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Il libro

libro
della

Anno scolastico 2007/2008

Scuola Media F. Berni


Lamporecchio
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L’ LENTA
ORGOGLIOSO INCREDIBILE
RAZIONALE SIGNORA
E AFFASCINANTE
NATURALE
ZUZZURELLONE
OMINO

BUONO NOME
AMICO INSIGNIFICANTE
LENTO CASUALE
DA CON
UCCIDERE ORMAI
CON LA
COLTELLO A
INSANGUINATO IN FONDO

SIGNORA L’
AMICHEVOLE AMICA
NOTA MIGLIORE
TENNISTA INIMITABILE
ISTANCABILE
NEGLI
ANNI
Amico
Buono
Come
Dolce
Ermetico
Filosofo
G
Hotel
Importanti
Limpidi
Meravigliosi
Non
Orribili
Probabilmente
Questo
Resterà
Solo
Tutto
Un
Vero
Zorro
Feliciarosa Boccia
Chiara Volpi
spara tanti colpi
Volpi Chiara
ha una zia di nome Mara

Arianna Ferreri
rompe tanti bicchieri
Ferreri Arianna
odia la panna

Margherita Palese
va in ferie tutto il mese
Palese Margherita
è stata ingerita

Valentina Desideri
ha molti pensieri
Desideri Valentina
conosce una fatina

Feliciarosa Boccia
come una rosa sboccia
Boccia Feliciarosa
si è dipinta tutta di rosa

Lisa Grande
ha delle belle mutande
Grande Lisa
tifa solo per il Pisa

Monia Leone
ha un bel cagnolone
Leone Monia
va a una cerimonia

Sandra Alderotti
mangia troppi biscotti
Alderotti Sandra
ha una salamandra

Armando Bartolini
fa lezione ai ragazzini
Bartolini Armando
i cretini stava scacciando

Chiara Volpi
Ho conosciuto un tale
un tale di Milazzo
che sembrava un pazzo

Ho conosciuto un tale
un tale di Torino
che faceva il fattorino

Ho conosciuto un tale
un tale di Parma
che possedeva un’arma

Ho conosciuto un tale
un tale di Terralba
che si svegliava sempre all’alba

Ho conosciuto un tale
un tale di Sicilia
che beveva l’acqua Lilia

Giacomo Marcelloni
Giacomo
Intelligente
Amabile
Come
Orlando Bloom
Ma
Ombroso

Martina Amabile
Amabile Buono
Ragazza Come
Certamente Dentista
Eccezionale Estremamente
Lei Forte
Lentamente Gagliardo
Ogni Ha
Notte Intensamente
Impazzisce Lavorato
Martedì
Nove
Ottobre
Per
Quindici
Ruoli
Speciali
Tutti
Undici
Venerdì
Zappava

Giacomo Marcelloni
Anziano
Bibliotecario
Concede
Di
Entrare
Fingendo
Gentilmente.
Hanna
Intelligente,
Lentamente
Mentre
Nessuno
Osa
Privarla di quel
Regno
Sa
Tirare
Uva dalle
Vigne
Zeppe

Mi piace andare a gattoni


così schivo i piccioni.

Mi piace guardare gli alberi


ma non mi piace guardare i peri.

Non mi piace fare la spesa


perché portarla poi pesa.

Gabriele Gallerini
LCUNI ALLI

ISONTI ANNO

ERCANO

ATTERI NFESTATO

STREMAMENTE A

ACCHINA
RUTTOSI

UOVA
C’era una volta una gattina di nome Arianna.
Un giorno scappò nella foresta a curiosare, per vedere
qualche animale nuovo e per fare nuove conoscenze.
Si avviò e trovò dei cacciatori che mettevano delle
trappole grandissime per catturare l’orso più forte
per ucciderlo perché pensavano che scappasse dalla foresta per uccidere le
persone del paese.
La gattina non capiva cosa erano quelle trappole e quando vide che i
cacciatori se ne andarono, andò e mise una zampetta dentro, ma l’orso che
passava di lì si tuffò e salvò la gattina.
A quel punto la gattina disse: -come ti chiami?-
-Mi chiamo Giacomo e sono l’ orso più grande della foresta e tu?- -Io sono un
gattina di nome Arianna e sono venuta a curiosare nella foresta-. Lei
raccontò all’orso per chi erano quelle trappole e
da quel giorno l’ orso e la gattina e diventarono
bravi amici.
Lisa Grande
C’era una volta un

falegname che stava

intagliando nella carta

un burattino per poi

farlo diventare un

pezzo di legno. Ma il

falegname che si

chiamava Geppetto vide

che il disegno era già

bello così e non volle più

farlo sul legno. Gli

diede un nome, lo

chiamò Pinocchio, dato dal tipo di carta che aveva usato, cioè il pino. Fuori

tirava un vento fortissimo, e Pinocchio con un soffio di vento fu sbalzato fuori

dalla finestra come una piuma, in quel momento nel paese stavano passando due

carabinieri, Pinocchio volò nel viso ad uno dei carabinieri che si mise paura.

Geppetto inseguì: “mi scusi ma quel foglio è mio.” Il carabiniere rispose:”con il

suo foglio ci ha fatto distrarre dal nostro lavoro, tenga il suo foglio ma stia più

attento perché la prossima volta non la perdoniamo.”

Pinocchio però volò via di nuovo e arrivò dalla fata che lo fece diventare un

pezzo di plastica. Pinocchio volle diventare un bambino e ci riuscì, grazie a

Geppetto che lo aiutò e lo trasformò.

Samuele Telesca
C’era una volta un gatto che viveva in un castello sperduto dal mondo. Lui era il re
del castello e non aveva amici. Un giorno

conobbe degli amici, che erano un cane, una

volpe e un coniglio, e ogni giorno si ritrovavano

per fare delle scommesse, anche se il gatto

non diceva mai niente.

Allora un giorno gli chiesero –perché non li

metti anche tu i soldi?-

- Sono affari miei!-

-Ne hai tanti!-

- E’ uguale !-

- Dai cosa ti costa?!-

-Tutto!-

- Va bene fai come vuoi.-

Per un po’ di tempo il gatto stette a casa. Un giorno mentre era seduto sul suo trono,

felice, arrivarono i suoi amici. I servi stranamente erano presenti e sentirono tutto:

gli amici erano in pericolo. Allora gli chiesero:- Presteresti 70 monete d’oro a i poveri

gatti?-

-State scherzando spero?-

-No!!-

-Ma neanche per idea, siete malati!-

-Ascolta abbiamo urgente bisogno.-

-Non ve li darò mai! Fuori dal mio castello.-

Facendo così non solo perse i suoi amici ma

anche tutti i suoi servitori e così alla fine si

ritrovò solo soletto nel castello.

Giacomo Marcelloni
Ho conosciuto un tale,
un tale di Lamporecchio
che era sordo da un orecchio

Ho conosciuto un tale,
un tale di Montecatini
che amava tanto i bambini

Ho conosciuto un tale,
un tale di Cerbaia
che d’estate dormiva nell’aia

Ho conosciuto un tale,
un tale di Mastromarco
che andava sempre al parco

Ho conosciuto una tale,


una tale di Messina
che faceva la fattorina

Ho conosciuto un tale,
un tale di Nuoro
che nuotava nell’oro

Ho conosciuto un tale,
un tale di nome Giorgino
che mangiava sempre un brigidino

Ho conosciuto una tale,


una tale di nome Lisa
che era sempre in divisa

Margherita Palese
BALDUCCI LORENZO
GUIDA LA MACCHINA CON VINCENZO

LORENZO BALDUCCI
MANGIA I CANTUCCI

MONIA LEONE
VA A SCUOLA CON UN CANNONE

LEONE MONIA
MANGIA TUTTA LA MACEDONIA

ARMANDO BARTOLINI
UCCIDE I VIAREGGINI

BARTOLINI ARMANDO
INDOSSA UNO SCAFANDRO

MARGHERITA PALESE
MANGIA LA MAIONESE

PALESE MARGHERITA
È MORTA INTIRIZZITA

Lorenzo Balducci
Megghy
Amata
Ricercata
Giocosa
Happy
Esplosiva
Radiosa
Intraprendente
Testarda
Amabile

Polemica
Amichevole
Lenta
Estroversa
Semplicemente
Esuberante

Margherita Palese
Viva viva il Carnevale
tutti quanti fa ballare
i bambini mascherare
e i coriandoli tirare
la tristezza fa passare
e i guai dimenticare
viva viva il Carnevale

Lorenzo Balducci
La scuola Secondaria Berni Francesco
è obbligata a mettere tutti gli alunni al fresco

Fisica, Musica e Tecnologia


sono materie da fare in compagnia

Dopo tre anni di giocate


ecco arrivano le legnate

In questa classe gli alunni stanno attenti


come un bel gruppo di dormienti

Per chi non studia in questa scuola


dopo poco dalla finestra vola

Dopo anni in questo sciame


ecco arriva l’odiato esame

Lorenzo Balducci
Ancora
Bassotto
Cerca
Di
Evadere
Fuggendo in
Grandi
Hotel
Inabitati
Lungo il
Mare
Navigando verso
Occidente
Però
Questo
Repertorio
Sta
Terminando
Ugualmente e la
Vigilanza sta
Zizzagando

Alessio Cinelli
C’era una volta nel regno di Valleverde un ragazzo di nome
Tom, era un ragazzo sveglio e intelligente, e abitava insieme
alla sua povera nonna malata.
Il dottore di famiglia un giorno gli disse che per guarire la nonna avrebbe dovuto
prendere un capello del malvagio stregone che abitava ai confini del regno, per fare
una pozione curativa, ma l’impresa sarebbe stata impossibile.
Tom grazie alla sua testardaggine partì nonostante la nonna e il medico glielo avessero
impedito. Lo stregone, che aveva visto le intenzioni di Tom attraverso la sua magica
palla di cristallo, mandò il suo esercito di cani rabbiosi ad ucciderlo. Tom, grazie a
tutta la sua forza e agilità, riuscì ad arrivare a destinazione passando per tutte le
cime degli alberi della foresta, lasciando così i cani inferociti alle sue spalle, o meglio,
ai suoi piedi.
Arrivato di fronte al portone del palazzo si accorse che lo stregone con un
incantesimo aveva fatto sparire l’accesso sostituendolo con dei massi enormi
impossibili da spostare. Ma proprio mentre Tom si stava per arrendere arrivò lo
Spirito della foresta che con un soffio lo fece saltare così in alto da fargli superare le
mura. Lo stregone non si accorse di niente quando Tom gli piombò addosso dal cielo e
gli strappò un ciuffo di bianchi capelli dalla testa che subito un altro soffio lo fece
balzare fuori dal castello, e via di corsa verso casa dalla povera nonna.
Lo stregone rimase così male dell’accaduto che non uscì mai più dal suo castello, infatti
nessuno ebbe più sue notizie, smise di andare perfino nella sua bottega preferita
quella dove vendono caramelle di rospo e vomito di lucertola, e pensare che era il suo
unico cliente!
Tom ringraziò tanto lo Spirito della foresta, fece guarire la nonna, e vissero tutti
felici e contenti.

FINE
Alessio Cinelli
FEROCE AMICA
E RADIOSA
RADIOSA IRONICA
RAGAZZA ALLERGICA
ENERGETICA NON
RITMICA NATA
IRONICA APRILE

L’unica Geniale
Importante Inistancabile
Sincera Amico
Amica Non
Laziale
Unico
Calciatore
Approssimativo

Veloce
Onorevole
Leonessa
Piccola
Inistancabile
Corsara
Ha
Innumerevoli
Amori e
Ragazzi
Arrabbiati

Moglie Leale
Onorevole Energetica
Non Onorevole
Impazzita Non
Ancora Emotiva

Arianna Ferreri
Arianna Ferreri
rompe i bicchieri

Ferreri Arianna
mangia tanta panna

Margherita Palese
molesta il Paese

Palese Margherita
è stata ingerita

Bartolini Armando
i cretini stava scacciando

Armando Bartolini
fabbricava pannolini

Giacomo Marcelloni
assaggia i bomboloni

Marcelloni Giacomo
ha una villa a Como

Alderotti Sandra
ha una salamandra

Sandra Alderotti
mangia tutti i biscotti

Fiorello
va sempre in giro con l’ombrello

Enzo Iacchetti
mangia tanti spaghetti

Elena Sofia Ricci


fa tanti capricci
Chiara Volpi & Arianna Ferreri
SLAPPY, IL PUPAZZO aNIMATO

P
… oi abbassai lo sguardo verso Slappy.
In quel momento, vidi le sue labbra
contrarsi. Il pupazzo mi guardò diritto
in faccia e mi fece l’occhiolino. In quel
momento mi accorsi che era animato.
Feci un urlo e Slappy cadde a terra, mio
padre lo raccolse e disse: -Hai visto è
animato! Dici sempre che ti senti sola…
lui è come una persona vera, lo potrai
accudire come un fratellino; cerca
almeno di andare d’accordo con lui visto
che non vai d’accordo con Sara e Jed. Quando litighi con tuo fratello e
tua sorella non riuscite mai a ritrovare la calma e spesso io e tua madre
siamo costretti ad intervenire… spero che con Slappy questo non
accada!- Risposi: - Certo papà te lo prometto!! -
Ero felicissima e corsi nella stanza da disegno di Sara per fargli vedere
Slappy, ma nel frattempo sentii la voce di Slappy che mi disse: -Ehi
lasciami scendere… so camminare anche da solo!-
Lo posai a terra e gli dissi: -Corri, prima che Sara vada via!
Arrivammo nella stanza, ma Sara non c’ era, allora decisi di aspettarla
seduta. Nel Frattempo Slappy girò per la stanza e vide tutti i dipinti di
mia sorella, lei è molto brava a disegnare, ne vide uno da finire così
pensò di aiutare Sara, prese il pennello… e lo accostò alla tela ma io mi
buttai su di lui per fermarlo… stava per rovinare il disegno. Nel
frattempo arrivò Sara che mi disse: -Cosa sta facendo quel pupazzo!
- Ho appena fermato Slappy – bofonchiai ansante tenendo con una mano
il pupazzo e con l’altra il pennello grondante di vernice – stava per
rovinare un dipinto di Sara.-
Tutti mi guardarono allibiti. - Ho visto arrivare te – replicò in tono
insofferente Sara. - L’hai portato tu il pupazzo, Amy ce l’hai ancora in
mano. Come il pennello. -Ma… ma… ma… - balbettai.
I miei occhi saettarono da un volto all’altro. Tutti mi guardarono come
se fossi un’aliena appena arrivata sulla Terra a bordo di un’astronave.
Nessuno dei miei familiari mi credeva.
Nessuno!
Dissi esasperata: -Sono venuta qui solo per far vedere a Sara il pupazzo
che mi era stato appena regalato da papà, ma quando siamo arrivati non
c’era, allora abbiamo deciso di aspettarla! Slappy ha girato tutta la
stanza per vedere i dipinti e ne ha visto uno da finire allora voleva
aiutarla, ha preso un pennello, lo ha intinto nella tempera e stava per
sfiorare la tela, ma io mi sono buttata su di lui e l’ho fermato e poi sei
arrivata tu! Sara rispose: -Va bene questa volta ti perdono ma che non
risucceda!- Io risposi contenta: - Va bene non accadrà mai più!-
Fui molto felice perché Slappy non volendo ci aveva reso più unite e
quando andavamo nella stanza da disegno di Sara, lei gli dava sempre un
pennello, la tinta ed un foglio e lui si metteva a disegnare mentre io
stavo lì a guardarli con ammirazione.
MARGHERITA PALESE
Amabile
Ragazza
Imprenditrice
Affidabile
Non
Nata
Agosto

