0 valutazioniIl 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
20 visualizzazioni43 pagine
ANZA DOTTORE SALVATORE EX DIRIGENTE ASSESSORATO AMBIENTE REGIONE SICILIA COORDINATORE PIANO QUALITA’ DELL’ARIA SICILIA COPIATO DAL PIANO RISANAMENTO ARIA DEL VENETO ED DA 27 ALTRE FONTI
“Può ritenersi accertato che il PIANO (ARIA REGIONE SICILIA) conteneva se non errori comunque vistose copiature di un piano di altra Regione. Appare evidente che gli errori del Piano regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria non potevano essere semplici refusi, giacchè non potrebbe logicamente giustificarsi la creazione ad hoc di una Commissione composta da tre soggetti che ha lavorato per quattro mesi per la correzione di un elaborato di appena 385 pagine compresi gli allegati. Nello stesso decreto di correzione relativo al piano si legge di comunità montane argini fi fiumi e canali intero teritorio pianeggiante della regione, bacino archeologico padano. Può pertanto ritenersi accertato che il piano conteneva se non errori, comunque vistose copiature di u piano di altra regione….
Tribunale di Palermo sentenza di condanna a SALVATORE ANZA? Alla pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione n. 5455/ 18 ottobre 2012
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/04/anza-salvatore.html
Titolo originale
Discarica Cannova Mazzara' s. Andrea Tirrenoambiente Spa Antonioli Relazione Commissione Iscariche
ANZA DOTTORE SALVATORE EX DIRIGENTE ASSESSORATO AMBIENTE REGIONE SICILIA COORDINATORE PIANO QUALITA’ DELL’ARIA SICILIA COPIATO DAL PIANO RISANAMENTO ARIA DEL VENETO ED DA 27 ALTRE FONTI
“Può ritenersi accertato che il PIANO (ARIA REGIONE SICILIA) conteneva se non errori comunque vistose copiature di un piano di altra Regione. Appare evidente che gli errori del Piano regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria non potevano essere semplici refusi, giacchè non potrebbe logicamente giustificarsi la creazione ad hoc di una Commissione composta da tre soggetti che ha lavorato per quattro mesi per la correzione di un elaborato di appena 385 pagine compresi gli allegati. Nello stesso decreto di correzione relativo al piano si legge di comunità montane argini fi fiumi e canali intero teritorio pianeggiante della regione, bacino archeologico padano. Può pertanto ritenersi accertato che il piano conteneva se non errori, comunque vistose copiature di u piano di altra regione….
Tribunale di Palermo sentenza di condanna a SALVATORE ANZA? Alla pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione n. 5455/ 18 ottobre 2012
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/04/anza-salvatore.html
ANZA DOTTORE SALVATORE EX DIRIGENTE ASSESSORATO AMBIENTE REGIONE SICILIA COORDINATORE PIANO QUALITA’ DELL’ARIA SICILIA COPIATO DAL PIANO RISANAMENTO ARIA DEL VENETO ED DA 27 ALTRE FONTI
“Può ritenersi accertato che il PIANO (ARIA REGIONE SICILIA) conteneva se non errori comunque vistose copiature di un piano di altra Regione. Appare evidente che gli errori del Piano regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria non potevano essere semplici refusi, giacchè non potrebbe logicamente giustificarsi la creazione ad hoc di una Commissione composta da tre soggetti che ha lavorato per quattro mesi per la correzione di un elaborato di appena 385 pagine compresi gli allegati. Nello stesso decreto di correzione relativo al piano si legge di comunità montane argini fi fiumi e canali intero teritorio pianeggiante della regione, bacino archeologico padano. Può pertanto ritenersi accertato che il piano conteneva se non errori, comunque vistose copiature di u piano di altra regione….
Tribunale di Palermo sentenza di condanna a SALVATORE ANZA? Alla pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione n. 5455/ 18 ottobre 2012
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/04/anza-salvatore.html
Discariche - Autorizzazioni - Legittimazione ad agire - Not in my backyard
- Inammissibilit
Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana - sentenza 19 marzo 2014, n. 144 inammissibile un ricorso in materia ambientale nel caso in cui i ricorrenti si siano limitati ad affermare, genericamente, la loro residenza nel Comune, sito nelle vicinanze di un impianto avente impatto ambientale. Va infatti disatteso lorientamento giurisprudenziale (cfr. Cons. Stato, Sez. VI, sent. n. 2234 del 2012), secondo il quale il mero collegamento di un fondo da solo sufficiente a legittimare il proprietario frontista a provocare, uti singulus, il sindacato di legittimit su qualsiasi provvedimento amministrativo preordinato alla tutela di interessi generali. Tale impostazione risulta in contrasto con il carattere di giurisdizione soggettiva che il sistema attribuisce al giudizio amministrativo, nel quale la legittimazione ad impugnare un provvedimento autoritativo deve essere (salvo eccezioni normative) correlata ad una situazione giuridica sostanziale, che sia lesa dal provvedimento stesso, ossia ad un interesse diretto, attuale e personale del ricorrente allannullamento dellatto. Va invece accolto lopposto indirizzo restrittivo, secondo cui la mera vicinanza di unabitazione ad una discarica non legittima il proprietario frontista ad insorgere avverso il provvedimento di approvazione dellopera, essendo necessaria la specifica prova del danno che questi riceva - nella propria sfera giuridica - o per il fatto che la localizzazione riduce il valore economico del fondo, o perch le prescrizioni dettate dallautorit sono inidonee a salvaguardare la salute di chi vive nelle vicinanze o, infine, per il significativo incremento del traffico veicolare, potenzialmente idoneo ad incidere in senso pregiudizievole sui terreni limitrofi (conf. Cons. Stato, Sez. V n. 2460 del 2012) (La Regione Sicilia, con decreto dirigenziale n. 391/2009 aveva rilasciato ad una Societ lautorizzazione per la realizzazione di un impianto di selezione e stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. Con successivo decreto n. 393/2009, aveva rilasciato lautorizzazione integrata ambientale per un progetto di ampliamento della connessa discarica. I residenti nei vicini Comuni di Furnari e Terme Vigliatore avevano impugnato dinnanzi al TAR Catania i provvedimenti citati, lamentando la lacunosit dellistruttoria svolta, sia in riferimento alla problematica inerente al controllo ed alla gestione degli odori, sia in ordine alle prescrizioni tecniche, imposte dal D. Lgs. n. 36/2003, per le discariche destinate al deposito di rifiuti 2 contenenti amianto. Il G.A. di prime cure aveva accolto il ricorso, annullando gli impugnati decreti autorizzatori. La Societ, titolare degli impianti, aveva impugnato la sentenza di primo grado, eccependo linammissibilit del ricorso originario, per difetto di legittimazione attiva in capo ai ricorrenti, i quali si erano limitati ad affermare genericamente di essere residenti nei Comuni vicini alla discarica e la circostanza notoria secondo cui la realizzazione di una discarica determina un deprezzamento economico dei fondi limitrofi. Il CGA ha dichiarato fondato il motivo di appello relativo alla mancanza di legittimazione dei ricorrenti ed annullato la sentenza di primo grado. Nel merito, ha sottolineato come largomento relativo al deprezzamento economico degli immobili limitrofi fosse labile, atteso che tale perdita di valore doveva gi ritenersi verificata da lunghissimo tempo, con loriginaria autorizzazione e lesercizio pluriennale della discarica e gli ampliamenti precedentemente assentiti). http://www.giuristiambientali.it/imprimible.asp?idn=1216
3 25 LUGLIO DAL SETTIMANALE CENTONOVE
4
5
6
7
8
9
10
11 Rischio terra dei fuochi anche in Sicilia Lun, 10/02/2014 - 08:34 In teoria possono esistere "terre dei fuochi" anche in Sicilia perch non c' mai stato controllo nel settore. Lo ha detto in una lunga intervista l'assessore regionale all'Energia e Servizi di Pubblica utilit, Nicol Marino. E ha aggiunto: In passato in alcune discariche si pu essere scaricato di tutto. Stiamo avviando controlli e mi auguro che il buon Dio ce la mandi buona. L'assessore ha anche parlato del piano di discariche pubbliche che, oltre a quella gi aperta di Bellolampo, sorgeranno a Enna, Mazzarr S. Andrea, Gela per contrastare il monopolio dei gestori privati. Da oltre 12 mesi alla guida di uno degli assessorati pi delicati del governo Crocetta, quello dell'Energia e dei Servizi di pubblica utilit come Rifiuti ed Acqua. Per questo l'assessore Nicol Marino quando parla pesa bene le parole, da buon magistrato. Lo abbiamo incontrato per fare il punto sull'intrigato mondo delle discariche. Marino ha spiegato i programmi imminenti e il piano articolato di discariche pubbliche per rompere il monopolio dei privati, che sar portato avanti attraverso gare d'appalto. E visto che alcuni funzionari sono stati, in passato, sordi, queste ultime andrebbero pubblicizzate adeguatamente per evitare ennesime anomalie. Assessore qual la situazione in Sicilia?
Il problema principale determinato dal conferimento del 90% dei rifiuti in discarica e da una concentrazione della gestione in mano a 4 soggetti privati che si concretizzata nel 2009. Questa concentrazione ha inciso anche sull'aumento dei costi per i cittadini?
Assolutamente s. Quando assunsi l'incarico capii che il primo problema per fronteggiare questo monopolio privato era quello di assumere un ruolo nelle procedure autorizzative. Cos con la prima legge proposta, la n. 3 del 2013, il dipartimento Acqua e Rifiuti diventato competente per il rilascio della autorizzazione integrata ambientale. Questo stato un passaggio importante e anche destabilizzante del sistema perch a seguito di una serie di accertamenti emerso che la grande criticit nel procedimento di rilascio delle autorizzazioni avvenuta presso il Dipartimento Territorio e ambiente, e uso il termine criticit che poi si potr tradurre in violazione di legge o illiceit. Abbiamo, quindi, individuato una grande responsabilit della struttura regionale competente nel rilascio delle autorizzazioni che hanno cos determinato il monopolio dei privati. 12 Quindi l'attuale situazione anche frutto di anomalie nel sistema pubblico?
