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Discariche per rifiuti e competenze del geologo
Prodotto dal Gruppo di Lavoro Ambiente e Sicurezza dellOrdine dei Geologi dellEmilia-
Romagna (anno 2010)
Coordinatore: Paola Mingolini
Redazione: Daniele Biondi, Fabio Parmeggiani, Michele Lambertini, Marilena Martinucci
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PREMESSA
La problematica riguarda la competenza del Geologo
nella progettazione, nel controllo e nella gestione (ope-
rativa e post operativa) delle discariche. Tale ruolo
spesso non riconosciuto nella sua complessit, soprat-
tutto in seguito ad una recente comunicazione del pre-
sidente dellOrdine Nazionale dei Geologi che, facendo
riferimento ad un caso specifico, ha generato problemi
interpretativi sollevando richieste di chiarimenti da parte
di numerosi iscritti.
Il presente documento stato quindi redatto al fine di
fornire un corretto quadro di riferimento in merito alle
competenze professionali del Geologo, nellambito com-
plessivo delle attivit relative alle discariche per rifiuti.
1. NORMATIVA SULLE DISCARICHE
1.1 Cos la discarica (D. Lgs. 36/03)
Per poter stabilire quali siano le competenze in gioco
relativamente ad un impianto di discarica occorre preli-
minarmente definire che cosa sia una discarica.
A tal fine si fa necessario riferimento alla Direttiva euro-
pea 31/99/CE e al Decreto Legislativo 13 gennaio 2003
n.36 che ne lapplicazione a livello nazionale e al cui
articolato si fa richiamo nel seguito.
Definizione di "discarica" (art.2 comma1, lett.g): area
adibita a smaltimento dei rifiuti mediante operazioni di
deposito sul suolo o nel suolo, compresa la zona inter-
na al luogo di produzione dei rifiuti adibita allo smalti-
mento dei medesimi da parte del produttore degli stessi,
nonch qualsiasi area ove i rifiuti sono sottoposti a de-
posito temporaneo per pi di un anno. Sono esclusi da
tale definizione gli impianti in cui i rifiuti sono scaricati al
fine di essere preparati per il successivo trasporto in un
impianto di recupero, trattamento o smaltimento, e lo
stoccaggio di rifiuti in attesa di recupero o trattamento
per un periodo inferiore a tre anni come norma generale,
o lo stoccaggio di rifiuti in attesa di smaltimento per un
periodo inferiore ad un anno.
La discarica qualificata dalla norma quale area adi-
bita al deposito dei rifiuti. Come si vedr nel seguito tale
area dovr essere necessariamente ed opportuna-
mente predisposta e fornita di idonee dotazioni e dispo-
sitivi per impedire effetti negativi sullambiente e sulla
salute nonch per gestirne gli effluenti in relazione alla
tipologia di rifiuti di cui previsto lo smaltimento.
per importante sottolineare da subito come la disca-
rica in s non venga definita quale impianto bens venga
posto laccento sulla sua natura di luogo fisico idonea-
mente predisposto e attrezzato per le finalit richieste e
in rapporto diretto (come si vedr oltre) con le caratteri-
stiche fisiche (prevalentemente geologiche) al contorno.
Classificazione delle discariche (art.4):
Ciascuna discarica classificata in una delle seguenti
categorie:
a) discarica per rifiuti inerti;
b) discarica per rifiuti non pericolosi;
c) discarica per rifiuti pericolosi.
La classificazione delle discariche, qui riportata, intro-
duce una differenziazione, che nel seguito verr chiarita
nelle sue implicazioni generali, che s funzione del tipo
di rifiuti che dovr ospitare ma che si traduce poi in una
pluralit di caratteristiche diverse.
Tale complessit di casi diversi non altera per il pre-
supposto di base, comune a tutte le discariche, fornite o
meno che siano e in diversa misura di dotazioni impian-
tistiche a servizio, che loggetto principale della discipli-
na sempre il sito destinato al deposito dei rifiuti, in s
stesso e in rapporto con lambiente fisico circostante.
Per concludere la sintetica introduzione al concetto di
discarica occorre sottolineare come, nel caso della di-
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scarica in particolare, sia necessario distinguere pi fasi
concettuali e operative, siano queste pi o meno distinte
o sovrapposte tra loro temporalmente.
Per meglio evidenziare il ruolo fondamentale e centrale
del geologo in materia di discariche lesame delle sin-
gole fasi viene di seguito condotto separatamente per
ciascuna di queste.
tuttavia necessario sottolineare che tale distinzione
esclusivamente funzionale allesposizione, in quanto nel
disposto normativo di riferimento (All.1 al D.Lgs. 36/03)
le diverse fasi individuate vengono spesso trattate con-
giuntamente, ad evidenziare lunitariet complessiva del
sistema discarica, nel quale ciascun elemento spa-
zialmente, funzionalmente e temporalmente connesso a
tutti gli altri e deve essere quindi oggetto di valutazione
complessiva.
