Sei sulla pagina 1di 380

Tribunale di Palermo

I
A
Sezione Civile - Proc. Civile n. 9916/2013 R.G.

Ing. Fabio DAgostino - Via Poggio Ridente 8 - 90137 Palermo - P.IVA 05926780825
fax 091.7486750 PEC fabio.dagostino@ordineingpa.it







Allegato 3
Piano regionale di coordinamento
per la tutela della qualit dellaria ambiente
della Regione Sicilia

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
7
PREMESSA
Negli ultimi anni lUnione Europea ha definito nuove strategie di controllo della qualit dellaria, finalizzate a
tutelare la salute e lambiente mediante la regolamentazione di una vasta gamma di sostanze inquinanti. Tramite un
articolato sistema di norme (si veda in particolare la direttiva 96/62/CE) sono stati infatti individuati obiettivi vincolanti per
i paesi membri, ed stato soprattutto messo a punto un sistema di valutazione della qualit dellaria completo ed efficiente.
Va evidenziato che le modalit con cui deve essere fatta tale valutazione non si limitano a semplici misure, ma
prevedono anche la combinazione di pi tecniche, come limpiego di modelli di diffusione o lutilizzo di stime oggettive
sulla distribuzione ed entit delle emissioni (inventari delle emissioni). E quindi evidente la necessit di mantenersi al
passo con levoluzione della normativa, sia a livello nazionale che comunitario, aggiornando gli strumenti operativi ed i
metodi utilizzati per conoscere e valutare lo stato dellambiente.
La direttiva 96/62/CE stata recepita in Italia con il D. Lgs. 4 agosto 1999 n. 351, che ha fissato alcuni principi
generali finalizzati a:
stabilire gli obiettivi per la qualit dellaria ambiente al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi per la
salute umana e per lambiente nel suo complesso;
valutare la qualit dellaria ambiente sullintero territorio nazionale in base a criteri e metodi comuni;
disporre di informazioni adeguate sulla qualit dellaria ambiente e far s che siano rese pubbliche, con particolare
riferimento al superamento delle soglie dallarme;
mantenere la qualit dellaria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi.
Il D. Lgs. n. 351/99, ed i conseguenti decreti di applicazione (D.M. 2 aprile 2002 n. 60 e D.M. 1 ottobre 2002 n.
261), hanno inoltre trasferito a livello regionale specifiche attivit relative alla gestione della qualit dellaria, ed in
particolare:
lindividuazione di agglomerati e zone di rilievo ai fini della tutela delle popolazioni e dellambiente
dallinquinamento atmosferico;
leffettuazione di valutazioni preliminari e di successive valutazioni periodiche che, utilizzando misurazioni e/o
tecniche modellistiche, permettano di pervenire alla predisposizione di piani e programmi di risanamento o di
mantenimento della qualit dellaria al fine, rispettivamente, di ricondurre o di conservare i livelli degli
inquinanti al di sotto dei valori limite;
la chiara, comprensibile ed accessibile informazione al pubblico sulla qualit dellaria ambiente.
La regione in particolare, nellelaborazione dei piani e programmi citati al punto precedente, deve attenersi ad
alcuni principi generali:
miglioramento dellambiente e della qualit della vita, evitando il trasferimento dellinquinamento tra i diversi
settori ambientali;
coerenza delle misure adottate con gli obiettivi di riduzione delle emissioni sottoscritti dallItalia in accordi
internazionali o derivanti dalla normativa comunitaria;
internalizzazione della questione ambientale nelle politiche settoriali, al fine di assicurare uno sviluppo sociale ed
economico sostenibile;
modifica dei modelli di produzione e di consumo, pubblico e privato, che incidono negativamente sulla qualit
dellaria;
utilizzo congiunto di misure di carattere prescrittivi, economico e di mercato, anche attraverso la promozione di
sistemi di ecogestione e audit ambientale;
partecipazione e coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico;
previsione di adeguate procedure di autorizzazione, ispezione, mo nitoraggio, al fine di assicurare la migliore
applicazione delle misure individuate.
La Regione Siciliana ha gi effettuato, con il D.A. n. 305/GAB del 19 dicembre 2005, la valutazione preliminare
della qualit dellaria ambiente ed una prima zonizzazione del territorio regionale, ai fini della protezione della salute
umana e degli ecosistemi. Sono stati inoltre approvati, rispettivamente con il D.D.U.S. n. 07 del 14/06/06 e con il D.D.U.S.
n. 19 del 05/09/06, i piani dazione con i primi interventi relativi alle Aree ad elevato rischio di crisi ambientale di Siracusa
(agglomerato IT19R2) e Messina (agglomerato IT19R3). Tali iniziative costituiscono tuttavia soltanto il punto di partenza
di un processo che deve essere continuamente verificato, aggiornato ed implementato, man mano che le conoscenze sullo
stato di qualit dellaria e sulle sorgenti di emissione si evolvono, al fine di raggiungere gli obiettivi individuati dallUnione
Europea.
Risulta quindi evidente la necessit di dare attuazione ad una politica di settore organica e coerente che necessita
tuttavia, per raggiungere i propri obiettivi, di solide fondamenta tecniche e scientifiche. La programmazione e la
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
8
pianificazione regionale infatti, non possono fare a meno di adeguati strumenti conoscitivi di valutazione dello stato della
qualit dellaria (e delle origini dellinquinamento), a supporto delle scelte e delle decisioni finalizzate alla prevenzione ed
al risanamento. Devono essere pertanto avviate azioni finalizzate ad acquisire strumenti conoscitivi indispensabili, in
particolare per:
la realizzazione e la gestione dellinventario regionale delle emissioni;
lo sviluppo di modelli di trasporto/diffusione delle sostanze inquinanti;
limplementazione e lutilizzo di algoritmi, tarati sul territorio regionale, per la stima delle emissioni da traffico in
connessione con la modellistica sul trasporto e la mobilit;
la realizzazione e la gestione di banche-dati sulla qualit dellaria e sul clima, con georeferenziazione dei sistemi
di rilevamento distribuiti sul territorio.
Questo spiega perch la regione abbia gi avviato, da quasi un anno, un progetto che entro pochi mesi consentir
di disporre di dati aggiornati ed informatizzati sulle fonti di emissioni, e stia attivando specifici progetti di collaborazione
(con Universit e Arpa Sicilia) finalizzati allo studio ed al controllo della matrice aria. Tali iniziative forniranno un
importante contributo ai fini del miglioramento delle conoscenze di base, non solo rispetto allo stato della qualit dellaria
in ambito regionale e in specifiche aree di interesse, ma anche per quanto riguarda il monitoraggio e la gestione del rischio
industriale. Questo, infine, anche il motivo per cui viene istituzionalizzato lInventario Regionale delle Sorgenti di
Emissioni in Aria ambiente (I.R.S.E.A.), insieme agli inventari provinciali, in attuazione peraltro di quanto previsto dallart.
281, comma 7, del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152.
Il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente costituisce pertanto uno
strumento organico di programmazione, coordinamento e controllo in materia di inquinamento atmosferico, finalizzato al
miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute delluomo e dellambiente nel
territorio della regione, e prevede tutte le iniziative necessarie per dare rapidamente seguito agli adempimenti previsti dalle
norme UE e nazionali, soprattutto per quanto riguarda i piani dazione ed programmi di cui agli articoli 7, 8 e 9 del D. Lgs.
351/99. Lelaborazione di tali strumenti di intervento e risanamento, infatti, molto complessa in ogni sua fase
(programmazione, valutazione, applicazione, verifica), riguarda diverse discipline scientifiche, e coinvolge diversi soggetti,
pubblici e privati, interessati alle proposte di risanamento e alla messa in opera dei relativi interventi.
Per tale motivo presso il Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente viene istituito il Tavolo tecnico regionale
di coordinamento sulla qualit dellaria ambiente, organismo che ha il compito di coordinare nel rispetto delle
competenze proprie dei diversi soggetti istituzionali che operano nel campo della tutela della qualit dellaria le iniziative
finalizzate a dare attuazione alle norme statali e comunitarie sopra citate per quanto riguarda la tutela della qualit dellaria
ambiente nellintero territorio regionale.
Va evidenziato infine che, nellattuale formulazione, il Piano regionale di coordinamento per la tutela della
qualit dellaria ambiente costituisce soltanto il primo momento di una complessa ed articolata attivit che, con una serie
di aggiornamenti (il primo previsto alla fine del 2008) e tramite i necessari provvedimenti attuativi, si protrarr nel tempo
al fine di:
conseguire sullintero territorio regionale il rispetto dei limiti stabiliti dalle normative europee entro i termini
temporali previsti;
preservare e migliorare la qualit dellaria mediante la diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti dove si
registrano valori prossimi ai limiti;
perseguire un miglioramento generalizzato dellambiente e della qualit della vita, evitando il trasferimento
dellinquinamento tra le varie matrici ambientali;
concorrere al raggiungimento degli impegni di riduzione delle emissioni di gas-serra sottoscritti dallItalia negli
accordi internazionali;
favorire linformazione, la partecipazione e il coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico.
Il Piano stato elaborato dagli uffici del Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente, che si sono avvalsi della
collaborazione di Arpa Sicilia e delle Universit di Palermo (Centro Interdipartimentale di Ricerca in Ingegneria
dellAutomazione e dei Sistemi) e Messina (Dipartimento di Chimica Industriale ed Ingegneria dei Materiali), che si
ringraziano per il supporto tecnico e lelevato contributo scientifico forniti nella stesura di questo documento.
LAssessore
(Avv. Rossana Interlandi)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
9
1 INQUADRAMENTO GENERALE
La gestione e lo sviluppo sostenibile delle aree urbanizzate richiedono un corretto controllo delle condizioni ambientali
indoor e outdoor, controllo che pu essere realizzato attraverso unanalisi integrata dello stato delle diverse componenti
ambientali. In questo senso laria tra le tematiche ambientali pi trasversali, e come tale richiede azioni integrate per la
sua tutela.
La procedura teorico-sperimentale per lanalisi dei vari aspetti del controllo ambientale (termico, visivo, acustico,
atmosferico, elettromagnetico) richiede lindividuazione e la relativa determinazione quantitativa di parametri guida che
esprimono i fenomeni chimici e fisici coinvolti. La messa a punto di strumenti di supporto alle decisioni pertanto uno
stadio fondamentale per il proseguimento di una attenta e moderna analisi dello stato dellambiente.
Per tali ragioni il Piano regionale di coordinamento per la tutela dellaria ambiente, che ha efficacia a tempo
indeterminato, sar inserito nel Piano di Tutela e Risanamento Ambientale che avr come obiettivi generali:
la sostenibilit e lo sviluppo;
analisi degli indicatori ambientali per lo sviluppo sostenibile;
il risanamento della qualit dellaria;
analisi degli inquinanti fisici (rumore, elettromagnetismo e radiazioni ionizzanti)
la gestione dei rifiuti;
le bonifiche ambientali.
1.1 SINTESI DELLA STRATEGIA DEL PIANO
Il risanamento e la tutela della qualit dellaria costituiscono un obiettivo irrinunciabile e inderogabile in tutte le
politiche della Regione Sicilia, anche in considerazione delle importanti implicazioni sulla salute dei cittadini e
sullambiente.
Il rapido sviluppo della regione, caratterizzato da una transizione da uneconomia agricola ad una condizione che vede
la progressiva affermazione di attivit artigianali, industriali e turistiche, ha infatti comportato un aumento della produzione
di emissioni inquinanti in atmosfera dovute alle specifiche attivit produttive, ai trasporti, alla produzione di energia
termica ed elettrica, al trattamento ed allo smaltimento dei rifiuti, e ad altre attivit di servizio.
Per quanto concerne le emissioni dagli impianti industriali, con lentrata in vigore del DPR 203/88 (parzialmente
abrogato dal D. Lgs. 351/99 e dal D. Lgs. 152/06) e dei decreti attuativi iniziata, intorno agli anni 90, la messa in atto di
una serie di mis ure di controllo, attraverso lutilizzo di materie prime e combustibili meno inquinanti, tecniche di
produzione e combustione pi pulite ed infine ladozione di sistemi di abbattimento. Questa strategia ha consentito di
conseguire buoni risultati. Tuttavia vi sono zone del territorio regionale o settori produttivi che necessitano di interventi
pi incisivi ed unaccelerazione delle azioni di mitigazione.
Se si analizza levoluzione della qualit dellaria nellultimo decennio si vede che si verificata una netta inversione di
tendenza: da un inquinamento dellatmosfera originato soprattutto dalle attivit industriali si passati ad un inquinamento
originato prevalentemente dai veicoli a motore, stante la crescita inarrestabile del parco circolante e della congestione del
traffico. Al di l dei provvedimenti amministrativi (ad es. restrizioni alla circolazione) e del miglioramento della tecnologia
di combustione, della manutenzione e della qualit dei carburanti, le principali linee di intervento riguardano pertanto
interventi strutturali, tra i quali:
la realizzazione e lampliamento della metropolitana di superficie e tramviaria, con la conseguente trasformazione
del sistema mobilit da auto private a mezzo pubblico;
lo snellimento del traffico, attraverso la realizzazione di una adeguata viabilit di grande, media e piccola
dimensione;
il rilancio e potenziamento del trasporto su rotaia e di porti ed interporti.
Le competenze in materia di inquinamento atmosferico e di controllo della qualit dellaria sono distribuite a diversi
livelli: protocolli ed accordi internazionali, normativa comunitaria, nazionale e regionale. In questambito, Regione ed Enti
Locali, in particolare Province e Comuni, svolgono un ruolo di primaria importanza.
Il Decreto Legislativo n. 351/99 Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della
qualit dellaria ambiente assegna alla Regione il compito di valutare preliminarmente la qualit dellaria secondo un
criterio di continuit rispetto allelaborazione del Piano di risanamento e tutela della qualit dellaria previsto dal D.P.R.
203/88, al fine di individuare le zone del territorio regionale a diverso grado di criticit in relazione ai valori limite previsti
dalla normativa in vigore per i diversi inquinanti atmosferici. Questo documento riporta una valutazione preliminare della
qualit dellaria nellambito regionale , unitamente ad una prima identificazione e classificazione delle zone del territorio
regionale che presentano una qualche crit icit definita sulla base dei tre seguenti elementi territoriali:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
10
superamenti dei valori limite di uno o pi inquinanti registrati a partire dai rilevamenti di un insieme significativo
di stazioni di misura fisse e mobili afferenti alle reti di monitoraggio della qualit dellaria presenti nel territorio
regionale (gestita da soggetti pubblici e privati);
presenza di agglomerati urbani (ovvero di zone del territorio con pi di 250.000 abitanti) e/o di aree densamente
popolate;
caratteristiche delluso del suolo (desunte dal CORINE Land cover).
Ladozione del presente Piano da parte della Regione Sicilia ha dunque il duplice obiettivo di mettere a disposizione
delle Province, dei Comuni, di tutti gli altri enti pubblici e privati e dei singoli cittadini un quadro aggiornato e completo
della situazione attuale e di presentare una stima sullevoluzione dellinquinamento dellaria nei prossimi anni (valutazione
preliminare).
Gli obiettivi del Piano possono essere cos definiti:
pervenire ad una classificazione del territorio regionale in funzione delle caratteristiche territoriali, della
distribuzione ed entit delle sorgenti di emissione e dei dati acquisiti dalle reti di monitoraggio presenti nel
territorio regionale;
conseguire, per l'intero territorio regionale, il rispetto dei limiti di qualit dell'aria stabiliti dalle normative italiane
ed europee entro i termini temporali previsti;
perseguire un miglioramento generalizzato dell'ambiente e della qualit della vita, evitando il trasferimento
dell'inquinamento tra i diversi settori ambientali;
mantenere nel tempo una buona qualit dell'aria ambiente mediante:
la diminuzione delle concentrazioni in aria degli inquinanti negli ambiti territoriali regionali dove si
registrano valori di qualit dell'aria prossimi ai limiti;
la prevenzione dell'aumento indiscriminato dell'inquinamento atmosferico negli ambiti territoriali
regionali dove i valori di inquinamento sono al di sotto dei limiti;
concorrere al raggiungimento degli impegni di riduzione delle emissioni sottoscritti dall'Italia in accordi
internazionali, con particolare riferimento all'attuazione del protocollo di Kyoto;
riorganizzare la rete di monitoraggio della qualit dellaria ed implementare un sistema informativo territoriale per
una pi ragionale gestione dei dati;
favorire la partecipazione e il coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico
Con questo strumento, la Regione Sicilia fissa inoltre la strategia che intende perseguire per raggiungere elevati livelli
di protezione ambientale nelle zone critiche e di risanamento. I risultati effettivamente raggiungibili saranno tuttavia
limitati dallambito delle proprie competenze e dalle disponibilit finanziarie.
La Regione Sicilia ha provveduto in molte materie a delegare agli Enti Locali (Province) alcune competenze
autorizzative che direttamente incidono sulle emissioni in atmosfera.
evidente, peraltro, che risultati efficaci ed in tempi brevi, non sono conseguibili solo attraverso linasprimento di
norme e provvedimenti, ma coinvolgendo i cittadini, gli enti pubblici e privati attraverso adeguate prescrizioni ed una seria
formazione ed informazione.
Un grande sforzo stato profuso nella costruzione di banche dati per diversi settori. La costruzione di banche dati pi
complete costituisce, comunque, uno degli obiettivi prioritari del prossimo aggiornamento del Piano.
stato delineato, con la precisione possibile, il quadro degli interventi previsti e necessari per specifici settori
produttivi, stimandone levoluzione a seguito dellintroduzione di nuovi provvedimenti, gi in vigore o in corso di
adozione, da parte della Regione, del Parlamento Italiano e dellUnione Europea. Particolare attenzione stata rivolta
anche ai provvedimenti e protocolli internazionali, non ancora recepiti nel nostro ordinamento legislativo, ma che
diverranno operativi nei prossimi anni.
Sono stati considerati sia i problemi dinquinamento strettamente locali, sia quelli di rilevanza globale, ponendo in
primo piano i problemi legati ai fenomeni nazionali e internazionali dinquinamento, quali le emissioni di gas serra e di gas
che danneggiano la fascia di ozono stratosferico, le piogge acide, il trasporto transfrontaliero di sostanze inquinanti e lo
smog fotochimico.
La Regione Sicilia si sta adoperando al fine di mettere a punto misure incisive di riduzione dellinquinamento prodotto
da alcuni settori significativi, ad esempio quello dello smaltimento dei rifiuti, da adottare nel prossimo futuro.
Le proposte dintervento formulate intendono privilegiare un approccio globale al problema al fine di conseguire un
miglioramento della qualit dellaria, evitando soluzioni che comportino benefici rispetto ad un singolo inquinante, o in un
ristretto ambito territoriale e ambientale, a scapito di un incremento dellinquinamento dovuto ad altri inquinanti o in altre
aree del territorio. Sono state privilegiate scelte che non comportano, per quanto possibile, trasferimenti limitati di
inquinanti ad altri comparti ambientali (cross-media effects) quali lacqua e i rifiuti, ma anche aumento dei livelli di rumore
e di consumo delle risorse.
Lapproccio seguito quello della prevenzione e del controllo integrato dellinquinamento, nello spirito della direttiva
europea IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control), recepita a livello italiano dal D.L.vo 372/99.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
11
Laddove possibile, tenendo conto delle competenze della Regione Sicilia in alcuni settori, obiettivi e tempi di
attuazione sono stati precisati in modo dettagliato, affinch in futuro i risultati possano essere facilmente misurati e
confrontati.
Nella redazione del presente Piano si privilegiato lo stretto coordinamento con le altre strutture regionali,
particolarmente con quelle che si occupano della redazione dei Piani collegati (Piano Energetico Regionale, Piano
Regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali, Piano Regionale dei Trasporti, ecc), prendendo in considerazione i
Protocolli internazionali, le direttive europee, la normativa nazionale e regionale di interesse e cercando la collaborazione
con le strutture provinciali, lARPA SICILIA e le associazioni delle aziende che operano nei settori ritenuti di maggior
interesse per il loro apporto rilevante allinquinamento atmosferico.
Ladozione del presente Piano e dei provvedimenti previsti consentir un forte avanzamento nella direzione del
raggiungimento degli obiettivi strategici, comunitari e internazionali, riguardanti la qualit dellaria nella sua accezione pi
ampia.
I risultati conseguiti saranno suffragati da indici obiettivi, quali per esempio: dati di monitoraggio della qualit
dellaria, qualit e quantit dei combustibili e carburanti impiegati, caratteristiche del parco circolante, etc.
Le priorit di intervento indicate nel Piano sono state individuate considerando limportanza, in termini emissivi di
taluni macrosettori e settori produttivi, la zonizzazione del territorio per aree critiche, di risanamento e di mantenimento di
cui al D. Lgs. 351/99.
Il presente documento di programmazione organizzato secondo il seguente schema:
valutazione preliminare della qualit dellaria nel territorio regionale: primi elementi conoscitivi;
zonizzazione del territorio ed identificazione delle aree di intervento;
settori prioritari di intervento:
settore trasporti;
settore energetico;
settore rifiuti;
zone soggette a particolari interventi di tutela (Aree a elevato rischio industriale e agglomerati cos come definiti
dal D.lgs. 351/99).
Per tenere conto di eventuali modifiche rilevanti che potranno verificarsi nel territorio, necessario che il piano sia
costantemente aggiornato.
Si precisa che la mancata disponibilit di alcuni dati (catasto delle emissioni, dati di qualit dellaria acquisisti ed
elaborati secondo procedure/protocolli standardizzati, etc..) non consente di poter definire attualmente una stesura pi
avanzata del Piano.
Si ritiene che la revisione con cadenza triennale sia una soluzione idonea per sintonizzare le azioni programmate alla
evoluzione della situazione ambientale . Considerando che numerose iniziative sono in corso di esecuzione, una pri ma
revisione del Piano sar effettuata entro un anno dallapprovazione del presente documento.
Nelle more dellaggiornamento, interventi specifici saranno adottati dalla Regione per affrontare e risolvere
problematiche ambientali di rilievo. Liter di revisione del Piano descritto nel paragrafo 6.7.
1.2 INQUINANTI CHE SUPERANO GLI STANDARD
Lanalisi della serie storica dei di concentrazione in aria degli inquinanti, registrati dalla rete di monitoraggio regionale
e la verifica del superamento dei valori limite prescritti dalla pi recente normativa in materia (D.L.vo.351/99, DM
60/2002, DM 261/2002, DL 59/2005, D.L.vo.152/06 e successive modifiche e/o integrazioni) hanno portato alla
formulazione delle seguenti valutazioni. I dati di qualit indicano una condizione di inquinamento atmosferico da polveri
fini e da ozono nella Citt di Palermo e nellarea industriale Priolo G. - Augusta- Melilli. Tale situazione pur non essendo
particolarmente critica presenta un trend negativo, e pertanto richiede interventi incisivi e tempestivi.
Per quanto riguarda le polveri fini, si evidenzia il superamento degli standard previsti dal DM 60/02 in molte delle
stazioni in cui tale parametro misurato, con particolare riferimento ai comuni di Palermo, Catania e provincia di Siracusa.
Relativamente alle polveri PM
10
, difficile stabilire la tipologia di misure da adottare dal momento che oramai
dimostrata la natura in parte secondaria di tale inquinante e tenendo conto che il traffico solo una delle pi importanti
fonti di produzione. Laltra caratteristica la dipendenza dei livelli di concentrazione dalle condizioni dispersive
dellatmosfera. Le particelle, infatti, possono essere prodotte e immesse in atmosfera attraverso fenomeni naturali (ad
esempio lerosione del suolo ad opera di agenti atmosferici, emissione vulcanica) o antropogenici (emissioni da traffico e
industriali di vario genere). Altro materiale particellare si pu formare in atmosfera come risultato di complicati processi
chimico-fisici tra gas, oppure tra gas e particelle (ad esempio solfati, nitrati e alcuni composti organici). Le particelle fini
hanno la caratteristica di permanere in atmosfera da un minimo di pochi giorni ad un massimo di qualche settimana e
vengono rimosse essenzialmente mediante deposizione secca o deposizione umida (nel corso delle precipitazioni) al suolo.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
12
Anche lozono un inquinante di tipo secondario, prodotto da reazioni fotochimiche di trasformazione degli inquinanti
primari, quali composti organici volatili e ossidi di azoto. Anche in questo caso, le condizioni meteorologiche hanno
unenorme influenza sulle concentrazioni di tale parametro. In particolare le condizioni atmosferiche che favoriscono la
formazione di smog fotochimico e laumento delle concentrazioni troposferiche di ozono sono quelle di intensa radiazione
solare, temperatura mite o calda e venti moderati. Precursori sono i composti idrocarburici e gli ossidi di azoto presenti
nellaria, anche relativamente distanti dal punto di formazione dellO
3
. Dallanalisi dei dati effettuata, linquinamento da
ozono risulta particolarmente critico in alcune province della Sicilia, con particolare riguardo alle province di Palermo e
Siracusa, nelle quali il valore bersaglio per la protezione della salute umana stato ripetutamente superata nel 2005.
Tuttavia, si ritiene che le misure finalizzate alla riduzione di tale parametro inquinante debbano essere applicate sullintero
territorio regionale.
Anche per il biossido di azoto sono stati riscontrati superamenti dei valori limite in provincia di Siracusa, oltre che nei
capoluoghi di Palermo e Catania. In base alle considerazioni svolte nel Capitolo 4, le azioni di risanamento, finalizzate alla
riduzione dei livelli di concentrazione di tale parametro, dovranno essere applicate in tutti i capoluoghi della regione, e
estese anche alla provincia di Siracusa.
Il quadro appare pi confortante per quanto riguarda monossido di carbonio. Dallanalisi dei dati risulta che negli
ultimi anni non si sono verificati superamenti. E da osservare che anche il monossido di carbonio un parametro altamente
influenzato dalle condizioni meteorologiche per cui, nei giorni pi sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti, soprattutto
nel periodo invernale, si possono registrare anche picchi di tale inquinante. In corrispondenza delle aree nelle quali
dovessero verificarsi nel futuro eventuali superamenti del valore limite, andranno previste misure specifiche finalizzate al
risanamento della qualit dellaria.
Per quanto riguarda il benzene, sono stati riscontrati in provincia di Siracusa superamenti del valore limite (aumentato
del margine di tolleranza che verr ridotto di 1 g/m
3
ogni anno, fino a raggiungere il valore limite di 5 g/m
3
nel 2010).
Considerando i dati rilevati nellultimo triennio, per poter ottemperare al valore limite europeo di 5 g/m
3
nel 2010,
dovranno essere effettuate azioni pi incisive rispetto alle semplici misure di limitazione del traffico; una di queste potr
essere la riformulazione della composizione dei carburanti, misura che dovr essere opportunamente programmata a livello
nazionale e comunitario.
Anche i livelli di biossido di zolfo sono risultati superiori ai limiti di normativa in provincia di Siracusa. Le azioni di
risanamento, finalizzate alla riduzione dei livelli di concentrazione di tale parametro, dovranno essere applicate in provincia
di Siracusa.
Infine i livelli di piombo non destano preoccupazione; dallanalisi dei dati della serie storica e delle campagne
conoscitive effettuate, risulta che i valori misurati sono ampiamente al di sotto dei valori limite previsti dal DM 60/02. Per
entrambi i parametri, quindi, sar sufficiente applicare un Piano di Mantenimento dei livelli di concentrazione esteso
allintero territorio regionale.
1.3 MISURE E RISULTATI PREVISTI
Il Piano costituisce uno dei necessari quadri di riferimento per lo sviluppo delle linee strategiche delle differenti
politiche settoriali, riferite in particolare a trasporti, energia, assetto del territorio, lotta agli incendi boschivi, smaltimento
rifiuti, e per larmonizzazione dei differenti atti di programmazione e pianificazione ai diversi livelli di responsabilit
territoriale. Funge pertanto da innesco e sostegno per un processo ampio e concreto di integrazione delle politiche
territoriali per uno sviluppo maggiormente sostenibile.
Le azioni del piano sono organizzate secondo due livelli di intervento:
misure di contenimento dellinquinamento atmosferico, propedeutiche alla definizione dei piani applicativi;
azioni di intervento che prospettano una gamma di provvedimenti da specificare allinterno dei piani
applicativi precedentemente concordati.
Misure ed azioni (organizzate per settori e per aree di intervento) sono descritte in dettaglio nel Capitolo 6.
1.4 ARTICOLAZIONE DEL PIANO O PROGRAMMA IN FASI
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
13
Il presente Piano di Risanamento e Tutela dellAtmosfera si propone lambizioso proposito di perseguire su tutto il
territorio regionale il raggiungimento degli obiettivi di riduzione degli inquinanti cos come previsti dalla pi recente
normativa italiana ed europea e di quella in corso di recepimento, nel pieno rispetto della tempistica evidenziata dalle
stesse.
Per i singoli parametri inquinanti le azioni del piano, con gli interventi a breve, medio e lungo periodo (Capitolo 6 e
Capitolo 7), si devono conseguire, nei tempi sotto indicati e nellintero territorio della Sicilia, i seguenti risultati (D.M.
60/2002):
Biossido dazoto
1gennaio
2003
1gennaio
2004
1gennaio
2005
1gennaio
2006
1gennaio
2007
1gennaio
2008
1gennaio
2009
1gennaio
2010
Limite orario per
la protezione
della salute
umana
(1 ora)
270 g/m
3
come NO
2
da
non superare
pi di 18 volte
nellanno civile
260 g/m
3
250 g/m
3
240 g/m
3
230 g/m
3
220 g/m
3
210 g/m
3
200 g/m
3
Limite di 24 ore
per la protezione
della salute
umana
(anno civile)
54 g/m
3
come NO
2
52
g/m
3
50
g/ m
3
48
g/m
3
46
g/m
3
44
g/ m
3
42
g/ m
3
40
g/ m
3
Limite per la
protezione degli
ecosistemi
(anno civile)
30 g/m
3
come N0x
Soglia di allarme 400 mg/m3 misurati per tre ore consecutive
Biossido di zolfo
1gennaio 2003 1gennaio 2004 1gennaio 2005
Limite orario per la protezione della salute
umana
(1 ora)
410 g/m
3
da non superare pi
di 24 volte nell'anno
civile
380
g/m
3
350
g/ m
3
Limite di 24 ore per la protezione della salute
umana
(24 ore)
125 g/ m
3
da non superare pi di
3 volte nell'anno civile
Limite per la protezione degli ecosistemi
Anno civile e inverno
(1 ottobre - 31 marzo)
20 g/m
3
(19 luglio 2001)
Soglia di allarme: 500 g/m
3
misurati per tre ore consecutive
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
14
Polveri fini (PM
10
)
Fase 1 2003 2004 2005 2010
Valore limite di 24 ore per la protezione della
salute umana 24 ore
60 g/m
3
da non superare
pi di 35 volte
nellanno
55
g/m
3
50
g/m
3
50 g/m
3
da non
superare pi di
7 volte lanno
Valore limite annuale per la protezione della salute
umana
Anno civile
43,2
g/m
3
41,6
g/m
3
40
g/m
3
20
g/m
3
IPA (Benzo(a)pirene)
Obiettivo di qualit
(dal 1 gennaio 1999)
1
ng/m
3
Benzene
Fino al
31/12/2005
1gennaio
2006
1gennaio
2007
1gennaio
2008
1gennaio
2009
1gennaio
2010
Valore limite per la
protezione della salute
umana
Anno civile
10
g/m
3
9
g/m
3
8
g/ m
3
7
g/m
3
6
g/m
3
5
g/ m
3
Piombo
Allentrata in
vigore del
decreto:
VALORE
LIMITE (ug/m3)
Allentrata in
vigore del
decreto:
VALORE DI
PARTENZA
(ug/m3)
1/1/2005
(ug/m3)
1/1/2010
(ug/m3)
Valore limite per la protezione della
salute umana
Anno 0.8 0.5 0.5
Monossido di carbonio
Allentrata in vigore
del decreto: VALORE
LIMITE (mg/m
3
)
Allentrata in vigore del decreto:
VALORE DI PARTENZA
(mg/m
3
)
1/1/2005
(mg/m
3
)
1/1/2010
(mg/m
3
)
Valore
limite per
la
protezione
della salute
umana
Media
massima
giornaliera
su 8 ore
16 10 10
Il Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 183 "Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria"
stabilisce, per l'inquinante ozono:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
15
Parametro
Periodo di
mediazione
Valore limite
Condizioni
aggiuntive
Data di entrata in
vigore del limite
Valore Bersaglio per la
protezione della salute umana
Media
massima
giornaliera su
8 ore
120 g/m
3
Da non superare
per pi di 25 giorni
per anno civile
come media su 3
anni
2010
Valore Bersaglio per la
protezione della vegetazione
AOT40 da
maggio a
luglio
18000 (g/m
3
)h
Come valore
medio su 5 anni 2010
Obiettivo a lungo termine per
la protezione della salute umana
Media
massima
giornaliera su
8 ore
120 g/m
3
-
-
Obiettivo a lungo termine per
la protezione della vegetazione
AOT40 da
maggio a
luglio
6000 (g/m
3
)h - -
Soglie di informazione Media 1 ora 180 g/m
3
- -
Soglia di allarme Media 1 ora 240 g/m
3
- -
Limite per la protezione delle
foreste
AOT40 da
aprile a
settembre
20000 (g/m
3
)h - -
Limite per la protezione dei beni
materiali
1 anno 40 g/m
3
-
-
1.5 CARATTERISTICHE GENERALI DEL TERRITORIO REGIONALE
La Sicilia, lisola pi grande del Mediterraneo, suddivisa amministrativamente in 9 province di cui quella di Palermo
sia la pi estesa che la pi popolosa (seguita in entrambe le graduatorie da Catania e Messina). Nonostante sia la regione
pi estesa d'Italia il numero di Comuni ammonta solo a 390 (circa 1/4 dei comuni lombardi) e la maggior parte delle
Province ne ha veramente pochi (Ragusa 12). Da notare infine che in due casi (Caltanissetta e Trapani) il capoluogo
provinciale ha meno abitanti di un'altra citt presente nel suo territorio. Con una superficie di 25707 km2, la Sicilia
rappresenta circa l8 % del territorio nazionale.
La Sicilia separata, dalla penisola italiana dallo stretto di Messina ( larghezza di 3,4 km) e dal continente africano dal
canale di Sicilia (larghezza , 140 km). Le fanno corona a nord-est larcipelago delle isole Eolie, a nord-ovest lisola di
Ustica, a ovest le isole Egadi, a sud-ovest lisola di Pantelleria.
La Sicilia caratterizzata da un insediamento abitativo concentrato nei capoluoghi di provincia e lungo la fascia
costiera. Nella tab. 1.1 sono riportati i dati sulla densit di popolazione (Censimento 2001).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
16
Tabella 1.1 Popolazione residente per sesso, densit per Kmq e popolazione presente per provincia. Censimento 2001
questi dati riportati evidenziano come solo due provincie in Sicilia hanno superato il milione di abitanti, Palermo e
Catania sono collocate in due versanti opposti, il capoluogo di Regione nella parte Occidentale e laltra nella costa
Orientale dellisola ai piedi dellimponente massiccio dellEtna, ma questultima a far segnare nel 2001 la maggiore
percentuale di crescita della popolazione residente, segnando un importante 5,4% ed una corrispondente elevata densit
media per Kmq. di abitanti.
Nel 2001 la provincia di Palermo, oltre all aumento della popolazione, fa segnare anche un incremento della densit
abitativa, ma comunque si rileva solo un lieve incremento percentuale pari al 2,2%. Il capoluogo Peloritano continua a
crescere come abitanti nel 2001 e incrementa la sua densit abitativa.
Indici positivi valgono per Caltanissetta e Ragusa, mentre per il resto delle provincie i dati rilevati sono decisamente
negativi e segnano un 9,2% nel 2001 per la provincia di Agrigento, che continua purtroppo, a perdere sempre pi ampi
strati di popolazione, soprattutto, di intelligenze professionali ed imprenditoriali a favore delle Regioni del Nord pi
industrializzate, realizzando una bassa densit rispetto alla media regionale. La provincia che nel 2001 mostra il pi basso
indice, Enna. In fig. 1.1 mostrata la distribuzione provinciale della popolazione per il 2000.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
17
Figura 1.1 - Distribuzione provinciale della popolazione per il 2000
Le pressioni antropiche sono i principali insediamenti produttivi, industriali e turistici della regione, unitamente alle
pi importanti vie di comunicazione (strade statali e autostrade, porti ed aeroporti) che attraversano il suo territorio. Per
maggiori dettagli sul sistema dei trasporti in Sicilia si rinvia allallegato 1.
1.5.1. Morfologia ed uso del suolo
I tratti morfologici della parte del territorio siciliano classificato montano sono il prodotto dellazione concomitante
di diversi fattori, tra cui un ruolo primario va senzaltro attribuito alle vicende tettoniche ed epirogeniche, col minor
contributo delle oscillazioni paleoclimatiche ed eustatiche. Il paesaggio morfologico siciliano mostra strette analogie con
quello appenninico, cui si ricollega geologicamente, in particolar modo per quanto riguarda la fascia settentrionale
dellisola, che costit uisce la continuazione della fascia corrugata appenninica, rispetto alla quale si ha stretta analogia e
continuit sia dei terreni affioranti che delle relative vicende tettoniche. In relazione con questi fattori determinanti
dellevoluzione morfologica possono distinguersi in Sicilia differenti tipi di paesaggio.
Il differente grado di erosione dei terreni completa i tratti morfologici fondamentali dellarea in esame. Nel dettaglio, si
nota inoltre una grande eterogeneit di situazioni, dovuta allaccentuata variabilit dei tipi litologici ed alle frequenti
deformazioni e dislocazioni che hanno interessato la Regione fino ad epoche recenti.
Il sistema orografico di maggiore continuit quello rappresentato dalla catena settentrionale, che si estende da
Messina a Trapani per una lunghezza superiore ai 200 km. Dal punto di vista morfologico si rilevano le seguenti
caratteristiche generali:
una fascia montuosa (catena settentrionale);
una zona vulcanica (Etna);
vaste zone collinari;
alcune piccole pianure;
alcuni laghetti naturali ed artificiali;
coste che si sviluppanno per 1.039 km.
Complessivamente dunque il territorio della Sicilia si pu considerare diviso in tre zone altimetriche:
Area nettamente montuosa che occupa il 24% del territorio;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
18
Area collinare che occupa circa 62% del territorio;
Area pianeggiante, che costituisce il 14% del territorio.
Figura 1.2 - Regione Sicilia: orografia
Per una descrizione di maggiore dettaglio circa la climatologia della Regione Sicilia, si rimanda alla trattazione
riportata al paragrafo 2.2.
Luso del suolo tratto dal CORINE Land Cover (CLC) 2000 (v. Fig. 1.3), un database elaborato nellambito del
progetto europeo Coordination of Information on the Environment, contenente linventario delle caratteristiche biofisiche
della copertura del suolo.
Il CLC strutturato in 44 classi divise in 3 livelli. Al primo livello vi sono le classi gerarchiche pi elevate di copertura
del suolo (es. Urbano, Agricolo, Forestale, ecc.), le altre due classi gerarchiche sono degli approfondimenti via via
maggiori (es. Classe 2 Terre agricole, classe 2.1 Seminativi, 2.1.1 Seminativi non irrigati). Nel 2000 il Ministero per
l'Ambiente e la Tutela del territorio ha realizzato il IV livello di copertura del suolo per la classe delle aree naturali e
seminaturali (Classe 3 della legenda). La definizione del IV livello avvenuta per via fotointerpretativa da immagini
Landsat 5 TM riferibili al 1998. Il IV livello per la classe delle aree naturali e seminaturali sicuramente un valore
aggiunto all'originaria impostazione della legenda del CLC, soprattutto per un territorio quale quello italiano dove le
formazioni forestali coprono un gran parte del territorio nazionale.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
19
Figura 1.3 - Il CORINE Land Cover per la Regione Sicilia
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
20
Legenda
111 zone urbanizzate tessuto denso
112 zone urbanizzate tessuto rado
121 aree industriali
122 infrastrutture generiche
123 aree portuali
124 aereoporti
131 aree in costruzione, escavazioni, suoli rimaneggiati
132 discariche
133 aree estrattive
141 aree verdi urbane sportive e ricreative
142 aree archeologiche
211 seminativo semplice, irriguo, arborato;foraggere; colture orticole
211a seminativo con presenza di agrumi
211c seminativo con presenza di ortaggi
211k seminativo con presenza di carrubi
211ko seminativo con presenza di carrubi e olivi
211m seminativo con presenza di mandorli
211mo seminativo con presenza di mandorli e olivi
211o seminativo con presenza di olivi
211om seminativo con presenza di olivi e mandorli
211s seminativo con presenza di serre o tendoni
212 colture in serra e sotto tunnel
212v colture in serra o sotto tunnel con presenza di viti
221 agrumeto
221c agrumeto con presenza di ortaggi
221o agrumeto con presenza di olivi
221s agrumeto con presenza di serre o tendoni
222 vigneto
222m vigneto con presenza di mandorli
222s vigneto con presenza di serre o tendoni
223 oliveto
224 mandorleto
224o mandorleto con presenza di olivi
224v mandorleto con presenza di viti
225 frutteto
225f ficodindieto
225k carrubeto
225m frutteto con presenza di mandorli
225n noccioleto
225t pistacchieto
225v frutteto con presenza di viti
226 legnose agrarie miste
226m legnose agrarie miste con presenza di mandorli
226o legnose grarie miste con presenza di olivi
226v legnose agrarie miste con presenza di viti
227 associazioni di olivo con altre legnose
227a associazioni di olivo conaltre legnose con presenza di agrumi
227k associazioni di olivo con altre legnose con presenza di carrubi
227km associazioni di olivo con altre legnose con presnza di carrubi e mandorli
227m associazioni di olivo con altre legnose con presenza di mandorli
227mk associazioni di olivo con altre legnose con presenza di mandorli e carrubi
227n associazioni di olivi con altre legnose con presenza di noccioli
227v associazioni di olivo con altre legnose con presenza di viti
231 sistemi colturali e particellari complessi
232 seminativo associato a vigneto
232mo seminativo associato a vigneto con presenza di mandorli e olivi
232om seminativo associato a vigneto con presenza di olivi e mandorli
232s seminativo associato a vigneto con presenza di serre o tendoni
311 latifoglie
312 conifere
313 bosco misto
314 aree parzialmente boscate o bosco degradato
321 macchia e cespuglieto
321p macchia e cespuglieto con presenza di palme nane
322 pascolo
323 incolto, incolto roccioso
323p incolto, incolto roccioso con presenza di palme nane
331 aree in erosione, calanchi,rocce
332 alvei fluviali
333 spiagge
411 pantani interni
421 pantani
422 saline
511 laghi naturali e naturali ampliati
512 laghi artificiali
521 lagune
522
Per la regione Sicilia le principali classi di utilizzo del territorio sono cos aggregate ai fini del calcolo della Capacit
Biologica:
73 % circa del territorio agricolo;
il 7% circa di tipo boschivo;
il 9% superficie degradata;
l11% adibito a pascolo.
Il deficit/surplus ecologico
Limpronta ecologica di una comunit pu essere confrontata con la capacit biologica pro capite disponibile nel
territorio in cui tale comunit risiede. La capacit biologica viene calcolata secondo la seguente formula:
Capacit biologica = Area produttiva x Fattore di rendimento x Fattore di equivalenza
Dove il fattore di rendimento un fattore correttivo che rappresenta la maggiore o minore produttivit del paese (nel
nostro caso lItalia) rispetto alla media mondiale, per ognuna delle sei categorie; mentre il fattore di equivalenza
rappresenta la capacit di produrre biomassa di una singola categoria ecologica di terreno rispetto alla media mondiale.
Questo ultimo impiegato per rendere confrontabile il valore della capacit biologica con quello dellimpronta e
riportare entrambe le grandezze in ettari globali.
Per la stima della capacit biologica della regione Sicilia e del Comune di Palermo sono stati impiegati i dati di uso del
suolo ricavati dal CORINE Land Cover in formato vettoriale e si proceduto alla loro sovrapposizione, mediante strumenti
GIS, con i limiti amministrativi regionali e comunali. In tal modo risono ricavate informazioni sulla superficie impiegata
per ogni tipo di utilizzo.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
21
I valori risultanti dallelaborazione delle capacit biologiche sono stati raffrontati con il valore dellimpronta ecologica
del comune e della regione, calcolando il deficit o surplus come differenza:
D = CB EF
ove:
CB = capacit biologica del comune / regione
EF = impronta ecologica del comune /regione
In questo modo possibile effettuare raffronti tra la superficie teoricamente necessaria a sostenere i consumi, e in
generale lo stile di vita degli abitanti di una data regione o comune e la superficie effettivamente a loro disposizione.
In particolare, se limpronta ecologica supera la capacit biologica (D < 0) ci si trova in presenza di un deficit
ecologico, qualora invece D sia positivo, la situazione di maggiore sostenibilit ed lecito parlare di surplus ecologico.
CAPACITA
BIOLOGICA TOTALE
[gha]
CAPACITA
BIOLOGICA PRO
CAPITE [gha/ab]
IMPRONTA
ECOLOGICA PRO
CAPITE [gha/ab]
SURPLUS ECOLOGICO
PRO CAPITE [gha/ab]
Sicilia 9.661.993 1,90 3,37 -1,47
Palermo 84.457 0,12 4,08 -3,96
Tabella 1.2 Capacit ed impronta biologica in Sicilia ed a Palermo
La Regione, come gi rilevato, ha una impronta meno estesa di quella nazionale, anche se superiore della media
mondiale. Comunque si rileva un deficit ecologico pro-capite pari a 1,47 gha/ab.
1.5.2 Verde Urbano e fenomeni di dissesto e processi degradativi dei suoli
La presenza di aree verdi allinterno delle citt, ha una funzione molto importante, non solo in termini di naturalit e
biodiversit, ma anche come contributo essenziale al livello di qualit della vita per le popolazioni.
In questo senso aree verdi, anche sottoposte a gradi di artificializzazione molto forti, quali verde attrezzato, giardini,
parchi urbani, etc. hanno unimportanza notevolissima dal punto di vista funzionale, senza dimentica la loro funzione di
avvicinamento culturale alla comprensione dellimportanza degli spazi aperti.
Nel caso specifico, Palermo affianca ad una notevole presenza di aree naturali protette, anche una importante presenza
di altre aree di verde urbano, che ammontano ad una dotazione di 32,2 mq/abitante.
Se si confronta tale dato, desunto dalle elaborazioni ISTAT per i Comuni capoluogo di Provincia, con gli altri Comuni
della Regione, si evince che Palermo detiene il primato assoluto.
Il dato che fa spiccare Palermo principalmente quello dei parchi urbani gestiti dal Comune (come segnalato
dallISTAT) seguito per anche da una importante quantit di aree verdi speciali, come evidenziato in tab. 1.3.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
22
AREE SPECIALI
C
O
M
U
N
I
V
e
r
d
e