Furba
Elegante
Riconoscibile
Riconoscente
Elogiatrice
Ristoratrice
Impegnata

Moglie
Amante
Rigorosa
Generosa
Ha
Energia
Rabbiosa
Irritata
Tamponatrice
Autostrada

Pittrice
Anallergica
Lavoratrice
Esasperata
Silenziosa
Eclettica

Graziosa
Rimborsatrice
Elegante
Tartassa
Altri

Tozza
Adorabile
Forse
Impazzita

Chiara Volpi
Alice va in campagna

C’era una volta una bambina di nome Alice, lei era una
bambina di otto anni. Viveva in una bellissima città dove
alcune persone avevano dei poteri soprannaturali, Alice
era una di queste. Alice era in grado di volare. In città
c’erano moltissime case grandissime e anche molti castelli. Un giorno il
suo babbo che lavorava come fattore in un’ azienda agricola perse il
lavoro. Durante una tempesta, il raccolto andò distrutto, perse molti
soldi e non riuscirono a far riprendere l’azienda che dovette chiudere. Il
padre di Alice trovò lavoro in un’altra azienda agricola molto lontana e
allora decise di trasferirsi lì con tutta la famiglia. Alice non era molto
contenta di questo, perché doveva abbandonare la sua casa e
soprattutto le sue amiche. Tutte le sue amiche si riunirono e le fecero
una festa di addio. Alice pianse molto ma purtroppo sapeva che doveva
andare via. Arrivati alla nuova casa, Alice rimase di stucco perchè la
casa era bruttina ed era circondata tutta da campi con qualche casetta
in qua e là. Alice era sempre sola senza amici e tutte le volte che si
avvicinava alle bambine per chiedere se potevano giocare con lei, loro
rispondevano: -No, noi non giochiamo con le bambine arrivate da poco
in paese, giochiamo solo con le bambine che vivono qua da sempre,
quindi torna a casa tua.-
Tutte le volte che le dicevano così, Alice ci rimaneva male e tornava a
casa piangendo. La mamma vedendola piangere le chiese: -Alice cosa ti è
successo?- Alice rispose: -Le bambine del villaggio non vogliono che io
giochi con loro perché sono arrivata da poco in paese- La mamma le
disse per tranquillizzarla: -Non ti preoccupare prima o poi ti
accetteranno- Così Alice si tranquillizzava sempre e tornava fuori. Un
giorno tornando da scuola all’imbocco della stradina di casa, sentì una
vocina che diceva: -Aiuto aiutatemi!- Questa vocina proveniva dal
pozzo. Alice si affacciò e vide la “leader” del gruppo delle bambine che
rifiutavano sempre Alice. La bambina disse: -ti prego fammi uscire …
aiutami!- Alice rispose un po’ arrabbiata: - Perché dovrei farti uscire, tu
ti rifiuti sempre di giocare con me, non dovresti evitare le persone senza
prima conoscerle, io non sono poi così tanto male.-
La bambina rispose: -Hai ragione ho sbagliato avrei dovuto darti una
possibilità, ma ti prego, se non mi aiuti morirò qui. Ti scongiuro chiama
qualcuno e scusami se ti ho fatto soffrire!-
Alice disse: - e va bene siccome io sono una bambina corretta ti farò
uscire. - Alice, grazie ai suoi poteri, andò fino alla fine del pozzo e tirò
fuori la bambina, che appena uscita disse: -Oh mio Dio come hai fatto?-
E scappò. Alice quando tornò a casa raccontò la vicenda alla mamma che
disse: - ora prova ad andare di nuovo a chiedere alle bambine di giocare
con te e vedrai che qualcosa cambierà. –
Alice andò e come sempre tutte non vollero giocare con lei tranne una
che disse: -Lei è una mia amica e da oggi giocherà sempre con noi, ha un
segreto che sappiamo io e lei e che racconterà solo a della vere amiche.-
Da quel giorno diventarono molto unite e vissero per sempre felici e
contente.
MARGHERITA PALESE
Istrice

Lupo

Marmotta

Oca

Pecora

Quaglia
Anatra Rana
Nave Serpente
Balena Topo
Cane Uva
Delfino Vipera
Elefante Zebra
Farfalle

Gatto Samuele
Telesca
Hotel
Testardo Serena
Esotico Anche
Lento Birichina
Entusiasta Ronfa
Simpatico Indifferente
Compagno e Naturale
Amico Aitante

Solare
Amico
Modesto
Unico
Entusiasta
Sincera Libero e
Amica Energico
Migliore
Ancora
Neonata
Troppo vivace e
Samuele
Allegra Telesca
ANTOLOGIA, LA MIA MATERIA PREFERITA
BABBO NOME COMUNE DI PERSONA
CALCIO, SPORT AMATO
DIDONE, PERSONAGGIO DELL’ENEIDE
ELEFANTE, ANIMALE GIGANTE
FABIO, IL MIO NOME
GIULIA, IL NOME DELLA MIA RAGAZZA
HOTEL, A VOLTE COSTOSO
ITACA, CITTA’ GRECA
JUVE, LA MIA SQUADRA DEL CUORE
LUCCIOLA, ANIMALE CHE ILLUMINA
MOTORINO, QUELLO CHE AVRO’ TRA DUE ANNI
NAPOLEONE, CONDOTTIERO
OPPOSITE, TRADOTTO IN ITALIANO: DI FRONTE
PAPERINO, PERSONAGGIO DEI CARTONI ANIMATI
QUADRI, NE HO ROTTI TANTI
ROSPO, ANIMALE
SOSPENSIONE, SPERIAMO
SPERIAMO DI NO!!!!!
TAZ, DIAVOLETTO DEI CARTONI
UVA, FRUTTO CHE HO A CASA
VALZER,IL BALLO CHE ODIO
ZORRO, EROE MESSICANO
Fabio Fucentese
C’era uno scolaro di Milano
che non studiava mai l’italiano
portava sempre dei grossi scarponi
e camminava sempre sui talloni
quello strano scolaro di Milano

Un professore di inglese
mangiava trenta torte al mese
era grasso come un elefante
forse come un ippopotamo gigante
quel grasso professore di inglese

C’era una volta un signore


che passava in oreficeria molte ore
prendeva anelli per i suoi monelli
grossi come dei fardelli
quello strano ladro di un signore

Lorenzo Balducci
CERCASI
HOTEL
IN
AMSTERDAM
ROMA
AMERICA

VELOCE
ONOREVOLE
LEALE
POLPETTINA
INSICURA

Non mi piace andare a scuola


perché mi si consuma la suola

mi piacciono gli animali


ma non le cellule staminali

non mi piace andare in montagna


perché preferisco scrivere alla lavagna

mi piace la bistecca
purché non sia secca

non mi piace Francoforte


perché mi ricorda la morte

mi piace la Sardegna
ma non raccogliere la legna

non mi piace Sandrone


perché è un po’ pelandrone

Chiara Volpi
Un giorno Biancaneve
andò nel bosco per
raccogliere dei fiori.
Vide dei nani e pensò che
volevano rubarle i
fiori.
-Allora, cosa state facendo!? – disse Biancaneve.
- Noi, nulla – ribatterono i nani.
- E invece non mi convincete – disse Biancaneve.
Allora Biancaneve prese un bastone e lo lanciò in
testa a Pisolo. Pisolo si arrabbiò e saltò addosso a
Biancaneve. Eolo prese un coniglio per le orecchie e
lo lanciò addosso a Biancaneve. Mammolo andò da
una strega per farsi dare una pozione. Tutti e sette
i nani bevvero la pozione che fece moltiplicare i nani
in quattordici e poi in ventotto. Biancaneve non c’è la
fece più e buttò una bomba. I nani caddero uno a
uno ma rimasero incolumi. Allora i nani saltarono
tutti addosso a Biancaneve. Biancaneve scappò ma il
principe la spaventò con la sua spada incandescente
e svenì. I nani ritornarono sette e vissero vittoriosi
e contenti.
Samuele Telesca
Nella Radura Pianeggiante vivevano o meglio vivacchiavano
tre paperelle. Una era bianca con delle macchie rosse però era molto
pigra. Un’altra era bianca con delle macchie blu e l’altra era bianca
con delle macchie gialle. Le ultime due erano meno pigre della prima.
Non dovete pensare che non avevano un nome, l’avevano eccome! Si
chiamavano Gialla, Blu e Rossa lo potete dedurre dai colori delle loro
macchie. Per tutta l’estate non fecero che divertirsi, ma quando sentirono
le prime piogge, avvertirono il bisogno di una casa. In un primo
momento si rifugiarono nello stagno, ma quando lo stagno si ghiacciò
iniziarono a costruire un riparo. Rossa, essendo pigra, si
costruì una casa con delle canne di bambù ma non trovò
l’approvazione dei due che costruirono una casa di
mattoni.
Un brutto giorno arrivò una volpe andò a “bussare” alla
porta di Rossa e le disse: -Apri voglio farti vedere una
cosa- Ma Rossa rispose: - Sono una papera non un’oca-. Ma
la volpe si arrabbiò e distrusse la casa di bambù. La papera
non sapendo cosa fare si rifugiò a casa delle sue sorelle. La
volpe vedendo che la casa era resistente salì sul camino, ma appena si
gettò si sentì bruciare la coda. Voleva andare via, ma le tre paperelle la
intrappolarono e la mangiarono.

In una lontana fattoria un cane di nome Carl, un Pastore Tedesco, ed un lupo di


nome Lenny,si contendevano un pezzo di carne davanti a un pollaio dove le galline
“impazzite” facevano il tifo per l’uno o per l’altro. Ad un certo punto il cane iniziò a
fingere dicendo: -Ohi! Che male il mio stomaco, credo proprio che non riuscirò a
mangiare nemmeno un brodino.-
Però Lenny non abboccò ai piagnistei del cane e mentre diceva: -Te lo faccio passare
io il mal di pancia.- con un salto gli si avventò contro. Il cane fece appena in tempo a
salvarsi, però così facendo svelò il suo trucco. I due si fissarono per un tempo
interminabile quando ad un certo punto i due si avventarono sul pezzo di carne,
nell’impatto alzarono un polverone da non vedere più niente.
Dopo un po’ che litigavano addentarono la carne contemporaneamente diedero uno
strattone così forte che la carne si “alzò in volo” e cadde vicino ad una volpe.
La volpe tutta contenta la mangiò.
Morale:Tra i due litiganti il terzo gode.
Gallerini€Gabriele€
Nella periferia di una cittadina italiana c’era una casetta molto carina
dove abitava una normale famiglia insieme ad una gattina di nome Milly e una
colla tedesca di nome Pritt. Questi due venivano
sempre presi di mira dai loro simili: a Milly dicevano
che era troppo affettuosa e a Pritt che quando
incollava lasciava sempre dei pezzetti di colla. Un
giorno Milly disse a Pritt: - Basta! Non voglio più
essere presa in giro! - - Anch’io! – Rispose Pritt – Che
ne dici di far rigar dritto tutti quelli che si prendono
gioco di noi e degli altri? – gli propose Milly – Si! Ci
sto! – Confermò Pritt.
Pritt decise di costruirsi un’astronave: trovò due pezzi di ellisse fatti di
metallo, un collare di legno con piccole lampadine rotonde e una ciotola di
plastica trasparente. Milly invece si allenò con i suoi artigli, anche se del resto
era sempre la solita gatta dolcissima.
Da allora in poi i bulli non osarono più prendere in giro quella strana coppia che
iniziò ad essere circondata da amici.

