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Radicati nella fede

foglio di collegamento della chiesa di Vocogno


e della cappella dellOspedale di Domodossola
dove si celebra la messa tradizionale
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Le difficolt non sono sem-
pre un male, non sono certa-
mente un male in s. Questo
vero per la vita personale e lo anche per la
vita pubblica. vero per la vita spirituale ed
vero, verissimo, anche per la vita della Chiesa.
Il male uno solo: perdere Cristo e la sua gra-
zia. Il male la dannazione, non la sofferenza.
Siamo cos immersi nella mentalit pagana di
questo mondo da non accorgerci pi che ragio-
niamo come esso. Troppe volte per noi il male
soffrire e, ed peggio,
valutiamo la bont delle
cose, la giustezza delle
decisioni e delle opere
intraprese, dal fatto che
esse ci diano o no sere-
nit e tranquillit. Se
non ci fanno soffrire, le
cose per noi sono
buone.
Questo modo di pen-
sare e di pesare le cose
quanto di pi lontano
dal cristianesimo ci sia.
In esso passa il rifiuto
pratico della Croce di
Cristo.
Questo vero per ogni cosa, anche per il ritor-
no alla Tradizione e alla Messa di sempre.
In questi anni, dopo la promulgazione del Motu
Proprio Summorum Pontificum, con il quale sua
santit Benedetto XVI dichiarava apertamente
che la Messa tradizionale non fu mai abolita e
dava facolt ai sacerdoti di tornare a celebrarla
dopo la sua entrata in vigore nel settembre di
sette anni fa', molti si spaventarono cos tanto
delle resistenze messe in campo dalle curie dio-
cesane contro il ritorno della Tradizione nella
Chiesa, da gettare la spugna fin dallinizio, in
quella che doveva essere
una gloriosa battaglia.
Molti sacerdoti, convinti in cuor loro che fosse
necessario tornare alla Messa Tridentina, si
spaventarono dei possibili provvedimenti punitivi
nei loro confronti e non fecero pi nulla cos i
fedeli a loro affidati non ebbero nemmeno il
tempo di rendersi conto della posta in gioco.
Osiamo dire che tutti questi provvedimenti puni-
tivi, nei riguardi dei sacerdoti decisi a celebrare
secondo lantico rito, fatti di resistenze- minacce-
piccole o grandi restri-
zioni-trasferimenti o
confinamenti, che in
s sono ingiusti, sono
stati anche un bene.
S, le sofferenze che
ci hanno causato, le
sofferenze causate ai
sacerdoti e ai fedeli
che domandavano di
abbandonare la disa-
strosa riforma liturgica
post-conciliare, sono
stati in fondo un bene
che Dio ha provviden-
zialmente permesso,
affinch la lotta per
vivere e morire da cattolici, e non da cripto-pro-
testanti, fosse purificata.
Che cosa intendiamo dire? Semplicemente che
le sofferenze vissute per Cristo, oltre a santifica-
re chi le vive con Lui, preservano dal male pi
profondo per la Chiesa di questi tempi, che
l'ambiguit!
Come avanzato il disastro nel Cattolicesimo
moderno? Esattamente con il metodo dell'ambi-
guit: apparentemente nella Chiesa si salvava
qualche aspetto tradizionale, ma lo si svuotava di
contenuto vero e lo si reinterpretava secondo
ANNO VII
SETTEMBRE 2014 N.
Editoriale
Radicati nella fede pag. 2
una mentalit non pi pienamente cattolica. Nel
post-concilio avvenuto cos, traducendo prima
la messa in italiano, poi cambiandone i testi, poi
ripensando il sacerdozio in modo pi democrati-
co, fino a giungere alle ipotesi moderne di modi-
ficazione della morale e della disciplina dei
sacramenti (vedi ad es. la richiesta della comu-
nione per i divorziati risposati in civile).
L'ambiguit il metodo del modernismo pratico
nella Chiesa: fingere rispetto per la Tradizione,
cambiando di fatto la fede e la morale in nome
dell'adattamento ai tempi mutati e in nome di un
approfondimento della fede stessa.
