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una stella e una manciata di sassi

Bode
Il Sistema solare, di cui fa parte il nostro pianeta, infatti un insieme di corpi (detti genericamente
corpi celesti) diversi tra loro per natura e dimensioni, ma accomunati per l'origine e costretti a
muoversi in uno spazio ben definito da reciproche forze di attrazione. La porzione di spazio entro
cui tali corpi si muovono ha le dimensioni di una sfera con il diametro di circa 2. miliardi di
!m" uno spazio che pu# apparire sconfinato all'esperienza comune, ma che poco pi$ di un punto,
un minuscolo angolo verso la periferia della %alassia che, a sua volta solo una tra i miliardi di
galassie che si muovono nell'&niverso, separate da vastissime distese di spazio deserto, anche se
non totalmente vuoto.
Il Sistema solare comprende"
' (ianeti" Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno)
' (ianeti nani" Ceres, Plutone ed Eris)
'*orpi minori" satelliti dei pianeti, asteroidi, meteoriti e comete;
' Il sole, una stella di modeste dimensioni.
Lo spazio tra i vari corpi celesti non completamente vuoto" vi si trova, estremamente rarefatta, la
cosiddetta materia interplanetaria, formata da pulviscolo (in pratica micrometeoriti, con diametro
pari a frazioni di millimetri), gas e frammenti subatomici (protoni ed elettroni liberi).
+i fronte alla variet, e al numero dei componenti del Sistema solare bisogna per# sottolineare che
-uasi tutta la massa di materia complessivamente presente concentrata nel Sole, che ne comprende
il ..,/01 e che perci#, a buon diritto, il centro dell'intero sistema.
I nove pianeti conosciuti del sistema solare I nove pianeti conosciuti del sistema solare
PIANETI MERCURIO VENERE TERRA MARTE GIOVE SATURNO URANO NETTUNO PLUTONE
distanza media
dal sole (UA)
0,39 0,72 1,00 1,52 5,20 9,54 19,1 30,0! 39,44
periodo di rivoluzione
intorno al "ole (anni)
0,24 0,!2 1,00 1, 11,! 29,4! 4,01 1!4,79 247,7
massa (#erra $ 1) 0,0! 0,2 1,00 0,11 317, 95,1 14,5 17,2 0,002
ra%%io (#erra $ 1) 0,3 0,95 1,00 0,53 11,2 9,42 4,10 3, 0,1
densit& media
(ac'ua $ 1)
5,4 5,2 5,5 3,9 1,3 0,7 1,3 1,7 1,
periodo di rotazione
(attorno all(asse)
5,7
%iorni
243
%iorni
23,93
ore
24,!
ore
9,
ore
10,!!5
ore
17,24
ore
1!,1
ore
!,4
%iorni
satelliti noti 0 0 1 2 1! 20) 15 1
I pianeti conosciuti del sistema solare sono nove.
In ordine di distanza dal Sole si succedono dapprima i pianeti cosiddetti terrestri, in -uanto costituiti
da materiali rocciosi"
Mercurio, che piccolo e caldo)
Venere, che percorre la sua orbita di rivoluzione a una velocit, estremamente bassa) dopo la 2erra,
Marte, che appare rosso, con due calotte polari di ghiaccio molto ben distinguibili.
Seguono -uindi i pianeti cosiddetti giovani, in -uanto pi$ simili a %iove per composizione"
Giove, il pi$ grande del sistema solare, con un volume pari a 34 volte -uello della 2erra)
Saturno, contornato da un sistema di anelli e da pi$ di 2 satelliti)
Urano e Nettuno, che appaiono di colore verde5azzurro per il metano presente nella loro atmosfera)
Plutone, di cui si sa poco, compie la sua orbita di rivoluzione a una distanza media
di 0,. miliardi di !m, in 246,6 anni.
Asteroidi Asteroidi
7iene definito pianeta ogni corpo freddo o inerte (ossia non dotato di luce propria) che percorra
un'orbita direttamente intorno al Sole. Sotto -uesta definizione rientrano oltre ai nove pianeti, anche
un gran numero di corpi celesti pi$ piccoli che percorrono orbite proprie attorno al Sole e
possiedono caratteristiche fisiche analoghe ai maggiori. 2ali corpi sono chiamati asteroidi o
pianetini, per le loro dimensioni assai ridotte rispetto alle normali masse astronomiche. 8ssi sono
raggruppati principalmente nello spazio compreso tra 9arte e %iove. Stando a calcoli
approssimativi, gli astronomi sono propensi a credere che esistano circa 4. asteroidi in
circolazione nello spazio. :lcuni di -uesti percorrono la loro orbita a breve distanza dal nostro
pianeta, rischiando talvolta di immettersi in rotta di collisione.
