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TEST N.

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Organizzazione scolastica
1) Che cosa si intende con autonomia scolastica?
A) La prerogativa dei dirigenti scolastici di programmare e di fare
attuare interventi educativi utilizzando le risorse e la propria strut-
tura organizzativa, nel rispetto degli obiettivi regionali del sistema
scolastico e formativo, e della domanda espressa dagli utenti.
B) La prerogativa delle scuole di realizzare gli obiettivi generali del
sistema nazionale dellistruzione, uniformandosi ad essi e alla do-
manda espressa dallutenza; le scuole non hanno nessuna autono-
mia di destinazione delle risorse loro assegnate.
C) La prerogativa dei docenti di programmare, gestire e migliorare il
processo dinsegnamento, nel rispetto del pluralismo culturale, e
delle caratteristiche ed esigenze educative della comunit territoriale.
D) La prerogativa economica delle scuole in ordine alla destinazione dei
nanziamenti assegnati dallo Stato, dalla Regione e dagli enti locali,
utilizzandoli senza vincoli di destinazione nel conto annuale.
E) La prerogativa delle scuole di programmare lofferta formativa e di
attuare interventi didattici con risorse e propria struttura organiz-
zativa, tenuto conto degli obiettivi nazionali e delle caratteristiche
ed esigenze educative del territorio di riferimento.
2) Quali norme istituiscono lautonomia scolastica e chi esercita la vi-
gilanza su di essa?
A) La Legge n. 477/1973 relativa al Regolamento dellautonomia del-
le istituzioni scolastiche. Il MIUR esercita direttamente il potere
di vigilanza sullautonomia impugnando eventuali delibere ille-
gittime.
B) Lautonomia didattica, amministrativa e di ricerca viene esercitata,
n dalla.s. 1998/1999, in applicazione dellart. 21 della Legge n.
59/1997. Il MIUR esercita il potere di vigilanza sullautonomia,
tramite i Provveditorati agli studi.
C) Lautonomia didattica, amministrativa e di ricerca gi da tempo
esercitata in applicazione della Legge delega n. 477/1973. Il MIUR
esercita direttamente il potere di vigilanza.
D) Lart. 21 della Legge n. 59/1997 e il Regolamento dellautonomia
delle istituzioni scolastiche. Il MIUR esercita il potere di vigilanza
indirettamente.
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Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche
E) Lart. 21 della Legge n. 59/1997 recante il Regolamento dellauto-
nomia delle istituzioni scolastiche. Il MIUR esercita indirettamen-
te il potere di vigilanza.
3) Il D.Lgs n. 233/1999 che cosa dispone in materia di organi collegiali
scolastici centrali e territoriali?
A) Delibera il mantenimento degli organi istituiti con la Riforma Mi-
sasi.
B) Istituisce: a livello centrale, il Consiglio superiore della pubblica
istruzione; a livello regionale, i Consigli regionali dellistruzione; a
livello locale, i Consigli scolastici locali.
C) Istituisce, a livello locale: il Consiglio superiore della pubblica
istruzione, i Consigli regionali dellistruzione e i Consigli scolastici
locali.
D) Istituisce, a livello locale: il Consiglio superiore della pubblica
istruzione e i Consigli scolastici locali.
E) Istituisce, a livello locale: il Consiglio superiore della pubblica
istruzione, i Consigli regionali dellistruzione e i Consigli di circolo.
4) Quali sono le funzioni del capo distituto nella scuola dellautonomia?
A) Assicurare il funzionamento generale della istituzione scolastica;
promuovere e sviluppare lautonomia sul piano gestionale e didat-
tico; promuovere lesercizio dei diritti tutelati costituzionalmente
(diritto allapprendimento degli alunni, libert dinsegnamento dei
docenti, scelta educativa delle famiglie).
B) Assicurare il funzionamento generale della istituzione scolastica;
promuovere e sviluppare lautonomia sul piano gestionale e didat-
tico.
C) Promuovere lesercizio dei diritti tutelati costituzionalmente (dirit-
to allapprendimento degli alunni, libert dinsegnamento dei do-
centi, scelta educativa delle famiglie).
D) Assicurare il funzionamento generale della istituzione scolastica;
promuovere e sviluppare lautonomia sul piano gestionale e didat-
tico; lesecutore delle direttive con cui il Ministero esercita il
potere gerarchico.
E) Promuovere lesercizio dei diritti tutelati costituzionalmente (dirit-
to allapprendimento degli alunni, libert dinsegnamento dei do-
centi, scelta educativa delle famiglie); lesecutore delle direttive
con cui il Ministero esercita il potere gerarchico sugli organi peri-
ferici subordinati.
Test n. 2
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5) Al ne del miglioramento della qualit complessiva dellistituzione
scolastica, il dirigente scolastico ha il compito di:
A) valutare la preparazione disciplinare e la competenza didattica
degli insegnanti.
B promuovere interventi che assicurino la qualit dei processi forma-
tivi e del servizio scolastico in generale.
C) dettare ai consigli di classe le linee per la programmazione degli
obiettivi specici di apprendimento.
D) sovrintendere ai servizi generali dellistituzione scolastica, coordi-
nando il relativo personale.
E) concordare con la rappresentanza sindacale unitaria interna i con-
tenuti dellofferta formativa ampliata.
6) Quali forme assume la collaborazione scuola-territorio, nel testo del
D.P.R. n. 275/2009?
A) Le scuole, coerentemente con le proprie nalit in favore degli
alunni, possono realizzare ampliamenti dellofferta formativa con
discipline e attivit facoltative attivate sulla base di accordi con le
Regioni e gli Enti locali, e/o con le diverse realt istituzionali, cul-
turali, sociali ed economiche operanti nel territorio.
B) Le scuole, coerentemente con le proprie nalit in favore degli
alunni, possono modicare i curricoli scolastici con discipline e
attivit attivate sulla base di accordi con le Regioni e gli Enti loca-
li, le diverse realt istituzionali, culturali, sociali ed economiche
operanti nel territorio.
C) Non consentito alle scuole di programmare attivit curricolari e/o
non curricolari dintesa con le Regioni e gli Enti locali, o con le
diverse realt istituzionali, culturali, sociali ed economiche operan-
ti nel territorio.
D) Le scuole possono realizzare ampliamenti dellofferta formativa
con discipline e attivit facoltative attivate sulla base di accordi con
le Regioni e gli Enti locali, o con le diverse realt istituzionali, cul-
turali, sociali ed economiche operanti nel territorio.
