Con lintroduzione della legge 31 dicembre 1996, n. 675, il trattamento dei dati personali stato sottoposto ad una rigorosa tutela( 1 ), ora rafforzata e resa pi organica dal d. lgs. 30 giugno 2003, n. 196, Codice in materia di protezione dei dati personali, modificato appena prima della sua entrata in vigore (1 gennaio 2004) dal d.l. 24 dicembre 2003, n. 354 ( 2 ). Per i fini che qui interessano, opportuno segnalare laffermazione del principio per cui chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano, non espressamente previsto nella precedente normativa (art. 1 Codice) e la garanzia che il trattamento dei dati personali si deve svolgere nel rispetto dei diritti, delle libert fondamentali e della dignit dellinteressato (art. 2). Assumono, altres, rilievo le disposizioni relative al diritto dellinteressato a conoscere lesistenza di dati a lui riferibili e ad ottenere la loro comunicazione nonch ad opporsi al trattamento (7, 8 e 9) e quelle concernenti le modalit del trattamento medesimo ed i requisiti dei dati, con la previsione che i dati personali trattati in
( 1 ) Chi intendeva procedervi doveva infatti notificare una comunicazione dettagliata al Garante per la protezione dei dati personali (art. 7) ed acquisire il consenso espresso dell'interessato (art. 11), che poteva far valere i propri diritti, compreso quello di conoscenza delle notizie raccolte (art. 13), dinanzi all'autorit giudiziaria o con ricorso al Garante stesso (art. 29): sono state altres previste restrizioni in tema di sicurezza (art. 15), utilizzabilit (art. 17) e comunicazione e diffusione dei dati (artt. 19 ss.) e obblighi di informazione allinteressato o alla persona presso cui questi si raccolgono (art. 10). Le disposizioni sono state integrate con i d.lgs. 9 maggio 1997, n. 123, 28 luglio 1997, n. 255, 8 maggio 1998, n. 135, 13 maggio 1998, n. 171, 6 novembre 1998, n. 389, e, da ultimo, con la legge 24 marzo 2001, n. 127. ( 2 ) Le modifiche hanno riguardato gli artt. 132, 181 e 183 del d. lgs. 30 giugno 2003, n. 196, in materia di conservazione e trattamento dei dati relativi alle comunicazioni elettroniche, prorogati di ulteriori trenta mesi per finalit di accertamento e repressione dei delitti di cui allart. 407, comma 2, lett. a), c.p.p. 1 violazione della disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati personali non possono essere utilizzati (art. 11). Meritano, ancora, di essere menzionate le norme in tema di obblighi di informativa allinteressato e di necessit del suo consenso espresso per il trattamento (13 e 23), specie in riferimento ai dati sensibili (art. 26), e le altre ove sono disciplinate le deroghe a tali obblighi (artt. 24 e 26) ed prevista la subordinazione del trattamento di dati giudiziari da parte di privati ad espressa disposizione di legge o a provvedimento del Garante, che specifichino le rilevanti finalit di interesse pubblico del trattamento medesimo, i tipi di dati trattati e le operazioni eseguibili (art. 27) nonch quelle relative ai servizi di comunicazione elettronica (artt. 121 ss.) ( 3 ). Un ruolo notevole hanno, infine, le autorizzazioni generali del Garante per il trattamento dei dati personali in data 31 gennaio 2002, rilasciate ai liberi professionisti (n. 4) e agli investigatori privati (n. 6): utili riferimenti possono venire tratti pure dalle autorizzazioni generali n. 2, concernente il trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, e n. 7, riguardante il trattamento dei dati a carattere giudiziario da parte di privati, di enti pubblici economici e di soggetti pubblici. La validit delle suddette autorizzazioni generali, in scadenza al 30 giugno 2003, stata prorogata al 30 giugno 2004 ( 4 ). Tali disposizioni si intrecciano ed integrano con le norme in materia di indagini difensive di cui al titolo VI-bis del libro V del codice di procedura penale. Va subito rimarcato in linea generale che, se si profilassero contrasti, devono considerarsi prevalenti le disposizioni dettate in materia di investigazioni parallele, le quali trovano origine e fondamento negli artt 24, commi 1 e 2, con laffermazione che il diritto di difesa inviolabile, e 111, comma 3, cost. ove stabilito che nel processo penale la legge assicura alla persona accusata di un reato i diritti di essere informata riservatamente nel pi breve tempo possibile della natura e dei motivi dellaccusa
( 3 ) Rivestono interesse pure le norme in tema di autorizzazioni generali del Garante (art. 40), di trattamento dei dati per ragioni di giustizia (47, 48 e 49) e di tutela amministrativa e giurisdizionale riconosciuta allinteressato (artt. 141 ss.). ( 4 ) Il provvedimento del Garante in data 24 giugno 2003 stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 19 agosto 2003, serie generale, n. 191. 2 elevata a suo carico e di disporre del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua difesa: le ulteriori garanzie riguardanti la necessit che ogni processo si svolga nel contraddittorio fra le parti, in condizioni di parit (comma 2) e pi specificamente per quello penale, nel contraddittorio nella formazione della prova, e la facolt di ottenere la convocazione e linterrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dellaccusa, e lacquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore, resterebbero prive di significato se non fossero accompagnate dal potere di ricerca attiva degli elementi favorevoli ( 5 ). Listituto delle investigazioni difensive, invero, non pi finalizzato soltanto o prevalentemente allesercizio del diritto alla prova in dibattimento, ma divenuto espressione del pi ampio diritto di difendersi nellambito dellintero procedimento ( 6 ) ed addirittura al di fuori di questo (inteso in senso stretto): si pensi, in particolare, al disposto dellart. 391 nonies c.p.p., ma anche allampia previsione dellart. 327 bis c.p.p.. Con la peculiariet, inoltre, di aver trasformato in senso dinamico la funzione difensiva, non limitata, come in passato, al contrasto delle opzioni accusatorie del pubblico ministero, ma destinata a spaziare a tutto campo per la ricerca e raccolta di elementi utili allassistito, fino ad anticipare le iniziative della parte pubblica e a precostituire materiale da presentare direttamente al giudice per le eventuali decisioni che questi debba adottare. N va sottaciuto che questi poteri non riguardano solo linquisito, ma anche la persona offesa dal reato e la parte civile ( 7 )
( 5 ) Secondo P. TONINI, Manuale di procedura penale, Milano 2003, p. 469, la materia trova una garanzia nellart. 2 cost., in quanto esiste un diritto inviolabile della persona umana a svolgere indagini per tutelare un proprio diritto soggettivo, quali, ad esempio, il diritto del genitore come espressione della tutela della famiglia (art. 29 cost.) o il diritto di colui che intende esercitare unattivit economica privata (art. 41 cost.). ( 6 ) In tal senso cfr. anche i rilievi di A. DE CARO, Percorsi legislativi e poteri delle parti nel processo penale: dal codice Rocco alla riforma delle investigazioni difensive, in Cass. pen., 2001, p. 3218. ( 7 ) Tra le novit di maggior rilievo vanno segnalate la specificazione delle modalit attraverso le quali il difensore ed i suoi ausiliari possono svolgere accertamenti e raccogliere elementi a favore del cliente, la previsione di un intervento giurisdizionale ogniqualvolta le attivit implichino lesercizio di poteri coercitivi o risultino comunque lesive di diritti di terzi, la formazione di un 3 Viceversa, il diritto alla riservatezza non ha una tutela costituzionale diretta ed immediata, poich gli artt. 13, 14 e 15 cost. riguardano soltanto ben determinati casi di protezione del domicilio e della segretezza delle comunicazioni. Ugualmente, un rango sovraordinato delle disposizioni in materia di privacy non pu venire dedotto nemmeno dalle convenzioni internazionali in tema di diritti umani. In proposito, devono essere rammentati i prevalenti (ancorch discutibili) indirizzi della corte costituzionale concernenti il grado di resistenza delle norme contenute in tali convenzioni (e segnatamente della Convenzione europea dei diritti delluomo), secondo i quali il principio di adeguamento automatico previsto dallart. 10 della costituzione si riferirebbe soltanto alle norme consuetudinarie e non a quelle pattizie, e le limitazioni di sovranit di cui allart. 11 cost. si arrestano allorquando queste ultime siano in contrasto con i principi fondamentali della costituzione o con i diritti inalienabili della persona umana ( 8 ).
fascicolo del difensore e lindicazione dei casi in cui i risultati delle investigazioni sono utilizzabili nel procedimento penale Lesame delle disposizioni evidenzia peraltro profondi profili differenziali tra le indagini preliminari del pubblico ministero e della polizia giudiziaria e quelle del difensore e dei suoi ausiliari. Le prime, invero, sono caratterizzate dalla obbligatoriet, dalla completezza, dalla multidirezionalit, dalla necessit di costante documentazione e deposito, da limiti cronologici stabiliti a pena di inutilizzabilit, da poteri autoritativi e coercitivi non sottoposti a vincoli di natura economica e dalla segretezza. Al contrario, le seconde sono facoltative, unidirezionali in quanto rivolte solo ad acquisire elementi favorevoli allassistito, i loro risultati non devono obbligatoriamente confluire nei fascicoli processuali, sono esperibili soltanto con il consenso delle persone interessate, salvo il potere di chiedere lintervento dellautorit giudiziaria, possono avvenire in forme libere (i colloqui) e non sono soggette a segreto o a limitazioni temporali: ed ancora, hanno natura di atti privati. ( 8 ) Cfr. sul punto lampia e puntuale esposizione degli indirizzi della corte costituzionale di L. SCOMPARIN, Processo penale e convenzioni internazionali: prospettive vecchie e nuove nella giurisprudenza costituzionale, in Leg. pen. 1992, 407 ss. e, pi recentemente Corte cost. 26 febbraio 1993, n. 75, in Giur. cost., 1993, 500: per una cauta maggiore apertura in ordine al rango di queste disposizioni, si veda Corte cost. 12 - 19 gennaio 1993, n. 10, in Cass. pen. 1993, 796, ove si afferma che esse non sono abrogabili dalle successive norme del codice di procedura penale non tanto perch queste ultime sono vincolate alla direttiva contenuta nellart. 2 l. delega 16 febbraio 1987, n. 81 (il codice di procedura penale deve.... adeguarsi alle norme delle convenzioni 4 Insomma, nel processo penale, ove la posta in gioco molto alta (la libert e l'onore), non esistono materie non indagabili: il diritto di difendersi mediante prove, quale aspetto del diritto inviolabile di difesa, necessariamente prevale sul diritto alla riservatezza di un fatto della vita privata ( 9 ). Nonostante la previsione di cui allart. 22, comma 4, legge n. 675/1996, il provvedimento del Garante in data 10 febbraio 2000
internazionali ratificate dallItalia e relative ai diritti della persona e al processo penale), quanto, piuttosto, perch si tratta di norme derivanti da una fonte riconducibile ad una competenza atipica e, come tali, insuscettibili di abrogazione o di modificazione da parte di disposizioni di legge ordinaria, nonch Corte cost. 22 ottobre 1999, n. 388, in Foro it., 2000, I, 1072, nella quale si osserva che indipendentemente dal valore da attribuire alle norme pattizie, che non si collocano di per se stesse a livello costituzionale, mentre spetta al legislatore dare ad esse attuazione, da rilevare che i diritti umani, garantiti anche da convenzioni universali o regionali, sottoscritte dallItalia, trovano espressione e non meno intensa garanzia nella costituzione (cfr. sent. n. 399 del 1998): non solo per il valore da attribuire al generale riconoscimento dei diritti inviolabili delluomo fatto dallart. 2 cost., sempre pi avvertiti dalla coscienza contemporanea come coessenziali alla dignit della persona (cfr. sent. n. 167 del 1999), ma anche perch, al di l della coincidenza nei cataloghi di tali diritti, le diverse formule che li esprimono si integrano, completandosi reciprocamente nella interpretazione. Le sezioni unite della corte di cassazione, inoltre, risolvendo i contrasti emersi sul punto, hanno statuito che le norme della convenzione europea dei diritti delluomo sono di immediata applicazione nel nostro Paese, laddove latto o il fatto normativo internazionale contenga il modello di un atto interno completo nei suoi elementi essenziali, tale, cio, da creare obblighi e diritti: la precettivit di tali disposizioni consegue dal principio generalmente indicato come quello di adattamento del diritto italiano al diritto internazionale convenzionale ( e non gi al diritto internazionale generale, per il quale operante lart. 10 cost. (Cass. sez. un. 23 novembre 1988 - 8 maggio 1989, Polo Castro, in Cass. pen., 1989, 1418; conf. Cass. pen. sez. I, 16 aprile 1996, Persico, in Cass. pen. 1998, 1137; Cass. civ. sez. III, 12 gennaio 1999, n. 254, in Giust. civ. 1999, I, 2363): ma le sezioni unite civili 10 luglio 1991, n. 7662, in Giust, civ. 1992, I, 742, hanno ritenuto abrogato lart. 34, comma 2, r.d.l. 31 maggio 1946, n. 511, in tema di segretezza dei giudizi disciplinari a carico dei magistrati, per effetto dellart. 6 della Convenzione europea, mentre Cass. pen. sez. I 12 maggio - 10 luglio 1993, Medrano, in Cass. pen., 1994, 439, ha affermato che le norme della appena citata Convenzione sono di immediata applicazione nellordinamento interno e hanno una particolare forza di resistenza rispetto alla normativa ordinaria successiva, come risulta consacrato nellart. F del Trattato di Maastricht (cfr. nello stesso senso Cass. civ. sez. I 8 luglio 1998, in Giust. civ. 1999, I, 498). ( 9 ) P. TONINI, Linvestigazione difensiva e la legge sulla privacy, in L. FILIPPI (a cura di), Processo penale: il nuovo ruolo del difensore, Padova, 2001, p. 531. 5 e quanto enunciato nellart. 12 del Codice, non stato ancora adottato un codice di deontologia in materia di investigazioni difensive e di dati utilizzati per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria ( 10 ).
