Sei sulla pagina 1di 5

Teoria delle decisioni Neoclassica

La Teoria delle decisioni nel modello neoclassico pone al centro dellattenzione la massimizzazione
dellutilit: una scelta razionale quando massimizza lutilit. In realt le inesattezze descrittive rispetto
allapproccio normativo furono dimostrate gi dal Paradosso di ST. Pietroburgo secondo cui data una
scommessa tra due individui sul lancio di una moneta con pagamento del banco al giocatore di un importo
pari a

in caso di uscita di Testa alln-esimo lancio, nonostante questa scommessa sia strutturata su una
variabile casuale con valore atteso infinito e quindi vincita media infinita, viene considerata adeguata solo
una minima somma da pagare per partecipare al giocare. Per spiegare il paradosso di San Pietroburgo fu
necessaria lintegrazione dellutilit marginale e delle teorie di Bernoulli.
Successivamente anche Savage apr alla utilit soggettiva attesa contrapponendo alla probabilit oggettiva
(secondo cui la desiderabilit degli eventi misurata assegnando ad ogni stato un grado di utilit) la
probabilit soggettiva (grado di credenza con cui viene considerata loccorrenza degli eventi) ed il concetto
di cosa sicura (secondo cui se un soggetto preferisce unazione ad unaltra indipendentemente dal grado di
incertezza degli eventi, allora lo stesso grado di incertezza non dovrebbe influenzare la scelta). In realt il
Paradosso di Allais invalider il concetto di cosa sicura dimostrando che gli individui dovendo scegliere tra
due lotterie violano lassunto di indipendenza dellutilit attesa preferendo prima una scelta che dia
maggiori certezze nonostante un valore atteso minore mentre sulla seconda lotteria data la bassa
probabilit di vittoria disposto ad assumersi maggiori rischi per alzare la posta in gioco.

Ci si sposta quindi da una Teoria delle decisioni Razionali in cui il decisore razionale sceglie lalternativa che
massimizza la sua utilit e quindi la sua funzione obiettivo (relazione tra variabile da massimizzare e
variabile decisionale), a nuovi approcci dove i decisori vedono le cose sotto diverse angolazioni.
Le ipotesi alla base delle decisioni razionali su base neoclassica si scontrarono anche con successivi studi
empici in base ai quali fu evidenziato la tendenza del decisore ad optare per la decisione pi importante
quando esse sono ugualmente attraenti, oppure la tendenza del decisore a dare maggior peso ai pro di una
scelta ed ai contro di un rifiuto in conflitto con linvarianza procedurale della base neoclassica. Ancora fu
evidenziata la tendenza del decisore a ricercare opzioni addizionali per scelte in presenza di conflitto anche
quando il valore atteso della ricerca minore di quello delle opzioni disponibili, infine fu evidenziata una
tendenza a non prendere una decisione definitiva allaumentare delle alternative in contrasto con la
condizione di regolarit.

PROSPECT THEORY

La Prospect Theory una descrizione alternativa della decisione individuale in condizioni di rischio, che si
pone come obiettivo quello di dimostrare lesistenza di Bias cio spiegare perch le scelte si discostano in
maniera sistematica da quelle previste dalla teoria standard della decisione. La conclusione pi importante
a cui giunge tramite test empirici , oltre alla dimostrazione dei Bias, come due enunciazioni logicamente
equivalenti conducono a scelte differenti del decisore. La Prospect Theory nasce quindi con intenti
descrittivi che non vuole condannare la teoria normativa ma anzi la pone alla base della ricerca descrittiva.
In condizioni di incertezza infatti, le limitazioni cognitive rendono difficile fare le complesse operazioni
necessarie per il calcolo dellutilit attesa.
Nella teoria dellutilit attesa, le utilit dei risultati sono ponderate con le loro probabilit. In realt 3 effetti
concorrono a violare questo presupposto : leffetto certezza (secondo cui gli individui attribuiscono un peso
maggiore a i risultati che sono considerati certi rispetto a quelli solo probabili),leffetto riflesso (secondo
cui il soggetto si mostra maggiormente avverso al rischio in un dominio positivo che in uno negativo) e
leffetto isolamento (secondo cui il decisore tende a trascurare le componenti condivise delle alternative
concentrandosi su quelle che le distinguono).

