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Il convegno “Cambiare le regole” tenutosi il 13 maggio 2008 e


organizzato dal corso di Disegno Industriale del Politecnico di Torino, ha
portato numerose riflessioni sul tema dell’ecosostenibilità nel
campo degli elettrodomestici e numerose ricadute. Oltre alla
scrittura degli atti del convegno, strumento di propagazione di ciò che è
stato detto, le pubblicazioni stampa, e la creazione di un nuovo
concorso che prende il nome dal convegno stesso, una delle ricadute
più importanti per far continuare nel tempo il progetto è la creazione di
un sito internet. Questo strumento risulta essere un potente mezzo di
comunicazione che permette da una parte di comunicare i messaggi a
più persone geograficamente distanti e di categorie diverse, dando
anche la possibilità di creare un dialogo fra loro.
L’idea di far nascere il sito è nata in modo parallelo all’idea del
convegno. L’unico modo per far si che il progetto di “Cambiare le
regole” arrivasse al suo obiettivo e quindi portasse a un vero
cambiamento nella produzione degli elettrodomestici e nel rapporto fra
le persone che gravitano attorno a questo tema era fare in modo che si
potesse continuare a parlare di tale argomento, discuterne far accettare
a piccole tappe questi nuovi concetti della metodologia di Disegno
Industriale a una industria ormai fossilizzata sui suoi metodi di
produzione.

Obiettivi
Lo scopo principale del convegno è stato quello di creare una tavola
rotonda attorno alla quale l’università, i produttori di componentisti e gli

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end-user, ossia le aziende che mettono sul mercato i prodotti finali, si
potessero sedere e comunicassero fra loro sul tema degli
elettrodomestici.
C’è stata una massiccia partecipazione al convegno da parte degli
interessati al settore e i temi trattati sono stati numerosi. Tuttavia
questo incontro non è stato altro che un’occasione per lanciare il tema e
iniziare a far discutere gli attori di questo nuovo sistema. È necessario
che il dialogo non si fermi, ma si trasformi in un confronto attivo fra le
aziende e le università senza far perdere il punto focale del tema:
“cambiare le regole”.
Il sito in questo caso risulta lo strumento più adatto perché permette da
una parte di comunicare il tema, andandolo ad approfondire di volta in
volta e aggiornandolo di contenuti, e dall’altro permette il crearsi di un
dialogo stretto fra tutti gli attori e una partecipazione anche del
pubblico.
L’idea è quella di riprendere il concetto della vecchia piazza: luogo di
incontri di persone diverse che parlano e discutono fra loro del tema che
più interessa. Una piazza virtuale, dove tutti si possono affacciare e dare
uno sguardo all’insieme dall’alto per poi andare a focalizzare l’aspetto
del tema che più interessa.
Inoltre il sito deve essere proiettato verso il futuro, verso il 2050, una
data ipotetica, indice della volontà di guardare oltre. Ci si mette un
obiettivo così a lungo termine perché le aziende devono avere il tempo
di recepire i messaggi comunicati dall’università e applicarli
concretamente nel loro campo. Inoltre l’università man mano che passa
il tempo produce nuovi concetti, cambia, poiché è in continuo evolversi,
e l’azienda deve seguirne i passi. Il sito internet permette appunto di
essere dinamico, di seguire il percorso degli eventi e comunicare in che
direzione ci si sta muovendo.

Il primo passo da farsi per la creazione del sito e iniziare a pubblicarlo e


a diffonderlo alle aziende è la scelta del nome del sito. Essendo l’evento
da cui parte il progetto, il convegno “Cambiare le regole. Gli
elettrodomestici un sistema integrato”, un evento organizzato dal corso

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di Disegno Industriale del Politecnico di Torino, ed essendo il tutto
guidato dalla presenza dell’università, il dominio del sito viene inglobato
da quello del politecnico (www.polito.it)
Il nome proprio del sito deve invece essere semplice per una facile
memorizzazione e deve riportare all’interno il tema del sito stesso. I
concetti da comunicare nel sito sono: il tema degli elettrodomestici da
una parte e l’idea di sistema dall’altra. Non a caso il sottotitolo del
convegno è stato appunto “L’elettrodomestico un sistema integrato”. Da
qui il nome del sito: www.eldomsystem.polito.it.
Il sito internet è stato annunciato durante il convegno in modo che tutti i
partecipanti al Convegno potessero accedervi alla prima apertura.
Quindi il sito internet diventa uno strumento per portare avanti la
ricerca, e ingloba le tappe viste fin qui ossia il contesto culturale, di
Disegno Industriale, il convegno Cambiare le regole e tutto ciò che da
esso deriva e infine il concetto di sistema integrato degli
elettrodomestici.
Se da una parte quindi il sito è una ricaduta del convegno, dall’altra è
una struttura che va ad inglobarlo.

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Attori

Il sito è rivolto a un vasto numero di tipologie di utenti: l’università


Disegno industriale, i membri di Ceced Italia, i componentisti, gli end
user, i progettisti, sia studenti che liberi professionisti, e gli utenti finali.
Tutte queste persone trattano quotidianamente lo stessa tema, gli
elettrodomestici, partendo però da punti di vista differenti, e
considerandone quindi solo alcuni aspetti. Manca una visione generale
che permetta di aprire gli occhi su un nuovo approccio sistemico alla
realtà dell’elettrodomestico nella casa. Il sito permette loro di
confrontarsi l’uno con l’altro da una parte e dall’altra la possibilità di
avere una guida esterna. Inoltre tutte queste persone possono a loro
volta, in quanto partecipanti attivi della discussione, implementare i
contenuti del sito dandone una nuova visione.
È la discussione a permettere ai vari partecipanti di crescere
influenzandosi a vicenda. Il controllo da parte del corso di Disegno
Industriale garantirebbe la qualità del risultato.
Ognuno di questi attori inoltre trae un profitto da questo sito internet.
Le aziende, gli end-user del sistema, ad esempio possono sfruttare
questo mezzo di comunicazione come una ulteriore vetrina per i propri
prodotti, sottolineando la loro volontà di sostenibilità ambientale. Il fatto
stesso di partecipare attivamente a questo sito è indice di ricerca e
innovazione. Inoltre le aziende potrebbero proporre dei temi di
conversazione all’interno del sito, ottenendo in modo rapido nuove e
fresche idee dall’ambito universitario, progettista e non.

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Non solo. Un’altra osservazione da farsi è la necessità di recepire e
sfruttare le osservazioni e i consigli del diretto utente degli
elettrodomestici, persone che li utilizzano quotidianamente e riescono
quindi a focalizzare meglio i problemi, le necessità, le esigenze, e il
modo di rapportarsi con questo strumento. Spesso le aziende cercano di
ottenere queste informazioni tramite questionari e ricerche marketing di
qualità o di ricezione del prodotto sul mercato, con una ulteriore
dispendio di denaro per dei risultati non del tutto esaurienti.
Se ci fosse uno strumento a costo zero in grado di raccogliere le
discussioni e le osservazioni dell’utente finale si potrebbe arrivare a un
concetto di “fabbrica condivisa”, il soggetto stesso diventa parte della
progettazione, si sente attivo.
I componentisti a loro volta possono avere il loro lavoro facilitato. Il sito
offrirebbe loro la possibilità di farsi pubblicità e farsi in questo modo
reperire all’interno di un mercato sempre più invaso da quello cinese.
Creando una rete di relazioni sia fra di loro che con gli end user
potrebbero, anziché farsi concorrenza, sfruttare il dialogo per
diversificarsi.
L’università, infine, trarrebbe numerosi vantaggi da queste
collaborazioni. Prima di tutto la possibilità di comunicare i suoi temi
all’esterno dell’accademia e avere così la possibilità di vedere
concretizzati i propri pensieri. Non solo ma un dialogo continuo con le
aziende permetterebbe un lavoro più dinamico e costruttivo.
Infatti da anni il corso di Disegno Industriale del Politecnico di Torino
collabora con il Ceced dedicando un semestre della laurea magistrale a
temi legati all’ecosostenibilità che interessano le aziende. Spesso gli
studenti nella fase di ricerca necessitano del supporto di esperti del
settore per ottenere più velocemente delle informazioni corrette e
veritiere. Inoltre alla fine del corso si sente la necessità di mostrare tutti
i progetti realizzati alle aziende in modo da valorizzare il lavoro svolto e
poterlo quindi sfruttare concretamente. Alcuni di questi progetti sono
presenti nel sito di Disegno industriale del Politecnico, ma risultano
essere poco visibili a chi non è all’interno dell’università, e inoltre non
permettono di dare vita a un dialogo costruttivo nell’ambito della

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progettazione aziendale. Quindi il sito potrebbe essere il luogo ideale
per una comunicazione tra università e azienda e per una maggior
visibilità dei lavori degli studenti.
A partecipare attivamente al sito vi sarebbero poi anche l’utente finale
dell’elettrodomestico, il compratore che deve scegliere gli
elettrodomestici sul mercato e deve acquistarli. Spesso il consumatore
si interessa, o meglio dovrebbe interessarsi, al tema dell’ecosostenibilità
nel momento dell’acquisto di un elettrodomestico. Spesso trovare delle
informazioni chiare e utili su questo argomento risulta piuttosto difficile.
Molti siti internet ne parlano in modo vago e spesso discordante e i
centri di vendita puntano solo al guadagno e non al vendere ciò che
veramente serve all’utente. Tramite questo sito l’utente può informarsi
sui nuovi prodotti delle aziende, dialogare direttamente con le case
produttrici chiedendo consigli su cosa acquistare o per dare
suggerimenti ai designer delle aziende per migliorare il prodotto.
Si viene quindi a creare una stretta rete di relazioni utili fra persone
apparentemente lontane le une dalle altre.
L’unico difetto di tali relazioni fra tipologie di utenza discordanti, è che
non tutti gli argomenti proposti nel sito possono essere accessibili a
tutti. Il dialogo stretto e segreto che ci può essere fra una azienda e
l’altra o fra una azienda end-user e un componentista non possono
essere messi alla merce di tutti. I progetti dei designer devono essere in
qualche modo tutelati. Non solo, ma anche alcuni dei materiali didattici
forniti dal corso di Disegno Industriale, non possono essere messi
all’interno del sito liberamente con la possibilità che tutti possano
scaricarseli e appropriarsene. Tutto il lavoro dell’università verrebbe
sminuito se non ci fosse un sistema che controlli tutte queste
dinamiche.
Occorre quindi gestire i dati del sito in modo che, di ogni sezione del
sito, ogni utenza possa vedere solamente ciò che gli è stato concesso
dalla tipologia di registrazione effettuata. Le altre informazioni saranno
visibili ma non leggibili o scaricabili. L’utente sarà quindi in grado di
poter adoperare di queste informazioni solo successivamente a una

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registrazione da effettuarsi con un pagamento e avendo i requisiti
giusti.
Vi saranno quindi degli argomenti visibili solo da una tipologia di utenza,
alcuni visibili da solo due utenze, altri da tutti gli utenti.
Si è cercato quindi di relazionare i contenuti del sito agli attori e
comprendere quali fossero i contenuti visibili del sito per tutte le
tipologie di utenza. Schematizzandolo si sono compresi meglio le
relazioni fra contenuti e fruitori.
In questo schema le tipologie di utenze interessate al sito sono poste al
centro: le aziende, gli esperti, gli interni, i componentisti, ma anche gli
interessati al settore e il consumatore. Con il termine interni intendiamo
i componenti di Disegno Industriale, mentre per esperti si intendono gli
esperti degli elettrodomestici. Al centro di tutto abbiamo posto un
coordinatore, ossia il corso di studi in Disegno Industriale. Si è cercato di
definire quali fossero i livelli di interesse delle varie utenze, i contenuti e
il livello di accessibilità a questi ultimi.

