il presente documento stato elaborato dalla Segreteria provinciale del Partito Democratico di Napoli come base di discussione in vista della conferenza programmatica che intendiamo svolgere nella prima met del mese di settembre. Si tratta di una sintesi degli elaborati sin qui prodotti dalla Segrete ria provinciale dall!atto del suo insediamento. Pertanto, il documento volutamente " non pretende di esaurire in questa sede tutte le possibili tematiche e di affrontare tutte le que stioni di cui il nostro Partito chiamato quotidianamente ad occuparsi ai vari livelli istituzionali e politici. #l contrario, esso, in coincidenza con la fase di avvio della neo " istituita citt metropolitana si pone come base di discussione sia rispet to alle problematiche relative all!assetto istituzionale che il nuovo ente assumere che rispetto alle funzioni e alle competenze che esso dovr esercitare. $n quest!ottica, e nel far seguito agli incontri tenutisi presso la fe derazione provinciale fin da mese di dicembre %&'(, la Segreteria ha ritenuto opportuno inoltrare il presente documento a tutti voi, per solle citare ogni utile apporto rispetto a quanto in esso contenuto e, nello stesso tempo, per fare in modo che il dibattito in seno alla conferenza programmatica sia ampio, articolato e proficuo. )radiremmo, perci*, che ogni proposta che riterrete di elaborare venga inviata a mezzo email all!indirizzo segreteria+pdnapoli.it, speci ficando nell!oggetto la dicitura Proposta per la conferenza program- matica. Napoli, agosto 2014 Il Segretario Provinciale Venanzio Carpentieri LaCitt Metropolitana Listituzione delle Citt metropolita ne risponde ad un duplice ordine di esigenze, a- superare la discrasia tra organizzazione amministrativa ed estensione di fatto della citt. b- predisporre strumenti di governo adeguati all/amministrazione di real t territoriali particolarmente com plesse, quali quelle metropolitane. # tal fine, i metodi di rilevazione di concentrazioni urbanistiche so vracomunali possono essere due, il sistema locale del lavoro 0S11-, ela borato ed utilizzato dall/$S2#2 al fine di delimitare un insieme di comuni interdipendenti tra loro e con il co mune 3centroide4, e la regione ur bana funzionale 0cosiddetta 567, acronimo di functional urban re- gion-, che contrassegna aree territo riali pi8 ampie di quelle rilevate nel S11, ma comunque connesse da vin coli di interdipendenza legati alla mobilit ed alle relazioni produttive. # favorire lo sviluppo della Citt me tropolitana , inoltre, il percorso nor mativo che ha permesso di giungere all/istituzione della stessa. Dalle ela borazioni accademiche e scientifi che degli anni 9:& in materia, alla legge n.';% del '<<&, che agli artt. '= e ': prevede, per la prima volta, l/istituto della Citt metropolitana stabilendone procedimento costitu tivo e regole organizzative, successi vamente incorporata nel 2.u.e.l, d.lgs. n. %>= del %&&&. 5unzionali a tale inquadramento, i passaggi suc cessivi alla riforma del 2itolo ? della Costituzione e gli interventi attuati prima dalla cd. 1egge 1a 1oggia del %&&( ed in via transitoria dalla legge sul federalismo fiscale del %&&<, che portano alla diretta istituzione della Citt metropolitana a partire dagli interventi legislativi del %&'% e alla re cente legge = aprile %&';, n. @> 0cd. 1egge Delrio-. Le opzioni proposte dalla Segreteria provinciale del PD di Napoli in meri- to allassetto istit!zionale della na- scente citt" metropolitana# 1a Segreteria provinciale del PD di Napoli, sin dal suo insediamento, av venuto a dicembre %&'(, ha seguito l!iter parlamentare che ha portato all!approvazione della 1. @>A%&';. Proprio nel momento del passaggio del disegno di legge dalla Camera al Senato, la Segreteria provinciale, all!esito di un confronto con i propri amministratori locali, aveva avuto modo di segnalare al Binistro Coschi e al )ruppo del PD in Senato alcuni elementi 3problematici4 allora con tenuti nel testo licenziato dalla Ca mera dei Deputati e di proporre del le soluzioni emendative. $n particolare, $l principale motivo di dissenso allora emerso concerneva la scelta di far coincidere di diritto il sindaco metropolitano con il sinda 1 co del comune capoluogo. 6n se condo aspetto critico concerneva la prevista possibilit che un terzo dei comuni ricompresi nel territorio della citt metropolitana ovvero un numero di comuni rappresentativi di almeno un terzo della popolazione della provincia, comunque tra loro confinanti, deliberassero, con atto adottato dal rispettivo consiglio co munale a maggioranza assoluta dei componenti, la volont di non aderi re alla rispettiva citt metropolitana e di voler continuare a far parte del la provincia omonima. Si trattava di una previsione poten zialmente assai pericolosa, in quanto avrebbe aperto la strada alla nasci ta di una citt metropolitana mon ca, coesistente, nello stesso territorio, con una provincia ormai svuotata di competenze e funzioni per effetto delle norme contenute nello stesso ddl e destinata alla definitiva sop pressione per effetto del disegno di legge costituzionale approvato in prima lettura dal Senato l!: agosto scorso. Nel periodo considerato, il locale centrodestra aveva in proposito av viato una penetrante iniziativa politi ca per rendere concreta la non adesione di molti comuni della pro vincia, motivata proprio dalla man cata adozione dell!elezione diretta e dal fatto che i sindaci dei comuni al di sotto dei @.&&& abitanti non sareb bero entrati a far parte dell!eligendo consiglio metropolitano. 5ortunatamente, nel testo approva to in via definitiva dal Parlamento tali criticit risultano quasi del tutto superate. # ben vedere, tra quelli appena menzionati, l!unico tema ancora aperto riguarda proprio l!eventualit che il sindaco metropolitano venga eletto direttamente dai cittadini. 1!idea che si sta facendo strada nel le nostre discussioni " e che rappre senta la proposta della Segreteria provinciale " nel senso che il redi gendo statuto preveda per gli orga ni di governo della nascente citt metropolitana l!elezione diretta, al fine di dotare gli stessi di piena legit timazione popolare. Ci* in quanto il profilo che riteniamo di dover conferire al nuovo ente non quello di un ente di mero coordi namento, quanto, piuttosto, di un soggetto dalle competenze forti e penetranti, in grado di interloquire con autorevolezza nei riguardi dei li velli istituzionali regionali, nazionali e comunitari. Sostenere l!opzione dell!elezione di retta significa " e di ci* siamo consa pevoli " condividere anche i presup posti che a tale soluzione fanno da cornice. In primis, perchD si possa dar luogo all!elezione diretta, occorre una spe cifica legge elettorale approvata dal Parlamento. 1a nostra idea che si possa partire dal precedente sistema utilizzato per le elezioni pro vinciali, opportunamente adattato alla fattispecie, a partire dal numero dei consiglieri da eleggere. Su questo specifico fronte, riteniamo sin d!ora di richiamare l!attenzione dei nostri rappresentanti in Parla mento, invitandoli ad assumere una specifica iniziativa in tal senso. 2 $n secondo luogo, occorre che lo statuto della citt metropolitana preveda la costituzione di zone omogenee, per specifiche funzioni e tenendo conto delle specificit territoriali. 2ale eventualit, ad avviso della se greteria, rappresenta nell!immediato un efficace 3antidoto4 al rischio 0pa ventato da alcuni- di un nuovo na policentrismo a detrimento delle di verse realt locali. $n prospettiva, un siffatto assetto istituzionale, in uno con la valorizzazione dello strumento dell!unione di comuni 0anch!esso ri formato dalla legge Delrio-, pu* es sere prodromico a fusioni degli enti di minori dimensioni. $nfine, necessario che il comune capoluogo abbia realizzato la ripar tizione del proprio territorio in zone dotate di autonomia amministrativa. 2ale ultimo requisito ha come conse guenza immediata, a nostro avviso, un profondo ripensamento delle at tuali Bunicipalit, che, a distanza di quasi dieci anni dalla loro istituzione, mostrano in pieno l!esigenza di esse re radicalmente riformate. 1!ipotesi di lavoro da cui la Segrete ria provinciale ritiene si possa partire si fonda sull!accorpamento degli at tuali dieci organismi di decentra mento in cinque o sei Bunicipi con una popolazione media di circa centocinquanta duecentomila abi tanti. Ne deriverebbe, per conseguenza quasi automatica, una riconfigura zione del ruolo dello stesso capoluo go, destinato, secondo analoghi modelli esistenti a livello europeo, a coincidere con la citt metropolita na. $n altri termini, si darebbe vita alla nuova 3)rande Napoli4. 1a prospettiva che si delinea, dun que, quella di un processo di ridefi nizione degli assetti istituzionali " indi viduali e collettivi articolato per fasi, a conclusione del quale tutti gli enti in esso coinvolti sono chiamati a ripensare profondamente il loro modo di essere e di operare. 6n processo " giova evidenziarlo sin d!ora " al quale non pu* dirsi estra nea la stessa 7egione, chiamata or mai ad abbandonare ogni residua competenza di ordine gestionale e a configurarsi senza pi8 ambiguit come ente con esclusive funzioni di programmazione generale e di legi slazione. Le linee direttrici dei progetti di rifor ma degli anni pi8 recenti dispongo no, in linea generale, il superamento della rigida ripartizione legislativa per materie in favore di una pi8 mo derna e flessibile ripartizione anche per funzioni ispirata ad un 3regionali smo cooperativo4. Da un approfon dimento circa l/estensione della competenza normativa statale emergono, pertanto, da un lato, nuove ipotesi di sussidiariet vertica le per esigenze di unit giuridica o economica della 7epubblica, dall/altro, la costituzionalizzazione della compartecipazione degli enti territoriali al gettito di tributi erariali ri feribile al loro territorio e il conse guente integrale finanziamento del le funzioni pubbliche loro attribuite. Con riferimento ai poteri regolamen tari, invece, viene specificato che la potest regolamentare spetta allo 3 Stato o alla 7egione in relazione all/esercizio delle rispettive compe tenze legislative e che a Comuni e Citt metropolitane riconosciuta una potest regolamentare in ordi ne alla disciplina dell/organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite, nel rispetto per* della legge statale o regionale compe tente. $l passaggio successivo co stituito, come detto, dall/approva zione della legge Delrio e dagli obiettivi di efficacia, efficienza e produttivit per l/economia e la vita sociale che la stessa intende perse guire attraverso l/istituzione della Cit t metropolitana, nonchD dalle suc cessive modifiche ad essa apporta te dal nuovo decreto legge n. <& del %&';. La devoluzione di funzioni e com petenze alla Citt metropolitana ri calca il segno autonomistico della 3vecchia4 legge sul federalismo fi scale, anche se tali poteri vanno letti pure in un/ottica di risparmio della spesa pubblica e di ottimizzazione delle risorse ad uso degli enti locali. 