C’era una volta in un


un regno molto lontano una ragazza molto esigente di
nome Biancaneve che viveva in una casa lussuosa e aveva come schiavetti sette
nani nominati: Tonnolo, Sediolo, Vasolo, Librolo, Cellularolo, Fogliolo, Lettolo.
Biancaneve bastonava i suoi nani per essere servita come una regina.
Vasolo, stanco di ricevere sempre e solo botte, un giorno disse a Tonnolo, il nano
della cucina: - Che ne dici di mettere del sonnifero nella cena della nostra
padrona? - - Va bene! Sarà un gioco da ragazzi per me –rispose Tonnolo.
Arrivò l’ora della cena e Biancaneve, appena mise in bocca il primo boccone, cadde
in un sonno profondo e fu in quel momento che i nani si munirono di legni e
iniziarono a rendere alla loro padrona tutte le botte che avevano ricevuto.
Finito il loro lavoro,
lavoro, i nani lasciarono la casa e furono così per sempre liberi.
Da quel giorno non si seppe più niente né di Biancaneve, né dei sette nani.
Alessio Cinelli
C’era una volta una ragazza di nome Biancaneve, viveva con i
sette nani, in una casetta molto carina.
Un giorno Biancaneve decise di andare a fare spesa.
Brontolo le disse: -Attenta, potrebbe essere
pericoloso!-
-Non preoccuparti!- esclamò la ragazza.
Quando tornò, Biancaneve era più strana di
prima.
Sembrava posseduta dal demonio, e lo era.
Prese un bastone e, avvicinandosi ai nani, glielo
tirò in capo.
Brontolo, si arrabbiò molto e disse: -Come hai osato, io sono il tuo
nano!?-
Biancaneve allora lo stordì con un colpo in testa, lo prese in braccio
e mise i suoi piedi sul soffitto e disse: -Spider
nano - Spider nano, il soffitto tu mi tocchi!!!-
Allora gli altri nani presero asce, coltelli e una
mezzaluna insieme a un macete, erano intenzionati
a levare dal mondo la ragazza.
Biancaneve, allora, uscì di casa facendo una risata
satanica, infine, prese una bomba, la lanciò, e la
casa, con i nani, scomparì.
-Alla fine dovrei dire: “e tutti vissero felici e contenti” ma no!
Tutti vissero infelici e scontenti, perché Biancaneve, dopo un anno
riuscì a far scoppiare il pianeta Terra!

Jacopo Spinelli
A me non piace andare a scuola
nemmeno tagliare l’aiuola.

A me piace curiosare
eppure non mi fa amare.

A me piace l’immaginazione
e cantare una canzone.

A me non piace chi mi guarda


e nemmeno chi mi manda
dei biglietti dalla mansarda.

A me piace tutto
tutto questo
del resto
sono sempre arrivata presto….
Feliciarosa Boccia
CENERENTOLA

C’erano una volta in un paese tre sorelle e


una matrigna. Una delle tre sorelle, la più
povera, era una giovane di nome
Cenerentola che era costretta a lavorare
giorno e notte.
Arrivò la sera in cui le sorellastre e la
matrigna furono invitate a un ballo
organizzato dal principe, partirono e
lasciarono Cenerentola sola a casa.
Dopo qualche istante un forte bagliore accecò
Cenerentola. Era la carrozza della fata.
Atterrò e disse a Cenerentola: -non aver paura, ora ti
trasformerò in una bellissima ragazza.-
Fece un incantesimo e trasformò Cenerentola in una
stupenda ragazza.
La fata le disse ancora: -ora va’ dal principe.-
Cenerentola seguì il suo consiglio e si avviò al castello.
Entrò e subito il principe, stupito dalla bellezza di questa
ragazza, chiese se voleva ballare con lui.
Ma il ballo durò poco perché intervennero le sorellastre
e la matrigna mandando un sortilegio su quella coppia.
UNA STRANA ACQUA BERRETE E UNA COPPIA DI
STUPITI CIOCCOLATINI SARETE.
Il principe e Cenerentola si trasformarono in due stupiti
cioccolatini fondenti, che furono subito mangiati.
In fin dei conti le anime del principe e di Cenerentola si
vollero tantissimo bene e così per sempre vissero felici e
fondenti.

Lorenzo Balducci
FANS
ANCORA
BELLO
INCITA
ORLANDO BLOOM

FURBO
UNDICENNE
CHE
ESCOGITA
NUOVI
TEMI
E
SCRIVE
ENTUSIASMENTE

LUSSUOSA
INESTIMABILE
STELLA
ARGENTEA

GRAZIOSA
RAGAZZA
ALTA
NON
DEFINITA
ECCENTRICA

SE STUDI IN QUESTA SCUOLA


IL TEMPO NON VOLA

MATEMATICA, STORIA, GEOGRAFIA


MAMMA MIA CHE PAZZIA!

ALLA FINE DI ANNI TRE


DI SOMARI NON CE NE E’
Fabio Fucentese
Elettrizzante Pacifico
Dominatore Amico
Oppure Con
Audace Importanti
Riccone Notizie
Di Imbarazzanti
Oro

Taccagna
Afferra
Fugacemente
Impermeabile

Chiara vive in
Habitat
Invernali e
Autunnali ma è
Raccapricciante in
Autunno
Alessio Cinelli
Entusiasmante Papero
Dermatologo Ancora
Odiato Carino
Al Incontra
Rogo Nonna
Da Ida
Osvaldo

Granchio Valida
Ringrinzito Amica
E Leale
Tozzo E
Abbronzato Non
Tanto
Topo Impazzita
Arrogante Nemmeno
Fifone Ammattita
Impaurito

Elemosina
Soltanto
In
Delle
Emergenze
Rischiose e
Infernali
IL CANE RIKI E IL LUPO

C’era una volta in una fattoria un cane che stava sempre davanti alla sua
cuccia ad abbaiare a tutti i contadini che passavano di là aspettando ogni
tanto qualche ricompensa. Riki, era un cane molto intelligente, ma non tanto
furbo, però obbediva sempre al suo padrone. Aveva un difetto e cioè quello di
vantarsi troppo davanti a tutti gli animali della fattoria. Era un meticcio con
il pelo marrone chiaro e bianco e aveva sempre le orecchie e la
coda ritta; era un giocherellone e non si stancava mai di
correre dietro alle oche e alle anatre per poter giocare con loro.
Un giorno quando il suo padrone tornò dal lavoro prese un bel
pezzo di carne e lo portò al suo fedele cane, il quale era così felice e contento,
che lo leccò per mostrargli la sua gratitudine. Mentre mangiava il suo pezzo
di carne tranquillamente davanti al pollaio, da lontano scrutò qualcosa di
colore grigiastro-bianco. Dapprima pensò che fosse una palla di neve
gigantesca che scendeva velocemente per la collina e travolgeva tutto ciò che si
trovava davanti, ma subito dopo capì che non era possibile, poiché non era
inverno. Allora pensò a una pecora di colore grigiastro-bianco che correva
impazzita su e giù per la collina inseguita da oche che svolazzavano sulla sua
testa e infine man mano che questa cosa avanzava, il cane si accorse che era
proprio un lupo che minacciosamente si aggrappò su di lui e il pezzo di carne.
Riki riuscì a scappare via velocemente e vigliaccamente, tra sé pensò che
l’aveva scampata proprio bella, per un attimo aveva temuto il peggio e cioè che
sarebbe potuto finire tre le fauci del lupo, proprio come il suo pezzo di carne.
Tutti gli animali della fattoria lo derisero e così Riki andò via di lì con la
coda tra le gambe. La morale di questa favola è che <<il vantarsi non porta a
nulla, è sempre meglio essere umili e avere tanti amici intorno>>.

Feliciarosa Boccia
TRE GNOMETTI E UN ELFO
C’era una volta in una piccola casetta sotto un albero
di mele, una famigliola di gnomi, composta da due
gnomi e tre gnometti. I genitori dicevano sempre ai
loro gnometti: - non dovete mai uscire di casa quando
noi non ci siamo o vi caccerete in grossi guai.-
Un giorno gli gnomi erano usciti per raccogliere
bacche e gli gnometti ignari del pericolo che stavano
correndo uscirono di casa.
Fecero pochi passi e una
trappola li prese. Agitandosi
sempre più perché assordato dal
frastuono, un elfo andò a vedere
cosa mai fosse accaduto. -Oh
che vedono le mie pupille
gnometti intrappolati.- Esclamò
l’elfo. -Da quant’era che non mangiavo degli gnomi.-
Gli gnometti implorarono pietà ma niente da fare,
l’elfo stava già preparando il fuoco per arrostire le
prede. -OK chi vuole essere cucinato per primo?
-Io - rispose il primo gnometto.
-No voglio essere cucinato per primo io-. Ribattè il
secondo. -Ma sentitelo, la prego signor elfo cucini
me.- Consigliò il terzo.
Così all’elfo assillato da quella confusione prese un
mal di testa talmente forte che si mise a dormire come
un ghiro. Gli gnometti riuscirono a scappare e così
vissero per sempre felici e contenti.
Lorenzo Balducci
Ieri ho visto una foca
che rincorreva un’oca
perché aveva bevuto una coca
mischiata ad un caffé di moca
ma ne aveva bevuta poca.

C’era uno scolaro di Milano,


che non studiava mai l’italiano,
ed era così vagabondo,
che decise di girare il mondo,
quel vagabondo scolaro di Milano.

Ho conosciuto un tale,
un tale di Piacenza, Ho conosciuto un tale,
correre da Vincenza, un tale di Taormina,
per chiederle con pazienza: che beveva l’aspirina.
-Puoi prestarmi la tua lenza?-
Ho visto un tale,
Ho conosciuto un tale, correre come un matto,
un tale di Lamporecchio, dietro un grosso gatto,
a cui faceva male un orecchio. che rincorreva un ratto,
sotto un cielo scarlatto.

Alessio Cinelli
C’era una volta
un castello dove viveva Biancaneve che si era

rifugiata lì perché la regina non la sopportava. Lei

era andata in una casa dove ogni cosa c’era per sette

volte uguale. Dopo un po’ Biancaneve si addormentò

sul letto. Quando i sette nani arrivano, lei si svegliò

e li buttò fuori tutti. Loro, poverini non

sapevano cosa fare

per entrare nella

loro casa. Un

giorno si erano

stancati di stare fuori ed elaborano un piano.

Andarono dal principe e gli dissero che c’era una

bella fanciulla non sposata. Il principe andò da

Biancaneve e se ne innamorò. Dopo qualche anno che

stavano insieme si sposarono e nacque una figlia e

così vissero felici e contenti. Igli Xhafa


C’era una volta: un re diranno subito i miei lettori, no c’era una volta un
lupo e un cane che si contendevano un pezzo di carne vicino ad un
pollaio. Il cane, Giovanni, non sopportava quando il lupo Marco, lo
chiamava barboncino o pecorella perché il suo pelo era a riccioli piccoli e
bianchi.

- È mio !!-
- No, è mio!!-
- No veramente il pollo l’ho ammazzato io!!!-
- No veramente l’ho afferrato io!!!-

E così ribattevano Giovanni e Marco. Per un attimo si erano calmati, allora


il cane Giovanni (pensando di essere furbo), provò a riprendere il pezzo di
carne, che era davanti a Marco.

- Stai fermo barboncino! Perché come ho già detto il pollo l’ho


ammazzato io.-

L’ira del lupo Marco fece accucciare il cane Giovanni. Dopo dieci minuti
arrivò la volpe e vide da lontano il pezzo di carne che aveva Marco
davanti.

La volpe prese tutta la potenza e corse davanti a loro afferrando il pezzo


di carne gridando:

- Fra i due litiganti il terzo gode!!!-

Sabrina Rubino
Galante
Grande Accompagnatore
Amico Lentamente
Bambino Lugubre
Rispettoso Elegantemente
Intelligente Risponde
Energico In
Legge Numero
Eneide Indefinito

Ho conosciuto un tale
un tale di Livorno
che dormiva tutto il giorno

Ho conosciuto un tale
un tale di Torino
che faceva il facchino

Ho conosciuto un tale
un tale di Catanzaro
che come lavoro faceva il faro

Alla scuola di Lamporecchio


qualcuno ha perso l’orecchio
come è strana questa scuola
ogni mese facciamo la ola

Gabriele Gallerini
EDOARDO PACINI
FA I PASTICCINI
PACINI EDOARDO
DI ORIGINE E’ SARDO.

LISA GRANDE
SEI DAVVERO GIGANTE
GRANDE LISA
HA DIPNTO LA MONNALISA.

MICHELA GIACINTI
PENSA TROPPO AI DIPINTI.
GIACINTI MICHELA
COLORA SEMPRE LA TELA.

HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI MARMOTTA
CHE PENSAVA SOLO ALLA MELA COTTA

HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI PISA
CHE PENSAVA SEMPRE ALLA MARISA

HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI PALERMO
CHE URLAVA COME UN MERLO

HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI CARRARA
CHE AVEVA UN MACCHINA CARA

HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI FUCECCHIO
CHE SI E’ SUICIDATO PER UN FAZZOLETTO

Fabio Fucentese
Amica
Buona
Carina
Drammatica
Emozionante
Forte
Grande
Happy
Impassibile
Lenta
Mammona
Nuotatrice
Operosa
Pagliaccio
Quotata
Rispettata
Sincera
Tenera
Unica
Vera
Zuccona
Margherita Palese
La scuola a Lamporecchio
è un edificio vecchio
ci sono molti professori
che hanno padri muratori
ma se prendi confidenza
finirai in presidenza
se abbiamo sostituzione
formeremo un’ostruzione
noi stiamo facendo l’orto
ma in quella terra tutto è morto.

