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DOSSIER
dicembre 1999
MALPENSA 2000
IL BUCO
NERO
MALPENSA 2000
DOSSIER - dicembre 1999
IL BUCO NERO
Indice
v Premessa di Gianni Confalonieri, segretario regionale PRC Lombardia
v Gli interventi:
Ugo Boghetta, deputato - responsabile nazionale Trasporti PRC
Ezio Locatelli, consigliere regionale PRC
Daniele Cassanmagnago, responsabile regionale Trasporti PRC
Massimo Barberi, responsabile provinciale Trasporti PRC - federazione di Varese
Premessa
Perchè un dossier su Malpensa 2000?
Si potrebbe innanzitutto rispondere: per ricordare e ricostruire le scelte ed i responsabili della
costruzione di quest'opera, la "più grande sfida economica della Lombardia" così come viene
definita dal Presidente della Regione, Roberto Formigoni.
Ma ciò non è sufficiente.
La storia di Malpensa 2000 è un susseguirsi di intricate vicende, forzature e omissioni che
richiedono, soprattutto oggi, una forte risposta politica.
Il Partito della Rifondazione Comunista, che si è opposto a questo progetto sin dal suo nascere,
avanza e dedica uno spazio in questo dossier ad alcune proposte.
Non bastano più la denuncia e la sola, anche se decisa, opposizione.
Malpensa esiste e con essa dobbiamo fare i conti!
Serve una proposta credibile, un'alternativa percorribile.
Occorre recuperare un percorso di partecipazione alle scelte, di coinvolgimento dei cittadini che,
ancora oggi, stanno solo subendo le decisioni.
Queste proposte impegnano il Partito a tutti i suoi livelli e su di esse avviamo una discussione con
le forze sociali, le associazioni ed i comitati coinvolti in questa vicenda.
Su queste proposte chiediamo inoltre un confronto ed una chiara espressione da parte delle forze
politiche che, in Lombardia, intendono proporsi come alternativa al centrodestra che governa la
nostra regione.
Le attese, i bisogni ed i diritti dei cittadini non possono essere traditi.
Chi governerà la Regione si troverà di fronte ad un bivio: perseverare diabolicamente nella via
autoritaria dell'imposizione oppure ristabilire un percorso democratico di coinvolgimento e di
partecipazione.
In quest'ultimo caso, il progetto di Malpensa 2000 non sarà più quello che oggi conosciamo, ma
avrà fatto i conti con l'ambiente, con la salute dei cittadini, con la qualità della vita. Avrà fatto i
conti con i costi sociali e con una diversa programmazione e pianificazione del territorio.
La modernità non può essere individuata nella sola risposta agli interessi economici e alle
imposizioni del mercato.
La modernità è soprattutto il raggiungimento di un punto di equilibrio sempre avanzato tra interessi
socioeconomici e diritti dei cittadini, tra sviluppo (con o senza crescita) e ambiente, tra
infrastrutture e territorio
E' una sfida, quella della modernità, che noi accettiamo.
Questo dossier contiene alcune nostre risposte a questa sfida, la sfida di Malpensa 2000.
Gianni Confalonieri
Segretario Regionale PRC Lombardia
DOSSIER MALPENSA 2000 - IL BUCO NERO dicembre '99
Gli interventi
Nessun altro settore, così come quello aereo, ha conosciuto nel nostro Pese e, più in
generale in Europa, la sua completa liberalizzazione.
La liberalizzazione del trasporto aereo ha modificato radicalmente lo stesso concetto
di trasporto in questo settore e ha messo in discussione il ruolo e il modello sui quali
si erano costruite e giustificate le infrastrutture aeroportuali europee. Il principio
dell’hub che aveva caratterizzato la progettazione degli aeroporti ante-
liberalizzazione non risponde più alla nuova e crescente domanda di collegamento
“punto a punto” generato dalla trasformazione dei voli continentali in voli domestici.
L’ingiustificabile insistenza del Governo e della Regione Lombardia nel portare a
termine a qualunque costo l’operazione Malpensa 2000, non solo ha portato tutti i
problemi che abbiamo presenti, ma rischia di divenire uno strumento inefficace in
uno scenario ormai modificato e nella prospettiva di cui si faceva riferimento in
precedenza.
Al costante incremento del traffico aereo e, soprattutto, di quello “punto a punto”
deve essere data una risposta diversa. Per questo motivo, quella contro Malpensa
2000, non è stata per il PRC una battaglia di sola opposizione nei confronti di
un’imposizione, di un progetto devastante, di una concezione di sviluppo territoriale
aberrante. Essa ha costituito anche una rivendicazione per un diverso modello del
trasporto aereo, un modello che fa i conti con scelte con le quali ci dobbiamo e ci
vogliamo comunque confrontare, anche se le stesse non sono state da noi condivise.
Rifondazione Comunista ha cercato, anche in occasione dell’apertura di Malpensa -
quel fatidico 25 ottobre - di introdurre una necessaria pausa di riflessione o,
comunque, una riconsiderazione da parte del Governo. Ritenevamo indispensabile
che il Governo considerasse i pro e i contro dell’avvio dell’hub lombardo.
