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PALAZZO LANFRANCHI: QUANDO I MURI PARLANO

1- Brevi prolegomei
A Pisa le emergenze monumentali sono isole circondate da un habitat divenuto loro
estraneo per unerrata politica di manutenzione degli edifici di abitazione civile, che ha reso il
volto della citt confuso e contraddittorio..Neppure al turista pi distratto pu essere
sfuggito che Pisa ! la citt peggio tenuta della "oscana. #a perfetta manutenzione della Piazza
dei $iracoli rende pi stridente la desolazione in cui sono tenuti e vivono intieri %uartieri della
citt, i pi antichi, potenzialmente i pi belli e i pi adatti a incrementare lindustria turistica&
'
.
A chi valuti criticamente lo stato di conservazione e di valorizzazione del patrimonio edilizio
storico nella citt di Pisa sulla via del terzo millennio, %ueste parole di (abriella )ossetti,
datate ormai * maggio +,-., anche se molte cose sono certamente cambiate in meglio,
continuano purtroppo a suonare ancora attuali.
/n effetti non tutte le cause dellalterazione e del degrado di notevoli edifici della Pisa
medioevale sono stati rimossi0 si ponga ad esempio mente allo stato di fatiscenza di intere zone
della citt di alta rilevanza storica 1un esempio per tutti, lintera zona compresa tra il lungarno
$ediceo e il Palazzo di (iustizia2..
Anche se in modo meno scriteriato, non ! inoltre cessato completamente lassalto vincente
dellintonaco alla pietra e al laterizio, con luso tutto pisano di lasciare aperti nel manto
dintonaco solo inserti e finestrelle che mostrano assaggi dellaspetto originale di un muro o di
un arco, il che, ben lungi dal costituire una consolazione seppur magra, accresce il senso di
confusione e nulla aggiunge alla operativit dello storico o dello storico dellarte, lasciando
semmai loro un vago senso di frustrazione.
)ispetto al grigio %uadro delineato dalla )ossetti ! senza dubbio aumentato molto il grado di
consapevolezza del valore dellarchitettura medioevale pisana, tanto civile %uanto religiosa, e
sono stati intraprese importanti opere di restauro 1ad es. Palazzo Alliata23 nel frattempo per !
sopravvenuta purtroppo la triste e infinita vicenda del restauro della "orre, che, astenendoci
ora dal valutare la maggiore o minore giustezza o credibilit delle soluzioni proposte, continua
+
(. )ossetti, 4. #everotti, (. (arzella, 4. )edi, 5. 4rugoni, $. 5armassi, Un palazzo, una citt: il palazzo
Lanfranchi in Pisa, Pisa Pacini +,-., pag.+,
'
(. )ossetti et alii, op cit., pag.''
+
a colpire al cuore forse il simbolo pi amato 1e anche turisticamente spendibile&, diciamolo2
di %uesta citt, con un danno economico e morale difficilmente valutabile e ammortizzabile.
/n %uesta situazione la vicenda del restauro di Palazzo #anfranchi si distingue come esperienza
positiva, soprattutto per %uanto riguarda le metodologie scientifico6tecniche del restauro.
/n effetti la ristrutturazione recente e la destinazione ormai stabile a spazio espositivo 1teatro
di molte importanti mostre, ultima tra le %uali %uella assai significativa su #eopardi e il suo
soggiorno pisano, tuttora in corso2 fanno di %uesto belledificio, che si affaccia con le sue
finestre sul #ungarno (alilei, una rara avis e forse un possibile modello trainante, sempre che
si riesca a sovvertire un po di residua inerzia a livello istituzionale e anche un certo malinteso
senso di speculazione del cittadino, che non di rado preferisce lucrare sulle vecchie& case
malconce piuttosto che consentirne il restauro e la valorizzazione.
Nel nostro caso poi il restauro concretizzato alla fine degli anni 7. e terminato nel +,-. ha
dato vita anche ad un ulteriore, fortunata congiuntura.
/nfatti lilluminata collaborazione dellarchitetto $assimo 5armassi, direttore dell8fficio
Progetti del 5omune di Pisa e incaricato della risistemazione del vetusto edificio con alcuni
professori dell8niversit di Pisa ha consentito lelaborazione di una particolareggiata
monografia 1(. )ossetti, 4. #everotti, (. (arzella, 4. )edi, 5. 4rugoni, $. 5armassi, Un
palazzo, una citt: il palazzo Lanfranchi in Pisa, Pisa Pacini +,-.2, che in%uadra ledificio
tanto sotto il profilo storico6archivistico %uanto artistico6architettonico, mettendone in luce
tutte le possibili valenze come bene culturale e fenomeno storico.
Proprio da %uesto testo, di cui ci confessiamo debitori, trae le mosse il nostro pi modesto
lavoro, che cercher dapprima di cogliere la retta collocazione nel fluire della storia di Palazzo
#anfranchi e del contesto urbano di cui fa parte, per giungere poi ad un analisi pi attenta delle
strutture del palazzo stesso, dei corpi di epoca diversa da cui ! formato e anche delle modalit
con cui il restauro ! stato condotto.
!- Il "#$r%iere e l$ proprie%&: #$ 'reve (%ori$
!)1-*i+i,$: l-Ol%r$ro el Me.ioevo e ol%re
/

(uardando ai dati ricavabili dalla documentazione, sembra possibile affermare che 9inzica o
*
:i veda il contributo di 4ranca #everotti, Il quartiere medievale dOltrarno: Chinzica, alle pag. *,6;' di (.
)ossetti et alii, op.cit.
'
5hintica o (uinzica <%uesto fu il nome del %uartiere di =ltrarno in et medievale e oltre6 abbia
avuto origine o %uantomeno decisivo sviluppo al principio dell >/ secolo.
/nfatti, bench! alcune vestigia di epoca romana siano rimaste anche da %uesta parte del fiume,
! tuttavia evidente che il grosso della citt romana vera e propria doveva trovarsi dallaltra
sponda 6la zona di Piazza dei $iracoli e dei ?agni di Nerone, per intenderci6 dove infatti
vediamo tutte le pi importanti tracce conosciute di et romana, tardoantica e altomedioevale.
@uando, dopo secoli di vita stentata ed implosione demografica la citt di Pisa cominci
%uellascesa che lavrebbe condotta alle sue fortune di )epubblica $arinara, linversione del
trend fece deflagrare i confini dellantico insediamento, determinando lestensione della
presenza umana stabile anche alla zona d=ltrarno.
/l toponimo 9inzica nelle sue varie forme, attestato per la prima volta nel +..;
A
e limitato
dapprincipio alla zona limitrofa alla chiesa di :.5ristina 6in %ualche modo una testa di ponte
del nuovo insediamento, dato che si trovava proprio a un capo dellunico ponte che collegava
%uesta zona con la citt vecchia6 fu esteso successivamente anche alla zona dell=ltrarno
simmetricamente opposta in direzione ovest o ur!us "ancti Pauli
B
, che si era sviluppata
allinizio del >// secolo proprio intorno al monastero di :.Paolo iu#ta flumen $rni, o a )ipa
dArno&, come oggi lo definiamo 1e la cui esistenza ! attestata sino dal +.*'
;
2.
#a progressiva identificazione e omologazione di 9inzica <la cui importanza crebbe presto a
causa della relativa vicinanza con le vie di comunicazione che conducevano alle grandi citt a
sud0 4irenze, :iena e )oma6 con la parte pi antica della citt fu sanzionata materialmente nel
++B; dalla costruzione di una cerchia di mura che circondava totam urem pisanam et
%inzicam
7
.
(i negli anni *. del >// sec. tuttavia doveva essere gi stata raggiunta una certa forma di
unificazione giuridica, dato che le due zone comparivano associate in diversi atti notarili.
A livello di coscienza popolare per le due zone erano ancora distinte e tali rimasero fino a
%ualche decennio dopo lerezione delle mura.
/l %uartiere, nato %uindi attorno alla chiesa di :.5ristina, situata in prossimit dellArno,
vicino al ponte, l dove sboccava la Carraria &inore, cio! il tratto terminale della via Cmilia
romana& e ingranditosi in seguito con laccorpamento del ur!us "ancti Pauli, edificato ad
occidente vicino alla strada che collegava Pisa con :.Piero a (rado&, si svilupp velocemente
A
A:P, DAlessandro Nannipieri +B
B
/n un diploma del ++*, di 5orrado /// 1A:P Eiviani A.2
;
A:P 4alaschi ;*, +.*' agosto ', #ucca
7
cfr. ?. $aragone, $nnales Pisani, a cura di $. #upo (entile, in 'I" E/F', ?ologna +,*;, pag. +;
*
soprattutto dopo il +.B.
-
.
"ra +.B. e ++.. sorsero le pi antiche chiese di :.$artino, :.5ristoforo e :.Andrea3 tra ++..
e ++B; furono costruite :.:ebastiano, :.#orenzo, :.:epolcro, :.5assiano, :.$arco,
:.(iovanni Cvangelista, :.$aria $addalena e %uattro :pedali.
Alla fine dell>// sec. la struttura urbana del %uartiere d=ltrarno era probabilmente gi
definita, dato che tutti gli edifici religiosi che successivamente sarebbero serviti da base per la
divisione giuridica e toponomastica in cappelle esistevano gi, ad eccezione di :. Cgidio o
(ilio, che fu edificata nel Duecento. @uesto tuttavia non implic un rallentamento nG, men che
meno, un arresto definitivo allespansione della popolazione e del %uartiere, dato che anche nel
>/// secolo ! testimoniata una forte attivit di costruzione e insediamento.
=sservando la disposizione delle case nel %uartiere, si nota una secca sproporzione tra
linsediamento pi fitto della zona di :. 5ristina, attraversata dalla 5arraia $aggiore, e lo
scarso sviluppo dellinsediamento nella zona occidentale, limitato a lungo al solo monastero ed
ospedale di :. Paolo 1%uestultimo unico a ovest dell=ltrarno per tutto il >// secolo23 anche il
reticolo stradale innervava capillarmente il lato est, mentre si presentava a maglie larghe e rade
dallaltra parte3 inoltre fino almeno al Duecento, su cin%ue cimiteri del %uartiere, ben %uattro si
trovavano a est, lungo la Eia maggiore, mentre nella parte occidentale ce nera uno solo,
%uello 1! una costante2 costruito presso :. Paolo.
@uali le ragioni di %uesto differente pesoH 8n grande ruolo, certamente, fu giocato dalla
maggiore accessibilit della parte orientale 1per lungo tempo terminale, lo ricordiamo,
dellunico tramite tra linsediamento tradizionale e %uesta nuova zona2, ma anche dalla buona
%ualit del suolo, mentre la zona che volgeva verso il mare, boschi e palustre 1e %uindi, per ci
stesso, malarica2 non incoraggiava davvero lafflusso e limmigrazione.