Prima di arrivare ai privati meglio fare un passo indietro perch potrebbe sembrare che tutto quello che privato il male. Invece bisogna partire dal male della gestione pubblica perch, nell'ambito delle discariche pubbliche si sono verificate ipotesi di danni ambientali e mi riferisco al sito di Bellolampo che la prima discarica pubblica che gestiremo. Nei privati, invece, questo problema minore e in alcuni casi inesistente. Lei ha parlato della possibilit di aprire discariche pubbliche nelle province siciliane. Esiste un piano definito?
Abbiamo fatto un progetto per cominciare a togliere il monopolio dei privati ed evitare quella sorta di ricatto nei confronti dei Comuni che si concretizza con la chiusura della discarica per chi non paga. Ad esempio di recente Monreale andato a sversare a Catania e Camporeale, che conferiva a Trapani, potrebbe finire col dovere arrivare sino a Catania. Da qui la necessit di creare un equilibrio tra gestione privata e pubblica...
S attraverso la gestione emergenziale e non perch volevamo derogare, ma perch i fondi per intervenire, non essendo stata approvata la valutazione strategica, non potevano provenire dalla Cee, ma soltanto dalla gestione emergenziale. In questi otto mesi di emergenza rifiuti cosa siete riusciti a fare?
Abbiamo fatto il primo e secondo lotto della sesta vasca di Bellolampo impedendo la chiusura del sito. Abbiamo aggiudicato la gara per la biostabilizzazione e abbiamo fatto partire la gara per il secondo step della differenziata. Inoltre, visto che in maniera irrazionale su uno step di 8 milioni di mc di fabbisogno rifiuti, dal 2009 alla gestione attuale sono state rilasciate autorizzazioni per 3 milioni alla discarica di Siculiana, e per 2,5 mln alla Oikos, abbiamo chiesto alla pubblica amministrazione qual stata la scelta di concentrare in un territorio piuttosto che in un altro i tot mc di rifiuti. Vedendo che anche questa scelta non era motivata abbiamo cercato di capire dove era pi urgente fare altri impianti pubblici oltre a Bellolampo. Abbiamo rivolto l'attenzione nel Messinese che ha una criticit nella discarica di Mazzarr, pubblicando la gara il 30 dicembre. Altro impianto pubblico previsto ad Enna che va a conferire a Catania e un altro a Gela vicina all'Agrigentino dove c' la criticit della discarica di Siculiana. 13 Dovevamo fare anche un sito a Trapani, ma un vizio amministrativo non ci ha permeasso di chiudere in tempo la procedura. Catania fuori dal piano pubblico?
Fare un'altra discarica a Catania, dove ci sono gi tre siti, non urgente. Prima risolviamo le criticit, poi vedremo. L'emergenza rifiuti sar prorogata?
Un mese prima della fine dell'emergenza abbiamo chiesto al ministero dell'Ambiente la proroga dimostrando che avevamo in operato in maniera proficua. Eravamo tranquilli, per per una serie di incomprensioni l'emergenza non stata concessa. Sono stato critico col governo centrale, perch hanno prorogato di tutto tranne noi. Come si spiega questa disparit?
Siccome voglio essere concreto e non voglio fare illazioni, perch non sarebbe corretto, partiamo dal presupposto che hanno sbagliato. La mancata proroga cosa comporta?
Il blocco del piano pubblico. Abbiamo riformulato la norma e devo dire che il governo Letta si attivato. La norma stata approvata dal Senato e adesso alla Camera per una proroga di sei mesi. Il via libera ci permetter di concludere Trapani e realizzare 5 impianti di compostaggio chiudendo il monopolio dei privati. Il passaggio successivo sar di sottoporre a Vas (valutazione ambientale strategica) il Piano dei rifiuti. Come agir?
La prossima settimana costituiremo un Osservatorio presso il Gabinetto dell'assessorato, da me diretto, al quale prenderanno parte, a titolo gratuito, l'associazione Rifiuti zero e componenti dell'Universit di Catania e Palermo che avranno il compito di accelerare la Vas, prendendo l'impegno che non faremo impianti non graditi. E' importante approvare la Vas perch inseriremo i progetti nei finanziamenti Ue. Qual la situazione delle discariche a Catania? E perch l'assessorato ha sospeso il rinnovo delle autorizzazioni alla Oikos?
Quando scoppiata la vicenda Catanzaro (gestore della discarica di 14 Siculiana) mi sono reso conto che cerano grossi problemi nelle procedure autorizzative. Era importante costituire una commissione che doveva esaminare le vicende autorizzative che hanno riguardato la Catanzaro costruzioni, l'Oikos, la Sicula trasporti e la Tirreno ambiente. Un altro compito era quello di valutare se erano congrui i prezzi di conferimento in discarica che poi si riversano sulla tariffa. Noi, quindi, per la prima volta stiamo mettendo le mani su quelli che sono stati i criteri di formulazione della gestione. La sospensione delle autorizzazioni riguarda, invece, vizi nelle procedure autorizzative. Posso dire che c' un disastro compiuto da dirigenti e funzionari della nostra amministrazione. Vizi gravissimi che riguardano tre dei 4 impianti: Oikos, Catanzaro e Tirreno, tanto che il direttore generale, su mia indicazione, ha sospeso le procedure di rinnovo. Questo in termini reali cosa significa?
Sembra che non ci sono le condizioni per un rinnovo delle autorizzazioni. Per questo possiamo andare in crisi. La situazione talmente grave che ho trasmesso una serie di atti alla Procura di Palermo perch se io dovessi andare in una crisi tale da determinare la chiusura delle discariche, l'autorit giudiziaria deve averne cognizione. Ho inviato gli atti anche all'Antimafia regionale. I privati come stanno agendo?
Fra i settori privati c' una sorta di litigiosit posta in essere soltanto da un soggetto, che Catanzaro costruzioni, mentre Oikos e Tirreno si stanno sottoponendo alle valutazioni. Se qualcuno dei privati sta pensando di porre in essere una attivit di intimidazione che nulla ha a che vedere con la verifica amministrativa sappia che questo atteggiamento non attacca: non consentiremo a nessuno di mancare di rispetto all'autorit amministrativa. Esiste la possibilit che si riparli di termovalorizzatori?
La vicenda ha inizio nel 2002. Nel 2005 interviene la Corte di giustizia che chiede una gara europea e cosa fa la Regione? Dice che chi si aggiudicher la gara dovr risarcire le associazioni temporanee d'impresa, che avevano ottenuto l'appalto. Quindi sostanziamente fra il 2002 e il 2009, nonostante gli atti fossero nulli, si determina un possibile risarcimento ai danni della Regione. Stiamo parlando tra i 600 e gli 800 milioni. Una vicenda infinita...
Quando mi insedio vedo gli atti compiuti dall'ex assessore Pier Carmelo Russo e confermo la sua difesa che ha effetti straordinari 15 perch nel 2013, con tre sentenze, il Tar di Palermo d ragione alla Regione che aveva revocato gli atti e, addirittura, con conseguenze molto gravi perch il giudice parla di un "tavolino", un nuovo accordo tra imprenditoria, amministrazione e politica in danno della Regione tanto che ho ritrasmesso gli atti alla Procura di Palermo. Si parlato del pagamento di tangenti.
Se non sono coperti da segreto investigativo, chieder gli atti al procuratore di Bolzano. Possono essere utili perch ho in animo, e credo lo abbia anche il presidente Crocetta, di avanzare azione riconvenzionale in danno delle Ati. Tra l'altro c' da ricordare che sulla vicenda c' una tranche investigativa trasmessa alla Procura di Catania sulla lievitazione del valore dei terreni di Patern dove doveva sorgere uno dei 4 impianti. Il caso dei termovalorizzatori riproduce la questione del cosiddetto tavolino, cio il tavolo al quale si sono seduti imprenditori, parte dell'amministrazione, parte della politica e certamente della mafia. E si badi che la grandezza dei termovalorizzatori che si volevamo realizzare era talmente ampia che la Sicilia sarebbe diventata la discarica d'Italia. Secondo lei esiste in Sicilia una terra dei fuochi?
In teoria possono esistere pi terre dei fuochi in Sicilia perch finora non c' mai stato controllo nel settore. Addirittura alcune discariche pubbliche sono state in mano a soggetti malavitosi e si pu essere scaricato di tutto. Stiamo avviando controlli. Mi auguro che il buon Dio ci assista. La Sicilia pu quindi uscire dall'emergenza?
Abbiamo creato le condizioni per smetterla col monopolio dei privati. Presto andremo verso quello che sar l'obiettivo che da qui a un anno e mezzo ci porter al riciclo, quando il rifiuto diverr ricchezza. Chiuderemo la partita se ci sar convergenza di intenti, se non avremo ostacoli folli di una parte della politica e se risolveremo i problemi interni nelle strutture di raccordo tra il mio assessorato e la struttura del presidente Crocetta. Giuseppe Bonaccorsi La Sicilia 09/02/2014 http://www.misterbianco.com/%C2%ABrischio-terra-dei-fuochi-anche-sicilia%C2%BB
16 Discarica Mazzarr, vinto il ricorso al Cga: il sito si amplier Potr essere ampliata la discarica di Mazzarr SanAndrea. Infatti la Tirrenoambiente, societ che gestisce il sito, ha vinto il ricorso al Cga contro quanto aveva stabilito inizialmente il Tar di Catania, negando le autorizzazioni per lampliamento e la realizzazioni di nuovi impianti. La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale di Catania era stata emessa nel 2012, in seguito al ricorso presentato da un gruppo di cittadini, che avevano cos ottenuto la sospensione delle autorizzazioni per lampliamento della discarica e per la realizzazione di un impianto per la selezione dei rifiuti solidi urbani e la stabilizzazione della frazione organica; autorizzazioni che erano state concesse dalla Regione nel 2009. La Tirrenoambiente si per rivolta al Consiglio di Giustizia Amministrativa, riuscendo ad ottenere la revoca della sospensione delle autorizzazioni stabilite dal Tar.