2- Il trattamento dei dati non sensibili
Lart. 24 del Codice sulla privacy stabilisce che il consenso dell'interessato non richiesto, con esclusione della diffusione, quando il trattamento necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397 o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalit e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento, nel rispetto della vigente normativa in materia di segreto aziendale e industriale (lett. f). Inoltre, lart. 8 prevede che i diritti di cui allart. 7 non possono venire esercitati, con richiesta al titolare o al responsabile o con ricorso ai sensi dellart. 145, tra altri casi, limitatamente al periodo durante il quale potrebbe derivarne un pregiudizio effettivo e concreto per lo svolgimento delle investigazioni difensive o per lesercizio del diritto in sede giudiziaria (lett. e) ovvero quando il trattamento sia effettuato da fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, relativamente a comunicazioni telefoniche in entrata, salvo che possa derivarne un pregiudizio effettivo e concreto per lo svolgimento delle investigazioni difensive (lett. f). Allorquando i dati non sono raccolti presso linteressato nello svolgimento delle investigazioni difensive o comunque per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, questi non ha il diritto di ottenere linformativa prevista dallart. 13, comma 1, in ordine alle finalit e alle modalit del trattamento cui i dati sono destinati, alla natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati, alle conseguenze di un eventuale rifiuto di rispondere,ai soggetti che possono venire a conoscenza dei dati. ai diritti previsti
( 10 ) Lapprovazione di tale codice avrebbe dovuto essere promossa dal Garante, ai sensi dellart. 20, d. lgs. 28 dicembre 2001 n. 467, entro il 30 giugno 2002, o, comunque, nellarco del 2002, come precisato dallo stesso Garante nella Relazione 2001, in data 8 maggio 2002, consultabile allindirizzo www.garanteprivacy.it. 6 dallart. 7, agli estremi identificativi del titolare (art. 13, commi 4 e 5, lett. b). Tale informativa deve comunque essere fornita al soggetto presso il quale i dati sono raccolti, sia o meno linteressato o un terzo. Nei casi indicati resta comunque fermo lobbligo dei soggetti dellinvestigazione (difensore, sostituto, investigatore privato, consulente tecnico) di impartire alla persona dalla quale si raccolgono le informazioni, gli avvertimenti prescritti dallart. 391- bis c.p.p. ( 11 ). Le disposizioni appena esaminate sono dunque concordi nel subordinare le deroghe ai diritti dellinteressato alla sussistenza delle specifiche finalit enunciate e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento, da identificare nella pendenza di un procedimento penale, per cui le deroghe medesime vengono meno con il passaggio in giudicato della sentenza ovvero, se si tratta di investigazioni preventive, con la prescrizione del reato ipotizzato, o, se lattivit riguarda la fase dellesecuzione o diretta a promuovere il giudizio di revisione, fin quando non divengano definitivi i conseguenti provvedimenti giurisdizionali. Va ulteriormente osservato che il trattamento di dati personali effettuato da persone fisiche per fini esclusivamente personali non soggetto all'applicazione del Codice art. 5, comma
( 11 ) In particolare, la persona in grado di riferire circostanze utili deve essere resa edotta: della qualit dellinterrogante e dello scopo del colloquio (lett. a)); della modalit mediante la quale si intende procedere (colloquio informale, assunzione di informazioni ovvero ricezione della dichiarazione scritta: lett. b)); dellobbligo di dichiarare se sottoposta ad indagini o imputata nello stesso procedimento, in procedimento connesso o per un reato collegato (lett. c)); della facolt di non rispondere o di non rendere la dichiarazione (lett. d)); del divieto di rivelare le domande eventualmente formulate dalla polizia giudiziaria o dal pubblico ministero e le risposte date (lett. e)); ed infine delle responsabilit penali conseguenti alla falsa dichiarazione (lett. f)). Al riguardo, va evidenziato che il primo avviso (lett. a)) chiaramente diretto a porre linterlocutore in grado di decidere se prestare o meno il proprio consenso al compimento dellatto: potendo rifiutare la collaborazione, egli deve infatti disporre delle informazioni basilari per effettuare una scelta consapevole. E ad identica ratio ispirato quello previsto nella lett. b), circa le modalit di acquisizione delle notizie Sui particolari problemi discendenti dagli avvertimenti allindagato o imputato nello stesso procedimento o per reato connesso o collegato, cfr. GUALTIERI, Le investigazioni del difensore, Padova, 2002, p. 149 ss. 7 3) e che nell'Autorizzazione n. 6/2002 del Garante si stabilisce che resta ferma la facolt delle persone fisiche di trattare direttamente dati per l'esclusivo fine della tutela di un proprio diritto in sede giudiziaria, anche nell'ambito delle investigazioni relative ad un procedimento penale, con potere di comunicazione occasionale all'autorit giudiziaria o a terzi (punto 7): ma questa previsione mal si concilia con l'attribuzione al solo difensore della titolarit delle investigazioni, effettuata dallart. 327 bis c.p.p. ( 12 ). Con una disciplina sostanzialmente analoga, gli artt. 52.I, nn. 5 e 6, del Codice deontologico forense, e 6 delle Regole di comportamento del penalista stabiliscono lobbligo del difensore di mantenere il segreto sugli atti delle investigazioni difensive e sul loro contenuto, finch non ritenga di farne uso diretto nel procedimento, salva la rivelazione per giusta causa nellinteresse del proprio assistito. Il difensore pu inoltre utilizzare la documentazione degli atti ed i relativi contenuti nei soli limiti e nei tempi in cui siano necessari allesercizio della difesa. La documentazione - anche informale - delle indagini difensive dovr infine essere conservata scrupolosamente e riservatamente per tutto il tempo in cui sia ritenuta necessaria o utile per lesercizio della difesa. Va, infine, segnalato che lart. 391-bis c.p.p. non prescrive lobbligo di avvertire la persona dalla quale si assumono informazioni delle conseguenze derivanti dal rifiuto di rispondere, che invece previsto dallora menzionato art 13, comma 1, lett. c) del Codice, che, in questa parte, integra la norma codicistica. In proposito, pu aggiungersi che lesecuzione di tali adempimenti suggerita dallart. 9 delle Regole di comportamento adottate dallUnione delle Camere penali italiane e dallart. 52.I, nn. 9 e 10 del Codice deontologico forense. Al riguardo, stato suggerito di integrare gli avvertimenti prescritti dallart. 391 bis, comma 3, c.p.p. ( 13 ), con le cautele imposte dalle norme ora citate ( 14 ). Ed anche il Garante per la
( 12 ) Cfr. anche P. TONINI, Linvestigazione difensiva e la legge sulla privacy, in L. FILIPPI (a cura di), Processo penale: il nuovo ruolo del difensore, Padova, 2001, p. 525, il quale segnala lapplicabilit della previsione nelle ipotesi in cui le parti private svolgano personalmente investigazioni in senso lato. ( 13 ) Cfr. supra, cap. V, 6 e 7. ( 14 ) P. TONINI, Linvestigazione difensiva e la legge sulla privacy, in L. FILIPPI (a cura di), Processo penale: il nuovo ruolo del difensore, Padova, 2001, p. 519; 8 protezione dei dati personali ha mostrato di condividere in qualche misura questa impostazione, sottolineando, in una recente decisione afferente lattivit di investigazione privata, che la previsione degli avvertimenti di cui allart. 391 bis c.p.p. risulta in armonia con la necessit di rendere al soggetto presso il quale vengono raccolti i dati, lapposita informativa a tutela della riservatezza ( 15 ). Per completezza, va richiamata lautorizzazione generale del Garante n. 7/2002, relativa al trattamento dei dati a carattere giudiziario da parte di privati, di enti pubblici economici e di soggetti pubblici, con la quale i liberi professionisti vengono autorizzati a trattare dati personali idonei a rivelare i provvedimenti di cui allart. 686, commi 1, lett. a) e d), 2 e 3 c.p.p., senza alcun limite se riguardano clienti e, se relativi a terzi, solo ove sia strettamente indispensabile per eseguire specifiche prestazioni professionali richieste dai clienti per scopi determinati e legittimi.
3 Il trattamento dei dati sensibili
Secondo il testo originario dellart. 22, della legge n. 675/96, i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale potevano essere oggetto di trattamento, previa autorizzazione del Garante, solo se esso fosse stato necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive o per far valere o difendere in sede giudiziaria un diritto di rango pari a quello dell'interessato (art. 22, comma 4). La legge nulla disponeva, invece, in ordine al trattamento degli altri dati sensibili elencati nel primo comma dell'art. 22 (concernenti l'origine razziale, le convinzioni religiose, filosofiche e politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale), che poteva apparire quindi illecito senza il consenso scritto dell'interessato e l'autorizzazione del Garante.
