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Rassegna di Patologia dellApparato Respiratorio 2013; 28: 36-41

Articolo originale / Original article


Aerosolterapia domiciliare con
nebulizzatori in asma e BPCO:
cosa sta cambiando in Italia?
Home nebuliser therapy in asthmatic and COPD
patients: is this practice changing in Italy?
36
Francesco Romano
1
Marisa Ines Scarlato
1
Pier Aldo Canessa
2
Nicola Scichilone
3
Piersante Sestini
4
Margherita Neri
5
Maria Aliani
6
Maria Serra
7
Marco Bonavia
8
Vincenzo Cilenti
9
Cristina Cinti
10
Marco Lodi
11
Paola Martucci
12
Stefano Aiol
13
Andrea S. Melani
14
(foto)
per il Gruppo di Studio Attivit
Educazionale Associazione
Italiana Pneumologi Ospedalieri
(AIPO)
Parole chiave
Asma BPCO Aerosol Ne-
bulizzatori
Key words
Asthma COPD Aerosol Ne-
bulizer therapy
Ricevuto il 13-7-2012.
Accettato l11-12-2012.
*
Andrea S. Melani
Fisiopatologia e Riabilitazione
Respiratoria
Policlinico Le Scotte
viale Bracci
53100 Siena
a.melani@ao-siena.toscana.it
Riassunto
Introduzione. I nebulizzatori sono usati per produrre aerosol terapeutici in soggetti asmatici e con BPCO.
Materiali e metodi. Sono comparati 2 studi multicentrici osservazionali organizzati rispettivamente nel 1999
e nel 2008. Entrambi includevano soggetti italiani con asma o BPCO che usavano regolarmente al proprio
domicilio un nebulizzatore, valutati durante una visita specialistica per la propria malattia. Le informazioni sul
trattamento aerosolico domiciliare con nebulizzatore erano ricavate dalle risposte ad un questionario standar-
dizzato auto-compilato.
Risultati. Il primo studio incluse 816 soggetti (il 40% con et superiore a 70 anni; i maschi erano il 75%,
le femmine il 25%; il 40% erano asmatici e il 60% BPCO) ed il secondo 151 (il 48% con et superiore a 70
anni; i maschi erano l82%, le femmine il 18%; il 47% erano asmatici e il 53% con BPCO). Le 2 popolazioni
non differivano per et, sesso e diagnosi.
I farmaci di gran lunga pi usati erano beta2-agonisti, anticolinergici e corticosteroidi, miscelati in oltre il 90%
dei casi e senza differenze fra gli studi anche per i dosaggi.
Quasi l80% degli intervistati scelse il nebulizzatore utilizzato da s senza consiglio medico. Vi era una ampia
variabilit nei sistemi utilizzati, ma nebulizzatori meccanici erano usati da oltre il 90% dei soggetti di entrambi
gli studi; una ampolla nebulizzatrice in vetro era riscontrabile in circa la met dei casi nel primo studio ma
solo nel 15% nel secondo.
Conclusioni. Concludiamo che la terapia domiciliare con nebulizzatori rimane comune in Italia fra soggetti
asmatici e con BPCO. Lampio uso di cortisonici e la loro miscelazione con altri farmaci attivi sono peculiarit
di trattamento rilevate in Italia per entrambi gli studi. La pratica delle nebulizzazioni domiciliari pu essere
migliorata e in questo lattivit educativa da parte dei sanitari pu risultare determinante.
Summary
Background. Nebulisers are devices delivering aerosol therapy in asthmatic and COPD patients.
Materials and methods. Comparison of two multicentre, observational surveys performed on 1999 and
2008. Both studies included a large population of Italian patients suffering from asthma or COPD and regularly
using home nebuliser therapy. All enrolled subjects were assessed during a scheduled outpatient pulmonary
visit. They gave information about their nebuliser treatment by a standardised self-compiled questionnaire.
Results. The 1
st
study included 816 subjects (40% had over 70 years of age; males 75%, females 25%;
asthmatics 40%, COPD 60%). The 2
nd
study enrolled 151 subjects (48% over 70 years of age; males 82%,
females 18%; asthmatics 47%, COPD 53%). The populations did not differ for gender, age, and primary
respiratory diagnosis.
The most commonly used medications were beta2-agonists, anticholinergics, and corticosteroids; nebulised
drugs and their dosage did not differ between the studies. Coadmixture of more drugs was ubiquitous and
performed by more than 90% of patients.