L'ultima arma del demonio sarebbe stata quella
di permettere qualche messa tradizionale qua e
l, dentro un contesto ecclesiale di fatto moder-
nista e protestantizzato, cos da anestetizzare
la coscienza dei sacerdoti e fedeli tradizionali.
All'epoca dell'immediato post-concilio il demonio
addorment la coscienza di molti cattolici in
nome dell'obbedienza: quanti vescovi, preti e
fedeli, piangendo, sacrificarono la Verit sull'alta-
re di una falsa obbedienza, aprendosi alle novit
pericolose oggi, in un epoca non pi cristiana e
sostanzialmente disobbediente, il demonio usa
unaltra arma, quella dell'unit. Cos nella Chiesa
ti possono concedere un po' di Tradizione, pur-
ch non diventi una scelta esclusiva, altrimenti -
ti dicono - rompi lunit. In nome dellunit della
Chiesa ti chiedono di accettare tutte le riforme e
innovazioni che oggi vanno per la maggiore, e
che stanno letteralmente bruciando il campo di
Dio, dimenticando che lunit si fa sulla fede.
Ecco perch le resistenze delle gerarchie, le sof-
ferenze di duri provvedimenti, sono un dolore
buono, perch ci salvano dall'inganno di una
falsa obbedienza e di una falsa unit. In una
parola ci salvano dall'ambiguit.
Tornare alla Messa della Tradizione, senza
abbracciare tutto il Cattolicesimo della
Tradizione, sarebbe una mortale follia. Follia
sarebbe mischiare Messa tradizionale e aposto-
lato modernistico. Ma da questa mortale follia ci
salva proprio la sofferenza.
S, perch la sofferenza delle piccole e grandi
persecuzioni da parte dei fratelli nella fede, ci
dice che la vita cattolica di oggi, cos come vis-
suta e propagandata, non ha proprio nulla a che
fare con la Tradizione della Chiesa.
Certo, torner forse un po' di latino in qualche
canto rispolvereranno abiti e stendardi per le
processioni... ma vivranno tutto questo in modo
troppo umano e non cristiano. Ci sar la facciata
di un folklore tradizionale, ma dentro ci potr
essere una congregazione protestante.
Allora, benedette le piccole e grandi sofferenze
che dovremo vivere, le piccole o grandi emargi-
nazioni di cui saremo oggetto, cari sacerdoti e
fedeli benedette se ci impediranno questo
inganno mortale, facendoci cercare in tutta umil-
t la grazia di Cristo nella Chiesa di sempre.
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Gli incontri di Dottrina Cattolica
per il mese di settembre:
venerd 5 - 26
ore 20.30 Sala Parrocchiale Vocogno
INCONTRI
DOTTRINA CATTOLICA
Radicati nella fede pag. 3
Il cammino della Chiesa nel tempo
conosce la sofferenza delle eresie e
degli scismi che nascono al suo interno.
Occorre non avere una visione parziale
di questi mali.
I libri di storia riducono perlopi scismi
ed eresie a fattori umani, con sole radici
culturali, politiche o economiche: la loro
storia non prevede il soprannaturale.
Molto clima cattolico intorno a noi minimizza il problema delle eresie e degli scismi, come fosse
questione di un lontano passato, un po' senza senso nell'attuale crisi generale della religiosit.
Ma qual lo sguardo cattolico su tutto questo? Ce lo fornisce come sempre il P. Emmanuel, con
la sua magistrale sinteticit.
da La sainte glise
del Pre Emmanuel Andr
Dottrina Cattolica
Capitolo XVIII
LEERESIEEGLISCISMI
Nostro Signore aveva fatto conoscere simbolica-
mente ai suoi apostoli che, nelle reti che sarebbero
servite per prendere tutte le nazioni, ci sarebbero
stati degli strappi (Lc 5,6). Questi strappi indicavano
gli scismi e le eresie che dovevano prodursi dopo il
trionfo della Chiesa.
