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Giuseppe Morganti

Maria Antonietta Tomei


Ancora sulla via Nova
In: Mlanges de l'Ecole franaise de Rome. Antiquit T. 103, N2. 1991. pp. 551-574.
Riassunto
Giuseppe Morganti et Maria Antonietta Tomei, Ancora sulla via Nova, p. 551-574.
Nell'ambito del dibattito sulla topografia del versante NE del Palatino, si propone un'identificazione del controverso tracciato dlia
via Nova repubblicana.
Con il riesame sistematico delle fonti antiche riferite ai singoli tratti della strada, unito ai risultati degli studi pi aggiornati e dei
molti scavi dell'ultimo decennio, si delinea un tracciato che tenta di sanare le aporie delle precedenti interpretazioni.
La ricostruzione proposta fa partire l'infima via Nova dalla porta Romanula nell'angolo N del colle, da cui si diramava anche il
Clivo della Vittoria. La via costeggiava poi il versante sul Foro, con un tracciato grosso modo coincidente con la strada,
denominata erroneamente Clivus
(v. retro) Victoriae, che attraversa la Domus Tiberiana. Quindi la summa via Nova terminava davanti alla Domus Flavia, nei pressi
del podio in cementizio identificato con il tempio di Giove Statore, nelle cui vicinanze si trovava la porta Mugonia, per la quale,
sulla base delle sue inedite relazioni di scavo, si ripropone l'identificazione di Pietro Rosa, che la riconobbe nei massi di tufo da
lui visti in profondit ai piedi dell'angolo NE della stessa Domus Flavia.
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Morganti Giuseppe, Tomei Maria Antonietta. Ancora sulla via Nova. In: Mlanges de l'Ecole franaise de Rome. Antiquit T.
103, N2. 1991. pp. 551-574.
doi : 10.3406/mefr.1991.1728
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5102_1991_num_103_2_1728
GIUSEPPE MORGANTI ET MARIA ANTONIETTA TOMEI
ANCORA SULLA VIA NOVA
II quadro storico e topografico dei versanti del Palatino prospicienti
il Foro e il Velabro resta ancora assai controverso, soprattutto per quanto
riguarda la viabilit. Su questo punto anche gli scavi in corso nell'area
(Domus Tiberiana, Lacus Iuturnae, Atrio di Vesta, ambienti tra via Nova e
clivo Palatino etc.) l hanno fornito dati esigui e sporadici, senza consentire
ancora un'attendibile ricostruzione complessiva. In attesa che un'indagi
ne archeologica organica permetta di risolvere definitivamente la questio
ne, si ritiene fin d'ora opportuno fornire un contributo utile al riesame di
alcuni punti ancora controversi.
Nella presente analisi, pur aggiungendo poco di nuovo rispetto a
quanto gi pubblicato sotto il profilo dei dati di scavo2, si portano all'at-
1 Relativamente all'area considerata in questo scritto hanno operato : il Dipar
timento di scienze della terra dell'Universit di Pisa nella zona fra la via Sacra e la
via Nova; l'Istituto svizzero di Roma nella Domus Tiberiana; l'American Academy
of Rome nell'area di Vesta; l'Istituto di Finlandia al Lacus Iuturnae; la British
School of Rome nel complesso di S. Maria Antiqua; l'Istituto di archeologia del
l'Universit di Roma al Tempio della Magna Mater.
2 Sui risultati degli scavi pi recenti si veda : per la zona fra la via Sacra e la
via Nova, AA.VV., Pendici settentrionali del Palatino, in BullCom, XCI, 2, 1986,
p. 422 sq. ; A. Carandini, // Palatino e le aree residenziali, in La grande Roma dei Tar-
quini (catalogo mostra, Roma, 12 giugno-30 settembre 1990), Roma, 1990, p. 79 sq.;
Id., Palatino. Campagne di scavo delle pendici settentrionali (1985-88), in Bollettino
di archeologia, 1-2, 1990, p. 159 sq.; per la Domus Tiberiana, AA.VV., Domus Tibe
riana, Nuove ricerche. Studi di restauro, Zurigo, 1985; C. Krause, Domus Tiberiana.
Risultati degli scavi 1984-1985, in BullCom, XCI, 2, 1986, p. 442 sq.; Id., Domus
Tiberiana. Progetto di studio e di restauro, in Roma. Archeologia nel centro, 1, Roma,
1986, p. 158 sq.; E.Monaco, Domus Tiberiana. Il versante nord-occidentale, in
Roma. Archeologia nel centro, 1, p. 170 sq.; per l'area di Vesta, R. T. Scott, Regia-
Vesta 1987, in QuadAEI, 16, 1988, p. 18 sq.; per il Lacus Iuturnae, AA.VV. (a cura di
E. M. Steinby), Lacus Iuturnae, I, Roma, 1989; per il complesso di S. Maria Anti
qua, H. Hurst, Nuovi scavi nell'area di S. Maria Antiqua, in QuadAEI, 16, 1988,
p. 13 sq.; per il Tempio della Magna Mater, P. Pensabene, L'area sud-ovest del Pala
tino, in La grande Roma dei Tarquini, p. 86 sq.
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tenzione alcune osservazioni, rese possibili a chi scrive dalla frequentazio
ne dell'area e dall'attivit di coordinamento dei diversi cantieri che vi
operano.
Il punto forse pi incerto della topografia dell'ambito considerato, in
grado di dirimere con la sua soluzione ulteriori controversie, riguarda la
definizione del tracciato della via Nova.
ormai acquisito che la strada che corre lungo la pendice NE del
Palatino, terminando un poco a monte dell'Arco di Tito, comunemente
denominata via Nova, non la via Nova repubblicana di cui parlano le
fonti, ma un tracciato di epoca imperiale; ci, evidente gi nel rapporto
tra le strutture e la via, stato ampiamente confermato dai nuovi scavi3.
In aggiunta all'ipotesi di una via Nova posta sul piano del Foro4 e alle
discussioni che ne sono seguite 5, di recente si tentato di formulare inter-
pretazioni diverse6 e di ripensare l'intera questione in termini nuovi7,
anche in base ai risultati delle ultime indagini8.
Localizzare la via Nova equivale in definitiva a definirne gli estremi
(nfima e summa Nova via) e a ipotizzare un percorso che si accordi sia
con le fonti antiche che con la topografia e i dati di scavo.
Infima Nova via
Varr ling. V, 43-44 :
Itaque eo ex urbe advehebantur ratibus, cuius vestigia, quod ea qua turn (advectum)
dicitur Velabrum, et unde escendebant ad (in) f imam Novam viam locus sacellum
(Ve) labrum.
Inoltre si veda : AA.VV., Ambienti tra via Nova e clivo Palatino, in BullCom,
XCI, 2, 1986, p. 411 sq.; R. Santangeli Valenzani e R. Volpe, Via Nova, in BullCom
(in stampa).
3 R. Santangeli Valenzani e R. Volpe, Ambienti fra via Nova e clivo Palatino.
Lo scavo, in BullCom, XCI, 2, 1986, p. 416 sq.
4 F. Coarelli, // Foro Romano, I (Periodo arcaico), Roma, 1983, particolarmente
p. 227 sq.
5F. Castagnoli, Ibam forte via Sacra, in Topografia romana. Ricerche e
discussioni, in QuadTopAnt, 10, 1988, p. 99 sq.