Nel ricostruire %uesta storia di %uartiere&, indispensabile per introdurre la nostra trattazione,
ci siamo ovviamente avvalsi della testimonianza offerta dalledilizia sacra, meglio documentata
nelle sue fasi storiche, pur in una certa generale penuria di testimonianze.
"ra %ualche pagina, in un paragrafo 1*.'2 interamente dedicato al tema, osserveremo invece lo
sviluppo delledilizia privata e civile, %uella che pi interessa a noi in %uesto contesto,
partendo dalle umili cassine, i piccoli insediamenti di tipo agricolo e rurale del primitivo
insediamento, per arrivare alle ambiziose e confortevoli dimore in pietra e laterizio a pi corpi
e pi piani erette nel fulgore del medioevo pisano dai rampolli del ricco ceto mercantile.
-
Per le citazioni cfr. 4. #everotti, contr.cit., presso (. )ossetti et alii, op. cit., pag.A+
A
!)!- Le vi,e.e .ell$ proprie%&
0

Anche se oggi ! conosciuto come #anfranchi&, il nostro palazzo entr solo nel +B*, 1come
attestato dal contratto di vendita2 a far parte del patrimonio di %uesta nota famiglia della pi
antica nobilt comunale, ma probabilmente originaria del Ealdarno.
#estrema scarsezza di documentazione rende invece assai difficile risalire alle vicende tre6
%uattrocentesche delledificio.
Anzi, in un caso solo ! menzionato un complesso di edifici identificabile senza dubbio con
Palazzo #anfranchi. :i tratta di una sentenza 1$"P, (iplomatico ".&artino, datata +' ottobre
+*'-2 pronunciata contro un tale ?etto del fu ?onagiunta :tefani, cittadino e mercante pisano,
dichiarato debitore contumace delle somme di +.. e +;. fiorini, e costretto, per rimediare, alla
cessione in solido di tutte le sue propriet immobiliari.
/n un inventario delle medesime, stilato proprio nel corso dellatto, si elenca unam domum
cum turri et cum aliis domius iunctis dicte turri versus $rnum, que omnia sunt posita Pisis
partim in cappella "ancti &artini in %in)ica et partim in cappella "ancti "epulchri .....
@uesta descrizione ci presenta limmagine di un corpus di %uattro parti, cio! una domus con
torre e altre due abitazioni addossate ad essa3 visto che sono menzionati tre soli confini !
evidente che il %uarto doveva essere costituito dal fiume.
@uesto assetto a met tra due divisioni amministrative trova rispondenza nello studio
diacronico della struttura, dal momento che il pi recente tra i corpi delledificio che si
affacciano sul fronte del #ungarno sarebbe stato costruito in una fase successiva proprio su
uno spazio che segnava il confine tra le cappelle contigue di :.$artino e di :.:epolcro.
Peraltro non solo il Palazzo, ma tutta %uanta la propriet :tefani si trovava divisa, tanto che
nel +*'* era scoppiata una ben documentata lite tra i rappresentanti delle due cappelle e gli
eredi di ?onagiunta :tefani, tra cui il suddetto ?etto
+.
.
Al +*.*
++
risale la prima attestazione di ac%uisizione di beni immobiliari da parte degli :tefani
in 9inzica, la famiglia tuttavia era certamente gi influente nella realt del %uartiere, visto che
,
5fr. il contributo di (abriella (arzella, Palazzo Lanfranchi: la fami!lia e la propriet presso (. )ossetti et
alii, op. cit, pagg. ;*67-
+.
A:P, Archivio del 5omune A ,., c., +*'* dicembre - Pisa.
++
A:P, Dipl. :ped. "rovatelli, +*.* maggio , Pisa.
B
dallo stesso documento sappiamo che lac%uistante ?onagiunta risultava gi padrone di altre
propriet nella zona.
:ulla base di altre testimonianze, tra cui il libro dei possessi di Eanni di ?onagiunta e dei suoi
eredi relativo agli anni +*'B6+*',
+'
, possiamo vedere come, col passare degli anni, la famiglia
aveva esteso la sua propriet a %uasi un intero isolato compreso tra lArno e lattuale via
:.$artino, a molti altri beni immobiliari nel %uartiere e in altre zone, anche periferiche, della
citt e del contado, soprattutto del Ealdarno pisano.
8na serie di lucrosi e prestigiosi matrimoni di alcuni membri maschili e femminili della famiglia
con rampolli di nobili famiglie pisane e comitatine
+*
ci d lidea dellalto livello rango sociale e
della rispettabilit& raggiunta dagli :tefani, accettati in %uello che oggi definiremo *et+set,
laristocrazia mercantile della Pisa medievale.
Almeno per ?etto di ?onagiunta :tefani tuttavia le cose volsero repentinamente e
velocemente al peggio, tanto che tra +*'' e +*'* risultava gi gravato di debiti e coinvolto in
liti sulla propriet. #a situazione, evidentemente, divenne insostenibile fino alla cessione in
solutionem et pa!amentum pro convenienti e#timatione del +*'-, che metteva il palazzo nelle
mani straniere 1presumibilmente germaniche2 dei creditori di ?etto, tali Aroldo di (erardo di
,ivernicch e Arnoldo di )uggero di ,urimacch, fidecommissari ed esecutori testamentari di
(ianni del fu (ianni di ,hilalacch-.
:ui successivi passaggi di propriet <e se limmobile sul #ungarno sia rimasto o meno in mani
straniere6 i documenti tacciono completamente fino al catasto del +A'-, mentre solamente
lindagine tipologica e archeologica ci consente di dire che in %uesto periodo %uello che era
stato forse uno dei fiori allocchiello dei ricchi mercanti :tefani venne diviso dai proprietari
prima in due e poi in tre parti.
Prendendo in esame le partite catastali del +A'-
+A
, tra i possessi immobiliari di nessun cittadino
residente o possessore di beni nella cappella di :.$artino, ! riscontrabile un edificio con le
caratteristiche attuali del Palazzo #anfranchi, anche tenendo conto dellindeterminatezza dei
confini, dellincertezza nel mettere per iscritto lubicazione delle propriet e anche di un certo
%ual volontario ridimensionamento& che i possessori pisani, sulla base delle cui portate& 1una
+'
A:P, Prot. :ped. :.5hiara '.B+
+*
:i vedano gli esempi di (uiduccia, andata in sposa a =rlandino da :ettimo e (iovanni, fratello di ?etto e
marito di (aetana del fu =pizzone (ualandi.
+A
Per il %uale cfr. ?.5asini, $spetti della vita economica e sociale di Pisa del catasto del ./01+02, ?ollettino
:torico Pisano >>>/6>>>// 1+,;'6+,;*2
;
sorta di autodichiarazione dei redditi2 venivano stabilite le imposte, imponevano alla reale
entit dei loro beni.
@uesto significa che il palazzo continuava a rimanere nelle mani di cittadini non pisani 1e
%uindi non accatastati a Pisa2, o che le caratteristiche delledificio erano assai mutate, oppure
che le descrizioni erano troppo imprecise.
A certe condizioni solo la partita catastale del mercante Niccol di ?artolomeo del "esta, che,
tra gli altri beni, fa riferimento a %uattro case proprio nella zona di :.$artino potrebbe far
riferimento proprio a %uattro diverse parti delledificio attuale.
#interpretazione della portata di Del "esta fa pensare che corrispondente ai corpi + e 7
delledificio potrebbe essere una casa a tre solaia di propriet di Niccol, la %uale confinava,
secondo la descrizione del catasto, a I via comunale, a II lun!o $rno, a III pollaio di Iacopo
di &ichele, a I3 maestro Cello. Dobbiamo peraltro ammettere che la via comunale che
segnerebbe il confine a est, sia identificabile con il chiasso cappellaio, e che il pollaio confini
solo in parte con il lato occidentale, in corrispondenza col corpo 7, mentre non sarebbe
menzionata la contigua propriet dello stesso Niccol. #a casa risulta affittata, ma il
proprietario lamentava linsolvenza dellin%uilino. 5ontigua a %uesta, identificabile con il
corpo ' /, unaltra casa chon tre solaia, anchessa data a pigione, confinante a a I via
comunale lun!o $rno, a II pollaio di Iacopo di &ichele, a III 4icholaio5. Proseguendo
verso ovest avremmo poi una casa con A solai, in corrispondenza con i corpi ' // e A,
confinante a a I via comunale, a II 6artolomeo da 4oce, a III 4icholaio da ".&iniato,
%uestultimo probabilmente lo stesso Nicholaio gi incontrato tra i confinanti della seconda
casa. )iferendo la mancata indicazione del %uarto confine, %uindi la presenza di Niccol Del
"esta, al lato est della casa in %uestione, troveremmo a nord il #ungarno indicato
semplicemente come via comunale, a sud e su parte del lato ovest rispettivamente Niccol da
:.$iniato e ?artolomeo da Noce. 5ome le precedenti, anche %uesta casa risulta affittata. Nella
casa di Niccol del "esta delimitata a I via comunale, a II $rno, a III 6artolomeo da 4oce, a
I3 3ieri di &ichele da 7irenze, sarebbe infine da identificare il corpo * del nostro edificio,
confinante a ovest con la via comunale, a nord con lArno, a est con la casa dello stesso Del
"esta <non menzionata6 e in parte con ?artolomeo da Noce, gi indicato come confinante per
il lato ovest della precedente casa, e infine a sud con Eieri di $ichele. Della casa non viene
indicato il numero dei solai3 anchessa ! data in affitto&
+B
.
+B
Da (. (arzella, contr.cit., presso (. ossetti et alii, op.cit., pag. 7+
7
'eus sic stantius, anche se non c! alcuna certezza, lipotesi che il ricco mercante pisano sia
riuscito a mettere le mani sulle due o tre parti in cui i proprietari successivi al +*'- avevano
diviso leI complesso :tefani& e a riunificarli nuovamente ! %ualcosa di pi di una
supposizione
Nellottobre +B*,, con regolare atto di vendita, ledificio veniva ceduto al canonico
Alessandro della nobile famiglia dei #anfranchi.
#a potente casata o domus dei #anfranchi, originaria del Ealdarno pisano, si era stabilita sin
dal Duecento nella zona cosiddetta di Ponte, anche se ben presto il ceppo originario della
stirpe si divise in molte ramificazioni 1ben ++ nella prima met del Duecento2, il che impedJ alla
famiglia di rimanere concentrata, imponendo ad alcune di %ueste propaggini di insediarsi in
altri %uartieri e localit.