La carenza dei collegamenti stradali e ferroviari ha portato il dilazionamento e al
rinvio al prossimo dicembre del trasferimento di una parte dei voli da Linate a
Malpensa. Nel frattempo i problemi non sono spariti. Da parte nostra, abbiamo
denunciato i problemi di carattere ambientale che sono stati affrontati male o,
addirittura, non affrontati.
Ma, allo stesso modo, rimangono irrisolte altre questioni da noi evidenziate con
mozioni, interrogazioni o risoluzioni in commissione parlamentare.
Il Parlamento si troverà ad affrontare nei prossimi mesi il nuovo Piano Generale dei
Trasporti. E’ opportuno che al suo interno vengano date risposte al trasporto aereo nei
termini da noi auspicati, e cioè al passaggio da un modello basato su due aeroporti
hub - Malpensa e Fiumicino - di grandi dimensioni ed in continua concorrenza (a
meno di operazioni volte alla costruzione di un monopolio privato nel settore
nazionale) ad un sistema equilibrato costruito sull’integrazione delle strutture
aeroportuali del nostro Paese al fine di garantire una efficace risposta alla domanda
che, a seguito del trasformato scenario europeo ed internazionale, si presenta sempre
più eterogenea e diversificata.
DOSSIER MALPENSA 2000 - IL BUCO NERO dicembre '99
Il Piano d’Area Malpensa è inficiato da un vizio di fondo. E' un piano che non
prevede, non decide non progetta in funzione delle compatibilità ambientali, degli
equilibri territoriali, della salvaguardia delle condizioni di vivibilità delle popolazioni.
Questo piano viene desunto da obbiettivi di tutt'altra natura, obbiettivi di carattere
economico, di sviluppo aeroportuale, di sviluppo di attività produttive, immobiliari.
Questi obbiettivi sono efficacemente esposti nel rapporto di sintesi fatto nel '96 a cura
del "Comitato Malpensa 2000" una sorta di comitato d'affari composto dalle
associazioni di industriali, di costruttori edili, della società aeroportuale, delle camere
di commercio e, in aggiunta a tale compagnia, dalla Provincia di Varese e della
Regione. In questo studio le valutazioni, tutte tese a dimostrare l'esigenza di un
grande impianto aeroportuale, sono state fatte in riferimento all'impatto economico,
in considerazione della necessità di creare valore aggiunto per le imprese che operano
sui mercati globali. Quindi un approccio alle problematiche del trasporto, del
territorio "orientato al mercato". Un approccio volto a soppesare i risvolti economici
del piano. Dopo l'approvazione del piano in V commissione consiliare chi
attualmente governa la Regione Lombardia ha giubilato per progetti che valgono
investimenti per almeno 5 mila miliardi nei prossimi dieci anni. Progetti di contorno
all'attività di Malpensa 2000 che saranno realizzati da privati. E' il caso di un
"business park" nel comune di Gallarate che ha ottenuto una edificabilità compresa
tra i 480 mila e i 950 mila mq. E' il caso di un centro commerciale di 150 mila mq
nella zona di Vizzola. E' il caso le nuovo polo fieristico a Busto Arsizio. E' il caso di
una nuova area residenziale di oltre 700 mila metri quadrati. Si prepara una grande
abbuffata. Si preparano interventi devastanti nei confronti di un territorio che già ora
è uno dei più sfruttati e urbanizzati del nostro Paese. Non v'è dubbio: in conseguenza
di tale approccio le questioni ambientali sono passate in secondo piano.
Prima si è deciso e si è progettata un'opera i cui effetti sono su larga scala, a cavallo
di un'area compresa fra il Piemonte - per niente considerata - e il nord ovest della
Lombardia. Poi, su misura, si è disegna un quadro normativo e progettuale saltando -
incredibile - ogni preventiva valutazione dell'impatto ambientale.
Nel 1986 venne deciso uno studio di impatto ambientale per un aeroporto il cui
volume di traffico doveva essere di 8 milioni di passeggeri. Nel 1999 viene deciso di
aprire un grande aeroporto per 12-24-30 milioni di passeggeri sulla base di
valutazioni di carattere esclusivamente economico. Nessuna discussione scientifica,
nessuna valutazione complessiva, nessuna valutazione preventiva delle sicure
ripercussioni territoriali, sociali, dell'inquinamento atmosferico, dell'inquinamento
acustico, degli effetti provocati dalla intensificazione dei traffici stradali. Al massimo
iniziative di monitoraggio, opere di mitigazione, di contenimento. Palliativi che non
saranno in grado di risolvere, coprire gli impatti principali. Questo modo di procedere
è assolutamente irresponsabile.
