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D DI IS SP PE EN NS SE E D DE EL L C CO OR RS SO O D DI I

REFLESSOLOGIA DEL PIEDE

D DO OC CE EN NT TE E: : F Fa au us st to o N NI IC CO OL LL LI I


















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Cenni storici

Lo studio delle reflessoterapie zonali moderne dovuto soprattutto al medico William Fitzgerald,
che ne considerato il fondatore. Egli nacque nel 1872 a Middletown (U.S.A.). Si diplom nel 1895
presso lUniversit del Vermont e pratic per alcuni anni in cliniche di Vienna, Parigi, Londra. Mor
a Stamford nel 1942.
Presso il Dott. Bressler, Fitzgerald si occup a Vienna allinizio del secolo (1912), delle possibilit
di trattamento di disfunzioni organiche mediante zone di compressione. Scrissero insieme il libro
La terapia zonale.
Lo scultore fiorentino Benvenuto Cellini (1500-1571) tratt dei dolori diffusi in tutto il corpo
mediante forti pressioni su dita di mano e piede.
Importante testimonianza riguarda il Presidente Americano Garfield (1831-1881) che trov
giovamento e guar da dolori conseguenti le ferite di un attentato grazie a stimolazioni della volta
plantare.
Moltissimi altri interessanti esempi dellutilizzo di questi metodi sono riportati nel libro La terapia
zonale per far comprendere al lettore come in ogni cultura questa tecnica fosse importante ai fini di
ripristinare lo stato di salute.
Riportiamo ancora unultima testimonianza su varie trib indiane che usano queste tecniche riflesse
per trattare le malattie: infatti, ancor oggi nelle riserve possibile poterne vedere lapplicazione sui
membri malati delle trib.
Un grande aiuto venne dato verso la met del secolo da due studiosi, Head e Mackenzie che
rivoluzionando i concetti fino allora conosciuti, scoprirono lInterdipendenza dei Riflessi; ci
significava che era possibile attraverso lesterno stimolare linterno.
Anche la massaggiatrice Eunice Ingham, in seguito a questa prima diffusione del Metodo Zonale
Riflesso, studi ed elabor in molti anni di lavoro pratico una sua tecnica facendone la base del
Massaggio Riflesso Zonale in corrispondenza del piede. Il metodo venne chiamato Metodo di
Ingham di massaggio con compressione e nel 1938 scrisse il libro Storie che il piede potrebbe
narrare.
E la terapista Hanne Marquardt la prima a sperimentare in Europa il metodo dal 1958 al 1967.
Nel 1967 si trasferisce in America per conoscere e collaborare con lormai ottantenne E. Ingham.
Torna in Europa ed inizia negli anni 70 i primi corsi, prevalentemente nel nord Europa.




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Pi tardi il metodo arriver anche il Italia insieme alla traduzione del suo libro Il Massaggio
Zonale Riflesso del Piede.
Le tappe e lo sviluppo di questo metodo seguono la storia e levoluzione delluomo; da una
millenaria conoscenza popolare ed intuitiva si arriva alla forma manuale flessibile adatta alle
esigenze delluomo moderno.

Il Riflesso
Premessa:
Tutti i sistemi biologici vivono immersi in un universo mutevole di situazioni a cui, strenuamente,
si adeguano attraverso meccanismi di autoconservazione. Per la nostra specie i pi importanti sono:
quello COSCIENTE, che organizza le risposte e le orienta nel modo pi consono in funzione della
particolare richiesta, e quello RIFLESSO, dal quale abbiamo reazioni non coscienti e addirittura, in
alcuni casi, ignorate dallindividuo stesso. Il primo meccanismo prevede il riconoscimento dello
stimolo, il confronto con situazioni precedentemente vissute, e la considerazione del fatto che possa
essere indispensabile una risposta (aspetto cosciente o volontario). Il secondo invece di tipo
reattivo, involontario, stereotipato, detto appunto RIFLESSO.

CONCETTO di RIFLESSO:
Prendiamo come esempio lo schema del riflesso patellare e cerchiamo di comprenderne al meglio il
meccanismo: la percussione del tendine rotuleo (AZIONE) produce leccitazione dei fusi
neuromuscolari (RECETTORI) che, per raggiungimento di un potenziale di azione, attivano le
fibre sensitive (via AFFERENTE). Lo stimolo penetra a livello midollare nel corno posteriore di L
4 (CENTRO NERVOSO), contrae sinapsi con il motoneurone Alfa (via EFFERENTE) che dal
corno anteriore si trasporta alla placca neuromuscolare (EFFETTORE), determinando la
contrazione dei fasci muscolari del quadricipite femorale che faranno sollevare larto inferiore. L
ARCO RIFLESSO o DIASTALTICO si definisce attraverso i cinque elementi essenziali:
Un recettore sensitivo
Un neurone sensitivo (via afferente)
Una o pi sinapsi (a livello del sistema nervoso centrale)
Un motoneurone (via efferente)
Un organo effettore.




