, tra quelli appena
menzionati, l!unico tema ancora
aperto riguarda proprio l!eventualit
che il sindaco metropolitano venga
eletto direttamente dai cittadini.
1!idea che si sta facendo strada nel
le nostre discussioni " e che rappre
senta la proposta della Segreteria
provinciale " nel senso che il redi
gendo statuto preveda per gli orga
ni di governo della nascente citt
metropolitana l!elezione diretta, al
fine di dotare gli stessi di piena legit
timazione popolare.
Ci* in quanto il profilo che riteniamo
di dover conferire al nuovo ente non
quello di un ente di mero coordi
namento, quanto, piuttosto, di un
soggetto dalle competenze forti e
penetranti, in grado di interloquire
con autorevolezza nei riguardi dei li
velli istituzionali regionali, nazionali e
comunitari.
Sostenere l!opzione dell!elezione di
retta significa " e di ci* siamo consa
pevoli " condividere anche i presup
posti che a tale soluzione fanno da
cornice.
In primis, perchD si possa dar luogo
all!elezione diretta, occorre una spe
cifica legge elettorale approvata
dal Parlamento. 1a nostra idea
che si possa partire dal precedente
sistema utilizzato per le elezioni pro
vinciali, opportunamente adattato
alla fattispecie, a partire dal numero
dei consiglieri da eleggere.
Su questo specifico fronte, riteniamo
sin d!ora di richiamare l!attenzione
dei nostri rappresentanti in Parla
mento, invitandoli ad assumere una
specifica iniziativa in tal senso.
2
$n secondo luogo, occorre che lo
statuto della citt metropolitana
preveda la costituzione di zone
omogenee, per specifiche funzioni
e tenendo conto delle specificit
territoriali.
2ale eventualit, ad avviso della se
greteria, rappresenta nell!immediato
un efficace 3antidoto4 al rischio 0pa
ventato da alcuni- di un nuovo na
policentrismo a detrimento delle di
verse realt locali. $n prospettiva, un
siffatto assetto istituzionale, in uno
con la valorizzazione dello strumento
dell!unione di comuni 0anch!esso ri
formato dalla legge Delrio-, pu* es
sere prodromico a fusioni degli enti
di minori dimensioni.
$nfine, necessario che il comune
capoluogo abbia realizzato la ripar
tizione del proprio territorio in zone
dotate di autonomia amministrativa.
2ale ultimo requisito ha come conse
guenza immediata, a nostro avviso,
un profondo ripensamento delle at
tuali Bunicipalit, che, a distanza di
quasi dieci anni dalla loro istituzione,
mostrano in pieno l!esigenza di esse
re radicalmente riformate.
1!ipotesi di lavoro da cui la Segrete
ria provinciale ritiene si possa partire
si fonda sull!accorpamento degli at
tuali dieci organismi di decentra
mento in cinque o sei Bunicipi con
una popolazione media di circa
centocinquanta duecentomila abi
tanti.
Ne deriverebbe, per conseguenza
quasi automatica, una riconfigura
zione del ruolo dello stesso capoluo
go, destinato, secondo analoghi
modelli esistenti a livello europeo, a
coincidere con la citt metropolita
na. $n altri termini, si darebbe vita
alla nuova 3)rande Napoli4.
1a prospettiva che si delinea, dun
que, quella di un processo di ridefi
nizione degli assetti istituzionali " indi
viduali e collettivi articolato per
fasi, a conclusione del quale tutti gli
enti in esso coinvolti sono chiamati a
ripensare profondamente il loro
modo di essere e di operare.
6n processo " giova evidenziarlo sin
d!ora " al quale non pu* dirsi estra
nea la stessa 7egione, chiamata or
mai ad abbandonare ogni residua
competenza di ordine gestionale e
a configurarsi senza pi8 ambiguit
come ente con esclusive funzioni di
programmazione generale e di legi
slazione.
Le linee direttrici dei progetti di rifor
ma degli anni pi8 recenti dispongo
no, in linea generale, il superamento
della rigida ripartizione legislativa
per materie in favore di una pi8 mo
derna e flessibile ripartizione anche
per funzioni ispirata ad un 3regionali
smo cooperativo4. Da un approfon
dimento circa l/estensione della
competenza normativa statale
emergono, pertanto, da un lato,
nuove ipotesi di sussidiariet vertica
le per esigenze di unit giuridica o
economica della 7epubblica,
dall/altro, la costituzionalizzazione
della compartecipazione degli enti
territoriali al gettito di tributi erariali ri
feribile al loro territorio e il conse
guente integrale finanziamento del
le funzioni pubbliche loro attribuite.
Con riferimento ai poteri regolamen
tari, invece, viene specificato che la
potest regolamentare spetta allo
3
Stato o alla 7egione in relazione
all/esercizio delle rispettive compe
tenze legislative e che a Comuni e
Citt metropolitane riconosciuta
una potest regolamentare in ordi
ne alla disciplina dell/organizzazione
e dello svolgimento delle funzioni
loro attribuite, nel rispetto per* della
legge statale o regionale compe
tente. $l passaggio successivo co
stituito, come detto, dall/approva
zione della legge Delrio e dagli
obiettivi di efficacia, efficienza e
produttivit per l/economia e la vita
sociale che la stessa intende perse
guire attraverso l/istituzione della Cit
t metropolitana, nonchD dalle suc
cessive modifiche ad essa apporta
te dal nuovo decreto legge n. <& del
%&';.
La devoluzione di funzioni e com
petenze alla Citt metropolitana ri
calca il segno autonomistico della
3vecchia4 legge sul federalismo fi
scale, anche se tali poteri vanno letti
pure in un/ottica di risparmio della
spesa pubblica e di ottimizzazione
delle risorse ad uso degli enti locali.
1a fonte della legge fissa, perci*, i
tratti principali dell/ordinamento or
ganizzativo e funzionale della Citt
metropolitana, ma riserva vastissimo
spazio all/autonomia statutaria e re
golamentare. #l fine di rendere ef
fettiva l/operativit delle Citt me
tropolitane, inoltre, il legislatore non
manca di disciplinare le nuove pro
cedure elettorali, ad essa inerenti,
0Circolare del Binistero dell/$nterno
n. (% dell!'A=A%&';-, prevedendo ele
zioni di secondo grado, nonchD la
possibilit per lo Statuto di disporre
l/elezione diretta del Sindaco e del
Consiglio metropolitano. 1a legge
non , per*, altrettanto puntuale nel
definire la 3forma di governo4 della
Citt metropolitana, tanto vero
che non stabilisce l/ampiezza dello
spazio riservato allo Statuto comuna
le nella definizione delle attribuzioni
degli organi, e manca la previsione
di un organo di governo sul modello
della giunta dei comuni, organo a
competenza generale residuale.
Chiaro e puntuale , invece, il detta
to dell/art. >, co. ' della legge Delrio
che prevede che i confini fisici della
Citt metropolitana vanno a coinci
dere con quelli della vecchia Provin
cia e che fatta salva la procedura
eE art.'(( Cost., con la quale, me
diante intesa, altri Comuni possono
aggregarsi al territorio della Citt
metropolitana secondo i meccani
smi disegnati dalla Carta Costituzio
nale e dalla legge. 1a parziale so
vrapponibilit tra la 3vecchia4 Pro
vincia e la Citt metropolitana
emerge anche dall/analisi delle fun
zioni fondamentali attribuite a
quest/ultima ed in parte ereditate
dalla Provincia stessa, cui vanno ad
aggiungersi quelle specifiche della
Citt metropolitana, la cui definizio
ne viene riservata allo strumento del
lo Statuto, nonchD quelle conferite
da fonti legislative statali e dalle 7e
gioni. 7ileva, in particolare, la funzio
ne fondamentale di promozione e
coordinamento dello sviluppo eco
nomico e sociale come funzione di
governo dell/area secondo un mo
dello ad autonomia differenziata.
4
$l dibattito dei prossimi mesi, dunque,
dovr puntare ad analizzare le nuo
ve procedure elettorali. le proble
matiche dello statuto. le competen
ze normative e quelle amministrative
con particolare attenzione ai singoli
ambiti di competenze. Si tenter di
individuare una modalit di gestione
dell/area vasta, funzionale ad un ra
dicale auspicato cambiamento.
Si formuleranno, nella presente
sede, alcune proposte sul piano del
metodo e su quello dei contenuti.
Specifici focus si apriranno, a partire
da ora e nei mesi a venire, su porto
e logistica, cura del ferro, centro sto
rico grandi progetti, Napoli est, Ca
gnoli, periferie, area flegrea, area
costiera, area nord, area nolana.
Pare opportuno ricordare in questa
sede il recentissimo intervento del
)overno centrale che con il cd. De
creto 3Sblocca $talia4 0illustrato il 'F
#gosto %&';- intende attuare un va
sto programma di innovazione, fi
nanziamento e soprattutto semplifi
cazione, al fine di innovare le risorse
del Paese, creare posti di lavoro e
snellire le procedure burocratiche.
$l Decreto si occupa di molteplici
questioni rilevanti per gli enti locali e,
in prospettiva, anche per la nascen
te citt metropolitana. $n particola
re, esso detta disposizioni in materia
di,
'. Cantieri, )randi opere ferme e
gi finanziate sbloccabili con sem
plificazioni. attiva risorse per (& mld
di euro 0@=G da risorse private pari
a '= miliardi-.
%. Comuni, Piccoli comuni, %mila
interventi per un valore complessi
vo di '(&&milioni 0come prima fase-
(. #utostrade , $nvestimenti ag
giuntivi per oltre '& miliardi e conte
nimento dei pedaggi autostradali.
Banutenzione di strade e ferrovie,
interventi per la messa in sicurezza
pari a 'miliardo per un totale di
'%mila posti di lavoro.
;. 7eti, Canda larga e ultralarga,
facilitazioni e semplificazioni per la
posa in opera di reti e misure di
agevolazione fiscale per interventi
infrastrutturali da parte dei privati
nelle aree cosiddette 3bianche4
0fuori mercato-.
@. Porti .
>. Dissesto, Hpere antidissesto
idrogeologico, @=& cantieri per un
valore di >@& milioni di euro. Hpere
idriche 0depuratori, reti e collettori
fognari- dalla Campania alla Sicilia,
entro il %&'; verranno aperti '&;
cantieri per un valore di ;:& milioni
di euro.
=. Societ pubbliche , riduzione
e aggregazione, affidamenti dei
servizi nel rispetto delle norme 6I e
introduzione di poteri sostitutivi in
caso di inerzia.
:. Curocrazia, > miliardi di euro
il valore degli interventi su finanza
di progetto, defiscalizzazione, ban
cabilit dei progetti, contratti di
partenariato pubblicoprivato. 7i
forma del codice dei contratti pub
blici attraverso delega legislativa.
Potenziamento operativit di Cassa
depositi e prestiti a supporto
dell/economia. Semplificazione
delle procedure e responsabilit
per l/utilizzo delle risorse europee
5
0''& miliardi in sette anni %&';
%&%&-.