1.2 Fasi concettuali e operative
A. UBICAZIONE
La valutazione di idoneit di un sito alla collocazione di
una discarica sia essa per rifiuti inerti (punto 1 dellAlle-
gato) che per rifiuti non pericolosi e pericolosi (punto 2),
seppur con alcune differenze tra le due fattispecie, deve
essere condotta attraverso la verifica della eventuale
presenza e/o rilevanza dei seguenti aspetti:
a) criteri totalmente esclusivi:
- aree individuate ai sensi dell'articolo 17, comma 3,
lettera m), della L. 18 maggio 1989, n. 183;
- aree individuate dagli articoli 2 e 3 del decreto del
Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357;
- territori sottoposti a tutela ai sensi del decreto legi-
slativo 29 ottobre 1999, n. 490;
- aree naturali protette sottoposte a misure di salva-
guardia ai sensi dell'articolo 6, comma 3, della legge
6 dicembre 1991, n. 394;
- aree collocate nelle zone di rispetto di cui all'arti-
colo 21, comma 1, del decreto legislativo 29 ottobre
1999, n. 490;
b) criteri parzialmente esclusivi:
- in aree interessate da fenomeni quali faglie attive,
aree a rischio sismico di 1^ categoria cos come
classificate dalla legge 2 febbraio 1974, n. 64, e
provvedimenti attuativi, e aree interessate da attivit
vulcanica, ivi compresi i campi solfatarici, che per
frequenza ed intensit potrebbero pregiudicare l'iso-
lamento dei rifiuti;
- in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre for-
me di carsismo superficiale;
- in aree dove i processi geologici superficiali quali
l'erosione accelerata, le frane, l'instabilit dei pendii,
le migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compro-
mettere l'integrit della discarica;
- in aree soggette ad attivit di tipo idrotermale;
- in aree esondabili, instabili e alluvionabili; deve, al
riguardo, essere presa come riferimento la piena con
tempo di ritorno minimo pari a 50 anni. Le Regioni
definiscono eventuali modifiche al valore da adotta-
re per il tempo di ritorno sopra riportato in accordo
con l'autorit di bacino laddove costituita.
In merito ai criteri non totalmente esclusivi la discarica
pu essere autorizzata solo se le caratteristiche del luo-
go, per quanto riguarda le condizioni di cui sopra, o le
misure correttive da adottare, indichino che la discarica
non costituisca un grave rischio ecologico ovvero in se-
guito ad una valutazione del grado di rischio costituito
dalla discarica in relazione alla presenza e intensit dei
fattori sopra elencati.
chiaro come una valutazione idonea debba essere
condotta da professionista che abbia competenza sia
in merito alle problematiche fisiche del sito e alle loro
tendenze evolutive, sia relativamente alle caratteristiche
costruttive e gestionali della discarica. Solo cos sar
possibile valutare correttamente le interazioni tra le due
componenti e individuare le eventuali azioni corretti-
ve che permettano di raggiungere il richiesto grado di
sicurezza.
Si rimanda al punto successivo in merito a ci che at-
tiene alle caratteristiche costruttive e gestionali, qui
per evidente come le caratteristiche fisiche del sito da
prendere in considerazione rientrino tutte a pieno titolo
nelle competenze del geologo e in parte lo siano anche
a titolo esclusivo.
B. COSTRUZIONE
Lallestimento del sito per renderlo idoneo al deposito
dei rifiuti normato dal dispositivo di legge sia attraver-
so indicazioni costruttive che prestazionali da valutarsi
di caso in caso in relazione a:
- protezione delle matrici ambientali (limitatamente a
terreno e acque per le discariche di inerti);
- controllo delle acque, cui si aggiunge la gestione
del percolato nelle discariche per rifiuti non inerti;
- controllo dei gas (per le sole discariche che ospita-
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no rifiuti biodegradabili);
- disturbi e rischi;
- stabilit (sia del deposito di rifiuti che del comples-
so rifiuti-terreno);
- protezione fisica dellimpianto (recinzioni).
Fatta eccezione per leventuale impianto di aspirazione
e combustione dei gas, quindi, la realizzazione di una
discarica, come definita dallallegato al decreto, si com-
pone essenzialmente di due elementi:
- barriera geologica di fondo (naturale e costruita);
- copertura superficiale finale.
Si tratta pertanto di opere essenziali sulle quali le com-
petenze espresse dal geologo hanno la netta predomi-
nanza rispetto ad altre relative ad eventuali opere acces-
sorie la cui funzione sar di completamento e di servizio
rispetto ad un complesso di opere e lavorazioni ad evi-
dente carattere geologico.
La valutazione della barriera geologica naturale si com-
pone di svariati aspetti che, tutti, rientrano nelle compe-
tenze, quasi tutte esclusive, del geologo:
- definizione delle caratteristiche geometriche e di
continuit della barriera geologica naturale;
- conducibilit idraulica e grado di protezione alla
diffusione di inquinanti offerto;
- presenza, estensione e caratteristiche delle falde
acquifere;
- necessit e caratteristiche della eventuale barriera
artificiale per sopperire agli eventuali deficit di quella
naturale, laddove artificiale sta essenzialmente per
realizzazione di una barriera costruita in argilla di
idonee caratteristiche;
- valutazione delle condizioni di stabilit, del sito in
s stesso, dellammasso dei rifiuti e del complesso
di questi nelle diverse fasi di abbancamento e a de-
posito ultimato;
- realizzazione di un sistema di raccolta ed estra-
zione del percolato, funzione di un idoneo bilancio
idrico dellammasso.