E) Le scuole, coerentemente con le proprie nalit in favore degli
alunni, possono realizzare ampliamenti dellofferta formativa con
discipline e attivit facoltative attivate sulla base di accordi con le
diverse realt istituzionali, culturali, sociali ed economiche operan-
ti nel territorio.
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Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche
7) Il direttore dei servizi generali ed amministrativi:
A) ha autonomia operativa ma agisce sotto la responsabilit diretta
del dirigente per quanto attiene alla denizione ed esecuzione degli
atti a lui assegnati.
B) ha autonomia operativa e responsabilit diretta nella denizione
ed esecuzione degli atti amministrativo-contabili, di ragioneria ed
economato.
C) ha responsabilit diretta, ma non autonomia operativa nel denire
e eseguire gli atti amministrativo-contabili.
D) risponde della denizione ed esecuzione degli atti amministrativo-
contabili, di ragioneria ed economato, previa autorizzazione dellUf-
cio Scolastico Regionale.
E) ha autonomia operativa e responsabilit indiretta (mutuata da
quella del D.S.) nella denizione/esecuzione degli atti amministra-
tivo-contabili, di ragioneria ed economato.
8) Quali obblighi di trasparenza nellazione amministrativa hanno le
scuole in ordine al diritto di accesso agli atti?
A) Le scuole non hanno alcun obbligo essendo la documentazione
amministrativa e didattica che detengono del tutto riservata.
B) Il D.S. deve consentire laccesso ad atti detenuti dalla scuola che
vengano richiesti, con istanza motivata, dalla persona interessata
a tutelare, con essi, un proprio diritto.
C) La Giunta deve consentire laccesso ad atti detenuti dalla scuola
che vengano richiesti, con istanza motivata, dalla persona interes-
sata a tutelare , con essi, un proprio diritto.
D) Il D.S. deve consentire laccesso ad atti detenuti dalla scuola che
vengano richiesti, con istanza motivata, dalla persona interessata
a tutelare, con essi, un proprio diritto, e/o da ogni altra persona il
cui nome guri nella documentazione richiesta.
E) Il D.S. deve consentire laccesso ad atti detenuti dalla scuola che
vengano richiesti, con istanza motivata, dalla persona interessata
a tutelare, con essi, un proprio diritto; contestualmente tenuto a
tutelare la riservatezza degli altrui dati sensibili.
9) Le dotazione nanziarie di istituto vanno utilizzate:
A) senza altro vincolo di destinazione che quello nalizzato allo svol-
gimento delle attivit di istruzione, formazione e orientamento
previste e organizzate nel POF.
B) autonomamente dal DSGA, con il solo vincolo delle direttive sulla
gestione amministrativo-contabile impartite dal Ministero dellIstru-
zione.
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C) senza vincolo di destinazione, dallistituzione scolastica, in virt
dellautonomia di gestione prevista con il D.P.R. 275/99.
D) secondo le voci capitoli di spesa stabiliti dallUSR.
E) secondo le direttive dellAssessorato Scolastico Regionale che ga-
rantisce la copertura nanziaria.
10) Nella relazione che accompagna il programma annuale, deliberato
dal Consiglio di Istituto, sono illustrati:
A) i progetti previsti dal POF, con i nominativi dei docenti referenti e
le relative fonti di nanziamento.
B) i principi di trasparenza, efcienza ed efcacia, cui si ispira la ge-
stione amministrativo-contabile della scuola, in coerenza con il
POF.
C) gli obiettivi da realizzare e la destinazione delle risorse, in coeren-
za con le previsioni del piano dellofferta formativa (POF).
D) i risultati attesi dalla gestione amministrativo-contabile, che rap-
presentano i vincoli entro i quali sono possibili i progetti e le atti-
vit previste dal POF.
E) gli obiettivi da realizzare e la destinazione delle risorse, in coeren-
za con le disposizioni del Ministero dellEconomia e della Finanza
(MEF).
11) Il docente collaboratore vicario:
A) esercita i poteri dellorgano primario impedito, non come titolare
dellufcio ma come preposto allufcio.
B) il collaboratore che, designato in seno al Collegio dei docenti, di
volta in volta impersona lufcio del dirigente scolastico impedito
o assente.
C) esercita i poteri dirigenziali unitamente allorgano primario, ma
non come titolare dellufcio bens come preposto allufcio.
D) esercita i poteri dellorgano primario impedito o assente, non come
titolare dellufcio ma come preposto allufcio.
E) esercita i poteri dellorgano primario, come rappresentante che
impersona lufcio del dirigente scolastico impedito o assente.
12) Per la gestione organizzativa dei plessi staccati dalla sede centrale:
A) il D.S. nomina collaboratori duciari, tramite determinazione di-
rigenziale; le loro spettanze economiche sono liquidate dallU.S.R.
B) il D.S. nomina collaboratori duciari, tramite determinazione di-
rigenziale; ad essi non spetta alcun compenso economico.
C) il Consiglio di istituto nomina collaboratori duciari, tramite de-
terminazione dirigenziale; le loro spettanze economiche sono at-
tinte al FIS.
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Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche
D) il Collegio docenti nomina collaboratori duciari, tramite determi-
nazione dirigenziale; le loro spettanze economiche sono attinte al
FIS.
E) il d.s. nomina collaboratori duciari, tramite determinazione diri-
genziale; le loro spettanze economiche sono attinte al FIS.
13) Allinizio dellanno scolastico, possibile attivare, nelle scuole, classi
non preventivate nellorganico di diritto?
A) No, per nessuna ragione.
B) S, ma in situazioni eccezionali e del tutto residuali, con autoriz-
zazione preventiva dellufcio periferico del MIUR.
C) S, i dirigenti scolastici possono farlo autonomamente, previa lac-
curata osservanza degli stringenti criteri impartiti dal MIUR.
D) S, concordando un nanziamento straordinario a carico degli
utenti.
E) S, acquisendo previa delibera del Consiglio di circolo o istituto.
14) Con quale procedura si assegnano ai docenti gli insegnamenti c.d.
atipici, ove nella scuola siano presenti pi titolari?
A) La scuola tuteler la titolarit dei docenti interni che risultino so-
prannumerari, evitando il provvedimento di mobilit dufcio
qualunque sia la loro classe di abilitazione.
