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PIANO PRODUTTIVO PER IL FORMAGGIO

GRANA PADANO DOP


2013-2015














Consorzio Tutela Grana Padano DOP
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INDICE


1. IL QUADRO NORMATIVO Pag. 3
2. IL CONTESTO DI MERCATO Pag. 4
2.1 I consumi di formaggio Pag. 4
2.2 Mercato e qualit del Grana Padano DOP Pag. 6
3. OBIETTIVI E REGOLE DEL PIANO PRODUTTIVO Pag. 8
3.1 Obiettivi del Piano Produttivo Pag. 8
3.2 Durata Pag. 9
3.3 Il punto di equilibrio e punto di riferimento complessivo Pag. 9
3.4 Contribuzione ordinaria Pag. 9
3.5 Contribuzione differenziata Pag. 11
3.6 Riassegnazione delle forme Pag. 14
3.6.1 Riassegnazione di fine anno Pag. 15
3.6.2 Riassegnazione agevolata per i piccoli-medi
produttori Pag. 15
3.7 Premio qualit Pag. 15
3.8 Nuovi produttori Pag. 16
3.9 Trasferibilit dei punti di riferimento Pag. 17
3.10 Impatto del Piano su altre produzioni Pag. 18
3.11 Ulteriori prescrizioni Pag. 19
3.11.01 Pag. 19
3.11.02 Pag. 19
3.11.03 Pag. 19
3.12 Conclusioni Pag. 20

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1 IL QUADRO NORMATIVO

Il presente Piano di regolazione dellofferta del formaggio Grana Padano DOP
avente validit triennale 2013-2015, approvato dallAssemblea dei Consorziati in
data 14/12/2012, redatto secondo le disposizioni contenute nel documento Linee
Guida per lattuazione dei piani per la regolazione dellofferta dei formaggi che
beneficiano di una denominazione di origine protetta o in una indicazione geografica
protetta, allegato al Decreto Ministeriale 0015164 del 12/10/2012, in applicazione
del regolamento CE 261/2012.
In particolare, come da disposizioni di tale regolamento, lobiettivo del piano
quello di disciplinare la gestione dellofferta del Grana Padano al fine di adeguarla
alla domanda.

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2 IL CONTESTO DI MERCATO
Ladeguamento dellofferta di Grana Padano risponde alle tendenze in atto nei
consumi del formaggio, sia a livello nazionale che estero. A tale proposito, bene
sottolineare come lattuale contesto economico, risultato di una crisi che ha colpito
prima di tutto le economie sviluppate, coniugato con un andamento schizofrenico dei
mercati agricoli e alimentari, ha creato forti tensioni sia sul lato dellofferta che
della domanda di prodotti lattiero-caseari. In conseguenza di ci, i produttori di
formaggio si sono trovati ad affrontare situazioni di mercato particolarmente
complesse e che con molta probabilit continueranno ad essere tali anche nel corso
dei prossimi mesi.

2.1 I consumi di formaggio
Le stime sui consumi complessivi e pro capite e delle produzioni di latte e formaggi
vedono una netta crescita soprattutto nei mercati extraeuropei. Sar quindi
determinante, soprattutto per i produttori italiani, riuscire non solo ad esportare,
ma anche a comunicare la qualit dei propri prodotti a consumatori quasi
completamente digiuni di latticini ( il caso in particolare della Cina, un mercato
dalle potenzialit imponenti). Per raggiungere tale obiettivo sar necessario
investire in campagne sia promozionali che informative, in modo che tali nuovi
clienti maturino una propria consapevolezza e proprie abitudini specifiche in
merito.

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Figura 1 Tasso di crescita annuale dei consumi totali e pro-capite di formaggio
per Paese (dimensione delle bolle=volume consumato nel 2011)
EU-27
USA
Turchia
Russia
Brasile
Egitto
Argent.
Canada
Cina
Messico
Giappone
Australia
Africa Sub
Sahariana
-1,0%
-0,5%
0,0%
0,5%
1,0%
1,5%
2,0%
2,5%
3,0%
0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0% 2,5% 3,0% 3,5%
C
A
G
R

c
o
n
s
u
m
i

p
r
o
-
c
a
p
i
t
e
CAGR consumi totali

Fonte: elaborazioni Nomisma su dati OECD-FAO Agricultural Outlook 2012.

