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Nel caso dei progetti migratori delle donne, la valutazione da parte della comunit di origine quasi senza ecce-
zioni pi severa, di tipo morale. Tuttavia, in molti casi, le risorse finanziarie ottenute addormentano lintransigen-
za e il ricorso alla rigorosa morale della comunit. Le considerazioni ed i giudizi da entrambi punti di vista- alterati
dal successo finanziario, considerando che lo scopo giustifica i mezzi, o molto duri quando si parla del ritorno
sulla rampa di una donna appartenete alla comunit- sono fatti sulla base dei principi immutabili. E tuttavia,
forzando i limiti di accettabilit, le nuove realt non sono del tutto incomprensibili - gli argomenti morali del tipo
povero e onesto sembrano sparire, almeno nel discorso pubblico, quando ci si confronta con il successo materiale.
Cos, una persona che ha conseguito redditi significativi con la prostituzione pu diventare un modello di succes-
so nella zona di origine e la modalit con cui ha ottenuto i soldi non conta per i suoi connazionali. Ma il fallimento
finanziario, insieme con lo status di vittima, comporta la stigmatizzazione di quella persona.
si parlava anche di un senso di colpa, perch hanno acconsentito, non essendo ancora operante la libera
circolazione delle persone, ad unazione illegale per trovare un lavoro e hanno scoperto, una volta a contatto
con la realt, che invece hanno trovato qualcosaltro () Era pi vergogna, vergogna perch si aspettavano di
tornare con un guadagno, di ritornare con i soldi. Ma sono tornate senza soldi.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nelle famiglie fragili, specialmente quando le ragazze non le informano e tornano a casa senza soldi e con
i loro problemi, non sono accolte ho avuto dei casi in cui doveva rilasciare una denuncia, venuta, lha
rilasciata, tornando a casa ha trovato il pap adottivo ubriaco, che lha aggredita perch tornata dopo
tanto tempo senza soldi e quindi diventata una bocca in pi a tavola, non essendo neppure sua fglia perch
dovrebbe accoglierla?
( intervista rappresentante istituzione governativa)
Le famiglie delle vittime, molto spesso disfunzionali e in condizioni di povert, sono raramente interessate al
modo in cui vengono ottenuti i soldi mandati a casa della vittima.
Cio, le famiglie che sanno che loro praticano la prostituzione, se ricevono i soldi sono molto contente, invece
non sono interessate a fare qualcosa per impedirlo o per sostenere la reintegrazione sociale, no, proprio
niente() Anche nel caso di litigi, i genitori laccusano e gli dicono di tutti i colori perch si prostituiva
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Purtroppo, di solito, la relazione condizionata dai soldi. Cio, il problema un problema perch rimasta
senza i soldi attesi e promessi. Ci che successo qualcosa che non conta. Guardate cosa le successo, quello
che ha fatto non va bene. Ma la mia sensazione che se tornava a casa con soldi, il problema sarebbe stato
ricondotto alla normalit.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
La mancanza di una forte reazione delle persone appartenenti alle comunit dove lo sfruttamento visibile vista
da certi intervistati del settore non governativo come una complicit alla tratta.
Finch tolleriamo e non facciamo niente quando vediamo i ragazzi in strada, vuol dire che siamo complici.
(intervista rappresentante ONG).
Credo che dobbiamo pensare molto bene chi siamo noi, quando passiamo tranquilli e passeggiamo in mezzo
a questi ragazzi.
(intervista rappresentante ONG)
b - La posizione delle autorit nei confronti del fenomeno della tratta e verso le vittime
Gli intervistati hanno sottolineato che linformazione sul fenomeno della tratta, quando questa esiste, veicolata
soprattutto dagli specialisti del settore (i rappresentanti delle strutture specializzate del Ministero dellAmmini-
strazione e Interni, i magistrati, gli impiegati del DGASPC o degli Ispettorati scolastici). Alcuni esperti evidenziano
che a livello di autorit locali il livello dinformazione che riguarda il fenomeno della tratta scarso, non c chia-
rezza nella distinzione tra tratta e prostituzione o tra le diverse forme della tratta.
Ho avuto questa sensazione e non una volta, proprio di recente, che le autorit quando sentono questo
argomento sembrano che guardino la TV!! qualcosa che sanno che succede ma agli altri in altri posti. Come
ho detto, sembra che esista solo in TV. Non pensano che sia cos vicino a noi, nelle nostre strade, in mezzo a noi,
questo ho notato. Sanno del fenomeno e sono impressionati, ma non sono consapevoli che intorno a noi.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Dal mio punto di vista, penso che siamo riusciti a parlare nelle provincie alle autorit locali, a portare
uninformazione in pi sulla tratta delle persone e fare chiaramente la distinzione tra la prostituzione e la
tratta, questo penso che il primo passo con le autorit locali. Se in Bucarest forse ho trovato un grado di
informazione in pi, quando sono arrivato in altre zone si parlava come se la tratta e la prostituzione fossero
sovrapponibili, senza parlare dello sfruttamento lavorativo
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Credo che sarebbe meraviglioso se alcuni dei rappresentanti delle autorit sapessero cosa vuol dire tratta e
come stabilire metodi dintervento, una rete. A livello delle provincie il processo iniziato, sta andando avanti;
la stessa cosa deve succedere anche con gli altri attori, dovrebbe funzionare. Mi riferisco alle zone che sono
fuori citt, i comuni
( intervista rappresentante istituzione governativa)
Pensano che le persone che ofrono servizi sessuali allinterno del paese sono prostitute, e solo quelle che
vanno allestero sono sfruttate mentre quelle che rimangono allinterno del paese sono solo prostitute e basta.
Sono loro che vogliono fare questo lavoro.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Inoltre, la problematica della tratta , nel maggior parte dei casi, considerata dai rappresentanti delle istituzioni
locali poco importante o secondaria, e questo porta ad una mancanza di fondi assegnati per le attivit di preven-
zione.
Allora penso che non considerata una questione importante o cos importante da poter ottenere dei
fnanziamenti. Solo se dal punto di vista legale, hanno lobbligo di fare questo.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Da noi, la disoccupazione il problema principale, anche la tratta, ma ci sono altri problemi prioritari. Si nota
questo quando si parla di soldi, sono poco disponibili a fare un investimento nel contrastare la tratta. Non mi
sembrano abbastanza dentro, ecco coinvolti. La Direzione per la protezione dei minori invece s, perch c un
tipo di empatia. Ma se vai al consiglio provinciale, dico ,non sono stato io personalmente a chiedere niente, ma
esiste questo atteggiamento: che ci sono tanti disoccupati, abbiamo altre priorit, s, vi aiutiamo con quello
che possiamo, ma non vanno oltre.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Adesso con la crisi economica non solo in Romania, questo tema visto come meno importante, il numero
dei benefciari non cos alto e non ci sono cos tante persone in pericolo, il problema non cos esteso e di
conseguenza il consiglio provinciale, per esempio, non ha erogato fnanziamenti per nessuna campagna di
prevenzione negli ultimi quarto anni. Hanno fatto degli investimenti per altre cose ma per liniziativa di una
campagna sul territorio provinciale, no, non lhanno considerata una priorit.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 70 71 Sez i one 6 - L appr o cc i o de l l a f ami gl i a, de l l a comuni t e de l l e aut or i t ne i conf r ont i de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Lo stesso atteggiamento di sottostima del fenomeno, se non proprio di negazione o di considerare un tab il
tema, stato riscontrato da una serie di intervistati in contatto con i professori. Il considerare unitariamente la
tratta e la prostituzione, la necessit di parlare di relazioni sessuali nel contesto della prostituzione, provoca una
reazione di rifiuto verso ogni tematica della tratta, da parte di tanti professori.
Un problema che abbiamo afrontato allinizio e forse lo afronteremo anche da adesso in poi, la mentalit
che la maggior parte sono prostitute. E andando nelle nostre scuole troviamo la stessa mentalit e quindi
la gente ci chiede, perch venite qua con stupidate del genere? E se fno adesso non conoscevano questi
argomenti, adesso venite voi per suscitare linteresse sul tema. E poi le persone sono pi riluttanti. Quando
si parla della droga, tutti si aspettano di andare a scuola e promuovere campagne sulla prevenzione della
tossicodipendenza. Parlando di tratta, non sono molto entusiasti e penso sia a causa della mentalit. Oppure,
non so, ritengono che noi, ma non abbiamo mai presentato il tema della sessualit, questo il nostro obiettivo,
vogliamo parlare di sessualit, o probabilmente solo perch lo collegano con il tema della tratta. Non so quale
sia in realt il problema, ma lo considerano un argomento meno rilevante, un tab.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nelle scuole dove la maggior parte dei professori ha unet che si avvicina alla pensione, troviamo
esattamente lo stesso atteggiamento espresso nei confronti della sessualit() Dove ci sono i professori con
una certa formazione, pi rigida, pi conservatori, si nota la diferenza, c una mentalit che viene trasmessa
agli studenti. un ostacolo che riesce a porre il professore prima ancora che noi arriviamo l. Certi hanno paura
che noi portiamo linformazione, che gli apriamo gli occhi, e allora preferiscono che non si faccia sapere niente,
n loro n gli studenti, che sono nella stessa situazione. Veniamo per aprirgli gli occhi verso la sessualit, la droga,
con non so che cosa, li incoraggiamo. Come fanno loro a tenerli a bada durante le lezioni se io unora prima ho
parlato di sessualit, facendogli vedere delle immagini? Questo problema esiste, ma non in tutte le scuole.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Tanti intervistati considerano che questo atteggiamento riluttante nei confronti della tratta da parte dei docenti,
ha come conseguenza la non consapevolezza dei rischi ai quali vengono esposti gli studenti e laumento del gra-
do di vulnerabilit, e la messa in discussione del ruolo della scuola e quello dei professori nel rapporto con i propri
studenti. Una delle professoresse intervistata diceva: la scuola ha paura di parlare di questo argomento, anche se
ci sono state tante vittime tra gli studenti.
Secondo me le scuole chiudono gli occhi. Sanno, sono interessati, ma non vanno oltre e non esiste una
rete a livello provinciale o locale, per capire se un professore identifca possibili segnali. Devono esserci delle
procedure molto chiare, molto semplici. Se iniziano a non presentarsi alle lezioni, se sai che si sono allontanati,
se una scuola a rischio, come c da noi in una zona degradata, il gruppo scolastico Edmund Nicolau da dove
vengono reclutate, perch ci sono corsi serali e post liceali, e tra queste venivano reclutate. Allora vai l, non
esiste questa rete chiara e semplice. Almeno presenta una denuncia.
(intervista rappresentante ONG).
Prima di tutto i professori devono sapere cosa vuol dire la tratta per riconoscerla, per non dire OK. Per
chiedersi: ma se fosse vittima di tratta? Certi sanno che esiste solo la prostituzione e la fai perch cos vuoi tu.
Allora almeno dovrebbero poter distinguere tra i due aspetti e questo automaticamente porterebbe ad un
cambiamento dellatteggiamento. Provi ad avvicinarti alla persona che sospetti potrebbe essere coinvolta
in una cosa del genere, no? Una comunicazione migliore con i genitori, e un atteggiamento pi familiare.
Certe volte i professori dovrebbero essere meno autoritari, avere una relazione pi stretta. E mi sembra molto
importante che i professori conoscano di pi la realt di ogni ragazzo dalla classe, perch non sono tanti, sono
30. Sapere dove vanno nel pomeriggio, quando mancano dalla scuola, dove potrebbero andare, contattare i
genitori e anche noi. Se i professori fossero pi coinvolti, sarebbe OK.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nelle piccole comunit, sia rurali che urbane, alla mentalit conservatrice si aggiunge anche una scarsa informa-
zione che riguarda il tema, ci anche se si parla dei rappresentanti delle istituzioni con competenze nel campo
della lotta e prevenzione della tratta e dellassistenza alle vittime.
Credo che linformazione negli ambienti rurali non arriva, purtroppo, non arriva alla polizia. Noi abbiamo
fatto una distribuzione di volantini a tutti gli operatori sociali della provincia e sono venuti a dirci che non
hanno mai visto, non ci hanno mai pensato! Lavoratori nel sociale, che dovrebbero essere consapevoli del
problema. Non hanno pensato che nel loro paesino potrebbe esserci un reclutatore o una vittima. Credo che
nelle aree rurali, vista la mancanza di informazione, gli abusi sono pi tollerati.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
I preti hanno denunciato da sempre questo.. per la mancanza di una formazione adeguata, di una formazione
professionale. Le comunit sono veramente piccole, con poco personale, gli assistenti sociali non sono veri
assistenti sociali, sono referenti sociali, persone con il diploma di scuola media. In qualsiasi comunit in cui vai,
raramente troverai un assistente sociale laureato nel sociale. Di solito hanno la scuola media o un corso di due
anni fatto chiss dove.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Tutto si riferisce spesso ad un arresto da parte della polizia e spesso la vittima viene incriminata per la
situazione nella quale si trova. Non capiscono la dinamica del fenomeno, la difcolt delle vittime che
oppongono resistenza.
(intervista rappresentante ONG)
Non si fa abbastanza per informare e raforzare le risorse locali, per formare gli operatori che vengono in
contatto diretto con i bambini che hanno un grado di vulnerabilit pi alto. La vulnerabilit e il rischio si
possono individuare, esistono segnali chiari quando un ragazzo ha dei problemi. Mi riferisco allinsegnante, al
professore, allassistente sociale, al medico, al sindaco. La mia opinione che dovrebbero partecipare ai corsi
di formazione locali dove si parla non solo della tratta in generalema dei sintomi generali o dei segnali che
compaiano, che sono visibili rispetto ad un bambino, adolescente o adulto che a rischio.
(intervista rappresentante ONG).
Alcuni degli intervistati considerano che a livello delle istituzioni governative con competenza nella lotta contro
la tratta, siano necessari dei cambiamenti di atteggiamento degli operatori rispetto a questo fenomeno, ma anche
una maggiore certezza di risorse materiali e umane, che devono facilitare la lotta e la prevenzione della tratta.
Parliamo della tratta da pi di 12 anni. Cosa abbiamo fatto noi in 12 anni, abbiamo insegnato agli ufciali
a parlare politically correct, ma la mentalit non labbiamo cambiata. Ci sono quelli che hanno lavorato
direttamente con le vittime, per esempio la polizia della direzione della criminalit organizzata, anche se non
tutti, hanno capito la diferenza. Del resto sappiamo che esiste, sappiamo che dobbiamo chiamarla tratta,
perch cos abbiamo imparato C tanto da fare. Tutto parte dalla mentalit.
(intervista rappresentante ONG)
Penso che alcune istituzioni fanno il loro dovere. E questo latteggiamento, non dichiarato, ma sottointeso,
che troverai quello che hai seminato e se in qualche modo hai accettato alcune cose, tutto successo in
una logica di conseguenza. Non ho visto reazioni misericordiose, non ho visto questa parte della giustizia,
dobbiamo fare qualcosa, questo un problema, non ho visto questo atteggiamento. Ognuno fa quello che gli
stato chiesto di fare. La verit che non si pu generalizzare, perch ho visto molti rappresentanti. Parlo della
polizia e di quelli con cui lavoriamo noi, con lUfcio di assistenza sanitaria, gli ufci provinciali delAgenzia per
limpiego.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 72 73 Sez i one 6 - L appr o cc i o de l l a f ami gl i a, de l l a comuni t e de l l e aut or i t ne i conf r ont i de l l e v i t t i me de l l a t r at t a
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Dipende molto anche dal livello di istruzione delle persone nelle varie istituzioni. In tante istituzioni, e mi
riferisco alle zone rurali, non hanno specialisti per gestire le cose che dovrebbero gestire, cio se sei assistente
sociale in comune, dovresti occuparti solo di questo aspetto, invece gli operatori sono multifunzionali, sono
impegnati in molti campi e se la comunit ha gi stigmatizzato la vittima, loro reagiscono negativamente
perch non hanno il tempo necessario per ofrirle lassistenza di cui hanno bisogno. E quindi pi difcile.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Lottica cambiata molto ultimamente, per posso dire che, anche se esiste la rete istituzionale, questa pi
o meno funzionale ed il problema pi collegato alle risorse. Quindi lidea che abbiamo la legislazione in
materia, abbiamo metodologie di lavoro, ma ci sono tanti malfunzionamenti e tutto gira intorno alle risorse
e alla loro difettosa gestione. Al di l di tutto, in base alla mia esperienza, ti dico che molto importante
non richiamare la legislazione in vigore ribadendo che non fanno il loro mestiere, ma piuttosto andare
direttamente alla persona e contare su un rapporto da persona a persona. Dopo aver indagato per un po, ho
trovato alla fne delle persone estremamente volenterose che lavorano veramente.
(intervista rappresentante ONG)
Ci sono segnalazioni e disfunzionalit a livello dei rapporti tra le diverse autorit pubbliche, specialmente in quan-
to riguarda la collaborazione per risolvere i problemi relativi alla concessione dei servizi sociali per le vittime della
tratta, cosi come la mancanza di coinvolgimento delle istituzioni ritenute idonee a svolgere un ruolo molto im-
portante sia nella prevenzione della tratta, sia nella consulenza e sostegno alle vittime. Allo stesso tempo, uno de-
gli intervistati ha sottolineato un problema estremamente delicato, il rapporto tra le autorit locali e la comunit.
Sembra che nella nostra zona, le istituzioni pubbliche non sono cos coinvolti e provano a scaricare la
responsabilit su di noi per aiutare le vittime, per il problema che i servizi li hanno loro. (...) Si lamentano
della mancanza del personale, delle risorse. Forse anche perch le persone vengono etichettate da parte loro,
hanno queste barriere professionali. Quando si parla di vittime della tratta , come se non facessero pi parte
del loro ambito di intervento, cercano di evitare ogni sforzo e sembra che non capiscano esattamente quale il
loro problema.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
E ancora ci sono operatori e persone che non vedono questa diferenza, tu lavori in un sistema dove si presume
che devi conoscere, devi saper fare lidentifcazione o la prevenzione e tu non hai nemmeno sentito della esistenza
di una norma in questo settore, che questo fenomeno esiste e che dobbiamo fare qualcosa, a chi ti rivolgi?
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Si dovrebbe fare qualcosa a proposito della relazione con le autorit pubbliche locali, penso che si dovrebbe
raforzare un po lidea che occorrerebbe garantire una maggiore partecipazione alle decisioni prese a livello
locale. In qualche modo un tipo di empowerment del paese in genere e di costruire qualcosa insieme con le
autorit locali, e non si parla per forza solo di quel poliziotto che sempre ubriaco. Perch queste persone non
sono inferiori
(intervista rappresentante ONG)
Secondo gli esperti, le risorse finanziarie molto limitate di cui dispongono le autorit locali gli impediscono di
assistere direttamente le vittime o di finanziare i programmi di assistenza sociale delle organizzazioni non gover-
native, e quindi molte delle vittime vengono di nuovo trafficate.
Parliamo di alcune autorit che esistono, che pero sono cos prive di risorse che fanno fatica a sostenere se
stessi, come possono sostenere anche noi?
(intervista rappresentante organizzazione ONG)
La parte pi triste che alcune delle vittime identifcate, sono state assistite per un periodo breve. Dopo
di che sono state sfruttate nuovamente e le autorit -in genere- non hanno un problema rispetto a questo
aspetto: Ma dai, veramente non sapeva cosa poteva accadere? Non la prima volta! Ed cos, se non ci sono
programmi di reintegrazione molto difcile, cosa puoi ofrirgli?
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Alcuni degli intervistati considerano che le iniziative antitratta- almeno quelle a livello locale/regionale sono state
imposte dai decisori politici (nel contesto della pre-adesione e della necessit di rispettare gli standard europei),
ed i percorsi di assistenza alle vittime della tratta, avviati dalle autorit regionali erano percepiti come un ordine
politico per rispondere ad esigenze esterne.
Ad un certo punto, questa cosa...La mia percezione personale stata che si trattasse di un ordine politico;
Signori, fate qualcosa! Ci trovavamo anche nel periodo in cui dovevamo integrarci nellUnione europea ed il
fenomeno della tratta di esseri umani era molto visibile vista la marea di gente che emigrava....E le vittime,
sapete che eravamo in cima alle statistiche sulle vittime.
(intervista rappresentante ONG)
Era molto chiaro che questo cambiamento era forzato. Quindi la legislazione stata cambiata perch la
pressione da parte dellUnione Europea era molto forte, e da parte dei paesi di destinazione. Parlavano e
parlavano, abbiamo vittime, abbiamo vittime, cosa facciamo, fate voi qualcosa l perch noi qua siamo
scioccati da quello che sta succedendo. Le prime visite di studio che abbiamo fatto, si sono svolte in Germania,
Spagna; loro erano scioccati quando sentivano che noi non parlavamo della tratta, abbiamo i dati dopo il
2001, i numeri che abbiamo mostrato, dall OIM, per esempio, che dicono: noi abbiamo a Madrid un numero
non so quante volte maggiore di vittime di tratta. E loro che erano abituati al fenomeno della tratta erano
scioccati per le violenze che le ragazze romene subivano in Spagna. Quindi allinizio stata una procedura
forzata, ed il cambiamento si basava inizialmente pi su un livello politico.
(intervista rappresentante ONG)
Un esempio di atteggiamento negativo da parte delle autorit nei confronti delle vittime quello secondo cui i
rappresentanti delle organizzazioni insieme alle forze dellordine, nel percorso di identificazione formale, stabi-
liscono che non ricorre lo status di persona lesa (vittima), ma lo status di testimone nel processo o quello di pro-
stituta; ci determina la mancanza di fiducia nelle autorit da parte delle vittime cos come limpossibilit degli
specialisti di offrire servizi di assistenza.
Io non ho capito questa cosa: perch una considerata parte lesa? E non ho capito come una persona pu
essere testimone nella propria esperienza di sfruttamento, e vai l, fai la denuncia, dichiari di essere stata
sfruttata per, tu vai come testimone e allora non puoi fare niente perch non sei parte lesa, sei un testimone!
C unaltra situazione, quella in cui nella prima fase quando si parla della vittima di tratta, si apre un dossier,
poi si raccolgono abbastanza prove. Dopo che la vittima parla, gli si fa sapere che ci sar un processo lungo, gli
si comunica che deve presentarsi in istanza, che deve raccontare di nuovo tutto, lei dice si, voglio capire cosa
signifca un processo, ha paura, preoccupata. E viene lufciale ad informarti che nei suoi confronti non c
pi un dossier sulla tratta, ma uno relativo a fatti di prossenetismo e tu le devi dire che non la poi pi aiutare
perch tu ti occupi di vittime di tratta e lei non pi una vittima di tratta! Non la puoi pi aiutare, per avr un
processo, si dovr presentare, per si dovr presentare come prostituta anche se in prima fase era registrata
come vittima di tratta ed era trattata come tale e aveva una certa posizione dove gli si spiegava tu non sei
colpevole di quello che accaduto, per arrivi nella fase in cui probabilmente la ragazza si pente di essere
andata dalla polizia perch fa parte di un dossier sulla prostituzione e da adesso in poi tutti la giudicheranno
come tale. E nessuno la seguir da adesso in poi, perch qui si interrompe il rapporto, noi possiamo intervenire
solo se uno desidera fare volontariato perch le nostre mansioni non prevedono di occuparsi anche di questa
categoria di persone svantaggiate.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 74 75
Sezione 7
Esigenze di informazione
e prevenzione
per quanto riguarda la tratta
c - Rapporto vittima, autorit, comunit
Per quanto riguarda il modo in cui le vittime percepiscono il rapporto con le autorit, rappresentanti delle istitu-
zioni e delle organizzazioni non governative si conferma il fatto che la maggior parte delle vittime assistite mani-
festa una grande dose di riluttanza e di diffidenza verso i rappresentanti delle autorit pubbliche, indipendente-
mente dal fatto che si parli di polizia o di altri funzionari delle istituzioni coinvolte nella lotta e la prevenzione del
traffico o nellassistenza alle vittime. Questa mancanza di fiducia pu essere motivata sia dalle esperienze prece-
denti, relativamente al periodo in cui sono state trafficate (rapporto diretto o mediato con le forze del ordine), sia
perch non conoscono i diritti e la possibilit di chiedere aiuto alle istituzioni.
E c ancora qualcosa da dire: tante ragazze dicono che i poliziotti venivano come clienti da loro, in questi
night club.... In Romania, se vogliamo essere sinceri, se un poliziotto si trova a 500 mt. di distanza da loro non
reagisce, per dire. Quindi la ragazza consapevole di questo, possiamo dire che vanno daccordo uno con
laltro. Poi va in Spagna. E in Spagna vede la stessa cosa, viene trattata come prostituta, che i poliziotti arrivano
come clienti e che nessuno la pu aiutare ... Se arriva il poliziotto pulito e non corrotto e le dice vieni perch
posso aiutarti, lei si gira e va nella direzione opposta e dice di no.
(intervista rappresentate ONG)
Almeno in Italia, da quello che ho capito io, le ragazze non si presentano mai alle autorit italiane perch
sanno che la prostituzione legale e loro si percepiscono come prostitute l.. Perch le ragazze non sono
consapevoli che sono vittime di tratta. E allora cosa possono dire alle autorit quando le autorit le
considerano prostitute. Non ritengono necessario informare le autorit e non vedono alcuna soluzione che
possa aiutarle ad uscire da questo giro della tratta. In Olanda si trovano nella vetrina, e anche l la prostituzione
legale.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Inoltre, la capacit delle istituzioni competenti in materia di protezione sociale in Romania di offrire servizi viene
messa fortemente in dubbio.
Tuttavia, penso che, ci sia anche una mancanza di fducia nel sistema di previdenza sociale dalla Romania,
mancanza di fducia anche nelle misure che possono essere prese per loro, in ci che puoi ofrire. Ho visto anche
la delusione da parte delle ragazze. Arriva nel centro di accoglienza. OK, grazie, mi fa stare bene lassistenza, mi
sono calmata, e quando faccio il passo successivo che cosa ofri?
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Livia Aninoanu va Lszl Gina Stoian Louis Ulrich
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 76 77 Sez i one 7 - E s i ge nz e di i nf or maz i one e pr e ve nz i one pe r quant o r i guar da l a t r at t a
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Seciunea 7:
Esigenze di informazione e prevenzione per quanto riguarda la tratta
Gli intervistati sottolineano il fatto che il fenomeno della tratta di esseri umani in Romania una realt poco
conosciuta dalla popolazione, o viene considerata di importanza secondaria. I temi interessanti, almeno per i
mass-media, la risorsa principale dinformazione per la maggior parte dei cittadini romeni, in genere sono altri, il
fenomeno della tratta un soggetto poco discusso in tv, sui giornali o alla radio.
Sono interessati, rifettono un po, leggono un po i fyers, e dopo dicono: eh, a me non pu succedere! questo
latteggiamento che di solito i cittadini dimostrano.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Linteresse giornalistico pi alto nei confronti delle azioni dirette a contrastare la tratta, come gli arresti dei grup-
pi criminali accusati di tratta di esseri umani. Tuttavia anche in questi casi lenfasi sugli spettacolari arresti dei
clan; pi importante la notizia della caduta di uno o dellaltro trafficante, i legami con la malavita romena o
altri reati commessi dagli stessi autori in diverse parti del mondo. Larresto di queste persone pi pubblicizzato
rispetto al motivo che ha portato al loro arresto.
Una delle spiegazioni per lo scarso interesse rispetto a questo fenomeno o per la scarsa comprensione delle sue
conseguenze collegata, secondo le persone intervistate, anche alla mancanza di visibilit del fenomeno in certe
aeree. Le informazioni che vengono trasmesse, seguendo la logica della comunicazione, dovrebbero riguardare
un numero pi elevato di vittime per diventare un argomento di interesse pubblico.
