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9 GRAVITAZIONE UNIVERSALE

Le conoscenze relative alla forza di gravitazione si sono sviluppate a partire dalle osservazioni
astronomiche del moto dei pianeti del sistema solare. Attraverso tali osservazioni Tyco Brahe
raccolse un insieme di dati tramite i quali, successivamente, Johannes Keplero identific delle
regolarit nel moto dei pianeti che espresse attraverso delle leggi. Tali leggi, note come leggi di
Keplero rappresentano una descrizione cinematica del moto dei pianeti e si enunciano nella maniera
seguente:

1. Rispetto al Sole ogni pianeta descrive unorbita ellittica di cui il Sole occupa uno dei fuochi.
2. Il raggio vettore condotto dal Sole ad ogni pianeta descrive aree proporzionali ai tempi
impiegati per descriverle; cio il moto del pianeta rispetto al Sole si svolge con velocit
areolare costante.
3. I quadrati dei periodi di rivoluzione dei vari pianeti intorno al Sole sono proporzionali ai cubi
dei semiassi maggiori delle rispettive orbite ellittiche.

La descrizione in termini dinamici del moto planetari e lidentificazione dellinterazione
responsabile di tale moto fu opera di Newton, che formul la legge di gravitazione universale.
9.1 La legge di gravitazione universale
Dopo la formulazione delle leggi della dinamica, il pi importante contributo di Newton allo
sviluppo della meccanica fu lidentificazione delle leggi dellinterazione gravitazionale; ossia
linterazione che si esplica tra due generici corpi materiali che determina un moto descrivibile
attraverso le leggi di Keplero.
Il moto di un corpo soggetto ad una forza centrale caratterizzato dal fatto che il momento
angolare L

calcolato rispetto al centro di forza una costante del moto. Siccome la velocit
areolare ds dt

si pu esprimere come:


1
2 2
ds L
r v
dt m
= =


,

dove m la massa del corpo, alla costanza del momento angolare corrisponde la seconda legge di
Keplero, che pertanto indica che la forza F

associata allinterazione gravitazionale di tipo


centrale:

( )
F f r r =

.

Supponiamo, in prima approssimazione che le orbite dei pianeti, sebbene ellittiche, si possano
considerare circolari, allora, dallespressione della velocit areolare, segue:

9-2 Gravitazione universale


2
1 1
2 2
ds
rv r
dt
= =

essendo, in tale ipotesi, i vettori r

e v

perpendicolari e inoltre esprimendo v


attraverso la velocit angolare come r dalla (2.28). Dalla costanza della
velocit areolare e dallipotesi di orbite circolari (cio con r costante), segue la
costanza di . Se costante, allora, dalle relazioni (2.30) e (2.31) segue che
laccelerazione tangenziale del pianeta nulla e pertanto la sua accelerazione
deve essere esclusivamente di tipo centripeto. Pertanto la forza agente sul
pianeta pu esprimersi come:


2
2
2
F m r m r
T

| |
= =
|
\ .
,

dove, dalla (2.34) T il periodo di rivoluzione. Daltra parte, confondendo il raggio dellorbita
circolare con il semiasse maggiore dellellisse
1
, la terza legge di Keplero pu esprimersi come:


2 3
T kr = ,

in cui k unopportuna costante di proporzionalit. Confrontando tra loro le precedenti relazioni, si
ha:


2 2
2 3 2
4 4 4 m
F m r m r
T kr k r

= = = ,

cio la forza esercitata dal Sole sui pianeti inversamente proporzionale alla distanza dal Sole.
Contemporaneamente, se M rappresenta la massa del Sole, la forza esercitata dal pianeta sul Sole
vale:


2
2
4
M
M
M
F
k r

= .

Per la terza legge di Newton queste due forze devono avere lo stesso modulo, cos:


M
kM k m = .