Perch le reti della Chiesa si ruppero? Perch
erano caricate all'eccesso. Quando il movimento
che tendeva alla conversione del mondo ebbe defi-
nitivamente la meglio sul movimento contrario,
popoli interi si pressarono alle porte della Chiesa. In
queste folle, i cattivi erano mischiati ai buoni entra-
rono alla rinfusa con i buoni. Nostro Signore aveva
previsto questo risultato: I servitori, partiti lungo le
strade, riunirono tutti quelli che trovarono, buoni e
cattivi e la sala delle nozze fu colma di convitati (Mt
22,10).
Tuttavia, la Chiesa essendo santa, provoca in s
una repulsione del male. Tollera pazientemente i
cattivi, ma lavorando alla loro correzione. Cosa
risulta da questo? Sant'Agostino ce lo insegna: O i
cattivi si correggono e fanno penitenza, o si lascia-
no andare totalmente all'iniquit, fatto che un
avvertimento per i buoni diversi fanno degli scismi,
cosa che esercita la nostra pazienza altri generano
delle eresie, cosa che mette in rilievo la nostra dot-
trina. E scismi ed eresie sono delle vie d'uscita,
attraverso le quali i cattivi cristiani ci lasciano quan-
do non possono pi essere n tollerati n corretti
(De vera religione).
Cos gli scismi e le eresie si formano da questi cri-
stiani carnali e indocili che la Chiesa ha lungamen-
te sopportato con gemiti. La sua santit li espelle
ed essi si separano da essa come degli elementi
viziati per la loro separazione, essa si trova come
purificata e come ringiovanita. cos che Dio fa
nascere il bene dal male.
Nello stesso tempo, avviene una rivelazione dei
pensieri segreti. La Chiesa, messa alla prova, impa-
ra a conoscere i suoi veri figli, i suoi veri fedeli (1
Cor 11,19). E di coloro che l'hanno lasciata, dice con
l'apostolo prediletto: Sono usciti di mezzo a noi, ma
non erano dei nostri (1 Gv 2,19). Solamente, il suo
cuore di madre sanguina sullo scandalo dei piccoli
e dei deboli, che vede sedurre e trascinare ed essa
lancia delle grida lancinanti perch il Signore li
renda al suo amore.
***
Oltre quest'effetto generale di purificare la Chiesa,
le eresie hanno, secondo Sant'Agostino, un effetto
La pesca miracolosa
Radicati nella fede pag. 4
speciale, che quello di mettere in rilievo la sua dot-
trina e di contribuire allo sviluppo del suo dogma.
Gli eretici, dice, cercano di turbare la pace dei
santi, e concorrono al loro avanzamento. Quanti
punti nella dottrina cattolica sono stati considerati
con pi attenzione, compresi con pi chiarezza, pre-
dicati con pi energia, per essere stati messi in que-
stione dallo spirito sottile e inquieto degli eretici! Le
loro obiezioni sono state causa di approfondimento
del dogma (La citt di Dio, libro 16, capitolo 2).
Le eresie, in effetti, hanno colpito in breccia, con
una sorta di metodo, tutte le parti del dogma cattoli-
co. In Oriente, i misteri fondamentali della Trinit e
dell'Incarnazione furono dall'inizio attaccati da un
seguito di eresie generantesi le une dalle altre, e
non meno sottili che tenaci. In Occidente, Pelagio
volle scalzare il mistero della Redenzione, negando
il peccato originale e la grazia. Infine, Lutero e
Calvino hanno concentrato tutto il veleno degli anti-
chi errori nella guerra infernale che hanno diretto, in
nome della ragione emancipata, contro l'autorit
stessa della Chiesa.
Ora, ad ogni attacco successivo, corrisposta una
messa in luce vittoriosa di ciascuno degli articoli
attaccati e, in questo modo, il dogma cattolico si
per cos dire sviluppato di epoca in epoca.