1a fonte della legge fissa, perci*, i tratti principali dell/ordinamento or ganizzativo e funzionale della Citt metropolitana, ma riserva vastissimo spazio all/autonomia statutaria e re golamentare. #l fine di rendere ef fettiva l/operativit delle Citt me tropolitane, inoltre, il legislatore non manca di disciplinare le nuove pro cedure elettorali, ad essa inerenti, 0Circolare del Binistero dell/$nterno n. (% dell!'A=A%&';-, prevedendo ele zioni di secondo grado, nonchD la possibilit per lo Statuto di disporre l/elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitano. 1a legge non , per*, altrettanto puntuale nel definire la 3forma di governo4 della Citt metropolitana, tanto vero che non stabilisce l/ampiezza dello spazio riservato allo Statuto comuna le nella definizione delle attribuzioni degli organi, e manca la previsione di un organo di governo sul modello della giunta dei comuni, organo a competenza generale residuale. Chiaro e puntuale , invece, il detta to dell/art. >, co. ' della legge Delrio che prevede che i confini fisici della Citt metropolitana vanno a coinci dere con quelli della vecchia Provin cia e che fatta salva la procedura eE art.'(( Cost., con la quale, me diante intesa, altri Comuni possono aggregarsi al territorio della Citt metropolitana secondo i meccani smi disegnati dalla Carta Costituzio nale e dalla legge. 1a parziale so vrapponibilit tra la 3vecchia4 Pro vincia e la Citt metropolitana emerge anche dall/analisi delle fun zioni fondamentali attribuite a quest/ultima ed in parte ereditate dalla Provincia stessa, cui vanno ad aggiungersi quelle specifiche della Citt metropolitana, la cui definizio ne viene riservata allo strumento del lo Statuto, nonchD quelle conferite da fonti legislative statali e dalle 7e gioni. 7ileva, in particolare, la funzio ne fondamentale di promozione e coordinamento dello sviluppo eco nomico e sociale come funzione di governo dell/area secondo un mo dello ad autonomia differenziata. 4 $l dibattito dei prossimi mesi, dunque, dovr puntare ad analizzare le nuo ve procedure elettorali. le proble matiche dello statuto. le competen ze normative e quelle amministrative con particolare attenzione ai singoli ambiti di competenze. Si tenter di individuare una modalit di gestione dell/area vasta, funzionale ad un ra dicale auspicato cambiamento. Si formuleranno, nella presente sede, alcune proposte sul piano del metodo e su quello dei contenuti. Specifici focus si apriranno, a partire da ora e nei mesi a venire, su porto e logistica, cura del ferro, centro sto rico grandi progetti, Napoli est, Ca gnoli, periferie, area flegrea, area costiera, area nord, area nolana. Pare opportuno ricordare in questa sede il recentissimo intervento del )overno centrale che con il cd. De creto 3Sblocca $talia4 0illustrato il 'F #gosto %&';- intende attuare un va sto programma di innovazione, fi nanziamento e soprattutto semplifi cazione, al fine di innovare le risorse del Paese, creare posti di lavoro e snellire le procedure burocratiche. $l Decreto si occupa di molteplici questioni rilevanti per gli enti locali e, in prospettiva, anche per la nascen te citt metropolitana. $n particola re, esso detta disposizioni in materia di, '. Cantieri, )randi opere ferme e gi finanziate sbloccabili con sem plificazioni. attiva risorse per (& mld di euro 0@=G da risorse private pari a '= miliardi-. %. Comuni, Piccoli comuni, %mila interventi per un valore complessi vo di '(&&milioni 0come prima fase- (. #utostrade , $nvestimenti ag giuntivi per oltre '& miliardi e conte nimento dei pedaggi autostradali. Banutenzione di strade e ferrovie, interventi per la messa in sicurezza pari a 'miliardo per un totale di '%mila posti di lavoro. ;. 7eti, Canda larga e ultralarga, facilitazioni e semplificazioni per la posa in opera di reti e misure di agevolazione fiscale per interventi infrastrutturali da parte dei privati nelle aree cosiddette 3bianche4 0fuori mercato-. @. Porti . >. Dissesto, Hpere antidissesto idrogeologico, @=& cantieri per un valore di >@& milioni di euro. Hpere idriche 0depuratori, reti e collettori fognari- dalla Campania alla Sicilia, entro il %&'; verranno aperti '&; cantieri per un valore di ;:& milioni di euro. =. Societ pubbliche , riduzione e aggregazione, affidamenti dei servizi nel rispetto delle norme 6I e introduzione di poteri sostitutivi in caso di inerzia. :. Curocrazia, > miliardi di euro il valore degli interventi su finanza di progetto, defiscalizzazione, ban cabilit dei progetti, contratti di partenariato pubblicoprivato. 7i forma del codice dei contratti pub blici attraverso delega legislativa. Potenziamento operativit di Cassa depositi e prestiti a supporto dell/economia. Semplificazione delle procedure e responsabilit per l/utilizzo delle risorse europee 5 0''& miliardi in sette anni %&'; %&%&-. <. Idilizia, ICHCHN6S, vengono stabilizzati gli incentivi fiscali per gli interventi di efficientamento ener getico e adeguamento antisismico. Nuove misure per dare certezza sui tempi di esecuzione degli interventi edilizi. Sgravi fiscali per gli investi menti in abitazioni in locazione. #gevolazioni fiscali per le permute immobiliari che prevedono l/acqui sto di immobili ad alto rendimento energetico. '&. IEport, Piano straordinario per l/internazionalizzazione delle impre se e l/attrazione di investimenti esteri in $talia attraverso,potenzia mento grandi eventi, voucher tem- porary export manager, piattafor ma ecommerce per le PB$, valo rizzazione del settore agroalimenta re in vista di IEpo %&'@. ''. Cagnoli, Nuovo modello di governance territoriale per le aree di crisi industriale per attrarre inve stimenti e per gli interventi di bonifi ca e valorizzazione ambientale. Nuovo iter semplificato per la ces sione di immobili del demanio at traverso percorsi concertati con i comuni. '%. Inergia, Per sviluppare le risor se geotermiche, petrolifere e di gas naturale il progetto prevede investi menti privati nazionali e internazio nali per oltre '= miliardi di euro, con un effetto sull/occupazione di '&&mila unit e un risparmio in bol letta energetica per %&& miliardi in %& anni. Urbanistica L a riflessione in questo ambito te matico si concentra sullo sviluppo strategico del territorio e delle infra strutture, cui deve mirare la politica urbanistica perequativa e com pensativa. 1o sviluppo della Citt metropolitana, infatti, diviene, in tal senso, strategico in un/ottica di fun zionalizzazione della struttura citta dina e degli agglomerati urbani. 1a perequazione, in particolare, tende ad ottenere due effetti concomi tanti e speculari, la giustizia distribu tiva nei confronti dei proprietari dei suoli chiamati ad usi urbani. la for mazione, senza espropri e spese, di un patrimonio pubblico di aree a servizio della collettivit. Si parla in tal caso di compensazione, perchD si prevede la possibilit, in presenza di vincoli preordinati all/esproprio, di corrispondere, in luogo dell/indennit di esproprio, diritti edificatori da trasferire ed impiega re su altra area, nella disponibilit del proprietario o di terzi. Compen sazione, ed addirittura permuta, quindi, quali strumenti in attuazione dei principi di efficacia, efficienza ed equit, garanzia di 3indifferenza delle posizioni proprietarie dei suoli4. Si tratta di strumenti conformi alla previsione normativa che attri buisce alla Citt metropolitana compiti di adozione e aggiorna mento annuale di un piano strate gico triennale del territorio metro politano, di pianificazione territoria 6 le generale, di strutturazione di si stemi coordinati di gestione dei ser vizi pubblici, di organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano, di mobili t e viabilit, anche se prevede, al contempo, che la stessa debba operare 3senza oneri aggiuntivi di spesa4. La legge avrebbe, forse, dovuto ragionare su di un modello di attri buzione delle competenze 3a geo metria variabile4, considerando che le istituende Citt Betropolita ne si confronteranno con sfide e, soprattutto, con problemi sedimen tati nel corso del tempo, molto dif ferenti e che richiederebbero ricet te d/intervento 3su misura4. $n ma teria di sviluppo del territorio, inve ce, dall/esigenza di conformarsi alla spending review e dalle previ sioni rinvenibili anche nel d.l. 31upi4, emerge, come imprescindibile, la partecipazione dei privati, da valu tare anche in fase di pianificazione territoriale di area vasta, sia di ca rattere programmatorio che di ca rattere operativo, data la necessi t, per il futuro, che la stessa sia at tuata in base 3ai principi di concor renza, partecipazione, flessibilit, leale collaborazione con il privato e con le altre amministrazioni, sem plificazione dei procedimenti e ri spetto dei tempi, tutela del legitti mo affidamento4. $l d.l. 1upi divie ne, quindi, la necessaria chiave di lettura di tale fondamentale per corso finalizzato al raggiungimento di obiettivi di efficacia urbanistica, equit nel trattamento e semplifi cazione. 1a legge statale, quindi, ritorna ad essere centrale in materia di territo rio, dato il nuovo riparto di compe tenze previsto dalla recente riforma del 2itolo ? della Costituzione. Con finalit di uniformit del territorio nazionale, infatti, si prediligono mo delli unici a carattere nazionale. 1/attuazione di tali politiche di go verno del territorio avverr pertanto attraverso la Direttiva Juadro 2erri toriale 0DJ2- che definisce gli obiettivi strategici di programma zione e gli indirizzi di coordinamen to, della durata di cinque anni, con aggiornamento triennale. 1e 7egio ni, invece, dovranno calibrare i pro pri strumenti alle previsioni statali. #lle Province e alle Citt metropoli tane, sar assegnata la pianifica zione territoriale di area vasta, mentre ai Comuni spetteranno due livelli di pianificazione, programma torio e operativo. Appare, perci*, necessario an che proporre l/attuazione di un pia no strategico per l/#rea metropoli tana, all/interno del quale rendere possibile lo sviluppo dello stesso an che a livello comunale. Sembra, in fatti, utile ricordare che, soprattutto in vista dell/istituzione della Citt metropolitana, le amministrazioni, sulla base dei principi e delle nor me che disciplinano l/azione ammi nistrativa, hanno l/obbligo di leale cooperazione. 