solleva perplessit - che in verit non hanno ragion dessere - in ordine allapplicabilit della legge n. 675/1996 alle indagini difensive attesa lespressa affermazione per cui tali attivit possono essere svolte nelle forme e per le finalit stabilite nel titolo VI bis del libro quinto, appunto, del codice di procedura penale, G. DE STEFANO, Indagini difensive e pubblica amministrazione: dimenticanze, incongruenze sistematiche e possibili sterilizzazioni, in Cass. pen., 2001, p. 3233. ( 15 ) Decisione del 19 febbraio 2002, in Bollettino Cittadini e Societ dell'Informazione, Anno VI, n. 25, Febbraio 2002, p. 17. 9 La lacuna stata colmata con il d. lgs. 28 dicembre 2001, n. 467, che ha consentito, previa autorizzazione del Garante, il trattamento di tutti i dati sensibili, qualora ci fosse stato necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397 o, comunque, per far valere o difendere in sede giudiziaria un diritto (che deve per essere di rango pari a quello dellinteressato nelle ipotesi in cui i dati siano idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale), e sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalit e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento ( 16 ). Lart. 26 del Codice riprende ed amplia tale regolamentazione, estendendo la liceit del trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale ai casi nei quali si intenda far valere in sede giudiziaria un diritto della personalit o altro diritto o libert fondamentale e inviolabile, oltre ai diritti di rango pari a quello dellinteressato, con una formula, tuttavia, generica e foriera, quindi, di contrastanti interpretazioni. Lart. 26, comma 4, autorizza oggi il trattamento dei dati sensibili senza il consenso scritto dellinteressato, ma previa autorizzazione del Garante, quando esso sia necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397 o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che questi siano trattati esclusivamente per tali finalit e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento, prescrivendo ulteriormente che se i dati sono idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, il diritto deve essere di rango pari a quello dellinteressato, ovvero consistente in un diritto della personalit o in un altro diritto o libert fondamentale o inviolabile (lett. c), vietando comunque la diffusione dei dati idonei a rivelare lo stato di salute (comma 5). Ulteriori disposizioni riguardanti la materia in esame sono contenute nella autorizzazione generale del Garante n. 4 del 31 gennaio 2002, che consente ai liberi professionisti, compresi
( 16 ) Art. 8, d.lgs. 28 dicembre 2001, n. 467. Cfr. anche P. GIORDANO, Un altro schiaffo alle indagini dalle nuove regole sulla privacy, in Guida dir., 2002, n. 8, p. 10, che rileva come, nello svolgimento di indagini difensive, non sia pi necessario il consenso dellinteressato per il trattamento di tutte le categorie di dati sensibili. Si veda anche il contenuto dellAutorizzazione generale n. 6/2002, sopra citata. 10 ovviamente gli avvocati, nonch ai loro sostituti, ausiliari, praticanti e tirocinanti, il trattamento di tutti i dati sensibili di cui all'art. 22, comma 1, della legge n. 675/1996 (ora artt. 4, comma 1, lett. d) e 26 del Codice), relativi a terzi, ove ci sia strettamente indispensabile per l'esecuzione di specifiche prestazioni professionali richieste dai clienti per scopi determinati e legittimi (punto 2): in particolare, si indicano fra essi il far valere o difendere un diritto, anche da parte di un terzo, in sede giudiziaria (punto 3, lett. b) e lo svolgimento da parte del difensore nel procedimento penale delle investigazioni di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397, anche a mezzo di sostituti e di consulenti tecnici (punto 3, lett. c). Il punto 4 dellautorizzazione stabilisce che se i dati sono raccolti per l'esercizio di un diritto in sede giudiziaria o per le indagini difensive (punto 3), lettere b) e c)), l'informativa relativa ai dati raccolti presso terzi, e il consenso scritto, sono necessari solo se i dati sono trattati per un periodo superiore a quello strettamente necessario al perseguimento di tali finalit, oppure per altre finalit con esse non incompatibili. Lautorizzazione dispone anche che i dati idonei a rivelare lo stato di salute (a differenza degli altri, che possono essere comunicati a soggetti pubblici o privati, nei limiti strettamente pertinenti all'espletamento dell'incarico conferito e nel rispetto, in ogni caso, del segreto professionale), possono venire diffusi, solo se necessario, per finalit di prevenzione, accertamento o repressione dei reati, con losservanza delle norme che regolano la materia (art. 23, comma 4, della legge n. 675/1996 - ora artt. 26, comma 4, e 47 del Codice), mentre i dati relativi alla vita sessuale non possono essere diffusi (punto 6): tali limitazioni concernono per, appunto, la sola diffusione e non sembrerebbero idonee a precludere al difensore di comunicare al proprio assistito i dati sensibili afferenti terzi raccolti nel corso delle investigazioni, specie considerando che, ai sensi dellart. 4, comma 1, lett. m), del Codice, per diffusione si intende il dare conoscenza dei dati personali a soggetti indeterminati, in qualunque forma, anche mediante la loro messa a disposizione o consultazione. Quanto alla durata del trattamento, il punto 5 dellautorizzazione dispone che nel quadro del rispetto dellobbligo previsto dallart. 9, comma 1, lett. e) della legge n. 675/1996, i dati sensibili possono essere conservati, per il periodo di tempo previsto dalla normativa comunitaria, da leggi, o da 11 regolamenti e, comunque, per un periodo non superiore a quello strettamente necessario per adempiere agli incarichi conferiti. A tal fine deve essere verificata la stretta pertinenza e la non eccedenza dei dati rispetto agli incarichi in corso, da instaurare o cessati, anche con riferimento ai dati che linteressato fornisce di propria iniziativa. I dati che, anche a seguito delle verifiche, risultano eccedenti o non pertinenti o non necessari non possono essere utilizzati, salvo che per leventuale conservazione, a norma di legge, dellatto o del documento che li contiene. Specifica attenzione prestata per lessenzialit dei dati riferiti a soggetti diversi da quelli cui si riferiscono direttamente le prestazioni e gli adempimenti. I dati acquisiti in occasione di precedenti incarichi possono essere mantenuti se pertinenti e non eccedenti rispetto a successivi incarichi. Merita, altres, di essere richiamata lautorizzazione generale del Garante n. 2/2002, riguardante il trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, nella quale assume rilievo ai fini del tema qui trattato il punto 1.3, ove si specifica che essa rilasciata per il trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, se questo sia necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397, nonch per far valere o difendere un diritto anche da parte di un terzo in sede giudiziaria, sempre che tale diritto sia di rango pari a quello dellinteressato e i dati siano trattati esclusivamente per le finalit previste e per il tempo strettamente necessario per il loro perseguimento. L'Autorizzazione generale n. 6 del 31 gennaio 2002 permette agli investigatori privati di trattare i dati sensibili di cui allart. 22, comma 1, legge 675/96 (ora art. 26 del Codice), su specifico incarico di chi vuol far valere o difendere in sede giudiziaria un proprio diritto (che, quando i dati raccolti siano idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, deve essere di rango pari a quello del soggetto al quale si riferiscono i dati ovvero un diritto della personalit o un altro diritto fondamentale e inviolabile) o su incarico di un difensore nell'ambito di un procedimento penale per ricercare e individuare elementi di prova a favore del relativo assistito, da utilizzare ai soli fini dell'esercizio del diritto alla prova ai sensi dell'art. 190 c.p.p. e della legge 7 dicembre 2000 n. 397 (punto 1), e con lobbligo di esperire l'attivit personalmente e di riferire al difensore periodicamente 12 sull'andamento della investigazione (punto 3). L'atto di incarico deve essere scritto e deve menzionare in maniera specifica il diritto che si intende esercitare o il procedimento penale nonch i principali elementi di fatto che giustificano l'investigazione e il termine ragionevole entro cui questa deve essere conclusa. E, inoltre, vietato all'investigatore privato di intraprendere di propria iniziativa investigazioni, ricerche o altre forme di raccolta di dati (punto 3). I dati raccolti, infine, possono essere comunicati unicamente al soggetto che ha conferito lincarico (punto 5) e ne deve cessare il trattamento al termine della specifica attivit investigativa demandata al professionista ( 17 ). Sul delicato tema dei limiti al diritto di accesso dellinteressato ai dati di sua pertinenza raccolti da investigatori privati, recentemente intervenuto il Garante per la protezione dei dati personali, il quale ha dichiarato inammissibile la richiesta avanzata dalla persona sottoposta alle investigazioni, volta a conoscere i destinatari e la motivazione di eventuali comunicazioni e diffusione di dati personali dellinteressato ( 18 ). Nelloccasione, stato precisato che tale richiesta di accesso non rientra fra le posizioni giuridiche riconosciute dallart. 13 della legge n. 675/1996: lagenzia investigativa, pertanto, pu, ed anzi deve, evitare di fornire al soggetto richiedente il nominativo del proprio committente, cos come ogni ulteriore informazione afferente il rapporto professionale. Va osservato che l'aver sottoposto l'autorizzazione al trattamento dei dati da parte degli investigatori privati a regole cos stringenti ed averla limitata alle sole ipotesi in cui esso sia preordinato all'esercizio del diritto alla prova ai sensi degli artt. 190 c.p.p. e della legge 7 dicembre 2000 n. 397, lascia perplessi. Come si gi avuto modo di sottolineare, le facolt accordate al difensore dalla legge 7 dicembre 2000 n. 397, rientrano nell'ambito del diritto di difesa e non sono espressione (esclusivamente) del diritto alla prova, che costituisce anzi solo una delle finalit (anche se
( 17 ) P. TONINI, Linvestigazione difensiva e la legge sulla privacy, in L. FILIPPI (a cura di), Processo penale: il nuovo ruolo del difensore, Padova, 2001, p. 530, prendendo spunto dalla possibilit di autorizzare il teste a consultare documenti in aiuto alla memoria ex art. 499, comma 5, c.p.p., ritiene lecita la conservazione dei documenti da parte dellinvestigatore privato a tale limitato fine. ( 18 ) Decisione del 27 febbraio 2002, in Bollettino Cittadini e Societ dell'Informazione, Anno VI, n. 25, Febbraio 2002, p. 45. 13 indubbiamente rilevante) cui risultano preordinate le investigazioni private. E' sufficiente, d'altronde, leggere l'art. 391 octies c.p.p. per avvedersi del fatto che i loro risultati possono essere spesi anche nella fase delle indagini preliminari, quali elementi di prova a favore del proprio assistito, e possono persino essere trattenuti dal difensore, il quale libero di decidere se e quando utilizzare processualmente le informazioni apprese. In definitiva, se appare condivisibile la scelta di circoscrivere la raccolta e lutilizzazione dei dati personali in sede di indagini difensive senza il consenso dellinteressato solo per il tempo strettamente necessario per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria e per reali esigenze di difesa, non pu non rilevarsi che la previsione di limitazioni nella materia de qua relativamente allattivit dellinvestigatore privato, rischia di incidere negativamente sull'espletamento delle investigazioni medesime, le quali, per essere efficaci, devono venire svolte in segretezza e trovano protezione costituzionale, come si gi osservato, negli artt. 24, secondo comma, e 111, secondo e terzo comma, della Costituzione ( 19 ). Non sembra, quindi, che le profonde innovazioni operate dalla legge n. 397/2000 siano state pienamente recepite dal Garante per la protezione dei dati personali, il quale si limitato a riproporre, nella sostanza, le autorizzazioni concepite nella vigenza dell'art. 38 disp. att., apportando solo marginali modifiche, costituite, per lo pi, da interventi di coordinamento con la nuova normativa. Ove non si intenda, per, derivare limiti ulteriori allo svolgimento delle investigazioni difensive da normativa secondaria, quale le autorizzazioni del Garante, occorrer optare per una interpretazione lata del riferimento al diritto alla prova ( 20 ),
( 19 ) Cfr. P. TONINI, P., Linvestigazione difensiva e la legge sulla privacy, in L. FILIPPI (a cura di), Processo penale: il nuovo ruolo del difensore, Padova, 2001, p. 519: contra: M. L. PANETTA, Le investigazioni private, in A. CLEMENTE (a cura di), Privacy, Padova, 1999, p. 571, ritiene linvestigazione privata sfornita di tutela dalla carta costituzionale, che anzi pone per il suo esperimento una serie di limitazioni con gli artt. 13, 14 e 15. ( 20 ) In proposito si veda anche P. TONINI, Manuale di procedura penale, Milano, 2002, p. 492, il quale suggerisce uninterpretazione estensiva del riferimento allesercizio del diritto alla prova, tale da includervi tutto ci che oggetto di prova ai sensi dellart. 187 c.p.p., e cio anche gli elementi che servono per valutare la credibilit di un dichiarante. 14 coordinandolo alle varie fasi procedimentali, incluse quelle in cui di prova non pu tecnicamente parlarsi. E deve reputarsi consentito lo svolgimento delle investigazioni difensive (anche sotto il non marginale profilo della compatibilit con le previsioni dettate in materia di tutela della privacy) pure nelle ipotesi in cui esse siano finalizzate solo ad orientare le scelte strategiche della difesa: diversamente opinando, infatti, occorrerebbe escludere dal novero delle attivit permesse tutte quelle indagini che non abbiano quale risultato immediato l'acquisizione di elementi a discarico, che pur sono di estremo rilievo nella ricostruzione del fatto di reato e nella conseguente adozione di meditate scelte difensive (ad esempio in ordine ai riti premiali). Occorre, altres, evidenziare che con specifico riferimento alle indagini difensive, lo stesso legislatore ha operato, in via presuntiva, la comparazione degli interessi in gioco, riconoscendo implicitamente che il diritto di difesa, costituzionalmente garantito, in tali ipotesi risulta strumentale rispetto alla tutela di altri diritti di rango primario (quali quelli alla libert ed allonore): lart. 26, comma 4, lett. c) del Codice, invero, prevede il giudizio di bilanciamento solo per il trattamento connesso allulteriore (residuale) ipotesi in cui i dati sanitari o relativi alla vita sessuale siano necessari per far valere o difendere in sede giudiziaria un diritto di rango pari a quello dellinteressato, ovvero consistente in un diritto della personalit o in un altro diritto o libert fondamentale e inviolabile, e non in caso di trattamento finalizzato allo svolgimento di investigazioni difensive. La scelta del legislatore di autorizzare il trattamento di tutti i dati nellambito dello svolgimento delle indagini parallele private, appare indubbiamente condivisibile: si gi rilevato, infatti, che nel processo penale sono in gioco diritti personali di rango primario, quali quelli alla libert ed allonore, e lo stesso diritto di difesa, a questi ultimi funzionalmente collegato, non tollera le compressioni che potrebbero conseguire al giudizio di bilanciamento.