a
t
t
r
e
z
z
a
t
o
P
a
r
c
h
i

u
r
b
a
n
i
V
e
r
d
e

s
t
o
r
i
c
o
A
r
e
e

d
i

a
r
r
e
d
o

u
r
b
a
n
o
G
i
a
r
d
i
n
i

s
c
o
l
a
s
t
i
c
i
O
r
t
i

b
o
t
a
n
i
c
i

e

v
i
v
a
i
G
i
a
r
d
i
n
i

z
o
o
l
o
g
i
c
i
C
i
m
i
t
e
r
i

u
r
b
a
n
i
A
l
t
r
o
T
o
t
a
l
e

a
r
e
e

s
p
e
c
i
a
l
i

(
a
l

n
e
t
t
o

d
e
i

c
i
m
i
t
e
r
i

u
r
b
a
n
i
)
T
o
t
a
l
e

(
a
l

n
e
t
t
o

d
e
i

c
i
m
i
t
e
r
i

u
r
b
a
n
i
)
Trapani 0,8 - 0,7 0,4 - - -
Palermo 0,5 27,5 0,4 0,9 0,5 0,3 - 0,4 2,1 2,9 32,2
Messina
Agrigento 1,1 - - 0,3 - - - - - - 1,4
Caltanissetta
Enna
Catania 0,2 1,2 0,2 2,5 1,0 0,1 - 0,1 1,5 2,6 6,7
Ragusa 1,2 0,4 1,1 2,1 0,1 - - 0,2 - 0,1 4,8
Siracusa 0,2 0,6 0,3 1,1 0,4 .. - 0,2 - 0,4 2,6
Fonte: ISTAT, Osservatorio ambientale sulle citt
a) Gli indicatori si riferiscono al verde urbano gestito dal comune
Tab. 1.3 - Disponibilit di verde urbano per tipologia per i comuni capoluogo di provincia Anno 2003 (m2 per
abitante) (a)
Del resto, come noto, Palermo caratterizzata da numerosi giardini storici che rappresentano il prolungamento delle
Ville Palermitane; oltre alla loro abbondanza bisogna sottolinearne anche la qualit: qualit progettuale, qualit
dellimpianto colturale e qualit per linserimento in un contesto edilizio, oggi spesso degradato, che trova nel residuo
giardino storico il supporto per iniziare a riqualificare la zona di appartenenza. Alcuni giardini storici sono compresi anche
allinterno di quelle aree di rilevante pregio paesistico e ambientale che il PRG definisce Parchi Urbani (la Favorita e le
Ville settecentesche, lOreto, Boccadifalco ex Riserva Reale, a cui si deve aggiungere pur con specifiche caratteristiche,
proprio come parco, il parco agricolo di Ciaculli Croce Verde).
Sono aree/zone di grande estensione, che in parte rispecchiano un territorio scomparso, ma che singolarmente o nel
loro insieme restituiscono il paesaggio naturale di Palermo. Nella variet di queste aree si incontrano non solo giardini
storici ma anche e soprattutto entit agricole; il territorio agricolo, infatti, in prevalenza si manifesta anche se oramai in
estenzione molto ridotta nelle zone pianeggianti della citt. Le colture sono variamente articolate: dallagrumeto al
ficodindieto, dallorto alle colture intensive, queste ultime in realt sempre pi scarse.
Discorso a parte merita lOrto Botanico palermitano: un vero polmone verde cittadino dove si ha lalternanza di varie
specie di piante ma anche rappresentazioni artistiche come i busti dedicati a personaggi storici. LOrto Botanico si estende
per 10 ettari e la sua struttura, come gli edifici presenti adibiti alla sperimentazione, furono progettati dallarchitetto
francese Dufourny. Al suo interno si trovano innumerevoli specie vegetali, a partire da quelle orientali come i bamb e le
sudamericane chorisie, tanto per citare quelle poco comuni in Sicilia.
A conferma e completamento di quanto esposto, stata effettuata una elaborazione sulle diverse destinazioni di uso del
suolo a partire dalla copertura del suolo Corine Land Cover.
Nonostante tale strumento cartografico, risponda ad esigenze di diverso tipo e di diversa scala (si ricorda che lunit
minima cartografabile sono 25 ettari) la sua analisi contribuisce alla comprensione delle caratteristiche del sistema del
verde naturale ed artificiale, nel Comune di Palermo.
Aggregando le singole voci della carta Corine si evince che la superficie complessiva del tessuto urbano edificato,
pari al 44,5% circa della superficie territoriale totale, le aree vedi urbane ammontano al 2,34% le aree agricole al 17,89% e
le aree naturali al 34,79% ad indicare comunque una buona percentuale di aree, quanto meno, non edificate.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
23
CODE Ettari % Descrizione
111 2444,919 15,32% Tessuto urbano continuo
112 4272,711 26,77% Tessuto urbano discontinuo
121 81,356 0,51% Arre industriali o commerciali
122 37,06 0,23% Reti stradali e ferroviarie
123 37,166 0,23% Aree portuali
124 91,835 0,58% Aeroporti
131 82,253 0,52% Aree estrattive
132 42,789 0,27% Discariche
141 336,868 2,11% Aree verdi urbane
142 36,142 0,23% Aree sportive e ricreative
211 89,8 0,56% Seminativi in aree non irrigue
222 2816,642 17,65% Frutteti e frutti minori
223 33,461 0,21% Oliveti
242 6,35 0,04% Sistemi colturali e particellari complessi
312 768,754 4,82% Boschi di conifere
321 448,522 2,81% Aree a pascolo naturale
323 695,392 4,36% Aree a vegetazione sclerofilla
324 1417,989 8,88% Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva
331 30,321 0,19% Spiagge, dune e sabbie
332 321,35 2,01% Rocce nude, falesie, rupi e affioramenti
333 1870,975 11,72% Aree con vegetazione rada
Fonte: Corine Land Cover2000
Tabella 1.4 - Uso del suolo nel Comune di Palermo - selezione delle sole voci presenti su Corine Land Cover
Fenomeni di dissesto e processi degradativi dei suoli
I fenomeni di dissesto, sia erosivi che frane ed esondazioni nelle valli minori, sono assai frequenti nei territori ad
altitudine pi elevata e non di rado imponenti. Vi sono addirittura aree o zone franose che coprono decine e talora centinaia
di ettari. Lattuale superficie sottoposta a vincolo idrogeologico, ai sensi della normativa vigente ammonta a km 12.357
(pari al 48,06% dellIsola). I territori ad altitudine pi elevata sono caratterizzati da boschi ed incolti e da unestensione
limitata dei seminativi e finiscono col presentare condizioni di popolamento repulsive, soccombendo nel confronto con le
aree pianeggianti litoranee e soprattutto con i centri urbani maggiori che hanno esercitato ed esercitano lattrazione pi
forte.
La problematica connessa allinstaurazione di fenomeni di erosione e dissesto idrogeologico del territorio senza
dubbio complessa, a causa delle numerose interrelazioni con fattori di diversa natura non sempre agevolmente
individuabili.
In ogni caso, da rilevare un progressivo aggravamento di tali dannosi processi, essenzialmente causati dalla
mancanza di unadeguata e coordinata politica di salvaguardia e tutela delle ottimali condizioni idrogeologiche dei suoli.
Tra i fattori che maggiormente hanno contribuito ai fenomeni di erosione ricordiamo:
insufficiente copertura boschiva con discrete caratteristiche strutturali e tipologiche;
abbandono delle aree marginali a bassa redditivit; assenza di opere di sistemazione dei terreni a funzione
regimante;
adozione di tecniche di lavorazione a ritocchino orientate lungo le linee di massima pendenza; progressiva
cementificazione degli alvei dei fiumi;
elevato indice di torrenzialit dei corsi dacqua; eccessiva incidenza della rete viaria, anche in zone
particolarmente predisposte a fenomeni erosivi; cattiva gestione e manutenzione delle superfici destinate a
pascolo.
Fra le aree pi soggette a fenomeni di dissesto, si possono annoverare le zone collinari interne di matrice
fondamentalmente argillosa, a scarsa permeabilit.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
24
1.5.3 Aree protette della regione
In fig. 1.4 si riporta la localizzazione delle principali aree protette (parchi regionali, riserve marine, riserve naturali
etc...).
In Allegato 2 riportato lelenco delle aree protette e delle riserve naturali della Sicilia disaggregato per provincia.
Figura 1.4 - Aree protette della regione Sicilia
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
25
1.6 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
1.6.1 Il contesto europeo
In materia di tutela dellambiente si riscontrato in Europa un salto di qualit quando il trattato sull'Unione ha
conferito rango politico agli interventi in campo ambientale. Questa evoluzione proseguita con il Trattato di Amsterdam
che ha posto, tra le priorit assolute, il raggiungimento di un livello elevato di protezione dell'ambiente.
Il Quinto programma di azione ambientale Per uno sviluppo durevole e sostenibile ha stabilito i principi di una
strategia europea per il periodo 1992-2000, segnando linizio di unazione comunitaria orizzontale che tiene conto di tutti i
fattori di pressione sullambiente (industria, energia, turismo, trasporti, agricoltura). L'integrazione della problematica
ambientale nelle altre politiche diventata obbligatoria per le istituzioni comunitarie, ed stata oggetto di vari atti
comunitari, tra cui la comunicazione del maggio 2001 sulla strategia europea per lo sviluppo sostenibile.
Il Sesto programma dazione per lambiente, adottato con la Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento e del
Consiglio del 22 luglio 2002, definisce le priorit dellUnione europea fino al 2010. Per realizzare tali priorit vengono
proposte alcune linee dazione: migliorare l'applicazione della legislazione ambientale, operare con il mercato e con i
cittadini e aumentare l'integrazione della componente ambientale nelle altre politiche comunitarie.
Per cercare di conseguire l'obiettivo che lUnione Europea si fissata nell'ambito del Protocollo di Kyoto sulla
riduzione dei gas serra, stato adottato un programma sui cambiamenti climatici che individua, in particolare nei settori
dell'energia, dei trasporti, dell'industria e della ricerca, i campi dazione prioritari (ratifica dellItalia con Legge n. 120 del
01/06/02).
La Comunit anche parte contraente della Convenzione di Ginevra sullinquinamento atmosferico transfrontaliero a
grande distanza, oltre che sui protocolli internazionali sul contenimento delle emissioni inquinanti responsabili dei
fenomeni di acidificazione, eutrofizzazione e smog fotochimico che danno attuazione alla convenzione. In questo ambito,
la legislazione comunitaria ha come obiettivo prioritario la lotta contro le emissioni prodotte dalle attivit industriali e dai
trasporti. In materia di trasporti, la strategia basata su diversi elementi, tra cui la riduzione delle emissioni inquinanti dei
veicoli (marmitta catalitica, revisione periodica), la diminuzione dei consumi delle autovetture (in collaborazione con i
costruttori automobilistici) e la promozione di veicoli puliti (misure fiscali).
Con riferimento alla limitazione delle emissioni da altre attivit, vanno citate la direttiva 1999/13/CE sulla limitazione
delle emissioni di composti organici volatili dovute alluso di solventi organici in talune attivit e in taluni impianti, la
direttiva 1999/32/CE relativa alla riduzione del tenore di zolfo in alcuni combustibili liquidi, nonch la direttiva
2001/80/CE concernente laggiornamento della direttiva relativa alla limitazione delle emissioni in atmosfera originate dai
grandi impianti di combustione di recente emanazione .
Infine, va menzionata la direttiva relativa ai tetti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici, e precisamente
biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili e ammoniaca (direttiva NEC, National Emission Ceilings),
anchessa di recente emanazione (direttiva 2001/81/CE).
Per migliorare la qualit dell'aria, nel maggio 2001 stata adottata una strategia globale denominata programma
CAFE, Clean Air For Europe, mentre a partire dal 1996 sono state emanate quattro direttive europee. In particolare, oltre
alla direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e gestione della qualit dellaria (la cosiddetta direttiva quadro sulla
qualit dellaria), sono state emanate tre direttive figlie concernenti i valori limite di qualit dellaria ambiente per il
biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo (direttiva 1999/30/CE), il benzene e il
monossido di carbonio (direttiva 2000/69/CE) e la direttiva per ridurre la concentrazione dell'ozono nell'aria ambiente
(direttiva 2002/3/CE).
Per finire non vanno dimenticate le connessioni con la direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e controllo integrato
dellinquinamento (direttiva IPPC, Integrated Pollution Prevention and Control), riguardante le attivit con elevato impatto
ambientale, soprattutto industriali. La direttiva stata recepita con il D.Lgs. 372/99 per gli impianti esistenti.
Lelenco non esaustivo delle principali norme europee per il comparto aria riportato nel capitolo 4.
1.6.2 La normativa nazionale
Le prime disposizioni di legge in materia di inquinamento atmosferico emanate in Italia risalgono al 13 luglio 1966
con la pubblicazione della legge n. 615. Prima di tale data esistevano soltanto delle norme applicabili indirettamente e
comunque prive di organicit tra cui gli artt. 216 e 217 del testo unico delle leggi sanitarie del 1934, inerenti le industrie
con lavorazioni insalubri e gli artt. 674 e 734 del codice penale.
Il quadro normativo di riferimento per la tutela della qualit dell'aria trova oggi fondamento nella normativa
comunitaria cos come recepita dal legislatore nazionale. L'attuazione dei principi e disposizioni invece demandata - in
ottemperanza a quanto previsto dal d.lgs. 112/98 ("Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
26
Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59") - alle Regioni e alle Province
autonome.
Da ultimo, stato recentemente pubblicato il D.M. n. 60/2002 che recepisce (ai sensi dell'art. 4 del d.lgs. 351/99)
alcune direttive comunitarie che fissano i valori limite per taluni inquinanti (biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di
azoto, materiale particolato, piombo, benzene e monossido di carbonio).
Con riferimento allatmosfera, la normativa che maggiormente impatta con le attivit a livello regionale e locale, il
D.Lgs. 351/99, che ha recepito la direttiva europea 96/62/CE in materia di valutazione e gestione della qualit dellaria; a
sua volta, questult ima prevede lemanazione di una serie di atti normativi successivi tra cui:
il DM n. 60 del 02 aprile 2002 Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999
concernente i valori limite di qualit dellaria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di
azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualit dellaria ambiente
per il benzene ed il monossido di carbonio (previsto dallart. 4 del D.Lgs. 351/99).
DM n. 261 del 1 ottobre 2002 Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della
qualit dellaria ambiente (previsto dallart. 5 del D.Lgs. sopra citato), i criteri per lelaborazione del piano e dei
programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351.
Decreto del Ministro dellambiente 20 settembre 2002, che stabilisce le modalit e le norme tecniche per
lapprovazione dei dispositivi di misurazione quali metodi, apparecchi, reti e laboratori (art. 6, comma 9).
Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 183 "Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria".
Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla
prevenzione e riduzione integrate dellinquinamento.
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale. (G.U. n. 88 del 14 aprile 2006 suppl.
ord. n. 96)
Pure recepita con D.Lgs. 372/99 la direttiva IPPC, limitatamente alle emissioni degli impianti esistenti, come anche
la direttiva 1999/32/CE relativa alla riduzione del tenore di zolfo in alcuni combustibili (DPCM 395 del 7 settembre 2001).
Per una trattazione di maggiore dettaglio sulla normativa inerente la qualit dellaria e le emissioni in atmosfera si
rimanda al Capitolo 4.
http://serviziregionali.org/prtra/files/33/prtra/PRTRA-04.htm
1.7 AMMINISTRAZIONI COMPETENTI
La definizione dei piani applicativi, misure e azioni trova riferimento tecnico nel presente piano ed
regolamentata con le modalit individuate al paragrafo 6.2.1.3.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
27
1.8 INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO E PER GLI ORGANISMI
INTERESSATI
Una moderna gestione dellambiente richiede una partecipazione consapevole dei cittadini e la condivisione di
obiettivi di razionalizzazione e contenimento dei consumi, in particolare di quelli energetici e di protezione dellambiente.
noto che in questo campo - anche per effetto delleredit del passato - si registrano resistenze e pregiudizi e vi la
necessit di offrire una informazione corretta e di promuovere, anche nellambito delle altre politiche di settore,
unadeguata informativa rivolta agli operatori del settore esistenti e potenziali.Tali azioni devono tendere non solo a
facilitare la conoscenza degli obiettivi e delle proposte di intervento contenute nel Piano, ma anche a motivare le persone.
A questo scopo, la Regione Sicilia promuover - direttamente o finanziando comuni, consorzi, associazioni - iniziative
di comunicazione mirate a realizzare campagne di informazione e sensibilizzazione sullo sviluppo sostenibile rivolte ai
cittadini e a specifici gruppi di interesse, circa i contenuti, gli obiettivi e le proposte del programma, comprensive
dellinformazione tecnico-scientifica.
Il presente documento sar trasmesso dapprima agli altri Assessorati della Regione Sicilia (Agricoltura e Foreste,
Turismo Comunicazioni e Trasporti, Beni Culturali, Industria, ecc.), maggiormente interessati ai risultati del Piano ed alle
misure che ne conseguono. Saranno, inoltre, opportunamente informati gli operatori economici, in particolare, le
associazioni di categoria, in quanto i loro associati sono direttamente coinvolti nelle misure di riduzione delle emissioni da
impianti industriali e da impianti di combustione.
Fondamentale linformazione alla popolazione sulla qualit dellaria, sulle previsioni e sugli interventi necessari alla
riduzione delle emissioni. Si organizzeranno campagne di sensibilizzazione nelle scuole.
La comunicazione deve conseguire i seguenti obiettivi:
promuovere limportanza delle azioni di piano attraverso unazione di sensibilizzazione mirata alle attivit
maggiormente inquinanti;
responsabilizzare tutti i cittadini affinch contribuiscano e partecipino al processo di riduzione delle emissioni
di inquinanti, fornendo loro informazioni facilmente utilizzabili;
enfatizzare l'impegno ambientale nel quadro di una visione globale del problema (sviluppo sostenibile).
La Regione Sicilia si impegna inoltre, in collaborazione con Province, Comuni e Arpa Sicilia, a mettere a disposizione
del pubblico e degli organismi interessati i dati aggiornati sulla qualit dellaria relativamente agli inquinanti normati,
rendendo pubblici i livelli di concentrazione degli inquinanti e fornendo, nel caso di superamento delle soglie di allarme,
informa zioni aggiuntive sui superamenti registrati, previsioni per i giorni seguenti, indicazioni sui possibili effetti sulla
salute e sulla condotta raccomandata, indicazioni in merito alle principali fonti inquinanti ed azioni raccomandate per la
riduzione delle relative emissioni. Il DM 60/02 ha introdotto nuovi obblighi anche in materia di informazione al pubblico,
con lindicazione della tipologia e della frequenza di aggiornamento dei dati che devono essere forniti al pubblico. La tab.
1.5 riporta sinteticamente le informazioni che la Regione tenuta a trasmettere alla popolazione ai sensi del decreto citato e
del D.Lgs. 351/99.
Inquinante Tipo di informazione
Frequenza di aggiornamento
dellinformazione
Competenza
Livelli di SO
2
Giornaliera; oraria, se possibile,
avendo a disposizione valori orari
Regione
SO
2
Informazioni di cui allallegato I,
sezione III
Solo in caso di superamento della
soglia di allarme
Regione
Livelli di NO
2
e NO
X
Giornaliera; oraria per quanto
riguarda NO
2
, se possibile, avendo
a disposizione valori orari di NO
2
Regione
NO
2
e NO
X
Informazioni di cui allAllegato II,
sezione III
Solo in caso di superamento della
soglia di allarme
Regione
PM
10
e
PM
2.5
Livelli di materiale particolato Giornaliera Regione
Pb Livelli di Piomb o Trimestrale Regione
Benzene
Livelli di benzene relativi ai 12 mesi
precedenti
Trimestrale o se possibile mensile Regione
CO Massima media mobile su 8 ore Giornaliera, oraria (se possibile) Regione
Tabella 1.5 - Informazioni al pubblico (artt. 11, 16, 23, 28, 33, 37 del DM 60/02 e art. 11 D.Lgs 351/99)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
28
Alla luce di quanto esposto sopra, le informazioni da fornire sono numerose, in particolare, obbligatorio:
informare il pubblico secondo le indicazioni del DM 60/02;
verificare il rispetto dei limiti di attenzione/allarme per O
3
previsti dal Decreto Legislativo 21 maggio 2004,
n.183.
verificare il rispetto dellobiettivo di qualit per gli IPA previsto dal DM 25/11/94.
Linformazione al pubblico fino ad oggi veniva effettuata in base alle indicazioni del DM 20/05/91 (Criteri per la
raccolta dei dati inerenti la qualit dellaria), alla data di stesura del presente Piano, abrogato quasi per intero. Tale
decreto prevedeva (art. 4) che le reti di rilevamento automatiche devono essere dotate di un idoneo sistema di
informazione, di carattere divulgativo, per i cittadini tale da permettere una semplice interpretazione dei dati, da
realizzare secondo le modalit e i contenuti indicati dal Ministero dellAmbiente. Lart. 7 del DM 20/05/91 istituiva il
Centro Operativo Provinciale (C.O.P.), ossia un centro operativo di raccolta dati a livello provinciale al quale trasferire i
dati di tutte le postazioni ubicate sul territorio.
Il Centro Operativo Provinciale era tenuto a svolgere le seguenti funzioni:
gestione tecnico-operativa delle reti pubbliche;
supervisione del sistema di rilevamento;
valutazione igienico sanitaria dei dati provenienti dalle reti.
Lart. 9 del DM 20/05/91 stabiliva, inoltre, che la rete di rilevamento dovr permettere la trasmissione in tempo reale
dei dati relativi agli inquinanti al fine di accertare il superamento dei livelli di attenzione e allarme. Il superamento dei
livelli di attenzione e di allarme deve essere notificato in tempo reale alle autorit designate.
A tale scopo era stato istituito un bollettino quotidiano, tuttora trasmesso alle autorit competenti territorialmente
(Sindaco, Assessori allAmbiente del Comune e della Provincia, AULSS, ecc.), al fine di intraprendere eventuali azioni di
contenimento dellinquinamento, e alla stampa per la divulgazione delle informazioni al pubblico.
Nella regione Sicilia queste funzioni erano esercitate dalle Province. Nel corso degli ultimi anni i dati rilevati dalle reti
sono stati acquisiti dalla regione Sicilia che ha svolto compiti di analisi ed elaborazione attraverso i Dipartimenti Arpa
Provinciali. La metodologia di trasmissione delle informazioni stata mantenuta e implementata con linserimento, negli
Annuari dei Dati Ambientali, di dati relativi allintero territorio della Sicilia. I dati ambientali sono stati elaborati e
sintetizzati mediante diagrammi e tabelle.
I nuovi obblighi normativi hanno reso necessaria una rivisitazione sia del formato del bollettino informativo quotidiano
(ex COP), sia delle informazioni da rendere accessibili al pubblico.
Per quanto concerne il primo, si fatto riferimento ai nuovi valori limite introdotti dal DM 60/2002, optando per quelli
che hanno un tempo breve di mediazione (orario, 8 ore o giornaliero), poich tengono conto degli effetti dovuti
allesposizione acuta, almeno per quanto riguarda SO
2
, NO
2
, PM
10
e CO.
Nel caso di benzene e benzo(a)pirene si optato per un aggiornamento della media annuale, mentre per quanto
riguarda lozono, si tenuto conto dei livelli di attenzione/allarme (180/240 g/m
3
) previsti dal Decreto Legislativo 21
maggio 2004, n.183.
Per quanto riguarda il PM
10
, la Regione Sicilia si doter di analizzatori automatici che permetteranno di verificare
giornalmente i livelli in aria di tale inquinante. Il grafico mostrer laggiornamento sulle concentrazioni di PM
10
rilevate nei
capoluoghi siciliani il giorno antecedente a quello di visualizzazione, e fino a dieci giorni precedenti. Questo strumento
permetter di informare la popolazione e fornir un utile strumento agli enti preposti per lattuazione dei provvedimenti di
limitazione della circolazione.
Un altro utile strumento che sar realizzato il Bollettino Meteo PM
10
Sicilia, che permetter di prevedere le
concentrazioni di tale inquinante per il giorno successivo e fino a due giorni seguenti a quello di emissione. Il Bollettino
nascer per informare giornalmente la popolazione (specie le fasce pi sensibili) dello stato effettivo della qualit dellaria
e per prevedere le concentrazione delle polveri sottili per il giorno in corso, il giorno seguente e una tendenza per i giorni
successivi. Il Bollettino sar disponibile in internet (come primo metodo di diffusione) al sito www.arpa.sicilia.it e
realizzer la previsione su zone della regione Sicilia, tracciate secondo lesperienza degli anni passati, riguardo ad aree che
hanno mostrato andamenti simili.
La zone interne a scarsa densit demografica o antropica che mostrano una qualit dellaria migliore caratterizzate da
un sistema di significative circolazioni atmosferiche non saranno prese in considerazione. Anche le isole minori non
saranno prese in considerazione. Il Bollettino Meteo PM
10
Sicilia suddivider le concentrazioni previste in 3 fasce:
buona < 50 mg/m
3
;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
29
scadente tra i 50 e i 100 mg/m
3
;
pessima > 100 mg/m
3
.
Uno strumento analogo, il Bollettino Ozono, verr realizzato durante il periodo estivo per informare la popolazione
sui livelli di ozono registrati e previsti per i giorni successivi, offrendo la possibilit agli enti preposti di attuare i
provvedimenti finalizzati al contenimento del rischio sanitario per la popolazione esposta.
Si intendono applicare gli indici qualitativi (di stress, di qualit o di vulnerabilit), in grado di offrire una
rappresentazione sintetica dello stato della qualit dellaria, ed inserire nei siti web della Regione Sicilia e da Arpa Sicilia
un bollettino informativo quotidiano sulla base di nuove indicazioni normative o tecnico-scientifiche. I dati di qualit
dellaria potranno essere visualizzati in tempo reale su un Sistema informativo territoriale in corso di implementazione che
potr essere visualizzato sul sito web della Regione Sicilia e di Arpa Sicilia.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
30
2 ELEMENTI DI SINTES I SULLINQUINAMENTO ATMOSFERICO
Nel presente capitolo viene inquadrata la situazione del sistema aria sul territorio regionale. Viene valutata lentit
della pressione esercitata sul territorio dalle diverse fonti di emissione sia di origine antropica che naturale (anche se
linventario regionale delle emissioni in atmosfera in avanzata fase di elaborazione).
Poich le postazioni di rilevamento della qualit dellaria non possono essere rappresentative della distribuzione di
livelli di concentrazione degli inquinanti al di fuori dellagglomerato o zona di pertinenza; sulla parte di territorio regionale
non coperta da monitoraggio sistematico saranno applicati modelli di simulazione e/o tecniche di stima per la valutazione
della qualit dellaria.
2.1 FONTI DI EMISSIONE DI INQUINANTI NELLARIA: STIME APAT
La qualit dellaria il risultato di un equilibrio complesso tra gli apporti diretti degli inquinanti emessi in aria, ci che
chiamiamo le emissioni di inquinanti, e tutta una serie di fenomeni ai quali gli inquinanti sono sottomessi una volta che si
trovano in atmosfera: il trasporto, la dispersione (i venti e le turbolenze allorigine della diluizione delle emissioni) la
deposizione e infine le trasformazioni chimiche (per esemp io sotto leffetto dellirraggiamento solare come la produzione
dellozono estivo a partire dagli ossidi di azoto e dagli idrocarburi). E per questo che non bisogna confondere le
concentrazioni nellaria ambiente degli inquinanti [espressi per esempio in microgrammi per metro cubo (g/m
3
) o per un
indice di qualit dellaria], che caratterizza la qualit dellaria respirata, e le emissioni di inquinanti (di cui le quantit sono
espresse in grammi, chilogrammi o tonnellate) scaricate da una fonte data ( un camino, un tubo di scappamento,) durante
una durata determinata (ora, anno,). Dalle emissioni dipende la qualit dellaria, anche se non c un legame semplice e
diretto tra i due elementi. A partire dalle emissioni di inquinanti equivalenti in luogo e intensit, i livelli degli inquinanti
nellambiente possono variare di un fattore venti seguendo le condizioni meteorologiche pi o meno favorevoli alla
dispersione e dunque alla diluizione, o al contrario alla concentrazione di questi inquinanti. La conoscenza di queste
emissioni dunque primordiale per il monitoraggio della qualit dellaria (AIRPARIF, 2005).
Alla data di elaborazione del presente Piano, la Sicilia si sta adoperando alla redazione dellinventario delle emissioni a
livello regionale quale strumento conoscitivo, la cui importanza stata ribadita dal D. Lgs. n. 351 del 4/08/1999, e dal D.M.
60/02 secondo quanto previsto dallallegato 2 del DM 261/2002. Infatti, una delle principali novit introdotte dalla nuova
normativa consiste nellintegrazione delle informazioni derivanti dalla misura degli inquinanti e da due nuovi strumenti:
linventario delle emissioni (ARTA) e la modellistica numerica ambientale (ARPA Sicilia).
Tali importanti strumenti sono in avanzato stato di progettazione da parte dellAssessorato Territorio ed Ambiente ed
in corso di realizzazione da parte di ARPA SICILIA. La sua realizzazione sar completata presumibilmente entro la fine
del 2007 (Allegato 8).
Linventario contiene il censimento delle sorgenti, le quantit annue di inquinanti emessi da tutte le sorgenti di
emissione in atmosfera ivi comprese quelle dei principali insediamenti produttivi.
Per la costruzione dellinventario regionale le emissioni sono state suddivise come puntuali o come lineari/nodali
(arterie e nodi di comunicazione). Per la costruzione dellinventario per particolari infrastrutture (porti, aeroporti, traffico
veicolare, etc..) sono stati e saranno utilizzati specifici modelli per la stima delle emissioni.
La stima delle emissioni in aria di gas inquinanti, gas serra, composti organici persistenti e metalli pesanti si basa su
una metodologia consolidata, rispetto alla quale la ricerca continua ad affinare strumenti e metodi. Il progetto CORINAIR
(COoRdination-INformation-AIR), promosso e coordinato dalla Comunit Europea nellambito del programma
sperimentale CORINE (COoRdinated Information on the Environment in the European Community), ne lasse portante
dal 1985, anno in cui stato realizzato il primo inventario italiano armonizzato a livello europeo.
Il principale obiettivo della prima fase delle attivit di tale progetto, al quale hanno partecipato tutti i Paesi membri
della Comunit, stato la realizzazione di un inventario prototipo delle emissioni di Ossidi di Zolfo (SO
X
), Ossidi di Azoto
(NO
X
) e Composti Organici Volatili (COV) riferito allanno 1985, da utilizzare come base scientifica per la scelta delle
politiche ambientali in materia di inquinamento atmosferico.
L'inventario del 90 ha opportunamente rivisto la metodologia applicata nel 1985, estendendo il numero di inquinanti
considerati e cio SO
2
, CO, CO
2
, NH
3
, N
2
O, NO
X
, CH
4
, composti organici volatili non metanici (COVNM), ampliando il
numero di attivit censite ed armonizzando ulteriormente i metodi di stima delle emissioni in Europa.
La classificazione delle fonti di emissione, adottata nellambito del progetto definita in termini di Macrosettori.
Ciascuna delle 11 voci di questo livello suddivisa in settori (in tutto 76) che sono a loro volta suddivisi in attivit (in tutto
375).
Gli 11 Macrosettori CORINAIR sono:
1. Centrali Elettriche Pubbliche, Cogenerazione e Teleriscaldamento
2. Combustione Terziario ed Agricoltura
3. Combustione nellindustria
4. Processi produttivi
5. Estrazione e distribuzione di combustibili fossili
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
31
6. Uso di solventi
7. Trasporto su strada
8. Altre fonti mobili
9. Trattamento e smaltimento rifiuti
10. Agricoltura e silvicoltura e cambiamento del suolo
11. Natura
La suddivisione territoriale utilizzata nel progetto CORINAIR considera quattro livelli di unit territoriali e individua,
per lItalia, le entit geografico-amministrative corrispondenti:
livello 1: gruppi di regioni (Italia settentrionale, centrale, meridionale e insulare);
livello 2: regioni;
livello 3: province;
livello 4: comuni.
Il progetto CORINAIR, realizza linventario delle emissioni per le unit territoriali di livello 3. Di seguito di
presentano le stime APAT regionali di CH
4
, CO, CO
2
, COVNM, N
2
O, NH
3
, NO
X
, SO
2
e PM10 relative agli anni 1990
1995, 2000 e 2003.
In linea generale si ricorda che, a partire dalla met degli anni 80, le emissioni di biossido di zolfo sono state
fortemente ridotte, grazie allintroduzione negli usi civili ed industriali di combustibili a basso tenore di zolfo e del gas
naturale, praticamente privo di zolfo. Questo, insieme ad altre misure di intervento sui processi (miglioramento
dellefficienza, processi meno inquinanti) e/o sulle emissioni (abbattimento degli inquinanti ai camini) ha portato, a partire
dalla seconda met degli anni 80, ad un generalizzato contenimento delle emissioni da fonti fisse di altri inquinanti, tra cui
gli ossidi di azoto, il monossido di carbonio, i composti organici.
Relativamente alle emissioni dal settore trasporti, laumento del numero di veicoli e del consumo di combustibili ha
controbilanciato leffetto positivo dovuto alla diffusione di veicoli meno inquinanti; questo, oltre ad aumentare le situazioni
di congestione con i connessi disagi, ha fatto permanere i problemi legati alle emissioni di inquinanti caratteristici del
traffico.
2.1.1 EMISSIONI DI PARTICOLATO (PM
10
)
Lindicatore rappresenta una stima, regionale e disaggregata per provincia e per settori delle emissioni di PM10 (polveri di
dimensioni inferiori a 10 m) per valutarne landamento nel tempo.
Il particolato costituito dallinsieme di tutto il materiale non gassoso, generalmente solido, in sospensione nellaria. Le
polveri da dimensione inferiore a 10 m hanno origine sia naturale sia antropica. Le particelle di origine naturale sono
generate dallerosione dei suoli o dei manufatti (frazione pi grossolana) da parte di agenti atmosferici, dal trasporto di
sabbia proveniente dal Sahara, dal materiale inorganico prodotto da agenti naturali (vento e pioggia), dallemissioni
vulcaniche e dalla produzione di aerosol (marino e biogenico) (frammenti vegetali, polline, spore). Una parte consistente
delle polveri presenti in atmosfera ha origine secondaria ed dovuta alla reazione di composti gassosi quali ossidi di azoto,
ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici.
Nelle aree urbane il materiale particolato pu avere origine da lavorazione industriali (cantieri edili, fonderie, cementifici),
dallusura dellasfalto, dei pneumatici, dei freni, delle frizioni e dalle emissioni di scarico degli autoveicoli, in particolare
quelli dotati di motore diesel. Le polveri hanno una notevole rilevanza sanitaria per lalta capacit di penetrazione nelle vie
respiratorie. Le stime effettuate sono relative solo alle emissioni di origine primaria, mentre non sono calcolate quelle di
origine secondaria cos come quelle dovute alla risospensione delle polveri depositatesi al suolo. La Direttiva LCP
2001/80/CE indica i valori limite di emissioni di polveri per combustibili solidi, liquidi e gassosi nei grandi impianti di
combustione e la Raccomandazione 2003/47/CE fornisce orientamenti per gli Stati Membri nellelaborazione del piano
nazionale di riduzione delle emissioni nei grandi impianti individuati nella Direttiva citata. Il DM 60 del 02/04/02 introduce
i valori limite per il PM10 che sono entrati in vigore dal 01/01/2005 (fase 1) e che verranno ulteriormente ridotti a partire
dal 01/01/2010 (fase 2).
La Figura 2.1. raffigura landamento nel tempo delle emissioni provinciali di PM10 per ci che concerne gli anni che vanno
dal 1990 al 2003. La tabella 2.1. riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli anni di riferimento 1990, 1995, 2000 e
2003.
Dallanalisi della Figura 2.1. che riporta la distribuzione provinciale di emissioni da PM10 con il relativo andamento negli
anni 1990, 1995, 2000 e 2003 si nota un aumento nelle stime realizzate ed una natura eterogenea del particolato PM10. I
settori che incidono maggiormente sono: Settore 7: Trasporti stradali con un valore di 2931,22 t/anno; Settore 11: Altre
sorgenti di Emissione ed assorbimenti con 12933 t/anno. Per quanto riguarda il settore trasporti il particolato pu avere
origine dallusura dellasfalto, dei pneumatici , dei freni, delle frizioni e dalle emissioni di scarico degli autoveicoli, in
particolare quelli dotati di motore diesel. Per il settore Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti il particolato ha origine
naturale, ne fanno parte le polveri sospese, il materiale organico disperso dai vegetali (pollini e frammenti di piante), il
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
32
materiale inorganico prodotto da agenti naturali (vento e pioggia), dallerosione del suolo o dei manufatti (frazione pi
grossolana) ecc.
I valori di emissioni rilevati dalle tabelle associate alle figure sopra descritte riportano flussi elevati di PM10 che hanno un
impatto certo sullambiente circostante. Questo sar uno dei settori emissivi su cui nei prossimi anni si dovr agire per
programmare delle azioni di contenimento di emissione di flussi relativi al PM10.
Trend di emissioni di PM
10
(t/anno)
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
1990 1995 2000 2003
Figura 2.1:Trend emissioni provinciali PM
10
PROVINCIA 1990 1995 2000 2003
Agrigento
1268,578 1345,498 1306,662 2119,59
Caltanissetta
1813,127 2208,624 1037,241 1499,53
Catania
2134,604 1979,869 2045,997 3367,94
Enna
617,539 631,543 703,821 1387,57
Messina
4681,447 5093,808 4527,814 5346,48
Palermo
3677,369 3134,272 2585,221 4916,44
Ragusa
755,129 717,665 808,137 1354,09
Siracusa
3922,626 3765,140 2537,957 2686,23
Trapani
1482,004 1473,539 1365,514 3187,63
TOTALE
20.352,42 20.349,96 16.918,36 25865,50
Tabella 2.1: Trend emissioni provinciali di PM
10
(t/anno)
PM10 (t/anno) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale
Combustione-Energia ed
industria di
trasformazione 1 54.86 146.33 0.65 0.22 297.12 182.95 0.14 396.31 21.42 1100
Combustione-Non
industriale
2 39.72 39.60 107.79 53.16 63.41 75.02 33.46 25.52 43.63 481.31
Combustione-Industria
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
33
3 49.01 11.90 151.60 13.79 56.96 110.25 86.75 58.93 91.99 631.18
Processi produttivi
4 97.07 39.28 120.60 36.90 117.32 189.96 146.20 310.21 98.15 1155.69
Trasporti stradali
7 205.18 98.15 233.73 100.65 1158.26 365.17 103.35 212.23 454.50 2931.22
Altre sorgenti mobili
8 262.64 138.35 152.07 119.88 54.90 238.58 79.21 47.55 248.46 1341.64
Trattamento e
Smaltimento
Rifiuti 9 25.07 27.74 15.22 44.06 0.85 54.17 13.24 8.45 16.86 205.66
Agricoltura ed
Allevamento
10 32.48 37.96 62.26 31.34 70.56 23.58 24.48 8.84 24.24 315.74
Altre sorgenti di
Emissione
ed Assorbimenti 11 1060 750 1684 694 2673 2458 677 1343 1594 12933
Tabella 2.2: Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali PM
10
t/anno (2003)
2.1.2 EMISSIONI MONOSSIDO DI CARBONIO (CO)
Lindicatore fornisce una stima delle emissioni provinciali di CO e la relativa disaggregazione settoriale per valutarne
landamento nel tempo.
Il monossido di carbonio un gas inodore ed incolore e viene generato durante la combustione di materiali organici quando
la quantit di ossigeno a disposizione insufficiente. La principale sorgente di CO rappresentata dal traffico veicolare
(circa l80% delle emissioni a livello mondiale), in particolare dai gas di scarico dei veicoli a benzina. La concentrazione di
CO emessa dagli scarichi dei veicoli strettamente connessa alle condizioni di funzionamento del motore; si registrano
concentrazioni pi elevate con motore al minimo ed in fase di decelerazione, condizioni tipiche di traffico urbano intenso e
rallentato.
Utilizzando le stime elaborate dallAPAT, si fornita una descrizione dei quantitativi di COemessi in Sicilia dal 1990 al
2003.
La Direttiva 98/77/CE relativa alle misure da adottare per ridurre le emissioni dei veicoli a motore e la 97/687CE attiene
allemissione di inquinanti gassosi e particolato. Altri riferimenti normativi concernono le emissioni da processi di
combustione, tra cui lincenerimento dei rifiuti (DM n. 503 del 19/11/1997) e la combustione in impianti industriali (DM
12/07/90 e D. Lgs. N. 372, in recepimento della Direttiva 96/61/CE sullapproccio integrato).
La Figura 2. presenta il trend delle emissioni provinciali di CO per ci che concerne gli anni che vanno dal 1990 al 2003.
La Tabella 2.3 riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli anni di riferimento.
Dalla Figura 2.2 si nota come a livello provinciali dal 1990 al 1995 le emissioni di CO siano rimaste praticamente costanti,
nel 2000 subiscono una diminuzione fino ad oltre il 30% per poi aumentare nel 2003. Questa riduzione facilmente
leggibile dalla Tabella 3 associata alla figura descritta. Dallanalisi della Tabella 4 si evince che i macrosettori produttivi
che incidono maggiormente nellemissione di CO sono principalmente i trasporti stradali (83597,16 t/anno) con percentuali
relative elevate in tutte le province, ed anche in buona parte il macrosettore relativo al Settore 11( Altre sorgenti di
Emissione ed Assorbimenti) (411985 t/anno).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
34
Trend di emissioni di CO (t/anno)
0
50000
100000
150000
200000
250000
1990 1995 2000 2003
Figura 2.2: Trend emissioni provinciali CO
PROVINCIA 1990 1995 2000 2003
Agrigento 52534,87
52427,16 35726,73
55114,44
Caltanissetta 35345,03 33810,61 21951,82 40849,66
Catania 124607,32 121104,71 85009,17 130914,09
Enna 20558,17 20709,83 15381,11 28136,41
Messina 95925,57 100545,46 81116,58 197999,96
Palermo 151747,50 148328,36 100583,40 169331,52
Ragusa 35939,33 36947,46 25577,50 43080,3
Siracusa 58498,89 57311,42 37834,90 57006,27
Trapani 65216,18 66194,24 45362,69 101537,57
TOTALE 640372,88 637379,3 448543,905 823970,22
Tabella 2.3: Trend emissioni provinciali di CO (t/anno)
CO (t/anno) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani Totale
Combustione-Energia
ed
industria di
trasformazione 1 274.04 616.85 11.20 3.73 1422.03 910.72 2.48 1741.95 108.67 5091.67
Combustione-Non
industriale
2 935.18 934.36 2531.89 1251.45 1482.34 1772.32 785.87 600.18 1027.76 11321.35
Combustione-
Industria
3 505.56 13.88 367.30 126.75 83.30 727.99 870.03 611.00 3650.73 6956.54
Processi
produttivi
4 58.80 46.61 756.03 0 558.40 103.45 694.25 307.94 95.95 2621.43
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
35
Trasporti stradali
7 1206.59 923.70 2586.54 570.12 58760.29 4328.08 702.68 2758.13 11761.03 83597.16
Altre sorgenti
mobili
8 6043.96 3183.81 3499.42 2758.69 1262.78 5490.21 1822.85 1093.62 5717.70 30873.04
Trattamento e
Smaltimento
Rifiuti 9 144.36 159.74 87.66 253.71 4.88 311.91 76.26 48.65 97.09 1184.26
Agricoltura ed
Allevamento
10 330.70 386.43 633.84 319.06 718.35 240.06 249.25 90.02 246.80 3214.51
Altre sorgenti di
Emissione
ed Assorbimenti 11 27557 20425 65457 14068 99000 84666 21540 28503 50769 411985
Tabella 2.4: Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali CO t/anno (2003)
2.1.3 EMISSIONI DI SOSTANZE ACIDIFICANTI (SO
X
, NO
X
, NH
3
)
Lindicatore fornisce una stima delle emissioni regionali di sostanze acidificanti SO
2
, NO
x
ed NH
3
, espresse come
equivalenti acidi (H+/kg) e le relative disaggregazioni macrosettoriali, al fine di verificare landamento nel tempo, il
raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Goteborg ed il rispetto dei limiti definiti dalla normativa europea
(Direttiva NEC).
Il biossido di zolfo (SO
2
) il naturale prodotto di ossidazione della zolfo e dei composti che lo contengono allo stato
ridotto. E un gas incolore e di odore pungente. Le principali emissioni di biossido di zolfo derivano dai processi di
combustione che utilizzano combustibili di tipo fossile (gasolio, olio combustibile, carbone), in cui lo zolfo presente come
impurit e dai processi metallurgici. Una percentuale molto bassa di biossido di zolfo nellaria (6-7%) proviene dal traffico
veicolare, in particolare dai veicoli con motore diesel. La concentrazione di biossido di zolfo presenta una variazione
stagionale molto evidente, con i valori massimi nella stagione invernale, laddove sono in funzione gli impianti di
riscaldamento domestici. Il biossido di zolfo era ritenuto, fino agli anni 80, il principale inquinante dellaria ed
certamente tra i pi studiati, anche perch stato uno dei primi composti a manifestare effetti sulluomo e sullambiente.
Tuttavia, oggi, il progressivo miglioramento della qualit dei combustibili (minor contenuto di zolfo nei prodotti di
raffineria, imposto dal D.C.P.M. del 14 novembre 1995 e dal D. LGS.66 del 21 marzo 2005) insieme al sempre pi diffuso
uso del gas metano, hanno diminuito sensibilmente la presenza di SO
2
nellaria.
Gli ossidi di azoto (NO
x
) si formano principalmente dai processi di combustione che avvengono ad alta temperatura. In
particolare, il biossido di azoto da ritenersi fra gli inquinanti atmosferici maggiormente pericolosi, sia perch per sua
natura irritante, sia perch da inizio, in presenza di forte irraggiamento solare, ad una serie di reazioni fitochimiche
secondarie che portano alla costituzione di sostanze inquinanti quali lozono, complessivamente indicate con il termine di
smog fotochimico. Un contributo fondamentale allinquinamento da biossido di azoto e derivati fotochimici apportato,
nelle citt, dai fumi di scarico degli autoveicoli. Lentit delle emissioni pu, in questo caso, variare anche in funzione delle
caratteristiche, dello stato del motore e delle modalit di utilizzo dello stesso, (valore della velocit, accelerazione ecc.). In
generale lemissione di ossidi di azoto, in modo particolare per il biossido di azoto, maggiore quando il motore funzione
ad elevato numero di giri (arterie urbane a scorrimento veloce, autostrade ecc.).
Lammoniaca (NH
3
) proviene in gran parte dalle fonti di origine agricola, dallallevamento e dai trasporti stradali. Si pu
rilevare la presenza di ammoniaca nell'atmosfera molto facilmente grazie al suo odore penetrante. Gli usi dell'ammoniaca
sono innumerevoli, una sostanza estremamente importante in campo industriale: come base per fertilizzanti agricoli,
come componente per vernici, nell'industria cartaria come sbiancante, ecc..
Utilizzando le stime elaborate da APAT si rappresentato il trend emissivo dal 1990 al 2003 di SO
2
, NO
x
ed NH
3
, nonch
la disaggregazione macrosettoriale al 2003.
Gli obiettivi fissati dal Protocollo di Goteborg, nellambito della Convenzione di Ginevra sullinquinamento atmosferico
transfrontaliero a lunga distanza (1999) sono i seguenti:
a) SO
x
: valore limite 500 kt
b) NO
x
: valore limite 1.000 kt
c) NH
3
: valore limite 419 kt
I limiti nazionali di emissione da raggiungere entro il 2010 fissati dalla Direttiva NEC (2001/81/CE) sono: SO
x
= 475 kt,
NO
x
= 990 kt, NH
3
=419 kt (APAT, 2003). Questo indicatore verr aggiornato periodicamente ogni anno.
Le emissioni di gas acidificanti sono espresse in tonnellate (t) emesse ogni anno e per valutare landamento complessivo
vengono utilizzati i fattori di conversione in equivalenti acidi (H
+
). Tali fattori sono quelli utilizzati dallAgenzia Europea
dellAmbienti: SO
x
=31,25; NO
x
= 21,74; NH
3
=58,82.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
36
La Figura 2.3 raffigura landamento nel tempo delle emissioni provinciali di sostanze acidificanti espresse come equivalenti
acidi (H
+
/kg) per ci che concerne gli anni che vanno dal 1990 al 2003. La tabella 2.5 riporta i valori di queste emissioni in
t/anno per gli anni di riferimento 1990, 1995, 2000 e 2003. Per chiarezza di calcolo in questa tabella si sono riportati anche
le emissioni relative alle singole sostanze che contribuiscono alle emissioni di sostanze acidificanti in atmosfera (SO
2
, NOx
ed NH
3
).
La Tabella 2.6 rappresenta la disaggregazione macrosettoriale delle emissioni provinciali di sostanze acidificanti riferite al
2003. Le emissioni nazionali sono disaggregate secondo la nomenclatura delle attivit Selected Nomenclature Air Pollution
(SNAP97), adottata dalla metodologia CORINAIR (Atmospheric Emission Inventory Guidebook, terza edizione 2002
EMEP/CORINAIR).
Dallanalisi dei trends, come risulta dalla Figura 2.3, si nota come la provincia di Messina ma soprattutto la provincia di
Catania abbiano dei valori elevati di emissione di sostanze acidificanti, soprattutto da contributo di SO
2
. Questo dovuto
principalmente allattivit vulcanica che come noto ris ulta essere unattivit non continua sia in termini di portate emesse
che in termini di frequenza temporale dellattivit, dagli impianti per la produzione di energia, dalla combustione di
carbone, gasolio ed oli combustibili, dagli impianti industriali, dal riscaldamento domestico. Osservando la disaggregazione
macrosettoriale rappresentata in Tabella 2.6, si nota che, oltre alla gi citata attivit di origine vulcanica, i macrosettori che
maggiormente contribuiscono alla formazione delle emissioni acidificanti sono la combustione e gli impianti energetici, i
trasporti stradali, lagricoltura e lallevamento distribuite rispettivamente in maniera disomogenea sullintero territorio
regionale.
Trend di emissioni provinciali in equivalenti acidi
(H+/kg) (t/anno)
0
10000000
20000000
30000000
40000000
50000000
60000000
1990 1995 2000 2003
Figura 2.3: Trend emissioni provincia li in equivalenti acidi (H
+
/kg) (t/anno)
H
+
/kg 1990 1995 2000 2003
Agrigento 505533,20 486850,12 375914,26 637588,90
Caltanissetta 3040360,53 2519255,6 735229,66 2932471,60
Catania 52688490,82 52472522,8 52338774,9 52849037,28
Enna 332623,74 306718,55 229843,82 348009,75
Messina 12015493,14 12319775,4 12547685,3 12229361,29
Palermo 1806514,63 1349932,89 900777,64 2048578,44
Ragusa 414260,94 349762,67 326420,69 426168,20
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
37
Siracusa 4253822,14 2756052,89 2092618,25 4060766,82
Trapani 403608,23 361731,156 292798,13 760217,52
TOTALE 75460707,39 72922602,1 69840062,7 76292199,8
Tabella 2.5:Trend emissioni provinciali in equivalenti acidi (H +/kg) (t/anno)
H
+
/kg (t/anno) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani
Combustione-Energia
ed
industria di
trasformazione 1 106765 448753.51 684.24 227.90 676226.1 195778.7 151.72 1187899 8684.43
Combustione-Non
industriale
2 4655.54 4722.10 13073.63 6365.51 8723.91 8022.16 3739.61 2787.22 4865.24
Combustione-Industria
3 20685.4 1303.78 15874.31 5505.01 5075.98 30714.89 35181.12 25083.71 7251.90
Processi produttivi
4 4714.54 30782.91 3638.73 1125.63 122886.9 6281.003 11625.88 351748.9 286.21
Trasporti stradali
7 42322.4 21283.31 109315.5 23065.49 410073.9 135414.7 19646.26 46538.75 129083.8
Altre sorgenti
mobili
8 7207.92 5904.32 13103.14 3182.91 363323.2 22764.47 2227.19 13852.74 71107.48
Trattamento e
Smaltimento
Rifiuti 9 2504.38 8232.18 7929.51 1139.70 29584.91 10322.05 2065.21 75554.63 2600.96
Agricoltura ed
Allevamento
10 121353 75121.05 147249.6 96565.89 99554.02 204005.4 147120.4 92664.8 100911.1
Altre sorgenti di
Emissione
ed Assorbimenti 11 154418 155371.44 311805 104815.9 766678.5 507592 96128.95 379833 286633.9
Tabella 2.6: Disaggregazione macrosettoriale emissioni in equivalenti acidi (H+/kg) (t/anno) (2003)
SO
x
=31,25 1990 1995 2000 2003
Agrigento 6402,44 4695,62 3521,08 3258
Caltanissetta 81357,57 69261,70 17223,31 13141
Catania 1665863,08 1662318,51 1661051,24 1206
Enna 1161,10 574,45 118,21 255
Messina 338525,18 347905,86 358838,56 33771
Palermo 25616,24 15207,69 6913,02 5509
Ragusa 2639,95 1030,91 1029,97 808
Siracusa 102440,29 62105,20 48903,72 44321
Trapani 2391,37 1197,79 255,12 2511
TOTALE 2.226.397,21 2.164.297,72 2.097.854,23 104780
Tabella2.7: Trend emissioni provinciali di SOx (t/anno)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
38
NO
x
=21,74 1990 1995 2000 2003
Agrigento 10763,90 10855,27 8938,84 14172,43
Caltanissetta 12581,45 13551,57 6934,94 14254,29
Catania 21833,84 17046,67 14301,85 28620,42
Enna 6.636,14 6634,28 5.393,60 9610,17
Messina 58530,26 59763,35 54823,84 70457,55
Palermo 38066,54 32032,74 23528,07 46672,21
Ragusa 6070,52 4993,98 4.838,22 8818,18
Siracusa 31735,39 25528,38 20022,78 34934,02
Trapani 12994,71 12924,37 10687,90 26344,03
TOTALE 199212,75 183330,60 149470,05 253883,3
Tabella 2.8:Trend emissioni provinciali di NOx (t/anno)
NH
3
=58,82 1990 1995 2000 2003
Agrigento 1.214,72 1770,12 1216,42 2200
Caltanissetta 3815,30 1023,74 786,06 1363
Catania 2645,39 2626,23 2040,14 2867
Enna 2585,34 2457,29 1851,29 1748
Messina 2790,44 2524,01 2416,01 2018
Palermo 3033,67 3031,30 2945,35 3968
Ragusa 3134,09 3552,83 3214,06 2584
Siracusa 6165,18 4425 2194,52 1701
Trapani 788,39 736,56 892,06 1917
TOTALE 26.172,51 22147,07 17555,92 20365
Tabella 2.9:Trend emissioni provinciali di NH
3
(t/anno)
2.1.4 EMISSIONI DI PRECURSORI DELLOZONO (NO
X
e COVNM)
Lindicatore fornisce una stima delle emissioni di NO
x
e COVNM a livello regionale e la relativa disaggregazione
settoriale per valutarne le pressioni e il loro andamento negli anni a fronte degli obiettivi internazionali di riduzione delle
emissioni (Protocollo di Goteborg e Direttiva NEC).
Come indicato in precedenza, la valutazione delle emissioni avviene attraverso opportuni processi di stima che si basano su
fattori demissione ed indicatori di attivit. Per i precursori dellozono troposferico la metodologia utilizzata quella
indicata dal Progetto CORINAIR dellAgenzia Europea dellAmbiente. Il problema dellozono troposferico riveste
notevole importanza sia nellambiente urbano, dove si verificano episodi acuti di inquinamento, sia nellambiente rurale,
dove si verifica un impatto sulle colt ivazioni. Le emissioni dei precursori dellozono troposferico hanno anche una
rilevanza transfrontaliera. Le reazioni fitochimiche, attivate dalla luce solare, trasformano alcuni degli inquinanti primari
presenti nellatmosfera in inquinanti secondari, tra cui lozono, che per il suo elevato potere ossidante ha effetti dannosi
sulla popolazione, sullecosistema e sul patrimonio storico-artistico.
I principali responsabili della formazione dellozono troposferico sono gli ossidi di azoto e i composti organici volatili
diversi dal metano che attraverso processi di fotodissociazione danno origine a una miscela di composti ossidanti. I
precursori dell'ozono sono rilasciati in atmosfera sia naturalmente (es. composti aromatici di origine vegetale) che per la
combustione civile ed industriale (NO
x
da traffico, riscaldamento, produzione di energia) e per l'uso di sostanze chimiche
volatili (solventi, carburanti ecc.). La formazione dell'ozono quindi dipendente dalla concentrazione dei precursori e
dall'intensit dell'irradiazione solare; pertanto un'inquinante stagionale caratteristico delle stagioni tardo-primaverile ed
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
39
estiva e delle ore pi calde ed assolate della giornata. Le concentrazioni di Ozono sono influenzate anche da diverse
variabili meteorologiche, come l'intensit della radiazione solare e la temperatura. Pertanto la sua presenza variabile
nellarco della giornata e delle stagioni. Il periodo critico per tale inquinante tipicamente quello estivo, quando le
particolari condizioni di alta pressione, bassa umidit, elevate temperature e scarsa ventilazione favoriscono il ristagno e
l'accumulo degli inquinanti e il forte irraggiamento solare innesca le reazioni fotochimiche responsabili della formazione
dellOzono: normalmente i valori massimi sono raggiunti nelle ore pi calde della giornata, dalle 12 alle 18 per poi
scendere durante le ore notturne. Al contrario in inverno si registrano le concentrazioni pi basse, soprattutto a causa del
limitato irraggiamento solare. I motivi che rendono necessari il monitoraggio dellozono e la riduzione delle sue
concentrazioni in atmosfera sono numerosi.
La presenza di elevati livelli di ozono, a causa del suo alto potere ossidante (per effetto dell'ossigeno nascente che si libera
quando la molecola si dissocia), danneggia la salute umana, ma anche quella degli animali e delle piante (ne influenza la
fotosintesi e la crescita, entra nel processo di formazione delle piogge acide, con danni alla vegetazione ed ai raccolti),
deteriora i materiali (danni al patrimonio storico-artistico) e riduce la visibilit. Le fonti principali di questi inquinanti
sono:i trasporti e le fonti fisse di combustione, pi luso dei solventi per quanto riguarda i COVNM.
Le emissioni dei precursori di ozono sono espresse in tonnellate (t) emesse ogni anno e possono essere aggregate usando il
Tropospheric Ozone-Forming Potential (TOFP), potenziale di formazione di ozono troposferico. Tali fattori di conversione
sono quelli utilizzati dallAgenzia Europea dellAmbiente nei rapporti ambientali e sono validi soprattutto per la
valutazione aggregata a livello europeo. Per il calcolo del TOFP i fattori di conversione utilizzati sono i seguenti: NO
x
=
1,22; COVNM = 1 (APAT, 2003).
La Figura 2.4 rappresenta landamento nel tempo delle emissioni provinciali di COVNM ed NOx espresse come TOFP per
ci che concerne gli anni che vanno dal 1990 al 2003. La Tabella 2.10 riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli
anni di riferimento 1990, 1995, 2000e 2003. Per chiarezza di calcolo in questa tabella si sono riportati anche le emissioni
relative alle singole sostanze che contribuiscono alle emissioni dei precursori dellozono in atmosfera (COVNM ed NO
x
).
La Tabella 2.13 rappresenta la disaggregazione macrosettoriale delle emissioni provinciali di sostanze precursori della
formazione di ozono troposferico riferite al 2003. In tabella 10 possibile confrontare i valori di emissioni provinciali dei
precursori dellozono (espresse come TOFP) afferenti ai diversi macrosettori. Le emissioni nazionali sono disaggregate
secondo la nomenclatura delle attivit Selected Nomenclature Air Pollution (SNAP97), adottata dalla metodologia
CORINAIR (Atmospheric Emission Inventory Guidebook, terza edizione 2002 EMEP/CORINAIR).
La Figura 2.4 rappresenta il trend delle emissioni provinciali di COVNM ed NO
x
, espresse come Potenziale di formazione
dellozono troposferico (TOFP) per gli anni che vanno dal 1990 al 2003. Le emissioni di precursori dellozono (NO
x
e
COVNM) espresse come potenziale di formazione dellozono troposferico (TOFP) restano costanti dal 1990 al 1995 per
poi diminuire fino al 2003.
La Tabella 2.13 rappresenta la disaggregazione macrosettoriale delle emissioni provinciali di TOFP; da questa si evince
come i macrosettori che maggiormente influiscono nella formazione dei precursori dellozono sono i trasporti stradali, le
altre sorgenti mobili e luso di solventi. Considerando i singoli componenti sia per gli NO
x
che per i COVNM influiscono
maggiormente il Settore 11:Altre sorgenti di emissione ed Assorbimenti; il Settore 6:Uso di solventi; il Settore 7: Trasporti
stradali. Dalla Tabella 2.13 dei valori di emissioni provinciali di TOFP per macrosettore si rileva come anche gli altri
macrosettori siano delle sorgenti importanti (emissioni biogeniche, processi produttivi, uso di solventi,).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
40
Trend emissioni provinciale in TOFP
(t/anno)
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
140000
1990 1995 2000 2003
Figura 2.4:Trend emissioni provinciali in TOFP
TOFP 1990 1995 2000 2003
Agrigento 26570 26951,70 21392,55 23413,64
Caltanissetta 27917,13 28242,49 17246,10 24343,03
Catania 58008,94 55032,60 40456,49 50821,71
Enna 13714,78 13515,31 10889,35 15023,11
Messina 99020,63 101031,24 90959,25 125125,39
Palermo 85824,13 77318,02 57978,31 76087,33
Ragusa 16961,32 15649,87 13160,30 15572,91
Siracusa 65354,40 57301,72 43031,68 59095,26
Trapani 32548,63 32701,30 25163,13 44073,44
TOTALE 425919,96 407744,25 320277,16 433555,83
Tabella 2.10:Trend di emissioni provinciali in TOFP (t/anno)
COVNM=1 1990 1995 2000 2003
Agrigento 13438,04 13708,26 10487,15 6123,28
Caltanissetta 12567,76 11709,58 8785,48 6952,8
Catania 31371,65 34235,67 23008,23 15904,8
Enna 5618,69 5421,49 4309,16 3298,7
Messina 27613,72 28119,95 24074,17 39167,18
Palermo 39382,95 38238,07 29274,06 19147,23
Ragusa 9555,28 9557,21 7257,66 4814,73
Siracusa 26637,22 26157,10 18603,89 16475,76
Trapani 16695,08 16933,58 12123,89 11933,72
TOTALE 182880,40 184080,91 137923,70 123818,2
Tabella 2.11:Trend di emissioni provinciali in COVNM (t/anno)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
41
Tabella 2.12:Trend di emissioni provinciali in NO
x
(t/anno)
TOFP (t/anno)
Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani
Combustione-Energia ed
industria di
trasformazione
1
1269.75 4512.42 38.69 12.90 7482.615 4224.94 8.579 11488.19 500.72
Combustione-Non
industriale
2
288.034 289.41 802.75 391.089 518.14 509.48 236.2 177.0142 305.97
Combustione-Industria
3
1157.35 72.71 892.86 306.69 279.54 1723.434 1995.205 1405.083 414.433
Processi produttivi
4
208.009 1109.63 425.15 108.79 3570.08 481.65 201.32 9528.109 302.0032
Trasporti stradali
7
4988.45 3103.38 13497.5 2082.804 27050.06 16427.09 3402.614 5552.022 10378.4
Altre sorgenti mobili
8
664.97 481.15 928.379 314.57 25588.3 1732.778 288.404 1202.93 5257.681
Trattamento e
Smaltimento Rifiuti
9
345.20 200.34 336.526 162.91 166.97 472.76 132.59 187.91 331.053
Agricoltura ed
Allevamento
10
19.61 21.90 27.83 27.58 30.888 27.91 17.25 7.52 14.12
Altre sorgenti di
Emissione
ed Assorbimenti
11
8860.64 10220.71 18526.56 6569.46 44702.49 29636.23 5484.19 21506.16 16239.73
Uso di solventi
6
5467.55 3827.36 15108.66 4920.656 14607.47 20569.57 3746.491 5238.80 10207.33
Tabella 2.13: Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali TOFP t/anno (2003)
2.1.5 Emissioni di gas serra anidride carbonica (CO
2 eq
): CO
2,
CH
4,
N
2
O
Lindicatore considerato fornisce una stima delle emissioni regionali di CO
2
e la relativa disaggregazione settoriale. E
finalizzato a verificare il raggiungimento dellobiettivo individuato dal Protocollo di Kyoto.
Linasprimento delleffetto serra,ovvero del riscaldamento dello strato inferiore dellatmosfera, probabilmente da
attribuire in gran parte alle emissioni di anidride carbonica (CO
2
), connesse principalmente ad attivit antropiche (impianti
per la produzione di energia, impianti industriali, trasporti) e segnalatamente allutilizzo dei combustibili fossili.
Contribuiscono alleffetto serra anche altri inquinanti come il metano(CH
4
), il protossido di azoto (N
2
O), gli Fgas o gas
fluorurati (HFCs, PFCs, SF
6
).
NO
x
=1,22 1990 1995 2000 2003
Agrigento 10763,90 10855,27 8938,84 14172,43
Caltanissetta 12581,45 13551,57 6934,94 14254,29
Catania 21833,84 17046,67 14301,85 28620,42
Enna 6.636,14 6634,28 5.393,60 9610,17
Messina 58530,26 59763,35 54823,84 70457,55
Palermo 38066,54 32032,74 23528,07 46672,21
Ragusa 6070,52 4993,98 4.838,22 8818,18
Siracusa 31735,39 25528,38 20022,78 34934,02
Trapani 12994,71 12924,37 10687,90 26344,03
TOTALE 199212,75 183330,60 149470,05 253883,3
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
42
Si scelto di rappresentare il trend e la disaggregazione macrosettoriale delle emissioni di CO2eq calcolate come
somma pesata dagli inquinanti che maggiormente contribuiscono allo sviluppo delleffetto serra, dando risposta cos al
bisogno informativo richiesto dal protocollo di Kyoto sulla riduzione della CO2eq. In particolare per il calcolo di questo
parametro si sono sommati i valori di CO
2
con quelli di protossido di azoto moltiplicato per il fattore numerico 310 e con il
metano moltiplicato per il fattore numerico 21.
Utilizzando le stime elaborate dall APAT,si fornita una descrizione dei quantitativi di CO
2
emessi in Sicilia,nel
1999. Il protocollo di Kyoto, ratificato dallItalia con la legge n. 120 del 01/ 06/02,ed entrato in vigore nel febbraio
2005,individua come obiettivo per lItalia la riduzione dei gas serra nel periodo 2008-2012 del 6,5% rispetto al 1990. Il
protocollo stesso prevede complessivamente per i paesi industrializzati lobiettivo di riduzione del 5.2%, mentre per i paesi
dellUnione Europea una riduzione complessiva delle emissioni pari al 8%.
La delibera CIPE approvata il 19 dicembre 2002,relativa alla revisione delle linee guida per le politiche e misure
nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra, istituisce un Comitato Tecnico Emissioni Gas Serra al fine di
monitorare lattuazione delle politiche di riduzione delle emissioni. Questo indicatore verr aggiornato periodicamente ogni
anno.
I macrosettori di maggiore rilevanza per le emissioni di (CO
2 eq
): sono generalmente rappresentati da:
agricoltura;
trattamento e smaltimento dei rifiuti;
centrali termoelettriche;
combustione industria;
estrazione, distribuzione combustibili fossili;
natura.
Le emissioni di gas sono espresse in tonnellate di CO
2
equivalente per ogni anno. Il valore equivalente calcolato
moltiplicando le emissioni di ogni gas per il Global Warming Potential (GWP),potenziale di riscaldamento globale di ogni
specie in rapporto al potenziale dellanidride carbonica.
La fig. 2.5 rappresenta il trend delle emissioni provinciali di CO
2
eq negli anni che vanno dal 1990 al 2000. I valori di
emissione provinciali di CO
2
eq dissociati per contributi degli inquinanti (CO2, CH4, N2O) sono rappresentati nella tab.
2.5.
Per la presentazione dei dati relativi alle disaggregazione macrosettoriale delle emissioni provinciali di CO
2
eq stata
utilizzata la classificazione IPCC (milioni di tonnellate di CO
2
equivalente annue), in riferimento alle Linee Guida
dellIPCC (Revised 1996 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories, IPCC/OECD 1997). Questa
rappresentazione stata riportata in fig. 2.5. In tab. 2.14 si sono riportati i valori di concentrazione dei singoli inquinanti
contribuenti alle emissioni di CO
2
eq disaggregati per macrosettore secondo la classificazione CORINAIR.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
43
Figura 2.5 - Trend emissioni provinciali CO2eq t/anno (1990-2000)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
44
CO
2eq
1990 1995 2000
Agrigento 2197865 2480185 2699620
Caltanissetta 4052851 5541255 3740573
Catania 3784939 3202954 3297634
Enna 1115891 1156233 1254035
Messina 9188443 11110629 15749149
Palermo 7668132 7010964 6775893
Ragusa 1746236 1441086 1567153
Siracusa 10675541 10606711 13597868
Trapani 1688996 1745812 1870103
CO
2
1990 1995 2000
Agrigento 1884985 2120689 2361891
Caltanissetta 3784905 5264274 3482865
Catania 3169501 2600919 2691982
Enna 679702.2 754019.3 864570.9
Messina 8544647 10497432 14986728
Palermo 6903897 6242867 5901209
Ragusa 1315038 922706.9 1089424
Siracusa 10171925 10171672 13166401
Trapani 1459081 1513118 1591000
CH
4
=21 1990 1995 2000
Agrigento 5738.856 8823.439 7426.895
Caltanissetta 4863.413 6134.724 5462.938
Catania 16150.64 16434.42 17050.33
Enna 13331.64 11262.49 11501.54
Messina 17227.89 14450.04 18421.24
Palermo 20593.76 20850.42 24493.42
Ragusa 9904.398 11223.11 10570.9
Siracusa 8474.652 10190.83 9623.651
Trapani 5475.339 5842.2 6675.347
N
2
O=310 1990 1995 2000
Agrigento 620.5288627 561.9479513 586.3340093
Caltanissetta 534.8851987 477.9085027 461.2461222
Catania 891.2070781 828.7467369 798.7582625
Enna 503.9505308 534.5221709 477.1998236
Messina 909.709563 999.1823193 1211.530604
Palermo 1070.212643 1065.28455 1162.330474
Ragusa 720.0204964 911.9162392 824.9688717
Siracusa 1050.479991 713.0045368 739.9058186
Trapani 370.7521244 354.865365 448.131483
Tabella 2.14 - Trend emissioni provinciali CO2eq t/anno (1990-2000)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
45
Figura 2.6 - Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali CO2eq t/anno (2000)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
46
AG CL CT EN ME PA RG SR TP
Agricoltura 162305.8 115725.4 219082.1 284306.9 390254.4 380294.5 379657.3 182778.5 115070.7
Altre
emissioni ed
assorbimenti
44222.05 38211.44 -30424.8 18892.73 -1591.88 13497.4 34861.81 33447.2 47760.24
Altre sorgenti
e macchinari
mobili
182653.2 89144.06 372263.7 74313.45 2120902 404336.1 88904.56 204515.2 218916.4
Combustione
dellindustria
e impianti
energetici
723668.5 2692801 0 46053.21 11005954 2128269 0 10364002 0
Estrazione o
distribuzione
di
combustibili
fossili ed
energia Geo
108920.9 113286.8 393234.3 182159 227436.5 194160.7 93373.19 89258.74 103549.5
Impianti di
combustione
non
industriali
355555.9 27505.19 213832.5 13363.42 108066.9 437359.1 257196.9 1052527 65219.02
Processi
produttivi
(combustione
dellindustria
manifatturier
a)
386481 144459.9 98727.24 19354.45 226542.3 470211.7 270944.9 937074.9 62128.16
Processi
produttivi
(combustione
senza
contatto)
5992.172 18214.3 16704.7 2396.374 32299.09 20378.2 4790.64 67868.7 7586.813
Trasporti
stradali
625893.3 437779.3 1731376 581140.2 1701421 2382197 380682.6 573983.9 1150462
Trattamento
dei rifiuti e
discariche
162305.8 115725.4 219082.1 284306.9 390254.4 380294.5 376957.4 182778.5 11507.7
Uso di
solventi ed
altri prodotti
44222.05 38211.44 -30424.8 18892.73 -159188 13497.4 34861.81 33447.2 4760.24
Tabella 2.15 - Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali CO2eq t/anno (2000)
Dallanalisi della fig. 2.5, si evince come le emissioni di CO
2
eq nel decennio che va dal 1990 al 2000 siano in
aumento in quasi tutte le province. In generale a livello regionale le emissioni di CO
2
eq sono aumentate di quasi il 17%
circa nel suddetto decennio. La prossima stima verr realizzata per il quinquennio 2000-2005 e permetter di comprendere
meglio il fenomeno e di controllarne landamento/crescita adottando piani e programmi di intervento in linea con le
prescrizioni del protocollo di Kyoto ratificato a livello nazionale italiano nel febbraio del 2005. Tra i macrosettori
produttivi che nel 2000 hanno inciso maggiormente nellemissione di CO
2
eq sono la combustione nellindustria e gli
impianti energetici e in minor misura i trasporti stradali. Le stime elaborate da APAT quantificano le emissioni totali di
CO
2
eq per il 2000 in 50.552.048 t.
La stima riferita al 2000 mostra un incremento sostenuto delle emissioni prodotte nelle province di Messina, Siracusa,
Trapani, Enna ed Agrigento, una diminuzione nelle province di Palermo, Catania, Ragusa e Caltanisssetta.
2.1.6 Emissioni di Benzene (C
6
H
6
)
Lindicatore fornisce una stima delle emissioni di (C
6
H
6
) e la relativa disaggregazione settoriale; lindicatore
finalizzato a valutarne landamento nel tempo.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
47
La metodologia utilizzata per la stima di questo tipo di emissioni si basa su fattori di emissione e indicatori di attivit
sviluppati nellambito del progetto CORINAIR dellagenzia europea per lambiente.
Le emissioni di benzene hanno origine principalmente dai trasporti, da alcuni processi produttivi e non ultimi dai
sistemi di stoccaggio e distribuzione dei carburanti ( stazione di servizio, depositi). Perci che concerne i trasporti si
distinguono due tipi di evaporazioni: a motore acceso ( che rappresenta la totalit delle emissioni ) e a motore spento.
Utilizzando le stime fornite dallAPAT (2004) si rappresentano i risultati per la Sicilia e le sue province. In Italia la L.413
del 4/11/97 ha imposto quantitativi massimi di benzene e di idrocarburi aromatici totali nelle benzine con e senza piombo
pari rispettivamente all1% e 40% in volume ( v/v ). Il DM 60 del 2/04/02 introduce il valore limite per il benzene che
entrer in vigore solo a partire dal 1/1/2010. questo indicatore verr aggiornato periodicamente ogni anno. Lunit di
misura tonnellate/anno ( t/anno ).
La fig. 2.7 raffigura landamento nel tempo delle emissioni provinciali di benzene perci che concerne gli anni che
vanno dal 1990 al 2000. La tab. 2.16 riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli anni di riferimento 1990, 1995 e
2000. La fig. 2.8 rappresenta la disaggregazione macrosettoriale delle emissioni provinciali di benzene riferito al 2000. In
tab. 2.17 possibile confrontare i valori di emissione provinciali di benzene afferenti ai diversi macrosettori. Le emissioni
nazionali sono disaggregate secondo la nomenclatura delle attivit Selected Nomenclature Air Pollution ( SNAP 97 ),
adottata dalla metodologia CORINAIR ( Atmospheric Emission Invotory Guidebook, terza edizione 2002
EMEP/CORINAIR ).
Figura 2.7 - Trend emissioni provinciali C6H6 t/anno (1990-2000)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
48
C
6
H
6
1990 1995 2000
AG 358.6243697 268.3153 119.5611
CL 242.3497769 188.3714 98.69495
CT 819.7746988 639.3696 293.8947
EN 127.0459643 96.42862 42.4023
ME 613.8371592 518.1238 312.2842
PA 958.1221877 736.7385 335.8084
RG 227.0227645 177.1835 85.11327
SR 530.6974771 429.9083 232.302
TP 442.4676974 319.7144 143.0687
Fonte: elaborazione ARPA Sicilia su dati APAT (2004)
Tabella 2.16 - Trend emissioni provinciali C6H6 t/anno (1990-2000)
Figura 2.8 - Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali C6H6 t/anno (2000)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
49
AG CL CT EN ME PA RG SR TP
Processi produttivi (combustione
senza contatto) 0.04 24.46 0.40 0.04 31.62 0.07 0.02 107.50 0.05
Estrazione e distribuzione di
combustibili fossili ed energia
geotermica 0.20 0.26 0.44 0.08 0.42 0.53 0.12 0.65 0.18
Uso di solventi ed altri prodotti 2.58 3.03 8.30 2.16 4.24 7.74 1.86 2.28 3.02
trasporti stradali 95.18 65.50 256.67 34.97 146.40 299.26 74.06 96.99 110.60
Altre sorgenti e macchinari mobili
(off-road) 21.56 5.44 28.08 5.15 129.60 28.21 9.05 24.83 29.21
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati APAT (2004)
Tabella 2.17 - Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali C6H6 t/anno (2000)
La fig. 2.7 mostra come il benzene dal 1990 al 2000 sia in continuo riduzione. Infatti le emissioni di benzene sono
diminuite negli anni 90 sia per la riduzione del benzene nei combustibili, sia per il rinnovo del parco autovetture. Nei
prossimi anni sono attese ulteriori riduzioni nel settore dei trasporti stradali in conseguenza del rinnovo del parco
autovetture. Settore che rappresenta il maggiore strumento di pianificazione per ridurre limpatto di questa tipo di sorgente
che incidono non poco sui livelli di qualit dellaria cos come definiti dalla recente normativa. Dallanalisi della fig. 2.8
che segue, si evince che i settori produttivi che incidono maggiormente nellemissione di (C
6
H
6
) sono i trasporti stradali ed
in genere le sorgenti mobili cos come anche i processi produttivi per le tre province delle aree a rischio di crisi ambientale
( Messina, Siracusa, Caltanissetta ).
2.1.7 Emissioni inquinanti nei centri urbani della regione Sicilia
La qualit dellaria nei centri urbani rappresenta uno dei temi di maggiore criticit ambientale, la cui causa va ricercata
nelle emissioni prodotte dal traffico, dai ris caldamenti domestici e dalle attivit produttive. Attualmente, in corrispondenza
delle aree urbane, i trasporti costituiscono, su base annua, la principale fonte di emissione di inquinanti come ossidi di
azoto, composti organici volatili tra cui benzene, monossido di carbonio, polveri PM, in particolare PM
10
, e CO
2
. Questo,
unitamente al fatto che i veicoli emettono praticamente al livello del suolo, li rende le fonti di impatto pi importanti a scala
locale. A ci si aggiunga che a volte le condizioni meteorologiche sono favorevoli alla stagnazione dellaria: vengono cos
favoriti i processi di accumulo degli inquinanti nonch le reazioni chimiche che portano alla formazione di inquinanti
secondari come lozono e la componente secondaria del PM
10
.
Per quanto concerne i veicoli a motore, due sono le principali tipologie di emissioni in atmosfera: quelle generate dalla
combustione e quelle prodotte dallevaporazione del carburante, soprattutto dai veicoli con motore a benzina.
Le emissioni evaporative, che mediamente negli ambiti urbani rappresentano una quota pari a circa il 35% delle
emissioni di NMVOC emesse da traffico, sono dovute quasi esclusivamente alle benzine. Esse si manifestano
prevalentemente nel periodo estivo e sono una causa importante della formazione dello smog fotochimico, che si manifesta
con valori di concentrazione in aria molto elevati, soprattutto nelle ore centrali della giornata. I composti organici volatili,
in gran parte idrocarburi, sono emessi nellatmosfera per evaporazione del carburante dai serbatoi degli autoveicoli (ma
anche dei ciclomotori e motoveicoli), ovvero nel corso delle consegne alle stazioni di servizio e durante il rifornimento dei
veicoli a motore. Emissioni evaporative si verificano anche durante lesercizio, ad esempio, dal carburatore.
Uno degli obiettivi da perseguire quello di aumentare la quota della flotta veicolare conforme agli standard di
emissioni atmosferiche pi recenti (e pi stringenti) per i nuovi veicoli.
Bisogna valutare quanta parte della flotta veicolare risulta essere conforme agli standard di emissioni pi recenti (e pi
stringenti) per i nuovi veicoli.
La Direttiva 1998/69/CE impone riduzioni del 30% delle emissioni di CO e del 40% dei COV e di NOx rispetto a Euro
2; limiti di emissione pi restrittivi sono previsti a partire dal 2005. Normative corrispondenti sono state adottate per gli
autocarri, gli autobus e i motocicli; in particolare, per i veicoli commerciali nuovi sono previsti limiti di emissione dal 1997
e il processo di progressiva riduzione delle emissioni per chilometro percorso fissato dalla normativa comunitaria si
dovrebbe concludere nel 2009.
Sono stati aggiornati i dati relativi alle stime delle emissioni da trasporto stradale. In questo documento si riportano i dati
sulle emis sioni degli inquinanti significativi da trasporto stradale riferibili agli anni 2003, 2004 e 2005. Si continuato
anche per lanno 2006 il popolamento di un indicatore specifico delle emissioni da trasporto stradale, sviluppato per la
prima volta in regione Sicilia dallARPA Sicilia nel 2004 stimando le emissioni relative allanno 2003. In particolare per
ci che concerne le emissioni da trasporto stradale, si utilizzata la metodologia COmputer Programme to calcolate
Emissions from Road Transport COPERT (EEA, 2005).
Valutare la dimensione della flotta veicolare privata (automobili e veicoli motorizzati a due ruote), in quanto driving
factor o forzante per la domanda di trasporto stradale, e le pressioni ambientali da essa determinate.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
50
Lindicatore descrive levoluzione del parco dei veicoli stradali, automobili e veicoli commerciali, responsabili di gran
parte dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra e di inquinanti del settore dei trasporti.
La dimensione della flotta veicolare privata (automobili e veicoli motorizzati a due ruote) un importante driving factor
per la domanda di trasporto stradale e le pressioni ambientali da essa determinate. dimostrato che un maggiore possesso
di auto private ne determina un maggiore utilizzo, mentre pu avere effetto opposto sullutilizzo del trasporto pubblico.
La tabella 2.17 mostra la composizione del parco veicolare per lanno 2005.
Il trend relativo al parco veicolare in Sicilia (2004-2005) continua ad essere caratterizzato, cos come gi riportato nel
precedente periodo (2003-2004) dallaumento delle autovetture diesel e delle moto; altres si riscontra una diminuzione
delle autovetture alimentate a benzine e GPL cos come dei veicoli commerciali leggeri.
Tabella 2.17 Composizione del parco veicolare in Sicilia nel 2005
Fonte: Elaborazione su dati ACI, 2006
TIPOLOGIE VEICOLARI
PROVINCE
Autovetture
Veicoli Commerciali
Leggeri
Veicoli
Commerciali
Pesanti
BUS MOTO
Benzina Diesel GPL Benzina Diesel Urban Extraurb
Agrigento
170.398 68.400 7.936 1.320 17.070
8394 179
375 29.617
Caltanissetta
101.234 39.641 4.294 859 8.263
3712 83
122 15.050
Catania
484.311 161.781 26.074 3.638 41.521
17628 667
916 117.743
Enna
62.724 26.050 3.035 591 6.415
1948 82
329 8.576
Messina
278.645 83.129 8.652 2.759 22.163
8696 357
586 63.249
Palermo
515.512 150.867 11.005 6.055 31.600
13463 460
2.018 127.546
Ragusa
126.456 53.112 5.440 1.072 16.433
5470 136
142 24.715
Siracusa
164.059 63.270 6.641 1.113 15.104
4661 141
189 39.204
Trapani
177.521 65.432 7.665 1.646 19.428
8592 193
271 30.245
TOTALE 2080860 711682 80742 19053 177997 72564 2298 4948 455945
Valutare i consumi di carburante (Benzina, Gasolio, GPL), in quanto driving factor per le pressioni ambientali
determinate dal suddetto consumo.
Lindicatore descrive i consumi di carburante, responsabili di gran parte dei consumi energetici e delle emissioni di gas
serra e di inquinanti del settore dei trasporti.
I consumi di carburanti costituiscono il principale fattore che determina la pressione ambientale in termini di emissioni in
atmosfera. La distribuzione provinciale dei consumi di carburante in Sicilia, ripartiti per tipologia di carburante (benzina,
gasolio, gpl) permetter di valutare il rispettivo contributo per la stima delle relative emissioni.
La Delibera CIPE 123/2002 fissa obiettivi settoriali di emissione di gas-serra, strettamente connessi ai consumi di
combustibili fossili.
Il grafico 2.9 riporta listogramma relativo ai consumi di carburante registratisi in Sicilia nel 2005 suddiviso per provincia.
Nella tabella 2.18 sono espressi in termini quantitativi le tonnellate di carburante consumato.
Dal grafico 2.9 risulta un maggiore consumo totale di carburante nella provincia di Catania; le percentuali consumate di
ciascun carburante sul totale sono comunque pressoch costanti per ogni provincia. Dalla tabella 2. 18 si nota come a fronte
di elevati consumi di benzina e di gasolio si registrano limitati consumi di gpl; le cause vanno ricercate essenzialmente nel
numero piuttosto esiguo di veicoli (peraltro solo autovetture e veicoli commerciali leggeri) alimentati con gpl.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
51
Figura 2.9 Listogramma illustra i consumi di carburante registrati nel 2005 nelle province siciliane
Consumi provinciali di carburante in Sicilia - Anno 2005
0
100000
200000
300000
400000
500000
600000
700000
800000
900000
[
t
]
GPL
Gasolio
Benzina
Fonte: MSE, 2006
Tabella 2.18 Consumi di carburante registratisi in Sicilia nel 2005 [t]
Benzina Gasolio GPL
Agrigento 72756 99606 13474
Caltanissetta 42828 53580 6859
Catania 294215 441745 76683
Enna 23128 47480 20730
Messina 142619 195259 22503
Palermo 251395 236328 53148
Ragusa 103174 137535 26657
Siracusa 60782 123732 13475
Trapani 85629 121655 17131
TOTALE 1076526 1456920 250660
Fonte: MSE, 2006
2.1.8 EMISSIONI DI SOSTANZE INQUINANTI DA TRASPORTO STRADALE (NOX , COVNM, CO, SOx, PM):
trend e disaggregazione settoriale
Lindicatore fornisce una stima delle emissioni di NOX, COVNM, CO, SOx, PM da trasporto stradale a livello regionale e
provinciale per valutarne le pressioni e il loro andamento negli anni, al fine di ridurne limpatto.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
52
Il settore trasporti responsabile del 61% delle emissioni nazionali (Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e
del Mare, 2006). Per questo, in attesa che venga costruito un inventario regionale delle emissioni, lARPA Sicilia ha
aggiornato le stime di inquinanti emessi dal macrosettore del trasporto stradale nel 2005 mediante ladozione della
metodologia COPERT III.
Le figure (2.10-2.14) rappresentano le emissioni settoriali dei principali inquinanti in Sicilia (CO, NMVOC, PM, SO
2
,
NOx) secondo la metodologia COPERT nel 2005. Nelle tabelle (2. 19 -2.23) sono riportati i quantitativi di inquinante
emessi in atmosfera dalle varie categorie veicolare in ciascuna provincia. La figura 2.15 riporta il trend relativo agli anni
2003-2005 in Sicilia relativo alle emissioni dei singoli inquinanti analizzati. Di seguito vengono rappresentate le emissioni
atmosferiche dei principali inquinanti nelle nove province siciliane; si precisa che il calcolo effettuato per i cinque
inquinanti sopra citati riportando, oltre alle quantit annuali, anche le percentuali di impatto, per singolo inquinante,
generate dalle diverse tipologie veicolari. Dalla figura 2. 15 si nota come sia netta la riduzione delle emissioni dei principali
inquinanti emessi dal settore del trasporto stradale negli anni che vanno dal 2003 al 2005. In particolare si nota come le
emissioni di CO, NOx, NMVOC, PM da trasporto stradale diminuiscono in ciascuna provincia. In controtendenza le
emissioni di SO
2
da trasporto stradale che aumentano leggermente in ciascuna provincia.
Emissioni di CO
Dai diagrammi riportati nella figura 2.10 si ricava che le autovetture (soprattutto quelle alimentate a benzina), costituendo
la maggior parte del parco veicolare in tutte e nove le province, contribuiscono in larga misura alle emissioni di monossido
di carbonio; basta osservare come in ogni provincia superano tutte l80%. Scarso invece il contributo dei veicoli
commerciali (leggeri e pesanti) alle emissioni di CO. Autobus e motocicli influiscono poco sugli scarichi di CO nonostante
i secondi siano in numero piuttosto elevato, ma sono caratterizzati da minori potenze in termini di cilindrate. Gli autobus,
sia extraurbani che urbani e rurali, non raggiungono l1% in nessuna provincia. Dalla tabella 2. 19 si osserva per lo pi la
stretta relazione tra le emissioni di CO e il numero di autovetture dal momento che le troviamo maggiormente concentrate
nelle grandi citt.
Emissioni di NOx
I risultati che si ricavano dalla lettura dei diagrammi riportati nella figura 2.11 mettono in evidenza la forte influenza dei
motori diesel sulle emissioni di ossidi di azoto; una buona fetta infatti attribuibile ai veicoli commerciali pesanti (solo
motori diesel). Per quanto riguarda le autovetture con motore diesel i valori si attestano intorno a una media per le province
di poco pi del 10%; limpatto di quelle alimentate a benzina invece pi che dimezzato rispetto a quanto si era stimato per
lossido di carbonio. Le auto alimentate con GPL presentano un impatto limitato sulle emissioni di ossidi di azoto le cui
percentuali eguagliano pressoch quelle degli autobus. Scarsissima infine limmissione in atmosfera di ossidi di azoto da
parte dei motocicli. Anche in questo caso i carichi maggiori si riscontrano nelle grandi citt a conferma ancora una volta
della forte influenza del numero dei veicoli sul funzionamento del modello COPERT III.
Emissioni di SO
2
Dallosservazione dei diagrammi riportati nella figura 2.12 riguardanti le emissioni di biossido di zolfo, analogamente con
quanto ottenuto per gli ossidi di azoto, la maggior parte di esse provengono dai veicoli alimentati a gasolio; in particolare
limpatto medio delle autovetture diesel nelle province si aggira intorno al 25%; questa media inferiore di pochi punti
percentuale rispetto alle autovetture alimentate a benzina. Per quanto riguarda i veicoli commerciali pesanti, per i quali
ricordiamo si sono considerati solo quelli alimentati a gasolio visto il numero notevolmente esiguo dei motori a benzina, il
loro impatto certamente notevole in confronto al numero. Infine decisamente poco rilevanti sono le emissioni di biossido
di zolfo per quanto riguarda autobus e soprattutto i motocicli. A conferma della forte influenza dei motori diesel sulle
emissioni di biossido di zolfo, osserviamo come nelle province di Caltanissetta e Siracusa i quantitativi relativi alle
autovetture diesel risultano maggiori rispetto a quelli dovuti alle auto alimentate a benzina sebbene risultino in numero
maggiore delle prime.
Emissioni di NMVOC
Si rileva immediatamente come le percentuali relative risultano simili a quelle calcolate per le emissioni di monossido di
carbonio. Anche in questo caso infatti le autovetture sono le principali responsabili dellinquinamento di NMVOC
proveniente da traffico veicolare, in particolare quelle alimentate a benzina. I valori percentuali si aggirano intorno al 75%.
Le percentuali per le altre province ricadono tutte allinterno di questo intervallo limitato, a testimonianza del fatto che il
notevole impatto delle autovetture sulle emissioni di NMVOC un dato che si riscontra in tutte le province. I veicoli
commerciali incidono poco sulle emissioni di NMVOC, anche se si nota in tutte le province che le emissioni da veicoli
commerciali pesanti sono circa quattro volte superiori di quelle relative ai leggeri (anche sei volte maggiori come si evince
dalle emissioni di NMVOC registrate nella provincia di Agrigento). Ridotti risultano gli apporti di NMVOC in atmosfera
da parte degli Autobus. Infine per quanto riguarda i motocicli contribuiscono in maniera limitata alle emissioni di NMVOC
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
53
con percentuali simili in tutte e nove le province. Come per gli altri inquinanti precedentemente calcolati, anche in questo
caso le maggiori quantit di NMVOC provengono dalle grandi citt dove concentrata la maggior parte delle unit
veicolari.
Emissioni di PM
Si gi accennato al fatto che il modello COPERT III stima le emissioni di particolato totale per i soli veicoli diesel. In
effetti le polveri generate dal traffico riguardano sia il contributo delle emissioni prodotte dalla combustione veicolare
(polveri exhaust), che quello delle emissioni prodotte dallusura dei freni, degli pneumatici e del manto stradale (polveri
non-exhaust); il software stima soltanto la prima tipologia di polveri le quali sono principalmente collegate al parco veicoli
a gasolio essendo trascurabile lapporto delle polveri exhaust da parte dei veicoli a benzine. Si osserva immediatamente dai
diagrammi riportati nella figura 2. 14 che le maggiori emissioni si hanno per le autovetture e i veicoli commerciali pesanti.
In generale in tutte e nove le province i rapporti delle emissioni rimangono pressoch costanti; non si notano sostanziali
differenze nelle emissioni fra una provincia e laltra. Dalla tabella 2.23 possiamo osservare i quantitativi in peso di polveri
totali emesse; necessario precisare che le emissioni valutate riguardano le polveri totali senza distinzione dimensionale,
tuttavia la bibliografia riporta che la componente fine quella decisamente maggioritaria (anche superiore al 90%) fra le
polveri totali exhaust. Si evince chiaramente come in tutte le province i maggiori contributi provengono principalmente
dalle autovetture e dai veicoli commerciali pesanti con una leggera preponderanza delle autovetture.
Figura 2.10 Emissioni di inquinanti in Sicilia anno 2005 [t]
Emissioni di CO nella provincia di Agrigento
16797,56
650,98
938,40
296,14
252,51
371,38
76,25
1546,12
0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO [t]
EMISSIONI % DI CO
80,26%
3,11% 4,48%
1,41% 1,21% 1,77% 0,36%
7,39%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di CO nella provincia di Caltanissetta
9902,88
373,86
513,73
176,23
120,35
324,82
18,91
396,71
0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA [t]
EMISSIONI % DI CO
82, 71%
2,04%
4,60%
1,44%
0,86%
3, 15%
0, 19%
5,02%
Benzina
Passenger Cars
Di esel
Passenger Cars
GPL
Passenger Cars
Benzi na
Light Duty Vehicles
Di esel
Light Duty Vehicles
Di esel
Heavy Duty Vehicles
Benzina+Diesel
Buses
Benzi na
Motorcycles
Emissioni di CO nella provincia di Catania
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
54
4 9 7 8 4 , 3 8
1 5 6 5 , 8 9
3 3 8 2 , 5 3
9 1 1 , 7 9
6 1 3 , 3 6
1 3 9 6 , 7 4
1 3 4 , 2 8
1 6 0 4 , 3 5
0 , 00 5 00 0 , 00 10000, 00 15000, 00 200 00, 0
0
B e n z i n a
D i e s e l
G P L
B e n z i n a
D i e s e l
D i e s e l
B e n z i n a + D i e s e l
B e n z i n a
EMI SSI ONI DI CO NELLA PROVI NCI A DI AGRI GENTO [ t ]
EMISSIONI % DI CO
83,82%
2,64%
5,70%
1,54%
1,03%
2,35%
0,23%
2,70%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel Passenger Cars GPL
Light Duty Vehicles Benzina Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di CO nella provincia di Enna
6335,71
246,17
363,63
132,86
91,83
165,17
36,57
548,42
0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s
L
i
g
h
t
D
u
ty
V
e
h
ic
le
s
L
i
g
h
t
D
u
ty
V
e
h
ic
le
s H
e
a
v
y
D
u
t
y
V
e
h
i
c
le
sB
u
s
e
s
M
o
t
o
r
c
y
c
le
s
EMISSIONI DI CO NELLAPROVINCIA DI ENNA [t]
EMISSIONI % DI CO
82,14%
2,08% 4,61%
1,56% 1,03%
3,78%
0,28%
4,51%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di CO nella provincia di Messina
26 874, 59
7 93 , 5 8
1003, 87
701, 81
3 29 , 4 9
678, 00
80, 1 0
2182, 61
0 , 00 5 00 0, 00 10000, 00 15000, 00 200 00, 0
0
Benzi na
Di es el
GPL
Benzi na
Di es el
Di es el
Benz i na+Di esel
Benzi na
EMI SSI ONI DI CO NELLA PROVI NCI A DI MESSI NA [ t ]
EMI SSI ONI % DI CO
82, 14%
2 , 0 8 %
4,61%1,56%
1,03%
3,78%
0 , 2 8 %
4,51%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Li ght Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Dut y Vehi cles Di esel
Buses Benzina+Diesel Mot orcycles Benzina
Emissioni di CO nella provincia di Palermo
48215, 02
1419,36
1331,15
1522,08
447,26
1066,82
223,37
5816, 21
0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00
Benzina
Di esel
GPL
Benzina
Di esel
Di esel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI PALERMO [t] EMISSIONI %DI CO
82,14%
2,08% 4,61%
1,56% 1,03%
3,78%
0,28%
4,51%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di CO nella provincia di Ragusa
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
55
12734,78
513,16
656,62
269,84
244,77
421,29
43, 94
940,70
0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00
Benzina
Di esel
GPL
Benzina
Di esel
Di esel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI RAGUSA [t]
EMISSIONI % DI CO
80,47%
3,24% 4,15%
1,71% 1,55%
2,66%
0,28%
5,94%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di CO nella provincia di Siracusa
17846, 27
1279, 93
175,61
287,51
215,59
366,26
42,76
1445, 61
0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI SIRACUSA [t]
EMISSIONI % DICO
82,39%
5,91%
0,81% 1,33% 1,00% 1,69% 0,20%
6,67%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di CO nella provincia di Trapani
17507,30
620,73
936,14
424,72
284,23
711,24
56,99
1388,66
0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s
L
i
g
h
t
D
u
ty
V
e
h
ic
le
s
L
i
g
h
t
D
u
ty
V
e
h
ic
le
s H
e
a
v
y
D
u
t
y
V
e
h
i
c
le
sB
u
s
e
s
M
o
t
o
r
c
y
c
le
s
EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI TRAPANI [t]
EMISSIONI % DI CO
79 , 83%
2 , 8 3 % 4, 27%
1, 94% 1, 30%
3, 24%
0 , 2 6 %
6 , 3 3 %
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Dut y Vehicl es Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia adottando la metodologia COPERT III su dati ACI (2007)
Tabella 2.19 Emissioni di CO nella regione siciliana espresse in tonnellate/anno per il 2005.
AG CL CT EN ME PA RG SR Trapani
Benzina
16797,56 9902,88 49784,38 6335,71 26874,59 48215,02 12734,78 17846,27 17507,30
Autovettu
re
Diesel
650,98 373,86 1565,89 246,17 793,58 1419,36 513,16 1279,93 620,73
GPL
938,40 513,73 3382,53 363,63 1003,87 1331,15 656,62 175,61 936,14
Legg.Benz.
296,14 176,23 911,79 132,86 701,81 1522,08 269,84 287,51 424,72
Veicoli
Comm.
Legg.Diese
l
252,51 120,35 613,36 91,83 329,49 447,26 244,77 215,59 284,23
Pes.Diesel
371,38 324,82 1396,74 165,17 678,00 1066,82 421,29 366,26 711,24
Buses Benzina+
Diesel
76,25 18,91 134,28 36,57 80,10 223,37 43,94 42,76 56,99
Motocicli Benzina
1546,12 396,71 1604,35 548,42 2182,61 5816,21 940,70 1445,61 1388,66
TOTALE
20929,34 11827,49 59393,31 7920,36 32644,06 60041,27 15825,08 21659,53 21930,01
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
56
Figura 2.11 - Emissioni di NO
x
nelle province siciliane nel 2005 [t]
Emissioni di NOx nella provincia di Agrigento
1851,92
889,07
230,02
31, 75
355,42
1213,30
279,37
22,32
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s
P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s
P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s
L
i
g
h
t
D
u
t
y
V
e
h
ic
le
s
L
i
g
h
t
D
u
ty
V
e
h
i
c
l
e
s H
e
a
v
y
D
u
t
y
V
e
h
i
c
l
e
sB
u
s
e
s
M
o
t
o
r
c
y
c
le
s
EMISSIONI DI NO X NELLAPROVINCIADI AGRIGENTO[t]
EMISSIONI % DI NO X
38,00%
18,24%
4,72%
0,65%
7,29%
24,90%
5,73% 0,46%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NOx nella provincia di Caltanissetta
1088,81
508,70
127,15
18, 06
169,90
791,61
65,03
45, 98
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI NO X NELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA [t]
EMISSIONI %DI NOX
38,68%
18,07%
4,52%
0,64%
6,03%
28,12%
2,31%
1,63%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NOx nella provincia di Catania
5 6 9 9 , 8 2
2 0 7 8 , 2 7
8 8 3 , 9 3
1 0 2 , 5 3
8 5 8 , 3 8
3 2 6 1 , 4 7
4 5 1 , 9 8
3 0 7 , 9 8
0 , 0 0 50 0, 00 1000, 0015 00, 002 00 0 , 0 025 00, 003 00 0 , 0 0
B e n z i n a
D i e s e l
G P L
B e n z i n a
D i e s e l
D i e s e l
B e n z i n a + D i e s e l
B e n z i n a
EMI SSI ONI DI NO X NELLA PROVI NCI A DI AGRI GENTO [ t]
EMISSIONI % DI NO X
41,77%
15,23%
6,48%
0,75%
6,29%
23,90%
3,31% 2,26%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NOx nella provincia di Enna
706,17
337,39
89, 91
14, 26
131,47
403,38
131,61
19, 19
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00
Benzina
Di esel
GPL
Benzina
Di esel
Di esel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI NO X NELLAPROVINCIA DI ENNA [t]
EMISSIONI % DI NO X
38,52%
18,40%
4,90%
0,78%
7,17%
22,00%
7,18% 1,05%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NOx nella provincia di Messina
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
57
2941,78
1067,98
243,22
79,25
459,10
1652, 20
269,24
206,61
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00
Benzina
Di esel
GPL
Benzina
Di esel
Di esel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI NO X NELLA PROVINCIA DI MESSINA [t]
EMISSIONI %DI NOX
42,52%
15,43%
3,52%
1,15%
6,63%
23,88%
3,89% 2,99%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NOx nella provincia di Palermo
1441, 62
691,18
163,74
30,28
341,48
937,30
150,50
21,82
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00
Benzina
Di esel
GPL
Benzina
Di esel
Di esel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI NO X NELLA PROVINCIA DI RAGUSA [t]
EMISSIONI % DI NO X
38,16%
18,30%
4,33%
0,80%
9,04%
24,81%
3,98%
0,58%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NOx nella provincia di Ragusa
5181,57
1896,91
331,87
171,35
643,73
2501,58
812,79
250,78
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI NOX NELLA PROVINCIA DI PALERMO[t]
EMISSIONI % DI NO X
43,95%
16,09%
2,81%
1,45%
5,46%
21,22%
6,89% 2,13%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NOx nella provincia di Siracusa
1790,65
953,47
14,37
32,50
295,03
862,18
148,69
11,93
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s
L
ig
h
t
D
u
t
y
V
e
h
ic
le
s
L
ig
h
t
D
u
ty
V
e
h
ic
le
s
H
e
a
v
y
D
u
t
y
V
e
h
ic
le
s
B
u
s
e
s
M
o
to
r
c
y
c
le
s
EMISSIONI DI NOX NELLA PROVINCIA DI SIRACUSA [t]
EMISSIONI % DI NO X
43,58%
23,21%
0,35%
0,79%
7,18%
20,98%
3,62%
0,29%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NOx nella provincia di Trapani
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
58
1 9 3 5 , 9 1
8 4 1 , 4 6
2 3 4 , 7 9
4 8 , 3 1
4 0 1 , 3 7
1 5 4 6 , 4 7
2 0 0 , 9 8
4 0 , 1 8
0 , 00 50 0, 0 0 100 0, 00 1500, 002 0 0 0 , 0 02500, 003 0 0 0 , 0 0
B e n z i n a
D i e s e l
G P L
B e n z i n a
D i e s e l
D i e s e l
B e n z i n a + D i e s e l
B e n z i n a
EMI SSI ONI DI NO
X
NEL LA PROVI NCI A DI TRAPA NI [ t ]
EMISSIONI % DI NOX
36,88%
16,03%
4,47%
0,92%
7,65%
29,46%
3,83%
0,77%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel Passenger Cars GPL
Light Duty Vehicles Benzina Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia adottando la metodologia COPERT III su dati ACI (2007)
Tabella 2.20 Emissioni di NO
x
nelle varie province espresse in tonnellate nel 2005
AG CL CT EN ME PA RG SR TP
Benzina
1851,92 1088,81 5699,82 706,17 2941,78 5181,57 1441,62 1790,65 1935,91
Autovetture Diesel
889,07 508,70 2078,27 337,39 1067,98 1896,91 691,18 953,47 841,46
GPL
230,02 127,15 883,93 89,91 243,22 331,87 163,74 14,37 234,79
Legg.Benz.
31,75 18,06 102,53 14,26 79,25 171,35 30,28 32,50 48,31
Veicoli
Comm.
Legg.Diesel
355,42 169,90 858,38 131,47 459,10 643,73 341,48 295,03 401,37
Pes.Diesel
1213,30 791,61 3261,47 403,38 1652,20 2501,58 937,30 862,18 1546,47
Buses Benzina+Diesel
279,37 65,03 451,98 131,61 269,24 812,79 150,50 148,69 200,98
Motorcycles Benzina
22,32 45,98 307,98 19,19 206,61 250,78 21,82 11,93 40,18
TOTALE 4873,17 2815,22 13644,3 1833,38 6919,38 11790,5 3777,93 4108,82 5249,48
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
59
Figura 2.12 - Emissioni di SO
2
nelle province siciliane nel 2005 [t]
Emissioni di SO
2
nella provincia di Agrigento
20,93
34,83
2,69
0,33
9,56
15,79
3,57
0,56
0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI SO2 NELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO [t]
EMISSIONI % DI SO2
23,71%
39,47%
3,05%
0,38%
10,83%
17,89%
4,04%
0,63%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di SO
2
nella provincia di Caltanissetta
12, 63
18, 78
1,37
0,22
4,28
9,76
0,94
0,49
0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI SO2 NELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA [t]
EMISSIONI % DI SO2
26,05%
38,75%
2,83%
0,45%
8,83%
20,13%
1,94%
1,02%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di SO
2
nella provincia di Catania
87,61
145,52
15,33
0,65
40,57
77,44
10,89
7,90
0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s
L
i
g
h
t
D
u
ty
V
e
h
ic
le
s
L
ig
h
t
D
u
ty
V
e
h
ic
le
s
H
e
a
v
y
D
u
ty
V
e
h
ic
le
sB
u
s
e
sM
o
to
r
c
y
c
le
s
EMISSIONI DI SO2 NELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO [t]
EMISSIONI % DISO2
22,70%
37,71%
3,97%
0,17%
10,51%
20,07%
2,82%
2,05%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di SO
2
nella provincia di Enna
6,81
16,36
4,14
0,13
4,39
6,66
2,44
0,51
0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00
Benzina
Di esel
GPL
Benzina
Di esel
Di esel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI SO2 NELLA PROVINCIA DI ENNA [t]
EMISSIONI % DI SO2
16,43%
39,48%
10,00%
0,31%
10,60%
16,06%
5,88% 1,24%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Light Duty Vehicles Benzina Light Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di SO
2
nella provincia di Messina
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
60
4 2 , 3 8
6 4 , 1 1
4 , 4 9
0 , 4 2
1 8 , 5 5
3 2 , 6 0
5 , 7 0
3 , 8 6
0 , 00 10,00 2 0, 0
0
30, 0
0
40, 0
0
50, 00
B e n z i n a
D i e s e l
G P L
B e n z i n a
D i e s e l
D i e s e l
B e n z i n a + D i e s e l
B e n z i n a
EMI SSI ONI DI S O
2
NELL A PROV I NC I A DI MESSI NA [ t ] EMISSIONI % DI SO2
24,63%
37,25% 2,61%
0,24%
10,78%
18,94%
3,31% 2,24%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di SO
2
nella provincia di Palermo
7 4 , 2 8
8 1 , 7 3
1 0 , 6 1
1 , 1 5
1 8 , 5 6
3 6 , 1 4
1 0 , 2 7
4 , 3 8
0, 00 10, 00 20, 0
0
3 0, 0
0
4 0, 0
0
50, 00
B e n z i n a
D i e s e l
G P L
B e n z i n a
D i e s e l
D i e s e l
B e n z i n a + D i e s e l
B e n z i n a
EMI SSI ONI DI S O
2
NELLA PROVI NCI A DI PALERMO [ t ]
EMISSIONI % DISO2
31,32%
34,47%
4,48%
0,48%
7,83%
15,24%
4,33% 1,85%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di SO
2
nella provincia di Ragusa
3 0 , 6 9
4 6 , 4 2
5 , 3 2
0 , 2 7
1 5 , 6 9
2 1 , 9 3
3 , 4 4
0 , 4 6
0 , 0 0 10, 00 20, 00 30, 00 40, 00 5 0 , 0 0
B e n z i n a
D i e s e l
G P L
B e n z i n a
D i e s e l
D i e s e l
B e n z i n a + D i e s e l
B e n z i n a
EMI SSI ONI DI SO 2 NELLA PROVI NCI A DI RAGUSA [ t ]
EMISSIONI % DI SO 2
24,71%
37,37%
4,28%
0,22%
12,63%
17,66%
2,77%
0,37%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di SO
2
nella provincia di Siracusa
19, 05
55,87
0, 85
0,26
15,55
23,21
3,31
0,33
0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI SO2 NELLAPROVINCIA DI SIRACUSA [t]
EMISSIONI % DI SO2
16,09%
47,17%
0,72%
0,22%
13,13%
19,60%
2,79%
0,28%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di SO
2
nella provincia di Trapani
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
61
25,47
38,02
3,42
0,23
12, 32
23,86
2,86
0,72
0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI SO2 NELLA PROVINCIA DI TRAPANI [t]
EMISSIONI % DI SO 2
2 3 , 8 2 %
35,57%
3 , 2 0 %
0,21%
11,53%
22, 32%
2,67%
0,67%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Li ght Dut y Vehi cles Benzina
Light Dut y Vehicles Diesel Heavy Dut y Vehicles Di esel
Buses Benzina+Diesel Mot orcycles Benzi na
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia adottando la metodologia COPERT III su dati ACI (2007)
Tabella 2.21 Tonnellate di SO
2
immesse in atmosfera nel 2005
AG CL CT EN ME PA RG SR TP
Benzina
20,93 12,63 87,61 6,81 42,38 74,28 30,69 19,05 25,47
Autovetture Diesel
34,83 18,78 145,52 16,36 64,11 81,73 46,42 55,87 38,02
GPL
2,69 1,37 15,33 4,14 4,49 10,61 5,32 0,85 3,42
Legg.Benz.
0,33 0,22 0,65 0,13 0,42 1,15 0,27 0,26 0,23
Veicoli Comm. Legg.Diesel
9,56 4,28 40,57 4,39 18,55 18,56 15,69 15,55 12,32
Pes.Diesel
15,79 9,76 77,44 6,66 32,60 36,14 21,93 23,21 23,86
Buses Benzina+Diesel
3,57 0,94 10,89 2,44 5,70 10,27 3,44 3,31 2,86
Motorcycles Benzina
0,56 0,49 7,90 0,51 3,86 4,38 0,46 0,33 0,72
TOTALE 88,26 48,48 385,91 41,44 172,09 237,12 124,21 118,43 106,89
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
62
Figura 2.13 - Emissioni di NMVOC nelle province siciliane nel 2005 [t]
Emissioni di NMVOC nella provincia di Agrigento
2 6 1 4 , 1 9
1 2 5 , 2 9
1 0 3 , 6 2
4 5 , 0 1
3 9 , 8 2
1 9 2 , 9 0
3 2 , 4 0
1 7 7 , 5 2
0 , 00 50 0, 0 01000, 001500, 0020 00 , 0
0
2500, 003000, 0
0
3 50 0, 00
B e n z i n a
D i e s e l
G P L
B e n z i n a
D i e s e l
D i e s e l
B e n z i n a + D i e s e l
B e n z i n a
EMI SSI ONI DI NMVOC NELLA PROVI NCI A DI AGRI GENTO [ t ]
EMISSIONI % DI NMVOC
78,49%
3,76%
3,11%
1,35%
1,20%
5,79%
0,97% 5,33%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NMVOC nella provincia di Caltanissetta
1516,82
71,25
57,22
27,70
19,05
168,14
6,89
54,94
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00 3500,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI NMVOCNELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA [t]
EMISSIONI % DINMVOC
78,92%
3,71%
2,98%
1,44%
0,99%
8,75%
0,36%
2,86%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NMVOC nella provincia di Catania
8 0 0 4 , 9 8
3 0 3 , 9 1
3 9 5 , 7 8
1 3 2 , 6 1
9 6 , 6 3
7 2 1 , 2 1
4 6 , 2 1
2 5 5 , 7 8
0 , 00 50 0, 0 01000, 001500, 002000, 0
0
2500, 003000, 0
0
3 50 0, 00
B e n z i n a
D i e s e l
G P L
B e n z i n a
D i e s e l
D i e s e l
B e n z i n a + Di e s e l
B e n z i n a
EMI SSI ONI DI NMVOC NELLA PROVI NCI A DI AGRI GENTO [ t ]
EMISSIONI % DI NMVOC
80,39%
3,05%
3,97%
1,33%
0,97%
7,24%
0,46%
2,57%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NMVOC nella provincia di Enna
1 0 0 7 , 3 7
4 7 , 1 1
4 0 , 4 7
2 0 , 1 2
1 4 , 8 4
8 5 , 3 1
1 7 , 0 8
5 7 , 5 9
0 , 00 50 0, 0 0100 0, 0 01500, 002 0 0 0 , 0
0
2 50 0 , 003 0 0 0 , 0
0
3 50 0 , 00
B e n z i n a
D i e s e l
G P L
B e n z i n a
D i e s e l
D i e s e l
B e n z i n a + D i e s e l
B e n z i n a
EMI SSI ONI DI NMVOC NELLA PROVI NCI A DI ENNA [ t ]
EMISSIONI % DI NMVOC
78,10%
3,65%
3,14%
1,56%
1,15%
6,61%
1,32% 4,46%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NMVOC nella provincia di Messina
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
63
4136, 44
151,21
109,59
101,53
51, 56
341,62
27, 64
276,55
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00 3500,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI NMVOC NELLA PROVINCIA DI MESSINA [t]
EMISSIONI %DI NMVOC
79,61%
2,91%
2,11%
1,95%
0,99%
6,57%
0,53% 5,32%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NMVOC nella provincia di Palermo
72 43 , 27
267, 33
149, 29
2 2 1 , 2 3
73, 0 9
556, 69
98, 2 0
652, 17
0 , 00 500, 00 100 0, 0 01500, 002 0 0 0 , 0
0
2 50 0 , 003 0 0 0 , 0
0
3 50 0 , 00
Benzi na
Di es el
GPL
Benzi na
Di es el
Di es el
Benz i na+Di esel
Benzi na
EMI SSI ONI DI NMVOC NELLA PROVI NCI A DI PALERMO [ t ] EMISSIONI % DI NMVOC
78,21%
2,89%
1,61%
2,39%
0,79%
6,01%
1,06% 7,04%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NMVOC nella provincia di Ragusa
2009,97
99, 98
73,62
39, 15
38,41
219,72
16,58
109,36
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00 3500,00
Benzina
Di esel
GPL
Benzina
Di esel
Di esel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI NMVOC NELLA PROVINCIA DI RAGUSA [t]
EMISSIONI % DI NMVOC
77,11%
3,84%
2,82%
1,50%
1,47%
8,43%
0,64%
4,20%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NMVOC nella provincia di Siracusa
2595,25
202,29
8,15
40,92
33, 02
192,28
16,94
193,45
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00 3500,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI NMVOC NELLA PROVINCIA DI SIRACUSA [t]
EMISSIONI % DI NMVOC
79,07%
6,16%
0,25%
1,25%
1,01%
5,86%
0,52% 5,89%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di NMVOC nella provincia di Trapani
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
64
2744,63
118,90
105,61
61,06
45, 27
361,06
21,99
150,35
0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00 3500,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI NMVOC NELLA PROVINCIA DI TRAPANI [t]
EMISSIONI % DI NMVOC
76,05%
3,29%
2,93%
1,69%
1,25%
10,00%
0,61%
4,17%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia adottando la metodologia COPERT III su dati ACI (2007)
Tabella 2.22 Carichi di NMVOC espressi in tonnellate immessi in atmosfera nel 2005
AG CL CT EN ME PA RG SR TP
Benzina
2614,19 1516,82 8004,98 1007,37 4136,44 7243,27 2009,97 2595,25 2744,6
Autovetture Diesel
125,29 71,25 303,91 47,11 151,21 267,33 99,98 202,29 118,90
GPL
103,62 57,22 395,78 40,47 109,59 149,29 73,62 8,15 105,61
Legg.Benz.
45,01 27,70 132,61 20,12 101,53 221,23 39,15 40,92 61,06
Veicoli Comm. Legg.Diesel
39,82 19,05 96,63 14,84 51,56 73,09 38,41 33,02 45,27
Pes.Diesel
192,90 168,14 721,21 85,31 341,62 556,69 219,72 192,28 361,06
Buses Benzina+Diesel
32,40 6,89 46,21 17,08 27,64 98,20 16,58 16,94 21,99
Motorcycles Benzina
177,52 54,94 255,78 57,59 276,55 652,17 109,36 193,45 150,35
TOTALE 3330,73 1922,00 9957,12 1289,90 5196,15 9261,27 2606,80 3282,30 3608,8
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
65
Figura 2.14 - Emissioni di PM nelle province siciliane nel 2005 [t]
Emissioni di PMnella provincia di Agrigento
154,32
65,79
92,07
12,76
0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s P
a
s
s
e
n
g
e
r
C
a
r
s
L
ig
h
t
D
u
ty
V
e
h
ic
le
s
L
ig
h
t
D
u
t
y
V
e
h
ic
le
s
H
e
a
v
y
D
u
t
y
V
e
h
ic
le
sB
u
s
e
s
M
o
to
rc
y
c
le
s
EMISSIONI DI PM (solo motori di esel) NELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO [t]
EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)
47,49%
20,25%
28,33%
3,93%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di PM nella provincia di Caltanissetta
86, 70
31,27
63,44
2, 76
0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI PM (solo motori diesel ) NELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA[t] EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)
46,52%
16,78%
34,04%
1,48%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di PM nella provincia di Catania
381, 21
160, 01
2 67 , 5 2
1 9 , 3 8
0, 00 50, 00 100, 00 150,00 2 0 0 , 0 0 250, 00 3 0 0 , 0 0
B e n z i n a
D i e s e l
G P L
B e n z i n a
D i e s e l
D i e s e l
B e n z i n a + D i e s e l
B e n z i n a
EMI SSI ONI DI PM ( sol o mot or i di esel ) NELLA PROVI NCI A DI
AGRI GENTO [ t ]
EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)
45,23%
18,98%
31,74%
2,30%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel Passenger Cars GPL
Light Duty Vehicles Benzina Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di PM nella provincia di Enna
57,32
23,71
32,37
6,18
0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI ENNA [t]
EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)
47,78%
19,77%
26,98%
5,16%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di PM nella provincia di Messina
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
66
186,43
86, 14
131,80
11, 54
0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI MESSINA [t] EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)
43,90%
20,28%
31,03%
2,72%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di PM nella provincia di Palermo
319,71
115,06
204,57
40,30
0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI PALERMO[t]
EMISSIONI %DI PM (solo motori diesel)
46,59%
16,77%
29,81%
5,87%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di PM nella provincia di Ragusa
125,60
63,93
77,48
6,88
0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI RAGUSA [t]
EMISSIONI % DI PM (solo motori di esel )
45,79%
23,31%
28,24%
2,51%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di PM nella provincia di Siracusa
129,33
56,96
70,82
7,01
0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI SIRACUSA [t]
EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)
48,97%
21,57%
26,81%
2,65%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Emissioni di PM nella provincia di Trapani
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
67
145,24
73, 89
127,43
9,29
0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00
Benzina
Diesel
GPL
Benzina
Diesel
Diesel
Benzina+Diesel
Benzina
EMISSIONI DI PM (solomotori diesel) NELLA PROVINCIA DI TRAPANI [t]
EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)
40,70%
20,71%
35,72%
2,60%
Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel
Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina
Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel
Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia adottando la metodologia COPERT III su dati ACI (2007)
Tabella 2.23 Quantit di particolato in tonnellate emesso in atmosfera nel 2005 nelle province siciliane
AG CL CT EN ME PA RG SR TP
Benzina
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
Autovetture Diesel
154,32 86,70 381,21 57,32 186,43 319,71 125,60 129,33 145,24
GPL
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
Legg.Benz.
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
Veicoli Comm. Legg.Diesel
65,79 31,27 160,01 23,71 86,14 115,06 63,93 56,96 73,89
Pes.Diesel
92,07 63,44 267,52 32,37 131,80 204,57 77,48 70,82 127,43
Buses Benzina+Diesel
12,76 2,76 19,38 6,18 11,54 40,30 6,88 7,01 9,29
Motorcycles Benzina
0,00 2,19 14,78 0,38 8,80 6,65 0,43 0,00 0,95
TOTALE 324,93 186,35 842,90 119,96 424,71 686,30 274,31 264,12 356,81
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
68
Figura 2.15 Trend emissioni provinciali di inquinanti da
trasporto stradale (2003-2005)
Trend emissioni provinciali di CO (2003-2005) Trend emissioni provinciali di NOx (2003-2005)
Trend emissioni provinciali di SO2 (2003-2005) Trend emissioni provinciali di NMVOC (2003-2005)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
69
Trend emissioni provinciali di PM (2003-2005)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
70
Il parco veicolare circolante stato successivamente analizzato in funzione dellanno di immatricolazione dei veicoli,
al fine di definire lo stato di anzianit dei mezzi (ricavato dalla data di prima immatricolazione) e stabilire lammontare dei
mezzi conformi ai regolamenti legislativi europei di riduzione delle emissioni (i cosiddetti veicoli Euro).
Si definiscono conventional (convenzionali o non catalizzati) e non conventional (non convenzionali o
catalizzati) le tipologie di veicoli che rispondono ai seguenti criteri:
sono detti conventional o non catalizzati se immatricolati dal 1900 al 1991 (per i veicoli ad alimentazione
diesel), dal 1900 al 1992 (per i veicoli ad alimentazione a benzina e GPL), dal 1900 al 1998 (per ciclomotori e
motoveicoli);
sono detti non conventional o catalizzati appartenenti alla classe EURO I se immatricolati a partire dal
1992 (per i veicoli diesel), dal 1993 (per i veicoli a benzina e GPL);
sono detti non conventional o catalizzati appartenenti alla classe EURO II se immatricolati dal 1997 al
2000 (per i veicoli diesel, GPL e benzina);
sono detti non conventional o catalizzati appartenenti alla classe EURO III se veicoli leggeri
immatricolati dal 2001 al 2004 (per alimentazione diesel, GPL e benzina), se veicoli pesanti immatricolati dal
2001 al 2005;
sono detti non conventional o catalizzati appartenenti alla classe EURO IV se veicoli leggeri
immatricolati a partire dal 2005 (per alimentazione diesel, GPL e benzina), se veicoli pesanti immatricolati
dal 2006 al 2008;
sono detti non conventional o catalizzati appartenenti alla classe EURO V se veicoli pesanti
immatricolati dopo il 2008;
sono detti non conventional o catalizzati appartenenti alla classe 97/24/EC Stage I se ciclomotori o
motocicli immatricolati a partire dal 1999;
sono detti non conventional o catalizzati appartenenti alla classe 97/24/EC Stage II se ciclomotori
immatricolati dopo il 2001.
Si ricorda che nel nostro paese gli standard europei di riduzione delle emissioni Euro I sono entrati in vigore negli anni
1992-93, gli standard Euro II nel 1997 (per ciclomotori e moto nel 1999), gli standard Euro III nel 2001.
Si analizza landamento delle nuove immatricolazioni di veicoli verificatesi negli ultimi anni, al fine di valutare
lorientamento del parco verso i nuovi veicoli a minor impatto ambientale e le categorie veicolari che ne sono state
maggiormente coinvolte.
Se si considera il parco veicolare disaggregato per provincia e per tipologia realtivo alle autovetture immatricolate
negli anni 2001, 2002 e 2003 si pu fare riferimento alla tab. 2. 24.
AG CL CT EN ME PA RG SR TP
EURO I 38.114 21.980 98.697 13.122 57.825 104.297 28.657 36.689 39.766
EURO II 59.394 36.119 135.847 21.572 88.559 164.199 41.911 56.397 57.939
EURO III 32.559 21.801 83.331 12.979 56.417 116.910 24.678 31.432 33.507
Convenzionali 21.238 11.685 67.756 7.313 25.556 41.454 18.798 19.386 21.290
ECE 15/00-01 5.921 3.205 27.880 2.223 11.782 21.581 5.349 6.247 6.763
ECE 15/02 5.286 2.795 20.241 2.080 9.134 17.188 3.934 5.078 5.563
ECE 15/03 6.454 3.777 23.449 2.738 10.482 19.420 4.718 6.198 7.197
ECE 15/04 59.931 35.264 176.188 21.909 92.214 165.819 45.532 60.341 64.056
PRE ECE 8.032 4.251 35.608 3.411 16.533 32.886 7.116 7.950 10.038
Non
Contemplato
2 174 106 4 4 0 219 2 2
Non
identificato
209 0 1.282 35 1.076 1.170 0 321 358
Totale
Complessivo
237.140 141.051 670.385 87.386 369.582 684.924 180.912 230.041 246.479
Tabella 2.24- Parco veicolare autovetture 2003 (Fonte Arpa Sicilia su dati ACI, 2005)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
71
Negli ultimi anni si verificato un parziale rinnovo del parco veicolare circolante nella Regione Sicilia ma la
situazione vede ancora una quota significativa di veicoli non catalizzati. Se si fa riferimento, a titolo di esempio, alle serie
storiche dei dati della Provincia di Messina forniti dallACI si pu osservare che nel corso dellultimo decennio il parco
veicoli circolanti in provincia di Messina, come del resto quello a livello nazionale, ha subito una profonda modificazione:
il tasso annuo medio di rinnovo del parco in questo periodo risulta attorno al 3% allanno, ma passato dal 2% del 94
all8% del 98 sulla spinta delle incentivazioni alla rottamazione (tab. 2.15).
Anno 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
Numero veicoli
8
6
.
0
4
7
8
8
.
1
8
8
8
8
.
1
2
7
8
8
.
8
1
4
9
5
.
6
6
8
9
5
.
7
2
4
9
8
.
2
3
8
1
0
1
.
5
5
4
1
0
3
.
9
7
5
1
0
7
.
8
9
4
1
0
9
.
6
5
8
Tasso annuo di
incremento
2% 0% 1% 3% 8% 3% 3% 2% 4% 2% 2%
Tabella 2.25- Tasso annuo medio di rinnovo del parco
La fig. 2.16 riassume la suddivisione del parco veicolare provinciale in convenzionali (non catalizzati) e catalizzati
(Euro I-II-III), nel 2003.
Parco veicolare
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
AG CL CT EN ME PA RG SR TP
EURO I
EURO II
EURO III
Convenzionali
Figura 2.16 Suddivisione del parco circolante provinciale (2003)
La composizione del parco circolante provinciale nellanno 2003 suddiviso in categorie veicolari, riportata sempre in
Allegato 4 (un grafico per ogni provincia).
Le province con il numero maggiore di veicoli risultano essere Palermo, Catania e Messina, inferiori le province di
Agrigento Trapani e Siracusa e infine Caltanissetta Ragusa e Enna.
La provincia della Sicilia con la quota maggiore di veicoli convenzionali (non catalizzati) nella composizione del parco
circolante risulta essere Catania.
Analizzando in dettaglio i dati relativi al 2005 riportati in allegato si pu constatare che la quota di veicoli Euro 0
inferiore alla met dei veicoli circolanti. I veicoli Euro II sono i pi numerosi dopo quelli Euro 0 in tutte le province.
Dallanalisi del parco circolante nella regione Sicilia, suddiviso per singola provincia, si pu notare come ad una
progressiva diminuzione di veicoli cosiddetti convenzionali (non catalizzati) corrisponda un aumento di veicoli
catalizzati (Euro II in particolare.
Il comportamento degli ultimi anni delinea un quadro di potenziale rinnovo del parco circolante che al 2005 non si era
ancora completato.
Emissioni di gas serra (CO
2
, CH
4
, N
2
O) dal settore dei trasporti, per modalit
Lindicatore riguarda la presenza in atmosfera di gas climalteranti. Dei sei gas presi in considerazione dal Protocollo di
Kyoto, in questa sede si considerano i tre principali: anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e protossido di azoto (N2O).
La legge 120/2002 ratifica il Protocollo di Kyoto, impegnando lItalia a ridurre le proprie emissioni, entro il 2008-
2012, del 6,5% rispetto al 1990. La delibera CIPE 123/2002, che assegna a ciascun settore economico un obiettivo di
emissione per lanno 2010, prevede per i trasporti una crescita del 30,1%.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
72
Obiettivo del presente paragrafo quello di valutare le emissioni di gas serra prodotte dal settore dei trasporti al fine di
verificare il raggiungimento degli obiettivi nazionali e internazionali di riduzione delle emissioni entro il 2010. Le unit di
misura sono milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente (MtCO2eq) e percentuale (%).
La fig. 2.17 mostra la distribuzione delle emissioni di CO2eq per le diverse tipologie veicolari. Si osserva come la
tipologia veicolare relativa alle autovetture rappresenti quella a pi alta incidenza emissiva in rapporto al totale emesso dal
settore dei trasporti stradali.
Rispetto al 2003 i valori di CO2eq emessa dal settore del trasporto stradale per lanno 2004 sono in crescita, in
contrasto con la riduzione programmata nellambito degli accordi internazionali (Kyoto).
Fonte: ARPA Sicilia, 2006
Figura 2.17 - Totale emissioni di CO
2eq
da trasporto stradale per modalit (2004)
Gli studi indicano che le particelle pi fini provocano gli effetti pi devastanti per la salute, le fonti, le caratteristiche e
gli effetti sulla salute del PM
10
e del PM
2.5
(particelle con diametro aerodinamico di 10 e 2.5 m rispettivamente) sono
molto differenti. In particolare le particelle pi fini possono pi facilmente penetrare nei polmoni e quindi pi probabile
che procurino effetti a breve ed a lungo termine come disturbi respiratori, disfunzioni polmonari, alterazione dei tessuti
polmonari e morte prematura.
I diversi effetti del PM sulla salute, da quelli meno seri a quelli pi gravi, sono associati alla natura chimica e fisica (e
quindi anche morfologica) dei suoi componenti. La dimensione della particella mo lto importante sia in termini della pi
profonda penetrazione nei polmoni sia perch le particelle pi fini trasportano generalmente inquinanti tossici dellaria
come metalli pesanti e composti organici.
Le emissioni di particolato, presentate per PM, PM
10
e PM
2,5
, sono relative alle sole emissioni da combustione. Le
emissioni totali di particolato sono state derivate sommando alle emissioni da combustione il contributo originato da
abrasione e consunzione di freni, gomme e manto stradale.
Di seguito si rappresentano i fattori medi di emissione stimati per PM, PM
10
e PM
2,5
e per categoria veicolare. Il
confronto delle singole grandezze permette di determinare il contributo specifico di ogni categoria veicolare in relazione
alle componenti freni, gomme, manto stradale.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
73
Figura 2.18 - Fattori di emissione di Polveri PM suddivisi in categorie veicolari e tipologia emissiva (fonte ANPA-
IIASA-TNO)
Figura 2.19- Fattori di emissione di Polveri Fini PM10 suddivisi in categorie veicolari e tipologia emissiva (fonte
ANPA-IIASA-TNO)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
74
Figura 2.20 - Fattori di emissione di Polveri Fini PM
2,5
suddivisi in categorie veicolari e tipologia emissiva (fonte
ANPA-IIASA-TNO)
I grafici evidenziano come le diverse categorie veicolari abbiano fattori di emissione molto diversificati a seconda
della tipologia emissiva originaria del Particolato:
per Polveri Totali PM la categoria veicolare che presenta fattori di emissione pi elevati rappresentata dai
veicoli commerciali pesanti che presentano valori 6 volte maggiori di autovetture e commerciali leggeri e
addirittura 12 volte maggiori di ciclomotori e motocicli. La componente emissiva prevalente rappresentata
dalla consunzione dei pneumatici (gomme);
per Polveri Fini PM
10
la categoria veicolare che presenta fattori di emissione pi elevati rappresentata dai
veicoli commerciali pesanti che presentano valori 5 volte maggiori di autovetture e commerciali leggeri e
addirittura 12 volt e maggiori di ciclomotori e motocicli. La componente emissiva prevalente rappresentata
dalla consunzione dei pneumatici (gomme) e dallabrasione del manto stradale (strada); il contributo dovuto al
logoramento dei freni circa la met di quello dovuto a gomme e strada;
per Polveri Fini PM
2,5
la categoria veicolare che presenta fattori di emissione pi elevati rappresentata dai
veicoli commerciali pesanti che presentano valori 5 volte maggiori di autovetture e commerciali leggeri e
addirittura 13 volte maggiori di ciclomotori e motocicli. La componente emissiva prevalente rappresentata
dallabrasione del manto stradale (strada) ed in misura minore dalla consunzione dei freni (freni). Il contributo
dovuto al logoramento dei freni circa un terzo di quello dovuto ad abrasione stradale.
I fattori di emissione di particolato evidenziano anche il peso delle diverse categorie veicolari rispetto allemissione
annua complessiva, assegnando, sia per le Polveri Totali (PM) che per le due frazioni fini (PM
10
e PM
2,5
) una maggiore
responsabilit a carico degli autoveicoli, seguiti dai veicoli commerciali pesanti e bus, dai veicoli commerciali leggeri e dai
ciclomotori.
Il forte peso della categoria autovetture data dallelevata numerosit di tale tipologia nel parco veicolare regionale,
rispetto ai veicoli commerciali leggeri e pesanti e ai mezzi di trasporto pubblico.
Si ricorda, infatti, che i veicoli commerciali (soprattutto pesanti) presentano fattori di emissione per le Polveri fino a 6
volte maggiori di quelli degli autoveicoli ma la loro consistenza nel parco veicolare molto ridotta rispetto alle autovetture.
2.1.9 Concentrazioni dei metalli pesanti. Analisi dei dati rilevati a Palermo nel 2007
La determinazione delle concentrazione dei metalli pesanti stata condotta dal dipartimento di Chimica Analitica
dellUniversit di Palermo nel 2007. In questa prima fase le analisi hanno riguardato esclusivamente il piombo, il rame, lo
zinco ed il cadmio, catalitico delle marmitte.
Dallandamento delle misure si rileva la bassa presenza di tutti i metalli ricercati incluso il Pb che ormai
essenzialmente assente dalle benzine; una eccezione sembra lo Zn che a cospetto di valori di centesimi di g/m3 degli altri
metalli raggiunge anche valori di 56.7 di g/ m
3
nel campione 2 restando generalmente 3-4 volte superiore alle
concentrazioni degli altri metalli. Cd in piccole quantit accompagna probabilmente lo Zn.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
75
Campione Centralina filtri Pb g/m
3
Cu g/ m
3
Zn g/m
3
Cd g/ m
3
1 Unit d'Italia 501-502 0,028 0,090 0,143 -
2 Unit d'Italia 512-513 0,069 0,022 56,670 0,014
3 Castelnuovo 541-542 0,016 0,022 0,082 -
4 Castelnuovo 536-537 0,012 0,024 0,069 -
5 Di Blasi 531-532 0,012 0,024 0,069 -
Tabella 2.26 - Riepilogo analisi dei metalli pesanti
Determinazione cationi ed anioni
Sono stati analizzati n.9 filtri in fibra di vetro relativi al campionamento di PM
2.5
presso la cabina Castelnuovo e n. 9
filtri in fibra di vetro relativi al campionamento di PM
10
presso la cabina Unit dItalia. Per ciascun filtro indicato:
codice filtro, data campionamento, peso iniziale medio del filtro, peso finale medio del filtro, volume daria campionato in
Nm
3
ed il valore di PM
2.5
e di PM
10
. I filtri sono stati conservati a temperatura < 4 C e cos trattati: sono stati inseriti in 18
provette in plastica e successivamente trattati con 5 ml di acqua distillata prefiltrata a 0,2 m di cui si conosceva la
composizione ionica; ed inoltre stato calcolato e detratto il contributo ionico (rilevante) dovuto al filtro di vetro. Le
provette chiuse sono state sonicate per 20 minuti e successivamente previa filtrazione a 0,2 m il liquido destrazione
stato iniettato nellapposito sistema cromatografico.Di seguito si riportano i dati analitici in tabella dei campioni di
particolato PM
10
della centralina di piazza Unit di Italia, e di piazza Castelnuovo, PM
2.5
.
filtro data Nm
3
PM
10
NO
3
-
Cl
-
SO
4
2-
Na
+
NH
4
+
K
+
Mg
2+
Ca
2+
491 16.10.06 53,05 35 2,01 0,24 4,88 1,71 0,18 0,07 0,18 1,34
492 17.10.06 52,76 31 1,07 0,48 2,26 2,70 0,16 0,08 0,20 1,05
493 18.10.06 52,50 33 2,20 0,85 3,46 1,70 0,04 0,07 0,18 1,20
519 13.11.06 52,61 41 2,22 4,17 1,38 3,45 0,04 0,06 0,34 1,25
520 14.11.06 51,72 44 4,19 1,71 1,87 2,60 0,08 0,10 0,21 1,41
521 15.11.06 51,89 45 4,36 1,12 2,24 2,16 0,07 0,10 0,23 1,44
537 01.12.06 50,93 46 6,35 0,12 3,00 1,33 0,37 0,16 0,15 1,47
538 02.12.06 51,17 49 5,20 0,06 3,96 1,12 0,41 0,16 0,14 1,45
539 03.12.06 51,24 48 4,50 0,27 4,92 1,40 0,72 0,26 0,14 1,24
Tabella 2.27- Concentrazione degli ioni presenti nel PM10 Centralina piazza Unit di Italia
filtro data Nm
3
PM
2.5
NO
3
-
Cl
-
SO
4
2-
Na
+
NH
4
+
K
+
Mg
2+
Ca
2+
C522 16.10.06 52,71 25 0,09 1,84 1,82 0,97 0,05 0,05 0,07 0,27
C523 17.10.06 52,44 21 0,25 0,60 4,96 0.95 0,85 0,15 0,07 0,37
C524 18.10.06 51,94 24 0,31 1,03 3,26 1,19 0,73 0,10 0,07 0,41
C550 13.11.06 52,03 18 0,68 0,95 0,88 0,86 0,04 <0,01 0,09 0,23
C551 14.11.06 51,23 25 0,44 1,10 1,81 0,95 0,11 0,06 0,07 0,33
C552 15.11.06 51,15 24 <0,01 0,94 5,70 1,36 0,73 0,12 0,10 0,47
C568 01.12.06 50,66 30 <0,01 2,92 2,38 1,17 0,53 0,21 0,07 0,44
C569 02.12.06 51,60 32 <0,01 2,35 3,24 1,21 0,62 0,25 0,08 0,39
C570 02.12.06 50,91 34 <0,01 2,15 4,93 1,15 1,05 0,37 0,07 0,42
Tabella 2.28 - Concentrazione degli ioni presenti nel PM
2.5
Centralina piazza Castelnuovo
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
76
% ioni su PM10
altro
71.96%
sodio
5.10%
solfati
7.68%
nitrati
8.26%
cloruri
2.48%
calcio
3.23%
magnesio
0.49%
potassio
0.28%
ammonio
0.53%
Figura 2.21 - Grafico a torta delle percentuali ioniche presenti nel PM10 Centralina piazza Unit di Italia
% ioni su PM2,5
solfati
12,53%
altro
72,24%
sodio
4,30%
ammonio
1,98%
potassio
0,51%
nitrati
5,73%
cloruri
0,94%
calcio
1,45%
magnesio
0,31%
Figura 2.22 - Grafico a torta delle percentuali ioniche presenti nel PM
2.5
Centralina piazza Castelnuovo
I grafici sopra riportati sono stati costruiti calcolando la media dei valori in percentuale con lintento di verificare se
nelle due frazioni di particolato vi siano significative differenze nella composizione ionica. Dal confronto si nota che nella
frazione PM
2.5
v un aumento di ammonio e di solfati mentre gli altri ioni sono inferiori ai valori riscontrati nella frazione
PM
10
. Rimane di fatto inalterata la percentuale del residuo non ionico costituente il resto della frazione di campione di
particolato sottile che risulta essere circa il 72%.
Determinazione IPA nel particolato atmosferico
Per quanto riguarda la frazione organica la classe degli idrocarburi policiclici aromatici costituisce una frazione molto
piccola della massa totale del particolato atmosferico (<0.1%) ma ha un importante interesse tossicologico, in relazione
allattivit mutagene e cancerogena di alcuni IPA.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
77
Nelle figure seguenti si riportano i contenuti percentuali di IPA in diversi campioni provenienti dalle centraline Di Blasi
(D), Unit di Italia (U) nei diversi giorni della settimana.
% IPA nel particolato
0,000
0,025
0,050
0,075
0,100
D-513-gio D 548-ven D-550-
sab
D-247-gio D-565-
Ven
D-564-
Mer
D-512-
Mer
U-541-
Mar
U-542-
Merc
12,10,06 16,11,06 18,11,06 7,12,06 8,12,2006 06,12,06 11,10,06 05,12,06 06,12,06
Campioni
Figura 2.23- Percentuale di IPA nel particolato per diversi giorni della settimana per le centraline Di Blasi (D) e Unit
di Italia (U).
Esistono evidenze sperimentali che indicano che miscele di IPA sono cancerogene per luomo. Il benzo(a)pirene il
composto pi ampiamente studiato dal punto di vista tossicologico e pi frequentemente determinato nelle varie matrici
ambientali perch il pi pericoloso. In particolare lEPA (United States Environmental Protection Agency) ha identificato
tra gli idrocarburi policiclici aromatici 16 composti prioritari.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
78
1 = non classificabile come cancerogeno per luomo
2A = probabile cancerogeno per luomo
2B = possibile cancerogeno per luomo
Tabella 2.29 Potenza cancerogena
Gli IPA vengono prima estratti in bagno ad ultrasuoni con cicloesano, la soluzione cos ottenuta viene ridotta a piccolo
volume (ca. 0,25 ml) ed addizionata di 4 idrocarburi aromatici deuterati utilizzati come standard interni (acenaftene d
10
,
fenantrene d
10
, risene d
12
e perilene d
12
). La soluzione cos ottenuta viene analizzata tramite gascromatografo dotato di
rilevatore allo spettrometro di massa che consente un elevata capacit risolutiva e basso limite di rilevabilit.
D-512 D-513 D 548 D-550 D-564 D-247 D-565 U-541 U-542
naftaline 18,89 10,20 12,03 2,45 36,12 36,01 25,16 11,66 35,68
acenaftilene 1,81 0,84 0,62 0,71 1,92 1,95 1,54 1,12 1,22
Acenaftene 0,33 0,35 0,62 0,96 0,64 0,40 0,47 0,16 0,50
Fluorene 0,39 0,13 0,14 0,01 0,52 0,30 0,30 0,16 0,24
Fenantrene 0,92 0,73 0,66 1,05 2,10 1,75 1,33 0,63 0,77
Antracene 0,06 0,09 0,11 0,13 0,24 0,23 0,15 0,11 0,13
fluorantene 1,50 1,19 2,22 2,22 4,23 3,18 2,61 0,88 0,95
Pirene 2,32 1,81 3,91 3,75 7,01 5,29 4,14 1,31 1,39
benzo(a)antracene 0,60 0,45 2,45 1,70 2,68 1,16 1,51 0,98 1,01
risene 1,36 1,21 3,13 2,10 4,16 4,19 2,02 1,40 1,53
benzo(b)fluorantene 0,85 0,69 2,89 2,40 2,75 2,04 1,66 1,16 1,49
benzo(k)fluorantene 0,48 0,33 1,49 0,61 1,22 1,42 0,79 0,62 0,99
benzo(a)pirene 0,38 0,16 1,93 1,06 1,60 1,67 1,08 0,69 0,94
terilene 0,09 0,04 0,27 0,17 0,25 0,44 0,18 0,14 0,20
ideno(1,2,3cd)pyrene 0,28 0,17 0,86 0,72 0,88 0,79 0,57 0,30 0,53
dibenzo(a,h)anthracene 0,03 0,06 0,38 0,15 0,21 0,18 0,10 0,07 0,08
benzo (g,h,i) perilene 0,99 0,47 2,67 1,69 3,32 2,68 1,74 1,23 2,22
Tabella 2.30 - Concentrazione degli IPA (ng/m
3
) nel particolato per le centraline Di Blasi (D) e Unit di Italia (U)
1 2A dibenzo(a,h)antracene
0.1 2B indeno(1,2,3,cd)pirene
1 2A benzo(a)pirene
0.1 2B benzo(k)fluorantene
0.1 2B benzo(b)fluorantene
0.01 1 crisene
0.1 2A benzo(a)antracene
1 pirene
1 fluorantene
1 antracene
1 fluorene
Potenza
cancerogena
Classe IARC Componente
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
79
12
9
24
19
34
28
20
11
14
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
11,10,06 12,10,06 16,11,06 18,11,06 06,12,06 07,12,06 08,12,2006 05,12,06 06,12,06
D-512-Mer D-513-gio D 548-ven D-550-sab D-564-Mer D-247-gio D-565-Ven U-541-Mar U-542-Merc
Campioni
Figura 2.24 - Concentrazione degli IPA totali (ng/m
3
) nel particolato in funzione del giorno della settimana per le
centraline Di Blasi (D) e Unit di Italia (U)
0,00
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
11,10,06 12,10,06 16,11,06 18,11,06 06,12,06 07,12,06 08,12,2006 05,12,06 06,12,06
D-512-Mer D-513-gio D 548-ven D-550-sab D-564-Mer D-247-gio D-565-Ven U-541-Mar U-542-Merc
Campioni
Figura 2.25 - Concentrazione del benzo(a)pirene (ng/m
3
) nel particolato in funzione del giorno della settimana per le
centraline Di Blasi (D) e Unit di Italia (U).
Attualmente la normativa italiana prevede un limite di legge solo per il benzo[a]pirene (DM 25/11/1994), stabilendo
che la sua concentrazione nel PM
10
deve rispettare lobiettivo di qualit di 1 ng/m
3
come valore medio annuale, valore da
non superare al fine di minimizzare il rischio associato allesposizione. Il marcato gradiente stagionale e spaziale delle
concentrazioni degli IPA, appare riconducibile alla riduzione dei volumi di traffico nei periodi estivi rispetto a quelli
invernali, alle emissioni degli impianti di riscaldamento in inverno, alle condizioni meteoclimatiche estive pi favorevoli
alla dispersione degli inquinanti rispetto ai mesi freddi dellanno (caratterizzati da periodi di inversione termica e quindi
con scarsa dispersione degli inquinanti) nonch alla degradazione subita dagli IPA per opera della temperatura elevata,
dellirraggiamento solare e della presenza di specie chimiche ossidanti quali O
3
, NO
2
in periodo estivo.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
80
0% 20% 40% 60% 80% 100%
D-512-Mer
D 548-ven
D-564-Mer
D-565-Ven
U-542-Merc
acenaftilene
acenaftene
fl uorene
fenantrene
antracene
fluorantene
pirene
benzo (a) antracene
crisene
benzo (b) fluorantene
benzo (k) fluorantene
benzo (a) pirene
perilene
indeno(1,2,3-cd) pyrene
dibenzo (a,h) anthracene
benzo (g,h,i) perilene
Figura 2.26 - Contributi percentuali dei singoli componenti degli IPA Centralina Di Blasi ed Unit di Italia.
0,0
6,0
12,0
18,0
24,0
30,0
0,00 0,25 0,50 0,75 1,00 1,25 1,50 1,75 2,00
Fluorantene/pirene
Figura 2.27 - Rapporto fluorantene/pirene in funzione del rapporto fenantrene/antracene
Il rapporto tra le concentrazioni di fluorantene e pirene risulta essere molto prossimo a 0,6 mentre il rapporto
fenantrene antracene risulta prevalentemente al di sotto di 10. Per quanto sopra se ne pu dedurre che gli IPA rilevati
provengono da fonte autoveicolare; infatti dallelenco seguente si pu, con ottima approssimazione, stabilire, in funzione
del rapporto delle concentrazioni dei due composti, quale sia la sorgente responsabile della loro presenza.
Fluorantene/Pirene 0,6 emissione da traffico veicolare;
Fluorantene/Pirene 1,0 processi di combustione;
Fluorantene/Pirene 1,4 combustione carbone e/o legno;
Fenantrene/Antracene < 10 inquinamento da combustione;
Fenantrene/Antracene <25 - >10 inquinamento da combustione e prodotti petroliferi;
Fenantrene/Antracene > 25 inquinamento da prodotti petroliferi.
In conclusione si pu ipotizzare che gli IPA del particolato nei campioni analizzati derivino sostanzialmente da
emissione da traffico autoveicolare. da verificare se una frazione possa provenire dallabrasione del manto stradale e da
altre fonti periodiche od occasionali.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
81
2.1.10 Campionamenti passivi. Applicazione a Palermo (fonte AMIA Palermo)
Per la valutazione dellinquinamento atmosferico da benzene, biossido di azoto e biossido di zolfo possono essere
utilizzati i campionatori passivi. Nellarea urbana della citt di Palermo sono stati condotte alcune campagne di indagine
nei periodi 1998 e 1999-2000, si riportano alcuni risultati di tali indagini.
Campagna di monitoraggio del benzene nel periodo 1998
Il rilevamento stato eseguito in 45 siti, di cui 7 coincidenti con le altrettante cabine della rete fissa di monitoraggio
dellinquinamento atmosferico, nel periodo 26/01/1998 ed il 9/02/1998.
Per ciascun tipo di inquinante e per ciascun sito sono riportati i valori della concentrazione media in aria sia in forma
tabellare che grafica.
Sono altres riportati i valori medi dei principali parametri meteoclimatici (temperatura, pressione atmosferica, velocit
e direzione del vento) relativi al periodo di monitoraggio.
Il rilevamento degli inquinanti atmosferici stata effettuata mediante campionatori passivi messi a punto e prodotti dal
Centro Ricerche Ambientali di Padova della FONDAZIONE S. MAUGERI IRCCS.
In particolare per il rilevamento contemporaneo del biossido di zolfo e del biossido di azoto sono state utilizzate delle
cartucce chemioadsorbenti del diametro di 5,9 mm rivestite di 15 mg di tetranolammina.
Per il rilevamento del benzene sono state usate cartucce adsorbenti di identiche dimensioni contenenti 530 mg di
carbone attivo.
Per ciascun punto di monitoraggio sono stati posizionati due campionatori passivi: uno per il rilevamento
contemporaneo del biossido di zolfo e del biossido di azoto ed uno per il benzene. Ciascuna coppia di campionatori stata
fissata allinterno di un apposito riparo in materiale plastico che, pur garantendo la necessaria ventilazione dei
campionatori, assicura la protezione degli agenti atmosferici, in particolare della pioggia per il campionatore del primo tipo.
Tutto il sistema di monitoraggio stato posizionato ad una altezza compresa tra 2,5 e 3 m dal piano stradale in zona
aperta e ventilata ed ancorato, tramite fascetta di serraggio in materiale plastico, prevalentemente ai pali della rete di
illuminazione pubblica.
I campionatori passivi sono stati esposti per un periodo di tempo compreso tra un minimo di circa 3 giorni ed un
massimo di circa 4 giorni.
La campagna di monitoraggio ha avuto inizio, contestualmente su tutti i siti prescelti, la mattina del luned 26/01/1998
e si articolata nelle 4 fasi di campionamento riportate nella tabella. .
Ciascuna fase, della durata di 4 o 3 giorni, ha coperto rispettivamente il periodo feriale (luned-venerd) o quello
festivo (sabato-domenica) di ciascuna settimana secondo il calendario riportato nella tab. 2. 31.
GENNAIO '98 FEBBRAIO '98
26
lun
27
mar
28
mer
29
gio
30
ven
31
sab
1
dom
2
lun
3
mar
4
mer
5
gio
6
ven
7
sab
8
dom
9
lun
Fase fase 2 fase 3 fase 4
Tabella 2.31 - Periodo e fasi della campagna di monitoraggio
Per ciascun tipo di inquinante monitorato sono stati esposti complessivamente 180 campionatori passivi.
La campagna di monitoraggio stata condotta su 45 punti della citt di Palermo, di cui 7 coincidenti con le attuali
cabine fisse della rete di monitoraggio. I punti, ad eccezione del nr. 1 (cabina Casa del Sole), ricadono nellarea delimitata a
NORD della via Belgio, ad OVEST e a SUD dal viale Regione Siciliana e ad EST dalla zona industriale di Brancaccio.La
scelta dei punti stata effettuata tenendo conto della diversa densit di traffico ed in particolare, per le zone ad intenso,
medio e basso traffico, il numero dei siti stato suddiviso rispettivamente nelle percentuali del 30%, 35% e 35%. Tale
criterio di scelta garantis ce una sufficiente rappresentativit dei valori rilevati e al contempo consente di evitare una errata
visione, in eccesso o in difetto, dello stato complessivo della qualit dellaria a Palermo.
Risultati e discussione
I valori della concentrazione media in aria di benzene, biossido di azoto e biossido di zolfo ottenuti per ciascun sito
nelle quattro fasi del campionamento sono riportati geograficamente nelle figg. E stato eseguito il confronto dei dati con i
valori dellobiettivo di qualit per il benzene, con i valori limite per il biossido di azoto e con i valori di attenzione per il
biossido di zoto, previsti dalla normativa vigente (nel periodo oggetto di indagine). Per il Benzene, nel 1998, lobiettivo di
qualit stato rispettato nel numero di siti indicato nella tab. 2. 32.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
82
Nr. siti entro i limiti Obiettivo
di qualit
Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4
10 mg/m3 6 10 20 18
15 mg/m3 20 27 32 30
Tabella 2.32- Fasi della campagna di monitoraggio
Per i restanti siti i valori si sono sempre mantenuti oltre i valori degli obiettivi di qualit. In particolare, durante il
periodo della fase 1, caratterizzata da una situazione meteoclimatica piovosa ma stabile con venti deboli, i siti nr. 12, 17,
18, 20, 27, 29, 30, 31 e 42 hanno fatto registrare concentrazioni superiori a 25 mg/m3 con valori particolarmente elevati per
quanto riguarda il sito 31 (fase 1: 160 mg/m3; fase 2: 331 mg/m3, fase 3: 435 mg /m3; fase 4: 216 mg /m3). In fig.2. 39
riportata una mappa colorata in funzione delle concentrazioni di benzene in mg/m3 relativa alla fase 1. Le mappe relative
alle altre fasi sono riportate in allegato 5.
Figura 2.28 - Distribuzione della concentrazione media di benzene fase 1 (1998)
Biossido di azoto
I valori della concentrazione media del biossido di azoto in aria ottenuti per ciascun sito nelle quattro fasi del
campionamento sono riportati geograficamente in planimetria. In fig. 2.40 si riporta a titolo di esempio la mappa relativa
alle seconda fase.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
83
Anche in questo caso, seppur in entit meno evidente per le peculiarit del processo di formazione del biossido di
azoto, dall'esame dei dati si osservata in generale una riduzione dei valori rilevati nelle fasi successive alla 1 dovuta alle
mutate condizioni meteo.
Per il biossido di azoto non risulta possibile un confronto diretto dei dati ottenuti (espressi come media giornaliera) con
il valore limite previsto dalla normativa vigente nel periodo di indagine (media oraria 200 mg/m3). Pertanto, il codice di
colori delle concentrazioni adottato in fig. 2.40 da ritenersi puramente indicativo ed ha lo scopo di evidenziare soltanto le
diverse concentrazioni rilevate.
Figura 2.29 - Distribuzione della concentrazione media di biossido di azoto fase 2 (1998)
Biossido di zolfo
I valori della concentrazione media del biossido di zolfo in aria ottenuti per ciascun sito nelle quattro fasi del
campionamento sono stati riportati geograficamente in planimetria. Nella fig. 2.41 si riportano a titolo di esempio i valori
relativi alla prima fase del 1998 mentre in allegato 5 si riportano le mappe relative alle altre tre fasi.
Anche in questo caso, analogamente al benzene, dall'esame dei dati si osservata in generale una sensibile riduzione
dei valori rilevati nelle fasi successive alla 1 dovuta alle mutate condizioni meteo.
Dall'esame dei dati rilevati si evidenziato che in nessuna fase della campagna di monitoraggio mai stato raggiunto il
valore del livello di attenzione previsto dalla vigente normativa allepoca della indagine (DM 25/11/94) di 125 mg/m3. In
particolare, il valore pi alto, rilevato durante la fase 1 presso il sito 17, di 71,4 mg/m3.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
84
Anche in questo caso, il codice di colori delle concentrazioni adottato in fig. 2.30 ed in allegato 5 da ritenersi
puramente indicativo ed ha lo scopo di evidenziare soltanto le diverse concentrazioni rilevate.
Figura 2.30 - Distribuzione della concentrazione media di biossido di zolfo fase 1 (1998)
Campagne di monitoraggio del benzene nel periodo 1999-2000
Sono state eseguite quattro campagne di rilevamento del benzene nel periodo 1999-2000 (25/01/1999-06/02/1999,
22/09/1999, 11-25/10/1999, 15/05/2000-05/06/2000 rispettivamente in 50, 30, 55 e 69 punti di misura). Le determinazioni
analitiche dei campionatori sono state effettuate presso il laboratorio chimico del Dipartimento Controllo Ambientale e
Servizi dellAMIA ed eseguita secondo la metodica standard.
Alcuni dei risultati ottenuti sono riportati nelle figg. 2.31 e 2.32 la cui comparazione consente di valutare il contributo
positivo dellutilizzo delle ZTL (Zone a Traffico Limitato).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
85
Figura 2.31- Distribuzione della concentrazione media di benzene 22/09/1999 (aerea contornata da linea blu chiusa al
traffico)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
86
Figura 2.32 - Distribuzione della concentrazione media di benzene 25/10/1999
2.1.10 Simulazioni e mappature a scala urbana. Applicazione nel territorio comunale di Milazzo (ME)
Lallegato 1 del DM 261/2002 prevede lapplicazione di modelli di diffusione come un utile strumento per ottenere
informazioni su porzioni di territorio in cui non esistano punti di misura, correlazioni tra emissioni ed immissioni (matrici
sorgenti-recettori), studiare scenari ipotetici di emissioni alternativi rispetto al quadro attuale e/o passato.
In ambito regionale sono state gi effettuate applicazioni di modelli di diffusione, si riporta a titolo di esempio un caso
studio effettuato sul territorio comunale di Milazzo (ME) ma applicabile a tutto il territorio regionale.
LAssessorato Regionale Territorio e Ambiente in collaborazione con il DREAM (Dipartimento di Ricerche
Energetiche ed Ambientali di Palermo ) ha effettuato la valutazione dellinquinamento atmosferico da traffico veicolare per
differenti scenari nellambito del territorio comunale di Milazzo (ME). E stato costruito il grafo delle pi importanti arterie
viarie della citt, si effettuato il rilievo dei flussi e della composizione del traffico e sono state condotte alcune
simulazioni con il modello Caline 4 in una griglia di punti. E stata infine eseguita linterpolazione grafica dei valori
calcolati al fine di costruire le curve di isoconcentrazione. Si riporta in fig. 2.33 titolo di esempio la mappa delle
concentrazione medie diurne nelle peggiori condizioni meteo-climatiche per il parametro CO in mg/m
3
.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
87
Fig. 2.33 - Mappa delle concentrazione medie diurne di CO nelle peggiori condizioni meteo-climatiche
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
88
2.1.11 Emissioni di inquinanti da altre infrastrutture dei trasporti
LAssessorato Territorio e Ambiente si gi attivato al fine di elaborare la stima e valutazione dellinquinamento
proveniente da infrastrutture portuali ed aeroportuali. Nella prossima revisione del Piano saranno presentati i primi risultati
di tali attivit.
2.1.12 Emissioni di inquinanti da impianti di riscaldamento. Mappature urbane
Lorganizzazione di un valido programma di lotta contro gli inquinamenti atmosferici evidentemente subordinata alla
predisposizione di studi e ricerche al fine di stabilire il carattere dellinquinamento, la sua entit e la sua distribuzione
spaziale.
Si dispone qui di seguito un breve esame delle fonti di inquinamento atmosferico, tenendo conto in particolare
dellanalisi delle fonti della contaminazione di fondo, che presente in misura variabile in tutti gli altri agglomerati
urbani e comprende essenzialmente i prodotti della combustione degli impianti di riscaldamento ed i gas di scarico dei
motori a scoppio. Si osserva che negli ultimi anni un notevole passo avanti stato fatto nel campo degli impianti di
riscaldamento con la sostituzione degli impianti a gasolio con quelli a metano, con la conseguente riduzione dellSO
2
immessa nellatmosfera.
Infine gli impianti industriali, quando esistono, si aggiungono o si sovrappongono alla contaminazione di fondo, e la
contaminazione globale che ne deriva assume nelle diverse localit aspetti vari per tipo, grado ed estensione. Generalmente,
e ci sempre vero per la Sicilia, gli impianti di produzione sono concentrati in aree (A.S.I.), fissate da piani regolatori
relativamente distanti dai centri abitati, consentendo un pi facile controllo dei prodotti emessi. Le imprese, inoltre,
investono sui sistemi di depurazione delle effluenze al fine di limitare le immissioni in atmosfera.
Il processo metodologico e valutativo ha esaminato linquinamento atmosferico causato dal traffico veicolare e da
quello indotto dalle attivit antropiche insediate nellarea stessa. I principali elementi di valutazione sono.
situazioni dinsediamento esistenti;
tipologie architettoniche e di trasporto quali: geometria ed altezza degli edifici; tipologie viarie; flussi di
traffico (correlati alla tipologia dei mezzi); nodi di traffico; peculiarit di sviluppo.
In riferimento al grado di conoscenza degli elementi principali (ed in funzione di questi), si proceduto allesame dei
dati sperimentali storici relativi e disponibili su aree urbane e perturbane compatibili e coerenti per tipologia viaria /
urbanistica e per regime di traffico, allo sviluppo di correlazioni; alle proiezioni dimpatto; alla definizione dei vincoli che
vanno garantiti e previsti.
La sequenza danalisi stata sviluppata sui seguenti elementi:
Concentrazione;
Traffico;
Tipologia viaria;
Periodo stagionale;
Densit edilizia e coefficiente volumico;
Dati meteoclimatici;
Parametri fisico-tecnici degli edifici.
I parametri pi significativi sono SO
2
, NO
2
e CO. Gli impianti di riscaldamento contribuiscono circa il 5% per gli
ossidi di zolfo, il 4% per quelli di azoto ed il 3% per il monossido di carbonio.
Le emissioni di inquinanti da impianti di riscaldamento a gasolio sono di tipo stagionale, cio limitato al periodo inve
rnale, ed interessano i bassi strati dellatmosfera sovrastante i grossi centri urbani, dove massiccio laddensamento
delle sorgenti di inquinamento. Esso trae origine dalle condizioni di esercizio degli impianti termici e dal tipo di
combustibile impiegato. La qualit e quantit degli effluenti sono direttamente influenzati dal tipo di fonte energetica
utilizzata, cio di combustibile, come pu osservarsi nella tab. 2. 33.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
89
Tipo di inqui nante Fonti di combustione
Carbone Nafte Gas
Acidi Organici 15.000 6.000 0,50
Aldeidi 1.000 400 0,50
Ammoniaca 1.000 400 0,10
Idrogeno Solforato 500 250 tracce
Materie Organiche 10.000 2.000 0,50
Materiali Solidi 100.000 400 tracce
Ossidi di Azoto 4.000 3.000 3,00
Ossidi di Zolfo 20.000 9.000 0,20
Tabella 2.33 - Tipo e quantit di inquinanti immessi giornalmente nellaria da una comunit di 100.000 ab, secondo le
fonti di combustione (KG.)
Leffluente maggiormente prodotto, nel caso di impianti di riscaldamento funzionanti a gasolio, SO2 per cui viene
assunto come elemento tracciante per la valutazione dellinquinamento atmosferico da impianti di riscaldamento. La
determinazione delle quantit di SO
2
da detti impianti e la distribuzione al suolo stata ogget to del presente studio.
Ai fini della valutazione dellincidenza dei prodotti combustivi degli impianti termici sullinquinamento urbano, assume
notevole importanza il regime di funzionamento degli impianti. Il cattivo funzionamento dovuto, oltre che allimpiego di
combustibile inadatto, anche a difetti di progettazione e dei materiali, e di tiraggio della canna fumaria. Per ovviare a questo
inconveniente il legislatore gi con il D.P.R. 24/05/88 n. 203 prescriveva le temperature di esercizio, i criteri di ventilazione
dei locali caldaia, i tipi di combustibili consentiti, le dimensioni dei camini e indica con appositi regolamenti anche le
operazioni necessarie per manutenzione e controllo degli impianti. Per calcolare la quantit di SO
2
immessa nellatmosfera
(costituenti gli input nel modello di Gifford - Hanna) e quindi il grado di inquinamento dovuto agli impianti termici,
necessario conoscere il consumo stagionale dei combustibili usati per il riscaldamento degli edifici.
Quindi la valutazione teorica del grado di inquinamento atmosferico delle aree urbane causato dal riscaldamento degli
edifici si basa sulla conoscenza dei consumi di combustibili, da cui si pu risalire alla quantit di SO2 immessa
nellambiente.
Al fine di ottenere la mappa di emissione il territorio stato suddiviso in un reticolo a maglia quadrata. Ciascuna
maglia del reticolo comprende una definita area geografica in cui cade un certo numero di sorgenti puntiformi
uniformemente distribuite (impianti di riscaldamento degli edifici). Linsieme di queste piccole sorgenti rappresenta una
sorgente-area il cui effetto complessivo (coefficiente di emissione in g/m
2
*sec) quello corrispondente ad una sorgente
ideale equivalente posta al centro della maglia.
Anche per questa tipologia di sorgente antropica di inquinanti stoto condotto uno studio del territorio comunale di
Milazzo (ME), In base ad unanalisi dettagliata delle caratteristiche orografiche dellarea di Milazzo e del suo sviluppo
urbanistico, si suddiviso il territorio in un reticolo a maglie quadrate di lato 500 m.
I criteri di scelta del reticolo tengono conto essenzialmente di due fattori:
esistenza di un asse preferenziale di sviluppo urbanistico
proliferazione di fasce di edilizia spontanea lungo le varie reti esterne
Quindi il coefficiente di emissione delle sorgenti-area su definite funzione:
della quantit di SO2 emessa per riscaldare di 1C un metro cubo di volume edificato;
della zona climatica;
della densit edilizia effettiva;
del microclima del territorio.
La distribuzione al suolo di SO2 pu essere ottenuta realizzando una mappa della zona in studio, in funzione del
diverso livello di inquinamento potenziale, conoscendo le caratteristiche e la quantit di emissioni.
La mappatura della zona in esame, pu essere realizzata sviluppando il calcolo della ricaduta al suolo dei vari
contaminanti atmosferici mediante luso del modello matematico di Gifford Hanna. Tale modello adatto alla stima
previsionale dellinquinamento atmosferico di impianti di riscaldamento. Per il caso di recettori allinterno di una citt la
componente dellinquinamento dellaria urbana, dovuta a sorgenti distribuite, fortemente influenzata dalla intensit delle
emissioni e dalla velocit media del vento.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
90
I valori ottenuti sono risultati sempre minori dei limiti di normativa e possono lasciare presumere un rischio contenuto
per la popolazione esposta.
La percentuale di impianti funzionanti a gasolio notevolmente ridotta a favore degli impianti di riscaldamento a
metano che non producono SO
2
. Il risultato stato quindi quello di ottenere un notevole abbattimento di SO
2
nel territorio,
che pertanto diventa quasi esclusivamente dovuto agli impianti industriali della zona.
Al fine di valutare gli inquinanti prodotti dagli impianti di riscaldamento alimentati a metano ci si riferiti ai dati di
consumo annuale di tale gas. In particolare sono stati presi in considerazione i consumi di gas annuali con riferimento
spaziale. I valori a disposizione per ciascuna area rappresentano i mc consumati durante lanno allinterno di ciascuna area.
Per valutare lemissione del CO e dellNOx stato adottato il metodo proposto dal CORINAIR per gli impianti per uso
civile e con potenzialit inferiore ai 50 MW.
Lemissione media oraria di CO di ogni cella stata determinata considerando che il numero di ore di funzionamento
giornaliero degli impianti di riscaldamento previsto dalla normativa in base alla zona climatica pari ad 8 ore.
I risultati relativi alle diverse simulazioni di emissione atmosferica degli inquinanti sono stati riportati sotto forma di
emissione media (CO ed NOx) al suolo su un dominio esteso.
Anche in questo caso i valori ottenuti possono lasciare presumere un rischio contenuto per la popolazione esposta.
2.1.13 Inquinamento proveniente da altre aree esterne
Molti dei fenomeni atmosferici di maggiore rilevanza ambientale e sanitaria sono connessi allinquinamento
fotochimico da ozono e dal materiale particolato, in particolare nelle frazioni fine PM
10
ed ultrafine PM
2,5
. Recenti studi
hanno messo in evidenza il peso determinante dei processi di produzione secondaria delle polveri, analoghi a quelli che
portano alla formazione dellozono. Sia lozono troposferico che il materiale particolato sono quindi manifestazioni del
medesimo problema di inquinamento, esteso a larga scala.
A tal fine si promuover la costituzione di un tavolo di coordinamento tecnico che coinvolgendo lARPA Sicilia e
lAgenzia Ambientale di Calabria, porti allavvio di un progetto per la realizzazione di un servizio di valutazione,
previsione e supporto alla gestione della qualit dellaria a scala extraregionale. Tale sistema, utilizzando metodi di
modellazione, combinati con la meteorologia, gli inventari delle emissioni ed i sistemi di misurazione, consentir di:
eseguire con continuit una valutazione della qualit dellaria estesa a tutto il territorio, individuando gli
agglomerati e le zone dove gli obiettivi di qualit dellaria non sono rispettati;
prevedere levoluzione degli episodi di inquinamento;
eseguire lanalisi degli scenari a lungo termine e su larga scala ed a breve termine su scala limitata.
2.1.14 Inqui namento generato da eventi naturali
Le fonti dell'inquinamento atmosferico sono molteplici. Si possono individuare fonti di origine naturale, come le
emissioni legate a effetti vulcanici o alle reazioni di decomposizione di materiali organici naturali che avvengono nelle
paludi, nelle torbiere e cos via. Linquinamento atmosferico ascrivibile ad eventi di tipo naturale rileva, nel caso del
territorio siciliano, uno specifico interesse rispetto allo studio dellaerosol marino e delle emissioni vulcaniche.
Ogni fonte di emissione caratterizzata da una serie di fattori che riguardano:
a) la natura della sostanza o delle sostanze contemporaneamente immesse nell'atmosfera;
b) la quantit e la durata dell'emissione;
c) le modalit con le quali questa emissione avviene;
d) la localizzazione dell'emissione;
e) la porzione di atmosfera direttamente interessata all'emissione.
Saranno realizzati alcuni campionamenti di aria e di polveri, attivando laspirazione dellaria solo quando il vento
soffier in determinate direzioni, al fine di distinguere tre situazioni emissive diversificate: urbana+industriale,
indifferenziata, aerosol marino oppure urbana+industriale, indifferenziata, vulcanica.
In Sicilia le attivit vulcaniche dellEtna e dello Stromboli effetti ambientali che possono esser cos riassunti:
Etna: colate laviche, incendi boschivi, emissioni di gas in atmosfera, deposizioni di ceneri, danni a persone, edifici,
infrastrutture.
Stromboli: colate laviche, emissione di gas in atmosfera, deposizione di ceneri.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
91
2.2 ANALISI DEI DATI METEOCLIMATICI
2.2.1 Introduzione
La caratterizzazione meteoclimatica della regione Sicilia stata condotta al fine di individuare le informazioni
necessarie alle applicazione dei modelli di previsione e di simulazione della qualit dellaria. A tale scopo sono stati
analizzati i dati delle varie reti di rilevamento comprendendo anche quelli delle stazioni dellAeronautica Militare. Lo studi
si articola in varie fasi di analisi. Preliminarmente sono state descritte le reti di rilevamento, sono stati analizzati i dati delle
stazioni e sono state elaborate alcune carte tematiche. Sono state quindi definite le caratteristiche del clima a livello locale e
regionale.
2.2.2 Rete di rilevamento e sue finalit
Lassessorato Agricolture e foreste ha predisposto un della Regione Sicilia ha predisposto un Atlante climatologico e la
Carta Climatica della Sicilia frutto delle elaborazioni climatologiche territoriali svolte anche con lausilio di opportune
tecniche di spazializzazione dei dati puntuali. I dati di base sono quelli del trentennio 1965-1994 relativi a 125 stazioni
pluviometriche e 55 termopluvometriche del Servizio Idrografico Regionale (fig. 2.34). Le carte tematiche sono state
realizzate alla scala 1:25000.
Alle stazioni del Servizio Idrografico si aggiungono altre stazioni di rilevamento dei parametri climatici (includendo
anche intensit e direzione del vento, pressione atmosferica, radiazione globale, ecc) gestite da enti locali, universit e
privati, distribuite su tutto il territorio regionale.
Le stazioni presenti sul territorio regionale sono in grado di garantire il monitoraggio in continuo dei principali
parametri agro-idro-meteorologici del territorio della Sicilia con unadeguata risoluzione spaziale e temporale, allo scopo
di:
caratterizzare il territorio dal punto di vista climatico in un ottica di lungo periodo (studio, pianificazione
territoriale e progettazione, analisi statistica);
supportare l'attivit meteorologica ed agrometeorologica nelle sue azioni quotidiane;
supportare talune scelte decisionali di enti preposti alla gestione o allutilizzo del territorio quali Consorzi di
Bonifica, Comunit Montane, Genio Civile, Operatori agricoli, ecc.;
supportare l'azione di organismi di pronto intervento nella gestione delle situazioni di allerta meteorologica,
idrologica ed ambientale.
Lintegrazione delle stazioni in ununica rete pu costituire un adeguato compromesso in grado di assolvere alle
molteplici esigenze di varie categorie di utenti.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
92
Stazione pluviometrica
Stazione termopluviometrica
Figura 2.34 - Distribuzione delle stazioni del Servizio Idrografico Regionale
La Carta climatica della Sicilia consiste in diversi tematismi, alcuni dei quali alla scala 1:250000 (temperatura e
precipitazioni medie annue) altri, in forma di carte ancillari (di accompagnamento alla principale), alla scala 1:1500000
(quinto, venticinquesimo, cinquantesimo, settantacinquesimo e novantacinquesimo percentile delle precipitazioni totali
annue, temperatura media delle minime nel mese pi freddo, media delle massime nel mese pi caldo, evapotraspirazione
potenziale media annua e alcuni indici climatici).
LAtlante climatologico, oltre a comprendere tutte le rappresentazioni cartografiche ora dette, contiene ulteriori
particolari elaborazioni (altri indici climatici, distribuzione spaziale dei valori mensili di temperatura ed evapotraspirazione
potenziale, ecc.).
In accordo con lOrganizzazione Meteorologica Mondiale, secondo cui il clima costituito dallinsieme delle
osservazioni meteorologiche relative ad un trentennio, stato preso in considerazione il trentennio disponibile pi vicino,
che va dal 1965 al 1994, sulla base dei dati gi pubblicati dal Servizio Idrografico Regionale.
Delle numerose stazioni presenti in Sic ilia, come gi detto ne sono state scelte 55 termopluviometriche e 125
pluviometriche. Questa selezione stata fatta preferendo quelle stazioni che consentissero la maggiore copertura possibile
del territorio regionale, individuate possibilmente tra quelle che presentavano lintero trentennio climatico.
Sullarchivio provvisorio stata avviata una procedura automatizzata di controllo di qualit dei dati, per verificarne
lattendibilit. Sono stati condotti due tipi di controllo di qualit dei dati meteorologici; il primo, consistente nel cosiddetto
controllo climatico, si basa sul confronto tra il dato in esame e alcune soglie climatiche, considerate come i limiti al di l
dei quali rilevante la probabilit che esso sia errato; il secondo tipo di controllo (controllo spaziale) mette in relazione i
dati rilevati nello stesso momento in diverse stazioni, ubicate su siti vicini e confrontabili e aventi quindi caratteristiche
climatiche simili, determinandone il grado di correlazione. Attraverso questi controlli stato possibile scartare i dati non
attendibili e passare cos alla fase di ricostruzione statistica dei dati.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
93
La distribuzione spaziale delle elaborazioni climatologiche
Per passare da una serie di dati puntuali a una distribuzione continua nello spazio, che consenta la rappresentazione
cartografica dellandamento delle diverse grandezze meteo-climatiche si possono impiegare diversi metodi. Tra i pi diffusi
si ricordano ad esempio la media aritmetica (il pi semplice), la media mobile pesata, in cui il peso in genere linverso
della distanza elevato a potenza, le tecniche delle isoiete e dei topoieti. Negli ultimi anni, anche in climatologia si fa ricorso
sempre pi spesso ai metodi geostatistici, che oltre allinterpolazione dei i dati puntuali, mediante limpiego di appropriati
algoritmi di calcolo, danno pure la possibilit di unanalisi statistica, sia a monte che a valle del processo di
spazializzazione. In proposito, il metodo del Kriging sembra presentare le migliori possibilit applicative in climatologia;
per tale ragione esso stato qui utilizzato per linterpolazione dei dati delle precipitazioni. I risultati ottenuti, confrontati
con i dati puntuali sulle singole stazioni e con le conoscenze del territorio regionale sembrano confermare la validit
dellapplicazione di tale metodologia per linterpolazione spaziale dei totali annui di precipitazioni. In ogni caso esso si
ritenuto di privilegiare tale metodo rispetto ad altri che, provati nella fase iniziale delle elaborazioni (ad esempio media
mobile pesata con linverso della distanza al quadrato o alla quarta potenza) avevano portato a risultati comunque
accettabili.
Per linterpolazione dei dati di temperatura, considerata lelevata correlazione con la quota di tale parametro, almeno
per quanto riguarda i valori medi, che poi sono quelli elaborati, stato invece utilizzato il metodo del gradiente termico
verticale medio (0,5C/100 m di quota, per le temperature medie annue) attraverso limpiego del DEM (Digital Elevation
Model) prodotto qualche anno fa dallAssessorato Regionale dei Beni Culturali e Ambientali. Purtroppo non stato
possibile applicare in parte o in tutto tale metodologia alle precipitazioni, in quanto in tal caso la correlazione con la quota
non mai costante e definita su tutto il territorio, come invece succede, appunto, per le temperature.
Le elaborazioni anzidette sono state effettuate utilizzando alcune funzioni offerte dagli strumenti GIS (sistemi
informativi geografici).
Nel caso oggetto di studio stato soprattutto utilizzato il software ARC-VIEW con lestensione SPATIAL ANALYST,
mentre solo per qualche applicazione sono state utilizzate anche alcune particolari funzioni di ARC-INFO.
Le carte di base ottenute attraverso tali metodologie sono:
temperature medie annue e mensili, precipitazioni medie annue,
precipitazioni annue a diversi livelli di probabilit: 5, 25, 50
(mediana), 75 e 95 percentile.
A partire da esse, attraverso ulteriori elaborazioni, sono poi state ottenute molte altre carte derivate: escursioni
termiche medie annue, temperature massime nel mese pi freddo, temperature minime nel mese pi freddo,
evapotraspirazione potenziale mensile e annua, indici climatici di Lang, De Martonne, Emberger, Thornthwaite, Rivas-
Martinez.
Carta delle precipitazioni annue
La carta riporta i valori mediani (50 percentile) dei totali annui delle precipitazioni del trentennio 1965-1994. Per
quanto anche in questo caso si tratti di una carta di tipo generale, essa d gi la possibilit di una migliore conoscenza delle
caratteristiche pluviometriche delle diverse aree, soprattutto se a essa si affiancano i grafici che schematizzano la
distribuzione mensile dello stesso parametro.
Anche in tal caso vale il criterio della similitudine gi detto, per cui in aree con analoghe caratteristiche pluviometriche
risulta pi agevole la scelta delle stazioni rappresentative dellarea di interesse in modo da accedere successivamente alle
analisi probabilistiche a livello puntuale (singolo sito di rilevazione). Ci, appare peraltro ancora pi valido e interessante,
qualora si consideri che la distribuzione mensile delle precipitazioni annue risulta in Sicilia raggruppabile in tre tipologie
che poco, tuttavia, differiscono tra loro, e tutte comunque riconducibili al tipico clima mediterraneo.
Carte di elaborazione probabilistica delle precipitazioni totali annue
Oltre alla carta ora detta, sono state anche effettuate delle elaborazioni cartografiche sulla base dello studio
probabilistico delle precipitazioni totali annue. Si tratta di un arricchimento dellinformazione di tipo pluviometrico che ci
consente di conoscere lentit delle precipitazioni annue a diversi livelli di non superamento, secondo il significato gi visto
prima, nella parte metodologica. Carte di elaborazione probabilistica delle precipitazioni totali annue Oltre alla carta ora
detta, sono state anche effettuate delle elaborazioni cartografiche sulla base dello studio probabilistico delle precipitazioni
totali annue. Si tratta di un arricchimento dellinformazione di tipo pluviometrico che consente di conoscere lentit delle
precipitazioni annue a diversi livelli di non superamento, secondo il significato gi visto prima, nella parte metodologica.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
94
Sul territorio regionale sono presenti altre stazioni meteorologiche ed agrometeorologiche come indicato in tab. 2. 34.
TRAPANI BIRGI 154 SICILIA TP TRAPANI 7 37 55' 12 30' AM
PALERMO PUNTA RAISI 157 SICILIA PA CINISI 21 38 10' 13 5' ENAV
MESSINA 164 SICILIA ME MESSINA 59 38 12' 15 33' AM
PIETRANERA 230 SICILIA AG
SANTO STEFANO
QUISQUINA
158 37 30' 13 31' RAN
GELA 168 SICILIA CL GELA 11 37 5' 14 13' AM
SANTO PIETRO 231 SICILIA CT CALTAGIRONE 313 37 7' 14 31' RAN
LIBERTINIA 232 SICILIA CT RAMACCA 183 37 32' 14 34' RAN
COZZO SPADARO 175 SICILIA SR
PORTOPALO DI
CAPO PASSERO
46 36 41' 15 8' AM
AM = Rete sinottica del Servizio Meteorologico dellAeronautica militare
ENAV = Ente nazionale di Assistenza al Volo
RAN = Rete Agrometeorologica Nazionale dellUfficio Centrale di Ecologia Agraria
Tabella 2.34 - Rete regionale stazioni
La dotazione strumentale costituita da sensori in grado di acquisire i parametri indicati nelle tabb. 2. 35 e 2.36.
Sensori installati
Intervallo di
acquisizione
Tipo di misura Massimi e minimi Unit di misura
Temperatura aria a 2 m 60 min. Istantanea si C
Precipitazione a 2 m 10 min. Totale no mm
Umidit relativa a 2 m 60 min. Istantanea si %
Velocit del vento a 10 m 10 min. Media no m/s
Direzione del vento a 10 m 10 min. Istantanea no gradi
Pressione atmosferica 60 min. Istantanea si hPa
Radiazione globale 60 min. Totale no KJ/m
Tabella 2.35 - Configurazione Stazioni Trapani, Palermo, Messina, Gela, Cozzo Spadaro
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
95
Sensori installati
Intervallo di
acquisizione
Tipo di misura Massimi e minimi Unit di misura
Temperatura aria a 2 m 60 min. Istantanea si C
Temperatura aria a 5 cm 60 min. Istantanea si C
Temperatura suolo a -10 cm 180 min. Istantanea si C
Temperatura suolo a -50 cm 180 min. Istantanea si C
Precipitazione a 2 m 10 min. Totale no mm
Umidit relativa a 2 m 60 min. Istantanea si %
Velocit del vento a 10 m 10 min. Media no m/s
Direzione del vento a 10 m 10 min. Istantanea no Gradi
Pressione atmosferica 60 min. Istantanea si hPa
Radiazione globale 60 min. Totale no MJ/m
Eliofania 60 min. Totale no Ore
Bagnatura fogliare 60 min. Totale no Ore
Tabella 2.36 - Configurazione stazioni Pietranera, Santo Pietro E Libertinia
Figura 2.35 - Ubicazione Stazioni RAN
Obiettivo della Regione Sicilia di mettere in rete tutte le stazioni al fine di creare una rete di monitoraggio integrata
soggetta a verifiche periodiche ed a validazione e certificazione dei dati che potr:
garantire laffidabilit dei dati e dei prodotti elaborati;
migliorare il servizio verso lutenza;
favorire lomogeneit dei comportamenti del personale preposto alle attivit di manutenzione stazioni,
acquisizione, validazione e diffusione dei dati.
La rete sar composta da:
stazioni periferiche di rilevamento;
rete di telecomunicazione;
centro di acquisizione elaborazione dati con sede a Palermo.
Le stazioni periferiche di rilevamento e la rete di telecomunicazione potranno costituire la rete di telemisura.
Le stazioni saranno suddivise essenzialmente in 4 categorie:
stazioni agro-meteorologiche;
stazioni meteorologiche;
stazioni idrometriche;
stazioni idrometeorologiche.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
96
Alcune delle stazioni fungeranno da ripetitori radio garantendo le telecomunicazioni dei dati.
Il personale provveder quotidianamente alle operazioni di acquisizione ed archiviazione dei dati monitorati dalle
periferiche della rete in tempo reale, verificandone lintegrit e la consistenza temporale ed analizzando i valori con
lausilio di programmi che evidenziano: ripetitivit dei dati, superamento di valori soglia e presenza di aberrazioni.
Ulteriori controlli verranno operati confrontando anche graficamente la consistenza e levoluzione temporale dei fenomeni
tra stazioni circostanti o tra diversi parametri meteorologici correlati.
Sempre a cura del personale addetto saranno periodicamente eseguiti presso la stazione meteorologica gli interventi di
manutenzione atti a garantire il corretto funzionamento dei sensori, la loro sostituzione in caso di guasto, o il loro controllo
in caso di dubbio funzionamento.
2.2.3 Considerazioni climatiche sulla Sicilia
La climatologia la scienza che studia i macroclimi ed i microclimi. Per macroclima si intende leffetto risultante dalla
combinazione dei vari fattori meteorologici che caratterizzano una regione in un lungo periodo; per microclima invece si
intende leffetto risultante dei vari fattori meteorologici che caratterizzano una piccola area del territorio.
I fattori meteorologici sono: la temperatura dellaria, le precipitazioni, la pressione atmosferica, lumidit relativa, lo
stato del cielo, il regime dei venti, la radiazione solare. La combinazione dei vari fattori in un preciso istante fornisce la
condizione del tempo.
Lanalisi di queste condizioni pu avere risvolti applicativi molto vasti e interessare numerosi campi delle attivit
umane, come la gestione del territorio nei suoi vari aspetti, la salvaguardia dellambiente e tutte le attivit di
programmazione, sia a livello politico che tecnico.
La conoscenza dettagliata del clima in tutte le sue manifestazioni consente di guardare i fenomeni atmosferici pi come
risorsa utile che come avversit.
Tra i settori maggiormente interessati alla climatologia ricordiamo:
lagricoltura, sia a livello di programmazione in generale, sia per la scelta della destinazione nei diversi
comprensori;
la protezione dalle avversit atmosferiche, attraverso lindividuazione dei migliori mezzi necessari a limitarne
i danni;
lidrologia, in relazione alla problematica dei dissesti e della conservazione del suolo ad alla gestione delle
risorse idriche;
la protezione dellambiente, sia agricolo che urbano, anche in relazione alla diffusione di sostanze inquinanti.
In agricoltura disporre di studi climatici dettagliati consente di definire specificamente e con precisione la
vocazionalit dellambiente nei confronti di una determinata coltura.
E noto, infatti, che aree anche geograficamente vicine possono presentare differenze climatiche talvolta consistenti,
soprattutto in dipendenza di una differente situazione orografica o topografica.
Non tenere conto di questi elementi pu comportare scelte sbagliate, con notevoli ripercussioni economiche ed
ambientali.
La conoscenza approfondit a dellandamento di alcuni elementi meteorologici (radiazione solare, vento, ecc.) pu
essere di grande aiuto, inoltre, per la definizione dei criteri costruttivi degli apprestamenti protettivi (serre, tunnels, ecc.).
Un altro settore, assai caro soprattutto allagricoltura del Meridione, in quanto legato ai problemi della cronica e
crescente carenza dacqua, quello dellidrologia. Lacqua una risorsa insostituibile e preziosa, anche perch, purtroppo,
limitata e sempre pi contesa tra i diversi ambiti delle attivit umane. Per questo necessario gestirla in modo ottimale.
Studio del clima
I principi della climatologia trovano, oggi, ampia applicazione in varie branche della scienza, quali la geomorfologia,
lagricoltura, la biologia, lecologia, la bioclimatologia, ecc..
Il clima uno dei fattori che condizionano le caratteristiche del paesaggio terrestre, sia sotto laspetto panoramico che
dal punto di vista degli equilibri biologici.
La morfologia superficiale della terra continuamente modificata dallerosione esercitata dal vento e dalle acque
meteoriche, talvolta in forma rovinosa: frane, spostamento di litorali, dilavamento di terreni agrari, ecc..
Le condizioni atmosferiche e quelle del suolo (umidit, temperatura, pedologia) influenzano lo sviluppo e la crescita
delle piante, la produzione di vegetali e, quindi, la loro distribuzione sulla crosta terrestre.
Le caratteristiche fisiche dellHabitat sono in stretta correlazione con la ripartizione delle specie animali nelle varie
parti della terra e ne influenzano la mobilit: fauna stanziale o migrante.
Ai vari elementi climatici stata sempre riconosciuta unazione importante nel rapporto con gli organismi. Questa
constatazione, che ha avuto alterne vicende, torna oggi pi che mai alla ribalta riconoscendo in questi elementi una
concausa nella patogenesi di alcune forme morbose e, per altro aspetto, in azione di medicina preventiva e terapeutica.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
97
Le informazioni della climatologia dinamica (inversione di temperatura, stabilit dellaria, rosa dei venti,
precipitazioni) permettono di individuare le condizioni meteoclimatiche critiche nei riguardi della salvaguardia
dellambiente dallinquinamento atmosferico.
La conoscenza dellevoluzione del clima nel tempo costituisce la base per prevedere le mo dalit dei fenomeni di
diffusione e, quindi, per intervenire opportunamente al fine di evitare manifestazioni pericolose. Inoltre unanalisi basata
sui dati rilevati in periodi temporali superiori ai dieci anni pu consentire di effettuare una razionale localizzazione delle
aree industriali.
Tra le modalit ed i criteri utilizzabili per valutare il clima, possiamo sinteticamente citare:
a) metodo analitico;
b) metodo degli indici climatici;
c) metodo sinottico o genetico.
Il metodo analitico prevede il calcolo delle medie (giornaliere, mensili od annue) dei principali elementi del clima
(temperatura, insolazione, precipitazioni) considerandoli separatamente ed elaborando delle tabelle. Confrontando i risultati
per localit diverse, si pu mettere in evidenza lappartenenza a determinatati tipi climatici. In base a questo metodo il
clima di una data localit o zona geografica pu essere definito come linsieme delle condizioni meteorologiche che
influiscono costantemente e spiccatamente sulla morfologia, idrografia e vegetazione del territorio e che quindi possono
considerarsi tipiche.
Il metodo degli indici climatici consiste nel costruire degli indici empirici che esprimono leffetto complessivo dei
singoli elementi climatici. Esso, infatti, si basa sulla considerazione che i diversi parametri climatici non concorrono
singolarmente a definire il clima di una qualsiasi localit, bens combinandosi tra loro nel modo pi vario possibile, anche
se si assumono soltanto i valori medi.
Il metodo sinottico si inquadra in una linea di ricerca, abbastanza recente, la quale analizza i principali elementi della
circolazione atmosferica generale e ne studia la ripartizione media sulla superficie terrestre, oppure considera la
distribuzione media stagionale delle principali masse daria. In relazione a questultimo metodo si pu introdurre un altro
concetto di clima basato sulla individuazione della sequenza degli strati dellatmosfera al di sopra di un luogo, presi nella
loro successione abituale.
Il metodo analitico, pur costituendo un utile primo approccio, non completo sia perch considera solo alcune
variabili, prese in modo indipendente, come caratterizzanti il clima, sia perch si basa sui valori medi, i quali possono in
alcuni casi non essere significativi.
Il metodo sinottico ha daltra parte linconveniente di non delimitare i singoli tipi climatici mediante valori numerici e
neppure con formule, per cui lappartenenza di una stazione ad un tipo di clima o ad un altro simile pu essere dedotta in
via approssimativa; , poi, un ostacolo rilevante il fatto che la rete di osservazioni sinottiche comprende semplicemente le
stazioni dellaeronautica Militare.
Lo studio climatologico di localit o aree geografiche mediante la determinazione di un indice climatico pi o meno
emp irico consente di migliorare od integrare le informazioni desunte con gli altri metodi.
Indici climatici
Una classificazione della superficie terrestre in tipi climatici pu essere ottenuta basandosi su una particolare
caratteristica del clima, per esemp io la marittimit, che si presenta con diversa intensit nelle varie parti della terra, o su un
fattore ecologico sfavorevole che fa sentire la sua influenza sia sulla litosfera che sulla via vegetale e sulle attivit umane e
pu condizionare lambiente a volte a tal punto da rendere impossibile la vita, come il caso dellaridit dei deserti.
Per stabilire una graduatoria dellintensit con cui si ripartiscono i suddetti fattori, si elaborano particolari indici
climatici a cui si fanno corrispondere determinati tipi di clima: marittimo, di transizione, continentale od umido, semiarido,
arido.
In particolare sono stati presi in esame lindice di marittimit K nella forma elaborata dal climatologo russo N.N.
Ivanow (1959) e lindice di umidit globale I del climatologo americano C.W. Thornthwaite (1955). Nelle tabb. 2.37 -2.39
indicata la distribuzione per tipo climatico.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
98
Distribuzione per tipo climatico
Debolmente marittimo (A)
I - Arido Lampedusa
II - Semiarido Ustica, Palermo P.R., Trapani, Gela aeronautica, Pantelleria
Debolmente continentale (B)
I - Arido Cozzo Spadaio
II - Semiarido Stromboli, Isola delle Femmine, Capo San Vito, Marsala, Mazzara del Vallo,
Licata
III - Da subumido a subarido Ganzirri, Messina, Tindari, Cefal, S.Marina Salina
Debolmente continentale (C)
I - Arido Gela idrografico
II - Semiarido Palermo Osservatorio, Partitico, Sciacca, Catania, Agrigento, Siracusa, Vittoria
III - Da subumido a subarido Ciminna, Partanna, Acireale
V - Umido San Fratello
IX - Per umido Floresta
Moderatamente continentale (D)
II - Semiarido Castelvetrano, Caltanissetta, Caltagirone
III - Da subumido a subarido San Giuseppe Iato, Taormina, Corleone, Piedimonte Etneo, Lercara Friddi,
Prizzi, Bidona, Racalmuto, Mineo
IV - Da subumido a umido Ficuzza, Petralia Sottana, Piano del Leone, Piazza Armerina
VI - Umido Linguaglossa, Zafferana Etnea, Enna
Moderatamente continentale (E)
II - Semiarido Mazzarino
III - Da subumido a subarido Palermo ist. zoot., Monreale, Gioia Bassoria, Monterosso Almo, Ragusa
V - Umido Viagrande
VII - Umido Nicolosi
Tabella 2.37 - Distribuzione per tipo climatico
Tipo climatico K% Tipo climatico K%
1 estremamente oceanico < 47 6 debolmente continentale 101 - 121
2 oceanico 48 57 7 moderatamente continentale 122 - 146
3 moderatamente oceanico 57 68 8 continentale 147 - 177
4 marittimo 69 82 9 fortemente continentale 178 - 214
5 debolmente marittimo 83 100 10 estremamente continentale > 214
Tabella 2.38 - Tipo climatico
Tipo climatico 1%
Per umido 100 e oltre
Umido 80 100
Umido 60 80
Umido 40 60
Umido 20 40
Da umido a subumido 0 20
Da subumido a subarido -33 0
Semiarido -66 -33
Arido -100 -66
Tabella 2.39 - Tipo climatico
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
99
2.2.3.1 Caratteristiche generali
La Sicilia grazie alla sua posizione geografica, gode di un clima particolarmente mite che consente una vegetazione
rigogliosa in tutte le stagioni dellanno; la sua forma triangolare, ed il suo sistema montuoso determinano la sua
suddivisione in tre distinti versanti:
- il versante settentrionale, da Capo Peloro a Capo Boeo, per circa 6.630 km;
- il versante meridionale, da Capo Boeo al Capo Passero, per circa 10.754 km;
- il versante orientale dal Capo Passero al Capo Peloro, per circa 8.072 km.
D'estate, quando l'Anticiclone si estende, la regione entra nella zona delle alte pressioni. La prima conseguenza che
vengono a cessare i venti dominanti e a stabilirsi venti locali, quali le brezze. Nella fascia costiera la temperatura inferiore
del mare nelle ore centrali della giornata tende a stabilizzare le masse daria e ad impedire lo sviluppo di celle
temporalesche.
La distribuzione delle piogge nei tre distinti versanti ha, in genere, caratteristiche diverse in dipendenza della
esposizione dei versanti stessi e dei venti in essa predominanti.
Le precipitazioni non appaiono cos scarse come si potrebbe pensare e la loro quantit fortemente influenzata
dallaltitudine: dalle piane costiere dei lati sud-ovest ed est dellisola ove si al di sotto dei 500 mm annui, si sale ad oltre
1.100 mm sui rilievi dominanti Palermo sui Peloritani e sulle Caronie, mentre infine si toccano i 1.400 mm sul monte Etna.
Il carattere fondamentalmente mediterraneo del clima dellisola evidenzia una concentrazione di pioggia nelle stagioni
autunnale ed invernale, particolarmente in questultima, ed una deficienza di precipitazione nelle altre due stagioni,
specialmente durante lestate.
La quantit di pioggia appare molto variabile da un anno allaltro e le piogge, spesso concentrate in brevi, talora
brevissimi tempi, assumono carattere di particolare violenza.
Nel versante meridionale i valori delle precipitazioni medie annue e stagionali si mantengono inferiori agli analoghi
valori degli altri versanti mentre le maggiori precipitazioni medie ricadono nel versante settentrionale, negli intervalli di
quota compresi fra 250 e 750 m.
Soprattutto per il versante meridionale la stagione estiva risulta povera di piogge e con lunghi periodi di siccit.
La Sicilia, come altre aree mediterranee, risulta particolarmente interessata da potenziali fenomeni di desertificazione,
che conducono alla perdita irreversibile di suolo fertile.
Il clima delle aree montuose, con forti escursioni diurne e piogge pi abbondanti, condizionato dallaltitudine e
dallesposizione, che variano fortemente da luogo a luogo.
La temperatura non governata solo dalla normale diminuzione con la quota. Infatti a questa si associa anche il
fenomeno dellinversione termica, per cui laria pi fredda e quindi pi pesante tende a raccogliersi a fondovalle,
specialmente durante linverno.
Laria pi rarefatta e trasparente determina una intensa radiazione globale che nel periodo estivo causa di una
magiore nuvolosit rispetto alla pianura, per lo sviluppo di cumuli di origine termoconvettiva che possono portare
precipitazioni sotto forma di locali rovesci. Linverno caratterizzato da maggiore serenit. La neve permane per qualche
settimana a quote pi elevate durante il periodo invernale.
La particolarit del litorale determinata dalla vicinanza al mare, la cui influenza e i cui venti umidi e le brezze
penetrano abbastanza nellinterno del territorio. Lalternanza delle brezze nella fascia litoranea tipica del periodo caldo in
situazioni prevalentemente anticicloniche, quando lassenza di correnti di circolazione generale, attiva le circolazioni locali
dovute alle discontinuit termiche fra mare e terra. Durante il giorno si sviluppa la brezza di mare che raggiunge la
massima intensit nelle ore pomeridiane. La brezza notturna perpendicolare alla costa.
2.2.3.2 Le precipitazioni
La precipitazione media annua (fig. 2.36), considerando i dati del periodo 1965-94 (fonti: Ufficio Idrografico di
Palermo, ed al.), se si considera lindice 95 percentile varia da poco pi di 500 mm riscontrabili nella parte pi meridionale
della Regione Sicilia (provincia di CL) fino ad oltre 2.000 nella zona dellEtna (CT).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
100
Figura 2.36 - Distribuzione delle precipitazioni medie annue (95 percentile) per il periodo 1965-1994
Se si considera lindice 5 percentile varia da poco pi di 100 mm riscontrabili nella parte pi meridionale della
Regione Sicilia (provincia di CL) fino ad oltre 1.000 nella zona dellEtna (CT).
Figura 2.37 - Distribuzione delle precipitazioni medie annue (5 percentile) per il periodo 1965-1994
Landamento delle precipitazioni medie annuali si pu ritenere crescente da Sud a Nord. Alla relativa uniformit della
pianura e delle zone collinari, si contrappone una notevole variabilit riscontrabile nella fascia montana. Notevole
lincremento nel cono dellEtna rispetto alle aree circostanti.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
101
La distribuzione delle precipitazioni nel territorio della Sicilia in parte determinato dalla configurazione orografica
che influenza il regime delle precipitazioni, anche per quanto riguarda la loro intensit.
Il numero di giorni piovosi annui (fig. 2.38) assume un andamento sul territorio simile a quello delle precipitazioni
ossia decrescente verso sud fino, con valori compresi tra i 30-40 giorni nella pianura di Catania ed in provincia di Ragusa,
tra i 70 e i 80 giorni nella fascia settentrionale e generalmente superiori a 90 giorni nelle zone montane della provincia di
Messina.
Figura 2.38 - Distribuzione dei giorni piovosi medi annui per i periodi 1965-1994
2.2.3.3 Le temperature
Con lausilio delle carte delle temperature medie, delle massime nel mese pi caldo e delle minime nel mese pi freddo
e della carta delle escursioni termiche medie annue possibile evidenziare un maggiore livello di approfondimento sulle
differenze climatiche esistenti tra le diverse aree territoriali, in relazione agli effetti che alcune caratteristiche geografiche e
topografiche esercitano sullestrinsecazione dei valori termici giornalieri (temperature massime e minime diurne).
Dalla distribuzione dei valori di temperatura su base stagionale si evince che, per quanto riguarda i valori massimi nel
mese pi caldo (fig. 2.39), le temperature pi elevate vengono misurate aree estese in provincia di Trapani, Caltanissetta e
Siracusa, con valori medi superiori a 32C in estate. Queste sono zone dellentroterra caratterizzate da debole circolazione
o aree esposte a venti di Libeccio in provincia di Trapani e di Scirocco nelle altre. Valori leggermente inferiori si osservano
i litorali e nelle zone che beneficiano della brezza di mare. Un settore pi fresco la larea dellEtna, nella quale la
temperatura diminuisce abbastanza regolarmente con la quota.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
102
Figura 2.39 - Distribuzione della media delle temperature massime del mese pi caldo per i periodi 1965-1994
Se nel periodo invernale la debolezza dei venti e il grado di umidit delle masse daria presenti nei bassi strati delle
aree di pianura, favoriscono laumento della concentrazione di sostanze inquinanti nei bassi strati dellatmosfera, nel
periodo estivo favoriscono condizioni di afa (atmosfera calda e umida) e di conseguente disagio fisico. Laumento delle
temperature e dellinsolazione favoriscono inoltre la crescita di pericolosi inquinanti secondari quali lozono.
In autunno e in inverno (fig. 2.40) larea a temperature massime pi alte si sposta sulla lungo le fasce costiere dato che
tali zone subis cono quindi un raffreddamento inferiore.
Figura 2.40 - Distribuzione della media delle temperature massime invernali per uno dei mesi invernali (febbraio) per i
periodi 1965-1994
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
103
In inverno (fig. 2.41) le temperature minime risultano pi elevate nelle stazioni litoranee. Le pi basse minime si
osservano sui rilievi al di si sopra di una certa quota.
Figura 2.41 - Distribuzione della media delle temperature minime del mese pi freddo per i periodi 1965-1994
Carta delle temperature medie annue
Tale carta, ancorch di tipo generale, fornisce gi una buona idea sulla diversificazione climatica della regione. A parte
la possibilit di un uso diretto dei dati in essa presenti, per gli scopi che richiedono solo un livello minimo di
approfondimento, essa, attraverso un criterio di similitudine, pu anche servire come base per la scelta delle stazioni
meteorologiche che meglio rappresentano larea di interesse. In fig. 2.42 facile riscontrare valori pi elevati lungo la
fascia costiera che vanno progressivamente decrescendo andando verso le aree interne ed ancora maggiormente nelle zone
montuose (Madonne, Nebrodi Peloritani) e vulcaniche (Etna).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
104
Figura 2.42 - Temperature medie annue
Per quanto concerne le escursioni termiche medie annue (fig. 2.43) facile riscontrare valori pi contenuti lungo la
fascia costiera (13-15 gradi) e valori sensibilmente pi elevati nelle zone montuose (Madonne, Nebrodi Peloritani) e
vulcaniche (Etna).
Figura 2.43 - Escursioni termiche medie annue
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
105
2.2.3.4 Peculiarit del clima della Sicilia e Schede del Profilo Climatico della Sicilia (Fonte ENEA)
Per ciascuna localit data una scheda divisa in due o tre pagine, secondo la disponibilit dei dati. La struttura delle
pagine fissa. La prima contiene lintestazione completa della scheda e le tabelle con i valori numerici delle grandezze
disponibili; le altre danno grafici ed istogrammi delle stesse grandezze. La terza pagina manca del tutto se non sono
disponibili i dati di copertura del cielo, vento e precipitazioni.
Intestazione
Dati del comune
- Nome
- Altitudine
- Coordinate geografiche
- Zona climatica
- Gradi giorno
Profilo climatico
Riporta un grafico con la classificazione dei mesi ed una tabellina con il tipo di profilo e la percentuale di anno in cui
necessario riscaldare (RISC) o raffreddare (RAFF) per garantire il comfort ambientale.
Temperature mensili
Valori medi mensili di :
- temperatura minima MIN MEDIA
- temperatura massima MAX MEDIA
- temperatura media MEDIA
Valori estremi mensili di :
- temperatura minima MIN ESTR
- temperatura massima MAX ESTR
intesi come quei valori che si verificano in media almeno una volta allanno.
Sole e nuvole
Valori medi mensili di :
- Eliofania (durata giornaliera dellinsolazione)
- Radiazione solare al suolo sul piano orizzontale (giorno medio mensile)
- Decimi di cielo coperto
- Numero di giorni sereni (copertura del cielo <= 4 decimi)
Vento
- Le due direzioni di provenienza pi frequenti in ciascun mese
- Velocit media nel mese
- Velocit massima del mese (= media + deviazione standard)
- Numero di giorni ventosi nel mese (velocit medi a > 3.3 m/s)
Precipitazioni
- Valore medio mensile dei mm di pioggia + neve e grandine fuse
- Numero di giorni piovosi (precipitazione totale giornaliera > 1 mm)
Umidit
Valori medi mensili minimo e massimo di umidit relativa ricavati dalle formule psicometriche. Per la Sicilia sono
disponibili le schede relative alle localit indicate nella seguente immagine.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
106
Figura 2.44 Ubicazione localit stazioni
Carte degli indici climatici
Gli indici climatici sono delle particolari elaborazioni con cui si riassumono, in uno o pochi numeri e/o simboli, le
condizioni climatiche di una localit, utilizzando soltanto alcuni principali parametri meteorologici (in genere, temperatura
e precipitazioni).
Le carte ottenute sono relative a cinque diverse classificazioni climatiche, proposte negli anni passati da diversi
climatologi, geografi e botanici che si sono occupati dellargomento: indice pluviometrico di Lang, indice di aridit di De
Martonne, quoziente pluviometrico di Emberger, indice globale di umidit di Thornthwaite e indice bioclimatico di Rivas-
Martinez. Lultimo indice stato elaborato in considerazione delle sempre pi frequenti segnalazioni e richieste da parte di
molti studiosi e tecnici, che affrontano lo studio sulle conoscenze del territorio in chiave bioclimatica, guardando quindi
principalmente alle interazioni fra clima e biosfera, vegetali in particolare.
Lutilit di queste carte, come peraltro dei dati puntuali, consiste nella definizione sintetica delle specificit climatiche
delle distinte zone dellIsola, secondo diversi approcci metodologici messi a punto dai vari Autori nel tempo, che nel caso
specifico sono caratterizzati da livelli di complessit crescente, nellordine di elencazione visto sopra.
Come gi indicato nel volume Climatologia della Sicilia, gli indici di classificazione che sembrano interpretare
meglio la situazione regionale, sono quelli proposti da De Martonne, da Thornthwaite e da Rivas-Martinez. La
classificazione di Lang appare infatti poco adatta a distinguere le diverse aree dellIsola, tendendo ad enfatizzare laridit
mentre allopposto quella di Emberger tende ad ampliare eccessivamente le classi di clima umido, raggruppando situazioni
mesoclimatiche caratterizzate da evidenti diversit.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
107
Figura 2.45 - Indici climatici: Pluviofattore di Lang
Figura 2.46 - Indice di aridit di De Martonne
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
108
Figura 2.47 - Quoziente pluviometrico di Emberger
Disponendo di serie storiche complete di dati solo per la temperatura dellaria e le precipitazioni, almeno relativamente
ad una rete di stazioni di densit accettabile, la scelta ricade su quelle equazioni che utilizzano soltanto questi due
parametri, quale ad esempio quella di Thornthwaite (1957). Il bilancio idrico del suolo secondo Thornthwaite-Mather
stato tra laltro indicato come metodo standard per il calcolo del regime idrico dei suoli a livello tassonomico, dalla Soil
Taxonomy, del Dipartimento dellAgricoltura degli Stati Uniti dAmerica, (U.S.D.A.) (1975).
Figura 2.48 - Indice globale di Thornthwaite-Mather
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
109
Figura 2.49 - Indice bioclimatico di Rivas-Martinez
Evapotraspirazione e desertificazione
I fattori che influenzano i processi di desertificazione sono di diversa natura, ma riconducibili in gran parte al clima e
alle attivit antropiche. Alcune di tali cause sono state gi considerate dalla Regione Siciliana in una prima proposta
metodologica per la realizzazione di una carta regionale della vulnerabilit alla desertificazione. E gi per in corso
unanalisi pi dettagliata, che consideri ulteriori importanti aspetti del fenomeno: incendi a carico della vegetazione,
salinizzazione, pressione di pascolamento, perdita di sostanza organica, ecc.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
110
Figura 2.50 - Carta delle aree vulnerabili alla desertificazione
Carte dellevapotraspirazione potenziale annua
La disponibilit di dati climatici, pedologici e colturali consente lo studio delle condizioni idriche dei suoli e
rappresenta uno degli strumenti pi validi per un corretto e razionale uso della risorsa acqua in campo agronomico e
territoriale, indicando in particolare la presenza di zone pi o meno deficitarie dal punto di vista della disponibilit idrica, e
permettendo, nel contempo, di classificare i territori in base al livello di marginalit pedoclimatica.
Lo studio del bilancio idrico dei suoli di un ambito territoriale, specie se questo vasto ed eterogeneo, comporta
sempre delle inevitabili semplificazioni dei fenomeni fisici e i dei processi fisiologici che interagiscono nel sis tema terreno
pianta - bassa atmosfera.
Tali considerazioni conducono alla scelta di una metodologia che utilizzi delle relazioni empiriche per il calcolo del
bilancio idrico, in particolare per quanto riguarda levapotraspirazione potenziale (ETP).
Lapplicazione dei risultati di questa elaborazione risulta utile per conoscere le potenziali perdite evapotraspirative che
caratterizzano le diverse aree territoriali della regione a livello annuo. Lutilit principale consiste, ad esempio, nella
possibilit di valutare i diversi ambienti, in relazione ai fabbisogni annui di acqua irrigua e consente quindi di definire le
caratteristiche progettuali delle strutture di raccolta e degli impianti di distribuzione della stessa.
Le carte mensili oltre a consentire un maggiore dettaglio per gli stessi scopi ora detti, permettono di definire pi
correttamente i parametri che caratterizzano la distribuzione dellacqua nel corso della stagione irrigua, sia a livello
aziendale che a livello consortile.
E bene sottolineare ancora una volta che trattandosi di informazioni climatiche, e quindi medie, le carte danno la
possibilit di conoscere la situazione che normalmente si verifica in una zona, e quindi trovano possibilit applicative nelle
fasi di stima, pertanto a priori, dei fenomeni studiati.
Riguardo agli aspetti gestionali lungo la stagione corrente, lutente, pur potendo trarre delle buone informazioni di
massima dalle carte dellevapotraspirazione potenziale, dovr comunque valutare la situazione del presente (dato
meteorologico), con altri strumenti operativi (modelli di bilancio idrico), che consentono un affinamento della tecnica
irrigua, anche attraverso eventuali confronti con il dato climatico presente nella carte stesse.
Infine, anche in questo caso va ricordato che i valori riportati sulle carte sono quelli medi annui.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
111
Figura 2.51 - Evapotraspirazione potenziale Medie annue
2.2.3.5 Precipitazioni di massima intensit e loro frequenza probabile
Lanalisi degli eventi pluviometrici intensi pu essere eseguita elaborando i dati annui di precipitazione di massima
intensit per le durate di 1 ora e 1 giorno, delle serie storiche dal 1965 al 1994. La legge utilizzata per rappresentare la
distribuzione empirica delle frequenze delle piogge massime quella del valore estremo di Gumbel, ricorrentemente
impiegata nella regolarizzazione delle stesse. Lelaborazione statistico-probabilistica permette di stimare le altezze
massime di precipitazione per assegnati tempi di ritorno che, come noto, rappresentano il numero medio di anni entro cui il
valore di pioggia calcolato, viene superato una sola volta. In conclusione possibile redigere le carte regionali della
piovosit per le durate ed i tempi di ritorno esaminati ovvero delle altezze di pioggia che, per le durate di 1 ora e 1 giorno,
ci si attende non vengano superate, a meno di un rischio valutato attraverso il tempo di ritorno (10, 50 e 100 anni).
Sono state elaborate carte tematiche indicanti medie mensili e medie decadiche di piovosit ed anche carte tematiche
indicanti i giorni piovosi mensili e decadici. Tali elaborati sono omessi dal presente documento.
2.2.3.6 Individuazione e caratterizzazione delle condizioni meteorologiche tipiche e/o frequenti sfavorevoli alla
dispersione degli inquinanti
Gli enti gestori delle stazioni meteorologiche presenti in tutto il territorio regionale; forniscono i dati di direzione e
velocit del vento al fine di determinare i parametri micrometeorologici secondari (in particolare: stabilit atmosferica) e
per lo studio delle caratteristiche di ventilazione delle varie zone della regione.
La stabilit atmosferica pu essere caratterizzata con diversi metodi, fra questi in particolare quelli basati su:
- il numero di Richardson dei flussi, Rf , ovvero il rapporto tra il tasso di dissipazione (o produzione) di turbolenza
termica e il tasso di turbolenza dovuta a sforzi tangenziali di scorrimento (rispettivamente Rf < 0, = 0 e > 0 per
condizioni instabili, neutre e stabili);
- la lunghezza di Monin-Obukhov, L che pu definirsi come lalt ezza sopra il livello del suolo per cui la produzione di
turbolenza meccanica eguaglia quella termica (1/ L < 0, =0 e > 0 rispettivamente per condizioni instabili, neutre e
stabili);
- metodi empirici, tra cui il pi famoso lo schema di Pasquill, presentato nella tab. 2.40, i cui parametri di
riferimento sono lintensit del vento al suolo, la radiazione solare e la copertura del cielo.
Metodi alternativi a quello di Pasquill utilizzano il valore della deviazione standard della direzione orizzontale del
vento, il cosiddetto sbandieramento, oppure la valutazione del gradiente termico verticale, z T / , grandezza
direttamente connessa al significato fisico di stabilit atmosferica (tab. 2.41).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
112
Insolazione (W/m
2
) Stato del cielo notturno
Velocit del
vento al suolo
(m/sec)
Forte
>700
Media
350 - 700
Debole
<350
Copertura
>4/8
Copertura
<4/8
<2 A A - B B
2 3 A - B B C E F
3 5 B B - C C D E
5 6 C C - D D D D
>6 C D D D D
A= instabilit forte, B= instabilit media, C= instabilit debole, D= neutralit, E= stabilit debole, F= stabilit forte
Tabella 2.40- Definizione delle classi di stabilit di Pasquill
Grado di stabilit Categoria di Pasquill Deviazione standard