B) La scuola dar precedenza al docente che, in relazione al numero
di posti, risulter collocato con maggior punteggio nella graduato-
ria dIstituto unicata incrociando le graduatorie delle classi di
concorso conuenti.
C) Lassegnazione concordata tra il D.S. e gli ufci territoriali del
MIUR attingendo alle classi di concorso conuenti nelle quali si
registrino esuberi a livello provinciale.
D) Il direttore dellU.S.R. assegner le cattedre attingendo, secondo la
collocazione dei docenti nelle G.E. regionali, alle classi di concorso
conuenti nelle quali si registrino esuberi.
E) La D.G. per il personale assegner le cattedre attingendo, secondo
la collocazione dei docenti nelle G.E. regionali, alle classi di con-
corso conuenti nelle quali si registrino esuberi.
15) Nelle scuole dellinfanzia e nelle scuole primarie, in caso di inter-
pello e convocazione per supplenze di durata inferiore a gg. 10, la
procedura si avvia:
A) mediante telefonata che abbia carattere di fonogramma, nellorario
di reperibilit e rispettando lordine di collocazione degli aspiranti
nella graduatoria provinciale.
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B) mediante telefonata che abbia carattere di fonogramma, dando la
priorit ad aspiranti che abbiano insegnato precedentemente nella
scuola in questione.
C) per via telegraca.
D) mediante telefonata con carattere di fonogramma, nellorario di
reperibilit e secondo lordine di collocazione degli aspiranti nella
graduatoria di circolo o istituto.
E) mediante telefonata di preavviso, almeno tre giorni prima della
presa di servizio, rispettando lordine di collocazione degli aspiran-
ti nella graduatoria a esaurimento.
16) In caso di interpello e convocazione per supplenze di durata superiore
a gg. 10 e no a gg. 29, le scuole utilizzano:
A) il telefono.
B) i mezzi di comunicazione secondo lordine che laspirante a sup-
plenza ha indicato nel modulo-domanda di inserimento nella gra-
duatoria di circolo o di istituto.
C) la messaggeria sms.
D) il telegramma.
E) i mezzi di comunicazione secondo lordine che laspirante a sup-
plenza ha indicato nel modulo-domanda di inserimento nella gra-
duatoria provinciale a esaurimento.
17) Quali innovazioni ha introdotto la Legge 24 novembre 2009 n. 167 in
materia di testi scolastici adozionali?
A) Ha disposto che, con la.s. 2012/2013, nelle scuole non possano
essere in uso testi scolastici di nuova adozione che non siano di-
sponibili, nel web o in commercio, con il formato digitale, o con il
supporto digitale collegato alledizione cartacea.
B) Stabilisce che, dal 2010/2011, nelle scuole siano adottabili soltanto
e-book di nuova edizione.
C) Ha disposto che, con la.s. 2013/2014, nelle scuole non possano
essere in uso testi scolastici che non siano disponibili, nel web o in
commercio, con il formato digitale o con il supporto digitale colle-
gato alledizione cartacea.
D) Ha disposto lacquisto dei testi in formato digitale da parte delle
scuole pubbliche, che li consegneranno in comodato duso agli
studenti.
E) Ha disposto che, con la.s. 2013/2014, nelle scuole non possano
essere in uso testi scolastici di nuova adozione che non siano di-
sponibili, nel web o in commercio, con il formato digitale o con il
supporto digitale collegato alledizione cartacea.
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Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche
18) Il modulo didattico con maestro prevalente stato ripristinato, nella
Scuola primaria:
A) per effetto della Riforma Gelmini, in sostituzione del modulo di-
dattico realizzato da pi maestri in una stessa classe.
B) per effetto della Riforma Moratti, in sostituzione del modulo di-
dattico realizzato da pi maestri in una stessa classe.
C) nel 1990, quando stato sperimentato in sostituzione del tradizio-
nale Modulo didattico (3 docenti per due classi, o 4 docenti per tre
classi).
D) in questo a.s. 2011/2012, in via sperimentale; sostituisce il tradizio-
nale Modulo didattico (3 docenti per due classi, o 4 docenti per tre
classi).
E) per effetto della Riforma Fioroni, allo scopo di garantire ai piccoli
alunni il sostegno sicuro del maestro agli esami conclusivi del
quinquennio elementare.
19) A chi afdato linsegnamento della lingua inglese nella scuola pri-
maria?
A) Continua ad essere impartito da esperti, esterni allorganico del-
la scuola di cui trattasi.
B) Deve essere impartito da docenti in possesso del necessario requi-
sito, facenti parte dellorganico della scuola di cui trattasi.
C) A nessuno: non impartito.
D) Deve essere impartito da docenti in possesso del necessario requi-
sito, facenti parte dellorganico di ruolo delle scuole della provincia
in cui tali docenti insegnano.
E) Deve essere impartito da docenti di Inglese, soprannumerari nella
scuola secondaria.
20) Il D.P.R. n. 249/1998 dispone, in riferimento ai diritti delle studentesse
e degli studenti, che i dirigenti e i docenti delle scuole secondarie:
A) tengano conto dei loro bisogni formativi, li informino degli obiet-
tivi, dei programmi e dei criteri didattici e docimologici, ne rispet-
tino i ritmi dapprendimento, attivino iniziative di orientamento e
sostegno, li coinvolgano nellorganizzazione scolastica.
B) ottimizzino i ritmi individuali dapprendimento, secondo standard
di eccellenza; organizzino occasioni di competizione per valoriz-
zare gli allievi pi capaci, e stipulino convenzioni con agenzie del
mondo culturale al ne della premialit degli studenti.
C) concordino con le rappresentanze studentesche le metodiche e gli
obiettivi didattici, i programmi, i criteri di verica e valutazione;
afdino al Comitato studentesco la gestione di spazi formativi nei
quali possano concorrere a organizzare la scuola.
Test n. 2
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D) programmino le attivit formative curricolari e non curricolari
distinguendole in due categorie: quelle da gestire direttamente e
quelle da afdare alla responsabilit degli studenti stessi.
E) tengano conto dei loro bisogni formativi, li informino degli obiet-
tivi, dei programmi e dei criteri didattici e docimologici, ne rispet-
tino i ritmi dapprendimento, attivino iniziative di orientamento e
sostegno.
RISPOSTE AL TEST N. 2
1) Risposta esatta: E
La prima risposta erroneamente attribuisce ogni prerogativa unicamente al dirigente
scolastico e omette il riferimento agli obiettivi nazionali. La seconda risposta contraddice
il concetto di autonomia. La terza risposta considera soltanto gli aspetti didattici dellau-
tonomia mentre la quarta considera soltanto gli aspetti economici.