Posto allora:


2 2
4 4
M
G
k m kM

= ,

il modulo della forza di interazione tra il Sole e il pianeta si esprime come:


2
Mm
F G
r
= .

1
Questa ipotesi segue dalla constatazione che leccentricit dellorbita dei pianeti del sistema solare molto piccola,
per cui le corrispondenti orbite possono ritenersi, almeno in prima approssimazione, circolari.
F
r
Gravitazione universale 9-3


Data la semplicit di questa espressione, Newton ipotizz che si trattasse di una formula di carattere
generale ed enunci la seguente legge di gravitazione universale:
Ogni particella materiale esistente nelluniverso attira ogni altra particella con una forza
gravitazionale. Le forze gravitazionali esistenti tra due particelle (tra loro opposte per il
principio di azione e reazione) hanno come retta di applicazione la retta passante per le due
particelle e intensit proporzionale al prodotto delle masse delle particelle e inversamente
proporzionale al quadrato della loro distanza.
Nella trattazione precedente, a rigore, in luogo della massa m occorrerebbe considerare la massa
ridotta del sistema composto da m e M , pari a ( ) mM m M + , tuttavia nel caso considerato
M m , per cui m .

Esempio: Nel caso di Giove, che costituisce il pianeta pi pesante del sistema solare, m vale
27
1.8971 10 kg e
considerando che la massa M del Sole
30
1.989 10 kg , la massa ridotta del sistema
27
1.895 10 kg , cio risulta
inferiore a m dello 0.001% circa. Si noti che nel sistema solare il Sole contiene il 99.85 % della massa dellintero
sistema mentre i pianeti concorrono solo allo 0.135 % di tale massa.

Vettorialmente, lespressione della forza gravitazionale esercitata da
un corpo di massa
1
m su un corpo di massa
2
m , supposti puntiformi,
vale:


1 2
2

mm
F G r
r
=

.

La costante di proporzionalit G fu misurata sperimentalmente nel 1798 da Henry Cavendish
adoperando una bilancia di torsione, in modo da rilevare la forza di attrazione tra due masse
sferiche. Il valore attualmente noto di G :


3
11
2
6.6759 10
m
G
kg s

.

Esempio: Una verifica sperimentale della legge di gravitazione consiste nella determinazione dellaccelerazione di
gravit g sulla Terra. Consideriamo un corpo di massa m situato sulla Terra; la forza subita per effetto della Terra vale:


2
,
T
T
mm
F G
R
=


dove
T
m
rappresenta la massa e
T
R
il raggio della Terra; in tale espressione si supposto che la Terra eserciti la stessa
forza sul corpo che eserciterebbe una massa puntiforme posta nel centro della Terra
2
. Daltra parte risulta:

, F mg =

pertanto, confrontando queste due espressioni, si ha:


2
Questa propriet facilmente dimostrabile attraverso la legge di Gauss (si veda il secondo volume) ed
conseguenza della dipendenza funzionale della forza di gravit che si esercita tra due punti materiali dallinverso del
quadrato della reciproca distanza.
m
1
m
2
F
r
r

r
9-4 Gravitazione universale


2
.
T
T
m
g G
R
=
(9.1)

Nel caso della verifica fatta da Newton, non erano noti G e
T
m
, tuttavia la forza esercitata dalla Terra sulla Luna vale:


2
2
,
L T
L L L
m m
F G m d
d
= =


dove
L
m e
L
sono, rispettivamente, la massa e la velocit angolare della Luna e d la distanza della Luna dalla Terra.
Da tale relazione segue:


2 3
,
T L
Gm d =


cos, sostituendo nella relazione (9.1), si ha:


2 3
2
.
L
T
d
g
R

=


Infine, siccome
L

vale
2
L
T
, dove
L
T
il periodo di rivoluzione della Luna attorno alla Terra, si ha:


2 3
2 2
4
.
L T
d
g
T R

=


Per
27.32
L
T giorni
,
8
3.84 10 d m e
6
6.378 10
T
R m
si ottiene un valore di g pari a
2
9.863 m s in buon
accordo con quello misurato.

