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Nota introduttiva

Guy Debord profeta di questi tempi oscuri


Quando Guy Debord mor, il 30 novembre 1994, Le
Monde gli dedic un lungo articolo intitolato Guy De-
bord, esteta della sovversione, una denizione riduttiva
che coglieva solo un aspetto della vita e dellopera di
colui che lo Stato francese avrebbe poi considerato nel
2009 uno degli ultimi grandi intellettuali della secon-
da met del XX secolo. Riconoscimento che sembra
paradossale, se pensiamo che proprio Debord e i suoi
amici situazionisti, pur non occupando mai le prime le,
inuenzarono in modo decisivo il Maggio 68 quando
fecero irruzione sulla scena politica con lobiettivo di-
chiarato di partire allassalto dellordine del mondo.
Un assalto che trovava la sua ispirazione teorica nelle
pagine della rivista Internationale Situationniste e in tre
lavori: Della miseria in ambiente studentesco, pamphlet
uscito nel novembre 1966 dalluniversit di Strasburgo,
il Trattato del saper vivere ad uso delle giovani generazio-
ni di Raoul Vaneigem e La societ dello spettacolo di De-
bord entrambi pubblicati nel novembre 1967. Del suo
libro Debord dir: stato scritto con lintenzione pre-
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NOTA INTRODUTTIVA
cisa di nuocere alla societ dello spettacolo, consape-
vole del fatto che non credo ci sia qualcuno al mondo
capace di interessarsi al mio libro, al di fuori di coloro
che sono nemici dellordine sociale esistente e che agi-
scono concretamente partendo da questa situazione.
Come mai allora questo riconoscimento ufciale a De-
bord da parte dello Stato che proprio di quellordine il
supremo garante? Una spiegazione si pu trovare nella
dimensione profetica delle sue opere, una dimensione
di cui Debord era pienamente consapevole e ero quan-
do scriveva: Non sono uno che si corregge. Posso van-
tarmi di essere un rarissimo esempio contemporaneo di
scrittore che non sia stato immediatamente smentito dai
fatti. Non voglio dire smentito cento o mille volte come
gli altri, ma neanche una volta. Che non sia supponen-
za autocelebrativa lo dimostra la bruciante attualit dei
Commentari, su cui interessante citare la riessione di
Giorgio Agamben, che con Debord corrispondette e
che gi nel 1990 scriveva: Senza dubbio laspetto pi
inquietante dei libri di Debord consiste nellaccanimen-
to con cui la storia sembra essersi adoperata a conferma-
re le sue analisi. Non solo, venti anni dopo la La societ
dello spettacolo, i Commentari sulla societ dello spettaco-
lo (1988) hanno potuto registrare in tutti i campi lesat-
tezza delle diagnosi e delle previsioni, ma nel frattempo
il corso degli eventi si accelerato dappertutto in modo
cos uniforme nella stessa direzione, che, a soli due anni
di distanza dalla pubblicazione di questo libro, sembra
che la politica mondiale oggi non sia altro che una messa
in scena parodistica dello scenario che esso descriveva.
In seguito per la parodia si sarebbe trasformata in
nuova tragedia, dalla violenza dello spettacolo allo spet-
tacolo ormai quotidiano della violenza reale in diretta
esibita in tutte le sue forme private dei serial killer e pub-
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bliche dei suprematisti bianchi come Breivik e Casseri,
che esaltano lidentit nellodio verso la modernit e i re-
ligiosamente diversi al terrorismo di massa, a sancire la
terribile affermazione di Jean Baudrillard che non poco
deve al pensiero di Debord: Oggi lunico sentimento
vitale resta lodio. in questa cupa prospettiva che si
colloca la previsione di Debord per il futuro dello spetta-
colo che non sar certo quello di nire in un dispotismo
illuminato (Commentari, p. 98) quindi ben pi simile
vien da pensare a quello delle antiche societ idrauliche
descritte nel 1957 da Karl August Wittfogel ne Il dispo-
tismo orientale, come peraltro lo stesso linguaggio domi-
nante oggi sta a indicare quando parla ossessivamente di
reti, canali, ussi, societ liquida, eccetera.