La Chiesa cattolica ha sempre posseduto la verit
integrale, grazie all'unzione che le insegna ogni
cosa (1 Gv 2,27). Ma la luce che essa tiene nel suo
seno non risplende sempre uniformemente su tutti i
punti del simbolo. Lo shock dell'eresia ha precisa-
mente per effetto di produrre delle vive chiarificazio-
ni, che hanno via via illuminato il Credo sotto tutti gli
aspetti. E San Gregorio Magno, contemplando que-
ste proiezioni di luce su dei punti ancora oscuri, ha
potuto dire questa grande parola, che la scienza
aumenta nella Chiesa.
Essa cresce come l'albero che si sviluppa. sem-
pre la stessa, e non cessa di stendere i suoi rami
fino a che non sia esaurita la virt contenuta nel
germe. Ora, la virt deposta nella Chiesa inesau-
ribile ed perch il bell'albero della dottrina vi cre-
sce sempre, secondo leggi misteriose, secondo
certi numeri sacri.
Che follia il rappresentare la Chiesa come ostile ai
progressi dello spirito umano! Le apre un campo
infinito come Dio stesso attaccandosi alla sua auto-
rit, alla tradizione di cui essa custode, non si
smarrirebbe nelle sue vaste ricerche trova dunque,
e ci che trova la verit, la gioia della verit,
gioia pura, indicibile, primizia dell'eterna beatitudi-
ne.
L'eretico, anche lui, cerca ma, poich si liberato
dell'autorit della Chiesa, non trova, e perde anche
ci che possedeva. Ritirandosi dal grembo di sua
madre, aveva portato alcune verit ed impotente
nel difenderle contro i suoi propri settari. Per il fatto
stesso che si pone come giudice della fede, non pu
riuscire ad esprimere un simbolo. Ci che ancora
afferma, un altro lo nega e cos l'eresia si distrugge
da sola. Non resta altra alternativa, per coloro che
essa ha sedotto, che cadere nell'incredulit comple-
ta o ritornare alla Chiesa, per gioirvi serenamente
nella piena verit.
L'eresia non ha dunque che una durata essenzial-
mente limitata destinata a morire, come un mem-
bro amputato che entra in decomposizione, come
un ramo potato e che si secca.
Diverse cause possono mantenerle per qualche
tempo un'apparenza di vita ma, a un dato momen-
to, si constata che la morte ha fatto la sua opera e
che ha ottenuto il suo scopo.
Allora la Chiesa, sempre vivente e sempre madre,
apre il suo grembo e raccoglie i suoi figli, derelitti
dell'eresia scomparsa rende loro la forma della
vera fede che avevano perduta. E le sue pecore,
rientrate all'ovile, assaporano in pace la pura dottri-
na della verit sotto la tutela della verit.
***
Mentre l'eresia consiste nella negazione di un arti-
colo di fede, lo scisma proviene da un rifiuto d'obbe-
dienza ai pastori legittimi.
Sant'Agostino compara gli scismatici alla pula che
il vento dell'orgoglio solleva e porta lontano dall'aia
dove resta il buon grano. La Chiesa esclude gli ere-
SantAgostino disputa contro gli eretici
Radicati nella fede pag. 5
tici, perch i loro discorsi si espandono di nascosto
come il cancro e corrompono la fede dei semplici (2
Tm 2,17) li amputa come le membra incancrenite.
Quanto agli scismatici, sono loro stessi che spezza-
no il legame dell'unit e della carit: la Chiesa non li
caccia, essi la lasciano, ed essa li lascia andare
come il figlio prodigo che vuole dissipare il suo patri-
monio. Lasciando cos la Chiesa, fanno vedere
quanto essa stabile in se stessa e indipendente
dagli uomini tutti hanno bisogno di lei, lei non ha
bisogno di nessuno (Sant'Agostino, De vera religio-
ne).
Gli scismatici, per il fatto stesso di ritirarsi dall'obbe-
dienza della Chiesa, non perdono la fede ma per-
dono la carit, si isolano dallo Spirito Santo, muoio-
no alla grazia. Ed raro che, nella loro separazione
dalla cattedra della verit, non essendo pi istruiti
dall'autorit infallibile, la loro fede non si alteri. Ed
cos che quasi sempre l'eresia si aggiunge allo sci-
sma.