Esempio: Un satellite geostazionario di massa m deve occupare una posizione fissa nello spazio rispetto alla superficie
terrestre e pertanto il suo moto orbitale deve essere sincrono col moto di rotazione della Terra. Ne segue che il suo
periodo T deve risultare pari ad un giorno, ossia uguale a
4
8.64 10 s . La forza centripeta responsabile di questo moto
vale:


2
2
2
2
2 4
, F m d m d m d
T T

| |
= = =
|
\ .


dove d la distanza del satellite dal centro della Terra. Tale forza determinata dallaccelerazione di gravit:


2
,
T
mm
F G
d
=


dove
T
m
la massa della Terra. Uguagliando queste due espressioni, si ha:


2
2 2
4
,
T
mm
m d G
T d

=


da cui segue:


2
3
2
.
4
T
Gm T
d

=


Infine, se
T
R
il raggio della Terra e h la distanza del satellite dal suolo terrestre, si ha:


2
7
3
2
3.59 10 ,
4
T
T T
Gm T
h d R R m

= =


Gravitazione universale 9-5

cio il satellite orbita ad una quota di circa 36000 km dalla superficie terrestre.

9.2 Massa inerziale e massa gravitazionale
La massa che compare nellespressione della legge di gravitazione universale e che caratterizza
lintensit della forza con cui due corpi si attraggono viene denominata massa gravitazionale. Tale
massa, in principio, risulta di natura completamente differente dalla massa inerziale che compare
nella seconda legge di Newton e che determina laccelerazione di un corpo in corrispondenza
dellazione di una forza. Consideriamo un corpo di massa inerziale m situato in prossimit della
Terra; in tale circostanza vale relazione:


2
T
m m
mg G
R


= ,

dove con lapice sono indicate le masse gravitazionali. Da tale identit segue:


2
T
m m
g G
R m


= ,

cio, in un dato luogo laccelerazione di gravit dipende dal rapporto m m tra la massa
gravitazionale e la massa inerziale. Poich si osserva che in uno stesso luogo g non dipende dai
particolari corpi, segue che m e m sono proporzionali tra loro. Pertanto, attraverso unopportuna
scelta dellunit di misura della massa gravitazionale m , cio, in pratica, per unadeguata scelta
dellunit di misura per G , possibile adoperare lo stesso valore per la massa gravitazionale e per
la massa inerziale, pertanto:

m m = .

Ne segue che si pu adoperare il termine massa in generale, sia per la massa inerziale che per
quella gravitazionale.
La relazione precedente suggerisce lesistenza di un legame tra linerzia e la gravitazione. Difatti,
nellambito della Relativit Generale, tale legame stabilito in forma di principio, cio per sistemi
di riferimento non inerziali, la Relativit Generale postula limpossibilit di distinguere forze
dinerzia da forze gravitazionali, implicando pertanto lidentit concettuale tra massa inerziale e
massa gravitazionale.
9.3 Equazione della traiettoria
Consideriamo un sistema isolato costituito da due corpi puntiformi, rispettivamente di masse m
e M . In un sistema di riferimento inerziale risulta:


2
2
,
;
m
M
mM
ma G r
r
mM
Ma G r
r
=
=


m
M

r
F
r
F
r
-
9-6 Gravitazione universale


introducendo la massa ridotta dei due corpi:


mM
m M
=
+
,

il sistema viene assimilato ad un unico corpo di massa soggetto alla forza di
interazione muta, per cui:


2

mM
a G r
r
=

.

Utilizzando la formula di Binet (4.39) per esprimere laccelerazione a

in coordinate polari di un
corpo di massa , si ottiene:


2 2
2 2 2 2
1 1 L d mM
G
r d r r r


(
| |
+ =
| (
\ .

,

ovvero:


2
2 2
1 1 d mM
G
d r r L

| |
+ =
|
\ .
.

Sostituendo in tale espressione:

( )
( )
1
u
r

, (9.2)

si ottiene lequazione differenziale:


( )
( )
2
2 2
d u
mM
u G
d L

+ = . (9.3)

La soluzione generale di questa equazione pu essere espressa nella forma:

( ) ( ) ( )
O NO
u u u = + ,

in cui ( )
O
u rappresenta la soluzione dellequazione omogenea associata alla (9.3):


( )
( )
2
2
0
O
O
d u
u
d

+ = ,

e ( )
NO
u rappresenta una soluzione particolare della (9.3). Nellespressione dellequazione
omogenea possibile riconoscere lequazione delloscillatore armonico (4.15), pertanto la
corrispondente soluzione pu esprimersi come:

m
O

r
F
r
-
J
Gravitazione universale 9-7

( ) ( )
0
cos
O
u K = + ,

in cui K e
0
sono costanti di integrazione determinate dalle condizioni iniziali. Una banale
soluzione ( )
NO
u dellequazione non omogenea rappresentata da:

( )
2 NO
mM
u G
L

= ,

Pertanto, assumendo nulla la costante
0
, la soluzione generale dellequazione (9.3) si esprime
come:

( )
2
cos
mM
u K G
L

= + ;

sostituendo infine a ( ) u la sua espressione (9.2), si ottiene:


( )
2
1
cos
mM
K G
r L

= + ,

da cui segue:

( )
2
2 2
2
2
1 1
.
cos
1 cos 1 cos
L
G mM
r
mM
KL mM KL
K G
G
L
G mM L G mM



= = =
( | | | |
+

| ( |
\ . \ .


Questa relazione rappresenta lequazione di una sezione conica (si veda lAppendice) nella forma:


1 cos
d
r


=

, (9.4)

dove:


2
2
,
,
L
d
G mM
KL
G mM




cos, facendo il rapporto membro a membro, si ottiene:


1
d
K
= ,

pertanto leccentricit si esprime come:

9-8 Gravitazione universale

( )
2 2
L L
K
G mM G mMd


= = .

La costante d ha le dimensioni di una lunghezza e dipende dalle dimensioni geometriche
dellorbita. Dalla relazione precedente si ha:


2
L G mM d = , (9.5)

quindi i parametri dellorbita e d determinano il valore costante assunto dal momento angolare.
9.4 Orbite ed energia totale
Assumendo che il livello zero dellenergia potenziale sia posto allinfinito, lenergia potenziale
gravitazionale di un corpo puntiforme di massa m posto a distanza r da un corpo puntiforme di
massa M si esprime come:


p
GMm
E
r
= ;

utilizzando lequazione polare della traiettoria (9.4) e lespressione (9.5) del momento angolare,
lenergia potenziale data da:


2 2 2
2 2 2
1 1 1 1
cos cos cos
p
GMm L L L
E GMm
r d d d d d d d


| | | |
= = = = +
| |
\ . \ .
.

Per valutare lenergia totale di un corpo di massa ridotta soggetto alla forza di attrazione
gravitazionale, stabiliamo lespressione dellenergia cinetica
k
E ; allo scopo. Facendo uso
dellespressione della velocit in coordinate polari (2.35), si ha:


2 2
2 2
1 1 1
2 2 2
k
dr d
E v r
dt dt


| | | |
= = +
| |
\ . \ .
. (9.6)

Daltra parte, dallidentit:


2
1 1 d dr
dt r r dt
| |
=
|
\ .
,

facendo uso dellequazione della traiettoria (9.4) e della relazione (4.37), si ottiene:


2 2
2 2
2
1 1 1
cos sin sin sin
dr d d r d r L L
r r
dt dt r dt d d d dt d r d



| | | |
= = = = =
| |
\ . \ .
.

Pertanto, sostituendo nella (9.6) e adoperando la (4.37) e la (9.4), si ha:

Gravitazione universale 9-9


2 2
2 2 2
2 2
2 2 2 2
2
2 2 2
2 2
2
2 2 2
2
2 2 2 2 2 2
2 2 2 2 2
2
2 2 2 2 2 2 2
1 1 1 1 sin 1 1
sin
2 2 2 2 2
1 sin 1 1 1
cos
2 2
1 sin 1 1 1 2
cos cos
2 2
1 sin 1 1
cos
2 2 2
k
L L L L
E v r
d r d r
L L
d d d
L L
d d d d
L L L L
d d d



| | | |
= = + = + =
| |
\ . \ .
| |
= + =
|
\ .
| |
= + + =
|
\ .
= + +
2
2 2 2
2 2 2 2 2 2
cos
1 1
cos .
2 2
d
L L L
d d d


=
= +


Lenergia totale E del corpo di massa vale quindi:


( )
2 2 2 2 2
2 2 2 2 2 2 2 2 2
2 2 2
2
2 2 2 2 2
1 1
cos cos
2 2
1 1 1
1
2 2 2
k p
L L L L L
E E E
d d d d d
L L L
d d d


