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vuole che lelit che governa con lui si facciacarico di integrare le classi
subalterne nella vita dello Stato con unopera dimediazione preziosa prima di
tutto per i governanti stessi. Accettare questa stradasignifica lasciare via libera
alle organizzazioni socialiste, ma anche a quelle cattoliche.Subito nascono la
Fiom (metalmeccanici), la federazione nazionale dei lavoratori dellostato,
quella tessile (bianca e rossa), la Federterra (lavoratori terra), si
incrementanonotevolmente le leghe bianche. La capillarit della rete
ecclesiastica aveva permessouna penetrazione diffusa degli attivisti cattolici
soprattutto nelle campagne e si erafondata lOpera dei Congressi per fare da
contenitore a tutto lassociazionismo bianco.Lopera dei congressi entra in crisi
nei primi del 900, quando si diffonde tra iconservatori una certa diffidenza per i
democratico-cristiani di Romolo Murri,sviluppatisi esternamente allOpera: un
sindacalismo cattolico considerato tropposimile a quello socialista nelle
modalit e nelle pratiche di lotta, avendo teorizzatoperfino il ricorso allo
sciopero. Murri non nasconde nemmeno la sua voglia di fare
deiDemocratico.cristiani un partito. Nel 1901 il Papa interviene prendendo
la presidenzadellOpera dei Congressi ed obbligando Murri ad aderirvi (non
muta lideadellimportanza dellattivismo cattolico come pacificatore sociale e
per fermarelavanzata marxista ribadendo rispetto delle gerarchie e
collaborazione tra le classi,ma si respinge fermamente lidea di partito o
sindacato). Nel 1902 il movimento diMurri vastissimo e continua ad
estendersi (250 mila membri) in netta concorrenzacol movimento rosso (con
cui condivide il problema della netta sproporzione diadesioni tra Nord
e Sud). Mentre socialisti e cattolici si organizzano si ha una ondatadi
mobilitazione superiore a quella del 1983: dilagano gli scioperi nella pianura
padanae nelle citt industriali (solo nel 1901 mille scioperi, 600 le agitazioni
nelle campagne).Nonostante tutte le premesse i governanti usano le maniere
forti: 3 morti e venti feritia Ferrara per opera delle forze dellordine, il cui
operato difeso da Giolitti. E parte lamilitarizzazione per bloccare lo sciopero
dei ferrovieri. Giolitti non ha cambiato ideama sa di dover rassicurare liberali
moderati e destra liberale che potrebbero in unattimo rovesciare il governo
Zanardelli e imporre stavolta davvero un governoreazionario e
contemporaneamente vuole far capire ai socialisti che le lotte vannoguidate e
controllate perch il governo possa rimanere neutrale. Turati lo capisce enel
congresso del 1902 del psi vota a favore del governo Zanardelli. Tre mesi dopo
ricompensato con una legge a protezione di donne e minori che eleva a 12
anni letminima per lavorare, riduce a 11 h per i bambini e 12 h per le donne
la giornatalavorativa, crea il congedo di un anno per maternit. Ma nello stesso
congresso le filedei massimalisti, molto ingrossate, danno non poco filo da
torcere a Turati: ormai sonoinsofferenti per la lentezza con cui i riformisti fanno
avvenire il cambiamentoattraverso il Parlamento. Invocano la lotta, mostrare i
muscoli al padronato, bloccarela produzione: come avevano dimostrato le
agitazioni del 1901-1902 con gli scioperiche si ottiene pi di quanto non si
ottiene con una legislatura. Arturo Labriola lavoce che ha la lotta di classe
disgelo coi cattolici arriva quando Giolitti diventa primo ministro: non chiude la
portain faccia ai socialisti (chiede lappoggio di Turati per formare il governo),
ma tenta dibarcamenarsi. Se una parte dei cattolici liberali disponibile a
sostenere lamaggioranza giolittiana, Giolitti li accoglie a braccia aperte. In ogni
caso unasoluzione alla questione romana non si profila allorizzonte, ma si pu
avviare unatrattativa indiretta, un patteggiamento di volta in volta coi diversi
settori cattolici.
5)la mobilitazione politica del ceto medio
in Italia troviamo numerosi ceti medi interessati alle riforme di Giolitti e allo
sviluppo,cosa che impone al governo di allargare la base elettorale. Giolitti si
dimostradisposto a tutto per realizzare il suo programma, mediando sempre su
tutto eritenendo utile ogni strumento di persuasione, soddisfacendo ora questo
interesseparticolare, ora questaltro. Perdono di trasparenza e visibilit quindi i
processi percomposizione del conflitti in Parlamento e si perde anche lidentit
politica dellamaggioranza giolittiana disgregando progressivamente il fronte dei
conservatoriliberali. Giolitti cio si dota di un largo schieramento di deputati a
lui fedelissimi che gliconsente di governare per dieci anni: quella che viene
definita la dittaturaparlamentare giolittiana. Ma rimane una maggioranza senza
idee che Giolitti lega a sconcedendo favori, soddisfacendo interessi particolari,
concedendo voti quando siaprono le campagne elettorali. Giolitti vive uno stato
di compromesso permanente.Gli effetti sono positivi per il paese che vive un
periodo di sviluppo senza traumivistosi, meno positivi invece per il sistema
politico che invece di avviarsi verso lademocrazia si ritrova ingabbiato nel
trasformismo. A questo si aggiunge la difficoltnella politicizzazione del ceto
medio, molto variegato e frammentato: al declinoinesorabile della piccola
borghesia urbana e rurale corrisponde una dilatazioneimprovvisa dei settori
legati allindustria e al pubblico impiego. Cos le scelte politichedella piccola e
media borghesia appaiono disomogenee: si rifanno al liberalismo,
alcattolicesimo, al radicalismo e in alcuni casi al socialismo riformista. Chi vota
radicalie socialisti altro non che la fascia progressista e pi avanzate:
eguaglianza, libert,modernit sono le parole dordine dei socialisti quindi
attrattive, contro il vecchiopotere, anche per alcuni del ceto medio. Pochi si
convertono al marxismo, mentremolti apprezzano la spinta positivista assieme
a certi spunti umanistici e populistici:ecco il perch soprattutto al Nord i
socialisti acquistano alcuni consensi tra i borghesi.Libro pi letto Cuore che
riassume tutti gli stereotipi della cultura positivista e tra ipoeti si apprezza
Pascoli partecipe al destino degli umili, protagonisti di una epopeanazionale
riletta in chiave populistica. La realt sociale cos povera e ingiusta indignae
emoziona il borghese, che per non ripudia la patria-matrigna ma li spinge
adeducare il popolo e migliorarne le condizioni di vita, proseguendo la missione
idealedel Risorgimento. La militanza socialista non vissuta come
contraddizione al loroforte sentimento nazionale per lo meno fino a quando a
capo del Psi ci sono iriformisti. Tutto questo spiega sia il boom di voti dei
socialisti sia la crescita dellefrange massimaliste entro il Psi. Lascesa dei
massimalisti alla guida del Psi, contrariad ogni accordo con la borghesia e
fortemente avversi alla propaganda nazionale,allontana il ceto medio dal Psi. IN
teoria ora questo elettorato di ceto medioprogressista dovrebbe trovare come
sfogo la creazione di un centro democratico,potenzialmente maggioritario. A
vanificare il progetto di un polo democratico disinistra contribuisce anzitutto il
Psi dove le correnti riformiste favorevoli allaccordovanno in minoranza. Ma
conta anche il fatto che radicali e democratici, eredigaribaldini e mazziniani,