6 M. A. Tomei, Ambienti fra via Nova e clivo Palatino. La topografia, la storia, gli
scavi, in BullCom, XCI, 2, 1986, p. 411 sq.; Ead., Scavi e restauri nel settore nord-est
del Palatino, in QuadAEI, 14, 1987, p. 70 sq.
7 Santangeli Valenzani e Volpe, Via Nova, art. cit. a nota 2.
8 E. M. Steinby, Lacus Iuturnae 1982-83, in Roma. Archeologia nel centro, 1,
p. 77 nota 14, esclude, in base agli scavi, l'esistenza di tracce della via Nova sul
piano del Foro.
ANCORA SULLA VIA NOVA 553
Ovid. Fast VI, 395-416 :
Forte revertebar festis Vestalibus ilia,
qua Nova Romano nunc via iuncta foro est;
hue pede matronam vidi descendere nudo :
Cic. de div. 1, 45, 101 :
. . . a luco Vestae, qui a Palati radice in Novam viam devexus est. . .
Liv. V, 32, 6 :
. . . in Nova via, ubi nunc sacellum est supra aedem Vestae . . .
Gell. 16, 17.2 :
'Nam sicut Aius ' inquit 'deus appellatus araque ei statuta est, quae est infima Nova
via', (cfr. anche Liv. V, 50.6 e V, 52.11).
Varr ling. V, 164 :
Praeterea intra muros video portas did in Palatio Mucionis a mugitu. . .; alterant
Romanulam, ab Roma dictant, quae habet gradus in Nova via ad Volupiae sacel
lum.
Varr ling. VI, 23-24 :
Hoc sacrificium fit in Velabro qua in Novam viam exitur, ut aiunt quidam ad
sepulcrum Accae, ut quod ibi; prope faciunt diis Manibus servilibus sacerdotes;
qui uterque locus extra urbem antiquam fuit non longe a porta Romanula, . . .
Fest. 318 L :
Romanam portam vulgus appellai, ubi ex epistylio defluii aqua; qui locus ab antiquis
appellari solitus est statuae Cinciae, quod in eo fuit sepulcrum eius familiae. Sed port
a Romana instituta est a Romulo infimo clivo Victoriae; qui locus gradibus in qua-
dram formatus est. Appellata autem Romana a Sabinis praecipue quod ea proximus
aditus erat Romam.
Fest. 319 L :
Romana porta apud Romam a Sabinis appellata est, quod per earn proximus eis adi
tus esset.
Concordemente le fonti mettono in relazione l'infima Nova via con la
porta Romana (o Romanula)9, a sua volta in collegamento con le paludi
del Velabro, che anteriormente alla bonifica giungevano all'atrio di Vesta
e al sacello di Giuturna10; non sembrano quindi sussistere dubbi che la
strada iniziasse dalla porta Romana nei pressi dell'angolo del Palati
no11.
9 Cfr. F. Castagnoli, Note sulla topografia del Palatino e del Foro Romano, in
ArchCl, 16, 1964, p. 173 sq.
10 Coarelli, Foro Romano I, op. cit. a nota 4, p. 228.
11 Cfr. G. Lugli, Roma antica. Il centro monumentale, Roma, 1946, p. 404;
Castagnoli, Topografia, art. cit. a nota 9, p. 181-183; Coarelli, Foro Romano I, op.
cit. a nota 4, p. 229 e p. 231, n. 23.
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Maggiori incertezze si hanno nella definizione della quota sul Foro a
cui la porta e la relativa cinta muraria dovevano trovarsi. La porta Roma
na messa in relazione da Varrone (quae habet gradus in Nova via ad
sacellum Volupiae) e da Festo (qui locus gradibus in quadram formatus
est) con un percorso a gradini. Attualmente sono visibili nell'angolo
del Palatino resti di un piano inclinato in tufo, pertinente a un percorso
in salita, probabilmente alternato a scalini, comunemente detto scale
greche . Si tratta con ogni probabilit di un tracciato molto antico : sia
per il carattere del percorso12, sia perch poggia direttamente sul tufo
vergine del Palatino, messo in luce da limitati saggi qui effettuati13.
assai probabile dunque che questi siano i gradus cui le fonti sopra menz
ionate collegano la porta Romana. Tale localizzazione concorderebbe
con l'altra testimonianza di Festo, che dice che la porta era detta Romana
dai Sabini perch per essi, stanziati sul Campidoglio, era la pi prossima
per entrare a Roma (Fest. 318 L).
Collocare porta Romana e via Nova in prossimit delle scale gre
che permette di precisare meglio la collocazione planimetrica di questo
importante nodo topografico : ma a quale livello della salita la via incon
trava la porta? In basso, a mezza costa in alto?
L'ipotesi di un'infima via Nova sul piano del Foro, trasporterebbe in
basso tale punto d'incontro, con la conseguenza che in tal caso la strada
verrebbe a passare al di sotto delle scale greche14, per cui sarebbe
impossibile far convergere in un unico punto i tre elementi : porta, scale e
via.
Analoghi problemi comporterebbe localizzare porta e via a met pen
dio 15. Cos facendo, l'infima via Nova repubblicana verrebbe a coincidere,
in tutto in parte, con la strada neroniana che oggi a torto reca tale
nome. Solo planimetricamente per, che i due tracciati non possono pen
sarsi alla medesima quota : a ci si oppone la presenza di muri in retico
lato, il cui spiccato si trova a circa 4,00 m al di sopra della odierna via
imperiale ; una strada repubblicana non potrebbe che essere pertinente a
12 Si tratta infatti di un percorso di crinale, considerato Costante tipica . . .
(che) realizza il primo legame dialettico tra la struttura fisica di un territorio e la
sua utilizzazione antropica. Dizionario di architettura e urbanistica, Roma, 1968,
voi. II, p. 109, s.v. crinale.
13 Monaco, Domus liberiana. Il versante. . ., art. cit. a nota 2, p. 175.
14 Cfr. Coarelli, Foro Romano I, op. cit. a nota 4, pianta p. 33, fig. 6.
15 la proposta affacciata in Santangeli Valenzani e Volpe, Via Nova, art. cit.
a nota 2.
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tali muri e quindi dovrebbe trovarsi pi in alto della Via Nova neronia-
na16; ma questo, tra l'altro, determinerebbe un problema di quote nel
punto d'incontro con le scale greche.
A questi argomenti si possono aggiungere alcune considerazioni sulle
fonti e sui rapporti fra orografia e topografia del colle.
Sotto il profilo letterario, Livio pone Nova via supra aedetn Vestae;
secondo Varrone dal Velabro si saliva all'infima via Nova ( . . . Velabrum,
et unde escendebant ad infimam Novam viam ...); Ovidio, bench con
riferimento al periodo augusteo, assiste ad una scena che si svolge su una
scala congiungente la via Nova col Foro Romano {Forte revertebar festis
vestalibus Ma/ qua Nova Romano nunc via iuncta foro est ).
Tutti questi autori inducono concordemente a ritenere la via Nova
sensibilmente pi in alto sia del Velabro che del tempio di Vesta e di tutto
il Foro Romano; infine l'espressione ciceroniana a luco Vestae, qui a
Palatii radice in Novam viam devexus est , non potendo la radice del Pala
tino essere che il limite inferiore del colle, conferma che la via Nova, e
con essa la porta Romana, doveva stare in alto17.