@uesta piccola diaspora tuttavia non aveva portato inizialmente a grandi insediamenti nella
zona occidentale della citt, tanto che fino al catasto del +A'- e ragionevolmente anche oltre, i
possedimenti di %ualsiasi #anfranchi nel %uartiere di 9inzica risultano ridottissimi, a fronte di
estesi fondi in Ponte e nel contado.
/l canonico Alessandro, personaggio certamente molto di spicco nellambiente ecclesiastico
pisano ed elevato da subito a una solida posizione economica grazie, oltre ai molti benefici e
prebende di cui risulta titolare
+;
, anche alleredit del padre, il ricco mercante ?artolomeo
#anfranchi che gi si era distinto, tra le altre imprese commerciali, per lac%uisto del palazzo
che oggi ospita lArchivio di :tato di Pisa 1eI Palazzo "oscanelli2, concepJ sicuramente
lac%uisto del nostro edificio in chiave anche promozionale&, nellottica cio! di una sempre
pi solida ascesa sociale e ac%uisizione di prestigio e potere.
/l *+ ottobre +B*,
+7
%uindi Alessandro ac%uistava domum unam ma!nam solariatam duous
solariis cum salis, cameris, fundis et terrestris, cum lodia, claustro, puteo et aliis suis
pertinentiis et haituris, cum insi!nis re!is 7ranciae pictis in facie dicte domus apud
secundum solarium, positam Pisis Lun!arno in cappella sancti &artini Chinsicae,.
/n verit lac%uisto aveva avuto degli antecedenti rocamboleschi, poichG concludeva una lunga
%uestione tra la proprietaria Dianora della famiglia dei (ianalberti, vedova di (iovanni ?attista
di Pone, e un altro precedente ac%uirente, tal #orenzo di (iovanni 5ini.
Dianora, appartenente per parte di padre e di marito a due solide casate di mercanti pisani, era
repentinamente caduta in gravi difficolt finanziarie, a cui aveva cercato di porre rimedio
+;
cfr. (. (arzella, contr.cit. presso (. )ossetti et alii, op.cit., pag. ;B
+7
A:P, Dipl 5appelli
-
vendendo la domus al 5ini per '+. scudi con diritto di riscatto a parit di prezzo dopo un
triennio salvo le gabelle.
Non riuscendo pi a trovare i fondi per reggere %uesto gioco rischioso, riuscJ alla fine a
vendere domus et domunculam 1cio!, come vedremo, lintero complesso2 al #anfranchi per
A+' scudi, con esclusione de i '+. scudi che erano serviti a rilevare nuovamente la propriet
dal 5ini.
Per inciso, la curiosa presenza del fleur de l8s di 4rancia sulla facciata del palazzo, simbolo
assente da %ualsiasi blasone della coeva nobilt pisana, si pu far risalire alla calata in /talia di
5arlo E///, ospite a Pisa nel +A,A. #a citt ne colse lo spunto per ribellarsi alla dominante
4irenze, erigendo a suo nuovo signore il re 5ristianissimo e facendo formale atto di
sottomissione.
5i comport labrasione o comun%ue leliminazione dello stemma fiorentino dalla facciata di
tutti i palazzi ed edifici pubblici e la sua sostituzione appunto con i gigli di 4rancia. 5he %uesta
misura possa poi essere stata estesa ai pi rilevanti edifici privati della citt 1come il nostro2
non ! tramandato da nessuna fonte pisana contemporanea ai fatti, ma ! possibile.
/l '7 dicembre +BBB
+-
Alessandro, ancora vivente, cedeva ai fratelli 5amillo e 5arlo la
propriet del palazzo che, come ! possibile comprendere dal testo del documento e come
vedremo pi precisamente in seguito, era passato da due a tre piani, risultato ottenuto
mediante la copertura della loggia 1che aveva cosJ cessato di esistere come tale2 e la
trasformazione del piano terra3 i pavimenti inoltre erano stati rialzati al livello attuale.
Per molti anni a seguire le notizie sul palazzo sono assai scarse3 ledificio tuttavia rimaneva
saldamente nelle mani della famiglia ed era abitato dai figli di 5arlo #anfranchi, 8baldo,
5amillo e /ppolito, come sappiamo da due atti dellArchivio #anfranchi, datati B giugno +;*B
e '7 maggio +;*7.
Nel +;*-
+,
8baldo riunific la propriet dellintera dimora, 1compresa la domuncula adiacente,
ac%uistata a suo tempo da Alessandro e poi ristrutturata2 rilevando le parti che erano toccate
per eredit ai suoi fratelli.
#a descrizione di porta, finestre e stemmi fatta nel tenore dellatto che sanziona %uesta
transazione ci fa ritenere che il palazzo aveva ormai assunto laspetto esteriore attuale.
/l +7 maggio +7*A, data di rogazione della %uietanza della dote di Cleonora #anfranchi, andata
sposa a Pompeo da Paule, ! il terminus ante quem, lestremo limite cronologico inferiore
+-
A:P, Archivio #anfranchi 1Archivi privati, busta A2.
+,
A:P, Archivio #anfranchi
,
della propriet dei #anfranchi nei confronti delledificio a cui avevano conferito e continuano a
conferire il nome.
Dopo circa cin%uantanni, col catasto del +7-*
'.
, ci troviamo di fronte ad un nuovo
proprietario, anchegli discendente di unantica dinastia mercantile pisana, il cavaliere /acopo
del fu 5amillo $osca, che lo aveva probabilmente ricevuto in dote dalla moglie 4austina
#anfranchi.
Da %uel momento si susseguono numerosi e veloci passaggi di propriet.
Nel +-** il palazzo risulta appartenente ai fratelli Eacc ?erlinghieri 4rancesco, #eopoldo e
(iuseppe, figli ed eredi del noto clinico e professore del nostro Ateneo Andrea. #a propriet
Eacc6?erlinghieri ! attestata fino al +-B.. /l catasto urbano del +-77 ci trasmette invece il
nome di tale (iuseppe di #orenzo Norci.
Dal +--7 al +,'. la propriet dello stabile pass a (iuseppe e 5arlo Palme, indi, nel +,'. a
(iuseppe di 5arlo Del :eppia.
Nel +,B' la catena arriva allanello conclusivo0 ! appunto in %uestanno, infatti, che il 5omune
di Pisa, attuale proprietario, rileva limmobile da $addalena Del :eppia, figlia di (iuseppe.
/ P$l$++o e p$l$++i i *i+i,$: $$li(i (%ori,$ e $r,1eologi,$ .el P$l$++o
L$2r$,1i e .ell-$'i%$+ioe me.iev$le el "#$r%iere .-Ol%r$ro)
/)1 L-e.ili+i$ me.ioev$le i *i+i,$
!1
Al '. febbraio +.;7
''
risale la prima attestazione documentaria di un insediamento abitativo di
%ualsiasi entit a 9inzica, o meglio nella zona detta (uazzolungo3 si tratta dellallivellamento,
da parte della canonica della cattedrale, di un pezzo di terra con annesse cassine e corticelle.
Da %uesto e altri documenti vediamo che la cassina ! lunico tipo di abitazione presente fino
all>/ sec., peraltro in uno scarso numero di unit, sul suolo di 9inzica, destinato ancora per
lo pi ai coltivati e allarativo0 si tratta di %uello che oggi definiremmo cascinale&, una
'.
A:P, 8fficio fiumi e fossi, reg. '7,+
'+
cfr. il contributo di 4abio )edi, Il Palazzo Lanfranchi e ledilizia medioevale nel quartiere di Chinzica,
presso (.)ossetti et alii, op.cit., pagg. 7,6++,.
''
A favore di :ignoretto e ?enedetto, figli di ?ensia3 A5P 4alaschi 1'2 B'
+.
modesta abitazione ragionevolmente a un solo piano, con pozzo, corte, orto e aia e ancora
circondata da campi.
(li edifici sono ancora isolati sul territorio, con scarsissimi casi di addensamento verificabili
per lo pi attorno agli edifici religiosi.
/ntorno alla met del secolo, a fianco di %ueste dimore per lo pi limitate a un solo piano e
prettamente rurali, cominci probabilmente a diffondersi un tipo di costruzione in pietra e
muratura, pi raccolta nella pianta ma disposta su pi piani e discretamente sviluppata in
altezza, nella tipologia definita turris, torre, anche se non se ne ha notizia prima dellultimo
ventennio. /nfatti da un diploma di Cnrico /E del ++-+
'*
, ma pi precisamente da un lodo del
vescovo Daiberto, databile dal +.-- al +.,'
'A
, ricaviamo la notizia dellesistenza di torri alte
fino a *; braccia, cio! circa '+ metri. Da %uestultimo documento ! possibile inferire, anche se
non c! alcuna certezza, che due torri 1una delle %uali venne, per cosJ dire, proposta a unit di
misura per altre costruzioni analoghe2, di propriet di un tal (uinizone, fossero nella parte
sinistra dellArno, proprio a un capo del ponte che riuniva la citt vecchia con 9inzica.. C
evidente che, facendo leva come fattore dinamico sullasse viario costituito dal ponte e dalla
Carraia ma!!iore, il tratto terminale della via consolare Cmilia corrispondente forse
allattuale via :.$artino, due insediamenti pi fitti incominciavano a crearsi a un capo e
allaltro del ponte medesimo.
Da un documento del ++.*
'B
sappiamo in primo luogo che il ponte doveva ormai essersi
spostato nella posizione attuale e non pi nelle immediate prossimit della chiesa di :.5ristina,
ma soprattutto incominciamo a vedere adoperato il termine casa accanto a cassina. 5erto non
! impossibile che si tratti di sinonimi, ma ! anche probabile che il cambio di definizione
sottenda anche un passaggio da un tipo di insediamento sparso di modeste abitazioni rurali a
un tessuto pi fitto e tipicamente urbano, contraddistinto da abitazioni costruite con materiali
pi resistenti e fatte per durare di pi e assicurare maggior comfort.