non hanno una struttura nazionale organizzata. Varie associazioni di
volontariato assicuravano la loro presenza nella societ civile con unforte
radicamento in alcune zone e totale assenza in altre. Mancava una
guidacentrale nonostante la nascita del Pri nel 1895 sul modello organizzativo
del Psi. Maradicali e repubblicani non credono nei partiti e questo li condanna
allemarginazionepolitica. Le cose non cambiano nemmeno nel 1900, anche se
si costituisce il partitoradicale. Si accentua anche la distanza tra la
rappresentanza parlamentare e i punti diforza a carattere locale: su parole
dordine anticlericali, laiche e una piattaformaprogressista radicali
e repubblicani vanno bene alle amministrative. La forteopposizione
antimonarchica li porta a non voler entrare in nessun esecutivo, anchequando
Giolitti offre loro loccasione. Ci non toglie che Marcora voti quasi sempre
afavore del governo,ricevendo in regalo da Giolitti la carica di Presidente della
Camera.Ma tutto ci non rafforza i radicali e repubblicani che restano un
fenomeno ridotto esenza scala nazionale. Non sfruttano la loro forza coalittiva,
che poteva renderli vitaliper certi governi, e anzi si fanno risucchiare dalla
prassi trasformistica imperante inParlamento perdendo la fiducia degli
elettori. Piano piano si avverte la rottura tra latradizione e le avanguardie che
avevano fatto da ponte tra i socialisti e la piccolaborghesia urbana : nasce la
polemica contro il positivismo, contro le scienze sociali,contro lumanismo
commuovente, che sfociano poi nel manifesto dei futuristi e nellarivista la
voce e che comunque accomuna una variegata quantit di persone
daDAnnunzio, Prezzolini a Marinetti. Il mondo intellettuale si presenta
moltodisarmonico e variegato e quindi incapace di diventare un punto di
riferimento per leforze democratiche Lambizione di educare gli italiani a un
nuovo senso civico sitraduce in una polemica intransigente contro lItalia di
Giolitti, dellamministrazionecentralizzata, della cultura accademica imbevuta
di retorica, della corruzione politica. Tuttavia Papini, Salvemini, Amendola che
scrivono tutti sulla voce parlano linguediverse. Ancora pi confusa la
propaganda futurista che esalta il superomismo,lazione, la forza, la velocit, la
bellezza della lotta fino a definire la guerra la solaigiene del mondo. Sono
contro-valori che affascinano i borghesi. Anche i futuristivogliono abbattere
litalietta giolittiana ma non per introdurre una morale pi rigorosa,ma per il
dovere dello sforzo, la visione dellumile giornata come missione ecc
eteatralizzano tutto e sperimentano nuove forme di comunicazione adatte alla
societdi massa (come i manifestini lanciati dalla torre dei Mori di Venezia)
rispondendo cosalla perfezione alal voglia di partecipare del ceto medio.,
6. il fronte interno
il pungo di ferro stringe anche i civili senza che Salandra si interessi del fatto
chequesto non fa che peggiorare l'odio verso una guerra gi non condivisa
dallapopolazione. Nella convinzione della guerra lampo nessuna propaganda
viene fattasulla guerra, per dare una giustificazione ideale alla guerra e
offrire sostegno moralealla popolazione. C' sicuramente una alterigia della
elit dominante che ritiene ilpopolo un branco di plebe ignorante e insensibile,
ma anche una inconsapevolezza deipi elementari principi di comunicazione
delle societ di massa (a fine guerra non acaso i liberali si troveranno di fronte
un Mussolini e un D'Annunzio molto abili adagitare le folle), rendendo chiaro
che le tencniche di politica spettacolo degliinterventisti non hanno insegnato
nulla al governo. Sono i cittadini a intervenire inquesto campo: associazioni
femminili, l'Unione Insegnanti e vari volontari si attivanocon entusiasmo per
diffondere nelle classi proletarie i valori nazionali per raggiungereordine,
disciplina, obbedienza. E riescono grazie al fatto che si attivano in un campo
incui lo Stato del tutto assente: l'assistenza alle famiglie dei soldati, perfino
quellicaduti prigionieri. Si offre un volto diverso, una patria dal volto benigno e
umano,anche se questo tipo di volontariato non riesce a cancellare il volto
disumano delloStato nelle trincee e nelle strade. E' comunque un volontariato
attivo nelle citt: lecampagne restano abbandonate a se stesse, nonostante sia
proprio dalle campagneche provengono la maggior parte dei soldati e sia nelle
campagne che si sentemaggiormente la mancanza di combustibile, pezzi di
ricambio e attrezzi. Al sudscoppiano, dopo un anno e mezzo dall'inizio della
guerra, le solite rivolte che siconcludono con l'assalto al municipio per dar
fuoco agli elenchi dei richiamati.Ovunque ci sono gli assalti ai forni. La
situazione degli approvvigionamenti pessima
e passano sei mesi prima che venga istituita una commissione che ne
occupi. Solo dal1917 si applicano seriamente calmieri dei prezzi e razionamenti
attraverso iltesseramento per i generi di prima necessit, mentre fiorisce
il mercato nero. Lamiseria tale che, quando le truppe austriache sfondano il
confine, una parte dellapopolazione li accoglie speranzosa. Questo e il
diffondersi di moti popolari per ilcarovita preoccupa le autorit: riduce alla
fame le famiglie operaie, ma comincia acreare problemi anche per il ceto
medio a stipendio fisso. I tanti posti di lavoro pubbliciprincipalmente che le
necessit della guerra stanno creando comportano spostamentidella
popolazione verso la citt, in una calca difficilmente gestibile. Mancano
alloggi,assistenza sanitaria, cibo, vestiti: si diffonde la mortalit infantile, le
malattie, larabbia. Nelle fabbriche che producono materiale bellico si produce
ai limiti dellosfinimento, ma il salario non cresciuto proporzionalmente e non
si pu ne scioperarene licenziarsi. Nel 1915 entra in funzione il MI (istituto per
la mobilitazione industriale)guidato da un alto ufficiale dell'esercito che
sottopone a s un milione circa dimaestranze entro un rigido regime marziale.
Si sospende il diritto di sciopero e ognilegge a tutela del lavoro femminile e
minorile. E' punito come diserzione, quindi colcarcere, persino l'allontanamento
dal luogo di lavoro. I sindacalisti sono ridotti alsilenzio (riaccettati ai tavoli tra
imprenditori e militari solo dopo le forti agitazioni del1917), mentre la polizia
gira nei corridoi dele fabbriche. Sar solo nel 1917 dopo leagitazioni che verr
istituita una commissione per valutare le condizioni igieniche e disicurezza nei
luoghi di lavoro. Nella primavera del 1917 a Livorno, Terni e Napoliscoppia la
rivolta metalmeccanica: a Torino una manifestazione per il pane esplode
eccettuano i cattoliciliberali che sono una minoranza, ben diversa: nel Ppi
troviamo conservatori clericali,cristiano-sociali che guidano le organizzazioni
sindacali. E il cattolicesimo sociale chiaramente antagonista ai valori su cui
poggiano societ e stato liberale. Lo si
capisce dal Manifesto dei lavoratori italiani della CiL: tempo di uscire, si legge,
dalla parentesi liberal-borghese-individualista, tempo disostituire lo stato
accentratore, sia esso borghese o socialista, ugualmente incapace etirannico
con nuove istituzioni che abbiano il loro centro nel lavoro umanosindacalmente,
corporativamente organizzato. I sindacalisti cattolici propongono la 3via tra
capitalismo e socialismo che disorienta completamente la classe
dirigenteliberale.