La prospect theory individua due fasi principali nei processi di scelta :
Elaborazione (editing): analisi preliminare dei prospetti offerti che spesso porta ad una
rappresentazione semplificata degli stessi. I prospetti sono un contratto che frutta un risultato
x ad una probabilit P, viene messa in risalto la componente soggettiva delle alternative nella
testa dei decisori(nella teoria classica accettabile se lutilit attesa dallintegrazione dello stesso
negli asset di un individuo supera lutilit di quelle attivit in quanto tali).
Valutazione (evaluation): i prospetti elaborati sono valutati scegliendo quello di valore pi alto


La funzione della fase di elaborazione quella di organizzare e formulare le opzioni in modo tale da
semplificare la valutazione e la scelta successiva. Le p importanti operazioni nella fase di elaborazione
sono la codificazione dei prospetti che pu essere influenzata dalla formulazione degli stessi e dalle
aspettative del decisore (1000 euro sono un guadagno positivo ma il mio obbiettivo poteva essere 2000),
una fase di cancellazione in cui vengono escluse le componenti condivise dai prospetti offerti ed una fase di
segregazione in cui le componenti prive di rischio del prospetto vengono segregate da quelle rischiose.
Bisogna inoltre citare una fase di combinazione in cui i prospetti possono essere semplificati combinando le
probabilit associate con risultati identici, una di semplificazione in cui le probabilit ed i risultati vengono
arrotondati ed infine una di rilevazione di dominanza in cui i prospetti offerti vengono esaminati allo scopo
di identificare alternative dominate che sono scartate senza ulteriore valutazione.
Come detto lelaborazione semplifica il compito decisionale questo spinge a far ci che essa venga eseguita
il prima possibile. Questo non sempre accade ed uneccessiva semplificazione porta spesso ad anomalie
(prima e dopo) ed euristiche.

La fase di valutazione si basa invece su due funzioni che le persone utilizzano per valutare, in modo
soggettivo, gli esiti e le probabilit associate ai prospetti. Queste due funzioni sono la funzione del Valore e
la funzione di Ponderazione.
In linea con i principi base della percezione e del giudizio, si evidenzia una tendenza del decisore a valutare
le singole variazioni piuttosto che grandezze assolute, come nel caso in cui il soggetto considera piccole
variazioni di ricchezza e benessere piuttosto che lo stato finale. In realt gli stimoli sono percepiti in
relazione al nostro passato, alla nostra esperienza che definisce il livello di adattamento e quindi un punto
di riferimento.
Il valore andrebbe trattato come una funzione a due argomenti : la posizione patrimoniale cio la
situazione attuale che indica il punto di riferimento e la dimensione del cambiamento rispetto al punto di
riferimento. Molte dimensioni sensoriali e percettive condividono la propriet per cui la risposta psicologica
una funziona concava della grandezza della variazione fisica.
Una funzione di valore descrive quindi il ruolo della percezione soggettiva nella valutazione degli
esiti di una decisione, definita rispetto ad un punto di riferimento(situazione attuale) piuttosto che sulla
ricchezza totale, concava al di sopra del punto di riferimento e convessa al di sotto crescendo meno
rapidamente nellarea al di sopra che non di quanto diminuisca in quella di sotto.



Vengono crearsi situazioni non contemplate nella teoria neoclassica. Il decisore preferisce non perdere x
piuttosto che guadagnarli, su piccole somme percepisce le variazioni di valore in maniera maggiore rispetto
alle grandi somme (area verde guadagno < area perdite).

