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Logica e filosofia della scienza Lezione VII


Attenzione! Questo materiale didattico per uso personale dello studente ed coperto da copyright. Ne severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto dautore
(L. 22.04.1941/n. 633)

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Indice
1 Vita e opere ------------------------------------------------------------------------------------------------ 3
2 La renovatio della scienza ---------------------------------------------------------------------------- 5
3 Dalla teoria dei segni alla scienza sperimentale ---------------------------------------------------- 8
4 La matematica e lottica ------------------------------------------------------------------------------- 11

Logica e filosofia della scienza Lezione VII


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1 Vita e opere


Teologo, filosofo, scienziato, Bacone Doctor mirabilis esprime a pieno linquietudine
spirituale e intellettuale del secolo XIII.
Nella dottrina di Bacone si fondono due ideali: quello di una scienza universale, intesa come
indagine sui segreti del mondo e conseguita con un metodo logico-sperimentale; quello del rigoroso
studio filologico della Scrittura come fonte per laccesso alla Rivelazione. Entrambi gli impegni
sono intesi come catarsi apocalittica per sconfiggere lAnticristo e instaurare il dominio del Verbo
di Cristo.

Ruggero nacque a Ilchester (Somersetshire) nel 1214 (o 1210) e studi le arti prima a
Oxford dove pare abbia seguito le lezioni di Roberto Grossatesta, ma la notizia non certa -, poi a
Parigi; intorno al 1240 diviene maestro alla facolt delle Arti (non si sicuri se allUniversit di
Parigi o ad Oxford), e inizia lo studio della logica nova. Nel 1256 entra nellOrdine dei Minori, le
cui autorit lo avversarono per i suoi interessi nelle ricerche alchemiche e astrologiche e per la
simpatia che egli manifestava nei confronti delle idee espresse da Gioacchino da Fiore sulla
imminente fine del mondo.
Questa situazione cambi con il pontificato di Clemente IV, il quale lo invit a proseguire i
suoi studi e incoraggi il suo progetto di preparare una Summa scientiarum. In questo periodo
Bacone redasse quattro saggi: lOpus maius, lOpus minus, lOpus tertium e il De radiis (perduto).
LOpus maius il discorso preliminare deposto dinnanzi a Clemente IV nel 1267. Le altre
due opere con lo stesso titolo ne sono riduzioni rielaborate. Tutte tre costituiscono il Tractatus
preambulus di una progettata opera enciclopedica lo Scriptum principale che Bacone non
stender mai.

LOpus maius diviso in sei parti:

1) La prima destinata a individuare le cause dellerrore nel pensiero;
2) La seconda parte concerne la conoscenza delle lingue, indispensabile per
leggere direttamente le opere di autori greci, arabi ed ebraici;
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3) La terza parte tratta della matematica;
4) La quarta parte dellOpus dedicata alla nuova scienza della perspectiva, che
studia la luce, la natura e il moto dei raggi e la percezione visiva;
5) La quinta parte costituisce il nucleo dellopera, e contiene alcune tra le pi
interessanti riflessioni di Bacone sulla scienza sperimentale;
6) Lopera si chiude con una trattazione della filosofia morale, considerata come
coronamento e fine di tutto il sapere.

LOpus minus fu inviata a Clemente IV nel 1268, insieme con il De multiplicatione
specierum, scritto prima. In tutta fretta Bacone raccoglie anche lOpus tertium, che ci giunta in
stato lacunoso.
Bacone non intende lenciclopedia come il complesso di una serie di scienze concluse, di cui
fornire lanalisi. Lanalisi sempre qualcosa che segue a una visione globale e organica del sapere.
Questo metodo globale accetta lanalisi, ma questa non viene intesa in senso assoluto e non deve
togliere alloggetto ogni con testualit e interdipendenza con gli altri oggetti. Tutte le scienze sono
fra loro inestricabilmente connesse e reciprocamente si scambiano aiuto come membra di una
totalit organica.
Con la morte di Clemente IV lesecuzione del progetto rallenta. Sar poi ripreso sotto il
pontificato di Gregorio X.
I rapporti di Bacone con lOrdine peggiorarono allindomani della condanna del 1277.
Bacone mor nel 1292.