Penso che questo fenomeno meno conosciuto, perch esiste un numero limitato di casi. Da quando lavoro, ci
sono stati solo 14 casi, vi rendete conto che non frequente, non una tipologia.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nel momento in cui far questa proposta alle persone con cui ho un buon rapporto nei mass media, mi
chiederanno: va bene, ok, quante situazioni avete avuto? Quattro! Ma, scusami...per 4 situazioni .....ci sono
tanti problemi.... Facciamo tanto rumore per un fenomeno sotterraneo come questo! Per, questi 4 casi sono
la punta delliceberg, in realt ci sono tante situazioni che non riusciamo a mostrare! (...) A loro non interessa il
fenomeno, interessano le vittime!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Gli potrebbero interessare tanto queste storie raccontate, quindi casi concreti. La mass media interessatia
per, non in modo..... interessata ad altri temi. Sono stati presenti, sono venuti, ma non si impegnano per
questo tema; perch non sono informazioni di interesse per il loro pubblico.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Tuttavia i nostri esperti intervistati mostrano che il livello di informazione rispetto alla tratta e il grado di consa-
pevolezza dei rischi molto pi alto nelle aree urbane che in quello rurale. Inoltre, si riscontrano differenze di
informazione e atteggiamento rispetto al fenomeno della tratta tra i cittadini della stessa citt, in base ai quartieri
in cui vivono (centro o periferia).
Una possibile spiegazione per la differenza nel livello di informazione per quanto riguarda questo argomento
nellambiente rurale, a confronto con quello urbano, data dal fatto che la maggior parte delle campagne dinfor-
mazione e di sensibilizzazione riguardanti il fenomeno di tratta si sono svolte nelle aree urbane.
Queste campagne si svolgono sempre nelle aree urbane, bisogna andare anche nelle aree rurali per discutere
direttamente con le persone, per fare in modo che linformazione arrivi direttamente alle persone (...) Sono
andati tutti a fare campagne di prevenzione nelle scuole, bisogna farle anche nelle aree rurali.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Al di l di queste considerazioni, il problema della vulnerabilit alla tratta rimane forte indipendentemente dal
luogo di provenienza. Visto le aree di provenienza delle vittime, possiamo avanzare lidea che le persone che vivo-
no nel contesto urbano siano vulnerabili alla tratta nella stessa misura di quelle provenienti dallambiente rurale,
ma le differenze tra loro sono:
le vittime provenienti dalle zone rurali hanno unesperienza di vita sociale limitata, un accesso limitato allin-
formazione e un livello scolastico inferiore;
le vittime provenienti dalle zone urbane hanno una certa incapacit di discernimento, di selezione delle
informazioni abbondanti, delle oferte di lavoro arrivate attraverso canali diversi e si sentono protette dalla
prevalente concezione a me non pu accadere questo.
Per quanto riguarda il livello di informazione delle vittime, gli intervistati hanno affermato che molte delle vittime
assistite erano informate sui rischi di cadere nella trappola dei sfruttatori e della violenza, quando hanno preso
la decisione di lasciare il paese, ma questi rischi non sono stati poi considerati o sono stati sottovalutati. Secondo
la loro testimonianza, le vittime hanno avuto queste informazioni da parte dei mass-media (specialmente dalla
tv); a volte erano a conoscenza anche di situazioni di tratta in cui erano state coinvolte persone conosciute o altre
persone dalla comunit.
Tante ragazze hanno avuto queste informazioni. Perch io guardo quando arrivano per la prima volta dalla
polizia, quando vengono identifcate e quando abbiamo il primo nostro contatto con loro. Si spiega cosa
signifca il reato di tratta, cosa signifca vittima di tratta per sapere qual la sua situazione, ti rendi conto
che consapevole del signifcato, non ti chiede spiegazioni supplementari. chiaro che esiste un minimo
dinformazione collegato al fenomeno della tratta, chiaro che sono consapevoli che pu accadere una cosa
del genere. Avevano informazioni, dalla tv, dai giornali e inoltre tante ragazze, donne, avevano gi sentito
di casi simili nella loro comunit. Quindi avevano alcune informazioni, sapevano di questo fatto. C questo
pensiero a me non pu capitare. Magari dalla disperazione, dai bisogni che hai in un certo momento accetti
questo fatto.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Alcune ragazze sapevano. Sapevano e addirittura sono state attente per non arrivare a queste situazioni. Altre
sapevano dellesistenza del fenomeno, che pu accadere. Comunque stata molto pi grande e pi rilevante la
proposta ricevuta rispetto quello che sapevano della tratta. Alcune sapevano, pero hanno pensato che: non
pu succedere a me, altre ragazze lhanno saputo da noi nel momento in cui sono arrivate e hanno detto:
aspetta perch ho una cugina a cui credo sia successa la stessa cosa per non lha raccontato a nessuno.
(intervista rappresentante ONG)
Le ragazze con un livello pi alto distruzione si sono accorte prima ma sono cadute lo stesso nella trappola,
hanno provato ad evitare le situazioni di cui avevano sentito parlare....per abbastanza raramente. Bisogna
promuovere le attivit di prevenzione non solo nelle scuole delle citt, ma anche in quelle delle comunit
rurali.
(intervista rappresentante ONG)
Tuttavia per alcune vittime, specialmente quelle che provengono dal contesto rurale, il fenomeno della tratta
quasi sconosciuto, una realt lontana, diversa dalla situazione in cui esse si trovano.
Le ragazze dal paese non avevano idea, scoprivano l quale era la realt.
(intervista rappresentante ONG)
Non sanno che cosa signifca tratta di esseri umani e inoltre il pi delle volte quando sono portate nellufcio
del procuratore non sanno cos questo reato e non capiscono. Non ho conosciuto nessuna ragazza che sapeva
cosa vuol dire questo fenomeno della tratta: Cosa sar anche questo? E non capivano cosa hanno fatto, cosa
non hanno fatto. E non sono state informate.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 78 79 Sez i one 7 - E s i ge nz e di i nf or maz i one e pr e ve nz i one pe r quant o r i guar da l a t r at t a
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Le difficolt di capire le situazioni in cui si trovavano anche collegata con la rappresentazione del fenomeno
di tratta tipica degli anni 2000-2005: violenza fisica, stupri, maltrattamenti, vendite e acquisti successivi delle
vittime, spesso lomicidio. Come emerso nei capitoli precedenti, i cambiamenti di atteggiamento dei trafficanti,
insieme ad unefficace manipolazione affettiva che induce un senso di complicit nel praticare la prostituzione,
rendono pi complessa la consapevolezza della situazione.
S, perch le ragazze non capiscono la tratta ! I trafcanti, i colpevoli, le manipolano efettivamente e loro non
percepiscono la situazione come tratta di esseri umani. Mi dicono: no no, non capisco queste parole tratta di
esseri umani, perch non mi successo.... O, spesso venivano in ufcio dopo ludienza e vedevano un poster sul
mio pannello sul tema della tratta di esseri umani e dicevano che terribile se ti accade una cosa del genere!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Cosa, questo tratta? La tratta vuol dire unaltra cosa! Perch, qualcuno mi ha picchiato? Beh quando parli di
tratta vuol dire che ti picchiano!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Questo nuovo contesto della tratta, specialmente quella esterna, dove, secondo il parere di un esperta pi
facile manipolare una persona a livello affettivo per ottenere un effetto ben definito e a lungo termine non
cambia per lessenza del fenomeno lo sfruttamento. Tuttavia, a livello di rappresentazioni, alcuni intervistati
rimangono legati ad un modello esplicito, con categorie chiare e gravi, come quello della prima met dellulti-
mo decennio. Tale dicotomia rimette in discussione lidea stessa di stato di vittima di una persona, che rischia di
essere definita in base alle caratteristiche contestuali, funzionali e in base a caratteristiche proprie. Questo fatto
viene spesso definito attraverso lespressione vittime autentiche versus queste nuove . Luscita dalla formula
descrittiva e inflessibile della tratta cosi come la conosciamo noi quelli sono stati casi veri di tratta, non quelli
che abbiamo noi adesso- assolutamente necessario per poter capire il meccanismo di manipolazione e sfrut-
tamento durante la tratta e che specifico negli ultimi anni.
La decisione di partire per lestero il risultato complessivo dei fattori descritti e analizzati nei capitoli anteriori.
Questa decisione presa allinterno di un progetto temporaneo di migrazione, con lo scopo di guadagnare soldi
per risolvere un problema immediato, assumendosi la responsabilit del viaggio e anche laccettazione della pro-
stituzione, che e a volte nasce da una sorta di accordo tra lo sfruttatore e la persona sfruttata.
Sono tutte efettivamente consapevoli di dove vanno. A tante di loro gli si dice proprio dall inizio andremo l
e ,o farai la prostituta, o andrai a rubare, ma non c nessun problema, io comunque ti sposer.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Per quando il reclutatore non il loverboy, vi sono stati casi in cui ci hanno detto esplicitamente. Sapevano
per certo dove sarebbero andate farai la prostituta per riceverai la met dei soldi erano queste le
informazioni che ricevevano.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Nell ultimo periodo, addirittura gli avevano proposto la prostituzione, quindi di fare soldi in cambio di servizi
sessuali, per per un breve periodo.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
essenziale capire il meccanismo che porta alla decisione e alla scelta di questo gesto: non la parte economica
determinante, ma il contesto in cui vive la donna i suoi desideri, le sue aspirazioni, i suoi bisogni. Accettare di
diventare una prostituta vuol dire unaltra cosa , non solo eliminare un intero universo di bisogni e desideri. Da
questo punto di vista, indipendentemente dal livello di consensualit e da quanto si assume la sua condizione,
gli effetti di tale scelta la trasformano inevitabilmente in una vittima.
Secondo gli intervistati, i principali beneficiari delle campagne pubblicitarie dinformazione, prevenzione e sensi-
bilizzazione svolte durante il periodo 2000-2011 sono stati principalmente i cittadini dalle aree urbane.
Si lavorato tanto nelle scuole, tramite campagne pubblicitarie stradali, nei centri commerciali. Parlo dalla
nostra zona. Quindi penso che le persone che abitano nelle citt dovrebbero avere una minima idea.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Gli effetti delle precedenti campagne di informazione e prevenzione della tratta di esseri umani in Romania in-
dirizzate ad un pubblico largo sono, secondo gli intervistati, abbastanza difficili da valutare, perch non stato
introdotto un indicatore specifico o unattivit di valutazione del loro impatto.
Il messaggio non arriva sempre, noi lo inviamo per non arriva sempre. Non abbiamo un feed-back garantito
al 100%.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Le campagne svolte nellambito scolastico sono considerate quelle con i risultati migliori, specialmente se sono
state accompagnate da azioni di sensibilizzazione in cui gli allievi non sono stati solo i beneficiari ma hanno rea-
lizzato loro stessi materiali informativi o sono stati attori principali nelle attivit di prevenzione.
Quello che io ho visto che funziona: nelle varie azioni, quando gli allievi sono stati coinvolti e hanno percepito
qualcosa, abbiamo fatto diversi giochi di ruolo tu sei il trafcante prova ad attirarla, a reclutarla, e devo dire
che ha funzionato molto bene, si sono impegnati. O gli ho chiesto di creare messaggi per i poster, sono rimasta
sorpresa quando 3 anni fa, in una classe di liceo, gli allievi hanno fatto un poster con disegni suggestivi (...)
hanno portato gli studenti dal liceo di marina con un teatro forum bellissimo. Sono intelligenti e voglio ancora
dire che se a questo liceo prima andavano solo maschi adesso vanno anche le femmine. I ragazzi sono stati
fantastici.
(intervista rappresentante istituzione governativa )
Uno dei principali elementi di forza delle campagne precedenti, secondo alcuni intervistati, il fatto che esse si
sono svolte e soprattutto che hanno provato a rispondere alle nuove caratteristiche del fenomeno di tratta per
esempio reclutamento attraverso internet.
Perch sono stati in sintonia con il trend. Ha funzionato molto bene tramite internet. Non ci posso credere. Ha
funzionato molto bene!! Andando a visitare diversi licei e scuole scopri quanti ragazzi usano internet e sono
proprio loro a dirmi: non sapete quanti amici ho su facebook e quanti mi hanno proposto di andare a bere
qualcosa insieme a loro e chiedo E adesso, cosa farai, beh, ci penserei unaltra volta prima di rispondere.
Quindi ha funzionato benissimo!.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Esistono, tuttavia tante opinioni critiche per quanto riguarda i messaggi delle campagne e specialmente il modo
in cui sono state formulate.
Queste campagne sono percepite pi o meno, in base a quanto lungo il messaggio che trasmettono.
Dipende dalla lunghezza e chiarezza del messaggio, perch non tutte la campagne hanno avuto un messaggio
chiaro, coerente e corto. Sono messaggi estremamente lunghi per esempio ci sono delle frasi che non riesci a
leggere per intero perch perdi il flo. Provare a fare pi campagne e concentrarti sui messaggi corti, sui gruppi,
di farti capire, con immagini molto chiare che riescono a sorprendere per il messaggio. E di fare campagne in
un modo molto pi aggressivo, su un periodo molto pi lungo.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Non penso che siano adatte, mi sembra che ad un certo punto diventano troppo elevante, ad un livello troppo
alto rispetto quello normale. Mi sembra che alcune che io guardo e di cui non capisco niente non hanno una
storia efettiva, non hanno un inizio e una fne, semplicemente tratta di esseri umani non so che cosa...
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 80 81
Sezione 8
Conclusioni
Uno dei punti deboli di queste campagne precedenti rappresentato, secondo lopinione di alcuni esperti, dallo
scarso coinvolgimento e collaborazione dei mass media con le istituzioni o le organizzazioni che hanno avviato
e organizzato queste campagne.
I Media non sono abbastanza coinvolti, mi riferisco ai canali tv. La tv nazionale non sostiene molto campagne
di questo tipo perch da quello che ho capito, loro non hanno spazi pubblicitari disponibili come gli altri canali.
Non vogliono sostenere queste campagne. Magari i cittadini dalle aree rurali non hanno soldi per pagare
labbonamento satellitare per vedere anche altri canali tv. Sono andate in onda pi o meno, noi a livello
locale abbiamo la tv privata che manda in onda in continuazione spot dalle vecchie campagne perch hanno
considerato che sono utili. Per se non coinvolgiamo i media di pi questo rimarrebbe un punto debole.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Il maggior impatto sui destinatari, indipendentemente dallet, secondo gli intervistati, lo hanno le immagini fil-
mate e soprattutto i materiali che rientrano nella tipologia documentario-dramma (interviste con le vittime della
tratta, il loro racconto, le loro esperienze).
Ho sempre visto che le immagini flmate hanno un grande impatto. Quindi hanno un impatto molto pi
grande sul pubblico rispetto al materiale scritto o ad un discorso. Limpatto visuale sempre migliore. La prima
cosa che farei sarebbero alcuni flmati.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Livia Aninoanu va Lszl Gina Stoian Louis Ulrich
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 82 83 Sez i one 8 - Conc l us i oni
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Sezione 8:
Conclusioni
La tratta un fenomeno camaleontico, sensibile ai cambiamenti politici, economici, giuridici, sociali e che si
adatta rapidamente alla situazione attuale, per essere in grado di preservare la natura sotterranea e, quindi, bene-
ficiare della copertura delle attivit criminali che possono trarre profitto dallo sfruttamento di minori e adulti. Nel
corso delle indagini condotte, abbiamo cercato di catturare soprattutto quelle dimensioni che possono rafforzare
la prevenzione in Romania, sia nella sua rappresentazione come paese dorigine per il traffico esterno, sia come
paese di destinazione per il traffico interno.
Lanalisi dei risultati indica che per una piena comprensione del fenomeno necessario superare la visione che
sostiene che la tratta una conseguenza di un progetto migratorio fallito, approccio comune nei paesi di desti-
nazione, dove le vittime e i trafficanti spesso sono cittadini stranieri. La presente ricerca giunge alla conclusione
che la maggior parte delle vittime non aveva, prima dellincontro con il reclutatore, un progetto di migrazione.
Questo sorge e si realizza come principale componente della strategia dei trafficanti. Altre prove a sostegno di
questaffermazione sono lesistenza e la maggior crescita, negli ultimi anni, del fenomeno della tratta interna, che
ha essenzialmente, le stesse caratteristiche del traffico esterno - tra cui la presenza costante del catalizzatore del
fenomeno: la domanda di prestazioni sessuali. Nellanalisi del fenomeno, ma anche nelle attivit dintervento e di
prevenzione , pertanto, necessario un approccio multi dimensionale.
Questa ricerca offre una panoramica del fenomeno della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, sottolineando
una serie di contesti e caratteristiche gi esistenti al livello socio-familiare, che lo generano, lo caratterizzano e lo
sostengono. Il presente lavoro si concentra, principalmente, sulla posizione della potenziale vittima, evidenzian-
do, in primo luogo, i malfunzionamenti a livello di micro - comunit, la disuguaglianza di genere e, soprattutto,
la violenza contro le donne. Essendo abituate ad accettare la dipendenza dalluomo, ad annullare o a non ma-
nifestare i propri sentimenti, le giovani diventano vulnerabili alla manipolazione psicologica dei trafficanti, che
speculano e traggono vantaggio dallalto grado di tolleranza o indifferenza della comunit nei confronti di tale
realt. Fatto questo che rende la comunit un ambiente favorevole per il reclutamento e lo sfruttamento sessuale
delle vittime.
I fattori individuali e relazionali pi importanti per crescere la vulnerabilit alla tratta
La vulnerabilit, come sostenuto dalla ricerca, il risultato delle interazioni complesse di fattori individuali, re-
lazionali, comunitari e sociali (secondo lapproccio ecologico del fenomeno della tratta). Nellambito del progetto
di ricerca, anche se abbiamo toccato molti aspetti del fenomeno, particolare attenzione stata posta sui fattori
individuali e relazionali che contribuiscono a rendere le vittime vulnerabili. Come illustrato nelle esperienze di vita
delle vittime della tratta, esse erano a stretto contatto con relazioni familiari fallimentari, con violenza e/o tra-
scuratezza emotiva vissuta nella famiglia dorigine (abusi sui minori) o nella propria famiglia (violenza domestica),
con capitale sociale ridotto, con lidealizzazione del futuro della coppia o della creazione della vera famiglia e, non
ultimo, la mancanza di opportunit per garantire con le proprie forze una vita decente, acquistare una casa, ecc.
I seguenti fattori sono emersi dallanalisi come fattori chiave che determinano la vulnerabilit alla tratta:
a - Lesistenza di un evento scatenante.
Secondo gli intervistati, lingresso nella trappola dei trafficanti, a sua volta, il frutto di una serie complessa di
fattori - sociali, familiari, di contesto di peso pi o meno uguale, ma alcuni dei quali hanno svolto un ruolo di
innesco.
Penso che tutte hanno avuto alla base un evento traumatico che ha favorito la partenza. Ad esempio, erano
state picchiate dal patrigno, s, semplicemente perch erano sotto la cura di madri alcolizzate e disinteressate, o
perch erano estremamente povere, tantissimi fratelli e hanno sperimentato cosa vuol dire morire di fame. Cos
tutte sono partite, e alla base della loro partenza il clic stato un evento drammatico.(...) Noi abbiamo parlato
di fattori di innesco abbastanza gravi, mi riferisco alle situazioni di giovani donne che sono state mandate
via di casa dal padre, padre alcolizzato, patrigno che ad un certo momento cerca di abusare sessualmente,
di usarle - questo stato uno dei miei studio di casi, e questi sono fattori di innesco veramente gravi che sono
decisivi nella partenza di una ragazza, nellallontanamento dallambiente svantaggiato, estremamente
vulnerabile, in cui si trova.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Cause legate alla stabilit fnanziaria della famiglia, di solito genitori disoccupati. Questo un aspetto del
problema. Un altro, la separazione dei genitori, o non necessariamente la separazione legale, ma fsica:
uno andato a lavorare allestero, uno ha delle responsabilit che, teoricamente, realizza con successo, ma
nei fatti non cos. Qualcosa gli sfugge, non attento a quello che succede ai fgli, oppure attento a quello
che succede a tutti i suoi fgli. Oppure, un altro aspetto. Quindi la separazione, problemi fnanziari, problemi
di salute. E quando dico questo mi riferisco allalcolismo, sia della madre che del padre. Questioni inerenti
allistruzione, vuol dire che i genitori non sono istruiti o non hanno un grado distruzione sufciente a capire
cosa potrebbe accadere quando il bambino incustodito. E qui direi decisamente la negligenza. (...) La
mancanza di un modello parentale positivo.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
b - Contesto familiare disfunzionale, dove la violenza fisica e verbale, compresi gli abusi sessuali, sono co-
muni. Lindifferenza verso la potenziale vittima e verso i suoi bisogni e, soprattutto, la mancanza daffetto o della
manifestazione di esso in modo diretto, sono spesso dolorosamente sofferte dalle vittime, ci le spinge a trovare
sostituti allesterno della famiglia; la mancanza di uno o entrambi genitori che lavorano allestero; condiscendenza
verso il fenomeno della tratta e verso lo sfruttamento sessuale. Un ruolo estremamente importante sempre nel
contesto della famiglia disorganizzata ricoperto da traumi subiti durante linfanzia.
DAllora, a volte piango pensando al tipo di famiglia in cui sono cresciuta e al modo in cui sono cresciuta. Per
il mio compleanno, non ho mai ricevuto da mia madre un bacio o un Tanti Auguri, n da mio padre, quindi
non posso dire qualcosa di buono, non mi ha mai baciato, non riesco a ricordare lultima volta che mia madre
mi ha baciato.
(intervista vittima di tratta)
Tuttavia, le famiglie distrutte completamente, nel senso che il padre morto, o andato via o entrambi i
genitori alcolizzati o forse anche i nonni. Mi ricordo che sono andato una volta e ho visto una camera in cui
vivevano 3 adulti e 5-6 bambini...La gente dice che sono ingenue, stupide. Non credo sia legato al coefciente
dintelligenza, ma solo la speranza di andare via, di cambiare per ottenere qualcosa di buono per se stesse.
(intervista rappresentante ONG)
Ci sono stati alcuni casi in cui cera violenza domestica, altri in cui sono state abusate. A volte abusi indiretti,
traumi infantili, sentivano i genitori che litigavano o facevano sesso. Da un lato, sentivano durante la notte
come facevano sesso e lei non sapeva cosa stesse succedendo. (...) Daltra parte questo si sentiva durante la
notte, durante il giorno vedeva come il padre picchiava la madre crudelmente e lei non poteva fare nientaltro
che piangere. Ci sono stati casi, sempre cos, quando tante ragazze mi dicevano che i genitori litigavano spesso
e che la madre avrebbe voluto separarsi dal padre, ma non si separavano.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 84 85 Sez i one 8 - Conc l us i oni
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Io vado sempre allidea di famiglie disfunzionali e abusi, ma non necessariamente labuso fsico o sessuale, ma
piuttosto emotivo. In un modo o nellaltro le vittime percepiscono due messaggi, crescono con due messaggi:
uno legato allaggressivit, un altro alla sessualit. Oppure sono vittime che non possono costruire confni e
punti di riferimento, forse perch spesso vivono in una sola stanza o due stanze in casa e vedono tutto quello
che succede tra i genitori, tra genitori e fratelli. Ed molto difcile, perch da piccola vedi quando i tuoi genitori
si picchiano e poi vedi quando i tuoi genitori hanno relazioni intime. E poi il padre si ubriaca e dice, alla
bambina di 9 anni, che una puttana, come sua madre, e poi le accarezza la testa e le ofre un cioccolatino. E
quando crescono, e vivono in un ambiente come questo, dove c sempre un doppio senso, e dove si alimenta
sempre qualcosa, in qualche modo lei sa che, a un certo punto, entrer in una situazione di sfruttamento.
(intervista rappresentante ONG)
Le famiglie sono disorganizzate o i genitori non sono stati sposati o ci sono fgli provenienti da matrimoni
diversi, dalle relazioni precedenti, un mix, diferenze tra i bambini, confitti su questo tema e il genitore in
genere non nasce genitore, e molti fanno bambini perch li fanno non perch li devono allevare e non ha nulla
a che fare con lessere un genitore, loro proprio non hanno alcun problema, dicono che li alleva Dio, mica li
alleva lui
(intervista rappresentante istituzione governativa)
c - Relazione afetiva con il trafcante - lamico, che risponde ai bisogni imediati di affetivit/
amore, protezione, crescita dellauto stima, fiducia nei progetti futuri delle vittime.
Uno prottetivo, che le accarezzano, le comprano qualcosa, le ascoltano, in realt non le danno soldi, ma le
comprano regali, vestiti visto che povera te, non hai calzini te li compro io. Andiamo insieme a fare la spesa
e guardanon hai una madre! O tua madre non ti cura, perch tuo padre fa chi sa che cosa, un ubriaco e
cosi via. E investono tempo ed energia per far si che le ragazze si afezionino a loro e vedano in loro il padre che
sognavano.
(intervista rappresentante organizzazione ONG)
Queste cose spingono le ragazze esattamente nella parte opposta perch loro non si sentono apprezzate dai
genitori e dicono: Mi vedo con tanti difetti, non sono buona a scuola, non sono soddisfatti, io sono la brutta,
la stupida e poi loro cercano altrove, e ricevono la conferma sei meravigliosa, sei intelligente, sei bellissima.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Da sempre le ragazze vittime di tratta hanno visto il lato positivo e bello delle cose, per poter avere una vita
migliore, che possono essere amate per quello che sono. stata raforzata lautostima che non potevano
trovare nella propria famiglia. Non hanno mai pensato che le cose avrebbero potuto andare male, che
i reclutatori hanno un proflo signifcativo, e non successo mai che oggi lha conosciuta e domani lha
picchiata!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
d - Motivazione economica, generata sia da un livello estremo di poverta nella famiglia, sia
dalla difficolt di trovare un lavoro nella communit di origine. Le valutazioni degli esperti variano
a seconda dei casi registrati nelle provincie/aree di competenza, fatto riconducibile ad una serie
di motivi non solo individuali delle vittime (et, livello di istruzione), ma anche socio-economici,
riconducibili alle aree di provenienza (province povere con alti tassi di disoccupazione, con sacche di
povert e comunit svantaggiate).
La povert ha il suo ruolo. Quasi tutte le ragazze partono dal desiderio di avere un reddito sicuro, per
assicurarsi un minimo di sussistenza, o almeno per avere una vita dignitosa. Pensate che tutte le ragazze
vogliono un vestito, vogliono un bene materiale e spesso scelgono queste cose, senza rendersene conto. E
arrivano in questa situazione tramite le promesse e varie storie, comprese quelle del Loverboy, di amore a prima
vista e fniscono in situazioni tragiche, e nei nostri casi, a loro insaputa. Pensate che ci sono luoghi molto poveri
dove non esistono posti di lavoro, dove i genitori non lavorano, dove praticamente non c un reddito sicuro in
famiglia. E il fatto che sei condannato a vivere in povert, vivendo in una baracca, non in una casa, e il fatto di
non avere un futuro pi o meno certo porta queste ragazze a scegliere spesso il bello che altrove, quello che
loro immaginano bello.
(Intervista rappresentante istituzione governativa)
Cerano abastanza ragazze povere. Voglio dire, sia la loro famiglia che lintero paese erano povere. Non
avrebbero avuto molte alternative se non il lavoro in agricoltura e basta.