/ntorno al ++,7 la toponomastica registra per il %uartiere di 9inzica 1ma assai prima nella citt
antica2 un termine ancor pi rilevante, domus. :i tratta di un tipo di edificio dalla pianta pi
larga di %uella della torre 1alla %uale continua spesso ad appoggiarsi come la cassina9casa2 ma
sempre a pi piani, tanto da essere spesso solariata. Accanto a %uesta tipologia abitativa
ormai prettamente urbana continua tuttavia a sopravvivere la casa, di impianto sicuramente
'*
&onumenta ,ermaniae :istorica, (iplomata :enrici I3, E/F' **; Pisa
'A
cfr. 4.?onaini, "tatuti inediti della citt di Pisa dal ;II al ;I3 sec., * voll., 4irenze +-BA6+-B7, / pag.+;
'B
A5P "irelli 5arli 1'2 +7
++
pi modesto, ad un solo piano ma ormai privo di %uegli annessi di tipo prettamente agricolo
che erano peculiari della cassina. #a differenza tra domus e cassina9casa non ! peraltro
marcata dalla scelta di un nuovo tipo di materiale di costruzione3 anzi, se nel caso di %ueste
ultime non si faceva mai riferimento a %uestaspetto, le domus sono abbastanza precisamente
distinte, proprio secondo la materia, in lapidee, li!naminis e te!ularum 1cio! di mattoni2.
@uindi a fare la differenza sono la disposizione degli ambienti, ma soprattutto il contesto
urbano che, come dicevamo, appare mutato.
Dato che gli esempi pi antichi di edilizia medioevale sopravvissuti oggi nell=ltrarno
risalgono comun%ue alla meta circa del >// secolo e si limitano a %ualche torre, lanalisi
diretta dei manufatti non pu aiutarci per %uanto riguarda i tipi cassina9casa che, per essere
state certamente costruite senza troppo riguardo con materiali avventizi, non devono avere
avuto una grande durata e comun%ue sono caduti senza dubbio gi a antiquo sotto la
mannaia di sollecite ristrutturazioni.
/l tipo turris, dicevamo, pur abbondante in altre zone della citt, ! rimasto scarsamente
attestato nel %uartiere di 9inzica, forse proprio per la pi intensa opera di modifica a cui gli
edifici del %uartiere andarono incontro sin dal >/// secolo3 del resto gli atti anteriori alla
seconda met del secolo >// fanno esclusivamente riferimento a terreni agricoli e non parlano
di abitazioni.
Da una carta del +7 ottobre ++B;
';
sembra di riconoscere un certo incremento edilizio intorno
alla chiesa di :.$aria $addalena, eretta da poco 1! infatti definita nova2. Nel tenore dellatto
si nota lattenuarsi della distinzione tra i termini casa e domus, divenuti ormai semanticamente
contigui e %uasi sinonimi.
Per condurre unanalisi diretta, dato il bassissimo numero di testimonianze dellevoluzione
della domus nella fase dellespansione urbanistica dell >/6>// sec., ! necessario prendere a
campione la tipologia cronologicamente posteriore delle case+torri, edifici in pietra verrucana
a pilastro e arco ogivale di raccordo, caratteristiche piuttosto del >//6>/// secolo.
Da %ueste si pu vedere che al tipo di torre pi antico 1sec. >/6prima met del >//2 in cui si
ha di norma la prevalenza di muri continui autoportanti, traforati sporadicamente da finestre
con archivolti a pien centro o con architravi a timpano triangolari, e impostati sul piano terra
su un arco a pien centro, succede infatti per primi il tipo a pilastri portanti raccordati ai piani
superiori da archi ogivali, con muratura a conci di verrucano conchiglifero bruno . 8na
';
A:P (iusti A
+'
seconda serie di edifici di %uesto tipo, ma con caratteristiche strutturali evolute e con
limpiego di conci di calcare verrucano grigio, si trova dislocata in modo pi sparso e a
occupare zone pi periferiche rispetto allasse di via :.$artino, ma a %uesta afferenti&
'7
.
#evoluzione continua a verificarsi per tutto il sec. >//, seppure con esiti non omogenei. Eerso
la fine del >// secolo abbiamo chiare notizie che lespansione demografica del %uartiere
proseguiva, come testimonia ad esempio la necessit di allargamento della chiesa di
:.5ristoforo.
C a %uestaltezza cronologica che si trova menzionata una domus che potrebbe essere uno dei
primi esempi della nuova tipologia della casa+torre, evoluzione pi confortevole del tipo
turris, ormai ritenuto scomodo e poco funzionale.
Proprio la persistenza, accanto a %ueste forme rinnovate, delle tipologie ormai tradizionali di
casa9domus9turris ci fa ben comprendere come il tessuto urbano fosse ormai diventato molto
pi articolato e ricco per le diverse soluzioni che i costruttori avevano a disposizione. Nello
stesso tempo la coesistenza di forme antiche e nuove ci indica che siamo in una fase di
transizione in cui non c! un tipo di costruzione che riesce a imporsi sugli altri. #o spazio
rimasto a lungo vuoto viene intanto colmato sempre pi velocemente e gli edifici tendono ad
accostarsi lun laltro sempre di pi.
8n diploma di Cnrico E/ datato +B gennaio ++,7
'-
per ?onaccorso 5iconia e i suoi eredi ci
mostra una domus in una forma ormai molto complessa. /nfatti si accorda il permesso di
costruire fenestras, uscias, apothecas, introitum, e#itum et sedilia de foris, scalas ascensum
et descensum, alatoria, !rundas et canalia a omni parte, e nel testo del documento %ueste
sovrastrutture appaiono come caratteristiche comuni non solo alla erigenda domus dei
5iconia, ma a tutti gli edifici di %uesto tipo, anche se certo non tutti i proprietari e i costruttori
potevano permettersi contemporaneamente tutti %uesti optionals&.
Nella sua forma pi complessa %uindi la nuova dimora duecentesca doveva essere
forzatamente riservata a famiglie e personaggi 1sicuramente appartenenti al potente ceto
mercantile2 in grado di investire grosse somme e senzaltro gratificati anche socialmente
dallavere nella loro dimora botteghe, scale separate per la salita e la discesa, porte e finestre,
servizi igienici 1sedilia2, canalizzazione delle ac%ue,.
(li esempi di edifici rimasti che si avvicinano a %uesta tipologia di domus di gran lusso&,
molto pi vicini al fiume rispetto alluso precedente, ci mostrano il diffondersi delluso del
'7
5onfronta 4. )edi, contr. cit. presso (. (arzella et alii, op. cit., pag. -+
'-
A:P Alampi n.*-
+*
laterizio con paramenti lapidei nei pilastri della facciata e nel pian terreno dei lati& o del
semplice mattone. #uso del laterizio si afferma per decisamente solo nel >/// sec., in edifici
a struttura portante con archi ribassati o a scomparti modulari autoportanti e in %uelli a pilastri
con archi di scarico ogivali, come il nostro Palazzo #anfranchi.
Arriviamo cosJ al Duecento. #insediamento ! ormai divenuto perfettamente urbano e le fonti
documentarie accennano sempre pi spesso a pareti in comune, una scelta forzata sia per
ovviare alla mancanza di spazio tra una casa e laltra sia per facilitare leventuale inizio di
nuove costruzioni. :i incominciano cosJ a sfruttare zone fino ad allora trascurate, come i vicoli
che conducono alle massime vie di comunicazione e perfino la zona di (uazzolungo 1oggi
(uadolongo2, la piaggia dArno&, dove non era certo agevole costruire per la natura sabbiosa
e poco coerente del suolo e per le variazioni, spesso disastrose, del regime idrico del fiume.
C proprio in %uesto periodo e in %uesta zona che si colloca la genesi di Palazzo #anfranchi,
oggetto della nostra ricerca che ora, dopo averlo in %ualche modo circondato&, dovremo
analizzare dettagliatamente, cercando di sondarne& la struttura, riconoscere i vari corpi di et
diverse dai %uali risulta composto e fornire per ciascuno di essi una motivata datazione sia in
senso relativo, sia in senso assoluto.
/nfine accenneremo al restauro terminato nel +,-., %uello che ha conferito al palazzo laspetto
attuale.
/)! Il P$l$++o L$2r$,1i e le (#e p$r%i vi(%i .$ vi,io: $r,1i%e%%#r$3
$r,1eologi$ e (%ori$
@uello che oggi vediamo come un unico complesso ! in realt linsieme di diversi corpi
risalenti a diverse fasi costruttive e abitative.
#a direttrice dello sviluppo delledificio fu, in un primo tempo, da est a ovest, originando da
un edificio in laterizio affine alla tipologia delle case+torri per continuare in altre tre fasi
direttamente affacciate sullArno 1+, ' /, ' //, *2 poi, %uando lo spazio disponibile a occidente
termin, si cominci a costruire in direzione sud, anche se in modo molto meno ordinato,
muovendo dal corpo A, anchesso turriforme e in laterizio, e muovendosi nel tempo
alternativamente a est e a ovest 1nellordine corpi B, ;, 72.
+A
Del ,orpo 1 6derivante %uasi certamente da un edificio in laterizio lungo e stretto 1m B
+B,B2, alto dalla parte della facciata circa +B m rispetto alla strada odierna 1pi alta di +,B m
rispetto alloriginale2 e affine alle case+torri del tipo a pilastri e archi di scarico, con addossata
unaltra costruzione pi piccola 1altezza di B,B m rispetto al piano stradale attuale2 in legno o
muratura, dallarco a tutto sesto limitato al piano terra o forse a pilastri di scarico e archi
ribassati6 sono rimaste solo alcune parti.
:i pu ritenere che non fossero in mattone solamente i plinti dei pilastri dangolo3 peraltro la
presenza almeno dei resti di tutti e %uattro gli spigoli ci fa intendere che ledificio era stato
pensato proprio come un corpo a sG, isolato su tutti i lati.
Non risulta che ci fossero molte aperture0 tra %uelle presenti si distinguono, sul muro a
+
tracce
di un portale caratterizzato da un archivolto a pien centro falcato a mattoni disposti per lato
con bardellone& sormontato a nord da una finestra con archivoltocon doppio giro di
mattoni a testa in vista e imposte appoggiate orizzontalmente sugli stipiti3 al piano superiore,
ma in asse con %uesta, unKaltra di uguale ampiezza ma con archivolto ribassato con doppio
giro di mattoni a testa in vista e imposte obli%ue agli stipiti&. Dalla collocazione di altre nicchie
presenti sui muri si pu dedurre che in origine cerano due piani o solai, posti a m ' e ;,BF7
dallattuale sede stradale.
/l tetto probabilmente non superava la linea superiore delle finestre dellattuale secondo piano.
/l corpo +, come il corpo ' /, doveva terminare con un arco semicircolare o ogivale.
A comprovare esistenza di una piccola costruzione affiancata sono le tracce lasciate sul muro
a
*
dal tannino del corrente di un tetto 1la pendenza ! troppo scarsa perchG potesse trattarsi di
una scala2.
Differenze cronologiche e strutturali distinguono un ,orpo ! I e un ,orpo ! II, che per non
sono separabili per tipologia.