Il quadro delle prerogative di cui alla quinta risposta si ricava dal D.P.R. n. 275 del 1999,
recante il Regolamento attuativo dellautonomia scolastica. La Legge 15 marzo 1997 n.
59 Delega al governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ed enti locali, per
la riforma della p.a. e per la semplicazione amministrativa - c.d. Legge Bassanini, dal
nome dellestensore (che allora ricopriva la carica di Ministro della Funzione pubblica,
mentre Luigi Berlinguer era, nello stesso governo, Ministro dellIstruzione) - quella isti-
tutiva dellautonomia scolastica: lart. 21 ha prodotto una rivoluzione nella scuola, attri-
buendo personalit e autonomia giuridica alle istituzioni scolastiche, e la funzione diri-
genziale ai direttori didattici e ai presidi.
2) Risposta esatta: D
La prima risposta riporta un riferimento normativo errato ed imprecisa sui poteri di
vigilanza (che non sono esercitati direttamente). La seconda risposta errata nella data
di applicazione dellautonomia ed imprecisa nel riferimento ai provveditorati. La terza
risposta errata del tutto. Lultima risposta attribuisce alla Legge 59/1997 una rubrica che
non la sua.
Larticolo citato nella quarta risposta quello sullautonomia delle istituzioni scolastiche
e degli istituti educativi. Successivamente alla citata Legge del 1997, lautonomia delle
scuole stata riconosciuta di rango costituzionale, in virt della Legge costituzionale 18
ottobre 2001, n. 3 recante modiche al titolo V della parte seconda della Costituzione:
posta la distinzione tra potest legislativa esclusiva e potest concorrente, lart. 117
stabilisce, tra altro, che listruzione materia di legislazione concorrente Stato-Regione,
ma fatta salva lautonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione dellistruzione e
della formazione professionale, che sono di esclusiva competenza regionale. La locuzione
salva lautonomia delle istituzioni scolastiche comporta che le scuole abbiano potest
normativa di natura analoga a quella degli enti locali, limitatamente ad alcune competen-
ze (ad esempio, spetta al Collegio docenti e ai Consigli di classe delineare gli obiettivi
formativi e didattici per gli alunni).
3) Risposta esatta: B
La prima risposta errata, disconoscendo le innovazioni decretate. La terza risposta
imprecisa, non distinguendo i tre livelli territoriali previsti nel decreto. Lo stesso errore
ricorre nelle due successive risposte che, inoltre, contengono ciascuna un altro errore: la
quarta risposta incompleta nella elencazione degli organi istituiti; la quinta risposta
inserisce tra gli organi territoriali il Consiglio di Circolo.
La scuola dellautonomia si apre nel senso dellautonomia funzionale alla realt sociale
territoriale, accogliendone istanze ed energie alle quali adatta lofferta formativa, la ge-
stione, le risorse. Il D.Lgs. 30 giugno 1999 n. 233 (Riforma degli organi collegiali, territoria-
li della scuola a norma dellarticolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59) ha recepito il mo-
Risposte al Test n. 2
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dello di scuola aperta al territorio e gestita anche da rappresentanze di soggetti esterni.
Di seguito, ne riportiamo alcune disposizioni:
Art. 1 (Organi collegiali della scuola a livello centrale, regionale e locale) 1. Nel sistema
scolastico nazionale gli organi collegiali disciplinati dal presente decreto legislativo assicura-
no, a livello centrale, regionale e locale, rappresentanza e partecipazione alle componenti
della scuola e ai diversi soggetti interessati alla sua vita, alle sue attivit e ai suoi risultati. 2.
Gli organi collegiali di cui al comma 1 sono: a livello centrale, il Consiglio superiore della
pubblica istruzione; a livello regionale, i Consigli regionali dellistruzione; a livello locale, i
Consigli scolastici locali.
Art. 2 (Competenze e composizione del Consiglio superiore della pubblica istruzione) 1. Il
Consiglio superiore della pubblica istruzione organo di garanzia dellunitariet del sistema
nazionale dellistruzione e di supporto tecnico scientico per lesercizio delle funzioni di go-
verno.
Art. 4 (Consigli regionali dellistruzione) 1. istituito, presso ogni ufcio periferico regiona-
le dellamministrazione della pubblica istruzione, il Consiglio regionale dellistruzione. Il
Consiglio dura in carica tre anni ed ha competenze consultive e di supporto allAmministra-
zione a livello regionale. Esso esprime pareri obbligatori in materia di autonomia delle isti-
tuzioni scolastiche, di attuazione delle innovazioni ordinamentali, di distribuzione delloffer-
ta formativa e di integrazione tra istruzione e formazione professionale, di educazione per-
manente, di politiche compensative con particolare riferimento allobbligo formativo e al
diritto allo studio, di reclutamento e mobilit del personale, di attuazione degli organici fun-
zionali di istituto.
Art. 5 (Consigli scolastici locali) 1. I consigli scolastici locali, che sostituiscono i consigli
scolastici distrettuali e provinciali, sono istituiti in corrispondenza delle articolazioni terri-
toriali dellamministrazione periferica, previa intesa con le Regioni e gli enti locali assunta
nelle apposite sedi di concertazione di cui allarticolo 3, comma 5, del decreto legislativo 31
marzo 1998, n. 112.
4) Risposta esatta: A
La seconda e la terza risposta riportano, ciascuna, una parte soltanto dellelencazione
richiesta. La quarta e lultima risposta risultano auto contraddittorie: nella prima parte
contengono indicazioni corrette, e nella seconda parte altre che sono, invece, riconduci-
bili al prolo professionale di quelli che erano i presidi, prima dellattribuzione della
qualica dirigenziale ai capi distituto con lart. 21 della Legge n. 59/1997.