Il pi grande scisma che abbia desolato la Chiesa,
lo scisma di Fozio, per il quale la Chiesa orientale
si separ da Roma. Grazie a quell'immobilit che
caratterizza l'Oriente, questi scismatici hanno con-
servato una fede pressoch integra hanno i nostri
sacramenti, hanno finanche la presenza reale di
Nostro Signore. E tuttavia, quale contrasto con la
Chiesa romana! Lo spirito apostolico ha abbando-
nato le comunioni dissidenti. Sono come un cadave-
re, imbalsamato se si vuole, e conserva la forma
delle sue membra, ma privato di ogni vita.
La Chiesa anglicana piuttosto il frutto di uno sci-
sma che di un'eresia poich il suo articolo fonda-
mentale il suo rifiuto della sottomissione a Roma.
Si constata qui ancora la differenza tra la vera vita
che non pu zampillare che dall'unit, e questa agi-
tazione fittizia che non che il simulacro della vita.
Gli anglicani inviano missionari un po' dappertutto, e
donano milioni e milioni alle loro societ bibliche.
Tutto questo movimento approda al nulla... mai il
denaro dei pastori ha fatto un credente e un marti-
re.
Mentre dunque l'eresia mette in rilievo con le sue
variazioni l'integrit della fede nella Chiesa, lo sci-
sma fa risplendere la pienezza divina della vita di
essa. E lo scisma, come l'eresia, non ha che una
durata limitata. Partorito dalle passioni degli uomini,
non si sostiene da se stesso e, in fin dei conti,
occorre che il figliol prodigo, sfinito e ridotto a nulla,
ritorni a casa. La Chiesa lo riaccoglie con tenerez-
za, gli rende la vita della carit, e vi gran festa,
allegrezza immensa in Cielo e sulla terra, per cele-
brare il suo ritorno.
continua...
SantAgostino sulle spalle
della virt della Vera Religione
alla alla
Pellegrinaggio Pellegrinaggio
Tradizione
Tradizione della della
4
4
Madonna di Oropa
Madonna di Oropa
La chiesa di Vocogno e la cappella dellOspedale di Domodossola La chiesa di Vocogno e la cappella dellOspedale di Domodossola
dove si celebra la Messa tradizionale vi invitano al dove si celebra la Messa tradizionale vi invitano al
ore 10.30
Santa Messa solenne
in Basilica Nuova.
ore 15.30
S. Rosario
di fronte
allImmagine miracolosa
in Basilica Antica.
SABATO 20 SETTEMBRE 2014
Radicati nella fede pag. 6
VOCOGNO
Domenica 17 agosto 2014
Solo due giorni fa, nella grande solennit
dell'Assunta, la Chiesa ci ha fatto guardare insi-
stentemente al Cielo, contemplando Maria
Immacolata, Assunta in Cielo in anima e corpo
nella gloria di Dio Padre, e dicendoci: Questo il
tuo destino, questa la tua patria, solleva lo sguar-
do. Mi vengono ancora in mente se permettete
ve le rileggo le parole della grande supplica che
abbiamo fatto dopo la Messa, quella scritta dallo
stesso Papa Pio XII e pronunciata nel giorno della
proclamazione del dogma dell'Assunta, il 1
novembre 1950: E noi - termina cos questa lunga
preghiera - da questa terra, ove passiamo pellegri-
ni, confortati dalla fede nella futura risurrezione,
guardiamo verso di voi - Maria Santissima - nostra
vita, nostra dolcezza, nostra speranza. Da questa
terra ove passiamo pellegrini guardiamo a Te, o
Maria, guardiamo al Cielo.
Ebbene, tutto il cuore della festa di San Rocco
dentro questo fatto: siamo pellegrini che guardano
al Cielo. Voi siete venuti in questa chiesa per ono-
rare, come compatrono, San Rocco. San Rocco
un santo che si santificato come pellegrino. Chi
il pellegrino? Il pellegrino uno che non ha patria.