:ttualmente sono circa 0 i pianetini di cui si conoscono le orbite e le dimensioni. Si tratta in
genere di corpi molto piccoli, con un diametro che varia dai 3; !m di *erere alle poche decine di
chilometri di altri (8ros per esempio ha un diametro di 2; !m). La loro forma estremamente
irregolare. Sono privi di atmosfera e hanno una temperatura superficiale di 6 <* sotto zero. I
loro periodi di rotazione variano dalle 36 alle 4 ore) ruotano attorno al Sole a una distanza che va
dai ;60 ai 40 milioni di !m, con periodi di rivoluzione che si aggirano intorno ai = e ai 4 anni. Le
loro orbite, pressoch> circolari, sono -uasi tutte contenute nel piano dell'eclittica ed essi le
percorrono in senso antiorario, come i pianeti maggiori.
*eteoriti *eteoriti
Si definisce meteora ogni corpo celeste che, provenendo dallo
spazio, si incendia al contatto con l'atmosfera terrestre,
consumandosi completamente prima di raggiungere il suolo. Si
chiama invece meteorite ogni corpo celeste di eguale provenienza,
che, pur incontrando la nostra atmosfera, si incendi e si consumi
in gran parte ma non completamente, riuscendo in tal modo a
toccare il suolo terrestre. ?uelle che comunemente si dicono stelle
cadenti sono in realt, meteore) i corpi o le piogge litiche sono
invece meteoriti.
2ale fenomeno di origine celeste era noto agli antichi. Lo storico latino
(linio narra che nel 7 secolo a.*. cadde sugli argini dell'8gospotami
un corpo del tutto identico a una stella e grande come un carro. Lo
stupore di fronte a tali prodigiosi eventi si accompagnava al terrore per
l'ignota provenienza dei corpi, suscitando la convinzione che si
trattasse di imperscrutabili segni della volont, di un dio.
@ell'antichissima 8feso, cosA come nei templi di molte altre citt,
greche e romane, erano custodite e venerate pietre cadute dal cielo. :lla 9ecca, in :rabia, uno di
-uesti corpi, la cosiddetta (ietra @era, custodito da tempi immemorabili in un santuario apposito
dove stato un tempo oggetto di venerazione da parte delle popolazioni indigene politeiste, e
ancora oggi dei musulmani. (iogge di pietre di analoga natura sono state registrate durante il
9edioevo in Sassonia, nell'/2;, e a @arni, in &mbria, nel .23.
In et, moderna -uesti fenomeni hanno avuto luogo a 8nsishein, in :lsazia, nel 34.2 e soprattutto ad
:igle, in Brancia, il 2= aprile 3/;. Le cronache riportano la descrizione di -uesti fenomeni con
estrema precisione e dovizia di particolari" si parla di una nube di fuoco comparsa all'improvviso
nel cielo, che si dissolve con forti detonazioni, provocando una pioggia di ;. pietre, ciascuna
delle -uali pesa diversi chili. :ltrettanto famose furono le piogge di Stannern, nel 2irolo austriaco, e
di Cutsura, in India, nel DID secolo. 2alvolta sul suolo terrestre sono giunti massi di proporzioni
considerevoli, come -uello precipitato a 9eissen, in %ermania, nel 3==4 e -uello di circa 2 - caduto
nei pressi di Crescia nel 3//;.
L'impatto dei meteoriti di grandi dimensioni con il suolo terrestre crea enormi crateri, che per#, con
il passare del tempo e a causa dei mutamenti della stessa superficie, appaiono come dei normali
avvallamenti del terreno. E -uindi assai difficile individuarne l'origine meteoritica. Il cratere pi$
famoso -uello dell':rizona, *aFon +iablo, del diametro di 30 m e della profondit, di 2 m.
(oich> nelle vicinanze sono stati rinvenuti alcuni frammenti meteorici (di ferro, nichel, platino), si
supposto che -uesto cratere sia stato prodotto dalla caduta, risalente a un'epoca compresa tra 2.
e 20. anni or sono, di un gigantesco bolide. @el violentissimo urto contro il suolo il bolide si
spaccato in diverse parti, alcune delle -uali sono arrivate a toccare addirittura i = m di profondit,.
&n altro bolide, sulla cui natura ancora molti scienziati discutono, caduto il ; giugno 3./ lungo
il corso del fiume 2ungus!a, in Siberia. La sua esplosione provoc# un frastuono tale da essere udito
a centinaia di chilometri e uno spostamento d'aria talmente violento da abbattere alberi a distanze
lontane. 7i furono persino due vittime. @el 3.= un'indagine condotta dall':ccademia Sovietica
delle Scienze port# a concludere che il disastro non era stato affatto causato dall'esplosione di un
meteorite, bensA dall'urto frontale con la testa di una piccola cometa, del probabile diametro di
alcuni chilometri e del peso di circa 3 milione di tonnellate.