Attorno agli insiemi principali degli utenti del sito sono presenti i tre
temi principali “lavaggio”, “cottura”, “conservazione”. Ciascuno di essi

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avrà a sua volta una serie di contenuti ad esso relativi o collegati. Come
si può osservare in conservazione, la relazione fra il macrocontenuto e
tutti gli argomenti correlati crea una fitta rete di link

è stato fatto un esempio tenendo in considerazione la conservazione. Ad


esso verrebbero correlati i video delle lezioni sull’argomento,
informazioni di carattere generale o più tecnico e altri documenti
realtivi.

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Questa rete di link ci ha indotto verso una prima proposta grafica: un
groviglio di fili, una sorta di gomitolo di relazioni, suddiviso in tre settori
quanti sono i tre temi della ricerca (conservazione, prepararazione,
cottura e lavaggio). Questo è in continua rotazione per mostrare tutti
contenuti, anche quelli nascosti nella parte retrostante; al passaggio del
mouse si blocca e viene ingrandita la parte prescelta.
Il movimento di rotazione di questo gomitolo e la possibilità di
avvicinarsi e allontanarsi da esso porta a vedere questa realtà
complessa da diversi punti di vista.

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Questa prima bozza è stata scartata poiché la sua struttura suggerisce
l’idea di un sistema chiuso in se stesso, in contrasto con la filosofia del
corso di Disegno Industriale che vuole essere autopoietica e aperta.

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Inoltre anche la lettura del sito risulta essere troppo complessa sia per
quanto riguarda la navigabilità (quindi anche per il caricamento molto
lento), sia per la difficoltà di lettura da parte dell’utente dei contenuti.
Inoltre è da fare una critica a questa soluzione grafica poiché questa
non scaturisce da un percorso progettuale ma da una suggestione
ancora poco approfondita.
È necessario prima compiere altri passi come definire i contenuti e
analizzare la realtà del web.

Contenuti
Il sito “Eldomsystem.polito.it” presenta molteplici obiettivi, come detto
in precedenza, per cui i contenuti del sito risultano essere molteplici e di
tipologia differente. Può essere quindi difficile consultare il sito se non è
ben presente la struttura del sito e quali sono i suoi contenuti. Sono stati
quindi definiti diversi macroargomenti.
L’obiettivo principale del sito è il dialogo fra i diversi attori, quindi si è
pensato di dedicarvi uno spazio apposito: il forum. Questo è diviso in
tre sezioni: una dedicata alle aziende, un’altra ai progettisti e una terza
a tutti coloro interessati al tema. Le prime due hanno un accesso
parzialmente privato e a pagamento a seconda dei contenuti, mentre il
terzo è aperto a tutti e richiede solo una semplice iscrizione.
L'idea è quella di stabilire due livelli di accesso al forum, uno più
generico a cui possono accedere persone non necessariamente del
settore e uno più specifico, che tratta argomenti tecnici e di ricerca,
proposti da professori, ricercatori, laureandi e studenti del corso di
Disegno industriale e che possono anche essere usati come strumenti di
supporto on-line per vari prodotti o all'interno di aziende per mettere in
comunicazione i dipendenti con l'università e permettere loro di reperire
informazioni.
Differentemente dalla chat, che è uno strumento di comunicazione
sincrono, il forum è asincrono in quanto i messaggi vengono scritti e letti
anche in momenti diversi. È stata scelta questa modalità di
comunicazione poiché non è detto che i diversi attori siano connessi

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contemporaneamente. Inoltre il fatto di avere un forum permette di
avere memorizzati sempre i discorsi fatti precedentemente e suddivisi
per tematiche. In questo modo chiunque acceda al forum e in
qualunque momento può documentarsi e andare a leggere i dialoghi
fatti precedentemente.

Di fondamentale importanza per un corretto funzionamento del forum è


la presenza di un moderatore che analizzi costantemente i contenuti
postati ed eviti che le discussioni degenerino, chiudendo/cancellando
quelle contrarie al regolamento e comunque facendo rispettare tutte le
regole. In questo caso il moderatore sarà il corso di Disegno Industriale
del Politecnico di Torino.

Area grigia
Forum (plurale in latino fora, in inglese forums, in italiano forum) può
riferirsi all'intera struttura informatica contenente discussioni e
messaggi scritti dagli utenti, a una sua sottosezione oppure al software
utilizzato per fornire questa struttura. Un senso di comunità virtuale si
sviluppa spesso intorno ai forum che hanno utenti abituali. La
tecnologia, i videogiochi, la politica, l'attualità e lo sport sono temi
popolari, ma ci sono forum per un enorme numero di argomenti
differenti. I forum vengono utilizzati anche come strumenti di supporto
on-line per vari prodotti e all'interno di aziende per mettere in
comunicazione i dipendenti e permettere loro di reperire informazioni.
Ci si riferisce comunemente ai forum anche come board, message
board, bulletin board, gruppi di discussione, bacheche e simili.
Molti forum richiedono la registrazione dell'utente prima di poter inviare
messaggi ed in alcuni casi anche per poterli leggere.
FINE Area grigia

Un’area altrettanto importante è quella dedicata alla ricerca, portata


avanti, seguendo la filosofia sistemica, dall’università e dalle aziende,

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sul tema degli elettrodomestici. Per questo si è deciso di dedicare una
parte esclusivamente ad essa, divisa in ricerca applicata e di base, che
conterrà il work in progress del corso di studi in Disegno industriale e
delle aziende, come nuovi progetti, nuovi materiali e nuove tecnologie.
Data la tipologia di contenuti da tenere riservati per motivi di
concorrenza ed economici questa sezione ha un accesso privato.

(riquadro grigio)
La ricerca “di base” chiamata anche ricerca pura o fondamentale, ha
come obiettivo primario l'avanzamento della conoscenza e la
comprensione teorica delle relazioni tra le diverse variabili in gioco in un
determinato processo. L'espressione "di base" indica che, attraverso la
generazione di nuove teorie, la ricerca di base fornisce le fondamenta
per ulteriori ricerche, spesso con fine applicativo.
Negli ultimi anni in Italia l'attività di ricerca di base è stata ulteriormente
suddivisa, da un punto di vista programmatico ed operativo, in:
-attività di ricerca di base libera, che trae origine dalle indicazioni e dalle
proposte degli stessi ricercatori e viene svolta quindi senza un obiettivo
preordinato. Essa si diversifica nei vari settori della conoscenza e
rappresenta uno degli ambiti fondamentali di formazione di nuovi
ricercatori e tecnici. Si tratta di settori scientifici ove l'accumulo di
nuova conoscenza procede in modo accelerato, aventi importanti
prospettive applicative nel breve/medio periodo, come ad esempio per
taluni settori delle bioscenze (genomica, proteomica strutturale e
funzionale, cellule staminali) e delle nanoscienze (nuovi materiali,
sviluppi avanzati della microelettronica).
La ricerca “applicata” svolta allo scopo di trovare soluzioni pratiche e
specifiche. Il suo obiettivo primario più che l'avanzamento della
conoscenza è lo sfruttamento della conoscenza a fini pratici. È
generalmente di tipo descrittivo e basata su precedenti ricerche di base.
Solitamente viene eseguita in ambiente industriale oppure in università
con finanziamenti provenienti da industrie interessate.
Spesso il confine tra ricerca di base e ricerca applicata non è così netto
e il criterio per classificare una determinata ricerca è piuttosto definito

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dal presunto intervallo di tempo in cui la ricerca si dovrà sviluppare
prima di portare a ricadute applicative.
(fine riquadro grigio)

Un’altra utilità del sito è quella di essere una vetrina per tutte le
aziende (componentisti e produttori) che partecipano attivamente al
sito e che quindi dimostrano di essere interessate alla ricerca e alla
ecologia. Ogni azienda avrà una parte ad essa dedicata con una propria
breve presentazione e i link al suo sito. Inoltre vi deve essere una
sezione esclusivamente dedicata alle novità della azienda, quali nuovi
prodotti, nuovi eventi etc

Come per arrivare alla nascita di questo progetto e alla realizzazione del
sito stesso sono state necessarie numerosa tappe fondamentali, così ve
ne saranno altre future per portare avanti la filosofia che sta alla base di
tutto questo. È necessario documentare tutti gli eventi avvenuti nel
passato, in modo che non vengano dimenticati i passi fatti e non venga
quindi sminuito il percorso svolto nel tempo, e avvisare della presenza
di eventi futuri in modo che ci sia una maggiore partecipazione ad essi
da parte delle persone interessate.
Sempre parlando di novità è prevista una parte che riassumerà tutti i
nuovi contenuti inseriti all’interno del sito in ogni sezione in modo che
l’utente che visita abitualmente il sito possa vedere subito i contenuti
aggiornati senza dover andare a cercare sotto le diverse voci. Ciascuna
voce presenta un link che rimanda alla sezione corrispondente e aperta
nel punto in cui è presente il nuovo post.
Un’area concettualmente simile è quella per gli avvisi degli eventi che
hanno una scadenza a breve che sono a loro volta riportati nella sezione
calendario.

Un’esigenza immediata del consumatore tuttavia si concretizza


nell’acquisto di un elettrodomestico. Spesso i consumatori non sanno a
chi chiedere informazioni e cadono nelle mani dei grandi rivenditori che,

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mirando solo a un loro immediato guadagno, tendono a vendere
prodotti non adatti a quel compratore: frigoriferi troppo grandi per un
numero di persone ridotto, elettrodomestici di vecchio modello e
maggiormente inquinanti.
Per questo si è pensato di dedicare una parte del sito ai consigli utili
all’eventuale acquirente di un elettrodomestico, in modo che questi
possa comprare consapevolmente scegliendo l’elettrodomestico più
adatto alle sue esigenze.
Inoltre spesso non si sa come utilizzare al meglio gli elettrodomestici per
consumare meno e per mantenerli più a lungo nel tempo vengono
quindi dati suggerimenti per poterli utilizzare in maniera più sostenibile,
e allo stesso tempo per risparmiare e ridurre i consumi.
E’ altresì importante che ci sia uno scambio di opinioni e confronto tra i
consumatori sui prodotti acquistati; da qui la proposta di uno spazio
apposito in cui raccogliere domande, opinioni e proposte del
consumatore.

Il sito vuole quindi raccogliere tutto ciò che riguarda gli elettrodomestici.
Occorre dare quindi al compratore una visione completa del tema,
anche per ciò che riguarda la sua storia. L’evolversi della cucina
comprende non solo lo sviluppo delle tecnologie per il raggiungimento di
minori consumi, ma anche la sua evoluzione ergonomica e di design e
come si è evoluto il concetto di elettrodomestico nel corso del tempo.
Riguarda gli elettrodomestici anche il quadro normativo che tratta
l’intero loro ciclo di vita e lo smaltimento dei RAEE.
Si è pensato quindi di aggiungere una sezione di approfondimento
contenente informazioni di carattere storico-giuridico. Queste
informazioni possono essere uno strumenti utile ai fini di una buona
progettazione.