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2 La renovatio della scienza

Il progetto baconiano di rigenerazione della scienza impone labbandono di quei pregiudizi
filosofici originati da cattive letture dei testi arabi e dei filosofi antichi, in particolare di Aristotele.
Il rapporto di Bacone con le auctoritates filosofiche, e con Aristotele in particolare,
complesso; lOpus maius piena di citazioni tratte da altri filosofi, e lo stesso Stagirita definito
come il pi grande tra i filosofi (summum philosophorum). Poich in un passo del suo Compendio
dello studio della filosofia Bacone afferma, con il suo usuale tono esasperato, di voler bruciare tutte
le traduzioni latine di Aristotele, se ne ricavato che egli si opponesse allo studio delle opere del
filosofo greco; ma va anche detto che nello stesso scritto il pensiero aristotelico presentato come il
fondamento di ogni sapere. Bacone credeva che Aristotele avesse scritto pi di mille opere, e che
alcune di esse non erano state ancora tradotte in latino, mentre altre lo erano state, ma in maniera
scorretta.
Laspetto pi interessante del pensiero di Bacone concerne lambito epistemologico. Bacone
propone un metodo che si fondi sia sulla logica che sulla esperienza empirica; come egli stesso
dichiara, ci sono due modi di conoscere, per dimostrazione logica (argumentum) e attraverso
lesperienza. lesperienza a garantire per mezzo della verifica le verit dellargomentazione.
La visione baconiana del sapere positiva, nel senso che attraverso la conoscenza che si
acquisisce il potere di prevenire e influenzare i fenomeni naturali a proprio vantaggio, intervenendo
con mezzi tecnici sempre pi efficaci. Ma sullo sfondo di tutta la sua ricerca filosofico-scientifica
stanno ragioni di carattere rigorosamente teologico: lo scopo principale della scienza resta, infatti,
quello di combattere lAnticristo, che si fa largo tra lignoranza, sfruttando la superstizione e
leresia. Il bene dellumanit dipende quindi dalla conoscenza che questa riesce ad acquisire, e colui
che lavversa nuoce non solo a se stesso, ma allintero genere umano, contribuendo al perverso
piano della dannazione.
In apertura dellOpus maius Bacone precisa che i fini del sapere umano sono lordine della
Chiesa e la corretta gestione dello stato dei fedeli, la conversione degli infedeli e la repressione
del male; a tale scopo egli propone al capo della Cristianit di rigenerare lo spirito e i metodi
universitari.
Le considerazioni di Bacone sullo stato del sapere contemporaneo sono implacabili e
radicali, ispirate da un pessimismo di fondo. LOpus maius in gran parte dedicata a mostrare non
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una obiettiva descrizione dei fatti, ma una critica personale dello stato di decadenza in cui versano
non solo gli studi, ma lo stesso comportamento e atteggiamento degli studenti e dei maestri.
La cultura del tempo denuncia Bacone fatta di vanit e morte, misero affastellamento
di saperi apparenti senza nessi tra loro. Lincarnazione di questa miseria e vanit, limmagine
rovesciata del sapere effettivo, lopera enciclopedica di Alberto Magno, considerata come una
vana aggregazione di un vasto materiale privo di unit. Il compito dei veri filosofi deve essere
quello di richiamare gli studiosi allunit della Sapienza smarrita, con un appello al papa stesso.
NellOpus maius sono esposti i peccati capitali dei teologi del tempo; Bacone li
rimprovera, tra laltro, di ignorare le scienze che sarebbero utili alla teologia, come la filologia, la
retorica, la matematica, la scienza sperimentale (scientia experimentalis), dedicandosi essi
esclusivamente alla grammatica, alla logica e ad alcune nozioni di filosofia naturale e metafisica.
Inoltre, i teologi compiono veri e propri errori metodologici, confondendo le ipotesi che elaborano
con tesi certe. Dalla loro ignoranza delle lingue ne risulta depauperata anche la pratica esegetica sul
Testo Sacro.
I limiti della conoscenza dei latini riguardo al sapere greco, arabo ed ebraico, sono dovuti
sia al fatto che molte opere non sono ancora conosciute, sia alla inaffidabilit delle traduzioni, sia
ai modi autoritari e dogmatici dellinsegnamento.
I traduttori hanno semplicemente reso in latino le opere straniere, mancando di qualsiasi
competenza nei temi che trattavano; il risultato della loro inesperienza sono le pessime traduzioni
che circolano nelle Universit, e in particolare quelle realizzate da Alberto Magno, il quale
considerato immeritatamente unautorit. La causa principale dei limiti delle sue traduzioni risiede
nel fatto che Alberto era giunto a Parigi senza aver seguito un curriculum di studi filosofici e
naturali, quindi le sue opere si presentano dense di errori e imprecisioni, provocando gravi danni al
sapere scientifico.
Nella prima parte dellOpus maius Bacone illustra le cause degli errori culturali che egli
definisce offendicula sapientiae, oltraggi alla sapienza dei suoi contemporanei. Esse sono tre:

1. La prima costituita dallassunzione di modelli tratti da auctoritates
fragili. Infatti, non ogni auctoritas degna di adesione, sebbene sia
cattiva usanza di molti maestri far assurgere a tale livello autori che
non lo meriterebbero; laccettazione di autorit fragili, che porta alla
persistenza e alla ripetizione degli errori.
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2. La seconda causa di errore la forza della consuetudine, che consiste
nel sostituire unabitudine mentale alluso della ragione, impedendo
cos un atteggiamento criticamente costruttivo.

3. La terza causa di errore laccettazione indiscriminata delle opinioni
pi diffuse. Le opinioni, per loro stessa natura, sono soggette al
tempo, e non costituiscono in nulla una garanzia di verit. Molti
pretesi filosofi, invece, mostrano un atteggiamento presuntuoso e
ricavano la loro fama dalladesione acritica delle opinioni condivise
dalla maggior parte degli uomini.

A ben vedere, i tre errori sono degradazioni di quelle virt auctoritas, ratio, experientia
che sono invece a fondamento del sapere vero.
La radice di questi errori individuata nellorgoglio. Bacone ricorda che il dominio della
verit troppo vasto per luomo in generale, e tanto pi per un singolo uomo. Alcuni, tuttavia, pur
conoscendo soltanto un frammento della verit, lo considerano come la verit infinita, cadendo cos
nellerrore grossolano di ridurre linfinito al finito. Opposto a questo c latteggiamento delluomo
semplice, il quale riconosce la sua impossibilit, in quanto uomo, di accedere alla totalit della
verit, e procede nella sua ricerca con moderazione e umilt. evidente qui una connotazione
morale della condotta del filosofo, che riflette la virt dellumilt tanto cara allOrdine francescano
di cui Bacone faceva parte.

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3 Dalla teoria dei segni alla scienza sperimentale


