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=
> + =
=
+
+
+
2
0
) ( ) (
0 ) 1 )( 1 ( ) (
) 0 (
k k C k C
k i k C k C
C C
> + =
+ =
=
+
+ +
+
0 ) ( ) (
(*) ) 1 )( 1 ( ) (
) 0 (
2
2
0
k k k C k C
k i k C k C
C C
Come si pu vedere dalla (*) non ho assunto come ipotesi che linteresse venisse di
nuovo reinvestito: che senso avrebbe? Fino alla fine delleternit in tasca non
Rudi Mathematici
Numero 119 Dicembre 2008
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vedrei mai un euro di interessi per non parlare della cifra iniziale: autolesionismo
puro!
In questi termini possiamo scrivere che linteresse totale in corrispondenza
dellanno k-esimo
) ) ( ( ) 1 ( ... 2 1 ) (
0
2 2 2
C k C k k I + + + + =
,
cio le cedole incassate dal 1 al (k-1)-esimo anno pi il differenziale tra quello che
ho maturato alla fine del k-esimo anno e linvestimento iniziale.
Possiamo altres scrivere
) ) ( ( ) 1 2 )( 1 (
6
1
) ) ( ( ) 1 ( ... 2 1 ) (
0 0
2 2 2 2
C k C k k k C k C k k k I + + + = + + + + + =
+ +
Ora ci si dice che 2008 ) 20 ( = I , cio
2008 ) ) 20 ( ( ) 41 )( 21 ( 20
6
1
0
= +
+
C C
862 ) 20 (
0
=
+
C C .
Per cui le coppie ammissibili di (C0,i) che ci permettono di continuare il gioco
allinfinito sono quelle per cui:
=
>
+
+
) 2 ( 862 ) 20 (
) 1 ( 0 ) (
0
C C
k C k
La condizione (1) deriva dal fatto che se per un certo anno ) (k C
+
divenisse
negativo, il gioco muterebbe la sua natura e linvestimento diverrebbe di colpo un
mutuo ( un derivato!).
La (*) unequazione alle differenze nella variabile ) (k C
+
per la quale possiamo
adottare il metodo delle funzioni generatrici e serie formali esposto nei
Paraphernalia di RM111. (Dove tra laltro Rudy si chiedeva dove applicarlo con
profitto. Ecco questo mi sembra il caso)
Sottacendo quella cinquantina di carriage return sui fogli che contengono i
necessari passaggi algebrici, tanto per non appesantire lesposizione e comunque il
calcolo pi laborioso rappresentata dalla somma
=
3 2
1
2
) 1 (
2
) 1 (
1
x x
x x k
k
k
, in forma esplicita possiamo scrivere
) 3 (
2 ) 3 2 ( ) 1 (
) 1 (
) 2 )( 1 (
) (
3
2 2
3
0
i
i k i k
i
i
i i
C k C
k
+ + + +
+ +
+ +
=
+
Questa la formula che ci d allinizio di ogni anno, appena dopo la riscossione
degli interessi, la cifra in denaro lasciata in deposito. Imponendo la (2) nella (3)
otteniamo una funzione di C0 rispetto a i:
+ +
+ +
+
= 862
2 43 441 ) 2 ( ) 1 (
1 ) 1 (
1
3
2
3
21
20
0
i
i i
i
i i
i
C
Qui sotto ne presento il grafico
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Numero 119 Dicembre 2008
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E in formato tabellare i valori salienti:
i 0,05 0,07 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1
C0(i)
1698,
3
1122
692,8
9
221,2
1
96,07
2
49,85
3
29,42
8
19,11
8
13,34
3
9,832
2
7,554
6
5,998
7
A questo punto si tratta di discriminare tra le coppie (C0,i) ammissibili (che
formano il grafico precedente) quelle per le quali vale la condizione di positivit (1)
e tra queste quelle con C0 minimo. Il fatto che non ne ho trovate alcuna. Per ogni
coppia prima o poi ) (k C
+
diveniva negativa. Francamente non mi sorprende
molto, perch la condizione 862 ) 20 (
0
=
+
C C troppo stringente. Da un lato non
permette che il tasso dinteresse sia alto (perch altrimenti ) 20 (
+
C con un
andamento quasi esponenziale sarebbe facilmente superiore a
0
C ), dallaltro, con
un tasso basso, non riusciamo a compensare le cedole annoquadratiche dal primo
al 20-esimo anno. Rilassando il vincolo (2) esistono infinite coppie che consentono
alla capitalizzazione di sostenere lo specifico prelievo annuale.
Diciamo che rimango ancora perplesso!
Il Capo non ha voluto esprimersi, al riguardo, anche se andato in brodo di giuggiole per
le citazioni dei suoi PM.
5.1.2 Enne binomiale kappa; ma solo il numeratore
Come previsto, commenti inferociti non ne sono arrivati. Alice, nel preparare le S&N, si
era chiesta se sarebbe riuscita a confondere le carte in tavola proponendo due soluzioni
brevi di cui una giusta (ma poco giustificata) ed una sbagliata (ma ricca di un CVD
lapidario ed una dimostrazione elegante), ma come ci aspettavamo non ha convinto
nessuno. I commenti erano solo chiarificatori, su un problema ragionevolmente facile, che
riportiamo qui:
Preso un intero di partenza e moltiplicato per i nove (lui incluso fanno dieci) numeri
successivi, si ottengono sempre almeno due zeri al fondo. Qual il primo numero per
cui dopo aver applicato questoperazione ed eliminato tutti gli zeri al fondo, lultima
cifra un dispari?