Un sito internet deve chiarire subito da chi è stato fatto e qual è lo


scopo che vuole raggiungere, in modo da focalizzare subito l’attenzione
sul tema e come questo viene affrontato, dando così una giusta chiave
di lettura a tutti gli argomenti.

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Sono quindi elencate in una pagina apposita gli enti e le persone a esso
relativi che gestiscono il sito e ne controllano i contenuti e quelli che in
parte ne hanno collaborato alla realizzazione.
In primo luogo l'ente organizzatore ovvero il Corso di studi in Disegno
industriale, con le persone coinvolte: studenti, laureandi, docenti e
ricercatori; quindi le associazioni partecipanti, tra cui il Ceced. Da
questa sezione si ha un collegamento alla ricerca applicata o di base e
all'elenco delle aziende.

Vi è quindi uno spazio dedicato a spiegare gli obiettivi che ci si è


prefissi con la realizzazione del sito stesso: la nostra mission come
università, e in particolare come corso di studi in Design del prodotto
ecocompatibile, ha come primo obiettivo quello di guardare al futuro.
Dopo anni di collaborazioni e workshop tra università e industria si è
presentata l'esigenza di un sito web che permetta di creare uno stretto
dialogo tra il mondo della ricerca e quindi dell'università, e quello della
produzione, e quindi dell'industria.
Una sorta di aula magna virtuale a cui possono prendere parte esperti
del settore, studenti e giovani creativi, docenti, e persone qualunque
interessate all'argomento, di grande interesse poiché gli
elettrodomestici sono nella nostra casa, ci circondano, arriviamo persino
ad instaurare un rapporto affettivo con loro. Si crea un luogo in cui si
possa discutere di progetti proposti dall'università, di concept sviluppati
dalle industrie; in cui si possano scambiare file attraverso percorsi
protetti.

Infine una sezione fondamentale è quella relativa al funzionamento e


alle modalità di navigazione all’interno del sito.
In questa sezione infatti viene spiegato come accedere alle varie parti
del sito e quali sono le modalità di accesso. Oltre a questa, per maggior
chiarezza, vi sarà uno spazio in cui è presente la mappa del sito per
facilitare l’utente nel momento in cui dovesse incontrare delle difficoltà
nel cercare le informazioni che gli interessano.

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Il metodo di progettazione prevede una fase di ricerca iniziale di ciò che
è esistente per comprendere meglio quali possono essere le possibilità
di comunicazione. Il corso di studi in IDisegno industriale presenta dei
corsi che mirano alla ricerca e comprensione del metodo migliore di
lavorare in team di progetto da una parte e la miglior comunicazione
grafica per far passare determinati contenuti come di relazioni fra
componenti che compongono un elettrodomestico. Infatti sia durante il
corso di Design dei Sistemi che in Design dei Componenti si presenta il
problema di riuscire a far comprendere con semplici schemi quella che è
una realtà complessa. Solo tramite questi strumenti si riesce ad avere
un quadro complesso della realtà andando a comprendere le relazioni
fra un elemento e l’altro del sistema.

Disegno industriale
Sono stati presi in esame alcuni lavori svolti durante il corso del
Laboratorio di informatica I svolto da Brunella Cozzo durante l’anno
accademico 2007-08 poiché trattavano proprio di come rappresentare le
relazioni fra un elemento e l’altro.

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Questo esempio di schema di relazioni è stato realizzato da un gruppo di
studenti del corso. Mette in collegamento le parole raggruppandole fra
loro e aumentandone o diminuendone la grandezza a seconda
dell’importanza.

Lo schema è’ stato successivamente dinamicizzato: l’esempio qui sopra


riporta le parole relative al tema putagè, colorate in arancione, mentre

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ciccando sul pallino verde, rosa o giallo si vanno ad aprire delle altre
sezioni con le relative parole.

Un altro lavoro preso in considerazione è stato quello svolto da


Alessandra Rasetti con l’aiuto del tutor il prof. Luigi Bistagnino per la sua
tesi di Dottorato intitolata “Approccio sistemico applicato alla didattica a
distanza nell’era del web 2.0”. Dopo aver spiegato in cosa consiste l’e-
learing e quale è stato l’andamento dell’utilizzo di queste nuove
tecnologie per l’insegnamento a distanza, e dopo aver fatto un quadro
su cosa sia il web 1.0 e 2.0 traccia le linee guida per ottenere una logica
sistemica da applicare alla didattica online. Il suo obiettivo era quello di
progettare e realizzare un nuovo modello di didattica a distanza che
utilizzi gli strumenti del web 2.0 e la logica sistemica.
Il risultato è uno schema concettuale dove gruppi di parole con colori
diversi vanno a definire ambiti di interesse che approfondiscono il tema
del System Design.

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Quando uno dei termini viene cliccato, appare una finestra pop-up in cui
viene visualizzato il video di interesse, mentre tutte le parole, che
passano in secondo piano, vengono messe fuori fuoco.

Ogni video presenta all’interno delle parole chiave, le quali definiscono i


temi principali del video, che compaiono man mano vengono trattati
quei temi. Queste parole sono a loro volta un link ad altri video.

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L’utente può in questo modo navigare fra un video e l’altro sia
seguendoli uno alla volta nella loro interezza sia saltando da uno
all’altro seguendo un tema principale.
SI viene così a creare una rete di collegamenti fra i video stessi come
mostrato nel grafico seguente.

Area grigia
E-learning:
Per e-learning si intende la possibilità di imparare sfruttando la rete
internet e la diffusione di informazioni a distanza.
L'e-learning non è limitato alla formazione scolastica, essendo rivolto
anche a utenti adulti, studenti universitari, insegnanti, ecc. ed anche
nella formazione aziendale, specialmente per le organizzazioni con una
pluralità di sedi.
Porta alla valorizzazione di:
multimedialità (effettiva integrazione tra diversi media per favorire
una migliore comprensione dei contenuti);
interattività con i materiali (per favorire percorsi di studio
personalizzati e di ottimizzare l'apprendimento);

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interazione umana (con i docenti/tutor e con gli altri studenti - per
favorire, tramite le tecnologie di comunicazione in rete, la creazione di
contesti collettivi di apprendimento).
L'e-learning sfrutta le potenzialità rese disponibili da Internet per fornire
formazione sincrona e/o asincrona agli utenti, che possono accedere ai
contenuti dei corsi in qualsiasi momento e in ogni luogo in cui esista una
connessione online. Questa caratteristica, unita alla tipologia di
progettazione dei materiali didattici, portano a definire alcune forme di
e-learning come "soluzioni di insegnamento centrato sullo studente".
Fine Area grigia

Web 2.0 – 3.0


Parlando di web 1.0 – 2.0 – 3.0, delle loro possibilità e dei loro limiti, è
nata la necessità di approfondire questo tema.
Inizialmente il Web è stato concepito per collegare tra di loro vari
documenti ipertestuali statici, dando vita alla definizione di Web 1.0. Col
tempo il concetto di rete Internet si è sviluppata approdando al Web 2.0.
Dare una definizione concisa e chiara di cos’è il Web 2.0 è molto difficile
per il semplice fatto che non tutti concordano che sia un’innovazione
bensì una normale evoluzione del Web: vedere il web come una
piattaforma sfruttandola il più possibile.
È una “consumer revolution” ossia l’utente non vuole più essere passivo
di fronte a questo mezzo di comunicazione, ma vuole partecipare
attivamente alla sua crescita. Gli utenti non voglio solo usare il Web, ma
farlo.
E’ la consapevolezza degli utenti e sviluppatori di poter sfruttare al
meglio uno strumento di comunicazione innovativo come Internet
mediante la partecipazione attiva degli utenti, condivisione delle
informazioni e molto altro.
Esempi di Web 2.0 sono i blog o i forum, spazi dal contenuto individuale,
o siti come Youtube o Flickr.
Alcuni affermano che i siti di nuova generazione sarebbero troppo
concentrati nel fornire strumenti di personalizzazione e condivisione

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senza curarsi della loro facilità d'uso, dimenticando le regole base del
web design.
I principi da non dimenticare per creare un buon sito usabile sono:
- Facilità di utilizzo;
- Possibilità di ricerca interna;
- Usare un linguaggio naturale e non tecnico;
- Progettare prima di implementare;
- Fare test di usabilità.
Nielsen afferma che i concetti di comunità, condivisione di contenuti
auto-prodotti e interfaccia dinamica non sono da vedere negativamente,
ma dovrebbero essere sviluppati solo sulla base degli elementi
fondamentali di design appena elencati.
L’usabilità è quindi un concetto che prescinde dalla versione del Web,
ma è in stretta relazione al sito che stiamo esaminando.
Certo è vero che il web facile da usare, leggibile, comprensibile e sobrio
altro non è che un buon Web 2.0.
Una delle caratteristiche del web 2.0 è la sua impronta grafica
particolare.
- semplicità: In questo modo si catturerà meglio l’attenzione
dell’utente sulle aree di contenuto più importante senza distrarlo in
alcun modo e aiutandolo nella ricerca delle informazioni.
- dividere il contenuto all’interno del sito in colonne
- utilizzo di font grandi: utilizzati molto spesso per i messaggi più
importanti
- sfruttare i colori “forti” soprattutto per dividere le varie sezioni del
sito
Il Web 3.0 è l’evoluzione ulteriore del web 2.0. A esso corrispondono
significati diversi volti a descrivere l'evoluzione dell'utilizzo del Web e
l'interazione fra gli innumerevoli percorsi evolutivi possibili. Questi
includono: trasformare il Web in un database, cosa che faciliterebbe
l'accesso ai contenuti da parte di molteplici applicazioni che non siano
dei browser, sfruttare al meglio le tecnologie basate sull'intelligenza
artificiale, il web semantico, il Geospatial Web, o il Web 3D.

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Occorre sottolineare il concetto di web semantico cui noi vogliamo
riferirci. Con esso si intende la trasformazione del World Wide Web in
un ambiente dove i documenti pubblicati (pagine HTML, file, immagini, e
così via) siano associati ad informazioni e dati (metadati) che ne
specifichino il contesto semantico in un formato adatto
all'interrogazione, all'interpretazione e, più in generale, all'elaborazione
automatica.
Con l'interpretazione del contenuto dei documenti che il Web Semantico
propugna, saranno possibili ricerche molto più evolute delle attuali,
basate sulla presenza nel documento di parole chiave, ed altre
operazioni specialistiche come la costruzione di reti di relazioni e
connessioni tra documenti secondo logiche più elaborate del semplice
link ipertestuale.
I ricercatori accademici stanno lavorando per sviluppare un software per
il ragionamento, basato sulla logica descrittiva e sugli agenti intelligenti.
Tali applicazioni possono compiere operazioni di ragionamento logico
utilizzando una serie di regole che esprimano una relazione logica tra i
concetti ed i dati sul Web.
Un ulteriore possibile percorso del Web 3.0 è verso la visione
tridimensionale coniata dal Web3D Consortium. Questo significherebbe
trasformare il Web in una serie di spazi in 3D, in linea con ciò che ha già
realizzato Second Life.
Il nostro sito vuole quindi riassumere le caratteristiche sia del 2.0 che
del 3.0 unendo la personalizzazione del sito, l’implementazione del sito
da parte dell’utente, la condivisione di file, il formarsi di una intelligenza
collettiva da una parte e dall’altra una grafica che simuli la
tridimensionalità degli ambienti.