+omete +omete
Le comete sono corpi celesti costituiti dalla stessa materia di cui sono composti tutti gli altri corpi
dell'universo. ?uindi esse non possono provocare catastrofi cosmiche. Il loro movimento nello
spazio regolato dalle leggi della meccanica celeste.
Il nome cometa deriva dal latino coma (GcapigliaturaG) ed
dovuto all'alone luminoso che costituisce la pi$ vistosa
caratteristica di -uesti corpi celesti e suggerisce appunto
l'immagine di una chioma fluente. In ciascuna cometa si
pu# distinguere un nucleo, che si presenta come un punto
particolarmente luminoso ed avvolto in un viluppo di
vapori detto, appunto, chioma.
?ueste due parti, il nucleo e la chioma, costituiscono la
testa della cometa. 9entre la parte pi$ imponente, la coda,
composta di sostanze estremamente rarefatte, costituisce la
parte allungata del corpo celeste.
La cometa pi$ famosa, perch> stata la prima di cui sono state determinate le leggi del movimento
e le successive apparizioni, la cometa di HalleI, cosA denominata in onore dello scienziato inglese
8dmund HalleI, che ne calcol# l'orbita. HalleI era grande amico e collaboratore di @eJton.
Studiando il comportamento di alcune comete, volle applicare a esse la teoria neJtoniana della
gravitazione universale. 8gli era convinto che le tre comete avvistate negli anni 30;3, 3=6 e 3=/2
fossero in realt, la medesima. HalleI calcol# che tale cometa descriveva una rivoluzione intorno al
Sole ogni 60 anni circa, predicendo la sua successiva riapparizione alla fine del 360/. +ue
astronomi e matematici del tempo, :leKis5*laude *lairaut e Loseph5L>rome Lalande, riuscirono per
mezzo di calcoli a determinare esattamente la data dell'appuntamento, con l'approssimazione di un
mese. Infatti, il 32 marzo 360. la cometa pass# puntualmente al perielio (distanza minima dal Sole),
confermando le previsioni. +a -uel momento le misteriose Gstelle con la codaG furono assoggettate
al calcolo, perdendo buona parte del loro fascino leggendario. L'ultima volta che la cometa di
HalleI riapparsa nel cielo stato nell'ottobre 3./=.
,a -ia ,attea ,a -ia ,attea
.Msservando il cielo si pu# scorgere una fascia luminosa ad anello che solca la volta celeste come un
sentiero lattiginoso. ?uesta sorta di sentiero biancastro appunto -uello che sin da tempi antichi si
definisce 7ia Lattea (da GlatteG, il colore caratteristico della galassia). La 7ia Lattea si presenta
come un debole chiarore che disegna tra le stelle una curva sinuosa. Sulla natura di -uesta tenue
luminosit, si era espresso gi, il filosofo greco +emocrito, il -uale aveva intuito la verit,
dichiarando che la soffusa luce della 7ia Lattea doveva essere causata da grandi ammassi di stelle
vicinissime tra loro e troppo piccole perch> l'occhio umano potesse raggiungerle. La prova
sperimentale di -uesto fatto si ebbe solo dopo l'invenzione del cannocchiale a opera di %alilei.
Infatti se si punta il cannocchiale o il telescopio su una -ualun-ue zona della 7ia Lattea, -uello che
si vede uno straordinario formicolio di stelle.
Il primo a studiare in modo sistematico la 7ia Lattea fu l'astronomo inglese di origine tedesca
Nilliam Herschel (36;/53/22). ?uesti, in una superficie circolare ampia 0 gradi, situata nei pressi
della costellazione del *igno, riuscA a contare pi$ di ;2. stelle. Mggi, grazie ai moderni
telescopi e alla fotografia a esposizione prolungata, possibile vederne decine e decine di milioni.
Herschel per primo diede una spiegazione scientifica
dell'apparente affollarsi delle stelle nella 7ia Lattea.
8gli infatti not# che sulla sfera celeste la 7ia Lattea
materializza una sorta di cerchio massimo, come un
e-uatore che divide la grande sfera in due parti eguali.
+i -ueste due semisfere celesti Herschel individu# i
punti centrali, considerandoli come i poli di un
gigantesco globo celeste. :ssunto -uindi
provvisoriamente -uesto sistema di riferimento,
cominci# a esplorare con il telescopio la volta stellata,
passando gradatamente da un (olo all'altro. Si accorse
cosA che la concentrazione delle stelle, invariabilmente
massima in corrispondenza della 7ia Lattea,
decresceva abbastanza rapidamente in direzione dei suoi poli, in cui assumeva il valore minimo.
