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Rifacendomi alla citazione di Antonacci F. che afferma che “la scuola è gioco” sono considerati
mondo vario, multiforme, tecnologicamente avanzato che offre loro giocattoli computerizzati,
In tale realtà, un ruolo dirompente sono andati assumendo, i linguaggi massmediali. Questi ultimi
fanno ormai parte della nostra vita e se è pur vero che possono costituire un pericolo per le abitudini
parlare dei media e dei linguaggi informatici come opportunità di sviluppo, di stimolazione e di
significatività cognitiva, nella considerazione che il bambino storico degli anni 2000 offre un
suo sapere “. D’altro canto, la via attualmente privilegiata per la creazione e per la trasmissione
della cultura è costituita, proprio, dagli strumenti della comunicazione sociale. Tali mezzi hanno
seguito il logico evolversi del progresso tecnologico e sono entrati con forza prorompente nella vita
di tutti i giorni, al punto tale che e possibile affermare che oggi si nasce e si vive in una sorta di
“ionosfera” sempre più sofisticata. I mezzi di comunicazione di massa ed, in modo particolare, il
mondo delle immagini, si sono arricchiti, infatti, della moderna tecnologia: in seguito all’accelerato
sviluppo innovativo e all’influsso insieme planetario e capillare sulla formazione della mentalità e
del costume, esso rappresenta una nuova frontiera con la quale qualsiasi sistema educativo dove
confrontarsi a meno che non voglia chiudere gli occhi innanzi alla realtà che coinvolge il fanciullo
La scuola, fino ad oggi, ha impostato una serie di nuove linee pedagogiche, didattiche, ma non e
atteggiamenti che alterano non poche volte il quadro di riferimento della sua formazione. Egli
riceve spesso, attraverso i mass media, una parzialità o una serie di parzialità nella visione del
mondo; gli si prospettano situazioni nelle quali prevale la dimensione di una cultura urbana
alfabetizzata che non riesce nemmeno a decodificare. La scuola,allora, soprattutto quella di base,
deve inserire nuovi linguaggi mediali in contesti pedagogici strutturati con precisi itinerari di
apprendimento ed obbiettivi educativi, tenendo presente che il fanciullo va alla ricerca di un quadro
di orientamento innanzi alla pluralità di messaggi che il mondo scolastico ed extra gli pone
costantemente. I recenti studi sulla struttura del cervello umano hanno messo in evidenza che i due
emisferi cerebrali svolgono un azione coordinata, però il sinistro è più impegnato nelle dinamiche
della logicità e della cognitività ed il destro in quelle della creatività. Sul piano, quindi. Operativo
alla luce anche dei programmi, la scuola, elementare, nel suo progetto didattico, deve articolare gli
interventi educativi in modo da impegnare mano destra e mano sinistra (Bruner), dimensione
l’insegnante esce dal suo ruolo unidimensionale di intermediario del sapere e diventa partner
personali degli alunni possa trovare, a livello psicologico, culturale e sociale, delle risposte
adeguate.
Analisi tratta da:
Antinucci F.
"… — mi direte — «Scuola» e «gioco» sono termini antitetici: se qualcosa appartiene all’uno
non può appartenere all’altro e viceversa. E se non me lo direte voi, sicuramente me lo dirà un
qualunque ragazzo che a scuola ci va. Eppure, abbiamo appena visto che gran parte
dei giochi senso-motori fino ai più sofisticati procedimenti di deduzione logica, calcolo e previ-
sione dei giochi di strategia. Anzi, in un certo senso, questi giochi costituiscono apprendimento
allo stato puro; apprendimento, cioè, che non è funzionalizzato a nessuno scopo che non sia
quello di progredire costantemente, di migliorare se stessi. Ma, nonostante questo, tutto ciò
sembra non avere nulla a che fare con ciò che chiamiamo comunemente apprendere,
questi compiti."