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In particolare, per rendere più facile la lettura comparativa dei due testi riguardo alle parti in comune alla lettera si è provveduto a fornire copia degli stessi in cui :
• Le parti che si sono evidenziate in giallo risultano testualmente identiche nei due Piani, laddove gli “autori” siciliani si sono limitati alla semplice sostituzione di parole del tipo “Veneto” , “ARPAV” , ecc., con “Sicilia”, “ARPA”, ecc.;
• Le parti che si sono evidenziate in rosso, oltre ad essere in comune, segnalano anche macroscopiche incongruenze determinatesi con la trasposizione testuale dal Piano Veneto a quello Siciliano. Per brevità, qui di seguito si citano solo alcune tra le più eclatanti, mentre per le altre si rimanda alla lettura del testo:
a) parecchie Direttive Comunitarie e normative nazionali, all’epoca della redazione del Piano Veneto (anno 2000) riportate in via di emanazione o vigenti, sono riferite come tali pure al 2007, nonostante esse siano state nel frattempo emanate, recepite e persino abrogate da altre successivamente intervenute;
b) documenti (p.e. il bollettino COP, il DOCUP, ecc.) che si riferiscono a strutture, attività ed atti di programmazione della Regione Veneto sono inseriti come se in realtà fossero e facessero parte del contesto siciliano;
c) caratteristiche e condizioni ambientali proprie del Veneto, (p.e. “il bacino aerologico padano”, ”limitazione degli orari di riscaldamento degli impianti termici civili”, “l’intero territorio pianeggiante”, le “comunità montane”, queste ultime, per inciso, abolite in Sicilia da quasi 20 anni, ecc.) figurano nella descrizione di quelle siciliane;
d) tra le misure da adottare per il decongestionamento del traffico urbano da e verso i centri storici è prevista la realizzazione di “percorsi ciclabili protetti…utilizzando gli argini di fiumi e canali” (salvo a creare – ci si permetta la battuta - prima i fiumi ed i canali da immettere nei centri storici dei Comuni siciliani !);
e) l’assetto amministrativo di regione a statuto ordinario del Veneto appare avere sostituito le prerogative dello statuto speciale della Regione Siciliana (p.e. si fa riferimento al Consiglio Regionale al posto dell’Assemblea Regionale, a competenze della Giunta Regionale al posto di quelle dell’Assessore al ramo, ecc.);
• Gli “autori” non si sono astenuti neppure dal copiare la “Bibliografia” (presa pressoché per intero dall’Annuario Arpa del 2005) ed il “Glossario”, tanto che in quest’ultimo vengono riportati acronimi e sigle di organismi, strutture e documenti inesistenti in Sicilia (CIS-Comitato di Indirizzo e Sorveglianza, DOCUP- Documento Unico di Programmazione 2000-2006 della Regione Veneto, SFMR-Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale, TTZ-Tavoli Tecnici Zonali) e, di contro, non vengono inclusi acronimi e sigle citati nel testo siciliano (TOFP-Tropospheric Ozone Forming Potentials, PGTL-Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, ecc.);
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/06/la-sicilia-terra-di-nessuno-ciampolillo.html
In particolare, per rendere più facile la lettura comparativa dei due testi riguardo alle parti in comune alla lettera si è provveduto a fornire copia degli stessi in cui :
• Le parti che si sono evidenziate in giallo risultano testualmente identiche nei due Piani, laddove gli “autori” siciliani si sono limitati alla semplice sostituzione di parole del tipo “Veneto” , “ARPAV” , ecc., con “Sicilia”, “ARPA”, ecc.;
• Le parti che si sono evidenziate in rosso, oltre ad essere in comune, segnalano anche macroscopiche incongruenze determinatesi con la trasposizione testuale dal Piano Veneto a quello Siciliano. Per brevità, qui di seguito si citano solo alcune tra le più eclatanti, mentre per le altre si rimanda alla lettura del testo:
a) parecchie Direttive Comunitarie e normative nazionali, all’epoca della redazione del Piano Veneto (anno 2000) riportate in via di emanazione o vigenti, sono riferite come tali pure al 2007, nonostante esse siano state nel frattempo emanate, recepite e persino abrogate da altre successivamente intervenute;