N. 00144/2014REG.PROV.COLL. N. 00155/2013 REG.RIC. N. 00187/2013 REG.RIC.
R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il CONSIGLIO DI GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA PER LA REGIONE SICILIANA in sede giurisdizionale ha pronunciato la presente SENTENZA 17 sul ricorso numero di registro generale 155 del 2013, proposto da: Ass.To Reg.Le Territorio ed Ambiente Agenzia Reg.Le Per i Rifiuti e Le Acque Ora Ass. Reg. Energia, Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, Ass.To Regionale Beni Culturali e dell'Identit' Siciliana, rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura distrettuale dello Stato, domiciliata in Palermo, via De Gasperi 81; contro Bonanno Antonino, Manuli Maria, Casimo Ester, Sturniolo Antonina, Bonanno Antonia, Cicero Francesco, Bonanno Silvestro, Munafo' Venera, Bonanno Luigi, Tuccitto Maria Concetta, Iannelli Giuseppe, non costituiti in giudizio; nei confronti di Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, Comune di Mazzara' S. Andrea, non costituiti; Tirreno Ambiente S.p.A., rappresentata e difesa dagli avv. Antonino Dalmazio, Aldo Tigano, Lina Merendino, con domicilio eletto presso Alessandra Allotta in Palermo, via Trentacoste N. 89;
sul ricorso numero di registro generale 187 del 2013, proposto da: Tirreno Ambiente Spa, rappresentata e difesa dagli avv. Antonino Dalmazio, Aldo Tigano, Lina Merendino, con domicilio eletto presso Alessandra Allotta in Palermo, via Trentacoste N. 89; contro Bonanno Antonino, Manuli Maria, Casimo Ester, Sturniolo Antonina, Bonanno Antonia, Cicero Francesco, Silvestro Bonanno, Munafo' Venera, Bonanno Luigi, Tuccitto Maria Concetta, Iannelli Giuseppe, non costituiti in giudizio; nei confronti di 18 Ass.To Reg.Le Territorio ed Ambiente Ass.Reg. Bb Cc Aa, Agenzia Regionale Rifiuti e Acque, Dirigente Responsab.Servizio 2 -Dip.Terr. e Amb., Agenzia Reg.Le Protezione Ambiente, Commissione Prov. Tutela Amb.-Ass.Terr. e Amb, rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura distrettuale dello Stato, domiciliata in Palermo, via De Gasperi 81;., Comune di Mazzarra, non costituito; A.S.P. di Messina, rappresentata e difesa dall'avv. Antonino La Malfa, con domicilio eletto presso Marcello Marcatajo in Palermo, via Enrico Albanese 27; per la riforma della sentenza del Tar Sicilia Catania sezione II n. 02882/2012, resa tra le parti, concernente autorizzazione integrata ambientale realizzaz.impianto selezione r.s.u.;
Visti i ricorsi in appello e i relativi allegati; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 13 novembre 2013 il Cons. Antonino Anastasi e uditi per le parti l'avv. dello Stato La Rocca, l'avv. A. Dalmazio, l'avv. A. Tigano e lavv. M. Caldarera su delega dell'avv. A. La Malfa; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO Come analiticamente esposto nella sentenza impugnata la Tirreno Ambiente s.p.a. gestisce una discarica per il conferimento di rifiuti solidi urbani ubicata nel Comune di Mazzar S. Andrea. La Regione Siciliana, con decreto n. 391/2009 del Dirigente Responsabile del Servizio 2 V.I.A/V.A.S. del Dipartimento Territorio ed Ambiente, ha rilasciato alla 19 societ lautorizzazione per la realizzazione di un impianto per la previa selezione dei rifiuti solidi urbani e per la stabilizzazione della frazione organica. Con successivo decreto del medesimo Dirigente n. 393/2009 si inoltre espresso favorevole giudizio di compatibilit ambientale ed stata rilasciata lautorizzazione integrata ambientale per il progetto di ampliamento della discarica. Gli odierni appellati, n.q. di cittadini residenti nei vicini comuni di Furnari e Terme Vigliatore, hanno impugnato avanti al TAR Catania i decreti ora citati, chiedendone lannullamento. Si costituita in resistenza lAmministrazione regionale. Si altres costituita la Tirreno Ambiente la quale ha chiesto il rigetto dellavverso gravame, eccependone peraltro linammissibilit sotto diversi profili. Anche lAzienda Sanitaria Provinciale di Messina ed il comune di Mazzar S. Andrea, costituitisi in giudizio, hanno chiesto il rigetto del ricorso. Con la sentenza in epigrafe indicata ladito Tribunale etneo ha disatteso le eccezioni mediante le quali la Tirreno Ambiente aveva dedotto il difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti, aderendo allindirizzo giurisprudenziale maggioritario secondo il quale In materia ambientale ai fini della sussistenza della legittimazione ad agire sufficiente la vicinitas al sito prescelto per la realizzazione dellimpianto o dalladozione di ulteriori provvedimenti autorizzatori. Nel merito il Tribunale ha accolto il gravame rivolto allimpugnazione dei citati decreti autorizzatori, che sono stati conseguentemente annullati. A sostegno del decisum il Tribunale ha in primo luogo osservato che la istruttoria condotta risultava gravemente lacunosa e non rispettosa delle prescrizioni tecniche imposte dal D. L.vo n. 36 del 2003 in relazione a discariche destinate al deposito di rifiuti contenenti amianto. 20 In secondo luogo il Tribunale ha rilevato che lautorizzazione allampliamento non tiene conto del problema del controllo e della gestione degli odori e dellimpatto di questi sul vicino centro abitato di Furnari. La sentenza stata impugnata col ricorso RG 155/2013 dallAmministrazione regionale la quale ne ha chiesto lintegrale riforma previa sospensione dellesecutivit. La sentenza stata separatamente impugnata col ricorso RG 187/2013 dalla Tirreno Ambiente la quale ne ha chiesto lintegrale riforma, previa sospensione dellesecutivit, tornando ad eccepire linammissibilit del ricorso introduttivo. Gli appellati non hanno svolto attivit difensiva. Si costituita la ASP di Messina la quale insiste per il suo difetto di legittimazione passiva. Con ord.ze nn. 168 e 169 del 2013 questo Consiglio ha accolto le istanze cautelari. AllUdienza del 13 novembre 2013 i ricorsi sono stati trattenuti in decisione. DIRITTO Gli appelli vanno riuniti ai sensi dellart. 96 comma 1 cod. proc. amm. in quanto rivolti allimpugnazione della medesima sentenza. Essi sono fondati. Con il primo motivo di impugnazione Tirreno Ambiente torna ad eccepire linammissibilit del ricorso originario per difetto di legittimazione attiva in capo ai ricorrenti, i quali si sono limitati ad affermare genericamente la loro residenza nel comune di Furnari e in quello di Terme di Vigliatore. Analogo rilievo prospetta lappellante Avvocatura. Leccezione ad avviso del Collegio merita positiva considerazione. Come noto, e come ben rappresentato dalla sentenza impugnata, per quanto riguarda lindividuazione dei soggetti legittimati ad insorgere avverso provvedimenti aventi rilievo in materia ambientale e in particolare aventi incidenza 21 allinterno del ciclo di trattamento dei rifiuti si fronteggiano due opposti orientamenti giurisprudenziali. Secondo un primo orientamento, la mera vicinanza di un'abitazione ad una discarica non legittima il proprietario frontista ad insorgere avverso il provvedimento di approvazione dell'opera, essendo al riguardo necessaria la prova del danno che da questa egli riceva nella sua sfera giuridica, o per il fatto che la localizzazione dell'impianto riduce il valore economico del fondo situato nelle sue vicinanze, o perch le prescrizioni dettate dall'autorit competente in ordine alle modalit di gestione dell'impianto sono inidonee a salvaguardare la salute di chi vive nelle sue vicinanze, o, infine, per il significativo incremento del traffico veicolare, potenzialmente idoneo ad incidere in senso pregiudizievole sui terreni limitrofi. ( cfr. ex multis V Sez. n. 2460 del 2012). In sostanza, secondo tale indirizzo, il mero collegamento di un fondo con il territorio sul quale localizzata una discarica non da solo sufficiente a legittimare il suo proprietario a provocare uti singulus il sindacato di legittimit su qualsiasi provvedimento amministrativo preordinato alla tutela di interessi generali che nel territorio trovano la loro esplicazione. Secondo altro ed opposto indirizzo, ai fini della legittimazione attiva dei soggetti residenti in aree vicine ai luoghi nei quali si intende realizzare un impianto di trattamento rifiuti non necessaria la specifica prova del danno che potrebbero subire i ricorrenti o della pericolosit diretta degli impianti stessi, non potendo negarsi che la realizzazione dell'impianto possa risultare astrattamente produttiva di danni alla sfera giuridica dei ricorrenti, sia sotto forma di danni alla salute e/o all'ambiente, sia come danni patrimoniali connessi alla diminuzione di valore degli immobili di loro propriet circostanti il sito prescelto per la realizzazione dell'opera. ( cfr. tra le recenti VI sez. n. 2234 del 2012). 22 Ci premesso, il Collegio ritiene necessario dare continuit allindirizzo restrittivo per un duplice ordine di considerazioni. In primo luogo, come facilmente riscontrabile da dati ufficiali, il comune di Terme Vigliatore distante dalla discarica e non , nemmeno secondo le prospettazioni di parte ricorrente, interessato dalle esalazioni che da essa provengono. In secondo luogo, concentrando lattenzione sul comune di Furnari, deve aversi riguardo alla decisiva circostanza che nel caso allesame si tratta di una discarica in funzione da tempo e della quale sono stati gi autorizzati successivi ampliamenti proprio ai sensi della stessa normativa che supporta i provvedimenti impugnati nel presente giudizio. Di talch la allegazione da parte di alcuni ricorrenti della mera residenza nel comune di Furnari non appare idonea radicare la loro legittimazione. Secondo la sentenza impugnata che sul punto non risulta gravata in via incidentale la legittimazione dei ricorrenti discende dal fatto che notoriamente la realizzazione di una discarica determina un deprezzamento del valore economico dei fondi limitrofi allimpianto. In proposito deve per dirsi che lunico fattore legittimante ritenuto decisivo in prime cure si rivela in realt labile atteso che, come icasticamente rileva lAvvocatura, tale perdita di valore a carico dei fondi deve ritenersi gi determinata da lunghissimo tempo, con lautorizzazione e lesercizio pluriennale della discarica e degli ampliamenti precedentemente assentiti. A ci deve poi aggiungersi che come evidenziato sia dalla Regione che da Tirreno Ambiente lautorizzazione per limpianto di selezione e stabilizzazione della frazione secca dei r.s.u. ( decreto 391) configura un intervento necessitato per legge e comunque del tutto autonomo rispetto allampliamento della discarica ( decreto 393). 