7 Si ritiene, perci*, opportuno sup portare l/attuazione delle compe tenze della Citt metropolitana nel la materia urbanistica al fine di at tuare proprio i due livelli di pianifi cazione, programmatorio ed ope rativo, in linea con gli istituti della perequazione e della compensa zione, nonchD del risparmio di suo lo, ecc.. promuovere incontri con gli amministratori locali, i parlamen tari e i Circoli, al fine di contribuire, nell/ottica della Citt metropolita na e delle competenze della stessa in materia urbanistica, agli obiettivi di efficacia, di equit di trattamen to e di semplificazione. nonchD isti tuire tavoli di concertazione tra le amministrazioni locali, cosK da defi nire modalit di intervento comuni. Edilizia e Semplificazione Si intende, nel settore in esame, approfondire l/idea di semplifica zione finalizzata in concreto alla creazione di un/amministrazione competitiva, ove le norme del sin golo settore 0auspicabilmente ri dotte e sistematicizzate- possano trovare immediata uniforme appli cazione su tutto il territorio naziona le, con l/ausilio di strumenti e cate gorie propri del diritto e con un si gnificativo supporto da parte dell/informatica. Da ultimo, il recen te decreto legge n. <&A%&';, all!art. %;, ha previsto per qualsiasi istanza, procedimento, ecc, modelli unici nazionali e per quanto riguarda la materia dell/edilizia, risultano gi pubblicati i modelli per la SC$# e per il premesso di costruire, definiti di intesa tra )overno e Conferenza unificata. Imerge, pertanto, la ne cessit di un apporto nella fase di completamento di tutti i modelli, nonchD nella informatizzazione de gli stessi e nella piena realizzazione di un modello procedimentale per gli uffici, con finalit di semplifica zione, dematerializzazione e diffu sione di metodologie proprie della open innovation. In ambito procedimentale, invece, la semplificazione induce a preve dere modelli di istanze, da fornire ai richiedenti il singolo provvedimen to, che diano luogo a risposte uni voche, cosK da anticipare al mo mento della progettazione l/eserci zio della discrezionalit tecnica per singolo procedimento e per tipolo gie analoghe. Naturale completa mento del sistema, , inoltre, la de finizione di modalit per la presen tazione delle pratiche direttamente online attraverso l/utilizzo della po sta certificata da parte del cittadi no eAo dei tecnici dagli stessi incari cati, nonchD l/attivazione dei mec canismi di controllo, anche a cam pione per tutti i procedimenti che involgano autodichiarazioni ed autocertificazioni. 1a semplificazione, infatti, passa anche per la creazione di modelli, 8 anche informatizzati, di applicazio ne delle norme statali, da comple tare poi, con riferimento alle mate rie di legislazione concorrente, con quelli di applicazione delle norme regionali, ovvero, per le materie di competenza esclusiva con modelli locali generali. Si ritiene, perci*, di supportare i processi di semplificazione, anche dialogando con amministratori lo cali, responsabili sul territorio e par lamentari, al fine di formare ed at tuare modelli di semplificazione de gli sportelli unici dell/edilizia, sulla base di moduli aperti, suscettibili di adattamenti in continuit, anche per effetto di nuove norme. Si pro pone, a tal fine, di supportare il la voro ricognitivo dello Stato in tema di legislazione edilizia, nonchD di quella vincolistica della 7egione Campania, al fine di individuare in terpretazioni uniformi su tutto il terri torio regionale e metropolitano in particolare, evidenziando le critici t su cui necessario promuovere attivit. promuovere incontri con gli amministratori locali, i parlamentari e i Circoli al fine di implementare procedure semplificate e opportu namente informatizzate e rendere uniformi le modalit operative degli sportelli unici dell/edilizia 0e, per quanto qui interessa, degli sportelli unici delle attivit produttive-. isti tuire tavoli di concertazione tra le amministrazioni, locali e statali, al fine di definire procedure per la de finizione di pratiche edilizie, specie per quelle per le quali sia necessa ria l/espressione di pareri delle au torit preposte alla tutela. Trasporti e Infrastrttre nell!Area Metropolitana LIuropa da anni sostiene politi che di azione sulla mobilit urbana sostenibile delle grandi citt. Juin di, in questa scia, l/$talia dovr dare priorit al trasporto pubblico locale 02P1-. L urgente, dunque, una rivo luzione nella mobilit e prima an cora nella cultura dei cittadini. 6n fiume sterminato di macchine ci sta letteralmente sommergendo. 1e conseguenze sono gravi e note da tempo, stress, danno economico complessivo e congestione, inqui namento atmosferico nonchD acu stico. L giunto il momento di intervenire in maniera efficace affinchD questa allarmante realt sia domata e ri condotta a dimensioni accettabili. $l Comune di Napoli negli ultimi anni ha messo in campo qualche tenta tivo risolutivo, ma con misure ineffi cace e in parte non condivisibili nell!approccio, caratterizzato in lar ga misura da un fattore, il divieto. Si pensi alle cosiddette M21, queste, in alcuni casi, si sono rivelate giuste ed apprezzate, ma in altri, dove hanno riguardato arterie centrali, 9 hanno causato la paralisi delle stra de adiacenti. Hccorrerebbe fare minore ricorso ai divieti e puntare invece al concetto di disincentivo. Il Trasporto P!$$lico locale Criticit e prospettive dellattale sistema del trasporto pbblico" 1a situazione del trasporto pubblico a Napoli e in provincia risente di al cune carenze endemiche dovute tanto alla riduzione delle contribu zioni degli Inti locali, quanto a ca renze strutturali e organizzative 1a qualit di alcuni servizi nell/area Betropolitana scarsa 0bassa ve locit commerciale e ritardi. Pesano, inoltre, sulla valutazione complessiva del servizio, bus e vet ture vecchie e sporche, inefficienti sovrapposizioni di linee e indebita mento delle aziende 0eE #nm, Ctp ed Iav-. $l progetto di fusione votato in Con siglio Comunale con delibera n. (> del %< luglio %&'( incomincia a per dere efficacia per via di un piano industriale non coerente con le aspettative e le esigenze dell/uten za. Stato dellArte al #$%& Non stata attuata la trasformazione della neonata holding napoletana dei trasporti in #genzia della mobilit. non si proceduto di conseguenza al conferimento di alcun bene patrimoniale necessario all/esercizio 0reti, stazioni, mezzi-. non si ridotta l/evasione sui mezzi di superficie. non si riusciti ad avere aumenti dei corrispettivi per compensazioni pubbliche dalla 7egione. non si partiti con la dismissione di alcuni depositi con relativa riduzione dei costi. Per quanto attiene alle prime scel te strategiche nel settore, occorre, a nostro avviso, ragionare in un/ottica di accorpamento e di governance strategica delle #ziende del bacino metropolitano 0#NB, C2P, I#?, 5S-, secondo modelli gi sperimentati in altre citt europee. puntare al completamento delle opere infrastrutturali in corso, al fine di realizzare quanto prima la rete dei servizi 0linea BN, linea filoviaria, linea tranviaria ecc-. censire tutti i servizi di trasporto esistenti, di superficie e su ferro, e valutarne la consistenza, il livello di efficacia, l/integrazione, la fruibilit e la reale utilit. quindi ridisegnare su base metropolitana una rete integrata di trasporto snella ed efficiente. $n questo senso le iniziative che possibile mettere in campo ri guardano. 10 efficienza e integrazione dell/offerta di mobilit e multi modalit. incremento della produttivit. evitare che processi di fusione, diventino solo sovrapposizioni, senza governance incisive. superare le barriere per una citt accessibile a tutti; facilitare il transito dei taEi, etc. sostenere la ciclabilit; promuovere la sicurezza stradale, la pedonabilit, le $sole #mbientali; incentivazione per moto e motorini in citt. uso dei veicoli a motore nel centro urbano con sistemi sharing. 7afforzamento del telelavoro. delocalizzare funzioni amministrative dal centro ai comuni della citt metropolitana. vincolare i dispositivi di viabilit alle esigenze del trasporto pubblico. applicazione dell/elettronica e l/informatica alla mobilit collettiva; dare coerenza al sistema della sosta. creazione di nuova viabilit e di accessibilit sostenibile in connessione con le nuove trasformazioni urbane. potenziare, in coordinamento con la regione, la rete 5.S. interna alla provincia di Napoli. poichD privatizzazione e liberalizzazione non sono la stessa cosa, si dica senza problemi che la 3concorrenza per il mercato4 non porta problemi, anzi apre opportunit. completamento delle opere in linea con il P)2 e il Piano delle '&& Stazioni. acquisto di nuovi mezzi. potenziamento significativo dell/intermodalit, identificando i nodi di interscambio nella rete e le possibilit di estendere le linee urbane ai comuni di prima cintura. potenziamento dei parcheggi di interscambio in corrispondenza con le nuove metropolitane. adozione di un piano di manutenzione straordinaria della rete stradale primaria e secondaria. attuazione delle gerarchie generali della rete, per trasferire gli spostamenti nella viabilit principale e per tutelare le utenze deboli e i quartieri residenziali. Porto Siamo ad agosto del %&'; e rispet to alla condizione del porto di Na poli tutto rimasto fermo, anzi, la si tuazione si aggravata. $l commis sario Narrer ha avviato tutte le pro cedure per l/approvazione da par te del Consiglio superiore dei lavori pubblici del Piano 7egolatore Por tuale. Hra, nell/ipotesi che si avvii il Piano degli investimenti, cosa non scontata, occorre dare priorit al dragaggio del fondale che con dizione minima per il rilancio e lo sviluppo del porto di Napoli. ci* an che perchD con i fanghi del dra 11 gaggio si 3tomberebbe4 la eE Dar sena di 1evante, determinando un notevole ampliamento degli spazi commerciali disponibili. 6na volta assicurata la minima competitivit del Porto si potr definire quale ruo lo far assumere al golfo di Napoli nello sviluppo del Bezzogiorno. # nostro avviso, il problema del porto di Napoli non si risolve solo con un disegno urbanistico dell!area. $l problema principale del porto di Napoli, a differenza di altri porti del nord Iuropa, che allo stato manca una connessione produttiva tra la comunit napole tana e il porto stesso. Juando si pensa ai grandi scali marittimi, infatti, le linee di pro grammazione tra le citt e i porti vanno di pari passo. Nell/attuale fase, fra i grandi plaOer marittimi, il confronto si basa sull/attrattivit del ruolo produttivo dei porti. $l Porto deve essere un polo attrattivo con infrastrutturazione integrata mate riale e immateriale, con collega menti ferroviari che vadano diretta mente sulla rete principale. $noltre, per attrarre i grandi capitali inter nazionali e affinchD le merci arrivi no pi8 facilmente a destinazione, esso deve avere un!area retropor tuale strutturata come zona franca. Sistema Aeroportale L/aeroporto di Napoli Capodichi no rappresenta un esempio virtuo so di esternalizzazione, effettuata, come noto, a partire dalla met degli anni !<& grazie all/intervento dei privati 0inglesi, spagnoli etc.-. Con questi soggetti si avviato da tempo un programma di investi menti in infrastrutture e restOling dell/aeroporto. Ci* nonostante, il problema che ancora si pone che l/area dell/aeroporto di Capodichino non inquadrata nel Piano 7egolatore )enerale della citt di Napoli, ma in un accordo $stituzionale che pre vede la sua delocalizzazione da in quadrarsi in un piano a scala vasta connesso a un progressivo migliora mento delle condizioni di sicurezza e di qualit ambientali dell/area. Difatti, la 7egione Campania ha previsto la realizzazione di uno sca lo internazionale nell/area di )raz zanise i cui tempi di realizzazione di pendono fortemente dalle risorse a disposizione del )overno naziona le. Per quando riguarda la sicurezza dell/aeroporto di Napoli Capodi chino, l/IN#C ha emanato un re golamento per la sicurezza degli aeroporti in linea con il codice del la navigazione civile 0art. =&=-, che impone i Piani di rischio che gli Inti locali dovranno adottare. Nella fat tispecie il piano di rischio riguardan te l/aeroporto di Capodichino indi 12 vidua tre comuni 0Napoli , Casoria e #fragola- i quali, nell/approvare le norme di attuazione porranno dei vincoli alla propriet privata e pubblica . Juesto sicuramente de terminer una contrazione di svilup po per i tre comuni le cui aree si troveranno nel perimetro del Piano di rischio, perlomeno nelle fasce #, C, e C.
