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LE AZIONI SISMICHE SULLE COSTRUZIONI:

CALCOLO DELLE SOLLECITAZIONI


Esercitazione _2








POLITECNICO DI TORINO
COLLEGIO DI INGEGNERIA EDILE
A.A. 2013/2014
COMPLEMENTI DI TECNICA DELLE COSTRUZIONI


LE AZIONI SISMICHE SULLE COSTRUZIONI: CALCOLO DELLE SOLLECITAZIONI
Esercitazione _2



1

INDICE
1 INTRODUZIONE 3
2 GERARCHIA DELLE RESISTENZE 3
3 IL SISMA: ANALISI FISICA DEL PROBLEMA 4
3.1 GRANDEZZE FISICHE COINVOLTE 4
3.1.1 Rigidezza 4
3.1.2 Massa 6
3.1.3 Smorzamento 6
3.2 MODELLO DEL PENDOLO ROVESCIO 6
4 MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA 8
5 METODI DI ANALISI: ANALISI STATICA LINEARE 10
6 ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI NEI TELAI - SLU 12
6.1 AZIONI NEI PILASTRI 12
6.2 ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI NEI TELAI 14
6.3 COMBINAZIONE DELLE SOLLECITAZIONI 14


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INDICE DELLE FIGURE
Figura 1: Meccanismi di collasso globale e di piano ........................................................................................................ 4
Figura 2: Schema della rigidezza ...................................................................................................................................... 5
Figura 3: Schema dello spostamento imposto. ................................................................................................................ 5
Figura 4: Pendolo rovescio prima del sisma. .................................................................................................................... 6
Figura 5: Pendolo rovescio durante il sisma. .................................................................................................................... 7
Figura 6: Gradi di libert nel modello, centro delle masse (G) e centro delle rigidezze (R) .............................................. 9
Figura 7 : Esempio di spettro di risposta elastico delle componenti orizzontali ............................................................ 11
Figura 8 : 32 combinazioni delle sollecitazioni di momento per il telaio x ..................................................................... 14


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1 Introduzione

In Italia le costruzioni in cemento armato progettate in zona sismica devono attenersi alle prescrizioni
riportate nei capitoli 2, 3, 7 del DM 14/01/2008, nel quale sono previsti due stati limite ultimi e due di
esercizio.
Alla prima categoria appartengono:
- Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV): fa riferimento ad un evento con probabilit di
accadimento durante la Vita di Riferimento V
R
pari al 10% e prevede danni gravi alla struttura che,
tuttavia, per non deve perdere la la capacit di sopportare i carichi verticali. In questo caso
inoltre richiesta una residua capacit di resistere ad azioni orizzontali (repliche sismiche di entit
inferiore).
- Stato Limite di prevenzione del Collasso (STC): fa riferimento ad un evento con probabilit di
accadimento durante la Vita di Riferimento V
R
pari al 5% e prevede danni gravi alla struttura che,
tuttavia, per non deve perdere la la capacit di sopportare i carichi verticali nella fase post
sismica. In questo caso non sono richieste ulteriori riserve contro repliche sismiche.
Alla seconda categoria appartengono:
- Stato Limite di Danno (SLD): fa riferimento ad un evento con probabilit di accadimento durante
la Vita di Riferimento V
R
pari al 63% e prevede danni limitati alla struttura che, tuttavia, deve
rimanere agibile dopo levento sismico.
- Stato Limite di Operativit (SLO): fa riferimento ad un evento con probabilit di accadimento
durante la Vita di Riferimento V
R
pari al 81%. Dopo levento sismico la struttura deve rimanere del
tutto operativa anche in termini di impianti ed apparecchiature.
2 Gerarchia delle resistenze