Allo stesso modo la copertura superficiale finale com-
posta, nel caso pi complesso, da un sistema multi-
strato in materiali naturali in cui le diverse componenti
devono assolvere a funzioni di drenaggio, impermeabi-
lizzazione o supporto per la vegetazione, con eventuale
interposizione di geomembrana.
Anche per essa le valutazioni da effettuarsi sono poi
completate dalla verifica della stabilit della stessa an-
che in funzione del comportamento stimato nel tempo
del deposito di rifiuti sottostante.
Altro elemento fondante del progetto di una discarica
poi il sistema di regimazioni idrauliche interne ed ester-
ne al corpo discarica, finalizzate alla raccolta e allonta-
namento delle acque meteoriche.
Infine, a completare il quadro delle opere di allestimento
del sito al fine di accogliere i rifiuti senza danno per lam-
biente, il progetto dovr prevedere adeguate dotazioni
di controllo della qualit delle acque sotterranee. Anche
la progettazione di questi sistemi non pu che essere
funzione di una approfondita conoscenza delle carat-
teristiche idrogeologiche del sito che sola e precipua
competenza del geologo.
C. GESTIONE
Ribadendo un concetto gi di per s evidente a livello tecni-
co lart.9 del Decreto stabilisce che la gestione operativa
della discarica sia affidata a persone fisiche tecnicamen-
te competenti; in particolare, il personale addetto deve
avere una adeguata formazione professionale e tecnica.
Quali debbano essere le competenze tecniche delle per-
sone cui viene affidata la responsabilit gestione di una
discarica poi stabilito dalla Deliberazione Albo Gestori
Ambientali n.3/1999 che fissa, tra gli altri, il criterio del
possesso di laurea in chimica, ingegneria o geologia per
la copertura del ruolo di Responsabile Tecnico di impre-
sa di gestione discariche.
Analizzando i contenuti della gestione operativa si per-
viene ugualmente ad evidenziare la centralit delle com-
petenze proprie del geologo anche per questa fase.
Si vede infatti come gli aspetti dominanti in fase di colti-
vazione siano costituiti da:
- deposizione dei rifiuti, da effettuarsi secondo criteri
non dissimili da quelli dei lavori in terra e garantendo
i massimi livelli di compattazione;
- coltivazione della discarica secondo criteri che garanti-
scano idonee condizioni di stabilit anche provvisionali;
- gestione delle acque superficiali al contorno e
allinterno dellammasso dei rifiuti.
A ci si aggiunga che, come recitano le Linee Guida del
Comitato Tecnico Discariche, la discarica controllata
deve essere considerata unopera che si costruisce du-
rante la sua stessa gestione. Il suo completamento co-
struttivo si ha con la realizzazione del progetto nella sua
globalit. Per questo motivo la fase della gestione della
discarica va considerata come una costruzione protratta
nel tempo (LG A2.i).
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La fase di gestione da vedersi pertanto come momen-
to della costruzione, in continuit e aderenza a quanto
previsto dal progetto e con la medesima consapevole
competenza in merito alle problematiche l affrontate e
alle scelte effettuate.
Infine va richiamato il fatto che le fasi di vita della di-
scarica non si esauriscono con la gestione operativa o
con le operazioni di chiusura a questa successive, ma
si protraggono nella ulteriore fase di post-esercizio della
discarica (della durata non inferiore a 30 anni) nella qua-
le ugualmente le competenze prevalenti risultano una
volta di pi quelle di pertinenza e proprie del geologo.i
D. CONTROLLO
Il controllo di una discarica, ultima delle fasi individuate,
in realt unattivit continuativa lungo tutto il percorso
di vita di una discarica. Essa prende il via gi in fase di
individuazione del sito per verificarne lidoneit e fornire
gli elementi utili alla progettazione (ad esempio attraver-
so il previsto controllo sulla falda di durata di almeno un
anno).
La norma poi stabilisce che in fase progettuale debba
essere prodotto, tra gli altri, un documento unitario (Pia-
no di Sorveglianza e Controllo) che descriva e codifichi
tutte le attivit di sorveglianza e controllo da svolgersi
nelle successive fasi di costruzione, gestione operativa
e gestione post-operativa.
In fase di costruzione le attivit di controllo saranno per-
tanto prioritariamente rivolte:
- alla verifica di rispondenza delle barriere come co-
struite alle caratteristiche per esse previste proget-
tualmente, attraverso prove di densit e conducibili-
t idraulica in sito;
- alla verifica di rispondenza dei materiali naturali uti-
lizzati, attraverso prove di laboratorio e in sito;
- alla determinazione delle lavorazioni necessarie al
raggiungimento dei parametri di progetto (es. campi
prova).
