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Valentina

Sono una ragazza di 19 anni e sono di Roma, e vorrei raccontare la mia esperienza,
un p per sfogarmi, e un p perch possa essere d'aiuto per qualcuna di voi. Verso
Gennaio del primo liceo scientifico, mi sono messa insieme ad un ragazzo della mia
classe, e non stato un amore folle da subito, ma comunque ci volevamo bene e
c'era molta passione tra noi, nonostante fossimo piccoli. Nell'estate successiva,
dopo sei mesi che stavamo insieme, mentre lui era in tunisia, scopro di essere
incinta, dopo la bellezza di 14 giorni di ritardo. Ne sono passati cos tanti per un
semplice fatto: pensavo che rimanere incinta a quell'et (15 anni) fosse una di quelle
cose che possono capitare ma che ''ti pare che succede proprio a me!!'' (quanta
immaturit...) Da quell'istante la mia vita cambiata, ma a differenza di quanto ho
letto in altre esperienze, accaduto qualcosa di strano. Dal momento in cui ho visto
il risultato del test, come se il mio cervello si fosse spento, come se fossi entrata in
coma. Tutto accadeva su di me passivamente, senza che io intervenissi, senza che io
mi sentissi realmente coinvolta. Forse inconsciamente stato un modo per
difendermi dal dolore. Cos ho riferito al mio ragazzo, spaventatissimo, e ai miei
genitori con una freddezza che faceva paura. Da l ho lasciato che gli altri
decidessero per me e per la vita di mio figlio. Il mio ragazzo voleva che abortissi
assolutamente, e mi ha assicurato che se lo avessi tenuto non lo avrebbe
riconosciuto. I miei genitori volevano lo stesso, perch non potevamo permettercelo
economicamente e perch volevano che io continuassi gli studi, e la mia vita. Io non
so cosa volevo, in quel momento ero morta, ricordo solo che pensai che crescere un
figlio da adolescente, senza diploma, senza denaro potevo quasi accettarlo, ma che
mio figlio sarebbe cresciuto senza un padre, questo proprio no. E cos avvenuto il
tutto. Ho firmato il consenso all'operazione davanti a una dottoressa che mi ha
detto ''firmi qui se vuole, ma se non vuole non cambia nulla, perch a noi bastano
anche solo le firme dei suoi genitori'' e subito dopo, con un sorriso davvero sadico,
mi ha rivelato la data in cui sarebbe nato mio figlio, circa il 26 aprile 2009,
disastrandomi cos tutti i 26 aprile degli anni successivi. Pochi giorni dopo entro in
un semi interrato di un ospedale, e passo la mattinata in una stanza su di un lettino,
con altre cinque donne che stavano li per il mio stesso motivo. Chi era stata
stuprata, chi aveva il marito che picchiava, chi non aveva soldi, e chi era stanca gi
con i figli che aveva. I medici che passavano per le varie cure preliminari, e mi
dicevano ''ma quanto sei piccola'' '' non dovresti stare qui'' ''sei una bambina'' ecc.
Continui e pesanti commenti che non facevano altro che farmi stare peggio. In sala
operatoria faceva molto freddo, e i medici mi dicono di contare fino a dieci, e che mi
sarei addormentata. Arrivo fino a otto e e mentre mi addormento, sento la radio
accendersi. Ricordo che c'era ''Home'' di Michael Bubl. Riprendo conoscenza nella
saletta dove aspettavo con le altre cinque, e inizio a piangere per molto, molto
tempo. Tutte loro al telefono con chi voleva sapere se era andato tutto bene, e il
mio telefono invece sembrava avesse il silenzioso. Solitudine pura, e indifferenza da
parte di chi sapeva cosa stavo facendo, anche nei giorni seguenti. I crampi dovuti
all'operazione mi colpivano durante la settimana successiva, mentre ero a scuola, e
dovevo mascherarlo per far si che nessuno se ne accorgesse. Mi sono svegliata dal
mio ''coma'' la settimana dopo l'aborto, e rendersi conto di ci che era accaduto
stato un trauma.
Sono passati quasi cinque anni ormai, e il mio ragazzo ha mantenuto la sua
promessa, rimasto con me, per tutto questo tempo. Ho avuto problemi gravi
psicologici e psichiatrici, ma quello che piu mi fa male che ancora oggi mi sento
sola, perch in cinque anni nessuno si impegnato a dirmi neanche una parola di
conforto, o ad ascoltarmi. Se devo essere sincera, non so se lo rifarei perch per
quanto ero immatura e per la mia situazione mio figlio avrebbe sofferto molto. Ma
se dovesse accadere oggi, a 19 anni, non abortirei per nulla al mondo, e ogni mese
spero segretamente che riaccada...

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