Almost 80% of enrolled subjects for both studies selected their nebuliser themselves without any medical
advice. The equipment was heterogeneous, but jet nebulisers accounted for more than 90% of the total. In
the 1
st
investigation half of subjects had a glass reservoir vs. 15% in the 2
nd
study.
Conclusions. We conclude that home nebuliser therapy remains common in Italy. Mixing of more drugs and
the widespread use of corticosteroids were and remain peculiarities in our country. Health care givers can
improve nebulizer practice by giving more education to their patients.
Aerosolterapia domiciliare con nebulizzatori in asma e BPCO: cosa sta cambiando in Italia?
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V. 28 n. 01 Febbraio 2013
Introduzione
La via aerosolica sovente usata per il trattamento
farmacologico di asma e BPCO. Per erogare una ae-
rosolterapia sono necessari sistemi dedicati di rilascio,
come gli inalatori o i nebulizzatori.
Una revisione sistematica non ha ri-
levato differenze di efcacia fra inalato-
ri e nebulizzatori.
Sebbene una revisione sistematica non abbia rile-
vato differenze di efcacia fra inalatori e nebulizzatori
1

questi ultimi sono pi ingombranti e meno comodi da
usarsi e di solito considerati una seconda scelta per
erogare una aerosolterapia
2
. Inoltre la gran parte de-
gli studi clinici con i pi recenti broncodilatatori e as-
sociazioni fra broncodilatatori e corticosteroidi sono
stati condotti con inalatori e gli sforzi dei produttori
si sono indirizzati specialmente nel diffondere questi
erogatori. Ciononostante un recente studio che ha
analizzato i dati di vendita dei farmaci per aerosol in
Europa ha mostrato come, particolarmente in Italia,
le nebulizzazioni terapeutiche rimangono diffuse; na-
turalmente tale indagine non in grado di informarci
su chi sono i fruitori e quali siano le circostanze di
utilizzo
3
.
Nel corso dellultimo decennio il Gruppo Educazio-
nale AIPO ha promosso e svolto 2 studi multicentrici
osservazionali per valutare come usano a domicilio i
loro nebulizzatori i soggetti che afferiscono alle pneu-
mologie. Tali studi offrono una fotograa realistica del-
la situazione italiana perch includono realt urbane e
rurali del Nord, del Centro e del Sud Italia. Entrambe
le indagini sono state pubblicate per esteso
4-7
, ma
manca un confronto fra tali studi. Tale comparazione
costituisce loggetto del presente articolo e riteniamo
che possa essere interessante per cercare di capire
cosa stia accadendo in termini di aerosolterapia domi-
ciliare con nebulizzatori in Italia in questi anni a fronte
dellevoluzione tecnologica occorsa nel settore.
Materiali e metodi
Dei 2 studi osservazionali condotti per valutare
come usavano a domicilio i loro nebulizzatori i sogget-
ti afferenti a centri ospedalieri specialistici, il primo in
ordine cronologico ha ricevuto lacronimo di GENEBU
(Gruppo Educazionale AIPO per i Nebulizzatori) e fu
condotto dal maggio al dicembre 1999; il secondo,
denominato GENEBI (Gruppo Educazionale AIPO per
i Nebulizzatori e gli Inalatori), fu svolto dal luglio allot-
tobre 2008. Ai 2 studi aderirono rispettivamente 23 e
24 pneumologie (vedi liste sperimentatori nella versio-
ne on-line dellarticolo); essendo i partecipanti delle in-
dagini in gran parte membri del Gruppo Educazionale
AIPO, sono state per lo pi coinvolte nelle 2 indagini le
stesse realt pneumologiche.
In entrambi gli studi erano eleggibili soggetti affe-
riti al centro partecipante per una visita specialistica
ambulatoriale programmata nel periodo considerato
e che a domicilio gi stavano praticando una aerosol-
terapia. Le modalit di arruolamento, gi descritte in
dettaglio
4-7
, erano simili, ma non identiche: nel GE-
NEBU larruolamento avveniva in modo consecutivo,
senza porre alcun limite di et e di uso (ad esempio
sia impiego occasionale che regolare, sia per affezio-
ni acute che croniche delle alte e/o basse vie aeree)
del nebulizzatore nei 6 mesi precedenti linclusione.