DOSSIER MALPENSA 2000 - IL BUCO NERO dicembre '99
Ma non siamo soltanto a questo. Formigoni ha proposto un piano che vuole essere
elastico, all'occorrenza suscettibile di modificazioni. Ciò che viene detto è che questo
piano non si propone come atto pianificatorio rigido e neppure esaustivo delle scelte,
ma come tappa che tende ad identificarsi con una fase determinata. Sono state gettate
le basi per cambiare il quadro normativo, progettuale e per cambiarlo in peggio!
A dispetto del suo nome questo è un piano fondato sull'arbitrio e la discrezionalità. E'
uno strumento di accompagnamento di decisioni aprioristicamente prese senza alcuna
seria verifica delle compatibilità ambientali e sociali, tant'è che prima si è fatta
Malpensa 2000 e poi si è fatto un piano.
E’ in corso la procedura di valutazione di impatto ambientale per un traffico superiore
ai 12 milioni di passeggeri. E’ stato detto che lo studio di impatto oltre questa soglia
dovrà agire in maniera interattiva alla struttura aeroportuale. Meglio di niente.
Ma sugli impatti ambientali al di sotto di questo volume di traffico che si fa? Si è
disponibili a tornare indietro e a rivedere le scelte?
Purtroppo la volontà politica dei governi, nazionale e regionale, è di non rivedere le
decisioni intervenute, quand’anche siano dimostrate le implicazioni negative.
Così proprio non va.
DOSSIER MALPENSA 2000 - IL BUCO NERO dicembre '99
IL BUCO NERO
Daniele Cassanmagnago, responsabile regionale trasporti PRC Lombardia
Malpensa, il buco nero. Non ci sono parole più adatte di queste per definire al meglio
l’operazione di Malpensa 2000. Un buco nero all’interno del quale vengono
risucchiati, per essere trasformati irreversibilmente, l’ambiente, la storia e la cultura
di un territorio e di un popolo. Un buco nero che attrae forti interessi a causa degli
stratosferici giri d’affari che ruotano intorno a questa operazione.
E’ da quel famoso 25 ottobre 1998 che è in funzione l’hub di Malpensa 2000,
un centro aeroportuale collettore di traffico e perno di smistamento di traffico aereo
nazionale, internazionale ed intercontinentale . Ci ricordiamo tutti le polemiche
autunnali: polemiche di interessi, polemiche di bandiera Ci si è accorti, finalmente,
che oltre al mercato e alla globalizzazione esistono anche la vita e la salute delle
popolazioni ed esiste l’ambiente. Eppure per qualcuno la “deportazione”,
opportunamente monetizzata, degli 800 residenti di Casenuove è poca cosa di fronte
alle mille traversie che ha dovuto attraversare “l’impresa economica” di Malpensa
2000 (da Tangentopoli alle ostilità nazionali ed internazionali, dai decreti dell’ex
Ministro Burlando all’approvazione del Piano d’Area Malpensa da parte del
Consiglio Regionale). Ricordo la dichiarazione del rappresentante
dell’amministrazione comunale di Milano nella riunione in cui si è decretata la
necessità di spostare un intero paese: “spostare case è molto più semplice che variare
rotte”.
Vogliamo considerare anche questo episodio come effetto della forza di attrazione del
nostro buco nero, effetti dovuti alla spasmodica corsa per il superdimensionamento di
Malpensa che era la condizione indispensabile per gareggiare nella abbagliante corsa
alla “competitività dei mercati e della globalizzazione”.
Ma gli effetti del buco nero non si fermano qui.
La torta economica
Sulle ricadute economiche si sprecano studi, parole e proclami. Uno studio della
Bocconi, LIUC, CLAS stima l’impatto economico attuale del sistema aeroportuale
milanese (Malpensa e Linate) a 7.200 miliardi circa di valore di produzione e a
50.000 addetti, compreso l’indotto. Nella prospettiva a lungo periodo – oltre il 2015 –
col funzionamento delle strutture e dei servizi previsti, verranno attuati 21.000
miliardi e 140.000 addetti circa. Il triplo di quelli attuali, una bella torta!
Ed è anche per questo che si rivela ancor più grave l’assenza di programmazione e di
pianificazione territoriale nel Piano d’Area Malpensa. Non sono state date linee di
indirizzo sulle localizzazioni e sui trasferimenti delle attività produttive e dei servizi
indotte dalla presenza dell’aeroporto. Non è stato definito come si intende controllare
questo processo, già in corso, i cui effetti possono essere deleteri per un territorio già
fin troppo compromesso. E’ fin troppo evidente come non si è voluto porre “lacci e
lacciuoli” al mercato e all’impresa, come si sta tentando di fare di quest’area la punta
più avanzata della sperimentazione in fatto di flessibilità e di precariato.
DOSSIER MALPENSA 2000 - IL BUCO NERO dicembre '99
Che fare?
Non ci sentiamo di dire soltanto che è successo quello che chiunque avrebbe previsto.
Non ci basta, soprattutto se in gioco ci sono il diritti al lavoro, all’ambiente, alla
salute, ai trasporti.
Non ci appassiona nemmeno la disputa, ormai avviata, per riconoscere e per
accedere agli indennizzi per il danno e per il disagio provocati dall’aerostazione.