b) documenti (p.e. il bollettino COP, il DOCUP, ecc.) che si riferiscono a strutture, attività ed atti di programmazione della Regione Veneto sono inseriti come se in realtà fossero e facessero parte del contesto siciliano;
c) caratteristiche e condizioni ambientali proprie del Veneto, (p.e. “il bacino aerologico padano”, ”limitazione degli orari di riscaldamento degli impianti termici civili”, “l’intero territorio pianeggiante”, le “comunità montane”, queste ultime, per inciso, abolite in Sicilia da quasi 20 anni, ecc.) figurano nella descrizione di quelle siciliane;
d) tra le misure da adottare per il decongestionamento del traffico urbano da e verso i centri storici è prevista la realizzazione di “percorsi ciclabili protetti…utilizzando gli argini di fiumi e canali” (salvo a creare – ci si permetta la battuta - prima i fiumi ed i canali da immettere nei centri storici dei Comuni siciliani !);
e) l’assetto amministrativo di regione a statuto ordinario del Veneto appare avere sostituito le prerogative dello statuto speciale della Regione Siciliana (p.e. si fa riferimento al Consiglio Regionale al posto dell’Assemblea Regionale, a competenze della Giunta Regionale al posto di quelle dell’Assessore al ramo, ecc.);
• Gli “autori” non si sono astenuti neppure dal copiare la “Bibliografia” (presa pressoché per intero dall’Annuario Arpa del 2005) ed il “Glossario”, tanto che in quest’ultimo vengono riportati acronimi e sigle di organismi, strutture e documenti inesistenti in Sicilia (CIS-Comitato di Indirizzo e Sorveglianza, DOCUP- Documento Unico di Programmazione 2000-2006 della Regione Veneto, SFMR-Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale, TTZ-Tavoli Tecnici Zonali) e, di contro, non vengono inclusi acronimi e sigle citati nel testo siciliano (TOFP-Tropospheric Ozone Forming Potentials, PGTL-Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, ecc.);
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In particolare, per rendere più facile la lettura comparativa dei due testi riguardo alle parti in comune alla lettera si è provveduto a fornire copia degli stessi in cui :
• Le parti che si sono evidenziate in giallo risultano testualmente identiche nei due Piani, laddove gli “autori” siciliani si sono limitati alla semplice sostituzione di parole del tipo “Veneto” , “ARPAV” , ecc., con “Sicilia”, “ARPA”, ecc.;
• Le parti che si sono evidenziate in rosso, oltre ad essere in comune, segnalano anche macroscopiche incongruenze determinatesi con la trasposizione testuale dal Piano Veneto a quello Siciliano. Per brevità, qui di seguito si citano solo alcune tra le più eclatanti, mentre per le altre si rimanda alla lettura del testo:
a) parecchie Direttive Comunitarie e normative nazionali, all’epoca della redazione del Piano Veneto (anno 2000) riportate in via di emanazione o vigenti, sono riferite come tali pure al 2007, nonostante esse siano state nel frattempo emanate, recepite e persino abrogate da altre successivamente intervenute;
b) documenti (p.e. il bollettino COP, il DOCUP, ecc.) che si riferiscono a strutture, attività ed atti di programmazione della Regione Veneto sono inseriti come se in realtà fossero e facessero parte del contesto siciliano;
c) caratteristiche e condizioni ambientali proprie del Veneto, (p.e. “il bacino aerologico padano”, ”limitazione degli orari di riscaldamento degli impianti termici civili”, “l’intero territorio pianeggiante”, le “comunità montane”, queste ultime, per inciso, abolite in Sicilia da quasi 20 anni, ecc.) figurano nella descrizione di quelle siciliane;
d) tra le misure da adottare per il decongestionamento del traffico urbano da e verso i centri storici è prevista la realizzazione di “percorsi ciclabili protetti…utilizzando gli argini di fiumi e canali” (salvo a creare – ci si permetta la battuta - prima i fiumi ed i canali da immettere nei centri storici dei Comuni siciliani !);
e) l’assetto amministrativo di regione a statuto ordinario del Veneto appare avere sostituito le prerogative dello statuto speciale della Regione Siciliana (p.e. si fa riferimento al Consiglio Regionale al posto dell’Assemblea Regionale, a competenze della Giunta Regionale al posto di quelle dell’Assessore al ramo, ecc.);