Tiriamoci via dalla testa che si pu essere pellegri-
ni quando si sente casa propria come la patria. Non
la nostra patria, questa terra non la nostra casa.
Il pellegrino ha coscienza - sa che non pu fermar-
si - che la terra non pu fermarlo, che lui non pu
perdersi lungo il cammino, perch deve giungere
alla meta. Pellegrino chi, non avendo casa, sta
camminando verso la sua casa. E la nostra casa
il Paradiso, la gloria di Dio, dove Dio compir la
nostra santificazione, dove lo vedremo faccia a fac-
cia.
Fratelli permettetemi quest'anno di insistere su
questo punto, perch se c' una cosa che stiamo
frescamente dimenticando l'essenza stessa
della vita cristiana: che noi non abbiamo patria, che
la nostra patria il Cielo. I nostri avi nella fede lo
sapevano molto bene, lo ripetevano ogni momento
nei grandi discorsi e nei gesti semplici della vita.
Pubblichiamo alcune foto e il testo della pre-
dica di don Alberto Secci nella festa di San
Rocco a Vocogno.
San Rocco,
pellegrino e penitente.
Radicati nella fede pag. 7
Noi lo abbiamo censurato quasi completamente, noi
cattolici. Il cattolicesimo di oggi parla della vita di
quaggi: chiss perch il Signore dal Cielo sceso
ed risalito... chiss come mai la Madonna
Assunta in Cielo? Perch la nostra patria l! E il
Cielo non una cosa astratta perch la Madonna
in corpo e anima in Paradiso come Nostro Signore.
Questo i pellegrini di tutti i tempi lo sapevano molto
bene, San Rocco lo sapeva molto bene. Lasciavano
tutto, perch tutto andava salvato camminando
verso la propria patria. Perch il pellegrino pu
andare a Roma, era un romeo, poteva andare a
Gerusalemme, era un palmiere, poteva andare a
Santiago di Compostella, erano i peregrini, ma non
erano quelle le mete, attenti fratelli! noi non faccia-
mo turismo religioso, noi cerchiamo la santit e la
gloria di Dio. Si va a Roma, si va a Santiago, si va a
Gerusalemme, si va in quale santuario volete, dove
il Signore vi ispira, non per il santuario ma per il
Cielo. Si viene alla Messa di San Rocco, per il Cielo
si fa la processione, per il Cielo ci si confessa, per
il Cielo si fa la comunione, per il Cielo faremo un
po' di festa, un po di rinfresco in casa parrocchiale,
per il Cielo, per aiutarci nella fede, per guardarci nel
volto, per dirci che siamo fratelli in Cristo. E voglia-
mo la sua grazia per il Cielo, perch siamo pellegri-
ni e vogliamo esserlo. Non retorica. Se si dimenti-
ca la meta si distrugge tutto il resto se si dimentica
che la nostra meta la gloria di Dio ed la salvez-
za, si distrugge prima di tutto la nostra vita, che
diventa un cammino angosciante, invece di essere
grande dono di Dio. Abbiamo tolto la meta. Diciamo:
S, s, il Cielo c', ma non ci pensiamo. Se si toglie
la meta si distrugge la vita della Chiesa. Il disastro
di questi anni tutto qui: non si cerca pi la vita eter-
na, si vuole che la Chiesa sia importante in questo
mondo, in mezzo ai grandi poteri della terra. La
Chiesa grande perch guarda allAltro Mondo, a
quello vero, allora fa del bene.