Debord un esteta della sovversione? Certamente nella
prima fase della sua vita, ma allora sarebbe pi pertinente
denirlo un esteta della provocazione, cui viene iniziato
dal movimento lettrista lanciato in Francia alla ne della
Seconda guerra mondiale da Isidore Isou, giovane rume-
no di origine ebraica, che giunto fortunosamente a Pa-
rigi propone nel 1945 un rinnovamento totale delle arti
partendo dalla disarticolazione, la decomposizione delle
parole appunto in lettere, di cui cogliere il suono, la mu-
sica. Una decomposizione che deve investire tutte le arti,
a partire dal cinema; ed la proiezione del lm Trait de
bave et dternit di Isidore Isou al festival di Cannes, nel
1951, a destare in Debord linteresse per cinema che lo
accompagner per molti anni. Partecipa brevemente alle
attivit del movimento lettrista da cui si distacca nel 1952
in seguito allo scandalo Chaplin quando insieme ad al-
tri compagni del movimento, in occasione di un viaggio a
Parigi di Charlie Chaplin diffonde un volantino dove tra
laltro si legge: Voi Chaplin siete limbroglione dei sen-
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timenti, il maestro cantore della sofferenza [] Il fuoco
dei riettori ha sciolto il trucco del sedicente mimo genia-
le svelando soltanto un vecchio sinistro e avido. Per Isou
troppo e prende nettamente le distanze. Allora Debord
crea nel novembre 1952 lInternazionale lettrista; nel frat-
tempo collabora alla rivista Ion, centre de cration, di cui
esce un solo numero, lo speciale sul cinema dellaprile
1952 che contiene la sinopsi della prima versione (con im-
magini) del suo lm Hurlements en faveur de Sade, il cui
titolo gli era stato suggerito da Isou. Quando viene pro-
iettato gli spettatori vedono uno schermo bianco, mentre
scorre una colonna sonora in cui frasi poetiche dtournes
dal loro contesto originario sono intervallate da lunghi si-
lenzi sullo sfondo di uno schermo nero, terminando con
24 minuti di silenzio e di schermo nero. Loperazione deve
servire ad accelerare nel cinema il processo di negazione-
decomposizione (che i lettristi chiamavano il ciselant) e
passare al progetto di superamento dellarte. Su questo
lm dir pi tardi Debord: lazione reale dellavanguar-
dia [] non stata [] avanguardia della pura assenza
ma sempre messa in scena dello scandalo dellassenza per
fare appello a una presenza desiderata.
LInternazionale lettrista anima una sorta di Saint Ger-
main de Prs clandestina che riuta le norme sociali, vi-
cina agli anarchici e ai marxisti rivoluzionari e gravita nei
bistrot frequentati da personaggi poco raccomandabili di
entrambi i sessi, locali legati ai quartieri di una Parigi che
lentamente sta scomparendo e che lui Debord, parigino
doc era nato nella Ville Lumire nel 1931 ricorde-
r sempre con nostalgia. Dopo la creazione della rivista
LInternationale lettriste nel 1952, il movimento fonda la
rivista Potlatch (donare in lingua chinook, nellaccezio-
ne di dono ricambiato, in uno scambio non mercantile)
che inizia le sue pubblicazioni nel 1954 con lambizioso
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programma di lavorare alla costruzione cosciente e col-
lettiva di una nuova civilt e che chiuder nel 1957. Lo
stesso anno, ad Albissola, Debord lancia lInternazionale
Situazionista cui aderiscono Michle Bernstein, che ha
sposato nel 1954, ed esponenti delle arti plastiche, amici
del pittore danese Asger Jorn, che ha vissuto lesperienza
di Cobra (il movimento artistico attivo dal 1948 al 1951,
il cui carattere internazionale sancito dal suo acronimo,
composto dalle iniziali delle citt dove vivono i suoi pro-
tagonisti: Copenhagen, Bruxelles e Amsterdam), e che
intratterr un lungo rapporto con Debord: lolandese
Constant che sostiene lurbanesimo unitario, gli italiani
Pinot Gallizio, Walter Olmo, Elena Verrone e Piero Si-
mondo, linglese Ralph Rumney. LInternazionale Situa-
zionista pubblica la rivista omonima di cui, tra il 1958 e il
1969, escono dodici numeri: si vende poco nelle edicole,
solo qualche centinaio di copie; viene per diffusa in ab-
bonamento o distribuita gratuitamente.