Mi piace il gelato
perché rinfresca il palato

Non mi piace la verdura


perché è insipida e dura

Mi piace il treno
perché sembra senza freno

Non mi piace Winnie The Pooh


perché è stupido sempre più

Mi piace il folletto
perché è proprio un piccoletto

Non mi piace il pugilato


perché esci infortunato

Mi piace Ulisse
perché vince senza risse

Non mi piace Rete Quattro


perché Fede è proprio matto

Mi piace la 500
perché vola come il vento

Non mi piace la montagna


perché l’acqua è sempre stagna Gianluca Giannotti
Giocatore L’unica
Importante Importante
Alla Sincera
Nazionale Amica
L’
Unico
Calciatore Amico
Attaccante Leale
Estremamente
Goleador Sincero
Inarrestabile Scienziato
Attaccante Inarrestabile
Noto Orefice
Non
Olandese
Tosto per
Tutti
Imitano lui
HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI LATINA
CHE NON STAVA ZITTO DALLA SERA ALLA
MATTINA

HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI SPAGNA
CHE OGNI GIORNO PER LUI ERA CUCCAGNA

HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI PORTOGALLO
CHE POSSEDEVA UN BUFFO PAPPAGALLO

HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI CESENA
CHE MANGIAVA SEMPRE DOPO CENA

HO CONOSCIUTO UN TALE
UN TALE DI ROMANIA
CHE NON CONOSCEVA NEANCHE LA SUA ZIA

Lorenzo Balducci
C’erano una volta Mastro Ciliegia, che non
era affatto intelligente, e Geppetto che era
tutto il contrario, perché lui era sì povero, ma
molto intelligente. Ognuno di essi aveva un
burattino: ovviamente Mastro Ciliegia se lo
era fatto fare da un falegname esperto, mentre
Geppetto se lo era costruito da solo,
prendendo i pezzi all’IKEA. Il burattino di
Mastro Ciliegia si chiamava Achille, mentre
quello di Geppetto si chiamava Pinocchio ed
era un po’ lento nel fare le cose. Tutti gli
abitanti del paese in cui abitavano avevano
un burattino. Un giorno Geppetto e Mastro Ciliegia videro un volantino che diceva “Gara di
burattini, in premio ci saranno due cassette di castagne e 40 soldi!”. Geppetto decise
immediatamente di partecipare e anche mastro Ciliegia ci fece un pensierino, non per il
premio, ma solo per la soddisfazione di vincere. Geppetto appena arrivato a casa lo disse
subito a Pinocchio che restò di stucco e disse: “Dobbiamo assolutamente vincere, perché se
vinciamo potremo sfamarci per molto tempo e quindi non patiremo la fame”. “Hai
assolutissimamente ragione Pinocchio” rispose Geppetto.
“Sì, ma …. Che cosa dobbiamo fare per vincere?” domandò Pinocchio. “Credo di essermi
dimenticato di guardare perché stavo leggendo qual era il premio” rispose Geppeto “ora
vado a vedere, tu aspettami qui in casa”. Dopo qualche minuto Geppetto tornò, “voi
burattini dovrete fare una corsa intorno al villaggio” disse Geppetto “cosa!!!! Io a metà sarò
sfinito!” disse Pinocchio, “ma tu sai che puoi batterli” disse a Pinocchio per incoraggiarlo
perché il burattino stava già pensando di rinunciare alla gara. Tutti e due andarono fuori,
Pinocchio cominciò a correre, cosa che stava facendo anche Achille. Geppetto lo salutò:
“Buongiorno mastro Ciliegia, buongiorno Achille!” “Buongiorno e ora mi scusi, ma
Achille deve essere in forma per partecipare alla gara” disse Mastro Ciliegia “lei e
Pinocchio verrete a vederlo?” “Certo, anzi noi ci saremo di sicuro, perché Pinocchio
partecipa alla gara del giro del villaggio” disse Geppetto. “Ah! Partecipa anche lui?”
“Certo” rispose Geppetto. “Ma a proposito, ora dov’è Pinocchio?” domandò mastro
Ciliegia. “Là si sta allenando, sa noi ci teniamo moltissimo a vincere almeno potremo
sfamarci per un po’”. A quel punto tornò da Pinocchio. Achille era molto bravo e Pinocchio,
beh… si dava da fare, però quello che poteva fare lo faceva bene e con volontà.
Arrivò il giorno della gara. C’erano molti partecipanti fra i burattini ma Mastro Ciliegia era
sicuro di vincere. Il giudice dette il via e tutti i burattini partirono. In testa c’era Achille che
andava a tutto fuoco poi c’erano tutti gli altri e alla fine c’era Pinocchio. Quasi alla fine
erano tutti stanchi morti, Achille che era in testa cominciò a rallentare perché non ce la
faceva più e gli facevano male le gambe come a tutti i burattini. L’unico che non era stanco
era Pinocchio, che andando piano piano passò avanti a tutti, anche ad Achille. Così
Pinocchio vinse. Geppetto fu molto contento e con il premio poterono sfamarsi per molto
tempo. Questo dimostra che la lentezza non sempre è un difetto.
Un giorno Claudio giocava sotto il portone e, nella strada, passò un bel
vecchio con gli occhiali d’oro, che camminava curvo appoggiandosi ad
un bastone.
Proprio davanti al portone, il bastone gli sfuggì di mano e cadde.
Claudio fu pronto a raccoglierlo e lo porse al vecchio.
- grazie ma non mi serve- disse sorridendo- se ti piace tienilo-
E senza aspettare risposta, il vecchio si allontanò.
Claudio rimase lì, col bastone fra le mani a non sapeva cosa
farne. L’osservò: era un bastone di legno, col manico ricurvo e il
puntale di ferro.
Senza pensarci picchiò due volte il puntale per terra. Oh meraviglia! Il
bastone era diventato una bacchetta magica che era in grado di
trasformare le cose in oro e viceversa. Claudio era così contento di
questo oggetto che lo fece vedere a tutti e tutti erano invidiosi della
bacchetta a tal punto che molti cercarono di rubarla. Un giorno Claudio
era in casa a giocare e aveva la bacchetta sul davanzale della finestra
chiusa. Un suo compagno di scuola di nome Luca bussò alla porta e
Claudio cortesemente lo fece entrare. Luca propose: - perché non
giochiamo con la tua bacchetta?-
-Va bene – acconsentì Claudio - ma cosa facciamo? -
-Trasformiamo tutte le cose della tua casa in oro e viceversa.- disse Luca
Claudio disse felice: - va bene iniziamo!!!!-
Trasformarono tutte le cose in oro e arrivati all’ultimo oggetto Luca
disse a Claudio: -posso provare io a trasformare questa sedia in oro?-
Claudio acconsentì: - va bene, prova pure!-
Luca trasformò con successo la sedia in oro e poi scappò con la
bacchetta.
Claudio lo insegui e appena raggiunto, gli prese la bacchetta di mano e
andò di corsa in casa chiudendo a chiave la porta. Si assicurò che Luca
non lo avesse seguito, prese la bacchetta e dopo aver trasformato la sua
casa come prima, la spezzò in due. Uscì di casa, andò verso i cassonetti
della spazzatura e la gettò nei rifiuti. Tutto a un tratto vide dietro di sé
il vecchio che gli aveva dato il bastone che disse: - Sei stato ragionevole a
gettare la bacchetta perché tutti la vorrebbero e molti sarebbero capaci
di qualunque crimine pur di averla, tu invece vedendo il tuo amico che
l’ha rubata senza preoccuparsi della vostra amicizia, hai preferito
liberartene per non scatenare invidie. Questo ti fa onore perché la
bacchetta ti avrebbe reso ricco e hai comunque deciso di rinunciarci!! Ti
meriti tutto l’oro del mondo!!-
Il vecchio prese la sua bacchetta e fece diventare Claudio un miliardario
pieno d’oro. Visse per sempre felice e contento nella sua bellissima villa
di venti piani rivestita in oro purissimo.

MARGHERITA PALESE
Ho conosciuto un tale
un tale matto
che se ne va in giro con un ratto

Ho conosciuto un tale
un tale della Birmania
che vuol placar la sua smania

Ho conosciuto un tale
un tale australiano
che ha visto un marziano

Ho conosciuto un tale
un tale egiziano
che prendeva un cobra in mano

Ho conosciuto un tale
un tale tedesco
che mangia solo cibo fresco

Ho conosciuto un tale
un tale di Riccione
a cui piaceva il piccione

Ho conosciuto un tale
un tale pacifico
che mangiava un intero fico

Ho conosciuto un tale
un tale maremmano
che possedeva un alano

Ho conosciuto un tale
un tale piccolino
che sembrava un delfino

Ho conosciuto un tale
un tale fioco
che mi piaceva poco
Gianluca Giannotti
I NERAZZURRI DI MILANO

FESTEGGIANDO LO SCUDETTO FANNO UN GRAN BACCANO

ABBIAMO VISTO IL PRESIDENTE MORATTI

DARE BICCHIERI DI SPUMANTE E TORTA NEI PIATTI

SONO RIMASTI CON UN FICO SECCO GLI ALTRI TIFOSI DI MILANO

ALLA SCUOLA MEDIA BERNI DI LAMPORECCHIO

CI SI DIVERTE PARECCHIO

Lisa Grande
Ho conosciuto un tale
un tale di Cerbaia
che un giorno cascò nell’aia

Ho conosciuto
un tale un tale di Borgano
che dalla pazzia si tagliò una mano

Ho conosciuto un tale
un tale di San Marino
che era molto carino

Ho conosciuto un tale
un tale di Toscana
che aveva tanta grana

Ho conosciuto un tale
un tale di Messina
che amava la farina

Ho conosciuto un tale
un tale di Pisa
a cui piaceva Lisa in divisa

Ho conosciuto un tale
un tale di Sardegna
che era amante della legna

Chi non studia in questa scuola


diverrà un ciuco di colore viola.

Alla fine del primo anno


tanti somari lo ripeteranno.

Storia, lettere e geografia


mamma mia che pazzia!!!

Chiara Volpi
Margherita Palese
è sempre in paese
Palese Margherita
ama giocare con Rita
Balducci Lorenzo
guida la moto con Renzo
Lorenzo Balducci
mangia tanti cantucci

Gianluca Giannotti
mangia tanti biscotti
Giannotti Gianluca
ha picchiato la nuca

Greta Tafi
guida tanti motoscafi
Tafi Greta
conosce sempre la meta

Valentina Desideri
vuole molti piaceri
Desideri Valentina
gioca con la sua amica Tina

Cinelli Alessio
ha al braccio un Casio
Alessio Cinelli
regala molti anelli

Leone Monia
Le monete conia
Monia leone
ha un bel gattone
MARGHERITA PALESE
<<Si può sempre aver bisogno anche di chi è più piccolo di te>>: questa
è la morale della favola dello squalo bianco e del piranha rosso. Questi
due animali vivevano nello stesso posto e tutti e due avevano una
caratteristica in comune: dei denti aguzzi come punte affilate atte a
sbranare qualsiasi cosa. Un giorno, lo squalo, sempre in cerca di prede,
si imbatté nel piranha, il quale gli sferrò un contrattacco afferrandolo
da dietro sul collo. E lo squalo disse: -piranha tu sei molto forte!
Come fai, tu, piccolo scricciolo a battere me che sono tanto grosso?- -Squalo è vero che tu sei
tanto forte e tanto grosso ma nel combattimento non c’è solo la forza ma c’è anche
l’astuzia…io ti proporrei di cessare il combattimento perché finirà male. -Quindi tu mi
chiedi una tregua giusto? E tregua sarà-. Fecero pace e il piranha se ne andò.
Dopo tanto tempo lo squalo cadde in una trappola di pescatori ma con grande amicizia il
piranha ruppe la rete con i denti e lo liberò. La morale è evidente: bisogna farsi amici gli
altri,anche se sono tanto più piccoli e talvolta deboli da arrendersi, possiamo avere un giorno
bisogno di loro. Questa conclusione è giustissima e ci sono moltissimi esempi nella vita che lo
dimostrano. Grandi generali, importanti feudatari,che avevano potuto conquistare la fedeltà
dell’ultimo soldato, dell’ultimo vassallo, mostrandosi generosi, furono poi da questi salvati
nel momento del pericolo. Del resto è evidente che tutti, nessuno escluso, abbiamo bisogno gli
uni degli altri. C’è qualcosa nella morale della favola,così intensa,che non mi piace. La
bontà attira la bontà, la generosità genera la riconoscenza, è vero e soprattutto è bello e non lo
sarebbe altrettanto, se ogni atto buono fosse dettato solo dal desiderio di trarne un possibile
vantaggio in futuro, se si fosse generosi solo per calcolo. Lo squalo fu buono con il piranha,
senza prevedere che in futuro gli sarebbe stato utile,così anche noi dobbiamo fare del bene
agli altri non per ottenere dei favori o meriti, ma semplicemente per stabilire un rapporto di
amicizia. La morale con la quale concludo questa favola non deve essere interpretata in senso
così letterale, su un piano di dare e di avere, ma va intesa da un punto di vista più spirituale:
l’amicizia deve estendersi a tutti, senza tener conto della potenza e della ricchezza, perché un
amico vero, fedele e pieno d’amore, anche se umile, è un bene più
prezioso di un ricco e potente,ma incapace di affetto profondo.
Feliciarosa Boccia
Ho conosciuto un tale
un tale di Mastromarco
che tira con l’arco

Ho conosciuto un tale
un tale di Roma
che ha la moglie in coma

Ho conosciuto un tale
un tale di colonica
che si chiama Veronica
e suona la fisarmonica

Ho conosciuto un tale
un tale di Siena
che ride come una iena

Ho conosciuto un tale
un tale di Lago Puccini
che fa di cognome Larini
e gli puzzano i calzini

Ho conosciuto un tale
un tale che si chiama Antonietta
che era sempre in bolletta

Ho conosciuto un tale
un tale di nome Teresa
che bussa sempre in Chiesa

Sabrina Rubino
Feliciarosa Boccia Boccia Feliciarosa
spacca la roccia annusa una rosa

Monia Leone Leone Monia


spara con il cannone si spaccia per Sonia

Valentina Desideri Desideri Valentina


prende i bicchieri ti dà la manina

Gianluca Giannotti Giannotti Gianluca


fa gli agnolotti scava una buca

Margherita Palese Palese Margherita


va in paese fa una partita

Sabrina Rubino Rubino Sabrina


mi dà un bacino guarda la cartina

C’era un cane giocherellone


che faceva sempre il birbone
mentre da solo si gingillava
e giocava con ciò che aveva
quel noioso di un cane giocherellone.