• Gli “autori” non si sono astenuti neppure dal copiare la “Bibliografia” (presa pressoché per intero dall’Annuario Arpa del 2005) ed il “Glossario”, tanto che in quest’ultimo vengono riportati acronimi e sigle di organismi, strutture e documenti inesistenti in Sicilia (CIS-Comitato di Indirizzo e Sorveglianza, DOCUP- Documento Unico di Programmazione 2000-2006 della Regione Veneto, SFMR-Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale, TTZ-Tavoli Tecnici Zonali) e, di contro, non vengono inclusi acronimi e sigle citati nel testo siciliano (TOFP-Tropospheric Ozone Forming Potentials, PGTL-Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, ecc.);
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Il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria
ambiente della Regione Siciliana: aspetti generali, di merito e quantitativi circa la copiatura dal Piano di Risanamento della Qualit dellAria della Regione Veneto (anno 2000) e da altre fonti documentali
Alcuni aspetti generali e di merito
Il Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione Siciliana, approvato con il D.A. n. 176/GAB del 9 agosto 2007 e che costituisce piano di settore del Piano regionale di tutela e risanamento ambientale, risulta frutto per la maggior parte di un collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni gi edite da altri Enti ed Amministrazioni. Non sarebbe neppure il caso di ricordare che nella redazione di un qualsiasi documento pubblico, quando si riportano testualmente frasi o brani di altro autore, regola generale, non solo per ovvi motivi di correttezza deontologica e professionale, luso di forme di evidenziazione, quali la virgolettatura, il carattere corsivo, ecc., accompagnate dalla citazione in maniera puntuale e precisa della fonte originale da cui si attinto. Nel caso in oggetto gli autori hanno presentato il Piano nella forma di un documento originale, corredato s della consueta sezione di riferimenti bibliografici, ma come se il contenuto fosse il frutto ex novo del proprio personale contributo elaborativo, quando invece si in presenza di un mero assemblaggio, operato con un copia e incolla, di porzioni di documenti di varia estrazione e provenienza, alcuni dei quali persino di scarsa attinenza e molti altri anche temporalmente superati. Gli autori hanno utilizzato come riferimento principale il Piano Regionale di Tutela e Risanamento della Regione Veneto, datato anno 2000 e cio vecchio di 7 anni, con ovvie e disastrose conseguenze derivanti principalmente dal divario temporale tra i due documenti, dalle differenti caratteristiche ambientali e dal diverso assetto amministrativo delle due Regioni, nonch dalla non conoscenza, giusto il caso, che il Piano del Veneto era stato gi bocciato dalla Comunit Europea (vedasi, ALLEGATO 1, linterrogazione presentata il 2 maggio 2006 al Consiglio Regionale del Veneto dal consigliere regionale verde Gianfranco Bettin). Del tutto inconsistente appare la pretesa giustificazione della parte accusante secondo cui la comunanza di porzioni di testo a dire il vero di notevole entit, come si dimostrer appresso tra il documento siciliano e quello veneto consistente nellidenticit della sequenza e dei titoli dei capitoli e dei paragrafi stata una scelta obbligata dal dover rispettare lo schema riportato nel DM n. 261 dellottobre 2002, per almeno due evidenti motivi: 1. lo schema del citato DM si rivela solo una traccia esemplificativa per la redazione dei Piani e non certamente un obbligo da rispettare, in quanto, altrimenti, ci sarebbe stato un espresso richiamo; in ogni caso, per fugare ogni possibile dubbio sufficiente rifarsi alla lettura degli indici dei Piani redatti dalle altre Regioni, laddove la traccia ministeriale stata sviluppata in vari casi in modo autonomo ed originale nella strutturazione dei documenti, ma, soprattutto, laddove non si riscontrano anomale comunanze tra Piani (ALLEGATO 2); 2. quel che emerge in tutta e preoccupante evidenza non tanto che i titoli dei capitoli e dei paragrafi del Piano siciliano e del Piano veneto risultano uguali, 2 quanto, piuttosto, che ad essere identici sono in porzioni pi o meno estese i loro contenuti.