La 7ia Lattea costituirebbe una sorta di universo5isola sospesa nel vuoto degli spazi siderali, al
-uale stato attribuito il nome di galassia. In seguito -uesto termine stato dato anche a tutti i
sistemi stellari analoghi alla 7ia Lattea
3
.
In prossimit, del nucleo stata rilevata la presenza di un numero imprecisato di nebulose giganti,
disposte a forma di anello. Oilevamenti radio e a raggi D hanno messo in luce l'esistenza di un altro
anello attorno al nucleo galattico, composto da gas ad alta temperatura e da stelle di recente
formazione. (i$ al centro infine stato registrato un grandissimo numero di stelle, ed proprio
-uesto il punto di massima concentrazione. L'elemento che pi$ di tutti suscita meraviglia e interesse
da parte degli astronomi tuttavia un oggetto, situato a brevissima distanza dal nucleo, dalle
spaventose dimensioni di 0 milioni di masse solari. 9olteplici e varie sono le ipotesi degli scienziati
in proposito, ma molti di loro sono convinti si tratti di un buco nero. L'interno del nucleo
costituito da nubi di gas misti a polveri e da diversi ammassi stellari.
Il "ole Il "ole
Bin dall'antichit, il Sole stato considerato dall'uomo come un'entit, dal significato speciale. 9olte
culture antiche lo adoravano e ne riconoscevano l'importanza nel ciclo della vita.
Il Sole venne studiato con rigore soltanto dopo la scoperta delle macchie solari. %li astronomi cinesi
avevano osservato le macchie a occhio nudo fin dal 2 a.*., ma
lo studio sistematico di -uesti fenomeni inizi# solo nel 3=33 con
l'opera di %alileo. %razie anche all'invenzione del telescopio, si
deline# in -uegli anni un approccio molto pi$ approfondito allo
studio del Sole, che da allora venne considerato un corpo in
continua e costante evoluzione, del -uale si potevano
comprendere scientificamente sia le propriet, sia le fre-uenti
modificazioni.
Il passo successivo risale al 3/34, con l'utilizzo dello
spettroscopio da parte del fisico tedesco Loseph von Braunhofer"
malgrado lo spettro solare fosse gi, stato osservato nel 3=== da Isaac @eJton, l'accuratezza del
lavoro di Braunhofer gett# le basi per i primi studi teorici dell'atmosfera solare. @el 3/0. il fisico
3
7a considerato per# che -uando si parla di galassia senza specificare altro, si intende far riferimento al nostro sistema in particolare.
tedesco %ustav Pirchhoff realizz# che l'assenza di radiazione di una certa lunghezza d'onda nelle
righe di Braunhofer era dovuta all'assorbimento da parte di atomi di alcuni elementi chimici presenti
anche sulla 2erra. ?uesto non solo indicava che il Sole composto di materia ordinaria, ma
dimostrava anche la possibilit, di ricavare dettagliate informazioni sugli oggetti celesti studiando la
radiazione elettromagnetica che essi emettono. 8ra l'inizio dell'astrofisica.
I progressi nello studio del Sole furono conseguiti grazie alle sistematiche osservazioni di numerosi
scienziati e allo sviluppo di nuovi e pi$ accurati strumenti, -uali lo spettroeliografo, che permette lo
studio del Sole a una sola lunghezza d'onda dello spettro di emissione) il coronografo, che consente
lo studio della corona solare anche in assenza di eclissi) e il magnetografo, inventato nel 3.4/
dall'astronomo statunitense Horace Cabcoc!, che misura l'intensit, del campo magnetico sulla
superficie solare. In seguito, lo sviluppo dei razzi e dei satelliti consentA agli scienziati di osservare
anche le radiazioni che vengono assorbite dall'atmosfera terrestre. *oronografi, telescopi e
spettrografi sensibili alla radiazione ultravioletta e ai raggi D si rivelarono di fondamentale
importanza per l'esplorazione dello spazio.
@el 3./ l'astronomo %eorge 8llerI Hale scoprA che le macchie solari sono sede di intensi campi
magnetici. &na macchia tipica ha un campo magnetico di intensit, pari a ,20 2esla, circa 3.
volte pi$ intenso di -uello terrestre. %ran parte del campo magnetico solare localizzato intorno
alle macchie. La sua intensit, influenza fortemente gli strati pi$ esterni del Sole. :d esempio, la
turbolenza su larga scala della zona convettiva spinge il campo magnetico sulla fotosfera e appena
sopra di essa fino ai bordi delle celle di supergranulazione. La radiazione che proviene dallo strato
appena sopra la fotosfera, detto cromosfera, mostra varie figure caratteristiche. 8ntro i confini dei
supergranuli si innalzano getti di materia verso la cromosfera fino a un'altitudine di 4 !m in 3
minuti. Le cosiddette spicole sono causate dall'interazione tra la turbolenza e il campo magnetico ai
bordi delle celle dei supergranuli.