Ad ulteriore conferma di quanto appena descritto, stime della Commissione
Europea mettono in evidenza come anche i consumi di formaggio nella UE 27 siano
in fase di stallo. Nonostante lUE-27 sia il primo consumatore di formaggio al mondo
(40% delle quantit consumate e primato nel consumo pro-capite, >16 kg), le
prospettive nel breve e medio periodo non sono positive a causa della stagnazione
dei consumi alimentari legata alla crisi economica e ad un elevato livello di
saturazione del mercato.
A ci importante aggiungere il possibile impatto legato allabolizione delle quote
latte che, negli anni immediatamente successivi a tale eliminazione, dovrebbe
condurre ad una crescita della produzione di latte a livello italiano di oltre il 2% con
una possibile e collegata riduzione del prezzo vicina al -10%. Analogamente, le
stime evidenziano un parallelo calo del prezzo dei formaggi pari al -5%.

Spostando la lente di ingrandimento sul mercato domestico, si osserva come la crisi
economica abbia colpito il potere dacquisto dei consumatori italiani con
conseguenze sui consumi alimentari e in parte sui lattiero caseari.

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Figura 2 Trend della spesa per consumi finali delle famiglie di prodotti lattiero
caseari* sul territorio economico (indice 2000=100)
90
95
100
105
110
115
120
125
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Valori correnti
Valori costanti*

*latte, formaggi e uova
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat.

Nel biennio 2011-2012, la crisi dei consumi ha colpito anche le vendite totali in
volume - di formaggi duri DOP. Le previsioni a cinque anni evidenziano per i
consumi in quantit di formaggi duri in Italia una riduzione media annua pari allo
0,5%, per un calo complessivo di circa il 2,3% (2011-2016). Per tali ragioni, come gi
riscontrato nel corso degli ultimi anni, in futuro sar sempre pi difficile non solo
incrementare i volumi commercializzati ma anche solo riuscire a mantenere gli
attuali livelli di vendite, evidenziando una volta di pi la forte necessit di
investimenti promozionali.

2.2 Mercato e qualit del Grana Padano DOP
Lultimo aspetto da considerare nellanalisi del mercato riguarda levoluzione della
qualit del Grana Padano in relazione allandamento del mercato dei prodotti
lattiero-caseari. Appaiono evidenti, infatti, gli effetti che la crisi di mercato del 2008
ha avuto sulla sostenibilit economica delle imprese produttrici di Grana Padano
con gravi conseguenze sulla qualit del prodotto (figura 3). Il riequilibrio tra offerta
e domanda che ha di fatto seguito nel 2010 e 2011 ha portato ad un miglioramento

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della qualit media del formaggio. Si osserva, infatti, come dalla seconda met del
2010 allinizio del 2012 la percentuale di sottoscelto marchiabile conformemente al
disciplinare sia tornata a livelli fisiologici.

Figura 3 - Quota di sottoscelto marchiabile (% gennaio 2007 - febbraio 2012)
9,1%
33,5%
15,6%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%

Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Consorzio Grana Padano DOP.