In particolare, per rendere pi facile la lettura comparativa dei due testi riguardo alle parti in comune alla lettera si provveduto a fornire copia degli stessi in cui :
Le parti che si sono evidenziate in giallo risultano testualmente identiche nei due Piani, laddove gli autori siciliani si sono limitati alla semplice sostituzione di parole del tipo Veneto , ARPAV , ecc., con Sicilia, ARPA, ecc.; Le parti che si sono evidenziate in rosso, oltre ad essere in comune, segnalano anche macroscopiche incongruenze determinatesi con la trasposizione testuale dal Piano Veneto a quello Siciliano. Per brevit, qui di seguito si citano solo alcune tra le pi eclatanti, mentre per le altre si rimanda alla lettura del testo: a) parecchie Direttive Comunitarie e normative nazionali, allepoca della redazione del Piano Veneto (anno 2000) riportate in via di emanazione o vigenti, sono riferite come tali pure al 2007, nonostante esse siano state nel frattempo emanate, recepite e persino abrogate da altre successivamente intervenute; b) documenti (p.e. il bollettino COP, il DOCUP, ecc.) che si riferiscono a strutture, attivit ed atti di programmazione della Regione Veneto sono inseriti come se in realt fossero e facessero parte del contesto siciliano; c) caratteristiche e condizioni ambientali proprie del Veneto, (p.e. il bacino aerologico padano, limitazione degli orari di riscaldamento degli impianti termici civili, lintero territorio pianeggiante, le comunit montane, queste ultime, per inciso, abolite in Sicilia da quasi 20 anni, ecc.) figurano nella descrizione di quelle siciliane; d) tra le misure da adottare per il decongestionamento del traffico urbano da e verso i centri storici prevista la realizzazione di percorsi ciclabili protettiutilizzando gli argini di fiumi e canali (salvo a creare ci si permetta la battuta - prima i fiumi ed i canali da immettere nei centri storici dei Comuni siciliani !); e) lassetto amministrativo di regione a statuto ordinario del Veneto appare avere sostituito le prerogative dello statuto speciale della Regione Siciliana (p.e. si fa riferimento al Consiglio Regionale al posto dellAssemblea Regionale, a competenze della Giunta Regionale al posto di quelle dellAssessore al ramo, ecc.);
Gli autori non si sono astenuti neppure dal copiare la Bibliografia (presa pressoch per intero dallAnnuario Arpa del 2005) ed il Glossario, tanto che in questultimo vengono riportati acronimi e sigle di organismi, strutture e documenti inesistenti in Sicilia (CI S- Comitato di I ndirizzo e Sorveglianza, DOCUP- Documento Unico di Programmazione 2000- 2006 della Regione Veneto, SFMR- Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale, TTZ-Tavoli Tecnici Zonali) e, di contro, non vengono inclusi acronimi e sigle citati nel testo siciliano (TOFP-Tropospheric Ozone Forming Potentials, PGTL-Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, ecc.); 3 Alla luce di quanto sopra, appare evidente che le parti suddette non siano state neppure riviste dagli autori, anche considerato che risultano presenti gli stessi refusi del documento del Veneto e, soprattutto, perch al cap. 1, 1.6, sotto 1.6.1, pag. 26, dopo lultimo capoverso che recita Per una trattazione di maggiore dettaglio sulla normativa inerente la qualit dellaria e le emissioni in atmosfera si rimanda al Cap. 4 stato dimenticato il link http:/ / serviziregionali.org/ prtra/ files/ 33/ prtra/ PRTRA- 04.htm, che giusto il collegamento (interno) web al cap. 4 del Piano del Veneto. Per accedere dallesterno al capitolo basta anteporre www. allindirizzo sopra riportato <servizigenerali.org/. >; Le parti che sono state riquadrate in vari bordi colorati. risultano prelevate integralmente, con lo stesso sistema del copia ed incolla, da varie pubblicazioni (ALLEGATO n. 3) quali, per citarne alcune, : a) Annuari ARPA, capitolo Atmosfera (2004, 2005, 2006, ecc.), b) Relazione sullo stato dellambiente della citt di Palermo (2006, Agenda 21), c) Carta climatica ed atlante climatologico della Sicilia, ecc., che gli autori riportano tra le fonti bibliografiche o i documenti di riferimento. Come gi detto, tuttavia, non si in presenza di spunti o di citazioni bibliografiche, ma di un vero e proprio copiato di interi brani e capitoli. Altre parti, ancora, risultano