2.il biennio rosso
se la propaganda aveva fatto breccia quantomeno tra i soldati al fronte, le
masse delfronte interno rimanevano sempre freddi verso lo Stato: non giov
allo stato ladiffusione della notizia di quanto accadeva in Russia tra i lavoratori
e le famiglie,strangolate dalla fame, dalla crisi e dalla militarizzazione
delle fabbriche. Troppo tardiil governo cominci ad allentare la pressione: nel
1918 la richiesta a Cgl e Psi dipartecipare alla commissione istituita per
affrontare i problemi economici e sociali nonmiglior la situazione. A nulla era
valsa la predisposizione dei riformisti a collaborarecol governo: trovarono
sempre opposizione della maggioranza del partito e delsindacato. Il clima era
chiaro: i propagandisti che giravano nelle campagne con loscopo di risvegliare
il sentimento patriottico dovevano travestirsi per non essere presia sassate. La
guerra, con i suoi morti e le sue epidemie (epidemia di spagnola nel1918 in
veneto che falcidia la popolazione) e i suoi danni alle cose materiali,
faaccrescere la rabbia del popolo rosso. La guerra, col boom delle industrie e il
crollodell'agricoltura, ha aperto fratture profonde nella societ lasciando le
campagne allafame. (situazione economica: occorre comprare materie prime,
carbone, combustibilidall'estero, mancano cibo e concimi. Serve, per comprare
valuta pregiata e questascarseggia. L'Italia si indebita pesantemente con Usa e
G.B al punto che le riserveauree del Regno sono trasferite a Londra a garanzia
dei prestiti. L'inflazione allestelle ed esplode il carovita).In questa situazione
in Liguria, Toscana, Milano e Roma esplodono rivolte contro ilcarovita. La
popolazione va all'assalto dei forni, dei negozi, degli edifici pubblici,
famanifestazioni che sfociano in scontri con l'esercito e la polizia. Se non sono
nuovequeste situazioni di tensione, nuovi e pi radicali appaiono gli obiettivi e i
metodi dilotta cos come pi vasta l'area di esplosione del conflitto. Alla
pianura padana siaggiungono anche Lazio, Puglia,Marche, Sicilia. Nel centro
sud dove la situazione peggiore, la lotta sfocia nell'occupazione delle terre:
braccianti e salariati fissi, coloni emezzadri, affittuari e piccoli proprietari
dichiarano guerra alla grande propriet. Chioccupa le terre si sente legittimato
a farlo anche alle promesse che il governo avevafatto dopo caporetto, parlando
di premi e terre: non un caso che ad occupare leterre vadano proprio gli ex
combattenti, organizzati dai socialisti, dai cattolici e dalleassociazioni
combattentistiche. Significativo l'approccio leggero del governo
aquesti moti. Addirittura nel settembre del 1919 il ministro dell'agricoltura
Visocchivara una legge che autorizza l'esproprio delle terre incolte o mal
coltivate,legittimando di fatto la violazione della propriet privata, ma questo
non placa glianimi. Le occupazioni proseguono anche l'anno dopo: al Sud i
braccianti vanno neicampi a lavorare senza aspettare l'ingaggio e a fine
capito nulla della natura intima dei Fasci. Ora che isocialisti sono in riflusso e la
mobilitazione cala al governo basterebbe contrastare iFasci per ristabilizzare il
paese: ma Giolitti sceglie il compromesso. La scelta fatale.Mentre manda
circolari ai prefetti dando precise disposizioni per arginare la violenzasquadrista
comincia a lavorare per mettere i fasci dalla sua, consapevole del consensoche
il loro squadrismo riscuote nell'opinione pubblica liberale., sopratutto
imprenditorie grandi proprietari terrieri: l'opinione pubblica odia a tal punto i
socialisti da tollerarepalesi violazioni della legalit al punto da tollerare quello
che sar il vero crollo dello stato liberale, cio la perdita progressiva del
monopolio della forza. C' forse un soloalibi: con la guerra violenza e uso
smodato della forza sono entrate nella vitaquotidiana, inquinando i valori della
politica e esaltando intolleranza,sopraffazione eviolenza e demonizzazione
dell'avversario. Forse questa assuefazione alla violenzache rende difficile
vedere le differenze tra l'agitazione dei socialisti e quella dei fasci ecosa
significhi veramente il progressivo aumento di consenso e potere per
Mussolini:nessuno si rende conto che le spedizioni fasciste stanno pian piano
scivolando nellaguerra civile.
6. la nascita del pci
nelle elezioni del 1921 la classe dirigente decide di allearsi coi delinquenti
Fascisti: leelezioni sono anticipate, perch Giolitti crede che sia il momento
propizio permodificare gli equilibri nella maggioranza togliendo forza a socialisti
e popolari. Entro ilmovimento socialista, duramente colpito, si apre una frattura
insanabile: nel Gennaiodel 1921 a Livorno si consuma la scissione fra la
frazione comunista uscita dal Psi inpolemica sia sul fatto che il psi non vuole
fare la rivoluzione, sia che non si vuolepiegare alle direttive dalla Comintern. I
socialisti italiani, dopo aver chiesto
l'entratanella III internazionale vanno sollevando molte perplessit e polemiche
sui 21 puntifissati dai bolscevichi per essere accolti entro il nuovo organismo.
Non accettano diespellere la parte riformista (Turati), rifiutano di cambiare il
nome in PartitoComunista, contestano la scelta del Partito comunista russo di
guidare la rivoluzionemondiale. La rivoluzione russa insomma esplode
deflagrando il psi, in cui le varieanime riuscivano tutto sommato a convivere
(eccetto l'esclusione dei ministerialistiBonomi e Bissolati per la guerra in
Libia). La guerra mondiale aveva avuto, inproporzione, effetti minori, portando
fuori dal partito solo le ale rivoluzionari vicine aMussolini, mentre Turati aveva
soffocato le sue spinte patriottiche in nome di unpacifismo internazionalista.
Era stata proprio la questione nazionale a cominciare acrepare la stabilit
dell'edificio Psi: la vittoria dei bolscevichi un le divergenze sullaguerra alle
divergenze sulla rivoluzione, visto che si trattava non pi solo di andarecontro
la guerra, ma perfino contro lo stato italiano rovesciando il sistema
capitalistacancellando quanto di liberale e borghese era entrato nel Psi. Resta il
fatto che lecondizioni per la rivoluzione non erano mature nel biennio
rosso,quando le masseattendevano trepidanti le direttive del Psi e della Cgl,
entrambe paralizzate dairiformisti, che avevano ridotto tutto alla sola
vertenza sindacale. Cos la frazionecomunista nel 1921 chiede che una volta
per tutte si metta fine all'ambiguit: ledirigenze massimaliste respingono il
dictat bolscevico, ma confermano la stradarivoluzionaria, non risolvendo per
nulla l'ambiguit. Cos Bordiga, Tasca, Gramsci, Togliatti, Terracini escono dal
psi e fondano il Pci, sezione italiana della Comintern.Rimane da capire la
strategia di Lenin: per qualcuno vorrebbe la rivoluzione mondialeattraverso
l'esportazione del partito sul modelo bolscevico mentre per qualcuno
laComintern nasce gi in termini difensivi dell'Urss. Piano piano tramontano le
speranze(con le sconfitte della riv. Tedesca e ungherese) di rivoluzioni in
occidente. Leninsicuramente sente il bisogno di rompere il cordone sanitario
dando vita ad una rete dipartiti fratelli inseriti entro l'occidente come ulteriore
colonna di sostegno dell'Urss,aggirando l'isolamento a cui il cordone
sanitario doveva destinare i bolscevichi. Turatinon a caso nel 1921 denuncia la
funzione strumentale di questa operazione,affermando che il partito comunista
russo punta a spaccare i partiti socialisti europeiper reclutare truppe fedeli a
Mosca ( il nazionalismo russo, dice Turati, che si
aggrappa a noi per salvare se stesso). La scissione non ha grandi effetti nei
numeri,ma provoca grande smarrimento tra i militanti, mentre continuano le
incursionifasciste. I Fasci approfittano di questa confusione per esplodere nelle
citt: nelFebbraio del 1921 a Firenze l'attacco squadrista a un corteo operaio d
il via ad unabattaglia che durer 4 giorni. Carabinieri e guardie regie danno
manforte ai fascisticon autoblindi e mitragliatrici: ci saranno 20 morti e 1500
arresti, tutti tra i socialisti e icomunisti. Poco dopo a Torino, protetti dalle forze
dell'ordine, 100 fasci bruciano laCamera del Lavoro. Le reazioni del psi e del pci
sono deboli per varie ragioni:-manca la consapevolezza di quanto sta
avvenendo (al congresso di livorno il temadelle aggressioni fasciste appena
accennato). Ad ogni ennesimo attacco squadrista ilPsi esprime stupore come
fosse la prima volta-non credono proprio che possa essere il fascismo a dare il
via alla rivoluzione: il Psi haappena affermato che non ci sono le condizioni e
che nel frattempo lo stato devegarantire il rispetto dei diritti e le libert del
popolo rosso contro gli squadristi, questononostante militanti e dirigenze
socialiste e comuniste locali sappiano bene quale sia ilruolo delle forze
dell'ordine.-incapacit di organizzazione: la velocit e precisione degli assalti
fascisti, cheanticipano le tecniche della moderna guerriglia, rendono difficile
non solo organizzarereazioni , ma anche chiamare in tempo i compagni dai
paesi vicini. Anzi rispondo con iclassici cortei, che non fanno altro che creare
ghiotte occasioni per i Fasci per spararedi nuovo nel mucchio, attaccando il
corteo da tutti i lati, provocando quel caos che poispetta alle forze dell'ordine
placareL'unica scintilla di reazione sono gli Arditi del Popolo.