#a lunghezza 1+B m2 e%uivale pressappoco a %uella del corpo +, ma se ' / 17 m2 prevale per
larghezza su ' // 1A,B m2, per laltezza ! vero il discorso contrario. @uindi, se vogliamo rifarci
a %uanto detto precedentemente, ' / potrebbe essere stata originariamente una domus, ' // una
turris.
)ispettivamente a m ',B3 73 ++,* e +A,B sopra la piattaforma stradale attuale si trovano le
vestigia di piani o solai originari, mentre interventi successivi ci impediscono di dire %ualcosa
di pi preciso sul piano di soffitta di ' //. ?isogner pensare che, analogamente al corpo +, il
piano stradale originale fosse pi basso di +,B. m.
+B
/n %ueste due fasi i muri, ad eccezione della parete meridionale del corpo ' //, ci sono rimasti
tutti3 bisogna considerare che, essendo ' / nato originariamente come propaggine del corpo +,
le due unit hanno in comune il muro definito a
*
. Anche nel caso di entrambi %uesti corpi la
materia di costruzione ! il laterizio.
:ui muri laterali, da una parte e dallaltra, non si aprono attualmente finestre, mentre sul muro
b
A
che chiude a sud il corpo ' /, ce ne sono ben otto, due per piano.
#a struttura aperta ad archi ogivali su pilastri, che possiamo vedere dal lato settentrionale di
entrambi i corpi, ! sempre %uella peculiare delle case+torri.
/l primo momento di costruzione del Palazzo #anfranchi, che abbiamo supposto orientato da
est a ovest sul fronte settentrionale, si conclude con il ,orpo /, che nel tempo ! purtroppo
andato incontro a parecchie modifiche. :oprattutto nella facciata settentrionale d
'
gli interventi
incominciati gi nel tardo $edioevo rendono veramente molto difficile definire la struttura
originaria. =riginariamente la struttura caratterizzante del corpo * doveva essere binata di
ampie finestre archivoltate a pien centro con doppia fila di mattoni disposti verticalmente con
testa a vista, con gli attacchi appoggiati orizzontalmente sugli stipiti&3 finestre, insomma, dello
stesso tipo delle otto di cui parlavamo nella fase precedente. /nfatti doveva trattarsi di bifore
1ma possiamo ricavarlo solo indirettamente2, ripartite simmetricamente su due file e terminanti
probabilmente al di sopra della linea superiore delle finestre dellattuale primo piano.
/l piano terreno, di cui oggi non ci sono pi tracce, doveva essere ad arco semplice ribassato o
a pien centro. Alcuni residui di calce e fumo rimasti sul muro c
*
, la parete comune tra il corpo
' // e il *,

ci fanno pensare agli spioventi di un tetto, che iniziava a m, ++,7 e culminava a +;
m. /l corpo * %uindi si divideva in soli due piani con solai a m ',BF* e ; e tetto a m ++ dal
piano stradale attuale. Anche se la scomparsa di molte delle caratteristiche originali non
permette di esprimersi sulla profondit del corpo, che ! certamente successivo a ' //, ! difficile
credere che il muro posteriore a sud, oggi crollato, non fosse la logica continuazione delle
pareti adiacenti a
A
e b
A
. 5ertamente notevole doveva essere il contrasto di altezza tra il corpo '
//, una turris che si sviluppava almeno su %uattro piani e il corpo *, strutturato su due soli
piani e pi somigliante alla tipologia della domus.
5ome abbiamo accennato, col corpo * terminava la possibilit fisica di espansione diretta sulla
sponda dellArno a causa del termine dello spazio disponibile. Allora linevitabile espansione
della struttura architettonica dovette dirigersi verso mezzogiorno3 la prima fase di %uesta
espansione ! riconoscibile nel ,orpo 4, prosecuzione diretta del corpo ' //. Anche su %uesto
+;
passaggio ! difficile esprimersi compiutamente a causa dei molti rimaneggiamenti e del crollo
del muro c
A
, che chiudeva il corpo a settentrione dividendolo dal corpo ' //.
/l corpo A era in origine una torre di mattoni a pianta %uadrata, dalla muratura continua
interrotta solo da pochissime aperture. #ambiente era diviso in due solai e mezzo3 il pi basso
di %uesti era a sua volta suddiviso in due mezzanini.
#e poche finestre avevano archivolto a pien centro o ribassato, con mattoni in duplice fila a
testa6vista, con imposte appoggiate orizzontali o ammorzate obli%ue e si presentavano
eccentriche rispetto alle pareti.
(li angoli a sud6est e sud6ovest erano rafforzati da paraste aggettanti solo nei muri e
+
e
*
. 5ome
nel muro b
'
del corpo ' / il mezzanino a tetto era aperto ad altana e nicchie archivoltate si
aprono nei muri e
+
e
A
. Almeno al secondo piano ! da presupporsi lesistenza di strutture
lignee&.
/l ,orpo 5 era invece probabilmente strutturato a logge sovrapposte, aperte dal lato orientale e
meridionale. A eccezione dei muri e
+
b
A
, comuni con i corpi A a est e ' / a settentrione, la
struttura portante era probabilmente in legno. Poco altro si pu dire di %uesta parte se non
che, a sanzionare lannessione al corpo ' /, %uando le due parti vennero fisicamente unite si
provvide a trasformare le finestre del corpo B in porte.
:immetricamente opposto al corpo B, %uindi affiancato a ovest del corpo A e a sud del corpo *
! %uello che definiamo ,orpo 6. @uesta parte del palazzo non ha un grande sviluppo verticale,
constando di soli due solai, a differenza dei tre del corpo B, ed ! logicamente inferiore in
altezza anche al corpo *, dato che il suo tetto ! la continuazione dello spiovente del tetto di
%uesto. Al muro g
A
del pianterreno possiamo ancora osservare una parte dellarco di scarico
ribassato eccentrico a est, a mattone per lato alternato a due per testa e cosJ via
alternativamente con bardellone&. :uccessivamente fu aperto un arco nel muro e
*
per mettere
in comunicazione il corpo A e il corpo ;. /l primo solaio, forse bipartito come nel caso del
corpo A, doveva avere finestre minuscole o non averne affatto, ma non ! possibile dimostrarlo.
/nvece il secondo piano doveva essere analogo al piano terra, ma senza la presenza del
bardellone e originariamente doveva essere %uantomeno traforato da finestre singole o bifore,
se non completamente aperto.
:ul ,orpo 7, che doveva essere addossata al corpo + con cui aveva in comune il muro a
A
possiamo fare solo supposizioni, dato che ! crollato o ! stato demolito lasciando pochissime
tracce, forse solo i portalini visibili ora sul muro f
+
, di forma usuale ma non per il laterizio dato
+7
che di solito si trovano associati a murature di pietra. C tuttavia probabile che assomigliasse al
corpo B o al corpo A.
Da %uanto abbiamo detto finora emerge a fortiori lenunciato con cui abbiamo aperto il nostro
capitolo0 attualmente esiste un palazzo& ma in realt, sotto unKunica copertina&, come in uno
di %uelli che gli storici della tradizione manoscritta definiscono codici compositi&, esistono
tanti libri& di et e composizione strutturale differente.
:e dallanalisi di strutture e materiali effettuata finora vogliamo ricavare una divisione
tipologica pi generale, possiamo individuare due classi&, una comune ai corpi +, ' /, ' // e
una peculiare al corpo *.
Detto %uesto, si deve comun%ue tener conto che anche nei corpi meglio conservati alterazioni
e crolli hanno comun%ue mutato in maggiore o minore misura laspetto originale.
Ad ogni modo, un primo tratto unificante della classe& +, ' /, ' // ! la presenza di pilastri
portanti nel prospetto principale. #a presenza di archi di scarico ogivali fa sJ che la facciata
abbia struttura completamente aperta, il che consente la presenza di ballatoi, balconate etc. e
una conseguente tendenza degli ambienti verso lesterno.
/ lati e la parete posteriore sono invece per lo pi corposi muri di contenimento, rotti solo da
aperture assai limitate nel numero e nelle dimensioni.
#a classe tipologica a cui abbiamo accostato il corpo * prevede invece un pianterreno
caratterizzato da arco di scarico a pien centro o ribassato, sormontato da piani strutturati a
compartimenti modulari, con file di finestre o polifore largamente aperte su ogni piano.
Anche nelle murature della seconda classe, pi spesse di %uelle della prima classe che si
limitavano essenzialmente alla struttura portante della facciata, il materiale prevalente ! il
laterizio.
#a prima classe si distingue per una notevole libert nella ripartizione in piani, resa agevole
proprio dagli scarsi vincoli imposti dalle strutture portanti, il che si riflette in un senso
considerevole di continuit verticale.
#a seconda classe invece ! caratterizzata dalla ripartizione rigida dei piani, dalla loro
ripetitivit sulla figura della ripartizione modulare del pianoterra e dalla netta distinzione dei
solai.
#a prima classe ! probabilmente %uella caratteristica dello stadio finale del tipo casa+torre, con
ambienti abitativi ormai allargati e resi pi confortevoli, la seconda classe ! ricollegabile ad una
fase pi avanzata del tipo a pilastri di contenimento e scomparti, con soppressione dellarco
+-
ribassato di scarico ormai inutile in %uanto elemento portante dei piani. #e finestre o bifore
sono inseriti nella parete autoportante e autoportanti anchesse e le cornici a gola che spesso
compaiono in %uesto tipo nullaltro scopo hanno se non %uello decorativo. Clementi in legno e
sporgenze verso lesterno sono ormai stati soppressi.
Nella prima famiglia unit distintiva e discriminante sono le proporzioni e la tessitura dei
mattoni, ma elemento rilevante di cronologia ! anche la forma dell arco ogivale e se esso sia
pi o meno coevo alledificio.
Nel secondo caso la situazione ! pi complessa perchG molti sono i possibili sottotipi& in
laterizio o pietra che in un modo o nellaltro possono essere ascritti a %uesta classe. "uttavia
un importante elemento discriminante ! rappresentato dal numero dellle polifore, dalla loro
forma e dalla loro disposizione.
/ corpi A, B e 7, edifici nati in modo occasionale e in momenti assai successivi, non possono
essere ricollegati a tipologie certe, anche se nel caso del corpo A, turriforme, dalla compatta
muratura solida in laterizio trapunta da poche finestre, non molto sviluppato verticalmente e
dotato di due solai di cui uno a sua volta bipartito, la somiglianza con un edificio vicino e la
peculiarit delle caratteristiche pu far pensare a una forma particolare di costruzione di non
eccessivo lusso
Dopo aver individuato %uesti due ambiti& tipologici, ! nostro obiettivo %uello di ricavare da
essi con la maggior precisione possibile, anche per comparazione, la datazione delle varie fasi
della costruzione.