Il concetto della gerarchia delle resistenze si basa sul fatto che, qualora sussista la possibilit di rotture
alternative, deve sempre avvenire prima quella caratterizzata dal meccanismo duttile. Quindi, dal punto
di vista della progettazione, devono essere individuati tutti i possibili meccanismi di rottura e, una volta
analizzati, devono essere ordinati gerarchicamente in modo da assegnare la maggiore resistenza al
meccanismo resistente pi fragile. Questo discorso va applicato ai seguenti livelli strutturali:
- Materiali: lacciaio il materiale che garantisce duttilit alla struttura e quindi necessario
garantire che i meccanismi di rottura che lo coinvolgono vengano effettivamente sviluppati. Ci
ha una ricaduta sul valore della resistenza dellacciaio in uso: essa deve essere pi prossima a
quella prevista nei calcoli in quanto il deficit di resistenza tanto negativo quanto un eccesso
della stessa.
- Gerarchia acciaio calcestruzzo: le sezioni di elementi strutturali inflessi e pressoinflessi devono
andare in crisi con il calcestruzzo poco sollecitato e larmatura molto plasticizzata.
- Gerarchia flessione taglio: tutti gli elementi inflessi possono arrivare a rottura per flessione o
per taglio, ma, poich la seconda sempre di tipo fragile, necessario che avvenga prima la
rottura per flessione. Ci implica che per travi e pilastri il taglio di progetto non sia quello ricavato
dallanalisi strutturale ma sia il massimo possibile sullelemento strutturale considerato.
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- Gerarchia travi pilastri: il comportamento del telaio in cemento armato pu condurre a
meccanismi molto diversi tra loro, variabili tra i due limiti riportati in figura 1. Tra i due
meccanismi limite bisogna tendere a quello globale, caratterizzato da una capacit dissipativa
superiore dato il maggior numero di zone che si plasticizzano (a parit di duttilit).


Figura 1: Meccanismi di collasso globale e di piano
- Gerarchia struttura in elevazione fondazione: poich il comportamento della parte in elevazione
modellabile con maggior affidabilit rispetto alle fondazioni (si ricorda che il terreno ha un
comportamento non lineare) e dati gli elevati costi lagati ad eventuali riparazioni dei danni delle
fondazioni, si preferisce sovradimensionare queste ultime.
3 Il sisma: analisi fisica del problema
3.1 Grandezze fisiche coinvolte
3.1.1 Rigidezza
La rigidezza la capacit che un corpo ha di opporsi alla deformazione elastica provocata da una forza
applicata. In generale si dovrebbe dire rigidezza quando si parla di una struttura e di rigidit quando si
parla di materiale (cio di modulo elastico del materiale).

Per rappresentare la rigidezza k si utilizza come modello una molla; ed definita come la costante di
proporzionalit tra la forza applicata F
e
applicata e lo spostamento x subito, come da relazione (1):

k =

(1)










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Figura 2: Schema della rigidezza

Come una molla, ogni struttura ha una sua rigidezza k, come una trave incastrata allestremo inferiore e
soggetta ad una forza F
e
nellestremo libero superiore in cui vale (2):
F
e
= k x (2)
Con :
- x: spostamento imposto pari a


- k =


- I: momento di inerzia della sezione pari a


- E: modulo elastico del materiale
- L: luce della mensola
















Figura 3: Schema dello spostamento imposto.
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3.1.2 Massa
La massa una grandezza fisica, cio una propriet dei materiali, ed esprime la resistenza al cambiamento
dello stato di movimento di un corpo quando viene applicata una forza (inerzia del movimento). Dalla
seconda legge di Newton, la massa m la quantit di materia di un corpo (3), e rappresenta la costante di
proporzionalit tra la forza F
i
applicata al corpo *N+ e laccelerazion subita:
m =

(3)

Nel campo gravitazionale
- a = g= 9.81 [

]
- F
i
: forza peso
3.1.3 Smorzamento
Similmente ad un ammortizzatore, ogni struttura ha una capacit intrinseca di smorzare le oscillazioni,
cio una sua costante c, detta costante viscosa e definita come nella (4) :
c =

(4)
con:
- F
d :
forza viscosa F
d

- v: velocit di movimento dello stantuffo
Lo smorzamento si valuta mediante adatti dispositivi detti smorzatori, che permettono di rudurre
lampiezza delle oscillazioni in un sistema meccanico o elettrico, applicando una forza viscosa F
d

proporzionale, tramite la costante c , alla velocit v con cui si muove lo stantuffo.
3.2 Modello del pendolo rovescio
La struttura di un edificio monopiano si pu schematizzare con una massa solaio e travi di copertura
(1), i suoi sotegni (2) solle opere di fondazione pilastri e le opere di fondazioni (3) come riportato in
figura 3.