Serve ben altro!
Abbiamo già proposto e ci sentiamo di riproporre la necessità di una svolta. Serve
ritornare alla programmazione. La Regione per prima si deve riappropriare del
proprio ruolo. Rifondazione Comunista ha chiesto un piano regionale dei trasporti,
una adeguata pianificazione territoriale, la definizione di una struttura regionale di
programmazione e di controllo democratico del mercato del lavoro, la valutazione
dell’impatto ambientale su Malpensa. Di certo alcune scelte e alcuni danni sono
ormai irreversibili. Malpensa esiste, dobbiamo ormai fare i conti con la realtà. Ciò
che non ci possiamo permettere è di sbagliare una seconda volta. C’è lo spazio per
ripensare e porre rimedio ad alcuni errori del passato e del presente. C’è la volontà?
DOSSIER MALPENSA 2000 - IL BUCO NERO dicembre '99
E’ difficile vestire i panni di chi dice che noi l’avevamo detto. Ma fin dai tempi
non sospetti di quando il cantiere Malpensa 2000 gettò le prime colate di cemento fu
chiaro che la strada intrapresa avrebbe generato soltanto disastri. E infatti nell’arco di
oltre dieci anni la speculazione edilizia l’ha fatta da padrone su tutto il territorio della
provincia di Varese. Mentre alcune società sconosciute e “imprenditori” noti
acquisivano tutte le aree disponibili sul mercato su un territorio che andava ben oltre i
confini dello scalo, il cantiere incominciava a mietere le sue vittime. Lavoro precario
e stagionale, e subappalti di contorno, hanno prodotto un numero enorme di morti
bianche. Ma il progresso non poteva fermarsi, e infatti continuò.
Venne poi il tempo di rivalutare tutti i terreni comperati a poco, e così la Provincia di
Varese a guida leghista e la regione Lombardia di destra decisero di fare tutto in un
colpo solo. Per dare al territorio uno sviluppo organico ed economico, dissero, si
inventarono il Piano d’Area Malpensa. Uno strumento eccezionale, in grado di
moltiplicare i pani e i pesci nelle tasche di chi anni prima aveva comprato tutto per
poche lire e oggi può finalmente spremere i frutti del lavoro e dei disagi altrui.
Si sono progettate quindi nuove strade per lo più inutili alla popolazione locale e un
collegamento ferroviario esclusivo per i passeggeri diretti a Malpensa. E poi a
seguire: poli fieristici, business park, centri intermodali, depositi merci e trade center
che andranno a snaturare completamente nell’arco di qualche anno il territorio della
provincia.
Il 25 ottobre 1998 però scoppia il bubbone. Il rumore degli aerei si fa insopportabile,
e il numero di mezzi che sorvolano le teste dei cittadini che abitano intorno allo scalo
si moltiplica per tre in virtù di quel famoso decreto Burlando bis che ormai tutti
conoscono come la causa principale del loro male.
La popolazione si mobilita e organizza manifestazioni. Nascono numerosi comitati e,
nonostante le differenze, è chiaro a tutti che lo scopo è unico: limitare Malpensa 2000
e i suoi pesanti impatti. Ma il deterrente maggiore ad una mobilitazione più estesa ed
efficace è lo sviluppo economico. Con queste due magiche paroline si sono perpetrati
e si continuano tutt’oggi a perpetrare i peggiori scempi verso l’umanità. Davanti alle
meravigliose sorti e progressive fatte di lavoro per tutti, infrastrutture e benessere è
facile rimanere impigliati nella rete della catastrofe ambientale credendo di trovarsi di
colpo nella valle dell’eden.
Di fatto, le promesse di 76.000 posti di lavoro, di sviluppo turistico alberghiero, di
propulsione al commercio sono state largamente disattese.
E non poteva essere diversamente visto che chi aveva sviluppato questi scenari era
direttamente pagato dai padroni del vapore, che avevano tutti gli interessi nel
promuovere la loro impresa.
La domanda che si pone d’obbligo è: che fare ora?