4- Il diritto di accesso presso pubbliche amministrazioni
La legge 31 dicembre 1996, n. 675, ha avuto anche incidenza sul diritto di accesso ai documenti amministrativi, 15 disciplinato dalla legge 7 agosto 1990, n. 241 (ed ora, in caso di indagini difensive, anche dallart. 391 quater c.p.p.), la quale, capovolgendo i precedenti principi, ha posto come regola la pubblicit di tali atti. Nella decisione resa il 16 settembre 1997 ( 21 ), il Garante ha affermato che la legge n. 675 non ha introdotto un regime di assoluta riservatezza dei dati, dovendosi verificare caso per caso se esistano altri diritti meritevoli di pari o superiore tutela, e che, in particolare, non ha abrogato la legge n. 241/1990, che rende accessibili i documenti amministrativi da parte di chiunque vi abbia un interesse giuridicamente rilevante, personale e concreto. Resta tuttavia il fatto che viene rimessa all'amministrazione richiesta la valutazione in ordine alla presenza dei presupposti stabiliti dallart. 22, comma 4, della legge n. 675, e specificamente la sussistenza di un diritto di rango pari a quello dell'interessato e la strumentalit degli atti alle esigenze di difesa ( 22 ). Con conseguenze facilmente immaginabili relativamente alla tempestivit delle informazioni. Successivamente alla pronuncia, lart. 16 del d. lgs. 11 maggio 1999, n. 135 (ora abrogato), disponeva che il trattamento dei dati sensibili fosse consentito in ipotesi considerate di rilevante interesse pubbliche, tra cui far valere il diritto di difesa in sede amministrativa o giudiziaria, anche da parte di un terzo, o per ci che attiene alla riparazione di un errore giudiziario o di uningiusta restrizione della libert personale (lett. b). E, al riguardo, il Consiglio di Stato ( 23 ) ha precisato che, alla stregua della chiara formulazione dellart. 16, comma 2, citato,
( 21 ) Pubblicata in Foro it., 1997, III, c. 558, con nota di F. CARINGELLA, Riservatezza ed accesso ai documenti amministrativi a cavallo tra parametri costituzionali ed oscillazioni negative, cui si rinvia per un ampio panorama giurisprudenziale. ( 22 ) Cfr. sul problema, T. KRASNA, Diritto alla riservatezza e diritto di accesso ai documenti amministrativi alla luce della legge 675/1996, in A. CLEMENTE (a cura di), Privacy, Padova, 1999, p. 500 ss. e in particolare, p. 535. ( 23 ) Consiglio di Stato sez. VI, 30 marzo 2001, n. 1882, in Giur. it., 2002, p. 405, con nota sostanzialmente adesiva di C. CASSANO, I dati sensibili, la salute, la riservatezza e laccesso ai documenti amministrativi; cfr. anche Consiglio di Stato 10 febbraio 2000, n. 737, in Guida dir. 2000, n. 21, p. 85, secondo cui, dopo lentrata in vigore della legge 675/1996, laccesso a documenti contenenti dati personali sensibili pu avvenire, oltre che su consenso del terzo, solo se previsto esplicitamente da una norma di legge.: per quanto riguarda i dati personali non sensibili, invece, la riconosciuta prevalenza del diritto di accesso 16 non pi consentito affermare la finalizzazione dellistanza ostensiva al corretto esercizio del diritto di difesa perch possa essere superato lo scoglio della riservatezza allorch siano coinvolti dati afferenti alla salute, occorrendo aver riguardo alla tipologia del diritto da far valere in sede giudiziaria; al tempo stesso, tuttavia, al bilanciamento tra quello stesso diritto e la privacy si deve procedere con una valutazione attenta alle peculiarit della specifica vicenda portata allattenzione dellAmministrazione in prima battuta, del Giudice adto ex art. 25, L. n. 241/90, in sede di controllo. In altri termini, ogniqualvolta lesigenza di riservatezza risulti attenuata (magari per precedente ostensione dei dati ad opera del medesimo interessato), il diritto sotteso allistanza di accesso, pur astrattamente qualificabile di rango inferiore, pu risultare, in concreto, sufficiente a consentire laccesso ai dati sanitari. Con specifico riferimento al tema delle investigazioni difensive, peraltro, solo in ipotesi del tutto eccezionali la pubblica amministrazione potr legittimamente opporre il rifiuto al difensore, in quanto, in sede di bilanciamento degli interessi in gioco, occorrer tenere presente che - quantomeno rispetto allimputato (potenziale o attuale) - il diritto di difesa, costituzionalmente garantito, strumentale rispetto alla tutela di altri diritti di rango primario (quali quelli alla libert ed allonore). E lo stesso giudice ha ulteriormente deciso che il richiedente laccesso ha lonere di fornire la prova del rango dellinteresse sotteso alla sua istanza e della sua attualit ( 24 ), mentre il TAR Marche ha recentemente affermato che il diritto di accesso si estende anche agli atti privati posseduti dalla pubblica amministrazione, a condizione che questa li abbia acquisiti e li custodisca per fini strettamente connessi allo svolgimento dellattivit amministrativa ed allassunzione delle relative decisioni ( 25 ). Il Codice ha ora pi specificamente delimitato i parametri di bilanciamento, disponendo che il diritto di accesso resta
sullesigenza di riservatezza dei terzi per esigenze difensive non ha subirt deroghe dalla legge 675/1996. ( 24 ) Consiglio di Stato, sez. VI, 9 maggio 2002, n. 2542, in Foro amm., 2002, 1299. ( 25 ) TAR Marche, 25 marzo - 6 agosto 2003, n. 957, in Dir. e giust., 2003, n. 41, p. 92. 17 disciplinato dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, e dalla altre disposizioni di legge in materia, anche per ci che concerne i tipi di dati sensibili e giudiziari per le operazioni di trattamento eseguibili in occasione di una richiesta di accesso (art. 59) e che, ove riguardi dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale, il trattamento consentito se la situazione giuridicamente rilevante che si intende tutelare con la richiesta di accesso ai documenti amministrativi di rango almeno pari ai diritti dellinteressato, ovvero consiste in un diritto della personalit o in altro diritto o libert fondamentale (art. 60). Il problema della rimessione allautorit amministrativa della valutazione di tali presupposti resta tuttavia irrisolto e, del resto, esso non stato superato neppure dalla previsione di cui allart. 391 quater c.p.p., poich anche in applicazione di tale norma deve essere inoltrata una richiesta da sottoporre al vaglio della pubblica amministrazione ( 26 ). In caso di diniego, il difensore (con la richiesta di sequestro ex art. 367 c.p.p.) potr per sollecitare lesercizio di poteri coercitivi idonei a superare i limiti della privacy.
5- Le comunicazioni elettroniche
Lart. 14, comma 1, lett. e- bis) (introdotta dallart. 6, d. lgs. 28 dicembre 2001, n. 467) prevedeva che i diritti di conoscenza del trattamento di dati personali e di opposizione ad esso non potessero venire esercitati nei confronti dei fornitori di servizi di telecomunicazioni accessibili al pubblico, limitatamente ai dati personali identificativi di chiamate telefoniche entranti, salvo che possa derivarne pregiudizio per lo svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397, con la conseguenza che i fornitori dei servizi non potevano esimersi dal comunicare al difensore i dati identificativi delle chiamate ricevute dal soggetto assistito. La disposizione stata ora sostituita dallart. 8, comma 2, lett. f), del Codice, secondo la quale i diritti di cui allart. 7 non possono essere esercitati con richiesta al titolare o al responsabile o
( 26 ) P. GAETA, P., Le nuove indagini difensive dal punto di vista del pubblico ministero, in AA.VV., Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 137, solleva perplessit in ordine alla presunta ampiezza dei poteri invasivi della riservatezza accordati al difensore dallart. 391 quater c.p.p.. 18 con ricorso ex art. 145, se se i trattamenti di dati personali sono effettuati da fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico relativamente a comunicazioni telefoniche in entrata, salvo che possa derivarne un pregiudizio effettivo e concreto per lo svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397. Alle condizioni precedentemente previste, si aggiunge quindi ora la necessit che il pregiudizio sia effettivo e concreto. Lart. 127 del Codice riconosce allabbonato, in caso di ricevimento di chiamate di disturbo, il potere di chiedere a proprie spese, ed anche telefonicamente in caso di urgenza, che il fornitore del servizio di telecomunicazioni accessibile al pubblico renda temporaneamente inefficace la soppressione della presentazione dellidentificazione della linea chiamante e conservi i dati relativi alla provenienza della chiamata ricevuta: linefficacia della sospensione pu essere disposta per i soli orari durante i quali si verificano le chiamate di disturbo e per un periodo non superiore a quindici giorni. Interpretando le ora abrogate analoghe disposizioni contenute nel d. lgs. 13 maggio 1998, n. 171, in materia di tutela della vita privata nel settore delle telecomunicazioni, le sezioni unite della corte di cassazione hanno ritenuto, per quanto attiene ai tabulati telefonici, che il soggetto privato o pubblico titolare del rapporto contrattuale con lente gestore della telefonia legittimato a chiedere e ad ottenere la documentazione dei dati memorizzati che riguardano i suoi interlocutori senza la necessit della richiesta di un provvedimento dellautorit giudiziaria: nel richiamare analogo indirizzo espresso dalla corte costituzionale ( 27 ), la decisione ha considerato legittima lacquisizione a fini investigativi di questi dati, non segreti per il gestore del servizio e per labbonato e in ragione della loro limitata invasivit, purch il pubblico ministero dia corretta spiegazione del privilegio che fa prevalere sul diritto alla privacy linteresse pubblico di perseguire i reati, presidiato dallart. 112 della costituzione ( 28 ). Ebbene, sembra a chi scrive che gli esposti indirizzi debbano trovare applicazione pure in tema di investigazioni
( 27 ) Corte cost., 17 luglio 1998, n. 281, Giur. cost., 1998, p. 2167. ( 28 ) Cass. sez. un., 8 maggio 2000, in Arch. nuova proc. pen., 2000, p. 251. 19 difensive, sostituendo come norma di riferimento costituzionale lart. 24, comma 2, allart. 112. Va, infine, evidenziato che, innovando la precedente disciplina, il d.l. 24 dicembre 2003, n. 354, in corso di conversione, ha sostituito lart. 132 del Codice, prevedendo che, salvo quanto previsto dallart. 123, comma 2, i dati relativi al traffico sono conservati dal fornitore per trenta mesi, per finalit di accertamento e repressione dei reati, elidendo linciso secondo le modalit individuate con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dellinterno e delle comunicazioni, e su conforme parere del Garante (comma 1), poi parzialmente riproposto nel comma 6 in riferimento alle modalit del trattamento, aggiungendo allelenco il Ministro per linnovazione (comma 1). E, poi, stabilito che tali dati siano conservati dal fornitore per un periodo di ulteriori trenta mesi e possano essere richiesti esclusivamente per finalit di accertamento e repressione dei delitti di cui allart. 407, comma 2, lett. a, del codice di procedura penale (comma 2). Di particolare interesse appare il nuovo terzo comma della norma, secondo il quale, entro il termine di cui al comma 1, i dati vengono acquisiti presso il fornitore con decreto motivato dellautorit giudiziaria, dufficio o su istanza del difensore dellimputato, della persona sottoposta alle indagini, della persona offesa e delle altre parti private: viene, altres attribuito al difensore dellimputato o della persona sottoposta alle indagini il diritto di chiedere direttamente al fornitore i dati relativi alle utenze intestate al proprio assistito con le modalit indicate nellart. 391- quater c.p.p. Il quarto comma, infine, prescrive che, decorso il primo termine di trenta mesi, il pubblico ministero e il difensore dellimputato o della persona sottoposta a indagini debbano richiedere lautorizzazione al giudice, che provvede con decreto motivato e ha, comunque, il potere di procedere dufficio. Analogo diritto non riconosciuto ai difensori della persona offesa e delle altre parti private, non menzionati nella disposizione.