prelevate persino da tesi di laurea di Istituti Universitari non siciliani come anche da siti web di facile reperimento, che per non figurano tra le fonti indicate. Alcuni Progetti da attuarsi in regime di convenzione, elaborati gi negli anni passati da Istituti Universitari e proposti allAssessorato Territorio e Ambiente al fine di fornire Attivit di supporto tecnico-scientifico per la redazione del Piano, risultano inseriti, pur rimasti del tutto invariati i soggetti proponenti ed il contenuto della proposta, non gi per le finalit originarie, bens per la revisione e lattuazione del Piano stesso. I soggetti proponenti, che figurano tra gli autori del Piano, si sono limitati a ritoccare il titolo del Progetto, sostituendo la parola redazione con revisione (ALLEGATI n. 4-6). Per qualche altro Progetto non si persino ritenuto di cambiare il titolo. Inoltre, fanno parte dellelenco dei Progetti - non si comprende a quale titolo e finalit - un Progetto della Regione Lombardia, corredato di tanto di stralcio di Decreto di approvazione del 2004 e di citazione di varie Delibere della Giunta lombarda, un Progetto messo sulla carta dal Comune di Palermo nel 2006 ed abortito gi allepoca ed un presunto Progetto Analisi della Climatologia Urbana e Qualit del Clima, presunto nel senso che non dato a comprendere di cosa effettivamente si tratti, dato che si limita ad una sintetica spiegazione delle modalit e dei criteri per classificare i climi della terra. Insomma, brani inseriti integralmente, tout court, e nulla pi. Se c un capitolo che pi di altri lascia esterrefatti per via del livello di copiatura pedissequa ed acritica mostrato dagli autori questo probabilmente il sesto. I l capitolo, trasposto tal quale, parola per parola, da quello del Piano del Veneto, riporta Le azioni del Piano, ossia gli interventi e le misure da adottare per contenere e contrastare i fenomeni di inquinamento sul territorio siciliano ed avviare le opere di risanamento. Il risultato che ne scaturisce un pot- pourri di dati siciliani e soluzioni venete. Tra le innumerevoli perplessit, a chi legge non pu non sorgere una ovvia domanda: dove sono, nel Piano, gli impianti industriali della Regione ? Dove sono i Petrolchimici, le Centrali Termoelettriche, i Cementifici, la Distilleria pi grande 4 dEuropa, ecc. per finire agli impianti di minori dimensione ed impatto sulla qualit dellaria ?
Orbene, allesame dei fatti, il Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente della Regione Siciliana risulta monco degli elementi fondamentali e costitutivi, ad iniziare dallinventario delle emissioni, dalla modellistica e, ovviamente, degli strumenti finanziari e della previsione delle risorse economiche relative.
Il mandato che viene dato dal Giudice al CTU
Nell'incarico che il giudica ha dato al CTU si chiede di evidenziare :
se le analogie [quindi non solo le parti pedissequamente riprese] riscontrate abbiano carattere necessitato (perch i piani si attengono a un medesimo schema) valutandone il grado di attinenza con eventuali connotati propri della Regione Sicilia
Quindi compito del CTU non solo quello di contare il numero delle righe coincidenti, ma anche quello di entrare nel merito. Il CTU ha interpretato questa definizione in modo restrittivo, ossia se riportanti norme cogenti. D'altro lato il CTU interpreta anche il grado di attinenza alla realt siciliana in modo restrittivo, ossia se ha un attinenza anche solo formale con la Sicilia e non se tale attinenza ha poi una ricaduta sulle finalit del piano. Non basta per fare un piano di intervento di qualsiasi genere, prendere uno schema, buono o cattivo che sia, cambiare i dati relativi senza assicurarsi di come cambiano conseguentemente gli interventi prescrittivi. In sostanza se si misurano solo le righe esattamente coincidenti col piano Veneto e non con tutte le altre fonti del copiato (ma questo stato il mandato del magistrato), se tra queste si escludono quelle che anche nel piano veneto si riferiscono a tabelle o norme "necessitate" si ottiene un risultato largamente sottostimato. In realt in questo modo si perde la possibilit di far capire al giudice quello che egli ha invece la necessit di acquisire da un tecnico: non solo qual il grado di sovrapposizione, ma qual il grado di originalit.