Gradiente termico
verticale
z T / (C/100m)
Instabilit forte A 22,5 <-1,9
Instabilit media B 17,5 - 22,5 da -1,9 a -1.7
Instabilit debole C 12,5 - 17,5 da 1,7 a 1,5
Neutralit D 7,5 - 12,5 da 1,5 a 0,5
Stabilit debole E 3,75 - 7,5 da 0,5 a 1,5
Stabilit forte F <3,75 >1,5
Tabella 2.41 - Definizione delle categorie di stabilit in funzione della fluttuazione della direzione orizzontale del vento e
del gradiente termico verticale
Le diverse definizioni, in effetti, non sono del tutto coincidenti (soprattutto perch le grandezze che individuano le
classi hanno significati diversi) per cui pu accadere che la medesima situazione atmosferica venga attribuita, a seconda del
metodo utilizzato, a due classi di stabilit distinte.
Nel volume 15 dellENEL e SMAM Caratteristiche diffusive dei bassi strati dellatmosfera sono riportati i dati
concernenti la distribuzione delle frequenze mensili, stagionali ed annuali delle classi di stabilit della Regione Sicilia. Le
tabelle di ENEL SMAM saranno implementate in un database relazionale per poter effettuare ulteriori elaborazioni
statistiche ed elaborazioni grafiche. I dati pi significativi sono: stabilit verticale dellatmosfera, direzione del vento e
velocit del vento. I dati sono relativi alle stazioni indicate anche in tab. 2.42 e fig. 2.52.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
113
REGIONE
INDICATIVO NUMERICO e NOME
DELLA STAZIONE
LATITUDINE LONGITUDINE
ALTITUDINE
(m)
400 USTICA 38 42' 13 11' 250
405 PALERMOPUNTA RAISI 38 11' 13 06' 21
410 PALERMO BOCCADIFALCO 38 07' 13 19' 105
416 STROMBOLI 38 48' 15 15' 4
420 MESSINA 38 12' 15 33' 59
428 TRAPANI CHINISIA 37 53' 12 32' 74
429 TRAPANI BIRGI 37 55' 12 30' 7
430 MARSALA 37 48' 12 27' 1
434 PRIZZI 37 43 13 26' 1034
436 SCIACCA 37 31' 13 05' 113
440 LICATA 37 05' 13 55' 134
442 GIBILMANNA 37 59' 14 01' 800
444 FINALE 38 01' 14 10' 35
450 ENNA 37 34' 14 17' 940
453 GELA 37 05' 14 13' 11
457 MONTE ETNA 34 41' 14 59' 1881
459 CATANIA SIGONELLA 37 24' 14 55' 22
460 CATANIA FONTANAROSSA 37 28' 15 03' 11
462 AUGUSTA 37 14' 15 12' 7
464 SIRACUSA 37 03' 15 16' 2
470 PANTELLERIA 36 49' 11 58' 191
480 COZZO SPADARO 36 41' 15 08' 46
SICILIA
490 LAMPEDUSA 35 30' 12 36' 16
Tabella 2.42 Stazioni per le quali sono state calcolate le classi di stabilit
I numeri che precedono il nome della stazione sono quelli di identificazione utilizzati dal Servizio Meteorologico A.M.
Fig. 2.52 - . Ubicazione stazioni
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
114
Le classi di stabilit di Pasquill modificate, calcolate nellambito di uno studio condotto sui dati di tutte le stazioni,
secondo la tab. 2.43, saranno riportati nella prima revisione del presente Piano.
Giorno Notte
Radiazione solare W/m
2
Nuvolosit ottavi
>750 600<<750 450<<600 300<<450 150<<300 <150
Tramonto
Alba
0-3 4-7 8
0<<1 A A A B B C D F F D
1<<2 A A B B B C D F F D
2<<3 A B B B C C D F E D
3<<4 B B B B C C D E D D
4<<5 B B C C C C D E D D
5<<6 C C C D D D D D D D
>6 C C D D D D D D D D
Tabella 2.43 - Definizione delle categorie di stabilit in funzione della fluttuazione della direzione orizzontale del vento e
del gradiente termico verticale
Tipicamente le classi stabili (E e F) favoriscono la formazione di inquinanti primari e sono collegate a scarsa
ventilazione e a notti serene con forte inversione termica; le classi neutre (D) sono collegate a situazioni ventose e/o con
cielo coperto, favorevoli alla dispersione degli inquinanti; le classi instabili (A, B e C) sono causate da forte irraggiamento
solare e scarsa ventilazione, sono situazioni di rimescolamento atmosferico, che per possono essere collegate a formazione
di inquinanti secondari se accompagnati da scarsa ventilazione.
I risultati dello studio saranno interpolati geograficamente al fine di fornire una distribuzione delle classi di stabilit
atmosferica. Saranno forniti anche i dati riassuntivi sulla ventilazione media e sulla percentuale di calme per le varie
stazioni.
2.2.3.7 Condizioni meteorologiche tipiche e/o frequenti favorevoli alla formazione di inquinanti secondari
Nel documento EPA Guideline for developing an Ozone Forecasting Program del Luglio 1999 si propongono vari
metodi per la previsione degli episodi acuti di concentrazione di Ozono. Tra i pi semplici c il metodo dei Criteri
(4.1.3), che suggerisce di partire dallindividuazione di alcuni parametri meteorologici correlati ai superamenti di
determinate soglie di inquinamento. Come primo criterio si ricorda che spesso la temperatura al di sopra di una certa soglia
ben correlata con i massimi di concentrazione di Ozono, e si individua la soglia in 28C. Tale valore solo indicativo in
quanto bisognerebbe trovare i valori pi adeguati per ogni zona e ogni mese e valutare contemporaneamente la
ventilazione. Landamento ed il trasporto di ozono nel periodo estivo legato anche ai regimi di brezza, dominanti a scala
locale nel periodo caldo, con la classica alternanza giornaliera tra circolazione di mare e di terra. Landamento dellozono,
strettamente legato alla radiazione solare, sembra risentire di questo scambio di circolazione tra il giorno e la notte.
In base a quanto riportato in precedenza risulta evidente che nella Sicilia le zone con ventilazione pi scarsa sono
anche le pi esposte al raggiungimento di temperature estive elevate. Una prima stima dellesposizione delle varie aree
della regione a concentrazioni elevate di ozono pu quindi essere una valutazione della frequenza con cui una soglia di
temperatura elevata (28C per esempio) viene superata nel semestre pi caldo. E in corso di elaborazione la stesura di
mappe del territorio regionale in cui saranno definite le aree che corrispondono alle stazioni meno ventilate, e in particolare
quella relativa alla distribuzione della classe A. Infine in corso di elaborazione anche una mappa della Sicilia in cui sar
riportata la % dati > 28C , per i dati orari.
Per unanalisi pi approfondita dei fenomeni considerati saranno individuate le stazioni pi rappresentative della reale
circolazione delle masse, daria anche attraverso unattenta analisi della topografia che in una regione come la Sicilia gioca
un ruolo importante nella concentrazione e dispersione degli inquinanti.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
115
2.3 ELEMENTI DI SINTESI RELATIVI ALLA VALUTAZIONE DELLA QUALIT DELL'ARIA
Ozono troposferico nei mesi estivi, PM
10
(materiale particel lare di dimensione inferiore ai 10 milionesimi di metro) nei
mesi invernali: sono gli inquinanti che periodicamente, oramai da diversi anni, salgono alla ribalta delle cronache per le
elevate concentrazioni in atmosfera, concentrazioni spesso superiori ai valori limite per la protezione della salute umana e
degli ecosistemi imposti dalle direttive europee. A questi si aggiunge il biossido di azoto (NO
2
), le cui concentrazioni
attuali fanno prevedere che non sar facile rispettare i valori limite che andranno in vigore a partire dal 2010. Sono questi
gli inquinanti dellaria critici, su cui si appunta lattenzione dellUnione Europea per la difficolt che si riscontra in
molti Stati Membri Italia compresa di rispettarne i valori limite (APAT, 2007).
Dal confronto con i dati di qualit dell'aria rilevati nel 2006 dalle stazioni di rilevamento gestite da enti pubblici (comuni,
province, regione) con quelli gi pubblicati e rilevati nel precedente anno (2005), si rileva come la qualit dell'aria
generalmente sia peggiorata nelle diverse realt del territorio urbanizzato siciliano (zone industriali e ambito urbano). In
particolare si riscontrato un aumento dei superamenti dei limiti di legge per ci che concerne le concentrazioni di PM
10
nelle principali aree urbanizzate della Sicilia, nonch, in misura meno rilevante, delle concentrazioni di NO
2
. Rimane
ancora grave la situazione relativa ai superamenti delle concentrazioni di SO
2
nelle aree a rischio di crisi ambientale, ove si
sono registrati soglie di allarme superate. Anche le concentrazioni di ozono non rispettano i valori limite di informazione e
di allarme nell'area a rischio di crisi ambientale di Priolo; nella citt di Palermo cos come a Messina non si sono registrati
superamenti della soglia di informazione, in netto miglioramento rispetto alla situazione del 2005. Solamente per le
concentrazioni del monossido di carbonio e del benzene non si rileva alcun superamento dei valori limite imposti dalla
normativa vigente, nonostante il limite sia stato ulteriormente abbassato rispetto al 2005 per le concentrazioni di benzene.
Di seguito si rappresentano in tabella i limiti di concentrazione in aria di inquinanti nel rispetto della normativa vigente:
Inquinante
Periodo di
riferi-mento del
limite
limiti per il 2002 (entrata in
vigore del DM 60/02)
limiti in vigore
nel 2006
Limite
giornaliero
65 (35)* 50 (35)*
PM10 (g/m
3
)
Limite annuale 44,8 40
Benzene (g/m
3
) Limite annuale 10 9
Monossido Carbonio
(mg/m
3
)
Valore
giornaliero su 8
ore
16 10
Limite orario
NO2
280 (18)* 240 (18)*
Limite annuo
NO2
56 48 Ossi di di Azoto (g/m
3
)
Soglia di allarme
(limite orario)
400 400
Limite orario 440 (24)* 350 (24)*
Limite
giornaliero
- 125 (3)* Biossido di Zolfo
(g/m
3
)
Soglia di allarme
(limite orario)
500 500
Soglia di
informa-zione
(limite orario)
180 180
Soglia di allarme
(limite orario)
240 240
Ozono (g/m
3
)
Massimo sulla
me-dia di 8 ore
120 120
Tabella 2.44 - Limiti di concentrazione in aria di inquinanti
2.3.1 Rete di monitoraggio della qualit dell'aria
La rete di monitoraggio della qualit dellaria rappresenta uno degli strumenti di conoscenza di base sul territorio,
indispensabile e fondamentale per la pianificazione e la programmazione degli interventi.
La conoscenza sempre pi dettagliata dellintero sistema ambientale, del suo stato e delle sue tendenze evolutive,
fondamentale e indispensabile per lindividuazione di interventi strategici capaci di orientare lo sviluppo verso la
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
116
sostenibilit. Per poter quantificare, valutare e controllare lo stato dellambiente e il suo costante mutamento occorre
individuare quali siano gli ambiti tematici prioritari, le attivit antropiche e i relativi impatti sul territorio, per individuare
quindi gli obiettivi e valutare costi e benefici delle politiche da adottare.
I dati delle misurazioni, opportunamente elaborati, permettono di giudicare lo stato di qualit ambiente con riferimento
ai valori limite.
La conoscenza della qualit dellaria in relazione alle attivit umane e produttive che si svolgono nel territorio
regionale, di notevole interesse in quanto permette alle autorit competenti di valutare lo stato di inquinamento
dellambiente e di trovare gli strumenti che consentano di conciliare la produzione con la salvaguardia dellambiente e della
salute delluomo.
I livelli di concentrazione in aria degli inquinanti sono monitorati presso le stazioni di monitoraggio della qualit
dellaria, facenti parte della pi ampia e complessa rete di controllo della qualit dellaria presente in ambit o regionale e
gestita da Enti Locali (Provinciali, Comunali, ) e da privati.
Il DM 20/05/1991 (abrogato dal D.Lgs. 351/99) definiva le caratteristiche delle reti di monitoraggio della qualit
dellaria, classificandone le stazioni di misura secondo quattro tipologie di localizzazione:
A: background urbano
B: residenziale non direttamente influenzate dal traffico veicolare
C: traffico
D: extraurbane per studiare linquinamento fotochimico
Gli obiettivi di una rete per il controllo della qualit dellaria si possono riassumere in quattro punti:
Verificare e documentare il rispetto ovvero il superamento dei valori limite fissati dalla vigente normativa e darne
comunicazione alle autorit competenti;
Diffondere ai cittadini i valori dei livelli di inquinamento registrati giornalmente
Individuare la dinamica dellinquinamento ed i periodi critici, nonch fornire elementi per trovare le cause che le
determinano
Fornire uno strumento per migliorare la gestione del territorio per quanto concerne gli aspetti dellinquinamento
atmosferico.
Le Direttive 99/30/CE e 00/69/CE, recepite dal DM 2 aprile 2002, n. 60, forniscono indicazioni circa il numero
minimo di punti di campionamento per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle, il piombo,
il monossido di carbonio e il benzene.
La determinazione del numero dei siti deve fare riferimento a due parametri: la protezione della salute umana e della
vegetazione.
La Direttiva 02/3/CE sullozono individua invece almeno quattro tipologie di stazioni dipendenti dalla finalit della
misurazione: stazioni di tipo urbano, di tipo suburbano, ai margini di agglomerati urbani e in stazioni di tipo rurale, al fine
di individuare la dinamica di formazione e trasporto di questo inquinante.
La rete di rilevamento della qualit dellaria della Sicilia attualmente costituita da stazioni, delle quali alcune sono
localizzate in punti di monitoraggio assimilabili a posizioni di misura dellinquinamento atmosferico derivante dal traffico
veicolare, da attivit industriali ed altre dellinquinamento atmosferico di fondo o di background, distribuite
territorialmente.
Le reti di rilevamento Pubbliche (Provincia e Comune) fisse esistenti coprono un bacino di utenza che corrisponde a
gran parte della popolazione siciliana e comprendono le province di Messina, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento e i comuni
di Palermo e Catania, Le altre province, tranne la provincia di Catania, sono dotate solo di mezzi mobili.
Le reti di rilevamento private pi significative, sono quelle a servizio delle Centrali Termoelettriche.
Da ricordare inoltre la Rete AGIP di Gela e la Reti della Cementerie di Porto Empedocle e di Augusta e del CIPA di
Siracusa.
Nelle tabelle allegate, viene riportata la configurazione attuale delle reti pubbliche e private sia per quanto riguarda il
rilevamento dei parametri chimici che per quanto riguarda il rilevamento dei parametri meteorologici. Inoltre vengono
riportate, per ogni centralina, sia le coordinate geografiche sia i parametri rilevati (chimici e meteorologici).
E da notare che la provincia di Siracusa, dove maggiormente si sentita la necessit di un controllo ( bene ricordare
a questo proposito che la zona di Siracusa-Priolo Melilli-Augusta stata dichiarata gi nel 1990 area ad elevato rischio
ambientale), lunica provincia in cui si sia attuata una interconnessione tra la rete pubblica (Provinciale) e le reti private
(ENEL e CIPA) dando vita cos ad una Rete di rilevamento maggiormente rappresentativa, sia per numero di postazioni
che per i parametri rilevati, in termini di conoscenza dei reali livelli di inquinamento sul territorio.
La rete di rilevamento pubblica fa capo allamministrazione provinciale di Siracusa e consente di tenere sotto controllo
sia linquinamento urbano, dovuto essenzialmente, al traffico veicolare, che quello di tipo industriale; le postazioni fisse
sono principalmente collocate nellarea urbana di Siracusa e presso i maggiori centri industriali.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
117
Le Reti private, come precedentemente detto, fanno capo allENEL e al CIPA anchesse dislocate su tutto il territorio
provinciale laddove le sorgenti di inquinamento, costituiti da insediamenti produttivi particolarmente inquinanti o di
dimensione significativa, mettono a rischio la salute umana e gli ecosistemi.
Oltre alle stazioni della rete fissa le Province sono dotate di mezzi mobili utilizzati per la realizzazione di campagne
specifiche su tutte le parti del territorio regionale.
Gli inquinanti monitorati sono per la maggior parte dei casi quelli primari e solo in alcuni casi viene monitorato
lozono.
Si riporta in fig. 2.53 lo schema generale dellarchitettura proposta dallARPA Sicilia per il Sistema di Rilevamento
Regionale della Qualit dellAria e nella fig. 2.54 lo schema di Gestione del Sistema.
Figura 2.53 - Schema Generale Architettura di Sistema
Il COPA, dislocato presso alcuni dei Dipartimenti Provinciali ARPA, si occupa principalmente del controllo sul
funzionamento della rete necessario a garantire lottenimento dei valori e lattendibilit degli stessi.
Figura 2.54 - Schema Gestione Sistema di Rilevamento Regionale della Qualit dellAria
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
118
Dopo lacquisizione delle coordinate delle centraline di monitoraggio dellarea di interesse, si realizzata una
cartografia georeferenziata con lindicazione delle postazioni della centraline della rete interconnessa Provincia-Eurogen.
La fig. 2.55 illustra la dislocazione delle centraline sul territorio regionale (pubbliche e private): alcune zone risultano
completamente scoperte, altre invece, come ad esempio le aree urbane di Palermo, Catania, Pace del Mela e Messina e la
provincia di Siracusa e Caltanissetta presentano un numero considerevole di siti di misura.
Per ovviare a tali lacune e al fine di rispondere ai requisiti richiesti dalla nuova normativa in tema di monitoraggio
della qualit dellaria, la Regione Sicilia si sta adoperando alla redazione del piano di ottimizzazione della rete di
monitoraggio regionale (paragrafo 7.1.2).
Figura 2.55 Mappatura stazioni per inquinante aggiornato allanno 2005
Stazioni di rilevamento del CO Stazioni di rilevamento del NOx
Stazioni di rilevamento del PM10 Stazioni di rilevamento del Benzene
Stazioni di rilevamento del SO2 Stazioni di rilevamento dellOzono
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
119
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
120
Tabella 2.45 Stazioni di monitoraggio e inquinanti monitorati (Anno 2006)*
Porto Empedocle_1: HC, NOx, O
3
, PM
10
Condr: NOx, PTS, SO
2
Porto Empedocle_3: NOx, PM
10
Messina (Archimede): C
6
H
6
, CO, NOx, PM
10
, PTS
AgrigentoCentro:HC, NOx, O
3
, PM
10
, CO, SO
2
Messina (Caronte): C
6
H
6
, CO, NOx, PM
10
, O
3
, SO
2
AgrigentoMonserrato: NOx, PM
10
, SO
2
Messina (Minissale): CO, NOx, PM
10
, PTS, SO
2
Agrigento_Valle_dei_templi: NOx, PM
10
, SO
2
Milazzo (Capitaneria di Porto): NOx, PTS, SO
2
Sciacca: NOx, PM
10
, CO Pace del Mela (Mandravecchia): HC, NOx, PTS, SO
2
Canicatti: NOx, PM
10
, CO, O
3
S. Filippo del Mela: NOx, PTS, SO
2
Licata: HC, NOx, O
3
, PM
10
, CO, SO
2
S. Lucia del Mela: NOx, PTS, SO
2
Raffadali: C
6
H
6
, NOx, PM
10
, CO Messina (Boccetta): C
6
H
6
, CO, NOx, PM
10
Cammarata: O
3
R
E
T
E