23 Trattandosi di impianto asseritamente finalizzato a mitigare limpatto anche della gestione della discarica preesistente, i ricorrenti nel momento in cui ne hanno proposto limpugnazione - avrebbero dovuto almeno allegare qualche specifico effetto pregiudizievole da esso credibilmente e non genericamente derivante. In siffatto contesto, a giudizio di questo Collegio il vero che i ricorrenti nella misura in cui deducono pregiudizi in realt ricollegabili agli effetti del funzionamento in s della discarica, esistente ed operativa da anni in base ad autorizzazioni inoppugnate - hanno agito in giudizio non tanto sulla base di un pregiudizio personale e diretto loro derivante dalle due nuove autorizzazioni quanto piuttosto per far valere i diritti generali di una collettivit locale che risente negativamente della vicinanza allimpianto e si ritiene lesa nei suoi incomprimibili diritti sanitari e ambientali dalla esistenza stessa di una discarica prossima agli insediamenti abitativi. Pertanto quella che i ricorrenti hanno spiegato, nel significativo difetto di iniziative tempestive da parte dei comuni di Furnari e Terme Vigliatore, si configura come una vera e propria azione popolare, ossia un'azione volta ad ottenere un mero controllo oggettivo della legittimit dell'atto amministrativo da parte del giudice. Tale impostazione risulta per in contrasto col carattere di giurisdizione soggettiva che il sistema attribuisce al giudizio amministrativo, nel quale la legittimazione ad impugnare un provvedimento autoritativo deve essere ( salvo specifiche eccezioni normative) correlata ad una situazione giuridica sostanziale che sia lesa dal provvedimento stesso e cio ad un interesse diretto, attuale e personale del ricorrente all'annullamento dell'atto. Il ricorso di primo grado era dunque inammissibile. Per esigenze di esaustivit si osserva che in ogni caso anche i rilievi di merito versati dagli appellanti sulle questioni nodali della presente controversia meritano ad avviso del Collegio di essere condivisi. 24 Per quanto riguarda la questione dellamianto, la sentenza impugnata ha ritenuto ( ed questa la vera ratio decidendi che ne supporta tutti gli svolgimenti argomentativi) che il decreto abbia autorizzato lo smaltimento in discarica di rifiuti contenenti amianto, rilevando che gli artt. 12 e 20 del decreto stesso recano appunto prescrizioni in materia di trattamento di tali rifiuti pericolosissimi. Di qui la riscontrata e diffusa violazione, specie per quanto concerne la congruenza dellistruttoria, delle cogenti norme sostanziali e procedimentali contenute nellallegato I al D. L.vo n. 36 del 2003, dettate appunto per le discariche che accettano lamianto. Oppone sul punto Tirreno Ambiente di non aver mai domandato l autorizzazione a smaltire amianto nel richiesto ampliamento, come dimostra il fatto che il progetto da essa presentato ( acquisito agli atti di causa nel corso del giudizio di primo grado) non prevede nessuna delle specifiche infrastrutture ( celle monodedicate, trincee etc.) indispensabili per il trattamento di tale materiale pericoloso. Inoltre, osserva limpresa, il preambolo del provvedimento impugnato si riferisce inequivocamente ad una istanza da essa presentata per lampliamento di una discarica per il trattamento di rifiuti non pericolosi. La questione per non merita di essere in realt approfondita mediante consulenza tecnica, risultando in definitiva non decisiva: infatti ci che unicamente rileva ai fini del processo non la richiesta del gestore ma la delimitazione delleffettiva portata costitutiva del provvedimento autorizzatorio impugnato. E evidente infatti che la congruit dellistruttoria non pu che rapportarsi alloggetto dellautorizzazione rilasciata, essendo peraltro intuibile la ragione in base alla quale come analiticamente ed esaurientemente dimostrato dal TAR il trattamento di un materiale altamente offensivo quale lamianto necessita secondo 25 il principio di precauzione di approfondimenti istruttori qualitativamente differenti rispetto ad es. al trattamento di rifiuti solidi urbani non pericolosi. Ci premesso, vero che il provvedimento reca agli artt. 12 e 20 precise prescrizioni riguardanti il trattamento dei RCA - rifiuti contenenti amianto ed altres vero che tali prescrizioni risultano probabilmente riprese ( per quanto pu dedursi dagli atti disponibili nel fascicolo di causa ) dal parere endoprocedimentale 152/2009 del Servizio 3 tutela dellinquinamento atmosferico ( cfr. art. 22). Ed precisamente sulla base di tali prescrizioni che la sentenza impugnata ha qualificato lautorizzazione come relativa anche al trattamento di amianto. E tuttavia in senso contrario milita in primo luogo la considerazione che lautorizzazione integrata nel suo insieme rilasciata ( art. 3) per la realizzazione di un impianto IPPC ampliamento discarica rifiuti non pericolosi e dunque per rifiuti diversi dallamianto. In secondo luogo e soprattutto lart. 5 del decreto 393/2009 in combinato disposto con lAllegato I al decreto stesso inequivocamente autorizza il gestore ad accettare nella discarica esclusivamente tipologie di rifiuti non pericolosi con esclusione di quelli contenenti amianto. Infatti una obiettiva disamina dei codici CER dei rifiuti autorizzati riportati nellAllegato porta ad escludere che lautorizzazione riguardi rifiuti contenenti amianto, non risultando autorizzato il codice 170601 ( isolanti contenenti amianto) ma solo i materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 170601 e 03). N soprattutto risulta autorizzato il codice 170605 ( materiali da costruzione contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi): di talch risultano vani gli sforzi argomentativi a suo tempo profusi dai ricorrenti per dimostrare che nella discarica, seppure dedicata ai rifiuti non pericolosi, potrebbero comunque essere ospitati rifiuti contenenti amianto. 26 Infatti il DM 3.8.2005 applicabile ratione temporis laddove consente a certe condizioni il conferimento in discarica per rifiuti non pericolosi di materiali edili del tipo di cui sopra contenenti amianto, identifica appunto tali rifiuti col codice CER 170605 che abbiamo visto qui non autorizzato. Da quanto sopra consegue che, non venendo in concreto in rilievo una autorizzazione allo smaltimento di rifiuti contenenti comunque amianto, non sussistono le riscontrate violazioni della normativa specifica posta a disciplina dello smaltimento di tale pericolosissimo materiale. Altro punto nodale della sentenza impugnata riguarda la mancata valutazione, alla stregua delle prescrizioni imposte dalle Linee Guida di cui al D.A. 24.12.2008, delle esalazioni e degli odori potenzialmente gravanti sullabitato di Furnari, con conseguente difetto di istruttoria. Al riguardo si deve invece rilevare che, come posto in evidenza dagli appellanti, gi in epoca antecedente allo svolgimento della prima conferenza di servizi sia lARPA di Messina che la AUSL n. 5 avevano rappresentato la questione relativa alla gestione delle esalazioni maleodoranti aventi potenziale impatto sul centro urbano di Furnari ( o almeno su una porzione di esso) che risulta situato a circa m. 500 in direzione Nord Ovest dal luogo interessato. La questione, dunque, era stata debitamente introdotta nel procedimento e nella determinazione conclusiva stata ritenuta superabile sulla base dei rilievi anemometrici allora disponibili - mediante la imposizione nel contesto del decreto di precisi limiti e dettagliate misure di contrasto volte a prevenire il fenomeno, in linea con le previsioni del D.A. 24.12.2008. E in fatto, come risulta dalla campagna di rilevamento della qualit dellaria successivamente condotta dallARPA ( cfr. sopralluoghi del 16.1.2009, 17.11.2009 e 14.4.2010) gli organi tecnici hanno poi escluso la percepibilit nellabitato di 27 Furnari, anche in condizioni di vento sfavorevoli, di odori molesti riconducibili alla gestione della discarica. In disparte tale rilievo fattuale, per quanto qui interessa e nei limiti del sindacato esperibile in sede di legittimit, deve comunque escludersi che lautorizzazione sia stata rilasciata sulla base di una istruttoria carente sotto tale specifico profilo (e cio senza tenere alcun conto dellimpatto degli odori e esalazioni sul comune di Furnari) nonch con previsioni non rispettose delle raccomandazioni contenute nelle citate Linee Guida e quindi tecnicamente inattendibili. Tanto sinteticamente chiarito, ogni ulteriore profilo di merito pu restare assorbito perch non rilevante ai fini della presente decisione. Sulla scorta delle considerazioni che precedono gli appelli vanno accolti con integrale riforma della sentenza impugnata e dichiarazione di inammissibilit del ricorso introduttivo. Attesi i contrasti giurisprudenziali di cui si dato conto e il rilievo sociale delle problematiche evocate sembra opportuno disporre lintegrale compensazione delle spese del giudizio tra tutte le parti costituite. P.Q.M. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, in sede giurisdizionale, definitivamente pronunciando sugli appelli, come in epigrafe proposti, li accoglie, riforma la sentenza impugnata e dichiara inammissibile il ricorso introduttivo. Spese del giudizio compensate. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorit amministrativa.