Lo'istica Al fine di regolamentare il sistema del trasporto merci in ambito metropolitano si pu* ipotizzare un progetto cosK suddiviso, partendo dalla rete infrastrutturale gi esistente si veicolano tutte le merci destinate alla Campania agli $nterporti di Nola e Barcianise. da qui possibile suddividere i carichi e dislocarli verso centri di smista mento 0transit point- ovvero infras trutture in cui le merci in consegna giungono dal magazzino centraleAinterporto generalmente a pieno carico completi e ven gono successivamente smistate e trasferite su automezzi di piccole di mensione adibiti alla consegna lo cale. 1a funzione di stoccaggio limitata alle scorte in transito, delo calizzate sul territorio a supporto dei maggiori centri commerciali per poi ripartire e giungere alla desti nazione finale 0esercizi commer ciali-. Ci si avvale, pertanto, del metodo multistep, ossia il flusso delle merci interrotto in almeno un punto 0$nter porto- nel quale avviene il consoli damentoAdeconsolidamento delle merci destinate A provenienti da lu oghi diversi. 6n sistema cosK orga nizzato efficace nei casi in cui si rende necessario l/utilizzo di mezzi con caratteristiche diverse. inoltre, la possibilit di aggregare merci con un!unica destinazione con sente l/utilizzo, a parit di tutte le condizioni 0tempo, percorrenza, si curezza del carico ecc-, di veicoli pi8 idonei, realizzando economie di scala altrimenti non ottenibili. Juesto approccio ovviamente im plica la realizzazione di piccoli cen tri di smistamento con la con seguente creazione di nuova oc cupazione. Ne consegue che la sola creazione dei transit point non pu* risolvere in toto il problema legato al carico e scarico merci I! necessario, infatti, che la pubblica amministrazione adotti specifiche regolamentazioni per la gestione di questo servizio. Le (isorse Per rendere concrete le iniziative proposte, necessario chiedere al )overno di avviare un 3Piano Straordinario per la Bobilit 6rbana del Bezzogiorno4 con risorse ade guate per un periodo di dieci anni 0sommando risorse nazionali e fondi europei-. 1!assegnazione dei fondi dovrebbe aver luogo sulla base di un pro gramma credibile di progetti com plessivi di mobilit sostenibile, gra 13 duati per priorit, finanziabili, realiz zabili e verificabili per fasi. Dovranno essere fissati criteri chiari e trasparenti per l/assegnazione dei finanziamenti, da aggiudicare at traverso gare europee che selezio nino le imprese pi8 efficienti e me glio attrezzate. Hccorrer spendere presto e bene risorse disponibili 0le opere che si costruiscono al Sud costano di pi8 rispetto alle altre regioni dell!Iuro pa-. # tal fine, si potr prevedere la possibilit che il Binistero compe tente individui procedure e poteri straordinari per realizzare opere complesse suscettibili di ritardi bibli ci. Sotto questo aspetto, da pren dere in considerazione l!ipotesi di individuare su base metropolitana un soggetto con funzioni di coordi namento, di controllo e di stimolo sui tempi di realizzazione delle ope re infrastrutturali per i collegamenti aerei, ferroviari e marittimi. Ciclo dei ri%i!ti #ttualmente la provincia di Napoli produce circa '.;&&.&&& tonnellate di rifiuti ogni anno. 1a raccolta dif ferenziata raggiunge mediamente il ;&G. Hccorre, quindi, una capaci t di trattamento di rifiuti indifferen ziati per almeno :@&.&&& tonnellate l/anno. Hriginariamente concepiti come impianti di produzione del CD7, gli impianti denominati S2$7 di 2ufino, )iugliano e Caivano svolgono esclusivamente un!attivit di sele zione del rifiuto 3tal quale4 ricevuto, rispetto al quale viene operata sol tanto una separazione fra parte secca e parte umida. Successiva mente, la parte secca, stimabile in circa la met di quello che entra negli S2$7, viene imballata e desti nata al termovalorizzatore di #cer ra, mentre la parte eccedente vie ne trasferita verso gli inceneritori del nord $talia o di altri paesi euro pei. Pertanto, il sistema di trattamento e smaltimento della frazione indiffe renziata ha evidenziato difficolt connesse alla gestione degli im pianti che ha reso necessario ricor rere al trasferimento verso impianti fuori regione. 2ale attivit, che do veva essere considerata di caratte re assolutamente straordinario e connessa a situazioni emergenziali, diventata un metodo di smalti mento ordinario. $l che si tradotto e continua a tradursi in un enorme spreco di denaro pubblico. #nche la parte umida, qualitativa mente e quantitativamente pi8 problematica, viene diretta verso discariche fuori regione. 2ale ciclo implica un traffico quoti diano di circa %@& automezzi 0auto compattatori da '& tonnellate- che dai comuni della provincia si spo stano verso gli S2$7 e, da questi im pianti, circa >& automezzi 0autocar ri bilici da %@ tonnellate- trasportanti le balle dei rifiuti secchi ripartono 14 verso #cerra, mentre altri @& veicoli 0bilici da %@ tonnellate- trasportano i rifiuti umidi da smaltire presso le di scariche fuori regione. Hgni giorno si mettono in viaggio per i rifiuti centinaia di autocarri, per un totale annuo di oltre ':&.&&& veicoli. $ costi economici di tale traffico dei rifiuti si ripercuotono im mediatamente sulle tasche dei cit tadini, mentre quelli ambientali sono incalcolabili. $noltre, occorre affrontare il proble ma di come eliminare dal territorio i circa = milioni e mezzo di cosiddet te ecoballe che nessuno sa cosa realmente contengano. # tutt/oggi non stato ancora deciso come smaltirle, mentre sono stati spesi '( milioni di euro soltanto per la loro 3manutenzione4. 1a gestione del ciclo dei rifiuti in Campania richiede una visione d/assieme nell/ambito regionale e assoluta chiarezza su impianti e ri sorse disponibili per rendere effi ciente e completo il ciclo, cosa che non si riscontra nella legge re gionale di recente approvazione. L accaduto spesso che gli S2$7 del la provincia di Napoli fossero saturi mentre quelli di Cenevento e Saler no restavano semivuoti. Jui il pro blema supera dunque anche l!ambito della citt metropolitana e come dicevamo investe il territo rio regionale. I/ possibile che si arri vi a queste situazioni assurde per chD pastoie e lungaggini burocrati che non consentono di indirizzare i rifiuti da un impianto ad un altroP $n questa situazione la costituzione degli #mbiti 2erritoriali Httimali, in troducendo un sistema di gestione dei rifiuti in forma associata tra i co muni, ai quali resta soltanto la ge stione della raccolta e dello spaz zamento, viene annunciata come la soluzione del problema. L legittimo, per*, domandarsi quali saranno i risultati effettivi sul piano dell!efficacia, dal momento che la legge regionale sul ciclo integrato dei rifiuti, che sul territorio della pro vincia di Napoli prevede la divisio ne in ( #to, a ciascuno dei quali sar assegnato uno degli S2$7 esi stenti, non precisa con quali risorse saranno gestiti, con che tipo di im pianti " oltre agli S2$7 e all!inceneri tore di #cerra e in quali tempi si immagina di completare il ciclo in tegrato dei rifiuti. 1a proposta che il PD avanza in materia, in conformit con la nor mativa europea sul ciclo integrato dei rifiuti, mette al primo posto la ri duzione della produzione di rifiuti, quindi il riuso e il riciclo di materiali scartati ed infine l/incenerimento per la quota residua di rifiuti che non pu* essere riciclata. 1a strategia europea per l/ambien te, infatti, pone al centro il rispetto di tutte le fasi della raccolta diffe renziata. # tal fine, ed in un/ottica di assolu ta economicit, riteniamo opportu na la riconversione degli S2$7 esi stenti in impianti di trattamento dei rifiuti differenziati, ciascuno specia lizzato nel trattamento di una tipo logia di rifiuto. $l progetto industriale per la gestio ne del ciclo integrato dei rifiuti su base metropolitana, in conformit 15 alle normative inerenti gli obiettivi di raccolta differenziata e conferi mento dei rifiuti prodotti in ambito territoriale ottimale 0cosiddetto im pianto di prossimit-, si pone come obiettivo il raggiungimento di una percentuale di raccolta differenzia ta pari al =&G. Ci* possibile, come dicevamo, attraverso la trasformazione dei tre S2$7 in impianti di 2rattamento 5ra zione 6mida da 7accolta differen ziata per circa ;&&.&&& tonnellate al giorno e prevedendo l!adegua mento dimensionale dell/impianto di #cerra 0per il residuale (&G- Come si detto, infatti, la produzio ne totale di rifiuti solidi urbani rag giunge le '.;&&.&&& tonnellate all/anno. 1/obiettivo del =&G di rac colta differenziata passa esclusiva mente attraverso la necessit di garantire un/autosufficienza im piantistica, in particolar modo per gli impianti di trattamento della fra zione umida. Con la riconversione degli attuali S2$7 da impianti che trattano oltre :&&.&&& tonnellate di rifiuto tal qua le, in centro di trattamento di rifiuti differenziati di frazione umida per una capacit annua di ricevimen to di circa ;&&.&&& tonnellate, si consente ai Comuni di triplicare gli attuali quantitativi di raccolta di tale frazione. I questo si tradurreb be in una drastica riduzione di spe sa, dati i costi altissimi che oggi vengono sostenuti per il trasferi mento verso impianti eEtraregionali. Nel contempo, la raccolta diffe renziata di matrice secca 0ossia carta, plastica, vetro ecc.- o in gombrante, circa @:&.&&& tonnella te l/anno, rimarrebbe di competen za delle singole piattaforme di filie ra. #l termovalorizzatore di #cerra do vrebbe cosi essere inviata, senza alcun passaggio intermedio, la quantit residua a valle della rac colta differenziata, di circa il (&G, 0pari a ;%&.&&& tonnellate l/anno-. 