In fase di gestione operativa e post-operativa, le attivit
di controllo possono essere suddivise in due ambiti tra
loro interconnessi ma di gestione e responsabilit distin-
te. Un primo ambito infatti rivolto al controllo di gestio-
ne e deve assicurare:
a) tutte le sezioni impiantistiche assolvano alle fun-
zioni per le quali sono progettate in tutte le condizio-
ni operative previste;
b) vengano adottati tutti gli accorgimenti per ridurre
i rischi per l'ambiente ed i disagi per la popolazione;
c) venga assicurato un tempestivo intervento in caso
di imprevisti;
d) venga garantito l'addestramento costante del
personale impiegato nella gestione;
e) venga garantito l'accesso ai principali dati di fun-
zionamento nonch ai risultati delle campagne di
monitoraggio.
Nel secondo ambito, la cui responsabilit deve essere
affidata ad un soggetto indipendente a maggiore garan-
zia di obiettivit (D. Lgs. 36/03, All.2, punto 5), assumo-
no maggiore rilevanza gli aspetti di controllo ambienta-
le, volto qui a verificare le eventuali interazioni negative
della discarica con particolare riferimento alle seguenti
matrici ambientali:
acque sotterranee;
percolato;
acque di drenaggio superficiale;
gas di discarica;
qualit dell'aria;
parametri meteoclimatici;
stato del corpo della discarica.
Come la figura del geologo sia centrale anche in questa
fase dimostrato dal solo elenco sopra riportato dove
assumono grande importanza gli aspetti relativi alle ac-
que sotterranee e superficiali. Si aggiunge poi che, rela-
tivamente al controllo dello stato del corpo della discari-
ca, sebbene la norma concentri lattenzione sugli aspetti
volumetrici, prassi consolidata inserire in questo am-
bito controlli di carattere geologico quali: verifiche incli-
nometriche, verifiche di assestamento dei terreni di fon-
dazione, verifiche geomorfologiche sui terreni e opere al
contorno per prevenire eventuali tendenze evolutive non
compatibili con la sicurezza della discarica.
Va aggiunto poi che, se i controlli specificatamente am-
bientali hanno anche un valore di certificazione nei con-
fronti di terzi di non interferenza negativa della discarica
con lesterno, anchessi concorrono in modo fondamen-
tale al necessario controllo di gestione e di processo, e
devono pertanto essere messi in rapporto con le attivit di
gestione, con i dati di progetto e con le caratteristiche fisi-
che del sito come derivanti dalle analisi e indagini iniziali.
Il controllo e la sorveglianza cio non hanno un mero valo-
re di verifica del rispetto dei parametri e limiti di legge, ma
sono parte integrante delle attivit di gestione, intese, a
loro volta, come continuazione di quelle di progettazione.
Si ribadisce quindi ancora una volta la necessit di una
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visione complessiva e unitaria di tutti gli aspetti e di tut-
te le fasi concettuali e operative della discarica, visione
che solo pu esprimere chi sia in possesso delle com-
petenze professionali dominanti e trasversali a tutte le
fasi, pur con il necessario concorso e contributo di nu-
merose professionalit di dettaglio.
1.3 Contenuti progettuali
Per concludere lanalisi di cosa sia effettivamente la di-
scarica e di quanto sia in effetti centrale in essa la figura
del geologo si prende a riferimento quanto previsto dalla
norma in merito ai contenuti del progetto. Allart.8 del
Decreto si elencano i dati e le informazioni necessarie al
fine dellottenimento dellautorizzazione alla costruzione
e gestione che di seguito si riportano:
a) l'identit del richiedente e del gestore, se sono
diversi;
b) la descrizione dei tipi e dei quantitativi totali dei
rifiuti da depositare, indicando il Codice dell'Elenco
Europeo dei Rifiuti;
c) l'indicazione della capacit totale della discarica,
espressa in termini di volume utile per il conferimen-
to dei rifiuti, tenuto conto dell'assestamento dei ri-
fiuti e della perdita di massa dovuta alla trasforma-
zione in biogas;
d) la descrizione del sito, ivi comprese le caratte-
ristiche idrogeologiche, geologiche e geotecniche,
corredata da un rilevamento geologico di dettaglio
e da una dettagliata indagine stratigrafica eseguita
con prelievo di campioni e relative prove di labora-
torio con riferimento al decreto del Ministro dei lavo-
ri pubblici in data 11 marzo 1988, pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 127 del 1 giugno 1988;
e) metodi previsti per la prevenzione e la riduzione
dell'inquinamento, con particolare riferimento alle
misure per prevenire l'infiltrazione di acqua all'inter-
no e alla conseguente formazione di percolato, an-
che in riferimento alla lettera c);
f) la descrizione delle caratteristiche costruttive e di
funzionamento dei sistemi, degli impianti e dei mezzi
tecnici prescelti;
g) il piano di gestione operativa della discarica, re-
datto secondo i criteri stabiliti dall'allegato 2, nel
quale devono essere individuati i criteri e le misure
tecniche adottate per la gestione della discarica e le
modalit di chiusura della stessa;