6- - Le conseguenze dellinosservanza dei divieti
Poich lart. 11, comma 2, del Codice stabilisce espressamente che i dati trattati in violazione della disciplina 20 rilevante in materia di trattamento dei dati personali non possono essere utilizzati, necessario chiedersi se, relativamente alle indagini difensive (ma anche a quelle preliminari del pubblico ministero e della polizia giudiziaria) divenga applicabile lart. 191 c.p.p. Va in proposito segnalato che la giurisprudenza include nella categoria delle prove sanzionate dall'inutilizzabilit, ai sensi dell'art. 191 c.p.p., non solo quelle oggettivamente vietate, ma anche quelle formate o acquisite in violazione dei diritti soggettivi tutelati in modo specifico dalla costituzione, come nel caso degli artt. 13, 14 e 15, in cui la prescrizione dell'inviolabilit attiene a situazioni fattuali di libert assolute, di cui consentita la limitazione solo nei casi e nei modi previsti dalla legge ( 29 ): vale a dire le prove ottenute attraverso modalit, metodi e comportamenti realizzati in spregio dei fondamentali diritti del cittadino garantiti dalla costituzione. Ed ha ulteriormente statuito che esse sono colpite dalla patologia irreversibile dellinutilizzabilit, a prescindere dal fatto che la legge contempli divieti espliciti al loro impiego nel procedimento, poich le garanzie possono rinvenirsi in altre norme o nei principi generali, anche contenuti nella carta costituzionale, che disciplinano le attivit processuali, e non necessario che esse siano puntualmente previste nel testo normativo che disciplina una materia ( 30 ). Non sembra, tuttavia, che tali indirizzi siano riferibili ad eventuali violazioni delle disposizioni poste a tutela della riservatezza, la quale, come si rilevato, trova nella carta costituzionale una tutela solo indiretta, mentre il diritto di difesa definito inviolabile dallart. 24 e lart. 111, comma 2 , garantisce il diritto di difendersi provando nel pi breve tempo possibile. E potrebbe sostenersi che lart. 391 bis, commi 6 e 9, c.p.p., contempla analiticamente i casi di inutilizzabilit delle
( 29 ) Cass. sez. un., 13 luglio 1998, n. 21, Gallieri, in Giur. it., 1999, p. 1691. ( 30 ) Cass. sez. un., 23 febbraio 2000, D'Amuri, in Cass. pen., 2000, p. 2595 e p. 3245, con note di G. MELILLO, Intercettazioni ed acquisizioni di tabulati telefonici: un opportuno intervento correttivo delle sezioni unite, e L. FILIPPI, Il revirement delle Sezioni unite sul tabulato telefonico: unoccasione mancata per riconoscere una prova incostituzionale; in una recente pronuncia della stessa corte suprema stato altres precisato che la violazione di norme sostanziali pu provocare la nullit di un atto e l'inutilizzabilit di una prova: cfr. Cass. sez. IV, 16 marzo 2000, Viskovic e altro, in Dir. pen. e proc., 2001, p. 87, con nota di L. FILIPPI, Lhome watching: documento, prova atipica o prova incostituzionale?. 21 dichiarazioni assunte dalla difesa, sicch, in virt del principio di tassativit ( 31 ), non sarebbe ammissibile desumere sanzioni processuali ulteriori rispetto a quelle previste in riferimento a quel particolare istituto. Ma la espressa previsione della inutilizzabilit sancita nellart. 11, comma 2, in esame, costringe a concludere che i risultati delle investigazioni difensive siano valutabili soltanto ove le modalit di raccolta siano state rispettose delle disposizioni del Codice. Il divieto, peraltro, per la sua ampiezza, va riferito anche agli atti di indagine preliminare del pubblico ministero e della polizia giudiziaria. E, invero, indispensabile salvaguardare il principio di parit tra accusa e difesa. La corte di cassazione ha infatti escluso, anteriormente alla entrata in vigore della legge 7 dicembre 2000, n. 397, la sussistenza, per il rappresentante della pubblica accusa, di limiti allacquisizione di documenti contenenti dati sensibili, rilevando che lart. 27, legge 31 dicembre 1996, n. 675, consente il trattamento dei dati personali da parte di soggetti pubblici per lo svolgimento delle funzioni istituzionali e che le limitazioni di cui allart. 22 erano previste solo per lattivit di indagine difensiva ( 32 ): lequiparazione sotto il profilo probatorio e, in larga misura, sotto quello delle modalit di espletamento fra i due tipi di investigazione, potrebbe far ritenere incostituzionale sanzionare con linutilizzabilit i risultati dellindagine difensiva, in ragione della mera inosservanza di disposizioni che la parte pubblica non tenuta a rispettare. Univoci indirizzi affermano inoltre la necessit di privilegiare, fra diverse possibili interpretazioni, quella pi rispettosa dei principi costituzionali ( 33 ).
( 31 ) Principio applicabile anche alla inutilizzabilit: cfr., da ultimo, A. SCELLA, Prove penali e inutilizzabilit - uno studio introduttivo, Torino, 2000, p. 175. ( 32 ) Cass. sez. II, 23 marzo 1999, n. 1480, Ferrari, in Cass. pen., 2000, p. 2076. ( 33 ) Si vedano, a mero titolo esemplificativo, Corte cost. 23 aprile 1998, n. 138, in Foro it., 1998, I, c. 2060; Corte cost. 25 ottobre 2000, n. 440, in Giur. cost., 2000, p. 5, ove si legge testualmente: i precetti costituzionali prima ancora che come parametri di legittimit si pongono come punti di riferimento dell'interpretazione conforme a costituzione della disciplina sottoposta a scrutinio di costituzionalit; nonch Cass. sez. un., 23 febbraio 2000, D'Amuri, in Giur. it., 2001, p. 1701. 22
PIERO GUALTIERI
LE INVESTIGAZIONI PREVENTIVE (*)
1 - I presupposti
Vigente lart. 38 disp. att., che nulla stabiliva al riguardo, lart. 2 del Codice deontologico del penalista, adottato dallUnione delle camere penali italiane il 30 marzo 1996 ( 34 ), e lart. 8 del Codice deontologico forense, approvato il 17 aprile 1997 ( 35 ), avevano considerato legittimo lespletamento di indagini difensive anteriormente alliscrizione della notizia di reato nel registro di cui allart. 335 c.p.p. o comunque indipendentemente dalla conoscenza di tale iscrizione ( 36 ). Lart. 391 nonies autorizza oggi espressamente le investigazioni parallele per leventualit che si instauri un procedimento penale, con esclusione degli atti che richiedono lautorizzazione o lintervento dellautorit giudiziaria e a condizione che il difensore abbia ricevuto un apposito mandato, rilasciato con sottoscrizione autenticata e contenente la sua nomina e lindicazione dei fatti ai quali si riferisce. I presupposti essenziali che le legittimano sono rappresentati quindi dalla commissione di un fatto suscettibile di essere ritenuto in astratto penalmente rilevante e dal conferimento
(*) La presente Relazione costituisce stralcio del capitolo quarto della monografia Le investigazioni del difensore, edita da Cedam, Padova, 2002.
( 34 ) Pubblicato in Cass. pen., 1996, p. 1357 ss.. ( 35 ) Lo si legge in Cass. pen., 1997, p. 1984 ss.. ( 36 ) In senso favorevole a questa scelta, si veda P. GUALTIERI, Commento art. 38 disp. att., in A. GAITO (a cura di), Codice di procedura penale ipertestuale, Torino, 2001, p. 2510; sulla disciplina previgente cfr. anche F. BERNARDI, Le indagini del difensore nel processo penale, Milano, 1996, p. 54; F. MARCUCCI, Spunti sulle indagini difensive: questioni interpretative e vuoti normativi, in Giur. it., 2000, p. 217; E. RANDAZZO, La documentazione dell'attivit di indagine da parte dei soggetti della difesa, in Dif. pen., 1993, p. 78; contra G. FANGANI NICASTRO, Le indagini difensive nel nuovo processo penale, in Riv. pol., 1997, p. 573, il quale lamentava che la prevalente interpretazione estensiva avrebbe lasciato eccessiva discrezionalit al professionista. 23 di uno specifico incarico professionale, attraverso modalit diverse rispetto a quelle stabilite per le indagini ordinarie. La sottoscrizione del mandato deve infatti essere autenticata e la formalit appare diretta ad attribuire allincarico una data certa. Da ci si desume che il legislatore ha inteso porre come presupposto di validit dellatto investigativo lesistenza della nomina del difensore nel momento in cui esso compiuto, con le ulteriori conseguenze che il pubblico ministero o il giudice possono effettuare le opportune verifiche sul possesso di tale dirimente requisito e richiedere lesibizione del mandato, se venga depositata documentazione relativa alle indagini. Nellassoluto silenzio sul punto della norma, non pare possa considerarsi necessaria la spontanea presentazione della lettera di incarico e tanto meno la sua obbligatoria allegazione agli atti, poich devono ottenere protezione anche le esigenze di riservatezza del soggetto interessato ( 37 ). Nella stessa ottica, deve ritenersi che lavvocato abbia lobbligo di documentare la propria investitura anche a chi, invitato a rilasciare dichiarazioni o prestare altro tipo di collaborazione, intenda essere reso edotto dei motivi della richiesta ( 38 ).
( 37 ) Secondo P. GATTO, Le investigazioni preliminari del difensore, in Giust. pen., 2002, III, c. 86 ss., per tener conto di questa particolare documentazione difensiva, il giudice o il pubblico ministero devono preliminarmente apprezzare il conferimento della relativa potest investigativa, che solo il difensore pu provare mediante la produzione del mandato, che deve quindi sempre ritenersi necessaria a pena di inammissibilit degli atti di prova raccolti. Al contrario A. GARELLO - S. SCUTO, Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 162, ritengono che lincarico ricevuto non deve essere fisiologicamente depositato, poich in gioco il diritto alla riservatezza del mandante, che in questo caso rasenta la segretezza. Nello stesso senso si veda anche F. BERNARDI, Maggiori poteri agli avvocati nella legge in materia di indagini difensive - Le attivit di indagine, in Dir. pen. e proc., 2001, p. 210. ( 38 ) Si vedano nello stesso senso R. BRICCHETTI - E. RANDAZZO, Le indagini della difesa dopo la legge 7 dicembre 2000 n. 397, Milano, 2001, p. 78; G. PAOLOZZI, Fase prodromica della difesa ed efficacia persuasiva degli elementi di prova, in AA.VV., Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 23. Secondo P. GATTO, Le investigazioni preliminari del difensore, in Giust. pen., 2002, III, c. 86, invece, lobbligo per il difensore di avvertire il soggetto invitato a rendere dichiarazioni della propria qualit e dello scopo del colloquio, assorbirebbe quello della necessaria esibizione del mandato. 24 Lattribuzione della data certa al mandato consente inoltre di evitare incertezze sulloperativit delle garanzie previste dallart. 103 c.p.p. ( 39 ). La autenticazione della sottoscrizione pu essere effettuata dal difensore ai sensi dellart. 39 disp. att. c.p.p. ed anzi questa appare la forma preferibile, senza far quindi ricorso ad altri soggetti a ci legittimati, onde evitare ritardi nellinizio delle investigazioni ed anche al fine di garantire maggiore riservatezza ( 40 ). Altro delicato problema, acuito dagli appena specificati doveri di esibizione, concerne lesatta delimitazione e rilevanza dellobbligo di indicare nella lettera di incarico i fatti cui si riferisce, foriero di implicazioni pregiudizievoli per il mandante. Calibrarne la descrizione diventa una operazione complessa, in quanto deve essere trovata una formula idonea a spiegare e giustificare le ragioni dellinvestigazione, senza che gli elementi rivelati siano tali da risolversi in una ammissione di responsabilit ( 41 ).