(intervista rappresentante ONG)
e - Il desiderio di aiutare la loro famiglia e, in questo contesto, si fa riferimento allassunzione di responsabi-
lit da parte dei minori di alcune mansioni che in realt sarebbero degli adulti (assicurare una casa, curare i fratelli
piu piccoli etc.) Questa eccessiva responsabilizazione dei minori li porta ad accettare anche la prostituzione.
Sperano in una vita migliore, vogliono aiutare le loro famiglie, si informano per le oferte di lavoro in base a
quanto gli permette il livello distruzione.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Un caso stato interessante: un bambino stava con la sua famiglia, in aftto in un casa popolare. Ha deciso
che, essendo lui il primo genito, sarebbe andato allestero a lavorare come baby-sitter, inviare soldi a casa e
comprare una casa, quella casa popolare. E se ne and tramite una vicina di casa, unamica che li visitava
ogni giorno. Dopo la sua partenza allestero, gli altri vicini hanno avvisato la mamma che quella signora
si occupava proprio del reclutamento delle vittime! Ma nessuno laveva avvisata prima! Naturalmente, il
bambino entrato nella rette della tratta.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Di solito, i bambini pi grandi, di 10 anni, stanno insieme a quelli di 2-3 anni, cucinano insieme, mangiano
insieme. Non esistono le vacanze, la scuola, lascia perdere la scuola, tanto non ti serve. Eppure sembrano cosi
intelligenti. In che modo? Con lesperienza di vita che non ti aspetteresti per quella et!
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Minori sfruttate sessualmente e diventate mature prematuramente. I genitori hanno una situazione difcile
economicamente parlando, vivono alla giornata e improvvisamente le responsabilizzano. Forse una volta
cresciuti i fratelli pi piccoli sentono a casa discorsi del tipo devi aiutarci anche tu, devi portare dei soldi anche tu,
non possiamo permetterci pi di mantenerti anche se hanno solo 12 -14 anni e allimprovviso si sentono mature
e che devono fare qualcosa. E ad un certo punto, sentendo tutti questi messaggi, che devono fare qualcosa per
guadagnare soldi, che devono diventare indipendenti, si avvicina a loro una persona per bene, perch ce ne
sono abbastanza, che propone vuoi essere la mia fdanzata? Guadagneremo un sacco di soldi insieme... e loro
accettano cosi facilmente, perch questo messaggio quello che hanno gi sentito dai genitori...
(intervista rappresentante istituzione governativa)
E se hanno avuto soldi solo per vivere alla giornata, sono andate a scuola giorno dopo giorno, mese dopo
mese con gli stessi vestiti mentre i compagni avevano sempre vestiti diversi, poi ha detto: voglio anche io di
pi! Ed era naturale desiderare di pi. E poi, quando qualcuno arrivato con la proposta di comprarle dei
vestiti, normale che stata tentata ed ha accettato. Molte di loro pensavano, beh, vado a lavorare allestero,
guadagno soldi e li mando a casa ai genitori. Questo pensavano, anche se erano minori.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
f - La difcolta di realizzare i propri sogni, in termini di realizazzione professionale e sociale, che porta in
tanti casi alla conclusione che lavorare allestero lunica soluzione.
Abbiamo visto una certa pressione interna molto forte, come se non accettando questa proposta la mia
vita sarebbe fallita. E vado con la tutta la disperazione, chiudo gli occhi e non vedo alcun rischio. So che in
fondo ci sono alcuni vincoli, alle spalle ci sono delle persone che, in un modo o nellaltro, hanno bisogno del
tuo sostegno fnanziario e cos via. E poi si pu scegliere. E conta ancora molto quando qualcuno ti propone
di lavorare a Ibiza, per esempio, e tu sei del Tandarei e lavori nel bar della stazione. Automaticamente guardi
intorno. Vedi chiaramente la diferenza.
(intervista rappresentante ONG)
E per essere realisti molti giovani se ne vanno per questi sogni, per lavorare allestero. Se chiediamo, ad esempio
ho chiesto una volta durante una lezione, quanti studenti della classe XII avrebbero voluto andare allestero.
Credetemi ha alzato la mano oltre la met della classe. Coloro che non hanno alzato la mano avevano altri
sogni, andare alluniversit qui, quindi rimanere e andare a scuola qui. Gli altri tutti volevano andare allestero
tutti dicevano, si guadagnano un sacco di soldi, mi sbarazzo dai miei genitori, sono libero, guadagno, mi
compro una macchina. Quindi penso che questo il sogno attuale dei romeni . Dato che la societ non ti d
un lavoro, un giovane dopo che fnisce un livello distruzione, diciamo 12 classi o 10 classi ha un futuro incerto.
Non trova lavoro, le assunzioni sappiano come si fanno, la domanda tanta e le oferte sono poche. Purtroppo,
tutti i ragazzi nelle scuole, nei licei, la maggior parte di loro sogna lestero. Sperano e desiderano di andare
allestero per lavorare.
(intervista rappresentante istituzione governativa)
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 86 87
Sezione 9
Contesto generale
della tratta in Italia
Federica Dolente
88 89 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 9 - Cont e s t o ge ne r al e de l l a t r at t a i n I t al i a
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Sezione 9:
Contesto generale della tratta in Italia
Premessa
Il traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale ha assunto negli ultimi anni una rilevanza e una visibi-
lit particolarmente preoccupanti. In alcuni paesi dellEuropa dellEst le difficolt di attivare processi economico-
sociali in grado di soddisfare i bisogni primari della popolazione hanno innescato flussi migratori consistenti in
direzione degli stati pi ricchi dellUnione. Lallargamento ad Est dellUnione Europea, con lestensione del regime
di libera circolazione, ha ulteriormente modificato il panorama migratorio europeo. Per tali ragioni, lattraversa-
mento delle frontiere, la possibilit di inserimento nei principali paesi di destinazione, con il conseguimento di
unattivit lavorativa e di pi elevati livelli di benessere, sono divenute, nellimmaginario di consistenti segmenti
di popolazione, mete facilmente raggiungibili. Questa situazione ha fatto s che molte persone abbiano messo
in gioco non solo le proprie competenze professionali ma anche direttamente il proprio corpo, con il rischio di
cadere in condizioni di grave sfruttamento sia in ambito lavorativo che sessuale.
Da almeno dieci anni, periodo che ha visto crescere la tratta e lo sfruttamento sessuale di persone provenienti
dalla Romania, assistiamo a profondi cambiamenti delle modalit di aggancio, di trasferimento nelle aree di de-
stinazione e di assoggettamento para-schiavistico a scopo di sfruttamento sessuale
1
. Queste trasformazioni si
rilevano non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei laddove lo sfruttamento sessuale maggiore.
In Italia lo sfruttamento sessuale delle donne rumene quello che al momento registra maggiori presenze ed
distribuito in quasi tutte le regioni, ed in particolar modo nelle grandi aree metropolitane. Attualmente il fenome-
no si caratterizza per una molteplicit di forme che assumono caratteristiche diverse (in strada, in appartamento,
in locali notturni) in base alle provenienze, allet, al genere e alle forme organizzative che ne caratterizzano lo
sfruttamento. In ogni caso, in entrambi i paesi lItalia e la Romania - le conoscenze relative ai gruppi coinvolti
nella nello sfruttamento sessuale restano ancora piuttosto scarse e frammentate, non capaci, quindi, di illustrare
il fenomeno nella sua odierna complessit.
Gi nel decennio scorso gli studi realizzati in Italia hanno posto lattenzione sulle differenti forme di prostituzione
che caratterizzano il gruppo rumeno, cio quella volontaria determinata dalla volont di far denaro per man-
tenere la famiglia soprattutto in presenza di figli e pertanto equiparabile ad un vero e proprio progetto migrato-
rio e quella involontaria, determinata invece da vessazioni, violenze e discriminazioni sessuali verso le donne
sequestrate e rapite allo scopo
2
. Ma gli stessi autori evidenziano elementi di vulnerabilit sociale ed economica
che ancora oggi, a distanza di dieci anni, continuano a determinare lingresso nella tratta, le condizioni sociali ed
economiche che determinano lingresso nella tratta vengono concordemente identificate nella povert economi-
ca, nel deteriorarsi della coesione familiare soprattutto nelle fasce pi disagiate, nella mancanza di opportunit
di lavoro e di una vita sociale e familiare pi accettabile soprattutto per le donne, nella sfiducia nel futuro proprio
e del paese
3
.
Gli approfondimenti su questo segmento di popolazione vulnerabile, proveniente dalla Romania si sono fermati
a qualche anno addietro, e non prendono dunque in considerazione lelemento dirimente dellestensione del
regime di libera circolazione ai cittadini rumeni intervenuto nel gennaio del 2008, in tal senso sembrano in parte
obsoleti, non in grado cio di spiegare le nuove e pi sottili e invisibili modalit di sfruttamento e che hanno
portato come conseguenza sul sistema italiano di sostegno delle vittime di tratta un relativo indebolimento ed
inefficacia delle procedure di protezione sociale per vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale per le per-
sone provenienti dalla Romania.
1 Cfr. al riguardo, F. Carchedi, G. Mottura, G. Campani (a cura di): I colori della notte. Migrazioni, sfruttamento sessuale, esperienze di intervento sociale, Milano, F. Angeli, 2000;
F. Carchedi, V. Tola, (a cura di): Allaperto al chiuso, Roma, Ediesse, 2008.
2 F. Carchedi, Prostituzione migrante e donne trafficate. Il caso delle donne albanesi, moldave e rumene, Milano, F. Angeli, 2004, p. 23.
3 C. Minguzzi, Il traffico di donne adulte e minori. Il caso rumeno, in F. Carchedi, (a cura di) Prostituzione migrante e donne trafficate. Il caso delle donne albanesi, moldave e
rumene, Milano, F. Angeli, 2004, p. 125.
Descrizione del sistema italiano di protezione
In Italia la prostituzione tuttora disciplinata dalla legge 75 del 1958 Abolizione della regolamentazione della
prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui, meglio conosciuta come legge Merlin, dal
nome della senatrice socialista che laveva promossa. Promulgata a conclusione di un acceso dibattito durato un
decennio, la legge 75/1958 decretava labolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia (matrice
abolizionista) e, contestualmente, avviava la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui. Partendo dalla
Costituzione Italiana, nel dibattito parlamentare la Merlin ribad luguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla leg-
ge (art. 3), la salute come diritto fondamentale dellindividuo (art. 32) e il fatto che unattivit economica non pos-
sa essere svolta in modo da arrecare danno alla dignit umana (art. 41). Il regime delle case di tolleranza gestite
dallo Stato andava dunque superato e le leggi che fino ad allora avevano regolamentato la prostituzione doveva-
no essere abolite, senza che ad esse venisse sostituito alcun controllo o permesso di esercitarla in luogo pubblico.
Nello specifico, la legge stabil innanzitutto la chiusura delle case di prostituzione (artt. 1-2) e la soppressione di
qualunque forma di registrazione obbligatoria (diretta o indiretta) delle donne che esercitano la prostituzione
da parte di autorit sanitarie o di pubblica sicurezza (art. 7). In tal senso, la sua approvazione segn una vera e
propria svolta nel costume e nella civilt dellItalia di allora. Inoltre, la legge Merlin introdusse sanzioni penali sia
per i reati di reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento (prevedendo il raddoppio della pena se commessi ai
danni di una persona minorenne attraverso violenza, minaccia o inganno), sia per tutti quei comportamenti che,
in qualche modo, permettevano lo svolgimento della prostituzione compresa la propriet e la locazione degli
appartamenti in cui viene esercitata (art. 3). La legge prevedeva altres il divieto di adescamento o invito al liber-
tinaggio in modo scandaloso o molesto in luogo pubblico (art. 5) e listituzione di strutture, finanziate dallo Stato,
per lassistenza e la rieducazione delle donne che intendevano uscire dalla prostituzione e ritornare ad onest di
vita (artt. 8-9).
In definitiva, la legge Merlin non proibisce lattivit di prostituzione in s, esercitata in forma individuale ed auto-
noma nel chiuso del proprio appartamento, ma neanche prevede luoghi specifici in cui possa essere tollerata.
Lasciando ampi margini di discrezionalit interpretativa, essa costituisce un tentativo di compromesso tra due di-
verse posizioni, luna a difesa dei diritti di libert di coloro che si prostituiscono, che devono essere tutelati contro
ogni forma di sfruttamento e coercizione, laltra che invece, in maniera ambivalente, vede questi ultimi o come
soggetti da punire
4
(da qui il divieto di adescamento e la persecuzione di tutte le persone a vario titolo coinvolte)
o come soggetti da riabilitare, attraverso apposite istituzioni.
In materia di tratta, nellordinamento giuridico italiano la norma pi importante la legge 228/2003 Misure con-
tro la tratta di persone approvata nel 2003 in conformit con i principi contenuti nel protocollo ONU di Palermo.
Tale disposizione, che ha modificato gli articoli 600, 601 e 602 del codice penale, ha il merito di definire in maniera
compiuta i reati relativi alle cosiddette nuove schiavit (tratta, schiavit e servit), inasprendo le sanzioni penali
a carico dei responsabili (da 8 a 20 anni di reclusione, con laumento di un terzo della pena se i reati sono com-
messi contro un minore o sono diretti allo sfruttamento della prostituzione o al prelievo di organi) e prevedendo
programmi di protezione e reinserimento sociale delle vittime (art. 13).
Prima della promulgazione della legge 228/2003 le fattispecie di reato previste dagli artt. 600, 601, 602 del codice
penale si rifacevano alla nozione della Convenzione di Ginevra del 1926, che definiva la schiavit come la con-
dizione di un individuo sul quale si esercitano gli attributi del diritto di propriet o alcuno di essi. Nella nuova
formulazione si opera una distinzione netta tra riduzione in schiavit in senso stretto e riduzione in servit, intro-
ducendo una novit importante, ovvero la punibilit della condotta di mantenimento in uno stato di soggezione
continuativa.
4 Per unanalisi sulle tendenze interpretative della legge Merlin cfr. Articolo 18: tutel a delle vitime di traffico di esseri umani e lotta alla criminalit (LItaila e gli scenari europei).
Rapporto di ricerca, On the Road Ed. 2002, p. 78-81.
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Programmi di protezione sociale per le vittime di tratta
Il sistema legislativo italiano prevede due programmi speciali per persone trafficate:
Un programma a breve termine (Articolo 13)
Un programma a lungo termine (Articolo 18)
Entrambi i programmi sono tecnicamente e finanziariamente gestiti dalla Commissione Interministeriale per il
sostegno delle vittime della tratta, violenza e sfruttamento, presieduta dal Dipartimento per le Pari Opportunit,
organo di coordinamento interistituzionale volto alla programmazione ed al monitoraggio degli interventi per la
prevenzione ed il contrasto della tratta di persone, nonch per lassistenza e reintegrazione sociale delle vittime.
Inoltre, dallanno 2000 attivo il Numero Verde Nazionale Anti-tratta 800 290 290, un servizio telefonico gratuito
(attivo 24 ore su 24 su tutto il territorio nazionale) in grado di fornire alle vittime, e a coloro che intendono aiutarle,
tutte le informazioni sulle possibilit di aiuto e assistenza che la normativa italiana offre per uscire dalla situazione
di sfruttamento sessuale e lavorativo.
Ogni anno il Dipartimento per le Pari Opportunit bandisce un Avviso pubblico per finanziare progetti di assi-
stenza e inclusione sociale che sono operativamente gestiti da ONG ed enti locali. importante sottolineare che
ogni concessione - per legge - co-finanziata dal Dipartimento e dagli enti locali, quindi le ONG che presentano
il progetto devono coinvolgere come partner di progetto di co-finanziamento gli enti locali per essere ammessi al
finanziamento (per i progetti art. 18 il finanziamento a carico del Dipartimento del 70%, e del 30% a carico di Re-
gioni/Enti Locali; per i progetti art. 13 le percentuali sono, rispettivamente, dell80% e del 20%). Inoltre, le ONG o
le associazioni devono essere iscritte nel registro delle ONG e organismi che gestiscono progetti di assistenza agli
immigrati secondo un regolamento esecutivo del D. Lgs. 286/98 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Programma di breve durata: larticolo 13
Larticolo 13 della legge 11 agosto 2003 n. 228 offre una serie di misure di protezione e sostegno iniziale alle vitti-
me italiane, europee e straniere di schiavit, servit e tratta (reati di cui agli articoli 600 e 601 del codice penale).
I programmi di assistenza ai sensi dellart. 13 consistono in interventi rivolti specificamente ad assicurare alle vit-
time, in via transitoria, adeguate condizioni di alloggio, vitto e assistenza sanitaria, idonee al loro recupero fisico
e psichico. Essi devono prevedere in ogni caso:
la fornitura alle vittime di alloggio e ricovero in strutture ad indirizzo segreto;
disponibilit per le vittime di servizi socio-sanitari di pronto intervento.
Il programma di assistenza, della durata di tre mesi, pu essere prorogato per altri tre mesi. La sua principale fina-
lit quella di garantire una sorta di primo soccorso, fornendo alloggio e assistenza nellimmediato. Una volta
terminato, le vittime possano continuare ad essere supportate attraverso larticolo 18, aderendo a programmi di
integrazione sociale.
Dal 2006 al 2009 il Dipartimento ha co-finanziato 72 programmi. Per il co-finanziamento di questi progetti il Di-
partimento stanzia approssimativamente ogni anno 2, 5 milioni di euro.
Programma di lunga durata: larticolo 18
Nel panorama legislativo europeo e internazionale, lart. 18 del Testo Unico sullimmigrazione D.Lgs n. 286/98
rappresenta il modello pi avanzato ed efficace di contrasto al traffico di esseri umani. La norma stata formulata
con lintento di coniugare la tutela dei diritti delle vittime di grave sfruttamento con la repressione penale e la
lotta alle organizzazioni criminali, scegliendo tuttavia di privilegiare laspetto della tutela e, dunque, di superare
il concetto che la protezione sociale debba essere condizionata alla collaborazione della vittima con lAutorit
Giudiziaria
5
. Lobiettivo di fondo della norma quello di supportare le vittime dando loro la possibilit di sottrarsi
ai condizionamenti, di ottenere il riconoscimento di uno status di soggiorno e di partecipare ad un programma
di assistenza e integrazione sociale, a prescindere dalla volont di cooperare con lautorit competente. Lart. 18
dispone che qualora uno straniero irregolare si trovi in una documentata condizione di violenza o grave sfrutta-
mento ed emergano pericoli concreti per la sua incolumit, per effetto dellessersi sottratto ai condizionamenti
di unorganizzazione criminale o delle dichiarazioni rese nel corso delle indagini, lordinamento giuridico offre
alla vittima la possibilit di fare ingresso in un programma di assistenza e integrazione sociale e di ottenere un
permesso di soggiorno.
La norma riconosce dunque che il pericolo per lincolumit della persona possa derivare non soltanto dalle di-
chiarazioni rese in sede di procedimento penale, ma anche dal tentativo di sganciamento dalla criminalit or-
ganizzata. In sostanza, il permesso di soggiorno acquista sia carattere premiale in virt del contributo offerto
dallo straniero, attraverso la denuncia, alla lotta contro lorganizzazione criminale, sia carattere di incentivo alla
collaborazione con le istituzioni in relazione al tentativo di sottrarsi al condizionamento dei persecutori. Con
lemanazione dei regolamenti di attuazione del Dlgs 286/98, pubblicati nel novembre 1999 con il D.P.R. 394 del
31 agosto, si chiariscono i campi di applicazione di questa inedita norma. In particolare, si istituisce un doppio
circuito, formato da due distinti percorsi finalizzati alla regolarizzazione:
il percorso giudiziario, legato alla denuncia e alla collaborazione con gli inquirenti;
il percorso sociale, autonomo dallinstaurazione di un procedimento penale e concesso allo straniero in peri-
colo per efetto dei tentativi di sottrarsi ai condizionamenti di unassociazione criminale.
Nel primo caso lo straniero si rivolge direttamente agli organi di Polizia, denunciando il proprio stato di coercizio-
ne o di grave sfruttamento. Il Procuratore della Repubblica, che ricostruisce lintera storia della vittima, ha potere
di istanza del permesso di soggiorno. Nel secondo caso, liter avviato da unassociazione accreditata, che inoltra
apposita relazione-istanza alla Questura, segnalando la presenza delle condizioni di coercizione e condiziona-
mento. Il questore, tenendo conto di quanto indicato nella relazione e delle informazioni che vorr eventualmen-
te raccogliere direttamente dalla persona, rilascia il permesso autonomamente. Il permesso di soggiorno previsto
dallart. 18 per motivi di protezione sociale ha durata iniziale di sei mesi ed rinnovabile fino al massimo di un
anno; esso consente di esercitare attivit lavorativa subordinata e di accedere al sistema formativo e pu essere
convertito in permesso di lavoro o di studio. E proprio il requisito della convertibilit a rivelare la reale natura di
tale titolo: non soltanto finalit endoprocessuali, ma anche mezzo di emersione verso la legalit e di acquisizione
dei diritti fondamentali. La sua revoca dovuta allinterruzione del programma o a causa di condotte incompati-
bili con le finalit dello stesso.
5 Per un approfondimento cfr., M. G. Giammarinaro, Il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale previsto dallart. 18 del t.u. sullimmigrazione, in Diritto,
immigrazione e cittadinanza, 1999, 4; V. Tola, La tratta di esseri umani: esperienza italiana e strumenti internazionali, nel secondo Rapporto sullintegrazione
degli immigrati in Italia, Roma, 2000. D. Mancini, Traffico di migranti e tratta di persone, tutela dei diritti umani e azioni di contrasto, Franco Angeli, Milano, 2009.
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Sezione 10
Levoluzione del fenomeno
della tratta in Italia
Alcuni dati sulle vittime di tratta
In base ai dati del Dipartimento per le Pari Opportunit, tra il 2000 e il 2007, 13.517 persone trafficate (di cui 938
minorenni) hanno aderito e partecipato ai progetti di protezione sociale. Le vittime di nazionalit rumena accolte
sono state in totale 3.157. I dati pi recenti sulle vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale sono quelli con-
cernenti lAvviso 7 relativo al periodo intercorrente tra il giugno 2006 e il giugno 2007. Questi dati sono leggibili
nella Tab. 1. insieme alle serie precedenti. La Tab.1 mostra landamento del numero delle vittime (sia adulte che
minorenni) prese in carico dai servizi sociali territoriali a partire dal primo Avviso (del 2000/01) fino allAvviso 7
(del 2006/07).
Nella fase considerata si registra una significativa riduzione delle prese in carico del gruppo albanese (-77%) e di
quello nigeriano (- 59,2%) mentre per quello romeno si evidenzia, al contrario, un rilevante incremento (+ 281%).
Tab. 1. - Paesi di provenienza e consistenza numerica delle vittime (adulte e minori) della tratta registrati nei servizi sociali (ex art. 18).
Periodo 2000/01 - 2006/07 (Avvisi 1 e 7), v.a. e %.
Paesi
Avviso 1 Avviso 7
(2000-01) (2006-07)
v.a. % v.a. %
Nigeria 1.440 51,7 735 41,2
Marocco 77 2,8 - -
Albania 566 20,3 91 5,1
Moldavia 134 4,8 77 4,3
Romania 127 4,6 461 25,8
Ucraina 141 5,1 65 3,6
Russia 54 1,9 53 3,1
Altri paesi 246 8,8 301 16,9
Totale 2.785 100,0 1.783 100,0
Fonte: elaborazione di Parsec su dati del Dipartimento per le Pari Opportunit
A partire dagli avvisi 8 (art. 18) e 1 (art. 13), ossia dallanno 2008 stato istituito presso il Dipartimento per le Pari
Opportunit, un nuovo sistema di monitoraggio dei casi presi in carico dagli enti preposti, attraverso la predispo-
sizione di schede individuali di entrata e di uscita nei programmi di assistenza; tuttavia, i relativi dati non sono
ancora disponibili.
Emiliana Baldoni
94 95 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 10 - Le vol uz i one de l f e nome no de l l a t r at t a i n I t al i a
Sezione 10:
Levoluzione del fenomeno della tratta in Italia
Nellultimo decennio una serie di cambiamenti strutturali ha investito il fenomeno della tratta a scopo di sfrutta-
mento sessuale in Italia, tanto da allontanarlo sempre di pi, come osserva Ambrosini
1
, da quei concetti di traffico
di donne e riduzione in schiavit mutuati dal passato e riferiti ad esperienze diverse, i quali traggono dal loro
spessore storico forza simbolica, risonanze emotive e capacit di suggestione ma anche rischi di indetermina-
tezza analitica e fragilit giudiziaria. Tali cambiamenti, strettamente correlati da un lato allevoluzione delle rotte
internazionali di traffico, dallaltro alla modifica delle legislazioni di molti paesi europei a seguito della ratifica dei
Protocolli di Palermo, hanno riguardato, in particolare, la composizione dei gruppi nazionali coinvolti, lo sposta-
mento della prostituzione al chiuso e lallentamento della pressione coercitiva nelle modalit di reclutamento e
sfruttamento
2
.
Focalizzando lattenzione sullo sfruttamento sessuale delle donne romene, ormai acquisito che, a partire dalla
seconda met del duemila, con limplosione del cosiddetto sistema albanese, caratterizzato da modalit di sfrut-
tamento particolarmente aggressive e largo impiego della violenza, delle minacce e dellinganno
3
, e laumento
dei flussi migratori dallEst Europa
4
, i gruppi criminali albanesi si siano sistematicamente dedicati al reclutamento,
con la connivenza di gruppi locali, di ragazze di altre nazionalit, in particolare romena e moldava, modificando al
contempo le modalit di gestione e sfruttamento della prostituzione.
Si assistito, infatti, ad un generale miglioramento delle condizioni di esercizio della prostituzione, dovuto al
minore ricorso alla mera violenza da parte delle organizzazioni di trafficking e alla ricerca di forme di contrattazio-
ne, tanto che alcuni esperti del settore parlano di prostituzione negoziata
5
, tratta affievolita o tratta dolce
6
. Con
queste espressioni si fa riferimento allemergere, accanto a modalit coercitive e para-schiavistiche, di una forma
di sfruttamento meno violenta e brutale, che tende a costituire con le ragazze coinvolte (anche giovanissime)
rapporti basati sul consenso e sulla partecipazione ai proventi. Il fine perseguito il contenimento dei conflitti e
delle tensioni che possono sfociare in denunce e tentativi di sganciamento. Sulla diffusione della tratta negozia-
ta allinterno del sistema romeno si torner dopo.
Al contempo, la strategia di diversificazione dellofferta sul mercato del sesso ha originato anche una significativa
diffusione della cosiddetta prostituzione indoor, esercitata cio in appartamenti privati o in luoghi aperti al pub-
blico, come locali, hotel, night, club priv, saune, centri massaggi
7
. Tale incremento rappresenta in parte un effetto
delle ordinanze anti-prostituzione emanate dai sindaci in alcuni comuni, volte a punire lesercizio in strada, delle
risposte di contrasto delle forze dellordine e degli interventi di supporto degli operatori di strada. Se fino al bien-
nio 1998/2000, strada e indoor rappresentavano mercati distinti e separati e ci valeva anche per le persone coin-
volte nello sfruttamento, ora appaiono invece evidenti momenti di intersezione e scambio reciproco tra le forme
8
.
1 Ambrosini M. (a cura di), Comprate e vendute. Una ricerca su tratta e sfruttamento di donne straniere nel mercato della prostituzione, Angeli, Milano, 2002.
2 Carchedi F., Tola V. (a cura di), Allaperto e al chiuso. Prostituzione e tratta: i nuovi dati del fenomeno, i servizi sociali, le normative di riferimento, Ediesse, Roma, 2008.
