Sei sulla pagina 1di 3

COMUNE DI GENOVA

__________________

CONSIGLIO COMUNALE
________________

Al Signor Sindaco
Mozione
su
Riutilizzo beni


I sottoscritti consiglieri
Considerato che, le norme del codice civile riguardanti i contratti ed il diritto di propriet privata
devono essere reinterpretate alla luce delle norme di ordine pubblico economico, descritte dallart. 41
Cost., secondo il quale liniziativa economica libera, ma non pu essere in contrasto lutilit sociale,
ovvero recare danno alla sicurezza, alla libert, alla dignit umana, nonch dallart. 42 Cost., secondo il
quale il diritto di propriet privata non pu essere riconosciuto e garantito dalla legge, se non assicura lo
scopo della funzione sociale; le norme del codice civile riguardanti i contratti ed il diritto di propriet
privata devono essere reinterpretate alla luce delle norme di ordine pubblico economico, descritte
dallart. 41 Cost., secondo il quale liniziativa economica libera, ma non pu essere in contrasto lutilit
sociale, ovvero recare danno alla sicurezza, alla libert, alla dignit umana, nonch dallart. 42 Cost.,
secondo il quale il diritto di propriet privata non pu essere riconosciuto e garantito dalla legge, se non
assicura lo scopo della funzione sociale;
Considerato che anche lart. 838 c. c., riguardante labbandono di beni immobili, deve essere letto alla luce
della predetta interpretazione costituzionalmente orientata;
Considerato che la legislazione ordinaria, offuscata dal pensiero neoliberista imperante, arrivata
allassurdo di ritenere vincolante lart. 41 Cost. solo per quanto riguarda liniziativa economica privata,
dichiarata libera, e non anche per il limite di ordine pubblico economico, secondo il quale la stessa
attivit economica non pu svolgersi in contrasto con lutilit sociale o in modo da recare danno alla
sicurezza, alla libert ed alla dignit umana, arrivando a prescrivere, allart. 3, comma 3, del decreto legge
13 agosto, n. 138, (recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo) che
devono essere ritenute soppresse le disposizioni normative statali incompatibili con il principio per il quale
liniziativa e lattivit economica privata sono libere ed permesso tutto ci che non espressamente
vietato dalla legge, con ci modificando addirittura il dettato costituzionale;
Considerata lassoluta illegittimit costituzionale di detta norma;
Considerato, invece, che, alla luce della predetta interpretazione costituzionalmente orientata, le
chiusure o delocalizzazioni di imprese, miranti soltanto ad un maggior profitto e non giustificate da
insuperabili deficienze finanziarie, sono prive di effetti giuridici, proprio perch, producendo licenziamenti,
disoccupazione e recessione, sono in contrasto con lutilit sociale, la sicurezza, la libert e la dignit
umana;
Considerato, altres, che, sempre secondo la citata interpretazione costituzionalmente orientata,
labbandono di immobili, di cui allart. 838 c. c., fa venir meno la tutela giuridica del diritto di propriet
privata, in quanto si concreta nellannientamento dello scopo della funzione sociale, posta come limite
insuperabile dal citato art. 42 della Costituzione, provocando il rientro dei beni di cui si tratta nella
propriet comune e collettiva della Comunit politica (nella specie del popolo napoletano);
Considerato che nel caso sopra descritto, essendo venuta meno la tutela giuridica del diritto di propriet
privata, il singolo proprietario non pu vantare alcun diritto a qualsiasi tipo di indennizzo;
Considerato che spetta allAmministrazione, in ossequio alla Costituzione, di acquisire detti beni anche
formalmente al patrimonio comunale e di determinare per essi una destinazione economica conforme alle
necessit sociali;
Considerato che il predetto Osservatorio ha indirizzato la sua ricerca in relazione ai terreni ed agli altri
immobili abbandonati, individuando come ricadenti nella descritta situazione giuridica alcuni immobili
pubblici e privati, nonch tutti i terreni e gli orti urbani situati nel territorio comunale;
Considerato che, ai sensi dellart. 13 del vigente testo unico sullordinamento dei Comuni e delle Province, il
Comune ha competenza generale per quanto concerne tutte le funzioni amministrative che riguardano la
popolazione del territorio comunale precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla
comunit, dellassetto ed utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia
espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale o regionale, secondo le rispettive
competenze;
Considerato che, ai sensi dellart. 117 della Costituzione, i Comuni hanno poteri regolamentari in ordine
alla disciplina dellorganizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite;
Ritenuto che, ai sensi delle predette disposizioni legislative e costituzionali, questa proposta rientra
pienamente nella competenza generale del Comune di Genova, specie per quanto concerne i servizi alla
persona e alla comunit, nonch lutilizzazione e lassetto del territorio;
Ritenuto che la materia di cui trattasi richiede una regolamentazione da parte della Giunta con delibera da
portare alla ratifica del Consiglio comunale;
Ritenuta la validit giuridica secondo la quale i beni immobili abbandonati rientrano automaticamente,
allatto dellabbandono, nella propriet comune del popolo genovese;
Ritenuto che, ai fini di una formale dichiarazione di appartenenza al patrimonio comunale di detti beni,
occorre la verifica della loro consistenza e della loro esatta indicazione catastale;
Impegna il Sindaco di Genova
- in qualit di Organo amministrativo del Comune e nella qualit di rappresentante della Comunit
genovese, ad accertare leffettivo abbandono di terreni ed altri immobili insistenti nel Comune di Genova;
- affinch indichi i relativi dati catastali, senta le popolazioni interessate, e, determini, sulla base delle
osservazioni emerse, quale debba essere la destinazione da dare a tali beni medesimi;
- sempre ai fini suddetti, trattandosi di unattivit non ablativa, ma di mero accertamento, a far ricorso
alloccupazione di urgenza di detti beni abbandonati, ai sensi dellart. 49 del Testo Unico delle
espropriazioni, approvato con D:P:R: 8 giugno 2001, n. 327;
- al termine del descritto procedimento, a rimettere gli atti alla Giunta, per ladozione dei necessari
provvedimenti, da sottoporre alla definitiva ratifica del Consiglio comunale.

Potrebbero piacerti anche