<. Idilizia, ICHCHN6S, vengono
stabilizzati gli incentivi fiscali per gli
interventi di efficientamento ener
getico e adeguamento antisismico.
Nuove misure per dare certezza sui
tempi di esecuzione degli interventi
edilizi. Sgravi fiscali per gli investi
menti in abitazioni in locazione.
#gevolazioni fiscali per le permute
immobiliari che prevedono l/acqui
sto di immobili ad alto rendimento
energetico.
'&. IEport, Piano straordinario per
l/internazionalizzazione delle impre
se e l/attrazione di investimenti
esteri in $talia attraverso,potenzia
mento grandi eventi, voucher tem-
porary export manager, piattafor
ma ecommerce per le PB$, valo
rizzazione del settore agroalimenta
re in vista di IEpo %&'@.
''. Cagnoli, Nuovo modello di
governance territoriale per le aree
di crisi industriale per attrarre inve
stimenti e per gli interventi di bonifi
ca e valorizzazione ambientale.
Nuovo iter semplificato per la ces
sione di immobili del demanio at
traverso percorsi concertati con i
comuni.
'%. Inergia, Per sviluppare le risor
se geotermiche, petrolifere e di gas
naturale il progetto prevede investi
menti privati nazionali e internazio
nali per oltre '= miliardi di euro, con
un effetto sull/occupazione di
'&&mila unit e un risparmio in bol
letta energetica per %&& miliardi in
%& anni.
Urbanistica
L a riflessione in questo ambito te
matico si concentra sullo sviluppo
strategico del territorio e delle infra
strutture, cui deve mirare la politica
urbanistica perequativa e com
pensativa. 1o sviluppo della Citt
metropolitana, infatti, diviene, in tal
senso, strategico in un/ottica di fun
zionalizzazione della struttura citta
dina e degli agglomerati urbani. 1a
perequazione, in particolare, tende
ad ottenere due effetti concomi
tanti e speculari, la giustizia distribu
tiva nei confronti dei proprietari dei
suoli chiamati ad usi urbani. la for
mazione, senza espropri e spese, di
un patrimonio pubblico di aree a
servizio della collettivit. Si parla in
tal caso di compensazione, perchD
si prevede la possibilit, in presenza
di vincoli preordinati all/esproprio,
di corrispondere, in luogo
dell/indennit di esproprio, diritti
edificatori da trasferire ed impiega
re su altra area, nella disponibilit
del proprietario o di terzi. Compen
sazione, ed addirittura permuta,
quindi, quali strumenti in attuazione
dei principi di efficacia, efficienza
ed equit, garanzia di 3indifferenza
delle posizioni proprietarie dei
suoli4. Si tratta di strumenti conformi
alla previsione normativa che attri
buisce alla Citt metropolitana
compiti di adozione e aggiorna
mento annuale di un piano strate
gico triennale del territorio metro
politano, di pianificazione territoria
6
le generale, di strutturazione di si
stemi coordinati di gestione dei ser
vizi pubblici, di organizzazione dei
servizi pubblici di interesse generale
di ambito metropolitano, di mobili
t e viabilit, anche se prevede, al
contempo, che la stessa debba
operare 3senza oneri aggiuntivi di
spesa4.
La legge avrebbe, forse, dovuto
ragionare su di un modello di attri
buzione delle competenze 3a geo
metria variabile4, considerando
che le istituende Citt Betropolita
ne si confronteranno con sfide e,
soprattutto, con problemi sedimen
tati nel corso del tempo, molto dif
ferenti e che richiederebbero ricet
te d/intervento 3su misura4. $n ma
teria di sviluppo del territorio, inve
ce, dall/esigenza di conformarsi
alla spending review e dalle previ
sioni rinvenibili anche nel d.l. 31upi4,
emerge, come imprescindibile, la
partecipazione dei privati, da valu
tare anche in fase di pianificazione
territoriale di area vasta, sia di ca
rattere programmatorio che di ca
rattere operativo, data la necessi
t, per il futuro, che la stessa sia at
tuata in base 3ai principi di concor
renza, partecipazione, flessibilit,
leale collaborazione con il privato
e con le altre amministrazioni, sem
plificazione dei procedimenti e ri
spetto dei tempi, tutela del legitti
mo affidamento4. $l d.l. 1upi divie
ne, quindi, la necessaria chiave di
lettura di tale fondamentale per
corso finalizzato al raggiungimento
di obiettivi di efficacia urbanistica,
equit nel trattamento e semplifi
cazione.
1a legge statale, quindi, ritorna ad
essere centrale in materia di territo
rio, dato il nuovo riparto di compe
tenze previsto dalla recente riforma
del 2itolo ? della Costituzione. Con
finalit di uniformit del territorio
nazionale, infatti, si prediligono mo
delli unici a carattere nazionale.
1/attuazione di tali politiche di go
verno del territorio avverr pertanto
attraverso la Direttiva Juadro 2erri
toriale 0DJ2- che definisce gli
obiettivi strategici di programma
zione e gli indirizzi di coordinamen
to, della durata di cinque anni, con
aggiornamento triennale. 1e 7egio
ni, invece, dovranno calibrare i pro
pri strumenti alle previsioni statali.
#lle Province e alle Citt metropoli
tane, sar assegnata la pianifica
zione territoriale di area vasta,
mentre ai Comuni spetteranno due
livelli di pianificazione, programma
torio e operativo.
Appare, perci*, necessario an
che proporre l/attuazione di un pia
no strategico per l/#rea metropoli
tana, all/interno del quale rendere
possibile lo sviluppo dello stesso an
che a livello comunale. Sembra, in
fatti, utile ricordare che, soprattutto
in vista dell/istituzione della Citt
metropolitana, le amministrazioni,
sulla base dei principi e delle nor
me che disciplinano l/azione ammi
nistrativa, hanno l/obbligo di leale
cooperazione.
7
Si ritiene, perci*, opportuno sup
portare l/attuazione delle compe
tenze della Citt metropolitana nel
la materia urbanistica al fine di at
tuare proprio i due livelli di pianifi
cazione, programmatorio ed ope
rativo, in linea con gli istituti della
perequazione e della compensa
zione, nonchD del risparmio di suo
lo, ecc.. promuovere incontri con
gli amministratori locali, i parlamen
tari e i Circoli, al fine di contribuire,
nell/ottica della Citt metropolita
na e delle competenze della stessa
in materia urbanistica, agli obiettivi
di efficacia, di equit di trattamen
to e di semplificazione. nonchD isti
tuire tavoli di concertazione tra le
amministrazioni locali, cosK da defi
nire modalit di intervento comuni.
Edilizia
e
Semplificazione
Si intende, nel settore in esame,
approfondire l/idea di semplifica
zione finalizzata in concreto alla
creazione di un/amministrazione
competitiva, ove le norme del sin
golo settore 0auspicabilmente ri
dotte e sistematicizzate- possano
trovare immediata uniforme appli
cazione su tutto il territorio naziona
le, con l/ausilio di strumenti e cate
gorie propri del diritto e con un si
gnificativo supporto da parte
dell/informatica. Da ultimo, il recen
te decreto legge n. <&A%&';, all!art.
%;, ha previsto per qualsiasi istanza,
procedimento, ecc, modelli unici
nazionali e per quanto riguarda la
materia dell/edilizia, risultano gi
pubblicati i modelli per la SC$# e
per il premesso di costruire, definiti
di intesa tra )overno e Conferenza
unificata. Imerge, pertanto, la ne
cessit di un apporto nella fase di
completamento di tutti i modelli,
nonchD nella informatizzazione de
gli stessi e nella piena realizzazione
di un modello procedimentale per
gli uffici, con finalit di semplifica
zione, dematerializzazione e diffu
sione di metodologie proprie della
open innovation.
In ambito procedimentale, invece,
la semplificazione induce a preve
dere modelli di istanze, da fornire ai
richiedenti il singolo provvedimen
to, che diano luogo a risposte uni
voche, cosK da anticipare al mo
mento della progettazione l/eserci
zio della discrezionalit tecnica per
singolo procedimento e per tipolo
gie analoghe. Naturale completa
mento del sistema, , inoltre, la de
finizione di modalit per la presen
tazione delle pratiche direttamente
online attraverso l/utilizzo della po
sta certificata da parte del cittadi
no eAo dei tecnici dagli stessi incari
cati, nonchD l/attivazione dei mec
canismi di controllo, anche a cam
pione per tutti i procedimenti che
involgano autodichiarazioni ed
autocertificazioni.
1a semplificazione, infatti, passa
anche per la creazione di modelli,
8
anche informatizzati, di applicazio
ne delle norme statali, da comple
tare poi, con riferimento alle mate
rie di legislazione concorrente, con
quelli di applicazione delle norme
regionali, ovvero, per le materie di
competenza esclusiva con modelli
locali generali.
Si ritiene, perci*, di supportare i
processi di semplificazione, anche
dialogando con amministratori lo
cali, responsabili sul territorio e par
lamentari, al fine di formare ed at
tuare modelli di semplificazione de
gli sportelli unici dell/edilizia, sulla
base di moduli aperti, suscettibili di
adattamenti in continuit, anche
per effetto di nuove norme. Si pro
pone, a tal fine, di supportare il la
voro ricognitivo dello Stato in tema
di legislazione edilizia, nonchD di
quella vincolistica della 7egione
Campania, al fine di individuare in
terpretazioni uniformi su tutto il terri
torio regionale e metropolitano in
particolare, evidenziando le critici
t su cui necessario promuovere
attivit. promuovere incontri con gli
amministratori locali, i parlamentari
e i Circoli al fine di implementare
procedure semplificate e opportu
namente informatizzate e rendere
uniformi le modalit operative degli
sportelli unici dell/edilizia 0e, per
quanto qui interessa, degli sportelli
unici delle attivit produttive-. isti
tuire tavoli di concertazione tra le
amministrazioni, locali e statali, al
fine di definire procedure per la de
finizione di pratiche edilizie, specie
per quelle per le quali sia necessa
ria l/espressione di pareri delle au
torit preposte alla tutela.
Trasporti
e Infrastrttre
nell!Area
Metropolitana
LIuropa da anni sostiene politi
che di azione sulla mobilit urbana
sostenibile delle grandi citt. Juin
di, in questa scia, l/$talia dovr dare
priorit al trasporto pubblico locale
02P1-. L urgente, dunque, una rivo
luzione nella mobilit e prima an
cora nella cultura dei cittadini. 6n
fiume sterminato di macchine ci sta
letteralmente sommergendo. 1e
conseguenze sono gravi e note da
tempo, stress, danno economico
complessivo e congestione, inqui
namento atmosferico nonchD acu
stico.
L giunto il momento di intervenire in
maniera efficace affinchD questa
allarmante realt sia domata e ri
condotta a dimensioni accettabili.