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3 OBIETTIVI E REGOLE DEL PIANO PRODUTTIVO
3.1 Obiettivi del Piano Produttivo
Il Piano di regolazione dellofferta del Grana Padano DOP ha lobiettivo di
disciplinare la gestione dellofferta del formaggio al fine di adeguare lofferta alla
domanda attraverso:
Consolidamento della presenza del prodotto sui principali mercati e
acquisizione di nuovi spazi di mercato
Promozione tutela della e miglioramento qualit
Il consolidamento e la conquista di spazi di mercato devono essere sostenuti da
unadeguata promozione e valorizzazione del prodotto, in relazione allandamento
dei consumi su scala nazionale e globale. Ci avverr col reperimento dai caseifici
delle risorse necessarie che avranno uno sviluppo pi che proporzionale a seconda
dei quantitativi da immettere sui mercati nazionale e mondiale, alla gradualit e
progressivit degli aumenti produttivi, alle crescenti difficolt di promuovere il
prodotto sia sui mercati maturi che sui mercati emergenti.
Il Piano Produttivo si configura anche come uno strumento per monitorare la
crescita produttiva ed evitare che si verifichino forti squilibri tra domanda e offerta
e conseguenti oscillazioni con gravi ripercussioni su tutta la filiera. Per questo
motivo, il Consorzio fissa tutti gli anni un Punto di Equilibrio (PE) di produzione
sotto al quale le risorse consortili dei contributi ordinari sono sufficienti per
sostenere i consumi. In caso di eccessi produttivi, il Consorzio si occuper di reperire
ulteriori risorse per sostenere i consumi (contribuzione differenziata) con il
potenziamento di mercati esistenti o la ricerca di nuovi mercati.
La promozione e tutela della qualit viene messa in pratica tramite limpiego delle
risorse raccolte con la contribuzione in progetti di comunicazione e valorizzazione
della qualit del formaggio. Inoltre, il Piano ha adottato nuove regole (Premio

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qualit) in grado di favorire i caseifici che mantengono elevati livelli qualitativi
della propria produzione e ci garantir una crescita della qualit sia effettiva che
percepita dal consumatore.
3.2 Durata
Il piano produttivo ha durata triennale.
In considerazione dellequilibrio del mercato e degli obiettivi raggiunti dal piano, il
Punto di Equilibrio sar rivisto annualmente.
3.3 Il punto di equilibrio e punto di riferimento complessivo
Sulla base dello scenario macroeconomico attuale e delle evoluzioni di mercato
previste nel breve-medio periodo, il Consorzio ritiene adeguato fissare il Punto di
Equilibrio in 4.500.000 forme come obiettivo di produzione da collocare sul
mercato. Tale Punto di Equilibrio riferito ad un livello di risorse da destinare agli
investimenti promozionali qualitativi di circa 26 milioni di euro.
A ogni caseificio viene assegnato un riferimento produttivo (punto di riferimento)
sulla base del maturato a fine 2012 la cui somma complessiva nel 2013 stimata in
4.580.160 forme. Il punto di riferimento produttivo deve intendersi riferito
esclusivamente al caseificio inteso come sito produttivo ed opificio da cui proviene il
formaggio Grana Padano contraddistinto da una determinata matricola.

3.4 Contribuzione ordinaria
Al fine di raccogliere le risorse necessarie per la promozione e valorizzazione del
prodotto sul mercato domestico ed estero, il Consorzio ha istituito un contributo che
ogni ciascun caseificio tenuto a versare per ogni forma di Grana Padano DOP
prodotta.
Nel corso dellanno, ogni caseificio versa mensilmente una contribuzione ordinaria
media di 5 euro/FF. (il range varia da 4,82 euro a 5,48 euro a seconda del peso delle
forme stesse) per il numero di forme prodotte ogni mese.
Allinizio dellanno successivo, sulla base della produzione realizzata lanno
precedente, il Consorzio effettua il calcolo dei contributi ordinari dovuti da ciascun
caseificio applicando una contribuzione ordinaria modulare. Il contributo viene

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applicato sulla base di fasce produttive pari al 5% del punto di riferimento
assegnato (tabella 1): il primo 5% varr circa 2,5 euro a forma e lultimo 5% varr
20 euro a forma. Inoltre, ogni forma prodotta oltre il punto di riferimento paga 20
euro a forma. Con una produzione pari al proprio punto di riferimento non cambier
nulla; se, invece, un caseificio produrr di meno avr un significativo risparmio a
valere sui contributi dellanno successivo o di quello appena concluso (avrebbe
diritto ad uno storno dei contributi). Mentre se produrr di pi avr un maggior
costo a valere sui contributi dellanno successivo o di quello appena concluso. Il
Consorzio fatturer o storner i conguagli e gli storni della contribuzione ordinaria
(e la contribuzione differenziata) nelle 12 rate mensili dellanno successivo.
A titolo di esempio, si riporta di seguito una simulazione su un caseificio che
produce 12.000 forme con un punto di riferimento di 10.000 forme.