Favolosa Bambina
Ermetica Onorata
L’unica Civetta
Impazzita Con
Che Importante
Imita Amicizia
Aistain
Rumorosa
Oppure
Solo
Angosciata
Feliciarosa Boccia
C’era una piccola città,
di nome Modalità
dove viveva un topo,
a cui piaceva dire “dopo”.
Abitava in una casa
che per lui era la N.A.S.A.
era un topo nano
e anche un po’ pagano.
In casa aveva un fiore
che produceva tante more.

C’era una volta una professoressa di storia


che si chiamava Gloria
era un po’ matta
e anche un po’ rifatta
quella rifatta prof. di storia

Un giorno ho visto un fiore


che produceva more
era molto bello
che quando pioveva si riparava con l’ombrello

C’era una volta la mia amica Greta


a cui piaceva tanto la Feta
di origine era italiana
ma di salute non tanto sana
quella mia strana amica di nome Greta
Chiara Volpi
In un piccolo villaggio di pescatori irlandesi, viveva una
famiglia molto povera, composto da: padre, madre e
dalla piccola Mirtilla, una vivace
una bambina di dieci anni.
Nonostante fossero poveri
erano molto uniti e felici.
Purtroppo in un giorno di
tempesta il padre, che
faceva il pescatore,
scomparve in mare. La
madre si ammalò di
dispiacere e quindi era
Mirtilla che si doveva
occupare di tutto:
scuola, cucina, e dopo la
scuola fare dei piccoli
lavori. Quando Mirtilla andava a
scuola la mamma si raccomandava di non passare mai lungo la
scogliera perché gli anziani del villaggio erano convinti che il
sentiero era frequentato dai pirati. Un giorno Mirtilla non
obbedì e scivolando cadde in un dirupo; passato lo spavento si
rimise a camminare per riuscire a tornare a casa e ad un certo
punto si accorse della grotta. Dopo mille difficoltà riuscì a
entrare e, con sua grande sorpresa trovò il tesoro. Ma un
vecchio pirata che da tempo cercava questo tesoro voleva
uccidere la bambina per impossessarsene. Il padre non era
morto, ma avendo perso la memoria, viveva nascosto dentro la
grotta, riuscì a salvare Mirtilla e a uccidere il pirata. Così porto
il tesoro al villaggio con grande felicità di tutti.

Arianna Ferreri
C’era una volta, un bambino di nome Zic, povero,
povero tanto povero che non si poteva permettere
di comprare i quaderni per andare a scuola. Non
aveva neanche dieci anni e pur essendo piccolo era
tutto sporco e in testa indossava una coppola
malandata a righe bordò, verdi e panna; portava un
cappotto lungo anch’esso trasandato, i calzini
dovevano essere bianchi, invece erano tutti
sporchi e bucati. Per passatempo prendeva i fogli
di giornale e creava giochi, animaletti, barche…..
Li vendeva a poche sterline ed erano piuttosto
carini. Un giorno riuscì a fare un soldatino. Per
terra aveva trovato un tappo di sughero e ci aveva
fatto la testa. Con un altro tappo di sughero, più
grande gli fece il corpo, coperto da un giacchetta
rosea, fatta da lui. Trovò anche un ferma campioni, lo aprì e con esso ci fece un fucile.
Gli fece una gamba, ma un’altra, purtroppo non poté fabbricarla perché aveva finito la
carta. E infine, con due spilli colorati, gli fece gli occhi. All’improvviso, davanti a sé
vide un’ombra: erano cinque ragazzi benestanti, molto più grandi di lui.
-Ecco, ci mancavano anche loro - pensò
-Guarda guarda chi c’è!!! – disse il ragazzo più grande.
-Il bambino che ha i calzini bucati e con quello che guadagna non si può permettere
neanche di comprarsi un chicco di caffè!- prolungò il discorso un altro.
-Via di qua!!! non puoi dar noia a tua sorella?… - disse il primo della fila, rivolgendosi a
Zic.
-Se sei coraggioso, vieni stasera verso le otto giù al porto, chiacchiereremo un po’-.
Da lì si spostarono e presero tutte le sue creazioni compreso il soldatino e lo
gettarono nel ruscello che passavi di lì. Un uomo, che aveva sentito e visto tutto,
parlò con Zic, e gli disse che la sera ci sarebbe stato anche lui, ma il ragazzo continuò
dicendogli di non scomodarsi, l’uomo si rassegno e andò a casa. Ormai erano giunte le
otto di sera, Zic s’incamminò al porto pensieroso. Arrivato, quei ragazzacci gli davano
spintoni, pestate, calci di tutto di più!!! “Per caso” stavano passando dei gendarmi, e
quando videro quel povero ragazzo maltrattato, arrestarono il gruppetto e li
portarono in caserma. Dal cespuglio sbucò l’uomo del pomeriggio, e in mano aveva il
soldatino di carta. Poi portò Zic a casa sua e lo allevò come fosse suo figlio. Con sua
grande felicità andò a scuola ed imparò tante cose, ma pur essendo impegnato nello
studio continuò a fabbricare giochi con la carta.
Arianna Ferreri
Un lupo molto crudele ma con grande forza di volontà un giorno decise
di diventare amico di tutti e di aiutare quelle razze che aveva ucciso in
passato.
Molti anni prima, questo lupo crudele aveva sterminato un’intera famiglia di
beagle risparmiando però un piccolo cucciolo che aveva suscitato in lui molta
tenerezza e compassione che lo aveva pentire del terribile gesto compiuto.
Un giorno avendo molta fame andò a chiedere il pasto in una fattoria vicino al
posto in cui aveva ucciso un bearle. Con molta sorpresa, si trovò davanti il
cucciolo risparmiato e così gli disse:- “ ti ricordi di me ? “
E lui rispose: - “ sì tu sei quel lupaccio cattivo che uccise
mio fratello e mio padre ! “
Lui con la malinconia negli occhi gli disse:
- “ Sì, ma adesso sono cambiato “ .
Il lupo vide una ciotola piena di cibo e decise di prenderla,
ma il cane glielo impedì lanciandogli una sfida.
Il lupo quasi scherzosamente disse: - “ io ora non sono più quel lupo spietato
che conoscevi”. Il cane lo prese in giro per pochi minuti, dopo di che il lupo gli
si scagliò contro il cagnolino e disse: - “Lo vuoi
capire che non accetto la sfida anche a costo di
morire di fame”.
-“ Complimenti! Questo era per metterti alla prova “.
Disse il cane.
-“ Tu sei proprio uguale a tuo padre”. Disse il lupo.
Tutta la fattoria rimase a bocca aperta davanti alle
loro parole, il cane spinse la ciotola con la zampa
verso di lui e disse: - “ te lo meriti, questo
cambiamento da parte tua era proprio inaspettato”.
Il cane non perdonò mai il gesto che il lupo commise
contro la sua famiglia ma divennero amici
inseparabili.

Gianluca Giannotti
C’era una volta una ragazza cattiva di nome
Susanna . Aveva due sorelle buone una di nome Giada
e l’altra Giulia; lei le comandava sempre a bacchetta,
loro rispondevano sempre di “SI”. Un giorno arrivò
una lettera che diceva: - Le fanciulle che vogliono
sposare i principi Jacopo & Fabio devono partecipare al
party in loro onore.- Ma Susanna non voleva portare
Giada & Giulia. Così chiamarono la loro fata
madrina di nome Sabrina e riuscirono ad andare
anche loro. La sorella le vide e fece una scenata, ma
così migliorò tutta la situazione, perché i principi le
videro. Jacopo prese Giada mentre Fabio
prese Giulia, così ballarono quasi tutta la
notte. Ad un certo punto videro che la
sorella stava andando via e corsero via
ma sfortunatamente persero le scarpette.
Jacopo e Fabio trovarono le loro
scarpette, andarono dal padre che gli
disse che avrebbero dovuto cercarle. Dopo
molti giorni le trovarono e le sposarono e vissero felici
e contenti, tranne Susanna che rimase sola come un
cane.

C’era una professoressa


professoressa d’ Italiano
che veniva da Milano
giocava a pallina
insieme a Paolina
quella divertente prof. d’ Italiano

Lisa Grande
Limpida Jolly
Inossidabile Abbronzato
Simpatica Con
Allegra Occhi
Profondi
Giocherellona Orgogliosi
Radiosa
Artistica Simpatico
Naturale Pimpante
Dolce Intelligente
Euforica Non juventino
Estroverso
Letteralmente
Luminoso
Interista
Lisa Grande
C’era una volta un vaso
non messo a caso
era di polistirolo
e non si scioglieva nemmeno se andava al polo
come avrà fatto poveraccio con tutto quel ghiaccio.

C’era una volta un pavone


color giallo-limone
la coda era un arcobaleno
perché l’apriva in un baleno.
In Autunno
un Unno
rapì il pavone
e gli uomini non se ne fecero una ragione.
Qualcuno lo riconquistò
ma non si sa come andò.

A me piace il gelato
al gusto cioccolato
con nocciola e mascarpone
tutti lo mangiano come un leone
ma anche la fragola non è da dimenticare
con la panna ci si può annegare.

C’era un pallone
molto spendaccione
un giorno rimase senza un soldo
perché si rimpinzò come Poldo
quel mangione di un pallone

C’era un pescatore
che si credeva un gran signore
ma non pescava niente
perché non usava la lente
quel “cecato” pescatore

La prof. di Italiano
guida sempre contromano
la gente gliene dice tante
ma lei ascolta solo i canti di Dante
quella sbadata prof. di Italiano

Gallerini Gabriele
ALESSIA, COMPAGNA DI PALLAVOLO
BARBARA, IL NOME DI MIA MADRE
CHIARA, IL MIO NOME
DIARIO SEGRETO
ELEFANTE, ANIMALE MOLTO GRANDE
FELICITA’
GATTO, ANIMALE FELINO
HOTEL
ILARIA, AMICA DI PALLAVOLO
LUCA, MIO ZIO
MARCO, MIO PADRE
NANETTI, STATUETTE DA GIARDINO
ORSO POLARE
PASQUA: FESTA
QUARRATA, CITTA’ ITALIANA
ROSPI, ANIMALI VISCIDI
SUITE D’ALBERGO
TAVOLIERE DELLA PUGLIE
UVA, MOLTO BUONA
VOLPI, IL MIO COGNOME
ZUCCHERO, SI METTE NEL CAFFE’

Chiara Volpi
Parla Vanitosa
Apertamente Onesta
Lamporecchiano Libera
E Poco
Sempre Isterica
Espressamente

Sono
Ancora
Bambina
Ribelle
Impicciona
Notevolmente
Amata

Ragiona
Umanamente
Bisognosa
Intelligente
Non
Ostinata

Sabrina Rubino
Ho conosciuto un tale
un tale di Montecatini
che ai cinquantenni,
comprava i palloncini!!

Ho conosciuto un tale
un tale di Violini
che si ciucciava i calzini.

Mi piace ballare, invece che cucinare.

Mi piace sfilare, invece di andare a giocare.

Mi piace cantare invece di lavorare.

Valentina Desideri
C’era un ragazzo di Milano
che si credeva un Sovrano
Il suo nome era Rossi
perché era appassionato di De Rossi
quello strano ragazzo di Milano

C’era una volta Federico


che incontrò un suo amico
mentre mangiava un cornetto
lo sputò in faccia all’ amichetto
quello sputacchione di Federico

C‘era una volta Nina


che era molta carina
ma quando si arrabbiava
sembrava un mostro di lava,
quella Nina birichina
che era molto carina.

Ho conosciuto un tale
Un tale di Lamporecchio
Lamporecchio
Che non si puliva mai l’orecchio

Ho conosciuto un tale
Un tale di Torino
Che non smetteva mai di giocare a “chiappino”

Igli Xhafa
La volpe era a caccia di qualcosa da mettere sotto i
denti, trovò un passero
bello cicciotello e la volpe
gli disse: “Come sei bello
uccellino vieni un po’ giù
per farti ammirare
meglio”.
Il passerotto saggiamente
le risposte: “Io non me la
bevo! Vai in fondo alla
strada, lì c’è un coniglio
prova a convincere lui.”
La volpe arrivò dal coniglio e gli disse: “vieni qua per
farti toccare, il tuo pelo sembra davvero soffice”.
Il coniglio le rispose molto ostinatamente: “Ma chi
credi di corrompere? Vai in cima alla montagna, lì
troverai uno scoiattolo di sicuro lui è più stolto di
me.”
La volpe salì la montagna non trovò nessuno, e questa
è stata la prima volta che l’astuzia della volpe è stata
battuta.