1/adozione di una simile soluzione comporterebbe l/abbattimento dei costi di smaltimento dei rifiuti, la cessazione dei viaggi transfrontalie ri e fuori regione dei rifiuti e, di con seguenza, la riduzione del traffico di autocarri impiegati per il traspor to, in breve, la fine di un enorme sperpero di denaro. Svil!ppo &conomico $l settore economico necessita per definizione di strategie di lungo pe riodo, almeno un quindicennio, es sendo l/area della citt metropoli tana ancora afflitta da problemi endemici e strutturali, tuttora esi stenti nonostante essa abbia usu fruito negli ultimi (& anni di politiche europee di sostegno allo sviluppo. un dato su cui riflettere e che chia ma in causa la capacit delle azio ni politiche politiche messe in cam po di ridurre lo storico gap tra il no stro territorio e le aree pi8 avanzate 16 d!$talia e d!Iuropa. 1a definizione di una strategia politicoeconomica necessita di una programmazione globale in cui gli interventi previsti devono proseguire solo nel caso del raggiungimento degli obiettivi di breve, medio e lungo termine. 6n singolo piano strutturale distinto per settore non potr che fallire, i problemi esistenti sono tutti colle gati fra di loro e sono evidente mente interdipendenti. $nterventi occasionali dettati dall/immedia tezza delle esigenze sono destinati a sprecare risorse e a naufragare. 1/economia della futura area me tropolitana caratterizzata essen zialmente da tre macrosettori, agri coltura, industria e commercio 0nel la quale ricomprendiamo anche il turismo-. 6na visione di lunga stra tegia deve prevedere una quarta macrovoce, quella delle politiche sociali, che possono trasformarsi da strumento di solidariet sociale per le fasce deboli e svantaggiate in strumento di vera e propria leva economica. $n questo contesto le cooperative sociali devono assu mere il ruolo, da un lato, di eroga tori di benefici solidaristici e, dall!altro, di vere e proprie centrali di creazione di reddito non solo de rivante da commesse pubbliche ma anche 0e forse soprattutto- de rivante dalla creazione di servizi dei quali potranno usufruire i privati. 1e imprese rientranti nelle tre ma crovoci principali 0agricoltura, indu stria e commercio- scontano enor mi divari di produttivit fra i diversi tipi di unit produttive e special mente fra aziende 3moderne4 e unit produttive ancora non 3mo dernizzate4. $l primo obiettivo strate gico dev!essere quello di trasforma re il maggior numero possibile di aziende non moderne in aziende che possono competere nel mer cato globale europeo. Nelle azien de ancora non moderne si annida no infatti quelle sacche di occupa zione precaria ed irregolare che minano alla base la solidit del si stema economico locale. #gricoltura 1a modernizzazione delle imprese passa attraverso una verifica dello stato di fatto, ovvero della fotogra fia delle realt agricole fondate sull/agricoltura puramente contadi na e delle aziende agricole fonda te su un/agricoltura capitalistica. # tal proposito, il primo strumento da utilizzare l/organizzazione di un si stema di informazione efficiente e capillare degli agricoltori e dei con sumatori. 2rasformare, attraverso 17 specifici interventi ed investimenti pubblici, le aziende agricole conta dine in aziende di agricoltura capi talistica deve essere l/obiettivo stra tegico. obiettivo che non pu* non realizzarsi in un/ottica di interdipen denza settoriale secondo la quale ad esempio le cooperative sociali possono fungere da incubatori di manodopera a costo contenuto, necessaria per la sopravvivenza delle imprese agricole che hanno l!esigenza di contenere i costi per competere con un mercato ormai globalizzato. # tal proposito, ogni intervento strategico di assistenza allo sviluppo non pu* prescindere da priorit nell/assegnazione delle risorse proprio ai futuri incubatori di manodopera 3sociale4 destinata all/agricoltura. 1/indicata linea stra tegica , tra l/altro, coerente con l/approvazione imminente presso il Parlamento della legge sull/agricol tura sociale. 1e aziende a gestione capitalistica avranno sempre mag gior bisogno di un/assistenza com merciale, affinchD possano com petere sui mercati internazionali. # tal proposito obiettivo strategico della futura citt metropolitana po tr essere la creazione di strutture private convenzionate che dovran no favorire l/acquisizione di nuovi mercati, soprattutto quelli interna zionali. 1a contrazione dei consumi interni negli ultimi anni stata af fiancata da una sostanziale impen nata delle quote di eEport in tutti i settori, innanzitutto quello vinicolo " con punte d/eccellenza nel vesu viano, nel gragnanese, ad $schia e nei Campi 5legrei " ortofrutticolo e ortivo, con punte d/eccellenza nel giuglianese. Indstria 1/obiettivo strategico deve essere di duplice rilevanza, '- $ndustria che si riconverta pre ferenzialmente in attivit che possono sfruttare materie pri me prodotte in loco 0in parti colare l/industria alimentare-. questo modello di industria deve puntare su mercati fa cilmente assistibili dalle strut ture di logistica distributiva, ai fini del contenimento dei co sti accessori. %- ?alorizzazione dell/artigianato che diventi possibilmente il fornitore privilegiato dei priva ti residenti nell/area metropo litana. la gran parte dei con sumi interni di manufatti arti gianali a vantaggio delle grandi catene internazionali di ipermercati. Puntare su una razionalizzazione dei costi e delle produzioni 0con ade 18 guate assistenze tecniche- unitamente ad un capillare si stema di promozione del pro dotto interno, equivale a so stenere un/economia artigia nale tradizionalmente florida nel territorio dell/area metro politana e a creare occupa zione stabile. (- 2rasformazione delle aziende da contoterziste 0attualmente lo sono in maniera preponde rante- in vere e proprie impre se con un proprio brand e un proprio mercato. 1/attuale tessuto imprenditoriale, so prattutto nel tessile e nel cal zaturiero 0in minor misura- fatto di imprese fornitrici di se milavorati o lavorati privi di brand. queste aziende in pro spettiva saranno sempre meno competitive atteso che la globalizzazione del merca to impone ai titolari dei brand l/acquisizione di semilavorati in paesi dove il costo della manodopera minore. Commercio $n questo settore, va, innanzitut to, considerata la tendenza, molto sviluppata nell/area me tropolitana negli ultimi anni, di una continua apertura di centri commerciali che evidentemen te drenano consumi una volta beneficio del piccolo commer cio. 1a nuova citt metropolita na potr avere un grande ruolo per favorire il settore del com mercio da sempre vocazione del napoletano. Di seguito alcu ne proposte in merito. '- 7ivendicare alla citt metro politana un ruolo determinan te, attraverso accordi con la 7egione eAo interventi legisla tivi, nel piano di assegnazione di nuovi insediamenti com merciali di grande rilevanza. Isprimere un parere vincolan te consentir il monitoraggio del settore del commercio. %- Prevedere, nel pieno rispetto delle normative europee, nel la gestione della fiscalit me tropolitana 0addizionali irpef o ires- un vantaggio fiscale che funga da garanzia per i ma nufatti dell/artigianato pro dotti nell/area della citt me tropolitana ovvero una per centuale minima di articoli in catalogo di prodotti artigia nali locali. (- Prevedere piattaforme che mettano in connessione do manda e offerta di semilavo rati ovvero l/istituzione di un 19 catalogo digitale consultabi le dalle imprese le quali po tranno conoscere le aziende di produzione dei semilavorati operanti nella loro area. Per raggiungere gli obiettivi indicati necessario cambiare il passo nell/erogazione degli aiuti che si spera potr essere compito della nuova citt metropolitana. Non pi8 investimenti a pioggia a fondo per duto ma interventi di assistenza tecnica e di mercato in favore del le aziende che dimostrano una maggiore volont di modernizzarsi, di internazionalizzare e di consegui re risultati idonei in termini di bilanci e di redditi. Pro'rammazione dei )ondi Eropei #$%&*#$ 1a programmazione europea %&'; %&%& punta molto sulle citt, la maggior parte delle sfide economi che, sociali, climatiche e ambien tali, tutte strettamente interconnes se, si presentano, infatti, nelle citt ed intorno ad esse, o, comunque, trovano soluzione in ambito urba no. 1a strategia dei fondi europei %&';%& incoraggia a coniugare le misure concernenti il rinnovamento materiale urbano con misure intese a promuovere l/istruzione, lo svilup po economico, l/inclusione sociale e la protezione ambientale. 6n ele mento indispensabile di tale pro cesso la promozione di intense collaborazioni tra cittadini, societ civile, economia locale e i diversi li velli amministrativi. Hccorre quindi promuovere una strategia integrata nell/utilizzo dei fondi, come sottolineato anche dall/#ccordo di partenariato nazio nale italiano 0cio il documento programmatico nazionale per l/uti lizzo dei fondi europei %&';%&-. $l processo di realizzazione dell/#rea metropolitana di Napoli si iscrive in questo contesto e occorre, perci*, coordinare il processo legislativo di riforma in atto con le attivit di pro grammazione economicofinanzia ria. Come noto, le citt metropolitane primo gennaio %&'@ si sostituiranno alle Province. 5ino a quella data le Province continueranno a gestire l/attivit ordinaria a titolo gratuito. 1e due attivit " fondi %&';A%&%& e avvio in concreto della citt metropolitana hanno cronopro grammi non del tutto coincidenti, ma occorre raccordarle in un/otti ca unitaria e coordinata. Diverse sono le opportunit derivanti dalla nuova programmazione. L previsto, innanzitutto, uno specifico Pro gramma Hperativo Nazionale #ree Betropolitane che prevede l/attri buzione di risorse 0:&'&& euro cir ca- alle citt metropolitane, tra cui 20 Napoli, per il miglioramento delle infrastrutture di rete e dei servizi pubblici, per interventi nel sociale e in altri ambiti tematici che possono essere definiti dai Comuni. Si tratta di un programma che non intervie ne sull/intero territorio dell/attuale provincia 0futura citt metropolita na-, che prevede una coprogetta zione tra autorit di gestione 0costi tuenda #genzia per la coesione-, Citt e 7egione. Sino a questo momento stato in dividuato il concept delle azioni in tegrate con un dossier preliminare ed entro la fine del %&'; sar dispo nibile un dossier definitivo delle azioni con l/organizzazione definiti va degli uffici comunali. Com/ noto, inoltre, le 7egioni hanno con segnato una prima bozza dei Pro grammi operativi a valere sui fondi europei %&';%& entro il %% luglio %&';, tali programmi hanno soltan to indicato strategie di massima. Hccorre subito, dunque, dare cor po ad una riflessione attenta sul tema delle citt e dell/area metro politana, che ha una tempistica di realizzazione in parte concomitan te con la presentazione dei pro grammi europei. Numerosi obiettivi tematici sostenuti attraverso i fondi strutturali e d/investimento europei presentano priorit d!intervento specifiche per le zone urbane, qua li la promozione di strategie a bassa produzione di anidride carbonica, il miglioramento dell/ambiente urba no, incluso il recupero di aree indu striali dismesse e la riduzione dell/inquinamento atmosferico. # queste si aggiungono la promozio ne della mobilit urbana e dell/inclusione sociale attraverso il sostegno per il recupero materiale, economico e sociale di zone urba ne svantaggiate. Jueste priorit di investimento potrebbero essere in serite nella strategia di sviluppo ur bano integrato di una determinata zona urbana 0articolo = del regola mento concernente il 5IS7, fondo europeo di sviluppo regionale-, ac compagnate da azioni sostenute attraverso il 5SI 0fondo sociale eu ropeo- nell/ambito delle priorit di investimento da esso previste 0arti colo ( del regolamento concer nente il 5ondo sociale europeo-. La 7egione , dunque, chiamata, nell/ambito dei programmi operati vi a prevedere delle risorse specifi che. 1/attuazione delle strategie di sviluppo urbano sostenibile necessi ta di un determinato grado di dele ga di gestione alle autorit locali 0articolo =, paragrafi ; e @ del rego lamento concernente il 5ondo eu ropeo di sviluppo regionale 5IS7-. 