Tabella 1 - Simulazione di contribuzione ordinaria a scaglioni (Caseificio XXX
con produzione =12.000 FF., riferimento=10.000 FF.)
Scaglioni /FF
N. forme
prodotte
TOTALE
1 5% 2,5 500 1.250
2 5% 2,6 500 1.300
3 5% 2,7 500 1.350
4 5% 2,8 500 1.400
5 5% 2,9 500 1.450
6 5% 3,0 500 1.500
7 5% 3,1 500 1.550
8 5% 3,3 500 1.650
9 5% 3,5 500 1.750
10 5% 3,6 500 1.800
11 5% 3,7 500 1.850
12 5% 3,8 500 1.900
13 5% 3,9 500 1.950
14 5% 4,0 500 2.000
15 5% 4,1 500 2.050
16 5% 4,2 500 2.100
17 5% 4,3 500 2.150
18 5% 7,0 500 3.500
19 5% 15,0 500 7.500
20 5% 20,0 500 10.000
OLTRE riferimento 20,0 2.000 40.000
TOTALE scaglioni 12.000 90.000
TOTALE mensile 5,0 12.000 60.000
Conguaglio 30.000


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3.5 Contribuzione differenziata
Nel caso in cui la produzione di uno o pi caseifici superi il punto di riferimento
assegnato, il Consorzio ha stabilito di adottare contributi aggiuntivi (rispetto a
quelli ordinari) a valere sullesercizio successivo, in relazione alle quantit prodotte
in eccesso. In questi casi, infatti, si manifesta una maggiore necessit di risorse da
destinare allincremento qualitativo e alla promozione al fine di commercializzare il
surplus produttivo. Le forme aggiuntive danno quindi origine ad una maggiore
contribuzione unitaria (contribuzione differenziata).
Il calcolo della contribuzione differenziata per singolo caseificio viene effettuato
allinizio dellanno successivo, quando il Consorzio ha a disposizione i dati definitivi
di produzione dellanno terminato di tutti i caseifici. Di seguito i principali
parametri necessari per il calcolo:
1. Produzione totale dei caseifici
2. Somma di tutte le forme prodotte in eccesso oltre ai singoli punti di riferimento
3. Somma di tutte le forme prodotte in meno rispetto ai singoli punti di
riferimento
4. Differenza fra la somma totale dei punti di riferimento e il Punto di Equilibrio

La contribuzione differenziata prevista per quelle forme prodotte in eccesso che
non beneficiano del meccanismo della compensazione.
La compensazione quel meccanismo che permette ai caseifici che producono oltre
al proprio punto di riferimento di compensare la produzione in eccesso con la minor
produzione dei caseifici che hanno prodotto al di sotto del punto di riferimento
assegnato. In questo modo, per i caseifici che hanno prodotto oltre il proprio punto
di riferimento, non si attiver la contribuzione differenziata sulle forme compensate
dai caseifici in difetto. Tuttavia, la compensazione si attiva quando la somma delle
forme prodotte in meno supera la differenza tra la sommatoria dei singoli punti di
riferimento e il punto di equilibrio.
Per il 2013 la differenza fra la sommatoria dei punti di riferimento e il Punto di
Equilibrio sar pari a forme 80.160.
Se tutti i caseifici produrranno esattamente quanto il proprio punto di riferimento,
non si attiver il meccanismo della compensazione e non si matureranno introiti