= + = + + =
= =


e sostituendo, infine, a
2
L la sua espressione dalla relazione (9.5), si ottiene:


( ) ( )
2 2
2 2
1
1 1
2 2
G mM d GmM
E
d d



= = (9.7)

quindi, analogamente al momento angolare, anche lenergia totale pu essere dedotta a partire dai
parametri della traiettoria e d .
Siccome leccentricit caratterizza la forma della traiettoria del corpo, essendo ellittica per 1 > ,
parabolica se 1 = e iperbolica per 1 > , di conseguenza, in relazione al segno dellenergia totale,
risulta:


0 ;
0 ;
0 .
E orbita ellittica
E orbita parabolica
E orbita iperbolica
<
=
>


Poich lenergia totale E somma dellenergia cinetica
k
E e potenziale
p
E , fissata che sia questultima, il segno di E condizionato dalla
relazione tra
k
E e
p
E . Daltra parte, essendo
k
E pari a ( )
2
1 2 v , la
forma della traiettoria condizionata dal valore della velocit.

Esempio: I risultati appena conseguiti assumo un importante valore quando si vuole
mettere in orbita un satellite artificiale. Supponiamo di lanciare dalla Terra un satellite;
dopo aver raggiunto la massima altezza h in un punto P riceve una spinta attraverso o
propri propulsori acquistando una velocit orizzontale
0
v

. In questo modo lenergia


totale E del satellite nel punto P vale:

h
R
P
v
r
0
E > 0
E < 0
E = 0
9-10 Gravitazione universale


2
0
1
,
2
T
mm
E v G
R h
=
+


dove R e
T
m
sono rispettivamente il raggio e la massa della Terra, m la massa del satellite e m la massa ridotta
tra m e
T
m
. A seconda del valore di
0
v
si pu avere una traiettoria chiusa che, eventualmente, pu comportare la
ricaduta sulla Terra, o unorbita aperta, impiegata nei viaggi interplanetari.

Nel sistema solare le orbite sono chiuse quindi lenergia totale del sistema pianeta-Sole deve
essere negativa e, di conseguenza, la forma delle orbite deve risultare ellittica, in accordi con la
prima legge di Keplero. Nel caso di orbite ellittiche il semiasse maggiore a soddisfa la relazione (si
veda lAppendice):


2
1
d
a



e pertanto lenergia totale (9.7) pu esprimersi come:


2
1
2 2
GmM GmM
E
d a


= =

ed il momento angolare (9.5):


( )
2 2
1 L G mM d G mMa = = . (9.8)

Quindi, assegnata lenergia E , viene di conseguenza stabilita la lunghezza del semiasse maggiore
a ma non leccentricit dellorbita che definita una volta che specificato il modulo del momento
angolare L

. Pertanto lenergia totale ed il momento angolare risultano tra loro indipendenti.


Dalla costanza della velocit areolare
A
v

, (4.36), per un corpo di massa ridotta :




2
A
L
v



segue che larea A dellorbita ellittica sar descritta in un tempo T pari a:


2
A
A A
T
v L

= = .

Daltra parte, per un ellisse risulta (si veda lAppendice):


2 2
1 A a = ,

cos:


2 2
2 1 a
T
L

=

e in particolare, utilizzando la relazione (9.8), il quadrato di tale tempo vale:

Gravitazione universale 9-11


( ) ( )
( )
( )
2 4 2 2 2 4 2 2
2 2 2
2 3 3 3
2 2
4 1 4 1
4 4 4
1
a a
mM
T a a a
L GmM GmM m M G m M G mMa




= = = = =
+ +
,

che rappresenta la terza legge di Keplero. Siccome nel caso del sistema solare risulta M m , la
costante di proporzionalit tra
2
T e
3
a vale circa ( )
2
4 GM ed quindi praticamente la stessa per
ogni pianeta.