Nel GENEBI erano invece arruolati per ogni giornata
lavorativa nel periodo di studio solo i primi 2 soggetti
adulti (et > 15 anni) con ostruzione dimostrata con
spirometria e che a domicilio stavano usando inalato-
ri e/o nebulizzatori regolarmente, ovvero almeno una
volta al giorno per almeno 30 giorni nei 3 mesi pre-
cedenti la data di arruolamento. Ai ni della presente
analisi per rendere le due casistiche pi omogenee
abbiamo incluso di entrambi gli studi solo i soggetti
con diagnosi di asma e di BPCO e della II indagine
solo quel sottogruppo di soggetti che stavano usan-
do un nebulizzatore, mentre del primo studio sono
stati esclusi chi aveva meno di 15 anni (N = 87) e
chi riferiva di usare il nebulizzatore solo per affezioni
delle vie aeree superiori (N=130) o in modo occasio-
nale (N = 101). Per entrambi gli studi larruolamen-
to sempre avvenuto dopo completa spiegazione
dellindagine e avendo ricevuto consenso informato a
partecipare; nessun paziente eleggibile riut di par-
tecipare allindagine. Entrambi gli studi sono stati ap-
provati dai comitati etici dei centri partecipanti.
Le informazioni erano ottenute per entrambi gli studi
attraverso le risposte ad un questionario standardizza-
to preparato dai membri del Gruppo Educazionale e la
cui attendibilit e comprensibilit era stata testata pre-
liminarmente in un gruppo di pazienti non inclusi nelle
indagini. Tuttavia, anche nel metodo esistono alcune
differenze fra i 2 studi: il questionario del GENEBU, gi
pubblicato per esteso
8
, includeva 34 domande chiuse
e alcune aperte relative allapparecchio ed ai farmaci
con indicazione delle dosi usate da compilarsi a cura
dellutente; a questi dati lo sperimentatore aggiungeva
solo la diagnosi respiratoria principale. Tale questiona-
rio era consegnato al soggetto eleggibile in ambula-
torio una volta rilevati i criteri di inclusione assieme ad
una busta pre-affrancata recante lindirizzo del centro
arruolante con lindicazione di compilarlo a domici-
lio per poi ritornarlo quanto prima possibile al centro
sperimentatore per posta ordinaria. Questa modalit
di lavoro era stata scelta per cercare di non perdere i
dettagli del sistema nebulizzatore, anche sulla scorta di
una precedente indagine simile condotta in un singolo
centro nellarea senese
9
, da cui emergeva che ponen-
do in ospedale domande sul tipo di nebulizzatore usa-
to a domicilio molti partecipanti fornivano informazioni
carenti sugli strumenti da loro utilizzati. Nello studio
GENEBU non fu mai previsto alcun sistema di sollecito
per richiedere il questionario a chi non lo avesse riman-
dato agli sperimentatori e di 1721 soggetti arruolati
F. Romano et al.
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furono recuperati 1257 questionari (73% del totale). Il
questionario del primo studio in gran parte ripropo-
sto nel secondo, ma nel GENEBI la domande relative
allaerosolterapia con nebulizzatore erano solo parte
di una pi ampia investigazione; inoltre le risposte del
questionario erano auto-compilate in ambulatorio su
sola base anamnestica durante lattesa per la visita ed
il tutto immediatamente restituito allo sperimentatore,
che, oltre alla diagnosi, aggiungeva i risultati spirome-
trici ed i farmaci prescritti. Non fu mai previsto alcun
metodo di verica delle risposte ricevute.
Lanalisi statistica stata eseguita con il pacchetto
software Stata 9 (www.stata.com). I dati sono stati ri-
portati come media errore standard a meno che altri-
menti specicato. Per lanalisi statistica stato usato il
t-test di Student per il confronto di variabili continue ed
il test del chi quadrato per il confronto di percentuali.
Un valore di p<0,05 per test a due code stato rite-
nuto signicativo.
Risultati
Nello studio GENEBU 16 dei 23 centri partecipanti
produssero questionari, mentre nello studio GENEBI
14 di 24; per la presente analisi comparativa sono
stati selezionati rispettivamente 816 e 151 soggetti.
Alcune caratteristiche dei soggetti inclusi e nel loro
modo di impiego del nebulizzatore sono stati riportati
in Tabella I. Le 2 popolazioni non differivano per sesso,
et, livello di scolarit e diagnosi respiratoria principale.
Per il solo studio GENEBI disponibile let media del
campione, pari a 68 anni e la media del valore teorico
predetto di FEV
1
pari al 62%.