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La mancanza anche di uno solo di questi elementi comporta la ovvia impossibilit di creare un arco
riflesso.
importante inoltre ricordare che il meccanismo descritto precedentemente deve poter essere
replicato, con lo stesso risultato ogni qual volta sia necessario. Questo pu farci comprendere come
sia possibile ricreare, attraverso la Reflessologia, una risposta a livello distale sempre identica ogni
qual volta premiamo sul piede, con una uguale intensit, la stessa area riflessa (o ZONA).
Ci che abbiamo finora detto pu essere riassunto in questo modo :
Il riflesso una risposta reattiva immediata e incosciente alleccitazione del sistema nervoso
da parte di uno stimolo.
Potremo dire pi semplicemente che ad ogni azione (stimolo) corrisponde, da parte del sistema
nervoso, sempre una reazione (effetto).
Organizzazione dei Riflessi

I riflessi conosciuti e sperimentati vengono classificati, a scopo didattico, secondo la derivazione
embriologica dei tessuti, sedi dei recettori.
Avremo cos riflessi da ESTEROCETTORI, PROPRIOCETTORI e ENTEROCETTORI.
Vediamo in modo sintetico:
RIFLESSO da ESTEROCETTORI: dove attraverso lesterno (stimolo cutaneo) produrremo
reazioni difensive del corpo (nella ricerca del riflesso di Babinski utilizziamo appunto gli
esterocettori da meccanocettori).
RIFLESSO da PROPRIOCETTORI: qui gli stimoli apportati a recettori situati allinterno di
tessuti di derivazione mesodermica (muscoli e tendini), comprendenti i Fusi Neuromuscolari e
lApparato del Golgi, lavorano al controllo e alla protezione dellattivit muscolare.
RIFLESSO da ENTEROCETTORI: prendiamo ad esempio il riflesso da riempimento vescicale;
proprio questo un tipico esempio di rifesso VISCERO-VISCERALE a controllo periferico
del meccanismo di minzione attivato da stimoli meccanici (riempimento) o dolorifici (cistiti,
flogosi, ecc).








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Collegamento fra Riflessi

Fino allinizio di questo secolo il concetto che le attivit dei vari tipi di riflesso fossero separati fra
loro, come scompartimenti stagni nei quali regnasse un solo sistema esecutivo, rimase un punto
fermo sul quale era impossibile replicare.
Questo sanciva, proprio in accordo con le conoscenze scientifiche raggiunte, lindipendenza dei vari
riflessi e quindi gli stimoli esterocettivi potevano produrre solo riflessi di protezione ai tegumenti;
mentre quelli da propriocettori mantenevano il controllo dellattivit motoria, e quindi anche
posturale; ed infine gli enterocettori interagivano sullattivit riflessa viscerale.
Furono, come gi detto nei Cenni Storici, gli studi di Head e Mackenzie a rivoluzionare il vecchio
concetto.
Infatti, entrambi ipotizzarono che le integrazioni midollari dei messaggi afferenti fossero pi
articolate.
I loro studi parlavano di riflessi da enterocettori a strutture superficiali, ricerche che vennero
confermati negli anni successivi da altri ricercatori.
Ecco i loro risultati in sintesi:
RIFLESSO VISCERO-CUTANEO:
Head scopr che afferenze provenienti dallinterno (ad esempio un viscere), contraendo sinapsi con
afferenze sensitive provenienti dallesterno (cute), attraverso complessi fenomeni di sommazione,
determinavano iperalgesie cutanee.
RIFLESSO VISCERO-MUSCOLARE:
Mackenzie not come in pazienti con patologie, acute o croniche, del miocardio comparissero
tipiche contratture muscolari in zona dorsale. Nel tempo si convinse dellesistenza di un riflesso
viscero-cutaneo e rilev altri riflessi, in altre sedi muscolari, relativi ad altri organi o visceri.
RIFLESSO VISCERO-SOTTOCUTANEO:
in quello stesso periodo che la riflessologa Dicke mise in evidenza un altro riflesso viscerale ma
questa volta con interazione con il sottocute rilevabile sul dorso. Secondo la Dicke, la sofferenza
viscerale determina una vasocostrizione locale con un inturgidimento del tessuto corrispondente
allarea riflessa dorsale sulla quale il viscere si proietta.
Le scoperte di Head, Mackenzie e Dicke portarono altri studiosi a pensare che se linterno pu
influenzare lesterno, allora anche attraverso lesterno possiamo influenzare linterno!




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Infatti, Dittmar e Ruhmann dimostrarono, facendo delle sperimentazioni su gatti, che stimoli
irritativi o termici apportati sulla zona dorsale relativa a D5-D9 modificavano lattivit gastrica.
Nacque cos anche su base scientifica, e non pi solo empirica, il concetto di RIFLESSO CUTI-
VISCERALE usato da millenni nella medicina popolare.

A questo punto pu essere spiegato come attraverso una zona cutanea o sottocutanea sia
possibile interagire con strutture pi profonde. E non solo, come nel riflesso patellare, per
alcuni secondi ma, grazie ad una legge della SOMMAZIONE di STIMOLI, anche per tempi
pi lunghi dando cos una maggior possibilit di modificazione concreta e duratura dello
squilibrio funzionale.
Tutto ci che fino a questo momento abbiamo descritto ci aiuta a comprendere, in modo scientifico,
come attraverso una zona del corpo (nel nostro preciso caso sar il piede) si possa per via riflessa
stimolare una zona pi lontana o pi profonda in modo preciso e anche duraturo.
Vediamo ora laspetto energetico della Reflessologia plantare, cio quella empirica popolare:

Reflessologia Energetica

Si possono proporre molti esempi al riguardo; potremmo parlare del concetto energetico indiano,
egizio, ecc, ma per maggior conoscenza utilizzeremo quello cinese.
Secondo il pensiero taoista, luomo il punto di divisione/congiunzione fra la terra e il cielo. Esso
visto come fosse un ago di agopuntura che, inserito nel corpo di un soggetto (Terra), attira, come
fosse unantenna, lenergia guaritrice (Cielo). La testa dellago corrisponde alla testa delluomo.
Dal punto di agopuntura 20 VG (BAIHUI), posto sulla sommit del capo, penetra lenergia del cielo
che scorre lungo il corpo dellago, corrispondente ovviamente al corpo delluomo, e penetra nella
persona (Terra). La punta dellago, attraverso la quale lenergia penetra, corrisponde alla pianta dei
piedi e pi precisamente al punto 1 R (YONGQUAN), punto molto usato in Reflessologia.
Ecco che luomo visto come un punto di confluenza delle energie del cielo (YANG) e della terra
(YIN). Egli assorbe uneguale quantit delluna e dellaltra al fine di mantenere un giusto equilibrio
energetico.
Dalle antiche conoscenze taoiste e buddiste, tramandateci attraverso il QI GONG, sappiamo che i
due punti di agopuntura citati precedentemente hanno unimportanza fondamentale, non solo




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nellassorbimento di energia, ma soprattutto YONGQUAN importante per la dispersione
dellenergia perversa, pi comunemente conosciuta come energia negativa, che accumuliamo
nellarco della giornata. Esistono, infatti nel Qi Gong, molte tecniche di dispersione.
Una delle tecniche pi usate per disperdere queste energie perverse utilizzate con successo da
operatori come difesa e pulizia energetica, il PAI BING QI FA (letteralmente tradotto come
tecnica di dispersione dellenergia perversa), che sfruttando appunto la pianta dei piedi, con una
corretta respirazione, disperde gli accumuli energetici negativi assorbiti dallorganismo. La stessa
camminata a piedi nudi un ottimo scarico di energie negative che GUO LIN (una giovane donna
cinese malata di cancro alla quale i medici diagnosticarono poco tempo da vivere), aggiungendoci
la respirazione corretta a secondo della malattia, ne fece una tecnica dai risultati positivi sulle
malattie degenerative. La tecnica venne semplicemente chiamata GUO LIN QI GONG. Guo Lin
mor anziana per problemi cardiaci.

Viene quindi spontaneo pensare che noi, (generazioni moderne), isolati dal contatto con la terra a
causa dellasfalto, scarpe di gomma, ecc, non riusciamo pi a scaricare lenergia del cielo (o
quella negativa) che penetra in noi creando un disequilibrio energetico. Infatti, sempre pi facile
incontrare nella nostra, societ quelle che vengono definite patologie da pieno nella parte
superiore del corpo (ad esempio mal di testa, ansia, palpitazioni, gastriti, ecc) e quelle che
vengono definite patologie da vuoto nella parte inferiore (debolezza arti inferiori, problemi di
ritorno venoso e/o linfatico, emorroidi, impotenza, ecc).
Possiamo a questo punto paragonare luomo ad una vasca nella quale entra continuamente acqua
(pulita e non) ma, non essendo stato tolto il tappo, questa trabocca attraverso il bordo allesterno
causando spiacevoli inconvenienti.
A questo punto il lavoro riflessologico del piede, non solo stimola il corpo alla ricerca di un
equilibrio organico ma, togliendo il famigerato tappo dalla vasca, richiama lenergia verso il basso
decongestionando gli accumuli, fluidificando la circolazione energetica, e disperdendo gli eventuali
blocchi che potrebbero causare nel tempo possibili malattie.
Possiamo a questo punto comprendere meglio il potenziale della Reflessologia, non dimenticando
che gran parte del merito deve essere dato al costante allenamento manuale che consentir di
sviluppare nel tempo la giusta sensibilit, portando il nostro lavoro ed impegno al di l di una
fredda e sterile tecnica.




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Reflessologia Plantare applicata alla Naturopatia

Cerchiamo ora di comprendere meglio limportanza della Reflessologia plantare e perch la sua
applicazione pu aiutare il Naturopata nel suo lavoro.
Innanzitutto, la Reflessologia ha vari campi dazione ed uno di questi la stimolazione degli
organi emuntori!
Il pi delle volte, nella pratica naturopatica, si tende a consigliare alla persona esaminata una
depurazione organica ed un riequilibrio nutrizionale al fine di ripulire il corpo dalle scorie
tossiniche accumulate.
Purtroppo per una disabitudine degli organi a lavorare a piena funzionalit, si hanno fenomeni di
momentaneo peggioramento della sintomatologia o, addirittura, nuove manifestazioni che, in un
primo momento, sembrano non avere alcun rapporto con il problema di base.
In gergo questo viene definito peggioramento iniziale e, come detto precedentemente, sappiamo
essere s momentaneo ma fastidioso.
Ecco che attraverso un ciclo di lavoro reflessologico, che andr iniziato almeno una quindicina
di giorni prima della depurazione con la frequenza di 2-3 volte a settimana, possiamo
sensibilmente diminuire il peggioramento se non addirittura eliminarlo, aumentando lefficacia e
velocizzando i tempi della depurazione.
Sappiamo, inoltre, delle grandi difficolt che un soggetto spesso incontra nel seguire una
restrizione alimentare soprattutto nel primo mese; ancora una volta sar opportuno supportarlo con
una seduta settimanale che andr a lavorare, non solo gli organi emuntori in questo caso, ma
principalmente il sistema neurovegetativo!