1/attuazione di strategie di sviluppo urbano integrato sar potenziata grazie alla possibilit di combinare azioni finanziate attraverso il 5ondo europeo di sviluppo regionale, il 5ondo sociale europeo e attraver so il 5ondo di coesione a livello di programma o a livello operativo. Ci* comporter una serie di conse guenze pratiche nei vari livelli di governance a riguardo dell/elabo razione e dell/attuazione dei pro 21 grammi. 1e autorit urbane che ri ceveranno fondi, in linea con quanto previsto dall/articolo = del regolamento concernente il 5IS7, dovranno elaborare strategie di svi luppo urbano capaci di rispondere alle molteplici sfide che le loro citt si trovano ad affrontare. $noltre, esse avranno maggiori responsabili t a riguardo dell/effettiva attuazio ne delle strategie specifiche, in quanto sar necessario un grado minimo di delega per la gestione. 1a Commissione europea si adope rer per garantire, una maggiore integrazione in termini di sviluppo urbano, esercitando l/attivit di controllo su questo aspetto nel cor so della valutazione dei Programmi operativi. maggiore innovazione at traverso l/iniziativa Q#zioni innovati veR. un maggiore potenziamento delle capacit e scambio di espe rienze attraverso la 7ete di sviluppo urbano e il programma 67C#C2 $$$, potenziato dal punto di vista finan ziario. Nell/ambito di questo nuovo equilibrio, le citt metropolitane potranno valorizzare le attivit eco nomiche, tecnologiche, culturali e sociali che si trovano nel loro territo rio, divenendo elemento di connes sione tra dimensione statale e di mensione locale. 1o strumento pi8 adatto potrebbe essere la delega alla costituenda citt metropolita na in qualit di organismo interme dio, delega della quale il Comune di Napoli ha gi beneficiato nell/ambito dei Programmi $ntegrati 6rbani 0P$6- finanziati nella pro grammazione in corso %&&=%&'(. Hccorre per* potenziare alcune strutture tecniche di gestione dei fondi per evitare le problematiche connesse alla carenza di capacit istituzionale. (iteniamo, perci*, opportune, l/istituzione immediata di un 2avo lo tra il Sindaco metropolitano indi viduato ex lege, in qualit di re sponsabile dell/attuazione dell/#rea metropolitana, e la 7e gione Campania. la previsione di un $nvestimento territoriale integrato a favore dell/#rea metropolitana che attin ga a vari assi dei Programmi Hpe rativi 7egionali %&';%& con un di mensionamento significativo 0co munque superiore alla soglia min ima del @G stabilita dai regolamenti comunitari-, in raccordo con la po litica del PHN Betro e della Strate gia nazionale delle #ree interne, nell/ambito del quale l/#utorit ur bana si ponga un organismo inter medio. Hccorre prevedere azioni di sviluppo urbano, culturale e turi stico, sviluppo delle attivit econo miche, politiche di inclusione socia le, legalit e sicurezza, ambiente e servizi pubblici locali. la previsione, in seno alla Citt metropolitana, di un 1a boratorio strutturato per lo Svi luppo dell/area metropolita na di Napoli, che non sia un semplice supporto di assisten za tecnica alle risorse dell/#mministrazione comu nale, ma che funga da rac cordo tra vecchie e nuove competenze dell/amministra 22 zione costituenda, al fine di utilizzare al meglio i fondi di sponibili per lo sviluppo del territorio, promuova qualit e quantit della spesa, pro muova l/interdisciplinariet delle professioni coinvolte nei processi, individui le best practices locali intorno alle quali possibile costruire pro getti di sviluppo, si occupi della valutazione e della sele zione delle operazioni, svolga una costante opera di valuta zione della qualit ed effica cia della spesa, rappresenti un presidio etico e professio nale importante che sia in grado di traghettare l/#rea metropolitana verso effettivi processi di sviluppo adottan do pratiche di promozione del merito, della professionali t e della trasparenza. 2ale laboratorio, che dovr racco gliere le migliori energie e professionalit, deve rappre sentare il presidio di qualit ed efficienza dell/#rea metro politana di Napoli, la punta di eccellenza dell/#mministra zione costituenda. Cltra e +eni Cltrali La nuova dimensione della citt metropolitana impone di ripensare le politiche culturali dell/intero territorio napoletano. 5inora purtroppo non sono state individuate e delineate strategie e programmazioni efficaci, ma piuttosto c/ stata la tendenza a gestire situazioni ed emergenze in modo autonomo, perdendo cosK una necessaria visione di insieme e a lungo termine. L, invece, indispensabile rimarcare con forza l/importanza della cultura in un contesto territoriale come il nostro che dell/arte, della creativit, della bellezza, del pensiero deve fare la propria principale vocazione. Da una parte c/ la dimensione del dovere e della responsabilit che tutti abbiamo, e in particolare noi con ruoli nella politica e nelle istituzioni, prenderci cura del patrimonio che ci stato lasciato in eredit dal nostro passato e dalla nostra storia, con riferimento non soltanto ai monumenti, alle opere d/arte, alle biblioteche e agli archivi, ai teatri ma anche a quell/altro, grande patrimonio, rappresentato dalle tradizioni delle arti e dei saperi. Accanto a questa irrinunciabile dimensione ce n/ un/altra " non meno importante " che riguarda il nostro futuro, nel senso della nostra capacit di pensarci come societ e di progettare l/approdo della citt metropolitana in seno al sistema Paese. 1a nuova centralit della dimensione culturale rende possibile invertire questa tendenza, in vista " idealmente " di una societ nella quale la Cellezza, 23 l/#rte e la Cultura si riapproprino del loro statuto di beni comuni e contribuiscano alla costruzione del senso civico e alla coesione sociale. $l terzo motivo per il quale la cultura importante quello economico, come per tutte le economie avanzate, cosK anche per noi vitale e strategico puntare sul turismo, sull/istruzione, sulla formazione, sulla ricerca scientifica e tecnologica. Hccorre individuare e definire un modello virtuoso di collaborazione, nel quale la passione dei cittadini per il proprio territorio si organizzi e s/intenda con il governo locale e con l/articolazione regionale del Binistero Ceni Culturali. Napoli e il territorio metropolitano dispongono di un patrimonio culturale che non ha eguali. 6n patrimonio che le moderne tecnologie permettono di far conoscere in ogni parte del mondo promuovendo flussi di visitatori che vanno ben organizzati e gestiti. 1a chiave del successo sta nell/integrazione fra i beni culturali tradizionali 0musei e siti e chiese- con i beni immateriali 0spettacolo, arti, letteratura- e con la cultura materiale. 1a baia di Napoli, le isole, i laghi, il Cosco di Capodimonte, i Campi 5legrei dal Sepolcro di ?irgilio all/antro di Cuma, fiore delle colonie elleniche in $talia, il ?esuvio, la costiera sorrentina, un patrimonio naturale e paesaggistico eccezionale. I insieme un patrimonio storico, artistico, archeologico unico al mondo, dal centro storico di Napoli, all/acropoli di Pozzuoli, da Pompei ad Ircolano, da Hplonti a Stabia, dalle ville vesuviane ai siti e alle regge borboniche, ai teatri, ai beni librari e archivistici custoditi da benemerite istituzioni culturali costrette a fare i conti con mille inciampi burocratici " ad esempio il 2eatro San Carlo commissariato e con buchi di bilancio o il sito archeologico di Pompei alle prese con problemi di manutenzione e gestione e con il )rande Progetto Pompei 0)PP- alla straordinaria civilt musicale da secoli diffusa e riconosciuta nel mondo. Si pensi alla risonanza internazionale che potrebbe avere il recupero nel centro antico di Napoli delle aree di piazza Biraglia e piazza San )aetano inanellate dall/antichissimo asse storico del Decumano Baggiore, un/area adiacente al chiostro grande di San Paolo dove attendono di essere riportate alla luce la scena e la cavea del teatro in cui amava esibirsi Nerone e a pochi passi si legge la linea di base dell/Hdeon. #ttualmente si lavora per utilizzare le esigue risorse rimanenti del grande progetto per il centro storico di Napoli. #utorit locali e ministeri competenti sono impegnati ad attivare l/apertura di poche decine di cantieri. $l Piano di gestione del sito 6NISCH, promosso dalla )iunta precedente e focalizzato sugli interventi ambientali e di sicurezza necessari per la fruizione della citt d/arte, rimasto inattuato. 1/Hsservatorio permanente per Centro Storico 6nesco, istituito di recente con 24 l/obiettivo di 3sostenere e favorire processi formativi e partecipativi diffusi4 costituisce un indubbio passo avanti per colmare la distanza tra parole e fatti, tra i documenti di programmazione e i risultati concreti delle politiche d/intervento. Ma ancora un passo troppo timido per la ristrettezza dell/ambito municipale e le sue competenze. Icco, tutto quanto elencato la vera ricchezza dell/area metropolitana di Napoli. L ora di voltare pagina. I/ ora di ridurre la distanza che separa le affermazioni di principio dalle concrete decisioni che si adottano. Hccorre pertanto muoversi in una duplice prospettiva, da un lato, integrare e coordinare le politiche municipali all/interno della nuova area metropolitana e, dall/altro, superare l/angolazione ormai troppo ristretta e specifica di restauro, conservazione e tutela del patrimonio storicoartistico. I/ impensabile ipotizzare di separare due dimensioni che devono invece rimanere strettamente correlate. Solo in questo modo si riuscir a rendere interconnessi luoghi di cultura, dell/arte e l/artigianato artistico, il patrimonio culturale e i circuiti del turismo e della ricerca. )li esempi di successo come Napoli Sotterranea, il parco sommerso della )aiola o il convento di San Domenico Baggiore, non sono purtroppo sufficienti per dare concretezza ad un modello di gestione unitario. $ numerosi edifici chiusi e spesso abbandonati in contesti di degrado urbano che si sgretolano ne sono la dimostrazione palese. Ci sono due 3mondi4 che non si parlano. Da un lato, 3il sistema dei beni culturali4, sottoposto da parte dell/amministrazione pubblica a vincoli e a prescrizioni che, pur doverosi, non consentono di proiettarsi oltre lo specifico ambito della tutela. Dall/altro, 3la citt d/arte4, luogo della fruizione di beni immateriali e materiali, la cui gestione avviene in un contesto di sinergia tra pubblico e privato. I/ vitale far incontrare questi due mondi, ricucire questa frattura artificiale, plasmando una comune identit e proiettando, sia sul piano nazionale che europeo ed internazionale, l/immagine di una citt in grado di tenere integrati patrimonio artistico e ambientale e tessuto produttivo circostante. 