P
R
O
V
I
N
C
I
A
L
E

D
I

M
E
S
S
I
N
A
Messina (Universit): C
6
H
6
, CO
Bivona: O
3
Belgio: HC, CO, NOx, PM
10
, PTS, Pb, SO
2
, pH
Siculiana: O
3
Boccadifalco: BTX, CO, Cd, Ni, NOx, O
3
, Pb, PM
10
, SO
2
R
E
T
E

P
R
O
V
I
N
C
I
A
L
E

D
I

A
G
R
I
G
E
N
T
O
Lampedusa: O
3
Giulio cesare: HC, CO, NOx,PM10,PTS,SO
2
, metalli pesanti
Agip mineraria:PM
10
, SO
2
Indipendenza: CO, NOx, PM
10
, PTS, SO
2
, metalli pesanti
Agip pozzo 57:SO
2
Torrelunga: CO, NOx, PM
10
, PTS, Pb, SO
2
Cimitero farello:SO
2
Unit d'Italia: CO, NOx, PM
10
, PTS, Pb, SO
2
Corso Vittorio Emanuele:C
6
H
6
, CO, HC, NOx, O
3
,
PM
10
, PTS Castelnuovo:BTX,HC,CO,NOx,PM
10/2,5
,O
3
,PTS,SO
2
,met.pes
Liceo scientifico:SO
2
R
E
T
E

C
O
M
U
N
A
L
E

D
I

P
A
L
E
R
M
O
Di Blasi: BTX, CO, NOx, PM
10/2,5
, PTS, As, Cd, Ni, Pb, SO
2
Minerbio:CO, PTS, SO
2
Augusta: HC, H
2
S, NOx, PM
10
, PTS, SO
2
Ospedale V. Emanuele:C6H
6
, CO, HC, NOx, O
3
,
PM
10
, PTS Belvedere: HC, H
2
S, NOx, PM
10
, PTS, SO
2
Cavour: CO,O
3
, PTS, SO
2
San Cusmano: BTX, HC, H
2
S, NOx, PM
10
, PTS, SO
2
, O
3
Gori: CO, NOx, PTS Melilli: HC, H
2
S, NOx, PM
10
, PTS, SO
2
, O
3
Venezia: CO, HC, NOx, O
3
, PTS, SO
2
R
E
T
E
I
N
D
U
S
T
R
I
A
L
E
P
R
O
V
I
N
C
I
A

D
I

S
I
R
A
C
U
S
A
Priolo: HC, H
2
S, NOx, PM
10
, PTS, SO
2
, O
3
Turati: CO, PTS ScalaGreca: HC, CO, H
2
S, NOx, O
3
, PTS, SO
2
, PAN
R
E
T
E

P
R
O
V
I
N
C
I
A
L
E

D
I

C
A
L
T
A
N
I
S
S
E
T
T
A
Capuana: CO, NOx Acquedotto: HC, CO, NOx, O
3
, IPA, PM
10
, PTS, SO
2
Librino: BTX, HC, CO, NOx, O3, PM
10
Bixio: HC, NOx, IPA, PM
10
, SO
2
P. Giovanni XXIII: HC, CO, NOx, SO2, PM
10
Specchi: BTX, NOx, PM
10
, SO
2
V. Messina: HC, CO, PM
10
Teracati: BTX, CO, IPA, PM
10
P. A. Moro: HC, CO, NOx, O
3
, PM
10
Tisia: CO, NOx, SO
2
V. Passo Gravina: HC, CO, NOx, SO
2
R
E
T
E

U
R
B
A
N
A

D
E
L
L
A

P
R
O
V
I
N
C
I
A

D
I

S
I
R
A
C
U
S
A
Floridia: CO, NOx, SO
2
V.le F. Fontana: HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
V.le Vittorio Veneto: HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
P. Europa: HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
P. Gioeni: HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
P. Michelangelo: HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
P. Stesicoro: BTX, HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
V. Giuffrida: BTX, HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
* Per una maggiore informazione relativa alle stazioni di monitoraggio e alla
loro relativa ubicazione consultare www.brace.sinanet.apat.it .
Osp. Garibaldi: HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
Zona Industriale: HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
P. Risorgimento: HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
R
E
T
E