La nuova avanguardia artistica ha il suo testo fonda-
tore: Rapporto sulla costruzione di situazioni e sulle con-
dizioni dellorganizzazione e dellazione della tendenza
situazionista internazionale, opera di Debord, in cui si
sostengono i due temi centrali del movimento, la deri-
va e il dtournement. La prima si presenta come una
tecnica di passaggio rapido attraverso diversi ambienti.
Il concetto di deriva strettamente legato al riconosci-
mento di effetti di natura psico-geograca e allafferma-
zione di un comportamento ludico-costruttivo, quindi
non ha niente a che fare con i concetti classici di viaggio
e di passeggiata. Il dtournement deriva dalla passione
giovanile di Debord soprattutto per le Poesie di Lautra-
mont-Ducasse che si serviva di testi gi esistenti modi-
candoli per utilizzarli per nuovi scopi. Debord utilizza il
dtournement nei suoi lavori letterari e cinematograci,
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insieme con la psicogeograa larma pi forte contro
le avanguardie artistiche disposte a farsi recuperare dal
sistema; anche una tecnica di combattimento per riap-
propriarsi di parole, immagini, opere, riattivando il loro
potenziale poetico e sottraendole ai circuiti controllati
dal potere, offrendo a tutti gli strumenti per servirsene.
LInternazionale Situazionista fa propaganda e compie
provocazioni nelle manifestazioni ufciali per luso rivo-
luzionario delle arti, perch la crisi dellarte il sintomo
di un fenomeno ben pi vasto legato a nuove possibilit:
Noi parliamo di artisti liberi, ma la libert artistica non
possibile se prima non ci siamo impadroniti dei mezzi
accumulati dal XX secolo, che sono per noi i veri mezzi
della produzione artistica e che condannano coloro che
ne sono privati a non essere artisti di questo tempo []
Il dominio della natura pu essere rivoluzionario o di-
ventare larma assoluta delle forze del passato. Quindi
la costruzione di situazioni sostituir il teatro soltanto
nel senso in cui la costruzione della vita reale ha sostituito
sempre pi la religione. Limpegno politico di Debord si
precisa quando nel 1959 incontra il gruppo di Socialisme
ou barbarie di Cornelius Castoriadis, il cui pensiero ispi-
rer le sue posizioni sul mutamento antropologico pro-
vocato dallo spettacolo, ma si allontaner dal gruppo per
una diversa valutazione del sistema socialista jugoslavo,
basato su forme di autogestione che non convincono De-
bord. In quegli anni la Francia impegnata nella guerra
dAlgeria esperienza traumatica non solo per i soldati
impegnati nel paese nordafricano, ma anche per i civili
della metropoli e nel 1960 Debord rma il Manifesto
dei 121 contro la guerra dAlgeria, pur non assumendo
mai posizioni terzomondiste.
Nel frattempo continua la sua attivit cinematogra-
ca. del 1959 il cortometraggio Sul passaggio di alcune
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persone attraverso una brevissima unit di tempo, lequi-
valente lmico di Mmoires, incentrato sulla stessa et
delloro insuperabile e irrimediabilmente perduta, per
Debord: Ci si inabissa. Ci si separa. Gli anni passano
e non abbiamo cambiato nulla. Come i lm successi-
vi si compone di un testo letto dalla voce fuori campo
di Debord su immagini sse o in movimento: vedute di
Parigi, soprattutto dei quartieri che ama, immagini dei
suoi complici nei bistrot, estratti di lmati di attuali-
t, di pubblicit. Nel terzo lm Critica della separazione,
realizzato nel 1961, la critica sociale pi articolata, ma
persiste il ricordo malinconico della giovanile stagione
lettrista a Parigi: I quartieri di una citt sono a un certo
livello ancora leggibili. Ma il senso che hanno avuto per
noi personalmente non si pu trasmettere, cos come
tutta questa clandestinit della vita privata, sulla quale si
hanno solo documenti risibili.