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dalla differenziata. Tuttavia, nel caso in cui alcuni caseifici producano oltre al
proprio punto di riferimento e altri al di sotto, necessario effettuare il calcolo della
compensazione e della potenziale differenziata. In prima istanza quindi, per
rispettare il PE ed evitare di far scattare la contribuzione differenziata, la minor
produzione dei caseifici che producono al di sotto dei propri punti di riferimento
dovr prima di tutto assorbire le 80.160 forme in eccesso, poi andare a compensare
le forme prodotte in eccesso dai caseifici che hanno superato i propri punti di
riferimento (tabella 2). Al termine di questa operazione, le forme prodotte in eccesso
ma non compensate da quelle prodotte in difetto entreranno nel calcolo della
contribuzione differenziata.
Si precisa che lintero importo delle somme aggiuntive rispetto al costo base medio
per forma saranno destinate a completare le risorse destinate allattivit
promopubblicitaria con particolare riferimento alle iniziative finalizzate ad
acquisire nuovi spazi di mercato prevalentemente allestero ma anche in Italia.
E, infatti, noto a tutti gli operatori che gli investimenti pubblicitari hanno due
finalit diverse: la prima destinata a creare valore al brand e generare ricordo e
memoria della marca, la seconda stimolare nuovi acquisti o acquisti aggiuntivi.
Nella seconda finalit vanno sicuramente ascritte tutte le iniziative sviluppate
presso i punti vendita, presentando il prodotto al consumatore nel luogo di acquisto
nonch tutte le attivit di divulgazione e promozione nei Paesi dove il brand non
ancora sufficientemente noto.
Orbene tutte le risorse aggiuntive saranno destinate esclusivamente a questa
seconda finalit.

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Tabella 2 Esempio di calcolo della compensazione e contribuzione differenziata
(n. di forme)
Punto di Equilibrio (PE) 4.500.000
Punti di Riferimento (PR) 4.580.160
PE-PR 80.160
n. FF prodotte oltre a singoli PR 198.400
n. FF prodotte al di sotto dei singoli PR 100.000
Forme prodotte 4.678.560
Forme compensate 19.840
Forme in differenziata 178.560
% FF compensate su FF in eccesso 10,0%

La distribuzione della totalit delle forme compensate ai caseifici che hanno
prodotto oltre il proprio punto di riferimento avviene in maniera proporzionale. In
altre parole, se possono essere compensate 19.840 forme pari al 10% delle forme
prodotte in eccesso, il Caseificio XXX (tabella 3), che ha superato il proprio punto di
riferimento di 2.000 forme, potr compensare il 10% della sua produzione eccedente
(2.000 FF. X 10% = 200 FF.). Di conseguenza dovr pagare una contribuzione
aggiuntiva (differenziata) per 1.800 forme.


Tabella 3 Esempio Caseificio XXX: principali parametri per il calcolo della
differenziata
N. Forme
PUNTO di RIFERIMENTO ANNO 2013 10.000
PRODUZIONE ANNO 2013 12.000
FORME PRODOTTE IN PIU 2.000
FORME COMPENSATE (Ipotesi 10%) 200
FORME IN DIFFERENZIATA 1.800


Una volta stabilito il numero di forme che vengono compensate e quelle che vanno
in differenziata, si procede al calcolo della maggior contribuzione unitaria (in
aggiunta alla ordinaria). Di seguito (tabella 4) si propone una simulazione del
calcolo del valore della contribuzione differenziata per il Caseificio XXX.