I gas caldi che costituiscono l'atmosfera solare, detta
corona, sono distribuiti in strati di densit, decrescente,
come illustrato dall'immagine -ui a lato. Le zone blu sono
-uelle pi$ dense, -uelle gialle le pi$ diradate. L'irregolarit,
delle superfici di separazione tra uno strato e l'altro dipende
dal campo magnetico del Sole, che interagisce con gli
elettroni e gli ioni presenti nella corona alla temperatura di
circa 2,2 milioni <*.
L'energia emessa dal Sole viene irradiata in modo
approssimativamente costante in ogni direzione dello
spazio) la fonte di -uesta energia nell'interno del Sole,
che, come la maggior parte delle stelle, composto
prevalentemente da idrogeno (il 631) ed elio (261) allo stato di plasma, con tracce di elementi pi$
pesanti. :ll'interno del Sole si individuato un nucleo centrale, con un raggio di circa 30. !m,
in cui la temperatura raggiunge i 3=.. P e la densit, 30 volte -uella dell'ac-ua. In -ueste
condizioni, le collisioni tra i nuclei degli atomi di idrogeno innescano violente reazioni di fusione
nucleare. Mgni secondo avvengono moltissime reazioni, che generano un'energia e-uivalente a
-uella rilasciata nell'esplosione di una bomba atomica di 3 miliardi di megaton.
L'atmosfera esterna del Sole, che si estende per molti raggi solari a partire dal disco, detta corona.
2utte le caratteristiche morfologiche della corona sono dovute alla presenza del campo magnetico
solare. La maggior parte della corona consiste di grandi archi di gas caldo, che sono pi$ piccoli
all'interno delle regioni attive e pi$ grandi tra una regione attiva e l'altra. Le forme ad arco e a
cerchio sono causate dal campo magnetico.
@egli anni ?uaranta si scoprA che la corona molto pi$ calda della fotosfera.
?uest'ultima, che la superficie visibile del Sole, ha una temperatura di circa = P) la
cromosfera, che si estende per molte decine di migliaia di chilometri sopra la fotosfera, ha una
temperatura prossima ai ;. P. Infine la corona, che si trova al di sopra della cromosfera fino al
confine con lo spazio interplanetario, ha temperatura di oltre 3.. P. (erch> si mantengano
-ueste condizioni termiche, ci deve essere un flusso diretto di energia verso di essa. :ttualmente
uno dei problemi maggiori dell'astrofisica solare spiegare il meccanismo per mezzo del -uale tale
calore raggiunge la corona.
,a ,una ,a ,una
.
Lo studio della Luna deve il suo sviluppo all'invenzione del cannocchiale da parte di %alileo. In
seguito, grazia alla fotografia il suolo lunare stato
osservato in tutti i suoi particolari e -uindi riportato su
carte assai attendibili. La superficie della Luna appare
caratterizzata, come -uella terrestre, da pianure intervallate
da zone montuose. Le prime sono state chiamate GmariG,
mentre le seconde GmontiG. I GmariG della Luna sono grandi
estensioni pianeggianti, che all'inizio furono ritenute
li-uide. (i$ tardi per# -uesta ipotesi fu scartata del tutto
perch> si scoprirono in esse degli strani corrugamenti. I
GmariG della Luna si presentano di forma e grandezza
variabili, con insenature, golfi, penisole e rilievi costieri del
tutto simili ai rilievi terrestri. Il GmareG pi$ grande, il mare Imbrium o mare delle (iogge, si estende
per circa 3 milione di !m-. I GmontiG della Luna sono degli ammassi rocciosi dai bordi taglienti per
mancanza di agenti corrosivi e alti migliaia di metri. La loro altezza viene stabilita misurando le
ombre che essi producono e che, per l'assenza di atmosfera, sono assai nette. I GmontiG lunari sono
raccolti in catene di diversa forma e sono preponderanti nella faccia nascosta della Luna.
La distanza media tra la 2erra e la Luna pari a circa ;/4. !m. &n
valore non molto alto, se si prendono in considerazione i grandi numeri
con i -uali si misurano le distanze tra il nostro pianeta e gli altri corpi
celesti. *osA, a causa della sua vicinanza, la Luna ci appare molto grande,
nonostante sia un astro relativamente piccolo. Il suo diametro di ;46
!m (un -uarto di -uello terrestre)) il suo volume pari a 23... milioni
di !mc, ovvero il 21 del volume della 2erra. La sua superficie di
;6,.= milioni di !m- (esattamente il 6,41 di -uella terrestre).