C
O
M
U
N
A
L
E

D
I

C
A
T
A
N
I
A
V.le della Regione: HC, CO, NOx, SO
2
, PM
10
Fonte: ARPA Sicilia su dati BRACE, 2007
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
121
Lampedusa e Linosa
Comprensorio del Mela
Figura 2.56 - Stazioni di monitoraggio (pubbliche e private) della qualit dellaria in ambito regionale
Rete della Provincia Regionale di Palermo
La Provincia Regionale di Palermo non ha una rete di rilevamento ma dotata di due mezzi mobili che negli ultimi
anni ha effettuato campagne di rilevamento nei seguenti comuni:
- Comune di Partinico;
- Comune di Sciara;
- Comune di Termini Imerese;
- Comune di Ficarazzi;
- Comune di Bagheria;
- Comune di Carini;
- Comune di Misilmeri.
- Comune di Partinico
Nel territorio di Termini Imerese presente la rete ENEL composta da n. 5 centraline per i parametri chimici e n. 1
centralina per il rilevamento dei parametri meteorologici.
Il Comune di Palermo dotato di 10 centraline (gestite dallAMIA) per il rilevamento degli inquinanti chimici
derivanti dal traffico veicolare di cui 2 rilevano anche i parametri meteorologici. In aggiunta si dotato di una stazione
meteorologica dislocata a Bellolampo.
La rete comunale dotata anche di:
- centro di raccolta ed elaborazione dati CRED (ubicato a Brancaccio);
- punti remoti di accesso alla banca dati di cui 3 ubicati in Uffici comunali e uno c/o gli Uffici della Provincia;
- punti di diffusione delle informazioni al pubblico, ubicati allinterno delle stazioni ferroviarie Notarbart olo e
Centrale.
Rete della Provincia Regionale di Agrigento
La Provincia Regionale di Agrigento dotata di una rete di monitoraggio della qualit dellaria costituita da n. 6
stazioni fisse per il rilevamento dei parametri chimici, e di 4 stazioni fisse di monitoraggio dellozono e dei parametri
meteorologici.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
122
Il Comune ha una rete di monitoraggio costituita da 3 stazioni fisse di cui una rileva anche i dati meteorologici.
La Provincia inoltre dotata di un mezzo mobile per il rilevamento sia dei parametri chimici che di quelli
meteorologici.
Rete della Provincia Regionale di Caltanissetta
La Provincia Regionale di Caltanissetta ha una rete di monitoraggio costituita da 11 stazioni fisse per il monitoraggio
dei parametri chimici, di 3 stazioni meteorologiche e di una unit mobile per il monitoraggio dei parametri sia chimici che
meteorologici.
Rete della Provincia Regionale Provincia di Catania
La Provincia Regionale di Catania non dotata di rete di rilevamento fisse ne di mezzi mobili per il rilevamento degli
inquinanti atmosferici.
Di contro il Comune di Catania ha una rete di monitoraggio composta da 17 stazioni fisse, opportunamente dislocate
sul territorio comunale, in grado di rilevare in continuo e in modo automatico i valori delle concentrazioni nellatmosfera
dei parametri chimici.
Inoltre possiede due stazioni per il rilevamento dei parametri meteorologici.
Rete della Provincia Regionale di Enna
La Provincia Regionale di Enna non dotata di reti di rilevamento fisse ma dotata di una unit mobile per il
rilevamento sia dei parametri chimici che di quelli meteorologici.
Rete della Provincia Regionale di Messina
La Provincia Regionale di Messina dotata di una rete di rilevamento della qualit dellaria costituita da 16 postazioni
fisse, ubicate su vari comuni della provincia, e da 2 laboratori mobili.
Nel territorio di San Filippo Del Mela presente inoltre la rete ENEL composta da n. 5 centraline per i parametri
chimici e n. 1 centralina per il rilevamento dei parametri meteorologici.
Anche se larea del Comprensori del Mela stata dichiarata soltanto nellanno 2002 area ad elevato rischio di crisi
ambientale , la zona monitorata da parecchi anni da una rete di rilevamento interconnessa costituita da n. 14 stazioni
chimiche e da n. 1 stazione meteorologica, in particolare 5 stazioni chimiche pi una stazione meteo fanno parte della rete
di qualit dellaria della centrale Eurogen S.p.a di S. Filippo del Mela
S.N. Staz.di monitoraggio Parametri monitorati Latitudine Longitudine
(10) Valdina SO2 381136 152214
(8) S. Pier Niceto SO2 381114 152008
(6) Pace del Mela SO2 381052 151735
(18) S.F. del Mela SO2 381025 151619
(5) Milazzo SO2 381352 151458
(16) Stazione Meteo VV.DV.sigma,TA,PA,UM
,PIOGGIA,IRR.
381256 151714
Tabella 2.46 Stazioni dellarea del comprensorio del Mela
Le restanti 9 stazioni chimiche fanno parte della rete qualit dellaria della Provincia di Messina:
N.S. Staz.di monitoraggio Parametri
monitorati
Latitudine Longitudine
(3) S. Filippo. del Mela SO2 NO2 381037 151617
(2) S. Lucia. del Mela SO2 NO2 380940 151635
- Milazzo ospedale SO2 NO2 381120 151512
(11) Archi SO2 NO2 381145 151635
(17) Milazzo porto SO2 NO2 381316 151435
(7) Pace del Mela SO2 NO2 381059 151749
(13) Giammoro SO2 NO2 381207 151904
(3) Condir SO2 381004 151933
(15) Valdina SO2 381240 152144
Tabella 2.47 Stazioni dellarea del comprensorio del Mela
Si riporta di seguito la cartografia con lindicazione delle postazioni delle centraline della rete di monitoraggio
interconnessa Provincia-Edipower
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
123
Figura 2.57 - Stazioni di monitoraggio (pubbliche e private) del Comprensorio del Mela (ME)
Rete della Provincia Regionale di Trapani
La Provincia regionale di Trapani non dotata di rete di rilevamento fisse ma dotata di una unit mobile per il
rilevamento sia dei parametri chimici che di quelli meteorologici, che da informazioni assunte dal responsabile, oggi
praticamente dismesso.
Rete della Provincia Regionale di Ragusa
La Provincia Regionale di Ragusa non dotata di rete di rilevamento fisse ma dotata di una unit mobile per il
rilevamento sia dei parametri chimici che di quelli meteorologici.
La stessa ha effettuato negli ultimi anni le seguenti campagne di monitoraggio:
Campagna di Ragusa
Campagna di Marina di Ragusa
Campagna di Ispica
Campagna di Ragusa
Campagna di Comiso
Provincia di Siracusa
La Provincia di Siracusa quella dove il programma di interconnessione delle reti di rilevamento dellinquinamento
atmosferico ha coinvolto maggiormente sia i gestori delle reti pubbliche (Provincia Regionale) che quelli Privati (ENEL e
CIPA).
La Provincia Regionale ha una rete di monitoraggio costituita da 7 stazioni fisse, opportunamente ubicate in alcuni
comuni della provincia, per il rilevamento dei parametri chimici e da 3 stazioni per il rilevamento dei parametri
meteorologici..
LENEL possiede 6 stazioni fisse, ubicate in varie localit della provincia, per il rilevamento dei parametri chimici e 1
stazione per il monitoraggio dei parametri Meteorologici.
La rete CIPA costituita da 11 stazioni fisse, ubicate in localit della provincia, per il rilevamento dei parametri
chimici e di 1 per il rilevamento dei parametri meteorologici.
Il S.O.D.A.R.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
124
Altro strumento utile per la valutazione della qualit dellatmosfera il S.O.D.A.R.. che fornisce indicazioni sulle
stratificazioni termiche esistenti nei bassi strati atmosferici, per cui indirettamente permette lacquisizione di informazioni
sulla dispersione degli inquinanti; infatti prevede lo studio della stabilit atmosferica, della turbolenza e dei movimenti
convettivi. Questi elementi, uniti a delle doti di praticit, completezza e costi limitati, lo rendono idoneo a integrare una rete
di monitoraggio atmosferico.
Il SO.D.A.R. una tipica strumentazione di telesondaggio, che invia in atmosfera un impulso con portante di
frequenza compresa tra 1 kHz e 3 kHz e riceve un segnale retrodiffuso.
Pu presentare tre configurazioni:
- Monostatica: lantenna ricevente e la trasmittente coincidono;
- Bistatica: unantenna trasmette limpulso in atmosfera, unaltra riceve il segnale di ritorno;
- Pluristatica: unantenna trasmette limpulso, e due o pi ricevono il segnale retrodiffuso.
Lintervallo di altezza esplorato varia da 500 a 1000 metri, con risoluzione di 30 metri. La singola scansione pu avere
durata (3 o 6 secondi) in dipendenza dallo strato di atmosfera sotto studio.
Le perturbazioni prodotte dalle disomogeneit atmosferiche sullonda acustiche incidente vengono analizzate per
fornire misure in continue del vento e della turbolenza. Dai tracciati facsimile e dai corrispondenti diagrammi dei venti, si
nota come lo strato di inversione termica impedisca il movimento verticale delle masse daria.
Questo risultato induce a considerare il SO.D.A.R. come uno strumento adeguato allo studio della diffusione degli
inquinanti in ambiente urbano, sia nel contesto di una rete di monitoraggio, sia in previsione della creazione di un modello
previsionale di diffusione.
Altri strumenti di remote sensing per lo studio dei bassi strati dellatmosfera sono il R.A.S.S , il RA.D.A.R, e il
LI.D.A.R, qui brevemente descritti.
Il R.A.S.S. (Radio Acoustic Sounding System) costituito da un generatore di onde acustiche e da un ricetrasmettitore
radio. Sfruttando leffetto Doppler, permette di tracciare il diagramma delle velocit di propagazione dellonda acustica alle
diverse quote. Poich tale velocit funzione della radice quadrata della temperatura dellaria, il R.A.S.S. fornisce, in
definitiva, il profilo della temperatura in quota.
Il LI.D.A.R. (LIght Detection And Ranging) trasmette allatmosfera un fascio laser che nel suo cammino interagisce
con le molecole daria, particelle sospese e gocce di pioggia. Il fascio riflesso viene analizzato al fine di rilevare la presenza
e la concentrazione delle particelle di interesse. E utilizzato inoltre per lo studio degli aerosol.
Il RA.D.A.R (Radio Detecting And Ranging) trasmette e riceve segnali a microonda e viene utilizzato per lo studio
delle turbolenze nellABL. E in grado di fornire addensamenti di umidit.
Obiettivo dellAssessorato quello di presentare (nel sito web di ARPA SICILIA) il database in rete delle stazioni di
monitoraggio della Sicilia che conterr le informazioni anagrafiche e tecniche delle stazioni di monitoraggio, suddivise per
ambito territoriale provinciale.
Utilizzando la banca dati BRACE, nella quale sono stati introdotti dagli Enti Gestori i dati e i metadati di qualit
dellaria aggiornati allanno 2005, si sono individuati il tipo di inquinante misurato stazione per stazione. In base alla
popolazione presente in ogni agglomerato e dei rispettivi analizzatori, si calcolata la percentuale di popolazione
monitorata sul totale della popolazione presente in tutti gli agglomerati, inquinante per inquinante. Lindicatore proposto
fornisce una descrizione complessiva della risposta alla popolazione monitorata presente negli agglomerati, cos come
definiti dalla Regione Siciliana, seguendo lallegato XII del DM 60/02 (2004).
La tab. 2.48 fornisce la percentuale della popolazione monitorata presente negli agglomerati sul totale del territorio
zonizzato, ed in particolare sugli agglomerati per i quali previsto il monitoraggio per la misura di concentrazioni in aria di
anidride solforosa, biossido di azoto, monossido di carbonio, polveri totali sospese, polveri sospese con diametro
aerodinamico inferiore a 10 micron, benzene, ozono. La fig. 2.58 rappresenta la zonizzazione del territorio siciliano
secondo il D. Lgs. 351/99 approvata con D.D.G. del Dipartimento Regionale Territorio del 19 dicembre 2005.
Dalla tab. 2.48 si evince un miglioramento nella copertura di monitoraggio della qualit dellaria nelle zone definite dalla
Regione Siciliana, in termini di percentuale di popolazione monitorata presente nelle stesse zone.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
125
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati APAT, 2004
Figura 2.58- Zonizzazione in agglomerati (D. Lgs. 351/99) approvata con D.D.G. del 19 dicembre 2005 (2006)
Inquinante monitorato % popolazione monitorata presente negli agglomerati
Anidride solforosa (SO
2
) 89.95 %
Biossido di azoto (NO
2
) 89.95 %
Monossido di carbonio (CO) 79.62 %
Polveri sospese con diametro
aerodinamico inferiore a 10
micron (PM
10
)
79.62 %
Benzene (C
6
H
6
) 85.48 %
Ozono (O
3
) 89.95 %
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori (2006)
Tabella 2.48 Percentuale della popolazione monitorata presente negli agglomerati sul totale del territorio zonizzato
(2005)
2.3.2 I principali inquinanti atmosferici
Nel presente paragrafo si propone in forma tabellare un riassunto dei livelli medi dei principali inquinanti atmosferici
monitorati presso differenti realt ambientali e le linee guida di esposizione stilate dallOMS per escludere significativi
effetti sulla salute umana (WHO, 1999).
Si tratta di una raccolta eterogenea di dati provenienti da paesi e situazioni differenti, monitorati secondo tempi e
metodiche diverse e quindi aggregati e confrontati con un certo grado di arbitrariet. Lo scopo principale di fornire, in
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
126
mancanza di dati pi precisi e attendibili, un quadro sintetico della situazione di massima che presumibile attendersi in
differenti contesti ambientali (livelli naturali, zone rurali, aree di fondo e urbane di differenti realt socio-economiche).
Le linee guida stilate dallOMS, ed elencate nella tab. 2.43, rappresentano i livelli medi di esposizione (a breve, medio
e lungo termine) al di sotto dei quali non sono riscontrabili significativi effetti sulla popolazione. Si tratta di valori di
esposizione definiti in condizioni standard sulla base di ricerche epidemiologiche e che quindi come tali non sono
direttamente confrontabili con i valori ambientali medi registrati dal sistema di monitoraggio di uno specifico contesto
ambientale.
Il superamento nel breve periodo dei valori indicati nelle linee guida OMS non implica che gli effetti negativi ad essi
associati vengano necessariamente riscontrati ma determina solo un incremento del rischio relativo. Si ricorda inoltre che le
linee guida non sono limiti per s, e quindi normativa vincolante, ma rappresentano standard a cui gli stati fanno
riferimento tenendo conto anche di fattori addizionali quali il livello prevalente di esposizione, i livelli naturali di fondo, le
condizioni ambientali medie e gli aspetti socio-economici (WHO, 1999).
Ossidi di zolfo (SO
X
)
Sono costituiti essenzialmente da biossido di zolfo (SO
2
) e in minima parte da anidride solforica (SO
3
); rappresentano i
tipici inquinanti delle aree urbane e industriali dove l'elevata densit degli insediamenti ne favorisce l'accumulo soprattutto
in condizioni meteorologiche di debole ricambio delle masse d'aria.
Lemissione di anidride solforosa deriva dal riscaldamento domestico dai motori alimentali a gasolio, dagli impianti
per la produzione di energia, ed in generale dalla combustione di carbone, gasolio ed oli combustibili contenenti piccole
percentuali di zolfo, dalla produzione dell'acido solforico, dalla lavorazione di molte materie plastiche, dall'arrostimento
delle piriti, dalla desolforazione dei gas naturali. Lemissione naturale di anidride solforosa proviene principalmente dai
vulcani. Le emissioni naturali ed antropogeniche di questa specie sono allincirca dello stesso ordine di grandezza
Le situazioni pi serie sono spesso verificate nei periodi invernali ove alle normali fonti di combustione si aggiunge il
contributo del riscaldamento domestico. E comunque da notare che in seguito alla diffusa metanizzazione degli impianti di
riscaldamento domestici il contributo inquinante degli ossidi di zolfo notevolemte diminuito nel corso degli anni.
Il biossido di zolfo (SO
2
) un gas dal caratteristico odore pungente; le emissioni di origine antropica di sono dovute
prevalentemente all'utilizzo di combustibili solidi e liquidi e correlate al contenuto di zolfo, sia come impurezze, sia come
costituenti nella formulazione molecolare del combustibile (gli oli).
Lanidride solforosa un gas fortemente irritante e gi a 3 ppm se ne apprezza lodore pungente. Gli effetti nocivi
conseguenti alla sua inalazione interessano le mucose delle prime vie respiratorie e pu causare costrizione dei bronchi in
soggetti predisposti, anche a concentrazioni dellordine delle centinaia di ppb
A causa dell'elevata solubilit in acqua lSO
2
viene assorbito facilmente dalle mucose del naso e del tratto superiore
dell'apparato respiratorio (solo piccolissime quantit raggiungono la parte pi profonda del polmone). L'SO
2
reagisce
facilmente con tutte le principali classi di biomolecole: in vitro sono state dimostrate interazioni con gli acidi nucleici, le
proteine, i lipidi e varie altre componenti biologiche. Fra gli effetti acuti imputabili all'esposizione ad alti livelli di SO
2
sono
compresi: un aumento della resistenza al passaggio dell'aria a seguito l'inturgidimento delle mucose delle vie aeree,
l'aumento delle secrezioni mucose, bronchite, tracheite, spasmi bronchiali e/o difficolt respiratoria negli asmatici. Fra gli
effetti a lungo termine ricordiamo le alterazioni della funzionalit polmonare e l'aggravamento delle bronchiti croniche,
dell'asma e dell'enfisema. I gruppi pi sensibili sono costituiti dagli asmatici e dai bronchitici. E' stato accertato un effetto
irritativo sinergico in seguito all'esposizione combinata con il particolato, probabilmente dovuto alla capacit di
quest'ultimo di veicolare l'SO
2
nelle zone respiratorie profonde del polmone.
Ossidi di azoto (NO
X
)
Gli ossidi di azoto, monossido (NO) e biossido (NO
2
), che, essendo presenti contemporaneamente nell'aria, sono
comunemente indicati come NOx e si formano da tutti i processi di combustione che avvengono ad alta temperatura.
L'ossido di azoto un gas inodore e incolore che costituisce il componente principale delle emissioni di ossidi di azoto
nell'aria e viene gradualmente ossidato a NO
2
. Il biossido di azoto ha un colore rosso-bruno ed caratterizzato ad alte
concentrazioni da un odore pungente e soffocante.
Il monossido di azoto si forma per reazione dellossigeno con lazoto, nel corso di qualsiasi processo di combustione
che avvenga in aria e ad elevata temperatura (T>2000C); lulteriore ossidazione del monossido di azoto produce anche
tracce di biossido di azoto, che in genere non supera il 5% degli NOx t otali emessi.
Le fonti antropiche, rappresentate da tutte le reazioni di combustione, comprendono principalmente gli autoveicoli, le
centrali termoelettriche e il riscaldamento domestico.
Le emissioni naturali di NO comprendono i fulmini, gli incendi e le emissioni vulcaniche e dal suolo. Le emissioni
antropogeniche sono principalmente dovute ai trasporti, alluso di combustibili per la produzione di elettricit e di calore ed
alle attivit industriali. Forti quantit sono prodotte dai motori delle automobili, dagli impianti termici e dalle industrie che
producono composti azotati. Si calcola che in Italia siano immessi nell'aria, a opera dell'uomo, 1,9 milioni di tonnellate
l'anno di ossidi di azoto, met dei quali prodotti dagli autoveicoli. Negli ultimi anni le emissioni antropogeniche di ossidi di
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
127
azoto sono aumentate notevolmente e questa la causa principale dellincremento della concentrazione atmosferica delle
specie ossidanti.
LNO
2
circa 4 volte pi tossico dellNO. I meccanismi biochimici mediante i quali lNO
2
induce i suoi effetti tossici
non sono del tutto chiari anche se noto che provoca gravi danni alle membrane cellulari a seguito dell'ossidazione di
proteine e lipidi. Gli effetti acuti comprendono: infiammazione delle mucose, decremento della funzionalit polmonare,
edema polmonare. Gli effetti a lungo termine includono: aumento dell'incidenza delle malattie respiratorie, alterazioni
polmonari a livello cellulare e tissutale, aumento della suscettibilit alle infezioni polmonari batteriche e virali. Il gruppo a
maggior rischio costituito dagli asmatici e dai bambini.
La pericolosit degli ossidi di azoto e in particolare del biossido, legata anche al ruolo che essi svolgono nella
formazione dello smog fotochimico. In condizioni meteorologiche di stabilit e di forte insolazione, le radiazioni
ultraviolette possono determinare la dissociazione del biossido di azoto e la formazione di ozono, che pu ricombinarsi con
il monossido di azoto e ristabilire una situazione di equilibrio. In presenza di altri inquinanti, quali per esempio gli
idrocarburi, lozono e altri radicali liberi prodotti per reazioni di fotodissociazione, possono innescare un complesso di
reazioni chimiche che portano alla formazione dello smog fotochimico. I costituenti principali di tale smog, oltre allozono,
sono le aldeidi e i perossiacilnitrati (PAN), composti altamente tossici, che risultano essere intermedi di reazione o prodotti
secondari. La produzione di smog fotochimico dipende quindi dalle concentrazioni in atmosfera degli ossidi di azoto e
degli idrocarburi ed strettamente legata alle emissioni dovute al traffico veicolare.
Monossido di carbonio (CO)
Il monossido di carbonio, CO, si forma durante la combustione delle sostanze organiche, quando questa incompleta
per difetto di ossigeno. La quantit maggiore di questa specie prodotta dagli autoveicoli dal trattamento e smaltimento dei
rifiuti e dall'industria (impianti siderurgici e raffinerie di petrolio). Nettamente minore l'emissione di CO dalle centrali
termoelettriche e degli impianti di riscaldamento, perch la combustione meglio controllata. Tra i motori degli
autoveicoli, quelli a ciclo Diesel ne emettono in minima quantit, perch la combustione del gasolio avviene in eccesso di
aria. Le emissioni naturali del monossido di carbonio comprendono lossidazione del metano e degli altri idrocarburi
naturalmente emessi nellatmosfera, lemissione diretta dalle piante e lattivit microbica negli oceani. Le emissioni
naturali ed antropogeniche di questa specie sono globalmente dello stesso ordine di grandezza.
Il monossido di carbonio un gas incolore, inodore e fortemente tossico: esplica la sua azione sulluomo formando con
l'emoglobina un complesso irreversibile che inibisce il trasporto di ossigeno nel sangue, causando problemi al sistema
respiratorio e, ad elevate concentrazioni, la morte per asfissia. L'affinit del CO per l'emoglobina di oltre 200 volte
superiore a quella dell'ossigeno: la carbossiemoglobina che si forma impedisce l'ossigenazione dei tessuti: i primi sintomi
dell'avvelenamento sono cefalea e vertigine. Forti concentrazioni di CO in ambienti chiusi, provocate dal cattivo
funzionamento di stufe e scaldabagni (generalmente per cattiva installazione o per otturazione dei camini) o dal
funzionamento di motori, provocano la morte in breve tempo: 90 minuti in presenza di 1000 ppm di CO. Concentrazioni
inferiori danno esito letale dopo alcune ore: ma il fatto che il monossido di carbonio sia inodoro impedisce alle vittime,
colpite inoltre da sonnolenza, di avvertire il pericolo e di aerare il locale. L'esposizione prolungata a concentrazioni di 50
ppm (valore che viene spesso superato nelle vie a forte traffico) notevolmente dannosa.
Gli effetti sanitari sono essenzialmente riconducibili ai danni causati dall'ipossia a carico del sistema nervoso,
cardiovascolare e muscolare. Comprendono i seguenti sintomi: diminuzione della capacit di concentrazione, turbe della
memoria, alterazione del comportamento, confusione mentale, alterazione della pressione sanguigna, accelerazione del
battito cardiaco, vasodilatazione e vasopermeabilit con conseguenti emorragie, effetti perinatali. I gruppi pi sensibili sono
gli individui con malattie cardiache e polmonari, gli anemici e le donne in stato di gravidanza.
La quantit di CO emessa dagli scarichi degli autoveicoli negli ultimi anni diminuita a causa della migliorata
efficienza dei motori, del controllo delle emissioni autoveicolari e dellutilizzo di marmitte catalitiche. Attualmente, la
concentrazione atmosferica localizzata di questo inquinante risulta in genere in diminuzione. La concentrazione atmosferica
di CO di circa 120 ppb nella troposfera non inquinata e di 1-10 ppm nellaria inquinata di aree intensamente urbanizzate.
Il ruolo del monossido di carbonio nella chimica troposferica delle aree industrializzate di trascurabile importanza, data la
scarsa reattivit di questa molecola. Il tempo medio di residenza del CO in atmosfera di circa quattro mesi, e quindi il
monossido di carbonio pu essere utilizzato come tracciante dell'andamento temporale degli inquinanti primari al livello
del suolo.
Ozono (O
3
)
La quasi totalit della riserva planetaria di ozono si trova localizzata fra i 15 e i 50 Km di altezza, in una zona chiamata
stratosfera, e in particolare nella fascia compresa fra i 20 e i 30 Km, detta appunto ozonosfera. La quantit di ozono
presente nella stratosfera viene mantenuta costante mediante un equilibrio dinamico fra la reazione di formazione e quella
di fotolisi. La formazione predomina ad un altitudine superiore ai 30 Km, dove la radiazione UV avente lunghezza donda
inferiore ai 242 nm dissocia lossigeno molecolare, largamente presente, in ossigeno atomico; questo si combina
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
128
rapidamente con unaltra molecola di ossigeno a formare la molecola triatomica dellozono. Leffetto netto della reazione
la conversione di tre molecole di ossigeno in due molecole di ozono. Le molecole di ozono formate assorbono a loro volta
la radiazione solare di lunghezza donda compresa fra 240 e 320 nm, subendo fotolisi e dando luogo ad una molecola ed un
atomo di ossigeno. Questo assorbimento della radiazione solare ha limportantissimo effetto di schermare la terra da pi del
90% delle radiazioni UV dannose per la vita sul nostro pianeta.
Nella troposfera, ed in particolare in vicinanza del suolo, le radiazioni ultraviolette ad elevata energia necessarie per la
formazione di ozono dalla fotolisi dell'ossigeno sono quasi totalmente schermate, e quindi questo meccanismo di
formazione non attivo. I livelli troposferici naturali di ozono sarebbero dunque molto bassi e legati al minimo scambio
esistente fra la stratosfera e la troposfera e all'attivit fotochimica associata ai processi emissivi naturali. In condizioni
naturali, cio, lozono sarebbe quasi del tutto confinato in una zona non a diretto contatto con la vita.
Lalterazione dellequilibrio naturale avvenuta nel corso degli ultimi decenni ha provocato lattivazione di fenomeni
fotochimici di notevole entit in prossimit del suolo, con produzione di quantit rimarchevoli di ozono; la concentrazione
di fondo di O3 infatti pi che raddoppiata nell'ultimo secolo e, nelle aree urbanizzate ed industrializzate aumentata
dell1-2% annuo nel corso dellultimo decennio. In particolare, in condizioni di smog fotochimico i livelli di ozono
possono raggiungere concentrazioni molto elevate (150-200 ppb) e quindi questa specie deve essere considerata non solo
un inquinante della troposfera, ma anche un pericolo per la salute e per l'ambiente
E un gas bluastro dall'odore leggermente pungente che non viene emesso come tale dalle attivit umane. E' infatti un
tipico inquinante secondario che si forma nell'atmosfera in seguito alle reazioni fotochimiche a carico di inquinanti
precursori prodotti dai processi di combustione (NO
X
, idrocarburi, aldeidi). Le concentrazioni ambientali di O
3
tendono
pertanto ad aumentare durante i periodi caldi e soleggiati dell'anno. Nell'arco della giornata, i livelli sono bassi al mattino
(fase di innesco del processo fotochimico) raggiungono il massimo nel primo pomeriggio e si riducono progressivamente
nelle ore serali con il diminuire della radiazione solare.
Nella troposfera la sorgente principale di ozono rappresentata dall'ossigeno atomico messo a disposizione dalla
fotolisi del biossido d'azoto. I processi che determinano la produzione di biossido dazoto, e quindi di ozono, vanno sotto il
nome di processi radicalici fotochimici, nellambito dei quali l'ozono rappresenta la specie fotochimica pi importante.
Lozono viene rimosso per fotolisi e per reazione con composti organici volatili e con ossidi di azoto
Lo smog fotochimico, oltre a effetti irritanti e tossici sull'uomo (occhi e vie respiratorie) provoca danni particolarmente
gravi alla vegetazione. La concentrazione dell'ozono nell'atmosfera rilevata come indice della presenza di smog
fotochimico: l'OMS ha stabilito un massimo di 0,1 ppm. La concentrazione di ozono di origine naturale varia tra 0,01 e
0,04 ppm; in alcune citt della California sono state raggiunte punte di 0,9 ppm, mentre nelle grandi citt italiane
difficilmente sono stati superati gli 0,3 ppm. Gli effetti irritanti dell'ozono (bruciore agli occhi e irritazione alla gola) si
manifestano gi alla concentrazione di 0,1 ppm. Gli effetti biologici nocivi dellozono sono legati alle sue propriet
ossidanti. Per quanto riguarda la salute umana, lozono in concentrazione superiore agli 80 ppb ha effetti acuti sui polmoni,
le cavit nasali e la gola (ma i soggetti sensibili, ad es. gli asmatici, ris entono degli effetti dellozono anche a
concentrazioni pi basse). Per quanto riguarda la vegetazione, leffetto ossidante della molecola si esplica nellinibizione
della fotosintesi e del trasporto delle sostanze nutrienti dalle radici alle foglie e nellaccelerazione del linvecchiamento.
Lozono provoca inoltre danni ai materiali ed ai monumenti, causando un depauperamento del patrimonio culturale ed
artistico, nonch ingenti perdite economiche. Tra gli effetti dellozono troposferico sullecosistema bis ogna anche
annoverare il suo contributo alleffetto serra, dovuto alla capacit di questa molecola di assorbire nellinfrarosso (leffetto
di una molecola di ozono pari a circa 2000 volte quello di una molecola di anidride carbonica). Oltre ad essere un
prodotto dell'inquinamento fotochimico, lozono anche un precursore di radicali OH, e quindi un iniziatore di processi
fotochimica.
Il ruolo di questa specie nei processi di inquinamento fotochimico ossidativo quindi di primaria importanza. La
concentrazione di ozono in atmosfere inquinante pu variare da qualche ppb a 200-250 ppb. La concentrazione di fondo di
questo inquinante varia invece, alle nostre latitudini, fra i 30 ed i 70 ppb, a seconda del periodo dellanno
A livello cellulare l'O
3
agisce ossidando i gruppi sulfidrilici presenti in enzimi, coenzimi, proteine e acidi grassi
insaturi interferendo cos con alcuni processi metabolici fondamentali e provocando il danneggiamento delle membrane
degli organelli cellulari. Il bersaglio principale dell'O
3
l'apparato respiratorio dove i danni principali sono a carico dei
macrofagi e delle pareti delle piccole arterie polmonari. Gli effetti acuti comprendono secchezza della gola e del naso,
aumento della produzione di muco, tosse, faringiti, bronchiti, diminuzione della funzionalit respiratoria, dolori toracici,
diminuzione della capacit battericida polmonare, irritazione degli occhi, mal di testa. Le conseguenze a seguito di
esposizioni a lungo termine (croniche) sono: fibrosi, effetti teratogeni, effetti sulla paratiroide e sul sistema riproduttivo. Il
ruolo dell'O
3
nell'eziologia dei tumori polmonari non stato ancora completamente chiarito.
Particolato atmosferico (PM)
Viene cos identificato l'insieme di tutte le particelle solide o liquide che restano in sospensione nell'aria. Il particolato
sospeso totale rappresenta un insieme estremamente eterogeneo di sostanze la cui origine pu essere primaria (emesse
come tali) o derivata (da una serie di reazioni fisiche e chimiche). Una caratterizzazione esauriente del particolato sospeso
si basa oltre che sulla misura della concentrazione e lidentificazione delle specie chimiche coinvolte anche sulla
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
129
valutazione della dimensione media delle particelle. Le particelle di dimensioni maggiori (diametro > 10 m) hanno un
tempo medio di vita nellatmosfera che varia da pochi minuti ad alcune ore e la possibilit di essere aerotrasportate per una
distanza massima di 1-10 Km. Le particelle di dimensioni inferiori hanno invece un tempo medio di vita da pochi giorni
fino a diverse settimane e possono venire veicolate dalle correnti atmosferiche per distanze fino a centinaia di Km. La
principale conseguenza ambientale per una data regione geografica che la concentrazione di particelle grossolane meno
uniforme di quelle pi fini. La dimensione media delle particelle determina inoltre il grado di penetrazione nellapparato
respiratorio e la conseguente pericolosit per la salute umana. Il monitoraggio ambientale del particolato con diametro
inferiore a 10 m (PM
10
) pu essere considerato un indice della concentrazione di particelle in grado di penetrare nel torace
(frazione inalabile). La determinazione delle particelle con diametro inferiore a 2,5 m, frazione respirabile (PM
2,5
),
inoltre un indice della concentrazione di una serie molto eterogenea di composti chimici primari o derivati in grado di
raggiungere la parte pi profonda del polmone. Tra i composti primari, cio emessi come tali, vi sono le particelle
carboniose derivate dalla combustione di legname e dai fumi dei motori diesel; nella seconda categoria, cio tra i composti
prodotti da reazioni secondarie, rientrano le particelle carboniose originate durante la sequenza fotochimica che porta alla
formazione di ozono, di particelle di solfati e nitrati derivanti dallossidazione di SO
2
e NO
2
rilasciati in vari processi di
combustione.
Le fonti antropiche di particolato sono essenzialmente le attivit industriali ed il traffico veicolare. Stime preliminari
dellANPA a livello nazionale (con riferimento al 1994) indicano per i trasporti un contributo alle emissioni intorno al 30%
rispetto al totale; gli impianti di riscaldamento contribuiscono per circa il 15%; le emissioni da fonte industriale (inclusa la
produzione di energia elettrica) danno conto di quasi il 50% delle emissioni di PM
10
. Per quanto riguarda le emissioni di
polveri da traffico, sono soprattutto i veicoli diesel a contribuire alle emissioni allo scarico, e tali emissioni nei centri urbani
risultano grosso modo equiripartite tra auto e veicoli commerciali leggeri da una parte, e bus e veicoli commerciali pesanti
dallaltra. Unaltra fonte significativa di emissione di PM da attribuire al traffico quella dovuta allusura di freni, gomme,
asfalto stradale.
Sempre nei centri urbani, una frazione variabile, che pu raggiungere il 60-80% in massa del particolato fine presente
in atmosfera di origine secondaria, ovvero il risultato di reazioni chimiche che, partendo da inquinanti gassosi sia
primari (cio emessi direttamente in atmosfera come gli idrocarburi e altri composti organici, gli ossidi di azoto, gli ossidi
di zolfo, il monossido di carbonio, lammoniaca) che secondari (frutto di trasformazioni chimiche come lozono e altri
inquinanti fotochimici), generano un enorme numero di composti in fase solida o liquida come solfati, nitrati e particelle
organiche.
Nella maggior parte delle citt si registra un incremento percentuale significativo della frazione PM
10
, anche in
presenza di una diminuzione della quantit totale di particolato. Nelle citt in cui sono monitorate entrambe le frazioni di
particolato (PST e PM
10
), e in alcuni casi studio specifici, stato registrato un rapporto percentuale del PM
10
sul particolato
totale variabile dal 40 all80%. La concentrazione media della frazione respirabile PM
2.5
risulta essere generalmente pari al
45-60% della frazione inalabile PM
10
.
Ai fini degli effetti sulla salute quindi molto importante la determinazione delle dimensioni e della composizione
chimica delle particelle. Le dimensioni determinano il grado di penetrazione all'interno del tratto respiratorio mentre le
caratteristiche chimiche determinano la capacit di reagire con altre sostanze inquinanti (IPA, metalli pesanti, SO
2
). Le
particelle che si depositano nel tratto superiore o extratoracico (cavit nasali, faringe e laringe) possono causare effetti
irritativi locali quali secchezza e infiammazione; quelle che si depositano nel tratto tracheobronchiale (trachea, bronchi e
bronchioli) possono causare costrizione e riduzione della capacit epurativa dell'apparato respiratorio, aggravamento delle
malattie respiratorie croniche (asma, bronchite ed enfisema) ed eventualmente neoplasie. Le particelle con un diametro
inferiore ai 5-6 mm possono depositarsi nei bronchioli e negli alveoli e causare infiammazione, fibrosi e neoplasie. Il
particolato fine pu anche indurre indirettamente effetti sistemici su specifici organi bersaglio a seguito del rilascio nei
fluidi biologici degli inquinanti da esso veicolati. I gruppi pi sensibili sono costituiti dagli asmatici e dai bronchitici. E'
stato accertato un effetto sinergico in seguito all'esposizione combinata di particelle sospese e SO
2
.
Idrocarburi (HC e NMHC)
E' un complesso insieme di composti organici che si trovano nell'aria in fase gassosa e/o particolata. Le fonti
antropiche sono costituite soprattutto dagli autoveicoli, dagli impianti termici, dalle centrali termoelettriche e dagli
inceneritori di rifiuti. In genere si usa distinguere tra metano (CH
4
) e gli altri composti organici, genericamente definiti
come idrocarburi non metanici (NMHC). All'interno della grande ed eterogenea classe degli idrocarburi non metanici sono
compresi anche gli inquinanti non convenzionali quali il benzene e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
Benzene (C
6
H
6
)
Il benzene invece una molecola stabile e relativamente inerte e non ha un ruolo significativo nei processi di
inquinamento secondario. Proprio per la sua stabilit e per la prevalente antropicit delle sue sorgenti questa specie pu
essere utilizzata come tracciante dell'andamento temporale degli inquinanti primari al livello del suolo. La concentrazione
di benzene nelle aree urbane varia fra le poche unit e le poche decine di ppb
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
130
E' un liquido incolore e dotato di un odore caratteristico. Il benzene un idrocarburo aromatico tipico costituente delle
benzine. Gli autoveicoli rappresentano quindi la principale fonte di emissione: in particolare, circa l'85% viene immesso
nell'aria con i gas di scarico e il 15% rimanente per evaporazione del combustibile e durante le operazioni di rifornimento.
L'intossicazione di tipo acuto dovuta all'azione del benzene sul sistema nervoso centrale. A concentrazioni moderate i
sintomi sono stordimento, eccitazione e pallore seguiti da debolezza, mal di testa, respiro affannoso, senso di costrizione al
torace. A livelli pi elevati si registrano eccitamento, euforia e ilarit, seguiti da fatica e sonnolenza e, nei casi pi gravi,
arresto respiratorio, spesso associato a convulsioni muscolari e infine a morte. Fra gli effetti a lungo termine vanno
menzionati interferenze sul processo emopoietico (con riduzione progressiva di eritrociti, leucociti e piastrine) e l'induzione
della leucemia nei lavoratori maggiormente esposti. Il benzene stato inserito da International Agency for Research on
Cancer (IARC) nel gruppo 1 cio tra le sostanze che hanno un accertato potere cancerogeno sull'uomo.
Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)
Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono composti organici la cui struttura caratterizzata dalla fusione di due o
pi anelli aromatici. Gli idrocarburi policiclici aromatici possono derivare da sorgenti naturali (alghe, microrganismi,
piante, incendi) ma la principale sorgente atmosferica di origine antropica ed la combustione incompleta degli
idrocarburi.
Sono costituiti da due o pi anelli aromatici condensati e derivano dalla combustione incompleta di numerose sostanze
organiche. La fonte pi importante di origine antropica rappresentata dalle emissioni veicolari seguita dagli impianti
termici, dalle centrali termoelettriche e dagli inceneritori.
Nelle aree urbane la fonte principale di idrocarburi policiclici aromatici rappresentata dagli scarichi autoveicolari. Gli
idrocarburi policiclici aromatici si sono rivelati potenti cancerogeni, favorendo tra l'altro l'insorgere di tumori polmonari.
Inoltre, assieme all'ossido di carbonio e al piombo tetraetile, gli idrocarburi, concorrono, a livello cellulare, al blocco
enzimatico della catena respiratoria. In particolare il benzopirene, dotato di forte azione cancerogena, soprattutto sulla
cute e sulle strutture dell'apparato respiratorio. Gli IPA sono stati i primi inquinanti atmosferici classificati come
cancerogeni e tra questi, quelli costituiti da quattro o pi anelli aromatici sono ritenuti i pi pericolosi. La legislazione
italiana prescrive che nelle principali aree urbane siano determinate la concentrazione delle "polveri respirabili" (particelle
con diametro aerodinamico inferiore a 10 m) e la concentrazione in aria del solo Benz(a)Pirene (BaPy), che il pi
potente cancerogeno tra gli idrocarburi policiclici aromatici non sostituiti, quantunque le specie appartenenti alla classe
degli IPA classificate come possibili cancerogeni siano ben sette. Data la stabilit della loro struttura, gli idrocarburi
policiclici aromatici risultano piuttosto inerti. In atmosfera questi composti si trovano principalmente nel materiale
particellare: bench essi vengano emessi in fase vapore, infatti, a causa della loro bassa tensione di vapore, condensano
rapidamente e si adsorbono sulle particelle carboniose.
Gli idrocarburi policiclici aromatici sono molto spesso associati alle polveri sospese. In questo caso la dimensione
delle particelle del particolato aerodisperso rappresenta il parametro principale che condiziona l'ingresso e la deposizione
nell'apparato respiratorio e quindi la relativa tossicit. Presenti nell'aerosol urbano sono generalmente associati alle
particelle con diametro aerodinamico minore di 2 micron e quindi in grado di raggiungere facilmente la regione alveolare
del polmone e da qui il sangue e quindi i tessuti. Oltre ad essere degli irritanti di naso, gola ed occhi sono riconosciuti per le
propriet mutagene e cancerogene. E accertato il potere cancerogeno di tutti gli IPA a carico delle cellule del polmone, e
tra questi anche del benzo(a)pirene (BaP) (gli IPA sono stati inseriti nel gruppo 1 della classificazione IARC). Poich
stato evidenziato che la relazione tra BaP e gli altri IPA, detto profilo IPA, relativamente stabile nell'aria delle diverse
citt, la concentrazione di BaP viene spesso utilizzata come indice del potenziale cancerogeno degli IPA totali.
Metalli Pesanti
Alla categoria dei metalli pesanti appartengono circa 70 elementi (con densit > 5 g/cm
3
), anche se quelli rilevanti da
un punto di vista ambientale sono solo una ventina. Tra i pi importanti ricordiamo: Ag, Cd, Cr, Co, Cu, Fe, Hg, Mn, Pb,
Mo, Ni, Sn, Zn.
Le fonti antropiche responsabili dell'incremento della quantit naturale di metalli sono principalmente lattivit
mineraria, le fonderie e le raffinerie, la produzione energetica, lincenerimento dei rifiuti e lattivit agricola. I metalli
pesanti sono presenti in atmosfera sotto forma di particolato aerotrasportato; le dimensioni delle particelle a cui sono
associati e la loro composizione chimica dipende fortemente dalla tipologia della sorgente di emissione. Le concentrazioni
in aria di alcuni metalli nelle aree urbane e industriali pu raggiungere valori 10-100 volte superiori a quelli delle aree
rurali.
Piombo (Pb)
La principale fonte di inquinamento atmosferico costituita dagli scarichi dei veicoli alimentati con benzina super (il
piombo tetraetile veniva usato come additivo antidetonante). Con il definitivo abbandono della benzina rossa i livelli di
piombo nellaria urbano sono diminuiti in modo significativo. Le altre fonti antropiche derivano dalla combustione del
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
131
carbone e dell'olio combustibile, dai processi di estrazione e lavorazione dei minerali che contengono Pb, dalle fonderie,
dalle industrie ceramiche e dagli inceneritori di rifiuti.
Il Pb assorbito attraverso l'epitelio polmonare entra nel circolo sanguigno e si distribuisce in quantit decrescenti nelle
ossa, nel fegato, nei reni, nei muscoli e nel cervello. L'intossicazione acuta rara e si verifica solo in seguito all'ingestione o
all'inalazione di notevoli quantit di Pb. La tossicit del Pb pu essere spiegata in parte dal fatto che, legandosi ai gruppi
sulfidrilici delle proteine o sostituendo ioni metallici essenziali, interferisce con diversi sistemi enzimatici. Tutti gli organi
costituiscono potenziali bersagli e gli effetti sono estremamente vari (anemia, danni al sistema nervoso centrale e periferico,
ai reni, al sistema riproduttivo, cardiovascolare, epatico, endocrino, gastro-intestinale e immunitario). I gruppi
maggiormente a rischio sono costituiti dai bambini e dalle donne in gravidanza . Il livello di piombo nel sangue
lindicatore pi attendibile delle esposizioni ambientali a questo inquinante e le linee guida dellOMS propongono un
valore critico pari ad una concentrazione di 100 g/l. Alcuni studi condotti su bambini indicano che una ricaduta al suolo
giornaliera superiore a 250 g/ m
2
responsabile di un significativo incremento di piombo nel sangue.
SO
2
g/m
3
NO
2
g/m
3
CO
mg/m
3
PTS
g/m
3
PM
10
g/m
3
Livelli naturali 0.4-9.4 0.06-0.14
Aree isolate o di fondo
- media 24 h
- media anno < 5
Aree rurali
- max 1 h
- media 7 h
- media 24 h
- media anno 5-25
(1)
Aree urbane citt europee
- max 1 h < 60
- media 8 h < 20
- media 24 h < 500 200-400
- media anno < 100 50-150 20-98
Aree urbane paesi industrializzati
- media 1 h 940
- max 1 h 75-1000
- media 24 h 400
- media anno < 100 20-90 18-47
Aree urbane paesi via di sviluppo
- media 24 h < 125
- media anno 20-40 > 200 > 300 > 100
Note
(1) a causa della notevole capacit di dispersione delle polveri fini i valori medi registrati nelle aree rurali
sono spesso comparabili con i valori minimi delle adiacenti aree urbane (fino a 100 Km di distanza);
(2) la maggior parte delle misurazioni si riferiscono al benzo(a)pirene (BaP) assunto come indicatore del
profilo IPA;
(3) si tratta di misurazioni spot in differenti citt europee e statunitensi e non riferibili con precisione ad
un tempo di mediazione di 1 ora.
PM
2.5
g/m
3
O
3
g/m
3
C
6
H
6
g/m
3
IPA
ng/m
3
Pb
g/m
3
Livelli naturali 40-70 ~ 0 6 *10
-4
Aree isolate o di fondo
- media 24 h 0,51
- media anno < 1
(2)
Aree rurali
- max 1 h 200-520
- media 7 h 40-100
- media 24 h 1.5
- media anno
(1)
1-5
Aree urbane citt europee
- max 1 h 300-400
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
132
- media 8 h
- media 24 h < 120 1-10
- media anno 3-6
(2)
Aree urbane paesi industrializzati
- media 1 h 60-100
0,17-0,18
(3)
- max 1 h < 400
- media 24 h < 120 2,8-40
- media anno 11-30 1-6
(2)
Aree urbane paesi via di sviluppo
- media 24 h
- media anno
Note
(1) a causa della notevole capacit di dispersione delle polveri fini i valori medi registrati nelle aree rurali
sono spesso comparabili con i valori minimi delle adiacenti aree urbane (fino a 100 Km di distanza);
(2) la maggior parte delle misurazioni si riferiscono al benzo(a)pirene (BaP) assunto come indicatore del
profilo IPA;
(3) si tratta di misurazioni spot in differenti citt europee e statunitensi e non riferibili con precisione ad
un tempo di mediazione di 1 ora.
SO
2
g/m
3
NO
2
g/m
3
CO
mg/m
3
PTS
g/m3
PM
10
g/m3
Linee guida OMS
- media 10 min 500
- media 15 min 100
- media 30 min 60
- media 1 h 200 30
- media 8 h 10
- media 24 h 125
- media anno 50 40
- altro
(1) (1) (2)
Note
(1) non esistono indicazioni precise sul tempo minimo di esposizione per evitare significativi effetti sulla
salute; (2) il valore di PM
2,5
(polveri inalabili) considerato il miglior indicatore per prevenire eventuali
rischi sanitari: non sono state fornite precise linee guida a breve o a lungo termine ma raccomandata la
minor esposizione possibile con elevata presenza di SO
2
e metalli pesanti aerodispersi; (3) raccomandato
nelledizione del 1987; le pi recenti ricerche considerano questa linea guida superflua perch il livello di
protezione per la media di 8 h preventivo anche nei confronti di eventuali esposizioni a breve termine (e
quindi comprensivo anche della media di 1 h); (4) non applicabile: benzene e benzo(a)pirene (BaP) sono
stati inserit i da IARC (International Agency for Research on Cancer) nel gruppo 1 cio tra le sostanze ad
accertato potere cancerogeno per cui non possibile definire i livelli minimi accettabili di esposizione;
(5) il livello di Pb nel sangue lindicatore pi attendibile delle esposizioni ambientali; le linee guida
indicano un valore critico di concentrazione nel sangue pari a 100 g/l e quindi su questa base stata
proposta la stima del valore di concentrazione media annuale in aria.
PM
2.5
g/m3
O
3
g/m3
C
6
H
6
g/m3
IPA
ng/m
3
Pb
g/m3
Linee guida OMS
- media 10 min
- media 15 min
- media 30 min
- media 1 h 150-200
(3)
- media 8 h 120
- media 24 h
- media anno 0.5
(5)
- altro
(2)
(4) (4)
Note
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
133
(1) non esistono indicazioni precise sul tempo minimo di esposizione per evitare significativi effetti sulla
salute;
(2) il valore di PM
2,5
(polveri inalabili) considerato il miglior indicatore per prevenire eventuali rischi
sanitari: non sono state fornite precise linee guida a breve o a lungo termine ma raccomandata la minor
esposizione possibile con elevata presenza di SO
2
e metalli pesanti aerodispersi;
(3) raccomandato nelledizione del 1987; le pi recenti ricerche considerano questa linea guida superflua
perch il livello di protezione per la media di 8 h preventivo anche nei confronti di eventuali esposizioni
a breve termine (e quindi comprensivo anche della media di 1 h);
(4) non applicabile: benzene e benzo(a)pirene (BaP) sono stati inseriti da IARC (International Agency for
Research on Cancer) nel gruppo 1 cio tra le sostanze ad accertato potere cancerogeno per cui non
possibile definire i livelli minimi accettabili di esposizione;
(5) il livello di Pb nel sangue lindicatore pi attendibile delle esposizioni ambientali; le linee guida
indicano un valore critico di concentrazione nel sangue pari a 100 g/l e quindi su questa base stata
proposta la stima del valore di concentrazione media annuale in aria.
Tabella 2.49 linee guida OMS
2.3.3 Dati storici di qualit dellaria: gli ambiti urbani ed extra-urbani
La qualit dellaria negli ambiti urbani ed extra -urbani monitorata attraverso:
reti di monitoraggio della qualit dellaria, dotate di postazioni fisse di misura (descritte al paragrafo 2.3. 1);
laboratori mobili che svolgono campagne periodiche di verifica della qualit dellaria in ambiti territoriali non
serviti dalla rete fissa;
campagne di biomonitoraggio e bioaccumulo;
mappature del territorio con campionatori passivi (nella maggioranza dei casi per la misura del benzene).
Lanalisi dei dati relativi ai livelli di concentrazione in aria degli inquinanti, registrati negli ultimi anni, stata condotta
su un numero limitato di stazioni di misura ritenute significative in quanto rappresentative delle tipologie territoriali ed
emissive.
Al fine di ottenere una rappresentazione di sintesi, sono stati mediati e rappresentati su grafico i valori dei parametri
statistici sopra indicati per categoria di stazioni: background urbano, di traffico ed extra-urbane, per gli inquinanti
convenzionali e non.
Le elaborazioni prodotte hanno lobiettivo di:
evidenziare, in modo sintetico e comprensibile, landamento temporale dei livelli di inquinamento registrati negli
ultimi anni presso le stazioni di monit oraggio della regione Sicilia;
caratterizzare, inquinante per inquinante, i livelli di concentrazione media che si registrano nel corso dellanno-
tipo, rispetto alle tre tipologie di stazioni di misura individuate.
2.3.3.1 Concentrazione in atmosfera di biossido di zolfo (SO
2
)
Il biossido di zolfo generato da fonti naturali, quali le eruzioni vulcaniche, e da fonti antropiche, quali i processi di
combustione industriali, in particolare le centrali termoelettriche nonch, in misura pi ridotta, gli impianti non
metanizzati. Questo sicuramente linquinante pi conosciuto, ed stato uno dei primi ad essere monitorato. Ha, per,
perduto limportanza di un tempo, collocandosi su valori piuttosto modesti, almeno per ci che concerne le aree
urbanizzate; questo grazie anche alla riduzione del tenore di zolfo nei combustibili per uso civile ed industriale. La finalit
dellindicatore consiste nel verificare se le concentrazioni in aria di biossido di zolfo non oltrepassino i valori limite
prescritti dalla normativa vigente.
Utilizzando i dati rilevati dai comuni di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualit
dellaria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2006, stato verificato il rispetto del
limite orario di protezione della salute umana il cui valore, da non superarsi per pi di 24 volte nell'anno civile, pari a 350
g/ m
3
(D.M. 2 aprile 2002, n. 60).
Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dalla Provincia Regionale di Siracusa, dalla Provincia Regionale di Caltanissetta,
dalla Provincia Regionale di Agrigento, dalla Provincia regionale di Messina, dal Comune di Catania Direzione Tutela
Ambientale per la citt di Catania, e infine dallAMIA s.p.a. per il Comune di Palermo (2006).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
134
La tabella 2.50 sintetizza il numero dei superamenti del limite orario di biossido di zolfo rilevati nel 2006, per la protezione
della salute umana.
Dallanalisi della tabella che segue, si rileva come linquinamento da biossido di zolfo incida maggiormente nelle aree di
tipo industriale, ed in misura minore anche nelle aree urbane. Inoltre, si pu notare come le concentrazioni medie annuali di
biossido di zolfo in aree metropolitane come quella di Catania si mantengano ad un livello basso; stessa cosa non pu dirsi
per il comune di Palermo. Rispetto ai dati del 2005, ove erano assenti i dati di diversi gestori, si nota comunque un
peggioramento generale. Si sono verificati tre superamenti della soglia di allarme di 500 g/m
3
nel comune di Pace del
Mela nel 2006.
Tabella 2.50: Superamenti del Limite orario di biossido di zolfo (SO
2
) per la protezione della salute umana (2006)
N. di superamenti del limite orario per la protezione della salute umana
350 g/m
3
per il 2006 (max 24 volte nellanno)
Comune di Catania 0
Comune di Palermo 6 (Castelnuovo)
Provincia di Siracusa (Urb + Ind) 1 (Melilli), 21 (San Cusmano), 1 (Scala Greca)
Provincia di Messina
44 (Pace del Mela Mandravecchia 3 superamenti soglia allarme ), 19
(San Filippo del Mela), 1 (Santa Lucia del Mela),
Provincia di Caltanissetta* 4 (AGIP_Mineraria)
Provincia di Agrigento 0
ARPA Sicilia (rete ENVIREG) 7 (C.da Gabbia (ME)
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche (2007)
* escluso le citt di Caltanissetta e San Cataldo, dati non pervenuti in tempo utile
I dati di Palermo (tab. 2.51) talvolta mostrano un decremento che pu essere attribuito allintroduzione negli usi civili
ed industriali di combustibili e carburanti a basso tenore di zolfo e del gas naturale, praticamente privo di zolfo.
2001 2002 2003 2004
Stazioni
g/m
3
Boccadifalco (1) 2 2 2
Indipendenza 5 4 6 6
Giulio Cesare 7 9 9 8
Castelnuovo 9 10 7 11
Unit d'Italia 5 7 6 7
Torrelunga 7 5 5 3
Belgio 7 7 5 4
Di Biasi - 9 9 13
Tabella 2.51- SO2 Concentrazione media annuale nel comune di Palermo (limite per la protezione degli ecosistemi
=20mg/m
3
)
2.3.3.2 Concentrazioni in atmosfera di particolato (PM
10
)
Per PM
10
si intende materiale particellare con diametro uguale o inferiore a 10 m. Le sorgenti emissive antropiche
principali, in ambiente urbano, sono costituite dagli impianti di riscaldamento civile e dal traffico veicolare. opportuno
ricordare che anche le eruzioni vulcaniche assumono un ruolo di primo piano; infatti, le ceneri vulcaniche contengono una
frazione di particolato che viene rilevata dagli analizzatori di PM
10.
Ma anche gli incendi boschivi, la risospensione delle
polveri e laerosol marino sono fonti naturali di PM
10
. La finalit dellindicatore consiste nel verificare se le concentrazioni
in aria di PM
10
non oltrepassino i valori limite prescritti dalla normativa vigente.
Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualit dellaria
della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2006 stato verificato il rispetto del limite della
media giornaliera, il cui valore, da non superarsi per pi di 35 volte nell'anno civile, pari a 50 g/ m
3
(D.M. 2 aprile 2002,
n. 60).
La tabella 2.52 sintetizza il numero di superamenti del valore limite della media giornaliera (da non superarsi pi di 35
volte nellarco di un anno) registrati nel 2006.
Il D.M. 60/02 ha stabilito che la concentrazione media annua per il PM
10
non debba superare il valore limite di 40 g/m
3
in
vigore dal 01/01/2005. Dalla tabella 2.12 si rileva come il valore limite della media giornaliera venga superato diverse volte
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
135
e in postazioni di misura differenti sia nel comune di Palermo che di Messina e Siracusa; lo stesso si ripete nelle stazioni
posizionate nel comune di Porto Empedocle. Rispetto ai dati del 2005, si nota un peggioramento dello stato di qualit
dellaria concernente le concentrazioni di PM
10
. Solo nel caso del comune di Catania non si riscontrano superamenti dei
limiti di legge in netto miglioramento rispetto allanno precedente.
Tabella 2.52 : PM
10
, numero di superamenti del valore limite della media giornaliera (2006)
N Superamenti del valore limite della media giornaliera
50 g/m
3
per il 2006 da non superare per un max di 35 volte nellanno
Comune di Palermo
Boccadifalco: 18 (17), Indipendenza: 38 (33), Giulio Cesare: 65 (61), Castelnuovo: 57
(53), Unit dItalia: 80 (75), Torrelunga: 27 (26), Belgio: 89 (84), Di Blasi: 210, CEP:
49 (47)
Comune di Catania Europa: 22; Stesicoro: 2; Giuffrida: 12; Regione: 8; Zona Industriale: 1; Risorgimento: 2
Provincia di Agrigento
Agrigento Giardino Botanico: 2; Canicatt: 13; Licata: 24; Monserrato: 7; Porto
Empedocle_1: 61; Porto Empedocle_3: 42; Raffadali: 6; Sciacca: 2.
Provincia di Siracusa Rete
Ind.
Augusta: 8; Ciapi: 51; Priolo: 15; Melilli: 16; San Cusmano: 13; Belvedere: 16
Provincia di Siracusa Rete
Urb.
Acquedotto: 10; Teracati: 282; Bixio: 154; Specchi: 109
Provincia di Caltanissetta* Ospedale-Gela: 25
Provincia di Messina Caronte: 7; Archimede: 53; Boccetta: 1
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti pubbliche (2007)
* escluso le citt di Caltanissetta e San Cataldo, dati non pervenuti in tempo utile
Nella tab. 2.53 seguente sono mostrati gli andamenti degli ultimi anni registrati nelle centraline di Palermo.
VL + MDT
46,4 ug/m3
VL + MDT
44,8 ug/m3
VL + MDT
43,2 ug/m3
VL + MDT
41,6 ug/m3 Stazioni
2001 2002 2003 2004
Boccadifalco 26 28 29 28
Indipendenza 33 38 34 32
Giulio Cesare 40 45 45 42
Castelnuovo 45 44 41 39
Unit d'Italia 45 43 41 40
Torrelunga 34 32 31 29
Belgio 34 32 39 38
Di Blasi 49 46 43
Tabella 2.53 PM10 concentrazione media annuale (valore limite annuale per la protezione della salute umana = 40
mg/m3)
La Regione Siciliana sta provvedendo alla elaborazione degli andamenti temporali, delle medie annuali e del 98
percentile, degli ultimi anni al fine di valutare il trend delle concentrazioni sia negli ambiti urbani (pi o meno esposti al
traffico veicolare), ma anche in quelli extra-urbani.
Il DM 60/2002, (art. 38) indica la possibilit di valutare il livello di polveri totali sospese partendo dai dati di PM
10
e
moltiplicando gli stessi per un fattore pari a 1.2.
Le polveri totali sospese ed il PM
10
mostrano un andamento discontinuo nelle varie stazioni. Tale andamento si registra
per tutte le tipologie di stazioni di misura.
2.3.3.3 Concentrazione media annuale del biossido di azoto (NO
2
)
Il biossido di azoto un inquinante secondario, generato dalla reazione tra il monossido di azoto (NO) e le sostanze
ossidanti. strettamente connesso al traffico veicolare, che introduce in atmosfera lNO. Le altre sorgenti principali sono
gli impianti di riscaldamento civile ed industriale e le centrali di produzione di energia. Lo scopo attribuito allindicatore
consiste nel verificare che le concentrazioni in aria di biossido di azoto non oltrepassino i valori limite prescritti dalla
normativa vigente.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
136
DESCRIZIONE: Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della
qualit dellaria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2006, stato verificato il
rispetto del limite orario per la protezione della salute umana, il cui valore pari a 240 g/m
3
per lanno 2006 da non
superare per pi di 18 volte per anno civile (D.M. 2 aprile 2002 n. 60).
UNIT di MISURA: Microgrammi al metro cubo (g/m
3
).
FONTE dei DATI: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dalla Provincia Regionale di Siracusa, dalla Provincia
Regionale di Caltanisetta, dalla Provincia Regionale di Agrigento, dalla Provincia regionale di Messina, dal Comune di
Catania, Direzione Tutela Ambientale per la citt di Catania, dallAMIA s.p.a. per il Comune di Palermo (2006).
NOTE TABELLE e FIGURE: La tabella 2.10 riporta il numero complessivo di superamenti del valore limite orario per la
protezione della salute umana, registrati rispettivamente nelle citt di Catania e Palermo e nelle province regionali di
Siracusa, Messina, Caltanissetta e Agrigento nel 2006.
STATO e TREND: Analizzando i dati di qualit dellaria rilevati nel 2006, si evince come i valori pi alti si registrano
nelle citt di Palermo e Catania in postazioni ubicate nelle zone centrali e pertanto pi soggette all'inquinamento da
traffico. Per il 2006, il valore limite delle concentrazioni medie orarie pari a 240 g/ m
3
, da non superarsi per pi di 18
volte. La tabella 2.54 sintetizza il numero di superamenti che si sono verificati nel 2006; in nessun caso stato superamento
il limite di legge. Rispetto ai dati del 2005, si nota un leggero peggioramento per la citt di Palermo. Nessun superamento
della soglia di allarme di 400 g/m
3
si verificato nel periodo considerato.
Tabella 2.54: Biossido di azoto (NO
2
), superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana
(2006)
N Superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana
Per lanno 2006 il valore limite pari a 240 g/m
3
(max 18 volte nellanno)
Comune di Catania 3 (Michelangelo)
Comune di Palermo
1 (Boccadifalco), 3 (Castelnuovo), 2 (Di Blasi), 1 (Unit
dItalia)
Provincia di Siracusa (Urb +Ind) 5 (Scalagreca), 9 (Specchi)
Provincia di Caltanissetta* 1 (Via Venezia)
Provincia di Messina 0
Provincia di Agrigento 0
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori (2007)
* escluso le citt di Caltanissetta e San Cataldo, dati non pervenuti in tempo utile
LAssessorato Territorio e Ambiente e ARPA Sicilia stanno provvedendo alla elaborazione degli andamenti temporali,
delle medie annuali e del 98 percentile, degli ultimi anni al fine di valutare il trend delle concentrazioni sia negli ambiti
urbani (pi o meno esposti al traffico veicolare), ma anche in quelli extra -urbani.
In Palermo i dati storici dal 2001 al 2004 mostrano un andamento irregolare del biossido di azoto nel valore della
media annuale. Tale andamento non si manifesta in maniera uniforme per tutte le stazioni di monitoraggio.
Stazioni
2001
VL+MDT
58 g/m
3
2002
VL+MDT
56 g/m
3
2003
VL+MDT
54 g/m
3
2004
VL+MDT
52 g/m
3
Boccadifalco [12] 19 15 19
Indipendenza 42 59 57 58
Giulio Cesare 73 73 84 71
Castelnuovo 57 67 58 62
Unit d'Italia 51 70 70 55
Torrelunga 50 45 41 40
Belgio 54 60 55 48
Di Biasi - 67 73 71
Tabella 2.55 Concentrazione media annuale( valore limite per la protezione della salute umana nel 2010= 40 mg/m
3
)
2.3.3.4 Concentrazioni in atmosfera di Ozono (O
3
)
Lozono un inquinante secondario, generato dalla trasformazione degli ossidi di azoto e dai composti organici volatili
(detti inquinanti precursori) reattivi in presenza di radiazione solare anche a distanze notevoli dalle sorgenti primarie. E
strettamente correlato alle condizioni meteoclimatiche, infatti, tende ad aumentare durante il periodo estivo e durante le ore
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
137
di maggiore irraggiamento solare. Lozono, inoltre, responsabile, in presenza di talune sostanze organiche, del fenomeno
dellinquinamento fotochimico. Lindicatore proposto finalizzato a valutare che le concentrazioni in aria rispettino i limiti
introdotti dalla normativa vigente.
DESCRIZIONE: Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della
qualit dellaria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2006 stato verificato il rispetto
del livello di attenzione delle concentrazioni medie orarie, il cui valore limite pari a 180 g/ m
3
(D.M. 16/05/1996).
UNIT di MISURA: Microgrammi al metro cubo (g/ m
3
).
FONTE dei DATI: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dagli enti gestori di Reti pubbliche per il monitoraggio
dellinquinamento atmosferico (2006).
NOTE TABELLE e FIGURE: La tabella 2.56 riporta il numero complessivo di superamenti del livello di attenzione delle
concentrazioni medie orarie nel 2006. Al riguardo, opportuno specificare che il livello di attenzione, indicato anche
come livello per linformazione della popolazione, non rappresenta una condizione di rischio ma la possibilit di un
aggravarsi del fenomeno nel caso continuassero, per pi giorni, condizioni atmosferiche sfavorevoli alla dispersione degli
inquinanti che contribuiscono alla formazione dellozono.
STATO e TREND: Dallanalisi della tabella 2.56 dei superamenti si nota un peggioramento con superamenti della soglia
di attenzione e della soglia di allarme. Il comune di Palermo in controtendenza fa registrare un netto miglioramento
azzerando il numero di superamenti riscontrati nel 2005. Rimane grave la situazione relativa allarea a rischio di Priolo,
dove la presenza di unelevata concentrazione di precursori nonch delle particolari condizioni atmosferiche causa
linnalzamento dei valori di concentrazione dellozono.
Valori limite di ozono, obiettivo lungo termine e valore target per la protezione della salute umana
Obiettivo Livello di concentrazione (g/m
3
) Tempo medio
Limite di informazione 180 1 ora
Limite di allarme 240 1 ora
Obiettivo lungo termine 120 Media su 8 ore, max giornaliero
Valore target 120 Media su 8 ore, max giornaliero
(EEA, 2005)
Tabella 2.56: Ozono (O
3
), numero di superamenti della soglia di informazione (2006)
Concentrazione media di 1 ora: 180 g/m
3
Comune di Catania Moro: 1
Comune di Palermo 0
Provincia di Agrigento Cammarata: 4
Provincia di Caltanissetta
Ospedale V. Emanuele: 1;
Via Venezia: 3
Provincia di Messina 0
Provincia di Siracusa (Urb + Ind)*
Priolo: 11 (2);
Melilli: 81 (17);
San Cusmano: 51 (5)
Acquedotto: 3;
C.da Fusco: 33
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dagli Enti Gestori (2007)
* tra parentesi i superamenti della soglia di allarme media oraria > 240 g/m
3
LAssessorato Territorio e Ambiente e ARPA Sicilia stanno provvedendo alla elaborazione degli andamenti temporali,
delle medie annuali e del 98 percentile, degli ultimi anni al fine di valutare il trend delle concentrazioni sia negli ambiti
urbani (pi o meno esposti al traffico veicolare), ma anche in quelli extra -urbani.
Nel territorio del comune di Palermo (tab. 2.57), lozono mostra un andamento irregolare nel valore della media
annuale per entrambe le tipologie di stazione di misura.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
138
Boccadifalco Castelnuovo
Soglia Limite
Unit di
misura
Periodo
2001 2002 2003 2004 2001 2002 2003 2004
AOT4O (prot.
vegetaz.) mg/m
3
h maggio-luglio 31922 28074 53943 27653 325 74 4768 2151
AOT4O (prot.
foreste.) mg/m
3
h aprile-settembre 52845 65336 91556 34461 689 129 6475 3011
Conc. Media
annuale mg/m
3
anno civile 82 88 91 74 29 30 (35) 38
Tabella 2.57 Ozono O3 Valori rilevati per anno e per stazione (D. L.vo 21/05/2004 n.183)
Per la stazione di background urbano i livelli di concentrazione medi annuali vanno da 70 a 90 g/m
3
. Le stazioni
soggette alle emissioni da traffico veicolare presentano medie annuali variabili tra 30 e 40 g/m
3
.
2.3.3.5 Concentrazioni in atmosfera di monossido di carbonio (CO)
In ambiente urbano, la sorgente antropica principale da cui generato il monossido di carbonio (CO) costituita dagli
autoveicoli a benzina durante il funzionamento a basso regime. Pertanto, le maggiori concentrazioni di CO, nelle citt, si
registrano nelle zone congestionate dal traffico veicolare. Contribuiscono ulteriormente allemissione di CO, se pure in
minor grado, gli impianti di riscaldamento e alcuni processi industriali. Lindicatore proposto finalizzato a verificare il
rispetto, in ambiente urbano, degli obiettivi statuiti dalla normativa.
DESCRIZIONE: Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della
qualit dellaria delle province di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2006, stato verificato il rispetto
dei superamenti del valore limite orario su 8 ore per la protezione della salute umana, pari a 10 mg/m
3
(D.M. 2 aprile 2002
n. 60).
UNIT di MISURA: Milligrammi al metro cubo (mg/m
3
).
FONTE dei DATI Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dal Co mune di Catania, Direzione Tutela Ambientale,
dallAMIA s.p.a. e dalle Province di Agrigento, Caltanissetta, Messina, Siracusa (2006).
NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 2.58 fornisce una rappresentazione congiunta del numero di superamenti della
soglia di attenzione, registrati rispettivamente nelle citt di Catania, Palermo e nelle province regionali di Siracusa,
Messina, Caltanissetta e Agrigento nel 2006. La media massima giornaliera su 8 ore viene individuata esaminando le medie
mobili su 8 ore, calcolate in base a dati orari e aggiornate ogni ora. Ogni media su 8 ore cos calcolata assegnata al giorno
nel quale finisce. In pratica, il primo periodo di 8 ore per ogni singolo giorno sar quello compreso tra le ore 17.00 del
giorno precedente e le ore 01.00 del giorno stesso; lultimo periodo di 8 ore per ogni giorno sar quello compreso tra le ore
16.00 e le ore 24.00 del giorno stesso.
STATO e TREND Nessun superamento della soglia dallarme e del valore limite su 8 ore, che per il 2006 pari a 10
mg/m
3
, stato registrato a Palermo, Catania e Caltanissetta nonch nella Province di Siracusa nel periodo considerato;
stesso risultato era stato ottenuto dallanalisi dei dati relativi al 2004 e 2005.
Tabella 2.58: Superamenti della media max giornaliera su 8 ore (2006)
Superamenti del limite orario per la protezione della salute umana
10 mg/m
3
per il 2006
Comune di Catania 0
Comune di Palermo 0
Provincia di Siracusa (Urb + Ind) 0
Provincia di Messina 0
Provincia di Caltanissetta* 0
Provincia di Agrigento 0
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche (2007)
* escluso le citt di Caltanissetta e San Cataldo, dati non pervenuti in tempo utile
LAssessorato Territorio e Ambiente e ARPA Sicilia stanno provvedendo alla elaborazione degli andamenti temporali,
delle medie annuali e del 98 percentile, degli ultimi anni al fine di valutare il trend delle concentrazioni sia negli ambiti
urbani (pi o meno esposti al traffico veicolare), ma anche in quelli extra -urbani.
Nelle centraline di Palermo il monossido di carbonio mostra un andamento decrescente sia nel valore della media
annuale che per la massima media su 8 ore (tab. 2.59) per tutte le tipologie di stazione di misura.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
139
Stazioni 2001 2002 2003 2004
Boccadifalco 2 2 1 1
Indipendenza 7 10 5 5
Giulio Cesare 12 8 7 7
Castelnuovo 8 11 6 5
Unit d'Italia 9 10 7 8
Torrelunga 4 6 5 5
Belgio 7 9 5 7
Di Blasi 8 7 6
Tabella 2.59 CO Massima media su 8 ore (mg/m3) rilevata dal 2001 al 2004
2.3.3.6 Concentrazioni in atmosfera di benzene (C
6
H
6
)
Il benzene un idrocarburo aromatico volatile. E generato dai processi di combustione naturali, quali incendi ed eruzioni
vulcaniche, ed inoltre rilasciato in aria dai gas di scarico degli autoveicoli e dalle perdite che si verificano durante il ciclo
produttivo della benzina (preparazione, distribuzione e l'immagazzinamento). Considerato sostanza cancerogena, riveste
unimportanza particolare nellottica della protezione della salute umana. Lindicatore proposto volto a verificare che le
concentrazioni in aria di benzene non oltrepassino i valori limite prescritti dalla normativa vigente.
DESCRIZIONE: Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di
monitoraggio della qualit dellaria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2006
stato verificato il rispetto del limite della media annuale (D.M. 2 aprile 2002, n. 60).
UNIT di MISURA: Microgrammi al metro cubo (g/ m
3
).
FONTE dei DATI: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dagli Enti gestori delle reti pubbliche (2006).
NOTE TABELLE e FIGURE: La tabella 2.60 riporta i superamenti registrati nellanno 2006.
STATO e TREND: Il D.M. n. 60/02 ha introdotto un valore limite per la protezione della salute umana pari a 5 g/m
3
come media annuale da raggiungere entro il primo gennaio 2010, a cui si aggiunge un margine di tolleranza di 5 g/m
3
fino
al 31 dicembre 2005. Dal primo gennaio 2006, e successivamente ogni 12 mesi, il valore ridotto secondo una percentuale
costante per raggiungere lo 0% di tolleranza al primo gennaio 2010. Pertanto, sino al 1 gennaio 2006 il valore limite per il
benzene coincide con il valore previsto per lobiettivo di qualit dal D.M. 25 novembre 1994. Dalla tabella che segue si
evince che le concentrazioni medie annue di benzene risultano, per lanno 2006, inferiori al valore limite di 9 g/m
3
. Nelle
aree urbane si raggiungono tuttavia picchi orari di concentrazione di alcune decine di microgrammi al metro cubo.
Tabella 2.60: Benzene numero di superamenti del valore limite (2006)
N Superamenti del valore limite annuale
9 g/m
3
per lanno civile 2006
Comune di Palermo
0
Comune di Catania 0
Provincia di Agrigento 0
Provincia di Caltanissetta* 0
Provincia di Messina 0
Provincia di Siracusa 0
ARPA Sicilia (rete ENVIREG:c.da
gabbia, Fosfogessi, Monte Tauro)
0
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti pubbliche (2007)
* escluso le citt di Caltanissetta e San Cataldo, dati non pervenuti in tempo utile
Nel territorio urbano di Palermo il Benzene ha mostrato un trend decrescente in due stazioni e crescente nella terza
(tab. 2.61).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
140
Stazioni 2002 2003 2004
Boccadifalco 2.1
1
2.1 1.7
Castelnuovo 7.5
2
5.5 5.2
Di Blasi 10.3
3
8.2 10.5
Tabella 2.61 Benzene C
6
H
6
Concentrazione media annuale
2.3.3.7 Anno-tipo
Al fine di evidenziare i differenti livelli che si registrano mediamente nel corso dellanno solare in corso di
effettuazione lelaborazione dellanno-tipo per i due inquinanti primari CO e C6H6, dovuti alle emissioni del traffico
veicolare e la correlazione nellandamento temporale delle concentrazioni delle due sostanze in aria, per le stazioni di
background urbano e di traffico urbano.
Per le stazioni di background urbano e di traffico urbano si effettuer lelaborazione dellanno-tipo per il biossido di
azoto, derivante in parte dalle emissioni del traffico ed in parte dai riscaldamenti domestici, al fine di evidenziare i
differenti livelli che si registrano mediamente nel corso dellanno solare.
Anche lelaborazione dellanno-tipo per le polveri totali sospese e le polveri fini PM
10
, sar effettuata solo per le
stazioni di background urbano e di traffico urbano, al fine di evidenziare i differenti livelli che si registrano mediamente nel
corso dellanno solare.
Lanno-tipo dellozono sar posto in raffronto con quello del biossido di azoto nelle stazioni extra-urbane. La dinamica
di formazione e trasformazioni dei due inquinanti strettamente connessa e nota: in condizioni meteorologiche di stabilit e
di forte insolazione, le radiazioni ultraviolette possono determinare la dissociazione del biossido di azoto e la formazione di
ozono, che pu ricombinarsi con il monossido di azoto e ristabilire una situazione di equilibrio.
2.3.4. Integrazione della rete di rilevamento dellinquinamento atmosferico mediante tecniche e strumenti di
biomonitoraggio
Con il termine di Biomonitoraggio si intende il monitoraggio dellinquinamento mediante organismi viventi. Le
principali tecniche di biomonitoraggio consistono nelluso di:
- organismi Bioaccumulatori (organismi in grado di sopravvivere in presenza di inquinanti che accumulano nei loro
tessuti; con il loro uso possibile ottenere dati sia di tipo qualitativo che quantitativo);
- organismi Bioindicatori (organismi che subiscono variazioni evidenti nella fisiologia, nella morfologia o nella
distribuzione spaziale sotto l'influsso delle sostanze presenti nell'ambiente).
Spesso non si conosce nulla riguardo la presenza delle migliaia di molecole sintetiche veicolate in atmosfera,
trasportate dall'acqua, deposte al suolo, delle quali sono ignote non solo la pericolosit e il grado di biodisponibilit (se una
sostanza inquinante non biodisponibile non risulta dannosa per lorganismo) ma, nella maggioranza dei casi, sono
sconosciuti anche il nome, la formula chimica, lorigine. Tanto meno si conosce il comportamento di queste molecole
nellambiente, nelle varie condizioni meteorologiche, le loro modalit di assunzione e i loro effetti sugli esseri viventi, le
sinergie e le reazioni che esse provocano allinterno di questi.
Le maggiori difficolt nelle misurazioni dirette delle alterazioni ambientali si verificano in presenza di basse
concentrazioni di inquinanti propagati da sorgenti puntiformi o diffuse, spesso discontinue, le cui sostanze immesse
nellambiente subiscono trasformazioni ignote. Queste difficolt possono essere superate con luso degli organismi viventi
bioindicatori che, seppure non in grado di definire le sostanze tossiche presenti nell'ambiente, sono capaci di rilevare gli
effetti tossici che queste sostanze hanno su di essi.
Il biomonitoraggio, rispetto alle tecniche analitiche tradizionali, ha il vantaggio di fornire stime sugli effetti combinati
di pi inquinanti sugli esseri viventi, ha costi di gestione limitati e d la possibilit di coprire con relativa facilit vaste zone
e territori diversificati, consentendo una adeguata mappatura del territorio (APAT).
Ad integrazione della rete di monitoraggio con centraline e tecniche classiche di tipo chimico (esistente e/o in via di
implementazione), nelle aree industriali dovr essere sviluppato un sistema di controllo basato su tecniche di
1 dal 15/02/02
2 dal 20/02/2002
3 dal 29/03/02
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
141
biomonitoraggio per lanalisi di componenti degli ecosistemi reattivi allinquinamento atmosferico (nello specifico,
organismi bioaccumulatori e bioindicatori quali licheni e piante vascolari), per la stima di deviazioni da condizioni normali.
Le attivit si dovranno articolare in due tipologie:
- biomonitoraggio di elementi in traccia aerodispersi mediante organismi bioaccumulatori in situ;
- biomonitoraggio di ozono troposferico mediante vegetali indicatori.
I dati ricavati dovranno essere elaborati attraverso analisi multivariata della matrice dei siti di campionamento e dei
metalli, al fine di individuare clusters di metalli con simili patterns e/o eventuali gradienti di deposizione. Tutti i dati
saranno trattati con programmi di cartografia GIS computerizzata, per la visualizzazione dei tassi di dispersione dei metalli
dalle fonti note e da quelle prevedibili e per la visualizzazione della distribuzione aereale di ozono troposferico. Gli
obiettivi ed i risultati da ottenere sono:
- una mappatura, in tempi abbastanza contenuti ed attraverso una significativa densit di punti-misura, delle
deposizioni atmosferiche di metalli a diverse scale territoriali;
- la possibilit di individuare i patterns geografici del trasporto e della deposizione dei metalli e di valutare
laffidabilit di modelli diffusionali;
- la possibilit di verificare, su lunghi periodi, lefficacia di misure eventualmente introdotte per la riduzione delle
emissioni di metalli;
- la valutazione di trends temporali ad intervalli di almeno un anno;
- lindividuazione di aree a maggiore ricadute per leventuale localizzazione di strumenti di rilevazione e/o lo sviluppo
di ricerche epidemiologiche.
Potr inoltre essere valutata la possibilit di attivare progetti di biomonitoraggio, i quali attraverso la valutazione
analitica dei tassi di concentrazione degli inquinanti atmosferici presenti nei liquidi ematici e negli essudati da siero (latte)
di animali utilizzati in ambito zootecnico (bovini, ovini, caprini, suini, altro), ed assunti attraverso i processi di
bioaccumulo, bioconcentrazione e biomagnificazione, possano condurre alla determinazione del livello di polluzione nelle
predette aree.
2.3.5 Dati storici di qualit dellaria: Gli ambiti produttivi
L'art. 7 della legge n. 349/86 prevedeva che i territori caratterizzati da gravi alterazioni degli equilibri ecologici nei
corpi idrici, nell'atmosfera o nel suolo, tali da comportare un rischio per l'ambiente e per la popolazione, fossero dichiarati
"Aree ad elevato rischio di crisi ambientale", al fine di predisporre per essi un vero e proprio programma di tutela e
salvaguardia. Il 30 novembre 1990, con D.P.C.M., i territori ricadenti nei comuni di Siracusa, Priolo, Melilli, Augusta,
Floridia, Solarino, Gela, Butera e Niscemi sono stati dichiarati "Aree ad elevato rischio ambientale". Nel 1995 le parti
hanno sottoscritto un accordo di programma per l'area a rischio della provincia di Siracusa e per quella di Gela, al fine di
gestire in modo unitario ed integrato l'attuazione del piano e tutte le problematiche ambientali dell'area. Con decreto del
Presidente della Regione del 23 gennaio 1996, sono stati approvati gli accordi di programma e sono stati istituiti i comitati
di coordinamento. L'art. 72 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, sostituisce l'art. 7 della legge n. 349 e delega alle
regioni le competenze in campo di aree a rischio. La Regione siciliana, ai sensi del decreto legge n. 112/98, con Decreto
del 4 settembre 2002 ha dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale il comprensorio del Mela. Con decreti
dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente n. 189 e 190/GAB dell'11 luglio 2005, i territori dei comuni di
Siracusa, Augusta, Melilli, Floridia, Solarino, Priolo,Gela, Niscemi e Butera sono stati nuovamente dichiarati aree ad
elevato rischio di crisi ambientale. Nell'anno 2005, con delibera di Giunta di governo n. 306 del 29 giugno 2005, stato
istituito lUfficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale, ai sensi dell'art. 4, comma 7, della legge
regionale n. 10/2000. Alcuni dei compiti demandati all'Ufficio speciale sono: l'acquisizione delle informazioni sullo stato
dell'ambiente nell'area ai fini dell'attuazione dei piani di risanamento; esprimere parere preliminare su qualsiasi
provvedimento di competenza della Regione e degli enti locali relativamente a problematiche ambientali, o comunque, con
implicazioni ambientali, inerenti l'area a rischio o relative all'attuazione dei piani di risanamento; curare l'attivit
straordinaria e sperimentale per il miglioramento ed il potenziamento dell'azione di risanamento tramite l'impiego
coordinato di pi strutture operative anche appartenenti a diversi Assessorati o sviluppando rapporti con le Universit.
L'ufficio verifica la compatibilit degli interventi con il risanamento ambientale e con il carico ambientale dell'area
interessata dal progetto. Essa finalizzata all'individuazione, descrizione e quantificazione degli effetti che un determinato
progetto, opera o azione, potrebbe avere sull'ambiente, inteso come insieme delle risorse naturali di un territorio e delle
attivit antropiche in esso presenti.
La conoscenza ad oggi acquisita sulla qualit dellaria nei distretti produttivi ed industriali necessita di alcuni
approfondimenti, specie per gli ambiti territoriali sopracitati che sono ritenuti prioritari. Si riportano a titolo di esempio
alcuni dati dellarea del Comprensorio del Mela.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
142
Rete di rilevamento del Comprensorio del Mela Milazzo e San Filippo del Mela
I dati acquisiti, relativamente alla zona di interesse hanno riguardato:
- Medie orarie di concentrazione di SO2 dal 01/01/2004 al 31/12/2004 (rete Provinciale). Relativamente alla
centralina di monitoraggio di san Filippo del Mela una ulteriore elaborazione ha fornito le medie giornaliere di
concentrazione di inquinanti;
- Medie delle concentrazioni medie giornaliere di SO2 dal 1992 al 2000 (rete Provinciale);
- SO2 - 98 percentile delle medie giornaliere rilevate nell arco di un anno dal 1991 al 2000 (rete Provinciale);
- SO2 - 98 percentile delle medie giornaliere rilevate nell arco di un anno dal 1991 al 2000 (rete Eurogen);
- NO2 - 98 percentile dal 1995 al 2000 (Rete Provinciale);
- PTS concentrazione medie dal dal 1992 al 2000 (Rete Provinciale);
- PTS 95 percentile dal 1992 al 2000 (Rete Provinciale);
- Concentrazione al suolo di SO2 dal 2001 al 2003 (rete Eurogen);
- Dati relativi al flusso veicolare Comune di Milazzo.
Nei grafici che seguono sono stati riportati i valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 relativamente agli anni
1998, 1999, 2000, 2001, 2002, e per le stazioni di rilevamento San Filippo Del Mela e Milazzo della Eurogen S.p.a.
STAZIONE DI SAN FILIPPO DEL MELA
Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2
anno 1998
0
50
100
150
200
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
1
3
3
1
5
5
1
7
7
1
9
9
2
2
1
2
4
3
2
6
5
2
8
7
3
0
9
3
3
1
3
5
3
Giorni
u
g
r
/
m
3
Grafico 2.1 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2. San Filippo Del Mela anno 1998.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
143
Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2
anno 1999
0
50
100
150
200
250
300
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
1
3
3
1
5
5
1
7
7
1
9
9
2
2
1
2
4
3
2
6
5
2
8
7
3
0
9
3
3
1
3
5
3
Giorni
u
g
r
/
m
3
Grafico 2.2 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2. San Filippo Del Mela anno 1999.
Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2
anno 2000
0
50
100
150
200
250
300
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
1
3
3
1
5
5
1
7
7
1
9
9
2
2
1
2
4
3
2
6
5
2
8
7
3
0
9
3
3
1
3
5
3
Giorni
u
g
r
/
m
3
Grafico 2.3 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2. San Filippo Del Mela anno 2000.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
144
Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2
anno 2001
0
50
100
150
200
250
300
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
1
3
3
1
5
5
1
7
7
1
9
9
2
2
1
2
4
3
2
6
5
2
8
7
3
0
9
3
3
1
3
5
3
Giorni
u
g
r
/
m
3
Grafico 2.4 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2. San Filippo Del Mela anno 2001.
Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2
anno 2002
0
50
100
150
200
250
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
1
3
3
1
5
5
1
7
7
1
9
9
2
2
1
2
4
3
2
6
5
2
8
7
3
0
9
3
3
1
3
5
3
Giorni
u
g
r
/
m
3
Grafico 2.5 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2. San Filippo Del Mela anno 2002.
STAZIONE DI MILAZZO
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
145
Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2
anno 1998
0
20
40
60
80
100
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
1
3
3
1
5
5
1
7
7
1
9
9
2
2
1
2
4
3
2
6
5
2
8
7
3
0
9
3
3
1
3
5
3
Giorni
u
g
r
/
m
3
Grafico 2.6 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 per la stazione di Milazzo anno 1998.
Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2
anno 1999
0
10
20
30
40
50
60
70
80
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
1
3
3
1
5
5
1
7
7
1
9
9
2
2
1
2
4
3
2
6
5
2
8
7
3
0
9
3
3
1
3
5
3
Giorni
u
g
r
/
m
3
Grafico 2.7 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 per la stazione di Milazzo anno 1999.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
146
Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2
anno 2000
0
20
40
60
80
100
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
1
3
3
1
5
5
1
7
7
1
9
9
2
2
1
2
4
3
2
6
5
2
8
7
3
0
9
3
3
1
3
5
3
Giorni
u
g
r
/
m
3
Grafico 2.8 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 per la stazione di Milazzo anno 2000.
Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2
anno 2001
0
10
20
30
40
50
60
70
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
1
3
3
1
5
5
1
7
7
1
9
9
2
2
1
2
4
3
2
6
5
2
8
7
3
0
9
3
3
1
3
5
3
Giorni
u
g
r
/
m
3
Grafico 2.9 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 per la stazione di Milazzo anno 2001.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
147
Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2
anno 2002
0
20
40
60
80
100
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
1
3
3
1
5
5
1
7
7
1
9
9
2
2
1
2
4
3
2
6
5
2
8
7
3
0
9
3
3
1
3
5
3
Giorni
u
g
r
/
m
3
Grafico 2.10 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 per la stazione di Milazzo anno 2002.
Dopo aver reperito i dati della rete di rilevamento provinciale e quelli dellEurogen, relativamente alle concentrazioni
di SO2, si approfondita lanalisi ambientale, del Comune di Milazzo, attraverso lacquisizione dei dati relativi al flusso
veicolare delle maggiori arterie stradali.
Tabella 2.62 Medie delle concentrazioni medie giornalierie.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
148
Grafico 2.11 - Medie giornalierie delle concentrazioni di SO
2
.
Tabella 2.63 98 percentile delle concentrazioni medie giornalierie
Tabella 2.52 98 percentile delle concentrazioni medie giornalierie
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
149
Grafico 2.12 98 percentile di NO
2
.
Tabella 2.64 Concentrazioni medie di PTS
Grafico 2.13 Concentrazione media di PTS
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
150
Grafico 2.14 95 percentile di PTS
Nella tab. 2.65 sono indicati, espressi in i valori limite di SO
2
e quelli riscontrati nelle varie postazioni negli anni 2001-
2003.
Tabella 2.65 Valori limite di SO
2
e quelli riscontrati nelle varie postazioni negli anni 2001-2003
Oltre allacquisizione dei dati ambientali si proceduto allacquisizione dei dati cartografici.
Sono inoltre disponibili gli andamenti delle concentrazioni medie orarie di SO
2
dellanno 2004, rilevati dalle centraline
di Milazzo Porto, San Filippo del Mela e Santa Lucia del Mela. Lelaborazione dei dati rilevati dalle centraline sopradette
nel periodo gennaio-dicembre 2004, in base a quanto previsto dal DM. n. 60 del 2/4/2002 ha fornito le seguenti indicazioni:
Postazione di S. Filippo del Mela SO
2
: sono stati registrati n. 1 superamenti del valore limite (350 g/m3 come media
oraria, da non superare pi di 24 volte nellanno).
Postazione di S. Lucia del Mela SO
2
: sono stati registrati n. 8 superamenti del valore limite (350 g/m3 come media
oraria, da non superare pi di 24 volte nellanno).
Postazione di Milazzo Porto SO
2
: stato registrato n. 1 superamenti del valore limite (350 g/m3 come media
oraria, da non superare pi di 24 volte nellanno).
In fig. 2.59 sono riportati i dati di SO
2
relativi alla centralina Milazzo Porto per quanto concerne lanno 2004 mentre in
fig. 2.60 quelli di San Filippo del Mela.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
151
Pr ovi nci a Regi onal e di Messi na
Di par t i ment o Ambi e nt e
1 Uf f i ci o Di ri genzi al e
0.0
100.0
200.0
300.0
400.0
500.0
600.0
Milazzo Porto - media oraria
Parametro: SO2 (g/m), periodo: 01 gen 2004-31 dic 2004
Figura 2.59 - Andamento di SO
2
(g /m
3
) per lanno 2004
Pr ovi nci a Regi onal e di Messi na
Di par t i ment o Ambi e nt e
1 Uf f i ci o Di ri genzi al e
0.0
100.0
200.0
300.0
400.0
500.0
600.0
S.Filippo del Mela - media oraria
Parametro: SO2 (g/m), periodo: 01 gen 2004-31 dic 2004
Figura 2.60 - Andamento di SO2 (g /m 3 ) per lanno 2004
Campagne di misura eseguite da ARPA Sicilia nel comprensorio del Mela.
Nel corso degli anni pi recenti i Dipartimenti ARPA SICILIA Provinciali hanno avviato alcune campagne di misura
degli inquinanti nelle aree del territorio della Sicilia nelle quali sono presenti le attivit produttive di maggiore rilevanza.
In particolare, si riporta quanto stato recentemente rilevato nellarea (a cura della Direzione Generale ARPA Sicilia,
Struttura Tecnica IV Atmosfera). Si riportano a titolo di esempio i dati acquisiti in una delle sette campagne mensili
effettuate nellarea del Mela (24/04/2005 19/10/2006); i report relativi a tutte le campagne effettuate sono pubblicati sul
sito di arpa Sicilia http://www.arpa.sicilia.it/tematiche/aria/lab_mobile.htm.
Nella zona sono presenti le centraline fisse precedentemente indicate.
Di seguito vengono riportati dati di sintesi ottenuti in base a rilievi dei sistemi di monitoraggio in continuo delle
emissioni e/o a stime relative ai principali agenti inquinanti per le aziende che rappresentano le principali sorgenti fisse di
inquinamento atmosferico.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
152
Tabella 2.66 Monitoraggio delle emissioni (2005)
Andamento degli inquinanti nel periodo di misura
Esaminando gli indicatori proposti dalla normativa appare evidente come la scala temporale adeguata per una
valutazione della qualit dellaria generalmente quella annuale.
Tuttavia, una campagna di misura condotta per un periodo pi breve, pu essere utile in unottica di approccio
preliminare alla caratterizzazione dei livelli di inquinamento nel luogo soggetto allindagine.
I dati, rilevati dalla strumentazione installata sul laboratorio mobile, sono stati trasferiti, via modem, al centro
elaborazione dati (C.E.D.) allocato negli uffici della direzione generale A.R.P.A. Sicilia e qui elaborati e rappresentati, per
una immediata lettura, tramite grafici e tabelle.
I risultati sono stati confrontati, al fine di verificarne il rispetto, con i valori limite di qualit dellaria indicati nelle
normative vigenti.
In materia di livelli di attenzione e di allarme, le medie orarie e giornaliere sono state confrontate con gli obiettivi di
qualit previsti dal D.M. 2/04/2002 n. 60.
In generale, levoluzione temporale dei diversi inquinanti monitorati rappresentata con lutilizzo di grafici relativi a:
concentrazioni medie orarie: evoluzione oraria dellinquinante nel periodo di misura;
concentrazioni medie sulle 8 h: ogni valore ottenuto come media tra lora h e le 7 ore precedenti lora h;
concentrazioni medie giornaliere: evoluzione giornaliera dellinquinante ottenuta mediando i valori delle
concentrazioni dalle ore 0.00 alle ore 23.00 dello stesso giorno;
giorno tipo: evoluzione media delle concentrazioni medie orarie nellarco delle 24 ore.
Si fa inoltre presente che lora a cui sono associati i dati quella solare e che le concentrazioni sono normalizzate a
20C e 101.3 kPa.
In sintesi sono stati predisposti i seguenti grafici:
concentrazioni medie giornaliere, orarie e giorno tipo per il biossido di zolfo (SO2);
concentrazioni medie giornalie re, medie sulle 8 ore e giorno tipo per il monossido di carbonio (CO);
concentrazioni medie orarie, giornaliere e giorno tipo per il monossido di azoto (NO);
concentrazioni medie orarie, giornaliere e giorno tipo per il bionossido di azoto (NO2);
concentrazioni medie orarie, medie sulle 8 ore, medie giornaliere e giorno tipo per lozono (O3);
concentrazioni medie orarie, giornaliere, e giorno tipo per i BTX;
concentrazioni medie sulle 3 ore, medie giornaliere e giorno tipo per gli idrocarburi non metanici (NMHC);
concentrazioni medie orarie, giornaliere, e giorno tipo per il PM10.
Biossido di Zolfo (SO
2
)
Il valore massimo orario delle concentrazioni rilevate stato di 75,96 g/m 3 (3 maggio ore 9), mentre il massimo
valore medio giornaliero stato di 15,66 g/m 3 rilevato in data 28 aprile.
Sono pertanto largamente rispettati il valore limite orario (350 g/m 3 ) e il valore limite sulle 24 ore (125 g/m3 ) per
la salute umana, nonch il valore della soglia di allarme misurato su tre ore consecutive (500 g/m 3 ).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
153
Non si ritenuto utile calcolare il 98 percentile delle medie sulle 24 ore (D.P.C.M. 28 marzo 1983) per il limitato
periodo di rilevamento.
Monossido di carbonio (CO)
Il valore della media massima giornaliera su 8 ore di 0,96 mg/m
3
rilevato in data 11 maggio 2005. Questo valore
risulta largamente inferiore a quello limite per la protezione della salute umana (10 mg/m
3
) di cui al D.M. 60/02.
Le concentrazioni rilevate come media di 1 ora e media di 8 ore calcolate sono al di sotto del valore limite di
accettabilit delle concentrazioni e dei limiti massimi di esposizione di cui al D.P.C.M. 28 marzo 1983.
Monossido di azoto (NO)
Il monossido di azoto non soggetto direttamente a normativa.
Ci nonostante risulta interessante conoscere gli andamenti orari delle sue concentrazioni, poich oltre a trasformarsi
in tempi brevi in NO2, la sua presenza influenza i processi fotochimici che determinano la produzione di O3 troposferico.
Il valore massimo orario raggiunto durante la campagna di monitoraggio stato di 28,68 g/m
3
rilevato in data 11
maggio alle ore 8.00.
Biossido di azoto (NO
2
)
I livelli di biossido di azoto (NO
2
), registrati durante il periodo di misura, sono stati molto contenuti.
Le concentrazioni medie orarie sono al di sotto sia del valore limite orario per la protezione della salute umana che
della soglia di allarme misurata su tre ore consecutive.
Il valore massimo orario raggiunto stato 70,21 g/m
3
, rilevato il 3 maggio 2005 alle ore 9; che quindi risulta essere
largamente inferiore al limite orario di 200 g/m 3 fissato dal D.M. 60/02.
Cos come per il biossido di zolfo, anche in questo caso non stato calcolato il 98 percentile delle medie sulle 24 ore.
Ozono (O
3
)
Poich la formazione di ozono (O
3
) legata allintensit della radiazione solare, le concentrazioni pi elevate si
riscontrano destate, che, quindi, risulta essere il periodo pi significativo per eseguirne le misure.
In ogni caso, in riferimento al D. Lgs. 21 maggio 2004 n.183, non si mai assistito al superamento del livello della
soglia di informazione (180 g/m di media oraria).
Inoltre le concentrazioni medie sulle 8 ore non hanno mai superato il valore previsto dalla normativa come obiettivo a
lungo termine per la salvaguardia della salute umana (120 g/ m).
Il valore di concentrazione orario pi elevato stato di 126,87 g/m3 , rilevato 11 maggio 2005 alle ore 16.00, mentre
il valore massimo raggiunto dalla concentrazione mediata sulle 8 ore stato di 117 g/m 3 anchesso rilevato in data 11
maggio 2005.
Da notare il classico andamento ciclico, associato alla luce diurna, di questo inquinante fotochimico.
Benzene, Toluene, XILENI (BTX)
La media oraria delle concentrazioni di benzene, unico inquinante tra i tre sottoposto a normativa, calcolata su tutto il
periodo di monitoraggio stata di 4,28 g/m
3
, quindi largamente al di sotto del limite normativo.
In effetti, il valore obiettivo da raggiungere per il benzene, calcolato come media annuale delle concentrazioni orarie
rilevate, fissato, dal D.M. 60/2002, in 10 g/m
3
, considerando il margine di tolleranza previsto per lanno 2005.
Nel breve periodo di rilevamento si sono verificati 2 superamenti orari di questo valore in data 24 aprile 2005 alle ore
9.00 e 10.00, altri 2 superamenti in data 26 aprile 2005 alle ore 8.00 e alle ore 20.00, ed infine un superamento in data 9
maggio 2005 alle ore 21.00.
Il massimo valore di concentrazione orario stato di 15,49 g/m
3
, rilevato il 26 aprile alle ore 8.00.
Idrocarburi non Metanici (NMHC)
Come indicato in precedenza (vedi par. Normativa in materia di inquinamento atmosferico), per gli idrocarburi non
metanici, il valore obiettivo, valutato su un periodo di mediazione di 3 ore consecutive, fissato dal D.P.C.M. del 28/3/83
in 200 g/m.
Tale valore viene adottato soltanto nelle zone e nei periodi dellanno nei quali si sono verificati superamenti
significativi dello standard dellaria dellozono, che, durante questa campagna di monitoraggio, non sono mai stati
riscontrati.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
154
Tuttavia vanno evidenziati:
elevate punte di concentrazioni orarie rilevate durante lintera campagna di monitoraggio;
lelevato valore di concentrazione media oraria riferita allintero periodo, che stata di 288 g/m;
i numerosi picchi di concentrazione di idrocarburi aromatici verificatisi in concomitanza con i picchi di
idrocarburi
In particolare, l11 maggio 2005 si verificato il valore pi alto della media su 3 ore consecutive, 1899 g/m, superiore
pi di nove volte il limite suddetto, ed un valore di concentrazione media oraria di 3180 g/m rilevato alle ore 3.00.
Particolato Fine (PM
10
)
Durante la campagna di misura non si verificato il superamento del valore limite medio giornaliero per la protezione
della salute umana, fissato dal D.M. 60/2002 in 50 g/m.
Il valore massimo di concentrazione oraria stato di 117,45 g/m rilevato 11 maggio 2005 alle ore 13.00, mentre il
massimo valore medio giornaliero stato di 41,18 g/m rilevato il 12 maggio 2005.
Monossido di carbonio (CO ).
Figura 2.61 Monitoraggio CO
Figura 2.62 Monitoraggio CO- media giornaliera
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
155
Figura 2.63 - Monitoraggio CO media oraria
Studio di simulazione di dispersione atmosferica degli inquinanti effettaute dal DREAM dellUniversit di
Palermo
Di seguito si riportano i risultati relativi alle simulazioni di diffusione atmosferica degli inquinanti effettuate dal
DREAM delluniversit di Palermo. In particolare sono riportati i risultati sotto forma di:
Concentrazione media al suolo di SO
2
su un dominio esteso (simulazioni effettuate con il modello ISC3).
Concentrazione media al suolo di SO
2
su un dominio esteso per differenti periodi mensili e valore medio
relativo ai primi 6 mesi dellanno (interpolazioni effettuate a partire dai dati rilevati dalle centraline di
monitoraggio).
Concentrazione media al suolo nellarea oggetto di studio su dominio locale.
I risultati della simulazione sono confrontabili con i dati rilevati con le centraline di monitoraggio e con i dati della
campagna dellARPA.
La mappa visualizzata mostra che gi a poche centinaia di metri di distanza dai camini la concentrazione al suolo si
riduce di 4 volte rispetto al valore massimo ottenuto in corrispondenza delle vicinanze dellimpianto. Tale valore massimo,
in ogni caso, risulta di entit non superiore rispetto ai limiti di legge.
I valori massimi di concentrazione di SO2 che si ottengono dalle simulazioni rispetto al valore limite per la qualit
dellaria dal D.M. 2 aprile 2002, n. 60 (350 g/m3 come media oraria da non superarsi pi di ventiquattro volte per anno
civile, e 125 g/m3 come media giornaliera da non superarsi pi di tre volte per anno civile), risultano evidentemente
contenuti.
Le soglie di concentrazione di 100 e di 50 g/m 3 non vengono mai superate (in ambito urbano), secondo le
simulazioni eseguite, mentre la soglia di 5 g/m 3 viene superata per diverse ore/anno ed anche nel centro urbano.
Per tale inquinante possibile quindi evidenziare uno stato di carico ambientale generato significativo ma non
superiore ai limiti di normativa.
Sulla base delle impostazioni definite per il modello, il considerare inerti gli inquinanti analizzati non influisce in
maniera apprezzabile sui risultati. Se si effettua una simulazione relativa allSO2, considerando una trasformazione chimica
in atmosfera con cinetica di trasformazione pari ad un tempo di dimezzamento (parametro di half-life) pari a 4 ore,
generalmente accettata per tale inquinante in condizioni atmosferiche medie, si pu ipotizzare qualitativamente la
coincidenza dei valori. Per un confronto di tipo quantitativo dovrebbero essere applicati alcuni indicatori statistici.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
156
Fig. 2.64 - Impianti industriali - media dei primi 6 mesi dellanno - mappa di concentrazione di SO2 (mg/m
3
)
Figura 2.65 - Simulazione con ICS3: mappa di concentrazione media di SO2 (mg/m
3
)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
157
Convenzione ARTA- Dipartimento ITAF- UNIPA, D. R. S. n 473 del 8 giugno 2005", Progetto di Monitoraggio
Biologico degli Inquinanti Atmosferici nel "Comprensorio territoriale dell'Area a Rischio di Crisi Ambientale di
Pace del Mela mediante lutilizzo di organismi lichenici"
La rete di monitoraggio stata pensata e progettata con lo scopo di coprire una porzione di territorio interno ad un
raggio di 25 Km dal comparto industriale di Milazzo.
La rete di monitoraggio biologico ha interessato una porzione di territorio pari a circa 15.000 ettari escluso le aree di
bianco previste
Le mappe ricavate nellambito dello studio rappresentano i risultati dellanalisi spaziale eseguita per tutti i metalli
pesanti monitorati e per entrambi i cicli di campionamento. Sono mappe tematiche bidimensionali che mettono in evidenza
con differenti gradazioni di colori la distribuzione spaziale degli elementi chimici sul territorio. La scala cromatica va dal
verde (minore concentrazione) al rosso (maggiore concentrazione).
Per ciascun elemento chimico stata creata una scala ad hoc funzione dei valori fatti registrare dallelemento in
questione, per permettere il confronto dei risultati tutti i valori sono espressi in Parti Per Milione (ppm).
2.3.6 Il monitoraggio delle piogge acide
Nel territorio regionale il monitoraggio delle piogge acide non stato effettuato in maniera sistematica e diffusa ma si
dispone di dati acquisiti in campagne di monitoraggio limitate nello spazio e nel tempo. Si riportano a titolo di esempio i
dati acquisiti da studi effettuati nellarea metropolitana di Palermo.
2.3.6.1 Misura dellacidit delle piogge a Palermo (fonte AMIA Palermo)
La misura dellacidit delle piogge stata effettuata presso le cabine di piazza Giulio Cesare e via Belgio. I risultati
ottenuti negli anni 1997, 1998, 1999 e 2000 sono riportati in forma tabellare, con istogrammi o grafica.
Nella tab. 2.56 si riportano i risultati dal 1997 al 2000.
Cabine
GIULIO CES ARE BELGIO
1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000
Numero eventi piovosi 31 56 68 58 61 67 70 67
Giorni di funzionamento 243 303 362 365 365 334 343 366
pH minimo 4,16 4,45 4.18 4.48 5,06 4,89 4.86 4.58
pH massimo 9,14 9,74 7.74 8,35 8,1 7,9 7.23 8.62
% Campioni con pH <.5,6 41,2 12,8 29.4 29.4 3,2 17,2 18.3 24.3
% Campioni con 5,6 < pH
< 6,5
26,5 30,5 34.9 57.3 41,5 46,4 51.9 33.6
% Campioni con 6,5 < pH
< 8
28,4 54,3 35.7 26.8 54,7 36,4 29.8 25.7
% Campioni con pH > 8 3,9 2,4 0 2.4 0,6 0 0 2.9
Conducibilit minima 1,2 12,9 1.8 1.6 1,3 1.9 5.9 10.2
Conducibilit massima 693 600 498 586 312 488 258 278
Numero misure valide di
pH
102 164 235 201 159 140 104 115
Numero misure valide di
conducibilit
97 162 235 201 154 139 102 112
Tabella 2.67 Riepilogo annuale acidit piogge
Dai dati riportati nella tab. 2. 67 risulta che il valore minimo di pH dell'anno 1998 stato rilevato presso la stazione di
Giulio Cesare il 12/10/98 con un valore di pH = 4,45 nel 200 il valore pi basso stato registrato nella stessa stazione con il
valore di 4,48.
Dal confronto dei dati risulta che la percentuale di campioni di piogge acide (pH < 5,6) tra il 1997 ed il 2000
aumentata presso la cabina di Belgio mentre diminuita presso la cabina di Giulio Cesare. Presso quest'ultima cabina si
avuto un aumento della percentuale dei campioni con pH compreso fra 6,5 e 8 e quindi una successiva diminuzione. Questa
variazione per la cabina di Giulio Cesare potrebbe essere imputata alla perdita di dati verificatasi nel corso del 1998 in
corrispondenza di quei mesi in cui nel 1997 sono stati registrati eventi piovosi pi acidi (in particolare nel mese di agosto
1997). Nel territorio di Palermo i valori di pH delle piogge sono principalmente alcalini, probabilmente per la presenza di
particelle di aerosol marino, di calcite e di dolomite.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
158
CAPITOLO 3 CARATTERIZZAZIONE DELLE ZONE
3. 1 PRIMA ZONIZZAZIONE a sensi del D. Lgs. n. 351/99
In ottemperanza allart.5 del dlgs n.351/99, la regione, laddove non siano disponibili misure rappresentative dei livelli
degli inquinanti, dovr provvedere ad effettuare,una valutazione della qualit dellaria ambiente ed individuare le zone in
cui i livelli superano i valori limite (artt. 7, 8 e 9).
Le zone o gli agglomerati cos individuati dovranno dotarsi, per la valutazione della qualit dellaria, di una rete di
monitoraggio o secondo i casi potranno avvalersi di altri metodi di stima.
Il dlgs 351/99 ha individuato per i vari inquinanti, due soglie di valutazione (inferiore e superiore) che delimitano 3
fasce di concentrazioni da confrontare con le medie annuali delle concentrazioni rilevate; da tale confronto potr
individuarsi la tecnica di valutazione della qualit dellaria da impiegare nellarea cui i dati si riferiscono:
In particolare se:
Il livello dellinquinante maggiore della soglia
di valut azione superiore
La valutazione della qualit dellaria dovr essere effettuata
mediante monitoraggio in continuo
Il livello dellinquinante minore della soglia di
valutazione inferiore
La valutazione della qualit dellaria potr essere effettuata tecniche
modellistiche;
Il livello dellinquinante compreso tra le due
soglie di valutazione
La valutazione della qualit dellaria potr essere effettuata
combinando le due tecniche precedenti
Occorre sottolineare a questo punto che, ai sensi del dlgs 351/99, per effettuare la verifica di eventuali superamenti
della soglie di valutazione richiesta una disponibilit di dati relativi agli ultimi 5 anni.
E noto che la Sicilia, ancora, non dotata di una Rete regionale per il rilevamento dellinquinamento atmosferico e
pertanto non stato possibile effettuare una valutazione globale della qualit dellaria sullintera regione.
Sono per presenti in Sicilia , come ampiamente descritto nei paragrafi precedenti, 4 reti provinciali (Agrigento,
Siracusa, Messina e Caltanissetta), 2 comunali (Palermo e Catania) e alcune reti private (ENEL, AGIP, CIPA, Italcementi)
di cui quelle presenti nella provincia di Siracusa sono interconnesse alla rete pubblica.
Pertanto, da una analisi dei dati prodotti dalle reti pubbliche, dopo elaborazione agli standard del DM 60, stato
possibile effettuare, per alcune aree di territorio, la zonizzazione di cui agli artt. 7, .8 e 9 del dlgs n.351/99.
In questo caso, per la determinazione della distribuzione spaziale delle concentrazioni stata essere utilizzata la
combinazione misura + interpretazione.
Si assunto, allora, che la rete coprisse e fosse rappresentativa dellintero territorio preso in esame (nel nostro caso il
territorio provinciale oppure quella parte del territorio provinciale per cui si ritenuto che la rete fosse rappresentativa).
La tecnica su esposta stata impiegata per la mappatura degli inquinanti in particolari aree a rischio e per la
individuazione di eventuali superamenti dei valori limite ai fine della zonizzazione di cui agli artt. 7, 8 e 9 del dlgs
n.351/99.
Per le aree non coperte da reti di rilevamento e dove non sono disponibili misure rappresentative dei livelli di
inquinanti, stato necessario effettuare la zonizzazione ricorrendo ad altri metodi (es. metodi di misura indicativi basati
sulluso di mezzi mobili, autorizzazioni, inventario delle emissioni.).
Poich, come gi precedentemente accennato, non si dispongono di dati su tutta la regione, si sono adottati i seguenti
criteri per effettuare una prima zonizzazione.
In primo luogo sono state prese in considerazione le Aree a Elevato Rischio Ambientale di Siracusa, Caltanissetta e
Milazzo.
Le tre aree sono, peraltro, coperte da reti di rilevamento pubbliche (provincia, ARPA (rete Envireg). Occorre rilevare
la rete della provincia di Messina negli ultimi anni stata spesso non operante.
Nelle stesse aree sono presenti alcune reti private di cui stato, in prima approssimazione, tenuto conto dei dati forniti
(ENEL, EdiPower, AGIP, CIPA).
Sono state altres prese in considerazione anche alcune aree ad elevata concentrazione industriale.
In prima approssimazione sono state prese in considerazione:
le zone ad alta concentrazione industriale ed in particolare quelle denominate Aree a elevato rischio industriale;
le zone che pur non portando questa denominazione presentano una considerevole presenza di impianti industriali
che per entit o per tipo di produzione rappresentano un potenziale rischio di inquinamento;
i territori dei comuni scarsamente popolati e con scarsa concentrazione industriale;
inoltre, occorre far notare che negli gli agglomerati sono stati inseriti anche i territori dei comuni confinanti con le
grosse aree metropolitane per i quali previsto o prevedibile uno sviluppo industriale o antropico in grado di produrre un
notevole inquinamento atmosferico.
Allinterno di tali zone sono stati individuati gli agglomerati cos come definiti dal D.lgs. 351/99.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
159
Provincia di PALERMO:
Agglomerato A1: Palermo, Villabate, Altofonte, parte del Comune di Monreale (inquinamento dovuto principalmente
a traffico automobilistico)
Agglomerato A2: Termini Imprese (inquinamento dovuto principalmente a alla CTE ENEL)
Agglomerato A3: Isola delle Femmine, Capaci, Carini (inquinamento dovuto principalmente a traffico
automobilistico(A 29 ) a alla Cementeria ITALCEMENTI)
Agglomerato A4: Partinico (Distilleria Bertolino), Montelepre, Giardinello, Borgetto
Provincia di CALTANISSETTA:
Agglomerato R1: Butera, Gela, Niscemi (area a elevato rischio industriale);
Provincia di SIRACUSA:
Agglomerato R3: Priolo, Augusta, Melilli , Floridia, Solarino e Siracusa (area a elevato rischio industriale);
Provincia di Agrigento:
Agglomerato A5: Agrigento, Porto Empedocle (CTE ENEL, Cementeria), Canicatt
Provincia di MESSINA:
Agglomerato R3: Messina, Condr, Gualtieri Sicamin, Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, Santa Lucia
del Mela, San Pier Niceto (area a elevato rischio industriale);
Provincia di CATANIA:
Agglomerato A6: Catania, Misterbianco, Motta S. Anastasia
Provincia di Ragusa:
Agglomerato A7: Ragusa (Polo Chimico e Cementeria)
Provincia di Trapani:
Agglomerato A8:Trapani, Custonaci (notevole presenza di cave di marmo), Castellammare, Alcamo (presenza di
cantine e distillerie)
Disponibilit dei dati
In merito alla disponibilit dei dati si rileva la non continuit temporale degli stessi (ovviamente ci si riferisce alle aree
coperte da Reti di rilevamento) e pertanto la non piena utilizzazione degli stessi (per esempio la Rete della provincia di
Messina non ha prodotto dati con regolarit negli ultimi anni).
Formato dei dati
A causa del lungo lasso di tempo intercorso tra lemanazione del dlgs 351/99 e uno dei decreti di attuazione dello
stesso (DM 60/2002), si in presenza di un periodo di transizione di circa 3 anni durante il quale i dati rilevati devono
essere trattati sia secondo quanto previsto dal dlgs 351 (valori limite, valori guida, livelli di attenzione e di allarme) sia
secondo quanto introdotto dal DM 60/2002.
Rappresentazione cartografica della zonizzazione
Una volta definite le zone sono state realizzate:
1. cartografia globale della Regione Siciliana con lindividuazione di tutte le zone;
2. cartografie relativamente alle nove province Regionali.
Si riportano di seguito le sopracitate elaborazioni cartografiche.
P
i
a
n
o

r
e
g
i
o
n
a
l
e

d
i

c
o
o
r
d
i
n
a
m
e
n
t
o

p
e
r

l
a

t
u
t
e
l
a

d
e
l
l
a

q
u
a
l
i
t


d
e
l
l

a
r
i
a

a
m
b
i
e
n
t
e
S
e
r
v
i
z
i
o

3

T
u
t
e
l
a

d
a
l
l

i
n
q
u
i
n
a
m
e
n
t
o

a
t
m
o
s
f
e
r
i
c
o




T
e
l
.

0
9
1
-
7
0
7
7
5
8
5



e
-
m
a
i
l
:
s
a
n
z
a
@
a
r
t
a
s
i
c
i
l
i
a
.
i
t
1
6
0
P
i
a
n
o

r
e
g
i
o
n
a
l
e

d
i

c
o
o
r
d
i
n
a
m
e
n
t
o

p
e
r

l
a

t
u
t
e
l
a

d
e
l
l
a

q
u
a
l
i
t


d
e
l
l

a
r
i
a

a
m
b
i
e
n
t
e
S
e
r
v
i
z
i
o

3

T
u
t
e
l
a

d
a
l
l

i
n
q
u
i
n
a
m
e
n
t
o

a
t
m
o
s
f
e
r
i
c
o




T
e
l
.

0
9
1
-
7
0
7
7
5
8
5



e
-
m
a
i
l
:
s
a
n
z
a
@
a
r
t
a
s
i
c
i
l
i
a
.
i
t
1
6
1
P
i
a
n
o

r
e
g
i
o
n
a
l
e

d
i

c
o
o
r
d
i
n
a
m
e
n
t
o

p
e
r

l
a

t
u
t
e
l
a

d
e
l
l
a

q
u
a
l
i
t


d
e
l
l

a
r
i
a

a
m
b
i
e
n
t
e
S
e
r
v
i
z
i
o

3

T
u
t
e
l
a

d
a
l
l

i
n
q
u
i
n
a
m
e
n
t
o

a
t
m
o
s
f
e
r
i
c
o




T
e
l
.

0
9
1
-
7
0
7
7
5
8
5



e
-
m
a
i
l
:
s
a
n
z
a
@
a
r
t
a
s
i
c
i
l
i
a
.
i
t
1
6
2
P
i
a
n
o

r
e
g
i
o
n
a
l
e

d
i

c
o
o
r
d
i
n
a
m
e
n
t
o

p
e
r

l
a

t
u
t
e
l
a

d
e
l
l
a

q
u
a
l
i
t


d
e
l
l

a
r
i
a

a
m
b
i
e
n
t
e
S
e
r
v
i
z
i
o

3

T
u
t
e
l
a

d
a
l
l

i
n
q
u
i
n
a
m
e
n
t
o

a
t
m
o
s
f
e
r
i
c
o




T
e
l
.

0
9
1
-
7
0
7
7
5
8
5



e
-
m
a
i
l
:
s
a
n
z
a
@
a
r
t
a
s
i
c
i
l
i
a
.
i
t
1
6
3
P
i
a
n
o

r
e
g
i
o
n
a
l
e

d
i

c
o
o
r
d
i
n
a
m
e
n
t
o

p
e
r

l
a

t
u
t
e
l
a

d
e
l
l
a

q
u
a
l
i
t


d
e
l
l

a
r
i
a

a
m
b
i
e
n
t
e
S
e
r
v
i
z
i
o

3

T
u
t
e
l
a

d
a
l
l

i
n
q
u
i
n
a
m
e
n
t
o

a
t
m
o
s
f
e
r
i
c
o




T
e
l
.

0
9
1
-
7
0
7
7
5
8
5



e
-
m
a
i
l
:
s
a
n
z
a
@
a
r
t
a
s
i
c
i
l
i
a
.
i
t
1
6
4
P
i
a
n
o

r
e
g
i
o
n
a
l
e

d
i

c
o
o
r
d
i
n
a
m
e
n
t
o

p
e
r

l
a

t
u
t
e
l
a

d
e
l
l
a

q
u
a
l
i
t


d
e
l
l

a
r
i
a

a
m
b
i
e
n
t
e
S
e
r
v
i
z
i
o

3

T
u
t
e
l
a

d
a
l
l

i
n
q
u
i
n
a
m
e
n
t
o

a
t
m
o
s
f
e
r
i
c
o




T
e
l
.

0
9
1
-
7
0
7
7
5
8
5



e
-
m
a
i
l
:
s
a
n
z
a
@
a
r
t
a
s
i
c
i
l
i
a
.
i
t
1
6
5
P
R
O
V
I
N
C
I
A

D
I

P
A
L
E
R
M
O
P
i
a
n
o

r
e
g
i
o
n
a
l
e

d
i

c
o
o
r
d
i
n
a
m
e
n
t
o

p
e
r

l
a

t
u
t
e
l
a

d
e
l
l
a

q
u
a
l
i
t


d
e
l
l

a
r
i
a

a
m
b
i
e
n
t
e
S
e
r
v
i
z
i
o

3

T
u
t
e
l
a

d
a
l
l

i
n
q
u
i
n
a
m
e
n
t
o

a
t
m
o
s
f
e
r
i
c
o




T
e
l
.

0
9
1
-
7
0
7
7
5
8
5



e
-
m
a
i
l
:
s
a
n
z
a
@
a
r
t
a
s
i
c
i
l
i
a
.
i
t
1
6
6
P
i
a
n
o

r
e
g
i
o
n
a
l
e

d
i

c
o
o
r
d
i
n
a
m
e
n
t
o

p
e
r

l
a

t
u
t
e
l
a

d
e
l
l
a

q
u
a
l
i
t


d
e
l
l

a
r
i
a

a
m
b
i
e
n
t
e
S
e
r
v
i
z
i
o

3

T
u
t
e
l
a

d
a
l
l

i
n
q
u
i
n
a
m
e
n
t
o

a
t
m
o
s
f
e
r
i
c
o




T
e
l
.

0
9
1
-
7
0
7
7
5
8
5



e
-
m
a
i
l
:
s
a
n
z
a
@
a
r
t
a
s
i
c
i
l
i
a
.
i
t
1
6
7
P
i
a
n
o

r
e
g
i
o
n
a
l
e

d
i

c
o
o
r
d
i
n
a
m
e
n
t
o

p
e
r

l
a

t
u
t
e
l
a

d
e
l
l
a

q
u
a
l
i
t


d
e
l
l

a
r
i
a

a
m
b
i
e
n
t
e
S
e
r
v
i
z
i
o

3

T
u
t
e
l
a

d
a
l
l

i
n
q
u
i
n
a
m
e
n
t
o

a
t
m
o
s
f
e
r
i
c
o




T
e
l
.