( 39 ) A. GARELLO - S. SCUTO, Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 162 ss., i quali suggeriscono lauto spedizione di una lettera raccomandata con avviso di ricevimento, in modo da creare un dato incontestabile sulla data dellincarico, senza necessit di far ricorso ad autentiche da parte di pubblici ufficiali, non sufficientemente sicure sotto il profilo della riservatezza. ( 40 ) In tal senso cfr. P. GATTO, Le investigazioni preliminari del difensore, in Giust. pen., 2002, III, c. 85. ( 41 ) La previsione stata duramente criticata in dottrina. Secondo le corrosive osservazioni di G. PAOLOZZI, Fase prodromica della difesa ed efficacia persuasiva degli elementi di prova, in AA.VV., Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 23-24, il mandato ad investigare ha il sapore di uno scongiuro e contiene una previsione che potrebbe sortire esiti infausti per il mandante. Lindicazione nel mandato dei fatti ai quali si riferisce pu suonare ad orecchie maliziose come unautodenuncia: inoltre, la possibilit che il soggetto richiesto di rilasciare dichiarazioni, non essendo tenuto al segreto, ne riferisca il contenuto alla polizia giudiziaria, potrebbe portare alla nascita di un procedimento che, forse, non sarebbe mai nato. Complimenti ai compilatori. Dal canto suo G. DI CHIARA, Le linee prospettiche del difendersi ricercando: luci e ombre delle nuove investigazioni difensive (l. 7 dicembre 2000 n. 397), in Leg. pen., 2002, p. 11, sottolinea i pericoli derivanti dalla necessaria enunciazione nel corpo del mandato difensivo dei fatti in ordine ai quali il mandato medesimo risulta conferito, che circoscrive i poteri cognitivi del difensore e che tuttavia non pu non avere implicito riguardo ad addebito ipotetico: una loro indicazione sintetica scongiurerebbe lipotesi grottesca di unimputazione metapreliminare in iure formulata in sede difensiva. Cfr. sul punto anche BERNARDI, F., Maggiori poteri agli avvocati nella legge in materia di indagini difensive - Le attivit di indagine, in Dir. pen. e proc., 2001, p. 210; TRIGGIANI, N., La legge 7 dicembre 25 Lart. 2, commi 2 e 3, delle Regole di comportamento adottate dallUnione delle camere penali suggerisce in proposito che, qualora il mandato non sia rilasciato dalla persona offesa, lindicazione dei fatti debba essere sintetica e diretta unicamente allindividuazione delloggetto dellattivit, con esclusione di ogni riferimento ad ipotesi di reato ( 42 ). Prima di valutare se il rimedio proposto sia idoneo a superare i prospettati inconvenienti, occorre domandarsi quali siano il grado di determinatezza richiesto dalla legge nella descrizione dei fatti e le conseguenze di una loro omessa o insufficiente specificazione. Al riguardo, si deve osservare che la ratio della norma quella di vietare investigazioni generiche, svincolate da un punto di riferimento preciso, che costituito dalleventuale instaurazione di un procedimento penale, e dunque dalla avvenuta commissione di un fatto, almeno in ipotesi penalmente rilevante, ma ignoto alla polizia giudiziaria e al pubblico ministero: in una fase nella quale non ancora sorto concretamente il potere pubblico di accertamento dei reati e il diritto di difesa non ha una totale estensione, si vuole quindi circoscrivere loggetto delle indagini, in modo da renderle il meno invasive possibile della sfera personale altrui e da consentire alla autorit giudiziaria quel controllo sulla pertinenza e utilizzabilit dei suoi risultati, sopra ricordato, che, a nostro avviso, non pu prescindere anche dalla sussistenza del presupposto in esame, di pari rilevanza rispetto agli altri riguardanti le forme dellincarico e non degradabile a mero elemento accidentale ( 43 ). Questultimo parametro diviene allora
2000, n. 397 (Disposizioni in materia di indagini difensive): prime riflessioni, in Cass. pen., 2001, p. 2277. ( 42 ) Sulla stessa linea F. BERNARDI, Maggiori poteri agli avvocati nella legge in materia di indagini difensive - Le attivit di indagine, in Dir. pen. e proc., 2001, p. 210, sostiene che tale indicazione debba esseregenerica e sommaria onde non esternare il grado di coinvolgimento dellassistito nella vicenda; secondo P. GATTO, Le investigazioni preliminari del difensore, in Giust. pen., 2002, III, c. 86, lindicazione dei fatti deve intendersi come una mera ipotesi di lavoro, sempre passibile di aggiustamenti in itinere. ( 43 ) Osserva criticamente G. PAOLOZZI, Fase prodromica della difesa ed efficacia persuasiva degli elementi di prova, in AA.VV., Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 25, che necessario congetturare un addebito ipotetico, poich diversamente non vi sarebbe ragione di investigare su certi fatti piuttosto che su altri ed occorre indicarli, sia pure sommariamente: inoltre, si impone al mandante di specificare la funzione assolta dal mandato, oltre a dargli la veste di scrittura privata autenticata. Contra P. GATTO, Le investigazioni preliminari del 26 decisivo al fine di stabilire lampiezza della descrizione dei fatti: fermo restando che essa non pu giungere ad unautoincriminazione, gli elementi da indicare devono contenere quel quantum minimo, tale da permettere lindividuazione del nesso di pertinenza con lindagine. Va, pertanto, condivisa la soluzione proposta nellart. 2 delle Regole di comportamento dettate dallUnione delle Camere Penali di procedere ad una descrizione sintetica, nella consapevolezza, peraltro, che lomesso riferimento ad ipotesi di reato non impedisce certo alle autorit inquirenti di dare al fatto medesimo una qualificazione giuridica, ma anche che, salvo ipotesi eccezionali, il contenuto del mandato verr a conoscenza delle stesse solo in caso di deposito della documentazione raccolta, vale a dire quando si aperto il procedimento penale e le ragioni di riservatezza sono meno stringenti, essendo ormai la esistenza del (prospettato) reato venuta a conoscenza del pubblico ministero. Possono, allora, considerarsi valide, e dunque suscettibili di produrre effetti e di essere utilizzate ai fini delle decisioni da adottare, soltanto le attivit investigative preventive eseguite in forza di un mandato rilasciato per atto scritto dallassistito, recante una sintetica indicazione dei fatti cui esse sono riferibili e lautenticazione della sottoscrizione, nonch, sotto il profilo temporale, espletate successivamente al giorno di conferimento dellincarico. E sul punto va ulteriormente precisato che non pu assumersi a condizione di efficacia di questa specie di indagini una totale coincidenza tra i fatti indicati nel mandato e quelli specificati nel registro delle notizie di reato o negli eventuali provvedimenti coercitivi, che non richiesta dalla legge e sarebbe comunque un onere di impossibile esecuzione, sia perch le valutazione degli organi inquirenti non sono prevedibili con esattezza, sia perch non pu pretendersi la specificazione da parte del mandante di dettagli
difensore, in Giust. pen., 2002, III, c. 87, il quale considera il requisito in discussione un elemento meramente accidentale della disposizione, la cui mancanza non determina alcuna conseguenza circa il valido esercizio della attivit investigativa preliminare; e ci a maggior ragione qualora si volessero collegare sanzioni alla sua insufficiente enunciazione, poich in tale ipotesi il terreno diverrebbe troppo scivoloso per essere percorribile. Ugualmente, ritiene la omessa indicazione dei fatti improduttiva di conseguenze sulla validit del mandato e sulla utilizzabilit delle dichiarazioni raccolte in forza del medesimo, F. BERNARDI, Maggiori poteri agli avvocati nella legge in materia di indagini difensive - Le attivit di indagine, in Dir. pen. e proc., 2001, p. 210 27 rivelatori di una sua responsabilit: deve, cos, ritenersi sufficiente una loro descrizione, tale da permettere di stabilire la sussistenza di una parziale comunanza di elementi riferibili alla medesima condotta, in ipotesi illecita. Le previsioni normative in esame, tendenti ad attribuire maggiore certezza ed attendibilit alle acquisizioni del difensore, sembrano giustificate dalla delicatezza della indagine, che interviene allorquando lautorit giudiziaria ignora la commissione del reato e non ha potuto predisporre alcuna iniziativa di assicurazione e tutela delle fonti di prova.
2 - I fini perseguiti
Chiaramente, le investigazioni preventive non possono essere dirette ad eludere le eventuali future indagini della polizia giudiziaria e del pubblico ministero, attraverso la sottrazione o la manipolazione delle prove (nel qual caso sarebbero realizzati i reati di favoreggiamento e/o di frode processuale: artt. 378 e 374 c.p.), bens, e rigorosamente, devono essere preordinate alla ricerca di elementi favorevoli al patrocinato, nel rispetto della legge e delle regole deontologiche. La scelta del legislatore appare corretta, in quanto emerge evidente linteresse a svolgere indagini da parte del potenziale indagato, che tema linstaurazione di un procedimento penale nei suoi confronti ( 44 ). La raccolta di dati nellimmediatezza del fatto, senza attendere i tempi, sovente molto elastici, per liscrizione della notitia criminis nel registro di cui allart. 335 c.p.p. o quelli,
( 44 ) Si pensi al verificarsi di un incidente stradale con lesioni personali, sulla cui dinamica e conseguenze non siano stati effettuati rilievi da parte degli organi di polizia o questi non siano avvenuti immediatamente: i soggetti coinvolti hanno un rilevante interesse a compiere accertamenti sullo stato dei luoghi, sui danni riportati dalle vetture e sulla natura e gravit delle lesioni subite dalle persone, nonch a raccogliere dichiarazioni da persone che in seguito potrebbero essere difficilmente reperibili. Le medesime esigenze possono sorgere nel lasso di tempo antecedente lintervento della polizia giudiziaria o del magistrato anche in riferimento alla commissione di reati pi gravi, come nel caso di un delitto avvenuto in un campo nomadi o in un luogo pubblico, pur se al riguardo appare improbabile una cos sollecita presenza di un legale. Altri esempi possono venire indicati nelle ipotesi in cui taluno abbia avuto conoscenza di indagini a carico di terzi, suscettibili di sviluppi pure contro di lui, o di un sequestro che possa portare ad una sua incriminazione, o abbia ricevuto la minaccia di una denuncia. 28 imprevedibili, per la formale conoscenza delliscrizione medesima ( 45 ), di notevole utilit, anche al fine di predisporre e far pervenire al giudice elementi di conoscenza idonei ad evitare ladozione di misure cautelari personali o reali. Parimenti, il professionista incaricato dalla persona offesa pu avere necessit di effettuare accertamenti e di acquisire documenti e dichiarazioni in vista di una pi motivata presentazione di una querela o di una denuncia ( 46 ). Non sembrano, pertanto, giustificate le riserve e le critiche verso il riconoscimento al difensore di questo diritto, che, se correttamente esercitato (e la indicata possibilit di una incriminazione per favoreggiamento o per frode processuale appare un forte deterrente nei confronti di comportamenti devianti), non per nulla suscettibile di incidere irrimediabilmente sulla genuinit delle (eventuali) acquisizioni investigative degli organi inquirenti e non provoca alcun pericolo di seri turbamenti della funzione pubblica di accertamento dei fatti ( 47 ). Del resto, vi era senza dubbio lesigenza di bilanciare per quanto possibile il ben pi consistente, e nemmeno regolato nel quomodo, potere attribuito al pubblico ministero dallart. 330 c.p.p. di prendere notizia dei reati di propria iniziativa, che configura una attivit pre-procedimentale di ricerca e acquisizione di elementi sufficienti a dare sostanza ad iniziali meri sospetti e a tradurli in una legittima notitia criminis ( 48 ): ed ancora, appariva necessario creare rimedi idonei a limitare il pregiudizio derivante da prassi discutibili, quali lattivazione di procedimenti penali formalmente
( 45 ) Si vedano, sul punto, P. GUALTIERI, Registro delle notizie di reato: i problemi del dopo riforma, in Dir. pen. e proc., 1996, p. 497 ss., e A. MARANDOLA, I registri del pubblico ministero - Tra notizia di reato ed effetti procedimentali, Padova, 2001, p. 145, nonch la giurisprudenza citata al cap. I, 3, nota 37. ( 46 ) Cfr. retro, cap. III, 2. ( 47 ) Si era espressa in questo senso negativo lAssociazione nazionale magistrati nella formulazione di un parere sul disegno di legge n. 2274; ugualmente e fortemente critico M. MADDALENA, Per la difesa libera di investigare facolt e diritti, nessun dovere, in Dir. giust., 2000, 40, p. 8 ss.; ID., Indagini difensive: via libera allinquinamento del processo, in Corr. giur., 2001, p. 287 ss.. Meno dure le riserve di P. GAETA, Le nuove indagini difensive dal punto di vista del pubblico ministero, in AA.VV., Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 132 ss., il quale punta laccento sulla inopportunit di una (asserita) inquisitio generalis del difensore, ritenuta un rimedio inidoneo, se non controproducente. ( 48 ) Cfr. sullargomento, infra, 1.3. 29 contro ignoti, ove trovano spazio atti lesivi degli interessi di un indagato gi esistente, ma non ancora ufficialmente riconosciuto per tale solo perch strumentalmente non iscritto nel registro ex art. 335 c.p.p., o destinati ad avere effetto nei confronti di soggetti sottoposti ad indagini solo in seguito ( 49 ). Allobiezione secondo la quale, cos agendo, al dubbio di un malcostume dellaccusa si reagito non gi incidendo la radice del vizio, ma iniettando un flebile anticorpo, quasi che lindagine parallela del difensore possa annientare la scorretta scorciatoia investigativa dellaccusa ( 50 ), pur in teoria pertinente, si pu tuttavia replicare che un intervento normativo potrebbe rivelarsi insufficiente, in quanto lattuale art. 330 c.p.p. ha soltanto ratificato un potere che i pubblici ministeri si erano gi autoassegnato nel vigore del codice Rocco, ove la ricerca della notizia di reato non era prevista; sicch servirebbe a poco un ritorno alla vecchia impostazione, che ben difficilmente sarebbe idonea a far scomparire le rammentate interpretazioni capziose, per di pi convalidate da ormai consolidati orientamenti giurisprudenziali ( 51 ). Va anche aggiunto che listituto contribuisce a limitare i danni derivanti dallattuale regime della informazione di garanzia e della ostensibilit delle iscrizioni contenute nel registro delle notizie di reato ( 52 ).
