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Arnèsis
P R O C E S S O P E R L A C O N V E R S I O N E DE I
R IFI U TI U R B A N I I N C A R B U R A N TI D I S I N T E SI
E P R O D O T T I C H I M I DI B A S E
− Il Processo Arnèsis
− I prodotti
− Miscela gassosa
− Soluzione acetica
− Cere
− Ceneri
− L’impianto Arnèsis
− Bilancio di materia
I l P r o c e s s o Ar n è s i s ®
Introduzione
La sua caratteristica principale è una diversa filosofia del processo di trattamento dei ri-
fiuti urbani ed assimilabili: un processo non più indirizzato alla loro distruzione con produ-
zione di calore (che è, dal punto di vista termodinamico, la forma d’energia più degradata),
ma un processo indirizzato all’ottenimento di materie prime per l’industria chimica di base,
in cui l’energia è immagazzinata, sotto forma di energia chimica, in composti “pregiati” ot-
tenibili dal processo stesso. Pertanto, tramite il processo Arnèsis, i rifiuti urbani diventano
una fonte, alternativa e rinnovabile, di carbonio e idrogeno.
Se guardiamo all’industria chimica degli ultimi due secoli, vediamo che le fonti di car-
bonio e idrogeno, utilizzate sino alla Seconda Guerra Mondiale, sono state il legno ed il car-
bone. Dalla Seconda Guerra Mondiale è stato utilizzato il petrolio e, a partire dagli anni Ot-
tanta, dopo che i fatti mediorientali degli anni Sessanta e Settanta avevano indotto l’indu-
stria chimica a differenziare le proprie fonti d’approvvigionamento, è stato utilizzato anche
il gas naturale.
Il Processo Arnèsis di pirolisi, gassificazione ed inertizzazione, finalizzato alla produ-
zione di materie prime, si affianca tecnologicamente non ai tradizionali processi di termodi-
struzione dei rifiuti, ma ai processi volti ad ottenere materie prime per l’industria chimica.
Con il Processo Arnèsis tali materie prime, anziché da fonti fossili non rinnovabili
come il carbone, il petrolio ed il gas naturale, sono ricavate da una fonte rinnovabile, indi-
pendente dai mercati internazionali ed inesauribile: i rifiuti.
In sintesi si può affermare che il Processo Arnèsis consiste nella totale conversione ter-
mochimica dei rifiuti urbani in prodotti chimici di base, senza la produzione d’alcun residuo
solido, liquido o gassoso, dannoso od innocuo, che si debba smaltire. Non si ha inoltre for-
mazione di policlorodiossine e/o di prodotti chimicamente simili, e comunque inquinanti.
I prodotti ottenuti dal Processo Arnèsis hanno il più alto valore commerciale fra tutti i
prodotti di pirolisi e gassificazione sinora ottenuti da processi assimilabili, perlopiù costituiti
da carbone ad alto tenore di ceneri, RDF liquido e gas povero.
Il Processo Arnèsis si attua attraverso una pirolisi progressiva in condizioni rigorosa-
mente controllate; il residuo carbonioso è gassificato tramite una corrente di ossigeno, ani-
dride carbonica e vapor d’acqua, con produzione d’idrogeno e ossido di carbonio, e di una
quantità di calore sufficiente a sostenere le reazioni di pirolisi.
Tali gas, ottenuti dalla gassificazione, permeano la massa di rifiuti in pirolisi, apportan-
do calore e creando l’ambiente riducente richiesto nell’una o più sezioni termodinamiche,
tra loro fisicamente interconnesse, in cui si articola il reattore.
Sul piano operativo, i rifiuti vengono opportunamente pretrattati con la separazione del
vetro e dei metalli, e con l’essiccazione e con l’adeguamento della pezzatura; vengono quin-
di progressivamente riscaldati dalla temperatura ambiente sino a circa 700°C. Raggiunta
questa temperatura, la massa carboniosa residua è gassificata ad una temperatura compresa
fra 700 e 1.100°C.
I metalli pesanti e i composti alogenati sono bloccati nel corso del processo per azione
congiunta del calore e delle sostanze inertizzanti addizionate ai rifiuti.
I prodotti principali del processo di conversione escono dall’ambiente di reazione allo
stato di gas e vapori, e possono venire condensati e frazionati, secondo le necessità, in pro-
dotti chimici puri (come l’acido acetico o l’anidride carbonica) o in miscele (come gli oli ca-
tramici, l’acido pirolegnoso od i gas di sintesi).