7iteniamo perci* opportuno, - configurare, nello statuto dell/area metropolitana, il patri monio dei beni culturali e am bientali in un quadro di stretto collegamento con lo sviluppo e la valorizzazione dell/intero terri torio e gestito in base a normati ve e strumenti unitari. $n partico lare superare l/evidente squili brio, nell/attrazione dei flussi turi stici, tra costa ed entroterra, pro muovendo collaborazioni e si nergie a pi8 livelli per valorizzare i beni artistici ambientali dell/intera area metropolitana 0Napoli citt d/arte, Capodi 25 monte, Campi 5legrei, Pompei, ?esuvio, $sole del golfo e Costie ra sorrentina- come elementi in tegrati di un unico 3sistema4. - ampliare la domanda della rete teatrale, museale e bibliotecaria rendendola in grado di reggere il peso 3culturale4 della sua nuo va dimensione istituzionale. - stabilire, all/interno di questo quadro unitario, un percorso di rivitalizzazione artisticoarchitet tonica e di rilancio economico e sociale per il Centro Storico di Napoli, patrimonio 6nesco. $n particolare, incoraggiare la so pravvivenza delle attivit com merciali di rilevanza storica, at traverso sostegni ed agevolazio ni. #zione specifica stata gi svolta di recente dal PD Napoli per valorizzare e sostenere le li brerie in difficolt di Port/#lba. - intervenire sul contesto ambien tale, con l/obiettivo di superare il degrado attraverso la definizio ne di un sistema integrato di ar redo urbano, - per Pompei e il )rande Progetto 0)PP-, monitorare, con l/istituzio ne di una cabina di regia di alto profilo in stretta collaborazione con le strutture del )PP, l/anda mento del Progetto, nello speci fico cantieri aperti, bandi e gare, criticit e la gestione ordi naria del sito archeologico. #n cora, individuare e promuovere una distribuzione intelligente dei flussi turistici partendo da un grande polo d/attrazione come Pompei verso tutto il territorio della citt metropolitana. $n un!ottica di citt allargata van no utilizzati i punti forti per porta re turismo verso quelli pi8 deboli. - compatibilmente con le strin genti esigenze di attuazione del )PP, prevedere nel futuro un analogo percorso di progettuali t condivise e cadenzate per tutti gli altri siti, archeologici e di interesse culturale che, a partire dal piano di gestione 6NISCH e dal Piano strategico che sar approntato dall!6nit )rande Pompei, possa consentire l!inseri mento dell!area vasta in un pro getto finanziato da fondi euro pei. Periferie 3Cerniere 6rbane3 1e cosiddette periferie sono porzio ni di territorio della citt ai confini dei comuni di primo ring della pro vincia di Napoli. Isse sono caratte rizzate dal degrado socio economi co e urbanistico. 1a popolazione napoletana cresciuta sino al '<=' per poi subire una contrazione sempre pi8 accentuata fino a scendere sotto il milione di abitanti. il calo non si ancora fermato. $ comuni di prima e seconda fascia hanno subito il doppio effetto dell/aumento endogeno della pro pria popolazione storica e dell/incremento dovuto alla subur banizzazione della citt di Napoli. 2utto questo sintomo di una ten 26 denziale saturazione del territorio. $n altre parole i comuni di prima e se conda fascia non sono pi8 in grado di ricevere ulteriori esodi di residenti dalla citt di Napoli. 1/enorme svi luppo urbanistico della prima fa scia, oggi sostanzialmente satura, ha determinato condizioni di de grado simili a quelle delle aree di confine del comune di Napoli. Dun que, oggi le periferie con il loro po tenziale ruolo di cerniera urbana tra ovest ed est rivestono un ruolo strategico per uno sviluppo del ter ritorio sovracomunale che riguar da in primo luogo i comuni di prima fascia, forse quelli maggiormente interessati ad un affiancamento al programma di riqualificazione ur banistica. ,uindi, insieme agli ambiti di in tervento soggetti a P6# del P.7.). del comune di Napoli, proponiamo di mettere mano ad un program ma di riqualificazione delle aree del degrado a cavallo tra il comu ne di Napoli e i comuni di prima fa scia 0Pozzuoli, Juarto, Barano, Bu gnano, Belito, Casandrino, #rzano, Casavatore, Casoria, ?olla, Bassa di Somma, Cercola, S. )iorgio a Cremano, Portici- che abbia l/obbiettivo di attivare finanziamen ti pubblici e forti dosi di investimenti privati in aree ben definite del terri torio 0provinciale, intercomunale e comunale- individuabili sulla base di caratteristiche fisiche, produttive nonchD degli indicatori del disagio sociale. 1e priorit e gli obiettivi del pro gramma sono riconducibili ad alcu ne scelte politiche e attivit ammi nistrative. 1a prima quella di dare priorit con i fondi comunitari %&';A%& a tutti quei territori di Napo li e dei comuni di prima fascia che non hanno usufruito o hanno usu fruito in parte 0ma non completate le opere- dei finanziamenti Iuropei PH7 e 5I7S %&&& %&&> A %&&= %&'( . )li obiettivi sono, 1) valorizzare il sistema degli spazi urbani e suburbani come cer niera della riqualificazione del terri torio. 2) realizzare e adeguare le at trezzature a rete in grado di orien tare occasioni di sviluppo economi co, sociale ed economico. 3) realizzare le condizioni per una massiccia riqualificazione di I.7.P 0sia in termini di ristrutturazione edilizia che di ristrutturazione urba nistica-, per il rilancio delle attivit produttive e di servizio, del com mercio e dell/artigianato attraverso l/impulso agli investimenti privati. 4) organizzare sistemi intermo dali per il 2.P.1. e potenziare o nuo ve infrastrutture per le aree interes sate ai programmi di intervento. 5) definire e adeguare una stru mentazione legislativa regionale la quale, mutuata dalla legge comu nitaria e nazionale in materia di re cupero di aree degradate. >- con le opportunit offerte dalla 6I avviare una vera rigenerazione urbana di sistemi urbani periferici con azioni mirate alla defiscalizzazione per le nuove attivit produttive per le piccole 27 medie imprese e le microimprese come da direttiva %&&&A(>'ACI. =- decongestionare il centro della citt di Napoli delocalizzando 35unzioni di Iccellenza o di Prestigio4 nelle aree ai confini del perimetro urbano al fine di riqualificare i territori di cerniera e nello stesso tempo offrire servizi amministrativi 0Sede unica P.#.. 2ribunali. Hspedali etc.- all/#rea Betropolitana di Napoli. Per na Napoli Citt Metropolitana Capitale del Mediterraneo Come detto, la 1egge = aprile %&'; nF @> d attuazione, finalmen te, alle citt metropolitane, previste nel nostro ordinamento fin dalla legge ';% del '<<& e costituzionaliz zate con la riforma del 2itolo ? va rata nel %&&'. Nel testo legislativo, le citt metropolitane sono confi gurate, per funzioni e natura, come 3enti di governo4, con competenza sulla pianificazione territoriale ge nerale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture, dell!organizza zione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano, della viabilit e mobilit, dello svi luppo economico, avranno forti funzioni di gestione in ambiti signifi cativi, cureranno le relazioni istitu zionali, ivi comprese quelle con le citt e le aree metropolitane euro pee. saranno ad esse attribuite, fra l/altro, le funzioni fondamentali del le Province ed altre importanti competenze assegnate dallo statu to, tra cui quella della gestione dei fondi europei. La nostra Napoli una citt del Bediterraneo che grazie alla sua collocazione e alle sue potenzialit pu* legittimamente aspirare a ritor nare ad essere non solo una gran de capitale europea, ma anche un punto di riferimento nel bacino del mediterraneo. $l Bediterraneo ha bisogno di una 3capitale4 e Napoli ha caratteristi che e potenzialit per esserlo, tor nando alle sue radici, collegandosi alle altre citt del Bediterraneo, assumendo il ruolo di centro e di punto di riferimento. 1a nascente citt metropolitana di Napoli dovr diventare il luogo di mediazione politica, religiosa e so ciale tra le sponde dei continenti Iuropeo e #fricano. $l Bediterraneo , infatti, attual mente un contesto poco rassicu rante in cui convivono diverse e antitetiche organizzazioni sociali, caratterizzate da diseguaglianza e disparit nella distribuzione delle ri sorse e delle ricchezze. Due sponde si confrontano nel de siderio, da un lato di proteggere il proprio passato, e dall!altro di con dividere il futuro. Due sponde divise 28 sul concetto stesso di europeo e non europeo, di laicocristiano e musulmano, di ricco e povero, po tente e debole. $l Bediterraneo deve tornare ad es sere luogo di convivenza politica, sociale, culturale,economica, reli giosa, e questo pu* avvenire solo se una metropoli diventa la sede del confronto e della perchD no redistribuzione. E l/occasione della coincidenza del semestre di Presidenza italiana dell/6nione europea con la nascita della citt metropolitana di Napoli pu* ancor di pi8 rafforzare questo progetto ambizioso. Napoli pu*, per le sue caratteristi che sociopolitiche e geografiche, e anche grazie al processo di co struzione della citt metropolitana, candidarsi a capitale del Bediter raneo diventando baricentro stra tegico dell/Iuropa. 