( 49 ) Si vedano sul punto le osservazioni di N. GALANTINI, Il ruolo della difesa, in AA.VV., Il nuovo processo penale davanti al giudice unico, Milano, 2000, p. 161. ( 50 ) Cos P. GAETA, Le nuove indagini difensive dal punto di vista del pubblico ministero, in AA.VV., Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 133, il quale prospetta il rischio di un difensore che cammina sopra una trappola, inutilmente stremato dietro la probatio diabolica di dover negare quanto non stato neppure ipotizzato, e, soprattutto, chiamato a modificare un connotato essenziale della propria metodologia, ricercando una (cieca) ricostruzione del fatto alternativa a quella, eventuale, dellaccusatore. ( 51 ) Si pensi alle decisioni ove stata affermata la insindacabilit da parte del giudice della ritardata iscrizione della notizia di reato nel registro ex art. 335, con conseguenti sostanziale pregiudizio del diritto di difesa e vanificazione dei termini di durata delle indagini preliminari e della relativa inutilizzabilit degli atti assunti: cfr. retro, cap. I, 3, nota 37. ( 52 ) Sul punto cfr. retro, cap. II, 2 e 3. Si veda, al riguardo, anche quanto osservato da P. GATTO, Le investigazioni preliminari del difensore, in Giust. pen., 2002, III, c. 74 ss., il quale, con riferimento allattuale disciplina dellinformazione di garanzia, sottolinea come la facolt di espletare indagini difensive possa ritenersi un diritto ad effettivit dimezzata, se non addirittura sulla carta. 30 Le indagini preventive, certo, non colmano, ed anzi attutiscono appena, il forte divario con la pubblica accusa, ma nonostante le molte insufficienze e discrasie, rappresentano, da un lato uno strumento utile per stabilire in prospettiva un dialogo con il giudice nel momento della possibile adozione di decisioni dolorose e devastanti per lindagato, e dallaltro offrono interessanti opportunit alla persona offesa dal reato.
3 - La natura
Non facile inquadrare dal punto di vista sistematico la natura dellinvestigazione in oggetto, la quale si svolge prima della iscrizione di una notizia di reato nellapposito registro, ed al contempo destinata alla formazione di atti a contenuto e vocazione probatori, suscettibili di essere inseriti nel fascicolo del difensore e di trasmigrare addirittura in quello del dibattimento, nei casi previsti: non detto, peraltro, che queste ultime eventualit si realizzino davvero, poich il fatto in relazione al quale si svolta lindagine potrebbe non venire mai a conoscenza della polizia giudiziaria o del pubblico ministero e non dar luogo allapertura di un procedimento penale. Per altro verso, va rilevato che si tratta di attivit tipiche e non a forma libera, essendo il loro svolgimento previsto e regolato dal codice di procedura penale, il quale ne disciplina i presupposti e le modalit di esecuzione, documentazione e utilizzazione, e stabilisce le sanzioni applicabili, anchesse tipicamente processuali, in caso di inosservanza di alcune prescrizioni. Ma, precedendo linizio ufficiale delle indagini preliminari, lindagine preventiva sfugge alla tutela prevista dagli artt. 24, comma 2, e 111, commi 2 e 3, cost., i quali presuppongono, per lappunto, lesistenza di un procedimento e la soggettivizzazione di un indizio di reit a carico di taluno ( 53 ). Inoltre, in considerazione della esigenza di fornire attendibilit ad atti potenzialmente destinati ad essere utilizzati nelle fasi procedimentali e processuali, alle false dichiarazioni rese
( 53 ) Cfr. sul punto retro, cap. I, 2 e in particolare Corte cost. 12 giugno 1991, n. 265, in Giust. pen., 1991, I, c. 225: listituto delle indagini difensive preventive, indubbiamente compatibile con lattuale assetto normativo, costituisce espressione di una scelta legislativa ammessa, ma non certo imposta, dalla Costituzione. 31 in questa sede al difensore deve ritenersi applicabile lart. 371 ter c.p.( 54 ). In relazione allistituto in esame, si parlato di una sorta di procedimento virtuale, tuttavia con il suo oggetto, individuato dalla nomina ( 55 ), ovvero di una fase pre-procedimentale ( 56 ) o, ancora, di una nuova probabile fase del procedimento penale ( 57 ) o di indagini senza procedimento, che sfuggono del tutto al principio di pertinenza ed al canone di rilevanza, non esistendo alcun parametro per diagnosticarle con riferimento alle operazioni conoscitive e allesercizio dei poteri che esse implicano ( 58 ). Si anche affermata la sua natura extraprocessuale sulla base delle differenze di disciplina con lindagine parallela ordinaria e il suo mancato inserimento nellart. 327 bis c.p.p.( 59 ), e, al contrario, si sono ritenuti non risolutivi gli anzidetti rilievi, sostenendo che esso parte integrante del procedimento penale complessivamente inteso, in ragione del suo tasso di omogeneit con le tradizionali fasi del procedimento penale e del suo grado di comunicabilit con questo ( 60 ). Insomma, le opinioni appaiono estremamente variegate. A nostro avviso, lindagine deve prendere le mosse da una comparazione con le attivit consentite al pubblico ministero e alla polizia giudiziaria ai sensi dellart. 330 c.p.p., avvertendo che, ovviamente, non questa la sede per effettuare approfondimenti
( 54 ) Cfr. infra, cap. IX, 1.2. ( 55 ) M. NOBILI, Giusto processo e indagini difensive: verso una nuova procedura penale?, in Dir. pen. e proc., 2001, p. 13. ( 56 ) M. SCAPARONE, Le indagini difensive, in G. CONSO - V. GREVI, Compendio di procedura penale - Appendice di aggiornamento, Padova, 2001, p. 63; F. BERNARDI, Maggiori poteri agli avvocati nella legge in materia di indagini difensive - Le attivit di indagine, in Dir. pen. e proc., 2001, p. 210; N. TRIGGIANI, La legge 7 dicembre 2000, n. 397 (Disposizioni in materia di indagini difensive): prime riflessioni, in Cass. pen., 2001, p. 2277. ( 57 ) P. GATTO, Le investigazioni preliminari del difensore, in Giust. pen., 2002, III, c. 68. ( 58 ) G. PAOLOZZI, Fase prodromica della difesa ed efficacia persuasiva degli elementi di prova, in AA.VV., Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 23-24. ( 59 ) A. A. ARRU, Lattivit investigativa difensiva preventiva, in L. FILIPPI (a cura di), Processo penale: il nuovo ruolo del difensore, Padova, 2001, p. 325 ss.. ( 60 ) P. GATTO, Le investigazioni preliminari del difensore, in Giust. pen., 2002, III, c. 72, il quale preferisce definire lattivit investigativa in oggetto preliminare e non preventiva, in quanto finalizzata ad acquisizioni latu sensu probatorie e non certo a prevenire, a costo di interventi inquinatori, il procedimento penale (p. 69) ed osserva che lart. 391 nonies garantisce allart. 327 bis una sorta di parziale ultrattivit a ritroso (p. 74). 32 particolari su un tema cos complesso ( 61 ). Come si gi accennato, esse sono dirette alla raccolta di elementi di prova idonei a trasformare in notitia criminis qualificata iniziali sospetti in ordine alla commissione di un reato e vengono considerate pre- procedimentali e di natura essenzialmente amministrativa, intervenendo in epoca anteriore alla iscrizione di un fatto penalmente rilevante nel registro di cui allart. 335 c.p.p. ( 62 ): il legislatore, dopo averne sancito la legittimit, non ne ha tuttavia determinato le modalit di esecuzione, per cui stata ipotizzata in via generale lapplicabilit per analogia delle disposizioni concernenti le indagini preliminari ( 63 ), giungendo a sostenere che rappresentino un unicum con le investigazioni successive alla acquisizione della notizia di reato ( 64 ). Si ritiene, altres, necessaria
( 61 ) Cfr. sullargomento P. FERRUA, Liniziativa del pubblico ministero nella ricerca di una notitia criminis, in Leg. pen., 1986, p. 317 ss.; A. MARANDOLA, I registri del pubblico ministero - Tra notizia di reato ed effetti procedimentali, Padova, 2001, p. 104 ss.; M. NOBILI, Il magistrato in funzione di polizia tributaria: una ulteriore supplenza conforme alle norme vigenti?, in Leg. pen., 1986, p. 113; R. ORLANDI, Inchieste preparatorie nei procedimenti di criminalit organizzata: una riedizione dellinquisitio generalis?, in Riv. it. dir. e proc. pen., 1996, p. 568 ss.; D. POTETTI, Attivit del p.m. diretta allacquisizione della notizia di reato e ricerca della prova, in Cass. pen., 1995, p. 135; G. TRANCHINA, Il pubblico ministero ricercatore di notizie di reato: una figura poco rassicurante per il nostro sistema, in Leg. pen., 1986, p. 330. Cfr. anche P. GATTO, Le investigazioni preliminari del difensore, in Giust. pen., 2002, III, c. 66 ss.. ( 62 ) Cfr. da ultimo A. MARANDOLA, I registri del pubblico ministero - Tra notizia di reato ed effetti procedimentali, Padova, 2001, p. 104 ss.; A. ZAPPULLA, Le indagini per la formazione della notitia criminis: il caso della perquisizione seguita da sequestro, in Cass. pen., 1996, p. 1880; e in giurisprudenza Cass. sez. III, 2 dicembre 1998, Pret. Terni, in Cass. pen., 1999, p. 3458; Cass. sez. III, 3 dicembre 1997, Riberti, in Giust. pen., 1999, III, c. 123. ( 63 ) R. CANTONE, Denunce anonime e poteri investigativi del pubblico ministero, in Cass. pen., 1996, p. 2988; ( 64 ) L. CARLI, Indagini preliminari e segreto investigativo, in Riv. it. dir. e proc. pen., 1994, p. 778; F. DE LEO, Il p.m. tra completezza investigativa e ricerca dei reati, in Cass. pen., 1995, p. 1441; A. ZAPPULLA, Le indagini per la formazione della notitia criminis: il caso della perquisizione seguita da sequestro, in Cass. pen., 1996, p. 1878; contra, G. P. VOENA, Attivit investigativa e indagini preliminari, in AA.VV., Le nuove disposizioni sul processo penale, Padova, 1989, p. 30, secondo il quale le attivit in discussione si collocano fuori dal processo e non ne rappresentano una fase, neppure in senso lato; si veda anche A. MARANDOLA, I registri del pubblico ministero - Tra notizia di reato ed effetti procedimentali, Padova, 2001, p. 107 ss.. 33 la formazione di un fascicolo nel quale raccogliere la documentazione di tali attivit, prodromiche alla formale acquisizione della notizia di reato ( 65 ), e si considerano esperibili soltanto atti che, per la loro natura, siano insuscettibili di arrecare pregiudizio ai diritti dei cittadini (come lassunzione di sommarie informazioni, lacquisizione di documenti o cose, la consulenza tecnica ripetibile, che sarebbero poi utilizzabili nella fase procedimentale), con esclusione di quelli condizionati allassunzione della qualit di persona sottoposta ad indagini o per i quali sia prevista la presenza del difensore ( 66 ). Ove, infine, allesito della indagine non si riescano a raccogliere elementi che convalidino la sussistenza di un illecito penale, si resterebbe nellambito delle pseudo notizie di reato, con conseguente potere di cestinazione da parte del pubblico ministero ( 67 ). Cos ricostruito per grandi linee, il (discusso) istituto della ricerca della notizia di reato da parte degli organi inquirenti pubblici appare innegabilmente speculare alle indagini preventive del difensore, in virt del dato comune del loro svolgimento anteriormente alla iscrizione della notizia di reato nellapposito registro e, ove si proceda poi effettivamente a tale iscrizione, della possibilit di utilizzazione nella fase procedimentale (ed
( 65 ) Cfr. per tutti R. CANTONE, Denunce anonime e poteri investigativi del pubblico ministero, in Cass. pen., 1996, p. 2988; A. MARANDOLA, I registri del pubblico ministero - Tra notizia di reato ed effetti procedimentali, Padova, 2001, p. 112; R. ORLANDI, Inchieste preparatorie nei procedimenti di criminalit organizzata: una riedizione dellinquisitio generalis?, in Riv. it. dir. e proc. pen., 1996, p. 582; D. POTETTI, Attivit del p.m. diretta allacquisizione della notizia di reato e ricerca della prova, in Cass. pen., 1995, p. 138. ( 66 ) Cfr. per tutti A. MARANDOLA, I registri del pubblico ministero - Tra notizia di reato ed effetti procedimentali, Padova, 2001, p. 113 ss., con ampi richiami di dottrina e giurisprudenza. ( 67 ) Si vedano sul punto R. CANTONE, Denunce anonime e poteri investigativi del pubblico ministero, in Cass. pen., 1996, p. 2988; F. DE LEO, Il p.m. tra completezza investigativa e ricerca dei reati, in Cass. pen., 1995, p. 1449. Giustamente critica al riguardo A. MARANDOLA, I registri del pubblico ministero - Tra notizia di reato ed effetti procedimentali, Padova, 2001, p. 112, la quale, ricordando anche i lavori della abortita Commissione bicamerale, osserva che la soluzione rende impercettibili allesterno tanto abusive strumentalizzazioni dellinquirente, quanto eventuali pretestuose accuse a suo carico, anche se essa risulta la pi plausibile. Su questo autonomo potere di cestinazione del pubblico ministero, cfr. da ultimo Cass. sez. un., 22 novembre 2000, p.m. in proc. c. ignoti, in Giur. it., 2002, p. 364, con nota di K. MAMBRUCCHI, Sulla cestinazione delle pseudonotizie di reato. 34 eventualmente pure in quella processuale) dei dati raccolti senza esercizio di poteri coercitivi. Ma le similitudini si fermano qui, poich la diversa qualifica dei soggetti che le compiono (pubblici ufficiali in un caso, esercenti un servizio di pubblica necessit nellaltro) impedisce una omologazione relativamente alla loro natura e relativamente alla obbligatoriet o meno della formazione e conservazione della rispettiva documentazione. Le investigazioni preventive del difensore sono e restano atti privati, suscettibili, peraltro, di assumere natura processuale. Depongono in questa direzione: a)- la necessit di osservare per la loro formazione le regole rigorose dettate dal codice di procedura penale; b)- lapplicabilit di sanzioni tipiche in caso di inosservanza di tali regole; c)- la loro utilizzabilit e la loro rilevanza probatoria identiche a quelle delle investigazioni parallele ordinarie. Non pare decisiva per contrastare questi elementi, la circostanza che non siano esperibili atti che richiedono lintervento dellautorit giudiziaria, che trova la sua logica spiegazione nella impossibilit, in difetto di un procedimento penale pendente, di individuare un magistrato cui rivolgersi e nella esigenza di riservare al difensore ogni valutazione in ordine alla presentazione di istanze ai sensi dellart. 335, comma 3, c.p.p., le quali, anche se strutturalmente generiche, potrebbero palesare la quanto meno possibile, se non reale, commissione di un reato: n dovrebbe considerarsi rilevante la eventualit che latto non venga prodotto a causa della mancata apertura di un procedimento penale, poich tale epilogo, cio la produzione, non obbligatorio neanche nelle indagini ordinarie, essendo rimesso alle scelte discrezionali dellavvocato.