3 Sulle caratteristiche dei due principali modelli prostituzionali presenti in Italia alla fine degli anni Novanta, albanese e nigeriano cfr. in particolare, Carchedi F., Prostituzione
migrante e donne trafficate. Il caso delle donne albanesi, moldave e rumene, Angeli, Milano, 2004; Carchedi F., Orfano I., (a cura di) La tratta di esseri umani in Italia. Evoluzione
del fenomeno ed ambiti di sfruttamento, Angeli, Milano, 2007; Bernardotti B., Carchedi F., Ferone B. (a cura di), Schiavit emergenti. La tratta e lo sfruttamento delle donne
nigeriane sul litorale Domitio, Ediesse, Roma, 2005; Monzini P., Il mercato delle donne: prostituzione, tratta e sfruttamento, Donzelli, Roma, 2002; Abbatecola E., Laltra donna,
Angeli, Milano, 2006; Candia G. et al., Da vittime a cittadine. Percorsi di uscita dalla prostituzione e buone pratiche di inserimento sociale e lavorativo, Ediesse, Roma, 2001.
4 Per quanto riguarda la Romania, labrogazione del visto di ingresso nella zona Schengen nel 2002 ha determinato unintensificazione dei flussi in uscita verso lEuropa del Sud,
soprattutto per quanto riguarda la componente femminile. Nellambito dei negoziati di adesione della Romania allUnione Europea, ai cittadini romeni stato infatti concesso
di muoversi allinterno dellarea con un permesso turistico della durata massima di tre mesi. Dopo la scadenza del visto, un gran numero di romeni ha continuato a permanere
nei paesi riceventi, cadendo in condizione di irregolarit.
5 Carchedi F., Tola V. (a cura di), Op. cit.
6 Morniroli A. (a cura di), Vite clandestine. Frammenti, racconti ed altro sulla prostituzione e la tratta di esseri umani in provincia di Napoli, Gesco Edizioni, Napoli, 2010.
7 On the Road, Tra visibile e invisibile. La prostituzione al chiuso: scenari e prospettive di intervento, Franco Angeli, Milano, 2008.
8 Donadel C., Martini R. (a cura di), La prostituzione invisibile, Progetto WEST, Regione Emilia Romagna, 2005; Carchedi F., Tola V. (a cura di), Op. cit.
Sebbene il coinvolgimento di donne romene nellindoor comprovato da riscontri in diversi territori
9
, le infor-
mazioni raccolte a riguardo attraverso la ricerca non hanno consentito di ricostruire in maniera puntuale le carat-
teristiche del fenomeno. Molti operatori hanno confermato la presenza di ragazze romene sia in appartamento
sia nei vari locali notturni ma le reali condizioni di esercizio, soprattutto rispetto allautonomia decisionale, e le
dimensioni quantitative del fenomeno non sono determinabili. Se alcuni hanno ipotizzato una maggiore libert
di movimento, avendo riscontrato, per una ristretta minoranza di donne, lesercizio alternato tra strada e indoor
in condizioni di apparente autonomia, altri sono convinti che lindoor comporti in s un rischio pi elevato di se-
gregazione. Certo che coloro che esercitano la prostituzione al chiuso in maniera involontaria corrono maggiori
rischi di assoggettamento para-schiavistico in quanto sono difficilmente individuabili e raggiungibili dagli opera-
tori di strada: la rete sociale si riduce alle persone coinvolte nello sfruttamento e i contatti con il mondo esterno
sono soggetti a rigido controllo.
Abbiamo fatto una ricerca sulle forme indoor e preso anche contatti con le ragazze. Ci sono anche romene,
sia nei night sia negli appartamenti () Let tende a essere pi elevata per le ragazze che lavorano in
appartamento, pi 25-30 che 18-20 () Riescono a essere anche meno organizzate dallorganizzazione
criminale, hanno una contrattualit molto pi alta rispetto al lavoro in strada e rischiano, a loro dire, anche
meno. Diventa quindi una forma di promozione il lavoro in appartamento. Quello nel night invece un lavoro
molto stancante e non molto remunerativo
(Intervista 36)
Il target delle donne che lavora in strada ha solitamente un proflo di istruzione molto basso, viene da posti
rurali e presenta alti livelli di disgregazione sociale in Romania e in Italia, nel senso di assenza di rete di
sostegno. Le donne rumene che venivano dai locali presentavano un proflo diverso: donne pi giovani, con un
livello culturale pi alto, con una maggiore capacit di instaurare in Italia relazioni signifcative, seppure con
altri connazionali, di trovare un lavoro
(Intervista 28)
Le strutture che gestiscono progetti di intervento sulla prostituzione al chiuso (ad esempio contattando telefo-
nicamente le ragazze che pubblicano inserzioni sui giornali locali) descrivono comunque allunanimit tentativi
fallimentari di aggancio e un sostanziale disinteresse delle donne romene per i percorsi di uscita proposti. Del
resto, anche fingendosi potenziali clienti, lindoor resta una realt difficile da avvicinare, soprattutto, come lamen-
tano alcuni, in mancanza di fondi e risorse per avviare nuove strategie di penetrazione.
Periodicamente facciamo dei tentativi di contattare le ragazze, attraverso le inserzioni sui giornali, anche
se molto difcile poi concretizzare il contatto. In questo senso, analizzando gli annunci possiamo avere
unidea, una mappatura di quello che pu essere la prostituzione indoor. Quello che riusciamo a fare, a volte,
stabilire un appuntamento allesterno, ma poi la decisione di chiedere aiuto rara anche perch forse
nella prostituzione indoor viene riconosciuto da parte dello sfruttatore una percentuale un po pi alta dei
proventimagari le condizioni sono senzaltro quelle di uno sfruttamento pesante, ma le donne riescono a
guadagnare un po di pi e ad avere una capacit di negoziazione pi alta Nei locali in cui sospettiamo ci
siano delle donne trafcate non siamo ancora riusciti ad entrare. Dal nostro punto di vista non tanto sicuro
per gli operatori si presenta un problema di sicurezza.
(Intervista 12)
Nella nostra zona sappiamo che lesercizio solo ed esclusivamente al chiuso, non rileviamo altre forme di
sfruttamento sessuale, questo rende il nostro intervento sulle ragazze romene debolissimo.
(Intervista 48)
9 La fonte principale costituita dai resoconti delle forze dellordine.
96 97 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 10 - Le vol uz i one de l f e nome no de l l a t r at t a i n I t al i a
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Un aumento rilevante della presenza di ragazze romene sfruttate in strada stato osservato in diverse zone della
penisola e in particolar modo in prossimit dei grandi centri urbani (tra cui Milano, Firenze e Roma). Unintervista-
ta osserva che nel territorio in cui opera (Pisa) tale aumento avvenuto in concomitanza con la crescita vertigino-
sa del numero di migranti romeni, molti dei quali, a causa della crisi e della mancanza di lavoro, vivono in baracche
e accampamenti in condizioni di estrema emarginazione. Allo stesso tempo, si verificato un incremento visibile
dellaccattonaggio e di altre attivit illegali. In queste circostanze sarebbero dunque, a suo parere, le situazioni di
marginalit a favorire lingresso nella prostituzione.
Nel complesso, anche se non mancano casi di presenze storiche, il turn over delle ragazze romene appare piut-
tosto elevato. Com noto, la mobilit e la rotazione rappresentano una strategia messa (spesso efficacemente)
in atto dagli sfruttatori al fine di rinnovare lofferta nel mercato del sesso ed evitare che le ragazze instaurino
rapporti forti con i clienti o con i servizi. Dalle testimonianze raccolte emerge che le donne romene vengono fre-
quentemente spostate da una zona allaltra del territorio nazionale ma anche in paesi diversi dellUnione Europea.
In particolare, sembra delinearsi un canale preferenziale di ingresso in Italia che passa attraverso la Spagna.
Noi le vediamo per 3/4 mesi sulle nostre strade, poi queste ragazze spariscono, nel senso che non le
incontriamo mai pi. Il nostro un territorio circoscritto, unisola, quindi abbiamo il sentore che queste ragazze
vengano poi spostate nel continente. Dunque alla difcolt di instaurare con loro un rapporto si somma questo
sistema di spostamento verso zone lontane, per cui queste donne per noi poi non esistono pi.
(Intervista 49)
In effetti, in alcuni casi individuabile una sorta di percorso standardizzato di ingresso nel mercato del sesso
italiano. LItalia non rappresenta sempre la prima destinazione dopo lespatrio, ma sembra raffigurare una meta
ambita dopo una prima fase di sfruttamento presso locali notturni e night club in Spagna. Larrivo in Italia, viene
dunque rappresentato come una sorta di momento premiale, poich si passa da un tipo di sfruttamento inten-
sivo, al chiuso, alla prostituzione di strada, percepita dalle donne come meno usurante e costrittiva (e spesso pi
remunerativa).
Tutte quelle che seguiamo noi, sono passate prima dalla Spagna, dove lavoravano nei night, sempre
accompagnate dai fdanzati. Dal lavoro nei night sono poi arrivate qui da noi in strada.
(Intervista 7)
Il numero in aumento. C un cambio continuo di ragazze e arrivano sempre pi giovani. Ci sono delle serate
in cui troviamo vie intere di ragazze romene, fno a 20 o 30, una cosa impressionante. C una forte mobilit.
Le vedi per un po, poi spariscono, poi ritornano, anche se ci sono altre che stanno l da tanti anni. Magari
raccontano che sono state in altre citt italiane o allestero, in Spagna, Austria, Germania, anche Olanda.
(Intervista 1)
Da come ne parlano, si capisce che preferiscono la strada... un esercizio economicamente pi vantaggioso,
rispetto ai night spagnoli. Inoltre, con il fatto che vanno via per cinque mesi, una volta tornate come se
fossero nuove in quella zona per i clienti. Quando tornano hanno sicuramente pi guadagno perch hanno
pi mercato. Poi dopo un po di mesi che stanno qui se ne rivanno, poi tornano nei loro racconti dicono tutte
che in strada si guadagna di pi che nei night.
(Intervista 8)
Inoltre, per effetto del free movement, la mobilit prende anche la forma di viaggi pi o meno frequenti nel paese
di origine
11
. La possibilit di tornare in patria per visitare i familiari, favorita anche dallabbassamento dei costi di
viaggio e dallavvento dei voli low cost, conferisce alla prostituzione romena alcune peculiarit gi evidenziate in
letteratura, alle cui conseguenze, a parere di chi scrive, dovrebbe essere dedicata unattenzione specifica attraver-
so ricerche ad hoc. Ci si riferisce, in particolare, alla durata breve del periodo di sfruttamento (tanto che in alcuni
casi assume caratteri di stagionalit) e allesercizio alternato per periodi determinati seguiti da periodi pi o meno
lunghi di rientro nel paese di origine
12
.
11 E importante ribadire che tale circolarit non costituisce per la Romania un fenomeno del tutto inedito legato allingresso nellUnione Europea. La migrazione temporanea,
definita nuovo pilastro del sistema migratorio romeno, costituisce infatti una pratica consolidata, ancorch in gran parte non quantificabile e documentabile, nei flussi
migratori degli ultimi venti anni. A partire dal 2002, essa rappresenta una vera e propria strategia di vitadi individui e nuclei familiari, strategia che implica, a livello personale
quanto sociale, la condivisione del sapere migratorio accumulato, il sostegno delle reti etniche, lo sviluppo di una grande capacit di ridefinizione di legami e adattamento.
Cfr. Sandu D. et al. (2004). A Country Report on Romanian Migration Abroad: Stocks and Flows After 1989. Multicultural Centre Prague, www.migrationonline.cz (nov 2010);
Sandu D. (2000), Migraia circulatorie ca strategie de via. Sociologie Romneasc, 2.
12 Minguzzi C., La prostituzione straniera a Roma: condizioni, luoghi e mutamenti, in Carchedi F., Tola V. (a cura di), Op. cit.
In ogni caso, al momento attuale il fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale dalla Romania si configura
prevalentemente come fenomeno di strada. Esso risulta presente sul territorio italiano a macchia di leopardo,
con caratteristiche, dimensioni, modalit organizzative che variano considerevolmente a seconda dei singoli con-
testi locali. Pertanto, lintento del presente lavoro non restituirne unimmagine univoca ed omogenea, ma evi-
denziarne, senza pretese di generalizzazione, le tendenze emergenti.
In assenza di stime ufficiali di riferimento, la percezione degli operatori intervistati che dallingresso della Roma-
nia nellUnione Europea e quindi dallestensione del diritto di libera circolazione ai cittadini neocomunitari il
numero di donne e minori romene che esercitano la prostituzione in strada nel complesso sia aumentato, anche
se si tratta di una presenza fluttuante e mutevole, che risente sia delle risposte di contrasto delle forze dellordi-
ne, sia del tipo di offerta di servizi a bassa soglia esistenti sul territorio. Al contempo, venendo meno lincentivo
dellacquisizione del permesso di soggiorno attraverso ladesione ai percorsi di protezione sociale, il numero di
ragazze romene accolte nelle strutture protette dal 2007 calato drasticamente.
E importante sottolineare che la diminuzione del numero di vittime di tratta provenienti dalla Romania prese in
carico dai progetti si verificata nonostante il legislatore italiano fosse intervenuto gi prima dellingresso del pa-
ese nellUnione Europea inserendo nel decreto legge 28 dicembre 2006 n. 300 una norma che modificava lart. 18
(rivolto, come gi illustrato, ai cittadini extracomunitari) e apriva i programmi di protezione sociale a qualunque
soggetto intendesse sganciarsi dalla condizione di grave sfruttamento (anche di cittadinanza italiana)
10
.
Rispetto alla decadenza dellobbligo del permesso di soggiorno a seguito dellingresso della Romania nellUnione
Europea, unoperatrice legale intervistata sottolinea come sia poco noto alle ragazze che in realt sono previsti
vincoli al soggiorno anche per i cittadini neocomunitari (iscrizione allanagrafe subordinata al possesso di un
contratto di lavoro), vincoli che potrebbero, almeno in linea teorica, contribuire a rendere ancora vantaggioso
lingresso nei programmi di protezione (quantomeno per lassistenza prevista nella ricerca di un lavoro).
I romeni hanno diritto a rimanere in Italia oltre i 3 mesi solo se si iscrivono allanagrafe e prendono la
residenza. Per avere la residenza bisogna dimostrare di avere un lavoro. Allora, da una parte questo discorso
che a loro non interessi pi avere il permesso di soggiorno un po illusorio () Si pu restare in Italia solo
se si ha la residenza, e questa si pu ottenere solo se si ha un lavoro regolare. In teoria, i meccanismi di
allontanamento ed espulsione sono molto simili. La polizia ti trova, ti ferma, chiede se ti trovi in Italia da pi di
tre mesi, e ti espelle. Poi, hanno pi facilit a rientrare, ma di fatto il meccanismo lo stesso.
(Intervista 43)
Nel corso dellultimo anno, tuttavia, alcune strutture di accoglienza hanno registrato un tenue riaffacciarsi di
ragazze romene trafficate nei servizi di accoglienza che coincide, come si argomenter pi avanti, con un ritorno,
in alcuni contesti, a modalit violente di gestione della prostituzione. Unoperatrice intervistata segnala invece
la ricomparsa nei servizi antiviolenza di donne romene che denunciano episodi di violenza domestica. Alcune
di esse hanno raccontato di essere state precedentemente trafficate a scopo di sfruttamento sessuale, a riprova
dello stretto legame che si instaura talvolta tra forme diverse di sfruttamento e di marginalizzazione.
Per anni stata una nazionalit scomparsa dalle accoglienze invece adesso da alcuni mesi stiamo di
nuovo accogliendo donne romene. particolare che ci ha stupito, anche perch molte di loro provengono
dallaccattonaggio (), oggi denunciano anche i propri familiari per sfruttamento in accattonaggio
(Intervista 44)
Donne romene sono ricomparse allo sportello antiviolenza, per casi di violenza domestica. Allinterno di
questo progetto ci siamo accorte che alcune delle donne romene, magari 10 anni prima, avevano avuto una
storia legata alla prostituzione e addirittura alla tratta. Storie che per non avevano raccontato mai allora, e
che hanno ritirato fuori in questo contesto dello sportello antiviolenza.
(Intervista 37)
Le nostre accoglienze sono sature, e sono per lo pi donne rumene che non riusciamo a ricollocare, si tratta di
persone che non hanno altre reti sociali n in Italia n in Romania, noi siamo il loro unico punto di riferimento.
(Intervista 44)
10 Tale norma, che in sede di conversione del decreto citato diventata lattuale comma 6 bis dellart. 18, dispone infatti che al programma di assistenza ed integrazione sociale
previsto dallarticolo 18 () pu partecipare, anche il cittadino di Stato membro dellUnione Europea che si trovi in una situazione di gravit ed attualit di pericolo.
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E importante sottolineare che, se nei casi di gestione autonoma della prostituzione o di basso controllo tale
circolarit pu assumere la forma di una sorta di pendolarismo tra Italia e Romania, nei casi di sfruttamento pi
serrato il fatto di concedere alle ragazze di tornare saltuariamente al paese di origine corrisponde talvolta ad una
strategia astutamente messa in atto dai trafficanti per aggirare le nuove definizioni giuridiche dei reati di tratta e
sfuggire alle condanne, in quanto in tal modo difficile provare lesistenza di uno stato di soggezione continuativa
alla base dello sfruttamento
13
.
Un dato interessante che venuto fuori negli ultimi due anni che alcune ragazze rumene lavorano dal
luned al venerd e nel fne settimana prendono un aereo e tornano a casa per poi tornare il luned mattina. Ci
signifca maneggiare parecchio denaro e avere una rete che consente di fare questo...
(Intervista 5)
Su strada ci raccontano che vanno spesso in Romania, alcune, quelle che guadagnano di pi riescono anche a
partire nei fne settimana. Pi spesso per il viaggio in Romania fnalizzato alle cure medico-sanitarie, presso
cliniche private.
(Intervista 13)
Il tema del ritorno nel paese di origine per effettuare visite mediche o interruzioni di gravidanza, introdotto dallul-
tima citazione riportata, abbastanza ricorrente, nonostante gli interventi di accompagnamento ai servizi sanitari
da parte degli operatori di strada siano tuttaltro che sporadici. A parere di molti, latteggiamento di sfiducia e
ostentato disinteresse per il sistema sanitario pubblico italiano da parte di alcune ragazze riconducibile al fatto
che i loro sfruttatori, come ulteriore forma di controllo sul corpo e sulla salute della donna, spesso si servono di
strutture private o singoli medici compiacenti (in Romania, ma anche in Italia) disposti anche a praticare aborti
oltre i termini previsti dalla legge e dai protocolli sanitari.
Le ragazze incinte continuano ad esercitare in strada anche quando la loro gravidanza visibile. Sembra che
a Bucarest ci sia un viale dove ci sono molte cliniche private alle quali i protettori si rivolgono per le IVG. Ma
abbiamo anche avuto il sentore che alcune abbiamo potuto praticare lIVGqui in Puglia, evidentemente ci
sono dei canali anche tra cliniche private e sfruttatori, che devono pagare somme esose per queste pratiche
illegali.
(Intervista 52)
Diversi operatori segnalano comunque un problema di fondo, chiedendo a gran voce lintroduzione di una nor-
mativa specifica. Laccesso alle strutture sanitarie pubbliche da parte dei cittadini neocomunitari subordinato al
possesso di alcuni requisiti come ad esempio quello di essere lavoratori o di essere in possesso della tessera TEAM
(Tessera Europea di Assicurazione Malattia), che viene rilasciata dal paese di origine e che ha validit europea.
Non tutti i rumeni presenti sul territorio nazionale possiedono per questa tessera, a causa delle gravi carenze
del sistema sanitario romeno; ne consegue che coloro che non hanno un contratto di lavoro rimangono privi di
copertura sanitaria
14
.
In tante hanno difcolt di accesso ai servizi pubblici per abitudini acquisite difcili da scardinare. Una cosa
che stiamo verifcando con i servizi sanitari che non c ancora una normativa condivisa rispetto a cosa fare
con le ragazze romene, che sono europee ma non hanno la tessera europea.
(Intervista 35)
13 Si ricorda che la legge 228/2003 Misure contro la tratta di persone prevede per il reato di tratta e riduzione in schiavit la reclusione da otto a venti anni.
14 In attesa di una risoluzione della questione, per garantire lassistenza sanitaria molte regioni italiane hanno sostituito il codice STP (quello che viene fornito agli Stranieri
Temporaneamente Presenti, cio ai migranti senza permesso di soggiorno) con il codice ENI (Europei Non Iscritti) ma, di fatto, numerosi impedimenti burocratici impediscono
una reale fruizione delle cure medich
Sezione 11
Il proflo delle vittime di origine
romena che entrano
nei programmi di protezione
Vincenzo Castelli
100 101 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 11 - I l pr of i l o de l l e v i t t i me di or i gi ne r ome na c he e nt r ano ne i pr o gr ammi di pr ot e z i one
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Sezione 11:
Il proflo delle vittime di origine romena che entrano
nei programmi di protezione
Il proflo sociale e le provenienze
In questa sezione focalizzeremo lattenzione sui fattori di vulnerabilit, ricostruiti attraverso le interviste raccolte
dagli operatori sociali di riferimento a donne entrate nel circuti di protezione sociale.
doveroso premettere che le evidenze riportate in questo paragrafo sono limitate sia a livello quantitativo, ri-
spetto al numero delle persone intervistate, che dal punto di vista geografico, larea in cui sono state realizzate le
interviste, quella delle regioni Abruzzo, Molise, Marche, Emilia Romagna. I vincoli proposti per la realizzazione
delle interviste alle ragazze in accoglienza, ossia: avere la maggiore et, essere inserite in programmi di protezio-
ne sociale, realizzare lintervista con audio-registrazione, ottenere il rilascio di una liberatoria per la realizzazione
dellintervista stessa, hanno impedito di allargare il numero delle ragazze da intervistare. Dobbiamo per ricor-
dare che oggi, dopo lingresso della Romania nellUnione Europea, sono poche le ragazze rumene presenti nei
programmi di protezione sociale; inoltre gli stessi vincoli hanno altres impedito di somministrare le interviste a
ragazze rumene minori di et, che sono invece la prima nazionalit presente tra le vittime di tratta minorenni in
Italia. Dobbiamo per sottolineare che gli stralci che riportiamo di seguito, pur con i limiti summenzionati, ci of-
frono un punto di osservazione inedito sulla composita realt delluniverso dello sfruttamento sessuale delle don-
ne romene presenti nelle strutture di seconda accoglienza. Inedito e prezioso poich mette in luce attraverso le
narrazioni che le donne accolte hanno fatto agli operatori di riferimento, alcuni punti salienti delle loro esperienze
di inganno, prima e di sfruttamento, dopo. Le domande predisposte nelle interviste focalizzavano lattenzione sul
percorso che aveva portato la ragazza dalla Romania in Italia (vettori, motivazioni, itinerari, luoghi di arrivo e di
permanenza), sulla sua esperienza di tratta in Italia e sulle circostanze di uscita. Inoltre stato possibile ricostruire
il profilo delle ragazze romene coinvolte nello sfruttamento sessuale. Pur trattandosi di un quadro piuttosto ete-
rogeneo, questo ha consentito di evidenziare alcuni tratti socio-demografici comuni che risulteranno funzionali
nellindividuazione del target per la campagna di prevenzione. Riguardo alle fasce det delle utenti, gli intervista-
ti concordano nel sottolineare che le donne romene vittime di tratta sono generalmente piuttosto giovani, di et
compresa allincirca tra i 18 e i 25 anni e che, rispetto a qualche anno addietro, let si notevolmente abbassata.
Le minorenni che vengono intercettate dalle forze dellordine e condotte nelle strutture di accoglienza sono mol-
te, ma poche entrano nei percorsi di protezione e reinserimento. La maggior parte lascia le strutture dopo poche
ore e torna immediatamente in strada.
Dalle interviste raccolte non emergono aree specifiche di provenienza che potrebbero far pensare a flussi e ca-
tene migratorie ben definiti. Le ragazze intervistate dagli operatori sociali provengono infatti da localit e zone
diverse del paese: dalla capitale Bucarest a Trgoviste o Galati, dalle quali lafflusso molto consistente, ma anche
da Slatina, Ploiesti, Barlad, Arad, Tigru Bujor, Comanesti, Baia Mare, Crcoani e da Bacau, Craiova, Giurgiu, Dam-
bovita, Prahova, Costanta, Iasi, dalla regione moldava, ossia da zone da cui da proviene storicamente parte della
prostituzione coatta romena in Italia ormai dieci anni. Sono state inoltre rilevate provenienze da Vidra, Orastie,
Cisnadie, Focsani, Fgras, Hateg, Craiova, Satu Mare, Piteti, Calarasi, Botosani e da zone che non erano mai state
toccate dal fenomeno, quali la Transilvania in particolare dalla zona di Mures e Cluj. Da quanto emerso, si tratta
prevalentemente o di piccoli centri urbani o di localit rurali, dove i livelli di scolarit sono alquanto bassi e quelli
occupazionali sono invece assai precari.
Ne deriva che il livello di istruzione medio-basso; sebbene vi sia in Romania una cultura che favorisca ampi-
amente listruzione (non si deve dimenticare che il diritto allo studio era garantito per tutti e per tutte durante
il periodo del regime comunista), nonostante ci, le donne romene che arrivano oggi hanno spesso alle spalle
solo otto anni di scolarizzazione, ossia solo la licenza di scuola media. Un tempo sulle strade italiane era pi facile
incontrare anche delle donne con elevati titoli di studio: con formazioni tecnico-professionali o anche laureate,
ma oggi, dal momento che la formazione personale non pi garantita dallo Stato, molte donne interrompono
gli studi abbastanza presto, con un relativo abbassamento delle possibilit di inserimento lavorativo. Per quanto
riguarda le ragazze del gruppo rom, esse sono meno scolarizzate delle altre, alcune di loro sono addirittura an-
alfabete. E evidente che le esperienze lavorative pregresse sono scarse, sia per la giovane et delle vittime, sia
per i loro bassi livelli di scolarizzazione. Tutto questo in un epoca in cui la Romania fortemente interessata dalla
mancanza di crescita e da una fortissima disoccupazione. Tanto che per quanto riguarda i casi di ragazze molto
giovani, gli operatori sociali che le hanno in carico, ipotizzano lesercizio della prostituzione gi nel paese di origi-
ne o nei casi pi disperati, limpiego, a vantaggio di criminali locali, in ambienti che fungono da anticamera allo
sfruttamento sessuale, quali bar o night club.
Un altro elemento che per riguarda il contesto di arrivo, ossia lItalia, riportato dagli operatori, riguarda la presen-
za nelle accoglienze, di ragazze che prima di prostituirsi in strada lavoravano come badanti e che avendo perso
questo lavoro sono state costrette poi alla prostituzione come una soluzione di guadagno.
Risulta evidente, dalle interviste raccolte, che le ragazze anche molto giovani siano invitate dalle stesse famiglie
a doversela cavare da sole. Questo tanto pi se i contesti familiari di provenienza sono estremamente disagiati
sia economicamente sia culturalmente. Risultano essere frequenti i casi di nuclei familiari numerosi, in cui si ris-
contrano incuria, abuso di alcool e maltrattamenti, fino a situazioni limite di violenza fisica e abusi sessuali. Inoltre
il persistere di una mentalit patriarcale soprattutto nelle aree rurali fa s che le ragazze si socializzino a ruoli di
dipendenza e sottomissione alle figure maschili, ruoli che vengono poi riprodotti nellambiente della strada. Nelle
situazioni pi estreme, la scelta prostituzionale, nei casi di volontariet, o la caduta in piccoli o grandi reti crimi-
nali, costituisce chiaramente una via di fuga dalla conflittualit familiare.