Nello studio GENEBU 538 (66%) soggetti riporta-
rono indicazioni tali da consentirci di precisare il tipo
di nebulizzatore usato; potemmo cos individuare
79 diversi modelli ed i 3 pi diffusi erano il Nebula


(N = 151 casi) MarkosMefar, un sistema Angelini con
compressore a membrana ed ampolla in vetro (N=98)
e lArtsana Project

ultrasonico (N=47). L11% di chi


usava un nebulizzatore meccanico rifer di avere, alme-
no in qualche circostanza, usato una fonte di ossigeno
per la nebulizzazione, ma la gran parte ricavava lener-
gia per la nebulizzazione da un compressore; circa la
met di questi aveva un sistema a membrana e laltra
a pistone. La durata media di ciascuna nebulizzazione
era riferita rispettivamente inferiore a 15, fra 15 e 30
e superiore a 30 minuti nel 62%, 33% e 5% dei casi;
tuttavia solo il 40% di chi rispondeva al quesito riferiva
di continuare la nebulizzazione sino a nire il farmaco.
Tabella I. Alcune caratteristiche dei soggetti che usavano i nebulizzatori e nel loro modo di impiego espressi come % di
risposte per quella variabile.
GENEBU GENEBI Livello di signicativit
Diagnosi
BPCO
Asma
60
40
53
47 NS
Sesso
Maschi
Femmine
75
25
82
18 NS
Et: > 70 anni 40 48 NS
1
a
prescrizione ad opera di specialista 63 55 NS
Scelta del nebulizzatore senza consiglio sanitario 82 74 NS
Tipo nebulizzatore
Ultrasonico
Meccanico
6
94
5
94 NS
Tipo di ampolla in chi stava usando jet nebulizzatore
Con ampolla in vetro
Con ampolla in plastica
49
51
15
85 P < 0,01
Scelta dellinterfaccia senza consiglio sanitario 84 94 NS
Sistema di interfaccia
Mascherina
Boccaglio
74
26
62
38 NS
Fonte sanitaria di istruzione alla manutenzione del nebulizzatore
Infermiere/sioterapista
Medico
Rivenditore
4
7
14
3
5
16 NS
Pratica aerosol miscelando pi di un farmaco attivo 93 95 NS
Aggiunge un diluente ai farmaci attivi 62 48 P < 0,05
Regolare uso quotidiano > 1 volte al giorno 43 50 NS
Smonta regolarmente lampolla dopo ogni uso 40 28 P < 0,05
Pulizia almeno con risciacquo con acqua dopo ogni uso 70 56 P = 0,01
Asciugatura del sistema dopo ogni uso 55 36 P < 0,05
Sostituzione parti usurabili secondo indicazioni 10 24 P < 0,05
Aerosolterapia domiciliare con nebulizzatori in asma e BPCO: cosa sta cambiando in Italia?
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Seicentocinquantotto pazienti hanno riportato i farmaci
utilizzati: quelli di uso pi comune con relativi dosaggi
sono stati descritti in Tabella II; fra i rimanenti 7 impie-
gavano aminoglucosidici, 97 mucolitici fra cui special-
mente ambroxol (N=64 casi) e 50 cromoni.
Nel GENEBI solamente 38 (25% del totale) sog-
getti, una percentuale inferiore a quella del I studio
(p<0,001), riportarono indicazioni sul tipo del sistema
nebulizzatore usato; da tali informazioni abbiamo co-
munque potuto individuare 10 differenti modelli: i 3 pi
diffusi erano il Nebula

(N = 7) e il Bimboneb

(N=11)
entrambi di MarkosMefar e il Clenny

(N=4) Medel. Il
60% di chi rispose rifer di continuare la nebulizzazio-
ne sino a nire il farmaco e, fra questi circa la met
riport una durata media per ciascuna nebulizzazione
di oltre 30 minuti. I farmaci utilizzati sono stati riportati
da 72 pazienti; quelli di uso pi comune con relativi
dosaggi sono stati descritti in Tabella II, mentre 1 usa-
va ambroxol e 4 nedocromile. Per entrambi gli studi il
volume medio iniziale non era mai stimabile inferiore a
2,5 ml.
Discussione
Questo studio ha alcune importanti limitazioni: i
risultati ottenuti non hanno conferme oggettive e per
la gran parte sono solo fondati su quanto riportato
dai pazienti. Inoltre, numericamente la popolazione
del secondo studio molto pi esigua di quella del
primo, anche se non differisce almeno relativamente
ad et, sesso, livello di scolarit e diagnosi respirato-
ria principale.
