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Mappa concettuale sulla composizione sociale della Francia

rivoluzionaria

Sul finire del 700 la popolazione del regno di Francia veniva considerata, più che come l’ insieme di
tutti i francesi senza nessuna distinzione, come un insieme di 3 “ordini”, o “stati”: il clero, la nobiltà
e il Terzo Stato. Quest’ ultima era la categoria più bassa, e sottomessa alle altre due, che erano al
contrario fortemente privilegiate. Comprendeva tutti coloro che non appartenevano al clero o alla
nobiltà.

• Il clero era composto da circa 130000 individui, fra preti e membri degli ordini monastici.
Era esente da qualsiasi tipo di imposta e la sua assemblea si limitava a votare annualmente
un “dono gratuito”, liberamente concesso alle finanze statali. Era sottratto dalla
giurisdizione dei tribunali statali e dalle leggi civili e poteva essere giudicato solo dai
tribunali ecclesiastici e sulla base del diritto canonico. Possedeva vaste proprietà terriere
stimate intorno al 6-10% del territorio totale, sulle quali gravavano tasse che arricchivano il
clero insieme alle decime. Come in tutti i paesi cattolici del tempo, la proprietà ecclesiastica
era quella peggio amministrata e in linea di principio inalienabile. Inoltre il clero , anche
dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, manteneva la gestione di tutte le scuole
elementari e dei collegi e controllava quindi l’ istruzione sia del popolo sia dei ceti
aristocratici.
• La nobiltà era composta da circa 350000 individui. Anche questo ceto possedeva enormi
proprietà terriere, stimate intorno al 20-25% del territorio totale. Per investitura feudale, i
nobili continuavano a riscuotere nei loro possedimenti tasse, canoni prelevati a vario titolo e
pedaggi, ed inoltre continuavano ad esercitare funzioni di amministrazione di bassa
giustizia. I nobili godevano di numerosi altri privilegi, tra cui il diritto di essere giudicati da
tribunali di parte e di sottrarsi ad accuse considerate infamanti. Ai nobili erano riservati i
gradi più alti dell’ esercito e le più alte cariche dello stato. Non volendo rinunciare al proprio
statuto giuridico fondato sul privilegio, la nobiltà tendeva, nella seconda metà del 700, a
formare un ceto chiuso in sé stesso: si opponeva alla concessione di nuovi titoli nobiliari, ai
matrimoni tra nobili e borghesi e pretendeva di mantenere il monopolio delle cariche statali
e militari.
• Il Terzo Stato era costituito dalla maggior parte del popolo, che toccava i 62 milioni di
abitanti, e del quale soltanto il 2% circa era composto da clero e nobiltà. Il terzo stato
comprendeva le più diverse categorie sociali. Al vertice si trovava un ceto alto-borghese di
grandi proprietari, funzionari statali, finanzieri e banchieri, che pur non essendo nobili
potevano aspirare a dei titoli nobiliari. Poi si trovava un ceto medio di commercianti all’
ingrosso, imprenditori, titolari di professioni molto stimate come il medico o l’ avvocato, e
membri di particolari gruppi sociali come i farmacisti o i chirurghi. Più giù ancora si
trovavano gli artigiani, i commercianti al dettaglio e i lavoratori manuali salariati. Al
gradino più basso si trovavano i lavoratori della terra, 20 milioni di persone, in una
minoranza di casi benestanti. Tutti però erano sottoposti alle giurisdizioni feudali, pagavano
tasse alla nobiltà e decime al clero, a volte erano costretti ad effettuare corvées.

David Collu 2009/10

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