Figura 4: Pendolo rovescio prima del sisma.
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Il sisma simulato con una forza orizzontale applicata alla massa. Infatti, quando il sisma investe ledificio,
il terrreno imprime alle fondazioni unaccelerazione a
g
che si spostano di x
g
. facendo riferimento alla
figura 4, lelemento (1) si muove di x (con accelerazione a e velocit v) rispetto a (3). a+a
g
e x+x
g
sono le
accelerazioni e lo spostamento della massa.










Figura 5: Pendolo rovescio durante il sisma.
Si immagini di isolare la massa, su di essa agiscono tre tipi di forze orizzontali:

- Forza di inerzia F
i
= m(a+a
g
) (5)
- Forza di richiamo elastico F
e
= kx (come riportato in figura 4, k relativa ai sostegni (2)) (6)
- Forza di smorzamento F
d
= c (riportato in figura 4, lo smorzamento offeto dai sostegni (2)) (7)

Le tre forze devono essere in equilibrio tra loro secondo lequazione (8):

F
i
+ F
d
+ F
e
= 0 (8)

sostituendo i valori delle relazioni (5), (6) e (7):

m(a+a
g
) + c + kx = 0 (9)

che si pu anche scrivere come (10):

ma + c + kx = -ma
g
(10)

con :
- ma
g
: laccelerazione sismica

Divido tutto per la massa m si ottiene la (11):

a +

x = -a
g
(11)

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Inoltre la massa sar soggetta ad oscillazione caratterizzata da un periodo T definito dalla (12):

periodo della struttura T = 2

(12)

Per calcolare T si pu fare riferimento a:
- risultati di analisi pi complesse (analisi modale)
- metodi empirici come quelli nominativi. La NTC 2008 e lEC8 suggeriscono, per costruzioni che di
altezza H 40 m e la cui massa sia pressapoco uniforme sullaltezza, la seguente formula:

T = C
1
H
3/4
(13)
dove:
C
1
= 0.085 per strutture a telaio in acciaio
C
1
= 0.075 per strutture a tealio in calcestruzzo
C
1
= 0.05 per strutture di altro tipo.

Se la struttura molto rigida il periodo molto piccolo; aumentando la massa aumenta anche il periodo.
Il moto oscillatorio della massa tuttavia non continua allinfinito per via di fenomeni di dissipazione
dellenergia dovuti ad azioni viscose che sono funzione del fattore di smorzamento, di seguito definito
come:

fattore di smorzamento = 0.5


(14)

Quindi indica la capacit della struttura di dissipare energia, o di sottrarre energia al moto, durante
levento sismico, che in tal modo viene smorzato. Per le strutture in acciaio assumiamo = 0.02, per quelle
in calcestruzzo armato = 0.05.

Data la complessit dellespressione (11), le norme forniscono un metodo alternativo per ricavare
laccelerazione impressa dal sisma sulla base degli spettri di risposta elastica.
4 Modellazione della struttura

Il modello della struttura deve essere tridimensionale e rappresentare in modo adeguato le effettive
distribuzioni spaziali di massa, rigidezza e resistenza, con particolare attenzione alle situazioni nelle quali
le componenti orizzontali dellazione sismica possono produrre forze di inerzia verticali (7.2.1 NTC 2008),
ovvero nei seguenti casi:
- Presenza di elementi pressoch orizzontali (luce > 20 m);
- Elementi principali precompressi (esclusi i solai di luce < 8 m);
- Elementi a mensola di luce > 4 m;
- Strutture spingenti;
- Pilastri in falso;
- Edifici con piani sospesi;
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- Ponti;
- Costruzioni con isolamento.
Nella definizione del modello, gli elementi strutturali secondari e quelli non strutturali autoportanti
(tamponature e tramezzi) possono essere tenuti in conto unicamente in termini di massa a meno che non
diano un significativo contributo alla rigidezza ed alla resistenza.
I solai possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro piano (purch soddisfatte le condizioni
riportate nel 7.2.6 NTC 2008) e ciascun livello caratterizzato da tre gradi di libert: due traslazioni del
baricentro dellimpalcato nelle due direzioni ortogonali e la rotazione intorno allasse verticale passante
per il baricentro delle rigidezze. Il solaio ha quindi la funzione di ripartire lazione sismica sugli elementi
verticali (pilastri e setti) che, in virt della loro rigidezza k, sviluppano delle forze che si oppongono al
moto concentrate nel baricentro delle rigidezze. Alla luce di quanto detto, necessario individuare il
baricentro delle masse e delle rigidezze per ogni piano. Il primo lo si ottiene calcolando il momento statico
dellimpalcato e dividendolo per larea dello stesso (bisogna tener conto di aperture significative
nellimpalcato, quali quelle relative al corpo scala), mentre il secondo ha coordinate definite nelle (15) e
(16):