Come si diceva, invece di commenti arrabbiati, sono arrivate altre soluzioni. Una in
particolare, quella di Br1, troppo lunga per essere contenuta qui, labbiamo messa sul
sito: http://www.rudimathematici.com/Bookshelf/EnneBinomialeKappaDiBr1.pdf. La
delusione di Alice non solo perch nessuno si arrabbiato, ma anche perch quasi
nessuno ha provato ad indovinare i nomi (o gli allonimi) dei due solutori... comunque non
esageriamo a giustificarvi il risultato, bastava fare una conta dei fattori di 5 necessari a
eliminare i fattori di due. Lasciamo un po di spazio agli altri problemi.
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5.2 [118]
5.2.1 Amebe teoriche
Il problema era il seguente:
Si definiscono amebe dei triangoli isosceli che, divisi in due parti da una linea
retta, generano due triangoli anchessi isosceli, anche se non necessariamente simili
alloriginale. Quali triangoli isosceli sono amebe?
Togliendo la restrizione che il triangolo originale sia isoscele, ma mantenendo la
richiesta che, una volta diviso da una retta, dia origine a due triangoli isosceli,
quali devono essere le caratteristiche dei triangoli-amebe? E se si consentisse anche
la divisione da parte di pi rette (purch sempre passanti per un angolo), generando
un certo numero di triangoli isosceli, quanti sarebbero?
Tra i due problemi proposti il mese scorso stato quello meno gettonato, e lo stesso
dovremo fare i salti mortali a scegliere delle soluzioni da pubblicare tra quelle di .mau.,
Tartaruga, Millenium bug, Zar, Alberto, Socram, Trekker, Cid, Caronte, Alberto
R, Andrea B, e dopo, quasi a voler seguire lordine alfabetico, Andrea C.. I lettori
abituali sanno bene che il criterio di scelta non ha niente a che vedere con labilit
matematica, ma solo con il senso estetico di Alice che impagina questa parte e con la
voglia che ha di riscrivere e sistemare nel formato RM i pezzi prodotti; ma opportuno
ripeterlo prima di andare avanti.
Per cominciare, vediamo la versione di Millenium bug:
Consideriamo il problema inverso.
Data unameba figlia (un generico triangolo
isoscele), cerchiamo la madre e la sorella (o
sono forse padre e fratello ?)
Prendiamo quindi un triangolo isoscele ABC
(AC=BC) e vediamo da dove pu essere nato.
Esaminando il DNA (Definizione Nostra
Ameba) dellorganismo deduco che ogni ameba
ha due vertici e un lato in comune con il genitore; inoltre il terzo vertice appartiene
a uno dei lati del genitore.
Ne consegue che trovo tutte i possibili genitori prolungando uno dei lati e fissando
sul prolungamento un punto D in modo che lessere che risulta collegando D
allaltro vertice, sia ancora unameba. Il tutto si riduce ai 3 casi della figura o,
volendo, anche i 3 simmetrici. Una rapida analisi geometrica porta a queste
conclusioni:
1. Tutti i triangoli rettangoli possono generare amebe, prendendo langolo retto
come vertice di scissione.
2. Tutti i triangoli isosceli con gli angoli uguali <45 possono generare amebe
3. Se due degli angoli stanno in rapporto 2, il triangolo genera amebe prendendo il
terzo angolo come vertice di scissione.
4. Se due degli angoli stanno in rapporto 3, il triangolo genera amebe prendendo
langolo triplo come vertice di scissione.
o, in alternativa:
4a. Se due angoli a e b sono tali che, b = 180-4a, il triangolo genera amebe
prendendo il terzo angolo come vertice di scissione.
5 La figura di Millenium bug.
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Lestensione a n rette uscenti dallo stesso vertice abbastanza semplice. Come
prima procediamo a ritroso, partendo dai figli. Partiamo da un generico triangolo
che genera 2 amebe. Prolunghiamo il lato opposto al vertice da dove parte la
scissione, da un parte o dallaltra, fino a generare nuove amebe.
Mi pare di capire che le regole generali siano le seguenti: detti a e b gli angoli
opposti al vertice di scissione, il triangolo si pu scindere mediante r rette in r+1
amebe se...
1. a = b 2
(n-m)
, con m e n due interi non negativi tali che n+m=r
2. a = g/2
n
, b = (180-2g)/2
m
, con g : ]0,90[ e m e n due interi non negativi tali
che n+m=r
Questi due casi si riducono ai precedenti per le coppie semplici di amebe, dove r=1
(cio m=0, n=1 oppure m=1, n=0).
Prima di passare ad altre analisi, ci pare opportuno inserire lintermezzo artistico di uno
storico soluzione di RM, Caronte, che per loccasione ha deciso di usare rime e metrica
anzich formule e grafici per dire la sua su questo problema:
Le due parti che tu vuoi
con due lati proprio ugual
ottenere tu le puoi
se il trigono original
di due goni disporr
lun dellaltro la met.