Nonostante il passare degli anni e
lintroduzione di nuovi erogatori e far-
maci i nebulizzatori continuano ad es-
sere usati regolarmente da soggetti
con asma e BPCO.
Detto questo, tre ci sembrano i principali riscon-
tri. Primo, nonostante il passare degli anni e lintro-
duzione di nuovi erogatori e farmaci i nebulizzatori
continuano ad essere usati regolarmente da sogget-
ti con asma e BPCO visti da pneumologi; ad onor
del vero e per entrambi gli studi il loro impiego non
sembra tuttavia omogeneo nel territorio, perch solo
alcuni dei centri partecipanti inclusero effettivamente
pazienti che praticavano regolarmente nebulizzazioni
terapeutiche e, chiedendo agli sperimentatori la cau-
sa del mancato arruolamento, fu sempre riferito che
nel loro territorio era poco o per nulla diffusa la pras-
si delluso domiciliare di nebulizzatori. Daltronde,
una distribuzione a macchia di leopardo nelluso
domiciliare di nebulizzatori non una caratteristica
solo italiana: Brandli
10
circa 20 anni fa, rielaboran-
do informazioni della Swiss Lung Association, aveva
gi rilevato come in Svizzera la diffusione a domici-
lio di apparecchi aerosolici differiva molto a seconda
dellarea geograca considerata, verosimilmente in
ragione delle abitudini locali. La diffusa consuetudi-
ne italiana circa lutilizzo domiciliare di nebulizzatori
stata ampiamente criticata
11
. Con il presente studio
noi non siamo in grado di formulare giudizi sullimpie-
go delle nebulizzazioni terapeutiche in Italia nel primo
decennio degli anni 2000, n vogliamo entrare nel
merito se potessero esservi alternative pi valide e
comode alluso domiciliare regolare del nebulizzatore
per i soggetti esaminati nei nostri studi; riteniamo tut-
tavia importante riettere sulla convinzione espressa
da molti pazienti dello studio GENEBU
5
che avevano
in passato utilizzato anche inalatori, ma erano con-
vinti che il nebulizzatore, seppur meno comodo, fos-
se il pi efcace erogatore aerosolico.
Gli utilizzatori del nebulizzatore ri-
spetto a quelli di inalatori erano pi
anziani, con pi grave ostruzione spi-
rometrica e compromissione di qualit
di vita, frequenti ospedalizzazioni e ac-
cessi in Pronto Soccorso.
Questi riscontri sono stati anche confermati dallo
studio GENEBI
7
dove emerge fra laltro come gli uti-
lizzatori del nebulizzatore rispetto a quelli di inalatori
erano pi anziani, con pi grave ostruzione spirometri-
ca e compromissione di qualit di vita, frequenti ospe-
dalizzazioni e accessi in Pronto Soccorso. Altri Autori
avevano gi riportato simili osservazioni
12 13
, ma noi,
in aggiunta
7
, abbiamo anche mostrato come chi uti-
Tabella II. Alcuni farmaci usati dai soggetti dello studio GENEBU e GENEBI, con mediana e ambito dei dosaggi usati per
singola nebulizzazione.
GENEBU GENEBI
N Mediana della dose (e range) in mg N Mediana della dose (e range) in mg
BDP 605 0,8 (0,4-0,8) 51 0,8 (0,4-0,8)
Flunisolide 98 1 (0,5-2) 21 1 (0,5-1)
Fluticasone - 11 0,5 (0,25-1)
Budesonide - 5 0,25 (0,25-1)
Salbutamolo 601 2,5 (1-5) 69 2 (0,75-2,5)
Ipratropio 442 0,5 (0,0625-0,5) 49 0,5 (0,25-0,5)
Fenoterolo 74 1,25 (0,25-1,25) 2 1,25
F. Romano et al.
Rassegna di Patologia dellApparato Respiratorio 40
V. 28 n. 01 Febbraio 2013
lizza regolarmente un nebulizzatore particolarmente
incline a compiere errori critici di uso con inalatori, por-
tandoci a concludere che una cattiva tecnica inalatoria
potrebbe spiegare o essere una delle cause che spin-
ge molti soggetti che continuano ad usare regolarmen-
te a domicilio i nebulizzatori a riferire di trovarvi maggior
benecio rispetto agli inalatori.