7.i Fascisti in Parlamento
tra i vantaggi che i Fasci hanno conquistato c' quello di avere candidati nei
cosidettiblocchi nazionali assieme ad esponenti di prestigio del ceto politico
liberale. EGiolitti a indire elezioni anticipate proprio mentre l'offensiva
squadrista ai massimilivelli in un clima elettorale poco adatto. Giolitti infatti
convinto che laParlamentarizzazione dei fascisti ne avrebbe neutralizzato la
carica violenta eeversiva. Giolitti sa che il gioco deve finire sia per il livello
raggiunto dalle violenze, siaperch si rischia che una rivoluzione scoppi
davvero, sia perch piano piano i potericostituiti sono sempre pi
delegittimati. A Giolitti non sfugge nemmeno ilcameratismo venutosi a creare
tra le forze dell'ordine e gli squadristi, che essiritengono giovani e coraggiosi
patrioti. E' del 1920 la circolare agli uffici dipropaganda militare dei comandi
d'armata dal colonnello Caleffi che definisce i fasci dicombattimento, forze vive
da contrapporre agli elementi antinazionali e sovversivi.Giolitti non punta a
risolvere questo problema: resta convinto che sar laparlamentarizzazione a
risolvere tutto. Quel che Giolitti spera di ottenere alleelezioni una riscossa dei
liberali e un successo dei blocchi nazionali per poter cosliberarsi dell'influenza
dei popolari e avere una salda maggioranza. Giolitti sbagliatutto: Mussolini si
precipita nel piatto ricco dell'offerta elettorale dei liberali, benconsapevole che
questo pu aprirgli nuovi spazi di manovra politica, visto che, coirossi ormai in
difficolt e col bisogno di normalizzazione che si sta diffondendo neiborghesi, il
Fascismo agrario in forte riflusso. Mussolini sa che da una parte staperdendo
quella base che aveva come unico motivo di appartenenza ai
Fascil'antisocialismo, base reazionaria che non ha lo slancio vitale che occorre a
Mussoliniper la rivoluzione, dall'altra rischia di deludere quella parte di giovani,
intellettuali, ex combattenti e sindacalisti rivoluzionari che da lui si aspettano la
rivoluzioneantisistema antisocialista,
antiparlamentare, antiborghese, anticapitalistica. Mussolininel 1921 sa bene
che i Ras non si rassegneranno alla normalizzazione, ma sa che lapartita
elettorale gli consentir di muoversi su due tavoli comunicanti, quello
dellalegalit e quello della violenza ( i blocchi nazionali gli permettono anche di
riallacciareun dialogo coi nazionalisti della destra liberale). Alla fine si varano
liste col fasciolittorio come simbolo. Ci saranno 40 giorni di violenza e sangue
per la campagnaelettorale: 100 morti che seppelliscono l'onore del paese e dei
liberali al governo, chenon sentono nemmeno il bisogno di dissociarsi
pubblicamente. Per Giolitti unatragedia: le liste ottengono ottimi risultati, ma
vincono tutti gli avversari di Giolitti,anche tra i liberali.I liberali alla fine
ottengono una maggioranza relativa, che diventa assoluta solo conl'appoggio
dei 35 deputati fascisti. Aumentano i popolari, scendono i socialisti. Ilnuovo
governo guidato da Bonomi una replica di quello precedente: i liberali
sibasano sull'appoggio dei popolari. I fasci non appoggiano il governo non
avendonessuna intenzione di farsi assorbire dai liberal-costituzionali: non
hanno nessunaintenzione di parlamentarizzarsi.
8.la marcia su Roma
le elezioni del 21 segnano un chiaro spostamento a destra della politica
italiana.Bonomi dovrebbe imporre il disarmo forzato delle squadre fasciste e
uno stretto giro divite, ma non ha la forza per imporre questo ad un parlamento
con molti nazionalisti efascisti eletti. Ne serve a nulla lasciare che siano Psi e
Fasci a risolvere problemi: ilpatto dell'agosto del 21 tra Psi e Mussolini per
cessare le ostilit finisce nel nulla. Il Psiha chiari motivi per fare questo accordo,
Mussolini invece preoccupato per la nascitadegli Arditi del popolo e per
l'episodio di Sarzana dove i carabinieri si sono schierati coirossi sparando sulle
squadre fasciste. Ma i ras delle provincie si oppongono, arrivandoa sfidare la
leadership di Mussolini, che cede. Nel novembre del 1921 in ogni caso iFasci di
Combattimento si trasformano nel Partito nazionale fascista, con una
strutturache Mussolini riesce a controllare facilmente dall'alto. Capo del
Pnf diventa MicheleBianchi, ex sindacalista rivoluzionario molto amico di
nel Dicembre del 1922, dopo due mesi di governo fascista, proseguono le
violenze. Siassaltano la Camera del Lavoro e la sede dell'Ordine nuovo e molti
circoli operaitorinesi con vari morti socialisti e comunisti. Da l ci sono stati vari
episodi in tuttaItalia. Il Gran Consiglio del Fascismo (appena nato: vi siedono i
dirigenti del Pnf, ildirettore generale della PS, i segretari delle corporazioni
fasciste,il capo di statomaggiore della Milizia, l'addetto stampa della presidenza
del Consiglio, i commissaripolitici del fascismo)nel Gennaio del 23 dichiara
sciolte le squadre d'azione. Si decideanche la costituzione della MVSN cio la
Milizia Volontaria per la sicurezza nazionale incui dovrebbero confluire gli ex
squadristi, inquietante dal punto di vista costituzionalevisto che sotto il
diretto controllo di Mussolini e non deve prestare fiducia al Re. Sonotutti
tentativi di normalizzazione apparente, contraddetti dai fatti: poco dopo
lacreazione della MVSN si scatena di nuovo la violenza squadrista a La Spezia,
di nuovoappoggiata dalla forza pubblica (dietro ci sono i ras Farinacci, Balbo,
Forni ecc..) chenon hanno nessuna voglia di perdere il potere ottenuto. E
questo di mostra cheMussolini tenta, ma non riesce, di imbrigliare i ras con la
MSVN. Sa che per consolidareil suo potere, il duce deve entrare in Parlamento e
sbarazzarsi delle squadracce, ma saanche di non avere la forza per imporre il
suo volere a tutto il fascismo: cos pur di nonavviare uno scontro interno si
limita a porre dei paletti. Alla fine i ras sono unproblema per il Duce, ma
portano anche cose positive: socialisti e comunisti nonriescono a rialzare la
testa. Qui interviene anche la polizia: il Pci viene decimato conl'arresto di
Bordiga e di tutta la dirigenza nel Febbraio del 23. Poco dopo tocca a
Giacinto Menotti Serratti, passato al comunismo. Il processo si concluder con
unaassoluzione generale, ma molti comunisti cominceranno l'esilio. Gli unici
portettirestano i deputati del pci, protetti dall'immunit parlamentare, ma non li