h) il piano di gestione post-operativa della discari-
ca, redatto secondo i criteri stabiliti dall'allegato 2,
nel quale sono definiti i programmi di sorveglianza e
controllo successivi alla chiusura;
i) il piano di sorveglianza e controllo, nel quale de-
vono essere indicate tutte le misure necessarie per
prevenire rischi d'incidenti causati dal funzionamen-
to della discarica e per limitarne le conseguenze, sia
in fase operativa che post-operativa, con particolare
riferimento alle precauzioni adottate a tutela delle
acque dall'inquinamento provocato da infiltrazioni di
percolato nel terreno e alle altre misure di prevenzio-
ne e protezione contro qualsiasi danno all'ambiente;
i parametri da monitorare, la frequenza dei monito-
raggi e la verifica delle attivit di studio del sito da
parte del richiedente sono indicati nella tabella 2,
dell'allegato 2;
l) il piano di ripristino ambientale del sito a chiusu-
ra della discarica, redatto secondo i criteri stabiliti
dall'allegato 2, nel quale devono essere previste le
modalit e gli obiettivi di recupero e sistemazione
della discarica in relazione alla destinazione d'uso
prevista dell'aera stessa;
m) il piano finanziario che preveda che tutti i costi
derivanti dalla realizzazione dell'impianto e dall'eser-
cizio della discarica, i costi connessi alla costituzio-
ne della garanzia finanziaria di cui all'articolo 14, i
costi stimati di chiusura, nonch quelli di gestione
post-operativa per un periodo di almeno trenta anni,
siano coperti dal prezzo applicato dal gestore per lo
smaltimento, tenuto conto della riduzione del rischio
ambientale e dei costi di post-chiusura derivanti dal-
la adozione di procedure di registrazione ai sensi del
regolamento (CE) n. 761/2001 del Parlamento Euro-
peo e del Consiglio, del 19 marzo 2001;
n) le informazioni relative alla valutazione di impatto
ambientale, qualora la domanda di autorizzazione
riguardi un'opera o un'attivit sottoposta a tale pro-
cedura;
o) le indicazioni relative alle garanzie del richieden-
te o a qualsiasi altra garanzia equivalente, ai sensi
dell'art. 14.
sufficiente la lettura dellelenco, unitamente alle consi-
derazioni sin qui riportate, per verificare una volta di pi
che, se da un lato le competenze tipiche del geologo
sono quelle dominanti e trasversali a tutta la vita della
discarica, altrettanto vero che queste competenze en-
trano in gioco da subito gi nella redazione del proget-
to, dovendo questo contenere anche gli elementi del-
la successiva gestione operativa, della chiusura, della
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gestione post-operativa e del controllo in tutte le fasi.
Ci per garantire la necessaria unitariet di visione delle
problematiche.
2. IL GEOLOGO NELLA PROGETTAZIONE E NELLA
DIREZIONE LAVORI
Secondo il DPR 328/2001, il Geologo assume la respon-
sabilit di programmazione e progettazione degli inter-
venti geologici e di coordinamento tecnico-gestionale,
nonch le competenze in materia di analisi, gestione,
sintesi ed elaborazione dei dati relativamente alle attivit
di contenuto geologico.
Quali siano queste attivit di contenuto geologico viene
riportato nella L. 112/63 che, come esclusive del geolo-
go, indica le rilevazioni e le consulenze geologiche che
riguardano il suolo e il sottosuolo ai fini delle opere con-
cernenti dighe, strade, gallerie, acquedotti, ponti, canali,
aeroporti, cimiteri, porti, ferrovie, edifici, come riportato
anche allart. 21 del DM 18.11.71. Questa specifica
stata successivamente integrata ed ampliata dalla Deli-
bera CN LLPP n. 531 del 20.11.84 che ne aggiunge altre
fra cui anche discariche e colmate.
Un geologo pertanto pu seguire integralmente lo svi-
luppo di unopera se questa fa parte delle attivit di
contenuto geologico sopracitate, cio di opere che ri-
guardano lambiente fisico nelle sue componenti suolo/
sottosuolo, acque ed atmosfera, unicamente o come
interagenti con opere ingegneristiche.
Per quanto riguarda la progettazione in materia di lavori
pubblici essa si articola, secondo tre livelli di successi-
vi approfondimenti tecnici, in preliminare, definitiva ed
esecutiva (DPR 554/99, art.15).
Il Progetto preliminare prevede gli studi necessari per
una adeguata conoscenza del contesto in cui andr a
inserirsi lopera, corredati da indagini in sito e in labora-
torio atte a pervenire ad una completa caratterizzazione
del territorio e dellambiente.
Esso definisce le caratteristiche qualitative e funzionali
delle opere anche con riferimento ai profili ambientali e
allutilizzo dei materiali provenienti dalle attivit di riuso
e riciclaggio.
Le soluzioni progettuali presentate devono tenere conto
degli aspetti geologici, geotecnici, idrologici, idrogeo-
logici dellarea e dellinserimento ambientale. Devono
quindi essere riportati gli esiti delle indagini geologiche,
idraulico-idrologiche, idrogeologiche, geotecniche e si-
smiche, delle valutazioni paesaggistiche, delle valuta-
zioni preliminari dello stato della qualit dellambiente
in assenza dellopera, in presenza dellopera e in fase
di cantiere.