$l Comune di Napoli negli ultimi anni
ha messo in campo qualche tenta
tivo risolutivo, ma con misure ineffi
cace e in parte non condivisibili
nell!approccio, caratterizzato in lar
ga misura da un fattore, il divieto. Si
pensi alle cosiddette M21, queste, in
alcuni casi, si sono rivelate giuste
ed apprezzate, ma in altri, dove
hanno riguardato arterie centrali,
9
hanno causato la paralisi delle stra
de adiacenti. Hccorrerebbe fare
minore ricorso ai divieti e puntare
invece al concetto di disincentivo.
Il Trasporto P!$$lico locale
Criticit e prospettive dellattale
sistema del trasporto pbblico"
1a situazione del trasporto pubblico
a Napoli e in provincia risente di al
cune carenze endemiche dovute
tanto alla riduzione delle contribu
zioni degli Inti locali, quanto a ca
renze strutturali e organizzative
1a qualit di alcuni servizi nell/area
Betropolitana scarsa 0bassa ve
locit commerciale e ritardi.
Pesano, inoltre, sulla valutazione
complessiva del servizio, bus e vet
ture vecchie e sporche, inefficienti
sovrapposizioni di linee e indebita
mento delle aziende 0eE #nm, Ctp
ed Iav-.
$l progetto di fusione votato in Con
siglio Comunale con delibera n. (>
del %< luglio %&'( incomincia a per
dere efficacia per via di un piano
industriale non coerente con le
aspettative e le esigenze dell/uten
za.
Stato dellArte al #$%&
Non stata attuata la
trasformazione della neonata
holding napoletana dei trasporti
in #genzia della mobilit.
non si proceduto di
conseguenza al conferimento di
alcun bene patrimoniale
necessario all/esercizio 0reti,
stazioni, mezzi-.
non si ridotta l/evasione sui
mezzi di superficie.
non si riusciti ad avere aumenti
dei corrispettivi per
compensazioni pubbliche dalla
7egione.
non si partiti con la dismissione
di alcuni depositi con relativa
riduzione dei costi.
Per quanto attiene alle prime scel
te strategiche nel settore, occorre,
a nostro avviso,
ragionare in un/ottica di
accorpamento e di
governance strategica delle
#ziende del bacino
metropolitano 0#NB, C2P, I#?,
5S-, secondo modelli gi
sperimentati in altre citt
europee.
puntare al completamento delle
opere infrastrutturali in corso, al
fine di realizzare quanto prima la
rete dei servizi 0linea BN, linea
filoviaria, linea tranviaria ecc-.
censire tutti i servizi di trasporto
esistenti, di superficie e su ferro,
e valutarne la consistenza, il
livello di efficacia, l/integrazione,
la fruibilit e la reale utilit.
quindi ridisegnare su base
metropolitana una rete
integrata di trasporto snella ed
efficiente.
$n questo senso le iniziative che
possibile mettere in campo ri
guardano.
10
efficienza e integrazione
dell/offerta di mobilit e multi
modalit.
incremento della produttivit.
evitare che processi di fusione,
diventino solo sovrapposizioni,
senza governance incisive.
superare le barriere per una
citt accessibile a tutti;
facilitare il transito dei taEi, etc.
sostenere la ciclabilit;
promuovere la sicurezza
stradale, la pedonabilit, le $sole
#mbientali;
incentivazione per moto e
motorini in citt.
uso dei veicoli a motore nel
centro urbano con sistemi
sharing.
7afforzamento del telelavoro.
delocalizzare funzioni
amministrative dal centro ai
comuni della citt
metropolitana.
vincolare i dispositivi di viabilit
alle esigenze del trasporto
pubblico.
applicazione dell/elettronica e
l/informatica alla mobilit
collettiva;
dare coerenza al sistema della
sosta.
creazione di nuova viabilit e di
accessibilit sostenibile in
connessione con le nuove
trasformazioni urbane.
potenziare, in coordinamento
con la regione, la rete 5.S.
interna alla provincia di Napoli.
poichD privatizzazione e
liberalizzazione non sono la
stessa cosa, si dica senza
problemi che la 3concorrenza
per il mercato4 non porta
problemi, anzi apre opportunit.
completamento delle opere in
linea con il P)2 e il Piano delle
'&& Stazioni.
acquisto di nuovi mezzi.
potenziamento significativo
dell/intermodalit, identificando
i nodi di interscambio nella rete
e le possibilit di estendere le
linee urbane ai comuni di prima
cintura.
potenziamento dei parcheggi di
interscambio in corrispondenza
con le nuove metropolitane.
adozione di un piano di
manutenzione straordinaria
della rete stradale primaria e
secondaria.
attuazione delle gerarchie
generali della rete, per trasferire
gli spostamenti nella viabilit
principale e per tutelare le
utenze deboli e i quartieri
residenziali.
Porto
Siamo ad agosto del %&'; e rispet
to alla condizione del porto di Na
poli tutto rimasto fermo, anzi, la si
tuazione si aggravata. $l commis
sario Narrer ha avviato tutte le pro
cedure per l/approvazione da par
te del Consiglio superiore dei lavori
pubblici del Piano 7egolatore Por
tuale. Hra, nell/ipotesi che si avvii il
Piano degli investimenti, cosa non
scontata, occorre dare priorit al
dragaggio del fondale che con
dizione minima per il rilancio e lo
sviluppo del porto di Napoli. ci* an
che perchD con i fanghi del dra
11
gaggio si 3tomberebbe4 la eE Dar
sena di 1evante, determinando un
notevole ampliamento degli spazi
commerciali disponibili. 6na volta
assicurata la minima competitivit
del Porto si potr definire quale ruo
lo far assumere al golfo di Napoli
nello sviluppo del Bezzogiorno.
# nostro avviso, il problema del
porto di Napoli non si risolve solo
con un disegno urbanistico
dell!area. $l problema principale
del porto di Napoli, a differenza di
altri porti del nord Iuropa, che
allo stato manca una connessione
produttiva tra la comunit napole
tana e il porto stesso.
Juando si pensa ai grandi scali
marittimi, infatti, le linee di pro
grammazione tra le citt e i porti
vanno di pari passo. Nell/attuale
fase, fra i grandi plaOer marittimi, il
confronto si basa sull/attrattivit del
ruolo produttivo dei porti. $l Porto
deve essere un polo attrattivo con
infrastrutturazione integrata mate
riale e immateriale, con collega
menti ferroviari che vadano diretta
mente sulla rete principale. $noltre,
per attrarre i grandi capitali inter
nazionali e affinchD le merci arrivi
no pi8 facilmente a destinazione,
esso deve avere un!area retropor
tuale strutturata come zona franca.
Sistema
Aeroportale
L/aeroporto di Napoli Capodichi
no rappresenta un esempio virtuo
so di esternalizzazione, effettuata,
come noto, a partire dalla met
degli anni !<& grazie all/intervento
dei privati 0inglesi, spagnoli etc.-.
Con questi soggetti si avviato da
tempo un programma di investi
menti in infrastrutture e restOling
dell/aeroporto.
Ci* nonostante, il problema che
ancora si pone che l/area
dell/aeroporto di Capodichino non
inquadrata nel Piano 7egolatore
)enerale della citt di Napoli, ma
in un accordo $stituzionale che pre
vede la sua delocalizzazione da in
quadrarsi in un piano a scala vasta
connesso a un progressivo migliora
mento delle condizioni di sicurezza
e di qualit ambientali dell/area.
Difatti, la 7egione Campania ha
previsto la realizzazione di uno sca
lo internazionale nell/area di )raz
zanise i cui tempi di realizzazione di
pendono fortemente dalle risorse a
disposizione del )overno naziona
le.
Per quando riguarda la sicurezza
dell/aeroporto di Napoli Capodi
chino, l/IN#C ha emanato un re
golamento per la sicurezza degli
aeroporti in linea con il codice del
la navigazione civile 0art. =&=-, che
impone i Piani di rischio che gli Inti
locali dovranno adottare. Nella fat
tispecie il piano di rischio riguardan
te l/aeroporto di Capodichino indi
12
vidua tre comuni 0Napoli , Casoria
e #fragola- i quali, nell/approvare
le norme di attuazione porranno
dei vincoli alla propriet privata e
pubblica . Juesto sicuramente de
terminer una contrazione di svilup
po per i tre comuni le cui aree si
troveranno nel perimetro del Piano
di rischio, perlomeno nelle fasce #,
C, e C.

Lo'istica
Al fine di regolamentare il sistema
del trasporto merci in ambito
metropolitano si pu* ipotizzare un
progetto cosK suddiviso,
partendo dalla rete infrastrutturale
gi esistente si veicolano tutte le
merci destinate alla Campania agli
$nterporti di Nola e Barcianise. da
qui possibile suddividere i carichi
e dislocarli verso centri di smista
mento 0transit point- ovvero infras
trutture in cui le merci in consegna
giungono dal magazzino
centraleAinterporto generalmente
a pieno carico completi e ven
gono successivamente smistate e
trasferite su automezzi di piccole di
mensione adibiti alla consegna lo
cale. 1a funzione di stoccaggio
limitata alle scorte in transito, delo
calizzate sul territorio a supporto dei
maggiori centri commerciali per
poi ripartire e giungere alla desti
nazione finale 0esercizi commer
ciali-.
Ci si avvale, pertanto, del metodo
multistep, ossia il flusso delle merci
interrotto in almeno un punto 0$nter
porto- nel quale avviene il consoli
damentoAdeconsolidamento delle
merci destinate A provenienti da lu
oghi diversi. 6n sistema cosK orga
nizzato efficace nei casi in cui si
rende necessario l/utilizzo di mezzi
con caratteristiche diverse. inoltre,
la possibilit di aggregare merci
con un!unica destinazione con
sente l/utilizzo, a parit di tutte le
condizioni 0tempo, percorrenza, si
curezza del carico ecc-, di veicoli
pi8 idonei, realizzando economie di
scala altrimenti non ottenibili.
Juesto approccio ovviamente im
plica la realizzazione di piccoli cen
tri di smistamento con la con
seguente creazione di nuova oc
cupazione. Ne consegue che la
sola creazione dei transit point non
pu* risolvere in toto il problema
legato al carico e scarico merci I!
necessario, infatti, che la pubblica
amministrazione adotti specifiche
regolamentazioni per la gestione di
questo servizio.
Le (isorse
Per rendere concrete le iniziative
proposte, necessario chiedere al
)overno di avviare un 3Piano
Straordinario per la Bobilit 6rbana
del Bezzogiorno4 con risorse ade
guate per un periodo di dieci anni
0sommando risorse nazionali e fondi
europei-.
1!assegnazione dei fondi dovrebbe
aver luogo sulla base di un pro
gramma credibile di progetti com
plessivi di mobilit sostenibile, gra
13
duati per priorit, finanziabili, realiz
zabili e verificabili per fasi.
Dovranno essere fissati criteri chiari
e trasparenti per l/assegnazione dei
finanziamenti, da aggiudicare at
traverso gare europee che selezio
nino le imprese pi8 efficienti e me
glio attrezzate.