garantiscedagli assalti delle squadre nere. Ma la violenza dei Ras si scatena
anche contro ipopolari, nonostante vi siano due popolari nel governo: il punto
che i popolari ormaisono stati scavalcati dal dialogo diretto che Mussolini ha
cominciato col Papa, mentreDon Sturzo si oppone sempre di pi all'alleanza col
Pnf. IL partito si spacca tra ladestra clericale e la sinistra democratica. Mussolini
comincia, per arrivare dritto alcuore del popolo cattolico, a parlare del
sentimento per Dio e per la Patria che hannotutti gli italiani ( e partono i
crociffissi obbligatori nelle scuole e nei tribunali e ilpareggio delle tasse per le
scuole pubbliche e private). Ad Aprile arriva la riformaGentile che introduce
l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole e introducel'esame di stato
per le private: una parificazione delle scuole private. De Stefani salvail Banco di
Roma, cassaforte della finanza vaticana, mentre Mussolini
di dichiaraprofondamente religioso. La Santa Sede emana una circolare che
invita i cattolici anon assecondare partiti: la morte del Ppi. Sotto le pressioni
di Vaticano e destrapopolare Sturzo si dimette da segretario del Ppi. Sar
proprio il gruppo parlamentarePpi, allo sbando, a diventare cruciale per
l'approvazione della legge Acerbo: alcunipopolari escono dall'aula, altri si
astengono, alcuni votano si. La violenza squadrista,dopo il voto, si abbatte di
nuovo contro i bianchi. Il Papa non muove un dito: pensa cheMussolini sia un
defensor fidei pi efficace, ma anche meno democratico e menomoderno dei
cristiano sociali. Piano piano si stringe il cappio anche introno al collo
deiliberali: Gobetti finisce in prigione, la casa di Nitti devastata da una
squadra fascistasenza che la PS muova un dito, Amendola pestato da una
squadraccia nera. Larappresaglia parte perch i 3 si oppongono alla legge
che le voci su cui si far sentire forte controllo e censura sono poche (fascismo
faeccezione). Mussolini non vuole infatti un'arte di Stato, ma l'appoggio del
mondo dellacultura, organizzato in organizzazioni a associazioni capillarmente
infilitrare conintellettuali fascisti e creando reti di di centri culturali fascisti.
7.fascismo, cultura, societ
Teniamo subito conto che stata la guerra il motore del cambiamento che ha
portatoalla nascita di movimenti culturali di massa, ampliando la
partecipazione culturale deicittadini. Aumentano di importanza gli scrittori che,
dalle pagine culturali dei giornali,orientano le scelte dei lettori. Nel 24 la prima
alla Scala di Milano del Nerone di ArrigoBoito sotto la direzione di Toscanini
significava una vittoria del partito dei giovaniautori che era valsa a Mussolini
la fama di protettore delle arti. Fu un punto in piper Mussolini anche
l'adesione al Fascismo di Pirandello, molto amato dal pubblico.Non c' da
stupirsi: molti scrittori e artisti erano futuristi e interventisti. Anche tra gliartisti
chehanno diritto di vivere in Italia.IN ogni caso l'accordo col fascismo va visto,
per la Chiesa in doppia veste:-nel lungo periodo c' il progetto di dotarsi degli
strumenti necessari per esercitare unruolo egemonico in uno stato moderno
per essere modello per gli stati occidentalimoderni-nel breve periodo il
fascismo va bene, sicuramente meglio delle dirigenze liberali,abbatte
l'anticlericalismo, riporta l'ordine, impedisce la rivoluzione bolscevica,mantiene
saldi i costumi tradizionali (pensa al cambiamento di donne e giovani).
Maapprezza anche la battaglia del grano, che rid all'Italia quell'aspetto
contadino tantochiaro alla Chiesa. Cos come apprezzano sicuramente la
campagna demografica del27: imposta sui celibi, esenzioni tributarie per le
famiglie con almeno 10 figli, 7 per gliimpiegati statali, privilegi nelle
graduatorie dei concorsi pubblici, prestiti matrimonialicondonati con la nascita
del 4 figlio.La Chiesa inizia cos la sua battagli aantimoderna: richiama le donne
all'ordine(tornare in casa, lasciando il lavoro) e le invita a sottomettersi
all'autorit maschile(Mussolini stesso afferma: tornino le donne in casa, unico e
vero posto che la naturaha assegnato loro), attacca i balli e le mode moderne,
ribadisce il valore dellaverginit e della famiglia patriarcale contadina.Questo
contrasta col fatto che molte donne emancipate avevano puntato sul
fascismo,che aveva offerto loro nel programma del 1919 il voto: ma era una
falsa promessa. Ilfascismo ha mostrato poi tutto il suo lato reazionario e
conservatore cresciuto a causadel fatto che i fasci di combattimento avevano
rafforzato l'identit maschile messa incrisi proprio dal nuovo ruolo delle donne.
Nel 26 l'equivoco cancellato visto che nonsi lascia pi nessuno spazio di
emancipazione politica e professionale alle donne. Noquindi allle professoresse
nei licei (alle donne non si addice studiare lettere, filosofia,greco, latino), ma
molte maestre di asilo perch le donne sono anzitutto madri. Lastampa
femminile riceve precisi ordini e trasmette precisi modelli: via le donne magree
mascoline, si alle donne prosperose e coi fianchi larghi, emblema di
fecondit,mentre viene vietata ogni propaganda anticontraccettiva e il Papa
ribadisce la finalitriproduttiva del matrimonio. Viene soppresso
nell'enciclopedia italiana la vocedivorzio. Ma il tasso di natalit, nonostante
tutta la propaganda, resta in calo.Ormai il trio Dio, Patria, Famiglia ribadito: la
Chiesa felice del ruolo che svolge, complice del fascismo e invita i cattolici
ad andare a votare in massa alle elezioni del29, anche se sono elezioni farsa: la
nuova legge elettorale prevede che esista una solalista preparata dalle
organizzazioni fasciste, su un collegio unico nazionale, della qualegli elettori
possono solo dire si o no.
5: LO STATO TOTALITARIO (1929-1939)1.stato fascista ed economia: dalla
politica della quota 90 alla grande crisi nel 29 arriva la Grande depressione.
Che per non comporta perdita di potere perMussolini anzi, per come affronta
la crisi, aumenta il prestigio del fascismo in Italia eall'estero anche se nel 1930
arriveranno i primi fallimenti, cresce la disoccupazione ediminuiscono le
entrate dello stato. Tutto questo dopo che gli italiani cominciavano afarsi le
prime illusioni di crescita dopo aver fatto tanti sacrifici per stabilizzare la lira.