Il comma 16 del citato articolo 21 cos denisce i contenuti della funzione dirigenziale:
espletamento di compiti di direzione;
coordinamento e gestione delle risorse umane, nanziarie e strumentali;
raccordo con le funzioni spettanti agli organi collegiali;
raccordo con le funzioni dellamministrazione scolastica periferica;
responsabilit in ordine ai risultati. Sul medesimo argomento, il D.Lgs. 6 marzo 1998
n. 59, e lart. 25 del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165 stabiliscono le seguenti funzioni del
dirigente scolastico:
assicura il funzionamento generale dellistituzione scolastica, nella sua autonomia
funzionale entro il sistema di istruzione e formazione;
promuove e sviluppa lautonomia sul piano gestionale e didattico;
promuove lesercizio dei diritti costituzionalmente tutelati (quali il diritto allappren-
dimento degli alunni, la libert dellinsegnamento da parte dei docenti, la scelta edu-
cativa da parte delle famiglie). Essendo titolari dellufcio-organo dellistituto scolasti-
co, i dirigenti scolastici hanno una posizione di supremazia gerarchica nei confronti
del personale docente e del personale Ata. Dalla relazione gerarchica va tenuta distin-
ta laltra congurazione giuridica del dirigente scolastico, quella di presidente degli
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Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche
organi collegiali di istituto, funzione che non comporta supremazia gerarchica; egli
primus inter pares nellattivit decisionale, e nondimeno ha lonere di convocare lor-
gano collegiale presieduto, predisporne i lavori, guidare e disciplinare i lavori dando
e togliendo la parola, stabilire lordine delle votazioni, assicurare losservanza delle
leggi e garantire lordine e la regolarit delle discussioni e delle deliberazioni.
5) Risposta esatta: B
La terza risposta infondata, perch gli OSA sono indicati dal MIUR, a livello nazionale
(ai sensi del D.P.R. n. 275/1999 e del D.M. n. 100/2002). La quarta risposta congura inge-
renza del dirigente scolastico in compiti del dirigente dei servizi generali e amministrati-
vi. Lultima risposta prospetta una commistione illegittima di competenze. La risposta A
infondata, non avendo il dirigente il compito di valutare gli insegnanti: il D.S. esercita
sugli insegnati potere di vigilanza didattica (valuta, nel rispetto della libert dinsegna-
mento, la congruenza tra gli obiettivi stabiliti nel POF e lesercizio della funzione docente).
Lart. 1, terzo comma, del D.Lgs. 6 marzo 1998 n. 59 (Disciplina della qualica dirigenziale
dei capi di istituto delle istituzioni scolastiche autonome) attribuisce al dirigente scolastico
il compito di promuovere gli interventi per assicurare la qualit dei processi formativi e
del servizio scolastico in generale. In accordo con gli organi collegiali interni, il dirigente
scolastico pu, ad esempio, disporre il monitoraggio di indicatori connessi allattivit
didattica (ad es., il numero di debiti scolastici, le medie dei voti di diploma, lincidenza
della dispersione scolastica sul numero totale degli iscritti, la diligenza degli studenti
nel collaborare ai tempi e modi della didattica e valutazione proposti dai docenti, la loro
disponibilit a confrontarsi in seno al Consiglio di classe per il coordinamento della pro-
grammazione disciplinare e interdisciplinare, per la scelta dei testi adozionali, per stabi-
lire le priorit da riconoscere alle esigenze didattiche di singoli allievi). Quanto al moni-
toraggio della organizzazione e del servizio agli utenti, il dirigente scolastico pu attivare
strumenti di rilevazione continuativa, quali, lo sportello di ascolto (di cui al D.P.C.M. del
7 giugno 1995) e il questionario di rilevazione della customer satisfaction, che sono utili a
raccogliere, oltre che i giudizi sul servizio scolastico, segnalazioni di disservizi e suggeri-
menti degli utenti. Con questi strumenti, possibile monitorare la struttura organizzativa
della scuola, cio, secondo quanto indicato nel gi citato D.P.C.M. 7 giugno 1995: se i
servizi al pubblico sono tempestivi; se le risorse economiche sono utilizzate al meglio; se
le strutture sono ben utilizzate e conservate; se si fruisce correttamente di laboratori, bi-
blioteca, palestre; se linformazione della scuola agli utenti tempestiva ed esauriente; se
lattivit supportiva agli studenti (accoglienza, orientamento, supporti allapprendimento
e alla socializzazione) efcace.
6) Risposta esatta: A
La seconda risposta errata nel riferimento alle attivit curricolari. La terza risposta nega
erroneamente la possibilit delle scuole di aprirsi al territorio. La quarta risposta , rispet-
to alla prima, incompleta (omette un vincolo programmatorio essenziale). Lultima rispo-
sta , rispetto alla prima, incompleta (omette di citare le regioni e gli EE.LL.).
Il coinvolgimento degli enti e delle associazioni della locale realt economica e culturale,
nelle scelte educative della scuola era gi stabilito negli artt. 138, 139 del D.Lgs. 31 marzo
1998 n. 112. Il D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275 (Regolamento dellautonomia scolastica) enun-
cia il principio della collaborazione scuola-territorio nei seguenti artt.:
1, comma 1 Le istituzioni scolastiche... provvedono alla denizione e alla realizzazione
dellofferta formativa, nel rispetto delle funzioni delegate alla Regioni e dei compiti e fun-
zioni conferite agli enti locali.;
Risposte al Test n. 2
159
3, comma 4 Il Pof riette lesigenze del contesto culturale, sociale ed economico della
realt locale tenendo conto della programmazione territoriale dellofferta formativa Il
dirigente scolastico attiva i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realt
istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio;
9, commi 1 e 2 Le istituzioni scolastiche realizzano ampliamenti dellofferta formati-
va che tengano conto delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico delle re-
alt locali.. I predetti ampliamenti consistono in ogni iniziativa coerente con le proprie
nalit, in favore dei propri alunni e, coordinandosi con eventuali iniziative promosse
dagli enti locali, in favore della popolazione giovanile e degli adulti.... I curricoli posso-
no essere arricchiti con discipline e attivit facoltative che, per la realizzazione di percor-
si formativi integrati, le scuole programmano sulla base di accordi con le Regioni e gli
Enti locali, le diverse realt istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul
territorio.
7) Risposta esatta: B
La prima risposta errata, in quanto nega la diretta responsabilit del DSGA negli atti
amministrativo-contabili, di ragioneria ed economato, assegnati alle sue mansioni; la sua
interazione con il dirigente scolastico congurata come coadiuvazione, al comma 5
dellart. 25 D.Lgs. 165/2001: si tratta di una relazione gerarchico-funzionale poich lope-
rato del Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi si realizza in base alle direttive del
dirigente scolastico. La terza risposta autocontraddittoria (allautonomia operativa si
coniuga la responsabilit personale). La quarta risposta disconosce lautonomia organiz-
zativa delle scuole. La quinta risposta errata, in quanto ripropone, con altre parole, il
senso della prima risposta.