Siti web analizzati


È stata fatta una ricerca sui web tridimensionali e su come sono stati
realizzati per poter sfruttare queste possibilità. Interessanti sono stati i
siti che con delle semplici rappresentazioni bidimensionali riuscivano a
dare l’idea della tridimensionalità.

26
Grafica + schemino????????????????????

Questo sito presenta una serie di documenti visualizzati in miniatura


sulla parte sinistra dello schermo. Passando col mouse al di sopra di
ciascuno di loro si ingrandiscono portando in primo piano il documento
di interesse. Contemporaneamente sulla destra le informazioni relative
all’immagine sono messe maggiormente in evidenza rispetto alle altre.
E’ stato scelto per la grafica semplice e non ridondante e nello stesso
tempo dinamica. Inoltre l’utilizzo dello sfondo nero si accordava con la
nostra idea utilizzata negli schemi dinamici di prioiettare il minor
quantitativo di luce possibile per sprecare meno energia..
Nonostante tutto, questo sito è molto confusionario: non è visibile la
struttura del sito e la presenza di troppi documenti da gestire non
permette una buona navigabilità.

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Questi siti sono interessanti perché presentano un ambiente
tridimensionale fisico navigabile all’interno spostandosi col mouse
attraverso i corridoi dell’edificio virtuale.
E’ stato preso in considerazione perché molto vicino alla nostra ricerca
di tridimensionalità e di innovazione nel web.
Si pensava di sfruttare questa tipologia di sito proiettando virtualmente i
documenti, i testi e le immagini sui muri dell’edificio come avviene in
second life.
Anche questa tipologia di sito presenta degli aspetti negativi: da un lato
la lentezza del caricamento a scapito della facilità di accesso, dall’altro
la difficoltà dell’utenza di poter interagire col sito andandolo a
implementare aggiungendo contenuti o dialogando nel forum: non è un
sito autopoietico. Inoltre è necessario possedere un plug-in per
visualizzare correttamente la pagina.

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In questo caso viene proposta una suggestione tridimensionale di un
volume sulle cui facce sono visibili i contenuti. Anche questa tipologia di
sito è stata scartata per i motivi sovracitati.

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Il primo sito a colpirci per la sua espressività e allo stesso tempo
semplicità è stato il sito della Toshiba. Nella sezione di presentazione di
un nuovo modello di computer, viene simulata una porzione di città
tridimensionalmente utilizzando elementi bidimensionali posizionati in
prospettiva. Cliccando su una delle zone il punto di vista si ingrandisce
maggiormente andando a zoomare su quella porzione di spazio.
Ciccando su uno degli elementi della scena si apre un pop-up con un
video e una serie di informazioni sul prodotto.
Si avvicinava molto al concetto di piazza con cui siamo partiti per la
progettazione del sito.
Ovviamente la grafica risulta essere troppo poco seria per il tema da noi
scelto.

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Questo sito è interessante per la sua grafica che presenta tramite delle
semplici figure bidimensionali un ambiente tridimensionale. Questo
sistema permetterebbe di avere un’idea di tridimensionalità, con la
possibilità quindi di avvicinarsi al 3.0, senza avere tempi di caricamento
eccessivi. Tuttavia di nuovo per visualizzare queste pagine occorre il
plug-in di flash non presente su tutti i computer degli utenti.

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Anche questo sito, come quello precedente, crea uno spazio
tridimensionale utilizzando figure bidimensionali. La differenza è che
mentre il precedente rimane statico tranne nel momento
dell’interazione, questo presenta un video in cui le figure vanno man
mano componendosi e muovendosi descrivendo nuovi ambienti
narrando pezzetti di storie. In questo modo viene immediatamente
catturata l’attenzione dell’utente.

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Questo sito presenta una struttura a ramificazione che reagisce ai
movimenti del mouse, una grafica dinamica ricollegabile alla nostra
prima idea di gomitolo, inoltre la grafica minimale a sfondo nero risulta
interessante. Presenta però numerosi punti deboli: la pagina risulta
vuota nonostante i numerosi contenuti, tutti i documenti presenti nella
parte in alto a destra sono raggruppati e poco visibili.

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Questo sito rappresenta in modo piuttosto efficace a livello di logica, più
che a livello di grafica, i rapporti di relazione e vicinanza fra un concetto
e un altro. L’oggetto principale, selezionato dall’utente, viene posto al
centro ingrandito e tutte le parole ad esso collegate ruotano attorno a
lui come dei pianeti. Cliccando su un’altra parola questa va al centro
facendo cambiare il punto di vista e aggiungendo termini ad essa
reagitivi.
A nostro avviso l scelta degli elementi iconografici rappresentativi non si
relazionano con il significato delle parole, ma anzi distolgono ancora di
più l’attenzione dalla lettura delle parole stesse.

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Questo sito a nostro avviso è risultato essere molto interessante per la
sua grafica semplice e per come le parole disposte nello spazio
generano grafica senza aggiungere ulteriori elementi gratuiti e soggetti
ai cambiamenti delle mode. Dall’altra parte la struttura delle pagine,
prive di un percorso (il cosiddetto “breadcrumbs trial” o “briciole di
pane” ) o di un menu che si ripete all’interno delle pagine, portano
l’utente a perdersi e non comprendere più come tornare alla home
principale.

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In questo sito la banda in alto scorre finché non si compone una parola
correttamente, quando questa viene selezionata compare l’argomento
correlato ad essa. Costituisce un’ interessante suggestione di utilizzo
delle parole come grafica.

In questo caso si ha una navigazione dinamica mediante piani 2d che si


spostano a seconda dei movimenti del mouse. A primo impatto il sito
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risulta gradevole alla vista per la sua navigabilità non comune, tuttavia
a lungo andare il continuo ondeggiamento delle immagini non voluto da
un click dell’utente ma azionato solo dallo spostarsi del mouse, crea uno
straniamento nel visitatore.

Questo sito presenta una serie di oggetti tipici di alcune regioni della
Russia elencati tramite delle icone nel menu in basso. Ciccando uno
degli oggetti, questo si va a posizionare sulla cartina e
contemporaneamente si apre una finestra contenente la sua descrizione
e le informazioni a esso relative.
E’ solo una suggestione che reputavamo utile durante la
schematizzazione degli elettrodomestici in cucina e di possibile utilizzo
all’interno del nostro sito. Il ciccare su uno degli elettrodomestici e
visualizzarli immediatamente su una piantina di un appartamento per
evidenziarne il collocamento e la vicinanza con gli altri elettrodomestici..

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41
Sito interessante per la grafica iconica e dinamica. L’utente, per
navigare nelle sezioni del sito, non deve ciccare su un menu tradizionale
ma deve andare a selezionare una delle icone e spostarla all’interno
della sacca per aprire una finestra in cui viene visualizzato il documento
ad essa collegata.
Sicuramente troppo poco seria per il contenuto da noi trattato e poco
efficace per una veloce e corretta navigazione.

Conclusioni
Dall’analisi di quanto visto sono state tracciate delle linee guida da
seguire per la grafica del sito.
- una grafica semplice, senza elementi in eccesso
- sfondo nero, per un risparmio energetico
- l’utilizzo delle parole come grafica
- facilità di utilizzo
- colori accesi
- dinamicità nel sito, in particolar modo nella prima pagina
introduttiva

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Prima di arrivare a definire la grafica di un sito occorre focalizzare qual è
il target di riferimento e che messaggio si vuole comunicare. L’utenza,
come detto precedentemente, è molto vasta. Sono le aziende,
l’università, i progettisti, ma anche il consumatore medio che naviga nel
sito interessato dall’argomento. Già a partire da questo concetto
nascono delle linee guida da seguire quali la semplicità di navigazione
da una parte e una grafica sobria ma accattivante.
Inoltre il sito deve comunicare il messaggio non solo tramite i contenuti,
ma anche attraverso la struttura di questi, e il come vengono presentati.
Uno degli obiettivi che si pone il corso di studi in Disegno Industriale,
come detto all’inizio del capitolo, consiste nel progettare pensando al
futuro: si parla di “elettrodomestici del 2050”. Anche il sito quindi deve
rispecchiare questa visione futuristica, uscendo dagli schemi dei siti
standard, sorprendendo il visitatore con la grafica o con il metodo di
navigazione del sito. Da qui la possibilità di utilizzare nuove tecnologie e
avvicinarci così al 3.0 di cui abbiamo parlato precedentemente. Se non
è possibile applicare questa struttura a tutti i contenuti, poiché
risulterebbe pesante alla lettura e al caricamento stesso delle pagine,
almeno la prima pagina deve soddisfare questi requisiti per catturare
l’attenzione e lanciare il messaggio. Questa scelta di non utilizzare
tecnologie tradizionali è in linea con l’approccio innovativo che hanno i

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contenuti: in entrambi i casi è forte la volontà di cambiare le regole, di
guardare le cose da un altro punto di vista.

Percorso di progettazione
La prima idea da cui si è partiti è quello di rappresentare virtualmente
una piazza come introduzione al sito internet. L’idea è partita da una
discussione con il professor Bistagnino sul fatto che, essendo la piazza il
luogo in cui ci si incontra e si scambiano opinioni, questa dovesse
essere anche il motivo vivo del sito.
Su questa suggestione la prima idea è stata quella di simulare una vera
e propria piazza in cui ogni edificio era un luogo particolare di incontro
(università, convegno, etc.).
Al centro si era posto il forum come luogo di incontro delle varie parti e
attorno i palazzi rappresentati in 2d ma posti su dei piani diversi in
prospettiva, in modo da suggerire l’idea di un 3d.
L’esempio a cui ci si può riferire è il sito della Toshiba, ovviamente con
una grafica più seria e adatta ai contenuti trasmessi.
Questa proposta è stata scartata perché troppo legata alla realtà fisica,
difficile da gestire come navigazione e contenuti.
Si è passati quindi a una astrazione del concetto. Si è pensato di
rappresentare grazie alle parole del menu principale dei muri di corridoi.
Scorrendo all’interno di questi corridoi si scorrevano le diverse voci del
menu, e ciccandole si poteva arrivare al contenuto desiderato.

Man mano la grafica del sito e il concetto stesso del sito è andato a
modificarsi per assumere una struttura più astratta ma più legata
graficamente al lavoro svolto fino a quel momento per il convegno. Nello
stesso tempo abbiamo aggiunto il concetto di voler rappresentare

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tramite la dinamicità della prima pagina il concetto del “cambiare il
punto di vista”, di guardare la stessa realtà da punti di vista diversi.
La schermata iniziale viene quindi ad essere costituita da alcune parole
cliccabili che fluttuano nello spazio 3d. Queste parole inizialmente erano
poste verticalmente, ma alla fine si è scelto di posizionarle in
orizzontale.
Le parole sono poste su piani diversi che è possibile far ruotare nello
spazio tramite delle frecce ma anche cliccando sopra le parole stesse
cambia la prospettiva di visione.
Inoltre cliccando sopra ciascuna delle parole principali si apre un gruppo
di altre parole minori correlate che a loro volta portano su un’altra
pagina web.
L’esempio fatto vuole essere solo uno spunto grafico da cui partire.