Esempio: Stabiliamo la minima velocit
0
v che deve possedere un corpo di massa m affinch una volta lanciato dalla
Terra se ne allontani indefinitamente. Per quanto visto, tale condizione si ottiene quando lenergia totale:


2
0
1
,
2
T
mm
E v G
R
=


risulta maggiore o uguale a zero. In particolare, la minima velocit iniziale
0
v

corrisponde al valore minimo dellenergia


0 E = , ossia:


2
0
1
0,
2
T
mm
v G
R
=


da cui segue:


0
2
11.3 .
T
Gm
v km s
R
=


Esempio: Stabiliamo la velocit
f
v
con cui urta la Terra un corpo di massa m abbandonato, con velocit iniziale nulla,
a distanza r dal centro della Terra. In questo caso lenergia totale, calcolata nel punto in cui il corpo abbandonata,
vale:


T
mm
E G
r
=


e, una volta raggiunta la superficie terrestre, lenergia diventa:


2
1
;
2
T
f
mm
E v G
R
=


eguagliando tali espressioni, si trova:


2
1
,
2
T T
f
mm mm
v G G
R r
=


da cui segue:


1 1
2 .
f T
v Gm
R r
| |
=
|
\ .


In particolare, se la distanza r grande rispetto al raggio terrestre R, segue:


2
,
T
f
Gm
v
R
=


che risulta uguale alla velocit
0
v test valutata essendo tale circostanza esattamente inversa di quella del caso
precedente.
9-12 Gravitazione universale

9.5 Energia potenziale efficace
Dalle relazioni (9.6) e (4.37) segue che lenergia cinetica di un corpo di massa ridotta pu
esprimersi come:


2
2 2 2 2
2
2 2 2
2 2
1 1 1 1 1 1 1
2 2 2 2 2 2 2
k
dr d dr L dr L
E v r r
dt dt dt r dt r



| |
| | | | | | | |
= = + = + = +
| | | | |
\ . \ . \ . \ .
\ .
.

Pertanto lenergia totale E di un corpo soggetto alla forza di attrazione gravitazionale :


2
2
2
1 1
2 2
dr L mM
E G
dt r r

| |
= +
|
\ .
.

La quantit:


2
2
1
2
p eff
L mM
E G
r r


prende il nome di energia potenziale efficace ed
somma del termine
( )
2 2
2 L r pari al contributo
allenergia cinetica dovuto alla componente angolare
della velocit e dellenergia potenziale gravitazionale
GMm r . Il termine
( )
2 2
2 L r prevale su quello
gravitazionale a piccole distanze, mentre a grandi
distanze prevale il potenziale gravitazionale, ossia:


( )
( )
0
lim ,
lim 0 ,
p eff
r
p eff
r
E r
E r

+
= +
=


per cui la funzione ( )
p eff
E r deve presentare un
minimo negativo per:


2
L
r
G mM
= ,

dove
p eff
E vale:


( )
2 2 2
2
2
min
p eff
G m M
E
L

= .

Fissate le condizioni iniziali e, di conseguenza fissati E e L , risulta:


2
1
2
p eff
dr
E E
dt

| |
=
|
\ .
,
O
r
E
2
L
2
-
m r
2
G
r
-
Mm
1
r
2
r
E
p eff
(min)
Gravitazione universale 9-13


per cui le regioni cinematicamente accessibili al moto radiale sono
quelle per cui
p eff
E E e, siccome
p eff
E presenta il minimo
( ) min
p eff
E , deve
risultare:


( ) min
p eff
E E .

Se
( ) min
p eff
E E = la regione permessa al moto radiale corrisponde ad un solo
punto, cio in tale circostanza r si mantiene costante ed il moto
circolare e, dalla (4.37), siccome ( )
2
L r d dt = con L costante, anche d dt costante, cio il
moto uniforme. Se
( ) min
p eff
E E > il moto radiale si svolge nella regione
1 2
r r r , dove
1
r e
2
r (con
2
r < +) sono le ascisse dei punti di intersezione della retta di ordinata E con il grafico della
funzione ( )
p eff
E r ; se
2
r < + la traiettoria si svolge nella regione finita compresa tra due
circonferenze (nel piano del moto) di raggi
1
r e
2
r ; se
2
r = + il corpo tende ad allontanarsi
indefinitamente dallorigine 0 r = , cio la traiettoria aperta.
1
r
2
r
9-14 Gravitazione universale

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