(15)

(16)

Dove:
- m= numero di pilastri;
-


: momento di inerzia del K-esimo pilastro in direzione x (nel caso di pilastro
rettangolare);
-


: momento di inerzia del K-esimo pilastro in direzione y (nel caso di pilastro
rettangolare);
- x
k
, y
k
coordinate nel sistema di riferimento impostato per il centro delle masse A

Figura 6: Gradi di libert nel modello, centro delle masse (G) e centro delle rigidezze (R)

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E bene precisare che, per tenere conto di eventuali incertezze nella localizzazione delle masse, al centro
di massa calcolato deve essere attribuita uneccentricit accidentale sia positiva che negativa nelle due
direzioni (individuando quattro punti nellintorno del baricentro delle masse). Leccentricit accidentale
data dalla seguente relazione:
e
a
= 5% L
i
(17)

con:
- L
i
pari alla dimensione lungo la quale stiamo valutando leccentricit.
5 Metodi di analisi: analisi statica lineare

Lazione sismica sulle costruzioni valutata sulla base dei seguenti parametri:
- Periodo di riferimento V
R
: va ricavato per ciascu tipo di costruzione e si ottie ne come prodotto
della vita nominale V
N
(definita come il numero di anni nel quale la struttura, purch soggetta alla
manutenzione oridnaria, deve poter essere usata per lo scopo a cui destinata) per un
coefficiente duso C
U
.
- Pericolosit sismismica di base: trattasi di un parametro espresso in termini di ordinate dello
spettro di risposta elastico in accelerazione S
e
(T), con riferimento a prefissate probabilit di
eccedenza P
VR
(definite a seconda dello Stato Limite di considerato) nel periodo di riferimento V
R
.
In particolare, noto P
VR
, possibile ricavare il periodo di ritorno dellazione sismica T
R
con la relazione (4):

)
(18)
Quindi, noti T
R
e la latitudine e la longitudine relativi alla localizzazione geografica delledificio da
progettare, sono definite le forme spettrali a partire dai seguenti valori:
- a
g
: accelerazione orizzontale massima in sito;
- F: valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale;
- T*
C
: periodo di inizio del tratto a velocit costante dello spettro in accelerazione orizzontale;
- S: coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo e delle condizioni topografiche
mediante la relazione S = S
S
S
T
, essendo S
S
il coefficiente di amplificazione stratigrafica e S
T
il
coefficiente di amplificazione topografica;
- T
C
: periodo di conclusione del tratto ad accelerazione costante. Si ricava come T
C
= C
C
T*
C
, con C
C

funzione della categoria del sottosuolo;
- T
B
: periodo corrispondente allinizio del del tratto dello spettro ad accelerazione costante. Si
ricava come T
B
= T
C
/3;
- T
D
: periodo corrispondente allinizio del tratto a spostamento costante dello spettro. Si ricava
come T
D
= 4 (a
g
/g) + 1,6.
Nello specifico, le equazioni della curva che definisce lo spettro di risposta elastica delle componenti
orizzontali e di quelle verticali sono riportate nel paragrafo 3.2.3.2.1 delle NTC 2008.
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Figura 7 : Esempio di spettro di risposta elastico delle componenti orizzontali