Lo schema ABABCC, meno frequente dellalternato ABABAB (che in qualche modo
richiama gli equilateri) e del baciato AABBCC (che ricorda nella metrica triangolare, gli
scaleni); insomma, uno schema poetico indubbiamente isoscele. Infine i versi sono
settenari, ovviamente prescelti per celebrare i 72 (/5) che giocano un ruolo importante
nel problema.
Vediamo ora che cosa si inventato Trekker:
Discutiamo prima i casi patologici, ovvero potendo considerare
un semplice segmento come un triangolo isoscele con angoli alla base nulli
e con vertice nel punto medio del segmento stesso, allora qualunque retta
passante per il vertice-punto-medio divide il triangolo-isoscele-segmento in
due triangoli-isosceli-segmenti;
una semistriscia rettangolare di altezza infinita come un triangolo isoscele
con angoli alla base retti e con un vertice improprio allinfinito, allora
qualunque retta parallela ai lati obliqui (e quindi passante per il punto
improprio) divide il triangolo-isoscele-striscia in due triangoli-isosceli-
striscia.
Questi due casi patologici mostrano che esistono amebe fertili (cio che si
riproducono generando figli che essi stessi sono amebe). Ma esistono altre amebe
fertili?
Proviamo ora ad affrontare il problema
partendo dal caso pi generale.
Consideriamo cio quali triangoli ABC (in
generali scaleni) sono in grado di generare
per singola scissione, partendo dal polo
B, due triangoli isosceli. Supponiamo che
ABD sia un triangolo isoscele con angoli
alla base pari ad , con 0<</2, e di base
AD generato per scissione dal polo B. Il triangolo scaleno genitore si trova
prolungando, oltre D, il lato AD fino al punto C tale che DC=DB, oppure
6 La 1a figura di Trekker.
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prolungando, oltre D, il lato BD fino al punto C tale che DC=DA oppure
prolungando, oltre B, il lato DB fino al punto C tale che BA=BC (nota: altri
triangoli scaleni genitori si ottengono, data la simmetria del triangolo isoscele, dai
tre precedenti per ribaltamento).
Il triangolo scaleno genitore ABC ha quindi, come facile verificare, una delle
seguenti terne di angoli:
1. (, -3/2,/2)
2. (3/2,-2,/2)
3. (/2, /2-, ).
Per trovare i triangoli isosceli amebe dobbiamo imporre che i triangoli genitori di
cui sopra abbiano coppie di angoli uguali (ovvero siano essi stessi triangoli isosceli).
Dobbiamo quindi risolvere le seguenti equazioni:
1. (, -3/2,/2)
a. = -3/2, cio = 2/5;
b. = /2, cio =0 (patologico);
c. -3/2 = /2, cio = /2 (patologico);
I triangoli amebe genitori hanno quindi angoli (2/5, 2/5,/5) ed i figli ABD e
BDC hanno angoli rispettivamente (2/5, 2/5,/5) e (/5, /5,3/5). Si noti che i
triangoli amebe genitori generano triangoli isosceli amebe fertili simili e
triangoli isosceli sterili (o, almeno, per quanto scoperto fino ad ora, non amebe
fertili simili ai genitori).
2. (3/2,-2,/2)
a. 3/2 = -2, cio = 2/7;
b. 3/2 = /2, cio =0 (patologico);
c. -2 = /2, cio = 2/5, gi trovato prima;
I (nuovi) triangoli amebe genitori hanno quindi angoli (3/7, 3/7,/7) ed i figli
ABD e BDC hanno angoli rispettivamente (2/7, 2/7,3/7) e (/7, /7,5/7). Si
noti che i triangoli amebe genitori generano triangoli isosceli sterili (o, almeno,
per quanto scoperto fino ad ora, non amebe fertili simili ai genitori).
3. (/2, /2-, )
a. /2 = /2-, cio =0 (patologico);
b. /2 = , cio = /2 (patologico);
c. /2- = , cio = /4, cio un mezzo quadrato;
I (nuovi) triangoli amebe genitori hanno quindi angoli (/4, /4,/2) ed i figli
ABD e BDC hanno angoli rispettivamente (/4, /4,/2) e (/4, /4,/2). Si noti
che i triangoli amebe genitori (mezzi quadrati) generano triangoli isosceli amebe
fertili simili (mezzi quadrati).
Adesso che abbiamo esplorato tutte le combinazioni possiamo dire che i triangoli
isosceli sterili lo sono proprio del tutto, ovvero non sono nemmeno amebe non
simili ai genitori.
Per risolvere il caso di scissioni multiple
partendo dal medesimo polo basta estenere il
ragionamento fatto prima. Ad esempio,
prendendo il primo caso esposto sopra,
prolungando ancora verso destra, oltre C, come
7 La 2a figura di Trekker.
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nella figura, con un segmento CE=CB, lultimo angolino a destra diventa /4 e
quindi un (non lunico) triangolo scaleno ABE che genera per doppia scissione dal
polo B tre triangoli isosceli ha angoli (,/4,-5/4).
Si intuisce che se dal polo B partissero N segmenti, con la medesima costruzione,
langolino di destra diventerebbe /2
n
. Naturalmente, inoltre, avremmo potuto
prolungare a sinistra, oltre A, oppure sia a sinistra che a destra ottenendo formule
un poco pi complesse da scrivere ma sostanzialmente analoghe. Lo stesso
ragionamento si pu rifare per gli altri due casi analizzati.