0
9
1
-
7
0
7
7
5
8
5



e
-
m
a
i
l
:
s
a
n
z
a
@
a
r
t
a
s
i
c
i
l
i
a
.
i
t
1
6
8
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
169
3. 2 VERIFICA DEL SUPERAMENTO DEI VALORI LIMITE
La revisione della zonizzazione e leventuale identificazione di nuove zone di competenza della Regione Sicilia ed
legata alla disponibilit di nuove misure o di stime modellistiche, la cui gestione a carico di ARPA SICILIA. In ragione di
ci, la Regione si avvale del supporto tecnico di ARPA SICILIA e degli Uffici regionali competenti per rivedere
periodicamente (ogni 3 anni) la zonizzazione dei regimi di qualit dellaria nel suo territorio.
La prima analisi la verifica del superamento del valori limite indicati dal DM 60/2002 che, ai sensi del D. Lgs.
351/99, costituisce uno degli elementi conoscitivi per la valutazione del piano (di azione, di risanamento e di
mantenimento) da applicare alle zone a diversa criticit ambientale rispetto alla matrice aria, del territorio regionale.
Tale valutazione condotta sulle posizioni puntuali di monitoraggio delle reti regionali di qualit dellaria.
Larticolo 5 del D.Lgs. n. 351 del 4 agosto 1999 assegna alle Regioni il compito di effettuare la valutazione
preliminare della qualit dellaria sul proprio territorio, attraverso lindividuazione di zone a diverso grado di criticit
rispetto ai valori limite previsti dalla normativa per i diversi inquinanti atmosferici. In particolare devono essere individuate
le zone nelle quali:
i livelli di uno o pi inquinanti comportano il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme;
in queste zone andranno applicati i Piani di Azione;
i livelli di uno o pi inquinati eccedono il valore limite aumentato del margine di tolleranza o sono compresi
tra il valore limite e il valore limite aumentato del margine di tolleranza; in queste zone dovranno essere
applicati i Piani di Risanamento;
livelli degli inquinanti sono inferiori al valore limite e sono tali da non comportare il rischio del superamento
degli stessi; in queste altre zone andranno applicati i Piani di Mantenimento.
La valutazione preliminare della qualit dellaria per quel che riguarda la Regione Sicilia stata effettuata sulla base
dei dati delle stazioni di misura della Rete di Rilevamento della Qualit dellAria relative agli ultimi anni.
In occasione della prima revisione del piano che eccezionalmente sar effettuata entro unanno dalla pubblicazione del
presente sar effettuata la zonizzazione definitiva che terr conto di una pi accurata analisi dei dati rilevati in tutte le
stazioni di rilevamento presenti nel territorio regionale.
Il D.Lgs. 351/99 e il successivo D.M. 60/02 prevedono che le informazioni provenienti dai punti di campionamento in
siti fissi possano essere integrate con quelle provenienti da altre fonti di informazione, quali gli inventari delle emissioni e
le tecniche di modellizzazione e di stima obiettiva, con lobiettivo finale di pervenire ad una adeguata rappresentazione
spaziale delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici sullintero territorio regionale. Lallegato X al D.M. 60/02 indica
le informazioni generali che devono essere contenute nella Relazione di sulla Qualit dellAria per le zone o agglomerati in
cui si ricorra a fonti diverse dalla misurazione in siti fissi.
In questa fase, al fine della realizzazione di una valutazione preliminare, verranno impiegati i dati disponibili delle Reti
di Rilevamento della Qualit dellAria, relativamente ai periodi disponibili (almeno cinque anni) per quanto riguarda i
parametri convenzionali (SO
2
, NO
2
, CO, O
3
) ed un triennio per quel che riguarda i parametri non convenzionali (PM
10
,
benzene, IPA).
Ci si riserva, per la definitiva applicazione dellart. 6 (individuazione delle zone e degli agglomerati per i quali si rende
obbligatorio il monitoraggio della qualit dellaria), di implementare questanalisi attraverso lutilizzo di tutti i dati delle
campagne di misura effettuate sul territorio regionale e attraverso limpiego di modelli, che dovranno essere sottoposti a
certificazione da parte del Ministero dellAmbiente, come previsto dal DM 20/09/02
La valutazione preliminare della qualit dellaria stata effettuata verificando se per le stazioni di monitoraggio, vi
siano stati dei superamenti dei valori limite previsti dal DM 60/02. Sono stati presi in considerazione sia i valori limite da
rispettare entro il 2005, sia i valori limite pi i rispettivi margini di tolleranza da rispettare per gli anni precedenti, per
stabilire se il percorso di raggiungimento indicato dalla normativa sia attualmente rispettato o meno.
La valutazione preliminare presentata non tiene conto dei valori limite per la protezione degli ecosistemi per il biossido
di azoto e per gli ossidi di azoto individuati dal DM 60/02, in quanto tale valutazione andrebbe eseguita rispetto a stazioni
identificate appositamente secondo i criteri di ubicazione previsti dallallegato VIII del decreto citato. Questanalisi sar
effettuata, una volta realizzate la riqualificazione e lottimizzazione della rete di monitoraggio come da progetto sintetizzato
al paragrafo 7.1.2, e selezionate le stazioni che soddisfino i criteri di microposizionamento indicati dalla normativa.
Di seguito viene riportata lanalisi effettuata per ciascun parametro preso separatamente. Questa analisi permette di
stabilire in quali stazioni della rete si sono verificati dei superamenti dei valori limite previsti dal DM 60/02 e D.L.vo
21/05/2004, n. 183 e forniscono delle indicazioni sulle aree nelle quali devono essere intraprese azioni finalizzate al
risanamento della qualit dellaria.
Per ciascuna stazione di rilevamento, dove possibile, il confronto stato effettuato secondo tre modalit:
tenendo conto del margine di tolleranza (MDT);
in condizioni di valore limite a regime con margine di tolleranza nullo;
al netto di eventuali eventi eccezionali.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
170
Per le tabelle e i grafici valgono le seguenti osservazioni:
tutti i valori sono approssimati alla cifra intera pi vicina;
il numero dei superamenti calcolato dopo che i valori di concentrazioni sono stati approssimati come al
punto precedente;
i valori riportati fra parentesi indicano che la percentuale minima dei dati valicati per lelaborazione non
stata raggiunta.
BIOSSIDO DI ZOLFO
Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualit
dellaria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE
dellAPAT, stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:
limite orario di protezione della salute umana il cui valore, da non superarsi per pi di 24 volte nell'anno
civile, pari a 350 g/ m
3
(D.M. 2 aprile 2002, n. 60).
limite di 24 ore di protezione della salute umana il cui valore, da non superarsi per pi di 3 volte nell'anno
civile, pari a 125 g/ m
3
(D.M. 2 aprile 2002, n. 60).
Per ci che concerne la rete provinciale di Agrigento invece non esistono dati utili in quanto la rete non stata attivata
nel 2005. I valori sono misurati in microgrammi al metro cubo (g/m3).
In tab. 3.1 sono riportati i valori limite previsti dal DM 60/02 per il biossido di zolfo, rispetto ai quali deve essere
effettuata la valutazione preliminare, ai sensi dellart. 5 del D.Lgs.351/99. Nelle stazioni delle Reti di Rilevamento della
Qualit dellAria, nel 2005 non stata mai superata, nel periodo considerato, la soglia di allarme pari a 500 g/m3 misurata
su tre ore consecutive; il valore limite orario di 350 mg/m
3
e il valore limite sulle 24 ore di 125 mg/m
3
sono stati superati
nella stazione di San Cusumano in provincia di Siracusa. Il trend, tuttavia, in miglioramento rispetto al 2004. Sporadici
superamenti del valore limite orario di 350 mg/m
3
si sono registrati a Melilli e Specchi (tab. 3.2). Nel 2004 il valore limite
orario di 380 mg/m
3
e il valore limite sulle 24 ore di 125 mg/m
3
sono stati superati nella stazione di San Cusumano in
provincia di Siracusa e nel porto di Milazzo (ME), nella stazione di Agip Gela in provincia di Caltanissetta il limite
stato superato 120 volte. Sporadici superamenti del valore limite orario di 380 mg/m
3
si sono registrati a in Provincia di
Messina e Siracusa.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
171
Tipologia del valore limite Valore limite
Valore limite + Margine di
tolleranza
per ciascun anno
Soglia di allarme (3 ore consecutive) 500 g/m
3
Limite orario da non superare pi di 24 volte per anno civile 350 g/m
3
1 gennaio 2002: 440 g/ m
3
1 gennaio 2003: 410 g/ m
3
1 gennaio 2004: 380 g/ m
3
1 gennaio 2005: 350 g/ m
3
Limite di 24 h da non superare pi di 3 volte per anno civile
Dal 1 gennaio 2005:
125 g/m
3
Limite per la protezione degli ecosistemi
Anno civile e inverno:
20 g/m
3
Tabella 3.1 Valori limite previsti dal DM 60/02 per il biossido di zolfo.
La tabella 3.2 sintetizza il numero dei superamenti del limite orario e del limite di 24 ore di biossido di zolfo rilevati
nel 2005, per la protezione della salute umana.
Dallanalisi della tabella che segue si rileva come linquinamento da biossido di zolfo incida maggiormente nelle aree
di tipo industriale. Infatti nel 2005 si sono registrati dei superamenti sia del limite orario che di quello giornaliero per la
tutela della salute umana nonch del limite annuale relativamente alla Provincia di Siracusa. Inoltre si pu notare come le
concentrazioni medie annuali di biossido di zolfo in aree metropolitane come quella di Catania si mantenga ad un livello
basso, cos come nel comune di Palermo. Ci significa che il problema di inquinamento da biossido di zolfo tipico delle
zone industriali e sempre meno delle aree dove le fonti di inquinamento provengono dal traffico piuttosto che dal
riscaldamento domestico. Questo tipo di comportamento risulta di carattere generale anche in altre regioni italiane; in
Sicilia il problema di biossido di zolfo risulta ancora maggiore nelle aree industriali se paragonato al resto dItalia. Rispetto
ai dati del 2004, si nota un miglioramento nellarea della Provincia di Siracusa. Nessun superamento della soglia di allarme
di 500 g/m
3
si verificato nel periodo considerato.
Superamenti del limite orario per la protezione della salute umana
350 g/m
3
per il 2005 (max 24 volte)
Comune di Catania 0
Comune di Palermo 0
Provincia di Siracusa 2 (Melilli); 18 (San Cusimano);1 (Specchi)
Provincia di Messina n.d.
Provincia di Caltanissetta n.d.
Provincia di Agrigento* -
Superamenti del limite di 24 ore per la protezione della salute umana
125 g/m
3
per il 2005 (max 3 volte)
Comune di Catania 0
Comune di Palermo 0
Provincia di Siracusa 1 (S. Cusimano)
Provincia di Messina n.d.
Provincia di Caltanissetta n.d.
Provincia di Agrigento* -
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche
* nel 2005 la rete non stata attivata
Tabella 3.2 - Superamenti del Limite orario e del Limite di 24 ore di biossido di zolfo (SO
2
) per la protezione della salute
umana (2005)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
172
Se si fa riferimento al 2004 i dati sono indicati nelle tabb. 3.3 e 3.4.
Superamento del limite orario per la protezione della salute umana
380 m
3
per il 2004 (max 24 volte)
Comune di Catania 0
Comune di Palermo
Provincia di Siracusa
0
3 (Melilli), 36 (S.Cusumano)
Provincia di Messina* 2 (S.Filippo del Mela), 8 (S.Lucia del Mela), 3 (Pace del
Mela Mandravecchia), 1 (Porto di Milazzo)
Provincia di Caltanissetta 120 (Agip Mineria-Gela)
Provincia di Agringento** -
Tabella 3.3 - Superamento del limite orario per la protezione della salute umana
Superamento del limite di 24 ore per la protezione della salute umana
125 m
3
(max 3 volte)
Comune di Catania 0
Comune di Palermo 0
Provincia di Siracusa
Provincia di Messina*
1 (S. Cusimano)
1 (Porto di Milazzo)
Provincia di Caltanissetta n.d.
Provincia di Agringento** -
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche (2004)
*gennaio-giugno 2004
**periodo di osservazione non rappresentativo (novembre-dicembre 2004)
n.d. non disponibile
Tabella 3.4 - Superamento del limite di 24 ore per la protezione della salute umana
Nellarea metropolitana di di Palermo stata effettuata unanalisi pi dettagliata dei dati come indicato nella tab. 3.5.
Stazioni 2001 2002 2003 2004
Boccadifalco 0 0 0 0
Indipendenza 0 0 0 0
Giulio Cesare 0 0 0 0
Castelnuovo 0 0 0 0
Unit d'Italia 0 0 0 0
Torrelunga 0 0 0 0
Belgio 0 0 0 0
Di Biasi - 0 0 0
Tab. 3.5 - SO2 Numero di superamenti del valore limite giornaliero (125mg/m
3
) per la protezione della salute umana
(max 3 volte)
La situazione che emerge negli ambiti urbani risulta complessivamente positiva; si pu affermare che in base
allanalisi dei dati considerati non vi il rischio di superamento per i prossimi anni dei valori limite individuati dal DM
60/02. La situazione riferita ai punti di misura considerati pu essere ragionevolmente estesa a tutta larea regionale. In
tutte le aree della Sicilia (escludendo le aree produttive) potr quindi essere applicato un Piano di Mantenimento
contenente misure atte a mantenere o migliorare lattuale situazione rispetto al biossido di zolfo.
BENZENE
Il benzene un idrocarburo aromatico volatile. E generato dai processi di combustione naturali, quali incendi ed
eruzioni vulcaniche, ed inoltre rilasciato in aria dai gas di scarico degli autoveicoli e dalle perdite che si verificano
durante il ciclo produttivo della benzina (preparazione, distribuzione e l'immagazzinamento). Considerato sostanza
cancerogena, riveste unimportanza particolare nellottica della protezione della salute umana. Lindicatore proposto
volto a verificare che le concentrazioni in aria di benzene non oltrepassino i valori limite prescritti dalla normativa vigente.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
173
Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualit
dellaria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE
dellAPAT, stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:
limite della media annuale (D.M. 2 aprile 2002, n. 60). I valori sono espressi in microgrammi al metro cubo
(g/ m
3
).
I dati sono tratti da elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dagli Enti gestori delle reti pubbliche.
Il D.M. n. 60/02 ha introdotto un valore limite per la protezione della salute umana pari a 5 g/m
3
come media annuale
da raggiungere entro il primo gennaio 2010, a cui si aggiunge un margine di tolleranza di 5 g/m
3
fino al 31 dicembre
2005. Dal primo gennaio 2006, e successivamente ogni 12 mesi, il valore ridotto secondo una percentuale costante per
raggiungere lo 0% di tolleranza al primo gennaio 2010. Pertanto, sino al 1 gennaio 2006 il valore limite per il benzene
coincide con il valore previsto per lobiettivo di qualit dal D.M. 25 novembre 1994.
In tab. 3.6 sono riportati i valori limite previsti dal DM 60/02 rispetto ai quali stata effettuata la valutazione
preliminare ai sensi dellart. 5 del D.Lgs.351/99, in riferimento al benzene. Il valore limite da considerare fino al
31.12.2005 pari 10 g/m
3
. Nelle tabb. 3.7 e 3.8 sono riportati i superamenti dei valori limite annuale e giornaliero.
Dalla tabella 3.7 che segue si evince che le concentrazioni medie annue di benzene risultano, per lanno 2005, inferiori
al valore limite di 10 g/ m
3
, ad eccezione delle postazioni site nella citt di Siracusa. Rispetto ai dati del 2004, si nota
lassenza di superamenti nella citt di Palermo.
Tipologia del valore limite Valore limite
Valore limite + Margine di tolleranza
per ciascun anno
Valore limite annuale per la
protezione della salute umana
Anno civile
5 g/m
3
1 gennaio 2002: 10 g/m
3
1 gennaio 2006: 9 g/ m
3
1 gennaio 2007: 8 g/ m
3
1 gennaio 2008: 7 g/ m
3
1 gennaio 2009: 6 g/ m
3
1 gennaio 2010: 5 g/ m
3
Tab. 3.6 - Valori limite previsti dal DM 60/02 per il benzene
La tab. 3.7 riporta i superamenti registrati nellanno 2005.
N Superamenti del valore limite annuale
10 g/m
3
per lanno civile 2005
Comune di Palermo 0
Comune di Catania 0
Provincia di Agrigento* -
Provincia di Caltanissetta 0
Provincia di Messina n.d.
Provincia di Siracusa 1(Specchi); 11(Teracati)
Provincia di Siracusa (ENVIREG) -
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti pubbliche (2006)
* nel 2005 la rete non stata attivata
Tabella 3.7 - Benzene numero di superamenti del valore limite nellanno civile (2005)
Benzene N Superamenti del valore limite della media giornaliera
10 mg/m
3
per lanno civile 2004
Comune di Palermo (media annuale) 1 (Di Blasi)
Comune di Catania 0
Provincia di Agrigento**
Provincia di Caltanissetta 0
Provincia di Messina* 0
Provincia di Siracusa 0
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti pubbliche (2004)
*gennaio-giugno 2004
**periodo di osservazione non rappresentativo (novembre-dicembre 2004)
Tabella 3.8 - Benzene numero di superamenti del valore limite della media giornaliera nellanno civile (2004)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
174
E evidente come il trend, negli ultimi anni, sia globalmente in diminuzione nellarea di Palermo. In tab. 3.9 sono
riportati i valori delle medie registrate negli ultimi tre anni nelle stazioni in cui garantito il monitoraggio di tale
parametro.
Stazioni 2002 2003 2004
Boccadifalco 2.1
1
2.1 1.7
Castelnuovo 7.5
2
5.5 5.2
Di Blasi 10.3
3
8.2 10.5
Tabella 3.9 - Valori registrati per il benzene (media annuale)
Lanalisi storica dei dati comunque lascia prevedere che (eccezion fatta per la stazione Di Blasi) non vi saranno per gli
anni futuri, per lo meno fino al 2010, superamenti del valore limite medio annuo di 5 g/m
3
. La situazione deve essere
attentamente rivalutata dal 2005, quando il margine di tolleranza viene ridotto di 1 g/m
3
ogni anno, fino a che nel 2010 il
valore limite sar fissato a 5 g/m
3
. Considerando i dati rilevati negli ultimi anni, per poter ottemperare al valore limite
europeo di 5 g/m
3
nel 2010, dovranno essere intraprese delle azioni pi rilevanti rispetto alle semplici misure di riduzione
del traffico; una di queste potr essere la revisione della composizione dei carburanti, misura che dovr essere
opportunamente soppesata a livello nazionale e comunitario.
PIOMBO
Dai dati disponibili che si riferiscono alle analisi di questo parametro effettuate sul particolato atmosferico, risulta che i
valori rilevati risultano gi sensibilmente inferio ri al valore limite di 0.5 g/m
3
fissato dal DM 60/02 e che doveva essere
rispettato entro il 1 gennaio 2005 (tab. 3.10).
Tipologia del valore limite Valore limite
Valore limite + Margine di tolleranza
per ciascun anno
Valore limite annuale per la protezione della
salute umana
Anno civile
0.5 g/m
3
1 gennaio 2002: 0.8 g/ m
3
1 gennaio 2003: 0.7 g/ m
3
1 gennaio 2004: 0.6 g/ m
3
1 gennaio 2005: 0.5 g/ m
3
Tabella 3.10 - Valori limite previsti dal DM 60/02 per il piombo
Il piombo, non tra i parametri da tenere sotto stretto controllo: la progressiva riduzione negli ultimi anni di tale
inquinante stata determinata dal ridotto tenore di piombo nelle benzine, essendo stato sostituito con altri composti
impiegati per incrementare il potere antidetonante, quali alcani ramificati e aromatici tra cui il benzene stesso.
I dati rilevati nel comune di Palermo sono indicati nella tab. 3.11
2001 2002 2003 2004
VL+MDT
0,9 g/m
3
Numero
rilevamenti
VL+MDT
0,8 g/m
3
Numero
rilevamenti
VL+MDT
0,7 g/m
3
Numero
rilevamenti
VL+MDT
0,6 g/m
3 Numero rilevamenti
Boccadifalco 0.02 114 0.02 170 0.02 182 0.01 96
Indipendenza 0.07 117 0.04 89 0.05 98 0.03 45
Giulio
Cesare
0.09 116 0.04 90 0.03 92 0.03 81
Castelnuovo 0.08 117 0.04 90 0.02 92 0.02 75
Unit d'Italia 0.06 88 0.03 89 0.03 93 0.02 45
Torrelunga 0.07 88 0.03 88 0.03 94 0.01 45
Belgio 0.05 87 0.03 90 0.02 91 0.02 30
Tab. 3.11 - Pb Concentrazione media annuale (valore limite annuale per la protezione della salute umana = 0,5 mg/m
3
)
1 dal 15/02/02
2 dal 20/02/2002
3 dal 29/03/02
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
175
Nel caso del piombo, sar sufficiente applicare un Piano di Mantenimento dei livelli di concentrazione su tutto il
territorio regionale. C da sottolineare, inoltre, come le medie calcolate nei periodi considerati siano inferiori anche alla
soglia di valutazione inferiore di 0.25 g/m
3
prevista per il piombo, pertanto ai sensi dellart. 6 del D.Lgs.351/99, non
obbligatorio il monitoraggio in continuo di tale parametro con rete fissa, eccezion fatta per gli agglomerati.
MONOSSIDO DI CARBONIO
Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualit
dellaria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE
dellAPAT, stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:
i superamenti del valore limite orario su 8 ore per la protezione della salute umana, pari a 10 mg/m
3
da raggiungere
entro il 1/1/2005 a cui si aggiunge un margine di tolleranza, pari a 6 mg/m
3
per i primi 3 anni, con riduzione progressiva
(D.M. 2 aprile 2002 n. 60).
Il valore limite che stato preso come riferimento per lindividuazione delle zone da destinare a Piani di Risanamento,
Azione o Mantenimento quello indicato in tab. 3.12, ossia quello individuato dal DM 60/02, pari a 10 mg/m
3
, calcolato
come massimo giornaliero della media mobile di 8 ore. La verifica del rispetto a tale valore e al valore limite aumentato del
margine di tolleranza stata effettuata per le stazioni della Rete di Rilevamento della Qualit dellAria, di cui sopra.
Tipologia del valore limite Valore limite
Valore limite + Margine di tolleranza
per ciascun anno
Massimo giornaliero della
media mobile di 8 h 10 mg/m
3
1 gennaio 2002: 16 mg/m
3
1 gennaio 2003: 14 mg/m
3
1 gennaio 2004: 12 mg/m
3
1 gennaio 2005: 10 mg/m
3
Tabella 3.12 - Valori limite previsti dal DM 60/02 per il monossido di carbonio.
La tabella 3.13 fornisce una rappresentazione congiunta del numero di superamenti della soglia di attenzione, registrati
rispettivamente nelle citt di Catania, Palermo e nelle province regionali di Siracusa, Messina, Caltanissetta e Agrigento nel
2005. La media massima giornaliera su 8 ore viene individuata esaminando le medie mobili su 8 ore, calcolate in base a
dati orari e aggiornate ogni ora. Ogni media su 8 ore cos calcolata assegnata al giorno nel quale finisce. In pratica, il
primo periodo di 8 ore per ogni singolo giorno sar quello compreso tra le ore 17.00 del giorno precedente e le ore 01.00
del giorno stesso; lultimo periodo di 8 ore per ogni giorno sar quello compreso tra le ore 16.00 e le ore 24.00 del giorno
stesso.
Nessun superamento della soglia dallarme e del valore limite su 8 ore, che per il 2005 pari a 10 mg/m
3
, stato
registrato a Palermo, Catania e Caltanissetta nonch nella Province di Siracusa nel periodo considerato (tab. 3.13). ; stesso
risultato era stato ottenuto dallanalisi dei dati relativi al 2004 (tab. 3.14).
Superamenti del limite orario per la protezione della salute umana
10 mg/m
3
per il 2005
Comune di Catania 0
Comune di Palermo 0
Provincia di Siracusa 0
Provincia di Messina n.d.
Provincia di Caltanissetta 0
Provincia di Agrigento* -
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche (2005)
*nel 2005 la rete non stata attivata
Tab. 3.13 - Pb Superamenti della media max giornaliera su 8 ore (2005)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
176
Superamenti del limite orario per la protezione della salute umana
12 mg/m3 per il 2004
Comune di Catania 0
Comune di Palermo 0
Provincia di Siracusa 0
Provincia di Messina* 0
Provincia di Caltanissetta 0
Provincia di Agrigento** -
Fonte:elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche (2005)
*gennaio-giugno 2004
**periodo di osservazione non rappresentativo (novembre-dicembre 2004)
Tab. 3.14 -CO - Superamenti della media max giornaliera su 8 ore (2004)
Il monossido di carbonio un inquinante originato essenzialmente dal traffico (si rimanda al Capitolo 2per una
trattazione pi approfondita sulla stima delle emissioni da traffico suddivise per provincia).
Per il comune di Palermo stata effettuata unanalisi pi dettagliata dei dati come indicato in tab. 3.15.
2001 2002 2003 2004
Stazioni
>16
mg/m3
>10
mg/m3
>16
mg/m3
>10
mg/m3
>16
mg/m3
>10
mg/m3
>16
mg/m3
>10
mg/m3
Boccadifalco
0 0 0 0 0 0 0 0
Indipendenza
0 0 0 0 0 0 0 0
Giulio Cesare
0 2 0 0 0 0 0 0
Castelnuovo
(4)
0 0 0 14 0 0 0 0
Unit d'Italia
0 0 0 0 0 0 0 0
Torrelunga
0 0 0 0 0 0 0 0
Belgio
0 0 0 0 0 0 0 0
Di Blasi
0 0 0 0 0 0 0 0
Tab 3.15 - CO: numero di superamenti del valore limite su 8 ore
4 Evento eccezionale dovuto alle emissioni di un gruppo elettrogeneratore a benzina posizionato in prossimit della
stazione
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
177
PARTICOLATO PM
10
Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualit
dellaria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE
dellAPAT, stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:
limite della media giornaliera, il cui valore, da non superarsi per pi di 35 volte nell'anno civile, pari a 50 g/ m
3
a cui si aggiunge un margine di tolleranza con riduzione annua (D.M. 2 aprile 2002, n. 60).
I valori sono espressi in microgrammi al metro cubo (g/ m
3
). Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dagli Enti
gestori delle reti pubbliche.
I valori limite che sono stati presi come riferimento per lindividuazione delle zone nelle quali applicare i Piani di
Risanamento o di Mantenimento sono quelli indicati in tab. 3.16: valore limite di 24 ore da non superare pi di 35 volte per
anno civile e valore limite annuale.
Tipologia del valore limite Valore limite
Valore limite + Margine di tolleranza
per ciascun anno
Limite di 24 h da non superare pi di
35 volte per anno civile
50 g/m
3
1 gennaio 2002: 65 g/m
3
1 gennaio 2003: 60 g/m
3
1 gennaio 2004: 55 g/m
3
1 gennaio 2005: 50 g/m
3
Valore limite annuale
Anno civile
40 g/m
3
1 gennaio 2002: 44.8 g/m
3
1 gennaio 2003: 43.2 g/m
3
1 gennaio 2004: 41.6 g/m
3
1 gennaio 2005: 40 g/m
3
Tabella 3.16 - Valori limite previsti dal DM 60/02 per il particolato (PM
10
).
La tab. 3.17 sintetizza il numero di superamenti del valore limite della media giornaliera (da non superarsi pi di 35
volte nellarco di un anno) registrati nel 2005. Il D.M. 60/02, nellabrogare gli obiettivi di qualit per il PM
10
cos come
statuiti dal DM 25/11/94, ha stabilito che la concentrazione media annua per il PM
10
non debba superare il valore limite di
40 g/m
3
in vigore dal 01/01/2005. Dalla tab. 3.17 si rileva come il valore limite della media giornaliera venga superato
diverse volte e in postazioni di misura differenti sia nel comune di Palermo che di Catania e Siracusa. Rispetto ai dati del
2004 (tab. 3.18), si nota un peggioramento dello stato di qualit dell aria concernente le concentrazioni di PM
10
.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
178
N Superamenti del valore limite della media giornaliera
50 g/m
3
per il 2005 da non superare per un max di 35 volte
Comune di Palermo**
Boccadifalco: 10 (7), Indipendenza: 13 (11), Giulio Cesare: 65 (58), Castelnuovo: 37
(30), Unit dItalia: 54 (47), Torrelunga: 9 (7), Belgio: 48 (42), Di Blasi: 80 (73), CEP:
31 (26)
Comune di Catania
Veneto: 36,8 (16); Europa: 29,32 (4); Stesicoro: 31,26 (9); Giuffrida: 42,49 (29); Zona
Ind.le: 21,15 (1); Risorgimento: 36,56 (18)
Provincia di Agrigento* -
Provincia di Siracusa Rete
Ind.
Augusta: 1; Ciapi: 3; Priolo: 3; Melilli: 3; San Cusmano: 2; Belvedere 3
Provincia di Siracusa Rete
Urb.
Acquedotto: 1; Teracati: 196; Bixio: 31; Specchi: 55
Provincia di Caltanissett a n.d.
Provincia di Messina n.d.
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti pubbliche (2005)
* nel 2005 la rete non stata attivata
** tra parentesi il numero dei superamenti al netto degli eventi eccezionali
Tab. 3.17 - PM10, numero di superamenti del valore limite della media giornaliera (2005))
N Superamenti del valore limite della media giornaliera
55g/m
3
per il 2004 da non superare per un max di 35 volte
Comune di Palermo*** Ss Boccadifalco:12, Indipendenza:13, Giulio Cesare:45(37),
Castelnuovo:41(35), Unit DItalia:44
(38), Torrelunga: 8 (6), Belgio: 41 (36), Di Blasi: 47 (42).
Comune di Catania Piazza Risorgimento: 13; Piazza Stesicoro: 22; Viale V. Veneto C.so Italia:
26; Piazza Europa: 5; Osp. Garibaldi: 8; Viale della regione: 3; P.A. Moro: 9;
Piazza Risorgimento: 13, Zona Industriale: 1; Via Messina: 1; Piazza
Michelangelo. 1.
Provincia di Agrigento**
Provincia di Caltanissetta Centro storico di Caltanissetta: 26; Ospedale di Gela: 12
Provincia di Messina* Liceo Archimede: 22, Bccetta-S. Francesco: 60; Minissale-Via consolare: 23;
Caronte Viale delle Libert: 21.
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti publiche (2004)
*gennaio-giugno 2004
**periodo di osservazione non rappresentativo (novembre-dicembre 2004)
***tra parentesi il numero dei superamenti al netto degli eventi eccezionali
Tab. 3.18 - PM
10
, numero di superamenti del valore limite della media giornaliera (2004)
Se il quadro globale dovesse permanere allo stato attuale o addirittura peggiorare come avvenuto negli ultimi anni, vi
sarebbe il rischio, ma pi che un rischio appare come una certezza, di superare su tutto il territorio regionale il valore limite
consentito.
Il quadro appare molto critico in molte delle stazioni nelle quali viene effettuato il monitoraggio del PM
10
. Essendo
accertata la natura in parte secondaria di tale parametro, si ritiene opportuno applicare sia misure di contenimento
finalizzate alla riduzione su scala regionale del numero di superamenti del valore limite giornaliero (soprattutto durante il
periodo invernale), sia misure pi generali finalizzate al rispetto del valore limite annuale di 40 g/m
3
entrato in vigore a
partire dal 1 gennaio 2005.
Per il comune di Palermo stata effettuata unanalisi pi dettagliata dei dati come indicato nelle tabb. 3.19- 3.23.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
179
2001 2002 2003
(5)
2004
(5)
Stazioni
> 70
g/m3
> 50
g/m3
> 65
g/m3
> 50
g/m3
> 60 g/m3 > 50 g/m3 > 55 g/m3
> 55
g/m3
Boccadifalco 3 10 13 19 13 125 23 22 12 9 17 13
Indipendenza 9 27 16 52 16 15 36 35 13 8 28 23
Giulio Cesare 11 59 28 94 43 41 104 102 45 37 66 58
Castelnuovo 25 93 30 72 30 29 69 68 41 35 59 53
Unit d'Italia 27 96 36 88 33 32 73 72 44 38 60 54
Torrelunga 9 28 11 18 8 7 18 17 8 6 11 9
Belgio 8 30 12 37 31 30 67 66 41 36 53 48
Di Blasi - - 33 77 50 47 107 104 47 42 72 67
TOTALE 92 343 179 457 224 213 497 486 251 211 366 325
Tab. 3.19 - PM
10
: Numero di superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (max 35
volte) ripartito per stazione
Anno
Giorno
2001 2002 2003 2004
Totale
luned 54 59 53 42 208
marted 37 90 72 53 252
mercoled 32 89 88 57 266
gioved 59 80 86 63 288
venerd 75 62 108 75 320
sabato 50 53 76 46 225
domenica 36 24 14 30 104
TOTALE 343 457 497 366 1663
Tab. 3.20 - PM
10
: Distribuzione settimanale del numero complessivo di superamenti del valore limite giornaliero
(50mg/m
3
)
Anno
Giorno
2001 2002 2003 2004
Totale
gennaio 33 36 25 17 111
febbraio 34 22 18 55 129
marzo 59 51 38 41 189
aprile 7 53 38 19 117
maggio 47 31 69 12 159
giugno 25 30 58 1 114
luglio 13 39 46 15 113
agosto 13 34 21 35 103
settembre 11 26 20 18 75
ottobre 51 39 67 80 237
novembre 44 50 70 34 198
dicembre 6 46 27 39 118
TOTALE 343 457 497 366 1663
Tab. 3.21 - PM
10
: Distribuzione annuale del numero complessivo di superamenti del valore limite giornaliero (50mg/m
3
)
5 i numeri in rosso indicano il numero di superamenti al netto degli eventi eccezionali
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
180
Boccadifalco Indipendenza
Giulio
Cesare
Castelnuovo Unit d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi
2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004
Luned
3 2 3 3 12 10 7 6 8 7 1 2 5 6 14 6
Marted
1 1 5 3 17 12 11 8 9 10 3 10 7 16 12
Mercoled
4 2 7 6 19 9 12 10 13 9 2 2 12 8 19 11
Gioved
4 4 6 4 19 11 11 10 14 10 6 3 10 8 16 13
Venerd
8 4 8 5 22 12 13 10 16 12 4 2 12 12 25 18
Sabato
3 2 5 4 14 8 12 9 11 8 2 1 13 7 16 7
Domenica
2 2 3 1 4 3 6 2 4 1 5 5 1 5
TOTALE
23 17 36 28 104 66 69 59 73 60 18 11 67 53 102 72
Tab. 3.22 - PM10 distribuzione media settimanale del numero di superamenti del valore limite giornaliero (50 mg/m
3
)
ripartito per stazione
Boccadifalco Indipendenza
Giulio
Cesare
Castelnuovo Unit d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi
2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004
Gennaio
7 11 4 1 5 2 1 8 3
Febbrio
4 5 10 15 6 8 3 6 8 3
Marzo
1 2 3 14 5 4 10 5 8 2 1 5 13 6
Aprile
1 2 2 12 3 6 2 5 3 1 2 5 3 7 3
Maggio
4 1 6 3 13 4 11 3 2 17 16 1
Giugno
4 9 2 8 8 2 17 8 1
Luglio
5 8 1 5 1 7 3 7 3 4 3 1 7 6
Agosto
3 4 4 3 3 5 3 5 3 5 1 2 5 3 7
Settembre
1 5 4 3 3 4 4 3 2 5 4
Ottobre
2 3 5 7 16 10 8 14 10 14 3 7 16 16 16
Novembre
2 1 5 2 18 5 10 6 11 6 3 8 7 13 7
Dicembre
2 2 3 3 6 4 3 5 4 4 2 3 4 8 3 10
Totale
23 17 36 28 104 66 69 59 73 60 18 11 67 53 107 72
Tab. 3.23 - PM
10
distribuzione annuale del numero di superamenti del valore limite giornaliero (50 mg/m3) ripartito per
stazione
IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI
Pur non essendo tra gli inquinanti normati dal DM 60/02 e quindi tra gli inquinanti per i quali prevista ai sensi
dellart. 5 del D.Lgs.351/99, la valutazione preliminare, stata effettuata unanalisi dei dati disponibili di questo parametro
finalizzata a verificare eventuali superamenti dellobiettivo di qualit di 1 g/m
3
, ancora in vigore ai sensi del DM
25/11/94, e del valore limite di 1,5 g/m
3
calcolato come media annua, che sar introdotto da una Direttiva Europea
attualmente in fase di bozza.
Tipologia del valore
limite
Valore limite
Valore limite + Margine di
tolleranza
per ciascun anno
Riferimento normativo
Obiettivo di qualit
Media mobile annuale
1 ng/m
3
DM 25/11/94
Valore limite
Anno civile
1.5 ng/m
3
2005: 1.5 ng/m
3
2006: 1.4 ng/m
3
2007: 1.3 ng/m
3
2008: 1.2 ng/m
3
2009: 1.1 ng/m
3
Tabella 3.24 - Obiettivo qualit (DM 25/11/94) e valori limite annuo (Direttiva Europea in preparazione) per il Benzo-a-
Pirene
Sul territorio regionale il monitoraggio degli Idrocarburi Policic lici Aromatici stato effettuato a Palermo.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
181
E in corso di effettuazione lacquisizione dei dati provenienti da altre campagne di monitoraggio al fine di effettuare
una valutazione estesa a livello regionale. Le misure finalizzate alla riduzione degli IPA dovranno essere estese per lo meno
ai comuni capoluogo e dovranno essere parallele a quelle applicate per ridurre i livelli di concentrazione del PM
10
;
particolare attenzione dovr essere rivolta al caso di Palermo presso la stazione Di Blasi.
BIOSSIDO DI AZOTO
La valutazione preliminare della qualit dellaria rispetto al biossido di azoto, stata effettuata verificando se, per il set
di stazioni indicate in tab. 3.27, sono stati superati:
la soglia di allarme di 400 g/m
3
,misurata per tre ore consecutive;
il limite orario di 200 g/m
3
da non superare per pi di diciotto volte lanno;
il valore limite della media annuale pari a 40 g/m
3
da rispettare entro il 1 gennaio 2010.
Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualit
dellaria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE
dellAPAT, stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:
limite orario per la protezione della salute umana, il cui valore pari a 200 g/ m3 da non superare per pi di 18
volte per anno civile; a tale limite, che dovr essere rispettato al 1/1/2010 si aggiunge un margine di tolleranza di 100
g/m3 con riduzione annua costante (D.M. 2 aprile 2002 n. 60). I valori sono espressi in microgrammi al metro cubo
(g/m3).
Tipologia del valore limite Valore limite
Valore limite + Margine di tolleranza
per ciascun anno
Soglia di allarme* 400 g/m
3
Limite orario da non superare
pi di 18 volte per anno
civile
200 g/m
3
1 gennaio 2002: 280 g/ m
3
1 gennaio 2003: 270 g/ m
3
1 gennaio 2004: 260 g/ m
3
1 gennaio 2005: 250 g/ m
3
1 gennaio 2006: 240 g/ m
3
1 gennaio 2007: 230 g/ m
3
1 gennaio 2008: 220 g/ m
3
1 gennaio 2009: 210 g/ m
3
1 gennaio 2010: 200 g/ m
3
Valore limite annuale per la
protezione della salute
umana
Anno civile
40 g/m
3
1 gennaio 2002: 56 g/m
3
1 gennaio 2003: 54 g/m
3
1 gennaio 2004: 52 g/m
3
1 gennaio 2005: 50 g/m
3
1 gennaio 2006: 48 g/m
3
1 gennaio 2007: 46 g/m
3
1 gennaio 2008: 44 g/m
3
1 gennaio 2009: 42 g/m
3
1 gennaio 2010: 40 g/m
3
Limite per la protezione della
vegetazione NOx
Anno civile
30 g/m
3
19/07/2001
* periodo di mediazione tre ore consecutive
Tabella 3.25 - Valori limite previsti dal DM 60/02 per il biossido di azoto.
I dati sono stati ricavati da elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dalla Provincia Regionale di Siracusa, dalla
Provincia Regionale di Caltanisetta, dalla Provincia Regionale di Agrigento, dalla Provincia regionale di Messina, dal
Comune di Catania, Direzione Tutela Ambientale per la citt di Catania, dallAMIA s.p.a. per il Comune di Palermo.
La tab. 3.26 riporta il numero complessivo di superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana,
registrati rispettivamente nelle citt di Catania e Palermo e nelle province regionali di Siracusa, Messina, Caltanissetta e
Agrigento nel 2005.
Analizzando i dati di qualit dellaria rilevati nel 2005 (BRACE) si evince come i valori pi alti si registrano nelle
postazioni ubicate nelle zone centrali delle citt e pertanto pi soggette all'inquinamento da traffico nelle citt di Palermo e
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
182
Catania. Per il 2005, il valore limite delle concentrazioni medie orarie pari a 250 g/m
3
, da non superarsi per pi di 18
volte. La tab. 3.27 sintetizza il numero di superamenti che si sono verificati nel 2005; se nella provincia di Siracusa, la
normativa stata rispettata, nella citt di Catania, nella citt di Siracusa e nella citt di Palermo si oltrepassano i limiti di
legge, essendo verificatisi rispettivamente n. 3, n. 4 e n. 1 superamenti. Rispetto ai dati del 2004, si nota un miglioramento
per le citt di Palermo e Catania. Nessun superamento della soglia di allarme di 400 g/m3 si verificato nel periodo
considerato.
N Superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana
Per lanno 2005 il valore limite pari a 250 g/m
3
(max 18 volte)
Comune di Catania
3 (piazza Giovanni XXIII Terminal Bus extraurbani e
capolinea AMT)
Comune di Palermo 1 (CEP)
Provincia di Siracusa 4 (Scalagreca)
Provincia di Caltanissetta n.d.
Provincia di Messina n.d.
Provincia di Agrigento* -
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori (2005)
* nel 2005 la rete non stata attivata
Tabella 3.26 - Biossido di azoto (NO
2
), superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana (2005)
N Superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana
Per lanno 2004 Valore limite orario + margine di tolleranza pari a 260 g/m
3
(max 18 volte)
Comune di Catania 1 (Viale Veneto C.so Italia), 1 (Piazza Giorni)
Comune di Palermo 2 (Indipendenza), 2 (Giulio Cesare), 1 (Castelnuovo), 0 (Unit
dItalia), 0 (Torrelunga), 0 (Belgio), 0 (Di Blasi)
Provincia di Siracusa 0
Provincia di Caltanissetta 0
Provincia di Messina* 0
Provincia di Agrigento** -
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori (2005)
*gennaio-giugno 2004
**periodo di osservazione non rappresentativo (novembre-dicembre 2004)
Tabella 3.27 - Biossido di azoto (NO
2
), superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana (2004)
Dallanalisi dei dati emerge la necessit di prevedere delle misure di riduzione dei livelli di concentrazione di tale
inquinante. Tuttavia, se la situazione dovesse permanere allo stato attuale, non vi sarebbe il rischio di superare nel 2010, il
tetto dei 18 superamenti per anno del valore limite orario di 200 g/m
3
.
Per il comune di Palermo stata effettuata unanalisi pi dettagliata dei dati come indicato nelle tabb. 3.28- 3.36
2001 2002 2003 2004
Stazioni > 290
g/m3
> 200
g/m3
>280
g/m3
> 200
g/m3
> 270
g/m3
> 200
g/m3
> 260
g/m3
> 200
g/m3
Boccadifalco 0 0 0 0 0 0 1 1
Indipendenza 0 4 3 11 0 2 2 7
Giulio Cesare 0 13 5 14 1 7 2 6
Castelnuovo 0 8 3 14 0 4 1 8
Unit d'Italia 0 3 2 13 2 12 0 2
Torrelunga 0 10 1 4 0 1 0 0
Belgio 1 5 4 10 0 2 0 2
Di Biasi - - 3 10 1 12 0 3
T O T A L E 1 43 21 76 4 40 6 29
Tab. 3.28 - NO
2
: Numero di superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana (max 18 volte)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
183
2001 2002 2003 2004
Stazioni
g/m3
Boccadifalco [14] 20 16 21
Indipendenza 68 92 88 93
Giulio Cesare 149 144 144 134
Castelnuovo 92 106 89 98
Unit d'Italia 82 104 97 85
Torrelunga 80 77 67 63
Belgio 96 106 87 83
Di Biasi - 148 163 164
Tab. 3.29 - NOx Concentrazione media annuale( valore limite per la protezione della vegetazione = 30 mg/m
3
)
Anno
ORE
2001 2002 2003 2004
TOTALE
1
2
3
4
5
6
7 1 1 2
8 12 6 2 3 23
9 14 20 11 4 49
10 6 27 10 9 52
11 8 19 10 4 41
12 1 3 1 4 9
13 1 1 1 3
14 1 1 1 3
15 1 1
16
17 1 1 2
18 1 1
19 1 1
20 1 1
21
22
23
24
TOTALE 43 76 40 29 188
Tab. 3.30- NO
2
: Distribuzione giornaliera del numero di superamenti del valore limite orario per la protezione della
salute umana(200 mg/m
3
)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
184
Anno
Giorno
2001 2002 2003 2004
TOTALE
Luned 4 11 3 18
Marted 3 16 6 10 35
Mercoled 10 14 11 3 38
Gioved 14 28 8 4 54
Venerd 7 6 12 10 35
Sabato 5 1 2 8
Domenica
TOTALE 43 76 40 29 188
Tab. 3.31 - NO
2
: Distribuzione settimanale del numero di superamenti del valore limite orario per la protezione della
salute umana(200 mg/m
3
)
Anno
Mese
2001 2002 2003 2004
TOTALE
Gennaio 7 7 2 16
Febbraio 4 4
Marzo 4 15 1 20
Aprile 6 7 10 23
Maggio 3 4 7
Giugno 4 3 7
Luglio 2 1 4 7
Agosto 4 3 2 9
Settembre 1 3 1 5
Ottobre 6 32 12 21 71
Novembre 3 7 4 14
Dicembre 3 1 1 5
TOTALE 43 76 40 29 188
Tab. 3.32 - NO
2
: Distribuzione mensile del numero di superamenti del valore limite orario per la protezione della salute
umana(200 mg/m
3
)
Tab. 3.33 NO
2
: Distribuzione settimanale del numero di superamenti del valore limite orario (200 mg/m
3
) ripartito per
stazione
Boccadifalco Indipendenza
Giulio
Cesare
Castelnuovo Unit d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi
Giorno
2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004
luned 1 1 1
marted 1 1 1 3 3 2 1 1 2 1
mercoled 1 1 2 2 1 1 1 4 1
gioved 2 1 1 2 3 3
venerd 1 2 3 5 1 2 5 2 1
sabato 1 1
domenica
TOTALE 0 1 2 7 7 6 4 8 12 2 1 0 2 2 12 3
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
185
Giorno Boccadifalco Indipendenza
Giulio
Cesare
Castelnuovo Unit d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi
2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004
gennaio 1 1
febbraio
marzo 1
aprile 1 1 3 1 1 3
maggio
giugno 1 2
luglio 2 2 1
agosto 1 1 1 1 1
settembre 1 1 2
ottobre 1 1 4 3 6 5 5 2 1 3 2
novembre 1 3
dicembre 1 1
TOTALE
0 1 2 7 7 6 4 8 12 2 1 0 2 2 12 3
Tab. 3.34 - NO
2
: Distribuzione annuale del numero di superamenti del valore limite orario (200 mg/m
3
) ripartito per
stazione
Stazione
Valore Limite
pi MDT
Elemento
Inquinante
Valore
Raggiunto
Unit di
Misura
Data Giorni Ora
Giulio Cesar e 270 NO
2
294 g/m
3
03/10/2003 Venerd 11
Unit d'Italia 270 NO
2
303 g/m
3
03/10/2003 Venerd 10
Unit d'Italia 270 NO
2
291 g/m
3
03/10/2003 Venerd 11
Di Blasi 270 NO
2
277 g/m
3
27/06/2003 Venerd 9
Tab. 3.35 - NO
2
: Superamenti rilevati nel 2003
Stazione
Valore Limite
pi MDT
Elemento
Inquinante
Valore
Raggiunto
Unit di
Misura
Data Giorni Ora
Boccadifalco 260 NO
2
264 g/m
3
26/10/2004 marted 12
Indipendenza 260 NO
2
271 g/m
3
08/07/2004 gioved 9
Indipendenza 260 NO
2
267 g/m
3
19/10/2004 marted 12
Giulio Cesare 260 NO
2
283 g/m
3
29/10/2004 venerd 11
Giulio Cesare 260 NO
2
279 g/m
3
29/10/2004 venerd 12
Castelnuovo 260 NO
2
262 g/m
3
26/10/2004 marted 10
Tab. 3.36- NO
2
: Superamenti rilevati nel 2004
OZONO
Per quanto riguarda lozono occorre fare una dovuta premessa. Il D.Lgs.351/99 allart. 5, per la determinazione delle
zone nelle quali applicare, a seconda della criticit, i Piani di Azione o di Risanamento o di Mantenimento, fa riferimento ai
valori limite indicati da decreti da emanarsi a cura del Ministero dellAmbiente. Il DM 60/02, decreto di recepimento delle
Direttive 99/30/CE e 00/69/CE solo uno di tali decreti e non disciplina il parametro ozono. Tale parametro stata oggetto
del Decreto Legislativo 21/05/2004 n. 183 che ha recepirto la Direttiva 02/03/CE, emanata dalla Commissione Europea nel
marzo 2002. Sono stati presi in considerazione:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
186
Obiettivo Livello di concentrazione (g/m
3
) Tempo medio
Limite di informazione 180 1 ora
Limite di allarme 240 1 ora
Obiettivo a lungo termine 120 Media su 8 ore, max giornaliero
Valore bersaglio da non superare
per pi di 25 giorni per anno civile
come media su 3 anni (dal 2010)
120 Media su 8 ore, max giornaliero
(EEA, 2005)
Tab. 3.37- Valori limite di ozono, obiettivo lungo termine e valore target per la protezione della salute umana
Valore bersaglio: livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e sullambiente nel suo
complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo.
Soglia di informazione: livello oltre il quale vi un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per
alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione e raggiunto il quale devono essere adottate opportune misure.
Obiettivo a lungo termine: concentrazione di ozono nellaria al di sotto della quale si ritengono improbabili, in base alle
conoscenze scientifiche attuali, effetti nocivi diretti sulla salute umana e sullambiente nel suo complesso.
Nelle zone nelle quali stata superata la soglia di allarme, dovr essere applicato un Piano di Azione (come previsto
dallart. 7 del D.Lgs. 351/99); nelle zone in cui si accertato, almeno per tre anni, il superamento del valore bersaglio,
andranno applicati i Piani di Risanamento (art. 8, D.Lgs. 351/99).
Prima di passare allanalisi dei dati, occorre sottolineare come la natura secondaria dellozono implichi che la
concentrazione misurata in un punto, purch non di traffico, sia facilmente riconducibile alla concentrazione rilevabili in
aree pi vaste. Infatti, a differenza del caso degli inquinati primari, larea di rappresentativit di una misura di ozono risulta
estremamente pi ampia. A ci va aggiunto che le condizioni meteorologiche hanno unenorme influenza sulle
concentrazioni di tale parametro. In particolare le condizioni atmosferiche di intensa radiazione solare, temperatura mite o
calda e venti moderati favoriscono la formazione di smog fotochimico e laumento delle concentrazioni troposferiche di
ozono.
Utilizzando i dati riferiti alle citt di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualit
dellaria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per lanno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE
dellAPAT, stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:
livello di attenzione delle concentrazioni medie orarie, il cui valore limite medio orario pari a 180 g/ m3 (D.M.
16/05/1996).
I valori sono espressi in microgrammi al metro cubo (g/ m3).
I dati sono tratti da elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dagli enti gestori di Reti pubbliche per il monitoraggio
dellinquinamento atmosferico (2005).
La tab. 3.41 riporta il numero complessivo di superamenti del livello di attenzione delle concentrazioni medie orarie
nel 2005. Al riguardo, opportuno specificare che il livello di attenzione, indicato anche come livello per
linformazione della popolazione, non rappresenta una condizione di rischio ma la possibilit di un aggravarsi del
fenomeno nel caso continuassero, per pi giorni, condizioni atmosferiche sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti che
contribuiscono alla formazione dellozono.
Dallanalisi della tab. 3.38 dei superamenti si nota come soprattutto nella Provincia di Siracusa ed in particolare nella
postazione di Melilli, e nel comune di Palermo si rilevano delle concentrazioni di ozono che superano la soglia di
attenzione. Rispetto ai dati del 2004, si nota un peggioramento dello stato di qualit dellaria relativamente alle
concentrazioni di ozono per la citt di Palermo, la citt e la provincia di Siracusa.
Concentrazione media di 1 ora: 180 g/m
3
Comune di Catania 0
Comune di Palermo 10 (Boccadifalco)
Provincia di Agrigento* -
Provincia di Caltanissetta 0
Provincia di Messina n.d.
Provincia di Si racusa
1(Priolo); 19(Melilli); 14(San
Cusmano); 3(Acquedotto)
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dagli Enti Gestori (2006)
* nel 2005 la rete non stata attivata
Tab. 3.38- Ozono (O
3
), numero di superamenti della soglia di informazione (2005)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
187
Concentrazione media di 1 ora da non raggiungere pi di una volta al mese: 200??g/m3
Comune di Catania 0
Comune di Palermo 0
Provincia di Agrigento** -
Provincia di Caltanisetta 0
Provincia di Messina* 0
Provincia di Siracusa 8 (Melilli)
Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dagli Enti Gestori (2005)
* gennaio giugno 2004
** periodo di osservazione non rappresentativo (novembre dicembre 2004)
Tab. 3.39- Ozono (O
3
), numero di superamenti della soglia di attenzione (2004)
Superamenti del Valore bersaglio d'ozono per la protezione de lla salute umana registrati nell'anno
2004
Fonte Dei Dati: Questionari sulla Qualit dell'Aria relativi allanno 2004 inviati da Regioni e Province autonome,
secondo il formato della Decisione 2004/461/CE
Informazioni relative alle
zone
Informazioni relative alle stazioni Superamenti registrati
Nome
completo
della zona
Codice
della zona
Codice
EoI della
stazione
Codice della
stazione
locale
Provincia di
ubicazione
Tipo di
stazione
Numero di giorni
di superamento
per anno civile
(media su 3
anni)
Anno o
anni civili
presi in
considera
zione
Palermo,Vill
abate,
Bagheria,
Monreale,
Altofonte
IT19A1 1908202
PA
Boccadifalco
PALERMO S 89
2002-
2003-
2004
IT19R2 1908962 Melilli SIRACUSA U 49
2002-
2003-
2004
IT19R2
CIPA
Siracusa
Belvedere
69
2002-
2003-
2004
IT19R2
CIPA Melilli +
Meteo
35
2002-
2003-
2004
Siracusa,
Priolo,
Melilli,
Augusta,
Floridia,
Solarino
IT19R2
CIPA Melilli
Villasmundo
105
2002-
2003-
2004
Tab. 3.40- Superamenti del Valore bersaglio d'ozono per la protezione della salute umana registrati nell'anno 2004
Nel comune di Palermo stata effettuata unanalisi pi dettagliata dei dati come indicato nelle tabb. 3.41-3.46
Boccadifalco Castelnuovo
Soglia Limite
Valore
(mg/m3)
Intervallo di
mediazione dei
dati 2001 2002 2003 2004 2001 2002 2003 2004
Soglia di
Informazione
180 1ora 15 10 57 0 0 0 0 0
Soglia di Allarme 240 1 ora 0 2 2 0 0 0 0 0
Soglia di
Protezione della
salute
120 8 ore 63 96 139 31 0 0 0 0
Tab. 3.41- Ozono O
3
Numero di superamenti dei valori limiti ripartiti per anno e per stazione (D. L.vo 21/05/2004
n.183)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
188
Anno
Giorno
2001 2002 2003 2004
Totale
Luned 2 2
Marted 1 1 1 3
Mercoled 1 4 24 29
Gioved 3 1 17 18
Venerd 8 4 7 19
Sabato 2 7 9
Domenica 2 2
TOTALE 15 10 57 0 82
Tab. 3.42- Ozono: Distribuzione settimanale del numero di superamenti della soglia di informazione (180 mg/m3)
Anno
ORE
2001 2002 2003 2004
Totale
1 0
2 0
3 0
4 0
5 0
6 0
7 0
8 0
9 2 2
10 4 1 10 15
11 5 4 11 20
12 5 2 15 22
13 1 1 7 9
14 2 3 5
15 5 5
16 2 2
17 1 1
18 1 1
19 0
20 0
21 0
22 0
23 0
24 0
TOTALE
15 10 57 0 82
Tab. 3.43- Ozono: Distribuzione giornaliera del numero di superamenti della soglia di informazione (180 mg/m3)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
189
Anno
Giorno
2001 2002 2003 2004
Totale
gennaio 0
febbraio 0
marzo 0
aprile 3 7 10
maggio 2 4 6
giugno 1 23 24
luglio 1 13 14
agosto 9 3 7 19
settembre 1 1
ottobre 5 3 8
novembre 0
dicembre 0
TOTALE 15 10 57 0 82
Tab. 3.44- Ozono: Distribuzione annuale del numero di superamenti della soglia di informazione (180 mg/m3)
Anno
Giorno
2001 2002 2003 2004
Totale
luned 8 14 20 3 45
marted 5 10 14 3 32
mercoled 10 17 18 3 48
gioved 13 12 21 4 50
venerd 10 15 19 9 53
sabato 9 14 25 4 52
domenica 8 14 22 5 49
TOTALE
63 96 139 31 329
Tab. 3.45- Ozono: Distribuzione settimanale del numero di superamenti della soglia di protezione della salute (120
mg/m3)
Anno
Giorno
2001 2002 2003 2004
Totale
gennaio 0
febbraio 1 2 3
marzo 4 10 2 16
aprile 2 24 21 1 48
maggio 9 12 26 5 52
giugno 18 10 27 8 63
luglio 11 10 25 15 61
agosto 11 13 23 47
settembre 4 14 4 22
ottobre 8 8 1 17
novembre 0
dicembre 0
TOTALE 63 96 139 31 329
Tab. 3.46- Ozono: Distribuzione annuale del numero di superamenti della soglia di protezione della salute (120 mg/m3)
Come evidenziato dalle tabelle, il problema dellinquinamento fotochimico esteso a in provincia di Siracusa e nella
citt di Palermo; la soglia di allarme di 240 g/m
3
, fissata dalla Normativa stata superata 2 volte presso la stazione di
Boccadifalco di Palermo sia nel 2002 che nel 2003.
Il problema dellinquinamento da ozono diviene ancora pi esteso considerando i superamenti del valore della soglia di
informazione e quella di protezione della salute sia in provincia di Siracusa che in Palermo.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
190
3.3 IDENTIFICAZIONE DELLE ZONE CRITICHE, DI RISANAMENTO E DI
MANTENIMENTO
A partire dallanalisi dello stato di qualit dellaria fin qui presentata, per ognuno degli inquinanti SO
2
, NO
2
, O
3
, CO,
PM
10
, benzene e IPA, sono state individuate le postazioni nelle quali si sono verificati superamenti del valore limite e
soglie di allarme. In corrispondenza delle aree nelle quali tali stazioni sono ubicate, dovranno essere applicati precisi
provvedimenti, azioni dirette e azioni integrate, per il miglioramento dello stato di qualit dellaria, come precisato nel
Capitolo 6.
Le aree ricadenti nella zona A, per specifico inquinante, sono caratterizzate dal superamento dei valo ri limite aumentati
del margine di tolleranza e/o delle soglie di allarme (nel caso in cui siano previste); in zona B rientrano le aree per le quali
sono stati registrati superamenti dei valori limite (senza margine di tolleranza); infine appartengono alla zona C le aree
considerate a basso rischio di superamento dei valori limite (assenza di superamenti o superamenti relativi a uno o due anni
non recenti).
In particolare:
per lSO
2
ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, pi di 24
superamenti della soglia oraria aumentata del margine di tolleranza (350 g/m
3
dal 2005 in poi) e/o il superamento per pi
di tre volte allanno della soglia giornaliera di 125 g/m
3
;
ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, pi di 24
superamenti della soglia oraria di 350 mg/m3;
ricadono in zona C le restanti aree.
per lNO
2
ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, pi di 18
superamenti della soglia oraria aumentata del margine di tolleranza (230 g/m
3
nel 2007) e/o il superamento del valore
limite annuale aumentato del margine di tolleranza (46 g/m
3
nel 2007);
ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati per almeno 3 anni, pi di 18 superamenti
della soglia oraria di 200 g/m
3
e/o il superamento del valore limite annuale di 50 g/m
3
;
ricadono in zona C le restanti aree.
per lO
3
ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, superamenti della
soglia di allarme (240 g/m
3
per almeno 3 ore consecutive) e pi di 25 superamenti del valore bersaglio di 120 g/m
3
;
ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, pi di 25
superamenti del valore bersaglio di 120 g/m
3
;
ricadono in zona C le restanti le aree.
per il CO
ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, il superamento del
valore limite aumentato del margine di tolleranza (10 mg/m3 dal 2005 in poi);
ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, il superamento del
valore limite di 10 mg/m
3
;
ricadono in zona C le restanti aree.
per il Benzene (per il quale non si hanno serie storiche pi lunghe di 3 anni)
ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati superamenti del valore limite annuale
aumentato del margine di tolleranza (8 g/m
3
, nel 2007);
ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati superamenti del valore limite annuale di
5 g/m
3
;
ricadono in zona C le restanti aree.
per il PM
10
ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati pi di 35 superamenti del valore limite
giornaliero aumentato del margine di tolleranza (50 g/m
3
dal 2005 in poi) e/o il superamento del valore limite annuale
aumentato del margine di tolleranza (40 g/m
3
dal 2005 in poi);
ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati pi di 35 superamenti del valore limite
giornaliero di 50 g/m
3
e/o il superamento del valore limite annuale di 40 g/m
3
;
ricadono in zona C le restanti aree.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
191
per gli IPA
ricadono in zona A e B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati superamenti del valore limite
annuale di 1 ng/m
3
;
ricadono in zona C le restanti aree.
La zonizzazione del territorio regionale non pu essere tuttavia condotta solo attraverso tali verifiche puntuali, la cui
significativit pu essere molto limitata spazialmente.
Non essendo ancora disponibile un inventario delle emissioni, (in corso di effettuazione) che consenta di ricostruire,
Comune per Comune, secondo un intervallo temporale definito (ora, giorno, mese, anno), le emissioni degli inquinanti
atmosferici di maggiore interesse (polveri PM, ossidi di azoto, precursori dellozono), n tanto meno una valutazione
modellistica dei loro livelli di concentrazione al suolo (sar effettuata nei prossimi mesi), sono stati presi in considerazione,
ai fini della zonizzazione anche i seguenti criteri territoriali:
il numero degli abitanti
la densit di popolazione
la localizzazione delle aree produttive di maggiore rilievo
Le aree produttive sono state identificate nella prima zonizzazione di cui nel paragrafo 3.1 e trattate a parte,
individuando nel Capitolo 6, per ciascuna di esse, le azioni da intraprendere per la riduzione delle specifiche emissioni.
Nel paragrafo 3.1 sono stati indicati i principali i principali ambiti produttivi presenti sul territorio regionale.
Nei tre paragrafi successivi sono indicati i criteri adottati per la definizione delle ZONE A, B e C, effettuata rispetto ad
ogni singolo parametro come stabilito ai sensi dellart. 5 del D. Lgs.351/99. Per la stessa area potranno quindi essere
previsti piani ed azioni differenti a seconda della criticit accertata per ciascun inquinante.
Per quanto riguarda il monossido di carbonio e il biossido di zolfo la valutazione preliminare effettuata fa ritenere che
non ci siano sul territorio regionale zone a rischio di superamento degli standard di qualit.
3.4 ZONE A (ZONE CRITICHE NELLE QUALI APPLICARE I PIANI DI
AZIONE)
PM
10
Appartengono alle ZONE A:
1. le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati superamenti dei valori limite aumentati del margine di tolleranza
2. i comuni capoluogo di provincia
3. i comuni con pi di 20.000 abitanti
4. i comuni con densit abitativa maggiore di 1000 ab/Km
2
, contermini ai Comuni individuati ai punti 2 e 3
Nella prima revisione del piano che sar effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sar indicato lelenco
dei Comuni appartenenti alle ZONE A con indicati anche: area, numero di abitanti, densit di popolazione ed eventuali
stazioni di qualit dellaria per il PM
10
IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI
Appartengono alle ZONE A:
1. le aree in corrispondenza delle quali stato superato lobiettivo di qualit previsto dal DM 25/11/94
2. i comuni capoluogo di provincia
3. i comuni con pi di 20.000 abitanti
4. con densit abitativa maggiore di 1000 ab/Km
2
, contermini ai Comuni individuati ai punti 2 e 3.
Nella prima revisione del piano che sar effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sar indicato lelenco
dei Comuni appartenenti alle ZONE A con indicati anche: area, numero di abitanti, densit di popolazione ed eventuali
stazioni di qualit dellaria per gli IPA.
BIOSSIDO DI AZOTO
Appartengono alle ZONE A:
1. le aree in corrispondenza delle quali sono stati superati i valori limite pi il margine di tolleranza
2. i comuni capoluogo di provincia
Nella prima revisione del piano che sar effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sar indicato lelenco
dei Comuni appartenenti alle ZONE A con indicati anche: area, numero di abitanti, densit di popolazione ed eventuali
stazioni di qualit dellaria per il biossido di azoto.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
192
OZONO
Per quanto riguarda lozono, essendo questo un parametro di natura secondaria e non potendolo direttamente correlare
alle fonti di pressione, quali il numero di abitanti o la densit abitativa, sono state individuate come aree ricadenti in zona A
quelle nelle quali si sono verificati superamenti della soglia di allarme e dellobiettivo a lungo termine, individuati dalla
recente normativa italiana che ha recepito la Direttiva 02/03/CE. Resta inteso che le misure di risanamento dovranno essere
attuate a livello regionale come indicato nel Capitolo 6.
Palermo,Villab
ate, Bagheria,
Monreale,
Altofonte
IT19A1 1908202 PA Boccadifalco PALERMO S 89
2002-2003-
2004
IT19R2 1908962 Melilli SIRACUSA U 49
2002-2003-
2004
IT19R2
CIPA Siracusa
Belvedere
69
2002-2003-
2004
IT19R2 CIPA Melilli + Meteo 35
2002-2003-
2004
Siracusa,
Priolo, Melilli,
Augusta,
Floridia,
Solarino
IT19R2
CIPA Melilli
Villasmundo
105
2002-2003-
2004
Tabella 3.47 - Elenco dei Comuni appartenenti alle ZONE A per l'ozono.
Nella prima revisione del piano che sar effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sar indicato lelenco
dei Comuni appartenenti alle ZONE A con indicati anche: area, numero di abitanti, densit di popolazione ed eventuali
stazioni di qualit dellaria per lozono.
3.5 ZONE B (ZONE NELLE QUALI APPLICARE I PIANI DI RISANAMENTO)
PM
10
Appartengono alle ZONE B:
1. le aree in corrispondenza delle quali sono stati superati i valori limite
2. i comuni con densit abitativa maggiore di 1000 ab/Km
2
, non compresi nelle zone A
Nella prima revisione del piano che sar effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sar indicato le lenco
dei Comuni appartenenti alle ZONE B con indicati anche: area, numero di abitanti, densit di popolazione ed eventuali
stazioni di qualit dellaria per il PM
10
.
IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI
Appartengono alle zone B:
1. i comuni con densit abitativa maggiore di 1000 ab/Km
2
, non compresi nelle zone A
Nella prima revisione del piano che sar effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sar indicato le lenco
dei Comuni appartenenti alle ZONE B con indicati anche: area, numero di abitanti, densit di popolazione ed eventuali
stazioni di qualit dellaria per gli IPA.
BENZENE
Appartengono alle ZONE B:
1. le aree in corrispondenza delle quali stato superato il valore limite
2. i comuni capoluogo di provincia
3. i comuni con pi di 20.000 abitanti
4. i comuni con densit abitativa maggiore di 1000 ab/Km
2
, contermini ai Comuni individuati ai punti 2, 3.
Nella prima revisione del piano che sar effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sar indicato le lenco
dei Comuni appartenenti alle ZONE B con indicati anche: area, numero di abitanti, densit di popolazione ed eventuali
stazioni di qualit dellaria per il Benzene.
BIOSSIDO DI AZOTO
Appartengono alle zone B:
1. le aree in corrispondenza delle quali sono stati superati i valori limite
2. i comuni con pi di 20.000 abitanti
3. i comuni con densit abitativa maggiore di 1000 ab/Km
2
, contermini ai Comuni individuati ai punti 1, 2
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dal linquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
193
Nella prima revisione del piano che sar effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sar indicato le lenco
dei Comuni appartenenti alle ZONE B con indicati anche: area, numero di abitanti, densit di popolazione ed eventuali
stazioni di qualit dellaria per il Biossido di Azoto.
OZONO
Sono stati individuate come aree ricadenti in zona B, quelle in corrispondenza delle quali si sono verificati i
superamenti del valore bersaglio per la protezione della popolazione individuato dalla Direttiva 02/03/CE.
Nella prima revisione del piano che sar effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sar indicato le lenco
dei Comuni appartenenti alle ZONE B con indicati anche: area, numero di abitanti, densit di popolazione ed eventuali
stazioni di qualit dellaria per lozono.
3.6 ZONE C (ZONE NELLE QUALI APPLICARE I PIANI DI
MANTENIMENTO)
Sono da considerarsi comprese nelle ZONE C tutte le aree non ricomprese nelle zone precedentemente individuate
come A e B.
3.7 MAPPATURA DELLE ZONE
La zonizzazione preliminare stata riportata nel paragrafo 3.1. Nella mappa complessiva sono riportate le zone che si
prestano a rientrare in zona A e/o B in funzione della popolazione e della densit abitativa.
P
i
a
n
o

r
e
g
i
o
n
a
l
e

d
i

c
o
o
r
d
i
n
a
m
e
n
t
o

p
e
r

l
a

t
u
t
e
l
a

d
e
l
l
a

q
u
a
l
i
t


d
e
l
l

a
r
i
a

a
m
b
i
e
n
t
e
S
e
r
v
i
z
i
o

3

T
u
t
e
l
a

d
a
l
l

i
n
q
u
i
n
a
m
e
n
t
o

a
t
m
o
s
f
e
r
i
c
o




T
e
l
.