A partire dallo spettro di risposta elastica, si ricava quello di progetto.
A tal proposito, nel caso di SLV, bisogna calcolare il fattore di struttura q, il quale funzione dei seguenti
parametri:
- Tipologia strutturale: le strutture sismo-resistenti in cemento armato previste dalla normativa
sono: strutture a telaio, strutture a pareti, strutture miste telaio-pareti, strutture deformabili
torsionalmente, strutture a pendolo inverso.
- Classe di duttilit CD: la normativa individua una calsse di duttilit bassa CDB ed una classe di
duttilit alta CDA. La prima implica luso, a livello di progettazione, di un fattore di struttura
ridotto, aumentando di conseguenza le forze che conducono alla prima plasticizzazione (ledificio
avr una minore capacit di dissipazione plastica, ma dovr garantire una resistenza maggiore
contro le forze agenti). La seconda, a livello progettuale, implica ladozione di regole pi severe
per ottenere una duttilit adeguata.
- Regolarit in altezza: questo parametro definito nel paragrafo 7.2.2 delle NTC 2008;
- Numero di piani.
Nello specifico, il fattore di struttura si ricava con la seguente formula:
q = q K
R
[-] (19)
Dove:
- q: il valore massimo del fattore di struttura. E funzione del livello di duttilit, dalla tipologia
strutturale e dal rapporto
u
/
1
tra il valore dellazione sismica per il quale si verifica la
formazione di un numero di cerniere plastiche tali da rendere la struttura labile e quello per il
quale il primo elemento strutturale raggiunge la plasticizzazione a flessione.
- K
R
: un fattore riduttivo funzione della regolarit in altezza della costruzione (1 per costruzioni
regolari in altezza, 0.8 per quelle non regolari).
Noto il fattore di struttura q, sono definiti gli spettri di progetto, ottenibili dividendo per q le
equazioni che definiscono la curva dello spettro di risposta elastico.
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Dallo spettro di progetto si ricava poi lordinata spettrale di progetto e, sulla base di essa, possibile
modellare lazione sismica come unazione orizzontale equivalente da scomporre nelle due direzioni.
Sulla base del secondo principio della dinamica:
F = a m (20)
si determinano le componenti orizzontali dellazione sismica come il prodotto dellordinata
(accelerazione) spettrale di progetto per la massa W/g associata al peso sismico W, ottenuto come
somma dei pesi sismici degli elementi strutturali e non che caratterizzano la costruzione (solai,
balconi, scale, tampnature, travi e pilastri). Nel caso di solai, balconi e scale, il peso sismico si calcola
moltiplicando il carico unitario al metro quadrato (ottenuto dalla combinazione dei carichi
permanenti G
1
e G
2
con le azioni variabili Q
k
ridotte mediante il coefficiente
2,i
) per la superficie di
estensione dellelemento considerato. Nel caso di tamponature, travi e pilastri, il carico unitario al
metro lineare (ricavato dallanalisi dei carichi) va moltiplicato per la lunghezza di estensione
dellelemento considerato. Sostituendo i suddetti valori nella (6), si ottengono le componenti
orizzontali della forza sismica orizzontale:

()

(21)

()

(22)
Bisogna tuttavia precisare che i pesi sismici vanno calcolati di volta in volta per ciscun piano della
costruzione e, di conseguenza, a ciascun livello sar applicata una forza orizzontale diversa, pesata
rispetto allaltezza z dalle fondazioni del piano considerato. Nello specifico, la (21) e la (22), per li-esimo
piano saranno date dalle seguenti relazioni:

()

)
(23)

()

)
(24)
Dove:
- W
i
e W
j
sono i pesi sismici delle masse ai piani i e j;
- z
i
e z
j
sono le altezze dei piani i e j rispetto alle fondazioni.
In zona sismica 4, S
d
(T) = 0,07W
TOT
, essendo W
TOT
il peso complessivo dellintera costruzione.
6 Analisi delle sollecitazioni nei telai - SLU
6.1 Azioni nei pilastri

Le forze orizzontali, calcolate come descritto nel precedente capitolo, vanno applicate alli-esimo piano
considerato in corrispondenza dei 4 punti individuati nellintorno del centro delle masse. Ne scaturiscono
altrettanti casi che vanno analizzati separatamente:
- Eccentricit e
x
positiva, forza orizzontale in direzione y;
- Eccentricit e
x
negativa, forza orizzontale in direzione y;
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- Eccentricit e
y
positiva, forza orizzontale in direzione x;
- Eccentricit e
y
negativa, forza orizzontale in direzione x.
Gli effetti dellazione sismica si traducono in una traslazione rigida del solaio in direzione dellapplicazione
della forza e in una rotazione dello stesso intorno al baricentro delle rigidezze causata dalleccentricit
della forza rispetto al centro di rotazione. Questultimo aspetto si traduce nellinsorgenza di un momento
torcente M
t
dato dalla seguente relazione:

(25)