DOSSIER MALPENSA 2000 - IL BUCO NERO dicembre '99
1969: nuova proposta di P.R.G. per l'aeroporto da parte di SEA che prevede una terza
pista
1970: il nuovo P.R.G. aeroportuale che prevede la terza pista viene approvato dal
Ministero dei Trasporti
17.12.1971: il P.R.G. viene approvato dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici
30.10.1972: ricorso in Consiglio di Stato contro il PRG da parte dei Comuni di Somma
Lombardo, Lonate Pozzolo e Ferno
9.4.1973: tavola rotonda al Piccolo Teatro di Milano, promossa da "Italia Nostra e "Città e
Società" cui partecipano in modo massiccio le popolazioni del comprensorio aeroportuale
9.1.1974: LR n.2 "Istituzione del Parco Lombardo della Valle del Ticino"
1975-1977: dallo "scontro" si passa al "confronto"; intense trattative tra il Consorzio dei
Comuni e la Regione Lombardia
11-14.10. 1977: conferenza nazionale dei trasporti che definisce i finanziamenti per
l'ammodernamento di Fiumicino e Malpensa
22.3.1980: con LR n.33 la Lombardia approva il PTC del parco lombardo della valle del
Ticino
12.11.1980: prima fase del rapporto BAI (British Airport Intemational) sulle previsioni del
traffico aereo; le fasi successive dello studio non saranno completate
novembre 1980: i Comitati di Lotta, con il supporto di medici e tecnici, presentano uno
studio sull'inquinamento atmosferico prodotto dal traffico aereo di Malpensa 9.4.1981 il
CUV approva la sintesi del rapporto BAI
7.4.1982: approvazione, con atto deliberativo n 15872, del nuovo PRG di Malpensa
elaborato dalla SEA da parte della giunta regionale lombarda; tale approvazione è tuttavia
subordinata alla necessità di effettuare alcuni approfondimenti sul progetto
luglio - agosto 1982: "emergenza": Linate rimane chiuso per lavori e il traffico trasferito a
Malpensa
novembre 1982: Indagine sull'inquinamento atmosferico prodotto dal traffico aereo nelle
località adiacenti all'aeroporto" commissionata dal CUV alla Società TEI
17.1.1983: Il TAR accoglie il ricorso del Comune di Somma Lombardo contro i vincoli
aeroportuali imposti nel PRG dalla Regione Lombardia
4.6.1983: secondo Convegno dei Comitati di lotta contro l'Ampliamento di Malpensa: viene
presentata un'indagine epidemiologica campione sulla popolazione residente, realizzata
con il Gruppo permanente per la tutela della salute e del territorio del Consorzio Sanitario
di Zona Busto Arsizio 2/est Castellanza
27.2.1984: viene consegnato al CUV il documento della Regione Lombardia per il terzo
PRG di Malpensa che esclude la terza pista
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26.3.1985: atto deliberativo n.203/85 della Regione Lombardia sui criteri e le indicazioni
dei nuovo P.R.G. di Malpensa
22.4.1986: con deliberazione n. lV 8121 la Giunta Regionale trasmette gli atti relativi al Prg
di Malpensa 2000. al Consiglio Regionale
3.6.1986: il PRG di Malpensa è approvato dal Consiglio Regionale con Atto IV/274: la SEA
si impegna a realizzare uno studio di impatto ambientale (SIA) e un Piano d'Area
1986-87: redazione del SIA della SEA da parte della società Produzione Ambiente e
Risorse (PAR)
13.2. 1987: il PRG di Malpensa è approvato con Decreto n. 903 dal Ministero dei Trasporti
13.3.1987: protocollo d'intesa tra Regione e Provincia di Varese per la redazione del piano
esecutivo di Malpensa
26.11.1987: la redazione del Piano Esecutivo d'Area affidato alla Società Techint
Compagnia Tecnica Internazionale SPA di Milano dalla Provincia di Varese (
(deliberazione n.262)
1988: la Regione Lombardia affida al Nucleo di Valutazione degli Studi V.l.A. Pilota
(struttura tecnica costituita nel 1984) il compito di esaminare e valutare gli Studi di Impatto
Ambientale SEA/PAR: vengono evidenziate diverse carenze di metodo e contenuto e si
richiedono nuovi studi
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maggio 1988: Legambiente di Gallarate presenta due ricorsi al TAR contro il Comune di
Gallarate per una variante del PRO che muta la destinazione di un'area di 2 milioni di mq
da agricola a polifunzionale per l'aeroporto
10.8.1988: DPCM n.377 sul recepimento della Direttiva CEE 175/1985 in materia di
impatto ambientale
3.11.1988: protocollo d'intesa SEA - Regione per mitigazioni ambientali e nuovi studi
specialistici
sull'impatto ambientale dell'aeroporto
27.12.1988: DPCM "Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale "
19.11.1990: posa della prima pietra del nuovo aeroporto Malpensa 2000, alla presenza del
commissario ai trasporti Ue, Karel Van Miert
1991: Indagine del Presidio Multizonale di Igiene e Prevenzione (PMIP) sul rumore
aeroportuale di
Malpensa
1992: nel quadro di Tangentopoli, vengono inquisiti vertici SEA, politici e tecnici che
avevano seguito il progetto; il cantiere si ferma.