Il Progetto definitivo fornisce tutti i chiarimenti atti a di-
mostrare la rispondenza del progetto alle finalit dellin-
tervento, il rispetto del prescritto livello qualitativo, dei
conseguenti costi e dei benefici attesi.
Fra le relazioni tecniche e specialistiche sono comprese:
Relazione geologica e geoidrologica: compren-
de, sulla base di specifiche indagini geologiche, la
identificazione delle formazioni presenti nel sito, lo
studio dei tipi litologici, della struttura e dei caratte-
ri fisici del sottosuolo; definisce il modello geologi-
co-tecnico del sottosuolo; illustra e caratterizza gli
aspetti stratigrafici, strutturali, idrogeologici, geo-
morfologici, litotecnici e fisici nonch il conseguente
livello di pericolosit geologica e il comportamento
in assenza e in presenza delle opere.
Relazione geotecnica e geomeccanica: definisce,
alla luce di specifiche indagini, il comportamento
meccanico del volume di terreno influenzato, diretta-
mente o indirettamente, dalla costruzione del manu-
fatto e che a sua volta influenzer il comportamento
del manufatto stesso. Illustra inoltre i calcoli per gli
aspetti che si riferiscono al rapporto del manufatto
con il terreno.
Relazioni idrologica e idraulica: riguardano lo studio
delle acque meteoriche, superficiali e sotterranee. Il-
lustrano inoltre i calcoli relativi al dimensionamento
dei manufatti idraulici Gli studi devono indicare le
fonti dalle quali provengono gli elementi elaborati ed
i procedimenti usati nella elaborazione per dedurre
le grandezze di interesse;
Relazione sismica: comprende linquadramento ge-
ologico e morfologico lindividuazione delle catego-
rie simiche a cui afferiscono le opere in progetto, con
riferimento alle macrozone stabilite dalla normativa
vigente; lindicazione dei criteri di progettazione uti-
lizzati nelle verifiche e della normativa di riferimento.
Relazione sulla gestione dei materiali: descrizione
dei fabbisogni di materiali da approvvigionare da
cava, al netto dei volumi reimpiegati, e degli esu-
beri di materiali di scarto, provenienti dagli scavi;
individuazione delle cave per approvvigionamento
dei materiali e delle aree di deposito temporaneo di
recupero e di smaltimento per lo smaltimento delle
terre di scarto; descrizione delle soluzioni di siste-
mazione finali proposte.
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evidente, da quanto sopra e con riferimento al fat-
to che la discarica sia unopera a prevalente carattere
geologico come visto nel precedente paragrafo, che la
competenza del geologo sia di primaria importanza nel-
la progettazione e direzione lavori di questa opera.
2.1 Competenze professionali del geologo
In merito alla competenza professionale del geologo re-
lativamente al progetto di una discarica, si fa qui cenno
alle fonti cui si fa riferimento.
- Aspetti geologici: competenza esclusiva del geo-
logo - D.P.R. n. 328/2001
- Aspetti idrogeologici: competenza esclusiva del
geologo - Circolari n. 252/2007 e 265/2007 CNG
- Aspetti geotecnici: competenza concorrente del
geologo - D.P.R. n. 328/2001 in particolare lart. 41,
comma 1, lett. e) nonch comma 2 lett. n) - Parere
Ministero Infrastrutture e Trasporti - Ufficio Legislati-
vo - prot. n.1849/500 del 24 Luglio 2002
- Aspetti idraulici e idrologici: competenza concor-
rente del geologo - Circolari n.252/2007 e 265/2007
CNG - Sentenza Consiglio di Stato V Sez. n.5013/09
Altre normative poi trattano temi su cui ha competenze,
non esclusive, il geologo e indirettamente avvalorano e
rafforzano il caso in esame:
- Norme di polizia delle cave e miniere art.27,
DPR 128/59 Revisione delle competenze profes-
sionali. L. 388/2000 (Finanziaria 2001), art.114.55.
All'art. 27 del DPR 9 aprile 1959, n. 128, e succes-
sive modificazioni, al primo comma, dopo le pa-
role: "laureato in ingegneria" sono inserite le se-
guenti: "ovvero in geologia" e al secondo comma,
dopo le parole: "in Ingegneria Ambiente - Risorse"
sono inserite le seguenti: "ovvero in geologia".
Riguardo le attivit estrattive c un comma spe-
cifico sulle competenze del geologo dal momento
che stato necessario fare una modifica a compe-
tenze gi consolidate dal 1959. Questo si reso ne-
cessario quando con il D.Lgs. 624/1996 le attivit
estrattive hanno dovuto avere un responsabile della
sicurezza, ed stata messa in discussione la pos-
sibilit del geologo ad occupare questo incarico.
Laboratori geotecnici DPR 246/93 e Circolare Mini-
stero LL PP n. 349/STC/99 Nello specifico, riguar-
do le figure di Direttore dei Laboratori per lo svolgi-
mento delle prove geotecniche stato necessario
un aggiornamento della Circolare aggiungendo le
Scienze geologiche fra le discipline tecniche in cui
deve essere laureato il Direttore del laboratorio.