La norma originaria di riferimento sul prolo professionale del DSGA lart. 34 del CCNL
26-5-1999. In virt di tale contratto, dal 1-9-2000, gli ex Coordinatori amministrativi sono
transitati alla qualica attuale, che presuppone la laurea in Giurisprudenza o in Scienze
politiche, sociali e amministrative, o in Economia e commercio o equipollenti. Il citato
CCNL elenca le funzioni di tipo istruttorio-strumentale del DGSA. Il Direttore dei servizi
generali ed amministrativi lorgano tecnico che sovrintende con autonomia operativa,
nellambito delle direttive di massima impartite e degli obiettivi assegnati dal D.S., ai
servizi generali amministrativo-contabili coordinando il relativo personale Ata, gli opera-
tori amministrativi e il personale di supporto allattivit didattica, posti alle sue dirette
dipendenze e vericandone i risultati rispetto agli obiettivi assegnati. Inoltre, il DSGA pu
svolgere attivit avente rilevanza esterna, e incarichi di attivit tutoriale, di aggiornamen-
to e formazione nei confronti del personale Ata, e incarichi ispettivi nellambito delle
istituzioni scolastiche; funzionario delegato, ufciale rogante e consegnatario dei beni
mobili, con obbligo della tenuta del registro dellinventario. Con il CCNL 15-3-2001, art.
8, il trattamento economico dei DD. SS.GG.AA. stato rivalutato in connessione allo
svolgimento delle funzioni direttive.
8) Risposta esatta: E
La prima risposta errata negando lobbligo. La seconda incompleta perch omette una
condizione tassativa dellaccesso agli atti. La terza risposta contiene, oltre alla detta omis-
sione, unindicazione errata: il riferimento alla Giunta esecutiva. La quarta risposta er-
rata nella parte in cui amplia il diritto di accesso in modo indiscriminato.
Laccesso agli atti uno degli aspetti della trasparenza nellazione amministrativa, di cui
alla Legge 241/90, e alla contestuale tutela (a norma del D.L.vo 196/2003) alla riservatezza
dei dati personali sensibili. La Legge 241/90 prescrive che nella richiesta di accesso agli
atti vadano specicati gli interessi e le motivazioni che sono a fondamento della richiesta.
160
Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche
Per prima cosa, il D.S. inviter il richiedente a presentare, entro un termine stabilito,
istanza nella quale vengano individuati i documenti detenuti dallAmministrazione ai
quali vuole accedere e le ragioni dellistanza; successivamente, il d.s. individuer quali dati
dovranno essere coperti da riservatezza e permetter allistante la sola visione degli atti
ammessi allaccesso, con modalit da lui stabilite e negando lestrazione di copia.
9) Risposta esatta: A
La seconda risposta errata nel riferimento al DSGA. La terza risposta errata nel riferi-
mento al D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275. La quarta risposta errata in entrambe le afferma-
zioni che riporta. Lultima risposta errata perch nega sostanzialmente lautonomia
scolastica, attribuendo allente Regione quelle che erano le competenze dello Stato e sono
adesso competenze dellautonomia scolastica.
Il riferimento normativo al Decreto Interministeriale n. 44, del 1 febbraio 2001. Allart.
1 comma secondo, dispone che, nella scuola dellautonomia, le risorse accertate dellatti-
vit nanziaria qual congurata nel Programma annuale vadano a costituire una do-
tazione nanziaria di istituto senza altro vincolo di destinazione che quello prioritario
dello svolgimento delle attivit di istruzione, di formazione e orientamento proprie dellisti-
tuzione interessata, come previste e organizzate nel piano dellofferta formativa (POF), nel
rispetto delle competenze attribuite o delegate alle regioni o agli enti locali dalla normativa
vigente. Le istituzioni scolastiche provvedono altres allautonoma allocazione delle risorse
nanziarie derivanti da entrate proprie o da altri nanziamenti dello Stato, delle regioni, di
enti locali o di altri enti, pubblici e privati, sempre che tali nanziamenti non siano vincola-
ti a speciche destinazioni.
10) Risposta esatta: C
La prima e la quarta risposta fanno riferimento a uno solo degli aspetti contenuti nel di-
spositivo di legge. La seconda risposta non ha pertinenza con la domanda. Nellultima
risposta errato il riferimento al MEF.
La norma cui richiamarsi lart. 2 del D.I. n. 44/2001. il dirigente scolastico che predi-
spone la relazione di accompagnamento al programma annuale. Questo, redatto sulla
traccia di appositi modelli ministeriali, il documento amministrativo-contabile collega-
to al POF, e indica le entrate e gli stanziamenti di spesa per: il funzionamento ammini-
strativo e didattico; i compensi al personale; le eventuali spese di investimento; i progetti
da realizzare; le eventuali gestioni economiche; il fondo di riserva. Deve, altres, dare in-
dicazione delle fonti di nanziamento e della spesa complessiva prevista. Una volta ap-
provato dal Consiglio distituto, e pubblicato allalbo, il programma annuale non sogget-
to ad ulteriori controlli o autorizzazioni, e il dirigente pu senzaltro procedere allaccer-
tamento delle entrate e allassunzione degli impegni di spesa previsti.
11) Risposta esatta: D
La prima risposta imprecisa in un particolare (omette la parola assente che va riferita
allorgano primario). La seconda risposta errata in ogni sua parte. La terza risposta
segnala erroneamente il contemporaneo esercizio delle funzioni da parte del dirigente
scolastico e del suo vicario. Nellultima risposta si asserisce lopposto di ci che corretto.
Lart. 25, comma 5, del D.Lgs n. 165/2001 dispone che, nello svolgimento delle proprie
funzioni organizzative e amministrative, il dirigente scolastico pu avvalersi di docenti
collaboratori da lui individuati, ai quali possono essere delegati specici compiti. pre-
visto che il dirigente scolastico scelga un docente che esplichi le funzioni vicarie, cio che
sostituisca lo stesso dirigente scolastico in caso di assenza o impedimento. Lesercizio
Risposte al Test n. 2
161
della funzione dirigenziale da parte del docente con funzioni vicarie comporta lassunzio-
ne delle funzioni del dirigente scolastico, ivi compresa la presidenza degli organi collegia-
li. Tale assunzione di funzioni opera di diritto in caso di assenza del dirigente dal servizio
per congedo o aspettativa o altre posizioni di stato, o nel caso che il dirigente scolastico
sia assente o impedito in rapporto a situazioni giuridiche o di fatto.