Un’altra versione le parole sono disposte verticalmente quasi a voler


ricordare degli edifici stilizzati. Il navigatore muovendo il mouse e la
rotella può avvicinarsi o allontanarsi o cambiare il punto di vista delle
parole fino ad arrivare al contenuto desiderato, come mostrano gli
screenshot seguenti.
45
L’alternativa era disporre le parole orizzontalmente, per agevolare la
lettura delle stesse. Sono state fatte delle prove prima
tridimensionalmente sfasando i piani dello spazio in cui queste erano
adagiate.

46
Si è pensato quindi di dare un colore per sezione in modo da facilitare
la distinzione fra una parola e l’altra. Lo sfondo si è mantenuto nero, in
linea con le linee guida tenute per gli schemi dinamici sugli
elettrodomestici.

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48
Nelle due immagini si osserva il menu principale a tutto schermo, nella
prima, e il menu con una delle parole cliccate (“news”) con i relativi
sotto-argomenti disposti attorno alla parola.

Dopo una successiva analisi si è compreso che la struttura così com’era


andava a rallentare troppo la lettura delle parole, e lo spessore delle
lettere tridimensionali andava ad appesantire graficamente la pagina. I
colori inoltre risultavano poco accattivanti e pochi vicini alla grafica 2.0
che volevamo seguire.
Si è passato quindi a una grafica bidimensionale dai colori più accesi.
Contemporaneamente si è pensato a dove collocare i diversi contenuti.

Schema relativi ai contenuti della prima pagina in cui si piega che la i va


al centro e perché, logo di fondo, parole sparse, traduzione italiano
inglese, freccine.
Inoltre si è pensato di dare la possibilità all’utente di poter cambiare
prospettiva alle parole per comunicare la possibilità di cambiare punti di
vista, appunto, cambiare le regole. Si è aggiunto quandi un pannello di
controllo intuitivo tramite il quale l’utente può far ruotare le parole nello
spazio, oppure cliccando su una di esse andare a zoomare sulla sezione
interessata e sulle parole ad essa relative. Si deve dare inoltre la
possibilità all’utente di poter richiudere le parole di secondo livello, così
come poterle aprire tutte contemporaneamente, così come avveniva per
gli schemi dinamici degli elettrodomestici. Si è arrivati quindi a una
prima pagina così formata:

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Sono state fatte numerose correzioni grafiche per raggiungere una
massima leggibilità della pagina, eliminando il logo di sfondo,
semplificando le parole del menu e del sottomenu, diversificando la
voce “i”, ossia informazione, poiché presenta dei contenuti di diverso
tipo rispetto.
Si è andato a modificare anche la grafica delle frecce.

50
Si è arrivati quindi a questa versione:

51
Per quanto riguarda le altre pagine del sito, si è tenuta una struttura più
classica e la navigazione risulta essere più tradizionale.

Si è cercato però di teorizzare i contenuti precedentemente per


comprendere come andarli a collocare nello spazio, prima di tentare a
occhi chiusi una grafica. Si è definito in questo modo un sistema di
navigazione.

Un buon architetto delle informazioni infatti non può fare a meno di


conoscere tutti gli standard della navigazione, standard che di fatto
costituiscono gli strumenti operativi del dialogo con il visitatore.
Come abbiamo visto in precedenza, lo scopo della navigazione è:
- presentare ai visitatori, con il percorso più user-friendly, la
classificazione degli elementi del sito, così che possano trovare
velocemente il contenuto che cercano;

52
- assicurare che i visitatori sappiano sempre in che parte del sito si
trovano;
- permettere ai visitatori di muoversi velocemente e in modo logico
attraverso il sito web;
- dare ai visitatori i riferimenti appropriati del contenuto che stanno
leggendo;
- fornire esempi di contenuti che l'organizzazione vuole promuovere.

Area grigia

I sistemi di navigazione sono uno degli elementi costitutivi


dell'architettura informativa di un sito (insieme alla struttura
concettuale e ai sistemi di etichettatura). Esempi di sistemi di
navigazione sono le barre di navigazione, le breadcrumbs, le mappe del
sito, gli indici analitici, gli indici sinottici. Sistemi di navigazione fatti
male sono una causa frequente di malfunzionamenti e di bassa usabilità
e accessibilità di un sito.
Rispetto alla distinzione che abbiamo discusso nel libro (forma e
sostanza, espressione e contenuto), vorrei proporre le seguenti
riflessioni per arricchire ulteriormente quanto discusso nei capp. 4 e 5
del libro sui sistemi di navigazione.
Si parla di sistema di navigazione per intendere un insieme di regole
e convenzioni su come organizzare la navigazione (e in generale
l'interazione) nel sito. Un sistema di navigazione si compone di vari
componenti di navigazione (una singola pulsantiera, menu, etc.).
Un componente di navigazione, a sua volta, sopperisce ad uno scopo, si
basa su qualche schema di accesso (filtro, sequenziale, indicizzato) e
qualche schema di orientamento (di stato, di percorso, di destinazione;
si veda il cap. 4, pagg. 85 e seguenti), è dotato di una determinata
espressione e viene implementato in determinati modi.
Fine area grigia

53
Questo grafico sta ad indicare i contenuti principali della pagina internet
raggiunta dopo aver ciccato una delle parole della prima pagina-menu.
Al centro ci stanno i contenuti della pagina con i relativi link (quali link a
pagine esterne, link per il download di video etc.)
I colori della grafica e delle parole principali, quali i titoli, devono
riportare al colore della parola del menu selezionata nella prima pagina.
Collegata ai contenuti, quindi in una prima fascia di lettura, vi è
l’interfaccia. Questa comprende il menu principale, che riporta le sotto-
voci della sezione selezionata, la navigazione globale e un pulsante che
permette di riportare alla pagina principale. Con navigazione globale si
intende quel menu che fornisce accesso a parti del sito che sono
sempre le stesse e che non cambiano da pagina in pagina; in un certo
senso la barra globale offre delle "scorciatoie" verso luoghi privilegiati
del sito.
Attorno a questi occorre definire il punto in cui ci troviamo, quindi, il
nome della sezione scelta, che riporterà il colore che quella voce del
menu ha nella prima pagina, il nome del sito, Eldomsystem con relativo
logo, e il nome degli autori del sito, Disegno Industriale e Ceced,

54
posizionati come nella prima pagina.

Si è arrivati poi a collocare questi contenuti nello spazio.

Eccone un esempio:

55
Da qui si è passati alla grafica delle pagine del sito. Queste voglio
riprendere la grafica della pagina iniziale sia per il posizionamento di
alcuni contenuti sia per la grafica stessa, priva di elementi aggiuntivi
che possono andare ad appesantire il sito affaticandone la lettura. Sono
le parole stesse che andandosi a collocare nel testo creano la grafica.

56
57
58
59
vedi pdf da fare bello!

È stato quindi realizzato un modello di prova del sito internet. Partendo


dalla grafica

60
ALLEGATI INTERNI alla sezione da fare

Contenuti:
Vengono ora presentati i contenuti di alcune delle pagine presenti nel
sito. Non vengono spiegate quelle pagine in cui i contenuti dipendono
solo e strettamente l’utente del sito stesso.

I:
SI è deciso di utilizzare solo la lettera i per indicare la sezione delle
informazioni. La lettera scritta con un carattere diverso rispetto agli altri
rimanda subito alla grafica dei centri di informazione turistica di una
città. Viene quindi ripreso il concetto di piazza virtuale, dove le parole
sono le direzioni da prendere e la i ne spiega la navigazione.
Chi siamo
In questa sezione vengono elencate le varie istituzioni che
partecipano al progetto. In primo luogo l'ente organizzatore ovvero il
Corso di studi in Disegno industriale, con l'elenco delle persone
coinvolte: studenti, laureandi, docenti e ricercatori. Quindi le
associazioni partecipanti, tra cui il Ceced. Da questa sezione si ha un
collegamento alla ricerca applicata o di base e all'elenco delle
aziende.
Mission
la nostra mission come università, e in particolare come corso di
studi in Design del prodotto ecocompatibile, ha come primo obiettivo
quello di guardare al futuro. Dopo anni di collaborazioni e workshop
tra università e industria si è presentata l'esigenza di un sito web che
permetta di creare uno stretto dialogo tra il mondo della ricerca e
quindi dell'università, e quello della produzione, e quindi
dell'industria.
Una sorta di aula magna virtuale a cui possono prendere parte
esperti del settore, studenti e giovani creativi, docenti, e persone
qualunque interessate all'argomento, di grande interesse poiché gli
elettrodomestici sono nella nostra casa, ci circondano, arriviamo
persino ad instaurare un rapporto affettivo con loro .

61
Un luogo in cui si possa discutere di progetti proposti dall'università,
di concept sviluppati dalle industrie; in cui si possano scambiare file
attraverso percorsi protetti.
Come navigare
Video di spiegazione
???????????????????????????????????????
- cambiare la lingua
- cliccando su una parola si aprono altre parole e si zoomma su quel
punto
- come chiudere le parole
- come tornare alla vista principale
- come far ondeggiare le parole (freccette)
- accedere ai siti politecnico e ceded cliccando sui due link in basso
- i link rimandano a pagine esterne
- loggarsi / registrarsi
- perché registrarsi? Cosa si può vedere?
- Pagina esterna del sito (le pagine del sito)
- Usare il pdf che ho fatto per spiegare a bista il sito

Per poter accedere alle parti riservate è necessario registrarsi, perciò


nella schermata iniziale viene data questa possibilità cliccando in alto a
destra sui termini “login” o “registrati”.
Il log-in è la procedura attraverso la quale un utente può accedere a un
servizio riservato attraverso uno username e una password.

Per registrarsi è sufficiente inserire un nome utente (può essere il


proprio nome reale o uno pseudonimo) e una password. Il sistema non
consente l'inserimento di un nome utente già in uso. La creazione
dell'utente è una operazione da fare "una tantum"; le volte successive
basta eseguire il login, inserendo il nome utente e la password scelti,
per essere riconosciuti dal sistema.

Le modifiche apportate dagli utenti che hanno eseguito il login sono


registrate a loro nome.

Come detto in precedenza vi sono diversi livelli di iscrizione a seconda

62
che uno intenda pagare e quindi accedere a più parti e partecipare più
attivamente oppure no.