Quanto a questioni di ordine topografico, sappiamo che la porta si
apriva nella primitiva cinta di mura. piuttosto immediato immaginare il
nucleo arcaico come xrn'arx alta sul colle : un circuito difensivo sarebbe
pi difficilmente concepibile ai piedi del rilievo. Occorre osservare che gli
altri resti di mura arcaiche noti sul Palatino si trovano per lo pi nella
parte alta dei relativi versanti18; per quello NO ci pu essere facilmente
supposto anche per la presenza delle paludi del Velabro, che avrebbero
impedito opere fortificate in basso. Per estensione quindi si pu ragione
volmente pensare che anche sull'angolo i tratti di mura convergenti
nella porta Romana si trovassero ad una certa altezza.
16 L'apparente contraddizione di una strada pi antica posta pi in alto di una
pi recente, si spiega tenendo conto che, dopo l'incendio del 64, il fianco della col
lina fu sbancato per far posto al nuovo assetto urbano.
17 L'altra possibile configurazione sarebbe quella di un bosco di Vesta esteso
dalla radice del colle a una via Nova sul piano del Foro, ma in aggiunta alle obie
zioni gi accennate, osterebbe il termine devexus, che implica la nozione di esten
dersi in pendio. Sul punto d'inizio della pendice del Palatino, si veda anche G. Ca-
rettoni, La Domus virginum Vestalium e la Domus Publica del periodo repubblica
no, in RendPontAcc, 51-2, 1978-80, p. 325 sq.
18 Lugli, Roma antica, op. cit. a nota 11, p. 203; Castagnoli, Topografia, art. cit.
a nota 9, p. 180; stato gi osservato che uno dei pochi punti noti della cinta murar
ia ricavabili dalle fonti (il supercilium scalarum Caci di cui parla Solino, I, 17), si
trova sulla cresta del colle all'angolo SO; cfr. V. Basanoff, Pomerium Palatinum,
in MemLinc, 1939, IX, p. 3-111, p. 24.
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Illustration non autorise la diffusion
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Fig. 1 - Palatino. Blocchi in tufo rinvenuti fra la via Sacra e la via Nova.
Del resto le strutture murarie in blocchi rinvenute anche di recente a
quote pi basse su questo lato del colle (fig. l)19 sono tutte molto limitate
e la loro interpretazione come resti della primitiva cinta muraria, basata
sulla coincidenza con l'allineamento di uno dei lati del pomerio di cui
parla Tacito (Annal XII, 24), necessita di altre conferme.
Non si dimentichi inoltre quanto sia ancora dibattuto il significato
del termine pomerium, concetto essenzialmente religioso e invece assai
incerto dal punto di vista fisico; in ogni caso pi facilmente pensabile
19 E. Papi, Pendici settentrionali del Palatino, in BullCom, XCI, 2, 1986, p. 436;
A. Carandini, // Palatino e le aree residenziali, art. cit. a nota 2, p. 82 e Id., Palatino.
Campagne di scavo, art. cit. a nota 2. Tratti di muri in blocchi sono stati rinvenuti
anche nei pressi dell'angolo fra la via Nova e il clivo Palatino; vedi: AA.VV.,
Ambienti tra via Nova, art. cit. a nota 2, passim.
Il fatto che la tecnica costruttiva in blocchi di tufo sia stata la pi diffusa dal
l'et arcaica fino alla tarda repubblica, usata indistintamente in manufatti di ogni
tipo (muri di cinta, di terrazzamento, fogne, edifici etc.), complica la situazione
rendendo spesso assai difficile interpretare le strutture rinvenute e definirne la
funzione.
ANCORA
SULLA VIA NOVA 557
come una fascia di terreno sacro esterna alle mura, che non con esse
coincidente20. Le considerazioni esposte sembrano dunque sufficienti per
ipotizzare che le scale greche si congiungessero con l'infima via Nova
nei pressi della porta Romana, in un punto esterno alle mura21, sull'angol
o settentrionale del colle, nella parte alta della pendice.
La questione dell'infima via Nova porta con s (Fest., 318 L) il proble
ma della collocazione dell' infimus clivus Victoriae, che dalla stessa porta
Romana saliva sulla sommit del colle dov'era collocato il tempio della
Vittoria22 (Dionis., I, 32.5).
questo uno dei tanti problemi della topografia romana che si reg
gono sul sottile gioco delle fonti23; in realt l'identificazione del clivo
della Vittoria con la strada che corre esternamente alla Domus Tiberiana,
passando alle spalle della chiesa di S. Teodoro (basata dal Lanciani su un
frammento della Forma Urbis messo in discussione da studi successivi)24,
riacquista oggi un notevole grado di attendibilit, alla luce dei nuovi scav
i.
Infatti le campagne d'indagine condotte nell'area della Magna Ma-
ter25 hanno portato a individuare una strada, preesistente al complesso,
che correva sotto la grande platea sostruita davanti al tempio di Cibele.
La via, divenuta in seguito teda, proseguiva oltre l'angolo SO dell'area,
scendendo a valle per mezzo di terrazzamenti artificiali di cui restano
20 Cfr. V. Basanoff, Pomerium, art. cit. a nota 18, p. 11-33. Occorre sottolineare
che le fonti antiche in nostro possesso (Varr, ling. V, 143; Serv., ad Aen., V, 755;
Gell., XIII, 14; Liv., I, 44; Tac, Annal., XII, 24; Solin., I, 17) identificano il pome
rium con il sulcus tracciato dall'aratro nel rito di fondazione della citt e che il
limite del terreno sacro viene definito non da muri, ma da cippi posti sui vertici
degli allineamenti ( Cippi pomerii stani et circum Ariciam et circum Romam , Var
r, ling. V, 143). Sul significato di pomerium cfr. De Vit, Lexicon, IV, p. 725, s.v.
pomerium.
21 Cfr. Castagnoli, Topografia, art. cit. a nota 9, p. 182; Coarelli, Foro Roma
no I, op. cit. a nota 4, p. 228.
22 Castagnoli, Topografia, art. cit. a nota 9, p. 185.
"Ibidem, p. 181.
24 R. Lanciani, FUR, Roma-Milano, 1893-1901, foglio 29. G. Carettoni, A.M.
Colini, L. Cozza e G. Gatti, La pianta marmorea di Roma antica (Forma Urbis
Romae), Roma, 1960, p. 109 sq.; E. Rodriguez Almeida, Forma Urbis Marmorea (a
ggiornamento generale 1980), tav. Ili, p. 65 sq.; inoltre S. B. Platner and Th. Ashby,
A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford, 1929, p. 126, s.v. Clivus Victo
riae.
25 P. Pensabene, Area sud-occidentale del Palatino, in Roma, Archeologia nel
centro, 1, Roma, 1985, p. 179 sq.; Id., Scavi nell'area del Tempio della Vittoria e del
Santuario della Magna Mater sul Palatino, in QuadAEI, 16, 1988, p. 54 sq.