Debord dirige lInternationale Situationniste, che
ora si avvale della collaborazione di Raoul Vaneigem e
dellungherese Attila Kotnyi; gli artisti si allontanano
e vengono prodotte le tesi di Amburgo il cui conte-
nuto si pu riassumere nella tesi di Marx su Feuerbach:
bisogna realizzare la losoa a cui i situazionisti ag-
giungono che bisogna superare e realizzare larte.
cos che a partire dallarte moderna dalla poesia dal
suo superamento, da ci che larte moderna ha cercato
e promesso, a partire dalla piazza pulita, per cos dire,
che ha saputo fare nei valori e nelle regole del compor-
tamento quotidiano, oggi vediamo riapparire la teoria
rivoluzionaria che nella prima met del XIX secolo era
derivata dalla losoa (dalla riessione critica sulla lo-
soa, dalla crisi e dalla morte della losoa).
Verso la seconda met degli anni 60, si prolano i pri-
mi segnali di un grande sommovimento in cui i situazio-
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nisti svolgeranno un ruolo di primo piano, a partire dal
novembre 66, quando distribuiscono agli studenti di
Strasburgo la brossura anonima, ma scritta in gran parte
da Mustapha Khayati, il cui titolo completo : Della mi-
seria in ambiente studentesco considerata nei suoi aspetti
economico, politico, psicologico, sessuale e soprattutto intel-
lettuale, e di alcuni mezzi per porvi rimedio. Il testo ebbe
uninuenza decisiva nei fatti del maggio 68 come rileva
Pascal Dumontier (Les Situationnistes et mai 1968, tho-
rie et pratique de la rvolution (1966-1972), d. Grard
Lebovici, 1990).
Nel marzo 1968, a Nanterre, lInternazionale Situazio-
nista grazie ai rapporti con gli Enrags guidati da Ren
Riesel, che aderir allInternazionale nel giugno successi-
vo si pone in alternativa al movimento ufciale del 22
marzo che punta soprattutto alluniversit, mentre lobietti-
vo dei situazionisti portare il movimento nelle fabbriche
con scioperi selvaggi e occupazioni, scavalcando i partiti di
sinistra e i sindacati per colpire il cuore economico del si-
stema. Verso la met di maggio sembra effettivamente che
una rivoluzione sia alle porte, il presidente della Repubblica
generale de Gaulle prende contatto con gli alti vertici mi-
litari per valutare un possibile intervento dellesercito, ma
dopo la grande manifestazione popolare del 13 maggio, gli
accordi di Grenelle del 27 maggio prevedono miglioramen-
ti economici e normativi per i lavoratori e il clima politico si
distende. Tutto allora stato vano? No. Debord il 10 giugno
scrive a un corrispondente italiano: Abbiamo quasi fatto
una rivoluzione [] lo sciopero stato scontto (soprat-
tutto da parte della CGT) ma la crisi della societ francese
durer a lungo; non a caso lultimo numero della rivista
che esce nel 1969 si apre con il titolo: Linizio di unepoca.
Debord che era stato il fondatore e il principale anima-
tore della IS tra il 1957 e il 1971, decide il suo scioglimento
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quando ritiene che abbia fatto il suo tempo e che alcuni
dei membri dopo il successo del 68 considerino il situa-
zionismo una rendita di posizione. Ancora una volta vuole
evitare ogni recupero da parte del potere, ogni contami-
nazione da parte della logica dello spettacolo. Se le idee
del situazionismo sono diventate di moda allora bisogna
scioglierlo, perch, scrive: Non ci siamo mai mischiati
agli affari, alle rivalit e alle frequentazioni dei politici pi
gauchistes o dellintelligencjia pi progressista. E ora che
possiamo vantarci di avere acquisito tra questa canaglia la
pi rivoltante celebrit, noi stiamo per diventare ancora
pi inaccessibili, ancora pi clandestini. Quanto pi le no-
stre tesi saranno famose, tanto pi noi stessi saremo oscu-
ri (G. Debord, La vritable scission dans lInternationale,
p. 80, Fayard, 1998; Champ Libre, 1972).