Un altro modo per trovare i
triangoli amebe a scissione
multipla via induzione.
Supponiamo di avere gi
trovato un triangolo n-
ameba (dal polo B) con
angoli (n,n,n). I triangoli (n+1)-amebe (dal polo B) successivi hanno angoli
(n,n+n/2,n/2) e (n/2,n+n/2,n) come illustrato nelle figure (3).
Analogamente si possono trovare i triangoli-
tangram, cio quelli decomponibili in triangoli
isosceli accostati in qualunque modo. Trovato il
primo (ad esempio un semplice triangolo
isoscele), per induzione, si trovano gli altri (si
noti che da ciascuno se ne possono generare, in
generale, altri 6), come illustrato nella figura
(4).
Per finire in bellezza, riportiamo la placida soluzione
di Alberto:
1 parte: Una retta divide un triangolo isoscele in altri due (fig. 1).
Soluzione: Costruito il triangolo iniziale si punti il compasso in A con
apertura AB fino ad intersecare BC in P . Da qui, con la stessa apertura, si
faccia CP AP = .
Osservazioni: La base AB del triangolo isoscele di
partenza il lato del decagono regolare poich risulta
= 36
n
n
n
F
F
e che 1
1
=
=
+
+
=
+ +
=
+
+ +
=
+ +
=
+
+
= =
+
+
+
+
+
+ +
+
+
0
0
0
0
1 2
2
1 2
1 2
2
1 2
1 2 2
2 2 1 2
1
1
1
1
1
lim lim lim
r
r
r
y
r y
y
x
y
y x
y x
F
F
F
y
F
F
y x F
y F x F
y F x F
x
y
r
n
n
n
n
n
n
n
n n
n n
n
n
n
n
2 parte: Una retta divide un triangolo scaleno in
due triangoli isosceli (fig. 2).
Soluzione: Dato langolo = A
e il lato
l AB = si punti il compasso in A con apertura AB
fino a incontrare la semiretta AC in P . Da qui, con
apertura BP, si intersechi la stessa in C . Il
triangolo ABC sar il triangolo iniziale
(generalmente scaleno) mentre ABP e BCP saranno i due triangoli isosceli
ottenuti dal taglio della retta BP.
Osservazioni: Risulta l AB AP = = ,
2
sin 2
l CP BP = = ,
+ =
4
cos
4
sin
2
sin 2 2
l BC .
12 La 3a figura di Alberto.
3 parte: Pi rette dividono un triangolo scaleno in pi triangoli isosceli (fig. 3).
11 La 2a figura di Alberto.
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Soluzione: Sia dato un punto O nel piano e due semirette uscenti da esso. Su
una di esse si prenda un punto A. Puntato il compasso in O con apertura OA si
intersechi laltra semiretta in
1
O . Da qui, con apertura
1
AO , si determini
2
O e
similmente ,... , ,
5 4 3
O O O finch si voglia. Il triangolo iniziale
n
OAO risulta diviso
da 1 n rette in n triangoli isosceli.
Prima di abbandonare del tutto il problema, vorremo dare una menzione speciale ad
Andrea B., giovane lettore e solutore, che mostra una capacit non comune di porsi
domande interessanti nellaffrontare i nostri problemi.
Grazie anche a tutti gli altri, soprattutto per i disegni fantasiosi, e lo sforzo artistico.
5.2.2 Problemi di Infinit(i/esimi)
Ed ecco il problema dei triangoli colorati:
Ogni punto del piano colorato o di giallo o di rosso. Bisogna dimostrare che, da
qualche parte, esiste un triangolo equilatero con i vertici dello stesso colore.
Il primo scoglio da superare, nellaffrontare questo problema, probabilmente psicologico.
I punti in un piano sono densi, mentre per visualizzare il problema opportuno
immaginare una sorta di griglia (e la quasi totalit dei solutori lo ha fatto,
immaginandola a struttura appunto triangolare) sulla quale i punti-vertice possono
trovare spazio. Una griglia del genere indubbiamente un sottoinsieme del piano, e
dimostrare che impossibile non avere tre punti di ugual colore ai vertici dun triangolo
equilatero su un tale oggetto implica, a fortiori, dimostrarlo per tutto il piano.
Non sappiamo dirvi la valanga di soluzioni che sono arrivate, cos tante che abbiamo
paura di dimenticarci qualcuno: Andrea, .mau., Frassa&Strepto, Tartaruga, Cid,
Sallustiobis, Br1, Millenium bug, Alberto, Mirtillo, Zar, Alberto R, Emanuele,
Agapets, Fabrizio, GaS, Val316. Sono tutte diverse nella forma, tutte identiche nello
spirito. Alcune sono arrivate addirittura sotto forma di animazioni, come gif animate o
programmi in Flash.
Non potremmo dare troppo spazio, siamo gi molto avanti con le pagine, in questo
numero. Ma qualcuna dovremmo farvene leggere, per esempio quella di
Frassa&Strepto:
Carissimi, devo raccontarlo anche a voi: questa sera ho visto frassa seduto al bar
dellISU che stava mangiando il trancio di pizza e leggendo come suo solito lInizio
e la Fine di RM.