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Fig. 2 - Palatino. Sostruzioni in tufo del Clivo della Vittoria (dietro S. Teodoro).
ancora notevoli tracce (fig. 2). Poich nella struttura templare a E della
Magna Mater le indagini hanno permesso di riconoscere il tempio dedica
to alla Vittoria, viene spontaneo identificare nella strada in questione il
Clivus Victoriae*. Del resto, nella definizione del successivo tracciato del-
26 P. Pensabene, Ottava campagna di scavo nell'area sud-ovest del Palatino in
QuadAEI, 11, 1985, p. 149-151; Id., Area sud-occidentale Palatino, art. cit. supra, p. 183-187; P. T. Wiseman, The temple of Victory on the Palatine, in Ant], 61, 198l] p. 35-52; Id., Conspicui postes tectaque digna deo : the public image of aristocratic
ANCORA SULLA VIA NOVA 559
la via, dall'angolo del Palatino in poi, quale ipotesi si accorda meglio
con le fonti di quella che lo fa scendere lungo il fianco del colle fino a
terminare alla porta Romana?
Sembrava contrastare con questa ipotesi la pendenza, contraria a
quella che ci si aspetterebbe in un clivo27, della strada oggi visibile, che
dal punto d'origine (la porta Romana sull'angolo N) inizialmente scende
ad un punto pi basso (dietro S. Teodoro) e poi prende a salire (verso
l'area della Magna Mater); ma ogni aporia cessa se si riflette che la porta
Romana doveva trovarsi ad una quota pi bassa di qualche metro rispetto
al livello stradale attuale, per cui il clivo non scendeva, ma, dopo un pr
imo tratto inizialmente pianeggiante, gradualmente saliva verso l'angolo
del colle, per ricollegarsi alla via teda e infine giungere al tempio della
Vittoria.
L'originaria identificazione di questa strada con il Clivus Victoriae
port, per superare la contraddizione derivante dalla pendenza apparen
temente anomala, ad estendere arbitrariamente la denominazione anche
alla strada che dall'angolo del colle sale attraverso la Domus Tiberiana,
passando sotto le Uccelliere Farnese28.
Dare lo stesso nome, quasi fossero l'una il prolungamento dell'altra,
a due strade divergenti con origine nella porta Romana, fu una forzatura,
necessaria per far raggiungere al clivo cos identificato la sommit del
colle (su cui doveva trovarsi il tempio)29, passando sull'altro versante del
Palatino.
and imperial houses in the late republic and early empire, in L'Urbs. Espace urbain
et histoire, Roma, 1987, p. 393 sq., particolarmente p. 399. Sembra inoltre dare ulte
riore sostegno a questa identificazione il ritrovamento di due frammenti di iscrizio
ni alla Vittoria nei pressi della chiesa di S. Teodoro (CIL VI 31059; 31060).
27 La menzione nei testi di un vicus Victoriae riferita alla stessa strada pu
intendersi come riferita alla parte iniziale pianeggiante del percorso, sul piano del
Velabro ; cf r. S. Panciera, 'Olearii ', in The seaborne commerce of ancient Rome.
Studies in archaeology and history (MAAR, 36, 1980), p. 235-250, particolarmente
238-241. Sull'uso talora indifferenziato del termine clivus-vicus si veda: J. Andr,
Les noms latins du chemin et de la rue, in RevtLat, 28, 1950, p. 104 sq., particola
rmente p. 120, s.v. clivus.
28 Pietro Rosa scav la Domus Tiberiana negli anni 1861-70; fu lui a dare il
nome di Clivus Victoriae alla strada che attraversa il complesso tiberiano, indica
zione che, riportata nelle piante degli scavi, rimasta in uso fino ad oggi. Fu pro
babilmente la pendenza della strada, che si inerpica sulla sommit del Palatino,
dove le fonti collocano il tempio della Vittoria, a influire su tale identificazione,
peraltro non supportata da altre evidenze.
29 Quest'ultimo infatti, pur senza riscontri archeologici convincenti, era stato
variamente ipotizzato sulla sommit del Palatino (cfr. R. Lanciani, Ruins and exca-
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Quindi il recente riconoscimento del tempio della Vittoria sull'angolo
del colle restituisce credibilit all'identificazione del clivus Victoriae,
limitandola al solo tratto dietro S. Teodoro e fa scartare, sulla base delle
precedenti osservazioni, quella denominazione per la via che ancor oggi
attraversa il complesso tiberiano.
Il tracciato
II tratto, concordemente datato ad et tardoimperiale 30, del fin qui
creduto clivo della Vittoria (fig. 3) che passa per la Domus Tiberiana,
ricalca una via molto pi antica, risalente almeno all'et repubblicana.
Ci suggerito innanzitutto da osservazioni di carattere topografico :
infatti l'irregolarit del tracciato, che si snoda con andamento anomalo
rispetto all'impianto architettonico del complesso31, ne indica la preesi
stenza. Una conferma ne il condizionamento che la Domus Tiberiana
sub per inglobarla all'interno, fino a farne una via tecta32.
Si aggiunga che gli scavi, condotti a varie riprese dal 1970 ed ancora
in corso, hanno messo in luce basoli, visibili in sezione sul lato S della
strada ad una quota inferiore di circa un metro rispetto alla strada attual
e. Inoltre sono state scavate, su entrambi i lati della via, strutture di
domus repubblicane33, che danno importanti indicazioni per la ricostru
zione dell'area in epoca preimperiale e confermano che i successivi inter
venti domizianei e adrianei del complesso originario furono planimetrica
mente determinati dalle preesistenze34.
vations, Londra, 1987, p. 146, fig. 54) e da taluni riconosciuto nel grande basament
o lungo il clivo Palatino davanti al palazzo dei Flavi (cfr. Castagnoli, Topografia,
art. cit. a nota 9, p. 185-186).
30 Monaco, Domus Tiberiana. Il versante. . ., art. cit. a nota 2, p. 172.
31 Anomala la tortuosit della via, di per s probabile indice di un percorso
assai antico, che assecondava l'orografia; le strutture dell'ampliamento adrianeo
poi, anzich modificarlo, risentono dell'orientamento della strada, preferendo all
inearsi ortogonalmente ad essa piuttosto che mantenere la perpendicolarit del
tracciato dei nuclei preadrianei.
32 L'inserimento, all'interno degli ampliamenti di alcuni complessi, di strade
dapprima esterne ad essi, una costante tipica : per rimanere nell'ambito del Pala
tino, si pensi all'analogia con il clivo della Vittoria sull'angolo O, incorporato dal
complesso di Cibele e trasformato in via tecta.
33 Le strutture in opera reticolata di cui si parlato a proposito dell'infima via
Nova sono riferibili a queste domus.
34 Monaco, Domus Tiberiana. Il versante. . ., art. cit. a nota 2, p. 175.
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ANCORA SULLA VIA NOVA 561
Fig. 3 - Palatino. Il tratto del cosiddetto Clivo della Vittoria che attraversa
la Domus Tiberiana.
Infine i carotaggi eseguiti in alcuni punti cruciali lungo il Clivo della
Vittoria e negli ambienti ai lati di esso35, bench dati frammentari di
una situazione sottofondale complessa, hanno evidenziato in maniera
chiara che lo spessore archeologico sotto la strada minore (3-4 m) che
non ai lati di essa (circa 6 m). Ci autorizzerebbe a ritenere che sotto il
tracciato attuale non si trovino strutture, ma solo resti di precedenti per
corsi, concordando con l'ipotesi di un tracciato viario di et repubblicana
presente ad una quota di qualche metro al di sotto dell'attuale.