Nel 1971 Debord incontra Grard Lebovici che, oltre
a essere una gura chiave nel mondo cinematograco
francese, dirige le ditions Champ Libre fondate nel
1968 con lo scrittore Grard Gugan che pubblicano
testi della sinistra radicale, i manifesti del Fhar (Fronte
omosessuale di azione rivoluzionaria), Les Habits neufs
du prsident Mao di Simon Leys e una nuova edizione
della Societ dello spettacolo. Lebovici affascinato da
Debord, i due hanno la stessa et e un comune gusto
della sda, della provocazione e dello scontro, come
testimonia soprattutto la Correspondance de Champ
Libre,(voll. I e II, d. Grard Lebovici, 1978 e 1981),
e subito nanzia la produzione di tre suoi lm: ladat-
tamento della Societ dello spettacolo nel 1973, poi, nel
1975, un cortometraggio in forma di pamphlet: Ricusa-
zione di tutti i giudizi sia elogiativi che ostili che nora
sono stati espressi sul lm La societ dello spettacolo, e
nel 1978 quella che pu essere considerata la sua opera
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pi matura In girum imus nocte et consumimur igni (una
frase palindroma), in cui fa un bilancio del suo percorso
estetico e politico rievocando con malcelata nostalgia i
fatti del Maggio: un bel momento quando parte un
assalto contro lordine del mondo. Al suo inizio quasi
impercettibile, ma ben presto si avverte che, qualunque
cosa accada, nulla sar pi come prima (In girum, p.
261). Tutti lm di Debord vengono proiettati in conti-
nuo nello Studio Cuja, la sala cinematograca che Le-
bovici ha comprato solo a tale scopo.
A partire dal 1972, Debord esercita una grande in-
uenza sulla casa editrice consigliando la pubblicazione
di autori come Baltasar Gracin e Carl von Clausewitz, e
altri meno noti, ma non per questo meno importanti per
la storia delle idee e soprattutto per comprendere il per-
corso intellettuale dello stesso Debord. Ne ricordiamo
tre che in tal senso ci sembrano i pi signicativi. Au-
gust von Cieszkowski, losofo polacco del XIX secolo,
uno dei giovani hegeliani, fondatore della losoa della
praxis con i Prolegomeni alla storiosoa, che inuenza-
rono il pensiero di Moses Hess e del giovane Marx, pub-
blicati da Champ Libre nel 1973; Jean-Baptiste Cloots
detto Anacharsis, nobile prussiano di origini olandesi
che partecipa con entusiasmo alla rivoluzione francese,
proclamandosi oratore del genere umano e cittadino
dellumanit ma anche ateo militante, quindi, mal visto
da Robespierre, che sostiene il culto dellEssere supre-
mo: giudicato un estremista, per di pi straniero e vicino
agli hebertisti, viene ghigliottinato nel 1794. Su di lui
Champ Libre pubblica nel 1977 il libro di Georges Ave-
nel, Anacharsis Cloots. LOrateur du genre humain, la cui
prima edizione risale al 1865. Grande importanza nelle-
laborazione del giudizio negativo di Debord sui regimi
del socialismo reale ebbe poi certamente il mantovano
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Bruno Rizzi, cofondatore nel 1921 del Partito comunista
dItalia, che lascer nel 1930 esprimendo le sue critiche
sia verso la politica dellUrss, dove vede laffermarsi di
una nuova classe egemone attraverso lapparato buro-
cratico del partito in tutte le sue articolazioni, sia verso il
Comintern ritenuto al servizio dei soli interessi sovietici.
Da queste riessioni nascer la sua opera pi famosa, La
bureaucratisation du monde pubblicata a Parigi nel 1939
(la prima parte sar edita da Champ Libre nel 1976),
nella quale allarga lo sguardo su un fenomeno che ritie-
ne planetario: il lavoro di Rizzi sar ampiamente utiliz-
zato da James Burnham per la sua The Managerial Revo-
lution del 1941.
