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Iraq
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di Noam Chomsky 8 luglio 2014
Scritto per teleSUR English, che partir il 24 luglio.
Albert: Alcuni guru stanno commentando che il caos attuale in Iraq la conseguenza del fatto che le forze
statunitensi hanno lasciato il paese troppo presto. Come affronti tale argomento?
Chomsky: Virtualmente senza eccezioni, la mazzata statunitense ha gravemente danneggiato la societ
irachena, risalendo a 50 anni fa, quando inizi lintervento diretto statunitense con lappoggio a un colpo di stato
militare. Negli anni 80 Washington appoggi con forza linvasione dellIran da parte di Saddam, uninvasione che
fu fortemente distruttiva per entrambi i paesi. Un genere di contenimento duale di genere particolarmente
sadico. Lammirazione statunitense nei confronti di Saddam era cos forte che quando la guerra termin il
presidente Bush I invit addirittura gli ingegneri nucleari iracheni negli USA per un addestramento avanzato sulla
produzione di armi nucleari e nellaprile del 1990 invi una delegazione senatoriale di alto livello, guidata dal
futuro candidato Repubblicano alla presidenza John Dole, per trasmettere i suoi caldi saluti al suo amico Saddam
e per assicurargli che avrebbe dovuto ignorare i commenti ostili che apparivano sulla stampa USA. La
trascrizione disponibile ed parecchio sbalorditiva, motivo, immagino, per cui a malapena nota.
Pochi mesi dopo Saddam commise il suo primo errore: ignorando o forse fraintendendo gli ordini e invadendo il
Kuwait. Saddam comprese rapidamente il suo errore e cerc un qualche modo per ritirarsi senza essere
schiacciato da un attacco statunitense. Bush non ci stette. Come ha spiegato in discussioni interne il Capo di
Stato Maggiore Colin Powell, se gli USA avessero permesso a Saddam di ritirarsi, avrebbe lasciato un governo
fantoccio e gli stati arabi ne sarebbero stati tutti felici. In poche parole avrebbe fatto esattamente quello che gli
USA avevano fatto a Panama pochi mesi prima, salvo che i latinoamericani non furono per nulla felici.
Gli USA scatenarono poi una guerra devastante, distruggendo gran parte dellIraq, ben oltre qualsiasi cosa
avesse a che fare con il cacciare Saddam dal Kuwait, cosa che probabilmente avrebbe potuto essere ottenuta
mediante negoziati, anche se i media furono attenti a cancellare lopzione negoziale, che non era benvenuta a
Washington. Dopo il grandioso trionfo, ottenuto con mezzi quali il seppellimento di povere reclute irachene nella
sabbia con i bulldozer, Bush fu in grado di dichiarare trionfalmente che quello che noi diciamo, si fa, e il mondo
avrebbe fatto meglio a capirlo.
Poi arrivarono le sanzioni di Clinton, che devastarono ancor pi la societ civile. Cera una componente
umanitaria: il programma Petrolio in Cambio di Cibo [Oil for Food]. Questo programma fu gestito (sotto gli auspici
dellONU) da diplomatici internazionali molto stimati, Dennis Halliday e Hans Von Sponeck. Entrambi si dimisero
per protesta, descrivendo le sanzioni come genocide. Limportantissimo libro di Von Sponeck sul tema, A
Different Kind of War [Un genere diverso di guerra] sottoposto a un efficace bando negli Stati Uniti (e in Gran
Bretagna). Le sanzioni hanno devastato la societ civile, rafforzato il dittatore, costretto la popolazione a
dipendere per la sopravvivenza dal suo sistema di distribuzione e probabilmente lo hanno salvato dal destino di
una lunga serie altri mostri appoggiati dagli USA che sono stati rovesciati dallinterno: Somoza, Marcos, Duvalier,
Mobutu, Suharto e altri personaggi graziosi; pi recentemente Mubarak e altri.