Lorenzo Balducci
Il mio programma preferito si intitola
“House of Mouse: Il Topoclub” (in
originale “House of Mouse”). Questo
programma viene trasmesso su TOON
Disney durante l’ora di cena e ciò mi porta
a doverlo registrare ogni sera. ”House of
Mouse” insieme ad un altro cartone
animato di Topolino (“Mickey Mouse
Works”) forma un ciclo di trasmissioni
chiamato “TUTTO TOPOLINO”. ”House of
Mouse: Il Topoclub” oltre ad essere il nome del programma, è anche il nome
del locale che viene gestito da Topolino, Paperino, Minni, Paperina, Pippo,
Max (il figlio di Pippo) ed Orazio. In questo locale Topolino conduce lo
spettacolo, Paperino accoglie gli ospiti, Pippo svolge il ruolo di capo–
cameriere, Orazio manda in onda i cartoni animati, Minni organizza lo
spettacolo, Paperina controlla che tutti gli ospiti abbiano il biglietto e Max si
cimenta nella parte del parcheggiatore delle macchine degli ospiti. Questi
ultimi sono i personaggi dei film Disney come ad esempio Cenerentola,
Aladdin, Biancaneve, Kuzko, Winnie the Pooh. Nel corso dello spettacolo si
presentano sempre degli ostacoli che potrebbero causare la chiusura del
locale poiché Topolino ha firmato un contratto in cui è scritto chiaramente
che il locale chiuderebbe solo nel caso in cui lo spettacolo venisse interrotto
ciò nonostante ogni sera i protagonisti del cartone animato riescono a
risolvere i problemi. “House of Mouse: Il Topoclub” è il mio programma
preferito perché in questo periodo mi piacciono particolarmente i cartoni
animati della Disney.
Alessio Cinelli
C’era un bambino di nome Gesualdo
che era tifoso di Ronaldo
ogni giorno mangiava soufflè caldo
e si bruciava con il suo amico Aldo
com’era strano quel bambino di nome Gesualdo

Per chi studia in questa scuola


ogni giorno il tempo vola.

La scuola media Jaquerio


ha un programma molto serio

Topolino Filiberto
si è nascosto sotto il letto
e la mamma poveretta
gli ha tirato la scopetta
corri corri in farmacia
gli hanno detto scappa via
corri corri all’ospedale
gli hanno detto:-tu stai male

Jacopo Spinelli
Ho conosciuto un tale
un tale di Cartagine
che non risolveva mai un’indagine

Ho conosciuto un tale
un tale di nome Giocondo
che non trova mai il fondo

Lorenzo Balducci
mangia troppi cantucci
Balducci Lorenzo
assomiglia a Renzo

Monia Leone
è astuta come un piccione
Leone Monia
adora la peonia

Jacopo Spinelli
Ancora
Bello
Cadetto
Dorme
E
Fantastica
Grandiosi
Habitat
Inabitati
Lontani
Migliaia.
Nonni
O
Paperini
Qui
Ridono
Sul
Tappeto
Ultra-moderno
Vivace
Zebrato

Intrattiene Senza
Amici Pietà
Con Invento
Onorevoli Novelle
Pasti E
Omaggio Leggo
Libri
Imbarazzanti

Jacopo Spinelli
C’ERA UNA VOLTA UNA TARTARUGA CHE SI
VANTAVA PERCHÉ ERA LA PIÚ LENTA DEL BOSCO.
LEI DICEVA A TUTTI GLI ANIMALI CHE NON
L’AVREBBE BATTUTA NESSUNO, PERCHÉ LEI ERA
LA PIÚ LENTA.
UN GIORNO LA TARTARUGA FU SFIDATA DA UNA
LUMACA, A QUEL PUNTO LA LUMACA, IMPIEGANDO
30 MINUTI, ARRIVO’ FACCIA A FACCIA CON LA
TARTARUGA, E LE DISSE: -TI SFIDO A UNA GARA ALL’ULTIMA
ARRIVATA!!!!!!!-
LA TARTARUGA ACCETTO’ CON GRANDE SICUREZZA.
ALLORA I DUE ANIMALI FECERO CENNO DI PARTIRE. NON VI POTETE
IMMAGINARE LE POVERE BESTIE CHE DOVEVANO ASPETTARE IL
TRAGUARDO DI QUEI DUE.
LA TARTARUGA E LA LUMACA ARRIVARONO DOPO DIECI ORE DALLA
PARTENZA.
E IMMAGINATEVI CHI VINSE, NON LA TARTARUGA MA LA LUMACA.
A QUESTO PUNTO C’E’ UN PROVERBIO CHE POTREBBE COINCIDERE CON
QUESTA FAVOLA.
ECCOLO QUA: CHI SI LODA SI IMBRODA.

JACOPO SPINELLI
C’era una volta un ragazzo molto intelligente, ma
non aveva voglia di studiare, così, per far passare il
tempo, stava fisso alla televisione.
Questo ragazzo si chiamava Vittorio, un giorno, non
c’era nessun programma, così, non sapendo cosa
fare, iniziò a parlare con la TV.
Dopo qualche scambio di parole, la televisione, si
rivolse a lui con un’aria egoista e gli disse:
-Ehi,tu ragazzino, cosa fai?-
-Guardo la TV-
-Oh, ciuco, questo lo so, ma perché non
studi?-
-Non ho voglia!!!-
-Fattela venire, perché da grande poi, non farai
niente, non lavorerai, non avrai una casa…-
Il ragazzino intimorito da queste parole, da quel
giorno iniziò a studiare e, dopo, quando diventò
adulto, ebbe un gran lavoro, e diventò miliardario.

JACOPO
SPINELLI
Non mi piace il mio gatto
quando fa il matto

Non mi piace il viola


assomiglia a mia sorella Lola

Mi piace l’ Inglese
perché è una lingua molto cortese

Mi piace la cioccolata
perché dalla mia terra è nata

C’era un bambino di nome Luca


che cascava in una buca
la sua mamma lo brontolava
perché sempre lui si sporcava
quel imbranato di nome Luca

C’era un signore di Benevento


che parlava al vento
neanche il vento lo ascoltava
perché sempre lui brontolava
quel chiacchierone di Benevento.
Samuele Telesca
MARGHERITA PALESE LORENZO BALDUCCI
molesta il paese quando scrive si ispira a Carducci

PALESE MARGHERITA BALDUCCI LORENZO


si è fatta eremita vuol esser chiamato “Renzo”

CHIARA VOLPI a TAFI GRETA


guarda i pioppi le piace Eta- Beta

FABIO FUCENTESE GABRIELE GALLERINI


corre nell’empolese annusa i calzini

JACOPO SPINELLI GALLERINI GABRIELE


sta simpatico ai bidelli adora le mele

ALESSIO CINELLI SAMUELE TELESCA


ripara gli occhielli odia la pesca

VALENTINA DESIDERI TELESCA SAMUELE


sta sempre nei suoi pensieri assomiglia a Manuele

GIACOMO MARCELLONI
assaggia i bomboloni

MARCELLONI GIACOMO
ha una villa a Como

GIANLUCA GIANNOTTI MONIA LEONE


spara i botti calcia il pallone

GIANNOTTI GIANLUCA PAOLA PAOLINI


sogna di diventare un duca colpisce quanto i cecchini

SABRINA RUBINO ARMANDO BARTOLINI


sfoglia il giornalino come i vampiri ha i canini

RUBINO SABRINA DI……..


è una brava bambina

EDOARDO PACINI Gioca sempre volentieri


gioca con i bambini

GRANDE LISA
Mangia tanta panna
ascolta i brani di “Elisa”
C’era una volta una principessa di nome Amy. Amy
aveva i capelli biondi, era alta e magra, aveva sempre
dei bellissimi vestiti lunghi e sempre rosa perché il
rosa era il suo colore preferito. Anche il castello era
rosa all’esterno e all’interno. Un giorno mentre era
fuori in giardino a raccogliere delle rose rosa con la
sua gatta di nome Lola, arrivò una strega che le disse:
“Che brutte rose che hai nel tuo giardino! Io nel mio
ne ho bellissime!”
La principessa rispose educatamente: “Non penso
proprio! Le mie rose sono le più belle in questo regno, addirittura ho
venti giardinieri 24 ore su 24 per curarle.”
La strega fece una proposta: “Allora stanotte a mezzanotte
incontriamoci qui così ti porto nel giardino del mio castello per farti
vedere le bellissime rose che crescono lì!”
Amy domandò: “Ma le rose che crescono nel tuo giardino sono rosa?”
“Ma certo… se non fosse stato così non te lo avrei nemmeno detto! –
disse la strega- e ora… con permesso principessa, vado ad annaffiare le
mie rose!”
La principessa: “Ma certo vai pure.”
La strega andò al suo castello per preparare una pozione magica per
darle alle rose. La pozione serviva per annaffiare le rose che una volta
impregnate con quella sostanza sarebbero diventate velenose e così
sarebbe bastato far pungere la principessa con le spine della rosa per
farla cadere in un sonno profondo.
La mezzanotte giunse e la strega andò al castello a prendere Amy e la
portò al suo giardino. Amy disse: “Mi piacciono le tue rose ne posso
raccogliere una per piantarla nel mio giardino?”
“Ma certo, raccogline pure quante ne vuoi – rispose la strega.”
Amy staccò una rosa e nel raccoglierla si punse con una spina e cadde in
un sonno profondo.
La strega portò la principessa nella propria camera, ma siccome aveva
paura che qualcuno la salvasse, mise un drago a farle da guardia.
Si poteva risvegliare soltanto se la sua sorellina o il suo fratellino le
avessero fatto mangiare delle fragole, per la precisione quattro di
numero. Il giorno dopo il suo fratellino di nome Mike passò di lì e
curioso di cosa custodisse il drago andò verso il castello e passò di
nascosto quando il drago dormiva. Andò in camera e c’era un foglio con
su scritto “se svegliarmi tu vorrai, quattro fragole farmi mangiare
dovrai”. Mike guardò bene la fanciulla e si accorse che era la sua
sorellina, allora andò nel bosco in cerca di fragole. Dopo poco ne trovò
proprio quattro, tornò al castello e le fece mangiare ad Amy, che appena
ebbe finito l’ultima fragola si risvegliò. Amy abbracciò Mike felice e
tornarono a casa sani e salvi, e vissero per sempre felici e contenti
tranne la strega che fu condannata a vita a pelare le patate nel castello
della principessa.

MARGHERITA PALESE
Ho conosciuto un tale
un tale di Napoli
che si mette sempre la propoli

Ho conosciuto un tale
un tale di Cerbaia
che torna sempre dalla balia

Ho conosciuto un tale
un tale di Mastromarco
che litiga sempre per andare al parco

Ho conosciuto un tale
un tale di Lamporecchio
che non si lavava mai l’orecchio

Ho conosciuto un tale
un tale di via Aldo Moro
che canta sempre in coro

Nella scuola di Lamporecchio


se non fai i compiti di tiran un orecchio
e se ti giri per parlare ti metton al muro a pensare.
Se non ti fai interrogare
ti minacciano di non mangiare.
È una bella scuola questa
ma spero che presto faremo festa.
Feliciarosa Boccia
Giocatore
Invitato
A
Non
Leggere
Ulteriormente
Con
Amicizia

Giocatore
Intruso
Anche
Nel
Numero
Odiato
Trovato
Testardamente
Irresistibile

Laborioso
Ostinato
Restrinto
E
Non
Zoticone
Ovviamente

Bell’
Amico
Lorenzo
Dorme
Urtando
Continuamente
Contrastato
Ignorato

Gianluca Giannotti
Nella scuola media Francesco Berni,
alle professoresse saltano i nervi.

Arte, scienze, storia,


se studi molto avrai gloria.

Se frequenti svogliatamente,
non avrai nulla nella mente.

Chi non studia in questa scuola,


a lui i libri non fanno gola.

Alla fine di quest’anno,


i somari tanti saranno.

Alessio Cinelli
Ci troviamo nell’antica casa di Penelope e di Ulisse, che tornò a casa dopo dieci
anni dalla fine della guerra di Troia.
D: Cosa hai provato quando i mendicante che
poi era Ulisse entrò in casa?
R: Ho avuto un po’ di paura perché pensavo
volesse farmi del male.
D: Come hai reagito quando lui è riuscito a far
passare una freccia nei dodici anelli?
R: Sono rimasta davvero stupefatta perché
sapevo che solo Ulisse riusciva a far ciò.
D: Come ti sei sentita quando quel mendicante
ti ha parlato del segreto del letto?
R: Sono rimasta senza parole perché solo io e mio marito, cioè Ulisse,
sapevamo di questa cosa, era il nostro segreto e non lo avevamo detto a
nessuno.
D: Pensavi che Ulisse fosse morto dopo tutti questi anni di assenza?
R: Avevo perso ormai tutte le speranze. Tutti quelli sopravvissuti erano tornati
e io quindi pensavo fosse morto. Ma quando quel mendicante cominciò a parlare
del letto allora capì subito che quello era mio marito Ulisse.