12) Risposta esatta: E
Nella prima e nella seconda risposta si riportano errate indicazioni sul compenso econo-
mico dei duciari. Nella terza risposta e nella quarta risposta si riportano errate indica-
zioni circa il soggetto che ha potere di nomina.
Lorganizzazione degli Ufci riserva di legge e rientra, quindi, nelle prerogative diri-
genziali, a norma del D.Lgs 165/2001 e del D.Lgs 150/2009.
facolt del dirigente scolastico nominare un certo numero di collaboratori, in rapporto
alle esigenze della scuola, assegnando loro la qualica di collaboratori del dirigente; la
nomina va fatta tramite determinazione dirigenziale nella quale siano specicati:
le motivazioni che rendono necessaria la nomina;
i criteri in base ai quali sono stati individuati i docenti nominati;
le competenze e le deleghe loro assegnate.
Le nomine vengono poi noticate a: docenti, personale ATA, studenti, membri del C.d.I. I
duciari nominati come responsabili per le sedi staccate sono retribuiti, in misura stabi-
lita con contrattazione sindacale di istituto, dal Fondo dellIstituto previa delibera del
Consiglio di Istituto. I compensi sono liquidati ai duciari al termine dellanno scolastico,
previa loro relazione sulle attivit svolte.
13) Risposta esatta: B
La prima e la terza opzione sono errate per ragioni opposte. La quarta opzione irreali-
stica. Lultima risposta del tutto errata.
A inizio settembre, i dirigenti scolastici possono prospettare variazioni nellorganico, in
seguito a eventuali scostamenti del numero degli alunni: possono prospettare la forma-
zione di nuove classi, a determinate condizioni, avvalendosi (ai sensi del D.P.R. n. 275/1999)
delle prerogative dellautonomia organizzativa e didattica. Impiegando con essibilit le
risorse umane, i dirigenti scolastici concorrono ad adeguare lorganico alle situazioni di
fatto (anche secondo le richieste delle famiglie) ed eventualmente ad attivare nuove clas-
si, in situazioni eccezionali e del tutto residuali che si rivelino indispensabili per assicurare
il funzionamento delle istituzioni scolastiche. Se il numero di alunni di fatto inferiore a
quello preventivato nella denizione dellorganico di diritto, concorderanno con lufcio
scolastico territoriale periferico accorpamenti di classi; leventuale concessione di nulla-
osta a trasferimento di alunni non potr comportare modiche del numero delle classi.
14) Risposta esatta: B
La prima risposta improponibile perch non salvaguarda la qualit dellinsegnamento
agli alunni. La terza segnala come prioritaria una procedura che , invece, secondaria. La
quarta risposta attribuisce allUSR una competenza che non ha; lultima risposta che at-
tribuisce la competenza al Ministero stesso ovviamente errata.
Le disposizioni ministeriali in materia di organico di diritto degli insegnanti e di forma-
zione delle classi (in materia, la C.M. pi recente la n. 25 del 29 marzo 2012) fanno an-
cora riferimento alla tabella tradizionale delle classi di concorso dei docenti. Eppure negli
anni recenti, numerose riforme e riordini hanno modicato il quadro dellofferta forma-
162
Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche
tiva curricolare delle scuole secondarie di secondo grado (i provvedimenti di riferimento
sono: il D.P.R. n. 87/2010 relativo agli istituti professionali, il D.P.R. n. 88/2010 relativo
agli istituti tecnici, e il D.P.R. n. 89/2010 relativo ai licei). Pertanto, alcuni insegnamenti
congurati nella Riforma/riordino della scuola secondaria superiore risultano, perch
nuovi o modicati, di attribuzione dubbia, riconducibili a pi classi di concorso. Per ef-
fetto di questo disallineamento normativo, la Direzione Generale per il Personale ha di-
sposto (con le Circolari prot.1348 del 21 aprile 2010; prot. 4968 dell11 maggio 2010; prot.
5358 del 25 maggio 2010) che le scuole utilizzino, per lassegnazione delle cattedre, pro-
cedure riferibili al concetto di aticipizzazione di determinati insegnamenti (tra questi,
principalmente quelli di nuova introduzione con la Riforma/Riordino Gelmini). In so-
stanza, in presenza nella stessa scuola di pi di un titolare di insegnamenti atipici, la
scuola dar precedenza a colui che, in relazione al numero di posti, risulter collocato con
maggior punteggio nella graduatoria dIstituto unicata incrociando le graduatorie con-
ueti; in assenza di titolari da salvaguardare, lassegnazione avverr attingendo alle classi
di concorso in esubero a livello provinciale, nelle corrispondenti classi di concorso con-
uenti.
15) Risposta esatta: D
La prima risposta errata nel riferimento alla graduatoria provinciale. La seconda rispo-
sta asserisce erroneamente una presunta priorit dei supplenti che abbiano in precedenza
insegnato nella stessa scuola. La terza risposta del tutto errata. Lultima risposta asseri-
sce erroneamente che vi debba essere un preavviso di 3 gg. e che si debba attingere alla
graduatoria ad esaurimento.
A norma del D.M. 28 maggio 2009 n. 56, art. 11 Criteri e modalit di interpello e convoca-
zione degli aspiranti, le scuole procedono ad interpellare gli aspiranti a supplenza, inse-
riti nelle graduatorie di circolo o istituto, telefonicamente (su rete ssa o mobile, secondo
lindicazione esplicitata nella documentazione del richiedente), nella fascia oraria di re-
peribilit (dalla 7,30 alle 9,00). Se la prima ricerca non d esito, nellora successiva si
procede ad una seconda, limitata agli aspiranti non rintracciati con la prima chiamata.
Le telefonate devono avere carattere di fonogramma da registrare agli atti della posta in
uscita, indicando giorno ed ora della comunicazione, nominativo di chi trasmette e di chi
riceve, o indicazione della mancata risposta.
16) Risposta esatta: B
Le risposte A, C e D danno unindicazione errata del mezzo di comunicazione da utilizza-
re di regola; la scelta del mezzo , invece, fatta dallaspirante a supplenza. Nellultima ri-
sposta, lerrore soltanto nel riferimento alla graduatoria provinciale.