Coordinatore della sicurezza in fase di progetta-
zione ed esecuzione dei lavori D.Lgs. 81/2008
Per lassunzione dellincarico di coordinatore per
lesecuzione dei lavori, lart. 98 indica esplicita-
mente il possesso di specifici requisiti professio-
nali, tra cui la laurea in geologia.
Collaudo opere pubbliche DPR 554/99, art.188
- La laurea, unitamente allabilitazione alleserci-
zio della professione nonch, ad esclusione dei
dipendenti delle amministrazioni aggiudicatrici,
liscrizione da almeno cinque anni allalbo profes-
sionale in geologia, costituisce requisito abilitante
allo svolgimento dell'incarico di collaudatore.
2.2 La direzione lavori nelle opere pubbliche
La definizione di Direzione Lavori la ritroviamo nel DPR
554/99 - Regolamento di attuazione dei LL PP, agli artt.
123-127.
DPR 554/99 - Regolamento di attuazione LL PP
Titolo IX esecuzione lavori
Art. 123 (Ufficio della direzione dei lavori)
1. Per il coordinamento, la direzione ed il controllo tecnico-
contabile dellesecuzione di ogni singolo intervento le sta-
zioni appaltanti, prima della gara, istituiscono un ufficio
di direzione lavori, costituito da un direttore dei lavori ed
eventualmente, in relazione alla dimensione e alla tipolo-
gia e categoria dellintervento, da uno o pi assistenti con
funzioni di direttore operativo o di ispettore di cantiere.
2. L'ufficio di direzione lavori preposto alla direzio-
ne ed al controllo tecnico, contabile e amministrativo
dell'esecuzione dellintervento secondo le disposizio-
ni che seguono e nel rispetto degli impegni contrattuali.
Art. 124 (Direttore dei lavori)
1. Il direttore dei lavori cura che i lavori cui preposto siano
eseguiti a regola darte ed in conformit al progetto e al
contratto.
2. Il direttore dei lavori ha la responsabilit del coordina-
mento e della supervisione dell'attivit di tutto l'ufficio di
direzione dei lavori, ed interloquisce in via esclusiva con
lappaltatore in merito agli aspetti tecnici ed economici del
contratto.
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3. Il direttore dei lavori ha la specifica responsabilit dell'ac-
cettazione dei materiali, sulla base anche del controllo
quantitativo e qualitativo degli accertamenti ufficiali delle
caratteristiche meccaniche di questi cos come previsto
dall'articolo 3, comma 2, della legge 5 novembre 1971, n.
1086, ed in aderenza alle disposizioni delle norme tecni-
che di cui all'articolo 21 della predetta legge.
4. Al direttore dei lavori fanno carico tutte le attivit ed i com-
piti allo stesso espressamente demandati dalla Legge o
dal presente regolamento nonch:
a) verificare periodicamente il possesso e la regolarit da parte
dell'appaltatore della documentazione prevista dalle leggi
vigenti in materia di obblighi nei confronti dei dipendenti;
b) curare la costante verifica di validit del programma di
manutenzione, dei manuali d'uso e dei manuali di manu-
tenzione, modificandone e aggiornandone i contenuti a
lavori ultimati.
Il Direttore Lavori ha perci il compito di controllo sia in cam-
po tecnico, che amministrativo che riguardo la sicurezza.
Il D.L. pu avvalersi di assistenti, come Direttori Opera-
tivi e Ispettori di cantiere, la cui funzione descritta agli
artt. 125 e 126 del DPR 554/89.
Art. 125 (Direttori operativi)
1. Gli assistenti con funzioni di direttori operativi collaborano
con il direttore dei lavori nel verificare che lavorazioni di
singole parti dei lavori da realizzare siano eseguite rego-
larmente e nell'osservanza delle clausole contrattuali. Essi
rispondono della loro attivit direttamente al direttore dei
lavori.
2. Ai direttori operativi possono essere affidati dal direttore
dei lavori, fra gli altri, i seguenti compiti:
a) verificare che l'appaltatore svolga tutte le pratiche di
legge relative alla denuncia dei calcoli delle strutture;
b) programmare e coordinare le attivit dell'ispettore dei la-
vori;
c) curare l'aggiornamento del cronoprogramma generale e
particolareggiato dei lavori e segnalare tempestivamente
al direttore dei lavori le eventuali difformit rispetto alle
previsioni contrattuali proponendo i necessari interventi
correttivi;
d) assistere il direttore dei lavori nell'identificare gli interventi
necessari ad eliminare difetti progettuali o esecutivi;
e) individuare ed analizzare le cause che influiscono negati-
vamente sulla qualit dei lavori e proponendo al direttore
dei lavori le adeguate azioni correttive;
f) assistere i collaudatori nell'espletamento delle operazioni
di collaudo;
g) esaminare e approvare il programma delle prove di collau-
do e messa in servizio degli impianti;
h) controllare, quando svolge anche le funzioni di coordina-
tore per lesecuzione dei lavori, il rispetto dei piani di sicu-
rezza da parte dei direttore di cantiere;
i) collaborare alla tenuta dei libri contabili.