Sipunta, e Mussolini disposto a lacrime e sangue, a raggiungere la quota 90,
ossia 90lire per una sterlina (pi per una questione di prestigio che di altro), ma
anche unsistema per imporre il fascismo a industriali, proprietari e banchieri
italiani checontinuano a far pesare troppo il loro appoggio al fascismo. Nel 26
comincial'austerity: divieto di costruzione di case di lusso, vietata l'apertura di
banca di roma, credito italiano) grazie al quale l'Iri ottiene il controllo di questi
istitutidi credito e dei pacchetti azionari da loro posseduti. Insomma si pongono
le basi perun forte capitalismo di stato, favorito dalla recessione che pare
suggerire questa comeunica soluzione. In ogni caso saranno solo le commesse
per la guerra in Etiopia a farriprendere l'economia e comunque senza riuscire a
sanare i forti disequilibri entro ilsistema produttivo italiano ne il problema della
disoccupazione. E' indubbio che grazieall'intervento dello stato si ha una
generale riqualificazione del sistema industrialenazionale che, nonostante i
tassi di sviluppo inferiori, permette all'Italia di non venireemarginata
nell'occidente capitalista. Comunque varie cose sono strane-emerge
chiaramente il controsenso di un sistema a sfondo politico reazionario e
glielementi di modernit innescati dallo stesso fascismo nell'economia (e quindi
dicontraddizione coi cambiamenti sociali e culturali che sono nemici di un
sistemaconservatore). Pare confermare la tesi di molti osservatori stranieri
secondo cui gliitaliani erano un popolo arretrato, incapace di usufruire e
pretendere i propri diritti ebisognoso di un leader forte e autoritario capace di
imporre la disciplina ad un popoloimmaturo. Giudizio condivisibile anche se
lascia in secondo piano il fatto che eraappena finita una guerra. Ma sia la
Chiesa che Mussolini sanno bene che un paesearretrato e debole si governa
meglio: ecco il perch del trinomio dio, patria, famigliache suona come un
manifesto antimoderno e le parole d'ordine del Duce, dallabattaglia del grano a
quella demografica, individuano nell'industrializzazione il nemico.Allora perch
Mussolini aiuta l'industria?-anzitutto non pu fare tabula rasa: nonostante si sia
presentato come rivoluzionariostenta comunque a tagliare i fili di continuit
con la politica liberale. Mussolini non hala volont, ma sopratutto la forza.Anzi
sar proprio la lentezza e i cambiamenti a piccoli passi dallo stato liberale,
alladittatura, allo stato totalitario a rendere solido il potere di Mussolini.
Comunque danotare c' che Mussolini si concentra su due aspetti: aumenta la
protezione offertadallo stato all'industria, sopratutto quella pesante, e aumenta
la concentrazioneoligopolistica. Il progetto della ruralizzazione non messo da
parte: viaggia su unbinario parallelo, che si riveler morto dimostrandosi vani i
tentativi di bloccare lamodernit o tornare indietro. Ma la storiografia moderna
comincia a dare spazio aduna interporetazione che vede un certo pluralismo
entro il fascimo, di vedute checonvivono, alcune delle quali profondamente
moderne e dinamiche, che vorrebbero inprimis intervenire nelle distorsioni
strutturali causa di uno sviluppo nazionaledisomogeneo e squilibrato. Per
questo vedono di buon occhio i freni imposti allagrande industria. Per
questo vorrebbero di pi, anche a costo di fare dispiacere aimprenditori e
finanziari: ma l'operato economico del fascismo resta contenuto neilimiti del
controllo finanziario senza estendersi alla programmazione e gestione
direttadello sviluppo. In ogni caso si rafforzer molto il rapporto privilegiato
traamministratori pubblici e industriali.
2. operai e contadini nella grande crisi
scoppiano fiammate di rivolta in Inghilterra, Francia e Germania che
preoccupano nonpoco Mussolini, che teme che la rivolta travalichi le Alpi. Sa
bene Mussolini che la vitadel Fascismo strettamente legata al mantenimento
dell'ordine costruito sulla pacesociale duramente costruita a colpi di
repressione e concessione di privilegi. Non uncaso che l'ordine italiano sia
invidiato nel resto d'Europa. Eppure l'economia italianasta precipitando come
tutte le altre e la disoccupazione arriva al milione di unit, dati
montane per i figli dei lavoratori.I dopolavoro fascisti si attivano per sostituire
bar e sale di ritrovo private, perch non
c' pi una lira da spendere per passare il tempo insieme e trovare cibo e
bevandegratis in occasione delle innumerevoli feste del regime: se il primo
maggio statoabolito, si trova la festa dei Natali di Roma, della fondazione dei
fasci dicombattimento, e persino della Conciliazione, l'11 Febbario, per
festeggiare ilConcordato. Questo mentre i fasci femminili raccolgono fondi e
sussidi da dare aipoveri, sopratutto ai figli dei poveri: giocattoli, indumenti,
latte, zucchero, pane. Ilnumero dei bisognosi sale ogni giorno. I federali fascisti,
i prefetti, i questori chiedonofondi con insistenza, soccorsi straordinari e altro,
che per si esauriscono in pocotempo. Al Sud crolla la produzione agraria e i
disoccupati raggiungono livelli record,mentre i salari dei contadini subiscono
una riduzione di ben tre volte maggiore diquella subita dagli operai in citt.
Questo vale anche per la ricca Emilia, ma anche peril Veneto contadino dove i
contadini si affollano davanti alle sedi del Fasciosupplicando pane. Nel sud
invece i contadini si ribellano in massa, scioperano, fannolavoro abusivi,
invadono i terreni demaniali. Aumentano gli sfratti, gli affitti, le tassesul
foraggio, sulla manutenzione stradale, sull'acqua e sul vino... gli esattori sono
presia sassate e minacciati di morte. Sempre nel sud ricomincia a vivere la
pratica diassaltare i municipi. La repressione ovviamente sistema tutto, ma il
sud va aiutato etutti sanno che un pozzo senza fondo. Se tutti sanno che le
elemosine non possonorisolvere la crisi, sul piano politico e delle relazioni
pubbliche per l'assistenzialismo vincente: le autorit ricevono dal popolo
molti ringraziamenti per l'aiuto dato a livelliche i liberali non si sarebbero mai
sognati. Il fascismo ne guadagna in visibilit conuomini del fascismo in ogni
dove. Ai pranzi e alle cene partecipa l'autorit fascistalocale, si parte per la
colonia salutati da un federale e si ricevuti all'arrivo da unaltro: rispetto a
prima la politica uscita dai palazzi, ha cancellato l'aurea di misteroche
l'avvolgeva e si riversata nelle strade. Mussolini diventa l'uomo del
popolo,asceso ai vertici dello Stato senza perdere la semplicit e la ruvidezza di
un tempo, unuomo laborioso e schivo, lontano dai fasti dei palazzi, un uomo di
famiglia con mogliee figli e con un'amante, debolezza che gli si concede, anzi
che lo rende ancora piumano. Questa immagine che il duce si disegna
addosso gli attira le simpatie anche diparte del popolo rosso, ricordando il
Mussolini socialista: un alibi sotto il cui segnoavverranno molti cambi di
bandiera. L'istituto luce si da da fare: lo ritrae mentre falciai campi di grano
nelle zone bonificate a petto nudo, o sul trattore, o che vendemmia ofa
l'operaio in una fabbrica, coi bimbi in braccio circondato da mamme festanti. E
ilricorso ricorrente alle opere pubbliche per ridurre la disoccupazione lo fa
essereancora pi amato. Lo Stato fa opere di canalizzazione, bonifica,
rimboschimento ecollegamenti stradali su milioni di ettari di terre paludose
infestate dalla malaria.Proprio nei pressi di Roma Mussolini avvia la bonifica
dell'Agro Pontino rendendolocoltivabile e dividendolo in 3000 poderi con casa
colonica, pozzo, stalla assegnati atutte le famiglie che hanno partecipato alla
bonifica e sono sopavvisuti alla fatica ealla febbre malarica (infatti sono pochi, i
pi disperati, coloro che accettano quel tipodi lavoro). I minatori grossetani ad
esempio respingono ogni invito ad andare a viverein Maremma, mentre
nell'Agro Pontino vanno molte famiglie povere del veneto edell'emilia. Alla fine
le terre bonificate saranno poche rispetto a quanto previsto, ma ilvero
fallimento la ruralizzazione dell'italia di cui il piano di bonifica fa parte. Non
di Nenni, per cui ilfascismo sar abbattuto da una rivoluzione democratica che
porter la democrazia inItalia, che la riunificazione sar possibile. Dissente
dalla decisione sono Angelicabalabanoff, mentre alcuni fuoriusciti dal Pci,
Silone e Tasca, entrati nel Psi approvanola linea. Il psi riunificato tenta di creare
una rete clandestina socialista simile a quellacomunista, tentata in un primo
tempo da Pertini che finisce quasi subito scoperto dallapolizia e condannato a
11 anni di carcere. Nel 29 a parigi nasce il movimento Giustiziae Libert proprio
con l'obiettivo di far scoppiare la rivoluzione antifascista in Italia,fondato da
Emilio Lussu e Carlo Rosselli (il quale ha teorizzato il socialismo liberale ecerca
di riadattare a queste idee il movimento: la socialdemocrazia si fonda qui
aivalori liberali, mira a trasformare radicalmente la societ italiana sul
pianoistituzionale, con una chiara visione repubblicana, democratica, di
autonomia locale e sul piano economico prevede una economia mista con forte
programmazioneeconomica e graduale socializzazione di tutte le imprese di
pubblica utilit). Nelfrattempo i GL sorvolano le citt italiane con gli aerei
lanciando dall'alto manifesti evolantini: gli anarchici, rimasti isolati, provano
simpatie per il giellisti arrivandoaddirittura in alcuni casi a collaborarci, anche
se l'attentato dinamitardo resta per lorola soluzione, nonostante tutti gli
attentati falliti e le conseguenti condanne. A livelloufficiale le altre forze
antifasciste rigettano la strategia del terrore, ma ritengono utili igesti eclatanti
che servono principalmente a rompere il muro di silenzio eretto dalregime
intorno all'antifascismo. Il regime risponde alle trasvolate sulle citt e
alprocesso di Bruxelles mettendo in prigione molti giellisti tra cui Ferruccio
Parri.