Poi arrivata linvasione statunitense-britannica, che ha distrutto gran parte di ci che era rimasto e ha anche
creato un conflitto sunnita-sciita che sta oggi facendo a pezzi lIraq e che ha diffuso il proprio veleno in tutta la
regione. Lesercito, armato e addestrato per decenni dagli USA, crollato quando ha dovuto affrontare poche
migliaia di insorti e i loro sostenitori locali. Saddam era indubbiamente un mostro, come molti altri appoggiati dagli
USA quando facevano comodo. Ma sotto il suo dominio la societ non solo funzionava, ma stava progredendo
considerevolmente, ben pi di altre del mondo arabo.
E difficile evitare la conclusione del comandante dei marine David Shoup, con riferimento alla guerra degli USA
in Vietnam: Credo che se avessimo tenuto le nostre mani corrotte da dollari sporchi di sangue fuori dagli affari di
queste nazioni cos piene di gente depressa e sfruttata, loro sarebbero arrivate a una soluzione conforme ai
propri progetti e alla propria volont, per la quale lottano e lavorano.
Albert: I media convenzionali fanno sembrare lISIS (lo Stato Islamico dellIraq e del Levante) in Iraq
parecchio orrendo, con lattuazione di esecuzioni di massa. Come valuti queste affermazioni?
Chomsky: Penso siano parecchio accurate.
Albert: Cosa pensi delle varie politiche USA, concrete o proposte, in Iraq: invio di addestratori militari,
fornitura di armi al governo iracheno, pressioni sul governo iracheno perch estenda la propria base, uso
di droni e di forze aeree per appoggiare il regime iracheno e invio di truppe statunitensi di terra?
Chomsky: Gli iracheni descrivono spesso linvasione statunitense come evocativa delle orrende invasioni
mongole del tredicesimo secolo; e a ragione. Come molti altri in giro per il mondo, il paese stesso in larga
misura una creazione dellimperialismo europeo, con i suoi confini tracciati per garantire alla Gran Bretagna (non
alla Turchia) il controllo dei campi petroliferi del nord e per bloccare un facile accesso al Golfo Persico (motivo
della creazione del principato del Kuwait, gestito dai britannici). Ma, bene o male, fu forgiata una nazionalit
irachena e la maggior parte degli arabi iracheni sembra voler tenere assieme il paese (i curdi sono unaltra
faccenda). Il paese oggi in difficolt davvero disperate. Senza un qualche genere di soluzione politica interna,
per quanto provvisoria e raffazzonata, difficile pensare a una qualche politica costruttiva, particolarmente da
parte di quelli che hanno brandito la mazza con effetti cos distruttivi per molti anni.
Albert: Obama ha annunciato che sta cercando 500 milioni di dollari di aiuti e addestramento militare per
gli oppositori veterani in Siria. Che cosa ne pensi?
Chomsky: La Siria sta barcollando verso la catastrofe. Lesito probabile un qualche genere di spartizione: una
regione governata da Assad, una regione separatista curda con un qualche grado di autonomia, forse alla fine
collegata al Kurdistan iracheno, e una regione gestita da milizie combattenti, forse con lISIS che crea una certa
misura di controllo. E difficile vedere come il coinvolgimento militare statunitense possa migliorare in qualche
modo lorrendo disastro, per essere gentili.
Se gli USA (e Israele) avessero avuto un qualche interesse reale ad appoggiare lopposizione ad Assad, cerano
alcune semplici misure che avrebbero potuto adottare. Ad esempio, se Israele avesse semplicemente mobilitato
forze sulle Alture del Golan (territorio siriano, annesso da Israele in violazione delle ordinanze del Consiglio di
Sicurezza), Assad sarebbe stato costretto a dispiegare forze al confine, alleviando la pressione sui ribelli. Non c
indicazione che idee simili siano mai state prese in considerazione.
Israele sembra non avere obiezioni a che gli arabi si scannino a vicenda. Ci indebolisce ogni opposizione
regionale al criminale espansionismo israeliano nei territori occupati e contribuisce anche alla preziosa immagine
di villa nella giungla. Anche gli USA probabilmente hanno considerato il regime di Assad come pi o meno il
meglio che potessero aspettarsi.
Da Z Net Lo spirito della resistenza vivo
www.znetitaly.org
Fonte: http://zcomm.org/zcommentary/iraq/
Originale: teleSUR English
traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione 2014 ZNET Italy Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

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