0
9
1
-
7
0
7
7
5
8
5



e
-
m
a
i
l
:
s
a
n
z
a
@
a
r
t
a
s
i
c
i
l
i
a
.
i
t
1
9
4
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
195
La zonizzazione definitiva sar effettuata dopo aver eseguito unaccurata ricognizione di tutti i dati disponibili e della
zonizzazione preliminare.
Nelle mappe della zonizzazione definitiva saranno rappresentati, per ogni inquinante, le aree appartenenti alle ZONE A e
B; saranno attribuite alla ZONA C le restanti zone.
Resta inteso che, ai fini della zonizzazione del territorio, i confini amministrativi del comune, seppure utili ai fini
dellapplicazione delle azioni, non deve essere confuso con lagglomerato areologico interessato dal fenomeni
dellinquinamento atmosferico. In altre parole, ai fini della valutazione (monitoraggio) e della gestione (azioni correttive) della
qualit dellaria , in ottemperanza alla normativa (D.Lgs. 351/99 artt. 5,6), occorre che venga superato il concetto di confine
amministrativo comunale e si proceda a un coordinamento delle azioni a livello sovracomunale o areale a seconda della
criticit della corrispondente area.
Sar redatta una mappa per i seguenti paramentri: benzene, IPA, PM
10
, biossido di azoto, ozono.
La mappatura dellozono sar considerata solo orientativa, in quanto il fenomeno del superamento degli standard di qualit
si verifica presumibilmente su un territorio omogeneo comprendente tutto il territorio pianeggiante, collinare e pedemontano
della regione Sicilia.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
196
CAPITOLO 4 - QUADRO NORMATIVO DI BASE IN MATERIA DI
CONTROLLO DELLINQUINAMENTO ATMOSFERICO
4.1 ASPETTI GENERALI
Il quadro normativo di riferimento per la tutela della qualit dellaria trova fondamento nella normativa comunitaria,
cos come recepita dal legislatore nazionale. In particolare, la direttiva 96/62/CE, recepita in Italia con D. Lgs. 4 agosto
1999 n. 351, ha definito la nuova strategia di controllo della qualit dellaria attraverso la successiva emanazione di decreti
derivati. Tale direttiva definisce, secondo criteri armonizzati in tutti i paesi dellUnione Europea, il contesto entro il quale
operare la gestione della qualit dellaria, e demanda poi a direttive figlie la definizione dei parametri tecnico-operativi
specifici per ciascun inquinante.
Le modalit con cui effettuare la valutazione non si limitano alla misura ma prevedono una combinazione di tecniche
quale limpiego di modelli di diffusione o di stime oggettive sulla distribuzione ed entit delle emissioni (inventari delle
emissioni). Appare quindi chiaro come sia in atto una evoluzione, a livello di strumenti e metodi, per conoscere e valutare
lo stato dellambiente.
Il D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 351, ed i conseguenti decreti di applicazione (D.M. 2 aprile 2002 n. 60 e D.M. 1 ottobre
2002 n. 261), in particolare, hanno ricondotto, alle regioni tutte le attivit relative alla gestione della qualit dellaria, ivi
comprese:
lindividuazione di agglomerati e zone di rilievo ai fini della tutela delle popolazioni e dellambiente
dallinquinamento atmosferico;
leffettuazione, nei predetti agglomerati e zone, di valutazioni preliminari e di successive valutazioni
periodiche che, utilizzando misurazioni e/o tecniche modellistiche, permettano di pervenire alla
predisposizione di piani di risanamento o di mantenimento della qualit dellaria al fine, rispettivamente, di
ricondurre o di conservare i livelli degli inquinanti al di sotto dei valori limite;
la chiara, comprensibile ed accessibile informazione al pubblico sulla qualit dellaria ambiente.
Le regioni, nellelaborazione dei piani sopra citati, devono attenersi, in particolare, ai seguenti principi generali:
miglioramento generalizzato dellambiente e della qualit della vita, evitando il trasferimento
dellinquinamento tra i diversi settori ambientali;
coerenza delle misure adottate nel piano con gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni sottoscritti
dallItalia in accordi internazionali o derivanti dalla normativa comunitaria;
integrazione delle esigenze ambientali nelle politiche settoriali, al fine di assicurare uno sviluppo sociale ed
economico sostenibile;
modifica dei modelli di produzione e di consumo, pubblico e privato, che incidono negativamente sulla
qualit dellaria;
utilizzo congiunto di misure di carattere prescrittivi, economico e di mercato, anche attraverso la promozione
di sistemi di ecogestione e audit ambientale;
partecipazione e coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico;
previsione di adeguate procedure di autorizzazione, is pezione, monitoraggio, al fine di assicurare la migliore
applicazione delle misure individuate.
4.2 NORMATIVA DELLA COMUNIT EUROPEA
La normativa comunitaria in tema di controllo dellinquinamento atmosferico in rapida evoluzione. Si riporta
lelenco delle principali norme della Comunit Europea:
Direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE e 85/203/CEE (Norme in materia di qualit dellaria,
relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali).
Direttiva 94/63/CE (Controllo delle emissioni di composti organici volatili derivanti dal deposito della
benzina e dalla sua distribuzione dai terminali alle stazioni di servizio).
Direttiva 96/61/CE (sulla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento).
Direttiva 96/62/CE (in materia di valutazione e di gestione della qualit dellaria ambiente).
Direttiva 1999/13/CE (limitazione delle emissioni di composti organici volatili dovute alluso di solventi
organici in talune attivit e in taluni impianti).
Direttiva 1999/30/CE (modificata con la Decisione 17 ottobre 2001 n. 744; concernente i valori limite di
qualit dellaria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il
piombo).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
197
Direttiva 1999/31/CE (relativa alle discariche di rifiuti).
Direttiva 2000/25/CE (relativa allemissione di inquinanti gassosi e particolato ad opera di motori di trattori
agricoli o forestali).
Direttiva 2000/69/CE (concernente i valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nellaria
ambiente).
Direttiva 2000/76/CE (sullincenerimento dei rifiuti).
Direttiva 2001/77/CEE (sulla promozione dellenergia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel
mercato interno dell'elettricit).
Direttiva 2001/80/CE (concernente la limitazione delle emissioni nell'atmosfera di taluni inquinanti originati
dai grandi impianti di combustione).
Direttiva 2001/81/CE (relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici).
Direttiva 2001/100/CE (che modifica la direttiva 70/220/CEE del Consiglio concernente il ravvicinamento
delle legislazioni degli Stati membri relative alle misure da adottare contro linquinamento atmosferico da
emissioni dei veicoli a motore).
Regolamento (CE) n. 1484/2001 (che modifica il regolamento (CEE) n. 3528/86 del Consiglio relativo alla
protezione delle foreste nella Comunit contro linquinamento atmosferico).
Direttiva 2002/3/CE (relativa allozono nellaria).
Decisione 12 agosto 2002 (che istituisce un meccanismo per lassegnazione ai produttori e agli importatori di
quote di idroclorofluorocarburi per gli anni 2003-2009 ai sensi del regolamento (CE) n. 2037/2000 del
Parlamento Europeo e del Consiglio).
Decisione 2002/215/CE (di approvazione del quarto emendamento al protocollo di Montreal sulle sostanze
che riducono lo strato di ozono).
Decisione 2002/358/CE (Approvazione del protocollo di Kyoto).
Direttiva 2003/76/CE (che modifica la direttiva 70/220/CEE sulle misure da adottare contro linquinamento
atmosferico con le emissioni dei veicoli a motore).
Regolamento n. 1804/2003 (CE) del 22 settembre 2003 (che modifica il regolamento (CE) n. 2037/2000, per
quanto concerne il controllo dellhalon esportato per usi critici, lesportazione di prodotti e apparecchiature
contenenti clorofluorocarburi e i controlli sul bromoclorometano).
Direttiva 2003/87/CE (istituzione di un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra
nella Comunit e che modifica la direttiva 96/61/CE del Consiglio).
Direttiva 2004/26/CE (Modifica alla Direttiva 97/68/Ce sui provvedimenti contro le emissioni inquinanti dei
motori).
Direttiva 2004/42/CE (Limitazione delle emissioni di composti organici volatili da pitture e vernici).
Direttiva 2004/101/CE (modifica della D. 2003/87/CE relativa allo scambio di quote di emissioni dei gas a
effetto serra).
Direttiva 2004/107/CE (valori obiettivo per la concentrazione nellaria ambiente di arsenico, cadmio,
mercurio, nickel e idrocarburi policiclici aromatici).
Decisione 2004/224/CE (valori limite per taluni inquinanti dell'aria ambiente - elenco delle informazioni che
gli Stati membri devono comunicare annualmente alla Commissione europea - rif. direttiva 96/62/CE)
Decisione 2004/280/CE (Meccanismo per monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunit e per
attuare il protocollo di Kyoto).
Decisione 2004/461/CE (Questionario annuale che gli stati della Comunit devono compilare).
Regolamento (Ce) n. 850/2004 (Inquinanti organici persistenti (POPs).
Regolamento (Ce) n. 2077/2004 (Modifica Reg. 2037/2000 inerente le sostanze che riducono lo strato di
ozono).
Regolamento (Ce) n. 2216/2004 (Sistema di registrazione delle quote di emissione di gas ad effetto serra).
Regolamento (Ce) n. 2121/2004 (Modifica al regolamento n. 2278/1999 sulla protezione delle foreste contro
l'inquinamento atmosferico).
Direttiva 2005/13/CE (Modifica della Direttiva 2000/25/CE relativa allemissione di inquinanti gassosi e
particolato ad opera di motori di trattori agricoli o forestali).
Direttiva 2005/21/CE (Adeguamento al progresso tecnico della Direttiva 72/306/CE relativa allinquinamento
prodotto da motori diesel).
Direttiva 2005/55/CE e Direttiva 2005/78/CE (Provvedimenti contro lemissione di inquinanti gassosi e del
particolato emessi dai motori dei veicoli).
Direttiva 2005/166/CE (Modalit di applicazione della Direttiva 2004/280 Ce relativa ad un meccanismo per
monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunit e per attuare il protocollo di Kyoto).
Decisione 2005/381/Ce (Istituzione del questionario per la rela zione sullapplicazione della direttiva
2003/87/CE inerente il sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra).
Decisione 2005/468/Ce (Decisione relativa alle sostanze che riducono lo strato di ozono: il bromuro di
metile).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
198
Direttiva 2006/51/CE (Modifiche alle D 2005/78/Ce e 2005/55/Ce relative ai requisiti del sistema di controllo
delle emissioni nei veicoli e le deroghe per i motori a gas).
Decisione 2006/61/CE (Firma da parte della Comunit europea del protocollo Unece sui registri delle
emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti).
Regolamento 166/2006/CE (Istituzione di un registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze
inquinanti).
Decisione 2006/350/CE (Quantitativi di bromuro di metile consentiti per usi critici nella Comunit tra il 1
gennaio e il 31 dicembre 2006 ai sensi del regolamento (CE) n. 2037/2000 sulle sostanze che riducono lo
strato di ozono).
Decisione 2006/507/CE (Relativa alla conclusione, a nome della Comunit europea, della convenzione di
Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti).
Decisione 2006/534/CE (Concerne il questionario relativo alle relazioni degli Stati membri sullattuazione
della direttiva 1999/13/CE nel periodo 2005-2007).
Decisione 2006/780/CE (Come evitare la doppia contabilizzazione delle riduzioni delle emissioni di gas serra
nellambito del sistema comunitario di scambio delle quote di emissioni per le attivit di progetto del
protocollo di Kyoto in applicazione della direttiva 2003/87/CE).
Decisione 2006/803/CE (Modifica della decisione 2005/381/CE che istituisce il questionario per la relazione
sullapplicazione della direttiva 2003/87/CE, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei
gas a effetto serra nella Comunit e che modifica la direttiva 96/61/CE).
Regolamento 2006/842/C E (Regolamento relativo ad alcuni gas fluorurati ad effetto serra).
Decisione 2006/944/CE (Determinazione dei livelli di emissione rispettivamente assegnati alla Comunit e a
ciascuno degli Stati membri nell'ambito del protocollo di Kyoto ai sensi della decisione 2002/358/CE)
Regolamento 2006/1195/CE (Modifica del Reg. 850/2004 sugli inquinati organici persistenti).
Regolamento 2006/1366/CE (Modifica del regolamento (CE) n. 2037/2000 relativamente allanno di
riferimento per lassegnazione delle quote degli idroclorofluorocarburi).
4.3 NORMATIVA STATALE
Si riporta un elenco non esaustivo delle norme italiane in materia di inquinamento dellaria e si effettua una breve
descrizione di quelle pi significative:
Decreto Ministeriale 5 febbraio 1998 (Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure
semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22).
Decreto Legislativo 16 marzo 1999, 79 (Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il
mercato interno dellenergia elettrica).
Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 351 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di
gestione della qualit dellaria ambiente).
Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 372 (Attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e
riduzione integrate dellinquinamento).
Decreto Ministeriale 3 ottobre 2001 (Recupero, riciclo, rigenerazione e distribuzione degli halon).
Decreto Ministeriale 2 aprile 2002, n. 60 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile
1999 concernente i valori limite di qualit dellaria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli
ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualit
dellaria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio).
Legge 6 maggio 2002, n. 82 (Disposizioni urgenti per lindividuazione della disciplina relativa
allutilizzazione del coke da petrolio (pet-coke) negli impianti di combustione).
Decreto Ministeriale 2 settembre 2003 (Modalit per il recupero di alcune sostanze dannose per lozono
stratosferico).
Decreto Ministeriale 1 ottobre 2002, n. 261 (Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione
preliminare della qualit dellaria ambiente, i criteri per lelaborazione del piano e dei programmi di cui agli
articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351).
Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 (Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di
rifiuti; richiesto il monitoraggio dellaria).
Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 (Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione
dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dellelettricit).
Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 171 (Limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici).
Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 183 (Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa allozono nellaria)
Decreto Ministeriale 31 gennaio 2005 (Emanazione di linee guida per lindividuazione e lutilizzazione delle
migliori tecniche disponibili, per le attivit elencate nellallegato I del decreto legislativo 4 agosto 1999, n.
372).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
199
Decreto Legis lativo 18 febbraio 2005, n. 59 (Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla
prevenzione e riduzione integrate dellinquinamento).
Decreto Legislativo 21 febbraio 2005, n. 16 (Interventi urgenti per la tutela dellambiente e per la viabilit e
per la sicurezza pubblica).
Decreto Legislativo 11 maggio 2005, n. 133 (Attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia di
incenerimento dei rifiuti).
Decreto Ministeriale 21 settembre 2005 (Recepimento della direttiva 2005/13/CE relativa allemissione di
inquinanti gassosi e particolato ad opera di motori di trattori agricoli o forestali).
Decreto Ministeriale 20 dicembre 2005 (Modalit per il recupero degli idrofluorocarburi dagli estintori e dai
sistemi di protezione antincendio).
Legge 125 del 6 Marzo 2006 (Ratifica ed esecuzione del Protocollo alla Convenzione del 1979
sullinquinamento atmosferico attraverso le frontiere a lunga distanza, relativo agli inquinanti organici
persistenti, con annessi, fatto ad Aarhus il 24 giugno 1998).
Decreto Legislativo 161 del 27 marzo 2006 (Attuazione della direttiva 2004/42/CE, per la limitazione delle
emissioni di composti organici volatili conseguenti all'uso di solventi in talune pitture e vernici, nonch in
prodotti per la carrozzeria).
Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale).
Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 216 (Attuazione delle direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di
scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunit, con riferimento ai meccanismi di
progetto del Protocollo di Kyoto).
4.4 NORMATIVA DELLA REGIONE SICILIA
La legislazione regionale in materia di controllo dellinquinamento atmosferico indicata nellelenco seguente:
Legge regionale 18 maggio 1977, n. 39 (che istituisce le Commissioni provinciali per la tutela
dellambiente e la lotta contro linquinamento e ne definisce i compiti).
Legge regionale 4 agosto 1980, n. 78 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 18 giugno 1977, n.
39, riguardante norme per la tutela dellambiente e per la lotta contro linquinamento).
Circolare Assessoriale 26 giugno 1989, n. 44062.
Circolare Assessoriale 18 settembre 1989, n. 56868
Circolare Assessoriale 9 marzo 1994, n. 18042.
Decreto Assessoriale n. 50/17 del 3 febbraio 1995 (Modalit per il rilascio alle imprese delle
autorizzazioni previste dagli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 25 luglio 2001).
Legge regionale 3 ottobre 1995, n. 71 (che trasferisce alle province la competenza a rilasciare le
autorizzazioni in campo ambientale per impianti non sottoposti a procedure di valutazione di impatto
ambientale).
Decreto Assessoriale n. 409/17 del 14 luglio 1997 (fissa adempimenti a carico delle imprese che
generano emissioni diffuse di polveri).
Decreto del Presidente della Regione n. 73/GR7/S.G. del 24 marzo 1997 (ai sensi della legge regionale n.
71/95, individua lelenco delle attivit per le quali lautorizzazione alle emissioni in atmosfera viene
delegata alle province regionali).
Decreto del Presidente della Regione n. 374/GR7/S.G. del 20 novembre 1998 (integra lelenco delle
attivit gi individuate dal decreto del Presidente della Regione n. 73/GR7/S.G. del 24 marzo 1997, per le
quali lautorizzazione alle emissioni in atmosfera viene delegata alle province regionali).
Decreto Assessoriale n. 31/17 del 25 gennaio 1999 (determinazione dei contenuti delle relazioni di analisi
alle emissioni in atmosfera effettuate dalle imprese e dagli enti ed organi preposti allattivit di controllo).
Legge regionale 27 aprile 1999, n. 10 (che individua sanzioni accessorie a quelle stabilite dallarticolo 10
del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, ed al successivo comma 8 individua
la Provincia regionale quale autorit competente a ricevere il rapporto di cui allarticolo 17 della legge 24
novembre 1981, n. 689).
Decreto Assessoriale n. 191/17 del 30 marzo 2001 (Adempimenti a carico di imprese a ridotto
inquinamento ambientale sostitutivi dellobbligo di effettuare periodiche analisi delle emissioni).
Decreto Assessoriale n. 232/17 del 18 aprile 2001 (Nuove direttive per lottenimento di autorizzazioni
alle emissioni in atmosfera, ai sensi del D.P.R. 24 maggio 1988, n. 203).
Delibera di Giunta Regionale n. 306 del 29 giungo 2005 (con la quale stato istituito lUfficio Speciale
per le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, ai sensi dellart. 4 della legge regionale 15 maggio
2000, n. 10).
Decreto Assessoriale n. 305/GAB del 19 dicembre 2005 (con il quale stata adottata la zonizzazione del
territorio della Regione Siciliana, redatta ai sensi degli articoli 7, 8 e 9 del D. Lgs. 351/99).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
200
Note:
E in via di definizione la nuova normativa regionale di adeguamento ai principi ed ai criteri del D. Lgs. 3 aprile 2006,
n. 152, con la conseguente abrogazione dei D.A. 14 luglio 1997, n. 409/17, D.A. 25 gennaio 1999, n. 31/17, D.A. 30
marzo 2001, n. 191/17, D.A. 18 aprile 2001 n 232/17.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
201
CAPITOLO 5 ANALISI DELLE TENDENZE
5.1 SCENARI DI RIFERIMENTO PER LA QUALIT DELLARIA
Lindicatore fornisce una stima delle emissioni regionali CO2eq, H
+
, TOFP, C
6
H
6
, PM
10
, CO seguendone landamento
a livello regionale dal 1990 al 2000. Inoltre confronta i valori di riduzione percentuale in questo periodo rapportandoli con
quelli stimati a livello nazionale.
La metodologia utilizzata per questo tipo di emissioni si basa su fattori di emissione e indicatori di attivit sviluppati
nellambito del progetto CORINAIR dellAgenzia Europea per lAmbiente. Le emissioni di benzene hanno origine
principalmente dai trasporti e da alcuni processi produttivi e non ultimi dai sistemi di stoccaggio e distribuzione dei
carburanti (stazioni di servizio, deposito). Per ci che concerne i trasporti si distinguono due tipi di evaporazione: a motore
acceso (che rappresenta la totalit delle emissioni) e a motore spento. Utilizzando le stime fornite dallAPAT si
rappresentano i risultati per la Sicilia e le sue province.Questo indicatore verr aggiornato periodicamente ogni anno.
Lunit di misura tonnellate/anno (t/anno)
La fig. 5.1 raffigura landamento nel tempo delle emissioni regionali di anidride carbonica equivalente, di acidi
equivalenti, di precursori dellozono, di monossido di carbonio, di benzene e di materiale particellare per ci che concerne
gli anni che vanno dal 1990 al 2000. La tab. 5.1 riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli anni di riferimento
1990,1995 e 2000. La figura 5.2 rappresenta la percentuale di riduzione delle emissioni del periodo 1990-2000 sia a livello
regionale siciliano che a livello nazionale italiano. Le emissioni regionali e nazionali sono disaggregate secondo la
nomenclatura delle attivit Selected Nomenclature Air Pollution (SNAP97), adottata dalla metodologia CORINAIR
(Atmospheric Emission Inventory Guidebook, terza edizione 2002 EMEP/CORINAIR).
Figura 5.1 Trend emissioni dei principali inquinanti
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
202
Tabella 5.1 - Trend emissioni dei principali inquinanti in Sicilia t/anno (1990-2000)
Figura 5.2 Trend emissioni dei principali inquinanti
La fig. 5.1 mostra come vi sia stata nei dieci anni che vanno dal 1990 al 2000 una continua riduzione di tutte le
emissioni. In particolare per le emissioni di TOFP e di CO si nota come la riduzione maggiore sia avvenuta nel passaggio
dal 1995 al 2000. Per gli altri inquinanti la riduzione uguale e quasi costante nei tre break-period che si sono
rappresentati. Dallanalisi della fig. 5.2 che segue, si evince come le riduzioni sulle emissioni regionali di PM
10
, CO, C
6
H
6
,
TOFP siano in linea con landamento di riduzione riscontrato a livello nazionale italiano, anche se i valori di riduzione
percentuale sono quasi sempre inferiori a volte fino a raggiungere un terzo della riduzione stessa. Si nota un aumento delle
emissioni da metano, di anidride carbonica e di protossido di azoto superiore allaumento che a livello nazionale si ha nel
caso del CO
2
e dellN
2
O.
Nel Capitolo 3, stato estesamente delineato il quadro della qualit dellaria a livello regionale, con chiara indicazione
delle criticit e delle emergenze ambientali. Per quanto riguarda altre informazioni sui trend in corso lacquis izione e
lelaborazione dei relativi dati per linserimento nel prossimo aggiornamento del piano.
Sebbene il rischio di fenomeni di inquinamento acuto sia prevalentemente significativo per ozono e PM
10
, il rischio
legato allesposizione della popolazione sul lungo periodo permane anche per inquinanti come NO
2
e benzene, mentre si
ritiene che gli accorgimenti tecnologici per ridurre lemissione da fonti mobili, energetiche ed industriali, nonch il
miglioramento della qualit dei combustibili, abbiano sensibilmente ridotto linquinamento da SO
2
e CO.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
203
Lanalisi finora condotta stata focalizzata sui nuovi standard di qualit dellaria, introdotti dal DM 60/02 e dalla
normativa che ha recepito la direttiva 2002/03/CE sullozono. Per completare la valutazione dello stato, in base al quale
focalizzare le azioni di risanamento e/o mantenimento, si presentano di seguito le elaborazioni condotte sulle serie storiche
registrate presso il set di stazioni del Capitolo 3, per la verifica dei limiti di legge ancora in vigore, fino a completo
recepimento delle nuove normative europee.
In particolare, fino al raggiungimento dei valori limite in senso stretto (senza margine di tolleranza) previsti dal DM
60/2002, per SO2, PTS, CO, NO2 e O3 restano in vigore gli standard di qualit della Tabella A, Allegato I del DPCM
28/03/83, modificati in valori limite dal DPR 203/88.
5.2 SCENARI DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI
Per valutare una possibile riduzione delle emissioni inquinanti prodotte in atmosfera dal traffico veicolare,
importante considerare alcuni scenari sia tendenziali, in atto o previsti, sia da attuare.
Sul fronte tecnologico, gli scenari che possono ridurre, in modo generalizzato, le emissioni in atmosfera sono
individuabili in:
1. miglioramento del parco circolante prodotto dal rinnovo con motori pi ecocompatibili (mantenendo invariato il
tipo di alimentazione)
2. impiego di carburanti pi puliti (gasolio e benzine con specifiche obbligatorie dal 2010, e carburanti modificati:
biodiesel, gasolio bianco, etc.)
3. modifica del tipo di alimentazione, privilegiando lalimentazione a gas (GPL e metano) ed elettrica (o ibrida)
4. miglioramento del parco circolante mediante frequente e accurata revisione (revisione periodica obbligatoria e
bollino blu).
Tutte queste azioni sono in grado di realizzare un sicuro miglioramento della qualit dellaria e meritano di essere
perseguite, per quanto possibile.
Nellaggiornamento del piano saranno considerati alcuni possibili scenari riferiti ai precedenti 4 punti.
Il Comune di Palermo dispone di un sistema semaforico computerizzato, per il monitoraggio in continuo dei flussi di
traffico su alcune sezioni stradali dellarea urbana di Palermo; tale sistema consente il conteggio classificato del traffico
con risoluzione su base oraria.
La disponibilit di una buona base dati di traffico, con flussi veicolari e velocit medie di percorrenza suddivise per
categoria veicolare, unita alla conoscenza degli archi stradali appartenenti alla rete viaria urbana ed alla composizione del
parco veicolare circolante (fonte ACI), consentir lapplicazione della metodologia COPERT per la stima delle emissioni
da trasporto stradale a differenti scenari urbani.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
204
CAPITOLO 6 - LE AZIONI DEL PIANO
Le azioni di risanamento dovranno garantire il rispetto dei limiti in tutte le zone soggette a quanto previsto dallart. 8
del d. Lgs 351/99, cio in tutte quelle in cui il superamento dei limiti sia stato misurato o stimato in almeno una maglia
territoriale di 1 Km2 allinterno dei comuni compresi nelle stesse, per almeno un parametro.
In tutte queste zone le azioni del Piano sono organizzate secondo due livelli di intervento:
misure di contenimento dellinquinamento atmo sferico, propedeutiche alla definizione dei piani applicativi;
azioni di intervento che prospettano una gamma di provvedimenti da specificare allinterno dei piani
applicativi precedentemente concordati.
6.1 RASSEGNA DELLE MISURE DI CONTENIMENTO DEGLI INQUINANTI
ATMOSFERICI
Il conseguimento di un miglioramento generalizzato della qualit dellaria, nonch il raggiungimento degli obiettivi
stabiliti dalla normativa comunitaria e nazionale, dipende da un complesso di misure a differente scala: nazionale,
regionale, locale.
Lefficacia delle singole misure o della sovrapposizione di diverse misure applicate su contesti locali soggetta ad un
elevato grado di incertezza.
Si riporta una rassegna delle misure utili al contenimento degli inquinanti atmosferici presenti nel territorio siciliano
riferibili alla normativa vigente (D.Lgs. 351/99 e DM 60/02). Successivamente verrano proposti i piani di azione studiati
per i suddetti inquinanti e per le zone del territorio individuate come critiche per la presenza di inquinanti di natura
industriale.
Lelenco delle misure riportato non certamente esaustivo e sar implementato, in occasione della prima revisione del
Piano, in relazione allevoluzione delle tecnologie, della normativa ed in funzione di un continuo ed efficace monitoraggio
delle azioni che verranno attuate.
Per quanto riguarda le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, caratterizzate dalla presenza di impianti di notevole
impatto ambientale soggetti ad A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) statale, va evidenziato che misure risolutive
per la tutela della qualit dellaria devono essere adottate dallAutorit competente (lo Stato) nellambito delle procedure di
cui al D. Lgs. 59/05.
6.1.1 Misure di carattere generale valevoli per tutti gli inquinanti e per tutto il
territorio
Il trasporto la fonte principale di inquinamento atmosferico per cui, unattivit volta a conseguire una riduzione della
pressione dovuta al traffico veicolare privato, a convertire il trasporto merci da gomma a rotaia o ro-ro ed in generale a
favorire lintermodalit dei vettori di trasporto deve integrarsi con misure pi puntuali.
Le azioni a livello nazionali sono riferite al tempestivo recepimento delle direttive comunitarie e/o alla loro attuazione
con i provvedimenti di tipo statale. Sar importante che sia garantito il flusso finanziario per la realizzazione delle grandi
opere che possono influire sulla qualit dellaria.
La pianificazione regionale potr avere un ruolo importante attraverso una impostazione dei piani di settore e della loro
attuazione. Lattuazione del Piano Energetico Regionale sar significativa. Il sostegno alle iniziative di certificazione e di
agenda 21 possono dare un importante contributo.
Le azioni locali sono indirizzate alle misure sul trasporto locale e al traffico (vedasi grandi centri in cui il contributo
del traffico locale comparabile a quello di attraversamento). Una riduzione delle emissioni di inquinanti conseguibile con
gli interventi che saranno descritti, consentono la riduzione dellinquinamento acustico e la riduzione delle malattie
cardiovascolari.
A. Interventi di natura tecnologico-strutturale:
1. Incentivazione al risparmio energetico
2. Verifica del buon funzionamento degli impianti di riscaldamento e di combustione in genere
3. Bollino blu annuale obbligatorio su tutto il territorio regionale per i veicoli immatricolati nella Sicilia
4. Incentivazione alluso del metano per gli impianti di riscaldamento e per i grandi impianti di combustione
industriale
5. Riduzione dei fattori di emissione per km percorso dai mezzi di trasporto pubblici e privati mediante interventi
tecnologici (svecchiamento del parco circolante, trattamento pi efficiente dei gas di scarico, utilizzo di carburanti
alternativi, aumento di veicoli elettrici,).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
205
6. Fluidificazione del traffico dei veicoli a motore mediante interventi di miglioramento della rete stradale (nuove
strade, sovra- sotto-passi, ...)
7. Incremento delle piste ciclabili e delle aree pedonali
8. Ampliamento delle aree urbane vietate al traffico veicolare, in particolare quello privato ed in genere ai veicoli a
motore pi inquinanti (non dotati di marmitta catalitica, di omologazione del motore meno recente, ...)
9. Incremento dellofferta di mezzi pubblici e miglioramento della qualit del servizio (ferrovia, autobus, metro/bus
cittadini) e delle infrastrutture (rete ferroviarie, parcheggi scambiatori, aree di sosta, sistemi informativi, ...), sia
per il trasporto di persone, sia di beni
10. Incentivazione alla certificazione ambientale (EMAS, ISO 14000) di imprese, enti e comunit di cittadini con
particolare riguardo alle aree a rischio di inquinamento atmosferico.
11. Presenza diffusa su tutta la rete di distribuzione di carburanti di nuova generazione (ad esempio: benzine a
bassissimo tenore di benzene e zolfo, biodiesel, gasolio a bassissimo tenore di zolfo, anticipando i tempi previsti
dallUnione europea a partire dal 2005-2009)
12. Verifica degli obiettivi previsti dalla legge 413/97 volta al contenimento delle emissioni evaporative dai sistemi di
produzione, stoccaggio e distribuzione degli idrocarburi.
13. Organizzazione capillare del sistema distributivo di carburanti alternativi (elettricit, gas metano, GPL)
B. Interventi di mitigazione della domanda di mobilit privata:
1. Ampliamento delle aree pedonalizzate o accessibili ai soli mezzi pubblici, servite da parcheggi scambiatori
(possibilmente coperti al fine di ridurre le emissioni evaporative nei periodi estivi)
2. Attivazione di sportelli unici di supporto ai cittadini e alle imprese, fruibili anche da remoto (servizi via internet)
e/o da sedi decentrate (es. Comuni periferici)
3. Definizione di accordi con le categorie interessate per razionalizzare i flussi delle merci soprattutto da e per i
centri storici, favorendo il trasporto delle stesse con mezzi pi eco-compatibili (es. metano)
4. Applicazione di tariffe minori sui biglietti di ingresso a manifestazioni (mostre, fiere, etc.) ai possessori di biglietti
di mezzi pubblici
5. Realizzazione di un coordinamento dei Mobility Manager (DM 27/03/98) anche al fine di:
Applicare un sistema tariffario integrato connesso alla bigliettazione intelligente
Diversificare gli orari di apertura dei grandi centri di aggregazione (es. scuole, centri commerciali, )
Favorire la riduzione dei tempi di percorrenza dei mezzi pubblici e la fruibilit degli stessi da parte dei
cittadini, a discapito dei mezzi privati (ad es. attraverso lestensione delle corse anche a Comuni vicini,
parcheggi scambiatori integrati, corsie privilegiate/semafori privilegiati per bus)
Realizzare percorsi ciclabili protetti (zone off-road) da e verso i centri storici, utilizzando ad esempio gli
argini di fiumi e canali.
Favorire lapplicazione del car-sharing e del car-pooling
Decentrare alcuni poli di attrazione di cittadini e dotarli di trasporti pubblici possibilmente su rotaia (es.
Universit).
Promuovere il coordinamento tra realt produttive/erogatrici di servizi presenti nella stessa area territoriale,
al fine di creare le condizioni per lattuazione di servizi di trasporto collettivo.
Le misure riguardanti i trasporti sono orientati prevalentemente a favorire la riduzione del traffico privato
su strada in ambito urbano e del traffico merci su gomma in ambiente extraurbano.
Lapplicazione di una seria politica di attivazione di piste ciclabili sarebbe favorita dal clima mite della
regione.
6.1.2 Misure da applicare per la riduzione degli inquinanti PM
10
e IPA (Idrocarburi
Policiclici Aromatici)
La zonizzazione preliminare, effettuata ai sensi del D. Lgs. 351/99, presuppone azioni mirate al contenimento
dellinquinante PM10 e del Benzo(a)pirene in esso contenuto, da attuarsi:
in modo programmato e strutturale sui principali assi viari di attraversamento del territorio regionale,
in modo programmato e obbligatorio nei Comuni di fascia A,
in base ad accordi locali, nei Comuni di fascia B,
per i rimanenti Comuni di fascia C, si consiglia di adottare comunque accordi o provvedimenti di natura
volontaria, volti a prevenire lacuirsi del fenomeno a livello locale e regionale.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
206
Azioni in zone A:
Nelle zone A individuate nel Capitolo 3, devono essere predisposti piani di azione costituiti da provvedimenti da porre
in essere in modo strutturale e programmatico (Azioni integrate), in combinazione con interventi da effettuare in fase di
emergenza (Azioni dirette), volti alla mitigazione/risoluzione del problema di durata temporale limitata e per porzioni
definite del territorio. Lapplicazione di efficaci azioni integrate deve portare, alla data limite del 01/01/2010, al
superamento della necessit di dette azioni dirette, di carattere estemporaneo.
Azioni integrate:
1. Presenza nella rete di distribuzione solo di gasolio a basso tenore di zolfo (< 50 mg/kg)
2. Incentivi alla metanizzazione degli impianti di riscaldamento e di centrali termiche industriali e disincentivazione
alluso di combustibili fossili a medio-alto tenore di zolfo (es. oli pesanti, nafte), se non dotati di idonei sistemi di
abbattimento delle polveri
3. Intensificazione delle verifiche in strada dei livelli di opacit dei veicoli diesel con particolare riguardo ai mezzi
pesanti e commerciali
4. Intensificazione delle verifiche in strada delle prestazioni dei ciclomotori a due tempi.
5. Trasformazione dei veicoli di enti o aziende pubbliche alimentati a gasolio verso combustibili pi eco-compatibili
(metano-GPL- elettrici)
6. Alimentazione con biodiesel o gasolio a basso tenore di zolfo dei veicoli di enti o aziende pubbliche alimentati a
gasolio (autobus, veicoli trasporto rifiuti, autovetture, etc.)
7. Incentivi alla trasformazione dei taxi verso combustibili gassosi, in primis il metano
8. Alimentazione con biodiesel o gasolio a basso tenore di zolfo dei taxi alimentati a gasolio
9. Incenti alla trasformazione dei mezzi commerciali a prevalente azione locale, verso combustibili gassosi, in primis
il metano
10. Riduzione dei livelli di emissione di polveri e IPA delle attivit produttive esistenti nel territorio anche mediante
accordi volontari (es. EMAS e ISO 14000) e regolamentazione del sistema delle autorizzazioni di nuovi
insediamenti, al fine di migliorare complessivamente il bilancio di area
11. Attivazione di campagne di sensibilizzazione, educazione e informazione partendo dalle scuole fino a raggiungere
il singolo cittadino
12. Realizzazione di barriere sempreverdi ad elevata ramificazione lungo le principali direttrici di traffico
13. Esecuzione delle operazioni di lavaggio frequenti delle strade soprattutto durante i periodi di stabilit atmosferica
delle stagioni autunnali, invernali e primaverili
14. Verifica del rispetto del divieto di combustione allaperto di ramaglie e altri residui vegetali (al fine di favorirne il
conferimento a centri di riutilizzo)
Azioni dirette : queste azioni vengono messe in atto al fine di impedire il superamento dei 35 giorni allanno in cui le PM
10
risultino eccedere lindicatore di effetto acuto espresso dalla media giornaliera (dal 2005 pari a 50 g/m
3
). Lo scopo
quello di disincentivare la circolazione dei mezzi privati, soprattutto quelli maggiormente inquinanti e di impedire laccesso
a specifiche aree e in determinati periodi a veicoli con scarsa ecocompatibilit (es. non alimentati a GPL/metano, oppure
con omologazione non recente del motore).
1. Blocco del traffico per i veicoli commerciali pesanti e autoarticolati ad alimentazione diesel immatricolati prima
del 01/10/1997 o comunque non rispondenti alla normativa 91/542/EEC Stage II, allinterno di aree prestabilite
(possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso) a meno che non siano dotati di FAP
2. Blocco del traffico per le autovetture ad alimentazione diesel immatricolate prima del 01/01/1997 o comunque non
rispondenti alla normativa 94/12/EC (Euro II)
3. Limitazione degli orari di riscaldamento per impianti termici civili e produttivi funzionanti a combustibili non
gassosi, allinterno di aree stabilite (possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso) a
meno che non siano dotati di FAP
4. Blocco del traffico per le autovetture alimentate a benzina immatricolate prima del 01/01/1993 o comunque non
rispondenti alla normativa 91/441/EEC (Euro I)
5. Blocco dei motoveicoli/ciclomotori non catalizzati
6. Blocco di attivit produttive comportanti lemissione significativa (> 10 kg/die) di polveri, allinterno di aree
stabilite (possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso)
7. Attuazione di piani di trasporto alternativi, previa opportuna campagna informativa capillare, cos come
predisposti dai mobility manager
8. Intensificazione della frequenza di lavaggio delle strade
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
207
9. Intensificazione dei controlli sulla circolazione e la sosta da parte delle autorit preposte (vigili, polizia,
carabinieri, guardia di finanza)
Azioni in zone B:
Nelle zone B individuate nel Capitolo 3 devono essere predisposti piani di risanamento costituiti da accorgimenti da
porre in essere in modo strutturale e programmatico (Azioni integrate) gi elencati per le zone A. A differenza delle zone
A, non si applicano azioni dirette.
Azioni in zone C:
Nelle zone Cindividuate nel Capitolo 3, devono essere predisposti piani di mantenimento costituiti da accordi e
provvedimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico di carattere generale come elencate al paragrafo
6.1.1.
6.1.3 Misure da applicare per la riduzione degli inquinanti Benzene, Piombo, CO, SO
2
La zonizzazione preliminare, effettuata ai sensi del D. L.vo. 351/99, presuppone azioni mirate al contenimento di
questi inquinanti da attuarsi:
in modo programmato e strutturale sui principali assi viari di attraversamento del territorio regionale, in modo
programmato e obbligatorio nei Comuni di fascia A,
in base ad accordi locali, nei Comuni di fascia B,
per i rimanenti Comuni di fascia C, si consiglia di adottare comunque comportamenti virtuosi di natura volontaria,
volti a prevenire lacuirsi del fenomeno a livello locale, regionale e di bacino aerologico padano.
Per quanto concerne le azioni da intraprendere per ridurre le emissioni di questi inquinanti nei centri densamente popolati e
sulle grandi arterie di attraversamento del territorio regionale, occorre puntare lattenzione soprattutto sul traffico privato
(benzene, CO), sulla movimentazione delle merci effettuata con automezzi pesanti (SO
2
) e sui combustibili (SO
2
) e sul
funzionamento ottimale degli impianti da riscaldamento (CO).
Le azioni strutturali individuate sono, quelle generali indicate al paragrafo 6.1.1.
Per quanto attiene al Biossido di Zolfo (SO
2
), nonostante i livelli registrati in atmosfera possano ritenersi ampiamente
al di sotto delle soglie indicative di unesposizione cronica critica, in talune realt, prossime ad aree di tipo industriale e
portuale, possibile che si registrino limitati episodi acuti di inquinamento da SO
2
. Nelle aree industriali-portuali ,
possibile che, in concomitanza di particolari condizioni meteorologiche, si verifichino valori di concentrazione media oraria
prossimi al valore limite di 350 g/m
3
(DM 60/2002).
Azioni in zona A
Qualora si evidenziassero superamenti delle soglie previste, le azioni sarebbe quelle di seguito elencate.
Azioni integrate: Tutte quelle indicate nel paragrafo 6.1.1. ed inoltre:
1. Riduzione dei livelli di emissione di SO
2
, CO, Benzene e Piombo delle attivit produttive esistenti nel territorio
anche mediante accordi volontari (es. EMAS) e regolamentazione del sistema delle autorizzazioni di nuovi
insediamenti al fine di migliorare complessivamente il bilancio di area
Azioni dirette: queste azioni dovrebbero essere messe in atto al fine di impedire il superamento dei valori limite e della
soglia di allarme. Per il Piombo non si prevedono azioni dirette, in quanto il metallo non pi presente nella formulazione
delle benzine e non sono individuabili fonti di emissioni specifiche da particolari attivit.
Lo scopo quello di disincentivare la circolazione dei mezzi maggiormente inquinanti e di impedire laccesso a specifiche
aree e in determinati periodi a veicoli con scarsa eco-compatibilit (es. non alimentati a GPL/metano, oppure con
omologazione non recente del motore). Nella fattispecie:
Superamento soglia di allarme di SO
2
:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
208
1. Blocco del traffico pesante e commerciale diesel immatricolato prima del 01/10/1997 allinterno di aree
prestabilite (possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso)
2. Blocco delle autovetture diesel immatricolate prima del 01/01/1997
3. Limitazione degli orari di riscaldamento per impianti termici civili e produttivi funzionanti a combustibili non
gassosi, allinterno di aree stabilite (possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso),
non dotati di sistemi di abbattimento della SO
2
4. Blocco di attivit produttive comportanti lemissione significativa (> 10 kg/die) di SO
2
, allinterno di aree stabilite
(possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso)
Superamento valore limite di CO e valore limite annuale di Benzene:
1. Blocco delle autovetture a benzina immatricolate prima del 01/01/1993
2. Blocco dei motoveicoli/ciclomotori non catalizzati
3. Blocco di attivit produttive comportanti lemissione significativa (> 10 kg/die) di CO, allinterno di aree stabilite
(possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso)
4. Limitazione degli orari di riscaldamento per impianti termici civili e produttivi
5. Attuazione dei piani di trasporto alternativi, previa opportuna campagna informativa capillare, cos come
predisposti dai mobilit y manager.
Azioni in zone B
Le zone B sono identificate nel Capitolo 3.
Trattasi in questo caso di un pacchetto di accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico Azioni
integrate a livello regionale (vedi quanto elencato al punto Azioni in zona A).
Azioni in zone C
Le zone C sono intese come le aree afferenti allintero territorio regionale, eccezion fatta per le zone B
precedentemente trattate.
Trattasi in questo caso di un pacchetto di accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico, Azioni
integrate sovrazonali o a livello regionale come gi elencato al punto 6.1.1.
6.1.4 Misure da applicare per la riduzione del Biossido di Azoto (NO
2
)
Come gi citato nel Capitolo 2 il biossido di azoto riveste un ruolo fondamentale nei meccanismi di formazione dello
smog fotochimico.
La zonizzazione preliminare, effettuata ai sensi del D. Lgs. 351/99, presuppone azioni mirate al contenimento di questo
inquinante, che comunque negli ultimi anni non ha superato le soglie di allarme pur mostrando superamenti del valore
limite orario e di media annuale, con un trend medio in crescita, in modo esteso sullintero territorio pianeggiante della
regione:
in modo programmato e strutturale sui principali assi viari di attraversamento del territorio regionale, in modo
programmato e obbligatorio nei Comuni di fascia A,
in base ad accordi locali, nei Comuni di fascia B,
per i rimanenti Comuni di fascia C, si consigliano comunque dei comportamenti virtuosi di natura volontaria volti
a prevenire lacuirsi del fenomeno a livello locale e regionale.
Per quanto concerne le Azioni integrate da intraprendere per ridurre le emissioni di questo inquinante nei centri
densamente popolati e sulle grandi arterie di attraversamento del territorio regionale, occorre puntare lattenzione
soprattutto sul traffico privato con veicoli diesel, sulla movimentazione delle merci effettuata con automezzi pesanti e sul
buon funzionamento degli impianti da riscaldamento e degli impianti di combustione in genere.
Le azioni strutturali individuate sono quelle citate al paragrafo 6.1.1.
Azioni in zona A:
Le Zone A sono quelle individuate al Capitolo 3.
Trattasi anche in questo caso di un pacchetto di accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico, le
cos dette Azioni integrateche prevedano, oltre alle misure gi citate al punto 6.1.1, le seguenti azioni:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
209
Azioni integrate:
1. Intensificazione delle verifiche in strada dei livelli di emissione di NO
X
dei veicoli diesel con particolare riguardo
ai mezzi pesanti e commerciali.
2. Trasformazione dei veicoli di enti o aziende pubbliche alimentati a gasolio verso combustibili pi ecocompatibili
(metano-GPL-elettrici-ibridi)
3. Incentivi alla trasformazione dei taxi verso combustibili gassosi, in primis il metano
4. Incentivi alla trasformazione dei mezzi commerciali a prevalente azione locale, verso combustibili gassosi, in
primis il metano
5. Riduzione dei livelli di emissione di NO
X
delle attivit produttive esistenti nel territorio anche mediante accordi
volontari (es. EMAS/ISO 14000) e regolamentazione del sistema delle autorizzazione di nuovi insediamenti, al
fine di migliorare complessivamente il bilancio di area
6.
Azioni dirette
Queste le azioni che dovrebbero essere messe in atto al fine di impedire il superamento dei valori limite e della soglia
di allarme del biossido di azoto:
1. Blocco del traffico pesante e commerciale diesel immatricolato prima del 01/10/1997 allinterno di aree
prestabilite (possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso).
2. Blocco delle autovetture diesel immatricolate prima del 01/01/1997, allinterno di aree prestabilite (possono
coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso).
3. Blocco delle autovetture a benzina immatricolate prima del 01/01/1993 e dei ciclomotori immatricolati prima del
01/06/1999, allinterno di aree prestabilite (possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello
stesso).
4. Limitazione degli orari di riscaldamento per impianti termici civili e produttivi allinterno di aree stabilite
(possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso)
5. Blocco di attivit produttive comportanti lemis sione significativa (> 60 kg/d) di NO
X
, allinterno di aree stabilite
(possono coincidere con la totalit del territorio o con porzioni dello stesso)
6. Attuazione di piani di trasporto alternativi, previa opportuna campagna informativa capillare, cos come
predisposti dai mobility manager.
7.
Azioni in zona B
Le Zone B sono quelle individuate al Capitolo 3.
Trattasi in questo caso di un pacchetto di accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico Azioni
integrate gi previste per le zone A.
Azioni in zona C
Le Zone C sono quelle individuate al Capitolo 3.
Trattasi in questo caso di un pacchetto di accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico Azioni
integrate sovrazonali o a livello regionale come gi elencato al punto 6.1.1. Non sono previste azioni dirette.
6.1.5 Misure da applicare per la riduzione dellOzono
Premessa metodologica: ai fini della zonizzazione stato considerato sia il superamento della soglia di allarme pari a
240 g/m
3
su tre ore consecutive, sia il valore bersaglio per la protezione della salute umana (media massima giornaliera su
otto ore) pari a 120 g/m
3
da non superare per pi di 25 giorni per anno civile (rif. Direttiva 2002/3/CE). Nel caso in cui si
sia superata la soglia di allarme si deve applicare il Piano di azione, nel caso si sia superato il valore bersaglio anche per
solo un anno va applicato il Piano di risanamento.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
210
La zonizzazione preliminare, effettuata ai sensi del D. L.vo 351/99, presuppone azioni mirate al contenimento dei
precursori dellozono (in particolare ossidi di azoto ed alcune categorie di idrocarburi), da attuarsi su tutto il territorio
regionale.
Nella tabella seguente si riporta la descrizione di alcune misure adottate dalla regione SICILIA per la riduzione delle
concentrazioni d'ozono e dei suoi precursori
Descrizione della misura
Calendari
o di
attuazione
della
misura
Comuni a cui si
applica la misura
Riferimenti a
Delibere
regionali/ordinanz
e sindacali etc
1
Adesione al programma Nazionale I.C.B.I (Iniziativa
Carburanti a Basso Impatto Ambientale) per promuovere
l'utilizzo del metano e del GPL per autotrazione.
Il programma ha previsto lo stanziamento di fondi:
per la trasformazione a gas metano o GPL delle auto non
catalizzate, immatricolate fra il 1988 ed il 1995;
per lo sviluppo della rete di distribuzione attraverso la
realizzazione di stazioni di rifornimento dedicate per flotte
pubbliche.
Sono state effettuate complessivamente 432
trasformazioni nel Comune di Catania, 39 trasformazioni
nel Comune di Gela e circa 3000 trasformazioni nel
Comune di Palermo tra il 2001 e il 2003
Dal 2001
Carini, Palermo,
Ragusa, Gela,
Siracusa,
Solarino,
Augusta, Catania,
Canicatti,
Condro
Convenzione di
Comuni costituita il
24/09/2001
Nuovo Accordo di
programma del 19
ottobre 2005 tra il
Comune di Parma
(Capofila) ed il
MATT (DM
Ambiente 24
maggio 2004)
3
Finanziamenti per la realizzazione di progetti relativi a:
1) Trasporto elettrico: Incentivi due ruote
2) Mobility management
3) Taxi collettivo
4) Bus navetta parcheggi scambiatori
5) Acquisto veicoli elettrici e colonnine di ricarica;
6) Campagna promozione servizio car sharing;
7) Mobility manager.
2002 Catania e Palermo
Programma Stralcio
Tutela Ambientale
D.D. 495/SIAR/99
5
Finanziamenti per l'attivazione del servizio di CAR
Sharing
2002 Palermo
6
Adesione al Programma nazionale Domeniche
Ecologiche.
Finanziamenti per la realizzazione di progetti relativi a:
Acquisto biciclette e ciclomotori elettrici;
Attrezzature per il monitoraggio inquinanti (IPA);
Sistema telematico controllo traffico.
Acquisto minibus eco-diesel e ibridi
Acquisto autobus a basso impatto ambientale e veicoli
elettrici.
2002
Palermo e
Caltanissetta
Domeniche
Ecologiche D.D.
815/SIAR/00
Azioni integrate
Per le azioni volte al contenimento degli ossidi di azoto (NO
X
) si rimanda al paragrafo 6.1.4.
Per quanto concerne gli idrocarburi precursori si individuano, oltre a quelle gi citate al punto 6.1.1, le seguenti azioni,
mirate soprattutto alla riduzione delle emissioni di idrocarburi:
1. Sostituzione dei ciclomotori a due tempi non catalizzati con ciclomotori a 4 tempi, a GPL e, soprattutto, a trazione
elettrica
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
211
2. Sostituzione dei veicoli alimentati a benzina con veicoli alimentati a gas (GPL, metano) o elettrici
3. Estensione dei parcheggi coperti/alberati per ridurre le emissioni evaporative di benzina
4. Riduzione delle emissioni di Idrocarburi (es. solventi) delle attivit produttive esistenti nel territorio mediante
tecniche di prevenzione ed abbattimento, anche mediante accordi volontari (es. EMAS, ISO 14000). Piena
applicazione della direttiva europea sulle emissioni di solventi (1999/13/CE). Regolamentazione del sistema delle
autorizzazioni di nuovi insediamenti al fine di migliorare complessivamente il bilancio di area
5. Attivazione di campagne di sensibilizzazione, educazione e informazione partendo dalle scuole fino a raggiungere
il singolo cittadino, sulla genesi di questo inquinante, sugli effetti sanitari e ambientali dellozono e sul modo per
difendersi
6. Incentivazione delle colture di specie vegetali e arboree non produttrici di idrocarburi biogenici precursori
dellozono (quali i Composti Organici Volatili ed altri): iniziative di piantumazione fino ad arrivare ad un rapporto
di 1 albero a cittadino, privilegiando aree sensibili come parchi, scuole, asili, ospedali, ecc.
6.2 INDIVIDUAZIONE DELLE AZIONI DI INTERVENTO
6.2.1 Misure a favore della mobilit sostenibile e della prevenzione e riduzione delle
emissioni nelle citt ed al controllo delle emissioni dei veicoli circolanti
Sulla base delle risultanze dalle informazioni derivanti dalla valutazione preliminare della qualit dellaria e tenendo
conto delle tendenze e degli sviluppi normativi a protezione dellambiente e delle popolazioni esposte, risulta
indispensabile intervenire in via prioritaria per la riduzione delle emissioni inquinanti, al fine di prevenire e contenere i
superamenti dei limiti (gi in vigore o previsti per il 2005) per le polveri inalabili (PM
10
), il Benzene, CO, NO
2
e O
3
,
nonch per il mantenimento degli obiettivi di qualit dellaria per gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), in modo da
ridurre la possibilit del verificarsi sul territorio regionale di episodi acuti di inquinamento atmosferico.
La possibilit di superamento dei limiti e degli obiettivi di qualit dellaria si verifica principalmente nelle aree urbane
con numero abitanti e densit di popolazione elevati e dove sono localizzate infrastrutture, imprese, attivit commerciali e
ricreative, arterie di grande comunicazione tali da indurre elevati livelli di traffico, ovvero strade o nodi stradali a bassa
fluidit (vedasi il capitolo sulla zonizzazione urbana e industriale).
Dalla valutazione preliminare della qualit dellaria, cui si rimanda per i necessari approfondimenti, risulta che il
contributo del settore dei trasporti alle emissioni totali di circa l80%. Al fine di prevenire gli episodi di inquinamento e di
migliorare le caratteristiche della qualit dellaria, risulta prioritario intervenire con provvedimenti stabili e strutturali per
ridurre quanto possibile le emissioni inquinanti dovute al traffico, in particolare nelle aree urbane pi densamente popolate.
Assumono pertanto particolare rilievo i contenuti del Piano Regionale dei Trasporti, dei Programmi Regionali e locali per i
servizi di trasporto pubblico locale, dei Piani Urbani del Traffico (PUT) e della mobilit (PUM), atteso che fra gli obiettivi
di detti piani vi sia anche la riduzione delluso del mezzo di trasporto privato individuale, la razionalizzazione e la
fluidificazione della circolazione.
Considerato che le emissioni inquinanti dovute al traffico hanno un ruolo diffuso su tutto il territorio regionale e che
possibile quindi massimizzare gli effetti della politica ambientale e di quella dei trasporti solo operando in ambito
territoriale regionale e perseguendo obiettivi comuni, i provvedimenti finalizzati alla prevenzione e alla riduzione delle
emissioni nelle citt ed al controllo delle emissioni dei veicoli circolanti riguardano indistintamente tutto il territorio della
regione Sicilia.
Provvedimenti differenziati sono, invece, da prevedere per la gestione di episodi acuti di inquinamento.
Il presente Piano si pone come obiettivo il miglioramento delle emissioni di tutti i mezzi di trasporto, la riduzione delle
emissioni complessive dovute al traffico mediante la razionalizzazione e fluidificazione della circolazione, la riduzione
delluso del mezzo di trasporto privato individuale.
Si considera strategico garantire in via preventiva e prioritaria la riduzione delle emissioni di inquinanti dei veicoli
circolanti su tutto il territorio regionale, attraverso il controllo del rispetto dei li miti e delle prescrizioni tecniche stabiliti
dallart. 2 del Decreto del Ministro dei Trasporti e della Navigazione 5 febbraio 1996. Una regolare manutenzione del
motore porta non solo ad un minor inquinamento dellaria, ma anche a minore consumo di carburanti, ad una miglior
efficienza e maggior durata dei motori stessi. Si considerano strategiche anche campagne di controllo volontario, messe in
atto dai Comuni, Province ed altri enti/associazioni, dei gas di scarico dei veicoli a motore da effettuarsi in diverse realt
locali per sensibilizzare la cittadinanza sul principio e limportanza del controllo periodico frequente dei gas di scarico.
Si ritiene inoltre necessario fornire le prime indicazioni, indirizzi e criteri tendenti alla razionalizzazione e
fluidificazione e decongestionamento della circolazione, alla riduzione delluso del mezzo di trasporto privato individuale.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
212
La revisione, laggiornamento e lintegrazione dei provvedimenti per la mobilit sostenibile, per il raggiungimento degli
obiettivi fissati, saranno stabiliti con Deliberazione della Giunta Regionale.
6.2.1.1 Interventi a medio e lungo termine
Sviluppo dei veicoli alimentati con carburanti alternativi
E prevista unazione di incentivazione per un adeguato sostegno agli enti e alle aziende pubbliche (aziende di
trasporto pubblico, aziende municipalizzate, aziende del gas, acqua, smaltimento di rifiuti, etc.) per lespansione dei veicoli
a motore con alimentazione a metano (gas naturale), a GPL, a biodiesel, ibrida ed elettrica e, qualora disponibili, a celle
combustibili. Sintende favorire sia lacquisto di nuovi veicoli alimentati da carburanti alternativi pi puliti, sia la
conversione del parco circolante a GPL o metano.
E prevista unazione di formazione ed informazione relativamente ai vantaggi ambientali dei carburanti alternativi,
agli obblighi degli enti e le aziende pubbliche e alle opportunit economiche per i privati.
Le Province attivano entro il 1.7.2005 degli Osservatori di: immatricolazioni di nuovi automezzi da parte delle aziende
e di enti pubblici (D.M. 27 marzo 1998); parco circolante a carburanti alternativi; consumo di GPL (Gas di Petrolio
Liquefatti) e GN (Gas Naturale o Metano) per autotrazione. Successivamente previsto un aggiornamento annuale. Con
frequenza annuale, entro il 1 luglio, esse inviano i dati riferiti allanno precedente alla Regione.
Veicoli a motore. Obblighi per gli enti e le aziende pubbliche
Con lentrata in vigore del presente Piano, gli enti e le aziende pubbliche possono acquistare solo veicoli a motore con
il tipo di omologazione pi recente, ancorch non ancora resa obbligatoria dalle norme nazionali ed europee. Tale vincolo
condizionato alleffettiva disponibilit commerciale. Il costo non deve essere superiore al 10% del costo di un veicolo di
caratteristiche equivalenti, ma con omologazione di tipo antecedente. Lo scopo di favorire la penetrazione, per quanto
possibile anticipata, di veicoli a basse emissioni.
Deroghe sono consentite per lacquisto di autoveicoli delle stesse categorie alimentati esclusivamente da GPL o da metano,
ibridi ed elettrici o per lacquisto di veicoli con caratteristiche tecniche specifiche per usi particolari (ad esempio,
fuoristrada, mezzi di soccorso ed emergenza).
Veicoli pesanti a basso impatto ambientale. Obblighi per gli enti e aziende pubbliche.
Considerate le elevate emissioni inquinanti dei veicoli pesanti, adibiti al trasporto di persone e di merci, si adottano i
seguenti criteri:
a. per tutti gli Enti e le aziende pubbliche o di servizio pubblico sono fissate le seguenti quote minime di acquisto di
veicoli ecologici migliorati EEV (Enhanced Environmentally Friendly Vehicle); nel rinnovo del parco circolante
nelle aree urbane: 20% nel 2007; 30% nel 2009;
b. la Regione Sicilia e gli enti locali possono erogare contributi alle aziende pubbliche o di servizio pubblico per
lacquisto di veicoli ecologici migliorati EEV, o almeno omologati in base alla Euro V, e per la conversione del
parco circolante esistente a carburanti alternativi.
Deroghe sono consentite solo per lacquisto di mezzi da impiegare in condizioni particolari, ad esempio mezzi di
emergenza.
Per quanto attiene al Trasporto Pubblico Locale nellottica della mobilit sostenibile, tenuto conto delle indicazioni
fornite dalla legge n. 194/98, che pone particolare attenzione allesigenza di tutelare lambiente dalle conseguenze
dellinquinamento, in particolar modo nelle aree urbane, ed in considerazione dello sviluppo delle tecnologie di controllo
delle emissioni da parte dei veicoli, si ritiene di incentivare lacquisto di mezzi ad alimentazione non convenzionale ed a
basso impatto ambientale, riservando a questa categoria di veicoli almeno il 40% del finanziamento previsto per
lammodernamento del parco.
Misure per favorire i veicoli a motore meno inquinanti
Nei bandi di gare dappalto per lassegnazione di servizi di pubblica utilit con elevata incidenza delluso di veicoli a
motore per il trasporto di merci e di persone (trasporto pubblico cittadino, raccolta di rifiuti urbani e pulizia delle strade,
servizi di consegna della posta, servizi di vigilanza, ) gli enti e le aziende pubblici attribuiranno un punteggio premiante
ai concorrenti che propongono flotte di mezzi, o quote rilevanti di esse, alimentate con carburanti alternativi (Gpl, metano,
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
213
elettricit e ibridi). per i mezzi pesanti, un punteggio premiante dovr essere assegnato allimpiego di mezzi omologati
EEV e EURO V.
Nella redazione o nellaggiornamento dei piani urbani del traffico (PUT) e dei piani urbani di mobilit (PUM), i
Comuni devono fissare le condizioni restrittive per consentire solo la circolazione di mezzi pesanti pi ecologici (EEV o
omologati secondo la EURO V o successive), in zone a traffico limitato (ZTL) o nei periodi di superamento dei livelli di
attenzione e di allarme.
Nella redazione dei piani urbani del traffico, i Comuni devono fissare condizioni specifiche per favorire la circolazione
di mezzi privati alimentati con carburanti alternativi, consentendone la circolazione in zone a traffico limitato (ZTL) o nei
periodi di superamento delle soglie di allarme, purch le condizioni generali non lo impediscano.
Manutenzione degli impianti termici e controlli relativi
Il Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993 n. 412, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della Legge
10/91, detta norme in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici ai fini del
contenimento dei consumi di energia, e individua nei Comuni e nelle Province i soggetti attivi per il ris petto delle norme
contenute nel DPR stesso. L'articolo 30, comma 5, del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 affida alle Regioni
funzioni di coordinamento dei compiti attribuiti agli enti locali per l'attuazione del DPR 26 agosto 1993 n 412. L'art. 11
del DPR 412/93 come successivamente modificato dal DPR 551/99 prevede il controllo e verifica degli impianti termici,
finalizzati all'uso razionale dell'energia e alla riduzione delle emissioni inquinanti nell'atmosfera. In particolare ai sensi
dellart. 31, della Legge 10/91, i Comuni con pi di 40.000 abitanti e le Province per la restante parte del territorio,
effettuano con cadenza almeno biennale e con onere a carico dellutente, anche avvalendosi di organismi esterni aventi
specifica competenza tecnica, i controlli necessari ad accertare leffettivo stato di manutenzione e di esercizio dellimpianto
termico. Entro 6 mesi dalla data di adozione del presente Piano e successivamente ogni due anni, gli enti di cui sopra
inviano alla Regione Siciliana una relazione sulle caratteristiche e sullo stato di efficienza e di manutenzione degli impianti
termici nel territorio di propria competenza, con particolare riferimento alle risultanze dei controlli effettuati nellultimo
biennio.
Benzina e gasolio pi puliti
La Regione Siciliana, le Province e i Comuni capoluoghi di provincia si fanno carico di cercare delle intese volontarie
con le compagnie petrolifere e le associazioni di categoria dei distributori di carburanti, per anticipare la
commercializzazione di benzina e gasolio per autotrazione pi puliti, con le stesse specifiche tecniche obbligatorie a partire
dal 1 gennaio 2009, o almeno con caratteristiche ecologiche migliorate rispetto a quelle attuali, considerato che il loro
utilizzo sui veicoli in circolazione consentir una sostanziale diminuzione delle emissioni di tutti gli inquinanti atmosferici
tradizionali.
Per quanto riguarda il gasolio per autotrazione, la Regione Siciliana imporr lutilizzo esclusivo, nel territorio
regionale, di combustibile con tenore di zolfo < 10 mg/kg (ppm).
Piste ciclabili
Il Piano persegue lobiettivo di ottimizzare disponibilit e utilizzo delle piste ciclabili nellambito di ciascuna Provincia e di
ciascun Comune soggetto al Piano Urbano del traffico; detti Comuni, allo scopo, dovranno pertanto inserire nel Programma
Annuale delle Opere Pubbliche, a favore della mobilit ciclistica, interventi per almeno 500.000 .
Le Amministrazioni Provinciali attiveranno, entro il 2010 un Osservatorio per il censimento delle reti di piste ciclabili
realizzate nei propri territori provinciali. Successivamente previsto un aggiornamento annuale. Con frequenza annuale,
entro il 1 luglio, esse inviano i dati riferiti allanno precedente alla Regione.
Evaporazione di carburanti da fonti fisse
Entro il 31/12/2010, la Giunta Regionale dovr elaborare una relazione per quanto riguarda gli obblighi di adozione degli
interventi tecnici atti a ridurre le emissioni di vapori di idrocarburi nel ciclo di produzione e distribuzione dei derivati del
petrolio impiegati come carburanti.
Provvedimenti per contenere luso e le percorrenze delle autovetture private per favorire luso di mezzi collettivi sono
adottate le seguenti misure:
a. i Comuni devono incoraggiare una maggior diffusione del veicolo pubblico, attribuendo dei vantaggi ai mezzi
collettivi. Nellambito dei PUT e dei PUM, ai mezzi pubblici va privilegiato laccesso alle zone a traffico limitato
(ZTL) e l'utilizzo di corsie preferenziali; vanno inoltre considerate la realizzazione di parcheggi scambiatori con i
mezzi pubblici e la tariffazione della sosta per i mezzi privati;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
214
b. i Comuni, per quanto di loro competenza, sono tenuti a promuovere a costo ridotto laccesso a fiere, mostre,
musei, etc. ai possessori di abbonamenti e di biglietti di trasporto pubblico, bus, tram, treno, taxi, etc.;
Motocicli e ciclomotori. Obblighi per gli enti e le aziende pubbliche
Limpiego di ciclomotori e motoveicoli non deve essere sfavorito rispetto alle autovetture alla luce dei minori effetti
sulla congestione del traffico e dei minori spazi richiesti per la sosta, purch sia supportato da una adeguata rete di
parcheggi, al fine di non occupare impropriamente la sede stradale o i marciapiedi.
Nelladozione di provvedimenti restrittivi alla circolazione, le autorit competenti possono discriminare i ciclomotori e
i motoveicoli non conformi alla direttiva 97/24/CE (quindi immatricolati prima del 1999) e i motoveicoli a 2 tempi rispetto
ai 4 tempi (se 2 tempi non conformi alla direttiva 97/24/CE). Tali mezzi, infatti, sono stimati maggiormente inquinanti sia
per le emissioni atmosferiche che per quanto riguarda le emissioni di rumore.
Parcheggi e interventi strutturali
I Comuni devono farsi carico, anche favorendo le relative procedure urbanistiche, di incrementare i parcheggi in zone
semiperiferiche e periferiche. Vanno privilegiati i parcheggi su pi piani, anche per non pregiudicare la fruibilit degli spazi
destinati alle aree verdi o alla fluidit della circolazione.
Il governo della mobilit, particolarmente nelle aree urbane e metropolitane, non pu essere perseguito solo mediante
interventi interni al sistema dei trasporti. Gli interventi sulla struttura degli insediamenti e lassetto del territorio, attuabili
nel lungo periodo, costituiscono uno strumento particolarmente efficace per la riduzione dell'entit della domanda e la
modifica della sua distribuzione modale, spaziale e temporale. tra gli interventi di questo tipo, acquistano particolare
rilevanza: la localizzazione di servizi e, pi in generale, della qualit urbana nelle aree periferiche; le localizzazioni delle
attivit produttive in relazione alla mobilit indotta e allofferta di trasporto attuale o programmata; la presenza nei nuovi
insediamenti di assetti urbanistici favorevoli al trasporto collettivo; le destinazioni duso degli immobili, specie nelle aree
centrali.
I Comuni e le altre amministrazioni competenti devono salvaguardare le aree disponibili per i parcheggi e sosta breve
in caso di nuove costruzioni, ristrutturazioni e ampliamenti di edifici esistenti, qualunque ne sia luso; devono inoltre
favorire e incentivare le trasformazioni di edifici in parcheggi coperti.
La Regione Sicilia intende promuovere lintermodalit dei trasporti, che consente di utilizzare per ogni segmento dello
spostamento complessivo il modo pi idoneo sotto il profilo tecnico, economico ed ambientale.
Lo sviluppo delle reti di intermodalit (nodi di interscambio fra mezzi pubblici, parcheggi delle autovetture in
corrispondenza di fermate/stazioni di mezzi pubblici) e di sistemi innovativi, quali la bigliettazione integrata, e un recupero
di efficienza complessiva del sistema costituisce un punto irrinunciabile del presente Piano. La realizzazione di
collegamenti del trasporto pubblico locale con le stazioni ferroviarie e con i centri delle citt costituiscono un importante
strumento, sotto il profilo ambientale, del contenimento della congestione e dei costi interni del trasporto.
Per lo sviluppo e il sostegno delle politiche di intermodalit, la Giunta Regionale, le Province e i Comuni effettuano
efficaci e capillari campagne di informazione ai cittadini.
Considerato che linadeguatezza dei parcheggi e delle altre infrastrutture presso i caselli autostradali costituisce un ostacolo
alla riduzione del traffico e allauspicato sviluppo dellintermodalit dei trasporti, le amministrazioni pubbliche competenti
devono intervenire nei confronti dei gestori delle autostrade, in particolare per:
a. la realizzazione di idonei parcheggi, sia a pagamento sia gratuiti, presso tutti gli accessi ai caselli autostradali;
b. il miglioramento della viabilit complessiva e una riduzione della congestione in corrispondenza dei caselli
autostradali.
Entro il 31.12.2009, la Giunta Regionale tenuta ad effettuare uno studio di verifica della situazione viabilistica in
corrispondenza di tutti i caselli autostradali e a proporre interventi di miglioramento.
Piani Urbani del Traffico (PUT) e Piani Urbani della Mobilit (PUM)
La Regione invita i Comuni inadempienti a provvedere quanto prima alla redazione dei PUT e porre laspetto specifico
dellinquinamento dellaria come punto fondamentale nella redazione dei piani e nella revisione degli stessi.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
215
I Comuni con pi di 100.000 abitanti devono elaborare i piani urbani della mobilit (PUM) per affrontare i problemi della
mobilit secondo un Piano strategico di medio-lungo termine.
La Regione afferma la propria piena disponibilit a concertare linee generali di intervento con i Comuni e le Province
interessate, avvalendosi anche della collaborazione dellARPA Sicilia.
La Giunta Regionale procede, previa diffida, alla nomina di un commissario straordinario qualora i Comuni soggetti al
PUT non provvedano allapprovazione di detto documento entro il 31.12.2009.
Interventi per il decongestionamento del traffico
La Regione Siciliana, al fine di migliorare la mobilit del traffico automobilistico nelle diverse reti urbane ed
extraurbane e di attuare una mobilit supportata da ausili informatici all'interno delle aree urbane, oltre a prevedere opere
strutturali per il miglioramento del Sistema Ferroviario nelle Aree Metropolitane, concede altres contributi finalizzati ad
incentivare:
a. l'installazione di sistemi di pagamento informatizzati del pedaggio autostradale sulle auto di nuova
immatricolazione;
b. la sperimentazione da parte dei Comuni capoluogo di Provincia di sistemi di accesso selezionato ad aree
individuate, o a parcheggi, attraverso l'uso di strumenti di riconoscimento e rilevamento automatizzati in
ingresso e in uscita.
Le forze dellordine pubblico stabiliscono, in accordo con le Province, programmi di massima mobilitazione e
sorveglianza, da attuarsi in tutti i periodi di superamento delle soglie di allarme, per il pieno rispetto del Codice della
Strada e delle norme qui stabilite in materia di bollino blu.
Contributi finanziari
Specifiche risorse, anche a integrazione di quelle eventualmente destinate dallo Stato, saranno rese disponibili da parte
della Regione, Province e Comuni per lattuazione degli interventi previsti dal Piano.
6.2.1.2 Interventi di breve periodo
Bollino Blu
A partire dal 01/07/2009, tutti i veicoli a motore di propriet di persone o enti aventi residenza o sede nella Regione
Siciliana, immatricolati da oltre un anno, per circolare sul territorio regionale devono essere in grado di attestare il rispetto
delle prescrizioni tecniche di cui allart. 2 del Decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 5 febbraio 1996,
mediante lesibizione del bollino blu valido su tutto il territorio nazionale di cui al decreto del Ministro dei trasporti 28
febbraio 1994, e il possesso del certificato relativo al controllo delle emissioni.
Il rilascio del bollino blu avviene contestualmente alle scadenze per la revisione dellautoveicolo.
In conformit con quanto previsto della Direttiva del Ministero dei Lavori Pubblici del 7 luglio 1998, la circolazione
dinamica sul territorio regionale in assenza di bollino blu sar punita ai sensi dellarticolo 7, comma 13 del Decreto
legislativo 285/92 Nuovo codice della strada, con la sanzione amministrativa prevista. Alla polizia municipale e agli
organismi di vigilanza individuati dai Comuni compete la verifica dellottemperanza di quanto disposto dal presente
provvedimento.
Gli autoveicoli a motore in possesso del bollino blu e della relativa documentazione di rito, rilasciato da altra regione o
provincia sono autorizzati alla circolazione sul territorio regionale.
6.2.1.3 Provvedimenti da assumere in caso di superamento delle soglie di allarme e dei
valori limite per uno o pi inquinanti
Competenze
In considerazione del fatto che, in ambito regionale, le emissioni inquinanti sembrano presentare una componente
areale dominante e che provvedimenti scarsamente coordinati e differenziati nella tipologia, intensit, tempo e spazio di
applicazione potrebbero non consentire di ripristinare condizioni accettabili di qualit dellaria in tempi adeguati, la
gestione dei superamenti delle soglie di allarme e dei valori limite per gli inquinanti atmosferici cos articolata.
Tavolo tecnico regionale di coordinamento sulla qualit dellaria ambiente
1. E in corso di istituzione, presso il Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente, il Tavolo tecnico regionale di
coordinamento sulla qualit dellaria ambiente che avr il compito di coordinare, nel ris petto delle competenze
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
216
proprie dei diversi soggetti istituzionali che operano nel campo della tutela della qualit dellaria, le iniziative
finalizzate a dare attuazione al D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 351, al D. Lgs. 1 ottobre 2002, n. 261, ed al D. Lgs. 21
maggio 2004, n. 183, al fine di pervenire alladozione dei piani e dei programmi previsti dalla normativa vigente
per risanare e mantenere la qualit dellaria ambiente nel territorio regionale.
2. Nella predisposizione degli strumenti attuativi (piani e programmi) si dovr tenere conto dellimportanza della
collaborazione tra i diversi livelli istituzionali (comunale, provinciale, regionale, nazionale), ciascuno coinvolto
con le proprie competenze in fase di programmazione ed attuazione.
3. Fanno parte del Tavolo tecnico regionale di coordinamento sulla qualit dellaria ambiente:
LAssessore Regionale al Territorio e Ambiente (o suo delegato), che presiede il tavolo;
il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente (o suo delegato);
il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Urbanistica (o suo delegato);
il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Industria (o suo delegato);
il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Trasporti e Comunicazioni (o suo delegato);
il Dirigente Generale dellIspettorato Regionale Sanitario (o suo delegato);
il Dirigente Generale dellOsservatorio Epidemiologico Regionale (o suo delegato);
il Direttore Generale dellAgenzia Regionale per la Protezione Ambientale (o suo delegato);
il Direttore dellUfficio Speciale per le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale (o suo delegato);
i Direttori Generali delle province regionali (o loro delegati);
i Direttori Generali dei comuni capoluogo di provincia (o loro delegati);
un rappresentante di A.N.C.I. Sicilia;
un rappresentante per ognuna delle seguenti associazioni di categoria: Confindustria Sicilia, A.P.I. Sicilia,
Confcommercio Sicilia;
un rappresentante per ognuna delle seguenti associazioni ambientaliste: W.W.F. Sicilia, Legambiente
Sicilia;
un esperto designato da ognuno dei Rettori degli Atenei di Palermo, Catania, Messina ed Enna;
il dirigente responsabile del Servizio 2 - Valutazione ambientale strategica e valutazione di impatto
ambientale del Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente (o suo delegato);
il dirigente responsabile del Servizio 3 - Tutela dallinquinamento atmosferico del Dipartimento
Regionale Territorio e Ambiente.
4. Il Tavolo tecnico regionale di coordinamento sulla qualit dellaria ambiente potr essere di volta in volta
integrato da altri componenti, in rappresentanza degli enti di cui sopra e/o di altri enti, in funzione di specifiche
esigenze che dovessero emergere ai fini di un corretto svolgimento delle attivit istituzionali di cui al comma 1,
per dare seguito agli adempimenti previsti dalle norme in premessa richiamate. Il tavolo potr riunirsi
periodicamente con la presenza di tutti i suoi componenti, per gli adempimenti di carattere generale, e/o in gruppi
ristretti per specifiche tematiche riguardanti le competenze assegnate dalle norme vigenti ad una o pi
amministrazioni.
5. A supporto dellattivit del Tavolo tecnico regionale di coordinamento sulla qualit dellaria ambiente sar attivato
un Ufficio di Segreteria presso il competente servizio del Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente.
Indicazioni generali per la gestione di episodi acuti di inquinamento atmosferico
Nei Piani di azione, o nei provvedimenti ad esso collegati, sono stabiliti per ciascuna delle possibili situazioni di
superamento dei valori limite e delle soglie di allarme, azioni e interventi specifici che devono essere attuati per la
riduzione delle emissioni dovute al traffico, agli impianti per il riscaldamento di ambienti, agli impianti produttivi; sono
altres definiti i soggetti ai quali sono rivolte le diverse azioni, le procedure operative, le modalit ed i tempi di attuazione.
I provvedimenti previsti nel Piano di azione, o nei provvedimenti ad esso collegati, devono riguardare prioritariamente
interventi per la riduzione delle emissioni dovute a:
traffico veicolare;
impianti termici civili;
impianti individuati come sorgenti puntuali nel Registro Europeo delle Emissioni (EPER) in applicazione della
direttiva 96/61/CE (detta IPPC);
impianti produttivi, sia termici che tecnologici, non inclusi nellEPER;
centrali termoelettriche non incluse nellEPER.
La scelta dei provvedimenti da mettere in atto sar effettuata sulla base della natura dellinquinamento e dellentit
della riduzione delle emissioni necessaria per ripristinare le condizioni di qualit dellaria. Questa sar valutata tenendo
conto dellentit del superamento e dellestensione spaziale e temporale previsto del fenomeno.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
217
La riduzione delle emissioni sar ascritta alle categorie di sorgenti maggiormente significative e suscettibili di
riduzione, tenendo conto della necessit di escludere dai provvedimenti gli insediamenti, gli impianti ed i servizi individuati
come essenziali.
I provvedimenti devono riferirsi almeno al territorio delimitato come appartenente alla zona A.
Al perdurare della situazione critica, a meno che le previsioni meteorologiche facciano prevedere un suo significativo
miglioramento, i Comuni interessati adottano i provvedimenti stabiliti dal Piano dazione, o dai Provvedimenti regionali in
applicazione del Piano di azione, che devono essere messi in atto dal giorno successivo.
Sono previste misure che possono arrivare a:
blocco totale del traffico privato, con progressione crescente di territorio e di durata;
chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, con gradualit, in ordine decrescente di et a partire dalle scuole
superiori.
I provvedimenti assunti cessano i loro effetti qualora, al termine del ciclo di monitoraggio giornaliero, non sussistano
pi tali condizioni.
I provvedimenti di limitazione della circolazione non si applicano ai veicoli elettrici, a quelli alimentate a gas metano e
GPL, ai veicoli con almeno 3 persone a bordo (car pooling) e ai veicoli condivisi (car sharing).
6.3 IDENTIFICAZIONE DEI RISULTATI DI RIDUZIONE DELLE
CONCENTRAZIONI DEL PIANO
Le riduzioni previste/attese delle concentrazioni degli inquinanti sono state indicate nel Piano sia in linea generale, sia
per le zone A e B e specifiche e saranno meglio dettagliati a seguito dei piani di azione adottati.
6.4 STRATEGIE PER LA PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO
La prima revisione del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dellAria Ambiente (versione definitiva)
seguir il seguente iter di approvazione:
La Giunta Regionale provvede ad adottare il Piano, depositandone copia integrale (su supporto cartaceo ed informatico)
presso il Settore Ambiente della Regione Sicilia e delle Province e presso i Dipartimenti ARPA SICILIA Provinciali della
Sicilia.
Dellavvenuta adozione del Piano viene data notizia sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia e, pertanto, entro
sessanta giorni da tale data, chiunque ne abbia interesse pu fare pervenire alla Giunta regionale eventuali osservazioni e
proposte. Analogo avviso va pubblicato sui quotidiani regionali. La conclusione della procedura prevede che tutte le
osservazioni pervenute vengano valutate dalla Giunta regionale e, per quanto ritenuto opportuno, introdotte nel Piano,
procedendo quindi ad una riadozione e successiva trasmissione al Consiglio regionale, assieme a tutta la documentazione
relativa alle osservazioni, per la definitiva approvazione.
Dopo lapprovazione, il CD contenente il Piano definitivo pu essere inviato a tutti gli Enti Locali (Comuni e
Province).
Per quanto attiene alla comunicazione con il pubblico, si ritiene opportuno agire su due fronti, attraverso:
la stesura e pubblicazione in allegato ai principali quotidiani regionali, di una breve sintesi non tecnica del Piano
(max 10 pagine), da presentarsi nel corso di una conferenza stampa;
lorganizzazione di un seminario pubblico di presentazione dei contenuti del Piano, con la presenza della stampa
locale.
In riferimento agli eventuali superamenti dei livelli di allarme e dei valori limite degli inquinanti atmosferici, la
comunicazione al pubblico attuata secondo quanto richiamato al paragrafo 1.8.
In fase di gestione, si suggerisce lattivazione di un forum di consultazione, sulla tipologia di Agenda 21.
6.5 MONITORAGGIO DEL PIANO
Le procedure e le modalit di monitoraggio, delle singole fasi di attuazione e dei relativi risultati sono indicati nelle
varie sezioni del Piano.
Nel documento Monitoraggio del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dellAria Ambiente, elaborato
ogni tre anni entro il 31 maggio, lAssessore Regionale allAmbiente indicher eventualmente alle strutture tecniche
competenti, le integrazioni alle procedure e modalit di monitoraggio stabilite nel Piano.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
218
6.6 VERIFICA DEL PIANO
Entro il 31 maggio di ciascun anno, lAssessore Regionale Territorio e Ambiente trasmette alla Giunta Regionale,
allAssemblea Regionale e alle Province, un documento denominato Monitoraggio del Piano Regionale di Coordinamento
per la Tutela dellAria Ambiente, relativo allanno precedente, in cui espone una sintesi sullo stato di attuazione del Piano.
E demandata allAssessorato Regionale Territorio e Ambiente la verifica dello stato di attuazione e dellefficacia
del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dellAria Ambiente.
Entro il 31 marzo di ciascun anno, lARPA SICILIA trasmette allAssessorato Regionale Territorio e Ambiente
una valutazione dettagliata sullandamento annuale delle concentrazioni degli inquinanti rilevate dalle centraline fisse e
mediante campagne di controllo ad hoc, in tutto il territorio regionale e specificatamente per le zone A e B individuate
dal Piano. Dovranno altres essere individuati gli scostamenti dagli obiettivi del presente Piano e pi in generale il rispetto
della normativa.
Per quanto concerne gli aspetti di assistenza tecnica nelle differenti fasi di attuazione del piano ai diversi livelli potr
essere previsto il coinvolgimento di figure specialistiche e strutture universitarie al fine di fornire supporto e consulenza
tecnico-scientifico per le seguenti attivit:
aggiornamento delle sorgenti puntuali;
pianificazione dellagiornamento dellinventario delle emissioni diffuse e lineari;
consulenza al responsabile della pianificazione per tutte le attivit di sua competenza;
pianificazione della manutenzione del sistema.
6.6.1 Controlli
Il primo livello viene identificato con le strutture provinciali (Province e/o sedi provinciali di ARPA SICILIA). Questo
livello deve garantire il flusso di informazioni relativamente alle reti di monitoraggio esistenti nel territorio regionale.
Per le funzioni tecniche di controllo di propria competenza i Comuni e le Province si avvalgono dell'ARPA SICILIA,
dellUniversit, o di esperti settoriali, mediante apposite convenzioni.
6.6.2 Informazione alla popolazione
La Regione Sicilia promuove direttamente, o attraverso le province, i Comuni, i consorzi e le associazioni, luniversit
iniziative di comunicazione mirate a realizzare campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini e a
specifici gruppi di interesse, sui contenuti, gli obiettivi e le proposte del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela
dellAria Ambiente. La Regione Sicilia, in collaborazione con le Province, i Comuni, lUniversit e lARPA SICILIA
mette a disposizione degli organismi interessati e dei singoli cittadini i dati aggiornati sulla qualit dellaria.
6.7 REVISIONE DEL PIANO
In fase di avviamento del Piano con la prima Revisone saranno introdotti i risultati di alcune attivit in corso di
completamento (inventario delle emissioni, mappatura definitiva delle zone A, B e C, analisi dei trend, simulazioni con
modelli, etc..). La prima revisione del Piano sar eseguita entro il 2008. LAssessore Regionale Territorio e Ambiente
trasmette alla Giunta Regionale, allAssemblea Regionale e alle Province, un documento denominato prima Revisione del
Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dellAria Ambiente per lapprovazione del documento definitivo.
Successivamente, a regime, ogni tre anni, entro il 31 maggio, lAssessore Regionale Territorio e Ambiente trasmette
alla Giunta Regionale, allAssemblea Regionale e alle Province, un documento denominato Revisione del Piano Regionale
di Coordinamento per la Tutela dellAria Ambiente, relativo al triennio precedente in cui indica fra laltro gli interventi di
correzione e di integrazione necessari per lallineamento con gli obiettivi stabiliti dal Piano e dalla nuova normativa
nazionale ed europea.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
219
CAPITOLO 7 PROVVEDIMENTI O PROGETTI A LUNGO TERMINE
7.1 I PROGETTI
La Regione Sicilia, attraverso: lARPA SICILIA, lUniversit ed esperti di settore, provveder nellimmediato futuro
allattivazione di alcuni progetti di monitoraggio della matrice aria che intendono contribuire al miglioramento della
conoscenza non solo rispetto allo stato della qualit dellaria in ambito regionale e in specifiche aree di interesse, ma anche
finalizzati al monitoraggio e gestione del rischio industriale.
7.1.1 Progetto SIMAGE
Il Progetto SIMAGE (Sistema Integrato per il Monitoraggio Ambientale e la Gestione del rischio industriale e delle
Emergenze), in corso di espletamento per le aree a rischio della regione Sicilia . I principali obiettivi sono:
a. realizzazione del progetto pilota del Sistema Integrato di Monitoraggio del Rischio e delle Emergenze, che prevede
la definizione e sintesi delle problematiche pertinenti al progetto, la progettazione esecutiva dellarchitettura del
sistema, lacquisizione di parte della strumentazione di controllo per una prima sperimentazione in campo e
limplementazione del Centro di Gestione delle emergenze,
b. studio dellambiente atmosferico attraverso un piano di monitoraggio integrato con la modellistica, finalizzata a:
stima delle emissioni, meteorologia, dispersione e deposizione degli inquinanti e definizione di scenari di riduzione
conseguenti a politiche di abbattimento delle emissioni.
Altri obiettivi sono: lacquisizione della strumentazione utile al monitoraggio delle emergenze rispetto allintero
perimetro delle aree industriali, lultimazione del Centro di Gestione, lintegrazione del Centro di Gestione con un Sistema
Esperto per la gestione delle emergenze, lo studio del follow-up ambientale, la messa a punto e il test di procedure
operative di intervento, in collaborazione con i VV.F., e di procedure di tempestiva comunicazione sugli eventi anomali.
Infine sar prevista linterconnessione e lo sviluppo dellintero sistema anche con strumenti satellitari di indagine e di
monitoraggio ambientali.
7.1.2 Progetto di razionalizzazione e ottimizzazione delle reti di monitoraggio della
qualit dellaria della Sicilia. Sistema integrato di monitoraggio meteo-ambientale
Il Progetto prevede la razionalizzazione e riorganizzazione della rete di monitoraggio della qualit dellaria della
Regione Siciliana, al fine di migliorarne la rappresentativit spaziale, in ottemperanza al D.Lgs. 351/99 e al DM 60/02.
Parallelamente il Progetto intende favorire la sostituzione di parametri a scarsa rilevanza ambientale (PTS, SO
2
,
NMHC) con altri ad elevato interesse sanitario (PM
10
, PM
2.5
, IPA, metalli), oltre che garantire luniformazione delle
procedure di produzione, validazione e trasmissione dei dati di qualit dellaria, inserendo la rete di monitoraggio in un
Sistema Qualit.
La riqualificazione della rete di monitoraggio della qualit dellaria della Sicilia pu essere intesa come risposta al
bisogno di informazioni capillari sullo stato della qualit dellaria, in linea con la nuova normativa, comunitaria e
nazionale, che si sta rapidamente evolvendo.
La Direttiva Quadro 96/62/CE (recepita in Italia dal D.Lgs. n 351 del 04/08/99) e le Direttive Figlie 99/30/CE e
00/69/CE puntano alla razionalizzazione dei punti di campionamento mediante lindividuazione dei criteri di
posizionamento su macroscala e microscala delle stazioni di monitoraggio e alla definizione dei nuovi inquinanti per i quali
si rende necessaria la misura (metalli pesanti, composti organici volatili).
Oltre a ci occorre tener conto del documento dellAgenzia Ambientale Europea Criteria for Euroairnet (febbraio
1999), nel quale viene indicata la metodologia per la realizzazione della Rete Europea di Rilevamento della Qualit
dellAria (EURO-AIR- NET).
Parallelamente lottimizzazione della rete della qualit dellaria dovrebbe consentire una razionalizzazione delle spese
di gestione, oltre che garantire un livello di qualit dei servizi erogati pi elevato rispetto a quello attuale.
E in corso di effettuazione una ricognizione delle reti di monitoraggio della qualit dellaria presenti in Sicilia; sono
stati raccolti i metadati (tipo di stazione, tipo di zona, coordinate geografiche, ecc.) stato verificato il
microposizionamento di tutte le centraline della Regione. Entrambe le iniziative hanno portato alla luce le numerose
problematiche che la rete di rilevamento della qualit dellaria presenta, ossia:
- difficolt di armonizzazione dei metodi di rilevamento e frammentariet di gestione;
- eccessiva presenza di siti di misura nei centri urbani;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
220
- difficolt a mantenere in qualit un numero elevato di stazioni;
- problematiche di microposizionamento delle centraline (rappresentativit limitata);
- mancanza di copertura di tutto il territorio regionale;
- Ridondanze nel rilevamento di alcuni inquinanti (SO2, PTS) e carenze nel rilevamento di altri (PM10, benzene, O3).
Il Progetto si prefigge inoltre lobiettivo di sviluppare un sistema integrato di monitoraggio (qualit dellaria e
meteorologia) con particolare riguardo allo studio dello strato limite planetario (PBL) in aree depresse, per applicazioni alla
meteorologia ambientale anche come input e/o verifica di modelli avanzati di simulazione per il trasporto e la dispersione
di inquinanti in atmosfera. Il programma prevede la pianificazione, lacquisizione e la gestione della strumentazione
proposta (profilatori di temperatura e vento e strumenti per misurare la turbolenza alla superficie) e la messa in rete dei dati,
rilevati con ampio utilizzo delle tecnologie di telecontrollo in sintonia con la tendenza della meteorologia mondiale. I dati
acquisiti potranno essere ampiamente utilizzati nello studio della dispersione degli inquinanti urbani e da camini e per la
previsione della dispersione dei fumi rilasciati da eventi accidentali. Tale approccio consentir da un lato una migliore
gestione dellinquinamento atmosferico (valutazioni di impatto ambientale, piano di gestione del traffico etc.), dallaltro
una pronta risposta a supporto delle strutture di protezione civile sia in caso di incidenti, sia in concomitanza di condizioni
meteorologiche avverse. Il progetto prevede la gestione delle stazioni meteorologiche. I dati di direzione e velocit del
vento rilevati da questi strumenti saranno utilizzati per la derivazione di parametri micrometeorologici secondari (in
particolare: stabilit atmosferica). Sulla base dei dati di direzione e velocit del vento relativi potr esere effettuata la
caratterizzazione delle varie zone.
7.1.3 Progetto di un sistema di controllo della qualit dellaria a scala urbana
E prevista la costituzione di un osservatorio permanente per la misura, valutazione, previsione e controllo della qualit
dellaria atmosferica a scala urbana. La gestione del sistema integrato di monitoraggio e telecontrollo sar affidata ad un
gruppo di lavoro comprendente personale universitario e funzionari del Servizio 3 DTA dellARTA e di altri Assessorati
territorialmente interessati per gli aspetti di loro competenza (ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi
ambientale, urbanistica, sanit, agricoltura, industria, etc..).
Attraverso metodi di modellazione, combinati con la meteorologia, gli inventari delle emissioni ed i sistemi di
misurazione, il servizio consentir di:
eseguire con continuit una valutazione della qualit dellaria estesa ai territori urbani (a grande, media e piccola
taglia), individuando le zone dove gli obiettivi di qualit dellaria non sono rispettati;
prevedere levoluzione degli episodi di inquinamento;
eseguire lanalisi degli scenari a lungo termine e su larga scala ed a breve termine su scala limitata.
Per quanto concerne la qualit atmosferica saranno implementati indicatori significativi idonei al controllo degli
standard di qualit. Saranno considerati ed applicati ndicatori semplici diretti (per es. concentrazione dei principali
inquinanti: SO2, NOx, CO, PM10, Pb, O3, etc..;) e indicatori compositi quali per es. indici di stress a lungo termine utili
per la pianificazione territoriale o a breve termine (per es. AQSI), indici di qualit legati allimpatto (per es. AQI, DAQx,
ATMO, API, etc..), indici di vulnerabilit ambientale legati alla tossicit dei costituenti atmosferici (per es. VI).
La serie di dati territoriali e ambientali acquisiti, integrati dai valori desunti dallapplicazione di modelli di previsione,
consentir la costruzione di mappe di rischio o di qualit per il successivo confronto con gli standard di qualit normativi o
igienico-sanitari.
7.1.4 Progetto di implementazione di una banca dati ambientale SITA
Uno degli approcci pi efficaci per affrontare problematiche in campo ambientale, nella pianificazione e nella gestione
territoriale consiste nell'impiego dei GIS (Geographic Information System) come strumenti di supporto.
I GIS nati per soddisfare l'esigenza dei pianificatori territoriali di manipolare dati spaziali e per essere un valido
supporto all'ingegneria civile, hanno subito nel tempo numerose influenze che li hanno resi degli strumenti versatili da
utilizzare in vari campi (ambiente, pianificazione, ecc.); essi permettono infatti di risolvere diversi problemi connessi con il
controllo dei dati geografici mediante operazioni di conversione, trattamento, interrogazione ed analisi, e mediante la
possibilit di studiare le relazioni spaziali tra dati derivanti da sorgenti eterogenee.
Da queste considerazioni nata lidea di sviluppare un software di gestione e controllo del territorio e dellambiente
denominato SITA (Sistema di Informazione Territoriale Ambientale).
Scopo del sistema di mostrare un quadro della qualit dellaria per quanto concerne i parametri chimico-fisici
allinterno di aree urbane considerando il peso fondamentale del sistema dei trasporti e degli impianti (riscaldamento,
industriali ed artigianali) e di correlare linquinamento con gli effetti sulla popolazione esposta.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
221
Sar effettuato linventario georeferenziato delle sorgenti fisse e mobili (impianti termici civili, attivit artigianali e/o
industriali, infrastrutture dei trasporti, ecc) e quindi larchiviazione e visualizzazione di sorgenti fisse georeferenziate con
i relativi tempi di funzionamento, emissioni, livelli di immessi in punti di riferimento, ecc...
Per supportare le fasi di analisi le banche dati informatizzate consentono di collegare dati inerenti il territorio come
strade, edifici, insediamenti produttivi, infrastrutture in genere con dati di tipo ambientale quali linquinamento acustico,
ma anche con altri aspetti quali, per esempio, linquinamento atmosferico e la qualit del clima, il posizionamento
territoriale e geografico ed infine la rappresentazione grafica con riferimento a cartografie IGM digitalizzate in formato
raster (file Bitmap) o in formato vettoriale provenienti da aereofotogrammetria.
Un accurato rilievo diretto dei dati necessari a censire lo stato di fatto consente di individuare i tre sistemi fondamentali
dell'ambiente urbano esistente: ambientale, insediativo (residenze, insediamenti produttivi, servizi e funzioni urbane) ed
infrastrutturale (strade, ferrovie, aeroporti, porti, etc).
La banca dati risulta essere cos un vero e proprio contenitore di dati organizzati e strutturati in grado di consentire
lelaborazione e lestrapolazione di dati statistici, progettuali e descrittivi relativi allo stato dellambiente di porzioni pi o
meno vaste di territorio.
Inoltre si pensato di dotare il software di una interfaccia che consentisse linterrogazione della banca dati tramite
INTERNET per consentirne l'utilizzo al pubblico.
E possibile interrogare larchivio e visualizzare: il loro posizionamento territoriale e geografico e le informazioni sia
in forma tabellare che grafica; viceversa a partire da unentit grafica georeferenziata possibile visualizzare i dati ad essa
collegati.
Larchivio dati costituito da tabelle interconnesse che consentono il facile scambio di dati.
Considerando la grande mole di dati che in teoria la banca dati dovrebbe contenere a pieno regime, sorgono diverse
esigenze:
- Necessit di utilizzare database relazionali.
- Necessit di utilizzare il linguaggio SQL per l'interrogazione della banca dati.
- Grande mole di dati gestibile.
- Velocit di esecuzione delle interrogazioni.
- Flessibilit.
- Affidabilit.
- Scarsa manutenzione.
- Robustezza.
- Possibilit di utilizzo multiutente in tempo reale.
- Possibilit di interrogazione ed aggiornamento dati tramite internet.
- Possibilit di assegnare password di accesso e privilegi ad utenti appartenenti a gruppi e categorie differenti.
Il software potr consentire di visualizzare, esplorare, interrogare ed analizzare geograficamente i dati a disposizione in
pochissimo tempo. Il software consentir la visualizzazione georeferenziata del quadro di unione di un insieme di carte in
formato raster e la possibilit di sovrapporre ad esse un piano di disegno vettoriale sul quale possibile disegnare linee
poligonali, anchesse georeferenziate, delimitare e campire delle aree, contrassegnare dei punti. Una volta creata la mappa,
possibile aggiungervi dati con estrema facilit. Le informazioni di tipo grafico vettoriale possono essere poi collegate con
i dati di tipo acustico-ambientali contenuti nella banca dati, in modo biunivoco, cos da poter sempre recuperare i dati
collegati ad una data entit vettoriale, o rappresentare sul piano un insieme di entit vettoriali che corrispondono ad un dato
criterio di ricerca. Il software sar composto da tre moduli principali indipendenti:
- Il modulo di gestione delle cartografia e del disegno vettoriale;
- Il modulo di gestione della banca dati;
- Il modulo di internet.
In questo modo sar possibile evidenziare e contrassegnare elementi della cartografia con linee, aree retinate e simboli,
anche se nessun dato stato caricato nel database dei dati acustico-ambientali, ed possibile riempire interamente la banca
dati anche se nessun riferimento sulla cartografia stato ancora disegnato.
Per le infrastrutture dei trasporti potr essere messo a punto un catasto informatico georeferenziato e contenere dati ed
informazioni di tipo geometrico, acustico, ambientale e sulla tipologia e composizione del traffico.
In particolare, a titolo di esempio, nellarchivio possono essere inseriti:
- i livelli di rumore medi diurni e notturni DNL ed Lden calcolati in funzione del Traffico Medio Giornaliero, Annuo
TMGA;
- i valori di concentrazione degli inquinanti chimici calcolati in funzione delle settimane tipo di Traffico veicolare, dei
parametri meteo-climatici etc..
- i valori di concentrazione degli inquinanti chimici misurati.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
222
Per quanto riguarda le centraline di monitoraggio sar messo a punto un software di acquisizione ed elaborazione dati.
I dati potranno essere importati da una qualsiasi centralina di monitoraggio con il comando importa
Nella maschera dellarchivio centraline sar possibile visualizzare le caratteristiche della centralina, i parametri
acustici e chimici giornalieri ed orari, ecc Selezionando il comando media periodo si attivar un form di calcolo ed
elaborazione che consentir la costruzione di grafici del tipo mostrato nella figura seguente. Il software consent ir di
selezionare il periodo per il quale eseguire i calcoli e consentir di selezionare i parametri da visualizzare nel grafico.
Selezionando il comando media settimanale si attiver un altro programma di calcolo che consentir di calcolare la
settimana tipo del periodo selezionato. In questo caso il programma calcoler lora tipo del giorno tipo della settimana tipo
del periodo selezionato come media dei valori orari di tutti i corrispondenti valori.
Il SITA potr essere collegato in tempo reale con centraline di monitoraggio mobili da collocare ad esempio sul tetto di
autobus o di mezzi che percorrono circuiti ben determinati in tempi determinati. E necessario disporre di una flotta di
veicoli tale da coprire un quartiere o tutta la citt. I dati collezionati (temperatura umidit relativa, concentrazioni di
inquinanti) sono trasmessi in tempo reale con le coordinate geografiche o UTM al software di acquisizione e di
elaborazione.
7.1.5 Progetto: Analisi della Climatologia Urbana e Qualit del Clima
I ricercatori che indagano nei singoli campi della climatologia applicata tendono a finalizzare lo studio del clima
mettendo in evidenza gli aspetti che meglio corrispondono alle proprie esigenze. Naturalmente i risultati ottenuti con tale
approccio non rivestono un carattere generale cos da soddisfare le esigenze di tutti gli studiosi. Ne deriva un gran numero
di modalit e criteri per classificare i climi della terra, i quali possono sinteticamente ridursi ai seguenti:
a) metodi analitici;
b) metodi degli indici climatici;
c) metodi sinottici o genetici.
Il metodo analitico prevede il calcolo delle medie (giornaliere, mensili od annue) dei principali elementi del clima (per
es. temperatura, insolazione, umidit, precipitazioni, vento) considerandoli separatamente ed elaborando delle tabelle.
Confrontando i risultati, per localit diverse, si pu mettere in evidenza lappartenenza a determinati tipi cimatici. In base a
questo metodo il clima di un data localit o zona geografica pu essere definito come linsieme delle condizioni
meteorologiche che influiscono costantemente e spiccatamente sulla morfologia, idrografia e vegetazione del territorio e
che quindi possono considerarsi tipiche.
Il secondo metodo consiste nel costruire degli indici empirici che esprimono leffetto complessivo dei singoli elementi
limatici. Esso, infatti, si basa sulla considerazione che i diversi parametri climatici non concorrono singolarmente a definire
il clima di una qualsiasi localit, bens combinandosi tra loro nel modo pi vario possibile, anche se si assumono soltanto i
valori medi.
Il metodo sinottico si inquadra in una linea di ricerca la quale analizza i principali elementi della circolazione
atmosferica generale e ne studia la ripartizione media sulla superficie terrestre, oppure considera la distribuzione media
stagionale delle principali masse daria.
Ciascuno dei metodi sopra esposti parte da un presupposto diverso, ma tutti si propongono lo stesso fine che quello di
ridurre gli innumerevoli climi locali ad un numero relativamente esiguo di classi o gruppi entro i quali i singoli elementi
climatici presentano evidenti caratteristiche in comune. Lo studio della ripartizione dei tipi climatici sulla superficie
terrestre permette, poi, di delimitare delle regioni geografiche, pi o meno estese, in cui i caratteri del clima sono simili e
che prendono il nome di zone climatiche.
Aspetti da valutare sono in particolare:
- Correlazione clima e comfort/salute.
- Il caldo umido.
- Indicatori biometeorologici umani. Indici analitici a 2 o pi gradi di libert.
- Lisola di calore urbana. Inversione termica e diffusione dellinquinamento atmosferico
- Laboratori mobili e mappe di discomfort termoigrometrico.
- Applicazioni.
Si gi visto come la conoscenza del quadro climatico sia un importante complemento per lo studio dellinquinamento
atmosferico, e pi in generale per la determinazione del comfort globale outdoor.
Nel campo dello studio dei siti esterni, il comfort pu essere analizzato attraverso variabili meteoclimatiche dirette,
tradizionalmente la temperatura dellaria, lumidit relativa, la radiazione solare, il regime anemologico, la pressione
atmosferica, il regime pluviometrico.
Un utile metodo di indagine costituito dallanalisi di indici biometeorologici umani. Si tratta di indici a due o tre
gradi di libert, generalmente a piccola scala temporale. Di seguito si riportano i principali indici biometeorologici umani:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
223
- indice Heat Stress HS (1982);
- indice di discomfort DI, sviluppato da Thom nel 1959 e ripreso da Giles nel 1990;
- indice THI (Temperature Humidity Index) di Steadman (1976);
- un indice elaborato per descrivere gli ambienti freddi il WCI (Wind Chill-Index) di Steadman;
- indice di potenza raffreddante K di Sipel e Passel (1945);
- indice Perception of Climate CP, di Tacken (1989);
- un indice oggetto di norma ISO il Wet Bulb Globe termometer (WBGT),
- un altro indice per lo studio dei climi caldi lHeart Rate (RC).
Vi sono poi altri indici, pi complessi, tra i quali si citano il voto medio previsto PMV per ambienti esterni, e lindice
di stress meteorologico WSI.
7.1.6 Messa a punto di un protocollo per la Sostenibilit Ambientale
Oggetto del presente Progetto di regolamentare interventi rivolti alla sostenibilit (con particolare riferimento a
quella urbana) secondo i criteri fissati e sviluppati internazionalmente da Agenda 21 a livello globale, regionale e locale.
Per la valutazione dei risultati possono essere analizzate le serie di indicatori proposti da varie strutture a livello
internazionale che perseguono obiettivi di sviluppo economico e sociale.
Un indicatore pu essere definito come un parametro, o un valore derivato da parametri, che fornisce informazioni su
un fenomeno. Gli indicatori ambientali e di sostenibilit, sviluppati per scopi specifici, rappresentano quindi una sintesi di
dati e la loro attenta scelta deve permettere di elaborare un insieme di dati circostanziati, leggibili e concreti, indispensabili
per valutare l'andamento nel tempo delle performance ambientali, evidenziando i risultati positivi e le criticit, e per
effettuare raffronti temporali, analisi costi/benefici, valutazioni ambientali strategiche.
Gli indicatori semplificano inoltre il processo di comunicazione delle informazioni a tutte le parti interessate. Di
fondamentale importanza la scelta degli indicatori, che devono essere particolarmente affidabili, semplici e facilmente
confrontabili e costantemente reperibili e devono essere "strategici" per le tematiche affrontate. Tra le batterie di indicatori
maggiormente utilizzate a livello locale sono presenti gli indicatori di sostenibilit urbana messi a punto dalla Commissione
Europea (ICE: Indicatori Comuni Europei). Il set di indicatori ICE stato predisposto nel 2000 dalla Commissione
Europea, in collaborazione con un team di esperti dell'ambiente urbano ed stato oggetto di una iniziativa sperimentale
denominata Towards a local sustainability profile - European Common Indicators, che ha coinvolto diversi comuni italiani
ed europei con A21L in atto. Il set composto da 10 indicatori di sostenibilit dell'ambiente urbano, cinque obbligatori e
cinque facoltativi, cui di recente stata aggiunta limpronta ecologica (11 indicatore). Di seguito viene riportata la lista dei
10 indicatori e dei sei principi di sostenibilit su cui essi si basano. Gli indicatori servono a verificare i progressi verso la
sostenibilit ottenuti da amministrazioni locali europee, particolarmente impegnate nell'implementazione di processi di
sviluppo sostenibile. Alla base di questa iniziativa c' il concetto di citt sostenibile come luogo in cui sviluppo economico,
equit sociale e qualit ambientale coesistono in una condizione di equilibrio armonioso. Si spiega pertanto il motivo per
cui gli ICE vanno ben oltre i soli indicatori ambientali.
N' Indicatore Principio n
1 2 3 4 5 6
1 Soddisfazione dei cittadini con riferimento alla comunit locale X X X X X
2 Contributo locale al cambiamento climatico globale X X X X
3 Mobilit locale e trasporto passeggeri X X X X X
4 Accessibilit delle aree verdi e dei servizi locali X X X X
5 Qualit dell'aria locale X X X
6 Spostamenti casa - scuola dei bambini X X X X
7 Gestione sostenibile dell'autorit locale e delle imprese locali X X X
8 Inquinamento acustico X X X
9 Uso sostenibile del territorio X X X X
10 Prodotti sostenibili X X X X
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
224
Principi:
uguaglianza ed inclusione sociale (accesso ai servizi di base adeguati ed economici per tutti)
partecipazione e democrazia (ai processi decisionali)
relazione tra la dimensione locale e quella globale
economia locale(promozione dell'occupazione e dell'impresa secondo modalit che minaccino in misura minimale le
risorse naturali e l'ambiente)
protezione ambientale
patrimonio culturale/qualit dell'ambiente edificato (protezione, conservazione e recupero di valori storici, culturali ed
architettonici; accrescimento e salvaguardia della bellezza e funzionalit di spazi ed edifici).
Come si vede gli indicatori proposti riguardano aspetti ecologico/ambientali, economici e/o sociali. In questa sede ci si
riferisce pi specificatamente alle tematiche ambientali a cui sono per altro collegate strettamente le altre.
Si vuole qui intervenire per diminuire il contributo al cambiamento climatico globale (indicatore 2) e migliorare la
qualit dellaria locale (indicatore 5) e ridurre linquinamento acustico (indicatore 8), altres programmando il monitoraggio
(e gestione) della qualit dellaria perseguendo il rispetto degli standard di qualit prescritti dalle norme vigenti in materia.
Le iniziative proposte contribuiranno a garantire una gestione sostenibile dellautorit locale e delle imprese locali
(indicatore 7) ed un uso sostenibile del territorio (indicatore 9). Si postula anche luso di prodotti sostenibili (indicatore 10)
con attenzione al riuso di materiali di scarto. Migliorer altres la soddisfazione dei cittadini con riferimento alla comunit
locale (indicatore 1).
In sede di programmazione di azioni efficaci di contrasto al degrado della qualit ambientale saranno comunque
interessati anche i rimanenti indicatori 3, 4 e 6.
Il Piano pu essere costruito riferendosi in avviamento ad aree circoscritte del territorio comunale. Questa fase ha
carattere di progetto pilota i cui risultati potranno essere estesi alla rimanente parte del territorio urbano e daltra parte
introduce un approccio del tipo bottom-up verso la sostenibilit denominato approccio ad isola. Lassunzione base delle
Isole di Sostenibilit che lo sviluppo verso la sostenibilit pu essere introdotto partendo da regioni sostenibili di ridotte
dimensioni. Unisola unarea dove la sostenibilit raggiunta localmente. Punti chiave per creare una regione sostenibile
sono le attivit di comunicazione, quali lo scambio di materia, di informazioni energetiche, di cultura, di capitali e persone
allinterno della rete comunale (o regionale) e con lambiente.
Il Monitoraggio e la gestione della qualit dellaria (sia per il comparto chimico che per quello acustico) risulta
indispensabile per verificare gli eventuali miglioramenti nel percorso avviato verso il raggiungimento della piena
sostenibilit ambientale urbana.
Lanalisi svolta nel quadro conoscitivo, la valutazione dello stato della qualit dellaria e la delineazione dello
scenario di riferimento al 2010 permetteranno di individuare le principali criticit sul territorio regionale.
Gli obiettivi del 6 Programma Comunitario di Azione Ambientale e della Strategia nazionale saranno pienamente
recepiti a livello regionale in un Programma triennale regionale di tutela ambientale con Legge regionale: Piano di Azione
Ambientale per un Futuro Sostenibile. Il Piano assumer totalmente gli obiettivi europei e nazionali in materia di tutela
dellambiente e della salute.
7.1.7 Gestione sostenibile del territorio urbano. Progetto di ricerca per la
sperimentazione di intonaci decorativi e rivestimenti stradali fotocatalitici
Coerentemente con le linee guida a favore del miglioramento della qualit dellaria urbana viene qui richiamato
brevemente un progetto di ricerca finalizzato alluso di materiali fotocataliti, sfruttando le esperienze di altre regioni
italiane.
Nel febbraio 2006 la Giunta della Regione Lombardia ha emanato un provvedimento in cui tra laltro individua tra le
misure strutturali, aventi come obiettivo la riduzione del 50% in 5 anni delle emissioni di polveri sottili in Lombardia
investimenti nellinnovazione tecnologica. In particolare previsto il sostegno alla diffusione delluso dei rivestimenti
fotocatalitici.
Di seguito riportato stralcio del Decreto 1 aprile 2004
1. Sono individuate le linee guida per lutilizzo di sistemi innovativi per labbattimento e la mitigazione
dellinquinamento ambientale, cos come riportate nellallegato 1.
O M I S S I S
2. Nella redazione dei progetti il proponente deve attenersi al contenuto delle linee guida per lutilizzo di sistemi
innovativi per labbattimento e la mitigazione dellinquinamento ambientale, ci al fine di garantire una migliore qualit
ambientale dei progetti stessi.
Lallegato 1 del Decreto contiene Metodologie e Raccomandazioni per la mitigazione e abbattimento
dellinquinamento ambientale. La SCHEDA TECNICA N. ST-001 individua per il contenimento dellinquinamento
atmosferico: Malte, Pavimentazioni, Pitture, Intonaci e Rivestimenti contenenti sostanze Fotocatalitiche con Biossido di
Titanio (Ti O2) per la riduzione di ossidi di azoto NOxt, VOC, Batteri, ed altri inquinanti atmosferici.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
225
In particolare:
- 2.1 Manto stradale drenante rinforzato con filato di vetro in calcestruzzo, contenete cemento fotocatalitico di
spessore da 50 a 250 mm;
- 2.2 Rivestimento stradale rinforzato con filato di vetro di spessore non superiore a 3 mm premiscelato in polvere,
composto da cemento fotocatalitico, inerti calcarei e di quarzo a granulometria selezionata e additivi speciali.
- 2.3 intonaco rasante rinforzato con filato di vetro, premiscelato in polvere, composto da cemento fotocatalitico, inerti
calcarei e di quarzo a granulometria selezionata, additivi fluidificanti speciali.
- 2.4 Pittura cementizia di spessore minore di 1 mm realizzata con cemento fotocatalitico, inerti calcarei e di quarzo a
granulometria fine e additivi speciali.
- 2.5 Pittura a base di silicato di potassio contenete fotocatalizzatore (Ti O2) inerti ultrafini ed additivi speciali.
- 2.6 Pavimentazioni per parcheggi, piste ciclabili. rotonde, piazze e simili, realizzate con masselli a base di cemento
fotocatalitico aggregati silicei e calcarei di granulometria controllata ed additivi speciali.
-
E stato condotto laccertamento della validit tecnico scientifica mediante prove tecniche, validazioni e certificazioni;
i risultati relativi alle prove tecniche sono contenute in una specifica documentazione tecnica. Lefficacia variabile in
finzione dello spettro e della distribuzione spettrale della potenza raggiante incidente sulla superficie trattata con sostanze
fotocatalitiche. Di seguito vengono riportati i dati sullefficacia del sistema innovativo come nei documenti e certificati:
- riduzione degli Ossidi di Azoto NOx pari a circa 30 Tonnellate/Anno per Km2 di superficie trattata;
- riduzione dal 2 al 37% delle concentrazioni di NO2 all'interno di appartamenti con pareti dotate di intonaco trattato;
- riduzione delle concentrazioni di NO2 pari al 14%;
- accertata Fotodegradazione di 4-Clorofeno, Benzaldeide, Bis -Fenolo.
Il campo di applicazione :
- Infrastrutture di trasporto stradale
- Pavimentazioni stradali (rivestimenti, manti stradali etc.)
- Barriere spartitraffico
- Infrastrutture di trasporto Aeroportuale
- Piste aeroportuale, viabilit interna e strutture edilizie aeroportuali
- Infrastrutture di trasporto ferroviario, stazioni
- Intonaci esterni ed interni
- Rivestimenti interni di gallerie con idonea illuminazione
- Rivestimenti interni barriere acustiche
- Superfici di elementi di arredo urbano
- Superfici esterne esposte alla radiazione solare
- Parcheggi
- Ricettori sensibili quali scuole, ospedali abitazioni, edifici pubblici e privati
- Rivestimento dei canali e vasche di raccolta di acque di piattaforma ed acque di prima pioggia
Progetti di norma UNI consentono la Determinazione dellattivit di degradazione di ossidi di azoto in aria da parte di
materiali inorganici fotocatalitici (UNI, 10/3/2005) e la Determinazione dellattivit di degradazione catalitica di
microinquinanti in aria da parte di materiali fotocatalitici cementizi (UNI 31/3/2005).
La Delibera n. VII / 19126 adottata dalla regione Lombardia nella seduta del 22 ottobre 2004 riporta il Bando per
lassegnazione di contributi per limpiego di materiali contenenti sostanze catalitiche con biossido di titanio (TiO2),
limitatamente ad opere pubbliche localizzate nelle zone critiche e negli agglomerati della Regione Lombardia, come
definiti dalle dd.g.r. 19/10/2001, n. 6501, 6/12/2002, n. 11485 e 29/7/2003, n. 13856. In particolare nellAllegato A, sono
richiamate le finalit del bando (art. 1.), gli interventi ammessi a contributo e la descrizione dei materiali fotocatalitici (art.
2).
Nel febbraio 2006 la Giunta della Regione Lombardia ha emanato un provvedimento in cui tra laltro individua tra le
misure strutturali, aventi come obiettivo la riduzione del 50% in 5 anni delle emissioni di polveri sottili in Lombardia
investimenti nellinnovazione tecnologica. In particolare previsto il sostegno alla diffusione delluso dei rivestimenti
fotocatalitici.
Gli aspetti teorico-scientifici possono essere integrati mediante la Relazione tecnica Malte cementizie fotocatalizzate
(ecorivestimenti) per la riduzione dellinquinamento atmosferico redatta in data 20.03.2003 dallIstituto Inquinamento
Atmosferico del CNR di Roma e disponibile allindirizzo:
Il progetto propone di verificare lefficacia dellazione antinquinante ed autopulente di intonaci decorativi
fotocatalitici, particolarmente indicati per la realizzazione degli intonaci delle facciate di tutti i tipi di edifici vecchi e nuovi
e di quelli che rivestono interesse storico e monumentale.
Verr eseguito il confronto con altri prodotti tradizionali:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
226
- Intonaco decorativo ecologico per la bioedilizia a base di calce idraulica naturale, idoneo per il recupero di edifici
antichi e moderni conferendo un gradevole effetto di pregio decorativo. Risulta particolarmente idoneo per il
recupero architettonico di edifici storici.
- Intonaco minerale decorativo, anchesso particolarmente indicato per la realizzazione degli intonaci delle facciate di
tutti i tipi di edifici vecchi e nuovi e di quelli che rivestono interesse storico e monumentale.
Per condurre la sperimentazione saranno realizzati campioni da testare costituiti da blocchetti in tufo, cotto o pietra
pomice oppure o da supporto in legno multistrato con rete porta intonaco; rivestimento costituito dai vari intonaci; intonaci
chiari o medi. Secondo le combinazioni indicate risultano n. 18 elementi da analizzare in campo.
Saranno realizzati pannelli contenenti gli elementi sopra descritti e posizionati lungo larteria di grande traffico ed a
elevato tasso di inquinamento prescelta per eseguire lo studio programmato.
I livelli di inquinamento esistenti saranno rilevati:
- direttamente analizzando campioni di aria aspirati in corrispondenza dei siti di collocazione dei campioni-test;
- indirettamente utilizzando coupon di corrosione (argento e rame) disponibili in commercio.
I campioni di intonaco costituiranno ulteriori coupon di corrosione evitando di agire sulle facciate degli edifici. Si
rileva che in letteratura sono riportate indagini analoghe utilizzando coupon di corrosione in marmo o materiale lapideo.
La conoscenza del microclima ambientale sar completata acquisendo dati termoigrometrici, illuminotecnici ed
anemologici. La procedura di misura consente di contenere i costi di indagine semplificando lapparato sperimentale.
N.B.: Si deve studiare la metodologia idonea per valutare leffetto autopulente (confronto visivo, valutazione dellindice
colorimetrico, misura della radianza, etc..).
Lindagine completa richiede lacquisizione di almeno 2 stazioni per effettuare i necessari confronti.
Alla fine della sperimentazione si avr a disposizione un elevato numero di dati ottenuti dalle analisi in laboratorio e
dalla strumentazione in sito (parametri meteorologici, di inquinamento etc.). Dallattento esame di tutti i dati rilevati e dalle
analisi effettuate saranno tratti i risultati che verranno opportunamente descritti e discussi.
7.1.8 Studio sulla composizione del particolato respirabile PM
10
e PM2.5 e
caratterizzazione dellinquinamento atmosferico nelle aree urbane del Comune di
Palermo
Secondo lallegato tecnico al Protocollo dIntesa stipulato tra Il Comune di Palermo, lUniversit degli Studi di
Palermo, il CEPA, il CIRITA, la Fondazione Bellisario, e lARPA Sicilia in data 13/12/2006 le parti coinvolte si sono
impegnate ad affrontare il problema dellinquinamento dellaria nella citt di Palermo con una tempistica suddivisa in tre
fasi.
In particolare le tematiche affrontate sono:
- caratterizzazione composizionale degli inquinanti;
- stima del contributo allinquinamento proveniente da ogni sorgente;
- modellazione della dispersione degli inquinanti nellarea urbana per la definizione di aree di rischio;
- realizzazione di un sistema informativo territoriale dedicato.
La prima fase dello studio ha previsto da una parte la messa a punto delle metodiche di analisi per la caratterizzazione
chimica e morfologica del particolato atmosferico sui campioni AMIA relativi alle centraline di monitoraggio Unit di
Italia e Castelnuovo (PM
2.5
), dallaltra, lavvio della fase di individuazione e caratterizzazione delle sorgenti responsabili
delle emissioni inquinanti e la definizione degli indici di qualit dellaria e di rischio pi adatti a rappresentare il livello
complessivo di inquinamento ed il rischio per la salute della popolazione urbana.
7.1.9 Attivit di Supporto Tecnico-Scientifico alla revisione del Piano di Risanamento
e Tutela della Qualit dellAria
Lattivit di supporto tecnico-scientifico alla revisione del Piano di Risanamento e Tutela della Qualit dellAria
(D.L.vo 351/99, art.8) sar uniformata ai principi ed alle indicazioni tecniche e normative riportate nellall.4 del D.M. 1
ottobre 2002, n. 261 Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dellaria
ambiente, i criteri per lelaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto
1999, n.351. In particolare tale attivit riguarder
a) Individuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni
Nel caso in cui lo scenario `di riferimento della qualit dell'aria evidenzier che i livelli di concentrazione saranno
inferiori ai valori limite, il piano di risanamento della qualit dellaria sar finalizzato all individuazione delle misure
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
227
necessarie per assicurare una corretta attuazione delle norme e dei provvedimenti necessari per garantire il mantenimento
della situazione rilevata. Nel caso in cui lo scenario di riferimento della qualit dell'aria evidenzi livelli di concentrazione
superiori ai valori limite, il piano o programma per la qualit dellaria preveder ulteriori misure di contenimento delle
emissioni rispetto a quelle considerate nello scenario di riferimento e dovranno essere individuati gli obiettivi di riduzione
delle emissioni necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualit dell'aria. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni
vengono individuati tramite l'uso reiterato dei modelli di diffusione e trasformazione degli inquinanti. Attraverso tale
processo infatti possibile individuare, per i singoli inquinanti, le quote di riduzione delle emissioni che consentono il
conseguimento dei valori limite entro i termini previsti.
b) Individuazione delle possibili misure da attuare e costi di abbattimento delle emissioni
Una volta definite le quote di riduzione delle emissioni inquinanti saranno individuate tutte le possibili misure da
attuare per il loro conseguimento.
A ogni misura saranno associati i relativi costi per unit di abbattimento delle emissioni dell'inquinante considerato
ordinati secondo un ordine crescente.
Per quanto riguarda le emissioni industriali opportuno fare riferimento, nella scelta delle misure da selezionare, alle
cosiddette migliori tecniche disponibili per le diverse attivit industriali di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 372
del 4 agosto 1999.
Possono inoltre essere consultati i BREF Reports indicati tra i documenti di supporto.
Altre indicazioni sui costi di abbattimento delle emissioni potranno essere reperite nelle informazioni a supporto di
modelli che ottimizzano i costi di abbattimento in funzione di determinati obiettivi.
Tali modelli potranno essere utilizzati a supporto dell'individuazione delle migliori strategie di riduzione delle
emissioni in termini di costi. In tal caso gli strumenti modellistici scelti dovranno essere adeguatamente documentati anche
per quanto riguarda l'affidabilit dei risultati e l'incertezza associata ai risultati. E' essenziale ai fini della scelta dei modelli
verificare la disponibilit di dati di ingresso adeguati alle esigenze dei modelli e il pi aggiornati possibile.
c) Selezione dell'insieme di misure pi efficaci per realizzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni
Sulla base delle possibili misure individuate ed analizzate in termini di efficacia di riduzione delle emissioni e costi
viene selezionato l'insieme delle misure pi efficaci anche in termini di costi per realizzare gli obiettivi di riduzione delle
emissioni che consentono il rispetto dei valori limite. La selezione dell'insieme di misure pi efficaci effettuata anche con
riferimento alla coerenza e alle sinergie dell'insieme di misure per la zona o agglomerato con gli insiemi di misure
identificati per le altre zone o agglomerati all'interno del territorio regionale o sovraregionale.
(Qualora venissero individuate misure la cui adozione di competenza dell'amministrazione centrale, la necessit di
intervento segnalata ai Ministeri competenti, unitamente a tutte le informazioni e le motivazioni che portano a ritenere
necessaria l'adozione delle specifiche misure).
Ciascuna delle misure selezionate attuata secondo un progetto esecutivo che illustrer dettagliatamente la misura, la
stima del miglioramento programmato della qualit dell'aria, le fasi di attuazione e i tempi, i soggetti responsabili, i
provvedimenti che attuano le misure, le procedure tecnico-amministrative necessarie per l'attuazione dei provvedimenti, i
soggetti responsabili dell'attuazione delle singole parti della misura, costo e risorse economiche attivate per la realizzazione
della misura identificata e meccanismi di controllo.
7.1.10 Progetti ed attivit avviate dallUfficio speciale Aree ad elevato rischio di crisi
ambientale
LUfficio speciale, nellambito dei propri compiti:
- ha stipulato una convenzione con lUniversit di Catania - CUTGANA che ha tra gli obiettivi anche di coadiuvare
lo stesso nella redazione dei Piani di risanamento della Provincia di Siracusa, della Provincia di Gela e del
Comprensorio del Mela;
- ha proceduto alla promozione e sviluppo dei processi di Agenda 21 locale presso le amministrazioni comunali
nellambito dei quali verr istituito tra gli altri un apposito Gruppo di lavoro che affronter le problematiche di
inquinamento atmosferico al fine di definire proposte e contributi concreti per la redazione del Piano di risanamento;
- ha sottoscritto una convenzione con lOrganizzazione Mondiale della Sanit, nellambito della quale si
svilupperanno indagini epidemiologiche sui territori ad elevato rischio di crisi ambientale e ha in corso un rapporto
di collaborazione con il Centro Comune di Ricerca di Ispra e con la Regione Lombardia per affrontare problematiche
relative allinquinamento atmosferico;
- ha definito per la provincia di Siracusa, dintesa con le maggiori imprese operanti sul territorio, con D.D.U.S. n. 07
del 14/06/06:
1. il piano di azione che detta le norme di comport amento, le modalit di acquisizione dei dati delle centraline per
il controllo dellinquinamento atmosferico, i parametri da rilevare e i livelli di concentrazione al fine di
individuare gli stati di preallarme, allarme ed emergenza;
2. gli interventi di prevenzione dellinquinamento atmosferico che dovranno essere attuati dalle Ditte;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
228
- ha approvato, per il Comprensorio del Mela, con la collaborazione della C.P.T.A. di Messina e dintesa con le
maggiori imprese operanti sul territorio, con D.D.U.S. n. 19 del 05/9/06 il documento dell1 agosto 2006 predisposto
dalla Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina, costituito da:
1. il piano di azione che detta le norme di comportamento, le modalit di acquisizione dei dati delle centraline per
il controllo dellinquinamento atmosferico, i parametri da rilevare e i livelli di concentrazione al fine di
individuare gli stati di preallarme, allarme ed emergenza;
2. gli interventi di prevenzione dellinquinamento atmosferico che dovranno essere attuati dalle Ditte;
3. le caratteristiche delle stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria;
4. l ubicazione delle stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria.
Quanto contenuto nei predetti decreti costituisce Intervento di risanamento della qualit dellaria nellambito dei
piani di risanamento ambientale delle due aree a rischio, in attesa della definizione, da parte del Dipartimento T. e A.,
dei Piani dazione per la gestione della qualit dellaria previsti dallart. 7 del D.Leg.vo 351/99.
Per quanto riguarda larea a rischio della provincia di Caltanissetta in corso la concertazione con le imprese e la
Provincia per la predisposizione di analogo provvedimento.
Inoltre, in considerazione della necessit di aggiornare ed implementare le reti di rilevamento dellinquinamento
atmosferico delle aree della provincia di Caltanissetta e del comprensorio del Mela, si stanno predisponendo appositi
contratti di programma con le aziende e accordi di programma con gli Enti locali.
Infine, lUfficio sta collaborando con la Prefettura di Siracusa per lattuazione degli interventi previsti dal Piano di
risanamento vigente.
7.1.11 Analisi dei dati meteoclimatici e dei parametri chimici, implementazione di un
database relazionale e determinazione degli anni tipo a micro e macroscala.
LAssessorato produrr nella prossima revisione del piano unaccurata analisi dei dati che saranno inseriti in un
database relazionale. Saranno determinati gli anni tipo per le singole centraline di monitoraggio, per le centraline
raggruppate per tipologia della stessa citt (urbane di background, di traffico, etc..) e per le centraline raggruppate per taglia
della citt (piccola, media e grande). Stesso lavoro sar effettuato per i parametri meteoclimatici e per le classi di stabilit.
Al fine di valutare i trend settimanali saranno determinate le settimane tipo per tutte le stagioni dellanno.
7.1.12 Correlazioni tra inquinamento dellaria da traffico veicolare ed inquinamento
acustico
Considerando che linquinamento dellaria e quello acustico da traffico veicolare sono determinati dagli stessi
parametri (volume e composizione dei flussi veicolari, caratteristiche geometriche del sito (geometria della strada, presenza
o meno di canyon urbano, etc..) e che anche i paramentri di input dei modelli sono simili, sar sviluppato un progetto
avente come obiettivi: la determinazione di una correlazione tra i valori misurati dalle centraline di monitoraggio e tra
quelli calcolati con modelli di simulazione e la correlazione tra parametri chimici e fisici (rumore). Leffetto combinato
dellimpatto da parametri chimici e fisici potr essere visualizzato in nomogrammi come quello mostrato in fig. 7.1.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
229
autunno
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
50 55 60 65 70 75 80
DNL [dB]
Boccadifalco
Castelnuovo
Figura 7.1 - Nomogramma per la valutazione atmosferico-acustica della settimana tipo per Boccadifalco e Castelnuovo
(estate 2000) in Palermo.
7.1.13 Convenzione ARTA Sicilia, DREAM
1
, Messa a punto di un sistema integrato
per la valutazione e la gestione della qualit dellaria nelle aree metropolitane della
regione Sicilia.
LAssessorato Regionale al Territorio ed Ambiente, per le finalit di cui al decreto legislativo 4 agosto 1999 n. 351 ed
al decreto del Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio 1 ottobre 2002 n. 261 con particolare riferimento alla
redazione del Piano e dei Programmi di Qualit dellAria si interessato a sviluppare una ricerca scientifica finalizzata
alla messa a punto di un sistema integrato per la valutazione e gestione della qualit dellaria nelle aree metropolitane della
Regione Sicilia tramite lutilizzo di modelli previsionali in grado di riprodurre efficacemente i fenomeni che, alla scala
locale o alla microscala (per esempio, in un canyon urbano) determinano i valori dinquinamento pi alti, da confrontare
con gli standard di qualit. Tale ricerca dovr prioritariamente interessare le aree metropolitane di maggiori dimensioni
(Catania, Messina e Palermo), in quanto sottoposte ad intenso livello di inquinamento da emissioni di sostanze inquinanti,
nonch sedi di reti di monitoraggio atmosferico dotate di serie temporali significative di dati meteorologici e di indicatori
della qualit dellaria. In relazione alla disponibilit delle risorse finanziarie in atto, derivanti dal Ministero dellAmbiente
nellambito dei PTTA 1994-96, il Programma operativo della presente Convenzione ha interessato, in fase di prima
applicazione, i seguenti punti dellAllegato tecnico:
1 Stato dellarte sui modelli e sui sistemi di simulazione pi idonei al caso studio. Esame della normativa e della
principale letteratura tecnico-scientifica in materia di misura, valutazione e controllo della qualit dellaria
nelle aree urbanizzate.
2 Inventario delle tipologie di emissione a scala urbana (sorgenti fisse e mobili)
3 Stima delle emissioni a scala urbana (sorgenti fisse e mobili) e costruzione di mappe tematiche relative ai
principali parametri guida atmosferici).
4 Selezione ed acquisizione di modelli validi per la simulazione delle emissioni/immissioni in atmosfera delle
sorgenti relative agli agglomerati urbani.
5 Individuazione dei parametri da monitorare per lapplicazione dei modelli.
6 Acquisizione e ricognizione dei dati ambientali (microclimatici e di qualit dellaria) e territoriali esistenti
finalizzati alla taratura e validazione dei modelli.
7 Considerazioni e prime valutazioni sullimpatto atmosferico nellambito del Comprensorio del Mela prodotto
dagli agglomerati industriali.
8 Simulazioni e valutazioni dellimpatto atmosferico da traffico veicolare. Simulazioni per lo scenario attuale
con software previsionale. Mappe di isoconcentrazione per lo scenario di riferimento attuale. Le mappe hanno
mostrato linquinamento atmosferico relativo ai principali indicatori semplici (pollutanti atmosferici) ed
hanno fornito elementi di valutazione per effetti negativi potenziali sulla popolazione esposte (mappe di
rischio).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
230
9 Costruzione ed applicazione di indicatori compositi (per esempio AQSI e AQI) ai fini della messa a punto di
una metodologia standard per la valutazione degli effetti combinati delle attivit industriali e dal traffico
veicolare. Utilizzazione di serie di dati storici ambientali e run test in corrispondenza agglomerati urbani
pilota.
7.1.14 Progetto POR Sicilia 2007. Combustibili alternativi e tutela della qualit
dellaria
Il progetto propedeutico a future ulteriori proposte utilizzando canali di finanziamento europei (CORNET, LIFE
Ambiente e LIFE Energia, 7 Programma quadro e R&ST) e sar sviluppato nellambito di un accordo di programma tra
alcune unit operative dellUniversit di Palermo afferenti al CIRIAS (U.O. 1-4), il servizio 3 dellARTA (tutela
dallinquinamento atmosferico U:O. 5) ed il comparto della scuola secondaria (U.O. 6) .
UNITA OPERATIVA 1 Coltivazioni arboree e Meccanizzazione agricola
Gruppo di Lavoro: Michele Carrara, Leto, Felice Pipitone, Salvatore Piraino, Vallone
UNITA OPERATIVA 2 Energia e Ambiente
Gruppo di Lavoro: Salvatore Barbaro, Francesco M. Raimondi, Rosario Caracausi, Rosa M.Chisesi, Alessia Hoffmann,
Antonino Ganci, Francesco Campione
UNITA OPERATIVA 3 Mobilit sostenibile
Gruppo di Lavoro: Salvatore Amoroso, Giuseppe Salvo
UNITA OPERATIVA 4 Impatto paesaggistico e Riqualificazione terreni incolti
Gruppo di Lavoro: Domenico.Costantino, Raffaella Riva Sanseverino
UNITA OPERATIVA 5 Combustibili alternativi e Tutela della Qualit dellaria
Gruppo di Lavoro: Salvatore Anz, Francesco Rosario Lipari, Enzo La Rocca
UNITA OPERATIVA 6 Comparto Scuola Secondaria
Gruppo di Lavoro: Paolo Daino
Il piano di lavoro pu essere sintetizzato per fasi:
1. Analisi delle coltivazioni arboree in ambito regionale. Individuazione di prodotti potenzialmente convertibili in
combustibili liquidi (frumento, girasole, arachidi, soia, etc.., nonch infestanti come il treu del frumento). Analisi degli
aspetti pedologici e colturale. Analisi microclimatica ed ambientale. Produzione (t/Ha o equivalente) e Costi di
coltivazione, raccolta e conferimento agli stabilimenti di trattamento..
2. DPCM 8 marzo 2002 e D,leg. 3 aprile 2006, n. 152, che definisce le biomasse per tipologia e provenienza e ne detta le
condizioni di utilizzo compresi i limiti di emissione. Sotto il MW termico sono tutti a ridotto inquinamento
atmosferico. Biomasse da coltivazioni dedicate. Residui agricoli da trattamento esclusivamente meccanico. Residui da
arboricoltura e selvicoltura. Scarti da lavorazione meccanica di legno vergine. Scarti da lavorazione meccanica di
prodotti agricoli. Sanse esauste.
3. Analisi dei residui agroalimentari (olio di colza e di sansa, vinacce, etc..) e di lavorazioni varie come potatura e
disboscamenti in ambito regionale. Individuazione di prodotti di risulta potenzialmente convertibili in combustibili
liquidi.. Analisi microclimatica ed ambientale. Produzione (t/Ha o equivalente) e Costi di raccolta e conferimento agli
stabilimenti di trattamento.
4. Impianti di trasformazione a biomasse ed acquisizione dei dati sulla resa specifica (litri di biocombustibile / Kg. di
prodotto secco o umido trattato).
5. Analisi delle caratteristiche chimico-fisiche dei prodotti e residui di lavorazione come sopra specificati.
Determinazione del potere calorifico inferiore, in MJ/Kg, mediante combustione di un campione pesato in apposito
calorimetro. Lanalisi chimica pu essere effettuata dal Dipartimento di Chimica Inorganica dellUniversit di Palermo
o dallARPA. Determinazione dellemissione effettiva dei pollutanti prodotti nella combustione mediante limpiego di
un boiler con analizzatore di biomassa e di vapore, o in alternativa valutando il comportamento sulla base della
composizione chimica. Analisi del ciclo di vita.
6. Applicazioni: trasporti e meccanizzazione agricola, climatizzazione ed impiantistica tecnica degli edifici civili e
industriali , serricultura, agriturismo, etc.. Tipologie e caratteristiche delle biomasse. Caldaie a biodiesel: tecnologia,
efficienza, impatto ambientale. Caldaie a legna. Valutazione economica (Costi di investimento, Costi del
combustibile).
7. Sostenibilit. Indicatori di sostenibilit. Indicatori Comuni Europei. Mobilit sostenibile.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
231
8. Analisi dei terreni incolti in ambito regionale. Valutazione dellimpatto visivo e paesaggistico. Piano di coltivazione
continua od a rotazione.
9. Linea di produzione, trattamento e commercializzazione del biodiesel. Motori e numero di cetano.
.
10. Possibilit di integrazione della gestione dei rifiuti con le biomasse di origine forestale o agricola.
11. Uso di Sistemi Informativo Territoriali nella pianificazione della filiera biomassa-energia. Sistemi di conversione e
applicazioni. Produzione di energia termica. Produzione di energia elettrica. Produzione combinata di energia elettrica
e termica (Cogenerazione). Biocarburanti. La filiera biomassa-energia: pianificazione territoriale e ambientale.
Utilizzo di strumenti GIS nella pianificazione della filiera biomassa-energia.
12. Combustibili liquidi e Tutela della qualit dellaria nelle zone urbane e metropolitane della Regione Sicilia.
Descrizione delle filiere, elementi critici, aspetti economici, ricadute nel settore della meccanizzazione.
13. Programma di informazione e formazione formatori, seminari e workshop, aggiornamento professionale, percorsi
didattici, etc..
14. Altre informazioni: Elenco proprietari di terreni. Aziende costruttrici di mezzi di trasporto o della meccanizzazione
agricola.
7.1.15 Applicazione di modelli per la stima della qualit dellaria in aree campione
La Regione Siciliana sta avviando alcuni progetti aventi come obiettivo lapplicazione di modelli di simulazione a
micro e meso scala al fine di valutare la qualit dellaria in aree campione. Per la valutazione della distribuzione dei livelli
di inquinamento sul territorio regionale, allanalisi dei dati di qualit dellaria provenienti dalle principali reti fisse di
rilevamento e di quelli registrati nel corso di specifiche campagne di misura, saranno utilizzati altri metodi di valutazione,
cos come previsto dalla normativa (d. Lgs 351/99, DM 60/02, DM 261/02).
7.1.16 Altre misure ed azioni finalizzate al miglioramento della qualit dellaria
ambiente nelle aree a maggiore concentrazione di impianti industriali
Salute e ambiente:
prevenire o ridurre gli effetti dannosi degli inquinanti per la salute umana e per lambiente nel suo complesso;
migliorare le conoscenze di base necessarie per definire valori limite e soglie di allarme, con riferimento a:
grado di esposizione dei settori di popolazione pi vulnerabili;
condizioni climatiche;
vulnerabilit della flora e della fauna e dei loro habitat;
esposizione del patrimonio storico;
fattibilit economica e tecnica;
trasporto a distanza degli inquinanti, inclusi quelli secondari (compreso lozono);
Tecnologie Energetiche Innovative:
incentivare lo sviluppo di processi di separazione/confinamento e/o conversione/riutilizzo della CO
2
prodotta dai
processi di combustione di impianti chimici/petrolchimici ed energetici (tecnologie kyoto e post-kyoto);
incentivare lo sviluppo di processi per la produzione di energia, H
2
e combustibili puliti basati sulla massificazione
di biomasse/CDR/rifiuti e sottoprodotti dei processi di raffinazione; recupero di H
2
da off-gas nei poli
petrolchimici siciliani e successiva valorizzazione energetica;
incentivare lo sviluppo di processi di combustione catalitica zero emission come tecnologie alternative ai
processi di combustione convenzionali;
ideazione, progettazione, realizzazione e sviluppo di progetti pilota di biorefinery, che consentano di valutare la
fattibilit tecnico-economica di alcuni dei processi produttivi in atto eserciti nei poli petrolchimici utilizzando
biomasse come feedstock;
incentivare lo sviluppo di processi di conversione del gas naturale in prodotti a pi alto valore aggiunto; ideazione
di un nuovo assetto dellindustria petrolchimica basato sullimpiego/valorizzazione del gas naturale come feed-
stock (e non come combustibile) alternativo al petrolio;
incentivare lo sviluppo di processi per la valorizzazione del biodisel; valorizzazione e sviluppo di risorse agricole
rinnovabili per la produzione di combustibili puliti;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
232
Efficienza energetica e riduzione impatto ambientale:
promuovere la diffusione di sistemi di ecogestione ed audit ambientale;
incentivare lutilizzo delle BAT (Best Available Techniques);
incentivare lo sviluppo di processi che comportino la riduzione contemporanea delle emissioni inquinanti e dei gas
serra;
avviare interventi in materia di risparmio energetico;
Raccolta e gestione dati ambientali, sviluppo di piani e programmi, informazione al pubblico:
implementare la rete regionale di rilevamento della qualit dellaria tramite postazioni fisse e laboratori mobili,
campionatori a esposizione;
promuovere il miglioramento della capacit di gestione e di programmazione in materia di tutela della qualit
dellaria attraverso la realizzazione di sistemi informatizzati per la raccolta e laccesso a dati e informazioni a
livello provinciale e regionale; avviare e/o implementare linventario regionale delle emissioni, anche nelle sue
articolazioni provinciali;
sviluppare e sperimentare metodi e strumenti strategici per la valutazione e la gestione della qualit dellaria
ambiente, volti ad individuare e valutare gli impatti dovuti ai diversi settori (trasporti, produzione industriale,
civile, ecc.) e a definire scenari di qualit dellaria, ai fini dello sviluppo di piani e programmi dazione;
definizione di modelli di diffusione e trasformazione degli inquinanti in atmosfera, i nterpretazione dei dati,
sviluppo di cartografia, zonizzazione;
agevolare la raccolta e la diffusione al pubblico di dati ed adeguate informazioni sulla qualit dellaria ambiente.
7.2 I PROVVEDIMENTI
7.2.1 Accordo di Programma sulla Chimica
La Regione Sicilia, analogamente a quanto fatto in altre Regioni italiane, prevede di avviare un accordo di programma
sulla chimica nelle aree a rischio avente lobiettivo di costituire e mantenere nel tempo in queste aree condizioni ottimali di
coesistenza tra tutela dellambiente, sviluppo e trasformazione produttiva nel settore chimico, in un quadro di certezze
gestionali e di sviluppo sostenibile.
E in questambito che si inserisce la realizzazione del sistema SIMAGE, di cui si gi riferito.
LAccordo potr proporre investimenti per il miglioramento dei processi produttivi, al fine di ridurre le emissioni in
atmosfera di tutti i principali macro e microinquinanti.
Saranno indicati gli effetti complessivi dellAccordo, paragonando le quantit per le quali le aziende hanno richiesto
autorizzazione allemissione alle diverse autorit di competenza, con quelle effettivamente emesse e con quelle ridotte,
previste dopo la realizzazione degli investimenti inseriti nel piano.
7.2.2 IPPC
Il D. Lgs. 372/99 ha recepito la Direttiva 96/61/CE del Consiglio del 24/9/96, per i soli impianti esistenti, relativa alla
prevenzione ed al controllo integrato dell'inquinamento, conosciuta con l'acronimo IPPC.
Scopo del decreto stabilire un approccio integrato per prevenire le emissioni in aria, acqua e suolo (prendendo in
considerazione anche lo smaltimento dei rifiuti) ed il consumo di risorse e nella gestione di attivit produttive (esistenti)
quali:
Attivit energetiche, produzione e trasformazioni metalli
Industria prodotti minerali
Industria chimica
Gestione dei rifiuti
Attivit produttive di allevamento e macello animali, fabbricazione carta, carbonio e trattamenti superfici di
materie
Per tali categorie sono stati stabiliti delle soglie al di sopra delle quali l'imp ianto deve essere sottoposto ad
autorizzazione IPPC. In pratica, sono soggette allIPPC tutte le attivit produttive primarie con elevato impatto ambientale.
Il Decreto IPPC introduce lautorizzazione integrata ambientale, che sostituisce ad ogni effetto ogni altro visto, nulla
osta o parere in materia ambientale e prescrive la formazione di un inventario integrato delle emissioni, atto a monitorare
tutte le emissioni derivanti dall'intero sistema produttivo. La Commissione europea ha gi provveduto ad emanare molti
documenti contenenti linee-guida (denominate BREF) per settori specifici, per facilitare e rendere uniforme la sua
applicazione a livello comunitario (http://eippcb.jrc.es/pages/FActivities.htm).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
233
I gestori degli impianti in esercizio sono infatti tenuti a trasmettere all'autorit competente e al Ministero dell'ambiente
per il tramite dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente, entro il 30 aprile di ogni anno, i dati caratteristici
relativi alle emissioni in aria, acqua e suolo, dell'anno precedente.
Per gli impianti esistenti erano previste due importanti scadenze: aprile 2004 (termine ultimo per il rilascio
dellautorizzazione ambientale integrata da parte delle autorit competenti), ottobre 2007 (termine ultimo per
ladeguamento degli impianti alle prescrizioni contenute nellautorizzazione).
7.2.3 Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilit (2002)
Il Piano Direttore costituisce lo strumento programmatorio regionale finalizzato ad orientare e coordinare le politiche
di intervento nel settore trasportistico, in coerenza con gli indirizzi di pianificazione socio-economica e territoriale della
Regione Siciliana, ed a perseguire obiettivi di efficacia, efficienza, compatibilit ambientale e sicurezza del sistema dei
trasporti.
Le linee e le proposte del Piano Direttore recepiscono gli indirizzi di politica dei trasporti gi formulati dagli Organi di
governo della Regione e sono correlate allo scenario nazionale cos come delineato nel Piano Generale dei Trasporti e della
logistica (PGTL) del gennaio 2001, approvato con delibera del Consiglio dei Ministri il 2 marzo 2001 ed a quello
Comunitario (Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006), nonch allo Strumento Operativo per il Mezzogiorno, al
Programma Operativo Nazionale 2000-2006 ed al Programma Operativo Regionale Sicilia 2000-2006.
Il Piano Direttore, individua le scelte macro individuate per il riassetto dei trasporti regionali, di valenza
istituzionale, gestionale e infrastrutturale, e prevede gli indirizzi generali per la pianificazione dei servizi di trasporto di
competenza degli enti locali, al fine di garantire il coordinamento con i livelli di pianificazione e programmazione
infraregionale (Piani Provinciali e di Bacino, Piani Comunali, Piani Urbani di Mobilit, ecc.)
I Piani Attuativi contengono le scelte di dettaglio, affrontando i temi specifici di ogni modalit di trasporto, nel rispetto
delle scelte generali, integrabili secondo la logica di processo, gi formulata nel Piano Direttore.
Seguendo le indicazioni del PGTL, la pianificazione regionale dei trasporti viene configurata come Progetto di
sistema, nel quale si parte dall' individuazione dei bisogni di mobilit, passeggeri e merci, per arrivare alla definizione del
Piano dei servizi integrati di trasporto in grado di soddisfare la domanda con un adeguato livello di servizio ed, infine,
alla individuazione delle nuove infrastrutture di trasporto necessarie alla attuazione del Piano dei servizi.
Il Piano Direttore dimensionato sulla base delle effettive risorse finanziarie pubbliche attivabili sia per la
realizzazione di infrastrutture che per la gestione della mobilit locale.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
234
CAPITOLO 8 ELENCO DEI DOCUMENTI UTILIZZATI
8.1 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
Regione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste Servizi allo Sviluppo - Unit Operativa di Agrometeorologia, A.
Drago, Carta Climatica e Atlante Climatologico della Sicilia .
Accordo 5 settembre 2002, Accordo tra Governo, regioni, province, comuni e comunit montane per l'esercizio dei compiti
e delle funzioni di rispettiva competenza in materia di produzione di energia elettrica (G. U. N. 220 del 19 Settembre 2002).
DREAM, S. Barbaro, R. Caracausi, R.M. Chisesi, G. Cognata, E. La Rocca, Messa a punto di un sistema integrato per la
valutazione e gestione della qualit dellaria nelle aree metropolitane della Regione Sicilia. Caso studio: analisi dei
fenomeni di impatto atmosferico sugli agglomerati urbani ricadenti nel Comprensorio Territoriale del Mela (ME), 2006.
S. Barbaro, R. Caracausi, Second International Scientific -Technical Conference "ECOLOGY AND LIFE PROTECTION
OF INDUSTRIAL-TRANSPORT COMPLEXES" ELPIT, in Togliatti City, RUSSIA. Impact of the vehicular traffic in the
acoustic -atmospheric climate of the Perriera district in Sciacca, 2005.
S. Barbaro, R. Caracausi, 2nd International Conference on Occupational Risk Prevention in Gran Canaria Island, Spain, An
Ergonomical approach to the global Environmental quality, 2002.
ACI, Automobile Club dItalia, Parco Veicolare Circolante nella Regione Sicilia.
ANCMA, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, Parco Ciclomotori Circolante nella Regione Sicilia
ANPA, Le emissioni in atmosfera da trasporto stradale.
ANPA, http://www.sinanet.anpa.it/aree/atmosfera/emissioni/emissioni.asp
ARPA SICILIA, Annuario dei dati ambientali Sicilia 2004.
ARPA SICILIA, Annuario dei dati ambientali Sicilia 2005.
ARPA SICILIA, Progetto esecutivo SIMAGE
Commissione europea, documenti BREF per lapplicazione della Direttiva 96/61/CE IPPC
http://eippcb.jrc.es/pages/FActivities.htm
Comune di Palermo, Agenda 21, Relazione sullo Stato dellAmbiente citt di Palermo, 2006.
APAT, Annuario dei dati ambientali, 2004.
AMIA SpA - Palermo , Il rilevamento dellinquinamento atmosferico ed acustico nel Comune di Palermo, 3
a
4
a
e 5
a
Relazione.
Regione Veneto, Piano Regionale di Tutela e Risanamento dellAtmosfera, 2000.
Comunicazione della Commissione, Il programma Aria pulita per lEuropa (CAFE): verso una strategia tematica per la
qualit dell'aria, COM(2001) 245 definitivo del 04.05.2001.
CORINAIR, 1988. European Inventory of emissions of pollutants into the atmosphere, Commission of the European
Communities CORINAIR project, DG XI, 30/3/1988.
EEA, COPERT III, Computer Programme to calculate emissions from road transport, Methodology and emission factors
(Version 2.1), november 2000
EMEP/CORINAIR, 1999. Atmospheric Emission Inventory Guidebook, 2nd edition, September 1999.
Gasolio Bianco, http://www.gasoliobianco.com/
IIASA, Lkeville, A., I. Bertok, M. Amann, J. Cofala, F. Gyarfas, C. Heyes, N. Karvosenoja, Z. Klimont and W. Schpp,
2001: A framework to estimate the potential and costs for the control of fine particulate emissions in Europe. Interim
Report IR-01-023, IIASA, Laxenburg.
Protocollo di Kyoto, Decisione del Consiglio (2002/358/CE) del 25 aprile 2002 riguardante l'approvazione, a nome della
Comunit europea, del protocollo di Kyoto allegato alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
e l'adempimento congiunto dei relativi impegni.
Regione Siciliana, Assessorato del Turismo delle Comunicazioni e dei Trasporti, Piano Regionale dei Trasporti e della
Mobilit, Piano Direttore, 2002.
TNO, Berdowski J.J.M., A.J.H. Visschedijk and T. Pulles, 2001. Presentation at the UNECE TFEIP and EIONET
Workshop, Geneva, May 9-11, 2001.
S. Barbaro, R. Caracausi, 56 Congresso Nazionale ATI, Napoli, Uno studio biometeorologico del territorio urbano di
Palermo, 2001.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
235
CAPITOLO 9 RIMOZIONE DEGLI OSTACOLI PROCEDURALI
Fra gli interventi prioritari di tipo tecnologico per il miglioramento generalizzato della qualit dellaria sono state
individuate alcune misure di competenza del Ministero dellAmbiente e pi in generale dellUE, sotto meglio individuate e
specificate.
9.1 CARBURANTI PI PULITI
A livello comunitario la Direttiva 98/70/CE del 28.12.1998 stabilisce le specifiche ecologiche dei combustibili
disponibili sul mercato, in particolare a decorrere dal 01.01.2000 per le benzine il tenore di zolfo deve essere <150 mg/Kg e
il tenore di piombo <0.005 g/l, per i diesel il tenore di zolfo deve essere <350 mg/Kg; a decorrere dal 01.01.2005 per
entrambi il tenore di zolfo deve essere <50 mg/Kg (ppm).
Sempre a livello comunitario la successiva Proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del consiglio COM(2001)
241 del 11.05.2001 stabilisce modifiche alla Direttiva 98/70/CE per la riduzione del tenore di zolfo della benzina e del
combustibile diesel, considerato elemento utile per il raggiungimento degli obiettivi proposti in materia di qualit dellaria.
In particolare si stabilisce che a decorrere dal 01.01.2005 nel territorio degli Stati membri vengano commercializzati
benzina senza piombo e combustibile diesel con tenore massimo di zolfo di 10 ppm, e che a decorrere dal 01.01.2011 nel
territorio degli Stati membri vengano commercializzati esclusivamente benzina senza piombo e combustibile diesel con
tenore massimo di zolfo di 10 ppm, su tutto il territorio nazionale. Gli Stati membri possono tuttavia imporre il limite nel
tenore massimo di zolfo < 50 ppm (Direttiva 98/70/CE) o < 10 ppm (COM(2001) 241) a decorrere da una data anticipata
rispetto a quanto stabilito dalla presente Proposta compatibilmente alla disponibil it di adattare i sistemi di produzione e
agli sviluppi delle tecnologie di raffinazione da parte dei produttori di carburanti.
E di competenza degli Stati membri, quindi anche del Governo italiano, valutare la possibilit di introdurre
anticipatamente carburanti pi puliti rispetto alla scadenza imposta dallUE, come avvenuto per altri Paesi europei.
Ci porterebbe ad un miglioramento generalizzato del rendimento dei convertitori catalitici con riduzione delle
emissioni di tutti gli inquinanti primari, ed in particolare del particolato fine.
9.2 CONVERTITORI CATALITICI
Una misura che potrebbe apportare sensibili benefici per il miglioramento della qualit dellaria riguarda la
sostituzione periodica dei convertitori catalitici (marmitte catalitiche) dei gas di scarico su tutti i veicoli a motore Euro I-II-
III. Si ritiene opportuno che provvedimenti in tal senso siano adottati dallUE.
Appare una misura idonea la verifica e leventuale sostituzione del catalizzatore al compimento dei 100.000 km di
percorrenza per i veicoli ad alimentazione diesel e dei 50.000 Km di percorrenza per i veicoli alimentati a benzina.
9.3 APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA 96/61/CE (IPPC)
La Direttiva 96/61/CE del Consiglio del 24/9/96, relativa alla prevenzione ed al controllo integrato dell'inquinamento,
conosciuta con l'acronimo IPPC, ha lo scopo di stabilire un approccio integrato per prevenire le emissioni in aria, acqua e
suolo (prendendo in considerazione anche lo smaltimento dei rifiuti) ed il consumo di risorse dalle attivit produttive ad
alto impatto ambientale.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente
Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
236
CAPITOLO 10 COORDINAMENTO INTERREGIONALE
Ai sensi del DM 60/2002 e del DM 261/2002, necessario prevedere azioni di coordinamento tra le Regioni per far
fronte allinquinamento di natura secondaria, che interessa per produzione e diffusione pi ambiti territoriali regionali:
Considerando linsularit della Sicilia non si hanno particolari problematiche di diffusione e scambio di inquinanti con la
Regione Calabria.
Potr tuttavia essere avviato un coordinamento di ARPA regionali (Sicilia, e Calabria) e la promozione di un tavolo di
coordinamento tecnico che, in sinergia con il Centro Tematico Nazionale - Aria, Clima ed Emissioni (CTN-ACE), porti
allavvio di un progetto per la realizzazione di un servizio di valutazione, previsione e supporto alla gestione della qualit
dellaria a scala interregionale.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
240
BIBLIOGRAFIA