(uardando alle due classi di cui abbiamo delimitato le caratteristiche e che definiamo tipo ad
arco ogivale su pilastri& 1la prima2 e tipo a scomparti modulari autoportanti di laterizio, con
ampie finestre a pien centro e polifore& 1la seconda2 bisogna dire che, nel primo caso, il
laterizio si diffonde in edifici di %uesto tipo in una fase tarda e compiuta a scapito del calcare e
della pietra, in linea peraltro col diffondersi generale del cotto nelle costruzioni pisane.
$entre %uesta categoria tipologica, contrassegnata dalla pluralit di soluzioni tecniche per
%uello che riguarda lassetto costruttivo e il tipo di arco a ogiva, assume molte forme diverse
nel caso della pietra, le varianti sono effettivamente piuttosto poche nel caso del laterizio, che
a noi interessa principalmente. A tutto il +,77 i casi in citt erano +7, 7 %uelli nel %uartiere di
9inzica. Peraltro buona parte di essi sono riscontrabili nella parte pi antica della citt vecchia,
cio! nella zona di piazza :.=mobono e piazza delle Eettovaglie. Degli edifici del genere
presenti in 9inzica tre su sette si affacciano sul #ungarno (alilei, mentre gli altri afferiscono
+,
al lato sud della via :.$artino.3 uno solo si trova a nord6est della $addalena
',
&. /n conclusione
le costruzioni della prima classe, realizzati con pochissime variazioni da un numero molto
limitato di maestranze, essendo situabili nella fase terminale del tipo pilastri con arco ogivale
in pietra&, possono essere datati attorno alla met del Duecento.
:e invece prendiamo in esame il "ipo a scomparti modulari autoportanti di laterizio, con
ampie finestre a pien centro e polifore& pi che a una tipologia compatta ci troviamo di fronte
a un coacervo di classi contrassegnate da parecchie diversit, con gli edifici sfigurati spesso da
restauri %uasi sempre distruttivi.
Anche se ! difficile trovare varianti che abbiano una durata precisa tale da costituire criterio di
datazione, si pu dire che gli edifici a corpo avanzato su pilastri e colonne con arco ribassato
singolo o zoppo al piano terra e con polifore 1per lo pi pentafore2 con archi acuti trilobati
inserite nella cortina muraria continua
*.
& possono essere fatti risalire alla fine >///6>/E sec.
non tanto per laspetto goticheggiante %uanto per la caratteristica forma, %uando presenti, dei
capitelli fitomorfi e antropomorfi..
(uardando agli edifici che abbiano %ualche somiglianza con il Palazzo #anfranchi vediamo che
tutti si pongono a ridosso o come ampliamento di altri edifici risalenti alla prima met del
Duecento, o comun%ue hanno riempito aree lasciate libere da costruzioni preesistenti, databili
tuttal pi nellultimo %uarto dello stesso secolo.
/l fatto che si tratti sempre di aggiunte o riempimenti e mai di interventi di ristrutturazione di
vecchie dimore ci mostra che siamo nel pieno di unespansione demografica, derivata
probabilmente da unimmigrazione numerosa dal contado3 labitato per non si espande su
direttrici esterne, ma a spese delle aree rimaste ancora libere dai precedenti insediamenti, degli
spazi verdi e dei pochi coltivati sopravvissuti allinterno della citt stessa. #eleganza e il
comfort dimostrate in genere da %ueste costruzioni denotano inoltre le cospicue disponibilit
pecuniarie e il desiderio di ostentazione dei loro possessori.
Per i corpi del Palazzo #anfranchi si possono %uindi proporre %ueste datazioni0 fine >//6inizio
>/// per il corpo +, secondo %uarto del sec. >/// per ' /, met circa dello stesso secolo per '
//, verso la fine del secolo il corpo *, non oltre il primo ventennio del >/E sec. /l corpo A, non
oltre la met del "recento laggiunta del corpo B, seguito a ruota dal corpo ;3 poco dopo fu
aggiunto il corpo 7 e tra fine "recento e inizio @uattrocento fu ristrutturato il muro f
+
.
',
5fr. 4.)edi, contr.cit. presso (.)ossetti et alii, op.cit., pag. +.'
*.
Iidem, pag. +.'
'.
5on il >/E secolo le parti erano ormai complete0 + e ' / si erano fusi in un grande edificio,
con una torre addossata a occidente 1' //2, prolungata ancora a ovest in una costruzione pi
piccola 1*2 e a sud in unaltra domus pi alta e stretta 1A2. A %uestultima si collegavano B e 7
6di altezza probabilmente uniforme6 a oriente e ;, pi tozzo, a ovest.
/l complesso 1'+ 'B m2 che ne risultava aveva %uindi pianta %uadrata e aspetto compatto,
ma con molte variazioni degli alzati. #a torre che si ergeva sopra gli altri edifici si distingueva
anche a vista come centro di gravit&.
C a %uesto particolare momento che si riferisce la descrizione del +*'-
*+
, che infatti menziona
proprio un gruppo di domus raccolte attorno a una turris.
:ulla base dello stesso documento si pu evincere anche lesistenza di un vicolo o chiasso che
correva esattamente a met di %uello che ! ledificio attuale, a ovest dei corpi ' // e A 1posti
nella cappella di :.$artino2, separandoli da unarea vuota appartenente alla cappella di
:.:epolcro, sulla %uale fu costruito successivamente il corpo *.
@uestassetto, oltre che dalla pianta, ! confermato dalla serie di atti del +*.*, +*'+, +*'B,
+*'-, +*AB e +*BA
*'
che riguardano le terre vicine allattuale Palazzo #anfranchi 1che, lo
ricordiamo, costituivano la propriet :tefani2 e ci mostrano, come abbiamo gi detto, che la
divisione tra le cappelle di :.$artino e :.:pirito si snodava per tutta la zona, arrivando sino al
nostro edificio. #a precisione dellatto del +*'- ci dimostra che le strutture dei vari corpi di
fabbrica si erano stabilizzate gi nel primo %uarto del >/E sec.
#a fase successiva ! %uella che va dal +*'- a %uel momento del 5in%uecento in cui si inizi a
ristrutturare il palazzo in modo da unificare definitivamente in modo armonico le varie unit
nate in periodi differenti.
@uestintervento di concreto ma%uillage& si realizz inizialmente in una differente
distribuzione degli ambienti, in modifiche alle %uote dei solai e del tetto e nella ristrutturazione
della facciata.
#a perdita %uasi completa dei divisori, che erano probabilmente in legno o altro materiale
facilmente deperibile, ci impedisce di fare soverchie valutazioni a proposito della rinnovata
distribuzione dei vani.
/ solai, uniformi fino al corpo A, a partire dal corpo B vennero rialzati di circa mezzo metro, e
si cerc di estendere retroattivamente %uestassetto anche alle parti gi costruite in
precedenza.
*+
Eedi sopra a pag. B
*'
5fr. 4. )edi, contr.cit. presso (. )ossetti et alii, op.cit., pagg. +.'6+.B
'+
5omun%ue, a parte la demolizione del piccolo edificio affiancato al corpo + che sarebbe stato
sostituito dallattuale ' /, le modifiche apportate alla struttura generale furono inizialmente
molto limitate, ad es. lapertura o la trasformazione di portalini o finestre per passare da un
corpo allaltro.
/l primo intervento veramente radicale fu pertanto il rimaneggiamento della facciata.
Dato tra costruzioni pi antiche e pi recenti una delle differenze era il fatto gi rilevato che
nelle prime gli ambienti tendevano a spingersi verso lesterno per mezzo di balconi e altre
infrastrutture lignee, nelle altre invece si aprivano sulla facciata serie di ampie polifore 1il
corpo * funge da spartiac%ue, visto che nel suo muro settentrionale d
'
si aprono bifore non
originarie, ma che hanno sostituito degli sporti lignei2 la ristrutturazione si mosse proprio nel
senso di eliminare ogni parte della facciata 1cio! linsieme dei prospetti a
'
, b
'
c
'
2 aggettante
verso lesterno, adoperandosi invece per aprire nella totalit della facciata larghe bifore e
polifore.
5ertamente %uestoperazione non si concret dalloggi al domani. Dato che il muro a
'
oggi
non esiste pi possiamo fare delle ipotesi solo sulle pareti b
'
e c
'
. #e diversit dellopera di
tamponamento dei valichi tra i pilastri di sostegno sui due muri 1medioevale per il secondo,
probabilmente cin%uecentesca per il primo2 ci mostrano che il prospetto del corpo ' / venne
perforato da bifore 6 due coppie sovrapposte < presentandosi %uindi pi arioso e illuminato,
mentre in ' // il notevole spessore dellopera in laterizio consentJ solo di scavare piccole
aperture. #e cornici a gola su cui poggiavano tutte le finestre oggi risultano abrase, salvo
alcuni miseri resti3 comun%ue al momento della sostituzione le cornici modanate che si
trovavano gi nel corpo * furono estese anche a ' / e ' //.
@uesta ristrutturazione, avvenuta senza dubbio dopo la costruzione del corpo *, %uindi ben
dopo il +*'-, ottemperava tra laltro ai desiderata del 6reve Pisani communis 1+*+*6+**72
**
,
che ingiungeva la distruzione di ogni sporgenza lignea degli edifici alta da sette piedi 1*,B m2 in
gi per eliminare intralci al traffico e per motivi di sicurezza e stabilit. 8n ruolo molto grande
tuttavia dovette giocarlo anche il cambio di propriet successivo alla gi menzionata cessione
in solutionem del +*'-3 %uindi potremmo dare una datazione al primo %uarto del >/E sec.
#a struttura della facciata nel lato sud 1%uello recenziore2 fu probabilmente determinata dal
desiderio e dallutilit di riprodurre %uella loggia chiusa che un tempo era prodotta sul lato
nord dal succedersi dei ballatoi, scomparsi poi per lasciare posto alle bifore, formava.
**
cfr. ?onaini, op.cit., // A, rubr. #E pag.A'B
''
#erezione dei corpi B e ; determin successivamente una modifica dellaltezza dei solai dei
corpi +, ' /, B e 7, innalzati di circa mezzo metro in relazione a %uelli delle logge3 le stanze in
%uesto periodo furono decorate a vaio.