1995: uno studio sulla qualità dell'aria all'interno del parco Regionale Lombardo della Valle
del Ticino (in base all'analisi dei licheni) effettuato dalle sezioni di Biologia Ambientale dei
presidi Multizonali di Igiene e Prevenzione (PMIP) di Varese, Parabiago e Pavia evidenzia
una situazione di generale compromissione
aprile1995: Malpensa 2000 viene escluso dai progetti prioritari per l'Europa dalla
Commissione trasporti del Parlamento di Strasburgo
18.5.1995: a Strasburgo Malpensa 2000 viene cancellato dalla lista delle opere prioritarie
da realizzare entro il 2000
13.12.1995: Malpensa viene reinserita tra le grandi opere da finanziare con contributo EU,
grazie ad un emendamento italo-tedesco
14.6.1996: Malpensa 2000 è tra i progetti strategici del Programma regionale di Sviluppo
199512000 (atto n.14313)
5.7.1996: il ministro dei Trasporti Burlando emana il decreto 46-T che definisce i criteri di
ripartizione del traffico tra Linate e Malpensa
8.7.1996: La Giunta Provinciale di Varese affida al Centro studi PIM di Milano la redazione
del Piano d'Area di Malpensa
30.7.1996: il Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi visita il cantiere
dell'aeroporto 27.6.1997: bozza del Piano Territoriale d'Area Malpensa
28.7.1997: il Consiglio Direttivo del Parco del Ticino esprime parere negativo sul Piano
d'Area (atto n.257)
29.7.1997: convenzione ANAS -SEA per l'accessibilità del nuovo aeroporto, approvata
dalla Giunta regionale lombarda (delibera n.30379)
23.10.1997: secondo decreto Burlando (57-T) che stabilisce l'apertura di Malpensa 2000
per il 25 ottobre 1998; il trasferimento totale del traffico aereo da Linate a Malpensa sarà
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18.5.1998: una delegazione del Coordinamento viene ricevuta, a Roma dal Ministro
dell'Ambiente Ronchi; si chiede l'avvio di una procedura di VIA che tenga conto delle
modifiche apportate al Prg del 1985 e dei nuovi volumi di traffico ipotizzati
29.11.1998: manifestazione di cittadini coi loro sindaci e blocco della statale del Sempione
a Borgoticino
13.4.1999: Il TAR della Lombardia accoglie l'istanza di Legambiente contro il Piano d'Area
di Malpensa
16.4.1999: LR della Lombardia, n.10 Piano territoriale d'area Malpensa. Norme speciali
per l'aerostazione intercontinentale Malpensa 2000"
giugno-luglio 1999: su richiesta del Ministero dell'Ambiente SEA redige uno SIA
sull'incremento dei voli oltre i 12 milioni di passeggeri/anno
studio di impatto ambientale di Malpensa 2000" del gruppo di lavoro coordinato dal
Prof. Virginio Bettini.
- CUV (Consorzio Urbanistico Volontario): consorzio tra i 9 comuni lombardi di Arsago Seprio,
Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Golasecca, Lonate Pozzolo, Samarate, Somma
Lombardo e Vizzola Ticino. Si costituisce il 21/11/ 1973, ha sede a Somma Lombardo; una
Deliberazione del 1995 (in base alla L.142/9Oj ha trasformato il Consorzio in una Convenzione per
l'istituzione di un Comitato di Coordinamento tra i Comuni del CUV, di durata decennale. Con una
storia quasi trentennale, il CUV e stato l'organo di discussione e contrattazione con SEA, con
alterne vicende di scontro e di dialogo sul progetto e il Piano d'Area. Porta avanti storicamente un
discorso di difesa degli interessi del proprio territorio che non si è allargato ad altri Comuni e che lo
ha messo in diverse occasioni in conflitto con i Comitati e con il Piemonte
- Coordinamento dei sindaci del Castanese, ha sede a Turbigo. Raggruppa gli 11 Comuni di
Arconate, Bernate Ticino, Buscate, Castano Primo, Cuggiono, Inveruno, Magnago, Robecchetto
con Induno, Turbigo, Vanzaghello.
- Parco Lombardo della Valle del Ticino. Le vicende del Parco. nato il 9.1.1974, si intrecciano
con quelle dell'ampliamento dell'aeroporto. Il Piano Territoriale d'Area minaccia gravemente la
sopravvivenza stessa del parco sovrapponendosi al PTC del parco del 1980 e ne mette in pericolo
molte delle componenti ambientali
2. un piano di partecipazione che raduna singoli esponenti e sezioni di partiti politici, Associazioni,
gruppi
ambientalisti e coordinamenti, tra i quali:
- Coordinamento per la Revisione e il Controllo del progetto di Malpensa 2000 (riunisce
Legambiente, WWF, altre associazioni ambientaliste e gruppi), nasce nel luglio 1994; si è attivato
a diversi piani istituzionali, tra cui l' Unione Europea. per dimostrare l'illegalità dell'aeroporto.