Hccorrer spendere presto e bene
risorse disponibili 0le opere che si
costruiscono al Sud costano di pi8
rispetto alle altre regioni dell!Iuro
pa-. # tal fine, si potr prevedere la
possibilit che il Binistero compe
tente individui procedure e poteri
straordinari per realizzare opere
complesse suscettibili di ritardi bibli
ci.
Sotto questo aspetto, da pren
dere in considerazione l!ipotesi di
individuare su base metropolitana
un soggetto con funzioni di coordi
namento, di controllo e di stimolo
sui tempi di realizzazione delle ope
re infrastrutturali per i collegamenti
aerei, ferroviari e marittimi.
Ciclo
dei ri%i!ti
#ttualmente la provincia di Napoli
produce circa '.;&&.&&& tonnellate
di rifiuti ogni anno. 1a raccolta dif
ferenziata raggiunge mediamente
il ;&G. Hccorre, quindi, una capaci
t di trattamento di rifiuti indifferen
ziati per almeno :@&.&&& tonnellate
l/anno.
Hriginariamente concepiti come
impianti di produzione del CD7, gli
impianti denominati S2$7 di 2ufino,
)iugliano e Caivano svolgono
esclusivamente un!attivit di sele
zione del rifiuto 3tal quale4 ricevuto,
rispetto al quale viene operata sol
tanto una separazione fra parte
secca e parte umida. Successiva
mente, la parte secca, stimabile in
circa la met di quello che entra
negli S2$7, viene imballata e desti
nata al termovalorizzatore di #cer
ra, mentre la parte eccedente vie
ne trasferita verso gli inceneritori
del nord $talia o di altri paesi euro
pei.
Pertanto, il sistema di trattamento e
smaltimento della frazione indiffe
renziata ha evidenziato difficolt
connesse alla gestione degli im
pianti che ha reso necessario ricor
rere al trasferimento verso impianti
fuori regione. 2ale attivit, che do
veva essere considerata di caratte
re assolutamente straordinario e
connessa a situazioni emergenziali,
diventata un metodo di smalti
mento ordinario. $l che si tradotto
e continua a tradursi in un enorme
spreco di denaro pubblico.
#nche la parte umida, qualitativa
mente e quantitativamente pi8
problematica, viene diretta verso
discariche fuori regione.
2ale ciclo implica un traffico quoti
diano di circa %@& automezzi 0auto
compattatori da '& tonnellate- che
dai comuni della provincia si spo
stano verso gli S2$7 e, da questi im
pianti, circa >& automezzi 0autocar
ri bilici da %@ tonnellate- trasportanti
le balle dei rifiuti secchi ripartono
14
verso #cerra, mentre altri @& veicoli
0bilici da %@ tonnellate- trasportano
i rifiuti umidi da smaltire presso le di
scariche fuori regione.
Hgni giorno si mettono in viaggio
per i rifiuti centinaia di autocarri,
per un totale annuo di oltre ':&.&&&
veicoli. $ costi economici di tale
traffico dei rifiuti si ripercuotono im
mediatamente sulle tasche dei cit
tadini, mentre quelli ambientali
sono incalcolabili.
$noltre, occorre affrontare il proble
ma di come eliminare dal territorio i
circa = milioni e mezzo di cosiddet
te ecoballe che nessuno sa cosa
realmente contengano. # tutt/oggi
non stato ancora deciso come
smaltirle, mentre sono stati spesi '(
milioni di euro soltanto per la loro
3manutenzione4.
1a gestione del ciclo dei rifiuti in
Campania richiede una visione
d/assieme nell/ambito regionale e
assoluta chiarezza su impianti e ri
sorse disponibili per rendere effi
ciente e completo il ciclo, cosa
che non si riscontra nella legge re
gionale di recente approvazione.
L accaduto spesso che gli S2$7 del
la provincia di Napoli fossero saturi
mentre quelli di Cenevento e Saler
no restavano semivuoti. Jui il pro
blema supera dunque anche
l!ambito della citt metropolitana e
come dicevamo investe il territo
rio regionale. I/ possibile che si arri
vi a queste situazioni assurde per
chD pastoie e lungaggini burocrati
che non consentono di indirizzare i
rifiuti da un impianto ad un altroP
$n questa situazione la costituzione
degli #mbiti 2erritoriali Httimali, in
troducendo un sistema di gestione
dei rifiuti in forma associata tra i co
muni, ai quali resta soltanto la ge
stione della raccolta e dello spaz
zamento, viene annunciata come
la soluzione del problema.
L legittimo, per*, domandarsi quali
saranno i risultati effettivi sul piano
dell!efficacia, dal momento che la
legge regionale sul ciclo integrato
dei rifiuti, che sul territorio della pro
vincia di Napoli prevede la divisio
ne in ( #to, a ciascuno dei quali
sar assegnato uno degli S2$7 esi
stenti, non precisa con quali risorse
saranno gestiti, con che tipo di im
pianti " oltre agli S2$7 e all!inceneri
tore di #cerra e in quali tempi si
immagina di completare il ciclo in
tegrato dei rifiuti.
1a proposta che il PD avanza in
materia, in conformit con la nor
mativa europea sul ciclo integrato
dei rifiuti, mette al primo posto la ri
duzione della produzione di rifiuti,
quindi il riuso e il riciclo di materiali
scartati ed infine l/incenerimento
per la quota residua di rifiuti che
non pu* essere riciclata.
1a strategia europea per l/ambien
te, infatti, pone al centro il rispetto
di tutte le fasi della raccolta diffe
renziata.
# tal fine, ed in un/ottica di assolu
ta economicit, riteniamo opportu
na la riconversione degli S2$7 esi
stenti in impianti di trattamento dei
rifiuti differenziati, ciascuno specia
lizzato nel trattamento di una tipo
logia di rifiuto.
$l progetto industriale per la gestio
ne del ciclo integrato dei rifiuti su
base metropolitana, in conformit
15
alle normative inerenti gli obiettivi
di raccolta differenziata e conferi
mento dei rifiuti prodotti in ambito
territoriale ottimale 0cosiddetto im
pianto di prossimit-, si pone come
obiettivo il raggiungimento di una
percentuale di raccolta differenzia
ta pari al =&G.
Ci* possibile, come dicevamo,
attraverso la trasformazione dei tre
S2$7 in impianti di 2rattamento 5ra
zione 6mida da 7accolta differen
ziata per circa ;&&.&&& tonnellate al
giorno e prevedendo l!adegua
mento dimensionale dell/impianto
di #cerra 0per il residuale (&G-
Come si detto, infatti, la produzio
ne totale di rifiuti solidi urbani rag
giunge le '.;&&.&&& tonnellate
all/anno. 1/obiettivo del =&G di rac
colta differenziata passa esclusiva
mente attraverso la necessit di
garantire un/autosufficienza im
piantistica, in particolar modo per
gli impianti di trattamento della fra
zione umida.
Con la riconversione degli attuali
S2$7 da impianti che trattano oltre
:&&.&&& tonnellate di rifiuto tal qua
le, in centro di trattamento di rifiuti
differenziati di frazione umida per
una capacit annua di ricevimen
to di circa ;&&.&&& tonnellate, si
consente ai Comuni di triplicare gli
attuali quantitativi di raccolta di
tale frazione. I questo si tradurreb
be in una drastica riduzione di spe
sa, dati i costi altissimi che oggi
vengono sostenuti per il trasferi
mento verso impianti eEtraregionali.
Nel contempo, la raccolta diffe
renziata di matrice secca 0ossia
carta, plastica, vetro ecc.- o in
gombrante, circa @:&.&&& tonnella
te l/anno, rimarrebbe di competen
za delle singole piattaforme di filie
ra.
#l termovalorizzatore di #cerra do
vrebbe cosi essere inviata, senza
alcun passaggio intermedio, la
quantit residua a valle della rac
colta differenziata, di circa il (&G,
0pari a ;%&.&&& tonnellate l/anno-.
1/adozione di una simile soluzione
comporterebbe l/abbattimento dei
costi di smaltimento dei rifiuti, la
cessazione dei viaggi transfrontalie
ri e fuori regione dei rifiuti e, di con
seguenza, la riduzione del traffico
di autocarri impiegati per il traspor
to, in breve, la fine di un enorme
sperpero di denaro.
Svil!ppo
&conomico
$l settore economico necessita per
definizione di strategie di lungo pe
riodo, almeno un quindicennio, es
sendo l/area della citt metropoli
tana ancora afflitta da problemi
endemici e strutturali, tuttora esi
stenti nonostante essa abbia usu
fruito negli ultimi (& anni di politiche
europee di sostegno allo sviluppo.
un dato su cui riflettere e che chia
ma in causa la capacit delle azio
ni politiche politiche messe in cam
po di ridurre lo storico gap tra il no
stro territorio e le aree pi8 avanzate
16
d!$talia e d!Iuropa. 1a definizione di
una strategia politicoeconomica
necessita di una programmazione
globale in cui gli interventi previsti
devono proseguire solo nel caso
del raggiungimento degli obiettivi
di breve, medio e lungo termine.
6n singolo piano strutturale distinto
per settore non potr che fallire, i
problemi esistenti sono tutti colle
gati fra di loro e sono evidente
mente interdipendenti. $nterventi
occasionali dettati dall/immedia
tezza delle esigenze sono destinati
a sprecare risorse e a naufragare.
1/economia della futura area me
tropolitana caratterizzata essen
zialmente da tre macrosettori, agri
coltura, industria e commercio 0nel
la quale ricomprendiamo anche il
turismo-. 6na visione di lunga stra
tegia deve prevedere una quarta
macrovoce, quella delle politiche
sociali, che possono trasformarsi da
strumento di solidariet sociale per
le fasce deboli e svantaggiate in
strumento di vera e propria leva
economica. $n questo contesto le
cooperative sociali devono assu
mere il ruolo, da un lato, di eroga
tori di benefici solidaristici e,
dall!altro, di vere e proprie centrali
di creazione di reddito non solo de
rivante da commesse pubbliche
ma anche 0e forse soprattutto- de
rivante dalla creazione di servizi dei
quali potranno usufruire i privati.
1e imprese rientranti nelle tre ma
crovoci principali 0agricoltura, indu
stria e commercio- scontano enor
mi divari di produttivit fra i diversi
tipi di unit produttive e special
mente fra aziende 3moderne4 e
unit produttive ancora non 3mo
dernizzate4. $l primo obiettivo strate
gico dev!essere quello di trasforma
re il maggior numero possibile di
aziende non moderne in aziende
che possono competere nel mer
cato globale europeo. Nelle azien
de ancora non moderne si annida
no infatti quelle sacche di occupa
zione precaria ed irregolare che
minano alla base la solidit del si
stema economico locale.