I prodotti così ottenuti sono direttamente commercializzati o avviati ad ulteriori lavora-
zioni.
L’impianto Arnèsis®
L’impianto si compone di tre sezioni:
il pretrattamento
il reattore Arnèsis
il postrattamento
Il Pretrattamento
Reattore Arnesis
All’interno del reattore il rifiuto inizia il suo cammino verso il fondo del reattore stesso,
incontrando temperature via via crescenti, a partire da circa 150°C sino a circa 1.100°C; ver-
so il fondo il rifiuto, ridotto ad una massa carboniosa, incontra un flusso d’ossigeno, vapore
acqueo ed anidride carbonica.
La pirolisi avviene sino alla zona a circa 700°C, e produce lo svolgimento di gas, liqui-
di, e cere.
La gassificazione avviene nella zona di temperatura compresa tra circa 700°C e circa
1.100°C, ed è in questa fase che si svolgono la maggior parte dei gas, e che si ottengono i
prodotti solidi minerali.
L’inertizzazione avviene lungo tutto l’arco di temperature del reattore, e permette la tra-
sformazione degli inquinanti in prodotti innocui; gli inquinanti inorganici (metalli pesanti)
si ritrovano nei solidi minerali, resi innocui. Per effettuare l’inertizzazione può essere neces-
sario additivare al rifiuto, dopo la triturazione, una modica quantità d’opportune sostanze di
facile reperimento e basso valore economico.
Il mantenimento della temperatura del fondo del reattore (circa 1.100°C) è assicurato
dalle reazioni esotermiche della gassificazione.
L’anidride carbonica è prodotta dallo stesso reattore Arnèsis nella parte più alta, e par-
zialmente reiniettata nella parte bassa del reattore stesso.
Il vapore acqueo è ottenuto grazie al calore residuo derivante da recuperi termici.
L’ossigeno è ricavato dall’aria tramite un impianto di frazionamento tradizionale od a
adsorbimento istallato nell’area stessa.
Il reattore è corredato di un impianto di condensazione (formato da un complesso di
condensatori e scambiatori di calore) necessario al recupero ed a una prima separazione dei
prodotti del processo.
Postrattamento
I prodotti grezzi uscenti dalla sezione di condensazione devono subire un primo frazio-
namento o una purificazione prima dell’impiego. In alcuni casi tali trattamenti debbono es-
sere operati direttamente presso il sito ove si trova l’impianto (come nel caso dei gas, di di-
sagevole trasporto), in altri possono essere lavorati presso stabilimenti altrove collocati.
Queste, in sintesi, le lavorazioni che è opportuno avvengano presso l’impianto stesso.
I p r o d o t t i d e l P r o ce s s o A r n e s i s ®
I prodotti del Processo Arnesis sono classificabili come segue.
Gas: Miscela d’anidride carbonica, ossido di carbonio, idrogeno, metano, ed altri
idrocarburi leggeri.
Soluzione acetica: Soluzione acquosa d’acido acetico, metanolo, acetone, aldeidi,
esteri, eteri ed oli leggeri;
Cere: Miscela d’idrocarburi pesanti (soprattutto paraffine ed olefine a lunga catena),
composti aromatici quali la naftalina, esteri ftalici.
Ceneri: Massa polverulenta di colore chiaro tendente al bianco, composta soprattutto
di sali (silicati e tracce di cloruri e solfati) di calcio, magnesio, sodio, potassio, sili-
cati ed ossidi dei metalli pesanti.
Essi si ottengono nelle proporzioni seguenti (le percentuali sono riferite al rifiuto pre-
trattato, ovvero essiccato, devetrificato e demetallizzato, che è pari al 66% del rifiuto vergi-
ne):
Gas 70÷80%
Soluzione acetica 9÷6%
Cere 8,5÷9%
Solidi minerali 4÷7%
Le principali caratteristiche dei prodotti ricavabili con il Processo Arnèsis sono le se-
guenti.
Assenza quasi completa di composti ossigenati nelle cere (tale frazione cerosa è l’o-
mologo della frazione catramosa, di scarso valore merceologico, ottenuta negli altri
processi di pirogassificazione; contrariamente a questi, le cere derivanti dal Arnesis
sono d’alto valore merceologico). I composti ossigenati si concentrano nella soluzio-
ne acetica. Anche tali composti sono dotati d’interesse merceologico.
