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INSegnanti Europei

- a cura del Prof Daniele Pauletto -

L’ OCSE e la Commissione europea hanno presentato una nuova relazione sullo “Sviluppo
professionale degli insegnanti: l’Europa a confronto con il resto del mondo” (Teachers’
Professional Development: Europe in international comparison).

La relazione giunge alla conclusione che gli insegnanti EU, piu’ di 6,25 milioni, hanno bisogno
di un reale feedback sul lavoro che svolgono, in modo da poter beneficiare appieno delle
opportunità di formazione, e che, per uno sviluppo professionale adeguato, sono importanti
anche la varietà delle esperienze di formazione e un miglior clima lavorativo nelle scuole.

“Gli insegnanti sono la linfa del sistema educativo e lo sviluppo professionale degli insegnanti è
un ingrediente essenziale per mantenere la qualità dell’istruzione.”
Nel complesso i risultati indicano che una politica scolastica consistente nel fornire agli
insegnanti un feedback sul loro rendimento è strettamente correlata al loro sviluppo
professionale e ai suoi risultati percepiti.

Il clima scolastico svolge anch’esso un ruolo importante. Gli insegnanti che si sentono realizzati
sul lavoro e che si sentono ben inseriti nella loro scuola si esprimono positivamente quanto allo
sviluppo professionale.
Fare delle scuole “Organizzazioni che Apprendono”, incoraggiando la formazione continua e
quindi la qualità degli insegnanti, sono tra gli Obiettivi primari del Sistema Educativo del 2000.
A tal proposito viene citata TALIS, indagine internazionale sull’insegnamento e l’apprendimento
dell’OCSE. ("Creating effective teaching and learning environments" (Creare contesti di
insegnamento e di apprendimento efficaci)

Ecco in sintesi i risultati :

Tre insegnanti su quattro segnalano di mancare di incentivi per migliorare la qualità del loro
insegnamento mentre il cattivo comportamento degli studenti in classe disturba le lezioni in tre
scuole su cinque.

Più del 70% degli insegnanti delle scuole secondarie inferiori afferma che la cattiva condotta
degli allievi in classe impedisce "in una certa misura" o "molto" il processo di insegnamento

In media gli insegnanti impiegano il 13% del tempo trascorso in classe a mantenere la disciplina
Altri fattori che ostacolano il processo educativo comprendono l'assenteismo degli studenti
(46%), gli studenti che arrivano in ritardo nelle classi (39%), il linguaggio osceno e le bestemmie
(37%) nonché l'intimidazione o gli insulti verbali all'indirizzo di altri studenti (35%).
Nel complesso, dall'indagine emerge che le autorità che pianificano l'istruzione potrebbero fare
di più per sostenere gli insegnanti e migliorare il rendimento degli studenti se sia il pubblico che
i decisori politici si concentrassero meno sul controllo delle risorse e sui contenuti
educativi e prestassero maggiore attenzione ai risultati dell'apprendimento

Key data on education in Europe

Produced by the Eurydice Network, the 2009 edition of Key Data on Education in Europe gives a
comprehensive picture of the latest trends regarding the organisation and functioning of the
education systems of 31 European countries (EU Member States, Iceland, Liechtenstein, Norway
and Turkey), based on 121 indicators.

Key messages:

1) Demographic change: fewer pupils in compulsory education and widespread retirement


of teachers
Population projections in the EU point to a general decline in the population of school-age pupils, yet
the need for all citizens to possess up to date skills and knowledge is increasing. At the same time,
since the age group of teachers closest to retirement is over-represented, many countries will
experience teacher retirement on a very large scale in the near future and possible shortages,
especially in certain areas. These demographic changes pose challenges for education systems,
however, they are also an opportunity to update, modernise and make them more effective and
quality oriented..

2) Longer compulsory schooling and significant rise in participation in higher education


In the vast majority of European countries compulsory schooling lasts for nine or ten years but a 5-
year old today can expect to spend on average 17 years in education and the overall trend is clearly
upward. Some countries have introduced reforms aimed at reducing school-leaving rates. In Italy
and the Netherlands, for example, all pupils up to the age of 18 must continue in school until they
obtain a certificate of basic education. The number of students in higher education has risen
continuously since 1998 to reach over 18 million (a 25 % increase in eight years). A third of all 20-22-
year olds now participate in a higher education course. Women’s participation in higher education is
higher than men's overall (123 women enrolled for 100 men) but significant imbalances depending
on the field of study remain.

3) Increased autonomy for schools combined with a rise in external evaluations, but varied
policies on publications of results
A near universal trend towards increased school autonomy has been accompanied by a parallel
development of measures to implement regular and systematic evaluation of education systems,
institutions and staff. It is possible to speak of a culture change in European education with regard to
quality assurance since 2000, with many countries having introduced standardised evaluations for
example. However, policies on the publication of results vary greatly, with only a minority routinely
publishing.
LINK

• Il sito dell’OCSE dedicato all’istruzione

• http://www.oecd.org/document/0/0,3343,en_2649_39263231_38052160_1_1_1_1,00.html

• Il sito della Commissione europea dedicato alla formazione degli insegnanti

• http://ec.europa.eu/education/school-education/doc832_en.htm

• Il comunicato della Commissione

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