Il pellegrino sa che per arrivare ha bisogno di una
conversione totale. Perch San Rocco si fece pelle-
grino? Perch partito pellegrino? Perch si senti-
va peccatore bisognoso della misericordia di Dio. Il
pellegrino un penitente, uno che confessa le
proprie colpe e che fa un sacrificio grandissimo: si
rischiava la vita nel pellegrinaggio. San Rocco
venne arrestato come un malfattore, era uno stra-
niero in viaggio, hanno frainteso tutto. Uno accetta
tutto, anche le umiliazioni pi tremende. San Rocco
poi incontra la malattia, la peste, gli appestati, si
mette a curarli, accetta tutto, fa penitenza perch ha
bisogno della propria conversione. Il cristiano il
penitente per definizione, quindi pellegrino. Se
non penitente, se non domanda perdono dei pro-
pri peccati, non nemmeno pellegrino e non cri-
stiano. Poi chiaro che lungo la strada il pellegrino
prega, sopporta le difficolt, il sacrificio, fa carit
verso i poveri, verso i miseri che incontra San
Rocco ha curato gli appestati, ammalandosi e poi
guarendo miracolosamente (quella piaga sulla
gamba segno di questo, il ricordo di questo).
Vedete, tutto giusto: prega, fa la carit, sopporta...
ma attenti! tutto ha valore perch desidera la luce di
Dio, perch desidera Dio, perch domanda Dio.
Cosa facciamo oggi? Diciamo che un gesto di cari-
t buono ma dimentichiamo che deve essere fatto
per Dio. Diciamo che una preghiera in chiesa ogni
tanto va anche bene, ma dimentichiamo che deve
essere fatta per Dio: non per stare bene noi che
preghiamo, ma perch Dio sia glorificato. Cantiamo
Messa solenne non per fare una bella festa per noi,
Per le Messe in settimana
saranno possibili
delle variazioni di orario.
Tel. don Alberto 349.2848054
Radicati nella fede pag. 8
ORARI SANTE MESSE
Vocogno
Chiesa di Santa Caterina v.m.
Domenica e Feste
ore 10.30 Messa cantata
ore 17.00 Messa letta
Luned - Mercoled e Venerd:
ore 17
Marted e Gioved: ore 7
Sabato: ore 8
Per le Messe in settimana
saranno possibili
delle variazioni di orario.
Tel. don Stefano 348.2463990
Domodossola
Cappella dellOspedale
Domenica e Feste
ore 10.30 Messa cantata
ma perch Dio sia glorificato nei suoi santi e nella
Vergine Maria. E' la meta che da significato a tutti
gli atti della vita, cos voi lavorate, pregate, un gior-
no siete lieti, una sera siete malinconici... tutto ha
un valore enorme se lo vivete per la gloria di Dio,
se lo vivete come preparazione al Paradiso, come
preparazione alla vita eterna. Come sarebbe bello
il mondo se fosse vissuto cos, se fossimo pellegri-
ni pur restando magari anche tutta una vita nel
proprio paese, perch bisogna stare fermi per edi-
ficare qualcosa per la propria casa e per la propria
chiesa, bisogna avere la stabilitas. Se fossimo pel-
legrini come sarebbe bello il mondo! Perch il
mondo che non fatto di pellegrini un mondo
fatto di padroni, piccoli o grandi. Non necessario
essere ricchi per essere padroni. Il mondo fatto da
noi che ci facciamo padroni, tristissimo una
guerra continua. E un'amarezza che gira dentro
nel cuore e che ogni tanto colpisce qualcuno e poi
colpisce te. Un mondo fatto di pellegrini che guar-
dano il Cielo veramente un mondo pacificato, un
mondo unificato, il mondo dei monaci i monaci
non sono solo quelli che vanno in convento, sono
Luned - Mercoled e Venerd:
ore 17
Marted - Gioved e Sabato:
ore 7
quelli che sono stati unificati dal Signore. Monaco, monos, uno: non
disperso in mille schizofrenie.
Domandiamo la grazia di vivere questa grande pace nella fede vissuta occor-
re viverla la fede e non parlarne e se bisogna parlarne per viverla. Che la
Madonna ci assista, che San Rocco interceda potentemente per noi ottenen-
doci tutte le grazie che abbiamo bisogno, guarigioni fisiche, e sapete quanto
abbiamo bisogno di guarigioni morali. Affidiamoci a tutta quella infinit di santi
che hanno vissuto nel cuore come pellegrini dentro la storia cristiana.

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