Beh... dopo il trancio ha iniziato a bere il t e accortosi che non era finito (il t, ma
necessariamente anche RM)... Ha letto pure il resto! E ha scoperto due bellissime
cose: la prima che lelegante Hofstadter ha dato seguito allEterna Ghirlanda
Brillante, che lo ha fatto sognare ben 10 anni or sono, nella pi tenera et! E la
seconda che un Augusto Genitore ha scritto male i suoi appunti...
Dato che frassa non ha mai nulla da fare (intendiamoci, frassa, non io capirete il
perch) ha stuzzicato lintraprendenza dellinterlocutore davanti a lui e per ben 10
minuti hanno iniziato a parlare di come triangoli blu e rossi si potessero disegnare
in un piano! Dopo essersi accorti che il blu un colore che non esiste, non amando il
giallo, hanno deciso di inventare i loro punti personali, come potete vedere dal
disegno che anchio ho preso a loro! E non pensate che siano i loro nomi, di frassa e
del suo interlocutore J. Streptococco (che inoltre frassa ha convinto a iscriversi,
quindi potete aggiungere il suo indirizzo e-mail al gruppo!).
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Dicevo: non appena arrivati i frassa e gli
strepto, i nostri due interlocutori hanno per
deciso di capire quali triangoli NON si
potessero disegnare... E cos hanno disegnato
cose strane... E penso pure che quella grossa
R sia di quando parlavano di punti rossi e
blu... lasciatela perdere! Il fatto questo: se
senza perdere generalit i frassa sono finiti,
allora dove ci sono tanti strepto ci sar pure
un triangolino strep(i)toso! Se invece i frassa
e gli strepto si infastidiscono vicendevolmente infinitesimamente, allora succede
questaltro fatto: accade un paradosso!
Per amore di chiarezza ho cercato di riscrivere i loro
appunti ma erroneamente ho mischiato tutto assieme
e per cercare di rimediare al disordine ho numerato
tutto quanto. Lunica cosa paradossale mi sembra il
numero 6! Insomma... Com possibile che in 6 ci sia
solo un frassa o uno strepto, se il triangolo equilatero
146 con vertici uguali per non esistere vuole in 6 un
frassa, e il 3a56 vuole invece uno strepto?
Boh. Per lo meno mi chiaro che uno dei due triangoli
esistere deve proprio! Anzi... Mi sa che ce ne sono
nascosti pure tanti altri, nel piano! Tra laltro...
Occorre anche dire (quei due partono sempre
allimpazzata) che almeno il segmento 12 lo si trova subito no?! Se gli strepto sono
infiniti...
Non biasimatemi se vi do solo gli appunti... frassa e J. Streptococco sono sempre
persi a discorrere, ma io tra un giorno ho un esame!
Ma non sappiamo se si capito niente, ci siamo solo
divertiti molto a leggere la storia. Cos come il
disegno di Sallustiobis, che dovreste vedere qui di
fianco.
Dopotutto, tutta una questione di interpretazione:
Emanuele propone la seguente:
...ogni punto del piano... suppongo a
coordinate intere. Ma poi che sia colorato di
giallo o di rosso non capisco bene cosa voglia
dire. Comunque larea del triangolo equilatero
A = L^2/4(sqrt(3))
e poich L un segmento con estremi sui punti interi la sua lunghezza la radice
quadrata di un intero, e dunque L^2 un intero e quindi A un numero irrazionale
per via della radice di 3.
Ma il teorema di Pick d una formula semplice per le aree dei poligoni con
coordinate intere
A = i + P/2 - 1 con i = numero dei punti interi interni al poligono e p numero dei
punti interi sul perimetro. ovvero A razionale. Assurdo.
Dunque un triangolo equiangolo non pu avere n vertici rossi n gialli n dorati.
Che, a partire dalle sue premesse, completamente corretto.
13 Frassa&Strepto.
14 Frassa&Strepto.
15 Sallustiobis.
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30
E con questo tutto. E visto che siamo a dicembre, che per tradizione mese di auguri,
ne facciamo tanti, a tutti voi e alle vostre famiglie, da tutta la Redazione.
6. Quick & Dirty
Gli americani scrivono la data della loro festa nazionale (il 4 luglio) come 7/4; buona parte
del resto del mondo scrive questa data come 4/7. In queste due notazioni, quante date
nellanno sono ambigue?
7. Pagina 46
Prima soluzione
Se un numero a nellintervallo
1
1000 1000
+
>
m
a
m
,
Ci sono ovviamente m multipli interi di a della forma ma a a a , , 3 , 2 , che sono minori di
1000. Ora, se indichiamo con
1
k il numero degli interi dati che si trovano nellintervallo
2
1000
, 1000 , con
2
k quelli nellintervallo
3
1000
,
2
1000
e genericamente con
i
k quelli
nellintervallo
+1
1000
,
1000
i i
abbiamo in totale + + +
3 2 1
3 2 k k k numeri che non
superano 1000 e che sono multipli di almeno uno dei numeri dati; ma dalle condizioni del
problema sappiamo che tutti questi multipli devono essere diversi e quindi deve essere:
1000 3 2
3 2 1
< + + + k k k .
Resta da dimostrare che la somma dei reciproci di tutti gli interi dati minore di:
1000
4 3 2
4
1000
1
3
1000
1
2
1000
1
3 2 1
3 2 1
+ + +
= + + +
k k k
k k k ,
in cui abbiamo sostituito
i
k con
1
1000
+ i
(che sicuramente maggiore di
i
k ). Ora, abbiamo
che:
( )
( ) ; 2000 1000 3 2
3 2
4 3 2
3 2 1
3 2 1 3 2 1
3 2 1
< + < + + + + =
= + + + + + + + =
= + + +
n n k k k
k k k k k k
k k k
di conseguenza, la somma dei reciproci dei numeri minore di 2.