4 - I tempi
Il termine iniziale per lo svolgimento dellindagine preventiva a nostro avviso costituito dal conferimento al difensore dellapposito speciale mandato previsto dallart. 391 nonies c.p.p., mentre il termine finale a stretto rigore rappresentato dalliscrizione del nome della persona assistita nel registro delle notizie di reato. Da questo momento, infatti, vengono meno i fondamentali requisiti distintivi delle indagini parallele preventive rispetto a quelle ordinarie. Non esiste pi, invero, il presupposto della 35 eventualit che si instauri un procedimento penale, ormai gi pendente, e diventano esperibili gli atti che richiedono lintervento dellautorit giudiziaria, essendo individuabile il magistrato cui rivolgersi. Il soggetto conferente il mandato ha assunto ad ogni effetto la qualit di persona sottoposta alle indagini ed ha acquisito tutti i diritti e poteri ad essa conseguenti: la circostanza che egli non possa esercitarli totalmente finch ignori (o preferisca non correre il rischio di chiedere informazioni al riguardo) la pendenza del procedimento penale, non pu certo essere presa come parametro per includere fra le preventive le attivit di indagine svolte, che sono comunque valide, in quanto riconducibili allart. 327 bis. Essa, al contrario, evidenzia una grave discrasia del sistema, in quanto costringe lavvocato a muoversi nei pi angusti limiti delle investigazioni preventive, e deve trovare un rimedio nella riforma dellattuale disciplina della informazione di garanzia, insufficiente ad assicurare leffettivit del diritto di difendersi provando nel pi breve tempo possibile, garantito dallart. 111, comma 3, cost. ( 68 ). E certamente vero che fin quando non abbia conoscenza dellapertura di un procedimento penale a suo carico, il soggetto interessato non in grado di eseguire le attivit investigative che richiedano lautorizzazione o lintervento dellautorit giudiziaria, ma pare innegabile che con liscrizione del suo nome nel registro delle notizie di reato venga meno questo decisivo elemento di distinzione fra i due tipi di indagine. Insomma, il requisito della eventualit non ricorre pi, essendo superato dalla instaurazione del procedimento penale, e la mancata conoscenza della pendenza non quindi rilevante, poich lambito operativo dellistituto caratterizzato, appunto, dalla eventualit che si instauri un procedimento penale, per cui, una volta che questa situazione si sia effettivamente concretizzata, devono essere applicate le norme in materia di indagini ordinarie, con il conseguente insorgere del pieno diritto di godere dei pi ampi poteri in essa consentiti ( 69 ).
( 68 ) Cfr. G. PIZIALI, Profili temporali dellattivit investigativa e regime di utilizzabilit, in AA.VV., Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 220, il quale sottolinea che dovr essere posta in dubbio, anche sotto il profilo costituzionale, la compatibilit con questo nuovo assetto processuale dellattuale regime di conoscibilit della condizione di indagato. Si veda sul punto gi P. GUALTIERI, Registro delle notizie di reato: i problemi del dopo riforma, in Dir. pen. e proc., 1996, p. 497 ss. e retro, cap. II, 2. ( 69 ) In senso contrario, ritengono che si tratti di investigazione preventiva anche allorquando la parte non abbia conoscenza dellinizio del procedimento penale 36
5 - La legittimazione
Le investigazioni preventive sono esperibili dai difensori del potenziale indagato e della persona offesa: da escludere, per le ragioni gi esposte, la legittimazione dellavvocato del mero danneggiato, mentre non configurabile quella dei legali delle altre parti private, non ancora comparse sulla scena del processo. E discusso se il sostituto, i consulenti tecnici e gli investigatori privati possano svolgere le attivit previste nell nellart. 391 nonies ( 70 ).
A. DE CARO, Percorsi legislativi e poteri delle parti nel processo penale: dal codice Rocco alla riforma delle investigazioni difensive, in Cass. pen., 2001, p. 3220; A. MARANDOLA, I registri del pubblico ministero - Tra notizia di reato ed effetti procedimentali, Padova, 2001, p. 146; ad avviso di A. A. ARRU, Lattivit investigativa difensiva preventiva, in L. FILIPPI (a cura di), Processo penale: il nuovo ruolo del difensore, Padova, 2001, p. 327, soltanto con il ricevimento della informazione di garanzia oppure della risposta positiva alla richiesta della propria iscrizione nel registro delle notizie di reato o comunque dellinstaurazione di un procedimento penale, il soggetto privato interessato viene a conoscenza dellinstaurazione del procedimento medesimo, con lapplicazione integrale da questo eventuale momento della disciplina prevista dallart. 327 bis c.p.p. e dal Titolo VI bis del libro quinto dello stesso codice. Secondo R. BRICCHETTI, Lattivit investigativa del difensore, in L. FILIPPI (a cura di), Processo penale: il nuovo ruolo del difensore, Padova, 2001, p. 113, lattivit investigativa del difensore si svolge sempre extra moenia, sta fuori dal processo, anche l dove sia necessaria unautorizzazione dellautorit giudiziaria. ( 70 ) Esclude la legittimazione autonoma degli investigatori privati allo svolgimento di indagini preventive, riconoscendo, al tempo stesso, la possibilit di delega da parte del difensore, G. PAOLOZZI,, Commento legge 7 dicembre 2000, n. 397, in A. GAITO (a cura di), Codice di procedura penale ipertestuale, Torino, 2001, p. 3517; cfr. anche N. TRIGGIANI, La legge 7 dicembre 2000, n. 397 (Disposizioni in materia di indagini difensive): prime riflessioni, in Cass. pen., 2001, p. 2277, nonch P. GATTO, Le investigazioni preliminari del difensore, in Giust. pen., 2002, III, c. 83, secondo il quale nessuna apprezzabile ragione impedisce che, in sede di indagine difensiva preliminare, il difensore possa avvalersi della collaborazione di sostituti o di consulenti tecnici. Contra, sostiene che, anteriormente allinstaurazione di un procedimento penale, lunico soggetto legittimato ad espletare investigazioni sarebbe il difensore, il quale, stante la tassativa previsione dellart. 391 nonies c.p.p., non potrebbe delegare alcuna attivit ai propri ausiliari, A. A. ARRU, Lattivit investigativa difensiva preventiva, in L. FILIPPI (a cura di), Processo penale: il nuovo ruolo del difensore, Padova, 2001, p. 330; nello stesso senso. A. GARELLO - S. SCUTO, Le indagini difensive, Milano, 2001, p. 167. 37 Orbene, nella norma non si fa alcuna menzione di questi soggetti, ma si cita soltanto il difensore, che, per di pi, deve essere munito di un apposito mandato: dallesame comparativo delle disposizioni contenute nel Titolo VI bis, emerge, altres, che gli ausiliari sono espressamente nominati soltanto in relazione al compimento di specifici atti, e ci potrebbe far dedurre lesistenza di limiti al potere di delega in loro favore. Questi elementi, uniti alla particolare delicatezza dellistituto, che operante in un momento in cui gli organi inquirenti pubblici non hanno ancora avuto conoscenza del reato e non hanno conseguentemente potuto attuare iniziative di ricerca e tutela delle fonti di prova, potrebbero indurre a ritenere riservato al solo difensore lespletamento delle investigazioni preventive. A nostro giudizio, per, la soluzione del problema va ricercata prendendo le mosse dallart. 327 bis, che al comma 1 individua nel difensore lunico titolare della legittimazione a svolgere le investigazioni parallele e al comma 3 gli riconosce il generale potere di delega delle attivit al sostituto, agli investigatori privati e, quando occorrono specifiche competenze, ai consulenti tecnici. Si tratta, quindi, di verificare se lart. 391 nonies imponga o giustifichi deroghe a questa regolamentazione. Dallesame della norma emerge subito evidente la mancanza di espresse eccezioni al riguardo: ed anzi il reciproco richiamo tra le due disposizioni dimostra come le investigazioni preventive debbano essere effettuate nella medesima forma e per le stesse finalit di quelle ordinarie: e lunica vera differenza di natura temporale, attenendo all epoca di compimento. Lart. 391 nonies, comma 1, stabilisce, infatti, che, con la sola esclusione degli atti che richiedono lautorizzazione o lintervento dellautorit giudiziaria e con la necessit di munirsi di un apposito mandato, lattivit investigativa prevista dallart. 327 bis possa essere svolta dal difensore anche per leventualit che si instauri un procedimento penale: e, a sua volta, lart. 327 bis, comma 1, rinvia, per lappunto, per le forme e le finalit, al Titolo VI bis del libro. E, a ben vedere, la menzione degli ausiliari negli artt. 391 bis, 391 ter e 391 sexies ha il significato e lo scopo di dettare regole che limitano e disciplinano la facolt di delega del difensore 38 (emblematici sono in questo senso gli artt. 391 bis, comma 2, e 391 ter). Daltro canto, interpretazioni restrittive si porrebbero in collisione con le finalit di riequilibrio fra accusa e difesa perseguite dal legislatore. Deve, pertanto, ritenersi che il sostituto, gli investigatori privati autorizzati e i consulenti tecnici, sforniti del potere di assumere iniziative autonome, possano ricevere dal difensore lincarico di compiere atti di investigazione preventiva. Va, infine, osservato che la concreta possibilit di svolgere indagini parallele preventive subordinata alla disponibilit di adeguati mezzi patrimoniali, essendo destinata a rimanere sulla carta per tutti coloro che non siano in grado di sostenere le spese necessarie: i recenti interventi normativi in tema di patrocinio per i non abbienti non hanno infatti previsto questa eventualit, che resta cos preclusa a chi non possa provvedervi autonomamente ( 71 ).
( 71 ) Si allude alla legge 29 marzo 2001, n. 134 ed al d. lgs. 30 maggio 2002, n. 113. In particolare, non sembra si possa attribuire eccessivo rilievo al disposto dellart. 79 del provvedimento da ultimo indicato. Nonostante, infatti, la norma citata preveda che listanza di ammissione al gratuito patrocinio rechi lindicazione del processo cui si riferisce, se gi pendente (comma 1, lett. a)), il successivo art. 93, specificamente afferente il patrocinio a spese dello Stato nel processo penale, estremamente chiaro nellimporre la presentazione dellistanza al magistrato innanzi al quale pende il processo, precludendo ogni lettura estensiva delle predette disposizioni. 39