Se dunque da scartare, anche in base agli scavi condotti al Lacus
Iuturnae e all'atrio di Vesta36, l'ipotesi di una via Nova che corra ai piedi
35 Carotaggi sono stati condotti per conto della Soprintendenza archeologica di
Roma dalla soc. Geosonda nel 1983-85 in vari punti e a vari livelli della Domus
Tiberiana. La documentazione conservata presso l'archivio della Soprintendenz
a.
36 Per la zona del Lacus Iuturnae cf r. nota 6 ; per l'area della Regia, cf r. Scott,
Regia-Vesta, art. cit. a nota 2, p. 23.
562
GIUSEPPE MORGANTI ET MARIA ANTONIETTA TOMEI
del Palatino, scarsi sono anche gli elementi per collocarla sullo stesso
tracciato dell'attuale strada di et neroniana37. Infatti indagini recenti38
hanno permesso sia di escludere una precedente strada sotto quella visi
bile, dove sono stati invece messi in luce resti di una casa repubblicana,
sia di confermare la datazione protoimperiale del tracciato, mediante
osservazioni e confronti della fogna ad esso pertinente39.
Va notato che l'andamento delle strutture in conglomerato cementiz
io e in opera reticolata visibili su un lato della strada, considerato el
emento decisivo per un tracciato, ipotetico, della via Nova repubblicana
coincidente con quello imperiale40, si adatta invece perfettamente a quel
lo del clivo della Vittoria . Non solo : va osservato che lo spiccato dei
muri repubblicani superstiti porta a supporre una via Nova posta a qual
che metro pi in alto di quella neroniana e, dal momento che la strada
pi a monte in epoca repubblicana doveva situarsi, come abbiamo gi
osservato, qualche metro pi in basso, si verrebbe a creare l'improbabile
situazione di due strade pi meno alla stessa quota, a pochissima
distanza l'una dall'altra e con la stesso andamento (fig. 4).
C' un'ultima osservazione da fare : tutta le pendice del Palatino ver
so la via Sacra fu sempre la zona residenziale preferita dalla nobilitas.
Qui la tradizione pone la casa di Tarquinio Prisco (Liv. I, 41.4); su questo
versante era situata l'abitazione di Cicerone, gi di Druso (Pseu. Ascon.,
Ad Cic. Verr., 1, 2 59. 154); la casa di Clodio, gi di Scauro (Cic. har. 15);
quella di Catulo (Pun. not. 17, 1) che occupava, ingrandita, l'area della
casa di Fulvio Fiacco, distrutta da Clodio (Cic. dom XLIV; Au. IV, 2-3). Gli
scavi hanno messo in luce una grande quantit di strutture di domus
repubblicane su tutto il fianco della collina41 : l'esistenza di una strada
37 E. B. Van Deman poneva l'infima via Nova dietro il sacello di Giuturna, sul
piano del Foro; cfr. E. B. Van Deman, Atrium Vestae, Washington, 1909, p. 13; Ead.,
The Sullan forum, in JRS, 12, 1922, p. 5, 11, 19.
38 Santangeli Valenzani e Volpe, Ambienti via Nova scavo, art. cit. a nota 2,
p. 418.
39 La fogna in questione stata esplorata nel 1988, con la preziosa assistenza
del sig. E. Tollis della Soprintendenza e del sig. V. Berardi della ditta Vi.Be. ; a loro
vanno i nostri ringraziamenti. La struttura, a cappuccina in opus reticulatum di
grossolana fattura, con spallette in blocchetti di tufo e rifacimenti in laterizio, tro
va un confronto con una struttura analoga di et domizianea, rinvenuta negli scavi
del Celio ; cfr. C. Pavolini, Caput Africae, I (in preparazione).
40 Santangeli Valenzani e Volpe, Via Nova, art. cit. a nota 2.
41 Anche P. Rosa, durante gli scavi condotti nell'area rinvenne numerose
strutture in reticolato riferibili ad epoca tardo-repubblicana (vedi P. Rosa, Scavi
Illustration non autorise la diffusion
ANCORA SULLA VIA NOVA 563
Fig. 4 - Palatino. La pendice verso la via Sacra con l'indicazione dei livelli
della viabilit.
piuttosto in alto sul versante del colle e non troppo vicina alla via Sacra,
che assolvesse alla funzione di collegamento tra queste abitazioni, estese
fino alla sommit del Palatino, dunque una necessit indiscutibile.
Quindi, invece di cercarla dove non c', ci sono validi motivi per iden
tificare la via Nova con il primitivo tracciato della strada, fin qui creduta
clivo della Vittoria, che gi esiste e che presenta una sorprendente con
comitanza di dati di scavo, fonti antiche e osservazioni topografiche :
infatti essa iniziava, insieme al vero clivo della Vittoria, nell'angolo del
Palatino, in prossimit della porta Romana, sopra il Velabro e l'area di
Vesta ; al termine di un percorso molto antico ascendente mediante gradi
ni dal Foro Romano; inoltre col suo tracciato condizion fortemente e a
lungo lo sviluppo del tessuto urbano di tutta l'area.
del Palatino, in Annlnst, 1865, p. 346 sq.), confermando l'estensione, su tutto il ver
sante del colle, di domus di questa et.
564
GIUSEPPE MORGANTI ET MARIA ANTONIETTA TOMEI
Summa Nova via
Solin. 1, 24 :
. . . Tarquinius Priscus ad Mugoniam portant, supra summam Novam viam.
Liv. I, 41, 4 :
Cum clamor impetusque multitudinis vix sustineri posset, ex superiore parte aedium
per fenestras in Novam viam versas - habitabat enim rex ad Iovis Statoris - populum
Tanaquil adloquitur.
Plin. nat. XXXIV, 13, 28-29 :
. . . cum feminis etiam honore communicato Cloeliae statua equestri, . . . hanc pri-
mam cum Coclitis publie dicatam crediderim - e diverso Annius Fetialis equestrem,
quae fuerit contra Jovis Statoris aedem in vestibulo Superbi domus, Valeriae fuisse,
Publicolae consults filiae, . . .
Liv. 2, 13, 11 :
Pace redintegrata Romani novam in femina virtutem novo genere honoris, statua
equestri, donavere : in summa Sacra via fuit posita virgo insidens equo.
Ovid. Trist. 3, 1, 31-34:
Inde petens dextram 'Porta est' ait 'ista Palati,
hic Stator, hoc primum condita Roma loco est '.
Singula dum miror, video fulgentibus armis
conspicuos postes tectaque digna deo.
Plut. Cic. 16, 3 :
' , -
' , ,
.
Questione non meno controversa e dibattuta quella che riguarda
l'identificazione della summa Nova via, che le fonti collegano alla porta
Mugonia e al tempio di Giove Statore, concordemente collocato fuori del
la porta stessa42.
La ricostruzione tradizionale pone la summa via Nova presso l'Arco
di Tito, basandosi sull'identificazione del tempio di Giove Statore con il
42 Ovid. Fast. 6, 793 sq. ; cf r. anche A. Ziolkowsky, The Sacra Via and the tem
ple of Iuppiter Stator, in OpRom, XVII, 17, 1989, p. 225-239, p. 234. Sulla posizione
di questo tempio cf r. : ps. Cic. or. pr. qu. in ex. iret 24 : teque, Iuppiter Stator,
quem vere huius imperii statorem maiores nostri nominaverunt, ... in Palati radi
ce. .. est conlocatum; si veda anche Ziolkowsky, cit., p. 235.