Ci nonostante, per alcune ragazze il legame con i familiari rimane forte, tanto che la scelta di prostituirsi spes-
so motivata dalla necessit di mantenere lintero nucleo familiare (soprattutto in presenza di figli), in una logica
di sacrificio per la famiglia che viene loro inculcata fin da bambine. Nel complesso, a parte coloro che ignorano
davvero perch la relazione debole o assente, latteggiamento dei familiari nei confronti della prostituzione
rimane comunque piuttosto ambivalente: come in una sorta di teatrino, da un lato fanno finta di non sapere
o negano (a se stessi e alla comunit) levidenza, dallaltro accettano volentieri il denaro inviato, esercitando, in
alcuni casi, delle forti pressioni sulla ragazza espatriata. Da non dimenticare che in Romania la prostituzione, ol-
tre ad essere un reato, oggetto di forte condanna morale. Un fatto assodato che le ragazze provano un forte
sentimento di vergogna nei confronti della famiglia e ci diventa un ulteriore strumento di ricatto da parte degli
sfruttatori.
Interviste alle ragazze rumene presenti nei centri di accoglienza
Per suffragare talune evidenze o significativi spunti di riflessione, sono stati inseriti nel testo consistenti stralci di
intervista, che risultano essere particolarmente emblematici ed esemplificativi delle argomentazioni illustrate.
Tale scelta nasce dalla considerazione che il presente report debba rappresentare una sorta di ascolto strutturato
del vissuto della ragazze vittime di tratta per poter contribuire cos a dare loro voce.
Alla domanda, posta dagli operatori sociali di riferimento: Come sei arrivata alla situazione di sfruttamento? Le
risposte delle ragazze sono abbastanza concordi. Si potrebbe dire quasi che in principio cera la famiglia, ovvero
cera una famiglia fragile, con un padre violento, molto spesso alcolista, spesso giocatore dazzardo, a volte diso-
ccupato. A fianco a questuomo c una madre dai contorni molto sfumati, quasi impalpabili, messa in disparte
nelle relazioni, picchiata, umiliata dalle dinamiche di relazione col proprio marito e dalle violenze subite.
Da un attento ascolto delle interviste si percepisce che queste situazioni maturino allinterno di famiglie anaffetti-
ve, nellintimo delle quali, possibile che, in un clima di grave indigenza economica, si arrivi ad affidare la propria
figlia a bande criminali locali in cambio di denaro. Tutto ci avviene in una fase della vita in cui le ragazze, minori
di et, vivono lepoca delladolescenza, una adolescenza difficile anche perch vissuta senza punti di riferimento,
con padri violenti e/o alcolisti, madri umiliate e terrorizzate. Il quadro che emerge dalle interviste ci fa dire che
siamo di fronte ad unadolescenza rubata, una rottura interiore che impedisce un vissuto emotivo sereno e porta
invece ad un forte disagio in unepoca della vita che quella della formazione e della progettualit. In queste si-
tuazioni di grave disagio materiale e psicologico, le ragazze sembrano cercare relazioni di affetto allesterno della
propria famiglia.
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Ed proprio in questo tipo di situazioni che prende forma il progetto della fuga. Un progetto a volte molto pen-
sato, molto elaborato, a volte improvvisato e dirompente: la fuga verso lItalia o verso un altro paese europeo.
Un progetto migratorio, diremmo, che potr comportare una fase di sfruttamento (contenuto, cos pensano o
sperano molte ragazze) ma che potr riservare delle opportunit, delle chances per una vita migliore di quella
vissuta in Romania, nella propria famiglia. Il termine ricorrente, usato da molte ragazze scappare, che ci fa co-
gliere la volont di recidere le relazioni familiari malsane da cui provengono, di emigrare con il sogno di crearsi
una famiglia felice, in un altro paese. E per mettere in atto questa fuga/emigrazione ci si accompagna o ci si fa
accompagnare dalle persone che assicurano un contatto qualsiasi, un canale anche flebile che porti al lavoro ed
alla possibilit di riscatto. Che siano conoscenti, amiche o fidanzati, purch assicurino la possibilit di trovare una
collocazione altrove.
La mia situazione familiare piuttosto pesante, mio padre alcolista, disoccupato e tutti i giorni picchiava me
e mia madre, ma per fortuna mio fratello no. Mio fratello pi piccolo di me, ha 15 anni. Anche mia nonna pa-
terna vive con la mia famiglia e quando vivevo con loro, mi trattava male, urlava e mi ofendeva. Nonostante la
situazione in casa, ho sempre avuto una buona educazione, mia mamma mi ha educato ed ha sempre cercato
di non farmi mancare niente.
La prima volta ho deciso di partire per non subire pi le violenze di mio padre. Ero ancora minorenne, avevo
17 anni. Unamica mi aveva detto che in Italia cera la possibilit di fare un po di soldi prostituendosi, e pur di
andare via di casa, ho deciso di seguirla.
Sono venuta in Italia con il pullman e sono andata a Ravenna dove cera la mia amica. Dopo circa tre settimane,
mentre ero in strada, si fermata la Polizia e dal controllo dei documenti risultato che ero minorenne, quindi
sono stata portata in una comunit. Dopo il primo periodo di accoglienza, ho deciso di tornare dalla mia famiglia
in Romania, anche perch mia mamma mi diceva che la situazione era cambiata. In realt, la situazione non era
cambiata, mio pap beveva ancora ed era violento. Io rimanevo a scuola fno a tardi, andavo a casa di amiche
dove restavo anche a dormire, tutto questo per sottrarmi alle violenze di mio padre.
Ad un certo punto, stanca di subire violenza e vedere mia mamma in quelle condizioni, ho deciso di tornare in
Italia. Ho chiamato unamica che si trovava a Torino, ma subito non mi aveva detto che cosa faceva, ma in un
secondo momento mi ha detto che si prostituiva. Siccome la situazione a casa era insostenibile, io volevo solo
scappare, quindi sono partita con il pullman e lho raggiunta.Dopo poco, la mia amica tornata in Romania
ed io ho continuato a lavorare attraverso annunci. A Torino non avevo una casa, ma dormivo e lavoravo in un
hotel. Un giorno, lalbergo stato chiuso dalla Polizia, cos mi sono spostata in un altro albergo sempre a Tori-
no. Io non avevo nessun sfruttatore, quindi i soldi li tenevo tutti io, ma non bastavano mai. Mi sono spostata a
Roma, dove ho lavorato in strada e non pi tramite annunci.
Il mio ex ragazzo mi ha convinto a venire in Italia con false promesse. Mi ha detto che aveva trovato lavoro
per entrambi in Italia e che avremmo avuto una vita migliore. Io avrei dovuto lavorare come badante in una
famiglia italiana.Il viaggio per arrivare in Italia, in autobus, stato organizzato dal mio ex ragazzo (biglietti,
passaporto, ecc.). Ma una volta in Italia sono stata costretta con le minacce a prostituirmi in strada dandogli
poi tutti i soldi. Ancora false promesse. Lui mi prometteva che sarebbero serviti per comprarci una casa dove
vivere tutti e due, ma invece stato solo lui a comprarsi casa, auto e godere del denaro che gli davo io.
Fin da adolescente ho vissuto situazioni pi grandi di me. A soli 17 anni sono rimasta incinta. La mia famiglia
non accettava la gravidanza e quindi il bambino. Mia mamma mi ha costretto a nascondere il mio stato e a
dare poi in afdamento il bambino, che ora presso una famiglia e che io non vedo da due anni. Il padre del
piccolo ha rifutato di riconoscere la paternit e non ci siamo pi visti. Nel 2007, nel giorno del mio 19 comple-
anno sono partita in auto per lItalia accompagnata da un conoscente della mia citt che mi aveva raccontato
che sua moglie lavorava in un supermercato a Milano e che c un posto di cassiera libero. A quel tempo io
studiavo e mi mancavano solo tre mesi per diplomarmi.
I rapporti con la mia famiglia erano piuttosto problematici: mio padre era alcolizzato e dipendente dal gioco.
Passava infatti gran parte della giornata davanti alle macchinette. La madre ha cominciato una relazione con
un nuovo compagno e i miei genitori si sono separati. Non trovavo appoggio e ascolto da nessuno, ho soferto
di una grande solitudine, alleviata solo dal mio fratellino di due anni pi piccolo, a cui ero molto legata.Un
giorno ho conosciuto due ragazze intenzionate ad andare a vivere allestero. Queste ragazze mi hanno presen-
tano due amici Rumeni che ci avrebbero aiutate a fuggire in Italia.Prima di partire i due uomini hanno fatto
una selezione e hanno scelto me, ritenendomi probabilmente la pi determinata. Dopo un paio di settimane gli
stessi uomini mi hanno accompagnata in Italia in autobus.Io non parlavo Italiano. Mi hanno insegnato allora
alcune parole da dire ai clienti, mi hanno falsifcato i documenti, spacciandomi per maggiorenne e subito mi
hanno portata in strada, dandomi un cellulare per controllare i miei movimenti. Inizialmente era stato stabilito
che i guadagni dellattivit sarebbero stati divisi al 50 per cento tra me e loro. Ma dopo mi dissero che mi avreb-
bero aperto un conto bancario dove avrei potuto riscuotere il denaro. In realt non mi davano nulla e tutto il
denaro veniva inviato in Romania.
Vengo da Suceava, comune del Nord-Est della Romania. Dopo il diploma da geometra mi sono iscritta allUni-
versit, alla Facolt di Storia, che ho frequentato per due anni. Dopo le ore di studio, lavoravo come cameriera. Ho
interrotto gli studi per problemi economici. Sognavo di diventare uninsegnante di Storia, ma per essere ammessi
al concorso occorreva pagare lincaricato di turno. Dopo la morte di mio padre, mia mamma si ammalata ed
stata costretta a passare gran parte del tempo in ospedale. Il peso della casa tutto sulle mie spalle. Finalmente
ho trovato unopportunit per uscire da questa situazione quando una mia amica, che aveva lavorato in Calabria
come babysitter, spostandosi al Nord Italia, mi ha oferto la possibilit di prendere il suo posto. Mi stato chiesto
di pagare il posto di lavoro con una somma di 200 euro, che per io non possedevo, perci ho saldato il debito
lasciando il mio cellulare. Appena arrivata in Calabria la famiglia che doveva ospitarmi ha deciso di non assumer-
mi perch ero troppo giovane. Ho trovato comunque un altro impiego come babysitter. Per due mesi ho accettato
di continuare a lavorare, ma la paga era troppo misera (neanche 300 euro mensili!) e il mio sogno di pagarmi gli
studi per diventare una professoressa sembrava diventare sempre pi irrealizzabile.Ho contattato allora alcuni
cugini che vivevano a Roma e mi sono trasferita da loro, riuscendo a trovare un lavoro in campagna per un mese
e mezzo. Qui non ricevevo nessuno stipendio e i cugini mi hanno mandata via di casa. Ho conosciuto allora un
vicino albanese, che sembrava volermi aiutare ospitandomi in casa sua, a Roma. Lui si trasferito per un mese in
Belgio e poi tornato a prendermi assicurandomi che l era gi pronto un lavoro per me. In realt sono rimasta
due mesi in Belgio (al confne con la Germania) senza lavorare. Nel frattempo, mi ha presentato delle giovani pro-
stitute che si esibiscono nelle vetrine dei quartieri a luci rosse in Germania. In poco tempo mi sono auto-convinta
che quella era unattivit assolutamente normale e che poteva diventare un comunissimo lavoro per chi aveva
bisogno di denaro. Ho intrapreso questa attivit in Germania, dove sono rimasta per un anno e mezzo, perfetta-
mente inserita nella comunit albanese del luogo.Difatti non ero libera: cominciavo il mio turno ogni sera alle 21 e
terminavo alle 5 del mattino. La restante parte del tempo non potevo uscire dal mio appartamento. Subivo inoltre
maltrattamenti fsici e morali dalluomo che fngeva di essere il mio ragazzo. Visto che in Germania, il fratello del
mio ragazzo aveva dei problemi con la polizia, sono tornata in Italia, dove ho cominciato a lavorare in strada,
a Castel Bolognese in una piazzola ereditata da uno zio di questo ragazzo albanese. Il progetto era che, non
appena avessi fatto abbastanza soldi, sarebbero dovuti arrivare in Italia gli altri (il mio ragazzo, suo fratello e la
ragazza di suo fratello).Quando sono riuscita ad avere un bel gruzzoletto di denaro, ho preso un appartamento in
aftto e sono arrivati soltanto il mio ragazzo e la ragazza di suo fratello (il fratello era gi stato preso in Germania
e messo in prigione).
Vengo da un paese nei pressi di Bucarest, in cui, dopo aver terminato gli studi, ho lavorato come commessa.
Ho conosciuto unamica che era andata a vivere in Italia e lavorava in un night. Ho deciso di raggiungerla e
sono partita in bus per Ravenna, dove la mia amica ed il proprietario di un locale notturno mi aspettavo. Della
mia famiglia, solo mio fratello maggiore era a conoscenza della mia fuga. Sono andata a vivere in un apparta-
mento che condividevo con laltra ragazza. Qui pagavo le spese per il vitto, lalloggio e per i mezzi di trasporto
che usavo per raggiungere il posto di lavoro. Ho cominciato ad esibirmi in un locale. Non mi venivano richieste
particolari prestazioni, se non quella di invogliare il cliente a consumare il pi possibile. Ero infatti retribuita in
proporzione alla spesa del cliente. Scaduto il permesso di soggiorno turistico, valido tre mesi, sono tornata per
un breve periodo in Romania per poi ripetere lesperienza in altri night club italiani.
Sono arrivata in Italia dalla Romania dopo essere stata venduta dalla mia famiglia. Per 300 i miei genitori mi
hanno consegnata ad un gruppo di miei connazionali. Prima mi hanno fatto prostituire al nord Italia e poi mi
hanno rivenduta ad una banda in Abruzzo. Il lavoro in strada era durissimo e subivo violenze dai miei sfruttato-
ri ogni giorno. Loro prendevano anche tutti i soldi che guadagnavo e a me non restava nulla.
Cos sono andata via. Ho trovato una amica che mi ha consigliato di andare via da qualche parte. Ho incon-
trato un uomo con cui sono potuta uscire dalla Romania e sono venuta qui in Italia. Arrivata non sapevo che
fare e ho iniziato a lavorare in un night dopo che ho conosciuto una ragazza rumena che lavorava l.
104 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 105
Sezione 12
Reclutamento delle vittime della
tratta di origine romena
Emiliana Baldoni
106 107 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 12 - Re c l ut ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a di or i gi ne r ome na
S
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1
2
Sezione 12:
Reclutamento delle vittime della tratta di origine romena
La ricostruzione dei profili delle vittime di tratta sopra riportata mostra, in tutta la loro complessit, le molteplici
situazioni di vulnerabilit in cui matura lespatrio. E ormai dato acquisito in letteratura, rispetto allevoluzione del
fenomeno, lesistenza, alla base dellesperienza di sfruttamento, di un progetto migratorio a termine finalizzato
allacquisizione di denaro nel pi breve tempo possibile, e di una diffusa consapevolezza da parte delle ragazze
coinvolte . Solo in una minoranza di casi ancora possibile identificare situazioni di vero e proprio inganno rispet-
to al tipo di lavoro promesso dal reclutatore.
Bisogna scardinare questo aspetto dellinganno perch obiettivamente ora non si pu pi parlare di inganno
per le donne che vengono in Italia a lavorare sulla strada Cosa dovrebbero venire a fare qui le donne
straniere, in questi tempi di crisi? I romeni sono nostri vicini di casa, spesso parlano la nostra lingua per cui
come potrebbero non sapere?
(Intervista 6)
Sicuramente vengono controllate ma, ad unanalisi superfciale, sembra una prostituzione pi consapevole,
sembra che loro abbiano le idee pi chiare, che vengano qua non per prostituirsi tutta la vita ma per
racimolare un po di soldi e tornare nel paese di origine. Per le minorenni c questa idea: venire qui per un anno
o due per fare soldi, tornare nel paese e sistemarsi. In realt si vede che sono ragazze devastate, molto fragili e
non si sa quanto riusciranno efettivamente a completare questo percorso.
(Intervista 13)
Tuttavia, parafrasando le parole di unintervistata, pi che di consapevolezza, aspetto che implica la possibilit di
prendere decisioni in autonomia come soggetti attivi, sarebbe opportuno a riguardo parlare di ampia conoscen-
za, poich in Romania esiste ormai, soprattutto nei contesti urbani, unampia informazione sui rischi di cadere
nello sfruttamento sessuale da parte di terze persone.
Ma labilit del trafficante, gi al momento del reclutamento, consiste proprio nel far leva sulle aspirazioni di mi-
glioramento economico, sullesigenza di fuga, sul desiderio di libert e di emancipazione, minimizzando i pericoli,
circoscrivendo i tempi, esaltando il lato avventuroso e, soprattutto, lasciando alla ragazza lillusione che manterr
sempre il controllo sulla propria vita (puoi smettere quando vuoi). Ed ecco che, sottovalutando pesantemente
le conseguenze future della prostituzione, anche laspetto della consensualit si fa via via pi problematico fino a
sfumarsi in vincoli e costrizioni.
Pi che di consapevolezza io parlerei di conoscenza. Certo forse sanno che uno dei lavori possibili la
prostituzione. Ma anche perch in Romania la prostituzione aumentata, () ormai assolutamente nota
questa possibilit o questo rischio. Mentre la consapevolezza, come processo attraverso cui prendiamo delle
decisioni come soggetti attivi, questa io sinceramente non lho mai riscontrata, soprattutto nei casi pi fragil e
complessi che accedono al sistema di protezione.
(Intervista 40)
Da quanto emerso, nel coinvolgimento nella tratta un ruolo fondamentale svolto da parenti, conoscenti o altri
membri della rete sociale di riferimento. Attualmente il reclutamento sembra quindi avvenire per lo pi attraverso
persone molto vicine alle ragazze, che conoscono la loro situazione personale e che, proprio in virt di tale cono-
scenza, sono in grado sia di motivarle, sia poi di ricattarle nel caso in cui cercassero di sottrarsi allo sfruttamento,
promettendo ritorsioni contro la famiglia o, in una variante meno cruenta ma altrettanto efficace, minacciando di
rivelare allintera comunit lattivit di prostituzione.
La cosa interessante che ci sono delle reti, dei gruppi in cui questi fdanzati sono parenti tra di loro, sono
cugini, fratelli e il gruppo di donne che gestiscono arriva dalla stessa cittadina, zona, regione delle reti
organizzate di parenti/familiari/amici tutti di uno stesso quartiere
(Intervista 39)
Anche sulla minaccia di dire alla famiglia quello che fanno. Perch non esiste cosa peggiore per una donna
romena. Se la gente sapesse che fa questo lavoro sarebbe fnita la vergogna sarebbe la cosa pi grave...
(Intervista 1)
In molti casi, infatti, la figura del reclutatore coincide con quella dello sfruttatore. Se alla fine degli anni duemila
le donne adescate prima di arrivare sulle strade italiane venivano vendute e fatte transitare attraverso numerosi
paesi, in un complesso sistema di compravendita che vedeva il coinvolgimento di gruppi criminali di diverse na-
zionalit , gi dal 2002-2003, invece, le vittime vengono per lo pi sfruttate da connazionali, spesso amici, parenti
e fidanzati. Non ci sono pi quindi grandi passaggi e attraversamenti, ma un unico viaggio dal paese di origine o
tuttal pi una tappa intermedia di sfruttamento in altri stati (ad esempio, in Spagna). Lingresso della Romania in
Europa ha favorito ulteriormente linstaurarsi di sistemi di sfruttamento sempre meno organizzati e pi di carat-
tere spontaneo o basati sulliniziativa di singoli individui, che talvolta rischiano di sfuggire al controllo repressivo
delle forze dellordine.
[Gli sfruttatori] Sono romeni, in genere dei loro posti, della loro citt, quindi dopo inizia un meccanismo
di paura, perch conoscono i familiari Abbiamo avuto la sensazione che entrambi facciano parte dello
stesso giro, dello stesso ambiente e della stessa cittadina. Si tratta di persone non collegate alla criminalit
organizzata, come dire dei balordi che sfruttano le ragazze Come se fossero degli autonomi () piccola
criminalit romena, un po come la ndrangheta, a piccoli gruppi familiari
(Intervista 11)
E necessario evidenziare che il desiderio di realizzare il proprio progetto migratorio spinge molte ragazze a muo-
versi autonomamente e attivamente, sfruttando la rete di contatti, per trovare il canale adeguato. Talvolta lincon-
tro con il reclutatore avviene in locali e discoteche di ambigua reputazione, che fungono da anticamera della
prostituzione proprio perch frequentati da persone molto vicine al mondo della criminalit.
Mi ricordo il caso di una ragazza, il suo primo tramite era stato il professore di inglese che le aveva presentato
una persona [] e lei lo ha pagato. C una catena di persone [ ] ti fai guidare fnch arrivi allobiettivo.
(Intervista 29)
Tutte dicono che lavoravano ma non si capisce bene cosa facevano. Cerchiamo di dedurre qualcosa quando
poi chiediamo dove si sono incontrati, quasi sempre in bar, night, dove magari lui faceva il buttafuori
Insomma abbiamo capito che cera frequentazione di questi luoghi da parte di queste ragazzine
(Intervista 11)
108 109 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 12 - Re c l ut ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a di or i gi ne r ome na
Colpisce la facilit e lingenuit con cui alcune ragazze, soprattutto tra le pi giovani, si affidano a chiunque si
offra di aiutarle ad organizzare la partenza, che si tratti di un coetano conosciuto sui social network o di un adulto
incontrato in discoteca. Lelemento centrale sembra essere proprio la sottovalutazione del rischio, unita alla (illu-
soria) convinzione di poter mantenere la propria autonomia in ogni circostanza futura.
Sono le pi disgraziate le pi disperate, non hanno i documenti, delle ragazzine giovani che si sono fdate, ce
ne sono alcune che ti dicono che hanno conosciuto il tipo su twitter, per un paio di settimane e che questo
stato il modo per arrivare qui, una grande fducia a gente che conoscono da un paio di settimane
(Intervista 54)
Mi sembra che ci sia molta leggerezza nella scelta di partire: ho incontrato uno in discoteca, questa settimana
parto con lui a Milano! Prima cera di pi la vicina di casa, che si conosceva da anni () Allo stesso modo se la
mia amica mi dice che ha unamica che sta in Italia allora partiamo subito
(Intervista 24)
Nel meccanismo di reclutamento della tratta romena la figura del fidanzato sembra assumere un ruolo sem-
pre pi centrale. Le caratteristiche della relazione con il fidanzato/sfruttatore e le profonde implicazioni di tale
rapporto saranno oggetto di approfondimento pi avanti. Per il momento basta osservare che, nellottica delle
ragazze, la decisione di prostituirsi funzionale alla realizzazione di un progetto comune, per il quale necessario
compiere qualsiasi sacrificio.
Non mi mai capitato che lidea di venire qui a prostituirsi e a fare un po di soldi fosse completamente
sganciata dallo sfruttamento. Nel senso che cera una linea sottile una sorta di patto damore con il
fdanzato, di vincolo molto stretto, del tipo: Lo fai per me, lo fai per noi Poi larrivo in Italia e il ruolo molto
forte di questi uomini, che per era tale anche prima della partenza. () Nello sviscerare la relazione emerso
che cera gi in partenza un meccanismo un po perverso.
(Intervista 3)
La relazione sentimentale con un ragazzo quindi, marito o fdanzato che dir si voglia, il punto su cui si fa leva
per lingresso nello sfruttamento; un patto damore che vincola la ragazza la quale si fa strappare la promessa
che il prostituirsi solo un modo per coronare velocemente un sogno damore, quello di sistemarsi felicemente
in Romania.
(Intervista 52)
Unaltra figura importante nella fase di reclutamento quella dellamica o conoscente che ha fatto i soldi in Italia.
Si tratta spesso di giovani donne che, pur continuando ad esercitare la prostituzione, rivestono allinterno dellor-
ganizzazione sia il ruolo di procacciatrici di nuove ragazze, sia quello di controllo diretto per conto degli sfrutta-
tori. La loro capacit persuasiva risiede soprattutto nel fatto di rappresentare esse stesse, agli occhi delle ragazze,
un modello di successo, la prova concreta che possibile ottenere in modo tutto sommato veloce e facile tutti
quei beni che nel loro immaginario rappresentano il benessere economico (non solo il denaro per far fronte alla
situazione di indigenza, ma anche i vestiti firmati, il telefono di ultima generazione, la macchina).
Cadere nella prostituzione facile, basta che ti chiami unamica, non hai bisogno di nessun knowhow, di
cultura, non hai bisogno di imparare un mestiere e si guadagna molto.
(Intervista 35)
Dopo aver analizzato gli attori chiave del reclutamento necessario focalizzare lattenzione sulle motivazioni che,
a parere degli intervistati, sono alla base dellingresso nella rete dello sfruttamento. Ovviamente, tale coinvolgi-
mento non pu essere ricondotto ad ununica causa esplicativa ma va piuttosto considerato come la conseguenza
di una complessa combinazione di fattori di tipo familiare, sociale e contestuale che nelle singole biografie assu-
mono peso e spessore diverso.
Dallanalisi delle interviste emerge innanzitutto che il movente economico costituisce il principale motivo di fon-
do che rende vulnerabili allo sfruttamento. In un contesto nazionale caratterizzato da crisi finanziaria, disoccupa-
zione e alto costo della vita, il movente economico comprende in realt situazioni differenziate che vanno da con-
dizioni di estrema povert e deprivazione, diffuse in molti contesti rurali di provenienza, a condizioni di povert
relativa in cui il soddisfacimento dei bisogni primari pi o meno garantito ma forte la percezione dellassoluta
mancanza di prospettive di miglioramento.
C talmente tanta fame e povert che ci provano lo stesso. Io non ne faccio una colpa se uno consapevole,
il problema la fame, il basso reddito, che rende vulnerabili a chi propone dei viaggi il rischio messo in
conto ci si dice: tanto a me non pu capitare.
(Intervista 5)
Il contesto di provenienza di una povert estrema una povert che ti immagini in Africa ma che non ti
aspetti in un paese dellEst. Le ragazze raccontano di non avere lacqua in casa, di aver avuto solo un paio di
scarpe, di aver avuto pochissima possibilit di istruzione Famiglie rurali caratterizzate da una povert molto
forte.
(Intervista 36)
Determinante nel percorso prostituzionale la presenza di figli da mantenere; i figli, affidati di solito alla famiglia
di origine, diventano talvolta un forte motivo di pressione da parte dei familiari. E importante evidenziare che
le continue richieste di denaro se da un lato sono motivate da condizioni oggettive di necessit, dallaltro non
maturano in contesti di povert assoluta quando piuttosto in situazioni di degrado morale e culturale tali da far
sembrare normale linduzione di un familiare alla prostituzione.
Secondo alcuni intervistati, la partecipazione dei familiari al progetto migratorio prostituzionale dei figli minoren-
ni comprovata dal fatto che talvolta questi ultimi, fermati dalle forze dellordine, vengono trovati in possesso di
procure, firmate dai genitori, che li affidano a fantomatici tutor.
Ho visto ragazze giovani che avevano dei fgli in Romania che decidevano di abbandonare la strada ma poi
dopo un mese o due le famiglie iniziavano a tartassarle: Mandaci dei soldi!