Obiettivi:
- VIA sull'ampliamento dell'aeroporto
- Blocco dei voli notturni
- Ecoistituto della Valle del Ticino, nasce il 28.3.1998, raggruppa associati lombardi, piemontesi
e del
Canton Ticino
3. Un piano che raduna comitati spontanei di cittadini in lotta contro il disagio dell'aeroporto:
- C.OVES.T (Comitato Ovest Ticino): comitato spontaneo dei cittadini dei comuni piemontesi a
ovest del Ticino, nasce il 4.8.1998, ha sede a Varallo Pombia; affianca e sopporta il già esistente
Coordinamento degli Enti Locali
Obiettivi:
- equa ripartizione delle rotte aeree
- attuazione del progetto originale (non superare i 12,5 milioni di passeggeri e traffico merci)
- VIA
- Accettazione a Malpensa degli aeromobili più silenziosi
- No ai voli notturni
- Rigetto di qualsiasi proposta nel trasformare l'aeroporto militare di Cameri in aeroporto civile
per merci
- partecipazione dell'Ovest Ticino alle scelte territoriali
- il problema delle rotte rimane un punto di conflitto con parte del movimento di protesta
lambardo
- UNI.CO.MAL (Unione Comitati Comprensorio Malpensa per la tutela della salute e dell'ambiente)
raggruppa al proprio interno singoli cittadini, associazioni e comitati spontanei, nasce nell'ottobre
1998 come strumento di informazione e coordinamento:
Obiettivi:
- VIA
- No ai voli notturni
- Opposizione al "progeffo Malpensa 2000"
- Informazione alla popolazione e spazi e canali di informazione per i Comitati, Associazioni,
Movimenti
- Coni di volo che rispettino le esigenze dell'ambiente
- impegno dei Sindaci alla tutela della salute pubblica
COMITATI LOMBARDI:
♦ Comitato Case Nuove, in un'area a diretto contatto con l'aeroporto si trova spaccato sul
problema di eventuali compensazioni economiche del disagio e del trasferimento degli abitanti
♦ Vivere a Lonate,
♦ Comitato Golasecchese sul Problema dell'Aeroporto di Malpensa, primo punto: decolli
verso sud
♦ Comitato Sesto Calende,
♦ Comitato di Ferno 2000,
♦ Comitato Taino
♦ Comitato Arsago Seprio
♦ Comitato Casorate Sempione
Alla storia sopra descritta si aggiunge la battaglia politica condotta dal Partito della
Rifondazione Comunista che è difficilmente riassumibile con una selezione tra i tanti
documenti prodotti. In tutte le sedi possibili il partito si è speso in opposizione a
questo progetto e per lanciare un modello diverso di trasporto aereo. La stessa e
anche maggiore offerta di trasporto aereo poteva essere assicurata con un sistema
aeroportuale integrato e non con la “grande Malpensa”.
Grazie a questa proposta abbiamo potuto mantenere una posizione coerente e
sviluppare azioni conseguenti in Parlamento europeo, alla Camera dei Deputati, in
Consiglio regionale, in quello provinciale, nel territorio.
Al Gruppo regionale è depositata gran parte della documentazione prodotta sulla
questione Malpensa; rimandiamo agli "interventi" il compito di rappresentare la
nostra posizione assunta nelle diverse sedi, istituzionali e non.
DOSSIER MALPENSA 2000 - IL BUCO NERO dicembre '99
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CONCLUSIONI
LE INDICAZIONI IAIA
Nel corso del XIX Congresso dell'Associazione Internazionale dell'Impact Assessment,
che raccoglie accademici, teorici, cultori, professionisti e metodologi della pratica VIA
(IAIA, International Association for Impact Assessment), svoltosi a Glasgow presso la sede
della Strathclyde University dal 15 al 19 giugno del 1999, è stato presentato un documento
il cui titolo, "Lessons Learned", sta a significare che l'esperienza e la pratica della VIA oggi
non consentono più approssimazioni o passaggi arbitrari e che l'ambito delle scale deve
essere rispettato.
DOSSIER MALPENSA 2000 - IL BUCO NERO dicembre '99
Le "lezioni che abbiamo appreso" sono riducibili a 18 parametri che puntualizzano i doveri
e gli impegni ai quali non possono sottrarsi né i Proponente di un Progetto né i Governi
Locali, Regionali e Nazionali che debbono garantire la correttezza della procedura seguita.
Prima di mettere mano agli Studi di Impatto Ambientale il Proponente avrebbe dovuto:
6. definire gli impatti indiretti, cumulativi e le loro interazioni, (Walker L.J., Johnston J.,
1999);
9. presentare altre opzioni, altre ipotesi e verificare gli scenari in funzione della propria
scelta;
10. proporre un’analisi equilibrata ed imparziale delle parti meno chiare ed oggetto di
contenzioso della VIA, attivando una consultazione tra specialisti esterni del genere
Delphi, prima di sottoporre all’attenzione degli organi di governo le conclusioni
dell’esame di VIA.
11. nel caso in cui il rapporto fosse stato trovato carente si sarebbe dovuto individuare chi
fosse in grado di approfondire gli argomenti in contestazione.
12 la stessa descrizione generale del progetto ed una specifica, diversa analisi di come e
perché il progetto interferisse o non interferisse con la qualità dell’ambiente e le
popolazioni, le quali, a loro volta, avrebbero dovuto essere parte del processo di
revisione e della valutazione delle specifiche misure di mitigazione/compensazione.
