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L'EDITORIALE

giugno 2014.

Vorrei soffermarmi questo mese (anche se lo feci su di un editoriale di poco tempo fa),su Federica GUIDI, ma
non solo ovviamente. Quale prima considerazione nei riguardi di un Ministero quale lo Sviluppo Economico,
avrei sperato che, avendo esperienza (ed affezione?), essendo stata tre anni alla guida di una associazione
(presidente regionale dei giovani imprenditori di Confindustria dell'Emilia-Romagna, se ne interessasse
pertanto di quelle che ruotano intorno al suo attuale dicastero, in quanto di diretto contatto in relazione alle
varie autorizzazioni ministeriali. Per non girare intorno, mi riferisco a quelle regolamentate da DPR di cui alle
direttive europee di prodotto. E non sono poche, n secondarie. Ella, in passato, stata riconosciuta capace
di imprimere svolte in tema di ricerca ed innovazione,
certezza del diritto (dolce musica per chi vi scrive), rilancio delle liberalizzazioni e varo di nuove relazioni, non
solo industriali. Analizzando il suo finora daffare e considerando che una ''tosta'' (similitudine di coraggio), non
mi pare che emergano significazioni tali da identificare la sua azione nel ministero come positiva. Quelle doti
che in passato sono oggettivamente emerse e che hanno portato a pi di un risultato, dovuto anche alle sue
aperture (possibilit di diretti contatti per esporre le problematiche), oggi, con questo seppure molto importante
incarico, non si vedono: scriverle? Certo, se i componenti del suo Gabinetto fossero stati informati del chi
l'organismo notificato e quale la differenza con l'organismo abilitato senza,
pertanto, frettolosamente accantonare l'argomento, figlio di genitori i quali perseverano di quella rivoltante
abitudine di non dare alcuna risposta. Parlarle? Ma figuriamoci! Tentare di motivare l'esigenza di un colloquio?
Avanzare una proposta per far uscire dalle secche abitudinarie di tale ministero il retaggio passato? Pura
illusione. E allora come possono le associazioni svolgere il loro corretto compito se l'interlocutore al quale si
devono rivolgere, assente o presenzialmente invisibile? E' dura. Eppure avevamo sperato! Partendo proprio
da alcune sue affermazioni di chi, come Marchionne, ne condivideva e sosteneva in fatto di ''Italia=regole
vecchie'', vecchie, appunto, come quelle che ancora esistono nel suo Ministero.
Se al primo posto ella pone, e ne condividiamo, il merito, ci si chiede come possa essere espresso in assenza
di nessuna possibilit di valutazione. E conseguentemente, ci si domanda quale attenzione sia stata finora
dedicata alle PMI di tali ''Organismi'', posto che nella sua storia professionale ne abbia potuto direttamente
conoscere. E dove finito quell'amore verso la concertazione? Un concetto assolutamente, perfettamente
sconosciuto al suo criticatissimo predecessore, Zanonato, che Letta, al momento di decidere, avrebbe fatto
bene a chiedere consigli. Abbiamo anche sperato che la ministra, decisionista, desse attuazione al nuovo
Regolamento del suo Ministero ma, se a qualche casella stato provveduto, nessuno ne ha finora saputo. E,
allora, se di speranza si pu morire, almeno ci si lasci il....canto: che ci aiuter a sopportare meglio quanto non
condividiamo e che anche Renzi...canterebbe!
La nuova Direttiva 2014/33/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, ai fini
dell'armonizzazione degli Stati membri relative agli ascensori e ai componenti di sicurezza per tali impianti, ha
visto la luce, di pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea (L. 96/251 del 29/03/2014): se non
volete
leggerla tutta, potete meglio conoscerla attraverso quanto il nostro storico consulente sugli ascensori ne dice
nella sua relazione. Da questo momento, ''dovrebbero'' iniziare le...danze per la predisposizione del
Regolamento di attuazione a cura del suddetto Ministero dello Sviluppo Economico; seppure mancano due
anni per la transizione della legge, la sua piena applicazione non potr non fare riferimento a quanto di cui al
citato Regolamento. La storia del precedente Dpr (162/99) insegna come il nostro Paese si distinse per essere
l'ultimo, ed in ritardo, a recepire l'attuale direttiva 95/16/CE vissuta peraltro 19 anni, anche con alcune
modifiche. In quegli anni, di predisposizione del Regolamento attuale, l'allora Ministero, dapprima
''Industria'' e poi ''Attivit Produttive'', chiam a collaborare (non esistevano allora gli ''Organismi'') alla stesura
del documento finale le
Associazioni delle Imprese di Costruzione, e manutenzione, degli
ascensori. Esisteva, allora, il mai dimentico ''Ispettorato Tecnico
dell'Industria'' che, siccome funzionava, si pens (male) di
smantellarlo. Il Direttore Generale, Ammassari, (persona capace,
aperta, squisita) affid il compito di tessere le fila di costruzione del
nuovo Regolamento, al citato suo Ispettorato con il quale il
sottoscritto (delegato dalla pi importante associazione
rappresentativa delle quasi mille imprese ascensoriste) inizi a
collaborare nell'insieme delle altre due (Anie AssoAscensori) e Conpiai.
Numerose furono le riunioni in 18 mesi, tenute il quel di Via Molise
(oggi sede centrale del Ministero stesso), prima di approdare alla
costruzione finale del DPR 162/99. Oggi, non troppo presto per
parlarne solo ad accostarne del tempo occorso in precedenza, non si sa
nulla di cosa frulli nella testa della Ministra Guidi; tuttavia, vorremmo
richiamare la sua attenzione, se possibile!, sulle discrasie che hanno
causato non pochi problemi all'operativit degli Organismi Notificati i
quali, come noto, oltre alla certificazione di conformit del prodotto,
provvedono a quella delle ispezioni periodiche degli impianti stessi
unitamente ai manutentori, incardinate nel Regolamento attuale.
L'augurio che si costituisca, prima possibile, quell'indispensabile
''T.A.L.'' Tavolo Analisi Lavoro'' al quale si ritiene indispensabile la
partecipazione delle due suddette Parti in causa ma, aggiungendovi
cos come l'esperienza di questi quindici anni ha dimostrato - quella
delle associazioni degli Amm.ri Cond.li di cui alle 950 mila verifiche
periodiche (oggi biennali, in precedenza annuali), pertanto
dell'assunzione di responsabilit di cui il DPR attuale tiene per molti
aspetti indenni, non ritenendo diversamente auspicabile che almeno la
maggiore o le due maggiori di queste associazioni(Anaci-Anammi)
possano completare il suddetto tavolo. Laddove il MiSE farebbe bene
ad individuare, oltre al ...4 o 5 piano di Via Sallustiana del civico
''53'', un Dirigente, o Funzionario (allora uno solo, ma esperto di tali
impianti), al quale assegnare le redini colloquiali di un dialogo il cui
discorso porti al coagulo di definizione ai fini della nuova
regolamentazione, implementando ma correggendo le evidenti
storture dell'attuale. Appare pertanto di tutta evidenza come non si
possa prescindere, in relazione all'interlocutore P.A., dalla certezza di
persona con profonda conoscenza nel settore e della sua Normativa
Tecnica di impianti ed ascensori, avendone possibilmente nella
complessiva accezione di storia, esperienza e problematiche; non
infine, la naturale propensione ad un dialogo concreto ed essenziale.

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