(Intervista 13)
Quando parlavo con queste ragazze mi chiedevo: ma dove sono i genitori? Perch molte minorenni arrivano
con le procure frmate dai genitori, che li afdavano a questi presunti parenti
(Intervista 21)
Le famiglie cos disgregate cos disagiate forse non si pongono neanche il problema, non si chiedono dov
mia fglia?. Una ragazza scappata prima in Romania in unaltra citt e entrata in contatto tramite internet
con ragazzi coetanei che poi lhanno portata in Italia e durante il colloquio ha detto allassistente sociale che
anche sua sorella era scappata e che suo padre non laveva mai cercata e che la stessa madre in Italia ma non
sa dove. Una ragazza a 16 anni se la deve cavare da sola, si deve autonomizzare e trovarsi un lavoro.
(Intervista 54)
Non va tuttavia trascurato il fatto che nellonere del mantenimento della famiglia, che probabilmente ridefinisce
anche il ruolo della donna allinterno del nucleo familiare, va ricercato il movente principale che consente di ac-
cettare e sopportare la durezza dello sfruttamento e della vita di strada.
Proprio perch sono famiglie molto deprivate, la prostituzione o comunque una vita moralmente discutibile
non una grave colpa () moralmente insignifcante. Quando una persona molto giovane ha una soglia
di accettazione cos bassa, sicuramente una soglia di tutta la famiglia La maggior parte delle famiglie,
secondo me, allinizio non sa che la fglia si prostituisce, per poi dopo un po di tempo fa fnta di non sapere.
Soprattutto perch mandano un sacco di soldi si compra la casa di famiglia, si fanno studiare i fgli maschi, si
curano i genitori, addirittura si pagano i funerali quando muore qualcuno
(Intervista 35)
110 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011
Federica Dolente
111
Sezione 13
Sfruttamento delle vittime della
tratta di origine romena
Al di l dellaspetto economico, lambiente familiare costituisce in s un potente fattore di spinta nella decisione
di emigrare nel momento in cui caratterizzato da elevata conflittualit. Come gi emerso nellanalisi dei profili
delle vittime, molte storie di ragazze trafficate sono state profondamente segnate da esperienze intrafamiliari di
maltrattamento, incuria, violenza, alcolismo e perfino abusi sessuali. Socializzate a tali modelli di conflittualit, si
sono poi ritrovate in relazioni di coppia altrettanto violente, spesso precocemente costruite proprio per sfuggire
ai maltrattamenti dei familiari.
Nella famiglia c sempre un genitore malato () ma non sappiamo se sia vero o se serva per colpire noi
Rispetto agli abusi hanno raccontato abusi dai padri alcolizzati che maltratta la madre o di abusi subiti prima
di partire da parte di conosciuti () C proprio il bisogno di raccontare questi fatti con quasi una naturalezza
sorprendente (), loperatore la prima persona che vedono e confdano questi segreti Il maltrattamento e
luso di alcol in famiglia frequentissimo.
(Intervista 24)
Alcune mediatrici culturali intervistate osservano che, a livello individuale, il basso livello di autostima e la scar-
sa fiducia nelle proprie capacit che aumentano la vulnerabilit di molte ragazze, sono legati alla persistenza
di modelli educativi incentrati sulle differenziazione dei ruoli di genere, che pongono le donne in posizione di
subalternit rispetto alle figure maschili. Fin da piccole le bambine vengono educate, soprattutto nei contesti
pi tradizionali, al sacrificio per luomo e per la famiglia e allidea che la realizzazione della donna sia possibile
solamente accanto ad un uomo, attraverso il matrimonio.
Io penso che la causa sia un insieme di cose: problemi familiari, problemi economici, uniti a una mentalit
super maschilista [] con questi presupposti ovvio che la donna arriva a pensare che non vale niente.
Secondo me un modello educativo [ ]. Anche se le cose stanno cambiando, in Romania se sei donna e non
sei sposata o fdanzata vuol dire che c qualcosa che non va in te [] Stare con un uomo dimostrare che vali
di pi come donna sei completa soltanto tramite un uomo, questo un modello che viene ancora trasmesso in
Romania, soprattutto in campagna.
(Intervista 1)
A fronte di quanto finora descritto, alcuni operatori hanno ribadito limportanza come fattore di attrazione del
perdurare di informazioni distorte sulle opportunit di lavoro in Italia e sulla facilit di accesso ad alti livelli di
benessere. Che in tempi di crisi economica lItalia continui a rappresentare una meta ambita per lemigrazione
lavorativa desta una certa sorpresa, se si considera che nel nostro paese risiedono circa un milione di cittadini ro-
meni e che, grazie anche ai network etnici, circola una larga informazione sulle reali condizioni di vita e di lavoro.
Bisogna comunque considerare che per molte donne romene che provengono da contesti disagiati, viaggiare e
trasferirsi in un altro paese europeo rappresenta comunque una forma di emancipazione da rigidi modelli patriar-
cali, oltre che, nella loro percezione, lunica speranza di realizzazione economica.
Federica Dolente
112 113 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 13 - S f r ut t ame nt o de l l e v i t t i me de l l a t r at t a di or i gi ne r ome na
Sezione 13:
Sfruttamento delle vittime della tratta di origine romena
Modello di sfruttamento
Nel momento in cui entrano nella rete dello sfruttamento, tra le ragazze romene e gli sfruttatori si instaurano una
serie di dinamiche relazionali che danno vita a diversi rapporti prostituzionali
1
, che per la loro stessa natura sono
mutevoli nel tempo e si caratterizzano proprio per la loro continua trasformazione , pur rimanendo allinterno di
un rapporto di dipendenza e subalternit . Anche con lo scopo di operare in maniera efficace diventa strategico
comprendere la direzione che queste dinamiche di relazione possono assumere nel tempo. Attualmente agli
occhi degli operatori sociali risulta evidente che coesistano diversi tipi di pratica/rapporto prostituzionale, che
sembrano essere tre:
Bisogna distinguere tra quella che si prostituisce autonomamente e volontariamente e non ha nessuno
alle spalle se non lamica con cui condivide lappartamento; quella che venuta tramite unorganizzazione
ed consapevole che andr a fare la prostituta, e che anche se legalmente vittima di tratta non si sente
assolutamente vittima; fno ad arrivare alleccesso fnale di quella che viene picchiata e portata di forza sulla
strada. proprio come se fosse una gradazione in realt sono casi molto diversi. Questo vale per qualsiasi
nazionalit, ma per le romene molto pi evidente. Si va da un estremo allaltro.
(Intervista 55)
La prima forma menzionata quella che possiamo definire come volontaria, per cui in mancanza di altre pro-
spettive lavorative, il sex work si configura come unica possibilit di riscatto attraverso appunto un lavoro in un
contesto di migrazione, e viene concepito in virt di una forte indigenza economica e di possibilit di migliora-
mento per s e per la propria famiglia. Per le donne lesperienza prostituiva viene cos vissuta come una forma di
auto-sfruttamento intenso
2
concepito come attuabile per un periodo circoscritto di tempo, durante il quale il
sacrificio servir a riscattare non solo se stessa, ma anche i propri familiari, soprattutto se sono presenti dei figli
o dei fratelli pi giovani da mantenere.
Laspettativa che hanno quella di fare un breve periodo prostituivo e sistemarsi poi per sempre, poi le
richieste nel paese dorigine sono sempre molto alte.
(Intervista 42)
Adesso lo fanno per questioni economiche, chi a casa ha i fratelli, chi ha un fglio e lo deve mantenere, chi
vuole guadagnare per poi tornare nel paese dorigine.
(Intervista 34)
1 F. Carchedi, G. Mottura, G. Campani (a cura di), Op.cit., p. 132.
2 Sul tema dellauto-sfruttamento del proprio lavoro da parte degli immigrati romeni si veda D. Perrotta, Vite in cantiere. Migrazione e lavoro dei rumeni in Italia, Il Mulino,
Bologna, 2011 che a riguardo dei lavoratori edili romeni in Italia, parla di disposizione (auto-) predatoria, il lavoro e il denaro sono il perno del discorso migratorio dei rumeni:
si viene in Italia per lavorare e guadagnare. Il paese di immigrazione visto da molti rumeni solo come un luogo dove guadagnare denaro, pur svolgendo lavori pesanti e a
volte degradanti; i migranti accettano pesanti condizioni di lavoro soltanto perch sono legati almeno idealmente- a un altro contesto, quello rumeno, nel quale metteranno
a frutto il denaro guadagnato in Italia., p. 211.
Si tratta di una pratica che dal punto di vista numerico risulta essere minoritaria, ma presente su tutto il territorio
italiano con configurazioni e modalit di esercizio differenti da zona a zona, ma che nella loro eterogeneit trova-
no spazio nelle esperienze del lavoro di strada ed in appartamento di molti operatori sentiti a riguardo.
Ci sono anche delle ragazze diverse, belle, molto truccate e vestite bene, loro non si lamentano mai della
mancanza di clienti che riescono a lavorare e a guadagnare 700/800 a notte, sono poche hanno altre reti
clienti fssi, lavorano in albergo c la compagnia quindi bastano clienti ed il guadagno molto alto, anche
loro sono controllate perch non sono molto disponibili a parlare con noi non gli serve niente di quello che noi
potremmo ofrirgli.
(Intervista 54)
un percorso abbastanza standardizzato. Per in linea di massima la ragazza sapeva di venire a fare la
prostituta, e che per questioni economiche, il progetto era poi quello di riscattarsi
(Intervista 42)
Sappiamo che alcune di loro esercitano in locali, night club della zona, e che a diferenza di quelle che
esercitano negli appartamenti non c sfruttamento.
(Intervista 50)
La seconda modalit quella che possiamo definire involontaria, poich si manifesta nelle resistenze attive da
parte delle donne coinvolte e dunque per domare tali resistenze gli sfruttatori ricorrono a violenze e minacce,
anche ai parenti delle vittime. E la pratica coercitiva, che attualmente sembra servirsi di forme talvolta pi sottili
e studiate di sopruso, di ricatto, di sottomissione psicologica e denigrazione della donna.
Le donne per quello che mi risulta sono trattate, vengono raggirate, con false promesse di lavoro: vieni perch
andrai a lavorare in un bar, oppure baby sitter, oppure nei campi, detto da amica ad amica, da un vicino di
casa. Poi vengono qua, e non trovano lavoro e dopo una settimana che stai senza lavorare.
(Intervista 40)
In alcuni contesti c un vero e proprio ritorno alle modalit violente, alcuni operatori parlano di ritorno del modello
albanese tradizionale. Nel panorama complessivo, si tratta probabilmente di una modalit non maggioritaria ma
non per questo marginale, vista la sua gravit. E interessante osservare che lemersione (e la denuncia) delle violenze
subite costituiscono non tanto una conseguenza dellinstaurazione di una relazione di fducia con gli operatori sociali,
quanto, pi frequentemente, una reazione ad un evento di rottura allinterno della relazione con lo sfruttatore (ad
esempio, le ragazze percepiscono come un tradimento anche, lassoggettamento di altre ragazze, il non rispetto degli
accordi sulla ripartizione dei guadagni). Il ricorso a forme tradizionali di coercizione attraverso percosse, minacce e
maltrattamenti, stato osservato con continuit in alcune zone della Toscana.
Per le romene, tornato il modello albanese di 10 anni fa. Un modello di sfruttamento molto violento, un
controllo molto ravvicinato. Molti di questi fdanzati, quando usciamo in strada la sera, passano in bici o in
macchina, restano nei paraggi, telefonano ogni poco. C un controllo molto stretto. Prima si erano un po
allentate le maglie del controllo. Cerano magari altre donne che controllavano. Ora c un controllo capillare: ogni
uomo ha la sua donnaTuttavia c un livello di accondiscendenza al progetto migratorio, anche se malato.
(Intervista 7)
La terza, infine, quella che definiamo negoziata, in quanto tra lo sfruttatore e la donna coinvolta viene a cre-
arsi una sorta di patto di reciproco interesse, basato su alcune regole in condivisione. In questo ultimo caso ci
troviamo di fronte alla servit volontaria
3
, poich le donne si affidano intenzionalmente ad uno o pi uomini
che traggono cos vantaggio dalla loro propensione migratoria
4
. Di per s sembrerebbe un paradosso, poich
appare inconcepibile razionalmente una servit, che implica lassenza di libert personale, volontaria, come ma-
nifestazione di una propria scelta autonoma. Di fatto laffidamento di una donna, che si mette nelle mani dello
sfruttatore, citando unintervistata, strumentale allottenimento di una protezione durante lesercizio della pro-
stituzione, che altrimenti non sarebbe possibile se non attraverso la mediazione e la concessione di una serie di
servizi indispensabili alla donna per lesercizio prostituzionale sia allaperto che al chiuso.
3 Per approfondimenti a riguardo Cfr. F. Viti, Schiavi, servi e dipendenti, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2007; R. Botte, Les habits neufs de lesclavage: mtamorphoses de
loppression au travail, in Cahiers dtudes africaines, 179-180, Ed. EHESS, Paris, 2005.
4 F. Carchedi, (a cura di) Op. cit., p.103.
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Le modalit sono diverse, non c nessuno che si possa mettere in strada e fare quello che vuole, a qualcuno
deve rendere conto. Per dalla modalit ti prendo tutti i soldi a quella attuale ti ofro dei servizi c una
distanza: io ti chiedo una percentuale, un tot fsso per il marciapiede per esempio e tutto quello che guadagli in
pi o tuo, o non te ne chiedo neanche conto.
(Intervista 36)
Le ragazze sentono di pagare sostanzialmente un servizio, di far parte di unorganizzazione che le protegge
e a cui pagano un servizio: la camera, lappartamento in cui lavorare, il marciapiede, la protezione rispetto a
quanto pu succedere quando si lavora.
(Intervista 33)
La prostituzione negoziata, dunque, comprende situazioni diverse, non sempre chiaramente identificabili, che
vanno da relazioni negoziate di tipo simmetrico, caratterizzate da alti livelli di autonomia, una ripartizione equa
dei proventi e regole di gestione condivise, a relazioni negoziate di tipo asimmetrico, in cui, nonostante la con-
trattazione di tempi, benefici e condizioni, il rapporto risulta comunque sfavorevole alla donna
5
. Il potere deci-
sionale, inoltre, pu essere esercitato in forme assai differenti e pu subire nel corso del rapporto prostituzionale
significativi ridimensionamenti.
Gli elementi costitutivi della tratta negoziata sono:
contrattazione delle modalit di esercizio e dei compensi. La partecipazione ai guadagni sembra lelemen-
to di motivazione che spiega in gran parte il successo di questo modello. Difatti, se la ragazza dispone di
parte dei proventi ha la percezione di conseguire il proprio scopo migratorio e ci rende accettabile sia la
fatica della vita di strada, con i suoi ritmi serrati, la stigmatizzazione, le umiliazioni, lo squallore e i rischi di
aggressione, sia lo sfruttamento, ossia lidea che altri traggano benefci economici dalla prostituzione senza
vendersi direttamente.
Le ragazze vengono intercettate dalle organizzazione e condotte in Italia dietro promessa di un
riconoscimento economico, cosa che poi di fatto spesso avviene, in percentuale rispetto al guadagno, c una
forma di sfruttamento contrattato, per cui loro hanno assolutamente la percezione di non essere sfruttate ma
addirittura di aver fatto un accordo con il loro sfruttatore, quindi di dargli una parte del ricavato mentre il resto
lo tengono loro.
(Intervista 54)
C un discreto grado di consapevolezza e di partecipazione da parte delle vittime, che non si percepiscono
tali. A noi capitato di tenerle in accoglienza perch inviate dalla questura e si cercato di fare un lavoro di
rielaborazione della percezione del proprio status di vittima, ma non viene percepito tale () Da parte delle
donne rumene cera la volont di rimanere in questa rete di sfruttamento che per era abbastanza lenta da
permettergli di mettere da parte un po di soldi, quindi di compiere il progetto migratorio.
(Intervista 3)
strumentalizzazione del rapporto prostituzionale, basato sulla persuasione di una (pi o meno efettiva o
illusoria) convenienza reciproca. La prostituzione negoziata nasce dalla constatazione che per i trafcanti
lesercizio di un basso livello di coercizione risulta pi vantaggioso, poich esiste una soglia di tollerabilit
dello sfruttamento oltre la quale le ragazze si ribellano e cercano di fuggire. Dal punto di vista delle donne, la
convenienza risiede invece nella garanzia della protezione.
Se mi metto nei panni dello sfruttatore, continuare a tenere le ragazze costringendole, picchiandole,
prendendole tutti i soldi, sicuramente ci guadagno meno che farmele amiche o fdanzate... In questo modo
guadagnano lo stesso, perch se la ragazza riesce a lavorare in tranquillit fa anche pi soldi Si sono
modernizzati nel fdelizzare la ragazza. Anche perch se porti una ragazza e scappa, non che in 15 giorni
ne trovi subito unaltra. In questo modo gli sfruttatori sono anche meno attaccabili dal punto di vista giuridico,
se la ragazza dice che lo faceva volontariamente, sono questioni pi complesse e con qualche buon avvocato
riescono magari a uscirne in poco tempo.
(Intervista 9)
Condivisione. Come si illustrer in seguito, le ragazze sono spesso legate ai loro sfruttatori da un forte lega-
5 F. Carchedi, Op. cit. p. 135.
me afettivo e coltivano lillusione della realizzazione di un progetto comune.
Come un progetto di coppia con il fdanzato. Poi ogni caso a se stante, per gli elementi che ritornano in
tutte queste situazioni sono delle forti aspettative su queste relazioni, caricamento afettivo importante, anche
perch di fronte alla mancanza di altri contesti di riferimento importanti, nel paese dorigine e in Italia, lo
scenario unico a cui loro pensano questo progetto di coppia.
(Intervista 31)
Poi ci sono quelle ragazze che fn dallinizio sanno cosa vengono a fare. E loro fra di loro dicono faccio la
prostituta! Va bene oppure il marito che gli dice veniamo e facciamo questo. In questo caso una sorta di
prostituzione di coppia
(Intervista 32 )
lelevata mobilit riscontrata in molti territori. Una mobilit, tra diverse zone dellItalia come strategia che
sempre esistita, funzionale alla domanda attraverso un ricambio delle presenze su strada, che assicuri ai
clienti un oferta e un avvicendamento di ragazze sempre nuove. Ed una mobilit nuova, un alternarsi tra
lItalia e la Romania, strategica invece al mantenimento di una relazione che appaia quanto meno vessatoria
e limitante.
Dunque, questo quadro ci aiuta a capire quanto le ragazze possano avere una bassa percezione della propria
condizione di sfruttamento, attraverso passaggi di vario tipo gli sfruttatori intenzionalmente operano sulla per-
cezione che le ragazze hanno rispetto alla loro condizione. Riassumendo: una prima fase di sfruttamento in locali
notturni in Spagna (gli operatori menzionano anche la Germania, lOlanda e la Svizzera come paesi in cui si fanno
le prime esperienze), dove le ragazze sono sottoposte a controllo, isolamento ad orari e forme di prestazioni usu-
ranti. A questa fase successivamente corrisponde una situazione meno usurante percepita in senso premiale, la
prostituzione in strada in Italia, riconosciuta e vissuta come forma autonoma, libera dal controllo continuo anche
se di fatto il controllo esercitato da lontano, attraverso luso continuo del telefono cellulare, o in altri casi viene
considerato come forma di attenzione nei confronti della donna.
Altre testimonianze, raccolte da operatori che lavorano nelle grandi citt italiane, riportano invece: una prima fase
di prostituzione in contesti urbani periferici e pi pericolosi, dove il rischio di subire violenze in solitudine pi
elevato, a cui poi corrisponde una situazione premiale in contesti urbani meno pericolosi, dove c pi traffico e
dove ci si percepisce come libere di poter scegliere il cliente ed il posto in cui prostituirsi, bench a pagamento.
In altre parole, il meccanismo premiale, fa apparire i diversi passaggi da un contesto ed un modo prostitutivo
allaltro come un percorso di mobilit sociale verso lalto e di prestigio sociale maggiore, velando la sua vera natu-
ra di sfruttamento, e facendola passare come una vera e propria carriera prostituzionale in cui le ragazze sentono
di autodeterminarsi e di scegliere autonomamente.
Le ragazze pensano cos di fare carriera, non capiscono che poi quel marciapiede lo devono pagare al loro
sfruttatore, che devono dargli i soldi ogni sera anche se loro ne tengono altrettanti. Si sentono libere, libere di
stare su un marciapiede che pagano.
(Intervista 21)
Vengono spostate da una parte allaltra della citt a seconda del loro sex appeal, le pi fragili ed inesperte
da una parte, le pi impaurite e le pi bruttine dallaltra. Poi col passare del tempo fanno carriera e le cose
cambiano.
(Intervista 22)
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Da queste diverse modalit di praticare la prostituzione, derivano altrettanti modi di sfruttamento. Nella prima,
in teoria, lo sfruttamento assente, anche se, come evidenziato in precedenza, la decisione di prostituirsi frutto
della necessit per assicurare la sopravvivenza di se stessi e della propria famiglia, nella seconda molto duro e
continuativo e si configura come pratica di sopraffazione violenta toutcourt. Nella terza viene creato un sistema
di gestione strumentale a tempo determinato o della durata variabile, di una stagione, di pochi mesi, di uno o
due anni. Questo particolare sistema si basa prevalentemente sul ciclo di sfruttamento/auto-sfruttamento breve,
anche se trattandosi di un sistema che poggia sulla consensualit la durata pu modificarsi in base alle relazioni
che vengono a stabilirsi tra le due parti, ed il rapporto di forza pu variare di intensit.
Le testimonianze raccolte ci restituiscono il peso della complessit del fenomeno, sottolineando quanto questi
cambiamenti nelle forme di sfruttamento della prostituzione e dei livelli di consapevolezza ed emancipazione
delle persone coinvolte, nonch la sovrapposizione e gli intrecci sempre pi frequenti tra tratta e prostituzione
negoziata, siano gli elementi che caratterizzano il presente.
Adesso una negoziazione della prostituzione, rispetto a prima non sono sfruttate come prima, un rapporto
tra loro e gli sfruttatori, loro non sono consapevoli del fatto che sono sfruttate, non percepiscono di esserlo
anche se sanno che una parte dei loro soldi la devono dare, un parte dei soldi rimangono a loro, poi lui mi
protegge e mi riporta a lavoro, e lui mia disposizione.
(Intervista 54)
Relazioni di afetto e sottomissione nellambito della prostituzione negoziata
La pratica negoziale assume dunque una caratterizzazione particolare, poich tende a manifestarsi, come gi
illustrato, gi nella fase di reclutamento delle ragazze, disposte ad acconsentire con molta facilit a proposte di
lavoro ambigue che evidentemente fanno leva su un immaginario condiviso rispetto alle opportunit lavorative
che offre lItalia, opportunit che vanno dalla possibilit di fare spettacolo, lavorando nel mondo dei night club,
delle discoteche, fino alle opportunit offerte dal contesto delle famiglie e quindi della cura alla persona, come
baby sitting o badante. Si tratta di proposte che hanno sempre fatto parte di una strategia di marketing utilizzata
da trafficanti e sfruttatori anche in passato. Quello che oggi cambia e modifica sostanzialmente la possibilit di
fuoriuscita, e ci che rende queste proposte ancora pi allettanti e seducenti la relazione allinterno della quale
la proposta viene maturata, una relazione di affetto, di amore passionale, di dipendenza emotiva, tra la giovane
donna ed il suo sfruttatore, o per usare la locuzione usata da molte ragazze rumene tra loro ed il loro loverboy.
A livello emotivo le vedo pi dipendenti rispetto alle ragazze trafcate in passato.
(Intervista 27)
Loro pensano di coronare il loro sogno damore, costruire il loro futuro insieme ad un uomo, il loverboy.
(Intervista 4)
In alcuni casi le ragazze si affidano a di uomini di 5 10 anni pi grandi di loro, ma molto spesso sembra che si
tratti di coetanei, ragazzi, con cui hanno cimentato un rapporto nel tempo; dallaltra parte i ragazzi le illudono, con
lobiettivo di raggirale e di poterle manipolare meglio nellintimo di una relazione daffetto, avendo prima ottenuto
la loro fiducia. Allinterno di queste, che vengono vissute dalle ragazze come delle vere e proprie storie damore, la
partenza viene costruita come progetto di vita condiviso tra partner, un progetto migratorio a tutti gli effetti, in cui
si decide di comune accordo di fare dei sacrifici per costruirsi un futuro migliore, in Romania o altrove.
Lo sfruttamento si basa sul legame pseudo-afettivo linnamoramento avviene nel paese dorigine. Si
individuano le ragazzine che hanno bisogno di un principe azzurro loverboy. una fgura importante a 16
anni, anche prima, sono relazioni che si costruiscono in 1 anche 2 anni, si frequentano come fdanzati, senza
intravedere quello che il loro scopo. La ragazza prende fducia in questo ragazzo, poi la decisione di cambiare
vita e vengon in Italia.
(Intervista 27)
Donne che seguono un campagno, un marito, un fratello e poi una volta giunte nel paese di destinazione sono
in vario modo costrette ad esercitare.
(Intervista 40)
Loro ci parlano di questo lover boy che tu veramente alla fne non sai discernere chi questo fdanzato, dicono
che lavorano, fanno i costruttori, i papponi no per carit!!
(Intervista 27)
In alcuni casi, su alcuni territori in particolare, gli sfruttatori sono criminali albanesi dediti anche ad altri traffici,
armi e stupefacenti, ma si tratta di situazioni legate ai diversi territori, che nel corso della ricerca abbiamo riscon-
trato relativamente alla Toscana, alla Puglia e a Roma.
In molti casi, invece, questi protettori sono piccoli delinquenti anchessi abbastanza giovani, accecati dalla pos-
sibilit di facili guadagni anche a costo di far prostituire quelle che sono delle amiche, della vicine di casa, delle
compagne di scuola. Sembra essere ormai una forma delinquenziale molto diffusa, che potremmo definire im-
provvisata ed autonoma che trae la sua forza e la sua riproducibilit proprio dalla relazione di affetto e fiducia
che si instaura tra i due. Complicit che anche nel periodo di sfruttamento sessuale viene rinforzata dal ricorso ad
alcuni espedienti che allettano le ragazze, quali trovarsi ad essere leader e dover controllare le proprie coetanee
su strada, o gestire il denaro delle altre anche per gli acquisti di vestiti, trucchi che servono per lesercizio della
prostituzione, per s per le le altre. O espedienti pi usuali per rafforzare il rapporto di coppia allinterno dei quale
trovano spazio
le cene tra di loro, in un bel ristorante, per cui lui le regala un bel vestito frmato, e poi per lei che deve
pagare il conto, per non capisce di essere sotto di lui, perch ti dice lui mi ha portata a cena fuori, ha scelto
me e non la mia amica
(Intervista 54)
I soldi guadagnati insieme dovrebbero essere la base su cui costruire il proprio futuro, come acquistare una casa
in Romania, o sostenere le proprie famiglie in patria, invece molto spesso sono la chiave per accedere a beni di
consumo molto costosi, ostentatori e simbolici per entrambi, per le ragazze e per i loro protettori
Lei arrivata con questo fdanzato, niente violenza fsica, fnch lei ha cominciato a prendere coscienza di
quello che succedeva: pi lei lavorava, pi lui spendeva e un pochino si svegliata.
(Intervista 35)
Una ragazza si resa conto che con lui non andava perch una volta lui indossava pi vestiti frmati di lei!