Con la Reflessologia possiamo anche mantenere un contatto pi ravvicinato con la persona non
facendogli sentire la fredda divisione che viene data da una scrivania ed un foglio di carta,
lavorando cos in sinergia insieme a lei.

Se torniamo ai concetti fondamentali della Naturopatia ci accorgiamo che, attraverso il lavoro
reflessologico, integriamo il difficile lavoro del Naturopata.




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In sintesi, il concetto (Fig.1) elaborato su un triangolo rettangolo dove i tre lati sono rappresentati
dal:
Vitalismo, cio lenergia vitale che consente alla persona di vivere, riequilibrarsi ed
assimilabile alla forza di autoguarigione.
Causalismo, lo dice la parola stessa, ricercare la causa scatenante il disequilibrio.
Teoria Umorale, il concetto per cui sono gli umori (cio i liquidi organici come il sangue, la
linfa e tutti i liquidi extra e intra-cellulari) i veicoli attraverso cui si diffonde lenergia ed la
loro stasi una causa della possibile intossinazione.


Causalismo Umori


Vitalismo
FIG.1- Schema del Concetto Naturopatico.

Vediamo ora come la Reflessologia pu essere daiuto riguardo questi 3 punti:
Vitalismo: attraverso il concetto riflessologico dei 5 Elementi della Medicina Tradizionale
Cinese, si attiva lenergia dellindividuo, la si sblocca e si la rinforza. Non raro sentire le
persone, dopo alcune sedute, riferire di un aumento di forza, una diminuzione della sonnolenza,
ecc..
Causalismo: la ricerca sul piede dei punti attivi porta il Reflessologo ad una comprensione non
verbale (quindi non boicottata dal soggetto) del problema di fondo, e seduta dopo seduta,
riuscir ad arrivare al cuore del problema sia esso di natura metabolica, strutturale, energetica,
emozionale o altro ancora.
Teoria Umorale: quando noi lavoriamo larco plantare con un massaggio (sia esso
riflessologico o non) stimoliamo, attraverso una spremitura, larea denominata spugna di
Lejart. Larea normalmente viene stimolata ad ogni passo ma, per un problema di calzature e
poca deambulazione, non viene quasi mai lavorata. Questarea, come una spugna, trattiene i
liquidi nella parte inferiore della gamba e solo con la sua spremitura possiamo aiutare i liquidi
a ritornare verso lalto facendo s che vengano filtrati e rinnovati.




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Anche laspetto emozionale molto importante per il naturopata e nuovamente la Reflessologia ci
aiuta. Infatti, ricordando quello che si letto precedentemente circa la Reflessologia energetica,
con il lavoro in zona plantare noi creiamo quella situazione ideale chiamata derivazione
naturopatica. In questo modo, non solo richiamiamo sangue e energia nuova verso i piedi, ma
trasportiamo verso il basso anche parte dello stress che ristagna nella mente, dando cos al
soggetto lopportunit di sviluppare idee e pensieri nuovi e pi calmi. Il lavoro sul Sistema Nervoso
effettivamente, insieme al lavoro emuntoriale, molto efficace e pu offrire risultati soddisfacenti
in poco tempo.
Vediamo nella Tabella 1 riportati i principali tipi di problemi (espressi in modo generico), le varie
possibilit di intervento reflessologico, il numero ideale di sedute settimanali.
Non dimentichiamo che il numero complessivo di sedute non pu essere preventivato poich, a
seconda che il problema sia acuto, cronico, ecc.., noi dovremo modularne il numero.
Indicativamente, i primi risultati si possono vedere dopo circa 2-3 sedute e un ciclo completo
sar di circa 10-12. Se il problema pi radicato, comunque buona regola lasciare un
intervallo di riposo, fra un ciclo ed un altro, di almeno 15 giorni perch non avvenga una
sommazione di stimoli troppo alta che porterebbe ad una inibizione del riflesso (Abbattimento dello
Stimolo) di cui parleremo pi avanti.
Problema Possibilit di intervento Sedute
Emozionale/Stress 2-3
Emuntoriale/Disintossicazione 2-3
Blocco Energetico/Vitalismo 1-2
Problemi Cronici 1-2
Osteoarticolare 2-3
Sistema Endocrino 1-2
Sistema Linfatico 3-4
Sistema Circolatorio 1-2
Disturbi dellalimentazione 2-3
Problemi Endogeni di varia natura 2-3
Problemi Esogeni di varia natura 2-4

Tabella n 1: = OPTIMUM: in questo caso la tecnica esprime la massima efficacia.




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Come si lavora sul piede

Le tecniche di lavoro sul piede sono principalmente 2 e vanno eseguite principalmente con il
pollice:
Puntiforme: quando la superficie di piccole dimensioni (FIG.2).
a Lombrico: quando possibile lavorare su zone pi estese (FIG.3a-3b).

La tecnica Puntiforme identica come posizione, ed in parte come esecuzione, alla digitopressione
esercitata in altri metodi di lavoro. Il pollice viene appoggiato sulla superficie il modo
perpendicolare e la pressione va mantenuta per un minimo di 30 secondi sino ad un massimo di
1 minuto circa.