Cos deciso in Palermo nella camera di consiglio del giorno 13 novembre 2013 con l'intervento dei magistrati: Antonino Anastasi, Presidente FF, Estensore 28 Ermanno de Francisco, Consigliere Vincenzo Neri, Consigliere Pietro Ciani, Consigliere Giuseppe Barone, Consigliere IL PRESIDENTE, ESTENSORE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 19/03/2014 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)
Tirit, tra cambi di poltrone e Confidustria Una svolta sulla discarica dei veleni? Di Carmen Valisano |
Il pool di esperti inviato dallex assessore Nicol Marino a verificare le condizioni degli impianti regionali ha sollevato pesanti dubbi sul sito di propriet della Oikos. Irregolarit riscontrate sia nella struttura attiva da circa un anno che in quella ormai dichiarata esaurita. Ma i passi successivi alla relazione sono messi in dubbio dallavvicendamento con Salvatore Calleri, considerato vicino agli ambienti dellassociazione di imprenditori che in Sicilia ha come vicepresidente Giuseppe Catanzaro. Proprietario della discarica pi grande dellisola
29
Un cambio di poltrone alla Regione, gli interessi di Confindustria su un settore strategico, un Comune alle prese con la campagna elettorale. E una discarica da 2,5 milioni di metri cubi a ridosso di due centri abitati che non smette di turbare i sonni di cittadini e politici. Siamo finalmente a una svolta nella questione dellimpianto della Oikos spa? La struttura di gestione dei rifiuti sorge nel Catanese, tra Motta SantAnastasia e Misterbianco. notizia di ieri che Nicol Marino, assessore regionale allEcologia, sar sostituito alla guida dellente da Salvatore Calleri: renziano, presidente della fondazione dedicata ad Antonino Caponnetto (era uno dei suoi collaboratori) econsiderato vicino agli ambienti di Confindustria. Lassociazione per bocca di uno dei suoi rappresentanti pi influenti, Giuseppe Catanzaro negli ultimi mesi ha avuto uno scontro durissimo con Marino. Terreno di battaglia, proprio i rifiuti. Il gruppo Catanzaro, infatti, gestisce la discarica di Siculiana, in provincia di Agrigento, e lex assessore ha lanciato pesanti accuse sui presunti intrecci con Cosa nostra scatenando una reazione fatta di querele e richieste di risarcimento milionarie.
Le irregolarit individuate dalla Regione nel sito catanese riguardano la tutela dellambiente e della salute e danno ragione ai cittadini che da tempo lamentano una serie di violazioni dal punto di vista ambientale. Paure che emergono sotto forma di un incessante e venefico odore che avvolge i due Comuni e che sembrano avere finalmente un riscontro ufficiale. Tutto comincia con la revisione, da parte dellassessorato guidato ancora da Marino, delle autorizzazioni concesse agli operatori proprietari degli impianti nella regione. La Oikos gestore di un sito oramai chiuso (in contrada Tirit) e di uno entrato in funzione lanno scorso nella contigua contrada Valanghe dinverno per il quale stato proposto lavvio del procedimento di diniego dellistanza di rinnovo. Nella 30 comunicazione inviata anche allazienda della famiglia Proto, il dirigente regionale ricorda che il 17 gennaio 2014 stata costituita una commissione ispettivaper la verifica degli atti relativi alle discariche private in esercizio per rifiuti non pericolosi site nel territorio siciliano. Pool che ha inviato, tre mesi dopo, una relazione conclusiva. Il documento mette in rilievo alcuni punti: lassenza delle prescrizioni del sindaco, la mancata applicazione del principio di unica Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr) per uno o pi impianti localizzati sullo stesso sito e gestiti dal medesimo gestore. E poi le difformit. Quella nel rispetto del programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili, la presenza di rifiuti non ammessi (come liquidi e pneumatici), la mancanza di piani di gestione operativa e post operativa, sorveglianza e controllo e ripristino ambientale. E ancora violazioni volumetriche, il mancato rispetto delle migliori tecnologie disponibili, la mancanza di coerenza con il piano regionale di gestione dei rifiuti. Inoltre, il decreto Aia rilasciato non possiede le caratteristiche di conformit legislativa pi volte richiamata n conseguenzialmente permette leffettuazione di controlli efficaci sulle attivit di gestione rifiuti autorizzate. Secondo le accuse della Regione, le attivit di gestione dei rifiuti sono state svolte in difformit ad alcune condizioni imposte nel decreto e nel propedeutico giudizio di compatibilit ambientale (Via), nonch in difformit al decreto legislativo 36/03 e decreto legislativo 59/05, che normano rispettivamente la gestione delle discariche e la riduzione dellinquinamento.
Laltra bomba ecologica rappresentata dallimpianto ormai saturo e chiuso di contrada Tirit. Secondo la relazione, la discarica rimasta in attivit in una situazione di non conformit legislativa per tutto il periodo esaminato dal 1999 al 2006. La Prefettura di Catania ha di fatto utilizzato una discarica che non era in possesso dei requisti di legge (tecnici e autorizzativi) per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Anche qui la commissione segnala diverse violazioni, compresa la mancata inclusione dei valori limite per le emissioni fissati per le sostanze inquinanti. Assente anche il giudizio di compatibilit ambientale. E, come sottolineano i dirigenti dellassessorato, limpianto sarebbe rimasto operativo anche in data successiva alla scadenza dellautorizzazione in assenza di valida autorizzazione, e lo tuttoggi in fase di gestione post operativa delle vasche esaurite. Anche per queste ragioni la Oikos chiamata a effettuare lanalisi di suolo e acque sotterranee per escludere lesistenza di fenomeni di degrado ambientale e di potenziale contaminazione delle matrici acque, suolo e aria. Allazienda viene 31 chiesto un piano di indagini che analizzi arealmente e tridimensionalmente lestensione delle aree della discarica di contrada Tirit oggetto di abbancamento rifiuti a far data dal primo utilizzo storico (1983). Il piano dovr essere redatto sotto la vigilanza dellArpa e della Provincia e a curare il coordinamento saranno il dipartimento regionale e la Prefettura catanese.
Per domani convocata una conferenza dei servizi presieduta da Marco Lupo, dirigente generale del dipartimento dellAcqua e dei rifiuti, area di competenza dellormai ex assessore Marino. un momento importante, perch la Regione riconosce le ragioni dei comitati, spiegaMassimo La Piana, coordinatore di uno dei due movimenti cittadini che nei Comuni interessati da tempo portano avanti la battaglia contro la discarica, quello di Misterbianco. Lappuntamento di domani, nel quale la Oikos avr la possibilit di difendersi, importante anche per laltro paese, Motta, alle prese con la campagna elettorale che porter al voto tra circa un mese. Il sindaco uscente e candidato, Angelo Giuffrida, a lungo stato criticato per non aver affiancato i cittadini nelle numerose proteste e adesso, finalmente, prende posizione. Domani dovrebbe dare parere negativo, anticipa La Piana. Una previsione confermata anche sul sito internet del primo cittadino. I due sindaci hanno anche manifestato pubblicamente il proprio sostegno a Nicol Marino, esortando il governatore Rosario Crocetta a mantenere il magistrato al comando del settore. Eppure lex assessore non ha sempre goduto delle simpatie dei comitati, cos come il sindaco mottese. Personalmente, il cambio di direzione pu starmi anche bene pur di raggiungere il risultato, osserva pragmaticamente Massimo La Piana. Quello di domani un punto fondamentale: se non dovessero rinnovare lautorizzazione alla Oikos, si bloccherebbe la discarica. Ovviamente lazienda potr ricorrere al Tribunale amministrativo regionale, ma intanto sarebbe un riconoscimento per la nostra battaglia, spiega il coordinatore del movimento.
Il nodo successivo da sciogliere quello relativo alla figura del nuovo assessore. La nomina di Salvatore Calleri, in questo momento, complica la questione, riconosce con una certa preoccupazione La Piana. Bisogna vedere quanto ci metter a rivedere il caso, se bloccher liter o come sperano i cittadini - agir in continuit amministrativa. I timori degli abitanti risiedono tutti nel legame tra il leader toscano del Megafono e Confindustria. Associazione legata a doppio filo con il nome del gruppo Catanzaro, dato che Giuseppe Catanzaro ne il vicepresidente, oltre a 32 guidare quella che oggi la discarica pi grande della Sicilia. Laicamente cercheremo un contatto e chiederemo urgentemente un incontro, promette La Piana.