Nella prima met del @uattrocento circa si verificarono alcune mutazioni di maggiore peso
rispetto alle precedenti, legate a una suddivisione della propriet. Nei corpi ' / e ' // fu
ribassato il tetto3 %uesto port nel primo caso a un abbassamento totale del primo e secondo
solaio nei corpi +, ' /, B e 7, nel secondo a una diversa aggregazione dei corpi 1' //, A, piano
terra e mezzanino del ;2 e un maggior frazionamento degli spazi realizzato modificando e
contraendo le altezze dei vari piani. 4orse vennero chiuse le logge nei corpi B e 7 e
ristrutturate alcune finestre al secondo piano dei corpi ' // e A3 vennero aperti passaggi tra
piano terra e primo mezzanino nei corpi A e ;. Ad esclusione di una possibile contrazione della
larghezza delle finestre di facciata, il corpo * non subJ alterazioni.
Prima del 5in%uecento subirono unultima trasformazione solo i corpi ' // e *, segno che
erano stati nuovamente uniti sotto una sola propriet. / primi solai furono unificati in entrambi,
tornando alla %uota precedente che era stata mantenuta nel corpo *3 nel medesimo corpo * si
edific il secondo solaio a somiglianza di ' / e i due piani furono collegati, si soppresse la
divisione del primo solaio del corpo ' // e i terzi piani furono innalzati di pi di mezzo metro,
portandoli allaltezza di %uelli di + e ' /. :i vennero cosJ a creare tre piani di m A, B e A,B pi
un piano terra.
:ulla facciata si aprirono tre finestroni a loggia, due affiancati nel corpo * e uno eccentrico nel
corpo ' //. :i veniva in %uesto modo a ricreare ununit dei corpi ' //, *, A e ;, separati dagli
altri. /n coincidenza con lapertura delle finestre il tetto fu spostato pi in alto. /l processo di
unificazione dei corpi ' // e * pu essere fatto risalire a dopo la seconda met del sec. >/E
1let della decorazione a vaio delle pareti di ' // rotte dalle modifiche2 e prima della met del
sec. >E/ 1let della fase attuale, nella %uale le finestre hanno parzialmente demolito gli archi
dellultimo piano2.
Nel 5in%uecento i vari corpi furono unificati, dando cosJ vita a un edificio a due solai con
soffitte e piano terreno3 ci fu linnalzamento di un metro del tetto di + e ' / per e%uipararli a '
// e *. / solai da tre divennero ' e, in seguito alla conseguente ridistribuzione dei pavimenti, si
ottennero * piani di B,B m ciascuno, volumetria che ! poi %uella odierna.
'*
:icuramente nel +;*-
*A
, anno del gi menzionato documento di unificazione della propriet del
palazzo nelle mani di 8baldo #anfranchi, ledificio aveva pressappoco la forma esteriore che
ha oggi0 tre solai, finestre in marmo con cornici e stipiti in marmo bianco. @uesto termine
cronologico non ! per sufficientemente stretto.
$iglior risultato si ottiene utilizzando i documenti del +B*, e del +BBB
*B
, ovvero la cessione di
Dianora al canonico #anfranchi e la donazione di %uestultimo ai fratelli 5amillo e 5arlo.
(uardando al tenore degli atti, nel documento recenziore laggiunta di un solaio corrisponde
alla scomparsa dei fundis et terrestris e della lodia menzionati, invece nella carta del +B*,.
?isogna rifuggire per dal pensare che lintervento di Alessandro si sia concretizzato in
unopera di sopraelevazione del Palazzo.
Per comprendere meglio la situazione dobbiamo considerare che per solaio non si intendeva,
come oggi, il piano di pavimentazione, ma il piano come unit abitativa compresa tra un
pavimento e laltro. :e cosJ non fosse dovremmo pensare che nel +B*, ledificio si era ridotto
dai tre piani medioevali 1oltre al pianterreno2 a due soli, per ritornare poi a tre nel +BBB, il che
comporterebbe la demolizione e labbandono ma la successiva, repentina ricostruzione del
terzo solaio.
5he la situazione dovesse invece essere diversa ce lo fanno comprendere i due contratti del
+;*B e +;*7
*;
, dai %uali si capisce che il pianoterra, prima dedicato alle attivit commerciali,
era ormai divenuto abitabile3 per comparazione ci rendiamo conto che nei documenti del +B*,
e +BBB il nome solarium spetta solo al piano di abitazione.
Allora il documento del +B*,, ben lungi dallalludere a una riduzione della volumetria da tre a
due piani, fa semplicemente riferimento a una continuit dellassetto medioevale 1tre piani pi
il piano terra2, ma col presupposto che nG il piano terra, ribassato e dedicato alle attivit
commerciali, nG il terzo piano, che costituiva una sorta di loggia continua delimitata da archi
aperti, potevano essere ancora considerati solaria.
@uesta ipotesi ! confermata, con %ualche variazione nella terminologia, da un documento del
+B*B.
:enza dubbio la situazione medioevale arriv pressoch! immutata fino al +B*,. Pertanto ! nei
sedici anni in cui il palazzo divenne e rimase di esclusivo possesso del canonico Alessandro
#anfranchi che dobbiamo collocare il vero e proprio cambiamento strutturale consistente0 il
*A
Eedi sopra, pag. +..
*B
Eedi sopra, pag. -
*;
5fr. (. (arzella contr.cit. presso (. )ossetti et alii, op.cit., pag. 7' e %ui sopra pag. +.
'A
pianterreno fu rialzato e sottratto alle attivit commerciali per renderlo abitabile3 altrettanto
accadde alla loggia, chiusa e divisa a sua volta in ambienti abitativi. /l tetto dei corpi + e ' /
pass da +B a +;,7B m e fu uniformato cosJ a %uello dei corpi ' // e *, il pavimento del
secondo e terzo solaio fu ribassato, determinando cosJ la soppressione di un solaio e la
determinazione dellattuale primo solaio.
/l terzo solaio del resto non aveva avuto nel periodo medioevale forma di loggia, ma aveva
subito %uesta trasformazione nella prima met del >E secolo, probabilmente per compensare
sulla sommit del palazzo la scomparsa o riutilizzo a fini abitativi delle logge costituite un
tempo sul lato sud dai corpi B e 7.
Dopo il +BBB gli interventi sullaspetto esteriore del palazzo, limitati per lo pi a spostamenti
di scale e apertura o chiusura di porte o finestre, furono superficiali.
#unico intervento degno di segnalazione nel >E// e >E/// secolo ! la ristrutturazione dei
corpi B e 7 col rifacimento dei muri esterni sud e est 1f
A
, h
A
, h
+
2.
Alla prima met dell=ttocento o al pi alla fine del :ettecento risale una ridistribuzione degli
ambienti3 infatti, dal catasto del +-77, ricaviamo la notizia dellesistenza, oltre a tutte le parti
che conosciamo, anche di alcune strutture oggi non pi presenti. C probabilmente in
%uestepoca che scomparve un mezzanino, delle cui finestre sono rimaste tracce, tra piano
terra e primo piano, ad unaltezza di m ','B circa dallattuale piano stradale.
:ulla base di %uestanalisi diacronica e sincronica delle strutture di Palazzo #anfranchi emerge
realmente una grande variet ed eclettismo costruttivo, segno e portato della forza economica
e commerciale e della volont di emergere nella societ 1e probabilmente anche nella res
pulica2 delle famiglie che nel fluire dei secoli ne detennero il possesso.
:olo una propriet e una committenza estremamente doviziosa e potente 1si vedano le
decorazioni fitomorfe o a vaio, un vero status s8mol
<=
2 poteva permettersi i costosissimi
ampliamenti, specialmente %uelli condotti nella direttrice sud6est 1' /, ' //, *2, mentre di minor
momento sono gli edifici figli della successiva fase di espansione verso mezzogiorno.
=rmai la torre di laterizi da cui tutto aveva avuto inizio, tutte le costruzioni che intorno a lei e
dopo di lei erano nate non esistevano pi0 rimaneva alla posterit un edificio di alta valenza
estetica, degna dimora per un personaggio di spicco della vita e della societ pisana.
*7
:ulla decorazione, argomento che abbiamo preferito non approfondire in %uesta sede, cfr. il contributo di
5hiara 4rugoni, Le decorazioni murali come testimonianza di uno >status s8mol- presso (.)ossetti et alii,
op.cit., pagg. +A+6+B-.
'B
/)/ L-#l%imo re(%$#ro
/8
/ lavori, sulla base di un progetto redatto dall8fficio "ecnico comunale nel +,7+ finalizzato a
trasformare ledificio in sede per la ripartizione igiene e sanit del 5omune, hanno avuto inizio
nel +,7;.
Allinizio per erano stati tralasciati tutti gli interventi che sempre dovrebbero essere condotti
in %uesti casi0 indagine storico filologica, rilievo geometrico e fotografico, esecuzione di
saggi preliminari, redazione del progetto, pubblicazione dei risultati e dei criteri
dellintervento&.
A %uesto punto ! entrata in gioco la sinergia tra larchitetto 5armassi e l8niversit di Pisa a
cui accennavamo nelle prime righe di %uesto lavoro.
/l conseguente studio e la preparazione di accurate planimetrie in scala +0B. al posto di %uelle
approssimative ed errate in scala +0+.. hanno portato a valutare meglio la dannosit di certe
trasformazioni che avrebbero distrutto strutture fondamentali e viceversa della conservazione
di certi interventi posticci, tali da impedire lindividuazione degli assetti originali.
Alcune delle scelte iniziali 1ad es. lascensore centrale, la previsione di alcuni bagni e tramezzi,
lidea di proseguire la rampa di scale ottocentesca tra secondo e terzo piano, la sostituzione
dei solai di legno con altri in laterizio armato2 avrebbero arrecato danni irreparabili ad ambienti
e strutture la cui grande importanza archeologica era stata palesemente sottovalutata.
#adeguamento di %ueste e altre ipotesi iniziali ai dati storici e archeologici andava di pari
passo con un monitoraggio dello stato e delle condizioni delledificio.
/ primi interventi urgenti e concreti si sono concentrati a2 sul pozzo scale ottocentesco. #eso
in pi punti e parzialmente sprofondato, ! stato rinforzato con una struttura reticolare in
cemento armato, mentre la volta pericolante veniva imbrigliata. Alla fine si ! optato per la
demolizione del padiglione di coronamento, con il conseguente recupero di strutture
medioevali. b2 sui solai danneggiati per la corrosione delle tarme e il generico danneggiamento
del legno, che in alcuni casi non sono stati ricostruiti, in altri sono stati rifatti con longherine di
ferro e tavelloni. (li unici sei solai a cassettone sono stati temporaneamente risparmiati. c2 /l
cattivo stato dellintonaco interno ed esterno ha consentito di eliminarlo dalle murature,
*-
5fr. il contributo di $assimo 5armassi, 'ilievo come strumento di inda!ine storica, pro!etto di restauro
come interpretazione critica e didattica operativa, presso (.)ossetti et alii, op.cit., pagg. +B,6+7'.