#gricoltura
1a modernizzazione delle imprese
passa attraverso una verifica dello
stato di fatto, ovvero della fotogra
fia delle realt agricole fondate
sull/agricoltura puramente contadi
na e delle aziende agricole fonda
te su un/agricoltura capitalistica. #
tal proposito, il primo strumento da
utilizzare l/organizzazione di un si
stema di informazione efficiente e
capillare degli agricoltori e dei con
sumatori. 2rasformare, attraverso
17
specifici interventi ed investimenti
pubblici, le aziende agricole conta
dine in aziende di agricoltura capi
talistica deve essere l/obiettivo stra
tegico. obiettivo che non pu* non
realizzarsi in un/ottica di interdipen
denza settoriale secondo la quale
ad esempio le cooperative sociali
possono fungere da incubatori di
manodopera a costo contenuto,
necessaria per la sopravvivenza
delle imprese agricole che hanno
l!esigenza di contenere i costi per
competere con un mercato ormai
globalizzato. # tal proposito, ogni
intervento strategico di assistenza
allo sviluppo non pu* prescindere
da priorit nell/assegnazione delle
risorse proprio ai futuri incubatori di
manodopera 3sociale4 destinata
all/agricoltura. 1/indicata linea stra
tegica , tra l/altro, coerente con
l/approvazione imminente presso il
Parlamento della legge sull/agricol
tura sociale. 1e aziende a gestione
capitalistica avranno sempre mag
gior bisogno di un/assistenza com
merciale, affinchD possano com
petere sui mercati internazionali. #
tal proposito obiettivo strategico
della futura citt metropolitana po
tr essere la creazione di strutture
private convenzionate che dovran
no favorire l/acquisizione di nuovi
mercati, soprattutto quelli interna
zionali. 1a contrazione dei consumi
interni negli ultimi anni stata af
fiancata da una sostanziale impen
nata delle quote di eEport in tutti i
settori, innanzitutto quello vinicolo "
con punte d/eccellenza nel vesu
viano, nel gragnanese, ad $schia e
nei Campi 5legrei " ortofrutticolo e
ortivo, con punte d/eccellenza nel
giuglianese.
Indstria
1/obiettivo strategico deve essere
di duplice rilevanza,
'- $ndustria che si riconverta pre
ferenzialmente in attivit che
possono sfruttare materie pri
me prodotte in loco 0in parti
colare l/industria alimentare-.
questo modello di industria
deve puntare su mercati fa
cilmente assistibili dalle strut
ture di logistica distributiva, ai
fini del contenimento dei co
sti accessori.
%- ?alorizzazione dell/artigianato
che diventi possibilmente il
fornitore privilegiato dei priva
ti residenti nell/area metropo
litana. la gran parte dei con
sumi interni di manufatti arti
gianali a vantaggio delle
grandi catene internazionali
di ipermercati. Puntare su una
razionalizzazione dei costi e
delle produzioni 0con ade
18
guate assistenze tecniche-
unitamente ad un capillare si
stema di promozione del pro
dotto interno, equivale a so
stenere un/economia artigia
nale tradizionalmente florida
nel territorio dell/area metro
politana e a creare occupa
zione stabile.
(- 2rasformazione delle aziende
da contoterziste 0attualmente
lo sono in maniera preponde
rante- in vere e proprie impre
se con un proprio brand e un
proprio mercato. 1/attuale
tessuto imprenditoriale, so
prattutto nel tessile e nel cal
zaturiero 0in minor misura-
fatto di imprese fornitrici di se
milavorati o lavorati privi di
brand. queste aziende in pro
spettiva saranno sempre
meno competitive atteso che
la globalizzazione del merca
to impone ai titolari dei brand
l/acquisizione di semilavorati
in paesi dove il costo della
manodopera minore.
Commercio
$n questo settore, va, innanzitut
to, considerata la tendenza,
molto sviluppata nell/area me
tropolitana negli ultimi anni, di
una continua apertura di centri
commerciali che evidentemen
te drenano consumi una volta
beneficio del piccolo commer
cio. 1a nuova citt metropolita
na potr avere un grande ruolo
per favorire il settore del com
mercio da sempre vocazione
del napoletano. Di seguito alcu
ne proposte in merito.
'- 7ivendicare alla citt metro
politana un ruolo determinan
te, attraverso accordi con la
7egione eAo interventi legisla
tivi, nel piano di assegnazione
di nuovi insediamenti com
merciali di grande rilevanza.
Isprimere un parere vincolan
te consentir il monitoraggio
del settore del commercio.
%- Prevedere, nel pieno rispetto
delle normative europee, nel
la gestione della fiscalit me
tropolitana 0addizionali irpef o
ires- un vantaggio fiscale che
funga da garanzia per i ma
nufatti dell/artigianato pro
dotti nell/area della citt me
tropolitana ovvero una per
centuale minima di articoli in
catalogo di prodotti artigia
nali locali.
(- Prevedere piattaforme che
mettano in connessione do
manda e offerta di semilavo
rati ovvero l/istituzione di un
19
catalogo digitale consultabi
le dalle imprese le quali po
tranno conoscere le aziende
di produzione dei semilavorati
operanti nella loro area.
Per raggiungere gli obiettivi indicati
necessario cambiare il passo
nell/erogazione degli aiuti che si
spera potr essere compito della
nuova citt metropolitana. Non pi8
investimenti a pioggia a fondo per
duto ma interventi di assistenza
tecnica e di mercato in favore del
le aziende che dimostrano una
maggiore volont di modernizzarsi,
di internazionalizzare e di consegui
re risultati idonei in termini di bilanci
e di redditi.
Pro'rammazione
dei
)ondi Eropei
#$%&*#$
1a programmazione europea %&';
%&%& punta molto sulle citt, la
maggior parte delle sfide economi
che, sociali, climatiche e ambien
tali, tutte strettamente interconnes
se, si presentano, infatti, nelle citt
ed intorno ad esse, o, comunque,
trovano soluzione in ambito urba
no. 1a strategia dei fondi europei
%&';%& incoraggia a coniugare le
misure concernenti il rinnovamento
materiale urbano con misure intese
a promuovere l/istruzione, lo svilup
po economico, l/inclusione sociale
e la protezione ambientale. 6n ele
mento indispensabile di tale pro
cesso la promozione di intense
collaborazioni tra cittadini, societ
civile, economia locale e i diversi li
velli amministrativi.
Hccorre quindi promuovere una
strategia integrata nell/utilizzo dei
fondi, come sottolineato anche
dall/#ccordo di partenariato nazio
nale italiano 0cio il documento
programmatico nazionale per l/uti
lizzo dei fondi europei %&';%&-. $l
processo di realizzazione dell/#rea
metropolitana di Napoli si iscrive in
questo contesto e occorre, perci*,
coordinare il processo legislativo di
riforma in atto con le attivit di pro
grammazione economicofinanzia
ria.
Come noto, le citt metropolitane
primo gennaio %&'@ si sostituiranno
alle Province. 5ino a quella data le
Province continueranno a gestire
l/attivit ordinaria a titolo gratuito.
1e due attivit " fondi %&';A%&%& e
avvio in concreto della citt
metropolitana hanno cronopro
grammi non del tutto coincidenti,
ma occorre raccordarle in un/otti
ca unitaria e coordinata. Diverse
sono le opportunit derivanti dalla
nuova programmazione. L previsto,
innanzitutto, uno specifico Pro
gramma Hperativo Nazionale #ree
Betropolitane che prevede l/attri
buzione di risorse 0:&'&& euro cir
ca- alle citt metropolitane, tra cui
20
Napoli, per il miglioramento delle
infrastrutture di rete e dei servizi
pubblici, per interventi nel sociale e
in altri ambiti tematici che possono
essere definiti dai Comuni. Si tratta
di un programma che non intervie
ne sull/intero territorio dell/attuale
provincia 0futura citt metropolita
na-, che prevede una coprogetta
zione tra autorit di gestione 0costi
tuenda #genzia per la coesione-,
Citt e 7egione.
Sino a questo momento stato in
dividuato il concept delle azioni in
tegrate con un dossier preliminare
ed entro la fine del %&'; sar dispo
nibile un dossier definitivo delle
azioni con l/organizzazione definiti
va degli uffici comunali. Com/
noto, inoltre, le 7egioni hanno con
segnato una prima bozza dei Pro
grammi operativi a valere sui fondi
europei %&';%& entro il %% luglio
%&';, tali programmi hanno soltan
to indicato strategie di massima.
Hccorre subito, dunque, dare cor
po ad una riflessione attenta sul
tema delle citt e dell/area metro
politana, che ha una tempistica di
realizzazione in parte concomitan
te con la presentazione dei pro
grammi europei. Numerosi obiettivi
tematici sostenuti attraverso i fondi
strutturali e d/investimento europei
presentano priorit d!intervento
specifiche per le zone urbane, qua
li la promozione di strategie a bassa
produzione di anidride carbonica, il
miglioramento dell/ambiente urba
no, incluso il recupero di aree indu
striali dismesse e la riduzione
dell/inquinamento atmosferico. #
queste si aggiungono la promozio
ne della mobilit urbana e
dell/inclusione sociale attraverso il
sostegno per il recupero materiale,
economico e sociale di zone urba
ne svantaggiate. Jueste priorit di
investimento potrebbero essere in
serite nella strategia di sviluppo ur
bano integrato di una determinata
zona urbana 0articolo = del regola
mento concernente il 5IS7, fondo
europeo di sviluppo regionale-, ac
compagnate da azioni sostenute
attraverso il 5SI 0fondo sociale eu
ropeo- nell/ambito delle priorit di
investimento da esso previste 0arti
colo ( del regolamento concer
nente il 5ondo sociale europeo-.
La 7egione , dunque, chiamata,
nell/ambito dei programmi operati
vi a prevedere delle risorse specifi
che. 1/attuazione delle strategie di
sviluppo urbano sostenibile necessi
ta di un determinato grado di dele
ga di gestione alle autorit locali
0articolo =, paragrafi ; e @ del rego
lamento concernente il 5ondo eu
ropeo di sviluppo regionale 5IS7-.
1/attuazione di strategie di sviluppo
urbano integrato sar potenziata
grazie alla possibilit di combinare
azioni finanziate attraverso il 5ondo
europeo di sviluppo regionale, il
5ondo sociale europeo e attraver
so il 5ondo di coesione a livello di
programma o a livello operativo.
Ci* comporter una serie di conse
guenze pratiche nei vari livelli di
governance a riguardo dell/elabo
razione e dell/attuazione dei pro
21
grammi. 1e autorit urbane che ri
ceveranno fondi, in linea con
quanto previsto dall/articolo = del
regolamento concernente il 5IS7,
dovranno elaborare strategie di svi
luppo urbano capaci di rispondere
alle molteplici sfide che le loro citt
si trovano ad affrontare. $noltre,
esse avranno maggiori responsabili
t a riguardo dell/effettiva attuazio
ne delle strategie specifiche, in
quanto sar necessario un grado
minimo di delega per la gestione.