A Lombrico il metodo pi usato in Reflessologia e ha bisogno di un certo tempo per divenire
familiare allallievo. Si deve appoggiare tutta larea del polpastrello del pollice sulla superficie da
trattare. In seguito, si flette larticolazione della prima falange di circa 60/70 gradi mantenendo
lappoggio solo su unarea pi ridotta della punta del pollice. A questo punto si appoggia
nuovamente il polpastrello del pollice completamente, ottenendo cos un avanzamento sulla
superficie del piede di alcuni centimetri; ripeteremo il movimento per tutta la lunghezza della zona.
Si ottiene cos quellarmonico e conosciuto movimento detto a lombrico. In questo caso il
numero di passaggi che applicheremo sulla zona sar di circa 10 volte massimo.







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Tempi di lavoro sul piede

Anche per quanto riguarda i tempi di lavoro possiamo darne una idea approssimativa.
Indicativamente fra i 25 minuti (min.) e i 45 minuti (max).
In un soggetto con problemi acuti o con uniperreattivit, dovuta a fattore emozionale o
costituzionale, sar opportuno svolgere un lavoro pi breve con pi sedute settimanali. Al contrario,
con un soggetto anergico o con problemi cronici, il lavoro sar pi lungo e le sedute distanziate nel
tempo. E importante tener presente tutto ci, nel momento in cui dovremo occuparci di una Diatesi
attraverso il piede, visto che sar uno dei lavori principali nellambito dellapplicazione
naturopatica (TAB.2).

FIG.3a FIG.3b
Polpastrello del pollice Piegamento a 60/70 gradi sulla
appoggiato completamente. superficie di lavoro.






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Pressione e velocit di esecuzione
Anche pressione e velocit andranno regolate a seconda del soggetto. Va da s che un soggetto
ansioso avr bisogno di una pressione leggera e di un massaggio lento, calmo.
Se la persona apatica, anergica, la pressione sar pi forte e il massaggio pi veloce e stimolante.
Nel caso, comunque, di difficolt di riconoscimento del tipo di soggetto, varr la vecchia e buona
regola di una pressione che sta fra il piacevole e doloroso con una velocit di esecuzione media.


Lavoro diatesico
Il concetto di lavoro sulle Diatesi alquanto complesso e verr compreso meglio durante lo
svolgimento del corso. La Tabella n 2 dar indicazioni su come intervenire in questi precisi casi.
Ricordiamo comunque che la Diatesi 1 ha tendenza ad apprezzare le pressioni forti, e che la
sindrome da Disadattamento, o Diatesi 5, verr lavorata, a secondo del problema, con unattenzione
particolare, che non possibile riportare in una tabella.

Diatesi Pressione Velocit Tempo di lavoro N sedute
settimanali
1 25 / 30 2 / 4
2 30 / 35 2 / 3
3 - 25 / 30 2 / 4
4 35 / 45 1 / 2

Tabella n. 2 : = pressione lieve ; = pressione forte .
= massaggio lento ; = massaggio veloce










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Tonificazione e Dispersione

La regola molto semplice e differisce rispetto alle classiche manovre di digitopressione o
micromassaggio. E sempre consigliato stimolare la Diatesi. In alcuni casi, la regola sar invece
la seguente:

VERSO la LINEA MEDIANA e VERSO il CORPO = TONIFICAZIONE

VERSO LESTERNO = DISPERSIONE

VELOCE = TONIFICAZIONE

LENTO = DISPERSIONE.

Questo vuol dire che: se su una zona puntiforme applico delle rotazioni verso la linea mediana o
verso il corpo, velocemente si ottiene una TONIFICAZIONE. Al contrario, se ruoto verso
lesterno del corpo o della linea mediana, lentamente ottengo una DISPERSIONE.
Ed ancora: se massaggio a lombrico verso la linea mediana, o verso il corpo, velocemente, ci sar
TONIFICAZIONE. Il massaggio a lombrico verso lesterno del corpo o della linea mediana,
applicato lentamente, produrr una DISPERSIONE.
Abbiamo ancora una possibilit che ci viene offerta dal massaggio della zona in entrambe le
direzioni o rotazioni. Questa metodica avr un effetto di RIEQUILIBRIO.













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Schema di tonificazione e dispersione
Linea mediana del corpo




TONIFICAZIONE
DISPERSIONE











Automassaggio
Lautomassaggio, nei casi in cui ci siano difficolt a reperire un esperto riflessologo, pu essere una
soluzione. Dobbiamo comunque ricordare che per la scomodit di posizione e per la flessione della
colonna vertebrale, possiamo produrre dolenzie; mentre la flessione della gamba e della coscia
comprometteranno lo scorrere fluido del sangue e dellimpulso nervoso diminuendo lefficacia del
trattamento.

Trattamento dei bambini e degli anziani
Sappiamo che il completo sviluppo neurologico in un bambino si ha dopo i 6 anni di et. Inoltre,
sappiamo che un soggetto anziano ha una diminuzione fisiologica dellimpulso neurologico.





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In entrambi i casi non possiamo avere una certezza neurologico-zonale che il trattamento abbia
effetto, mentre non si deve dimenticare che la Reflessologia ha una base anche energetica che
consentir alloperatore di effettuare ugualmente un ottimo lavoro di riequilibrio.
Bisogner ricordare che in entrambi i casi si tratta di personalit fragili e sensibili che possono
essere disturbate da una prolungata ed eccessiva stimolazione. Le sedute saranno quindi brevi e, se
necessario, pi frequenti nellarco della settimana.