Chiara Volpi
Gabriele Gallerini
mangia i brigidini

Gallerini Gabriele
produce il miele

Lorenzo Balducci
mangia i cantucci

Balducci Lorenzo
è identico a Renzo

Margherita Palese
ingrassa tre chili al mese

Palese Margherita
va sempre in gita

Gianluca Giannotti
mangia i biscotti

Giannotti Gianluca
ha battuto la nuca

Valentina Desideri
non si lava da ieri

Desideri Valentina
corre di mattina

Gabriele Gallerini
Ci troviamo tra i resti della città di Troia e
abbiamo qui con noi Elena, la bellissima donna
troiana che ha fatto scoppiare una guerra per
amore.
Domanda: -Signora Elena… Meglio Troia o la
Grecia?-
Risposta: -Mi dia pure del “tu”…Se avessi potuto
decidere, perché come sapete sono stati gli dèi a
decidere per me, secondo me era meglio Troia,
perché quando sono arrivata, mi hanno accolto
molto bene. Priamo mi considerava come una figlia.-
D: -Hai sentito vero amore per Paride? -
R: -Si, perché Paride è molto dolce, gentile, affettuoso e bello.-
D: -E quando è arrivato Menelao con suo fratello Agamennone, Achille e i
Mirmidoni e tutte quelle navi, come pensavi di riuscire a cavartela?-
R: -Me lo aspettavo, perché conoscendolo… è un tipo vendicativo! Ma quando ho
visto Achille mi sono spaventata, perché è molto forte. -
D: -Cosa hai provato a proposito del duello tra Paride e Menelao?-
R: (fa un sospiro) –Quando ho visto Paride in pericolo mi sono preoccupata
moltissimo al pensiero che Menelao avrebbe potuto ucciderlo… Volevo correre
lì per dire a Menelao che uccidesse me, che ero io la sola colpevole… ma sono
stata trattenuta a Palazzo.-
D: -Con che coraggio hai guardato Andromaca in faccia, quando Ettore è
morto?-
R: -Mi sono vergognata molto- (si rattrista) -ma dovevo ugualmente andare a
consolarla, perché è stata colpa mia se Ettore è morto. È stato molto difficile.
D: -Se potessi tornare indietro, seguiresti Paride oppure rimarresti accanto a
tuo marito, resistendo agli dèi?-
R: (Fa un lungo sospiro) -Se potessi ritornare indietro, resisterei agli dei.
D: -Adesso quale futuro ti aspetta?-
R: -Devo tornare a Sparta con Menelao… cercherò di essere una regina
ospitale e una moglie corretta.-

E dai resti di Troia è tutto, continuate a leggerci !!!

classe 1° C
Grande

Indimenticabile

Amico

Non

Litiga

Uccide

Con inquilini

Amanti

Il ballo
Il ballo è un movimento

che si fa anche con il mento

La campanella suona

ma molte volte stona

I bambini vanno a casa

e così costruiscono la N.A.S.A.

Un nano dormiglione

che mangiava tutti in un boccone

abitava in un abitazione

che faceva paura anche a un leone

il suo nome e cognome

era Giulio il Bravone

Greta Tafi
Greta Tafi
guida molti motoscafi.
Tafi Greta
guarda sempre gogeta

Palese Magherita
ha lo smalto alle dita
Margherita Palese
torna sempre al suo paese

Feliciarosa Boccia
lavora per la C.I.A
Boccia Feliciarosa
ha sempre una matita rosa

Leone Monia
è sempre in armonia
Monia Leone
ha un rosso gattone

C’era un volta un bambino di nome Davide


che usava sempre il “tide”
per essere pulito e profumato
e quindi da tutti amato
quel pulitino di nome Davidino

C’era una volta una bambina di nome Clementina


che era un gran birichina
un bambino uno schiaffo le tirò
e lei si ribellò
quella bambina di nome Clementina
Greta Tafi
Ho conosciuto un tale
un tale di San Baronto
che è un gran tonto

Ho conosciuto un tale
un tale di Pisa
che ha un negozio di nome Carpisa

Ho conosciuto un tale
un tale di Montecantini
che ha tanti fratellini

Ho conosciuto un tale
un tale di Roma
che ha una croma

Ho conosciuto un tale
un tale di Cagliari
che si chiama Ari

Ho conosciuto un tale
un tale di Bergamo
che mi ha detto ti amo

Ho conosciuto un tale
un tale di Vercelli
che a colazione mangia piselli

Ho conosciuto un tale
un tale di Manfredonia
che mangia la macedonia

Ho conosciuto un bambino
un bambino di nome Mariolino
che ha un cagnolino di nome Giannino
Greta Tafi
Non mi piace andare a scuola perché
mi si consuma la suola

Non mi piace studiare


perché devo faticare

Non mi piacciono i
serpenti
perché sono violenti

mi piace nuotare
perché non devo faticare

Scuola Francesco Berni


dove i professori si ammalano di nervi
Scuola Francesco Berni
dove gli studenti dormono indegni

Margherita Palese
Alessio Cinelli
suona i campanelli

Cinelli Alessio
indossa un CASIO

Lorenzo Balducci Jacopo Spinelli


mangia tanti paninucci indossa sempre Lelli Kelly

Balducci Lorenzo Spinelli Jacopo


gioca sempre con Renzo corre veloce come un topo

Feliciarosa Boccia Fabio Fucentese


è dura come una roccia ascolta sempre “Elio e le storie tese.

Boccia Feliciarosa Fucentese Fabio


profuma come una rosa dorme sempre in un pagliaio

Valentina Desideri Edoardo Pacini


nel campo ha tanti peri è il capo di una tribù di leoncini

Desideri Valentina Pacini Edoardo


ogni giorno va in piscina è sempre molto ardo

Monia Leone
mangia un gran gelatone

Leone Monia
è la migliore amica di Sonia

Alessio Cinelli
Moglie Lieve
onorata e
non ordinata
impazzita non
ancora estroversa

Valentina Delicatamente
alta estroversa
lieve solare
e impicciona
non desidera
troppo essere
innamorata rispettata
non in classe
ancora!

Nome e cognome
Margherita Palese
ha cento anni e ne dimostra un mese

Palese Margherita
si lima le dita

Arianna Ferreri
ha dei bellissimi bicchieri

Ferreri Arianna
mangia la panna

Fabio Fucentese
non mangia bignè da un mese

Fucentese Fabio
è andato nel granaio
Valentina Desideri
Mi piace
Non mi piace
Non mi piace la gallina
perché sa di farina

Mi piace l’insalata
perché è dolce e profumata

Non mi piace il pomodoro


perché puzza di castoro

Mi piace la frittata
perché è molto vellutata

Non mi piace la paella


perché puzza di mozzarella

Mi piace il sofficino
perché è morbido e croccantino

Lorenzo Balducci
In un tempo lontano
lontano, ed in un luogo
sperduto vivevano due
animali, il Ghepardo e il
Puma, che litigano
sempre per il territorio
conquistato. I due
facevano di tutto per
mangiare. Un giorno, finito il loro cibo andarono a caccia. Si
incontrarono e si dissero l’ un con l’ altro: - “ Io sono più forte!!”
“Sì sì come no lo vedremo chi è il più forte, perché non facciamo
una battaglia?”
“Ci sto, quando?”
“Tra due giorni”.
“OK. Vedremo chi è più forte”. Nei due
giorni che seguirono i due animali non
fecero altro che allenarsi. Finalmente
arrivò il momento del combattimento.
“Sei pronto? Sappi che perderai”
“Questo è tutto da vedere” rispose il
puma. Finito lo scontro il puma morì e il
ghepardo stette bene per tutta la vita.

Giacomo Marcelloni
C’era una volta, in una lontana città una strega malvagia
che voleva addormentare una principessa di nome Aurora.
La strega che voleva addormentare la principessa Aurora,
provò un incantesimo da lontano che consisteva nel lanciare
il sortilegio con
delle parole
magiche. La strega
ci riuscì? No, e
allora fece dei
ripetuti incantesimi.
Ma niente da fare,
la principessa era
sveglissima.
Allora la strega
decise di mandare i suoi orchi e troll.
Gli orchi attaccarono Aurora ma lei tirò fuori una spada
laser e cominciò ad uccidere tutti gli orchi e i troll. Si
ritrovò faccia a faccia con la strega e la strega le disse
“sei molto più forte dall’ultima volta!”
“E mi sono alleata molto”.
“Allora addio mi arrendo”.
E la principessa visse per sempre felice e contenta.
Giacomo Marcelloni
Mi piace studiare
ma non mi piace suonare

Mi piace il gatto
ma non mi piace il suo scatto

Mi piace giocare
ma non mi piace studiare

Mi piace vedere il Milan


ma non mi piace ascoltare Bob Dylan

Mi piace la Juve
ma non mi piace la città che produce le uve

Igli Xhafa
C’era una volta una principessa
di nome Aurora. Quando Aurora
ebbe compiuto diciotto anni una
strega le fece un sortilegio che
doveva addormentare la
principessa e non farla svegliare
più. Ma qualcosa andò storto…
infatti la principessa soffriva di
insonnia. La strega cercò ogni
incantesimo per fare
addormentare la principessa, alla
fine ne trovò uno che consisteva
nel fare baciare la principessa ad
un principe. La strega andò dal
principe per convincerlo ma il
principe non volle perchè era già
impegnato. Il principe trovò per
caso la principessa mentre stava
passeggiando nel bosco e le disse:
“ieri una strega è venuta da me
per chiedermi se ti potevo
baciare per farti addormentare
per sempre”.
La principessa rispose
preoccupata: “e tu … cosa gli hai
risposto?”
E il principe: “naturalmente ho
risposto di no anche perché io sono già fidanzato con un'altra principessa!”
E la principessa rispose tranquillizzata: “ohh!!!!! Menomale ma… mi è venuta in
mente una cosa!!”
…e scappò via senza aggiungere una parola. Aurora tornata a casa fece
convocare il principe di un paese lontano. Era un principe molto brutto e
molto vecchio, inoltre la sua famiglia era caduta in disgrazia e aveva perso
tutti i suoi beni.
La principessa quando lo incontrò gli disse: “se tu bacerai la strega che vive nel
bosco, io ti salverò dalle tue disgrazie e ti ricomprerò di tutti i beni perduti!”
Il principe rispose: “vadoooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!”
Il principe si recò nel bosco, incontrò la strega e dopo una corte spietata….la
baciò!!
La strega cadde in un sonno profondo e il principe andò da Aurora a ricevere il
suo premio!!
Aurora si congratulò con il brutto principe e gli dette ciò che aveva promesso.
La strega non si risvegliò mai più e ancora oggi giace nella sua casetta,
dormendo come un sasso.

Margherita Palese
C’era una volta un rospo, che si chiamava
Tony. Lui abitava in una foresta con altri
animali: tigri, leoni, pantere, orsi, avvoltoi…
insomma, tutti gli animali più feroci e
potenti.
Essi erano intimoriti da Tony, perché diceva:
-Voi dovete rispettarmi altrimenti, io,
avvertirò il mio grande, anzi, grandissimo
amico: il GIGANTE.-
-Noi saremo tuoi sudditi per sempre!!!!!!!!!!!!!-
risposero gli animali.
Un giorno la tigre disse:
-Dovremo provare a uccidere quell’ignobile
essere!!!!!!!!!.-
-Si, ma come facciamo se dovesse evocare il
GIGANTE? - ribatté di scatto la
pantera.
-Rischieremo!!!!!!- esclamò il
leone.
Gli animali, perciò decisero di
lottare.
Essi si ritrovarono faccia a
faccia, si guardarono molto
attentamente e il rospo capì le intenzioni
delle belve e perciò, eseguì un incantesimo che
fece resuscitare il GIGANTE.
Gli animali si prepararono a combattere.
Sembrava che dovessero perdere, ma
all’improvviso unirono le forze e riuscirono a
sconfiggere il GIGANTE e il malefico rospo.
Festeggiarono con una gran festa e da quel
giorno vissero felici e contenti.

Jacopo Spinelli
LA PICCOLA PESTE

C’era una volta un bambino di nome Billi che era molto birbone e faceva
disperare la sua mamma. Combinava una marachella dopo l’altra e non stava un
minuto fermo. Si divertiva ad arrampicarsi su tutti i mobili della sua casa
aiutandosi con le sedie; aveva solo cinque anni, ma una ne faceva e cento ne
pensava. La sua povera mamma non sapeva cosa fare per riuscire a calmarlo
almeno un po’. “Come farò quando diventerà grande, se è già una peste ora che
è così piccolo?” pensava tra sé e sé.
Nonostante lo mettesse in punizione, per lui era sempre un gioco; doveva stare
seduto sul divano, ma ne approfittava per cantare e la sua mamma, non poteva
obbligarlo a stare zitto. Anche quando andava all’asilo ne combinava di tutti i
colori; una mattina, mentre giocava a nascondino con i suoi amici, decise di
nascondersi dietro l’armadietto della sua maestra Silvia ed ebbe la bella idea
di mettersi alcuni vestiti che aveva trovato lì dietro. Indossò una maglia che
gli faceva da vestito ed un cappello che gli tappava gli occhi. Quando fu pronto
uscì dall’armadietto convinto che nessuno lo avrebbe riconosciuto, ma non andò
così. All’inizio gli altri bambini lo scansavano non sapendo cosa fosse
quell’esserino strano che si aggirava per i corridoi dell’asilo. Dato che Billi
camminava in ginocchioni, erano convinti che si trattasse di un cagnolino. Non
vedendo dove andava, sbatteva da tutte le parti, fino a quando non sbattè
contro le gambe della sua maestra che lo riconobbe subito. - Billi, che cosa stai
facendo con i miei vestiti? – gli domandò la maestra.
- Gioco a nascondino! – rispose Billi - Se si sposta e mi fa
passare vado a fare bomba libera tutti.-
La signora Silvia gli ordinò di togliersi tutta quella roba di
dosso, altrimenti lo avrebbe punito severamente. Ma Billi
non poteva e, soprattutto, non voleva farsi bombare, così,
disubbidendo, passò sotto le gambe della maestra e corse
verso la bomba. L’insegnante andò su tutte le furie, lo
prese per un braccio e lo mise a sedere in un angolo dell’aula. Ma anche in
questa situazione trovò il modo per giocare e divertirsi, si mise a fare tutti i
versi dei suoi amici, facendoli distrarre da ciò che diceva la loro maestra.
Iniziarono a ridere facendo arrabbiare ancora di più la maestra.
- Ma è possibile! Billi sei un piccolo diavolo!-
Detto questo, finalmente arrivò l’ora di tornare a casa e la signora Silvia fu
molto felice di essere arrivata alla fine di questa giornata. Il piccolo Billi tornò
a casa con la sua mamma che lo sgridò nuovamente, pur sapendo che doveva
stare attento perché lui era pronto a combinare chissà quanti altri guai.
Sabrina Rubino
C’era una volta un re e una
regina che erano disperati
perché non avevano figli, ma
tanto disperati da non poter dir
quanto. Un bel giorno la regina
dette alla luce una bella
bambina. Fu fatto un battesimo
di gala, si diedero per comari
alla principessa tutte le fate
che si potevano trovare nel
paese perché ciascuna di esse
le facessero un regalo; e così
toccarono alla principessa tutte
le perfezioni immaginabili di questo mondo. Dopo la cerimonia del battesimo, la
corte tornò al palazzo reale, dove si dava una gran festa in onore delle fate.
Davanti a ciascuna di esse fu messa una magnifica apparecchiatura, in un
astuccio d’oro massiccio, dove dentro c’erano un cucchiaio, una forchetta e un
coltello d’oro finissimo, tutti tempestati di diamanti e di rubini. Mentre
stavano prendendo posto al tavolo, si vide entrare una vecchia fata, la quale
non era stata invitata con le altre, perché da oltre cinquant’anni non usciva più
dalla sua torre e tutti la credevano morta o incantata. Quando la principessa
diventò grande si fece costruire, da suo padre, un bel castello per andarci ad
abitare. Per passare il tempo durante la giornata, si metteva sempre a cucire,
ma un brutto giorno si punse con l’ago, e da quel giorno la principessa si agitò
sempre di più. La strega che da giorni osservava la principessa, decise di farla
pungere con una rosa per farla addormentare, ma l’effetto fece il contrario.
La fata cattiva, allora, le diede un sonnifero talmente potente che la
principessa dormì per secoli nel bosco, fino a quando arrivò un bel principe che
…… la baciò e la sposò e vissero felici e contenti.