Il nome di Porta Mugonia noto solo dalla tradizione antiquaria (Varrone,
Dionigi, Solino); Livio la chiama semplicemente vetus porta palatii (1, 12, 3); cfr.
anche Plutarco (Cic. 16, 3) e Ovidio (Fast. 6, 792; Trist. 3, 1, 32).
ANCORA SULLA VIA NOVA 565
basamento in cementizio e blocchi di travertino e peperino situato a E
dell'arco43.
Recenti ipotesi, basate su nuove interpretazioni dei testi antichi, han
no rivoluzionato tale identificazione, con lo spostamento della summa
Nova via, insieme alla porta Mugonia, presso il cosiddetto Tempio di
Romolo, in cui si proposto di identificare il tempio di Giove Statore44.
Sull'interpretazione tradizionale senz'altro pes la presenza della Via
Nova neroniana, la cui confluenza nel clivo Palatino presso l'Arco di Tito,
insieme alla vicinanza di un podio che si prestava ad essere creduto quel
lo del tempio di Giove Statore, avevano indotto a supporre col, a livelli
ovviamente pi bassi, la summa via Nova preneroniana.
Un'altra recente identificazione, basata su un breve tratto di basolato
venuto in luce sul lato destro del cosiddetto clivo Palatino45, per l'esiguit
del tratto stradale osservato e nell'impossibilit di verificarne, allo stato
delle conoscenze, l'effettivo inquadramento topografico, rimane in attesa
di una verifica.
Pertanto la summa Nova via, a differenza deli'
infima, che vedeva
almeno un punto di convergenza delle varie tesi nell'angolo del Palati
no, continua a fluttuare, senza veri riscontri archeologici, in funzione
soprattutto del diverso modo di intendere le fonti. Per questi motivi non
sar inutile arricchire i dati del dibattito in corso, riportando alcuni dati
43 Lugli, Roma antica, op. cit. a nota 11, p. 240 sq. Si veda anche l'originale pro
posta di identificare il massiccio presso l'Arco di Tito con il tempio di Giove Propu
gnatore : cfr. M. Torelli, Culto imperiale e spazi urbani in et flavia, in L'Urbs.
Espace urbain et histoire, op. cit., p. 563-582.
44 Per l'identificazione del tempio di Romolo con il tempio di Giove Statore cfr.
Coarelli, Foro Romano I, op. cit. a nota 4, p. 29; Id., L'Urbs e il suburbio, in Societ
romana e Impero tardoantico. Roma : politica, economia, paesaggio urbano, II, Bari,
1986, p. 3-58, 395-412. Nonostante le discussioni alimentate dal nuovo assetto topo
grafico delineato (Castagnoli, Ibam forte, art. cit. a nota 5, p. 102-104; Ziolkowsky,
The Sacra Via, art. cit. a nota 42), la nuova ipotesi continua ad essere molto seguita
e a stimolare ulteriori elaborazioni (cfr. tra gli altri, A. Carandini, Domus e insulae
sulla pendice settentrionale del Palatino, in BullCom, XCI, 2, 1986, p. 263 sq.).
probabile che nell'identificazione del tempio di Giove Statore con quello di
Romolo abbia giocato un ruolo non secondario la possibilit di ritenere coincident
i, in base all'interpretazione delle testimonianze parallele di Plinio e di Livio, la
summa Nova via e la summa Sacra via. Tale supposizione ha indotto allo sposta
mento dei tratti terminali di entrambe le strade in un punto che permettesse di
superare le gravi aporie che essa (l'interpretazione tradizionale) comporta; cfr.
Coarelli, Foro Romano I, op. cit. a nota 4, p. 37.
45 Tomei, Scavi e restauri Palatino, art. cit. a nota 7, p. 70 sq. ; Santangeli Valen-
zani e Volpe, Via Nova, art. cit. a nota 2.
566 GIUSEPPE MORGANTI ET MARIA ANTONIETTA TOMEI
desunti da appunti inediti di Pietro Rosa46, che scav gli Orti farnesiani
per conto di Napoleone III nel periodo 1861-70.
L'area compresa fra l'Arco di Tito e la Domus Flavia venne in gran
parte indagata nel corso degli anni 1866-67, anche allo scopo di ritrovare
l'accesso ai Palazzi dalla parte del Foro. Gi all'inizio del 1862 Nello
sgomberare intieramente dalle terre . . . (gli) edif izi esistenti tra le Uccel-
liere e la via di S. Bonaventura47 Rosa annuncia ...il discoprimento
del celebre Clivo Palatino ancora lastricato del suo gigantesco selciato e
precisamente in prossimit e parallelo al muro di limite con la via di S.
Bonaventura. . ,48, introducendo una denominazione (clivo Palatino) ine
sistente nell'antichit49 che contribuir a confondere ulteriormente la gi
incerta toponomastica del colle.
Il 1866 venne in gran parte speso in indagini alla ricerca della porta
Mugonia, ipotizzata davanti alla Domus Flavia, giacch ... in tal caso si
sarebbe dovuto riconoscervi la corrispondenza della tanto questionata via
Nova50. In realt i risultati degli scavi sembrarono dar ragione al fiuto
topografico di Rosa se egli, in una delle periodiche lettere di ragguaglio
inviate a Leon Renier, archeologo di fiducia di Napoleone III, annuncia :
Nel momento che scrivo le traccie della Porta Mugonia vengono confer
mate : essa trovasi della larghezza di metri quattro ; sembra potersi deter
minare la direzione che avrebbero tenuto le mura dopo la Porta medesi
ma51.
46 1 manoscritti, conservati nel fondo manoscritti Vittorio Emanuele II,
nn. 643-44, della Biblioteca nazionale centrale di Roma, sono divisi in due fascicoli;
le pagine sono numerate progressivamente e a tale numero si fa riferimento nelle
citazioni del testo. Il lavoro di trascrizione, interpretazione e analisi in corso da
parte di chi scrive.
Lettera 28 die. 1861, f. 12.
48 Cfr. Lugli, Roma antica, op. cit. a nota 11, p. 403.
49 Lettera 18 genn. 1862, f. 19.
50 Lettera 30 marzo 1867, f. 252; su questi scavi si veda: W. Henzen, Scavi
palatini intrapresi per ordine di S.M. l'Imperatore dei Francesi, in Bulllnst, 1862,
p. 225 sq. e Rosa, Scavi del Palatino, art. cit. a nota 40. La discrepanza cronologica
tra l'articolo del Rosa, datato 1865, e le lettere, con data 1866, si spiega con il fatto
che gli Annali recano probabilmente una data anteriore a quella della loro effettiva
pubblicazione.
51 II Rosa inoltre precisa : ... e queste molto preziose perch in esse mura
sono fortunatamente ancora distinguibili i diversi stili riferibili all'epoca dei Re e
quella della Repubblica. . . Le prime contenenti l'opus quadratum. . ., in tutto simil
i a quelle dell'Aggere di Servio, con pietre del tufo superficiale del Palatino mede
simo ; l'altra che si rileva essere stato un ristauro con pietre oblunghe simili a quell
e del tempio di Giove Statore, con tufi vulcanici delle latomie pi profonde del
Palatino medesimo. Lettera 19 maggio 1866, f. 211.