Tangenti e rifiuti, Musumeci: "Fare chiarezza su discarica Gela"
Bufera dopo il caso sollevato da Repubblica, che adesso approda all'Ars: Ferrandelli chiede l'audizione dell'assessore Lo Bello in commissione Antimafia, punta il dito anche Forza Italia. Il presidente dell'Antimafia chiede chiarezza sulle procedure per la discarica di Gela, proprio il sito sul quale nata l'indagine interna ed scattata la denuncia per mazzette. Anche la Cgil va all'attacco: "Nel settore rifiuti troppe ombre, anche in questo ultimo anno di governo" di ANTONIO FRASCHILLA
E' bufera sul caso sollevato da Repubblica sulla guerra delle discariche e la denuncia su presunte mazzette. "Con la scusa dell'efficienza nella raccolta dei rifiuti negli anni si sono autorizzate troppe discariche private e nessuna discarica pubblica. Cosi' si rischia di riprodurre il modello napoletano che ha portato le discariche nelle mani della 33 camorra". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, incontrando i giornalisti a Palazzo d'Orleans, a Palermo, in merito alle presunte irregolarita' riscontrate dalla Commissione di verifica istituita dall'Assessore regionale dell'Energia e dal dirigente generale del dipartimento Rifiuti. Il Governatore ha fatto riferimento in particolare alla discarica di Gela e all'impianto della societa' Oikos di Catania.
"Non possiamo dipendere dalle discariche private - ha continuato -, anche in termini di spese di trasporto, di consumi di benzina, di noleggio dei mezzi. E questa situazione vige in mezza Sicilia e ha generato sprechi e fallimenti. L'assessore (Nicolo' Marino, ndr) ha scoperto che un funzionario avrebbe richiesto un parere legale bloccando un'autorizzazione non corretta sulla discarica dell'Oikos di Catania. C'e' una documentazione molto dettagliata sulla denuncia. Questi fatti confermano la direttiva antimafia cui stiamo lavorando in giunta. Il controllo su questi aspetti deve essere costante, stabile, oserei dire totalizzante, non possiamo accorgerci della mafia ogni tanto. Per questo - ha concluso - lavoreremo a una proposta di legge sulla semplificazione che punisca non solo i dirigenti che sbagliano ma anche quelli che compiono atti omissivi".
"Sulle discariche in Sicilia sento puzza di bruciato. Ho chiesto per questa ragione oggi di audire in commissione regionale Antimafia l'assessore dell'Ambiente e del Territorio, Mariella Lo Bello, dell'Energia e dei Servizi di pubblica utilit, Nicol Marino e i funzionari dei Dipartimenti che si occupano delle procedure autorizzative per gli impianti". Lo dice il deputato regionale del Pd e vicepresidente della Commissione regionale Antimafia, Fabrizio Ferrandelli, a proposito del caso sollevato dall'assessore all'Ambiente. "Dobbiamo accendere i riflettori e capire cosa sta accadendo in un settore che garantisce affari a nove zero. Le indagini interne dell'assessorato dell'Ambiente, le denunce su sospette tangenti, pressioni esterne e iter che si bloccano o si sbloccano ad orologeria coinvolgendo qualche funzionario regionale, cos come emerge dalle dichiarazioni della stessa Mariella Lo Bello, non possono passare inosservate. Il parlamento siciliano ha il dovere di indagare smascherare la politica corrotta e la burocrazia infedele e garantire trasparenza e legalit".
Ma lo stesso presidente dell'Antimafia, Nello Musumeci, ad annunciare la convocazione di una seduta sul caso della discarica di Gela: "Le autorizzazioni e la gestione delle discariche in Sicilia, pubbliche e private, sono gi da mesi al centro dell'esame della 34 Commissione antimafia regionale - dice Musumeci - abbiamo aperto un'istruttoria nel dicembre scorso e, fra l'altro, abbiamo ascoltato in audizione pi di una volta l'assessore regionale all'Energia Nicol Marino. Anzi, proprio ieri ho scritto allo stesso assessore per invitarlo a tornare in commissione e completare l'audizione rinviata all'ultimo momento il 6 febbraio. Gli atti - precisa il presidente dell'Antimafia - sono per il momento secretati ma posso per dire che c' tanto da lavorare su questa materia: andremo avanti senza riguardi per nessuno. Non escludo che nei prossimi giorni possano essere convocati in commissione l'assessore Mariella Lo Bello, i dirigenti Gaetano Gullo e Marco Lupo ed il sindaco di Gela".
"Pi volte, a suon di atti ispettivi, abbiamo chiesto al Governo della Regione chiarimenti sugli alti costi di gestione e sulla regolarit delle procedure autorizzative delle discariche siciliane, ad oggi, le risposte sono sempre state evasive" dicono in una nota Marco Falcone, capogruppo di FI all'Ars e Vincenzo Figuccia, suo vice, che cos proseguono: "Ci siamo sempre chiesti del perch la Sicilia rimasta una delle poche regioni che ha basse percentuali di differenziata e continua a seppellire, anzich trattare, i rifiuti in discariche private facendo arricchire questi ultimi. Oggi l'ombra delle mazzette e le conseguenti denunce e trasferimenti effettuati dall'assessore Lo Bello e gi precedentemente segnalate dall'assessore Marino e, soprattutto, l'alterazione di un provvedimento che lo stesso Direttore Generale ha denunciato, pongono inquietanti interrogativi su questo settore di servizi che, spesso, ha attirato l'interesse di ambienti malavitosi. E' opportuno che gli assessori Nicol Marino e Mariella Lo Bello vengano a riferire in Aula per fare chiarezza sui rapporti tra i gestori privati delle discariche e alcuni funzionari dei due assessorati e se sono stati rilevati comportamenti illeciti e quali sono i provvedimenti adottati. Oggi stesso presenteremo un'interrogazione con risposta urgente sull'argomento e la richiesta formale ai due assessori di venire a riferire in Aula sull'incresciosa vicenda".
Critiche a Crocetta anche dalla Cgil. "Che il settore dei rifiuti sia al centro di interessi illeciti e di corruzione non una novita'. Del resto in questi anni si fatto ben poco per riportarlo alla normalit e alla trasparenza. Anche in questo anno di governo Crocetta non si sono registrate sostanziali novita', stato anzi chiesto lo stato di emergenza per l'impiantistica, contraddicendo le dichiarazioni di principio fatte". Lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil 35 Sicilia. Pagliaro rileva che "proprio le continue dichiarazioni di stato di emergenza hanno prodotto attraverso deroghe continue alla normativa sugli appalti e alle normative ambientali, malaffare, clientelismo corruzione consentendo alle organizzazioni mafiose di continuare a sviluppare le proprie attivit illegittime nel settore". Il segretario della Cgil ricorda che "dopo l'incendio di Bellolampo, la Cgil aveva chiesto alle autorit competenti un controllo a tappeto su tutte le discariche, per conoscere quantit e tipologia dei rifiuti conferiti, il livello di inquinamento delle falde, di produzione di percolato, lo stato dei sistemi di impermeabilizzazione e per potere intervenire sulla formazione delle tariffe. Non mi pare per - rileva - che questi controlli a tappeto ci siano stati".
Discariche, l'ombra delle mazzette: denunce e trasferimenti Il giallo dell'autorizzazione per l'impianto di Gela. Una delibera bloccata all'insaputa del dirigente regionale. Funzionari nel mirino, indagine interna dell'assessore Mariella Lo Bello di ANTONIO FRASCHILLA
Sulle discariche in Sicilia si sta giocando una partita senza esclusione di colpi. In ballo un affare milionario, in un terra che segna percentuali minimi di differenziata. In campo ci sono i gestori degli impianti, in gran parte privati, che hanno in mano autorizzazioni per abbancamenti che valgono un miliardo di euro. Dall'altra la Regione, che sta investendo 100 milioni per realizzare nuovi siti a Enna, Messina e Gela.
Una scelta, quella della Regione, che ha provocato interrogazioni della Lega al Senato e del Pd all'Ars con tanto di segnalazioni di presunte "irregolarit" nelle procedure sulle nuove discariche pubbliche. Alle quali risponde con frasi al vetriolo l'assessore Nicol Marino, che dietro queste interrogazioni vede un disegno di chi ha interessi a difendere certe rendite di posizione. E lo scontro coinvolge adesso anche l'assessorato all'Ambiente dove, proprio per le tensioni su procedure autorizzative sulla nuova discarica di Gela, venuta fuori un'indagine interna con tanto di denuncia alla procura, firmata dall'assessore Mariella Lo Bello, su un giro di mazzette che coinvolgerebbe funzionari del dipartimento. Per capire cosa sta accadendo in questo settore che garantisce affari a nove zeri occorre partire proprio dal caso della discarica gelese. Nell'ultimo scorcio 36 dell'emergenza rifiuti (finita il mese scorso, dopo lo stop del Parlamento con i voti di Pd, Lega e grillini) Marino, assieme al dirigente di Acque e rifiuti Marco Lupo, avvia quattro appalti per le nuove discariche di Gela, Messina ed Enna, e per l'ampliamento di Bellolampo. Le autorizzazioni erano state quasi tutte rilasciate nel 2010 (ma mai portate avanti dalle altre strutture commissariali). L'unica che andava certificata era quella di Gela.
Cos l'Energia chiede l'Autorizzazione integrata (Aia) al dipartimento Ambiente. Ma l'iter si blocca il 19 dicembre scorso, quando il dirigente dell'Ambiente Gaetano Gullo firma una richiesta di parere legale che, nell'attesa, "sospende la procedura autorizzativa". Marino chiede chiarimenti a Gullo, che si dice "esterrefatto". Sostenendo di non aver firmato alcun documento che sospende la procedura. Il 20 dicembre arriva una seconda nota che sblocca l'iter della nuova discarica gelese, ma Gullo va anche dall'assessore Lo Bello per riferire quanto accaduto. "Qualcuno voleva ritardare questo iter autorizzativo, cos abbiamo avviato un'indagine interna", dice la Lo Bello, che in prima battuta scopre come alcuni dei 160 dipendenti trasferiti nelle rotazioni sono tornati all'ovile.