Lambiente e la posizione di lavoro
Il massaggio pu essere eseguito ovunque e in diverse posizioni, ad esempio seduti o addirittura in
piedi. Tuttavia, esiste lambiente e latmosfera ideale per raggiungere il massimo beneficio ed
efficacia.
Un lettino da massaggio reclinabile o, in mancanza di questo, un letto con un paio di cuscini, una
poltrona, in modo che la persona sia distesa e rilassata. Un cuscino sotto le gambe consentir un
maggior riflusso sanguigno. I piedi usciranno fuori dal lettino fino a 5/10 cm oltre il malleolo. La
temperatura nellambiente dovr essere piacevole e cos per le luci, non troppo forti. Loperatore
siede ai piedi del soggetto e far in modo che le sue dita siano circa allaltezza del petto
delloperatore stesso, in modo da poter notare tutte le sfumature di colore, gli spessori, calli, ecc.

Controindicazioni Assolute e Relative
Suddividiamo le controindicazioni in ASSOLUTE e RELATIVE. Le prime sono per quelle
patologie o particolari condizioni dellorganismo che impongono la assoluta astensione da
qualunque intervento reflessologico! Per le seconde, intendiamo invece tutte quelle situazioni
di potenziale rischio che devono essere valutate di volta in volta secondo le condizioni del
soggetto e l'esperienza del Reflessologo.
Resta inteso che in alcuni casi in cui vi sia unastensione dal trattamento reflessologico, si possa
comunque intervenire con unaltra tecnica naturopatica.

Controindicazioni assolute:
MALATTIE INFETTIVE CON PRESENZA DI FEBBRE
INFIAMMAZIONI (STATO ACUTO)
CANCRENA




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MICOSI ESTESE DEL PIEDE
PRIMO GIORNO DI CICLO IN SOGGETTI CON TENDENZE EMORRAGICHE
SOGGETTI A RISCHIO DI TROMBI O EMBOLI
MALATTIE DEGENERATIVE ORGANICHE O NERVOSE
GRAVIDANZA.

Controindicazioni relative:
DIABETE
MALATTIE DEGENERATIVE ALLO STADIO TERMINALE
DURANTE I PRIMI GIORNI DI CICLO
DEPRESSIONI O MALATTIE MENTALI
LARGO USO DI FARMACI, ALCOOL, FUMO E DROGHE LEGGERE
SCHEGGE, PROIETTILI O ALTRI CORPI INCORPORATI NEI TESSUTI.

Si deve obbligatoriamente sottolineare limportanza di una corretta e profonda analisi personale e
familiare per evidenziare tutti i possibili fattori di rischio. In casi dubbi, rivolgersi a specialisti del
settore, e comunque iniziare il lavoro con pressioni leggere senza tentativi inventati.
Dobbiamo sempre ed in ogni momento ricordare che il nostro dovere principalmente quello di
NON NUOCERE in alcun modo a colui che si affida al nostro aiuto!

Anatomia del piede
Ogni piede formato da 26 ossa, oltre 100 legamenti e 33 muscoli. Sono una struttura essenziale
per il movimento. Attraverso la loro conformazione sostengono, spingono e ammortizzano il corpo.
Durante la deambulazione assicurando in ogni spostamento il corretto equilibrio. Dividiamo in 3
gruppi le sue ossa:
1) ossa tarsali; che consistono nel calcagno, nellastragalo, nel cuboide, nel navicolare e del primo,
secondo e terzo osso cuneiforme. Il pi grande e resistente osso tarsale il calcagno, la cui funzione
quella di trasmettere il peso del corpo al terreno e di essere linserzione dei muscoli del polpaccio.







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2) ossa metatarsali: sono 5 ossa che rassomigliano a quelle
metacarpali della mano. Ciascun osso metatarsale si
articola, mediante la sua epifisi prossimale, con le ossa del
tarso, mentre lepifisi distale si articola con la prima fila
delle ossa delle dita (falangi). Larticolazione che viene a
formarsi fra tarso e metatarso costituisce i due tipi di arcate,
una longitudinale e laltra trasversale. Se queste arcate si
attenuano fino ad annullarsi, si instaura quella condizione
nota col termine di piede piatto, allorigine del quale vi
sarebbero fattori operanti nel periodo prenatale, anomalie
ormonali e dietetiche ed il portare scarpe in forma e
dimensione non adeguata. Anche il piede cavo una
condizione che pu essere originata da alcuni dei fattori
descritti per il piede piatto, ma la causa pi probabile da
ricercare nellalterazione del sistema nervoso e
nellereditariet emotiva.
3) ossa delle dita dei piedi: sia per numero che per
disposizione ricordano le ossa delle dita della mano.
Sono due per ciascun alluce e tre per ciascuna delle
dita restanti. Si distinguono, partendo dalle prossimali
andando verso le distali, con il nome di falangi, falangine
e falangette.

Linee di riferimento sulla pianta del piede

Ci sono due tipi di linee di riferimento che, a livello riflesso, disegnano sul corpo una specie di
griglia. Grazie a questa griglia possiamo meglio comprendere e ricercare le zone di massaggio
riflesso sul piede.