5. gli anni del consenso all'interno e all'estero
nel 32 33 chiaro che si sta assottigliando anche quello strato di popolazione
in realtantifascista, ma che aveva deciso di sopportare passivamente il
fascismo, troppointimorita per mostrare opposizione aperta. Infatti il consenso
che Mussolini siguadagna coi lavori pubblici e l'assistenzialismo comincia a
contagiare anche i piostili, anche perch convertirsi al fascismo l'unico
sistema per compiere una vitanormale, cosa impossibile stando ai margini del
fascismo, men che mai standoall'opposizione. Non si pu vivere facendo finta
che la politica non esista: ora non piquel mondo chiuso nel palazzo che si
pu anche ignorare, ma ovunque, nelle stradee nei quartieri. Anche se
ovviamente il fascismo si guarda bene da richiedere un ruoloattivo agli italiani,
che vada oltre l'essere tesserato Pnf, partecipare alle manifestazionipubbliche
e partecipare alle associazioni fasciste: la partecipazione degli italiani
deveessere passiva, mentre quella attiva limitata a quei posti dove si forma
la classedirigente fascista, come la Scuola di Mistica Fascista, inaugurata a
Milano nel 30.Questa forma di fascistizzazione fondamentale per fare il salto
dal regime autoritarioal totalitarismo. Per questo tiene il pugno duro contro chi
si oppone, contro gliantifascisti, ma benevolo e accogliente con chi si
converte. Gi nel 28 fa atto diclemenza verso 500 antifascisti ammoniti o
mandati al confino. Nel 32 concedel'amnistia in occasione del decennale della
Marcia su Roma, estendendola anche aiprigionieri politici con pene piccole e
restringendo quelle pi lunghe. Non sono provedi indulgenza, ma di forza: il
Duce si sente sicuro del suo potere. A Rigola che avevaaccettato ufficialmente
lo scioglimento della Cgl si concede di ricavarsi un piccolospazio di autonomia
intorno alla rivista problemi del lavoro e al quotidiano illavoro, cosa che gli
permette di partecipare al dibattito sindacale e corporativo condiritto persino di
qualche critica blanda: mossa oculata, visto che il sistemadell'assistenzialismo
e dei lavori pubblici comincia a suscitare ammirazione negliambienti socialisti,
conquistati dallo Stato corporativo. Nel 30 rinasce il centro internoad opera dei
socialisti, che sono sinceramente allarmati dalle conversioni e dalsuccesso di
Mussolini entro una parte dei socialisti, anche se forti grazie al patto
dicollaborazione tra Psi e Gl. Si comincia a delineare l'idea, ormai evidente, che
non cisono masse pronte alla rivoluzione antifascista, anzi Mussolini, ormai
saldamente alpotere, ha tutta la possibilit di durare a lungo. C' quindi da
attrezzarsi per unaguerra lunga e logorante con tutti i mezzi che servono per
consolidare lentamente lapresenza antifascista in Italia, anche infiltrandosi
nelle linee nemiche. Stesso discorsofa il Pci che lancia la parola d'ordine lavoro
legale, cercando di far esplodere ilfascismo dall'interno tramite le sue
contraddizioni. Nel 31 Toscanini rompeclamorosamente col fascismo e sceglie
l'esilio negli Usa, ma in controtendenza: la
stessa crisi delle convresioni che affligge il Psi vissuta anche dai liberali e
daidemocratici. Rimane comunque chiara la diffidenza e l'avversione al
fascismo per iconvertiti, i quali consegnano le armi a Mussolini e solo a lui:
sicuramente un alibi, mail Mussolinismo fondamentale per capire il rapporto
italiani-fascismo. I socialisti nonsono colpiti dal fascismo, ma dal Mussolini che
va verso il popolo. La Borghesia colpita dal Mussolini uomo di stato, abile a
gestire la finanza pubblica e la politicaestera, anche quella liberale. Anche
all'estero Mussolini apprezzato: Churchill lodefinisce il pi grande legislatore
vigente, mentre Oxford crea un istituto per lo studiodel fascismo. Gli inglesi
apprezzano l'amicizia con Roma e la politica estera diMussolini, in totale
continuazione di quella liberale, molto gradita. Apprezzano anchelo stile
dinamico e decisionista del fascismo cos diverso dai tentennamenti e i giri
divalzer italiani: al punto che si giustificano anche le decisioni pi imperiose col
bisogno,pragmatico, di risolvere i problemi lasciatigli in eredit dal primo
conflitto mondiale,che ancora creano tensioni tra le nazioni: al punto che ci si
domanda ancora oggicome conciliare questo Mussolini con quello imperialista e
bellicista del dopo 34 (latesi che sia stato condizionato, volta volta, dalle
circostanze). E' certo che il fascismonasce inizialmente in continuit coi liberali,
per poi rompere gradualmente con questatradizione facendosi una identit
propria. In un primo tempo, almeno in politica estera,Mussolini aveva poco
tempo da perdere: con gli accordi italo jugoslavi del 24 l'Italiaprendeva Fiume.