1a Commissione europea si adope
rer per garantire, una maggiore
integrazione in termini di sviluppo
urbano, esercitando l/attivit di
controllo su questo aspetto nel cor
so della valutazione dei Programmi
operativi. maggiore innovazione at
traverso l/iniziativa Q#zioni innovati
veR. un maggiore potenziamento
delle capacit e scambio di espe
rienze attraverso la 7ete di sviluppo
urbano e il programma 67C#C2 $$$,
potenziato dal punto di vista finan
ziario. Nell/ambito di questo nuovo
equilibrio, le citt metropolitane
potranno valorizzare le attivit eco
nomiche, tecnologiche, culturali e
sociali che si trovano nel loro territo
rio, divenendo elemento di connes
sione tra dimensione statale e di
mensione locale. 1o strumento pi8
adatto potrebbe essere la delega
alla costituenda citt metropolita
na in qualit di organismo interme
dio, delega della quale il Comune
di Napoli ha gi beneficiato
nell/ambito dei Programmi $ntegrati
6rbani 0P$6- finanziati nella pro
grammazione in corso %&&=%&'(.
Hccorre per* potenziare alcune
strutture tecniche di gestione dei
fondi per evitare le problematiche
connesse alla carenza di capacit
istituzionale.
(iteniamo, perci*, opportune,
l/istituzione immediata di un 2avo
lo tra il Sindaco metropolitano indi
viduato ex lege, in qualit di re
sponsabile dell/attuazione
dell/#rea metropolitana, e la 7e
gione Campania.
la previsione di un $nvestimento
territoriale integrato a favore
dell/#rea metropolitana che attin
ga a vari assi dei Programmi Hpe
rativi 7egionali %&';%& con un di
mensionamento significativo 0co
munque superiore alla soglia min
ima del @G stabilita dai regolamenti
comunitari-, in raccordo con la po
litica del PHN Betro e della Strate
gia nazionale delle #ree interne,
nell/ambito del quale l/#utorit ur
bana si ponga un organismo inter
medio. Hccorre prevedere azioni
di sviluppo urbano, culturale e turi
stico, sviluppo delle attivit econo
miche, politiche di inclusione socia
le, legalit e sicurezza, ambiente e
servizi pubblici locali.
la previsione, in seno alla
Citt metropolitana, di un 1a
boratorio strutturato per lo Svi
luppo dell/area metropolita
na di Napoli, che non sia un
semplice supporto di assisten
za tecnica alle risorse
dell/#mministrazione comu
nale, ma che funga da rac
cordo tra vecchie e nuove
competenze dell/amministra
22
zione costituenda, al fine di
utilizzare al meglio i fondi di
sponibili per lo sviluppo del
territorio, promuova qualit e
quantit della spesa, pro
muova l/interdisciplinariet
delle professioni coinvolte nei
processi, individui le best
practices locali intorno alle
quali possibile costruire pro
getti di sviluppo, si occupi
della valutazione e della sele
zione delle operazioni, svolga
una costante opera di valuta
zione della qualit ed effica
cia della spesa, rappresenti
un presidio etico e professio
nale importante che sia in
grado di traghettare l/#rea
metropolitana verso effettivi
processi di sviluppo adottan
do pratiche di promozione
del merito, della professionali
t e della trasparenza. 2ale
laboratorio, che dovr racco
gliere le migliori energie e
professionalit, deve rappre
sentare il presidio di qualit
ed efficienza dell/#rea metro
politana di Napoli, la punta di
eccellenza dell/#mministra
zione costituenda.
Cltra
e +eni Cltrali
La nuova dimensione della citt
metropolitana impone di ripensare
le politiche culturali dell/intero
territorio napoletano. 5inora
purtroppo non sono state
individuate e delineate strategie e
programmazioni efficaci, ma
piuttosto c/ stata la tendenza a
gestire situazioni ed emergenze in
modo autonomo, perdendo cosK
una necessaria visione di insieme e
a lungo termine. L, invece,
indispensabile rimarcare con forza
l/importanza della cultura in un
contesto territoriale come il nostro
che dell/arte, della creativit, della
bellezza, del pensiero deve fare la
propria principale vocazione. Da
una parte c/ la dimensione del
dovere e della responsabilit che
tutti abbiamo, e in particolare noi
con ruoli nella politica e nelle
istituzioni, prenderci cura del
patrimonio che ci stato lasciato in
eredit dal nostro passato e dalla
nostra storia, con riferimento non
soltanto ai monumenti, alle opere
d/arte, alle biblioteche e agli
archivi, ai teatri ma anche a
quell/altro, grande patrimonio,
rappresentato dalle tradizioni delle
arti e dei saperi.
Accanto a questa irrinunciabile
dimensione ce n/ un/altra " non
meno importante " che riguarda il
nostro futuro, nel senso della nostra
capacit di pensarci come societ
e di progettare l/approdo della
citt metropolitana in seno al
sistema Paese. 1a nuova centralit
della dimensione culturale rende
possibile invertire questa tendenza,
in vista " idealmente " di una
societ nella quale la Cellezza,
23
l/#rte e la Cultura si riapproprino
del loro statuto di beni comuni e
contribuiscano alla costruzione del
senso civico e alla coesione
sociale. $l terzo motivo per il quale
la cultura importante quello
economico, come per tutte le
economie avanzate, cosK anche
per noi vitale e strategico
puntare sul turismo, sull/istruzione,
sulla formazione, sulla ricerca
scientifica e tecnologica. Hccorre
individuare e definire un modello
virtuoso di collaborazione, nel
quale la passione dei cittadini per il
proprio territorio si organizzi e
s/intenda con il governo locale e
con l/articolazione regionale del
Binistero Ceni Culturali. Napoli e il
territorio metropolitano dispongono
di un patrimonio culturale che non
ha eguali. 6n patrimonio che le
moderne tecnologie permettono di
far conoscere in ogni parte del
mondo promuovendo flussi di
visitatori che vanno ben organizzati
e gestiti. 1a chiave del successo sta
nell/integrazione fra i beni culturali
tradizionali 0musei e siti e chiese-
con i beni immateriali 0spettacolo,
arti, letteratura- e con la cultura
materiale. 1a baia di Napoli, le
isole, i laghi, il Cosco di
Capodimonte, i Campi 5legrei dal
Sepolcro di ?irgilio all/antro di
Cuma, fiore delle colonie elleniche
in $talia, il ?esuvio, la costiera
sorrentina, un patrimonio naturale e
paesaggistico eccezionale. I
insieme un patrimonio storico,
artistico, archeologico unico al
mondo, dal centro storico di
Napoli, all/acropoli di Pozzuoli, da
Pompei ad Ircolano, da Hplonti a
Stabia, dalle ville vesuviane ai siti e
alle regge borboniche, ai teatri, ai
beni librari e archivistici custoditi da
benemerite istituzioni culturali
costrette a fare i conti con mille
inciampi burocratici " ad esempio il
2eatro San Carlo commissariato e
con buchi di bilancio o il sito
archeologico di Pompei alle prese
con problemi di manutenzione e
gestione e con il )rande Progetto
Pompei 0)PP- alla straordinaria
civilt musicale da secoli diffusa e
riconosciuta nel mondo. Si pensi
alla risonanza internazionale che
potrebbe avere il recupero nel
centro antico di Napoli delle aree
di piazza Biraglia e piazza San
)aetano inanellate
dall/antichissimo asse storico del
Decumano Baggiore, un/area
adiacente al chiostro grande di
San Paolo dove attendono di
essere riportate alla luce la scena e
la cavea del teatro in cui amava
esibirsi Nerone e a pochi passi si
legge la linea di base dell/Hdeon.
#ttualmente si lavora per utilizzare
le esigue risorse rimanenti del
grande progetto per il centro
storico di Napoli. #utorit locali e
ministeri competenti sono
impegnati ad attivare l/apertura di
poche decine di cantieri. $l Piano di
gestione del sito 6NISCH,
promosso dalla )iunta precedente
e focalizzato sugli interventi
ambientali e di sicurezza necessari
per la fruizione della citt d/arte,
rimasto inattuato. 1/Hsservatorio
permanente per Centro Storico
6nesco, istituito di recente con
24
l/obiettivo di 3sostenere e favorire
processi formativi e partecipativi
diffusi4 costituisce un indubbio
passo avanti per colmare la
distanza tra parole e fatti, tra i
documenti di programmazione e i
risultati concreti delle politiche
d/intervento.
Ma ancora un passo troppo
timido per la ristrettezza dell/ambito
municipale e le sue competenze.
Icco, tutto quanto elencato la
vera ricchezza dell/area
metropolitana di Napoli. L ora di
voltare pagina. I/ ora di ridurre la
distanza che separa le affermazioni
di principio dalle concrete decisioni
che si adottano. Hccorre pertanto
muoversi in una duplice
prospettiva, da un lato, integrare e
coordinare le politiche municipali
all/interno della nuova area
metropolitana e, dall/altro,
superare l/angolazione ormai
troppo ristretta e specifica di
restauro, conservazione e tutela del
patrimonio storicoartistico. I/
impensabile ipotizzare di separare
due dimensioni che devono invece
rimanere strettamente correlate.
Solo in questo modo si riuscir a
rendere interconnessi luoghi di
cultura, dell/arte e l/artigianato
artistico, il patrimonio culturale e i
circuiti del turismo e della ricerca.
)li esempi di successo come
Napoli Sotterranea, il parco
sommerso della )aiola o il
convento di San Domenico
Baggiore, non sono purtroppo
sufficienti per dare concretezza ad
un modello di gestione unitario. $
numerosi edifici chiusi e spesso
abbandonati in contesti di
degrado urbano che si sgretolano
ne sono la dimostrazione palese. Ci
sono due 3mondi4 che non si
parlano. Da un lato, 3il sistema dei
beni culturali4, sottoposto da parte
dell/amministrazione pubblica a
vincoli e a prescrizioni che, pur
doverosi, non consentono di
proiettarsi oltre lo specifico ambito
della tutela. Dall/altro, 3la citt
d/arte4, luogo della fruizione di
beni immateriali e materiali, la cui
gestione avviene in un contesto di
sinergia tra pubblico e privato. I/
vitale far incontrare questi due
mondi, ricucire questa frattura
artificiale, plasmando una comune
identit e proiettando, sia sul piano
nazionale che europeo ed
internazionale, l/immagine di una
citt in grado di tenere integrati
patrimonio artistico e ambientale e
tessuto produttivo circostante.
7iteniamo perci* opportuno,
- configurare, nello statuto
dell/area metropolitana, il patri
monio dei beni culturali e am
bientali in un quadro di stretto
collegamento con lo sviluppo e
la valorizzazione dell/intero terri
torio e gestito in base a normati
ve e strumenti unitari. $n partico
lare superare l/evidente squili
brio, nell/attrazione dei flussi turi
stici, tra costa ed entroterra, pro
muovendo collaborazioni e si
nergie a pi8 livelli per valorizzare
i beni artistici ambientali
dell/intera area metropolitana
0Napoli citt d/arte, Capodi
25
monte, Campi 5legrei, Pompei,
?esuvio, $sole del golfo e Costie
ra sorrentina- come elementi in
tegrati di un unico 3sistema4.