Una cattiva tecnica inalatoria po-
trebbe spiegare o essere una delle
cause che spinge molti soggetti che
continuano ad usare regolarmente a
domicilio i nebulizzatori a riferire di tro-
varvi maggior benecio rispetto agli
inalatori.
Comunque sia sembra ragionevole ritenere che
sino a quando rimarranno soggetti incapaci ad usare
bene gli inalatori, questi stessi potranno essere portati
a ricorrere allimpiego degli apparecchi aerosolici che
richiedono un minor grado di collaborazione rispetto
ai primi.
Assai pi spesso sono utilizzati per
nebulizzazione, quasi sempre misce-
landoli, beta-agonisti adrenergici, anti-
colinergici e corticosteroidei.
Secondo, la nostra indagine non rileva fra i 2 stu-
di sostanziali differenze relativamente ai farmaci e alle
dosi usate; assai pi spesso sono utilizzati, quasi
sempre miscelandoli, beta-agonisti adrenergici, anti-
colinergici e corticosteroidei. Il nostro studio conferma
nella vita reale e sino alla ne degli anni 2010 quanto
riportato da una indagine
14
condotta nel 1992 con
questionario su pneumologi di 19 nazioni europee e
che aveva gi rilevato come, mentre i beta-agonisti
erano ubiquitariamente impiegati per nebulizzazione
da tutti gli specialisti, i corticosteroidi erano usati solo
in Germania, Svizzera e Austria e ancora pi frequen-
temente in Italia. Questultima prassi, cos come la
consuetudine di miscelare pi farmaci da nebulizzare,
possono essere considerati una e vera e propria pe-
culiarit italiana.
Mentre vi sono evidenze che luso di
broncodilatatori per nebulizzazione sia
sicuro ed efcace, minore informazio-
ne esiste per lutilizzo dei cortisonici.
Daltronde, mentre vi sono evidenze che luso
di broncodilatatori per nebulizzazione sia sicuro ed
efcace, minore informazione esiste per lutilizzo
dei cortisonici
1
. Tuttavia, sebbene questo aspetto
suggerisca la necessit di ulteriori indagini in futuro
sullargomento, una recente revisione ha mostra-
to, traendo informazioni da studi in vitro e da alcune
piccole esperienze cliniche, che la nebulizzazione di
cortisonici ed anche la sua miscelazione con bron-
codilatatori possono rappresentare pratiche valide ed
accettabili, pur precisando che solo alcuni nebulizza-
tori del commercio risultano adeguati per tale aeroso-
lizzazione
15
.
Solo alcuni nebulizzatori del com-
mercio risultano adeguati per laeroso-
lizzazione di cortisonici.
Questo ultimo aspetto ha grande importanza pra-
tica perch il nostro studio mostra che quasi mai i
medici prescrittori si erano informati sullidoneit
dellapparecchio aerosolico disponibile a domicilio da
parte dei loro pazienti e indica la necessit di una ot-
timizzazione nella pratica dellaerosolterapia con ne-
bulizzatori.
Terzo, fra i 2 studi abbiamo osservato rilevanti dif-
ferenze relativamente agli apparecchi aerosolici usati,
verosimilmente di tipo migliorativo. In particolare, nello
studio pi recente abbiamo riscontrato una netta ri-
duzione nella diffusione delle ampolle nebulizzatrici in
vetro a vantaggio di quelle in materiale plastico, dalle
migliori prestazioni e igiene; poich tuttavia in entrambi
gli studi raramente emerge che i medici danno infor-
mazioni al paziente sul tipo di nebulizzatore da acqui-
stare o vericano se quello in dotazione sia adeguato
alle necessit, tale tendenza pu probabilmente essere
in primo luogo attribuita ad un miglioramento del ma-
teriale disponibile in commercio. Al contrario nel pi re-
cente studio GENEBI i pazienti riportano una tendenza
alla riduzione nelle pratiche di regolare e corretta igie-
ne dellapparecchio aerosolico; questo rilievo par-
ticolarmente importante anche alla luce del riscontro
che il consiglio medico sulla necessit di una accurata
manutenzione e pulizia del nebulizzatore associato
a maggiori attenzioni da parte dei pazienti verso di
esso
4
.