63
Web 1.0 - 2.0 - 3.0
Il 2004 ha visto la diffusione di un nuovo termine associato ad Internet:
il Web 2.0.
Senza fare rumore questo nuovo termine sta in realtà entrando nelle
vita di moltissimi italiani, segnandone le abitudini, così come il modo di
cercare, consumare e specialmente condividere informazioni.
Molte persone utilizzano YouTube per condividere e visionare video,
Wikipedia per le ricerche scolastiche, pubblicano il proprio album
fotografico utilizzando Flickr, gestiscono e leggono Blog di persone più o
meno autorevoli e molto altro.
Tutto questo senza aver mai sentito nominare il termine Web 2.0, a
dimostrazione del fatto che il nome conta decisamente meno del livello
di adozione di una tecnologia da parte degli utenti.
Il Web 2.0 è quindi un ambiente in cui si sono sviluppati e continuano a
svilupparsi i siti e quelle applicazioni che mettono il controllo del
contenuto (sia generato direttamente che non) nelle mani dell’utente.
I punti cardine di questa evoluzione del Web risultano quindi essere la
partecipazione degli utenti (e di conseguenza il formarsi di
un’intelligenza collettiva), la trasformazione dei dati (remixability) e la
loro creazione da parte degli utenti (User-generated content) ed infine il
cambiamento di rotta del design centrato sulle esigenze dell’utente.
Dare una definizione chiara e precisa di cosa sia il Web 2.0 è impossibile
in quanto risulta essere ancora un’espressione giovane i cui contorni
sono difficilmente definibili ma ciò che è certo è che il Web sta
attraversando un periodo di innovazione che non si può ignorare.

Il Web 2.0
Inizialmente il Web è stato concepito per collegare tra di loro vari
documenti ipertestuali statici, dando vita alla definizione di Web 1.0.
Con l’approdare dei primi sistemi di memorizzazione dati (database) e
linguaggi lato server, si è assistito alla nascita di siti dinamici, come ad
esempio bacheche online e forum, progredendo così nel concetto di
Web 1.5.

64
Tutto ciò comporta dei vantaggi sia per gli sviluppatori e gestori di
contenuto (che potranno aggiornare facilmente il loro sito), che per i
navigatori (che avranno sempre il contenuto aggiornato e con maggiori
opportunità di interazione e filtraggio dati).
Con l’utilizzo di linguaggi lato client che aggiungono interattività al sito,
di fogli di stile che permettono di formattare il contenuto come meglio si
vuole, si può dar vita a delle vere e proprie Applicazioni Web che a volte
non hanno niente da invidiare alle classiche Applicazioni Desktop.
L’incremento di versione del Web non si riferisce ad un aggiornamento
delle specifiche tecniche del World Wide Web bensì ad un utilizzo
diverso della piattaforma web da parte degli sviluppatori.
Il Web 2.0 è quindi un termine usato per indicare uno stato di evoluzione
del Web.
Dal 2004 in poi si è potuto assistere a questa evoluzione con la nascita
di nuovi servizi e
applicazioni che ormai sono entrati a far parte dell’abitudine di molti
navigatori.
Il termine Web 2.0 fu coniato durante una conferenza tenutasi presso
O’Reilly Media dove il vicepresidente di O’Reilly fece notare che la rete
stava attraversando un periodo di rinnovamento e di crescita che non si
poteva ignorare.
Dare una definizione concisa e chiara di cos’è il Web 2.0 è molto difficile
per il semplice fatto che non tutti concordano che sia un’innovazione
bensì una normale evoluzione del Web. Tim O’Reilly ha provato a darne
una definizione compatta

Web 2.0 is the business revolution in the computer industry caused by


the move to the internet
as platform, and an attempt to understand the rules for success on that
new platform. Chief
among those rules is this: Build applications that harness network
effects to get better the more
people use them.

Da questa definizione si può capire il fulcro del Web 2.0 ossia vedere il
web come una piattaforma sfruttandola il più possibile.

65
Con questa espressione viene inteso il progressivo uso di applicazioni
web (quindi non installati sulle macchine di chi ne fa uso) le quali a loro
volta portano sempre una maggiore presenza continuativa online degli
utenti.
Il fatto stesso di etichettare con un numero di versione questa
innovazione fa capire l’analogia con le classiche applicazioni desktop
che siamo normalmente abituati ad utilizzare.
Molti sostengono che la “business revolution” sia in un certo senso la
conseguenza di una “consumer revolution” ossia l’utente non vuole più
essere passivo di fronte a questo mezzo di comunicazione, ma vuole
partecipare attivamente alla sua crescita.
Gli utenti non voglio solo usare il Web, ma farlo.
Il Web 2.0 esprime tecnologie in grado di incrementare le possibilità di
partecipazione ed approfondimento; è un nuovo punto di vista, è la
volontà di diventare imprenditori consapevoli delle proprie opportunità,
comunità consapevoli del loro potere e del proprio potenziale.
Vedere questa innovazione solo dal punto di vista tecnico è quindi un
errore.
Russell Shaw ha una visiona molto critica a riguardo:

[…] But Web 2.0 does not exist.


First of all, Web 2.0 is a marketing slogan.

A sostegno di ciò, l’autore si limita a leggere la definizione di Wikipedia:

The term "Web 2.0" refers to what some people see as a second phase
of development of the
World Wide Web, including its architecture and its applications.
It was coined by Dale Dougherty during a meeting between O’Reilly and
Associates (a
computer book publisher) and MediaLive International (an event
organizer) as a marketable
term for a series of conferences.

Gli scettici sostengono che il termine Web 2.0 non ha un vero e proprio
significato, in quanto questo dipende esclusivamente da ciò che i
propositori decidono che debba significare per cercare di convincere i
media e gli investitori che stanno creando qualcosa di nuovo e migliore,

66
invece di continuare a sviluppare le tecnologie esistenti (quindi
puramente per motivi di marketing).
Se per loro il concetto di Web 2.0 non esiste o non ha propriamente un
significato, che cos’è?
E’ la consapevolezza degli utenti e sviluppatori di poter sfruttare al
meglio uno strumento di comunicazione innovativo come Internet
mediante la partecipazione attiva degli utenti, condivisione delle
informazioni e molto altro.
In questo modo si può modificare in maniera più o meno radicale la
concezione di uso della rete e delle informazioni spezzando il sistema
gerarchico formato da amministratore e utente e innovando le regole
nella produzione di modelli di comunicazione.
È indiscutibile che il processo di trasformazione del Web 2.0 sia lungo e
per molti versi dall’esito ancora sconosciuto.

Dal Web 1.0 al Web 2.0


Come è facilmente intuibile, dal punto di vista tecnologico, il Web 1.0 e
Web 2.0 sono uguali perché condividono gli stessi protocolli di base
quali TCP/IP e HTTP.
Il concetto di base delle relazioni tra contenuti rimane quindi ancora
l’ipertesto che permette di dare una struttura semantica ai documenti
ipertestuali.
Nello brainstorming iniziale svolto da O’Reilly sono state messe in rilievo
alcune differenze tra i due modi di fare e vivere il web.

Web 1.0 Web 2.0


Siti personali Blogging
Sistemi di gestione contenuti Wiki
Stickiness Syndication

La pianificazione e costruzione di un sito personale ha sempre richiesto


tempo e conoscenze.
Molto spesso per costruirsi un sito web personale occorreva sapere:
- Linguaggio HMTL;
- Linguaggio CSS;

67
- Linguaggio Lato Server (PHP, ASP, ecc…);
- Linguaggio di Interrogazione Database (SQL, MYSQL, ecc…).
Questo ostacolo faceva da filtro a quegli utenti che volevano esprimersi
ma che non avevano le conoscenze tecniche per farlo.
Con la nascita dei blog tutto è risultato più facile, infatti, qualsiasi
persona può aprirsene uno e condividere ogni tipo di informazione.
La tecnologia Wiki è il punto di arrivo della gestione dei contenuti
perché ne implementa tutti i paradigmi: permette a ciascun utilizzatore
di aggiungere contenuti ma anche di modificare contenuti esistenti
inseriti da altri utilizzatori; con la stessa semplicità si possono
aggiungere ed eliminare pagine.
Per stickiness si intende quel contenuto atto a far ritornare l’utente più
volte sullo stesso sito e quindi creare di fatto una community che è
sinonimo di un alto indice di fidelizzazione degli utenti.
Con il syndication invece non si vuole obbligare l’utente a ritornare nel
sito per visualizzarne il contenuto bensì glielo si rende disponibile sotto
altra forma in modo da renderlo maggiormente fruibile ed esportabile
(naturalmente indicando il tipo di licenza utilizzato).
C’è un denominatore comune: la voglia di condividere e partecipare nel
modo più facile e veloce possibile

I punti cardine del Web 2.0


Markus Angermeier per rendere più chiari quali sono i concetti che
fanno da spalla alla definizione di Web 2.0 ha costruito una mappa
mentale (vedi foto).
Una mappa mentale (o mind-map) è una forma di rappresentazione
grafica che parte da un argomento centrale che viene sviluppato e
ampliato seguendo una logica radiale (con vincoli di tipo associativo).

68
Come si può notare, i termini che hanno a che fare con il Web 2.0 sono
molti a dimostrazione del fatto che l’argomento è piuttosto complesso e
difficilmente definibile con chiarezza.
Partecipazione
L’architettura di Partecipazione del Web 2.0 ne sta decretando il suo
successo soprattutto a livello di diffusione.
L’intuizione principale è che il Web deve essere solo lo strumento per
permettere agli utenti di partecipare e condividere informazioni tra loro.
I nuovi modelli multimediali hanno procedure di sviluppo e fruizione che
sempre più si avvicinano e intrecciano i modelli di sviluppo Open
Source, nei quali l’interazione tra gli utenti è non solo l’effetto del
servizio ma fonte di sviluppo e crescita del sito stesso.
Federico Moro definisce questo fatto una metamorfosi da virtuale a
reale ossia la comune accettazione sociale di fruizione del mezzo che
diventa quindi non più una simulazione del mondo ma un elemento
reale che vi fa parte.
Questa consapevolezza sta portando all’evoluzione del Web che sfrutta
quindi la potenza dell’intelligenza collettiva.

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L’hyperlinking, il fondamento del Web, viene utilizzato per sfruttare la
collettività: gli utenti inseriscono nuovi concetti e documenti che
saranno aggiunti nella struttura del web e successivamente scoperti da
altri utenti (che potranno diffonderli mediante altri collegamenti).
Le connessioni del Web, in questo modo, crescono organicamente come
risultato dell’attività di partecipazione degli utenti.
Se consideriamo un documento linkato da 50 persone e uno da 20
persone possiamo dedurre (nella maggior parte dei casi) che il primo sia
più “famoso” del secondo e che di conseguenza abbia un potere
informativo maggiore.
Il PageRank, termine nato e portato avanti dal più famoso motore di
ricerca Google, è facilmente riconducibile al concetto di popolarità
descritto sopra che è tipico delle relazioni sociali umane.
Si può benissimo paragonare al sistema di votazione standard dove
chiunque abbia una pagina web avrà diritto di voto ed esprimerà la sua
preferenza attraverso collegamenti presenti nella suddetta pagina.
Ai siti che hanno un PageRank elevato viene attribuito loro una notevole
autorevolezza e quindi il loro “voto” risulterà più influente nella
determinazione del PageRank dei siti da esso collegati creando, di fatto,
una gerarchia.
Naturalmente il PageRank non è l’unico parametro tenuto in
considerazione per fornire risultati di ricerca migliori perché risulta
molto importante anche l’esame delle caratteristiche di una pagina web
ad esempio studiando la frequenza delle parole in essa presenti.