Seconda soluzione
Introduciamo una variazione nel ragionamento fatto qui sopra. Il numero dei termini
nella sequenza 1000 , , 2 , 1 che sono divisibili per lintero
k
a pari a
9
k
a
1000
. Dovendo
per le condizioni date il minimo comune multiplo tra due interi qualsiasi della sequenza
9
Le parentesi di Gauss indicano la parte intera della divisione al loro interno.
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Numero 119 Dicembre 2008
31
n
a a a , , ,
2 1
essere maggiore di 1000, allora nessuno dei numeri 1000 , , 2 , 1 pu essere
divisibile per due interi della sequenza
n
a a a , , ,
2 1
. Quindi, il numero dei termini della
sequenza 1000 , , 2 , 1 divisibili per almeno uno degli interi
n
a a a , , ,
2 1
pari alla
somma:
+ +
n
a a a a
1000 1000 1000 1000
3 2 1
.
Essendoci 1000 numeri nella sequenza 1000 , , 3 , 2 , 1 , evidente che:
1000
1000 1000 1000 1000
3 2 1
+ +
n
a a a a
.
Ma la parte intera di una frazione differisce dalla frazione medesima per meno di 1, e
quindi:
. 1
1000 1000
, , 1
1000 1000
, 1
1000 1000
2 2 1 1
>
>
>
n n
a a a a a a
Di conseguenza,
1000 1
1000
1
1000
1
1000
2 1
<
+ +
n
a a a
,
e quindi
2000 1000
1000 1000 1000 1000
3 2 1
< + < + + + + n
a a a a
n
,
da cui
2
1 1 1
2 1
< + + +
n
a a a
,
che la tesi.
Nota (a margine)
La stima di questo limite superiore pu essere resa molto precisa: consideriamo infatti
tutti i multipli dei numeri dati che non superano 500. Possiamo dire che
1
k degli interi
dati saranno maggiori di 500;
3 2
k k + degli interi saranno minori di 500 ma maggiori di
2
500
;
5 4
k k + di loro saranno minori di
2
500
ma maggiori di
3
500
e avanti cos. Come
nella prima soluzione segue dunque che il numero totale di interi minori di 500 e che
sono multipli di almeno uno degli n numeri dati vale:
( ) ( ) ( ) + + + + + +
7 6 5 4 3 2
3 2 k k k k k k .
Quindi :
( ) ( ) ( ) 500 3 2
7 6 5 4 3 2
< + + + + + + k k k k k k .
Notiamo ora che la differenza
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( ) ( ) ( ) [ ] + + + + + +
7 6 5 4 3 2
3 2 500 k k k k k k
Esprime il numero di interi minori di 500 che non sono multipli di uno qualsiasi degli
interi dati; e la differenza
( ) + + +
3 2 1
3 2 1000 k k k
Rappresenta il numero degli interi minori di 1000 che non sono di uno qualsiasi dei
numeri dati. Di conseguenza,
( ) ( ) ( ) [ ] ( ) + + + < + + + + + +
3 2 1 7 6 5 4 3 2
3 2 1000 3 2 500 k k k k k k k k k ,
da cui otteniamo:
( ) ( ) ( ) 500 3 2
6 5 4 3 2 1
< + + + + + + k k k k k k .
Resta da notare che:
( ) ( ) ( ) ( ) [ ]
. 1500 500 100
3 2 6 5 4 3 2
7 6 5 4 3 2
6 5 4 3 2 1 6 5 4 3 2 1
6 5 4 3 2 1
= + <
+ + + + + + + + + + + + <
+ + + + + +
k k k k k k k k k k k k
k k k k k k
Quindi la somma dei reciproci di tutti i numeri minore di:
1000
4 3 2
3 2 1
+ + + k k k
,
ossia minore di
+
2
1
1 .
Analogamente, se consideriamo i multipli degli interi dati non eccedenti 333, possiamo
provare che la somma dei reciproci dei numeri dati minore di
+
3
1
1 .
Si noti che il valore 1000 in questo problema pu essere sostituito da qualsiasi intero.
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8. Paraphernalia Mathematica
8.1 se passi da quelle parti
Non aspettatevi grossa obiettivit da parte di Rudy nel trattare questo argomento; per
prenderla alla lontana, cominciamo da una sua vecchia automobile (quella che aveva
prima di Tojo, per i futuri biografi).
Gi il nome non era gran cosa: Chamade, in francese, dovrebbe essere la musica
militare che si suonava per proporre al nemico di arrendersi. La Renault probabilmente
intendeva dire che aveva fatto una macchina talmente bella che le case concorrenti era
meglio se cambiavano mestiere, ma questa, almeno nel caso di Rudy, si rivelata una
vanteria bella e buona; la macchina aveva tutta una serie di problemini (sia costruttivi
che progettuali) che riportavano Rudy al secondo significato del termine; chamade
infatti, nellargot parigino significa cosa raffazzonata, messa insieme alla belle meglio,
e Rudy si sempre chiesto se il dare quel nome alla macchina non sia stato un sussulto di
onest di un progettista
10
.