: differenza della 2erra, la Luna del tutto sprovvista di atmosfera. La
sua superficie -uindi si riscalda e si raffredda pi$ velocemente di -uella
terrestre. Inoltre il giorno lunare dura molto di pi$ di -uello terrestre"
circa 2/ giorni. ?uesto significa che la superficie
lunare rimane esposta ininterrottamente alla luce del Sole per ben 34 giorni e si
raffredda in una lunghissima notte che dura altrettanti 34 giorni.
Il suolo lunare coperto da voragini circolari che per analogia con -uelle che
si trovano sulla 2erra sono state chiamate crateri. +ata la loro grandezza si
esclude che si tratti di formazioni di origine vulcanica. Si pensa invece che essi
siano stati determinati dalla collisione di meteoriti o pianetini con la Luna.
Sappiamo infatti che il satellite non protetto da un'atmosfera, capace di
disintegrare o incendiare i corpi provenienti dallo spazio, cosA al momento
dell'impatto tali corpi mantengono intatta la loro enorme forza d'urto. I crateri
lunari sono di forma circolare e presentano bordi in rilievo, taglienti e
frastagliati. +al bordo dei crateri e in condizioni di illuminazione solare
particolare, si possono distinguere una serie di rette bianchissime, dette raggi. Si tratta di formazioni
lineari, larghe circa 3 !m, che si diramano a raggiera dai crateri pi$ importanti, attraverso la
superficie, per parecchi chilometri.
Sin da tempi antichissimi molte civilt, hanno suddiviso il tempo in settimane. ?uesta consuetudine
trae le sue origini da osservazioni astronomiche. ?uattro settimane corrispondono infatti a un
periodo di tempo pari a un mese sinodico, detto lunazione. +i certo -uesto fatto deve aver attirato
l'attenzione degli antichi. La lunazione suddivisa da -uattro momenti caratteristici, corrispondenti
ad altrettanti fenomeni celesti, detti fasi. Mgni fase determinata da una posizione caratteristica che
la Luna occupa nel cielo e che determina una diversa illuminazione della faccia rivolta verso la
2erra e un diverso orario di presenza della Luna al di sopra dell'orizzonte.
La Luna esercita un'influenza diretta e non trascurabile sulle vicende terrestri. Secondo alcune
credenze popolari la Luna aveva persino il potere di agire sullo spirito e sulle emozioni dell'uomo,
lasciandovi tracce durature. L'influenza della Luna sulla 2erra si manifesta soprattutto attraverso
fenomeni dovuti alla forza di attrazione. L'effetto da essi prodotto il periodico sollevamento e
abbassamento delle masse terrestri alla superficie. ?uando la Luna si trova allo zenit di un mare, il
livello dell'ac-ua si innalza al di sopra della media, dando luogo al fenomeno della marea. :nche le
terre emerse, pur essendo pi$ rigide dell'ac-ua dei mari, si alzano al di sopra del loro livello medio
per -uesta medesima ragione.
2utti -uesti fenomeni producono delle conseguenze notevoli. (er effetto delle maree infatti le coste
dei mari sono soggette a continui processi di erosione. Il riflusso marino finisce per intasare
periodicamente le foci dei fiumi, con conseguenti gravi ripercussioni sul normale regime dei fiumi
stessi e dei loro affluenti. Sovente le inondazioni sono provocate dalla concomitanza della piena di
un fiume con una marea particolarmente elevata che ne impedisce il naturale deflusso alla foce.
L'attrazione lunare -uindi in grado di alterare, anche solo per brevi intervalli di tempo, non
esclusivamente la morfologia, ma anche la biologia del nostro pianeta, agendo sugli organismi
viventi, sulla produttivit, delle colture e sul buon andamento degli allevamenti. In ultima analisi la
Luna condiziona la stessa vita dell'uomo.
L'eclissi un fenomeno che si verifica -uando la luce solare che dovrebbe illuminare la Luna viene
intercettata dalla 2erra (eclissi di Luna) o -uando la luce solare che dovrebbe colpire la 2erra viene
intercettata dalla Luna (eclissi di Sole). L'eclissi di Sole ha luogo solo durante la fase di Luna nuova
(e -uindi il satellite pu# trovarsi tra il Sole e la 2erra). L'eclissi di Luna si verifica solo nella fase di
Luna piena (e di conseguenza la 2erra pu# occupare una posizione intermedia tra il Sole e la Luna).