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Tabella 4 - Simulazione di contribuzione differenziata a scaglioni (Caseficio XXX)
Scaglioni* /FF
FF in
differenziata TOTALE
da 0% a 1% 5 100 500
da 1% a 2% 10 100 1.000
da 2% a 3% 15 100 1.500
da 3% a 4% 20 100 2.000
da 4% a 5% 25 100 2.500
da 5% a 6% 30 100 3.000
da 6% a 7% 35 100 3.500
da 7% a 8% 40 100 4.000
oltre 8% 40 1.000 40.000
Totale 1.800 58.000
*gli scaglioni fanno riferimento alla % del punto di riferimento del caseificio
3.6 Riassegnazione delle forme
Il criterio di riassegnazione viene stabilito dal Consorzio allinizio dellannata
quando stabilisce anche i singoli punti di riferimento con criteri omogenei e uguali
per tutti prevedendo quando necessario, secondo landamento del mercato, delle
temporanee maggiorazioni o decurtazioni e la quantit di forme da riassegnare
definitivamente a coloro che, pagando la differenziata, garantiranno un maggior
gettito di risorse promozionali che consentiranno lacquisizione di nuovi spazi di
mercato come definito al precedente punto 3.5.
Lassegnazione annuale aggiuntiva, meglio definita come riassegnazione, verr
stabilita di anno in anno sulla base degli andamenti dei mercati e sulle maggiori
quantit di consumi realizzate.
Il primo anno, al fine di rendere pi morbido limpatto nei confronti dei caseifici che
producendo di pi pagheranno la contribuzione differenziata, verranno assegnate
80.000 forme, pari all1,78% del punto di equilibrio.
In ogni caso viene comunque garantita una riassegnazione non inferiore allo 0,5%
del punto di equilibrio complessivo cos come definito al punto 3.3 (es. 0,5% X
4.500.000 FF. = 22.500 FF. da ri-assegnare). Qualora il saldo dei consumi esteri e
nazionali dellanno fosse superiore allo 0,5% (es. 50.000 FF. consumate in pi
rispetto allanno precedente) verr almeno garantita una riassegnazione pari alla
media tra il numero di forme corrispondenti allo 0,5% e il numero delle forme
consumate di pi nellanno e verr riassegnata la quantit risultante ((22.500 +
50.000):2= 36.250 FF.). La ri-assegnazione sar totale se la contribuzione

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differenziata raggiunger i 2.500.000 euro e proporzionalmente ridotta se la
differenziata sar inferiore.
Si riconferma che quanto soprascritto sar il minimo che il Consorzio assegner ai
caseifici che andranno in differenziata, fermo rimanendo il principio che
assegnazioni maggiori potranno derivare dal buon andamento di mercato.
3.6.1 Riassegnazione di fine anno
A tutti i caseifici che hanno maturato la differenziata verranno quindi assegnate un
numero di forme proporzionali alle somme pagate.

3.6.2 Riassegnazione agevolata per i piccoli-medi produttori
I caseifici il cui punto di riferimento uguale o inferiore a 20.000 forme vanno in
riassegnazione con il 160% del valore maturato in differenziata.
I caseifici il cui punto di riferimento compreso tra le 20.001 e le 30.000 forme
vanno in riassegnazione con il 140% del valore maturato in differenziata.
I caseifici il cui punto di riferimento compreso tra le 30.001 e le 40.000 forme
vanno in riassegnazione con il 120% del valore maturato in differenziata.
Tale disposizione assolve adeguatamente alla prescrizione normativa che indica non
debba essere creato pregiudizio ai piccoli produttori che risulteranno assai
avvantaggiati rispetto ai grandi produttori.
3.7 Premio qualit
Allo scopo di valorizzare la qualit del formaggio, il Consorzio ha istituito un
criterio di valorizzazione della qualit cos strutturato:
se la percentuale di formaggio Scelto
1
del singolo caseificio in differenziata
risulta maggiore all80%, scatta un incremento pari al 25% nella ripartizione
delle forme (esempio: un caseificio matura differenziata per 100.000 : va in
ripartizione forme per 125.000 );

1
Le categorie merceologiche del Grana Padano, cos come definite dalle CCIAA marchiabili sono, in ordine di
qualit, lo Scelto, lo Zero e lUno. La forma che non ha le caratteristiche previste dal disciplinare e quindi non
rientra in una di queste categorie viene retinata e immessa sul mercato come formaggio duro non marchiato.

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se la percentuale di formaggio Scelto del singolo caseificio in differenziata
risulta maggiore al 90%, scattano una riduzione del 10% del costo ed un
incremento pari al 25% nella ripartizione delle forme (esempio: un caseificio
matura differenziata per 100.000 ; paga 90.000 e va in ripartizione per
125.000 ).
3.8 Nuovi produttori
Il Consorzio si impegna a garantire laccesso di nuovi caseifici che decidessero in
futuro di produrre Grana Padano, come del resto avvenuto negli anni.