Adesso vogliamo vedere come arrivi dalla tua vecchia Renault alla matematica.
Semplice: alla Renault lavorava un certo Charles Bzier, e le sue curve sono
esattamente quello di cui intendiamo parlare; data lantipatia di Rudy per la Renault, ci
affrettiamo a segnalare che queste curve sono state studiate anche da Paul de
Casteljau, che lavorava alla Citroen, e su questo secondo marchio non abbiamo nulla da
eccepire in quanto, come i pi attenti storiografi di questo gruppo sanno, la macchina di
Alice giustappunto una Citroen. Probabilmente, chiamarle Curve di de Casteljau
veniva troppo complicato.
Bene, come al solito cominciamo dalla pi semplice. Ossia, da una retta.
La curva, in questo caso, la retta (o meglio, il
segmento) passante per i due punti di inizio e
fine, come indicato in figura; giusto per
complicarci un po la vita, utilizziamo una
notazione vettoriale del segmento:
( ) ( )
( ) . 1
1 0
0 1 0
P t P t
P P t P t B
=
+ =
Con calma, che questa notazione non
particolarmente simpatica.
Per prima cosa, vi ripassiamo il concetto di differenza di vettori; partendo dallorigine,
tracciate i vettori sino ai punti dati; se scegliete un caso ragionevole, la somma dei due
la diagonale maggiore, la differenza la diagonale minore; ossia, nel disegno, in altra
notazione avete che
1 0 1 0
OP OP P P = .
Come dicevamo la notazione non simpatica, ma ha un grossissimo pregio; al variare di
t, descrive quel segmento ben preciso (e in un senso ben determinato); in particolare, si
vede facilmente che per 0 = t si annulla il coefficiente di
1
P , mentre per 1 = t resta solo
10
Non pensate che il problema di dare ad una macchina un nome imbarazzante sia limitato a questo caso: la
Fiat Dedra vendette malissimo nei paesi di lingua inglese, in quanto ben poca gente aveva intenzione di
mettersi alla guida di un topo morto (dead rat). In Giappone, la u muta quindi figuratevi come se l cavata
la Temp(u)ra. Sorvoliamo inoltre sul fatto che (sempre in Gran Bretagna) la Ritmo si ritrovava ad avere lo
stesso nome di un prodotto merceologico in lattice di gomma raramente presente nel ncessaire di uneducanda.
La pi semplice
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il termine significativo
0
P ; insomma, ( )
0
0 P B = e ( )
1
1 P B = e otteniamo una descrizione
parametrica del segmento; in particolare, abbiamo che:
2 2
1
1 0
P P
B
+
=
,
ossia otteniamo il punto a met strada tra
0
P e
1
P .
Adesso, proviamo a complicare la cosa; non due, ma tre punti, definendo una curva di
Bzier quadratica. In questo caso, abbiamo tre punti di controllo ( )
2 1 0
, , P P P , con
equazione:
( ) ( ) ( )
2
2
1 0
2
1 2 1 P t P t t P t t B + + = .
Anche qui, potete verificare facilmente che ( )
0
0 P B = e che ( )
2
1 P B = ; la cosa strana,
succede quando andate a cercare il punto
11
1
P ; infatti, non
sulla curva, ma serve a farla girare da quella parte; la figura,
probabilmente, rende tutto pi chiaro.
Ci serve ancora uno strumento, per capirci qualcosa, il resto
(quasi) tutta discesa.
Se anzich considerare t semplicemente un parametro lo
consideriamo come un tempo (di tracciamento della curva da
parte di un punto, ad esempio), possiamo derivare rispetto a t
lequazione della curva che , a tutti gli effetti, unequazione
oraria e otteniamo la velocit del punto che traccia la curva. Per
la curva quadratica (quella con tre punti) si ricava lespressione:
( ) ( ) ( )
( )( ) ( ) [ ]. 1 2
2 1 2 1 2
1 2 0 1
1 1 0
P P t P P t
P t P t P t t B
+ =
+ =
Ossia ( ) ( )
0 1
2 0 P P B = e ( ) ( )
1 2
2 1 P P B = , il che significa che il vettore velocit nei
due punti di inizio e fine curva punta verso il terzo punto.
Essendo il vettore velocit tangente alla curva, si scopre finalmente perch il tutto sia
stato inventato in Citroen (e Renault): se dovete raccordare due curve di una
carrozzeria, descrivendole con gli opportuni punti intermedi siete tranquilli che lunione
sar senza spigoli; basta che i due punti intermedi si trovino sulla stessa retta, e il gioco
fatto
12
.
La cosa funziona, evidentemente, anche per le curve cubiche, governate dalla posizione di
quattro punti e aventi equazione parametrica:
( ) ( ) ( ) ( )
3
2
2
2
1
2
0
3
1 3 1 3 1 P t P t t P t t P t t B + + + = .
11
Continuiamo a chiamarlo punto, in realt continua ad essere lestremo del vettore dallorigine al punto dato.
12
Prima che pensiate che diventare designer con questo aggeggio sia questione di cinque minuti: un vecchio
amico di Rudy, che faceva questo lavoro, lavorava normalmente raccordando curve con pi di sessanta punti di
controllo.
Tre punti, uno guida.