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1. linee verticali (FIG 4)
Sono dieci linee (cinque a destra e cinque a sinistra) scoperte dal Dott. Fitzgerald che servono a
suddividere il corpo in due met, una sul piede destro e laltra sul sinistro.

La linea n 1 inizia dallalluce, percorre la parte pi interna della gamba e della coscia,
risale lungo la linea mediana del corpo fino alla sommit del capo. Da qui ridiscende lungo
la parte pi interna dellarto superiore (dello stesso lato) per terminare sul pollice. Su
questa linea, a livello plantare, troveremo la proiezione della parte mediale del corpo;
ad esempio, troveremo la colonna vertebrale sezionata verticalmente (mezza apofisi
spinosa e unapofisi trasversa proiettata a destra, ed il resto sulla sinistra), ci sar larea del
naso, della bocca, dello sterno, dellano, dellutero o della prostata, ecc, il tutto sempre
diviso a met fra un piede e laltro.

La linea n 5 collocata allopposto della linea n 1. Infatti, dal 5 dito del piede risale
lungo il lato esterno di gamba e coscia, continua esternamente su tronco e capo (sempre
dallo stesso lato). Ridiscende costeggiando la zona esterna dellarto superiore e termina sul
mignolo della mano. Anche a livello riflesso questa linea avr corrispondenza con aree
situate sulla parte opposta alla linea n 1, cio riflette la zona esterna del corpo. Alcuni
esempi di aree corporee situate esternamente sono: larto superiore ed inferiore, lorecchio,
lovaio o il testicolo.

Le linee n 2 , 3 , 4 , sono collocate in progressione dallinterno allesterno: infatti iniziano
rispettivamente dal 2 , 3 e 4 dito del piede. Da qui risalgono parallelamente alle altre due
linee sezionando ulteriormente larto inferiore, il tronco, la testa e larto superiore. Pertanto
facile comprendere come queste tre linee, a livello plantare, riflettano le zone del
corpo situate internamente fra la linea mediana e la linea esterna.


2. Linee orizzontali (FIG 5)
Per facilitare la ricerca dei punti vennero in seguito tracciate tre linee immaginarie orizzontali per
creare una ulteriore suddivisione sul piede.




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Linea n 1 : Cingolo Scapolare.
E la linea di divisione fra la zona cefalica e quella toracica. Sul piede la troviamo ad una
distanza pari allo spessore del dito indice appoggiato trasversalmente sotto la base delle dita.
Linea n 2 : Linea Sovraombelicale (o del Margine Costale Inferiore).
Divide la zona toracica da quella addominale. Dalla protusione del 5 metatarso (epifisi
prossimale del 5 metatarso) tracciamo una immaginaria linea orizzontale che circonder tutto il
piede.
Linea n 3 : Linea del Cingolo Pelvico.
Divisione fra la zona addominale e quella pelvica. la linea che divide la parte morbida
dellarcata plantare da quella dura calcaneare. Lateralmente prosegue passando sotto i malleoli
(in modo molto accollato) per andare ad unirsi, dorsalmente, sul collo del piede.

C ancora un dettaglio molto importante, nella topografia Reflessologica plantare:
Area plantare: area morbida dove sono riflessi tutti gli organi interni (cuore, polmoni, milza,
ecc).
Area dorsale: la zona ossea del nostro piede e corrisponde infatti allapparato muscolo-
scheletrico della nostra struttura corporea.
Area mediale: avvolta dalla linea verticale n 1 e quindi rappresenta, come precedentemente
descritto, gli organi e apparati centrali, come la colonna vertebrale, lutero, la prostata, ecc..
Area laterale (o esterna): rappresenta la linea verticale n 5 e tutto ci che si ritrova allopposto
rispetto la n 1. Gli arti e le gonadi sono fra le zone che troveremo in questa area.

Possiamo fare un esempio per comprendere meglio ci che abbiamo sopra descritto:
nella zona toracica del piede (che delimitata fra il cingolo scapolare e la linea sovraombelicale)
troveremo:
a livello plantare: i polmoni, il cuore, lesofago, i bronchi, ecc..
a livello dorsale: le coste, lo sterno, la muscolatura intercostale, ecc
a livello mediale: la zona toracica della colonna e gran parte del tronco linfatico, ecc
a livello laterale: la spalla, il braccio, ecc..






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Fig. 4 Luomo di Fitzgerald in rapporto al piede




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Fig. 5 Divisione orizzontale del corpo




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Lunione delle linee orizzontali e verticali forma, come detto in precedenza, una griglia sul piede
rendendolo simile ad una mappa topografica. Nella figura 6 qui sotto possiamo iniziare a renderci
conto della distribuzione del corpo riflesso a livello plantare.



FIG. 6




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Reflessologia e Cinque Elementi

Si riscontrano le corrispondenze dei Cinque Elementi dellEnergetica cinese a livello del piede nelle
sue zone riflesse e si pu determinare cos lappartenenza di un soggetto a un elemento energetico
piuttosto che ad un altro. La ricerca dellelemento energetico di appartenenza servir semplicemente
come punto di collegamento con la corrispondente Diatesi alla quale il soggetto in esame
appartiene.
Possiamo quindi dire che, sfruttando lEnergetica Cinese, possiamo venire a conoscenza
della Diatesi di appartenenza del soggetto esaminato.