Analisi per Capitolo
Capitolo 1 Per esempio a pag 11 righe 9/10, il CTU comincia correttamente a valutare che non solo le righe non hanno carattere necessitato, ma che non sono neanche correttamente contestualizzate. Questo esattamente quello che ha chiesto il magistrato. Invece successivamente a righe 14/15 si dice "essendo nozioni di carattere generale sono attinenti anche alla regione Sicilia". Ci si chiede: le misure e risultati previsti come potrebbero essere attinenti alla regione Sicilia se non conseguenti ad un'analisi specifica siciliana, come detto a proposito del paragrafo precedente? 5 Pag 13, qui il CTU non poteva fare altrimenti in quanto il compito affidatogli dal magistrato riguarda solo il confronto col piano veneto. Tuttavia la mera definizione di "necessitato" non accompagnata dalla valutazione sulla sua utilit e funzionalit all'interno del piano e della funzione del piano resta priva di utilit per chi legge. Il riepilogo quindi nella tabella 1.1 a pagina 15 non fa capire del rimanente non dichiarato "simile" che grado di attinenza e quindi di utilit ha. Ci lo si potrebbe capire solo per contrasto valutando invece il grado di originalit. Il "grado di similitudine" viene valutato quindi solo come una frazione, una percentuale di righe riproposte e righe non riproposte (non si sa se provenienti da altre fonti), mentre la richiesta del magistrato di valutare anche il grado di attinenza con la realt siciliana.
Capitolo 2 In questo capitolo il grado di sovrapposizione con quello della regione Veneto rilevato come molto basso. In effetti la maggior parte una riproposizione di norme generali, che pertanto hanno attinenza con qualunque territorio italiano e non solo, ma che non possono essere di utilit per l'obiettivo che si prefigge il committente del piano. Il fatto che vi sia un riferimento a pag 17 riga 19/20 in cui si rileva che si citano Comunit montane non esistenti o abrogate in Sicilia, destituisce di ogni fondamento tutto il paragrafo perch indicativo del fatto che la riproposizione puramente meccanica e non attualizzata al contesto siciliano. Ci dimostra ancora una volta che il grado di attinenza non pu essere valutato come mera percentuale delle righe coincidenti, ma se ne deve valutare la misura in termini di impatto sull'utilit del piano stesso. Ne consegue che la mera lettura delle tabella di sintesi 2.1 a pag 24 nasconde la vera situazione di questo piano che ripetiamo accosta a prescrizioni di carattere generale e quindi generiche, semplici dati relativi al territorio siciliano, senza operare una sintesi prescrittiva che quello che si richiede a un piano operativo
Capitolo 3 Stesse considerazioni fatte a proposito del Capitolo 2 posso essere fatte per il Capitolo 3
Capitolo 4 Nel Capitolo 4 non vi sono riproposizioni dal piano veneto, ma la semplice lettura della tabella conclusiva sarebbe fuorviante. Infatti di originale non c' dichiaratamente nulla, ma si ha solo una riproposizione della normativa che deve servire ai redattori del piano per redigere il piano e non a dire come andrebbe redatto.
Capitolo 5 Anche nel Capitolo 5 si ha la stessa situazione dei capitoli precedenti. O si riportano norme generali valide per tutti i territori italiani o si ripropongono dati senza commenti e indicazioni
Capitolo 6 Questo il capitolo dove si dovrebbero leggere le prescrizioni valide per la Sicilia, che in alcun modo possono essere le riproposizioni di altri piani, altrimenti il legislatore non 6 avrebbe previsto dei piani regionali, ma un unico piano nazionale. Invece qui si ha ben il massimo di riproposizione rispetto al piano veneto. Gli interventi proposti (come commenta il CTU a pag 30, riga 5/6) ripropongono pedissequamente quelli veneti, fino al paradosso di riprodurre programmi di intervento per aree inesistenti (il celebre bacino aerologico padano). Ci non pu essere classificato solo come un banale refuso, ma anche qui il sintomo che limitato il tentativo di rielaborare proprio nella parte pi delicata, che quella prescrittiva, idee e indicazioni originali. Particolarmente efficace l'analisi del CTU a pag 31 quando si dice (riga 4 e seguenti): "Si precisa che la Regione Sicilia riporta, differentemente dalla Regione Veneto, delle misure per la riduzione delle concentrazioni di ozono e dei suoi precursori con carattere peculiare. Nel medesimo capitolo sono riportati gli interventi a breve, medio e lungo termine, che risultano coincidenti". Si deve quindi sottolineare al magistrato, che poi far le sue valutazioni, che proprio nella parte prescrittiva, che si rileva questo massimo grado di sovrapposizione.