- ampliare la domanda della rete
teatrale, museale e bibliotecaria
rendendola in grado di reggere
il peso 3culturale4 della sua nuo
va dimensione istituzionale.
- stabilire, all/interno di questo
quadro unitario, un percorso di
rivitalizzazione artisticoarchitet
tonica e di rilancio economico e
sociale per il Centro Storico di
Napoli, patrimonio 6nesco. $n
particolare, incoraggiare la so
pravvivenza delle attivit com
merciali di rilevanza storica, at
traverso sostegni ed agevolazio
ni. #zione specifica stata gi
svolta di recente dal PD Napoli
per valorizzare e sostenere le li
brerie in difficolt di Port/#lba.
- intervenire sul contesto ambien
tale, con l/obiettivo di superare il
degrado attraverso la definizio
ne di un sistema integrato di ar
redo urbano,
- per Pompei e il )rande Progetto
0)PP-, monitorare, con l/istituzio
ne di una cabina di regia di alto
profilo in stretta collaborazione
con le strutture del )PP, l/anda
mento del Progetto, nello speci
fico cantieri aperti, bandi e
gare, criticit e la gestione ordi
naria del sito archeologico. #n
cora, individuare e promuovere
una distribuzione intelligente dei
flussi turistici partendo da un
grande polo d/attrazione come
Pompei verso tutto il territorio
della citt metropolitana. $n
un!ottica di citt allargata van
no utilizzati i punti forti per porta
re turismo verso quelli pi8 deboli.
- compatibilmente con le strin
genti esigenze di attuazione del
)PP, prevedere nel futuro un
analogo percorso di progettuali
t condivise e cadenzate per
tutti gli altri siti, archeologici e di
interesse culturale che, a partire
dal piano di gestione 6NISCH e
dal Piano strategico che sar
approntato dall!6nit )rande
Pompei, possa consentire l!inseri
mento dell!area vasta in un pro
getto finanziato da fondi euro
pei.
Periferie
3Cerniere 6rbane3
1e cosiddette periferie sono porzio
ni di territorio della citt ai confini
dei comuni di primo ring della pro
vincia di Napoli. Isse sono caratte
rizzate dal degrado socio economi
co e urbanistico. 1a popolazione
napoletana cresciuta sino al '<='
per poi subire una contrazione
sempre pi8 accentuata fino a
scendere sotto il milione di abitanti.
il calo non si ancora fermato. $
comuni di prima e seconda fascia
hanno subito il doppio effetto
dell/aumento endogeno della pro
pria popolazione storica e
dell/incremento dovuto alla subur
banizzazione della citt di Napoli.
2utto questo sintomo di una ten
26
denziale saturazione del territorio. $n
altre parole i comuni di prima e se
conda fascia non sono pi8 in grado
di ricevere ulteriori esodi di residenti
dalla citt di Napoli. 1/enorme svi
luppo urbanistico della prima fa
scia, oggi sostanzialmente satura,
ha determinato condizioni di de
grado simili a quelle delle aree di
confine del comune di Napoli. Dun
que, oggi le periferie con il loro po
tenziale ruolo di cerniera urbana
tra ovest ed est rivestono un ruolo
strategico per uno sviluppo del ter
ritorio sovracomunale che riguar
da in primo luogo i comuni di prima
fascia, forse quelli maggiormente
interessati ad un affiancamento al
programma di riqualificazione ur
banistica.
,uindi, insieme agli ambiti di in
tervento soggetti a P6# del P.7.).
del comune di Napoli, proponiamo
di mettere mano ad un program
ma di riqualificazione delle aree
del degrado a cavallo tra il comu
ne di Napoli e i comuni di prima fa
scia 0Pozzuoli, Juarto, Barano, Bu
gnano, Belito, Casandrino, #rzano,
Casavatore, Casoria, ?olla, Bassa
di Somma, Cercola, S. )iorgio a
Cremano, Portici- che abbia
l/obbiettivo di attivare finanziamen
ti pubblici e forti dosi di investimenti
privati in aree ben definite del terri
torio 0provinciale, intercomunale e
comunale- individuabili sulla base
di caratteristiche fisiche, produttive
nonchD degli indicatori del disagio
sociale.
1e priorit e gli obiettivi del pro
gramma sono riconducibili ad alcu
ne scelte politiche e attivit ammi
nistrative. 1a prima quella di dare
priorit con i fondi comunitari
%&';A%& a tutti quei territori di Napo
li e dei comuni di prima fascia che
non hanno usufruito o hanno usu
fruito in parte 0ma non completate
le opere- dei finanziamenti Iuropei
PH7 e 5I7S %&&& %&&> A %&&= %&'( .
)li obiettivi sono,
1) valorizzare il sistema degli
spazi urbani e suburbani come cer
niera della riqualificazione del terri
torio.
2) realizzare e adeguare le at
trezzature a rete in grado di orien
tare occasioni di sviluppo economi
co, sociale ed economico.
3) realizzare le condizioni per
una massiccia riqualificazione di
I.7.P 0sia in termini di ristrutturazione
edilizia che di ristrutturazione urba
nistica-, per il rilancio delle attivit
produttive e di servizio, del com
mercio e dell/artigianato attraverso
l/impulso agli investimenti privati.
4) organizzare sistemi intermo
dali per il 2.P.1. e potenziare o nuo
ve infrastrutture per le aree interes
sate ai programmi di intervento.
5) definire e adeguare una stru
mentazione legislativa regionale la
quale, mutuata dalla legge comu
nitaria e nazionale in materia di re
cupero di aree degradate.
>- con le opportunit offerte
dalla 6I avviare una vera
rigenerazione urbana di sistemi
urbani periferici con azioni mirate
alla defiscalizzazione per le nuove
attivit produttive per le piccole
27
medie imprese e le microimprese
come da direttiva %&&&A(>'ACI.
=- decongestionare il centro
della citt di Napoli delocalizzando
35unzioni di Iccellenza o di
Prestigio4 nelle aree ai confini del
perimetro urbano al fine di
riqualificare i territori di cerniera e
nello stesso tempo offrire servizi
amministrativi 0Sede unica P.#..
2ribunali. Hspedali etc.- all/#rea
Betropolitana di Napoli.
Per na Napoli
Citt Metropolitana
Capitale
del Mediterraneo
Come detto, la 1egge = aprile
%&'; nF @> d attuazione, finalmen
te, alle citt metropolitane, previste
nel nostro ordinamento fin dalla
legge ';% del '<<& e costituzionaliz
zate con la riforma del 2itolo ? va
rata nel %&&'. Nel testo legislativo,
le citt metropolitane sono confi
gurate, per funzioni e natura, come
3enti di governo4, con competenza
sulla pianificazione territoriale ge
nerale, ivi comprese le strutture di
comunicazione, le reti di servizi e
delle infrastrutture, dell!organizza
zione dei servizi pubblici di interesse
generale di ambito metropolitano,
della viabilit e mobilit, dello svi
luppo economico, avranno forti
funzioni di gestione in ambiti signifi
cativi, cureranno le relazioni istitu
zionali, ivi comprese quelle con le
citt e le aree metropolitane euro
pee. saranno ad esse attribuite, fra
l/altro, le funzioni fondamentali del
le Province ed altre importanti
competenze assegnate dallo statu
to, tra cui quella della gestione dei
fondi europei.
La nostra Napoli una citt del
Bediterraneo che grazie alla sua
collocazione e alle sue potenzialit
pu* legittimamente aspirare a ritor
nare ad essere non solo una gran
de capitale europea, ma anche un
punto di riferimento nel bacino del
mediterraneo.
$l Bediterraneo ha bisogno di una
3capitale4 e Napoli ha caratteristi
che e potenzialit per esserlo, tor
nando alle sue radici, collegandosi
alle altre citt del Bediterraneo,
assumendo il ruolo di centro e di
punto di riferimento.
1a nascente citt metropolitana di
Napoli dovr diventare il luogo di
mediazione politica, religiosa e so
ciale tra le sponde dei continenti
Iuropeo e #fricano.
$l Bediterraneo , infatti, attual
mente un contesto poco rassicu
rante in cui convivono diverse e
antitetiche organizzazioni sociali,
caratterizzate da diseguaglianza e
disparit nella distribuzione delle ri
sorse e delle ricchezze.
Due sponde si confrontano nel de
siderio, da un lato di proteggere il
proprio passato, e dall!altro di con
dividere il futuro. Due sponde divise
28
sul concetto stesso di europeo e
non europeo, di laicocristiano e
musulmano, di ricco e povero, po
tente e debole.
$l Bediterraneo deve tornare ad es
sere luogo di convivenza politica,
sociale, culturale,economica, reli
giosa, e questo pu* avvenire solo
se una metropoli diventa la sede
del confronto e della perchD no
redistribuzione.
E l/occasione della coincidenza
del semestre di Presidenza italiana
dell/6nione europea con la nascita
della citt metropolitana di Napoli
pu* ancor di pi8 rafforzare questo
progetto ambizioso.
Napoli pu*, per le sue caratteristi
che sociopolitiche e geografiche,
e anche grazie al processo di co
struzione della citt metropolitana,
candidarsi a capitale del Bediter
raneo diventando baricentro stra
tegico dell/Iuropa. 1a nostra una
storia di tolleranza e di accoglienza
che nel corso di due millenni ha sa
puto gestire invasioni e predomini
come occasione di crescita e di
sviluppo, capace di mettere insie
me culture e conoscenze in un uni
co laboratorio di progresso.
#rabi, Spagnoli, Igiziani, Normanni,
#ngioini ed #ustriaci hanno gi
avuto modo di trovare in questa
citt le condizioni per affermarsi
senza odio e per sperimentare il
meglio della loro presenza e noi na
poletani abbiamo saputo utilizzare,
al meglio, quanto da loro veniva
offerto, senza
rinunciare mai, in uno spirito liberta
rio, alle nostre tradizioni, ai nostri
costumi e alle nostre regole di vita.
Napoli citt Betropolitana come
capitale del Bediterraneo un
obiettivo che la storia ci riconosce
e per certi aspetti rappresenta an
che la ricompensa necessaria per
ripagare la citt di secoli di ingiusti
zie.
1a nostra Napoli, da tempo, ha
smesso di rappresentare quell/anti
ca e nobile capitale illuministica
delle scienze filosofiche e delle arti
che per secoli stata, diventando
una sorta di laboratorio del sud
dell/Iuropa in cui sperimentare le
politiche di coesione e di sviluppo
promosse dall!6I.
Napoli, citt di antica cultura e sal
de tradizioni, continua tutt/oggi a
barcamenarsi tra il suo glorioso pas
sato e l!incapacit di trasformarsi in
una moderna metropoli europea.