Lattenzione di Debord verso gli autori politici non
gli fa dimenticare la letteratura, in particolare la poesia,
entrambi questi interessi convivono, quasi alimentando-
si a vicenda. Cos, sempre per Champ Libre, nel 1979
traduce dal castigliano le Stanze sulla morte di suo padre
di Jorge Manrique, vissuto nel XV secolo e considerato
uno dei pi grandi poeti spagnoli, e la testimonianza di
un anarchico della Colonna di ferro, Protesta di fronte
ai libertari del presente e del futuro sulle capitolazioni del
1937, che gli ha fatto conoscere una sua amica spagnola.
La Spagna gli entrata nel sangue, la sente come la sua
casa lui, randagio per scelta perch l vivono ancora
i veri anarchici, ma anche colei che chiama in Pangy-
rique lAndalusa, la sua ultima passione cui dedicher
molti soggiorni a Siviglia.
Nel 1984 il rapporto tra Lebovici e Debord si spezza
tragicamente, quando la sera del 5 marzo leditore vie-
ne assassinato al volante della sua auto nel parcheggio
dellavenue Foch a Parigi: quattro colpi sparati a bru-
ciapelo da una calibro 22 Long Rie; il corpo sar ri-
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trovato il mattino dopo; lassassino, una persona di cui
Lebovici probabilmente si dava, non sar mai scoperto
(Jean-Luc Douin, Les jours obscurs de Grard Liberovici,
Stock, Paris 2008) Debord si trova ora improvvisamente
al centro dellattenzione, proprio ci che aborrisce: vie-
ne interrogato dalla polizia, si ventila addirittura una sua
complicit nellomicidio, la stampa ne traccia un ambi-
guo prolo. Questa volta per si difende pubblicamen-
te, querela per diffamazione e ottiene giustizia. Nel 1985
pubblica Considerazioni sullassassinio di Grard Lebo-
vici, dove, oltre a delineare un suo autoritratto, attacca
i pennivendoli del sistema della menzogna spettacola-
re, smontando i meccanismi della falsa testimonianza,
dellinsinuazione e della disinformazione, pane quoti-
diano dei media; vieta la diffusione dei suoi lm in Fran-
cia no alla sua morte, ma presente in modo sempre
pi signicativo nel catalogo di Champ Libre diventato
ditions Grard Lebovici. Lira di Debord giusticata,
visto come lha trattato la stampa. Per LHumanit (lor-
gano del Pcf che ben ricorda il ruolo svolto dai situazio-
nisti contro la Cgt e il partito nelle giornate di Maggio)
: un intellettuale tanto misterioso quanto grossolano
[] fondatore e poi affossatore dellInternazionale Si-
tuazionista. Per il quotidiano borghese France-Soir De-
bord : lapriti-sesamo di quegli ambienti clandestini
dellanarchia pi distruttiva che tanto affascinavano
Grard Lebovici. Questultima denizione di Debord,
forse quella per lui pi irritante, perch riduttiva. In-
fatti vero che i situazionisti gi allinizio degli anni 60
credono in una prossima rivoluzione sociale e guardano
ad esempi del passato quali il luddismo, la Comune o
linsurrezione delle Asturie. Basti leggere questi passi
della Internationale Situationniste: Cos come la prima
organizzazione del proletariato classico stata prece-
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duta alla ne del XVIII e allinizio del XIX secolo da
unepoca di gesti isolati criminali che miravano a di-
struggere le macchine della produzione, che toglievano
il lavoro alle persone, oggi assistiamo alla prima appari-
zione di unondata di vandalismo contro le macchine del
consumo, che ci tolgono certamente la vita. Bisogna
riprendere lo studio del movimento operaio classico in
un modo disincantato [] I successi apparenti di que-
sto movimento sono dei grandi fallimenti (il riformismo
o linsediamento al potere di una burocrazia statale) e
i suoi fallimenti (la Comune o la rivolta delle Asturie)
sono no ad oggi i suoi grandi successi, per noi e per il
futuro. tuttavia un errore, alla luce di queste affer-
mazioni, considerare Debord e i suoi amici quasi i padri
putativi dei casseurs e black block che reciteranno la pa-
rodia del 68 negli anni successivi e anche in tempi mol-
to pi recenti. In realt il riferimento ai tre grandi moti
sociali consegnati alla storia era congruo per Debord
che si muoveva in una prospettiva rivoluzionaria e quin-
di anti-istituzionale, o meglio ancora anti-establishment.