I Cinque Elementi

I Cinque Elementi sono rappresentati simbolicamente come: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua.
Il loro equilibrio sequenziale prende il nome di Legge di Generazione o legge di Madre-Figlia,
cio: il Legno genera il Fuoco, il Fuoco genera la Terra, la Terra genera il Metallo, il Metallo
genera lAcqua ed infine lAcqua genera il Legno, e cos via (FIG.7).
Esistono altre leggi come quella di Dominazione, di Usurpazione, ecc, ma come gi detto, questa
non vuol essere altro che una brevissima sintesi della Teoria dei Cinque Elementi. Infatti,
attraverso la Riflessologia plantare andremo a determinare, senza bisogno di seguire un ordine
preciso, lelemento (o Loggia) in squilibrio e lo trasporteremo a livello di Diatesi per poterlo
trattare.











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Fuoco






Legno

l








Acqua Metallo




FIG.7:
Rappresentazione della legge di Generazione dei Cinque Elementi. Si parte dal Legno che
rappresenta la nascita, la primavera, ecc., e si prosegue, in senso orario, con le successive logge.




Terra




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Per il nostro lavoro reflessologico/energetico ci baster sostituire gli elementi qui disegnati per
comprendere meglio il nostro lavoro (FIG 8).






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Quindi ogni qual volta troveremo a livello plantare una Loggia energetica con squilibri, la dovremo
relazionare ad una Diatesi ed infine trattarla.

Schema di relazione fra Loggia energetica e Diatesi:

Loggia Diatesi Oligoelemento
Legno 1 allergica/iper-reattiva Mn
Fuoco 3 distonica Mn-Co
Terra 5 disadattamento Zn-Ni-Co / Zn-Cu
Metallo 2 infettiva/ipo-reattiva Mn-Cu
Acqua 4 anergica/astenica Cu-Au-Ag

Come gi precedentemente stato accennato, ogni Loggia rappresentazione di specifici periodi
stagionali, si relaziona con un certo tipo di clima, con un colore, odore, ecc Questa
rappresentazione altres valida nel microcosmo uomo, ed avremo cos per ogni Loggia,
allinterno del corpo umano, una relazione con un organo ed un viscere (aspetto yin ed aspetto
yang), con un organo di senso e la sua specifica funzionalit, con un ben preciso tipo di tessuto, con
unemozione, e cos via.
Lo schema sucessivo cercher di farci comprendere al meglio ci che abbiamo appena descritto in
modo generico.
Il seguente schema semplificato per luso specifico che serve al Reflessologo/Naturopata. Per
maggiori dettagli si consiglia di consultare testi di Energetica Tradizionale Cinese con riferimento
ai Cinque Elementi.












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Schema dei 5 elementi :

Riportiamo ora di seguito lo schema dei punti zonali corrispondenti ad ogni Loggia.
Non utilizzeremo per il nostro lavoro la sequenza energetica con partenza dal Legno, bens una
sequenza propedeutica studiata allo scopo di rendere pi facile, e pi veloce, la conoscenza dei
punti, portando progressivamente lallievo ad acquisire una sempre maggior familiarit con il
massaggio riflesso- plantare.

Sistema di
riferimento
Loggia Legno Loggia Fuoco Loggia Terra Loggia Metallo Loggia Acqua
Stagione Primavera Estate Mezza Stg. Autunno Inverno
Clima Vento Caldo Umido Secco Freddo
Alimento Grano/Pollo Riso/Pecora Mais/Bue Avena/Cavallo Soia/Maiale
Sapore Acido Amaro Dolce Piccante Salato
Odore Rancido Bruciato Dolciastro Acre Putrido
Colore Verde Rosso Giallo Bianco Nero


Organo Fegato Cuore Milza/Pancr. Polmone Rene
Viscere Vesc. Biliare Int. Tenue Stomaco Int. Crasso Vescica
Tessuto Muscoli
Tendini
Sangue
Arterie
Tessuto Conn.
Carne
Pelle
Peli
Ossa
Organo Senso Occhi Lingua Bocca Naso Orecchie
Funzione Senso Vista Parola Gusto Odorato Udito
Sentimento Collera Gioia Riflessione Tristezza Paura
Voce Gridante Ridente Cantante Piangente Sospirosa


Animale Tigre Scimmia Orso Gru Cervo
Punto Cardinale Est Sud Centro Ovest Nord
Suono Xu He Hu Si Fu




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Rivediamo ancora una volta come si sviluppano le linee di riferimento (o di repere) orizzontali sul
piede e come esse dividono la struttura delluomo:






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Aree zonali relazionate alle Logge Energetiche
Per comodit didattica, come gi in precedenza accennato, le Logge Energetiche verranno viste in
una sequenza non originale.






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La zona Ghiandolare ed il Sistema Nervoso non appartengono ad alcuna Loggia Energetica
specifica.
Infatti, queste zone risentono dellinfluenza delle Logge con le quali hanno un intimo legame ed un
interscambio.

Questo concetto di fondamentale importanza per lallievo, che dovr sempre collegare un
qualsiasi squilibrio energetico-funzionale di tali zone con uno pi specifico squilibrio di
Loggia.
Nel disegno qui sotto possiamo vedere uno schema di continua interazione fra le Cinque Logge e
il Sistema Ghiandolare e Nervoso al centro.

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