Dove, i termini che compaiono sono i seguenti:
- Eccentricit reale lungo x: e
xR
= x
D
-x
A
, con x
D
ascissa del baricentro delle rigidezze e x
A
ascissa del
baricentro delle masse;
- Eccentricit reale lungo y: e
yR
= y
D
-y
A
, con y
D
ordinata del baricentro delle rigidezze e y
A
ordinata
del baricentro delle masse;
- Q
y
e Q
x
: forza sismica applicata. Il valore assegnato ai due parametri dipende da quale dei quattro
casi di studio si sta analizzando. Per esempio, nel caso di eccentricit e
x
positiva, forza orizzontale
in direzione y evidente che Q
x
= 0 mentre Q
y
= F
h
.
Il solaio, essendo infinitamente rigido per ipotesi, trasmette lazione sismica ai pilastri che, a loro volta, si
oppongono al moto sviluppando forze resistenti che sono funzione della loro rigidezza. Quindi, nel j-esimo
pilastro delli-esimo piano agir una forza S
j
scomponibile nelle seguenti componenti:

(26)

(27)

In cui:

-

, con m: numero pilastri al piano considerato;


-

, con m: numero pilastri al piano considerato;


-

- J
y,j
y
D,j
, con : angolo di rotazione formato dallasse baricentrico del j-esimo
pilastro con il baricentro delle rigidezze; y
D,i
: coordinata y del pilastro rispetto al sistema di assi
cartesiani con origine ne baricentro delle rigidezze;
-

J
x,j
x
D,j
, con : angolo di rotazione formato dallasse baricentrico del j-esimo
pilastro con il baricentro delle rigidezze; x
D,i
: coordinata x del pilastro rispetto al sistema di assi
cartesiani con origine ne baricentro delle rigidezze;
-

(




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6.2 Analisi delle sollecitazioni nei telai

Per ciscuno dei quattro casi di eccentricit bisogna studiare i telai x e quelli y che compongono la
struttura, applicando al piano i-esimo la forza orizzontale che gli compete, data dalla somma delle S
j

agenti sugli m pilastri del piano considerato (vedi paragrafo precedente).
Tuttavia, lazione sismica nei telai va combinata con i carichi verticali applicando la seguente formula (vedi
paragrafo 2.5.5 NTC 2008):
E+G
1
+G
2
+P+
2,j
Q
j
(28)
Dove E rappresenta lazione sismica.
La (28), dal punto di vista pratico, rappresenta unindicazione del procedimento da seguire nellanalisi e,
quindi, prescrive che lazione sismica va aggiunta nel telaio oggetto di studio contemporaneamente ai
carichi verticali degli elementi strutturali e non del telaio (travi e tamponamenti) e a quelli trasmessi dal
solaio, ottenuti applicando la combinazione quasi permanente (vedi paragrafo 2.5.4 NTC 2008).

6.3 Combinazione delle sollecitazioni

Lanalisi delle sollecitazioni genera come output una terna di valori di M,N,T per ciascuna sezione dei telai
x ed y. Poich ogni telaio stato risolto 4 volte (perch tale il numero di situazioni che scaturiscono dai
casi di eccentricit), ad ogni sezione corrispondono 4 terne di sollecitazioni:
- Per il telaio x: (M
x1
, N
x1
, T
x1
), (M
x2
, N
x2
, T
x2
), (M
x3
, N
x3
, T
x3
), (M
x4
, N
x4
, T
x4
);
- Per il telaio y: (M
y1
, N
y1
, T
y1
), (M
y2
, N
y2
, T
y2
), (M
y3
, N
y3
, T
y3
), (M
y4
, N
y4
, T
y4
).
Di conseguenza, per ciascun telaio e per ogni sezione, le terne andranno combinate tra loro.
Nello specifico vengono combinate tra loro solo le sollecitazioni di momento e quelle di taglio, mentre ci
non avviene per gli sforzi normali, i quali non subiscono variazioni nei 4 casi di eccentricit.
Per esempio, nel caso del telaio x ed in riferimento alle sollecitazioni di momento, si ottengono le
seguenti combinazioni:

Figura 8 : 32 combinazioni delle sollecitazioni di momento per il telaio x

Le stesse combinazioni valgono per il taglio. Il procedimento va poi esteso anche al telaio y.

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