70
Rappresentazione grafica del PageRank.

La definizione di PageRank [6] che Google fornisce:


Basato sullo specifico carattere "democratico" del Web, PageRank
sfrutta la vastissima rete di
collegamenti associati alle singole pagine per determinarne il valore. In
pratica, Google interpreta un collegamento dalla pagina A alla pagina B
come un "voto" espresso dalla prima in merito alla seconda. Tuttavia,
non si limita a calcolare il numero di voti, o collegamenti, assegnati a
una pagina. Oltre a effettuare questo calcolo, Google prende in esame
la pagina che ha assegnato il voto. I voti espressi da pagine "importanti"
hanno più rilevanza e quindi contribuiscono a rendere "importanti"
anche le pagine collegate.
Si presenta quindi di fondamentale importanza la funzione dell’utente
per la creazione di un database contenente i dati veri e propri (in questo
caso l’autorevolezza di un sito): il vero servizio lo offre quindi l’utente.
Questa tipologia di partecipazione è piuttosto indiretta nel senso che
l’utente non è consapevole di come sono usati ed elaborati i propri
collegamenti (può benissimo non aver mai sentito parlare di Google),
ma è la stessa Google che esaminando le varie pagine Web ne ricava il
rispettivo PageRank.
Diventare un'arena tecnologicamente collaborativa e orientata alle
relazioni tra pari, aprendo alle masse quei processi prima gestiti solo da
chi era in possesso della patente di esperto è il grido di battaglia di

71
questa innovazione del Web; ma è proprio così? È un’intelligenza
collettiva?
Nella partecipazione diretta degli utenti possiamo assistere a dinamiche
tipiche della vita quotidiana ed in particolar modo al fatto che non tutti
gli individui contribuiscono in prima persona ai processi collettivi; spesso
solo un'esigua minoranza determina i comportamenti di una grande
maggioranza silente e inattiva dando vita ad una specie di cascata
informativa.
Jacob Nealsen riassume molto bene il concetto esponendo la regola
dell’1% o 1:9:90:

Quindi se noi abbiamo 100 utenti noteremo che:


- 1 utente partecipa attivamente con contenuti propri;
- 9 utenti partecipano in maniera discontinua svolgendo mansioni di
minimo impegno;
- 90 utenti fruiscono passivamente del servizio.

Detto ciò è facile creare 2 tipologie di utente:


- Utente attivo (10% del totale): che partecipa in maniera più o meno
attiva inserendo contenuti propri ed originali;
- Utente passivo (90% del totale): si limita a leggere le informazioni ed
eventualmente a diffonderle.

72
Si stima che il numero dei visitatori globali di Internet siano poco più di
un miliardo avendo quindi circa 900 milioni utenti passivi e 100 milioni
utenti attivi.
Jacob Nealsen definisce tutto ciò come “Participation Inequality”
affermando quindi che l’intelligenza non è poi così collettiva bensì
connettiva.
Questa manifestazione di disuguaglianza non è però definibile come
ingiusta perché in ogni momento un utente passivo può trasformarsi in
attivo e viceversa.
L’unica conseguenza diretta di ciò è che l’insieme di utenti attivi molto
probabilmente non sarà rappresentativo della totalità dei navigatori e
questo può influire negativamente in molte occasioni tipo lo studio del
riscontro degli utenti (Customer feedback) o delle loro recensioni
(Reviews).
La sfida non è quella di eliminare l’ineguaglianza partecipativa ma di
diminuire il divario esistente e quindi riuscire a coinvolgere di più il 10%
degli utenti che già sono orientati alla partecipazione.
Per fare ciò Jacob Nealsen ritiene che sia di fondamentale importanza:
- Facilitare la collaborazione rendendola più immediata e usabile;
- Automatizzare alcuni meccanismi di relazione utilizzando al meglio i
dati esistenti:
- Modificare, non creare: l’utente preferisce modificare strutture dati
predefinite piuttosto che creare contenuti nuovi;
- Ricompensare in modo adeguato gli utenti per stimolarne l’attività
partecipativa mediante ricompensa economica o trattamenti
preferenziali;

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- Promuovere gli utenti di qualità introducendo meccanismi di
valutazione della reputazione.
Facilitare la collaborazione vuol dire scomodare l’utente il meno
possibile e di conseguenza rendergli la vita più semplice.

Un altro fenomeno di successo che fa leva sul concetto di comunità e


contenuto generato dagli utenti è Second Life ossia un mondo virtuale
dove ogni utente può costruire il proprio alter ego come meglio crede.
Da notare come i residenti di questo mondo utilizzino una moneta
virtuale che in ogni momento può essere convertita in moneta reale.

La democrazia che sta dietro al concetto di partecipazione collettiva e


UGC porta con se un problema da non sottovalutare: il controllo del
contenuto.
Risulta quindi di fondamentale importanza avere a disposizione un
sistema di reputazione atto a svolgere da filtro partecipativo.

Ecco alcuni esempi di siti a web 2.0 basati proprio sui contenuti degli
utenti:

74
75
Un altro esempio di web 2.0 sono i blog: contrazione di web log ossia
“traccia su rete”, un sito dove l’autore scrive degli articoli che vengono
poi visualizzati in ordine cronologico inverso (cioè dal più recente al più
vecchio).
La struttura del sito è solitamente costituita da un programma di
pubblicazione guidata che consente di creare in maniera molto semplice
delle pagine web (a cui è associato un permalink ossia un link che punta
direttamente all’articolo in questione) corrispondenti agli articoli che
vogliamo rendere pubblici.
La stabilità dei permalink è una proprietà auspicabile quando è
probabile che i contenuti vengano citati e ne venga fatto un
collegamento da fonti esterne all'organizzazione originale oppure
quando nell'ambito della stessa organizzazione la complessità del sito
web cresce oltre le poche pagine. I permalink sono tipicamente costituiti
da stringhe di caratteri che rappresentano data ed ora dell'inserimento
e qualche altro identificativo dipendente dal sistema (che include di
solito l'URL base e l'autore).

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Se un articolo viene modificato, rinominato o spostato, il suo permalink
rimane lo stesso mentre se un articolo viene cancellato, il suo permalink
non può più essere riutilizzato.
La parte di visualizzazione del blog molto spesso può essere
personalizzata con vesti grafiche dette template che risultano molto
facili da installare. La facilità di pubblicazione di un articolo è
accompagnata dalla semplicità con cui gli utenti possono commentarli:
in questo modo si viene a formare una comunità dedita allo scambio di
riflessioni, critiche inerenti ciascun articolo.
Oltre ai commenti esistono i trackback ossia un meccanismo per la
comunicazione e la notifica tra due risorse: quando l’autore del blog fa
riferimento ad un post scritto da un altro blogger, il primo può avvertire
il secondo eseguendo un trackback verso il blog citato.
Quindi in questo caso il blog riceve una serie di ping da altri blog e
solitamente mostra sotto ad ogni post l'elenco dei ping ricevuti e riferiti
a quello specifico post.

Funzionamento del Trackback.

Il trackback lavora nel seguente modo:


1. i blogger leggiamo il post contenuto in un altro blog;
2. Scrivono il post ricordando di inserire nel trackback l’indirizzo del post
che citiamo o di cui facciamo riferimento;
3. Una volta pubblicato il post, il blog esterno viene avvisato della
pubblicazione del nostro post mediante la ricezione del trackback. In
77
questo modo si vengono a formare dei legami molto forti tra post
appartenenti a blog diversi aumentando le possibilità di dialogo (e di
tracciamento).
Technorati, motore di ricerca dedicato al mondo dei blog, tiene traccia
di ben 83 milioni di blog dimostrando come questo fenomeno sia
divenuto molto popolare.

La maggiore parte dei blogger (ossia chi gestisce un blog) usa il blog
come diario personale, per far conoscere i propri sentimenti e le proprie
opinioni ai lettori che possono avere a loro volta un blog.
Sono molto diffusi anche i blog tenuti da giornalisti, oppure i blog
umoristici e autoironici, impegnati, satirici, "televisivi" o umoristici; non
mancano infine blog di scrittori o di poesia. Insomma chiunque può
aprirsi un proprio blog e scriverci liberamente ciò che gli pare.
Questa libertà di espressione da parte dell’autore del blog e di chi lo
commenta ha fatto impensierire Tim O'Reilly a tal punto da indurlo a
scrivere un codice di condotta per i bloggers .

Le regole principali sono le seguenti:


- Assumersi la responsabilità di ciò che si dice, riservandosi il diritto di
limitare sul proprio blog i commenti che non corrispondono ai propri
standard;
- Non dire nulla in Rete che non si direbbe di persona;
- Qualora si manifestino tensioni, è preferibile usare canali privati prima
di rispondere pubblicamente;
- Se si ritiene che qualcuno stia ingiustamente attaccando un altro, è
opportuno prendere provvedimenti;
- Ignorare le persone che insistentemente scrivono commenti sgradevoli
alla persona o al blog;
- Incoraggiare i fornitori di hosting ad applicare le loro condizioni di
servizio in modo più rigoroso, in modo da evitare la nascita di blog
fraudolenti o dal contenuto che possa molestare i visitatori o altri
bloggers.

78
Con queste semplici regole Tim O'Reilly fa capire che la rete non deve
essere un’anarchia di senza nome, ma un luogo di incontro e
comunicazione.
Il valore dei blog aziendali risiede nel facilitare la comunicazione con i
consumatori e nell'aiutare a ottenere visibilità attraverso i motori di
ricerca.
Da notare come un blog aziendale non può essere una serie di
comunicati stampa formattati in maniera diversa, ma il suo compito
principale sarà quello di saper trasformare l’informazione in
comunicazione.
Una variazione del blog è il tumblelog ossia che favorisce una forma
abbreviata di comunicazione arricchita da multimedialità, rispetto a
quelli che sono i lunghi editoriali frequentemente associativi ai blog.
La forma di comunicazione comunemente usata include collegamenti,
fotografie, citazioni, dialoghi di chat e video.
A differenza dei blog questo formato è frequentemente usato dall'autore
per condividere creazioni, scoperte, esperienze senza la necessità di
commentarle.
Con la diffusione della banda larga si sono diffusi i blog focalizzati sulla
fotografia, video e audio mediante podcasting.
Il podcasting indica una risorsa audio/video fruibile in qualsiasi
momento, scaricata automaticamente in formato mp3 (o altro) dal sito
dell'emittente e salvata nella memoria di un dispositivo per la
riproduzione.
Anche il mondo del giornalismo, della politica e della comunicazione si è
interessato al podcasting Anche il mondo accademico e quello delle
istituzioni hanno dimostrato interesse per questo metodo di diffusione di
contenuti multimediali.
Detto ciò è facilmente intuibile come, tramite un blog, l’autore possa
comunicare in tutti i modi con i propri visitatori e scambiare le idee
liberamente.
Il marketing non è dato solo dai blog aziendali ma anche quelli
pubblicitari: con l'avvento ed il successo riscosso dai blog quindi non

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potevano mancare tecniche di spamming che riguardano anche questa
nuova recente categoria di media.
Esistono varie tecniche di spamming:
- Splog, cioè spam blog, sono blog che gli autori usano solo per
promuovere siti web affiliati. Lo scopo é quello di incrementare il
PageRank dei siti affiliati;
- Tramite sistemi automatici vengono inseriti commenti e trackback
contenenti link che si vuole pubblicizzare.
La possibile soluzione per risolvere in parte il secondo problema è quello
di escludere a priori la pubblicazione dei commenti contenenti
determinate parole (ad esempio Viagra).