Durante il primo soggiorno parigino, Bacone si interessa alla teoria dei segni e alle
discipline aristoteliche della logica e del linguaggio. Limportanza della teoria dei segni per la
comprensione scientifica e teologica verr ripresa nelle opere successive, delle quali rappresenta
una sorta di sapere propedeutico.
Nel De signis si d una definizione: il segno ci che, presentato ad una facolt sensoriale
o allintelletto, in grado di designare qualcosa alla comprensione dellintelletto. La caratteristica
del segno , dunque, quella di condurci alla conoscenza della realt significata.
Si distinguono segni naturali e segni intenzionali. I primi comunicano qualcosa per la loro
stessa natura; i secondi sono convenzionali. Anche in questo ultimo caso, per, vanno rispettate
delle regole, come quella che vieta che la stessa parola designi realt opposte.
I segni non hanno per alcuna utilit se non c luomo che li interpreta. lintelletto che
riconosce il valore significante del segno; esso interpreta i segni e li unisce in una proposizione,
emettendo cos un giudizio. attraverso queste operazioni che lintelletto organizza e d un
ordine alle diverse realt.
Ma lintelletto ha anche la capacit di creare e di inventare. Attraverso limmaginazione
luomo conserva le immagini provenienti dallesperienza sensoriale, alle quali la mente umana
spinta a conferire un ordine logico. Il compito delluomo ridurre tutti i fenomeni osservati a poche
leggi, senza ricorrere a cause soprannaturali che non spiegano niente.
Luomo di scienza deve avere un atteggiamento molto aperto nei confronti degli oggetti del
suo studio, deve essere disponibile a prendere in considerazione anche i fatti pi incredibili. Poi
deve riprodurre il fenomeno con le tecniche sperimentali, per comprenderlo e fornire una
spiegazione razionale. Questo metodo esposto nella Scientia experimentalis.
La scienza sperimentale la pi certa tra le scienze. Bacone la suddivide in tre parti,
ciascuna delle quali ha un compito dignitas nel processo della conoscenza scientifica.
Il primo compito della scientia sperimentalis consiste nel certificare per mezzo
dellesperienza le conclusioni a cui giungo le altre scienze. Bacone convinto che la dimostrazione
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in senso aristotelico quella, cio, che si raggiunge grazie al sillogismo pu s condurre alla verit
delle conclusioni, ma solo lesperienza in grado di rimuovere i dubbi.
Per esempio, si pu giungere alla verit che il fuoco brucia, ma soltanto accostando la
mano alla fiamma che tale verit logica acquisisce il carattere di indubitabilit. Non sorprende che
alcuni studiosi abbiano parlato, a questo proposito, di una teoria del verificazionismo nelle opere
di Bacone.
bene chiarire che lesperienza in questo primo senso non va confusa con il test di controllo
dei principi ipotizzati da una scienza, quanto piuttosto come la conferma su base empirica di una
verit gi provata sul piano logico.
La seconda prerogativa della scienza sperimentale sta nella sua capacit di estendere le
verit raggiunte dalle altre scienze, nella direzione di nuove applicazioni. Trattando di questo
argomento, Bacone si sofferma sulle meravigliose possibilit che il sapere scientifico pu fornire
alluomo, come lutilizzo di particolari accorgimenti medici per prolungare la vita.
Infine, la scienza sperimentale pu condurre ad un sapere che svela i segreti della natura e
pone luomo in grado di realizzare operazioni ritenute miracolose. questo il luogo in cui la
scienza confina con le pratiche occulte, con la magia, lalchimia, lastrologia. Sarebbe errato,
tuttavia, credere che Bacone scivoli in pratiche superstizione: pur accogliendo forme di sapere
che sfociano nel meraviglioso e nello straordinario, egli non le intende come risultanti
dellazione di entit poste al di l della natura i demoni della tradizione religiosa bens come
effetti dei poteri insiti nella natura stessa, che lo scienziato ha il compito di indagare. Viene
quindi attribuito un grande potere alla conoscenza scientifica, la quale non si esaurisce in una
conoscenza teorica della verit, ma fornisce quegli strumenti che mettono luomo in condizione
di operare delle trasformazioni sul mondo in cui vive.
A titolo di esempio, quando tratta dellastrologia Bacone distingue le superstizioni magiche
dalla vera scienza astrologica. Lastrologo colui che conosce la natura e le leggi degli influssi
stellari, che sono immensamente pi potenti di qualsiasi altro influsso terrestre. Proprio per tale
ragione lastrologia pu rilevarsi utilissima nella pratica medica, aiutando a capire il decorso delle
malattie e il momento pi indicato per la somministrazione di un medicinale.
Anche lalchimia intesa in veste scientifica e sperimentale. Bacone convinto che la
specie umana sia andata incontro a un progressivo indebolimento, che non gli consente di vivere
quanto il Creatore gli ha permesso. La brevit della vita dovuta a unanomala situazione nella
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complessione umana. C, tuttavia, la possibilit di ripristinare lequilibrio della complessione degli
elementi, con la conseguenza di ritardare linvecchiamento del corpo.
Da quanto detto si ricava che la scienza sperimentale concepita da Bacone non come
alternativa al metodo scientifico di Aristotele che procedeva per dimostrazioni logico-deduttive, ma
come suo completamento. La conoscenza della natura non pu fermarsi alla lettura e comprensione
dei testi filosofici e scientifici, sebbene questi abbiano un riconosciuto valore. Il ricorso
allesperienza indispensabile se si vuole giungere a conoscenze che non siano meramente
libresche e che vadano oltre il piano logico e teorico: il nuovo sapiente presentato da Bacone
come un signore degli esperimenti (dominus experimentorum), che sostituisce la pratica del
commento alle opere delle autorit filosofiche e scientifiche con una pi diretta ricerca delle leggi
che regolano i fenomeni naturali. Del resto, il sapere deduttivo, che tanto inorgoglisce i maestri
universitari, in molti casi non si rivelato sufficiente a gettare luce su molti eventi che si verificano
nel mondo fisico.
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4 La matematica e lottica