Art. 126 (Ispettori di cantiere)
1. Gli assistenti con funzioni di ispettori di cantiere col-
laborano con il direttore dei lavori nella sorveglianza
dei lavori in conformit delle prescrizioni stabilite nel
Capitolato speciale di appalto. La posizione di ispet-
tore ricoperta da una sola persona che esercita la
sua attivit in un turno di lavoro. Essi sono presenti a
tempo pieno durante il periodo di svolgimento di la-
vori che richiedono controllo quotidiano, nonch du-
rante le fasi di collaudo e delle eventuali manutenzioni.
2. Agli ispettori, possono essere affidati fra gli altri i seguenti
compiti:
a) la verifica dei documenti di accompagnamento delle for-
niture di materiali per assicurare che siano conformi alle
prescrizioni ed approvati dalle strutture di controllo in qua-
lit del fornitore;
b) la verifica, prima della messa in opera, che i materiali, le
apparecchiature e gli impianti abbiano superato le fasi di
collaudo prescritte dal controllo di qualit o dalle normati-
ve vigenti o dalle prescrizioni contrattuali in base alle quali
sono stati costruiti;
c) il controllo sulla attivit dei subappaltatori;
d) il controllo sulla regolare esecuzione dei lavori con ri-
guardo ai disegni ed alle specifiche tecniche contrattuali;
e) lassistenza alle prove di laboratorio;
f) lassistenza ai collaudi dei lavori ed alle prove di messa in
esercizio ed accettazione degli impianti;
g) la predisposizione degli atti contabili quando siano stati
incaricati dal direttore dei lavori.
Da quanto sopra chiaro che lespletamento delle fun-
zioni di D.L., per le quali correttamente la legge non
prescrive specifici requisiti tecnici e professionali, pre-
suppone in ogni caso il possesso didonee competen-
ze tecniche tali da garantire la conformit dei lavori al
progetto nel suo complesso e da coordinare le attivit
dellUfficio anche per le parti specialistiche affidate a Di-
rettori operativi.
necessario quindi, a titolo esemplificativo, considerare
le conoscenze interdisciplinari che al D.L. vanno ricono-
sciute e che attengono ai vari aspetti (ambientali, struttura-
li, impiantistici e tecnico-economici) della progettazione.
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La presenza nel progetto di opere accessorie, a servizio
dellopera principale di discarica, consistenti in impianti
e/o in opere in c.a., non sufficiente pertanto ad esclu-
dere la professionalit del geologo dal ricoprire il ruolo di
progettista e D.L. nei lavori di costruzione di una disca-
rica, potendosi affidare la sola supervisione delle opere
accessorie ad un tecnico competente con funzioni di
Direttore Operativo allinterno dellUfficio di Direzione
Lavori.
Tale interpretazione trova conferma anche nellart. 125
del Regolamento, in base al quale agli assistenti con
funzioni di Direttore Operativo sono assegnate funzioni
specifiche e specialistiche, quali ad esempio quelle di
verificare che l'appaltatore svolga tutte le pratiche di
legge relative alla denuncia dei calcoli delle strutture,
funzione questa che la legge (art. 2, comma 2, legge
1086) prevede debba avvenire sotto la direzione di un
ingegnere o architetto o geometra o perito industriale
edile iscritto nel relativo albo, nei limiti delle rispettive
competenze.
Ci si ricava in via indiretta anche da quanto disposto
dallart. 127 del Regolamento secondo cui, nel caso
in cui il direttore dei lavori al quale di norma viene
affidata la verifica della sicurezza in fase di esecuzio-
ne non sia in possesso dei requisiti professionali per
lassunzione di tali funzioni, le stazioni appaltanti sop-
periscono a tale mancanza con la designazione di al-
meno un direttore operativo avente i requisiti necessari
a tal fine.
CONCLUSIONI
Per quanto sopra illustrato la discarica risulta di fatto
unopera a prevalente contenuto geologico. Le com-
petenze da esprimersi in materia infatti, come derivanti
dalle caratteristiche dellopera e dai contenuti del rela-
tivo progetto, e stabilite dalla principale norma di riferi-
mento (D. Lgs. 36/03), sono essenzialmente a carattere:
- geologico, idrogeologico;
- geotecnico;
- idraulico, idrologico.
Tali competenze rientrano, tutte, tra quelle esclusive o
concorrenti della professione di Geologo.
Il Geologo pu pertanto seguire integralmente lo svilup-
po di una discarica nelle sue diverse fasi. La presenza di
opere strutturali e/o elettromeccaniche a servizio della
discarica, dove queste non costituiscano oggetto prin-
cipale dei lavori o elemento fondamentale del progetto,
non pu pertanto essere causa escludente della figura
del Geologo dal ruolo di D.L. per la realizzazione di una
discarica in quanto la sorveglianza sulla corretta ese-
cuzione di tali opere accessorie affidabile a Direttori
Operativi in possesso dei necessari requisiti allinterno
dellUfficio di Direzione Lavori.
Qualora il ruolo di D.L. sia ricoperto da altra professiona-
lit sar, di norma, necessaria la presenza di un Geologo
quale Direttore Operativo per la necessaria definizione
degli aspetti specifici e di esclusiva competenza.

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