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Per mostrarvi la potenza del concetto di punto di controllo, vi diamo due diverse curve:
notate che lunica differenza tra luna e laltra che sono stati girati (il senso di questa
parola risulta chiaro dalla figura) i punti
2
P e
3
P ; non solo ma (per tornare allamico di
Rudy), se nella prima figura vi sbagliate e
inserite le coordinate del punto
2
P al posto di
quelle di
1
P e viceversa, vi ritrovate una
strana asola graziosa e ben raccordata, ma
possiamo garantirvi che come profilo del cofano
non un gran che.
Anche in questo caso, logicamente, vale la regola della facilit nel raccordare le curve, se i
punti di controllo sono allineati.
E a cosa servono, a parte a disegnare cofani che non ti piacciono?. Ottima domanda, che
vi permetter anche di giocarci; tanto per cominciare, se qualcuno di voi si diletta con
TEX, sappia che Donald Knuth ha disegnato i font utilizzando le curve di Bzier; il tutto
descritto nel libro MetaFont: the program che, se qualcuno ci dice dove trovarne una
copia gratuita (e legale) in PDF, potremmo anche ringraziare sentitamente. Non solo, ma
se a qualcuno di voi capitato di usare Impress dalla suite OpenOffice ( quello al posto
di PowerPoint), almeno nelle versioni 1.x era possibile tracciare delle curve di Bzier e
poi spostare i punti di controllo, facendo saltar fuori un mucchio di asole (Rudy non ha
cercato molto, ma nella versione 3 di OOo il comando sembra sparito, o almeno lo hanno
nascosto bene: qualcuno ha notizie in merito?).
Bene, torniamo seri. O, almeno, teorici.
A qualcuno potrebbe venire il dubbio che esistano un mucchio di descrittori per una data
curva; soprattutto se diciamo che una data curva di Bzier
pu sempre essere rappresentata da una curva (di Bzier) di
grado superiore: ad esempio, nella figura qui a fianco
abbiamo trasformato una curva controllata dai tre punti
( )
2 1 0
, , P P P nella medesima curva con punti di controllo:
=
+ =
+ =
=
2 3
2 1 2
1 0 1
0 0
3
1
3
2
3
2
3
1
P Q
P P Q
P P Q
P Q
e ottenete la medesima curva; in realt, esiste ununica curva (di grado minimo,
aggiungiamo noi) che soddisfi le condizioni date.
Si vede facilmente che quello che facciamo (almeno nel caso della cubica) non altro che
imporre determinate condizioni alla posizione e alla velocit nei punti iniziale e finale;
queste condizioni saranno funzione dei punti intermedi, ma il succo dato da queste
condizioni al contorno: determinate quelle, abbiamo lintera curva definita in modo
univoco.
Questo un caso particolare di un risultato pi generale ottenuto da Hermite, secondo il
quale esiste un unico polinomio di grado n-1 in grado di soddisfare n condizioni iniziali
sulle derivate di basso ordine in punti diversi; la dimostrazione classica procede per
assurdo, supponendo una differenza (polinomiale) tra i due polinomi, calcolando i valori
Se giro i punti
Complicarsi la vita
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Numero 119 Dicembre 2008
36
della funzione e delle derivate nei punti dati e dimostrando che per le condizioni iniziali
tutti i coefficienti del polinomio devono valere zero.
Questa unicit si rivela decisamente comoda se dovete calcolare ad esempio il valore
approssimato di un integrale; anzich la classica serie di rettangoli, che generano al posto
della curva originale una rozza spezzata, approssimate ogni intervallo attraverso le
opportune curve di Bzier (o di Hermite, se preferite) e integrate nel solito modo la marea
di polinomi risultanti: risultato pi preciso e decisamente pi elegante. Altro caso
(inverso del precedente) quando vi interessa ottenere la traiettoria di un sistema
descritto da una pletora di equazioni differenziali: dividete tutto in piccoli intervalli,
procedete per approssimazione numerica, et voil.
In realt in Renault non hanno inventato niente.
Infatti, questi polinomi sono un caso particolare del mostro che segue:
( )
( )
( )
=
n
k
k
k k n
x n
x t t
k n k
n
t B
0
,
1
! !
!
(si vede, che la x a pedice allinizio vettoriale? Di componenti
k
x ).
Questi aggeggi, che non abbiamo la minima intenzione di usare, sono noti come
Polinomi di Bernstein, e hanno alcune interessanti caratteristiche; qui non le staremo
ad esaminare, vi basti sapere che quella pi importante la generalizzazione
dellalgoritmo di de Casteljau: le restrizioni di ( ) t B
x n,
agli intervalli [ ]
2
1
, 0 e [ ] 1 ,
2
1
sono
anchessi polinomi di Bernstein esprimibili come ( ) t B
y n,
per un qualche vettore y che
semplice da calcolare.
Lenfasi che abbiamo messo sulla parola semplice significa che si pu fare, non che sia
conveniente; infatti, il motivo per il quale si utilizzano i polinomi di Bzier che sono
decisamente pi facili da calcolare.
e se volete lultima notizia, presto Rudy avr modo di verificare quanto valgono le
applicazioni pratiche di questi polinomi: tra linizio e la fine di questo pezzo Geo (la sua
macchina attuale) finita dal carrozziere. Tamponata da un topo morto.
Rudy dAlembert
Alice Riddle
Piotr R. Silverbrahms