Una volta presentato il SIA definitivo, nella soddisfazione generale, le Autorità di Governo:
15 avrebbero dovuto garantire che il team, incaricato della revisione, non si dissolvesse o
scomparisse dopo la presentazione del Rapporto,
17 avrebbe potuto raccogliere un proprio gruppo di esperti incaricato dello sviluppo del
progetto in funzione delle problematiche ambientali e del follow up;
- la formulazione di un layout impact rating scheme sul quale presentare gli impatti sulla
base di numeri, lettere o colori;
Si tratta di metodi ovviamente non standardizzati, ma di uso comune nella pratica della
VIA, emersi negli ultimi 25 anni, utili al fine di definire alcuni dei passaggi della VIA
(identificazione degli impatti, scoping, descrizione dell’ambiente, previsioni di impatto,
decisioni, comunicazione dei risultati).
Fra questi fanno spicco metodi emergenti utili nella redazione dei SIA di Malpensa, quali
Sistemi Informativi geografici (GIS), sistemi esperti, la valutazione probabilistica del rischio
(PRA), l’analisi costi-benefici su basi ambientali o valutazione economica degli impatti
ambientali (ECBA).
Il PRA dovrebbe trovare posto ed integrazione nella VIA sulla base di uno schema
fondato:
In altre parole, incorporate i principi del RA/PRA negli studi di impatto ambientale per
Malpensa avrebbe significato:
- estrapolare con cautela i dati relativi alla tossicità sull’uomo, sugli animali e sulle
piante;
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Se dovessimo mantenere una linea ben ferma sulla base delle conoscenze
metodologiche, qualora le compensazioni non venissero ritenute soddisfacenti, il
progetto dovrebbe essere abbandonato.
Gli impatti cumulativi possono essere originati da azioni minori di tipo individuale, ma
complessivamente significative nel tempo.
Lo ha ben definito Clark: “...gli effetti ambientali ecologicamente più devastanti possono
non essere la conseguenza degli effetti diretti di una proposta specifica, ma la
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combinazione di stress esistenti e degli effetti secondari individuali di una serie di azioni
nel tempo” (Clark E.R., 1993).
….I SIA su Malpensa 2000 e le monografie Battelle non tengono conto di una serie di
parametri che così potremmo schematizzare:
Gli impatti cumulativi, sia nel corso della fase di costruzione che in quella operativa,
presentano ripercussioni sulle risorse tramite cambiamenti sulle variabili ambientali
(stimuli), i quali possono produrre risposte positive o negative….
Più recentemente si è fatto uso dell’analisi C/B, ma i decisori sono stati portati sempre più
a confrontarsi sulle “intangibilità” in funzione della migliore soluzione a fronte del denaro
investito. Da qui la Environmental Cost Benefits Analysis (ECBA), che non si basa più solo
sui valori della società e sulla mancanza di strumenti e di adeguate metodologie per la
valutazione di molti impatti.
L’ECBA rappresenta quindi un nuovo strumento da integrare nella tradizionale analisi costi
benefici (CBA).
Il salto qualitativo sta nel riconoscere che alcuni valori ambientali non sono
economicamente quantificabili e che alcuni valori intangibili restano tali.
- la definizione dell’analogo quale elemento di riferimento per un SIA così come definito
nella letteratura (Ortolano 1997). Nel nostro caso prenderemo in esame una struttura
aeroportuale paragonabile alla Malpensa al fine di identificare gli elementi prioritari dei
processi e prodotti del SIA quale possibile elemento di riferimento da cui poter trarre le
esperienze maggiormente positive;
Non è onere di questo studio affrontare in modo complessivo la fase di scoping come
richiesto dalla procedura VIA poiché questo compete al Proponente, così come non era
onere allestire un screening classico sul progetto.
Quanto descritto nel presente documento ha per scopo di segnalare gli elementi critici del
SIA al fine di valutare la validità dello stesso e se del caso richiedere dei complementi o
una revisione.
In tal senso va vista pure la prossima fase, vale a dire la definizione di elementi di stimolo
e confronto a sostegno di una valutazione allargata del progetto.
CONCLUSIONI
L’analisi critica dei documenti in esame ci ha permesso di notare che:
Queste premesse non permettono la definizione degli impatti in modo corretto e coerente
sia per quanto riguarda gli impatti diretti, che quelli indiretti e cumulativi e tanto meno di
quelli irreversibili.
La procedura a tappe ipotizzata dal Ministero per lo sviluppo di SIA non permetterà di
recuperare le mancanze conoscitive e di conseguenza non permetterà una visione
complessiva degli impatti con la conseguente impossibilità di identificazione dei
meccanismi che stanno alla base del processo di mitigazione e compensazione.
• scoping per il progetto Malpensa 2000 hub (definizione dei criteri e parametri di
valutazione e controllo) (VIA);
Dal profilo dell’accettazione del progetto bisognerà tenere conto degli attori in gioco (local-
no local-promotore) favorendo un approccio alla partecipazione di tutti gli attori sia a livello
di processo che di prodotto. In tal senso la partecipazione dovrà essere prevista a tutti i
livelli degli elementi definiti sopra.
DOSSIER MALPENSA 2000 - IL BUCO NERO dicembre '99
ALLEGATO