Ippure, grazie al suo patrimonio
storicoartistico, alle doti umane di
saggezza e tolleranza dei suoi citta
dini e all!enorme patrimonio di gio
vani risorse, per lo pi8 sottoutilizzate,
se non espulse dal contesto locale,
potrebbe sicuramente tornare ad
essere, anche per conto dell!Iuro
pa, la vera capitale del Bediterra
neo.
29
(ipensare
il welfare
Negli anni ottanta era diffusa la
convinzione che chi lavora, chi si
impegna pu* raggiungere tutti gli
obbiettivi prefissati.
1o stato sociale era visto con favo
re, cosK come l/assistenza alle per
sone in difficolt e i diritti sociali,
che potessero garantire la dignit
della persona.
PerchD di questo che si tratta, di
garantire la dignit delle persone,
per assicurare a tutti una vita digni
tosa. in questo racchiusa l/essen
za del welfare.
1/obbiettivo da raggiungere il re
cupero del valore dello stato socia
le per aspirare ad un sistema equo
ed efficiente, per garantire a tutti
un elevato livello di qualit della
vita ed un elevato livello di prote
zione sociale.
2utti noi sappiamo la degenerazio
ne che avvenuta nella politica
italiana, inutile ripercorrere l/eEcur
sus.
1e politiche di destra hanno com
portato un abbassamento della
spesa sociale in settori cruciali, qua
li sanit, scuola, formazione, privan
do le fasce pi8 deboli della popo
lazione della protezione sociale
dello Stato.
L stata operata una sorta di priva
tizzazione per difetto, con indeboli
mento delle strutture e servizi pub
blici, in favore delle strutture private
0dalla sanit alla scuola-.
1a crisi del %&&=A%&&: ha poi influito
ulteriormente sull/inesorabile crollo
del nostro sistema di welfare.
Id infatti, le esigenze di conteni
mento della spesa pubblica, i tagli
lineari e i vincoli del patto di stabili
t hanno inciso in misura determi
nante sulle politiche socio sanitarie,
a svantaggio chiaramente delle
parti pi8 deboli della popolazione.
1e risorse per il sociale hanno subito
un taglio del =@ G negli ultimi @
anni.
Id in questa fase storica, pi8 che
mai, che occorre rivalutare il ruolo
del welfare, poichD le risorse per le
politiche sociali, correttamente in
dirizzate, non solo proteggono i cit
tadini, ma rappresentano degli in
vestimenti che possono portare alla
creazione di posti di lavoro e servizi.
Politiche sociali come precondizio
ne per lo sviluppo economico.
#ccanto al tradizionale concetto
di welfare, vi una nuova idea che
avanza.
Hltre alla fase assistenziale, ci* che
le politiche sociali dovrebbero real
mente garantire la parit di op
portunit per tutti, la mobilit socia
le, la possibilit per ognuno di rea
lizzarsi personalmente e nella socie
t.
1o stato dovrebbe attivarsi per pro
muovere ed incentivare la merito
crazia su tutti i livelli, in primis aiu
tando disoccupati e inoccupati ad
entrare nel mondo del lavoro.
I perci* innanzitutto un/attiva poli
tica di occupazione finalizzata al
pieno impiego, con politiche del la
30
voro finalizzate all!incremento della
mobilit occupazionale ed estesi
programmi di formazione.
5ormazione non intesa come am
mortizzatore sociale, bensK come
fase di crescita personale e tec
nicoprofessionale del lavoratore,
idonea per il corretto reinserimento
nel mercato del lavoro.
L necessario un tavolo di lavoro
con le parti sociali e tutti i soggetti
del terzo settore, per valutare pro
getti da portare avanti. #scoltare
la base, e confrontarsi con chi vive
i problemi quotidianamente.
Potrebbe essere utile un potenzia
mento dei centri d/impiego, ade
guata pubblicit degli incentivi fi
scali per le aziende, politiche di
reinserimento lavorativo degli over
;&, reinserimento sociolavorativo
degli eE detenuti e dei condannati
a pene alternative, dei migranti.
2utela della salute, che non ga
rantita a tutti i cittadini, in tutte le
regioni, c/ chi rinuncia a curarsi
per ragioni economiche, si emigra
in altre regioni, le attese per accer
tamenti sono inverosimili. $ livelli di
assistenza non sono ugualmente
garantiti. L necessaria una riorga
nizzazione dei servizi, analizzare i
servizi forniti dalle regioni e realt
3virtuose4 per importare i modelli
nelle realt meno efficienti.
L, altresK, necessaria una rivalorizza
zione delle politiche per l/infanzia,
asili nido ed una compiuta ed
esaustiva analisi concernente il gra
vissimo problema della dispersione
scolastica in Campania.
7iformare lo strumento della legge
(%:A%&&& e difenderlo in quanto le
potenzialit dello stesso risultano to
talmente svuotate dai tagli statali,
privando, cosK, i cittadini di una se
rie di diritti sociali
$n un periodo di grave crisi per il no
stro Paese, in cui le risorse per i ser
vizi e il welfare pubblico sono sem
pre meno, e i bisogni della popola
zione sono invece sempre di pi8- le
imprese possono svolgere un ruolo
cruciale, integrando l/azione del
pubblico. $ncentivare il welfare
aziendale all/insegna di un nuovo
spirito civico con un forte inter
scambio di sinergie tra pubblico e
privato.
Ba oltre ai singoli temi, c/ bisogno
di una valutazione sul contesto legi
slativo attuale.
Id infatti, la normativa di settore
complessa in quanto frutto di un
decentramento e federalismo in
compiuto, manca un disegno uni
tario di governo. Pertanto, fonda
mentale operare una semplificazio
ne della normativa, uniformando le
realt regionali, troppo distanti tra
loro.
I/ necessario definire i livelli essen
ziali di prestazione, ed necessario
definire con chiarezza la divisione
dei compiti e dei poteri d/interven
to tra governo e regioni, onde evi
tare conflitti e sovrapposizioni deci
sionali.
#ppare, quindi, senz/altro utile una
uthority che vigili sulla qualit dei
servizi offerti, sul rispetto dei livelli es
senziali di prestazione e garantisca
uguali prestazioni sociali al Nord
come al Sud come al Centro $talia.
31
Centri
Storici
1/area metropolitana di Napoli
costituita dalla stratificazione di
molti centri storici, sorti dapprima
come casali nell/agro campano,
trasformatisi poi in insediamenti ric
chi di storia e di valori. $l Centro Sto
rico di Napoli, nella lista del patri
monio mondiale dell!6nesco, una
straordinaria parte di citt stratifica
ta, in particolare, l!area del traccia
to greco romano.
Per questa fondamentale porzione
del territorio cittadino, necessario
un quadro che articoli interventi in-
tensivi 0la trasformazione di parti
strategiche come l!area dell!#cro
poli, il ?ecchio Policlinico e la ca
serma dei ??.55. di via del Sole- ed
interventi estensivi! quali le azioni
per l!aumento della sicurezza urba
na nell!area delle mura. il restauro
edilizio degli edifici, dei suoi cortili e
giardini storici, delle singole unit
immobiliari e delle chiese attraver
so l!uso massiccio della leva fiscale,
impiegando risorse pubbliche Slo
caliS, cosK come stato con l/espe
rienza di Sirena, finalizzati alla ri
qualificazione abitativa, degli usi e
delle funzioni. Jueste strategie di
recupero vanno estese all/intero
territorio metropolitano, rafforzando
il concetto di policentrismo, vera
prospettiva di innovazione per
l/area provinciale, e vanno attuate
mediante il coinvolgimento di mol
teplici soggetti e risorse pubbliche
e private, per esaltare il ruolo strut
turante che i Centri Storici giocano
nel complessivo sistema metropoli
tano.
6n!operazione possibile e realizzabi
le se si parte dal cuore pulsante
della citt , dal Centro Storico, il cui
cuore rappresenta, come noto,
un museo aperto, frutto della strati
ficazione della storia cittadina e la
boratorio dell/archeologia contem
poranea, i cui elementi principali
sono le Bura )reche e quelle 7o
mane, i reperti archeologici diffusi
sul territorio, la maglia dei Cardini e
dei Decumani, gli innumerevoli
complessi religiosi e civili, come i
palazzi e i giardini antichi. Dunque,
il Centro Storico di Napoli quale
vero motore di sviluppo, in stretta
connessione con il Porto, dell/eco
nomia locale e regionale. Per*, per
avviare e aumentare i giri di questo
motore necessario concentrarsi
improrogabilmente sulla valorizza
zione della vocazione economica
di questo spazio territoriale 3patri
monio dell/umanit4.
Nel Centro storico di Napoli, cultura
e conoscenza s/integrano in modo
spontaneo e la loro valorizzazione
pu* sviluppare un borgo economi
co particolarmente caratterizzato
da terziario avanzato, della ristora
zione, della ricezione, ma anche
dall/artigianato e dal turismo reli
gioso.
$l progetto di sviluppo economico
del centro storico pu* porsi, dun
que, l/obiettivo di rivitalizzare l!area
con una popolazione giovane e
valorizzare uno dei pi8 importanti
32
siti 6NISCH del mondo rendendo
nel contempo sede di un prestigio
so Campus 6niversitario 6rbano.
7ealizzare il Progetto del rilancio
del Centro Storico attraverso la rea
lizzazione di un Campus 6niversita
rio diffuso 0in connessione con
quanto ipotizzato per l!area di Ca
gnoli- vuol dire, insomma, dare
contenuto ai grandi progetti euro
pei attualmente avviati su ognuna
di queste aree, sbloccandone
l/attivit di progettazione e affron
tando la realizzazione di condizioni
ineludibili quali, la legalit e la sicu
rezza, il trasporto pubblico locale,
la manutenzione urbana, l/occupa
zione giovanile. Si determinerebbe,
in tal modo, la possibilit concreta
di legare il Piano Strategico del co
mune di Napoli agli $2$ 0Progetti
europei di sviluppo urbano sosteni
bile integrato - per coniugare finan
ziamenti connessi a obiettivi temati
ci differenti, combinando fondi di
assi prioritarie e programmi operati
vi supportati dal 5I7S, dal 5SI e dal
fondo di coesione e la possibilit di
finanziare attraverso mutui gli ac
quisti di propriet nel centro storico
con fondi della Cassa Depositi e
Prestiti, cosi come da virtuose espe
rienze europee 0)ermania e 5ran
cia-.
1a proposta del Partito Democrati
co quella di un progetto di riqua
lificazione urbana dalle forti impli
cazioni sociali che, partendo
dall/ottimizzazione dell/utilizzo delle
risorse comunitarie che si stanno in
vestendo e si dovranno investire a
Napoli, proietterebbe la citt nel
suo pi8 naturale ruolo all/interno
della rete delle citt europee che
sar realizzata attraverso la politica
di coesione %&';A%&%&.
1o sviluppo della citt ne risultereb
be stimolato attraverso un nesso
culturale profondo, non meramen
te retorico, ma civile, che veda in
campo lo sforzo organizzato e
coordinato delle forze vitali e sane
della citt.
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