La possibilit di acquistare o affittare diritti produttivi (quote) anche parziali e non
solo lintero ramo dazienda, come invece avviene oggi va esattamente in questa
direzione. Lelasticit garantita da questo nuovo meccanismo conferisce ai caseifici
esistenti e agli eventuali nuovi caseifici una assai maggior possibilit di
adeguamento e ottimizzazione delle singole potenzialit produttive, potendo ognuno
realizzare al meglio i propri obiettivi di produzione.
Oltre allusuale reperimento di quote sul mercato il Consorzio, in ossequio ai
principi della Lex 201 del 22/12/2008, garantisce che un 10% delle forme
globalmente riassegnate lanno di nascita del nuovo caseificio e comunque non
inferiore allo 0,10% del punto di equilibrio complessivo, saranno destinate a nuovi
insediamenti.

Il costo per forma assegnata da pagare anticipatamente sar del 25% inferiore
allultima fascia della differenziata assommato al costo della contribuzione
ordinaria prevista per lultimo scaglione (esempio oggi: 40 + 20 = 60 25% =
45).
Tale somma risulta assai conveniente sia alla luce del valore del marchio,
facilmente verificabile da studi di primarie e imparziali societ specializzate in
materia, che del valore corrente di mercato delle forme vendute con il ramo
dazienda.


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Sar considerato nuovo produttore un caseificio che si insedi ex novo e non su una
struttura che abbia gi prodotto Grana Padano e che abbia una ragione sociale che
non sia in alcun modo riconducibile direttamente o indirettamente ad una societ
gestrice di un caseificio produttore di Grana Padano gi esistente (per evitare
strumentali duplicazioni).

Il nuovo produttore godr di questa assegnazione agevolata una sola volta e non
potr trasferire in vendita o affitto a terzi il proprio diritto produttivo (quota) per
tutta la durata del Piano Produttivo stesso e suoi rinnovi. Ci per evitare la
strumentale attivazione di caseifici finalizzata a reperire quote al valore inferiore
rispetto a quello corrente di mercato, da trasferire a soggetti gi attivi e quindi gi
dotati di proprio riferimento produttivo.

3.9 Trasferibilit dei punti di riferimento
Al fine di rendere pi elastica la gestione dei singoli punti di riferimento di ogni
caseificio consentendone la totale o parziale cessione ai caseifici che decidessero di
cessare o ridurre la propria produzione e di incrementarla ai caseifici che
decidessero di crescere ulteriormente o metterla a disposizione di nuovi caseifici che
decidessero di nascere, come peraltro gi citato allo specifico punto 3.8, consentita
la cessione o laffitto totale o parziale dei singoli punti di riferimento dei caseifici.
Tali affitti o cessioni, al fine di non creare pregiudizio al Piano, dovranno essere
notificate entro il 30/6 dellanno in cui si intendono attivare al Consorzio che,
verificata la posizione e lassolvimento degli obblighi della ditta cedente e affittante
verso il Consorzio valider latto.
Proprio nellottica di agevolare i piccoli caseifici o la nascita di nuovi, coerentemente
ai criteri indicati dalle norme vigenti (non creare pregiudizio ai piccoli produttori;
non rappresentare ostacolo per laccesso di nuovi produttori sul mercato), viene
adottato il presente provvedimento che avr validit per tutta la durata del
presente Piano.

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3.10 Impatto del piano su altre produzioni
Affinch il Piano non impatti negativamente su altre produzioni si proceder come
di seguito specificato:

Tutte le produzioni casearie del comprensorio del Grana Padano possono essere
destinatarie del latte che va a Grana Padano, il quale ha dei limiti pi restrittivi
circa lalimentazione delle bovine, il tempo di permanenza in stalla e la temperatura
di conservazione che conferiscono a tale latte una qualit, un costo produttivo e un
valore leggermente superiori allaltro latte e come tale in grado di sostituirlo in ogni
momento e infatti cos avviene in quanto numerosi caseifici da sempre, nei periodi
in cui il latte ha una minor resa casearia a Grana Padano, vendono il latte per la
destinazione latte fresco alimentare, formaggi molli o altre Dop meno selettive per
quanto riguarda le caratteristiche del latte quali ad esempio il Gorgonzola, il
Provolone o il Taleggio.
Inoltre il presente Piano prevedendo comunque una crescita annuale, seppure
variabile, di per se non pu influire negativamente su altre produzioni assorbendo
annualmente quantit crescenti di latte.