Poi, consolidato il potere, dal 27 in poi, il Fascismo cominci ad avereambizioni:
il duce decise di vestire i panni di tutti i delusi del tavolo di Versailles,riuscendo
a rilanciare il ruolo dell'Italia entro la Societ delle nazioni e aumentando ilsuo
prestigio personale (cerca anche di fare amicizia con gli stati giovani,
mercatoappetibile alla penetrazione economica italiana: accordi con l'Albania e
con l'Ungheriasono le prime tappe di una politica che arriver a comprendere
anche l'Urss). Grazieall'accordo con l'Urss, conseguente al riconoscimento di
Mussolini della repubblicasocialista sovietica le relazioni commerciali si
intensificano e nel 1933 si arriva ad unaccordo di amicizia tra i due stati di non
aggressione e neutralit. Stessa politica sisegue con la Germania: per tutti gli
anni 20 l'Italia appare un partner internazionaleaffidabile. E quando hitler
l'Italia che trova fornitori nellaGermania ormai fuori dalla SdN, dall'Urss e da
altri paesi del est con regimi simili aquello fascista. La Francia stessa decide,
preoccupata dall'alleanza Italia-Germania, dinon svegliare il can che dorme,
applicando le sanzioni in maniera lieve e senzaestenderle al piano militare pur
di non rompere l'accordo con l'Italia. IL regime invecemette in moto la
macchina della propaganda, facendo credere che le sanzioni costanoall'Italia
lacrime e sangue: l'Italia una giovane nazione proletaria soffocata
dallenazioni plutocratiche che vogliono impedirle di ascendere, calpestando i
suoi dirittiall'espansione, a cercare terra e lavoro per i suoi figli, costretti ad
emigrare lontanodai suoi cari (visione lacrimevole che convince molti). Si
rispolvera il mito pascolianodella Grande Proletaria. Cos il 2 ottobre del 35 dal
balcone di Piazza venezia,trasmesso in ogni piazza italiana attrezzata con gli
altoparlanti, Mussolini annuncial'inizio delle ostilit contro l'Etiopia. Di nuovo gli
antifascisti si illudono che questaguerra sar il colpo definitivo al fascismo: i
soldati moriranno nel deserto e chi resta inpatria subir la crisi economica; i
superstiti non avranno terre da coltivare, come fu coiliberali dopo la I G.M.
Invece almeno nel breve periodo la guerra in Etiopia breve evittoriosa
(mentre nel lungo periodo sar un disastro, coi coloni obbligati a vivere inrifugi
blindati sotto il tiro dei guerriglieri etiopi). In patria comunque le
ristrettezzeeconomiche conseguenti alla guerra sono accolte col pi alto spirito
patriottico:perfino gli antifascisti cessano le ostilit contro il governo quando la
patria in guerrae subisce sanzioni ingiuste da potenze coloniali che
impediscono all'Italia di diventarepotenza coloniale. Durante la giornata della
fede, quando le donne italiane danno l'orodelle loro fedi al governo, persino
Croce, Orlando, Labriola (che torna per l'occasionedall'esilio) donano le loro
medaglie di senatori come un atto di inequivocabile
solidariet al regime. Nel 36 arriva la vittoria: Addis Abeba conquistata. Il
Re EtiopeHail Selassi fugge in G.B e Re Vittorio Emanuele III diventa
imperatore d'Etiopia: ilfascismo raggiunge il culmine dei consensi. La G.B il
mese dopo riconosce la vittoriaall'Italia e mette fine alle sanzioni economiche,
l'anno dopo firma con l'Italia un pattoche la impegna a riconoscere lo status
quo nel mediterraneo, riconoscendo poi anchela conquista dell'Etiopia.
Comincia la politica dell'appeasement: venire incontro aMussolini e Hitler pur di
non rompere il fragile equilibrio europeo, interpretato daMussolini e Hitler,
avvicinatisi proprio con questa guerra, come un nulla osta ai lorosogni di
potenza. Non solo: nella visione darwinistica del mondo di Mussolini, G.B
eFrancia appaiono ormai due patetiche nazioni che si illudono di essere ancora
potenzee difendono la pace perch hanno paura della guerra. Ormai sono
secondo lui in pienadecadenza come dimostra il permanere di un sistema
democratico secondo lui segnodi paralisi e degenerazione. Adesso sono i popoli
giovani e vivi, retti da regimirivoluzionari che conducono il gioco. In ogni caso
la rottura con la G.B arriver solo nel40: anzi Mussolini continuer ad avere
contatti con gli inglesi e a continuare a porsicome mediatore, aumentando
l'importanza internazionale dell'Italia.
7.la guerra in Spagna
nel 36 scoppia la guerra civile in Spagna scatenata dalla congiura dei militari
guidatidal Generale Francisco Franco, appoggiati dai monarchici e dai
falangisti-unmovimento di tipo fascista- che tentano di rovesciare il governo
repubblicano a guidasocialista. Poich Franco non riesce a piegare la resistenza
dei repubblicani, chiedeaiuto ai regimi nazifascisti d'europa. La guerra si sposta
dall'Africa all'Europa: la SdN fafinta di nulla mentre G.B, Francia, Urss si
scontrano con Germania e Italia per il destinodella Spagna democratica. Di
positivo c' che finalmente l'antifascismo non pisentimento solo degli esiliati
e perseguitati italiani e tedeschi, ma diventa un'onda cheinveste tutta
l'opinione pubblica democratica europea. E' proprio il terrore dellavittoria della
destra filofascista che porta al governo in Francia il fronte popolareguidato dal
scoialista Blum ed la paura della Germania nazista che spinge l'Urss
ariallacciare i rapporti con la Francia mobilitando i paesi della comintern
affinchfacciano di conseguenza. Dalla destabilizzazione dell'equilibrio europeo
guadagnanocertamente gli antifascisti italiani non fosse altro per la visibilit e
l'autorevolezza cheacquistano in questo periodo, ma si trovano imbrigliati dal
comportamento degli Stati,che spesso tendono ad agire pi secondo interessi
propri che per obiettivi comuni eci non toglie che l'antifascismo sia un
universo ampio e vario in cui troviamo persinopensieri antitetici. Nel 35 il VII
congresso Comintern rinnega ufficialmente la teoriasocialfascista e consente a
comunisti e socialisti di ogni stato di firmare un patto diunit d'azione e si
accordano per dare vita ad un grande coordinamento antifascistacomprensivo
di tutte le forze democratiche, anche quelle borghesi. Con la differenzache
Stalin decide di intervenire in Spagna, mentre gli altri stati decidono di
restarepassivi, nonostante Germania e Italia, che apparentemente dicono di
condividere ilnon intervento, continuano a mandare soldi, uomini, mezzi. La
passivit sconvolge gliantifascisti italiani per i quali la guerra di spagna un
campanello per la mobilitazione:Carlo Rosselli si fa promotore di un appello
Oggi in Spagna, domani in Italia che hauna forte eco tra tutti gli antifascisti.
Nelle Brigate internazionali che varcano i Pireneiin aiuto della Spagna
troviamo molti giovani, ma anche tutta la vecchia guardiaantifascista (liberali,
socialisti, comunisti, anarchici): una lotta impari perch Francoottiene da
Germania e Italia una quantit immensa di uomini e mezzi. Gli antifascisti
invece ricevono rifornimenti e uomini dall'Urss che per ha difficolt a
mandarne pervia della distanza, ma anche per i blocchi imposti da Francia e
G.B preoccupate perl'eccessivo potere preso dall'Urss in occidente: sar
comunque qui che nasce il mitodell'Urss come bandiera dell'antifascismo. In
pi l'arrivo degli uomini del Kremlinoporta con se la stessa brutalit con cui si
comanda a Mosca: i nemici non sono solo ifascisti, ma anche gli anarchici e i
trotskisti, i liberalsocialisti e chiunque non rispetti ilvolere dei dirigenti
comunisti. In ogni caso la resistenza antifascista riuscir a resisterefino al 1938
costringendo Mussolini, che sperava in una guerra veloce e vittoriosa, inun
pantano ben lungo che porta pochi vantaggi (ci sono molti morti della
MVSN,dell'esercito ecc... non ci sono terre da conquistare ne diritti coloniali da
far valere neguadagna in prestigio internazionale, che si sta giocando con
l'alleanza con Hitler). Lamotivazione puramente ideologica, ma sono pochi i
fascisti convinti nel paese: lamaggior parte si fatta comtagiare dal Mussolini
uomo d'ordine, dal Mussoliniassistenzialista che promette pace e tranquillit e
se la guerra in Etiopia, cos lontana,non aveva sconvolto questo quadro, ben
diverso il baratro in cui Hitler sembratrascinare l'Italia (per di pi, per chi ha