Capitolo 7. Nel capitolo 7, nonostante il basso grado di similitudine riscontrato con PRC veneto, occorrerebbe evidenziare se i progetti presenti nel PRC siciliano sono originali o anche questi ripresi da altre fonti.
Capitolo 8 Questo un capitolo che rappresenta un mero elenco di documenti consultati e quindi non serve a capire il grado di similitudine reale e non solo formale tra i due piani
Capitolo 9 Il capitolo 9 una riproposizione al 100% del piano veneto. A parte le considerazioni gi fatte sulle metodologie di citazione che avrebbero dovute essere messe in atto, ci si chiede se una tale sovrapposizione in un punto cos delicato possa essere semplicemente inserito poi in un computo percentuale venendo a fare quasi una media semplice con tutto il resto del Piano. Ammesso che le prescrizioni venete siano ottimali, ma non sarebbe stato necessaria un'opera di contestualizzazione?
Capitolo 10 Nel capitolo 10 si ha la riproposizione dell azioni di coordinamento tra le regioni e con le ARPA delle regioni limitrofe. Questi problemi che possono interessare maggiormente regioni che condividono con altre importanti elementi territoriali, come per esempio la regione Veneto col fiume Po, invece non sembrano giustificati per la Sicilia che un'isola e che condivide al massimo un piccolo tratto di mare con la Calabria. Quindi anche qui, pi del grado di sovrapposizione formale tra i due piani, andrebbe valutato il grado di attinenza non come mera percentuale di righe riproposte.
Capitolo 10 Essendo il capitolo 10 meramente un elenco non si ritiene che sia invece cruciale ai fini della valutazione della valutazione nella sostanza della sovrapposizione dei due piani. 7
Allegati Gli allegati riguardano atti e documenti che non sono dichiaratamente originali. Quindi sono strumenti di cui i redattori si sono serviti per redigere il PRC ma che non apportano nulla alla lettura del piano stesso. Non sono l le analisi, le valutazioni, le prescrizioni, Pertanto voler inserire nel mero calcolo percentuale della sovrapposizione tra i due piani quanta parte significa solo voler aumentare ingiustificatamente il denominatore (numero di righe prese in considerazione) di una frazione al fine di abbassarne il valore totale e oscurare l'entit del numeratore (numero di righe che si sovrappongono). La tabella conclusiva riportata dal CTU a pag 41 (con il cui tra l'altro il nostro calcolo differisce come riportato dettagliatamente in allegato) non pu in alcun modo costituire una sintesi del grado di similitudine, cos come richiesto dal magistrato. N tanto meno si pu accettare l'annacquamento operato con l'immissione degli Allegati al PRC. Il CTU dovrebbe valutare il grado di similitudine entrando specificatamente nello specifico e quindi dare la propria valutazione sull'attinenza di ogni paragrafo alle finalit del Piano stesso e non limitarsi a un mero conteggio. Sarebbe invece necessario (ma questo andrebbe al di l del mandato dato dal magistrato) valutare on il grado di similitudine, ma il grado di originalit, per capire davvero qual l'apporto specifico del piano Sicilia in oggetto. Le conclusioni che si riportano nella relazione a pag. 43 (da riga 20 e seguenti) "Le mere riproposizioni sono risultate essere di carattere nozionistico e di argomentazioni generiche e pertanto attinenti anche alla regione Sicilia". Nelle righe seguenti si riportano gli elementi pi vistosi che platealmente non sono proprio applicabili alla regione Sicilia e che hanno dato luogo anche agli episodi che hanno caratterizzato le sintesi giornalistiche pubbliche. Noi non concordiamo con questa conclusione che in contraddizione con la stessa lettura analitica che ha fatto il CTU dei singoli Capitoli. Infatti sembra che tale "incidenti" siano puramente causali e limitati nell'entit e nelle conseguenze. Invece da rilevare che sono la punta di un iceberg, ossia testimoniano una sostanziale carenza nell'originalit delle misure proposte.
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2017 20 Settembre Bologna Sindaco Commissione Esaminatrice Del Concorso Alta Professionalita' 1 Partecipante 1 Vincitore Maggiore Croce Antonino Balistreri Pietro Parente Croce