Scarsissima presenza di doppi legami nelle cere, il che le rende assai dissimili e pre-
giate in confronto ai catrami prodotti negli altri processi di pirogassificazione.
Assenza di microinquinanti organici ed inorganici. Lo zolfo ed il cloro si ritrovano
sotto forma di cloruri e solfati nel solido minerale, d’acidi (in tracce) nei gas, o di
composti solforati nelle cere, dove restano inglobati e quindi innocuizzati.
Di seguito si riportano gli esiti delle analisi qualitative e quantitative sui prodotti:
Miscela gassosa
Ossido di carbonio 34÷64%
Metano 5÷6%
Anidride carbonica1 9÷30%
Miscela C2 ÷ C4 8÷10%
Idrogeno 12÷30%
Anidride solforosa 0÷0,4%
Formaldeide Tracce
Azoto Tracce
Ossigeno Tracce
Acido cloridrico Tracce
Come si può osservare, il Reattore Arnesis è flessibile: esso può essere tarato in funzio-
ne di un aumento della produzione di determinati gas a scapito a di altri2. Così per gli altri
prodotti.
1
Una quantità variabile d’anidride carbonica (per un massimo di 95 Nm3/t di rifiuto pretrattato trasformato) è riutiliz-
zata nel processo.
2
Per esempio, nel caso dell’anidride carbonica, l’arco di taratura va da una produzione minima del 9% sino ad un mas-
simo del 30%, sempre rispetto alla quantità totale di gas svolti (890÷1.110 Nm 3/t di rifiuti pretrattati trasformati). In
questo caso l’oscillazione si compie soprattutto a spese dell’ossido di carbonio.
Soluzione acetica
Acido acetico ≤ 7,5%
Furfurolo ≤ 5%
Metanolo ≤ 2,8%
Fenolo 2÷7%
Acetone < 1%
Furani Presenti
Fenoli Presenti
Alchilbenzeni Presenti
Acido formico Presente
Acido propionico Presente
Etanolo Presente
Idrocarburi pesanti Tracce
Acqua Rimanente
Come si vede, si tratta di una miscela dissimile dall’“acido pirolegnoso” classico ricava-
to dalla pirolisi del legno.
Cere
Campo di concentrazione > 10%:
Idrocarburi alifatici (generalmente a catena lineare);
Esteri dell’acido ftalico (minimo 5÷15%).
Campo di concentrazione 1÷10%:
Naftalene (abbondante);
Antracene;
Fenantrene.
Cicloparaffine e derivate (alchilciclopentani e alchilcicloesani);
Alchilnaftalene;
Alchilbenzeni.
Campo di concentrazione < 1%:
Fenolo;
Cresoli.
Compaiono, talvolta, nel campo di concentrazione 010%:
Aldeidi ad alto peso molecolare;
Acidi organici ad alto peso molecolare;
Esteri degli acidi organici.
L’aspetto di questa miscela è di una massa cerosa di colore bruno scuro tendente al
nero, con riflessi rossastri; l’intervallo di fusione è pari a circa 100÷110°C.
Tanto l’aspetto quanto le analisi chimiche hanno rivelato l’inadeguatezza della denomi-
nazione “catrami” per questa miscela, molto simile ad una cera minerale.
Si noti l’estrema povertà dei composti ossigenati e di doppi legami, posti soprattutto agli
estremi delle catene idrocarburiche.
Ceneri
Essi sono composti da:
Silicati;
Ossidi inorganici;
Alogenuri alcalini;
Tracce di cloruri e solfati.
Essi si presentano sotto forma di polveri di colore bianco oppure chiaro, sciolte, prive di
qualunque traccia di sostanza organica o carbonio.
La pirolisi è accompagnata dalle reazioni d’inertizzazione degli alogeni e dei metalli pe-
santi, da cui derivano le sostanze inquinanti normalmente prodotte nei processi di distruzio-
ne dei rifiuti. Giacché si tratta di una pirolisi molto lenta (minimo 20 minuti), svolta in am-
biente molto riducente rispetto a ciò che avviene negli altri processi di pirolisi, ed in presen-
za di inertizzanti, non sussistono le condizioni per la formazione di policlorodiossine ed altri
cloroderivati aromatici. Gli alogeni - quale il cloro - tendono in quest’ambiente a svilupparsi
invece in forma di acido cloridrico (o acidi alogenidrici) e, in presenza di inertizzanti, a for-
mare sali quali il cloruro di sodio. I metalli pesanti vengono inertizzati come silicati. L’iner-
tizzazione si conclude con il contatto del residuo calcinato caldo del rifiuto con una corrente
d’ossigeno puro, che trasforma completamente e rapidamente il carbonio e i composti orga-
nici residui in anidride carbonica.