(Intervista 54)
Le ragazze pur dovendo spartire i loro guadagni con i protettori, raccontano di essere abituate a gestirli autono-
mamente, a maneggiarli e bench il denaro che poi rimane nelle loro mani non sia molto rispetto alle prestazioni
che concedono ai clienti, hanno la percezione di amministrare tempo e denaro in totale autonomia e da questo
trovano conferma della bont del rapporto di fiducia tra loro ed il loverboy. Questa percezione di una ripartizione
favorevole dei guadagni, di cui ci parla unoperatrice, rinforza dunque lillusione di vivere una vera relazione di
coppia e di trovarsi dentro in un progetto consensuale e partecipato, anzi di condividere una strategia di miglio-
ramento delle proprie condizioni di vita
Molte di loro pensano di autodeterminarsi, di essere imprenditrici di se stesse, ma questo stile di ripartizione
di denaro in cui in realt afdano il denaro alla persona e si fdano di lui che poi magari lo dia alla famiglia.
Comunque il riferimento rimane lui.
(Intervista 39)
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Risulta evidente quanto complessa ed intricata possa essere la relazione che si instaura tra i due, dallintensit
della quale trae forza lo sfruttamento, e che si tratta di una relazione percepita come forte e duratura tanto pi le
ragazze sono giovani, e quindi inesperte e sole. Inserirsi allinterno di queste dinamiche di relazione, incrinare il
rapporto di fiducia che loro hanno nei confronti dei loro protettori, compagni fidanzati, mariti, per gli operatori
dei servizi operazione assai difficile. Per un tipo di lavoro sociale, impostato sull assenza di giudizio e sul lavoro
di presa incarico della donna, impossibile entrare allinterno di una relazione che si configura come una vera e
propria relazione di coppia.
Inoltre si tratta di un lavoro che necessita tempo e spesso, come abbiamo evidenziato in precedenza, il tempo in
cui le donne sono presenti nelle stesse zone non sufficiente ad instaurare una relazione di scambio tra operatori
sociali e vittime dello sfruttamento sessuale. Inoltre nella norma dei casi assistiti i servizi ruotano intorno allatti-
vazione di meccanismi che tendono alla stabilizzazione dal punto di vista materiale delle vittime prese in carico,
per esempio fornendo rassicurazioni verso gli effetti negativi che potrebbero seguire al fatto che entrando nel
percorso di protezione si interrompe sostanzialmente il flusso di denaro a cui le donne erano abituate, e per loro
il percorso di reinserimento sociale diventa in tal senso poco invogliante.
I gruppi pi vulnerabili
Come evidenziato sinora ci troviamo di fronte ad unevoluzione dei comportamenti criminali dei quali restano
vittime i soggetti pi indifesi ed esposti allabuso, tanto che il livello di vulnerabilit sociale e/o psicologica delle
vittime sembra essere diventato la vera merce di scambio. E cos che la solitudine dei minori o neo maggiorenni
usciti dagli istituti, e la debolezza di donne con gravi problemi psichiatrici, anche loro istituzionalizzate e poi ab-
bandonate alla loro sorte, rende questi due soggetti particolarmente esposti a proposte ambigue ed accattivanti
da parte dei reclutatori. Si tratta di una sacca da cui attingere, una sacca di popolazione particolarmente giovane,
fragile e senza legami sociali. Minori e donne abbandonati che si confrontano con i problemi e le conseguenze
della de-istituzionalizzazione: mancanza di reti familiari e sociali, emarginazione, mancanza di adeguata forma-
zione alla vita futura. Realt che segnano negativamente il corso della loro vita e che rappresentano unopportu-
nit per reti criminali pi o meno articolate
Sembra che si stia raschiando il fondo del barile. La sensazione da un paio danni a questa parte che i
soggetti pi fragili, pi diseredati in Romania, cadano nelle mani di questi criminali. Qui arriva di tutto, per
lo pi sono donne che non hanno reti sociali non solo qui ma anche a casa, persone sole, che probabilmente
erano gi sfruttate in Romania, minori o giovanissimi che una volta fuori dagli istituti cadono nelle mani dei
trafcanti.
(Intervista 51)
Abbiamo avuto una ragazza estremamente disagiata senza fssa dimora in Romania, e lei stata ripescata
reclutata e portata qua. Anche in Romania veniva sfruttata per lei non so quanto fosse cosciente, aveva dei
problemi cognitivi non riusciva a percepire la situazione del pericolo. C una presenza di queste ragazze che
al compimento dei 18 anni vengono mese fuori degli istituti e poi sono per strada perch non c un progetto
di continuit. Sono soggetti pi semplici da adescare, e sono in parte coscienti di quello che vengono a fare
perch veramente in Romania non hanno opportunit.
(Intervista 54)
In entrambe i casi si tratta di fasce di popolazione molto appetibili per gli sfruttatori: sia per la facilit con cui ven-
gono reclutate, sia perch la loro scomparsa non viene sempre notata, e non desta preoccupazione, per cui non
sempre sembra dare poi luogo a denunce in Romania
Per noi molto complicato lavorare con queste donne che presentano disturbi da stress post traumatico, ma
anche proprio una grande confusione. Sono donne che non hanno mezzi di sostentamento in Romania, non
hanno mai lavorato, noi qui non sappiamo come collocarle e poi se proviamo a sentire le autorit romene, ci
sembra che ci sia grande disinteresse.
(Intervista 47)
Alle cosidette organizzazioni a doppia sponda
6
dei primi anni 2000 oggi sembra subentrare liniziativa di singoli
individui, lingresso della Romania in Europa, con la conseguenza di potersi spostare con facilit allinterno dei
paesi europei, sembra aver incoraggiato queste forme di sfruttamento di tipo spontaneo e non organizzato, in
cui singoli individui sicuri della loro impunit approfittano delle situazioni di solitudine e povert dei soggetti pi
marginali e svantaggiati. Queste persone si trovano in situazione di tale precariet e fragilit da prestare facilmen-
te il fianco a potenziali forme di sfruttamento attuabili da chiunque. La testimonianza di unoperatrice descrive
una situazione in cui sembrerebbero coinvolte anche famiglie e/o donne appartenenti ad una classe pi agiata,
le quali approfittando dello stato di abbandono in cui vivono le giovani ragazze uscite dagli istituti, le recluta
come domestiche, e solo successivamente le vende a bande criminali locali che le sfruttano nel mercato del sesso
romeno e/o italiano
Sono capitate ragazze che sono state ingaggiate come domestiche da donne o famiglie romene benestanti,
che prima le utilizzano nelle loro case, senza neanche pagarle, e poi attraverso contatti con sfruttatori,
decidono poi di destinarle al mercato del sesso o nella stessa Romania o in Italia.
(Intervista 47)
Nella storia di una giovane rumena presa in carico in un servizio di Roma, si riscontra la partecipazione degli ope-
ratori e addirittura della direttrice di uno di questi istituti, direttrice che si resa procacciatrice e quindi complice
nella vendita di una ragazza ospite, dunque minorenne, presso listituto che dirige. La ragazza stata venduta
ad una connazionale sposata con un uomo italiano che successivamente si occupava della sistemazione delle
ragazze in Italia
Unaltra ragazza dallistituto stata portata direttamente in Italia con la complicit della direttrice dellistituto
che ha preso i soldi da una donna rumena sposata con un italiano e poi lha sfruttata. E come lei nella casa
della donna cerano altre ragazze.
(Intervista 54)
Dobbiamo poi sottolineare che da un punto di vista operativo, il lavoro su queste fasce di utenza risulta essere
particolarmente oneroso per gli operatori delle strutture di accoglienza, dove in alcuni casi le donne sono ferme
da mesi a causa delle difficolt riscontrate nel gestirle con competenze mediche adeguate, attraverso il ricorso
a cure psichiatriche che i servizi non sono in grado di offrire, e con grossissime difficolt di ricollocamento sia
abitativo che lavorativo.
Ma molti dei casi che abbiamo in accoglienza sono casi psichiatrici, di donne giovani e non solo che hanno
bisogno di cure e medicinali appropriati. Il lavoro sociale e di recupero pensato per le donne vittime di tratta,
non spendibile con loro e questo elemento grava molto sulla gestione dei nostri servizi, sugli operatori sociali
stessi.
(Intervista 51)
Per i servizi di accoglienza diventa insostenibile la gestione di questi casi pi difficili, sui quali lintervento sociale
in accoglienza ed i programmi di reinserimento non sono sempre spendibili. In alcuni casi queste utenti necessite-
rebbero di interventi di diversa natura che andrebbero attivati in maniera convergente, oltre al sostegno sociale,
psicologico e legale-giuridico, sarebbe necessario lapporto di un sostegno di tipo psichiatrico, che attualmente
non pensabile allinterno dei sistemi di protezione che hanno sempre fatto leva su altre forme di rafforzamento
e di empowerment delle donne donne prese in carico.
Vi sono poi altri gruppi vulnerabili in cui il grado di isolamento in Romania ha determinato una ulteriore margi-
nalizzazione anche qui in Italia. Si tratta della popolazione Rom la cui marginalizzazione, dobbiamo ricordare,
molto variabile anche in relazione al grado di integrazione nei territori di arrivo, al grado di scolarizzazione e alla
posizione relativa alle strategie familiari. Pur non volendo generalizzare, dalle testimonianze raccolte possiamo
affermare che laumento del rischio di essere sfruttati da parte dei minori, colpisce in misura pi elevata la popo-
lazione rom. Un problema dovuto alle difficili condizioni di isolamento in cui spesso sono relegati i gruppi rom in
Italia.
Registriamo anche una presenza di giovanissime donne rom, quasi tutte analfabete.
(Intervista 51)
6 Vale a dire di organizzazioni allinterno delle quali le fasi del reclutamento nei paesi di origine siano direttamente connesse con la destinazione ultima dello sfruttamento
attraverso network criminali collegati tra loro e quindi in grado di suddividersi i ruoli sulla base di programmazioni.
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Anche gli operatori delle unit di strada, assistenti sociali e mediatori culturali, affermano che si tratta di fasce di
utenza estremamente difficili da agganciare. Intimorite e sole, vengono addestrate, chiosando una mediatrice,
a non fidarsi di nessuno se non del loro protettore/sfruttatore, appena sono avvicinate dalle unit di strada, osten-
tano sicurezza ed immediatamente chiamano o vengono chiamate al cellulare dal protettore, che evidentemente,
non si allontana mai troppo da loro. Soggette ad un controllo sociale molto forte tra pari, di cui il protettore/sfrut-
tatore si serve come ulteriore strumento di controllo dissimulato, lavorano su strada in piccoli gruppi, sotto la
verifica di una ragazza non necessariamente pi grande ma quantomeno pi esperta e scaltra, che ha il compito
di controllarle e redarguirle soprattutto nella prima fase dellesperienza di sfruttamento prostituzionale su strada.
Avvicinarsi alle pi piccole difcilissimo, sono reticenti, non parlano benissimo litaliano e poi sono molto
controllate, non tanto dagli uomini ma dalle loro colleghe in strada. Pu succedere anche che litigano e si
malmenano tra loro, ed il controllo tra pari funziona anche meglio come monito, il senso se non ti comporti
come tutte noi sei fuori dal gruppo. Forse questo tipo di isolamento sociale una minaccia molto forte e che
funziona meglio su delle giovani appena arrivate in Italia che non hanno altri punti di riferimento oltre alle loro
coetanee.
(Intervista 21)
Con lUDS abbiamo registrato un aumento delle minorenni, anche se hanno imparato a dissimulare la loro
et. Normalmente la polizia che le porta presso il nostro centro, ma i colloqui sono inutili, le ragazzine sanno
cosa devono dire. Ci sono ragazze che sono state portate da noi anche 20, 30 volte, e poi ritornano in strada.
(Intervista 24)
Quando le vedi per strada cos sfacciate e poi ci parli e ti rendi conto che sono delle bambine che hanno
lasciato a casa le bambole, ti chiedi come possano far fronte a delle situazioni di sesso. Come fanno a gestire
dei rapporti di sesso
(Intervista 54)
Abbiamo inoltre registrato lemersione di forme di prostituzione maschile e di giovani adulti e minori. Si tratta
di un fenomeno registrato a Napoli a Roma, e a Milano che coinvolge sia minori (15 -18 anni) che giovani adulti.
Sono state raccolte testimonianze di adulti capo-famiglia che hanno lasciato moglie e figli in Romania e che alter-
nano lavori saltuari di bassa manovalanza alla prostituzione serale e notturna. Non vengono menzionate forme
di sfruttamento da parte di organizzazioni, ma queste appaiono pi come delle forme di prostituzione autonoma
che consente di accedere a guadagni maggiori, con investimento e usura fisica percepite come meno umilianti
e meno logoranti per il fisico, rispetto ai lavori usuranti e faticosi ai quali potrebbero avere accesso. Si tratta evi-
dentemente di immigrati di recente arrivo, socializzati alla strada, e dunque con una forte identit di strada e
con pochi canali da attivare per la ricerca di un lavoro, allinterno del quale probabilmente subirebbero forme di
grave sfruttamento. Si presentano come famiglia di strada: alcuni vivono presso campi rom, di giorno sostano ai
semafori come lavavetri e di notte si prostituiscono in gruppo in zone storicamente consacrate alla prostituzione
maschile nel centro di Roma, Napoli o nei pressi di sale cinematografiche con programmazione pornografica,
piuttosto che nei pressi di saune e centri massaggi per soli uomini.
Quando li contattiamo con lUDS sono molto sicuri di loro, si giustifcano dicendo che un modo per
guadagnare di pi lavorando meno, ci dicono che facendo i manovali edili guadagnerebbero 25 al giorno, in
questo modo ne guadagno il doppio o il quadruplo e non fanno alcuna fatica!
(Intervista 32)
Quello che colpisce la leggerezza con cui afrontano la strada, e con cui vivono la prostituzione, un lavoro
alternativo a quelli che normalmente sono appannaggio dei romeni appena arrivati.[] C anche molta
ostentazione da parte loro, sembra che acquisiscano forza dalla volgarit con cui si propongono anche a noi,
forse un modo per darsi sicurezza.
(Intervista 54)
I pi giovani, minorenni, esercitano anchessi in luoghi distinti dagli altri contesti prostituivi, si muovono per lo pi
in gruppo e sottostanno a dei leader che sono anche quelli che gli procurano clienti particolari disposti a pagare
cifre consistenti, per poter godere di prestazioni di lungo periodo. Tale pratica registrata solo su Roma e Napoli,
nota come affitto, nel periodo specificato il minore vive infatti presso labitazione del cliente.
Questi minori, vengono intercettati dalle unit di strada, ma ancora pi spesso dalle forze di Polizia che li fermano
in concomitanza di piccoli reati connessi alla prostituzione, borseggi, scippi e piccole rapine.
C sempre un giovane leader che quello che trova i clienti. Ma poi sono tutti dei piccoli sfruttatori delle loro
stesse ragazze, a cui procurano il posto in cui prostituirsi e sostanze stupefacenti per reggere la strada.
(Intervista 54)
In alcuni casi sono essi stessi degli sfruttatori in erba delle giovanissime connazionali, che in alcuni casi cedono
ad altri sfruttatori o alle quali chiedono delle percentuali per la protezione necessaria allesercizio su strada.
122 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 123
Sezione 14
Strategie per la prevenzione
della tratta
Emiliana Baldoni
124 125 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 14 - S t r at e gi e pe r l a pr e ve nz i one de l l a t r at t a
Sezione 14:
Strategie per la prevenzione della tratta
Lanalisi delle interviste realizzate nellambito della ricerca suggerisce una serie di considerazioni e riflessioni
sullevoluzione della tratta dalla Romania che sembrano particolarmente interessanti al fine di definire azioni di
intervento, sensibilizzazione e prevenzione.
Innanzitutto, per quanto riguarda il contesto italiano, con lingresso della Romania nellUnione Europea, dal 2007
si rilevano grosse difficolt di raccordo tra gli strumenti legislativi in materia di prostituzione (cfr. Legge Merlin)
ed i reati connessi; ci si riferisce in particolare alla mancanza di coordinamento tra i sistemi penali, con il rischio
di non prendere in debita considerazione la condizione di sfruttamento delle donne romene, soprattutto nelle
situazioni di prostituzione negoziata.
A 14 anni dalla promulgazione dellarticolo 18, ladeguatezza dei servizi di protezione rispetto ai mutamenti del
fenomeno della tratta costituisce un altro tema su cui avviare una discussione approfondita. Lesigenza quella di
individuare nuove risposte di contrasto, di assistenza e protezione delle vittime, nonch di aggiornare ed affinare
gli strumenti gi posseduti. In altri termini, necessario progettare un modello pi creativo e attraente di prote-
zione sociale, orientato sulle reali caratteristiche/bisogni delle persone coinvolte.
Di fronte alla frustrazione derivante dalle difficolt di aggancio in strada e alla sparizione delle ragazze romene
dai progetti di protezione (dovute anche agli abbandoni), sono state avanzate dagli operatori una serie di propo-
ste di miglioramento che tuttavia non rimettono in discussione lintero assetto del sistema di protezione, il quale,
secondo unopinione condivisa, mostra nelle sue linee generali di reggere limpatto dei recenti cambiamenti.
Secondo alcuni indispensabile lavorare per offrire alle persone prese in carico una possibilit di inserimento la-
vorativo reale e accettabile, tenendo conto dellesigenza immediata di guadagno di molte donne; in tempi di crisi
economica una possibile soluzione potrebbe essere ad esempio quella di inserire le vittime di tratta tra le cate-
gorie protette per favorirne linclusione lavorativa in contesti riservati. Qualcuno sente lurgenza di intervenire sul
fenomeno della prostituzione indoor attraverso progetti ad hoc, mentre per altri basterebbe aumentare i finanzia-
menti per potenziare le unit di strada (in quanto strumento essenziale di contatto, intercettazione dei bisogni e
individuazione degli eventuali casi di tratta) e gli altri servizi a bassa soglia (ad esempio, ampliamento degli orari
di apertura degli sportelli), inserendo stabilmente nellequipe la figura della mediatrice culturale romena.
Inoltre, se due operatrici suggeriscono di lavorare pi in profondit sulla relazione, focalizzando lattenzione sui
meccanismi di coinvolgimento delle donne nelle relazioni amorose con lo sfruttatore e tenendo maggiormente
conto dei fattori culturali (in particolare sulla socializzazione a ruoli di genere fortemente gerarchizzati), unaltra
invita a considerare modalit di presa in carico che garantiscano una pi ampia autonomia alla persona, anche
nellambito delle strutture di tipo residenziale, partendo del fatto che, spesso, gli abbandoni sono conseguenza
dallinsofferenza verso ambienti comunitari estremamente rigidi e chiusi allesterno.
La fnalit delluds solo di fare informazione sanitaria e riduzione del danno non ha obiettivi salvifci!
Ma se gli operatori uds fossero pi presenti in strada, magari per molte ragazze sarebbe pi facile creare un
rapporto di fducia e pensare poi ad una fuoriuscita dalla prostituzione a quel punto, laccoglienza e lo
sportello avrebbero sicuramente pi clienti!
(Intervista 38)
Avere la possibilit di fare un percorso per cui le ragazze possano riconoscersi come vittime e in cui rielaborare
le relazioni amorose avute precedentemente a questa esperienza. Percorsi da fare anche a monte come
prevenzione, per anticipare la prossima domanda.
(Intervista 9)
Ci premesso, unefficace attivit di prevenzione da condurre in Romania dovrebbe coinvolgere in prima istanza
il contesto familiare, in particolar modo laddove esso si configura come luogo di deprivazione culturale, violenze
e abusi. In altri termini, necessario avviare, soprattutto nei contesti rurali pi poveri, unintensa attivit di soste-
gno alla genitorialit, di contrasto alle forme di maltrattamento, di recupero delle relazioni familiari, di cura e
responsabilizzazione verso i figli (specialmente in presenza di ragazzi e ragazze con problemi psichiatrici), nonch
ovviamente, di sensibilizzazione sui rischi di un espatrio non protetto.
Pi che sullo sfruttamento in generale, in Romania ci sarebbe da lavorare sui legami familiari, sulle relazioni
perch sono il punto debole. Come se la persona che viene qui fosse quella scelta dalla famiglia per immolarsi,
per sacrifcarsi... lo sfruttamento dellafetto che poi di manifesta a livello oggettivo... Quindi unattivit
di prevenzione dovrebbe riguardare tutto il nucleo familiare, anche se mi rendo conto che un discordo
complesso.
(Intervista 3)
Bisognerebbe arrivare alle famiglie pi povere e nelle aree rurale per parlare dei pericoli nascosti in una
partenza, che pu sembrare risolutiva dei problemi economici. Non solo in tv perch in alcune aree non le
hanno, o non sono in grado di interpretare il messaggio. E anche per arrivare alle famiglie, oltre che alle
ragazze, con una sorta di unit mobile. Si tratta di genitori cresciuti e formati con tanti tabu difcile spiegare
che dovrebbero parlare con i fgli di atti sessuali, condom.
(Intervista 35)
Lambiente familiare dovrebbe essere anche destinatario di un intervento educativo specifico mirato a promuo-
vere il dialogo genitori-figli (in particolar modo sui temi della sessualit) e a rimettere in discussione le discrimi-
nazioni di genere, a partire proprio dal ruolo della donna allinterno della famiglia.
Le bambine crescono e diventano donne con queste idee, questi modelli di ruolo. Vivono con queste mamme
che hanno un ruolo del genere. Unazione di prevenzione andrebbe fatta addirittura sulla famiglia, dove
avviene la prima socializzazione con i modelli di ruolo e la loro interiorizzazione.
(Intervista 47)
Laltro contesto privilegiato di intervento rappresentato, a parere degli operatori intervistati, da quello scola-
stico. Appare indispensabile una forte azione di tipo educativo destinata agli adolescenti e ai preadolescenti sui
temi delleducazione allaffettivit, del rispetto dellaltro e delle discriminazioni di genere. Alcuni sottolineano
altres la necessit di una vera e propria educazione sessuale, avendo riscontrato soprattutto nelle ragazze pi
giovani una scarsa conoscenza del funzionamento del proprio corpo e dei meccanismi della sessualit.
Lavorare sugli adolescenti, fare educazione afettiva [] le ragazze romene sono condizionate da questa cosa
del sacrifcio per luomo, se lo amo gli devo dare tutto senza per forza ricevere qualcosa. Questo principio
troppo forte, anche al di l della strada [] tipico delle societ maschiliste. A livello educativo, bisogna lavorare
su questo punto: non devi soltanto dare, ma anche ricevere.
(Intervista 1)
Magari si pu puntare un po sul livello sanitario. Quello che vedo che l esistono problemi di educazione
alla sessualit: alcune sono proprio al Medioevo, se non raggiungo lorgasmo non posso rimanere incinta,
se prendo un rafreddore mi si rafreddano le ovaie e mi arrivano in ritardo le mestruazioni. Unaltra cosa che
fanno testare la propria fertilit rimanendo incinte per poi abortire. Pensando che se non sono rimaste incinte
prima dei 20 anni forse non possono avere fgli... A me capitata una ragazza che chiamava i suoi genitali
la mia banca. Eloquente () C consapevolezza di quanto il corpo pu rendere ma non sanno nientaltro di
niente.
(Intervista 28)
126 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 127
Sezione 15
Conclusioni
A livello sociale, sembrano altrettanto indispensabili campagne incisive di informazione e sensibilizzazione rivol-
te alla comunit pi ampia sulle reali condizioni di vita e di lavoro in Italia e sui rischi di unemigrazione a scopo
lavorativo o prostituzionale senza garanzie, gestita o assistita da personaggi ambigui che prospettano facili op-
portunit di inserimento e di guadagno. Sui temi della tratta e della prostituzione, si sottolinea invece lesigenza
di uninformazione pi schietta, che prescinda da considerazioni di ordine morale sulle persone che si prosti-
tuiscono o su una loro presunta volontariet. Destinatari specifici di attivit di sensibilizzazione sulle vittime di
sfruttamento, in unottica di tutela dei diritti e non di colpevolizzazione, dovrebbero essere, per qualcuno, anche
le forze dellordine romene e gli organi di controllo.
Sicuramente sul fatto che in Italia in questo momento non c lavoro per moltissimi giovani. Venire in Italia per
cercare lavoro vuol dire entrare nella marginalit, soprattutto se vengono a nuclei, fdanzato/fdanzata, come
abbiamo visto ultimamente. Non si hanno i mezzi di sussistenza, quindi c molto rischio per queste ragazzine
di fnire nella prostituzione. Quindi, una campagna basata sullinformazione di quello che pu succedere in
Italia e soprattutto sulla mancanza di opportunit a cui invece sembra che continuino a credere.
(Intervista 11)
Inoltre, pi che focalizzarsi sulle circostanze di inganno, unazione efficace dovrebbe tentare di smontare la vi-
sione del progetto prostituzionale come mezzo facile, rapido e conveniente di conseguimento di denaro, eviden-
ziandone invece i rischi e le conseguenze profonde sulla persona (in termini di perdita dellautostima, di stigma-
tizzazione, di marginalizzazione, ecc.).
Potrebbe essere utile dire loro () che gli esiti di questa attivit non producono i frutti che loro si aspettano,
non cos nellimmediato. Perch la percezione che loro pensino di liberarsi di tutto ci nel giro di breve, cio
lo faccio per un breve periodo e poi dopo in realt non cos, il periodo prostituivo non cos breve e poi
perdono delle occasioni rispetto al futuro, anche perch () non che riescano a riciclarsi in altri contesti
formativi, professionali, diventa difcile, se non si hanno tutta una serie di presupposti e di pregressi () Perch
i guadagni sono inferiori di quello che si aspettavano e perch comunque poi nel paese di origine le richieste
sono sempre molte, non riescono a soddisfare tutte le esigenze familiari, cos poi qui si prosegue nel tempo
senza giungere poi a nulla, senza trovar soluzione sostanzialmente.
(Intervista 42)
Nellambito del contesto sanitario per la salute riproduttiva delle donne, alcuni operatori insistono sullopportu-
nit di un lavoro preventivo rivolto al personale medico e para-medico delle strutture pubbliche e private romene
sui bisogni di salute delle persone che si prostituiscono.
Lultima considerazione sulle possibili attivit di prevenzione riguarda un contesto pi strettamente politico. Le
testimonianze raccolte evidenziano che risulta del tutto inesistente (o comunque inefficace), nelle zone di pro-
venienza delle vittime di tratta, una politica fondata sullempowerment femminile. La donna infatti non solo un
soggetto di diritto, nei confronti della quale pensare politiche di tutela e protezione, ma anche una potenziale
protagonista di iniziative economiche ed imprenditoriali. Il senso di molti interventi di assistenza svolti in Italia
infatti quello di aiutare le vittime non in unottica assistenzialistica, bens favorendone la presa di coscienza e
lautodeterminazione. Si ritiene quindi che sviluppare, anche in Romania, politiche di sostegno delle donne, che
ne potenzino maggiormente un ruolo attivo, possa costituire un efficace strumento di prevenzione del trafficking.
Emiliana Baldoni Federica Dolente
128 129 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Sez i one 15 - C0nc l us i oni
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5
Sezione 15:
Conclusioni
La ricerca svolta in Italia evidenzia che il fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale dalla Romania, di-
stribuito a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, si configura prevalentemente come fenomeno
di strada. In mancanza di dati certi, la percezione degli operatori intervistati che dallingresso della Romania
nellUnione Europea il numero di donne e minori romene che esercitano la prostituzione sia aumentato, anche
se si tratta di una presenza fluttuante e mutevole, caratterizzata da turn-over e mobilit elevata. Al contempo,
venendo meno lincentivo dellacquisizione del permesso di soggiorno, dal 2007 il numero di ragazze romene
accolte nei programmi di protezione sociale diminuito drasticamente.