';
mettendo cosJ in luce i materiali originali e consentendo la piena conoscenza e fruizione delle
strutture primigenie.
#edificio ! stato consolidato contro crepe e danni da taglio con ventitr! catene, ortogonali tra
di loro0 tredici, su tre piani, tra facciata sud e nord3 dieci, su tre piani, tra facciata est e alcune
pareti interne.
:ono stati altresJ eliminati i tramezzi non originari, le tamponature di parecchie porte, le
sconnessioni in diversi tratti di muratura, le aperture delle canne fumarie, tranne due ancora
funzionanti.
Nel corso di %uesta fase di lavoro, terminata nel maggio +,77, ! stato portata a compimento,
ad opera degli sforzi congiunti della direzione tecnica e degli studiosi, anche la campagna di
rilievi che ha consentito di descrivere il palazzo con estrema precisione, di tracciare piante e
scattare fotografie, di ricostruire le variazioni tipologiche compresenti nel corpo delledificio e
la loro cronologia.
#a sostanziale riuscita di %uesto modello di collaborazione, oggi sicuramente pi presente, ma
ancora non troppo diffuso, potrebbe ancora servire da esempio per produrre protocolli e
normative condivisibili sia dai tecnici che dagli operatori dei beni culturali.
/l progetto di restauro ha concretamente preso come propri obiettivi la volont di migliorare
%uanto pi possibile la struttura e levoluzione architettonica delledificio e delle varie parti
che lo compongono. 5orollario scientifico di %uesto ! stata lattenzione allaspetto
archeologico e allevidenziazione delle diverse tipologie.
:oprattutto grandi possibilit di miglioramento si sono offerte grazie al restauro del pozzo
scale e alla ricostruzione del tetto.
/l pozzo scale ha raggiunto le condizioni di massima visibilit dagli ambienti che lo circondano,
allargandosi nellultimo piano, dove le modifiche conseguenti allabolizione del padiglione
della volta hanno consentito il recupero della grande parete medioevale, con chiaro effetto di
espansione verso mezzogiorno attraverso le antiche finestre.
Prosegue in modo organico e luminoso le scale ottocentesche laltra scala di pietra serena che
porta alle soffitte, non pi costretta nella stretta galleria nella %uale era chiusa.
Nel lato occidentale la demolizione di un tratto di muratura irreparabilmente lesionata ha
consentito di aprire unampia apertura di forma circolare per dare luce a una parte delle
soffitte ed e%uilibrare la continuit delle grandi pareti piene del pozzo scale.
'7
#abbassamento dei solai del secondo piano ha permesso il recupero delle soffitte, che
ricevono luce da un semplice lucernario di ferro e vetro, modellato sulla forma del tetto3 la
copertura, visibile per tutta la sua estensione, ! divenuta il punto culminante di tutta la nuova
immagine. Per consentire losservazione della struttura archeologica delle scale i vari settori di
%uesto spazio sono stati collegati tra loro da un ballatoio trasparente in ferro.
#e soffitte e unampia terrazza %uadrata, punto culminante del tetto, sono state collegate da
una scala di ferro, che parte da un piccolo terrazzo ricavato in una stretta fenditura a sud del
tetto.
8n affacciamento a doppio volume sul lungo canale del secondo piano, a cui si collega
opportunamente con una scala a chiocciola
*,
& ha eliminato il fastidioso effetto del raccordo del
tetto col pavimento.
Nel secondo piano si ! provveduto a recuperare, grazie alla demolizione di pareti successive,
due settori medioevali allungati, la cui decorazione a fasce continue testimonia loriginale
estensione. / nuovi solai, costruiti con profilati di acciaio a doppio " a vista e tavelle
appoggiate allala superiore con interasse di settanta cm, disposti ortogonalmente alle
murature medioevali e verniciati uniformemente con lo stesso colore chiaro delle pareti
intonacate, perfezionano limmagine volumetrica di %uesti spazi, del tutto simile a %uella
originale. #a testata di una di %uesti ! incorniciata da una parte dellogiva che si apriva
sullArno, messa in luce con i lavori di restauro.
5olla demolizione di due soffitte ! stato possibile recuperare due stanze orientate a
settentrione, mentre la grande struttura originale ! venuta alla luce grazie alla rimozione
dellintonaco e allabbattimento di un soffitto che collegava la parete di confine e il pozzo
scale, verso il %uale si aprono anche le %uattro grandi finestre ad arco riportate al primitivo
splendore.
Nella stanza vicina, colleliminazione del soffitto, sono stati riportati alla luce i due grandi
archi seicenteschi che si affacciano su via #anfranchi.
/l restauro ha cercato soluzioni per attenuare lantiestetica e scorretta bipartizione dei tre
grandi saloni ottocenteschi, praticata nell=ttocento durante la costruzione del pozzo scale,
che aveva generato due spazi anomali al primo e secondo piano, divisi a loro volta in due.
Eista la necessit di sostituire i solai danneggiati e fatiscenti, soprattutto nelle parti lignee 1ma
non poco anche in %uelle di laterizio2 lintervento si ! svolto in %uesto senso0 dei due solai,
*,
5fr. 5armassi, contr.cit. presso )ossetti et alii, op.cit., pag. +;,
'-
ricostruiti con travi dacciaio a doppio " e tavelloni appoggiati a vista allala superiore, ad
evidenziarne la sostituzione senza rinunciare alla ricchezza dei materiali moderni, il primo si
interrompe a breve distanza dalla muratura anteriore del Palazzo per costituire un doppio
volume che unisca i due spazi sovrapposti, il secondo, come tutti i solai del secondo piano,
viene abbassato per rendere pi proporzionato lo spazio. #a muratura anteriore, liberata
dallincastro del solaio, diviene una grande struttura unitaria che domina e definisce lo spazio
cosJ ricostruito, con le strutture archeologiche dei pilastri e delle ogive messe in luce e con le
%uattro grandi aperture sovrapposte a due a due che si affacciano sullArno. Due leggere
passerelle in ferro attraversano il doppio volume per collegare le due finestre superiori al
secondo piano. #effetto di fuori scala, generato dal doppio volume e dalla grande parete con
%uattro aperture, insieme alla tessitura strutturale dei solai fuori scala, generato dal doppio
volume e dalla grande parete con %uattro aperture, insieme alla tessitura strutturale dei solai
aderente alla forma dello spazio, annullano in gran parte i difetti di sproporzione delle stanze
preesistenti. 5ome nel caso appena descritto, la necessit di sostituire i solai dei disimpegni
sovrapposti nel centro delledificio, adiacenti la scala, uno dei %uali in ferro e laterizio,
realizzato tra le due guerre, ha suggerito di sfruttare leffetto sorprendente sperimentato dopo
la loro demolizione. #o spazio generato da %uesta operazione ! infatti un tubo di sezione
%uadrata che si dilata senza soluzione di continuit nel tunnel voltato delle cantine, col %uale
forma una struttura a ". "ale tubo, buio e angusto, prima della ristrutturazione ottocentesca
accoglieva una scala a due rampe, come testimoniano le tracce degli incastri dei conci di pietra
serena, emerse sotto lintonaco. /l progetto configura %uesto spazio come cerniera
tridimensionale. /l solaio del primo piano viene costruito con una griglia di profilato dacciaio
a doppio " e tavelloni in modo da conservare uno stretto affaccio sullo spazio sottostante che
viene attraversato da una leggera passerella di collegamento con il salone ovest. /l solaio del
pianoterra viene sostituito invece con una passerella che collega le stanze a nord e a sud
secondo uno percorso assiale, in modo che il grande tunnel della cantina divenga spazio
integrato con il resto delledificio. Ad accentuare %uesta integrazione funzionale e formale,
unampia rampa di scale, visibile da ogni punto del cavedio nuovamente configurato, collega
comodamente il nuovo spazio recuperato della cantina con il salone ovest del pianoterra. Due
disimpegni bui ed insignificanti sono stati trasformati, con una semplice operazione di
',
sottrazione, in uno spazio stimolante, che consente al visitatore, a %ualun%ue piano si trovi,
una ricca esperienza visuale degli interni che su di essi si affacciano alle varie altezze
A.
&.
/l restauro ha posto larcheologia come elemento fondamentale dello spazio e tessuto
connettivo& e chiave di lettura delledificio .
Per %uanto pi possibile sono state conservate le murature medioevali, le aperture, le nicchie,
le decorazioni e %uantaltro facesse parte della struttura originale, compresi i piccoli ma
importanti segni come le tracce di presenza delle arnie dapi o del fumo dei camini..
@uesto, soprattutto nel caso delle pareti del prospetto nord e di %uello est, fa dei muri una
sorta di cartella clinica& delle vicende del Palazzo0 la %ualit dei mattoni, la loro disposizione,
le tamponature, le aperture o le tracce di esse costituiscono altrettanti indizi che ci permettono
ricostruzioni spesso possibili, per la mancanza di documenti, solo con losservazione diretta.
$otivi di opportunit e anche limpossibilit di recuperare comun%ue lintonaco originale
hanno imposto o piuttosto consigliato la scelta di lasciare a vista la facciata, cin%uecentesca e
%uindi nata per essere intonacata 1ma non certo con un anacronistico intonaco moderno2.
"utto ! stato fatto per lasciare che si intravedessero le caratteristiche di tutte le varie fasi che
si sono succedute nella storia del Palazzo, nel massimo rispetto per la stratigrafia tipologica3
%uando non ! stato possibile evidenziare e unificare gli elementi di una stessa epoca, si ! scelto
di mantenere lassetto cosJ come ci ! arrivato, per lasciare una testimonianza storica diretta. /n
diversi casi testimonianze cin%uecentesche e settecentesche si affiancano, a testimoniare cosJ
non tanto le differenze %uanto la continuit dellevoluzione architettonica..
/n sostanza il restauro ha rispettato le finalit che ogni intervento riparatorio su un bene
culturale dovrebbe avere0 ha consolidato la struttura riducendo al minimo gli interventi
distruttivi e le aggiunte e nel contempo ha costituito unoccasione per esaminare tutte le parti
delledificio, anche %uelle che poi non sono rimaste visibili, producendo un decisivo
arricchimento della conoscenza dello storico e dello storico dellarte.
A.
5armassi, contr.cit. presso )ossetti et alii, op.cit., pagg. +;,6+7.
*.

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