ANCORA SULLA VIA NOVA 567
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Fig. 5 - Palatino. Una pagina dei manoscritti del Rosa con lo schizzo
delle mura in blocchi e l'indicazione Summa Nova [via] .
La porta scavata doveva trovarsi ad una notevole profondit rispetto
ai livelli attuali : infatti nella stessa lettera Rosa lamenta la grande diffi
colt dell'altezza delle terre . . . che ritardano il mio definitivo pronuncia
mento sopra questa importante scoperta, che merita per la sua grande
rilevanza la pi scrupolosa circospezione .
Con i resti della porta ritenuta Mugonia, non tardarono ad apparire
tracce di una strada, subito identificata con ... la menzionata via Nova
stessa . . . visibile nella sua propria disposizione, ... . Inoltre Rosa sottoli
nea che la strada, esterna alla cinta muraria, era sostenuta, analogamente
al clivo della Vittoria, da muri di terrazzamento ... che la precingono
dal lato occidentale, ossia addossate al Germalus. . . (fig. 5).
Ma nell'ambito delle ricerche ... ci che viene a costituire la pi
clatante scoperta sono le mura di epoca antichissima ... , dal Rosa chia
ramente rappresentate nella versione definitiva della Pianta degli Scavi,
pubblicata nel 1870 (fig. 6)52. La direzione di queste mura sembra dirig-
52 P. Rosa, Plan des fouilles du Palais des Csars, fvrier 1870.
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ANCORA SULLA VIA NOVA 569
Fig. 7 - Palatino. Il basamento del Tempio di Giove Statore.
gersi a circondare il Germalus ; lungo tale direzione ritengono una grande
irregolarit per certe disposizioni sporgenti che non possono riconoscersi
per torri, ma piuttosto contrafforti. . . La forma delle pietre pi irrego
lare di quelle sopra menzionate della via Nova, ma la pietra la medesi
ma fragilissima del monte Palatino stesso, . . .53.
Trovata la via Nova e la porta Mugonia, diventava semplice, quasi
automatico, identificare il grandioso podio rimesso in luce a poca distan
za con il tempio di Giove Statore (fig. 7).
Oggi che la tradizionale identificazione di questo tempio con il basa
mento visibile presso l'Arco di Tito stata rimessa in dubbio54, non sar
53 Lettera 30 marzo 1867, f. 253; nella stessa lettera (f. 255) Rosa specifica che
le pietre impiegate in questi due stili di costruzione sono provenienti dalle latomie
stesse del Palatino, cio le prime sono di tufo pi friabili, perch derivanti dalle
latomie pi superficiali, le seconde pi solide, per essere di quelle pi profonde.
54 Scavi condotti in collaborazione con l'Accademia spagnola; cfr. J. Arce,
J. Sanchez-Palencia y R. Mar, Monumento junto al Arco de Tito en el Foro Romano
(Campana de abril 1989), in Noticiario AEspA, 1989, p. 307 sq. Si veda anche Id., in
570 GIUSEPPE MORGANTI ET MARIA ANTONIETTA TOMEI
ozioso riproporre la vecchia localizzazione del Rosa, cui si deve ... la
completa conoscenza dei limiti dei resti del Tempio di Giove Statore 55, di
cui vien detto altres che II prospetto principale era rivolto ad oriente e
nel medesimo tempo guardava la menzionata via che viene ad essere
quella che Livio e Solino insieme ci mostrano che in tempi pi antichi
appellavasi summa Nova via ... . Inoltre l'antichit del tempio, secondo
le fonti consacrato da Romolo e ricostruito nel III sec. a.C, confermata
dal fatto che se ne vide la parte posteriore . . . fondata sopra il tufo del
monte Palatino stesso (fig. 8)56.
Id., Monumento presso l'Arco di Tito nel Foro Romano : campagna 1989, in Qua-
dAEI, 19, 1990, p. 43 sq.
55 Lettera 3 luglio 1866, ff. 218-19; Rosa nella stessa lettera aggiunge : I resti
di questo importante monumento . . . oggi finalmente sono a tutti resi nuovamente
visibili in tutta la loro gigante proporzione ed estensione ... fornendo anche pre
cise indicazioni sul tempio, da lui ritenuto, in base ai precetti di Vitruvio (III, 1),
fra i peripteri : ... si considera la proporzione che ne risulta dalla misura dei suoi
lati, in lunghezza di met. 54 ed in larghezza metri 24. Il pavimento della cella del
tempio doveva inalzarsi per lo meno metri 5 al di sopra del livello della via che ivi
si ritrovata ancora lastricata dei grandi poligoni silicei.
In un altro passo precisa che La esatta e concorde corrispondenza dei resti di
questo tempio con tutto quello che con grande precisione ci viene indicato sulla
corrispondenza del sito di esso da Ovidio (Trist. Ili, 1) ed in Livio (I, 12. 41) e Dio-
nisio (L. IV, 6), sarebbe stata sufficiente per giustificarla. Ma lo stato in cui si trov
questa importante memoria dell'antichit romana, ora mancante di tutto quello
che materialmente avrebbe potuto documentare la data della sua edificazione
come ce lo attesta Livio (X, 36), dicendoci che la edificazione propriamente venne
effettuata per quel voto di Attilio Regolo fatto nella guerra sannitica, dichiarando
in esso che lo avrebbe edificato l dove Romolo gi lo aveva stabilito con altro
simile voto. . . ed infatti proseguendo la fortuna a proteggere questi risultati, non
mancarono subito ad apparire quelle poche pietre rimaste con tutto quel carattere
proprio delle costruzioni del V secolo di Roma tanto per la specie delle pietre del
colle Palatino stesso . . . anche contenenti alcuni nomi sculpiti nelle pietre stes
se. . . (lettera 18 novembre 1866, ff. 233-34).
56 Lettera 3 luglio 1866, ff. 220-21. Rosa ci da anche altre notizie sulla struttura
e la datazione del tempio : Questa importante scoperta consiste in due nomi scol
piti nelle pietre della fondazione . . . dei tempi della met della repubblica Roma
na :
PILOCRATE
DIOCLE
II primo nome si estende sopra due pietre che formano un angolo rientrante : il
secondo completamente nella pietra stessa. Questi nomi si giudica da tutti che
dovettero essere stati fatti nell'atto della costruzione stessa, perch quelle pietre
nelle quali si trovano scritti appartengono (al)la parte interna del muro e non alla
superficie esterna ; il loro livello appartenendo alla fondazione ... (lettera 1 5 otto
bre 1866, f. 228).
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ANCORA SULLA VIA NOVA 571
Fig. 8 - Palatino. I blocchi del Tempio di Giove Statore in
una foto dell'epoca degli scavi Rosa (1866).
Questi appunti inediti, pur nella loro forma sommaria ed estemporan
ea, forniscono le sole informazioni su scavi e ritrovamenti di cui non si
aveva altra notizia, in un'area, com' quella davanti alla Domus Flavia,
ancora oggi poco nota e assai discussa57, e sono quindi fondamentali per
la definizione di questioni dibattute e di difficile soluzione. Fra l'altro
rappresentano una conferma della ipotesi, esposta pi sopra, che l'origi-
57 Si vedano i recenti scavi nella zona di A. Cassatella, Arco di Domiziano sul
clivo Palatino, in BullCom, XCI, 2, 1986, p. 522 sq. Nel basamento in questione
stato recentemente proposto di identificare l'Aedes Iovis Victoris : cfr. Torelli,
Culto imperiale, art. cit. a nota 43.