Concludiamo che il confronto fra i dati dei 2 studi
esaminati nella presente indagine e condotti a distanza
di quasi un decennio in Italia mostra come rimangono
simili le dosi ed il tipo di farmaci nebulizzati cos come
le caratteristiche della popolazione che usa regolar-
mente a domicilio nebulizzatori, costituita prevalente-
mente da soggetti molto anziani e con grave compro-
missione funzionale respiratoria e nella qualit di vita. Vi
necessit di maggiori attenzioni da parte dei medici
prescrittori sul tipo, nelluso e nelligiene degli appa-
recchi aerosolici, perch esiste una profonda variabilit
nelle performances tra diversi modelli di nebulizzatori e
un improprio uso e manutenzione dei farmaci e dei di-
spositivi pu ridurre o compromettere il risultato clinico
del trattamento.
Aerosolterapia domiciliare con nebulizzatori in asma e BPCO: cosa sta cambiando in Italia?
Rassegna di Patologia dellApparato Respiratorio V. 28 n. 01 Febbraio 2013
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nellArea Senese. Rass Patol App Respir 1998;13:229-33.
10
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11
Clavenna A, Rossi E, Berti A, et al., for the ARNO Work-
ing Group. Inappropriate use of antiasthmatic drugs in
the Italian paediatric population. Eur J Clin Pharmacol
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12
Roberts CM, Lowe D, Bucknall CE, et al., on behalf of the
British Thoracic Society Audit Subcommittee of the Stand-
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of London. Clinical audit indicators of outcome following ad-
mission to hospital with acute exacerbation of chronic ob-
structive pulmonary disease. Thorax 2002;57:137-41.
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Krishnan JA, Demott M, McCoy JV, et al. Nebulized beta2-
agonist use in high-risk inner-city adults with asthma. J Asth-
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15
Melani AS. Nebulized corticosteroids in asthma and COPD:
an Italian appraisal. Respir Care 2012;57:1161-74.
Gli Autori dichiarano di non avere alcun conitto di interesse con largomento trattato nellarticolo.
1
UO Pneumologia Oncologica, Ospedale Mariano Santo, Cosenza;
2
Pneumologia, Ospedale S. Bartolomeo, Sarzana (SP);
3
Dip.Medicina, Pneumologia,
Fisiologia e Nutrizione Umana, Universit di Palermo;
4
Clinica Malattie Apparato Respiratorio, Universit di Siena;
5
Divisione di Pneumologia, Fondazione
Salvatore Maugeri, I.R.C.C.S., Istituto Scientico di Tradate (VA);
6
Divisione di Pneumologia, Fondazione Salvatore Maugeri, I.R.C.C.S., Istituto Scientico
di Cassano Murge (BA);
7
U.O. Pneumologia, Ospedale Villa Scassi - Genova;
8
U.O.C.Pneumologia, Ospedale La Colletta, Arenzano (GE);
9
Fisiopatologia
Respiratoria, IRCCS Regina Elena, Roma;
10
U.O. Pneumotisiatria-Ospedale Bellaria, Bologna;
11
UO Malattie Apparato Respiratorio, Copparo, AUSL Ferrara;
12
Centro antifumo, A.O. A. Cardarelli Napoli;
13
Pneumologia, Ospedale di Crema, Cremona;
14
U.O.C.Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria, Azienda
Ospedaliera Universitaria Senese, Policlinico Le Scotte, Siena
Lelenco dei centri che hanno partecipato ai due studi disponibile nella versione
online dellarticolo nella sezione Editoria-Rassegna sul sito www.aiponet.it
F. Romano et al.
Rassegna di Patologia dellApparato Respiratorio V. 28 n. 01 Febbraio 2013
Gruppo di Lavoro Educazionale AIPO per i nebulizzatori GENEBU
Stefano Aiol, U.O. Riabilitazione Respiratoria, Ospedale S. Marta, Rivolta dAdda; Maria Aliani, Divisione di Pneu-
mologia, I.R.C.C.S. Fondazione Maugeri, Cassano Murge; Giuseppe Anzalone, Pneumologia, Ospedale Miseri-
cordia e Dolce, Ospedale di Prato; Natalino Barbato, Divisione di Pneumologia, Salerno; Marco Bonavia, Divisione
di Pneumologia, Ospedale La Colletta, Arenzano; Pier Aldo Canessa, Divisione di Pneumologia, Ospedale S.