2alvolta si possono verificare delle eclissi parziali. In -uesto caso si effettua un occultamento
parziale. Inoltre, data l'ampiezza della superficie terrestre, solitamente un'eclissi totale in una certa
zona e parziale per il resto del pianeta.
Sin dalla met, degli anni Sessanta, la Luna stata visitata pi$ volte
dalle sonde spaziali americane inviate con o senza uomini a bordo. *i#
ha permesso di raccogliere numerosi dati dettagliati sulla morfologia e
la composizione della superficie lunare. In particolare le sonde
SurveIor hanno consentito un esame iniziale del suolo lunare, mentre
le missioni :pollo (tra il 3.=. e il 3.62) hanno portato sulla 2erra
molte decine di chilogrammi di materiale lunare, prelevato in zone di
natura geologica diversa.
+a tempo il mondo scientifico si interroga sulle possibilit, future di un soggiorno umano sulla
Luna. Il satellite infatti potrebbe fungere da base di lancio per le astronavi, facilitandone
enormemente il decollo, data la sua scarsa forza di gravit,. Inoltre la Luna potrebbe costituire un
ottimo luogo di osservazione per astronomi e astrofisici" grazie all'assenza di atmosfera e di
assorbimento delle radiazioni cosmiche, telescopi e radiotelescopi opererebbero in assenza di
-ualsiasi interferenza. Infine il nostro satellite potrebbe diventare un laboratorio privilegiato di
fisica, chimica e biologia" mancando di atmosfera e di agenti patogeni estranei, consentirebbe la
realizzazione di esperimenti altrimenti non attuabili. Le difficolt, di tali progetti sono enormi e al
momento non se ne prevede comun-ue l'attuazione.

"telle o pianeti. "telle o pianeti.
Bino a -ualche tempo fa, una delle convinzioni pi$ radicate tra gli astronomi, era che i due tipi di
corpi celesti denominati stelle e pianeti fossero oggetti con caratteristiche tali da differenziarli
nettamente.
8rano definite GstelleG tutti i corpi celesti a composizione gassosa nel cui interno si sviluppano
reazioni nucleari con la conseguente emissione di energia elettromagnetica. I pianeti, invece, erano i
corpi celesti di grandi dimensioni, gassosi o rocciosi, normalmente in orbita intorno a una stella ma
incapaci di emettere alcun tipo di radiazione propria.
?ueste convinzioni Ghanno rettoG fino a -uando, guardando al di fuori del sistema solare, si sono
scoperti corpi celesti che hanno un comportamento singolare" per la maggior parte della loro
esistenza si comportano come pianeti, salvo iniziare a un certo punto a emettere luce proprio come
una stella. Le prime conclusioni degli studi condotti su -uesti particolari corpi celesti risalgono agli
anni '= e alla stessa epoca risale la prima denominazione ufficiale per -uesta classe di oggetti
cosmici" nane brune.
&no degli aspetti pi$ difficoltosi stato trovare una chiave che permettesse di distinguere un
pianeta gigante da una piccola nana bruna, e una piccola nana bruna da una piccola stella.
E stato scelto di fare riferimento a un parametro che non legato alle dimensioni bensA alla massa di
-uesti corpi celesti, secondo la regola seguente" fino a 3; volte la massa di %iove si ha a che fare
con pianeti giganti, da 34 a 6 volte la massa di %iove si in presenza di nane brune, oltre ci si
trova di fronte a una vera e propria stella.
La scelta di svincolarsi dalle dimensioni stata pilotata dalla constatazione che un pianeta gigante
pu# avere un diametro superiore a -uello di una nana bruna, perch> -uest'ultima, nella sua
travagliata esistenza, soventemente subisce un Gcollasso gravitazionaleG in altre parole un vero e
proprio compattamento degli atomi che la compongono per le forti pressioni in gioco.
La massa, invece, presenta un riferimento ine-uivocabile" solo al di sopra di una massa superiore a
3; volte -uelle di %iove si pu# innescare la fusione nucleare del deuterio (una variet, di idrogeno
pesante) che d, luogo all'inizio dell'emissione di radiazioni, anche nel caso in cui altri elementi
presenti nel corpo celeste ne riducano gli effetti alla sola emissione di radiazioni infrarosse.
9a come riconoscere che si tratta di una nana bruna e non di una stellaQ
:bbiamo gi, definito la regola generale 5 fino a 3; volte la massa di %iove si ha a che fare con
pianeti giganti, da 34 a 6 volte la massa di %iove si alla presenza di nane brune, oltre ci si trova
di fronte a una vera e propria stella 5 vediamo ora il perch> -uesto limite possa realmente definire la
differenza tra nana bruna e stella.