Ci nonostante verranno monitorati costantemente tre parametri/valori: quello del
latte fresco alimentare, quello del formaggio Asiago e quello del formaggio
Provolone Valpadana, anche utilizzando rilevazioni e proiezioni effettuate ed
elaborate da primari istituti e societ neutrali quali Istat e Clal.
Naturalmente tali parametri saranno analizzati nel contesto del comparto lattiero
caseario europeo e del valore del latte spot. Qualora i tre parametri monitorati
dovessero evidenziare difficolt di mercato perduranti nel tempo a causa
delleccessiva disponibilit sul mercato di latte del circuito Grana Padano si
attiveranno assegnazioni aggiuntive di formaggio Grana Padano che disincentivino
la vendita sul libero mercato di latte da parte dei caseifici produttori di Grana
Padano, incentivando quindi ulteriori produzioni di Grana Padano rispetto agli
obiettivi del Piano Produttivo in corso con il conseguente risultato di ridurre la
quantit di latte immessa sul mercato dal comparto del Grana Padano.


Consorzio Tutela Grana Padano DOP
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3.11 Ulteriori prescrizioni

3.11.1 Il presente piano non prevede alcuna fissazione di prezzi nemmeno a titolo
orientativo o di raccomandazione, che sono espressamente vietati.

3.11.2 Non prevede inoltre la facolt di rendere indisponibile al mercato alcuna
percentuale di Grana Padano gi prodotto e neppure di limitare la
produzione da farsi creando uneccessiva indisponibilit di formaggio Grana
Padano. Ci anche perch leffetto di una carenza di prodotto sul mercato
genererebbe una lievitazione dei prezzi al consumo che causerebbe una
riduzione dei consumi che, invece, in ogni sua parte fondante, il presente
Piano intende potenziare e sviluppare, tendenza confermata negli ultimi 7
anni (+13,06% della produzione). In coerenza a ci potr esclusivamente
prevedere, al fine di favorire e migliorare la qualit del formaggio da
immettere sul mercato, eccezionalmente lacquisto di formaggio da stagionare
e immettere sul mercato raggiunta la qualifica di Grana Padano Riserva
oltre 20 mesi det. Qualora ci si rendesse necessario dal punto di vista
qualitativo per migliorare sia la qualit percepita dal consumatore che quella
effettiva, in quanto alla categoria Riserva, come previsto dal disciplinare,
possono essere immesse solo forme di qualit eccellente, riguarder quantit
modeste e mai superiori al 2% della produzione e comunque potr essere
attivato solo eccezionalmente e preventivamente comunicato al Mipaaf.
Anche tale eventuale ed eccezionale iniziativa, se effettuata, risponder alla
prescrizione indicata di contribuire al mantenimento della qualit e allo
sviluppo del prodotto.

3.11.3 Dallimpianto e dalle disposizioni del presente Piano emerge con
chiarezza che mai creer pregiudizio, n potrebbe crearlo, per lapplicazione
dellart. 126 quater del Regolamento CE n.1234/2007 n mai provocher, n
potrebbe provocare, sul mercato del latte effetti che eccedono quelli
eventualmente previsti nellaccordo di cui al punto 4 delle linee guida
allegate al Decreto Mipaaf in oggetto, tutto ci anche perch nel Piano non

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esiste alcuno strumento che potrebbe consentire interferenze quali quelle in
questo punto citate.

3.12 Conclusioni
Il presente Piano stato progettato nellassoluto e totale rispetto del Decreto Mipaaf
del 12/10/2012 ispirandosi in ogni sua parte alle Linee Guida allegate a tale decreto.

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