Andrea, La Spezia; Vincenzo Zag, Cristina Cinti, Presidio di Tisio-Pneumologia, Azienda Citt di Bologna; Vita
Cappiello, Divisione di Pneumologia, Potenza; Vincenzo Cilenti, Fisiopatologia Respiratoria, Istituto Regina Elena,
Roma; Salvatore DAntonio, Ospedale Vannini, Roma; Giuseppe De Angelis, Broncopneumologia e Riabilitazione
Respiratoria, Ospedale Forlanini, Roma; Renato De Tullio, Fisiopatologia Respiratoria, Bari; Antonio Di Gregorio,
Giovanna Baldracchi, Riabilitazione Respiratoria, Ospedale Armanni, Arco di Trento; Mario Del Donno, Clinica
Malattie Apparato Respiratorio, Universit di Parma; Claudine Giacomelli, Servizio di Allergologia, Ospedale di
Viareggio; Giacomo Grande, Clinica delle Magnolie, Caserta; Cristina Maccone, II Broncopneumologia, Ospedale
Forlanini, Roma; Angelo Sena, Paola Martucci, Divisione Broncopneumologia e Urgenze Pneumologiche, Ospe-
dale Cardarelli, Napoli; Fabrizio Peccini, Marco Dottorini, Medicina Generale, Gubbio; Margherita Neri, Divisione di
Pneumologia, Centro Medico di Tradate, I.C.C.R.S. Fondazione Maugeri; Vannucci Franco, Medicina, Ospedale
Pistoia; Doriana Zanchetta, Area Territoriale Tisio-Pneumologica, Vicenza, Andrea Melani S., U.O. Fisiopatologia e
Riabilitazione Respiratoria, Policlinico Le Scotte, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, Siena
Gruppo di Lavoro Educazionale AIPO per gli inalatori e i nebulizzatori
GENEBI
Maria Aliani, Divisione di Pneumologia, Fondazione S Maugeri, I.C.C.R.S Istituto Scientico di Cassano Murge (Ba);
Natalino Barbato, Benedetto Polverino, Divisione di Pneumologia, Ospedale G. da Procida, Salerno; Marco Bonavia,
U.O.C.Pneumologia, Ospedale La Colletta, Arenzano (GE), Piero Aldo Canessa, Roberta Ribolla, Pneumologia, Osp
S Bartolomeo, Sarzana (SP); Vincenzo Cilenti, Eliuccia Mastropasqua, Fisiopatologia Respiratoria, IRCCS Regina
Elena, Roma; Cristina Cinti, Francesco Falcone, Vincenza Mariano, U.O. Pneumotisiatria- Ospedale Bellaria, Bolo-
gna; Vincenzo Zag, Pneumotisiologia Territoriale, AUSL Bologna; Isotta Coloretti, UOS di Pneumologia Ospedale
C. Magati AUSL di Reggio Emilia, Scandiano (RE); Giuseppe De Angelis, U.O.C. Riabilitazione Respiratoria, Ospe-
dale Forlanini, Roma; Mario Del Donno, U.O. Pneumologia, A.O. G. Rummo, Benevento; Renato De Tullio, U.O.
Pneumotisiologia territoriale, Putignano (Bari); Raffaela Giacobbe, U.O.C. Endoscopia toracica e Urgenze Bronco-
logiche, A.O. A. Cardarelli, Napoli; Marco Lodi, UO Malattie Apparato Respiratorio, Copparo, AUSL Ferrara; Pao-
la Martucci, Centro antifumo, A.O. A. Cardarelli Napoli; Andrea Sisto Melani, U.O.C.Fisiopatologia e Riabilitazione
Respiratoria, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, Policlinico Le Scotte, Siena; Margherita Neri, Sabrina della
Patrona, Divisione di Pneumologia, Fondazione S Maugeri, I.R.C.C.S. Istituto Scientico di Tradate (Va); Maria Stella
Delno, Paolo Noceti, SC Pneumologia, Ospedale S.Croce e Carle, Cuneo; Ines Scarlato, Francesco Romano, UO
Pneumologia, Ospedale Mariano Santo, Cosenza; Nicola Scichilone, Dip. Medicina, Pneumologia, Fisiologia e Nutri-
zione Umana, Universit di Palermo; Antonella Serani, U.O. Pneumologia Stab. Osped. Imperia; Maria Serra, U.O.
Pneumologia, Ospedale Villa Scassi - Genova; Albino Sini, U.O.C. Pneumologia, ACO S. Filippo Neri Roma; Adriano
Vaghi, UOC Pneumologia, Ospedale Salvini, Garbagnate (Mi); Ylli Vakefliu, Laboratorio di Fisiopatologia Respirato-
ria, Ospedale Sauk, Tirana; Doriana Zanchetta, Area Territoriale Tisio-Pneumologica, Vicenza

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