Un sistema antispam molto efficace (utilizzabile anche al di fuori del


contesto blog) è CAPTCHA ossia un piccolo test atto ad accertare se
l’utente è un umano oppure un sistema automatico (bot).
Un test CAPTCHA tipicamente utilizzato è quello in cui si richiede ad un
utente di scrivere quali siano le lettere o numeri presenti in una
sequenza di lettere o numeri che appaiono distorti o offuscati sullo
schermo (e quindi difficilmente comprensibili con sistemi OCR).

Esempio di distorsioni del testo usato in CAPTCHA.


Usabilità
L’International Standard Organization definisce l’usabilità come
l'efficacia, l'efficienza e la
soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati
obiettivi in determinati contesti.
Wikipedia riassume ciò come il grado di facilità e soddisfazione con cui
l'interazione uomostrumento si realizza.

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Di recente il guru dell'usabilità Jacob Nielsen ha rilasciato un'intervista
alla BBC denunciando il pericolo che il Web 2.0 dimentichi le regole base
per soddisfare l'utente: troppa grafica, poca usabilità e accessibilità.
I siti di nuova generazione sarebbero troppo concentrati nel fornire
strumenti di personalizzazione e condivisione senza curarsi della loro
facilità d'uso, dimenticando le regole base del web design.
I principi da non dimenticare per creare un buon sito usabile sono:
- Facilità di utilizzo;
- Possibilità di ricerca interna;
- Usare un linguaggio naturale e non tecnico;
- Progettare prima di implementare;
- Fare test di usabilità.
Nielsen afferma che i concetti di comunità, condivisione di contenuti
auto-prodotti e interfaccia dinamica non sono brutti, ma dovrebbero
essere sviluppati solo sulla base degli elementi fondamentali di design
appena elencati.
Non tutti la pensano come il maestro dell’usabilità, ad esempio
Read/Write Web lamenta il fatto che Nielsen non abbia utilizzato esempi
concreti per le critiche contro il design del Web 2.0.
L’usabilità è quindi un concetto che prescinde dalla versione del Web,
ma è in stretta relazione al sito che stiamo esaminando.
Certo è vero che il web facile da usare, leggibile, comprensibile e sobrio
altro non è che un buon Web 2.0.
Macromedia, anni fa, coniò il termine “Rich Internet Applications” (RIA)
ossia applicazioni che non forniscono solo esperienze multimediali bensì
anche esperienze sulle applicazioni con interfaccia grafica (GUI).

I primi esempi di RIA (utilizzando Javascript e non Flash) sono stati creati
da Google con l’introduzione di GMail e successivamente di Google
Maps ossia applicazioni in grado di raggiungere un livello di interattività
pari a quelle Desktop.
Una delle tecnologie più popolari che hanno contribuito a rendere le
interfacce utente più veloci e responsive è AJAX (Asynchronous
JavaScript and XML).

81
Definirla “tecnologia” è errato perché in realtà è l’insieme di alcune
tecnologie:
- Presentazione standard usando XHTML e CSS;
- Visualizzazione dinamica e interattiva usando il DOM (Document
Object Model);
- Scambio e manipolazione dati utilizzando XML e XSLT (ma non solo);
- Recupero dati asincroni utilizzando XMLHttpRequest;
- Javascript che fa da collante a tutte le tecnologie appena elencate.
Tramite l’utilizzo intelligente di Javascript gli sviluppatori web sono in
grado di creare RIA di valore quasi equivalente alle applicazioni
Desktop.
Naturalmente l’abuso di queste tecnologie non sufficientemente
supportate da implementazioni di supporto può creare problemi gravi a
livello di accessibilità (basti pensare agli utenti che utilizzano browser
testuali o di supporto alle varie forme di handicap).

Impronta grafica
Il Web 2.0 ha portato un’innovazione anche allo stile grafico adottato dai
siti e dalle varie applicazioni Web. Verrà stilata una lista atta a
riassumere gli elementi grafici comuni a moltissimi siti Web 2.0
spaziando dallo studio dei font ai colori utilizzati.
Il Web 2.0 ha portato anche ad una “rivoluzione” grafica a cui molti siti
si sono adeguati.
Il sito WebDesignFromScratch.com [30] ha scritto un articolo molto
interessante che raccoglie gli elementi grafici comuni a molti
siti/applicazioni del Web 2.0.
Il primo punto chiave è la semplicità che non vuol dire minimalismo
bensì mettere a disposizione dell’utenza tutto il necessario senza
eccedere.
In questo modo si catturerà meglio l’attenzione dell’utente sulle aree di
contenuto più importante senza distrarlo in alcun modo e aiutandolo
nella ricerca delle informazioni.

82
Molto spesso il sito viene centrato all’interno del browser lasciando gli
spazi bianchi ai due estremi dello schermo: in questo modo la grafica
del sito risulta più bilanciata.
Il contenuto all’interno del sito molto spesso viene diviso in colonne che
devono essere in quantità ridotta (solitamente da 2 a 4) in modo da non
confondere l’utente esponendo in maniera chiara tutte le informazioni.
Dividere il contenuto principale dal resto è un altro aspetto grafico che
non viene sottovaluto, infatti, molto spesso c’è una divisione netta tra la
testata della pagina (inclusa l’eventuale barra di navigazione) e il
contenuto principale.
Molto spesso nella parte superiore è inserito un menu di navigazione
facilmente identificabile e facile da usare.
Utilizzando un sistema di navigazione a tab è possibile far capire
all’utente la posizione corrente e le varie possibilità di movimento.

L’utilizzo di font grandi (rispetto al passato) da maggiore enfasi al logo e


quindi all’identità dell’azienda/sito: la stessa cosa vale per la scelta del
bold come stile del testo.
Questi stili vengono utilizzati molto spesso per i messaggi più importanti
o per un elevator pitch ossia un discorso col quale ci si presenta, per
motivi professionali, ad un'altra persona o organizzazione (si chiama
così perché sarebbe il discorso che un imprenditore farebbe ad un
investitore se si trovasse per caso con lui in ascensore, dovendo quindi
essere sintetici e chiari).
Oltre ad utilizzare gli stili del testo per evidenziare porzioni di contenuto
è possibile anche sfruttare i colori “forti” soprattutto per dividere le
varie sezioni del sito.
L’utilizzo delle superfici arricchite con effetti 3D, gradienti, riflessioni è
un altro aspetto grafico del Web 2.0 da non trascurare: in questo modo
si riesce a dare un aspetto solido agli oggetti presenti nel sito
associandoli quindi a qualcosa di reale.
Naturalmente questi effetti non vanno abusati altrimenti si rischia di
rendere il sito “pesante” alla visione dell’utente.

83
Naturalmente vedere il Web 2.0 solo dal punto di vista grafico risulta
alquanto superficiale, però c’è da considerare come questa evoluzione
del Web abbia toccato molti punti: architettura, fruizione, grafica e
molto altro.

Web 3-0
È innegabile che il Web 2.0 stia dando nuova credibilità al web ma c’è
già chi parla di Web 3.0.
Tim Berners-Lee, il co-inventore del World Wide Web, crede molto in una
terza fase di evoluzione del web caratterizzata da un approccio
semantico dove le macchine non si limiteranno ad archiviare i contenuti
ma anche a capirli.
Il Web semantico porterà gli sviluppatori a dover creare software in
grado di rispondere a richieste complesse in modo da estrarre maggior
significato dall’attuale ragnatela di collegamenti.
Il Web 3.0 sarà contraddistinto dall’emergere del “Data Web” ossia
trasformare il Web in un database dove i dati verranno strutturati e
pubblicati in modo da poter essere riutilizzati ed interrogati da remoto.
Per rispondere a richieste complesse è necessario un percorso evolutivo
verso l’Intelligenza Artificiale che porterà l’utente ad interagire con il
Web in modo quasi umano.
Come si può notare il Web è in continua evoluzione con lo scopo
principale di trasformare Internet in uno strumento realmente a portata
di uomo.
In linea con l'Intelligenza Artificiale, il Web 3.0 potrebbe costituire la
realizzazione e l'estensione del concetto di Web semantico. I ricercatori
accademici stanno lavorando per sviluppare un software per il
ragionamento, basato sulla logica descrittiva e sugli agenti intelligenti.
Tali applicazioni possono compiere operazioni di ragionamento logico
utilizzando una serie di regole che esprimano una relazione logica tra i
concetti ed i dati sul Web.
Evoluzione verso il 3D
Un ulteriore possibile percorso del Web 3.0 è verso la visione
tridimensionale coniata dal Web3D Consortium. Questo significherebbe

84
trasformare il Web in una serie di spazi in 3D, in linea con ciò che ha già
realizzato Second Life. Questo potrebbe aprire nuovi modi di connettersi
e di collaborare utilizzando spazi 3D condivisi.

Riferimenti
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http://radar.oreilly.com/archives/2006/12/web_20_compact.html
Russell Shaw, Web 2.0? It doesn’t exist, http://blog.zdnet.com/ip-
telephony/?p=805
Wikipedia, Web 2.0, http://en.wikipedia.org/wiki/Web_2
Markus Angermeier, The huge cloud lens bubble map web2.0,
http://kosmar.de/archives/2005/11/11/the-huge-cloud-lens-bubble-map-
web20/
Federico Moro, Web 2.0: Innovazione applicata ai servizi di Rete,
http://www.openarea.net/Web2.0.pdf
Google, Guida alle funzioni di ricerca,
http://www.google.com/intl/it/why_use.html
Jakob Nielsen, Participation Inequality: Encouraging More Users to
Contribute, http://www.useit.com/alertbox/participation_inequality.html
Christopher Finke, Top 100 Diggers,
http://www.efinke.com/digg/topusers.html
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"$1,000 a month for doing what you're already doing."),
http://www.calacanis.com/2006/07/18/everyones-gotta-eat-or-1-000-a-
month-for-doing-what-youre/
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c0, http://blog.digg.com/?p=74
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http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1569514,00.html
Technorati, About Us, http://technorati.com/about/

85
Tim O'Reilly, Call for a Blogger's Code of Conduct,
http://radar.oreilly.com/archives/2007/03/call_for_a_blog_1.html
Corriere, «Attentato all'Islam»: arrestato blogger,
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/11_Novembre/08/blogger
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Wikipedia, Tumblelog, http://it.wikipedia.org/wiki/Tumblelog
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Simone Carletti, Che cos'è un blog?,
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Wikipedia, Attendibilità dei testi,
http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Attendibilit%C3%A0_dei_testi
Gino Roncaglia, Wikipedia: enciclopedia universale o miniera di errori?,
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http://www.feedburner.com/google
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BBC, Web 2.0 'neglecting good design',
http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/6653119.stm
Read/Write Web, Jakob Nielsen Sounds Off About Web 2.0… Again!,
http://www.readwriteweb.com/archives/jakob_nielsen_sounds_off_at_we
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Hitesh Mehta, I totally disagree with Jakob Nielsen on Web2.0 “Distracts
Good Design”, http://hiteshmehta.in/?p=8
Tim O'Reilly, Levels of the Game: The Hierarchy of Web 2.0 Applications,
http://radar.oreilly.com/archives/2006/07/levels_of_the_game.html
Web Design From Scratch, Web 2.0 How-to design guide,
http://www.webdesignfromscratch.com/web-2.0-design-style-guide.cfm

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