1a nostra una storia di tolleranza e di accoglienza che nel corso di due millenni ha sa puto gestire invasioni e predomini come occasione di crescita e di sviluppo, capace di mettere insie me culture e conoscenze in un uni co laboratorio di progresso. #rabi, Spagnoli, Igiziani, Normanni, #ngioini ed #ustriaci hanno gi avuto modo di trovare in questa citt le condizioni per affermarsi senza odio e per sperimentare il meglio della loro presenza e noi na poletani abbiamo saputo utilizzare, al meglio, quanto da loro veniva offerto, senza rinunciare mai, in uno spirito liberta rio, alle nostre tradizioni, ai nostri costumi e alle nostre regole di vita. Napoli citt Betropolitana come capitale del Bediterraneo un obiettivo che la storia ci riconosce e per certi aspetti rappresenta an che la ricompensa necessaria per ripagare la citt di secoli di ingiusti zie. 1a nostra Napoli, da tempo, ha smesso di rappresentare quell/anti ca e nobile capitale illuministica delle scienze filosofiche e delle arti che per secoli stata, diventando una sorta di laboratorio del sud dell/Iuropa in cui sperimentare le politiche di coesione e di sviluppo promosse dall!6I. Napoli, citt di antica cultura e sal de tradizioni, continua tutt/oggi a barcamenarsi tra il suo glorioso pas sato e l!incapacit di trasformarsi in una moderna metropoli europea. Ippure, grazie al suo patrimonio storicoartistico, alle doti umane di saggezza e tolleranza dei suoi citta dini e all!enorme patrimonio di gio vani risorse, per lo pi8 sottoutilizzate, se non espulse dal contesto locale, potrebbe sicuramente tornare ad essere, anche per conto dell!Iuro pa, la vera capitale del Bediterra neo. 29 (ipensare il welfare Negli anni ottanta era diffusa la convinzione che chi lavora, chi si impegna pu* raggiungere tutti gli obbiettivi prefissati. 1o stato sociale era visto con favo re, cosK come l/assistenza alle per sone in difficolt e i diritti sociali, che potessero garantire la dignit della persona. PerchD di questo che si tratta, di garantire la dignit delle persone, per assicurare a tutti una vita digni tosa. in questo racchiusa l/essen za del welfare. 1/obbiettivo da raggiungere il re cupero del valore dello stato socia le per aspirare ad un sistema equo ed efficiente, per garantire a tutti un elevato livello di qualit della vita ed un elevato livello di prote zione sociale. 2utti noi sappiamo la degenerazio ne che avvenuta nella politica italiana, inutile ripercorrere l/eEcur sus. 1e politiche di destra hanno com portato un abbassamento della spesa sociale in settori cruciali, qua li sanit, scuola, formazione, privan do le fasce pi8 deboli della popo lazione della protezione sociale dello Stato. L stata operata una sorta di priva tizzazione per difetto, con indeboli mento delle strutture e servizi pub blici, in favore delle strutture private 0dalla sanit alla scuola-. 1a crisi del %&&=A%&&: ha poi influito ulteriormente sull/inesorabile crollo del nostro sistema di welfare. Id infatti, le esigenze di conteni mento della spesa pubblica, i tagli lineari e i vincoli del patto di stabili t hanno inciso in misura determi nante sulle politiche socio sanitarie, a svantaggio chiaramente delle parti pi8 deboli della popolazione. 1e risorse per il sociale hanno subito un taglio del =@ G negli ultimi @ anni. Id in questa fase storica, pi8 che mai, che occorre rivalutare il ruolo del welfare, poichD le risorse per le politiche sociali, correttamente in dirizzate, non solo proteggono i cit tadini, ma rappresentano degli in vestimenti che possono portare alla creazione di posti di lavoro e servizi. Politiche sociali come precondizio ne per lo sviluppo economico. #ccanto al tradizionale concetto di welfare, vi una nuova idea che avanza. Hltre alla fase assistenziale, ci* che le politiche sociali dovrebbero real mente garantire la parit di op portunit per tutti, la mobilit socia le, la possibilit per ognuno di rea lizzarsi personalmente e nella socie t. 1o stato dovrebbe attivarsi per pro muovere ed incentivare la merito crazia su tutti i livelli, in primis aiu tando disoccupati e inoccupati ad entrare nel mondo del lavoro. I perci* innanzitutto un/attiva poli tica di occupazione finalizzata al pieno impiego, con politiche del la 30 voro finalizzate all!incremento della mobilit occupazionale ed estesi programmi di formazione. 5ormazione non intesa come am mortizzatore sociale, bensK come fase di crescita personale e tec nicoprofessionale del lavoratore, idonea per il corretto reinserimento nel mercato del lavoro. L necessario un tavolo di lavoro con le parti sociali e tutti i soggetti del terzo settore, per valutare pro getti da portare avanti. #scoltare la base, e confrontarsi con chi vive i problemi quotidianamente. Potrebbe essere utile un potenzia mento dei centri d/impiego, ade guata pubblicit degli incentivi fi scali per le aziende, politiche di reinserimento lavorativo degli over ;&, reinserimento sociolavorativo degli eE detenuti e dei condannati a pene alternative, dei migranti. 2utela della salute, che non ga rantita a tutti i cittadini, in tutte le regioni, c/ chi rinuncia a curarsi per ragioni economiche, si emigra in altre regioni, le attese per accer tamenti sono inverosimili. $ livelli di assistenza non sono ugualmente garantiti. L necessaria una riorga nizzazione dei servizi, analizzare i servizi forniti dalle regioni e realt 3virtuose4 per importare i modelli nelle realt meno efficienti. L, altresK, necessaria una rivalorizza zione delle politiche per l/infanzia, asili nido ed una compiuta ed esaustiva analisi concernente il gra vissimo problema della dispersione scolastica in Campania. 7iformare lo strumento della legge (%:A%&&& e difenderlo in quanto le potenzialit dello stesso risultano to talmente svuotate dai tagli statali, privando, cosK, i cittadini di una se rie di diritti sociali $n un periodo di grave crisi per il no stro Paese, in cui le risorse per i ser vizi e il welfare pubblico sono sem pre meno, e i bisogni della popola zione sono invece sempre di pi8- le imprese possono svolgere un ruolo cruciale, integrando l/azione del pubblico. $ncentivare il welfare aziendale all/insegna di un nuovo spirito civico con un forte inter scambio di sinergie tra pubblico e privato. Ba oltre ai singoli temi, c/ bisogno di una valutazione sul contesto legi slativo attuale. Id infatti, la normativa di settore complessa in quanto frutto di un decentramento e federalismo in compiuto, manca un disegno uni tario di governo. Pertanto, fonda mentale operare una semplificazio ne della normativa, uniformando le realt regionali, troppo distanti tra loro. I/ necessario definire i livelli essen ziali di prestazione, ed necessario definire con chiarezza la divisione dei compiti e dei poteri d/interven to tra governo e regioni, onde evi tare conflitti e sovrapposizioni deci sionali. #ppare, quindi, senz/altro utile una uthority che vigili sulla qualit dei servizi offerti, sul rispetto dei livelli es senziali di prestazione e garantisca uguali prestazioni sociali al Nord come al Sud come al Centro $talia. 31 Centri Storici 1/area metropolitana di Napoli costituita dalla stratificazione di molti centri storici, sorti dapprima come casali nell/agro campano, trasformatisi poi in insediamenti ric chi di storia e di valori. $l Centro Sto rico di Napoli, nella lista del patri monio mondiale dell!6nesco, una straordinaria parte di citt stratifica ta, in particolare, l!area del traccia to greco romano. Per questa fondamentale porzione del territorio cittadino, necessario un quadro che articoli interventi in- tensivi 0la trasformazione di parti strategiche come l!area dell!#cro poli, il ?ecchio Policlinico e la ca serma dei ??.55. di via del Sole- ed interventi estensivi! quali le azioni per l!aumento della sicurezza urba na nell!area delle mura. il restauro edilizio degli edifici, dei suoi cortili e giardini storici, delle singole unit immobiliari e delle chiese attraver so l!uso massiccio della leva fiscale, impiegando risorse pubbliche Slo caliS, cosK come stato con l/espe rienza di Sirena, finalizzati alla ri qualificazione abitativa, degli usi e delle funzioni. Jueste strategie di recupero vanno estese all/intero territorio metropolitano, rafforzando il concetto di policentrismo, vera prospettiva di innovazione per l/area provinciale, e vanno attuate mediante il coinvolgimento di mol teplici soggetti e risorse pubbliche e private, per esaltare il ruolo strut turante che i Centri Storici giocano nel complessivo sistema metropoli tano. 6n!operazione possibile e realizzabi le se si parte dal cuore pulsante della citt , dal Centro Storico, il cui cuore rappresenta, come noto, un museo aperto, frutto della strati ficazione della storia cittadina e la boratorio dell/archeologia contem poranea, i cui elementi principali sono le Bura )reche e quelle 7o mane, i reperti archeologici diffusi sul territorio, la maglia dei Cardini e dei Decumani, gli innumerevoli complessi religiosi e civili, come i palazzi e i giardini antichi. Dunque, il Centro Storico di Napoli quale vero motore di sviluppo, in stretta connessione con il Porto, dell/eco nomia locale e regionale. Per*, per avviare e aumentare i giri di questo motore necessario concentrarsi improrogabilmente sulla valorizza zione della vocazione economica di questo spazio territoriale 3patri monio dell/umanit4. Nel Centro storico di Napoli, cultura e conoscenza s/integrano in modo spontaneo e la loro valorizzazione pu* sviluppare un borgo economi co particolarmente caratterizzato da terziario avanzato, della ristora zione, della ricezione, ma anche dall/artigianato e dal turismo reli gioso. $l progetto di sviluppo economico del centro storico pu* porsi, dun que, l/obiettivo di rivitalizzare l!area con una popolazione giovane e valorizzare uno dei pi8 importanti 32 siti 6NISCH del mondo rendendo nel contempo sede di un prestigio so Campus 6niversitario 6rbano. 7ealizzare il Progetto del rilancio del Centro Storico attraverso la rea lizzazione di un Campus 6niversita rio diffuso 0in connessione con quanto ipotizzato per l!area di Ca gnoli- vuol dire, insomma, dare contenuto ai grandi progetti euro pei attualmente avviati su ognuna di queste aree, sbloccandone l/attivit di progettazione e affron tando la realizzazione di condizioni ineludibili quali, la legalit e la sicu rezza, il trasporto pubblico locale, la manutenzione urbana, l/occupa zione giovanile. Si determinerebbe, in tal modo, la possibilit concreta di legare il Piano Strategico del co mune di Napoli agli $2$ 0Progetti europei di sviluppo urbano sosteni bile integrato - per coniugare finan ziamenti connessi a obiettivi temati ci differenti, combinando fondi di assi prioritarie e programmi operati vi supportati dal 5I7S, dal 5SI e dal fondo di coesione e la possibilit di finanziare attraverso mutui gli ac quisti di propriet nel centro storico con fondi della Cassa Depositi e Prestiti, cosi come da virtuose espe rienze europee 0)ermania e 5ran cia-. 1a proposta del Partito Democrati co quella di un progetto di riqua lificazione urbana dalle forti impli cazioni sociali che, partendo dall/ottimizzazione dell/utilizzo delle risorse comunitarie che si stanno in vestendo e si dovranno investire a Napoli, proietterebbe la citt nel suo pi8 naturale ruolo all/interno della rete delle citt europee che sar realizzata attraverso la politica di coesione %&';A%&%&. 1o sviluppo della citt ne risultereb be stimolato attraverso un nesso culturale profondo, non meramen te retorico, ma civile, che veda in campo lo sforzo organizzato e coordinato delle forze vitali e sane della citt. 33