La forza propulsiva della tratta risiede soprattutto nella capacit di evolversi ed adattarsi rapidamente alle rispo-
ste di contrasto dei governi, agli sviluppi normativi
1
e alla domanda del mercato, modificando strutture organizza-
tive, strategie dazione, modalit operative e bacini di reclutamento. I cambiamenti di gestione dello sfruttamento
della prostituzione osservati a livello globale hanno investito direttamente anche la Romania, tanto da delineare
una sorta di nuovo modello romeno che, come illustrato, presenta caratteristiche e specificit proprie.
Negli ultimi anni si assistito, infatti, ad un generale miglioramento delle condizioni di esercizio della prostitu-
zione, legato al ricorso pi limitato alla mera violenza e alla ricerca di una maggiore consensualit delle donne
coinvolte nel rapporto prostituzionale. Accanto al persistere di modalit coercitive e brutali, che si caratterizzano
per un uso esplicito della violenza, del ricatto e dei maltrattamenti, stata riscontrata unampia diffusione di for-
me di prostituzione negoziata (anche tra le giovanissime) basate sulla contrattazione delle modalit di esercizio e
dei compensi, sulla strumentalizzazione del rapporto prostituzionale nellottica di una convenienza reciproca e, in
molti casi, sulla presenza di forti legami di tipo affettivo con gli sfruttatori. Alla base del percorso prostituzionale
vi sarebbero dunque un progetto migratorio a termine, finalizzato allacquisizione di denaro nel pi breve tempo
possibile, e una sorta di accordo sfruttatore-sfruttata per la ripartizione dei proventi.
Tale modalit negoziata comprende situazioni diverse, non sempre chiaramente identificabili, a seconda dello
spazio di contrattazione concesso alla donna e del suo livello di autonomia. Infatti, anche in presenza di un vero e
proprio accordo con lo sfruttatore, il potere decisionale pu essere esercitato in forme assai differenti. E evidente
che quanto pi la ragazza giovane e strutturalmente fragile quanto pi facilmente pu cadere in una condizione
di assoggettamento, pur mantenendo lillusione di esercitare liberamente un lavoro. Uno dei risvolti pi caratteri-
stici infatti una bassa percezione del proprio stato di sfruttamento, anche laddove ci risulta palese ad un occhio
esterno. Il fatto di disporre di parte dei guadagni da spendere per s o da inviare alla famiglia di origine aumenta
la percezione di autonomia; le pressioni e le forme di controllo subite vengono negate con ostinazione o definite
in termini di protezione.
Nel meccanismo della tratta dalla Romania la figura del fidanzato-protettore (loverboy) sembra assumere un
ruolo sempre pi centrale. Si tratta spesso di legami forti ed esclusivi, fondati sulla soggezione psicologica, in virt
dei quali le ragazze sono disposte a qualsiasi sacrificio, nellillusione della realizzazione di un progetto comune e
del coronamento del sogno damore. Per molte ragazze provenienti da contesti tradizionali le ragioni profonde di
tale dipendenza dal fidanzato risiedono sia in vissuti personali particolarmente dolorosi di abusi e abbandoni,
sia nellessere state socializzate a modelli educativi basati sulla sottomissione della donna e sullidea che questa si
realizzi solamente accanto ad un uomo, accettando di sacrificarsi per la famiglia. E evidente che in tale intricata
relazione, che unintervistata ha efficacemente descritto in termini di corda lenta, la figura maschile rappresenta
agli occhi delle ragazze coinvolte lunico punto di riferimento affettivo e per gli operatori sociali delle strutture di
accoglienza scardinarne i presupposti al fine di mettere a fuoco la condizione di sfruttamento assai complicato.
1 Rispetto al contesto italiano, si consideri, in particolare, la promulgazione della legge 228/2003 che definisce in maniera compiuta i reati relativi alle cosiddette nuove
schiavit (tratta, schiavit e servit) e inasprisce pesantemente le sanzioni penali a carico dei responsabili;
La ricerca ha dedicato unattenzione particolare allidentificazione dei fattori di rischio (di natura contestuale, fa-
miliare, sociale e personale) alla base del coinvolgimento nelle reti della tratta. Dallanalisi delle interviste emerge
innanzitutto che in un contesto nazionale caratterizzato da crisi economica, disoccupazione e alto costo della vita,
la condizione di povert (reale o percepita tale) costituisce il principale motivo di fondo che rende vulnerabili allo
sfruttamento, soprattutto in assenza di concrete prospettive di miglioramento. Inoltre, al di l dellaspetto econo-
mico, lambiente familiare rappresenta in s un potente fattore di spinta nella decisione di emigrare nel momento
in cui caratterizzato da elevata conflittualit, incuria e maltrattamento. A livello culturale, un nodo fondamenta-
le stato indicato nella persistenza di modelli educativi veicolati in famiglia, a scuola, nellambito del gruppo dei
pari, incentrati sulle differenze di genere e sul maschilismo, che pongono le donne in posizione di subalternit
rispetto alle figure maschili.
In questo scenario complessivo, lazione dei reclutatori si rivolta altres a categorie che per la loro giovane et,
fragilit psicologica o assenza di legami familiari e sociali risultano essere particolarmente vulnerabili. E questo il
caso dei minorenni abbandonati o vissuti negli istituti, delle donne con problematiche di tipo psichiatrico, delle
ragazze di etnia Rom che vivono in condizioni di grave marginalizzazione, categorie spesso sottoposte a condizio-
ni feroci di sfruttamento che necessiterrebbero di interventi di assistenza progettati ad hoc che allo stato attuale
i servizi italiani non sono in grado di offrire.
I cambiamenti sopra evidenziati che hanno investito recentemente il fenomeno della tratta a scopo di sfrutta-
mento sessuale dalla Romania rendono necessaria lideazione sia di nuove chiavi di lettura e di analisi sia di nuove
strategie di prevenzione e di contrasto. Il sistema italiano di protezione per vittime di tratta, che ha rappresentato
finora un modello innovativo dintervento nellintero panorama europeo, risulta oggi sempre meno adeguato ed
efficace, sia per quanto detto sinora rispetto alle mutate pratiche di sfruttamento, sia per una serie di motivazioni
interne al sistema italiano di governance locale istituita nella gestione del fenomeno della prostituzione migrante
e coatta.
Un sistema pensato ai suoi esordi come strategia di riduzione del danno
2
, non solo un modello di intervento che
risponde ad unemergenza sociale, ma anche, in alcuni casi soprattutto, una modalit attraverso cui possibile en-
trare in contatto con persone che, a causa dellestrema situazione di marginalit in cui vivono, non sono in grado
di relazionarsi con i servizi socio-sanitari ed istituzionali e di uscire dalla situazione di sfruttamento e vessazione.
Oggi in Italia i dispositivi che attuano le strategie di riduzione del danno risultano indeboliti, e ci sembra che ci
implichi un grave danno ed una forte limitazione ai percorsi di reinserimento sociale di tutte le vittime di tratta
a scopo di sfruttamento sessuale. Tutto ci avviene in una fase in cui i sistemi classici dei progetti italiani do-
vrebbero invece essere ripensati e rimodulati proprio alla luce delle difficolt di aggancio e di coinvolgimento
nei programmi di protezione, come mettono in luce i risultati registrati e le evidenze che anche questa ricerca
contribuisce ad rilevare.
2 La riduzione del danno consiste in un insieme di interventi finalizzati a ridurre i danni e i rischi, individuali e collettivi, che luso di droghe e le situazioni di marginalit e
di disagio ad esse correlate (compreso lo sfruttamento sessuale) procurano in campo sanitario e sociale. I suoi valori fondanti consistono nella salvaguardia della vita e nel
miglioramento della salute e della cura della persona, collocata al centro delle pratiche di intervento, restituendole dignit e accesso ai diritti di cittadinanza. In particolare, si
riconosce alla persona il diritto ad essere aiutata indipendentemente dalla propria capacit o volont di intraprendere percorsi di cambiamento rispetto alla condotta deviante.
Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 130 131
Allegati
132 133 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Al l egat i
Allegati
1 - Traccia di intervista per le organizzazioni rumene
INTERVISTATORE _________________________________________________________
LUOGO E DATA _________________________________________________________
ENTE _________________________________________________________
INTERVISTATO _________________________________________________________
CONTATTI _________________________________________________________
MODALITA DI INTERVISTA _________________________________________________________
NOTE _________________________________________________________
I. Traccia di intervista per le istituzioni governative
a - Lesperienza della persona intervistata nel campo
Q1: Qual la vostra esperienza nel campo della tratta di persone e assistenza alle vittime?
b - Le valutazioni sui vari aspetti del fenomeno della tratta di persone/latteggiamento del pubblico
nei confronti del fenomeno
Q2: Come valuta levoluzione del fenomeno attraverso il prisma dellesperienza personale e lesperienza della sua
organizzazione? Come valuta la particolare evoluzione del fenomeno dello sfruttamento sessuale?
Q3: Come valuterebbe latteggiamento delle autorit locali/regionali rispetto al fenomeno della tratta di persone?
Q4: Cosa ne pensate riguardo alle startegie e alle politiche pubbliche per le vitime della tratta?
c - Proflo delle vittime assistite
Q5: A che fascia/fasce det appartengono le vittime assistite?
Q6: Quali sono le aree di provenienza della vittima dello sfruttamento sessuale?
Q7: Qual il livello di istruzione delle vittime dello sfruttamento sessuale?
Q8: Quali sono le caratteristiche delle famiglie di origine delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q9: Quali esperienze di vita rilevanti avete identifcato nel caso delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento
sessuale?
Q10: Come descriverebbe il social network della vittima della tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale
(amici, conoscenti, tempo libero, ecc.)?
Q11: Quali sono le esperienze professionali delle vittime dello sfruttamento sessuale prima di essere trafcate? Quali
sono le esperienze professionali delle vittime ulteriormente alla tratta reintegrazione nel mercato del lavoro, se del
caso)?
d - Linclusione nella rete della tratta di esseri umani e lesperienza dello sfruttamento sessuale
Q12: Dal Suo punto di vista, quali sono le ragioni per cui le persone assistite sono diventate vittime di sfruttamento
sessuale?
Q13: Quali sono i principali mezzi di reclutamento delle vittime di tratta?
Q14: Come realmente accaduto lo sfruttamento?
e - Valutazioni sui diversi atteggiamenti nei confronti delle vittime dello sfruttamento sessuale
Q15: Come descriverebbe latteggiamento della famiglia nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q16: Come descriverebbe latteggiamento delle autorit nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q17: Come descriverebbe latteggiamento della comunit nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
f - La consapevolezza circa il rischio di diventare vittime della tratta e la valutazione dellefcacia
delle campagne di prevenzione
Q18: Le vittime di tratta hanno avuto informazioni su questo fenomeno prima dellesperienza di sfruttamento? Se s,
che tipo di informazioni hanno avuto e quali sono state le loro fonti di informazione?
Q19: Nel caso in cui le vittime abbiano avuto tali informazioni, come sono state utilizzate? Perch ritenete che non
hanno utilizzato le informazioni ricevute per proteggersi dalle esperienze di sfruttamento?
Q20: Secondo voi, quali elementi devono essere introdotti in una campagna (informazione, consapevolezza,
sensibilizzazione) per produrre efetti al fne di prevenire il fenomeno della tratta di esseri umani? Quali dovrebbero
essere i principali destinatari della campagna?
Q21: Secondo voi, quali sono stati i punti di forza delle campagne di prevenzione condotte fnora in Romania nel
campo della tratta di esseri umani? Secondo voi, quali sono state le carenze delle campagne di prevenzione condotte
fnora in Romania?
II. Traccia di intervista per le istituzioni non governative
a - Lesperienza della persona intervistata nel campo
Q1: Qual la vostra esperienza nel campo della tratta di persone e assistenza alle vittime?
b - Le valutazioni sui vari aspetti del fenomeno della tratta di persone/latteggiamento del pubblico
nei confronti del fenomeno
Q2: Come valuta levoluzione del fenomeno attraverso il prisma dellesperienza personale e lesperienza della sua
organizzazione? Come valuta la particolare evoluzione del fenomeno dello sfruttamento sessuale?
Q3: Come valuterebbe latteggiamento delle autorit locali/regionali rispetto al fenomeno della tratta di persone?
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c - Proflo delle vittime assistite
Q4: A che fascia/fasce det appartengono le vittime assistite?
Q5: Quali sono le aree di provenienza della vittima dello sfruttamento sessuale?
Q6: Qual il livello di istruzione delle vittime dello sfruttamento sessuale?
Q7: Quali sono le caratteristiche delle famiglie di origine delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q8: Quali esperienze di vita rilevanti avete identifcato nel caso delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento
sessuale?
Q9: Come descriverebbe il social network della vittima della tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale (amici,
conoscenti, tempo libero, ecc.)?
Q10: Quali sono le esperienze professionali delle vittime dello sfruttamento sessuale prima di essere trafcate? Quali
sono le esperienze professionali delle vittime ulteriormente alla tratta reintegrazione nel mercato del lavoro, se del
caso)?
d - Linclusione nella rete della tratta di esseri umani e lesperienza dello sfruttamento sessuale
Q11: Dal Suo punto di vista, quali sono le ragioni per cui le persone assistite sono diventate vittime di sfruttamento
sessuale?
Q12: Quali sono i principali mezzi di reclutamento delle vittime di tratta?
Q13: Come realmente accaduto lo sfruttamento?
e - Valutazioni sui diversi atteggiamenti nei confronti delle vittime dello sfruttamento sessuale
Q14: Come descriverebbe latteggiamento della famiglia nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q15: Come descriverebbe latteggiamento delle autorit nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
Q16: Come descriverebbe latteggiamento della comunit nei confronti delle vittime di sfruttamento sessuale?
f - La consapevolezza circa il rischio di diventare vittime della tratta e la valutazione dellefcacia
delle campagne di prevenzione
Q17: Le vittime di tratta hanno avuto informazioni su questo fenomeno prima dellesperienza di sfruttamento? Se s,
che tipo di informazioni hanno avuto e quali sono state le loro fonti di informazione?
Q18: Nel caso in cui le vittime abbiano avuto tali informazioni, come sono state utilizzate ? Perch ritenete che non
hanno utilizzato le informazioni ricevute per proteggersi dalle esperienze di sfruttamento?
Q19: Secondo voi, quali elementi devono essere introdotti in una campagna (informazione, consapevolezza,
sensibilizzazione) per produrre efetti al fne di prevenire il fenomeno della tratta di esseri umani? Quali dovrebbero
essere i principali destinatari della campagna?
Q20: Secondo voi, quali sono stati i punti di forza delle campagne di prevenzione condotte fnora in Romania nel
campo della tratta di esseri umani? Secondo voi, quali sono state le carenze delle campagne di prevenzione condotte
fnora in Romania?
2 -Lista delle organizzazioni intervistate in Romania
Ruolo intervistato Ente Citt (luogo operativo) Regiune
1 Psicologo Asociaia ADPARE Bucureti Bucureti
2 Psicologo Asociaia Femeilor mpotriva Violenei ARTEMIS Cluj Napoca Cluj
3 Psicologo, assistente sociale Asociaia Femeilor mpotriva Violenei ARTEMIS Baia Mare Maramure
4 Psicologo Asociaia Alternative Sociale Iai Iai
5 Assistente sociale Asociaia Betania Bacu Bacu
6 Suora missionaria Confederaia Surorilor Carmelitane Bucureti Bucureti
7 Assistente sociale Fundaia Filantropia Timioara Timioara
8 Presidente Fundaia Generaie Tnr Timioara Timioara
9 Giurista Asociaia Naional Mutual Romnia-Frana Louis Pasteur Craiova Dolj
10 Assistente sociale Asociaia Naional Mutual Romnia-Frana Louis Pasteur Brila Brila
11 Assistente sociale Asociaia People to People Oradea Bihor
12 Presidente Fundaia Pro Prietenia Arad Arad
13 Presidente Asociaia Reaching Out Piteti Arge
14 Psicologo Organizaia Salvai Copiii Iai Iai
15 Assistente sociale, Assistente sociale ANITP Alba Iulia Alba
16 Psicologo ANITP Bacu Bacu
17 Assistente sociale ANITP Braov Braov
18 Psicologo, assistente sociale ANITP Bucureti Bucureti
19 Psicologo ANITP Constana Constana
20 Psicologo ANITP Craiova Dolj
21 Assistente sociale ANITP Galai Galai
22 Psicologo ANITP Iai Iai
23 Psicologo ANITP Oradea Bihor
24 Assistente sociale ANITP Piteti Arge
25 Psicologo ANITP Ploieti Prahova
26 Psicologo ANITP Suceava Suceava
27 Psicologo ANITP Trgu Mure Mure
28 Assistente sociale ANITP Timioara Timi
29 Giurista DGASPC Arge Arge
30 Assistente sociale DGASPC Bihor Bihor
31 Psicologo DGASPC Botoani Botoani
32 Psicologo DGASPC Braov Braov
33 Psicologo DGASPC Buzu Buzu
34 Assistente sociale DGASPC Cluj Cluj
35 Psicologo DGASPC Covasna Covasna
36 Assistente sociale DGASPC Dolj Dolj
37 Giurista DGASPC Galai Galai
38 Sociologo DGASPC Giurgiu Giurgiu
39 Assistente sociale DGASPC Iai Iai
40 Psicologo DGASPC Neam Neam
41 Psicologo DGASPC Prahova Prahova
42 Assistente sociale DGASPC Satu Mare Satu Mare
43 Giurista DGASPC Vaslui Vaslui
44 Assistente sociale DGASPC Vlcea Vlcea
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136 137 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Al l egat i
ANITP = Agenzia Nazionale Anti-Tratta DGASPC = Direzione per lAssistenza Sociale e Protezione del Bambino
i
3. Traccia di intervista per le organizzazioni italiane
INTERVISTATORE _________________________________________________________
LUOGO E DATA _________________________________________________________
ENTE _________________________________________________________
INTERVISTATO _________________________________________________________
CONTATTI _________________________________________________________
MODALITA DI INTERVISTA _________________________________________________________
NOTE _________________________________________________________
Le domande contrassegnate con lasterisco* sono quelle da somministrare agli operatori di polizia
1 - Informazioni sullintervistato
*Qual la sua esperienza su questo fenomeno (formazione, ruolo nellorganizzazione, anni di esperienza nel settore, etc.)
2 - Valutazioni sul fenomeno della tratta/sfruttamento sessuale/prostituzione
romena
*Come valuta levoluzione del fenomeno della tratta dalla Romania dal suo punto di osservazione? (genere, aumento
/ diminuzione, cambiamento delle zone di provenienza, cambiamento dei percorsi / paesi di destinazione, mobilit,
violenza / negoziazione)
Come valuta dal suo punto di vista lattinenza del servizio nei confronti dellutenza romena?
*Quanta parte del fenomeno riferibile alla tratta e quanto alla prostituzione?
*Potrebbe descrivere il fenomeno della prostituzione di strada? (in termini quantitativi e descrittivi del profilo sociale
di queste persone, le modalit di esercizio, le reti sociali ed i vincoli)
*Nella zone dove opera, sono presenti altre modalit di esercizio della prostituzione? (appartamenti/locali/night club,
etc.)
La sua struttura interviene su queste forme di prostituzione?
*Quale tipo di interventi faciliterebbero laggancio con questo segmento di utenza?
Quale tipo di informazioni siete in grado di raccogliere sullutenza che non arriva ai servizi?
3 - Proflo delle persone assistite
A che fascia det appartengono?
Quali sono le aree di provenienza?
Quale il livello di istruzione?
Quali le esperienze lavorative pregresse?
Le caratteristiche della famiglia di origine? (situazione economica, tipo di famiglia/struttura, rapporti con e tra i mem-
bri della famiglia)
Particolari esperienze di vita (matrimoni/abbandoni/figli/violenze/malattie/tossicodipendenze etc.)
Come descriverebbe le reti sociali di queste persone?
4 - Lingresso nello sfruttamento
Quali sono a suo avviso le ragioni per cui le persone assistite sono diventate vittime di sfruttamento sessuale?
*Dove si sono determinate delle situazioni di sfruttamento (in Italia/in Romania/ in un paese di passaggio/transito)?
*Quali sono i metodi di reclutamento? Come e da chi sono state/i ingannate? e quali i rapporti con i reclutatori/sfrut-
tatori?
*Pu descrivere le situazioni / le condizioni dello sfruttamento? (contesti, orari, paghe documenti, etc.)
5 -Lista delle organizzazioni intervistate in Italia
Ruolo intervistato Ente
Citt (luogo
operativo)
Regione
1 Mediatrice e UDS CAT Coop. Soc. Firenze Toscana
2 Coordinatrice e UDS CAT Coop. Soc. Firenze Toscana
3 Operatrice Pronto Donna Arezzo Toscana
4 Operatrice accoglienza Coop. Soc. Lotta Milano Lombardia
5 Operatrice UDS Coop. Soc. Lotta Milano Lombardia
6 Coordinatore PIAM onlus Asti Piemonte
7 Coordinatrice e UDS Coop. sociale Il Cerchio Pisa Toscana
8 Operatrice UDS Coop. sociale Il Cerchio Pisa Toscana
9 Operatrice Ass. Progetto Arcobaleno Firenze Toscana
10 Operatrice UDS Free Woman Ancona Marche
11 Coordinatrice DIM Donne in Movimento Pisa Toscana
12
Responsabile dellUfcio Pari Op-
portunit e Politiche Sociali
Provincia di Genova Genova Liguria
13 Coordinatrice Comune di Genova Genova Liguria
14 Educatrice e Mediatrice Culturale Associazione Marta e Maria Modena Emilia Romagna
15 Ispettore P.S. Questura Modena Emilia Romagna
16 Operatrice UDS Comune di Reggio Emilia Progetto RoseMary Reggio Emilia Emilia Romagna
17 Coordinatrice del drop-in center Associazione On The Road Martinsicuro (Teramo) Marche/Abbruzzo/Molise
18 Operatrice e coordinatrice dellUDS Associazione On The Road Martinsicuro (Teramo) Marche/Abbruzzo/Molise
19 Coordinatrice accoglienza Associazione On The Road Martinsicuro (Teramo) Marche/Abbruzzo/Molise
20 Mediatrice UDS Coop. Soc. Parsec Roma Lazio
21 Operatrice Coop. Magliana 80 Provincia di Roma Lazio
22 Operatrice UDS Coop. Soc. Parsec Roma Lazio
23 Operatrice UDS Comunit OASI 2
Trani (Barletta-
Andria-Trani)
Puglia
24 Referente Area Minori Associazione Virtus Roma Lazio
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138 139 Sper anze, i n vendi t a - R i c e r c a qua l i t at i va r e l at i va a l l a t r at t a a s c opo di s f r ut t a me nt o s e s s ua l e i n Roma ni a e I t a l i a , ne l pe r i odo 2007- 2011 Al l egat i
25 Operatrice psicologa Comitato per i diritti civili delle prostitute Pordenone Friuli Venezia Giulia
26 Mediatrice Associazione Misericordia Crotone Calabria
27 Mediatrice ATS Associazione Tuscolana Solidariet Provincia di Roma Lazio
28 Coordinatrice UDS Associazione Mimosa Padova Veneto
29 Assistente sociale Associazione Penelope Catania Sicilia
30 Presidente Cooperativa Proxima Consorzio SOLCO Catania Sicilia
31 Coordinatrice
Servizio promozione e inclusione sociale Comune di
Venezia - U.O. Protezione sociale e umanitaria
Venezia Veneto
32 Mediatrice e UDS Coop. Soc. Dedalus Napoli Campania
33 Coordinatrice accoglienza Ass. La strada Der Weg Bolzano Trentino Alto Adige
34 Referente UDS Ass. Volontarius Bolzano Trentino Alto Adige
35 Coordinatrice Coop. Filo di Arianna Progetto Roxana Foggia Puglia
36 Operatrice UDS Gruppo Abele Torino Piemonte
37 Coordinatrice CEIS Lucca Toscana
38 Coordinatrice sportello CIP Spazio intermedio- Firenze Toscana
39 Coordinatrice Padri Somaschi Milano Lombardia
40 Operatrice Borgo Rete Perugia Umbria
41 Coordinatrice Borgo Rete Perugia Umbria
42 Coordinatore Associazione Lule Onlus Milano Lombardia
43 Operatrice UDS ARCI Solidariet Perugia/Terni Umbria
44 Coordinatrice sportello/accoglienza Associazione Lule Onlus Milano Lombardia
45 Operatrice UDS Associazione Lule Onlus Milano Lombardia
46 Operatrice Padri Somaschi Milano Lombardia
47 Coordinatrice area tratta Coop. Soc. Parsec Roma Lazio
48 Coordinatrice area tratta Cestrim Potenza Basilicata
49 Responsabile Seconda Accoglienza Rete NIRVA Cagliari, Sassari, Olbia Sardegna
50 Responsabile UDS Casa di fuga Rete NIRVA Cagliari, Sassari, Olbia Sardegna
51 Assistente Sociale - Funzionario Comune di Roma Roma Lazio
52 Responsabile area tratta Comunit OASI 2
Trani (Barletta-
Andria-Trani)
Puglia
53 Operatrice ATS Associazione Tuscolana Solidariet Provincia di Roma Lazio
54 Responsabile area tratta Coop. Soc. Magliana 80 Provincia di Roma Lazio
55 Operatore legale ASGI Firenze Toscana
6 - Traccia di intervista con le vittime di tratta
A. Descrizione della condizione attuale
Q1: Cosa fai tu adesso?
Si mira a raccogliere informazioni sullet, il luogo dove si trova, i rapporti con la famiglia, la salute, di che tipo di attivit di
assistenza usufruisce, partecipazione in un processo penale.
B. Descrizione della situazione di tratta
Q2: Come sei arrivato in questa situazione?
Si mira a raccogliere informazioni relative a:
- la situazione anteriore al reclutamento: le relazioni familiari, educazione, esperienza professionale, condi-
zione economica, gruppo di amici, i principali eventi della sua vita
- il reclutamento: il contesto, la descrizione del rapporto con il reclutatore, lo statuto del reclutatore nella
comunit, la promessa fatta
- il trasporto e lo sfruttamento: la descrizione del viaggio, il luogo dello sfruttamento, le condizioni dello
sfruttamento, i vincoli economici, fsici, emotivi, la situazione dei documenti di identit, altre persone che si
trovano nella stessa situazione
- la dinamica del rapporto con i trafcanti/sfruttatori
C. La possibilit di uscire dalla tratta
Q3: Come sei riuscito ad uscire dalla situazione di sfruttamento?
D. Valutazione dei servizi sanitari di cui ha benefciato
Q4: Che tipo di servizi di supporto hai ricevuto e da chi?
- Servizi richiesti/servizi ricevuti nei paesi di destinazione (per le vittime di tratta esterna) e in Romania
- Il rapporto con i fornitori di servizi
- Il rapporto con le autorit
E. Prevenzione della tratta
Q5: Di che cosa avresti avuto bisogno per non fnire in una situazione del genere?
Q6: Qual il messaggio che invieresti ad altri giovani per non arrivare in una situazione come la tua?
F. Progetti futuri
Q7: Cosa aspetti e quali sono i tuoi progetti futuri?
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AnimaNova
Integrazione nel mercato del lavoro delle persone trafcate
Speranze, in vendita
Ricerca qualitativa relativa alla tratta a scopo di sfruttamento
sessuale in Romania e Italia, nel periodo 2007-2011
Progetto coofinanziato dal Fondo Sociale Europeo nellambito del Programma Operativo Settoriale per lo Sviluppo delle Riusorse Umane 2007 - 2013 Investire nelle persone