Dal punto di vista della teoria, il fondamento di tutto il sapere individuato da Bacone nella
matematica.
Per matematica non bisogna intendere la scienza dei numeri in se stessa, cio la disciplina
del calcolo numerico; il significato che le attribuisce Bacone pi esteso, e assume unaccezione di
carattere metodologico. La matematica coincide con la razionalit in senso forte, rappresenta cio
il modello della stessa ratio e dellargomentare dimostrativo di cui fanno uso tutte le scienze.
Si ha qui un superamento del posto privilegiato che ha il sillogismo aristotelico come
strumento delle scienze. Contrariamente ad Aristotele, Bacone non solo non pone una netta
distinzione tra logica e matematica, ma fonda la prima sulla seconda: la logica non che un caso
specifico del procedimento dimostrativo proprio della matematica in generale.
Quello matematico rappresenta il metodo per eccellenza delle scienze, perch la struttura
stessa del mondo matematica. La matematica viene allora considerata come una sorta di sintassi
delle leggi che regolano il mondo, il che giustificato anche dal versante teologico, secondo la
topica affermazione contenuta del libro della Sapienza (11, 21) che afferma che Dio cre tutto
secondo peso, ordine e misura.
Il punto di intersezione tra matematica e mondo fisico, ben rappresentato dallottica.
nellottica che le forme geometriche pure si rivestono di fisicit.
La luce assunta a elemento paradigmatico della stessa struttura della realt. Ogni processo
di causalit viene spiegato analogicamente con il fenomeno della luce, per cui ogni causa
assimilabile ad un centro di irraggiamento, cos come ogni effetto assimilabile allazione di questo
irraggiamento. Inoltre, cos come nei fenomeni luminosi non si possono distinguere se non per
mezzo di unoperazione di astrazione la fonte, lazione del raggio e il mezzo attraverso cui passa il
raggio, analogamente sono solo astrattamente distinti i momenti di causa, effetto e mezzo.
Basandosi su queste premesse che riprendono molto da vicino la metafisica della luce
elaborata da Grossatesta il mondo si configura come interrelazione di angoli, linee e figure, dal
momento che i percorsi dei raggi sono regolati dalle leggi della geometria.

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