La funzione di ponderazione invece, descrive il ruolo della percezione soggettiva nella
valutazione delle probabilit: gli individui agiscono trasformando il valore della probabilit come se
questa rappresentasse una sorta di peso o importanza delle decisione, il peso attribuito ad un esito
aumenta allaumentare del valore della probabilit oggettiva che si verifichi (ma non in modo lineare), e le
piccole probabilit vengono sopravvalutate e quelle medio/alte sottovalutate. I pesi attribuiti alle
probabilit degli eventi non sono lineari ma anzi per la maggior parte delle volte essi sono inferiori
assumendo valenze peculiari solo in corrispondenza degli estremi: intorno allo zero la probabilit oggettiva
viene iperponderata mentre il corrispondenza del valore massimo viene sottostimata o rimane indefinita.

+100
f(+100)
f(-100)
-100


Le utilit dei risultati non sono quindi ponderate per le loro probabilit come visto nella teoria neoclassica
ma i risultati sono ponderati con pesi decisionali che sono funzione della probabilit ma non sono
probabilit, sono derivati dalle scelte e misurano limpatto degli eventi sulla desiderabilit dei prospetti.



Kahneman e Tversky, ideatori della prospect theory, tentarono di ripetere lesperimento di Allais
modificandolo ed ottennero risultati simili, invalidando il principio della cosa sicura. I soggetti posti
allesperimento dimostravano come visto dalle funzioni di valore e ponderazione, di dare pesi differenti a
payoff positivi e negativi mostrando una maggiore riluttanza al valore assoluto della perdita che a quello
della vincita. I soggetti continuavano a sovrastimare le piccole probabilit, trattando le probabilit pari a 0
come 0, le piccole probabilit come maggiori e le probabilit tendenti a 100 come 100.

Le principali implicazioni della prospect theory sono :

Framing Effect: Il frame il contesto in cui lindividuo si trova ad operare la scelta ed ha un effetto
determinante sulla scelta stessa. In particolare il modo in cui il problema viene formulato influisce
sul modo in cui lindividuo percepisce il punto di riferimento (status quo). Dato un problema
decisionale, i soggetti si focalizzano su una parte del problema, la formulazione del problema viene
accettata in maniera passiva e sono incapaci di costruire una rappresentazione estensionale del
problema. Un esempio tipico quella della malattia asiatica (prima si dicono i sopravvissuti poi i
morti modificando la decisione). La spiegazione dellesperimento nella razionalit limitata dei
soggetti e nellavversione al rischio per i guadagni e per la propensione al rischio per le perdite.

Effetto dotazione: A ciascuno dei membri di un gruppo (venditori) viene regalata una tazza e
viene chiesto loro quanti soldi vogliono per restituire al tazza al venditore di gioco. Ad i membri di
un secondo gruppo (valutatore) viene chiesto di indicare quanti soldi sarebbero disposti a pagare
per avere la tazza. Se un membro del gruppo venditori ha scritto un prezzo dacquisto inferiore a
quello vero allora tiene la tazza. Se un membro del gruppo valutatori ha scritto un prezzo inferiore
a quello vero allora ottiene la tazza. Chi scrive un prezzo superiore in entrambi i casi ottiene una
somma pari al prezzo vero. Dai risultati dellesperimento si evidenza che i soggetti tendono a dare
pi valore ad un bene in loro possesso rispetto a quanto lo valutano nel caso intentando
procurarselo. Il prezzo medio dei venditori maggiore di quello dei valutatori. Dal punto di vista
psicologico valutatori si trovano a decidere qual la somma minima di denaro a cui preferiscono
rinunciare pur di avere la tazza. I venditori si trovano a dover disfarsene per una somma di denaro
da loro stabilita. Il principale effetto dotazione non esaltare lattrattiva del bene che si possiede
ma solo la sofferenza che si prova dal separarsene.

In generale lavversione alle perdite porta i soggetti a voler conservare lo status quo, a rinunciare ad un
guadagno pi che subire una perdita. Il livello di riferimento diventa lo status quo che incide su ogni
decisione.

Potrebbero piacerti anche