Il confine fissato dal vincolo che tale massa (circa 6 volte -uella di %iove) -uella limite perch>
possa esserci una sufficiente -uantit, di litio, elemento che assente dalle stelle perch> distrutto
dalla loro temperatura, maggiore di -uella che le nane brune possono raggiungere.
9a un'altra differenza tra le stelle e le Gnane bruneG il loro destino.
Le prime sono destinate o a esplodere, come come supernovae, oppure a contrarsi in Gnane biancheG
(ministelle densissime). Le nane brune, invece, non potendo consumare tutto l'idrogeno del -uale
sono costituite, a causa del particolare tipo di reazione nucleare che avviene al loro interno, sono
destinate a un'esistenza pressoch> infinita, tanto che -ualcuno in maniera un p# fantasiosa le ha
definite gli unici serbatoi d'idrogeno dell'universo destinati a durare per l'eternit,.
La scoperta e lo studio di -uesti particolari corpi celesti relativamente recente, perch> le nane
brune sono oggetti difficilmente osservabili con le normali tecniche direttamente dalla superficie
terrestre. I normali telescopi non sono sufficienti, a meno di usare la tecnica della Ginterferometria
stellareG ossia la sovrapposizione di fasci di luce provenienti da una stessa sorgente ma raccolti da
strumenti separati.
: -uesto scopo sono state costruite coppie di telescopi operanti in parallelo, come -uelli
dell'osservatorio costruito sul monte 9auna Pea delle HaJaii composto da due telescopi con
specchio di 3 metri di diametro ubicati a /0 metri di distanza l'uno dall'altro.
*oncludiamo la nostra carrellata sulle nane brune (corpi celesti che per le loro caratteristiche si
trovano a met, tra stelle e pianeti) descrivendo -uale sia la teoria attualmente pi$ accreditata sulla
loro origine e che forse consentir,, -uando confermata, di classificarle definitavene tra le stelle o i
pianeti.
(er capire il meccanismo necessario riassumere -uale sia il processo con cui si formano le stelle e
i pianeti propriamente detti. Le stelle si formano per contrazione di una nube di gas e polveri che
iniziando a ruotare formano un enorme disco ruotante, al cui interno si formano i pianeti per
condensazione e accrescimento dei materiali contenuti nel disco stesso.
+a -uesta osservazione, unita a -uella che non sono state osservate nane brune fra i corpi che
accompagnano le stelle tradizionali, e che invece ne esistono alcune GlibereG all'interno della 7ia
Lattea, fanno propendere per una loro origine GstellareG pi$ che GplanetariaG.
8siste comun-ue un'altra teoria secondo la -uale le nane brune si formano anch'esse all'interno dei
dischi che circondano le stelle giovani, salvo poi ad allontanarsene per l'effetto gravitazionale
dovuto all'incontro con altre stelle. (er risolvere l'enigma gli astronomi hanno focalizzato la loro
attenzione all'ammasso stellare del 2rapezio, posto al centro della nebulosa di Mrione a circa 32
anni luce, contenente circa 3 stelle, la maggior parte delle -uali possono definirsi GneonateG.
:ltra particolarit, di -uesto ammasso che contiene un altissimo numero di Gnane bruneG.
+all'attenta osservazione delle nane brune presenti in -uesto ammasso si notato che anche le nane
brune presenti nello stesso ammasso presentano un disco simile a -uello che hanno tutte le stelle
vere e proprie all'atto della loro formazione, situazione che le accomunerebbe, -uindi alla categoria
delle stelle pi$ che a -uella dei pianeti.
/ianeti ipotetici /ianeti ipotetici
7i sono diversi pianeti o corpi planetari la cui esistenza non scientificamente supportata. @on di
meno, vi sono state nel passato o vi sono tutt'oggi credenze occasionali pseudo5scientifiche,
cospirazioni o gruppi religiosi volti ad accettare tali ipotesi come scientifiche e fondate. Si
distinguono dai pianeti immaginari della fantascienza per il fatto che -uesti gruppi credono nella
loro reale esistenza. 8sempi di -uesti pianeti ipotetici sono :ntiterra, Lilith, Polob, @ibiru e il
(ianeta D.
"ito%ra0ia "ito%ra0ia
http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_solare
http://www.ilsistemasolare.it/
http://www.castfvg.it/sistsola/pianeti/sistsol1.htm
http://www.astrosurf.com/cosmoweb/sistemasolare/
http://it.wikipedia.org/wiki/Pianeta_ipotetico
http://www.pd.astro.it/MOST!/"#$/!%&'1!ST.(TM
http://www.nautica.it/info/tecnica/stellep.htm
http://www.astronomia.com/%&&)/&*/11/riempito+il+buco+tra+stelle+e+pianeti/
http://it.wikipedia.org/wiki/Meteora

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