Tutte le reazioni di pirolisi, gassificazione, inertizzazione, comprese la combustione e il
preriscaldamento, avvengono nel medesimo ambiente.
Al processo segue un postrattamento, volto alla raffinazione, primaria o completa, di
una o più dei prodotti ottenuti dal Processo Arnèsis.
L’Impianto Arnèsis®
Potenzialità dell’impianto
La potenzialità minima dell’impianto Arnèsis è connessa alla sua economicità d’eserci-
zio, dal suo “break even point”, quella soglia minima sotto la quale l’esercizio dell’impianto
è antieconomico.
Tale soglia minima si valuta attorno ad una potenzialità pari a circa 150 t/giorno.
Le precedenti considerazioni, e valutazioni connesse alla gestione del ciclo dei rifiuti
nel territorio, individuano la potenzialità media ottimale di un impianto Arnèsis intorno a
200÷250 t/giorno di rifiuti, o più.
La potenzialità massima per un impianto Arnèsis (nell’esecuzione a letto fluido) è pari a
circa 1.000 t/giorno o più.
Come abbiamo già accennato precedentemente l’impianto è flessibile, cioè può essere
tarato in funzione di un aumento della produzione di determinati gas a scapito di altri.
Variando le condizioni di processo, ad esempio lavorando ad una temperatura massima
di 700°C (anziché 1.100°C), si ha la massima produzione di gas combustibili dotati d’eleva-
to potere calorifico e, conseguentemente, si può ottenere la massima produzione di elettrici-
tà.
I costi di impianto
I costi di un impianto Arnesis possono oscillare in un intervallo abbastanza ampio di va-
lori. Tali variazioni sono da attribuirsi ai seguenti fattori:
Potenzialità dell’impianto: il massimo rapporto costi/benefici si ha per potenzialità
pari a 200 ÷ 250 t/giorno.
Sito di insediamento: i maggiori o minori oneri di insediamento sono dovuti alle ca-
ratteristiche del suolo e dunque al tipo di fondazioni necessarie, all’incidenza dei co-
sti di trasporto dei rifiuti e dei prodotti riferiti alla baricentricità del sito stesso rispet-
to ai centri urbani di raccolta ed alle aree industriali di lavorazione e/o utilizzo dei
prodotti.
Tipo del rifiuto: il grado di differenziazione della raccolta dei rifiuti effettuato nell’a-
rea in oggetto determina i maggiori o minori oneri dell’impianto di pretrattamento,
mentre non incide in maniera significativa sul costo del Reattore Arnèsis e dei servi-
zi connessi.
I costi di esercizio
Si concentrano intorno a due voci principali:
personale: 10 ÷ 15 operai specializzati oltre al personale di segreteria e dirigenza;
acquisto dell’ossigeno: sono circa 50.000 Nm3/giorno per un impianto della poten-
zialità detta.
I costi di manutenzione
I costi di manutenzione dell’impianto, riferiti alle parti di ricambio necessarie alla ma-
nutenzione ordinaria di un normale impianto chimico, sono stimabili attorno al 5 ÷ 10 % an-
nuo del capitale investito iniziale (i costi di manutenzione di un impianto chimico sono dif-
ferenti da quelli degli impianti d’altro genere, e, in taluni casi, possono giungere al 20% del
capitale investito).
Naturalmente si ha un incidenza massima di questa voce all’inizio ed alla fine della vita
dell’impianto, mentre essa è minima al termine del suo periodo di “rodaggio” (circa un
anno).
Bilancio di materia
Quantità media
Rifiuti Urbani pretrattati 200 t/giorno
Ossigeno 50.000 Nm3/giorno
Anidride carbonica 15.000 Nm3/giorno
Vapore 16 t/giorno
Quantità media
Anidride carbonica 45.000 Nm3/giorno
Altri gas 175.000 Nm3/giorno
Soluzione acetica 24 t/giorno
Cere 18 t/giorno
Ceneri 10 t/giorno