MEFRA 1991, 2. 38
572 GIUSEPPE MORGANTI ET MARIA ANTONIETTA TOMEI
naria cinta muraria del Palatino, con le sue porte, fosse posta piuttosto in
alto rispetto alla sommit del colle. Infatti Rosa afferma che i siti della
porta Mugonia e della Romana risultarono ... ambedue ad un livello
ben elevato al di sopra del Foro e del Velabro, e non gi alle radici del
Monte come spesso si era in avanti supposto . . . delle due porte stesse
dovendosi ritrovare la prima nella sommit della via Nova, l'altra al di
sopra di quelle scale che Festo ci menziona che per quelle, da essa porta,
si scendeva nel Velabro; e conclude, rifiutando la tesi che la cinta della
Roma Quadrata potesse coincidere con i limiti del pomerio riportati da
Tacito : La corrispondenza di questi due punti riferibili alle dette due
porte, ritrovandosi appoggiati ambedue unicamente al Germalo, confe
rmavano sempre pi come la Roma primitiva romulea non si sarebbe
dovuta riconoscere estesa sull'intiero Palatino, ma invece soltanto sopra
la collina occidentale soprastante al Foro e al Velabro ed al principio del
la Valle Murcia. Ed infatti ad ognuno deve essere abbastanza cognito
come il passo di Tacito (Annal. XII, 24) con il quale ci viene con tanti
dettagli descritto il preciso giro di quelle mura della primitiva citt,
incontrava costantemente difficolt nelle sue applicazioni. . ,58.
Ma pi ancora questi appunti sono importanti perch permettono di
riproporre, se non di risolvere definitivamente, alla luce delle indicazioni
che forniscono, l'annoso problema della summa Nova via.
Da un passo dei manoscritti, infatti, sembra potersi desumere che il
Rosa vide i resti di un tracciato stradale, continuazione del clivo della
Vittoria (da noi identificato con la via Nova di et repubblicana), che si
dirigeva verso il tempio di Giove Statore59; a conferma di ci stanno
anche i resti di strada che recenti scavi hanno, sia pure marginalmente,
evidenziato come probabile collegamento [del clivo Palatino] con il ed.
clivo della Vittoria60.
La denominazione di clivo Palatino per la strada che dall'Arco di Tito
sale a raggiungere la Domus Flavia, come abbiamo detto, fu introdotta
dal Rosa che per primo la scav, mentre non ve n' traccia nelle fonti.
Siccome nella pianta degli scavi del 186861 sul tratto sommitale di tale
58 Lettera 9 giugno 1867, f. 275.
59 Nel medesimo tempo si complet il discoprimento del Clivo della Vittoria
in tutta la sua. . . estensione che. . . dal sito della romulea Porta Romana, doveva
avvicinarsi al tempio di Giove Statore, come esattamente ha risultato (Lettera 14
luglio 1866, f. 222).
60 A. Cassatella, Arco di Domiziano, art. cit. a nota 57, p. 523.
61 Cfr. nota 52.
ANCORA
SULLA VIA NOVA 573
clivo Rosa appone invece la denominazione Summa Nova Via, si pu
supporre che ad un certo stadio delle sue ricerche egli ritenesse che la
strada in questione, anzich essere quel clivo Palatino arbitrariamente
introdotto, fosse un rifacimento della summa Nova via che, dalla porta
Romana, seguendo il percorso di quello che oggi chiamato clivo della
Vittoria , girava intorno al tempio di Giove Statore per arrivare alla porta
Mugonia62.
Ma allora occorre qui aggiungere che, poich dalle fonti (Plut. Cic.
16, 3) sappiamo che il tempio di Giove Statore e la Porta Mugonia erano
collocati pxfj e che quindi i tratti iniziali delle due
strade dovevano congiungersi nei pressi della stessa porta, ne deriverebbe
la suggestiva ipotesi che la via Sacra, dopo aver voltato ad angolo retto
nei pressi dell'Arco di Tito, giungesse fin quasi alla sommit del Palati
no.
A conclusione e a conferma della ricostruzione avanzata, si propone
una rilettura del passo di Ovidio (Trist. 3, 1, 31-34) che da il quadro pi
chiaro della zona fra la porta Mugonia e il tempio di Giove Statore a
ll'epoca di Augusto63 :
Inde petens dextram 'Porta est'
ait 'ista Palati,
hic Stator, hoc primum condita Roma loco est.
Singula dum miror, video fulgentibus armis
conspicuos postes tectaque digna deo ...
Ovidio non lascia dubbi che dal suo punto d'osservazione potesse
abbracciare con un solo colpo d'occhio la porta Mugonia, il tempio di
Giove Statore e la Roma Quadrata, insieme ai conspicuos postes tectaque
digna deo della casa di Augusto.
Gi Rosa si era reso conto che ... tutto quello che viene detto da
Ovidio . . . diviene completamente visibile in tutta la sua estensione di
62 L'ipotesi del Rosa dovette sembrare convincente nell'ambiente degli archeol
ogi dell'epoca se egli stesso arriv a proclamare con soddisfazione che ... la
topografia delle adiacenze del Palatino e particolarmente il Foro ed il Velabro ven
gono ad ottenere la tanto desiderata stabilit. Tutte le persone della scienza gi ne
conoscono questo grande profitto e l'Henzen ed il Jordan allontanano oggi anche
quei pochi dubbi che ritenevano sul proseguimento della direzione della via
Nova. . . (lettera 26 giugno 1867, f. 277).
63 Per quanto superato in parte nelle identificazioni, si veda G. Lugli, Comment
o topografico all'Elegia I del III libro dei Tristia, in Studi Ovidiani, Roma, 1959,
p. 31-37.
574 GIUSEPPE MORGANTI ET MARIA ANTONIETTA TOMEI
quelle parole . . . avendo io stimato quei due versi i pi utili a servirmi da
guida. . . 64.
La contraddizione topografica che si crea localizzando la summa
Nova via, la porta Mugonia e il tempio di Giove Statore pi in basso verso
il Foro, stata rilevata da Peter Wisemann in un recente articolo : But
there was a price to pay for this manoeuvre. It was a walk of more than
300 m from Iuppiter Stator and the Porta Mugonia to the piazza in front
of Augustus' new Vestibulum65.
Accettando la ricostruzione qui proposta, ponendo la Porta Mugonia,
la summa Nova via e il tempio di Giove Statore pi vicini alla sommit del
colle, le contraddizioni sparirebbero e non ci sarebbero pi prezzi da
pagare.
Giuseppe Morganti
Maria Antonietta Tomei
64 Lettera 20 marzo 1867, I, f. 248.
65 P. T. Wisemann, Conspicui postes, art. cit. a nota 26, p. 404 ; lo studioso ingle
se, che accetta la ricostruzione proposta da Coarelli, supera la contraddizione topo
grafica interpretando l'espressione singula dum miror di Ovidio come una sorta di
colpo d'occhio ideologico.

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