A norma del D.M. 28 maggio 2009 n. 56, le scuole accertano la disponibilit degli aspiran-
ti a supplenza temporanea, inseriti nella graduatoria di circolo o istituto, ad accettare la
proposta di contratto; useranno i mezzi di comunicazione (e-mail, telefonata, messaggio
sms), secondo lordine preferenziale indicato nel modulo-domanda di supplenza.
17) Risposta esatta: A
La seconda risposta enuncia erroneamente un provvedimento troppo drastico. La terza
risposta, omettendo la frase testi di nuova adozione, travisa qual lo stato di avanza-
mento del programma ministeriale, alla.s. 2013 (quando ancora possono circolare testi
non digitalizzati, adottati negli anni precedenti al 2012, e destinati a diventare residuali).
La quarta risposta di pura fantasia, irrealistica. Lultima risposta imprecisa, proiettan-
do la norma con un anno scolastico di ritardo.
Risposte al Test n. 2
163
Durante la gestione del ministro Gelmini, il MIUR ha impresso un orientamento favore-
vole agli e-book come testi adozionali nelle scuole; orientamento confermato dal ministro
Profumo. Le principali norme su questo argomento sono: la legge 30 ottobre 2008, n. 169
e la legge 24 novembre 2009, n. 167 che hanno disposto il passaggio progressivo ai testi
scolastici digitali di nuovo editing, o almeno a quelli corredati di supporto digitale o che
gli editori trasferiscono in rete pur mantenendo il formato cartaceo. Lart. 5 del decreto-
legge n. 137/2008, convertito nella legge 30 ottobre 2008, n. 169, ha limitato la facolt dei
consigli di classe in ordine alle adozioni di testi scolastici che non siano in formato digi-
tale (con deroga per speciche e motivate esigenze, quali principalmente le modiche
di ordinamenti scolastici).
18) Risposta esatta: A
La seconda risposta sbagliata nel riferimento alla riforma. La terza risposta capovolge
la realt dellavvicendamento tra i due modelli. La quarta sposta nel tempo la data, e ri-
porta impropriamente il termine tradizionale. Lultima risposta errata nel riferimento
al ministro e adduce una motivazione discutibile.
Nella Scuola primaria, dalla.s. 2009/10 (a cominciare con le prime classi, a norma della
legge n. 169/2008) linsegnamento impartito secondo il modello del maestro prevalente
(o maestro unico). Adottato no al 1990, tale modello era stato rimpiazzato con il c.d.
Modulo didattico (3 docenti per 2 classi, o 4 docenti per 3 classi). Nella scuola primaria,
le classi sono costituite con un numero di alunni non inferiore a 15 e non superiore a 26,
elevabile a 27; se il numero degli alunni non consente la formazione di una classe per
ciascun anno di corso, si istituiscono pluriclassi.
19) Risposta esatta: B
La prima risposta non tiene conto di un provvedimento dellex ministro Gelmini. La terza
risposta del tutto errata. La quarta risposta fa erroneamente riferimento allorganico di
ruolo delle province. Lultima risposta, pur ragionevole, non esatta.
La norma cui fare riferimento il D.P.R. n. 81/2009. Linsegnamento della lingua inglese
impartito da docenti in possesso del necessario requisito (a tale ne, sono stati avviati
corsi di formazione per il personale di ruolo), facenti parte dellorganico della scuola di
cui trattasi; viene costituita una cattedra ogni 7 o 8 classi, raggiungendo almeno 18 ore
settimanali. uno dei modi escogitati durante la gestione Gelmini per risparmiare sulla
spesa per il personale scolastico.
20) Risposta esatta: A
La seconda risposta enuncia iniziative la cui ispirazione estranea a quella dello Statuto.
La terza risposta riporta prerogative che, salvo lultima, gli allievi non hanno. Nella quar-
ta risposta si enuncia un criterio di classicazione delle attivit scolastiche non previsto
nella normativa. Nellultima risposta c una omissione, quella al coinvolgimento della
rappresentanza degli studenti nella gestione della scuola.
Il D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249 Regolamento recante lo statuto delle studentesse e degli
studenti della scuola secondaria, e le successive modiche e integrazioni (D.P.R. n. 235
del 21 novembre 2007), muovono dallart. 2 Cost. (La Repubblica riconosce e garantisce i
diritti inviolabili delluomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalit... ). In effetti, ogni scuola una formazione sociale, e in essa lo studente ha
il diritto e il dovere di sviluppare la propria personalit attraverso lacquisizione degli
apprendimenti liberi, critici, sistematici e unitari che la scuola tenuta a garantire. Da
ci, il dovere di ogni scuola di elaborare un regolamento conforme a quello proposto dal
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Parte Terza - Competenze organizzative e giuridiche
Decreto. Questo costituito da 6 articoli:
Art. 1 Vita della comunit scolastica;
Art. 2 Diritti;
Art. 3 Doveri;
Art. 4 Disciplina;
Art. 5 Impugnazioni;
Art. 6 Disposizioni nali.
Lapplicazione dello Statuto garantita sia allinterno della scuola che a livello provincia-
le; il Regolamento interno della scuola istituisce un organo di garanzia, neutrale nei
conitti relativi a diritti, doveri o disciplina degli studenti.
I diritti: gli studenti hanno il diritto alla libert dapprendimento, allistruzione (art. 34,
comma 1, Cost.) e allautonomia culturale e ideologica. Per assicurare questi diritti,
necessario che:
il servizio scolastico sia organizzato con riferimento ai bisogni formativi e culturali
dellalunno e ai ritmi dellapprendimento individuale;
la scuola ne valorizzi la personalit e identit culturale e concorra ad arricchirne le
conoscenze e competenze, anche per lesercizio della cittadinanza responsabile, e in
prospettiva dellattivit professionale;
la scuola informi gli allievi del proprio funzionamento, degli obiettivi formativi, dei
programmi, delle metodiche e dei criteri docimologici;
la scuola attivi servizi di supporto allapprendimento, alla socializzazione e allorien-
tamento;
la scuola adibisca spazi formativi per favorire il concorso degli studenti allorganizza-
zione della vita scolastica.
I doveri degli studenti sono:
rispettare e sviluppare la propria e la personalit degli altri;
collaborare con i docenti nellattivit scolastica, riconoscendone la funzione;
cooperare al conseguimento degli obiettivi formativi espressi nel POF, impegnandosi
con assiduit e diligenza;
collaborare ai tempi e modi della didattica e della valutazione proposti dai docenti;
comportarsi in modo tollerante e democratico, rispettoso degli altri;
rispettare il patrimonio scolastico.

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