Ma c' di pi. Nel mirino finisce un funzionario, non solo per il caso della discarica di Gela ma anche per altre procedure autorizzative rilasciate in passato. In particolare per la convocazione, nel settembre 2008, di una conferenza dei servizi, da lui presieduta, che ha rilasciato l'Aia per l'ampliamento di una discarica nella Sicilia orientale, omettendo la vicinanza a un centro abitato. Il Tar ha poi annullato questa autorizzazione ma, guarda caso, nell'ottobre del 2008 il funzionario ha acquistato un'Audi A6 in Lombardia, in una concessionaria che faceva riferimento a un amministratore della discarica in questione. "Abbiamo cos trasferito il funzionario e presentato una denuncia sospettando un giro di tangenti per oliare alcune pratiche piuttosto che altre, il tutto in un assessorato noto per le sue lentezze e le improvvise accelerazioni", dice Mariella Lo Bello.
Presunte mazzette, pressioni che arrivano dall'esterno e uno scontro che adesso si sposta in Parlamento e all'Ars. Dove fioccano interrogazioni che sottolineano come, finita l'emergenza, il piano rifiuti varato nel luglio 2012 non abbia ancora ricevuto alcuna Aia. "Si stanno realizzando nuove discariche senza che il piano rifiuti abbia i certificati ambientali, il tutto utilizzando fondi comunitari con il rischio di procedure d'infrazione ", dice il deputato democratico Alloro, che nell'interrogazione cita anche la nota del 19 dicembre dell'Ambiente che bloccava l'impianto di Gela. "Singolare che tutti citino questa nota riservata e 37 non quella del 20 dicembre che invece autorizza l'impianto - ribatte Marino - i bandi per le nuove discariche sono stati avviati senza alcuna deroga alle norme sugli appalti: in pochi mesi abbiamo fatto quello che i commissari per l'emergenza non avevano fatto in dieci anni".
Marino annuncia indagini sulle autorizzazioni di tutte le discariche, pubbliche e private: "Abbiamo gi avviato la procedura di revoca dei certificati alla Oikos (societ della famiglia Proto che gestisce l'impianto di Motta Sant'Anastasia, ndr) per irregolarit nel vecchio e nel nuovo impianto". Se dall'Oikos non risponderanno alle contestazioni, la discarica rischia di chiudere. Lo scontro continua.
Rinvio dello svolgimento della rubrica Energia e servizi di pubblica utilit e discussione della mozione n. 18 Revoca in autotutela del decreto A.R.T.A. n. 221 del 19 marzo 2009 di autorizzazione allampliamento della discarica per r.s.u. (rifiuti solidi urbani) in contrada Tirit nel comune di Motta S. Anastasia (CT)
XVI LEGISLATURA 46a SEDUTA 29 maggio 2013
MARINO, assessore energia e servizi di pubblica utilit. Chiedo di parlare.
MARINO, assessore energia e servizi di pubblica utilit, Signor Presidente, a nome mio e del Governo chiedo scusa per il ritardo, non era una mancanza di rispetto, ma cera una Giunta straordinaria in corso per i mille problemi che riguardano la quotidianit che il Governo deve affrontare.
Era mia intenzione chiedere un rinvio della trattazione e della mozione e delle interrogazioni che erano calendarizzate per la giornata odierna per le ragioni che vi sto per dire.
In ordine alla mozione n. 18, a firma degli onorevoli Barbagallo, Cirone, Alloro, Ferrandelli, Raia e Foti, i quali hanno chiesto al Governo della Regione la revoca in autotutela del decreto dellAssessorato regionale territorio e ambiente n. 221 del 19 marzo 2009 di autorizzazione allampliamento della discarica - rifiuti solidi e urbani - in contrada Tirit nel comune Motta Santa Anastasia, in base a una serie di motivazioni che, appunto, sono specificate nella mozione.
Nel premettere che lAIA la VIA sono state rilasciate allOICOS nellanno 2009, quindi prima ancora della emanazione della legge n. 9 del 2010 con tutti i criteri e i limiti ivi indicati, al fine di meglio valutare lintero iter 38 amministrativo e poter prendere una posizione ferma in nome del Governo, ho costituito una commissione ispettiva allinterno del mio dipartimento finalizzata a rivedere lintero iter amministrativo che ha determinato il rilascio dellAIA e della VIA.
La ragione era legata innanzitutto alla predisposizione della mozione e alla volont di voler essere ancora pi precisi di coloro i quali hanno, certamente con precisione, prospettato i vizi delliter amministrativo che ha riguardato il rilascio delle autorizzazioni allOICOS, proprio perch le autorizzazioni sono prima della legge 9 del 2010.
In secondo luogo, perch in ogni caso verte un giudizio amministrativo, nellambito del quale era anche stata chiesta la sospensiva delle autorizzazioni rilasciate con rigetto in ordine alla sospensiva, che hanno comunque determinato in chi vi parla la volont di ulteriormente esplorare quelliter amministrativo.
Ripeto qui se dovessimo rispondere in maniera asettica e secondo i provvedimenti rilasciati probabilmente ci sono gli organi di controllo che hanno operato, quello che Arpa e provincia che dovevano verificare e vi una iniziale difformit poi superata agli organi di controllo dellopera, perch erano previsti dei setti e invece si fatto un vascone unico, poi sono intervenuti Arpa e provincia asserendo che era tutto a posto, ecco, alla luce di tutte queste evenienze, mi sono determinato a guardare meglio tutto liter amministrativo per potere essere pi preciso.
Pertanto, sotto questo profilo, anche per questa ragione in ordine alla mozione, io chiedo un rinvio. E chiedo un rinvio anche nella trattazione delle interrogazioni che erano state calenderizzate per la seduta odierna, sia perch sono state inserite nella seduta odierna nella tarda mattinata di oggi, quando gi avevamo in corso una Giunta e che ancora in corso - e per questo vi chiedo scusa -, ma vi chiedo anche di voler considerare che per le ore 19.00 di stasera, io dovrei essere a Messina in Prefettura per una riunione relativa alla vicenda della discarica di Mazara Santa Andrea, con i sindaci ed altri soggetti.
Quindi, rispettando assolutamente il ruolo dellAssemblea e senza volere essere scortese e ribadendo le mie scuse per il ritardo, chiedo un rinvio della trattazione di quanto era calenderizzato e che era di mia competenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire lonorevole Barbagallo quale primo firmatario della mozione n. 18. Sulla stessa mozione c una richiesta di rinvio da parte dellassessore Marino, come ha peraltro avuto modo di esplicitare dando le sue ragioni.
Questa mozione era molto attesa, quindi, considerando la oggettiva necessit dellassessore Marino di dovere presenziare ai lavori che si terranno nella Prefettura di Messina, do la parola allonorevole Barbagallo per una breve illustrazione della relativa mozione. 39
Ne do lettura:
LAssemblea regionale siciliana
PREMESSO che:
da oltre 30 anni i cittadini di Misterbianco sono costretti a convivere con una delle pi grosse discariche per rifiuti solidi urbani della Sicilia, localizzata in contrada Tirit, nel comune di Motta S. Anastasia, ad appena 400 metri in linea d'aria dal centro abitato di Misterbianco, dove quotidianamente viene riversata un'enorme quantit di rifiuti provenienti dai comuni di ben 4 A.T.O. della provincia di Catania (ATO CT1 - CT2 - CT3 - CT5), dell'ATO ME4 e dell'ATO RG, oltre che da diversi soggetti privati; col passare degli anni il disagio dei cittadini si trasformato in un'emergenza igienico-ambientale che mette a rischio la salute delle persone e la qualit della vita, poich ad ogni ora del giorno e della notte un fetore insopportabile intossica l'aria costringendo la gente a tenere porte e finestre chiuse; il dato oggettivo e non contestabile dei miasmi fetidi che investono il Comune di Misterbianco e quello di Motta S. Anastasia stato testimoniato - fin qui - da pi di 5.000 firme dei cittadini raccolte in pochi mesi, da una manifestazione popolare e dalla successiva impugnazione al Tar, da parte dei comitati e dei comuni di Motta e Misterbianco, del Piano Regionale dei Rifiuti;
la mutata consapevolezza dei cittadini circa l'importanza della tutela dell'ambiente e della salute umana ha sollecitato negli ultimi anni la costituzione di diversi comitati civici sia a Misterbianco che a Motta Sant'Anastasia; anche la Provincia regionale di Catania ha riconosciuto il carattere peculiare dei fattori di rischio ambientale presenti nel territorio di Misterbianco finanziando un progetto sperimentale di monitoraggio della patologia tumorale cronica e invalidante eventualmente correlabile a quei fattori, con la collaborazione gratuita dei medici di famiglia;
CONSIDERATO che:
la ditta Oikos s.p.a., titolare della discarica di Tirit, ha presentato il 7/03/2007, presso l'Assessorato Territorio e ambiente della Regione siciliana, un progetto di adeguamento discarica per rifiuti inerti in un terreno di sua propriet confinante con l'attuale discarica R.S.U., sito in contrada Valanghe d'Inverno nel Comune di Motta Sant'Anastasia;
la ditta Oikos s.p.a., con nota prot. ARTA n. 50935 del 25/06/2008, ha successivamente richiesto la modifica del progetto gi presentato 'da discarica per rifiuti inerti a discarica per rifiuti non pericolosi', trasformandolo di fatto in un progetto di ampliamento della discarica per R.S.U. gi operante;
a conclusione del procedimento istruttorio l'Assessorato Territorio e ambiente della Regione siciliana, con Decreto n. 221 del 19 marzo 2009, ha autorizzato 40 l'ampliamento, autorizzando una capacit aggiuntiva di ampliamento delle vasche pari a 2.538.575,20 mc;
i volumi autorizzati non risultano coerenti col fabbisogno reale dell'A.T.O. della provincia di Catania, cos come individuato dalla L.R. n. 9 dell'8/04/2010;
RILEVATO che:
l'art. 199, c. 3, lettera a), del D.lgvo 152/2006 stabilisce l'obbligo di assicurare la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all'interno degli ambiti territoriali ottimali nel rispetto del principio di prossimit e autosufficienza, e che l'art. 201 dello stesso decreto stabilisce che la realizzazione o comunque l'ampliamento di una discarica deve corrispondere alle esigenze dell'ambito territoriale ottimale sul quale collocata; mentre la capacit aggiuntiva di ampliamento delle vasche nella discarica di Tirit risulta assolutamente sovradimensionata, tanto da configurarsi come una megadiscarica in grado di raccogliere i rifiuti di mezza Sicilia e forse pi;
il decreto n. 221 del 19 marzo 2009 non prende minimamente in esame il parametro delle adeguate distanze dai centri abitati;
il rapporto istruttorio n. prot. n. 60 del 22/01/2009, che costituisce parte integrante del decreto, prevede che il giudizio di compatibilit ambientale positivo concesso vincolato all'attuazione delle seguenti prescrizioni:
1. Coerenza con il piano di gestione di rifiuti in Sicilia. Il piano di gestione dei rifiuti in Sicilia, come noto, stato approvato dal Governo nazionale ed in fase di rielaborazione da parte del Governo regionale secondo linee guida certamente differenti rispetto a quelle che hanno ispirato il piano all'epoca dell'avvio dell'iter amministrativo che ha portato all'approvazione dello stesso.