Prospettiva poco chiara ai luddisti, mentre lo era agli
occhi della borghesia inglese che non esit a reprimere
il moto utilizzando le truppe gi impegnate sul fronte
iberico contro Napoleone e decretando la pena di morte
per chi rompeva le macchine tessili: non furono pochi
gli impiccati. La spietatezza della repressione rivelava la
gravit del pericolo corso da quella borghesia che nel
corso del XIX secolo avrebbe imposto la sua egemonia
economica e la sua Weltanschauung in tutto il pianeta.
Diverso lo scenario in cui si collocavano le vicende della
Comune e della rivolta asturiana, ma entrambe con una
forte, distruttiva carica anti-istituzionale. Certamente le
analogie con il luddismo erano quelle pi pregnanti, ba-
sti ricordare, si parva licet, che, subito dopo il Maggio,
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NOTA INTRODUTTIVA
chi imbrattava o strappava i manifesti pubblicitari a Pa-
rigi correva dritto, certo non sulla forca, ma in galera,
quasi avesse compiuto un gesto sacrilego. Il dispotismo
dello spettacolo muoveva allora i suoi primi, decisi passi:
venti anni dopo Debord ne traccer il preciso identikit.
La morte di Lebovici segna una svolta nella vita di De-
bord, che rilancia il suo lavoro critico e tre anni dopo pub-
blica i Commentari, ispirati soprattutto dalla situazione
della Francia e in particolare dellItalia che ben conosce
per i suoi soggiorni e le frequentazioni con i vecchi com-
pagni dellInternazionale Situazionista. In queste pagine
rileva la convergenza tra le due precedenti organizzazioni
dello spettacolo, quello concentrato (nazionalsocialista e
sovietico) e quello diffuso (nordamericano), nello spetta-
colo integrato, la forma pi avanzata di dominio che ha
nei due paesi latini la sua terra di elezione. Menzogna,
corruzione, ruolo determinante dei servizi segreti di varie
obbedienze sono elementi non patologici, ma connatura-
ti, si direbbe ontologicamente, alla nuova forma del po-
tere il cui modello organizzativo e antropologico quello
della maa.
Gli ultimi anni della vita di Debord sono segnati dai
primi sintomi di una malattia che anche lesito delle
sue frequenti libagioni iniziate in giovent nelle caves
della Rive Gauche: non a caso un grande estimatore
di Omar Khayym, il grande poeta persiano che scris-
se diverse quartine in onore del vino. Di tutto questo
Debord era pienamente consapevole, come si legge alla
ne del lm Guy Debord, son art, son temps, che realiz-
za poco prima di morire: Malattia chiamata polinevrite
alcolica, diagnosticata nellautunno 1990, inizialmente
quasi inavvertibile, poi progressiva, diventata realmente
dolorosa dalla ne di novembre 1994. Come in ogni ma-
lattia incurabile molto meglio non cercare, n accettare
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GUY DEBORD PROFETA DI QUESTI TEMPI OSCURI
di curarsi. lopposto della malattia che si pu contrar-
re per una spiacevole imprudenza, richiede invece la fe-
dele ostinazione di tutta una vita.
Si suicida nella sua propriet di Champot-Bas, nellAl-
ta Loira, il 30 novembre 1994.
Nel gennaio 2009 lo Stato francese decide di classi-
care tutti i suoi archivi nel patrimonio nazionale oppo-
nendosi alla loro acquisizione da parte dellUniversit di
Yale, che aveva offerto 2,75 milioni di euro. Secondo il
decreto questi archivi rivestono una grande importanza
per la storia delle idee della seconda met del XX secolo
e per la conoscenza del lavoro, sempre controverso, di
uno degli ultimi grandi intellettuali di questo periodo
(Journal ofciel de la Rpublique franaise, 12 febbraio
2009). La Biblioteca nazionale di Francia ha rmato nel
marzo 2010 un accordo con Alice Becker-Ho erede uni-
versale di Debord che aveva sposato nel 1972. Oggi il
fondo Debord conservato nel Dipartimento dei mano-
scritti della Bnf sotto la segnatura NAF28603.
Fausto Lupetti

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