Sabrina Rubino
C’era una volta un gatto di nome Lolly.
Lolly aveva sei mesi era piccolo, giallo e carino, aveva un collare rosso
con un piccolo ciondolino con inciso la
lettera L ed un gatto giallo, con un
brillantino al posto dell’occhio. Lolly
portava sempre questo collare perché
glielo aveva regalato un canino di nome
Bobby. Bobby era un canino di sette mesi,
piccolo e arancione. Anche lui portava
sempre un collare giallo che gli aveva
regalato Lolly e anche il suo
aveva inciso la sua
lettera e un canino
rosso con un brillantino
al posto dell’occhio. Un
giorno Lolly e Bobby
vennero separati, Bobby
venne portato in un
canile e Lolly in un gattile. Bobby tutti i giorni
pensava a Lolly e diceva: -Speriamo che un giorno
una parsona venga ad adottarmi!- Lolly al gattile
diceva le stesse cose e sperava di poter rivedere
presto il suo amico.
Un giorno al canile venne una persona che adottò Bobby. Lui appena
uscito dal canile scappò e corse al gattile ma Lolly non c’era più perché
l’avevano adottato così andò a cercarlo per tutte le case della città e alla
fine lo trovò in una casa brutta e vecchia. Appena si videro si
abbracciarono e scapparono al parco per giocare insieme, andarono a
bere in uno stagno dove una rana che si chiamava Ciarlatana disse loro: -
state attenti! Nel parco di notte si aggira un lupo che sembra molto
amichevole ma se gli date confidenza potrebbe mangiarvi in un sol
boccone.- Lolly rispose: - grazie!! staremo attenti.- Poi rivolgendosi a
Bobby disse: -dove dormiremo stanotte? - - Io so che c’è una bellissima
tana colorata e accogliente dove vanno alcuni animali- disse Bobby –
potremo rifugiarsi lì!- Lolly esclamò: - OK andiamo. – Si avviarono e
arrivati alla tana, appena entrati videro il lupo e Lolly esclamò subito: -
Ti prego lupo non ci mangiare siamo troppo piccoli e magri per te, non ti
stuzzicheremo nemmeno l’appetito!- Il lupo che si chiamava Wolf disse
con ironia : -Ah ah ah! Mangiarvi?! E chi vi mangia… io non mangio
animali come voi! Per tutta la vita mi sono nutrito con bacche e
cespugli… chissà perché tutti pensano male di me! Forse sarà il mio
aspetto ma io non sono così cattivo! Amici miei datemi retta, non
fidatevi mai dell’apparenza! – Dal quel giorno Lolly, Bobby e Wolf
diventarono grandi amici e rimasero tutta la vita insieme.

Margherita Palese
Alta
Bella
Con
Difetti.
Estroversa
Fantastica e
Gioiosa.
Ha
I
Languidi
Moro
Neri
Occhi
Poi
Quei
Riccioli
Sono
Tanti
Unici
Voluminosi
Zittona

Non mi piace a pallone giocare


perché le regole non so rispettare

Non mi piace il formaggio


perché per me è solo un miraggio.

Non mi piace sfilare


perché mi fa annoiare.

Valentina Desideri
C’era una professoressa di tecnica
che aveva una bambina di nome Monica
che era molto birichina
e giocava con lei a fare l’imbianchina
quella decoratrice della prof. di tecnica

E’ prezioso l’oro
come un tesoro
il diamante
è bello come un brillante
lo smeraldo
me l’ ha regalato Aldo
il mio gioiello
ora fa parte di un anello
quel rubino
è piccolino

Il cuscino
è soffice come un pulcino
il mio pupazzo
è pazzo
Il mio letto
assomiglia ad un tetto
Il mio cappotto
è prezioso come un lingotto
La mia sciarpa
assomiglia ad un’ arpa.
Margherita Palese
C’era una volta un gatto di nome
Flora, era un gattino piccolo, di colore
bianco con il musino, la coda e le zampe
rosa. Portava sempre un collare rosa
con un ciondolino lilla. Lei aveva un’
amica di nome Lola. Lola era un cane
piccolo, bianco e marrone. Portava
sempre un collare celeste chiaro e il
ciondolo celeste. Loro stavano sempre
insieme, ma un giorno quando stavano passeggiando nel parco
l’accalappiacani catturò Lola e la portò al canile. Flora cercò di
rincorrere il camioncino, ma non ce la fece. Quando il camioncino arrivò
al canile sbatterono Lola in una gabbia con le sbarre tutte arrugginite,
con i muri neri, tutta puzzolente e piena di scarafaggi, topi e ragni. Le
davano da mangiare una volta al giorno: pochi croccantini e poca acqua
e se finiva non gliela ridavano nemmeno.
Lola pensava sempre a Flora e diceva: - Speriamo che un giorno Flora mi
trovi!-
Intanto la sua amica la stava cercando finché un bel giorno… la trovò al
canile e cercò di aprire la gabbia per liberarla, ma non ci riuscì. Flora
disperata andò a chiamare il lupo nel bosco che la aiutò a far fuggire
Lola. Da quel giorno tutti al parco parlarono di loro e grazie alla loro
disavventura si fecero un sacco di amici tranne una!!
Lei era Colette, una gattina dal pelo rosa lunghissimo e due occhi celesti
come il mare. Il suo aspetto poteva far pensare che fosse un animale
dolcissimo ma, come spesso accade, a volte l’apparenza inganna!!
Infatti Colette non era affatto dolce ma tanto bella quanto spietata. Un
giorno mentre Lola e Flora parlavano con tutti i loro amici arrivò
Colette e disse: -domani vediamoci qui al parco alle ore 17.23 non un
minuto di più mi raccomando.-
Lola e Flora risposero in coro: -va bene ci saremo!-
L’indomani arrivate alle 17.23 Lola e Flora erano già lì. Arrivò anche
Colette con una pistola in mano e cominciò a sparare all’impazzata!! La
sua follia durò molto ma per fortuna Lola e Flora fecero in tempo a
mettersi in salvo nascondendosi dentro il bidone dell’immondizia.
Colette era rimasta con un unico colpo da sparare! Riuscì a trovare le
due amiche e puntò l’arma contro Lola, ma Flora trovò un pezzo di ferro
fra i rifiuti e quando Colette sparò, glielo mise di fronte per parare Lola.
Per miracolo il proiettile colpì il pezzo di ferro e tornò indietro verso
Colette. La gatta si accasciò a terra colpita dallo sparo che lei stessa
aveva esploso. Lola era salva e Colette in fin di vita, ma Flora non poteva
sopportare che un gatto morisse, così chiamò di corsa un amico
veterinario per salvarla. Colette fu ricoverata nell’ospedale dei gatti e
dopo lunghe cure si salvò e chiese perdono per quello che aveva fatto. A
volte l’invidia può portare a conseguenze drammatiche anche se questa
volta per fortuna tutto si risolse per il meglio!
MARGHERITA PALESE
C’era una volta un pinguino di nome Pingu, era piccolo
rispetto a tutti gli altri pinguini e portava sempre un papillon
rosso. Pingu aveva un vero amico, di nome Fochy. Fochy era
una foca che portava sempre con sé una cravatta a strisce, una
verde più chiara e una verde più scura. Un giorno si persero
nella grotta ghiacciata. Avevano molta paura, soprattutto
Pingu che disse facendosi prendere dal panico: “Ehi Fochy
secondo me….moriremo tutti e due!”
Fochy rispose, un po’ preoccupato: “Ma no che non moriremo!
Riusciremo ad uscire stanne certo!”
Camminarono per ore e ore e ore fino a che non trovarono la
fine della grotta dove c’era il più crudele degli animali che
vivevano lì e cioè la tigre glaciale. La tigre aveva delle zanne
lunghe e affilate era di colore marroncino chiaro con delle
unghie lunghe e affilate. Si chiamava Rudy e faceva spavento
solo a guardarla. Quando Pingu e
Fochy si trovavano di fronte a lei
la supplicarono in ginocchio di non
mangiarli. La tigre disse: “Ragazzi io
ho fame! Qualcosa devo mangiare
quindi o mi procurate
dell’abbondante cibo, oppure vi
sbranerò per pranzo”.
I due amici impauriti chiesero a
Rudy : “Cosa dobbiamo fare per
salvarci la pelle?”
E la tigre disse loro: “Io vi
accompagnerò fuori da qui e voi
dovrete procurarmi un cinghiale
per pranzo. Avete un’ora di tempo
dopo di che vi mangerò”.
Così li fece uscire dalla grotta, Pingu e Fochy si misero in cerca,
guardarono per tutti i ghiacciai …ma niente! Nessun cinghiale!
Intanto la tigre si strusciava le zampe soddisfatto!
L’ora era passata e Rudy disse: “TEMPO SCADUTO! ora sarete il
mio pranzo”.
Pingu e Fochy iniziarono a gridare e a piangere terrorizzati. La
tigre si avventò verso di loro e all’improvviso si fermò e fece:
“Paura è!!!…ci siete cascati!?! ho appena mangiato e sono
davvero sazio e poi … la vostra carne non mi piace. A me piace
solo la carne di bradipo!!!!
……ma se volete possiamo giocare insieme ?”
Pingu disse: “O mio dio ………. Che paura credevo che tu fossi
davvero cattivo!!”
Fochy rispose: “è sì… e proprio vero il detto: can che abbaia non
morde!... ma adesso andiamo a giocare!”
Pingu esclamò: “Sì andiamo!”
Margherita Palese
La principessa Aurora, nota come la Bella Addormentata,
ha un grosso, anzi, grossissimo problema: Aurora deve
addormentarsi, ma non ci riesce! E la fiaba? Come può andare
avanti?
Chiamano streghe,
stregoni, maghi…
tutte le creature
fantastiche dicono che
è impossibile farla
dormire.
Ad un certo punto,
arriva un uomo
qualunque, un dottore
mai visto fuori dalla
sua amata farmacia.
Dalla giacca enorme, tirò fuori un boccettino. Era un intruglio
puzzolente, verde, giallo, ma specialmente rosso, fatto da lui
stesso e se ci si metteva un dito dentro si avvertiva caldo, ma
allo stesso tempo freddo. Precisamente erano le magie e
pozioni di tutti i maghi racchiuse in quella ampolla, e in più ci
aveva aggiunto tre tipi di sonniferi differenti. Ma come poter
fare per fare bere la pozione alla principessa?
-Abbiamo assunto i più bravi maghi della città e con una
potente magia, finalmente abbiamo fatto addormentare la
principessa- disse il gran ciambellano di corte. Un sospiro di
sollievo! Arriva il principe, bacia la ragazza, facendo il suo
dovere ma … la principessa non si sveglia più!
Ma questa e un’altra storia che non ho voglia di raccontarvi.
Arianna Ferreri
Amichevole
Leale
Estremo
Super
Simpatico
Importante
Occhialuto

Cristiano
Importante
Notevolmente
Elettrico
Lealmente
Leale
Innocente

Alessio Cinelli
Ho conosciuto un tale di Lamporecchio
che mangiava con l’ orecchio

Ho conosciuto un tale di Venezia


che vive alla Spezia

Ho conosciuto un tale di Torino


che non sta zitto neanche un secondino

Ho conosciuto un tale di Siracusa


che non accetta alcuna scusa

Ho conosciuto un tale di Agrigento


che ha uno strano accento

Ho conosciuto un tale di Livorno


che è meglio non aspettarlo al ritorno

Ho conosciuto un tale di Novara


che ballava in una bara

Samuele Telesca
Classe I C :
Balducci Lorenzo, Boccia Feliciarosa,
Cinelli Alessio, Desideri Valentina,
Ferreri Arianna, Fucentese Fabio,
Gallerini Gabriele, Giannotti Gianluca,
Grande Lisa, Marcelloni Giacomo,
Pacini Edoardo, Palese Margherita,
Rubino Sabrina, Spinelli Jacopo,
Tafi Greta, Telesca Samuele,
Volpi Chiara, Xhafa Igli.

Opuscolo realizzato dalla


professoressa

La Classe ringrazia per la


collaborazione
la prof.ssa Giacinti Michela
e il prof. Del Monaco Massimo

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