2. Raccolta differenziata. Obbligo per il committente del progetto (gestore) di sensibilizzare responsabilizzare e far partecipare la popolazione residente nell'ambito territoriale di riferimento, alla pratica del riciclaggio dei rifiuti, con azioni dimostrative e di promozione di ogni grado e tipo, circoscrizioni, eventi culturali e incontri pubblici, nonch seminari e presentazioni ufficiali, aventi per tema la raccolta differenziata dei rifiuti e gli effetti di una virtuosa gestione integrata degli stessi.
Nulla di tutto questo stato fatto, ed anzi occorre rilevare che la ditta Oikos s.p.a, aderente al consorzio S.i.m.c.o., che gestisce oltre alla discarica di Tirit anche il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nell'ATO CT3, non ha raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata prevista dal contratto d'appalto per la gestione integrata dei rifiuti, tanto che in corso un contenzioso tra il consorzio stesso e la Simeto Ambiente S.p.a., societ di gestione dell'ATO CT3.
3. Riduzione dei rifiuti biodegradabili in discarica. Obbligo del committente di rispettare gli obiettivi di cui all'art. 5 del D. Lgs. 36/2003 e dell'Adeguamento 41 del Programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili approvato con Ordinanza Commissariale n. 1133/06 che prevede che entro il 2008 i rifiuti urbani biodegradabili conferiti in discarica debbano essere inferiori a 173 kg/anno per abitante e tale valore debba ridursi a 115 kg entro il 2011. Siamo lontanissimi da questo obiettivo, per ottenere il quale il dato della raccolta differenziata nelle comunit servite dalla discarica dovrebbe essere almeno del 30%.
4. Controllo dei gas. Nei controlli effettuati a campione dalla Provincia Regionale, a seguito di interpellanza consiliare nei giorni 21 e 22 ottobre 2010 emerso che non funzionava la torcia della ditta ICQ holding S.p.A per il recupero del biogas prodotto dalla discarica e immesso in atmosfera, tanto che la stessa ditta stata diffidata ad attivarsi per il ripristino immediato dell'impianto.
5. Rifiuti ammessi in discarica. Obbligo di pretrattamento e selezione dei rifiuti che non rispettano i requisiti di cui all'art. 7, comma 1, del D.Lgs. 36/2003. L'art. 12, comma 11, del Decreto 221 del 19 marzo 2009 stabilisce che il Gestore avrebbe dovuto provvedere, prima dello smaltimento in discarica, al trattamento dei rifiuti urbani a partire dal 01/07/2009. Dal sopralluogo effettuato dai tecnici della Provincia regionale di Catania il 21 e 22 ottobre 2010, risulta che l'impianto di pretrattamento presente nella discarica entrato in funzione solo nel luglio del 2010, come si pu rilevare anche dalla relazione successiva al sopralluogo;
PREMESSO, inoltre, che:
in data 28 ottobre 2010, l'Assessore alle politiche dell'Ambiente e del Territorio della Provincia regionale di Catania ha invitato il Dirigente del Servizio Ambiente a comunicare ai competenti organi regionali la decisione 'di rivedere i pareri gi espressi, consentendo esclusivamente la gestione delle strutture in esercizio ed escludendo la discarica di c.da Tirit da futuri ampliamenti'; in data 8 novembre 2010, con oggetto 'Grave emergenza della discarica di Motta S. Anastasia - c.da Tirit, revisione dei pareri finalizzati alla costruzione di nuovi impianti di discarica', da parte della Provincia regionale di Catania stato richiesto ai soggetti competenti 'un tempestivo e appropriato intervento finalizzato alla revisione del Decreto di Autorizzazione Integrata Ambientale n. 221 del 19/03/2009 e del Decreto di autorizzazione integrata ambientale del Dirigente Generale n. 83 del 04703/2019, entrambi emanati dall'Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, ed annullamento in autotutela delle autorizzazioni suddette'; i costi si conferimento nella discarica di Tirit sono tra i pi elevati d'Italia: 94,70 euro + IVA a tonnellata,
IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE
a revocare in autotutela il decreto A.R.T.A. n. 221 del 19 marzo 2009 e provvedere all'individuazione di un sito alternativo, adeguatamente distante dai centri abitati, che tenga conto dell'effettivo fabbisogno del nuovo ambito 42 territoriale ottimale cos come individuato dalla legge regionale 8/04/2010, n. 9. (18)
BARBAGALLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ritengo che se ci sono le condizioni la mozione si potrebbe trattare, facendo riferimento a quanto analogamente accaduto in questAula con la vicenda del Muos. Sostanzialmente, assessore Marino, e non me ne voglia, anche l si trattava di un iter amministrativo gi esitato formalmente dallAssessorato regionale del territorio e ambiente ed lo stesso iter che pu dirsi concluso anche in questo caso specifico con lautorizzazione da parte dellACTA nel 2009. Ed io concordo con lei su questa consolidazione del procedimento amministrativo che gi in essere. Qui c una vicenda che ha attraversato lAssemblea in queste settimane, ha richiesto una calendarizzazione e riguarda laspetto politico della mozione, la stessa cosa che accaduta, ripeto per analogia, col Muos, dove lAssemblea ha votato una mozione con la quale ha invitato il Governo ad adottare gli utili provvedimenti per revocare latto gi assentito.
Noi con la mozione chiediamo questo, chiediamo cio che vengano adottati gli utili provvedimenti, quindi se lAssemblea vota favorevolmente un percorso che pu andare avanti e lAssessorato decider se fare una Commissione ispettiva, se non farla, se revocare il provvedimento etc. Se lAssemblea non la vota, lAssessorato pu anche non scomodarsi anche se autonomamente ha adottato un procedimento autonomo e non crea nessun pregiudizio allazione del Governo n ai lavori dellAssemblea.
Signor Presidente, credo che sia rispettoso anche per il lavoro svolto dai Presidenti in sede di Conferenza dei Capigruppo che la mozione in questione sia trattata. Insisto pertanto affinch io possa illustrare la mozione.
CRACOLICI. Votiamola, signor Presidente.
MARINO, assessore per lenergia e i servizi di pubblica utilit. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facolt.
MARINO, assessore per lenergia e i servizi di pubblica utilit. Chiedo scusa, signor Presidente, allora se c un atto di indirizzo voi sapete quali sono le direttive gi emanate dal mio Assessorato.
Voglio dirvi una cosa, io ritengo innanzitutto doveroso anche per come sono abituato, per la professione che ho svolto, leggere gli atti amministrativi che hanno determinato questa vicenda. Fra laltro, ho il dovere di tutelare sotto il profilo della responsabilit contabile sia la Regione che il mio Direttore generale.
Questo un altro profilo importante che non posso non tenere in considerazione. 43
Come atto di indirizzo chiaro, e lo sapete perfettamente bene, che lintento del Governo quello di non parlare pi di discariche, ma di parlare di impianti, tanto che proprio il Governo ha chiesto lemergenza e il Governo Monti, come ultimo atto, ha dichiarato lemergenza per limpiantistica sullintero territorio siciliano. Quindi mi sembra una cosa scontata, lindirizzo del Governo molto chiaro su questo, per, nella parte motiva si chiede una cosa particolare, ben precisa, quindi, laddove si tratta di questioni di merito e sostanziali, lindirizzo politico pu a volte anche aspettare, soprattutto quando come in questo caso specifico si chiede qualcosa di ben preciso.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. La mozione si intende illustrata e distribuita, stiamo trovando una soluzione mediana, tutto sommato. Si rinunciato alla trattazione delle interrogazioni e interpellanze che, ad onore del vero, mi comunicano gli uffici, sono state trasmesse gi da tempo, per un problema probabilmente di comunicazione, non altro. Pongo in votazione la mozione n. 18. Chi favorevole resti seduto, chi contrario si alzi.
(E approvata)
PRESIDENTE. Assessore, la liberiamo da questimpegno con lAula, la mozione stata approvata.
Buon lavoro.
Onorevoli colleghi, come vedete, questo un Parlamento che d soddisfazioni. In poco tempo si riusciti ad approvare una mozione di una certa importanza.