ACE-T-RAP-00-06. Relazione tecnica per lavvio della realizzazione della rete nazionale di monitoraggio delle
Deposizioni e dellinquinamento Atmosferico di Fondo.
AIRPARIF Acutalit, Surveillance de la qualit de lair en Il de France, n 27 Octobre 2005 www.airparif.asso.fr
ANPA, 2000 Inventari locali di emissione in atmosfera . Prima indagine conoscitiva RTI CTN_ACE 1/2000
APAT, 2003. Annuario dei Dati Ambientali.
APAT, 2004. Annuario dei Dati Ambientali.
APAT, 2004 Inventari locali delle emissioni in atmosfera. Seconda indagine conoscitiva, gruppo di lavoro CTN_ACE.
ANPA, 2000 Le emissioni in atmosfera da trasporto stradale, Serie Stato dellambiente n. 12/2000.
Assessorato Territorio e ambiente della Regione Siciliana, 2002 - Prima Relazione sullo Stato dellAmbiente della Sicilia,
Palermo, 1- 880.
Assessorato Territorio e ambiente della Regione Siciliana, 2006 - Relazione sullo Stato dellAmbiente della Sicilia 2005,
Palermo.
ARPA Sic ilia, 2003 Annuario regionale dei dati ambientali, Palermo 1-580.
ARPA Sicilia, 2004 Annuario regionale dei dati ambientali, Palermo 1-620.
EEA, 2005 - COPERT IV
Decreto legislativo del 4 agosto 1999, n. 351, di recepimento della direttiva 96/62/CE del Consiglio in materia di
valutazione e di gestione della qualita' dell'aria ambiente, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 13 ottobre 1999, n. 241.
Decreto del Ministro dell'ambiente del 20 maggio 1991 concernente i criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualita'
dell'aria ambiente, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 maggio 1991, n. 126.
Decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1992 recante atto di indirizzo e coordinamento in materia di sistemi di
rilevazione dell'inquinamento urbano, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 gennaio 1992, n. 7.
Decreto del Ministro dell'ambiente 15 aprile 1994 concernente le norme tecniche in materia di livelli e di stati di attenzione
e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane, ai sensi degli articoli 3 e 4, del decreto del Presidente della
Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, e dell'articolo 9, del decreto del Ministro dell'ambiente 20 maggio 1991, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale del 10 maggio 1994, n. 107.
Decreto del Ministro dell'ambiente 25 novembre 1994 sull'aggiornamento delle norme tecniche in materia di limiti di
concentrazione e di livelli di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane e disposizioni per la
misura di alcuni inquinanti di cui al decreto del Ministro dell'ambiente del 15 aprile 1994, pubblicato nel supplemento
ordinario n. 159 alla Gazzetta Ufficiale del 13 dicembre 1994, n. 290.
Direttiva 99/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 relativa ai valori limite di qualit dell'aria ambiente per il biossido di
zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo, come modificata con decisione 2001/744/CE del 17
ottobre 2001.
Direttiva 2000/69/CE del Consiglio del 16 novembre 2000 relativa ai valori limite di qualit dell'aria ambiente per il
benzene ed il monossido di carbonio.
Decisione 97/101/CE del 27 gennaio 1997 che instaura uno scambio reciproco di informazioni e di dati provenienti dalle
reti e dalle singole stazioni di misurazione dell'inquinamento atmosferico negli Stati membri, come modificata con
decisione 2001/752/CE del 17 ottobre 2001.
Decisione 2001/744/CE del 17 ottobre 2001 che modifica l'allegato V della direttiva 99/30/CE del Consiglio concernente i
valori limite di qualit dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il
piombo.
DECRETO 1 ottobre 2002, n. 261 Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit
dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4
agosto 1999, n. 351.(G.U. n. 272 del 20.11.2002).
Decreto ministeriale n 60 del 4 Aprile 2002 (DM 60/2002).
Decreto legislativo del Governo n 183 del 21 maggio 2004 (D. Lgs. 183/2004).
Di Gangi D., 2006 Trasporti. Relazione sullo stato dellambiente 2005. Assessorato Territorio e Ambiente della regione
Siciliana (www.regione.sicilia.it )
A. Drago - Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste Servizi allo Sviluppo - Unit Operativa di
Agrometeorologia
ARPA SICILIA, Universit di Palermo, Comune di Palermo, AMIA, 2007. Studio sulla composizione del particolato
respirabile PM10 e PM2.5 e caratterizzazione dellinquinamento atmosferico nelle aree urbane del Comune di Palermo.
European Environment Agency, Criteria for EUROAIRNET. Technical Report n. 12 (febbraio 1999).
European Environment Agency, Euroairnet Status Report 2000. (2003)
EEA, technical report 2005c Ozone
EEA, 2005 Trend gas emissions
EEA Technical report No 5/2004a - Air pollution and climate change policies in Europe: exploring linkages and the added
value of an integrated approach.
EEA Technical report No 5/2004 Air pollution and climate change policies in Europe: exploring linkages and the added
value of an integrated approach. Weblink: http://reports.eea.eu.int/technical_report_2004_5/en
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
241
EEA Technical report No 3/2005 Air pollution by ozone in Europe in summer 2004. Weblink:
http://reports.eea.eu.int/technical_report_2005_3/en
EEA Topic report No 4/2003 Air pollution in Europe 19902000. Weblink: http://reports.eea.eu.int/topic_
report_2003_4/en/
EMEP/CORINAIR, Atmospheric Emission Inventory Guidebook, terza edizione, 2002.
EMEP/Corinair emission inventory guidebook Third edition, September 2004 update. Technical report No 30 - Weblink:
http://reports.eea.eu.int/ EMEPCORINAIR4/en
IPCC/OECD , " Revised 1996 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories", 1997.
Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio
relativa alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso di taluni idrocarburi policiclici aromatici contenuti
negli oli diluenti e negli pneumatici (ventisettesima modifica della direttiva del Consiglio 76/769/CEE) (COM(2004) 98
def. 2004/0036 (COD)) (2005/C 120/07).
Recommendations on the review of Council Directive 1999/30/EC Draft 11-05-2004 del CAF Working Group on
Implementation.
Romano D., Mario Contaldi, Riccardo De Lauretis, Domenico Gaudioso, Barbara Gonella, 2004 - Italian Greenhouse Gas
Inventory 1990-2002 National Inventory Report 2004, APAT.
Van Minnen, J. G., J. Onigkeit, J. Alcamo (2002). Critical climate change as an approach to assess climate change impacts
in Europe: development and application. Environmental Science and Policy 5: 335347.
WHO-Systematic Review of Health Aspects from Air Pollution WHO has updated its Air Quality Guidelines for Europe
(AQG), providing information on adverse health effects of exposure to specific air pollutants on human health, in the
1990s.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
237
GLOSSARIO

AOT40 = (espresso in g/m
3
ora) sintende la differenza tra le concentrazioni orarie superiori a 80 g/ m
3
ora (= 40 parti
per miliardo) e 80 g/m
3
in un dato periodo di tempo, utilizzando solo valori orari rilevati ogni giorno tra le 8:00 e le 20:00
(ora dellEuropa centrale).
Background (stazione): punto di campionamento rappresentativo dei livelli dinquinamento medi caratteristici dellarea
monitorata.
BAT = Best Available Techniques; migliori tecnologie disponibili per la riduzione delle emissioni.
CIS = Comitato di Indirizzo e Sorveglianza.
CORINE = COordinated Information on the Environment in the European Community.
CORINAIR = COordination INformation AIR; progetto promosso e coordinato dalla Comunit Europea nellambito del
programma sperimentale CORINE.
COVNM = Composti organici volatili, non metanici.
COPERT = Computer Programme to calculate Emissions from Road Traffic; strumento di valutazione delle emissioni da
trasporto stradale nellambito del programma CORINAIR.
DOCUP = Documento Unico di Programmazione 2000-2006.
EEV = Enhanced Environmentally Friendly Vehicle; veicoli ecolocigi migliorati EEV.
EMEP = Enviromental Monitoring European Program; programma avente per oggetto la caratterizzazione delle
precipitazioni atmosferiche a livello europeo, mediante la realizzazione di una rete di rilevamento dedicata.
EPER = European Pollutant Emission Register (Registro Europeo delle emissioni).
Fattore di emissione = valore che esprime la quantit in grammi di ciascun inquinante emessa per ogni Kg di carburante
consumato dal veicolo; il fattore di emissione calcolato rapportando il valore di emissione di ogni categoria di veicolo al
corrispondente dato di consumo di carburante.
Industriale (stazione): punto di campionamento per monitoraggio di fenomeni acuti posto in aree industriali con elevati
gradienti di concentrazione degli inquinanti. Tali stazioni sono situate in aree nelle quali i livelli dinquinamento sono
influenzati prevalentemente da emissioni di tipo industriale.
IPPC = Integrated Pollution Prevention and Control (Prevenzione e Riduzione Integrate dellInquinamento).
OMS = Organizzazione Mondiale della Sanit.
PAN = Perossiacilnitrati, inquinanti secondari prodotti per reazione degli NOx e dei COV in episodi di inquinamento
fotochimico.
Piano di Mantenimento = Programmi stabiliti dalle regioni e da adottare nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli
degli inquinanti sono inferiori ai valori limite, come fissato ai sensi dellart. 9 del D.Lgs. 351/99. I Piani di Mantenimento
sono adottati al fine di preservare e migliorare la qualit dell'aria ambiente in tali aree compatibilmente con lo sviluppo
sostenibile.
Piano di Risanamento = Programmi stabiliti dalle regioni e da adottare nelle zone e negli agglomerati in cui si sono
verificati dei superamenti dei valori limite e dei valori limite aumentati dei margini di tolleranza ai sensi dellart. 8 del
D.Lgs. 351/99. Tali Piani sono adottati al fine del raggiungimento dei valori limite entro i termini stabiliti dal DM 60/02.
Piani di Azione = Programmi stabiliti dalle regioni contenenti le misure da attuare nel breve periodo, affinch sia ridotto il
rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme, nelle zone del proprio territorio individuate ai sensi
dellart. 7 del D.Lgs. 351/99. I piani possono prevedere misure di controllo e, se necessario, di sospensione delle attivit,
compreso il traffico veicolare, che comportano il superamento dei valori limite e delle soglie di allarme.
PUM = Piano Urbano della Mobilit.
PUT = Piano Urbano del Traffico.
SFMR = Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale.
Traffico (stazione): punto di campionamento rappresentativo dei livelli dinquinamento massimi caratteristici dellarea
monitorata influenzato prevalentemente da emissioni da traffico provenienti dalle strade limitrofe.
TTZ = Tavoli Tecnici Zonali.
WHO = World Health Organization.
ZTL = Zona a traffico limitato.

Classificazione delle categorie veicolari
Le terminologie seguenti seguono la classificazione proposta dalla metodologia COPERT, che suddivide ogni categoria
veicolare in funzione del tipo di alimentazione e dellanno di immatricolazione del mezzo; il corrispondente Riferimento
Legislativo Europeo vigente allatto dellimmatricolazione impone fattori di emissione specifici per la riduzione
dellinquinamento atmosferico.
Autovetture ad alimentazione a benzina di classe PRE ECE: veicoli immatricolati fino al 31/03/1973;
Autovetture ad alimentazione a benzina di classe ECE 15/00-01: veicoli immatricolati dal 01/04/1973 al 31/09/1978;
Autovetture ad alimentazione a benzina di classe ECE 15/02: veicoli immatricolati dal 01/10/1978 al 31/12/1981;
Autovetture ad alimentazione a benzina di classe ECE 15/03: veicoli immatricolati dal 01/01/1982 al 31/12/1984;
Autovetture ad alimentazione a benzina di classe ECE 15/04: veicoli immatricolati dal 01/01/1985 al 31/12/1992;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
238
Autovetture ad alimentazione a benzina di classe Euro I: veicoli immatricolati dal 01/01/1993 al 31/12/1996,
rispondenti alla Direttiva 91/441/EEC. Lintroduzione obbligatoria dei catalizzatori a tre vie, in questa classe, rende
obbligatorio luso di benzine senza piombo;
Autovetture ad alimentazione a benzina di classe Euro II: veicoli immatricolati dal 01/01/1997 al 31/12/2000,
rispondenti alla Direttiva 94/12/EC;
Autovetture ad alimentazione a benzina di classe Euro III: veicoli immatricolati dal 01/01/2001 al 31/12/2004,
rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2000;
Autovetture ad alimentazione a benzina di classe Euro IV: veicoli immatricolati dal 01/01/2005 in poi, rispondenti alla
Direttiva 98/69/EC-Stage 2005;
Autovetture ad alimentazione diesel di classe Conventional + ECE 15/04: veicoli immatricolati fino al 30/06/1994,
equipaggiati con motori a iniezione indiretta senza post-trattamento delle emissioni;
Autovetture ad alimentazione diesel di classe Euro I: veicoli immatricolati dal 01/07/1994 al 31/12/1996, rispondenti
alla Direttiva 91/441/EEC;
Autovetture ad alimentazione diesel di classe Euro II: veicoli immatricolati dal 01/01/1997 al 31/12/2000, rispondenti
alla Direttiva 94/12/EEC;
Autovetture ad alimentazione diesel di classe Euro III: veicoli immatricolati dal 01/01/2001 al 31/12/2004, rispondenti
alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2000;
Autovetture ad alimentazione diesel di classe Euro IV: veicoli immatricolati dal 01/01/2005 in poi, rispondenti alla
Direttiva 98/69/EC-Stage 2005;
Autovetture ad alimentazione a GPL di classe Conventional : veicoli immatricolati fino al 31/12/1992;
Autovetture ad alimentazione a GPL di classe Euro I: veicoli immatricolati dal 01/01/1993 al 31/12/1996, rispondenti
alla Direttiva 91/441/EEC;
Autovetture ad alimentazione a GPL di classe Euro II: veicoli immatricolati dal 01/01/1997 al 31/12/2000, rispondenti
alla Direttiva 94/12/EC;
Autovetture ad alimentazione a GPL di classe Euro III: veicoli immatricolati dal 01/01/2001 al 31/12/2004, rispondenti
alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2000;
Autovetture ad alimentazione a GPL di classe Euro IV: veicoli immatricolati dal 01/01/2005 in poi, rispondenti alla
Direttiva 98/69/EC-Stage 2005;
Autovetture ad alimentazione a benzina, diesel, GPL di classe Euro V e VI: veicoli stradali nuovi venduti nella U.E.
rispettivamente a partire dal 2009 e dal 2014;
Veicoli commerciali leggeri (< 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina e diesel di classe Conventional : veicoli
immatricolati fino al 30/09/1994;
Veicoli commerciali leggeri (< 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina e diesel di classe Euro I: veicoli
immatricolati dal 01/10/1994 al 30/09/1998, rispondenti alla Direttiva 93/59/EEC;
Veicoli commerciali leggeri (< 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina e diesel di classe Euro II: veicoli
immatricolati dal 01/10/1998 al 31/12/2000, rispondenti alla Direttiva 96/69/EC;
Veicoli commerciali leggeri (< 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina e diesel di classe Euro III: veicoli
immatricolati dal 01/01/2001 al 31/12/2005, rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2000;
Veicoli commerciali leggeri (< 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina e diesel di classe Euro IV: veicoli
immatricolati dal 01/012006 in poi, rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2005;
Veicoli commerciali pesanti (> 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina di classe Conventional : veicoli
immatricolati dal 1900 in poi;
Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32
tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Conventional -ECE 49(1988) :
veicoli immatricolati dal 1900 al 1987 e veicoli immatricolati dal 1988 al 30/09/1993, rispondenti alla Direttiva ECE
49(1988);
Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32
tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Euro I: veicoli immatricolati dal
01/10/1993 al 30/09/1996, rispondenti alla Direttiva 91/542/EEC-Stage I;
Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32
tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Euro II: veicoli immatricolati dal
01/10/1996 al 31/12/2000, rispondenti alla Direttiva 91/542/EEC-Stage II;
Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32
tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Euro III: veicoli immatricolati dal
01/01/2001 al 31/12/2005, rispondenti alla Direttiva COM(97)627;
Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32
tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Euro IV: veicoli immatricolati dal
01/01/2006 al 31/12/2007, rispondenti alla Direttiva COM(1998)776;
Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32
tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Euro V: veicoli immatricolati dal
01/01/2008 in poi, rispondenti alla Direttiva COM(1998)776;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
239
Ciclomotori non conformi alla Direttiva 97/24/EC: veicoli immatricolati fino al 30/06/1999;
Ciclomotori conformi alla Direttiva 97/24/EC-Stage I: veicoli immatricolati dal 01/07/1999 al 31/12/2000;
Ciclomotori conformi alla Direttiva 97/24/EC-Stage II: veicoli immatricolati dal 01/01/2001 in poi;
Motoveicoli non conformi alla Direttiva 97/24/EC: veicoli immatricolati fino al 30/06/1999;
Motoveicoli conformi alla Direttiva 97/24/EC: veicoli immatricolati dal 01/07/1999 in poi.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
242
ALLEGATO 1

Il sistema dei trasporti in Sicilia

Il sistema dei trasporti contribuisce considerevolmente allinquinamento dei sistemi terra-acqua-aria.
Situata ai confini meridionali dellUnione Europea, la Sicilia risente condizione di perifericit geografica aggravata
da una dotazione di infrastrutture di trasporto inferiore alla media italiana ed europea.
Lo spopolamento dei centri minori e lo sviluppo caotico delle aree metropolitane rendono centrale il peggioramento
della mobilit urbana.
Le infrastrutture di trasporto coinvolgono tutti i settori, oltre che la collettivit stessa; in particolare la loro
efficienza necessaria per garantire laccessibilit e la mobilit nel territorio, oltre alla puntualit e alla sicurezza nel
trasferimento.
Esiste un legame tra lo sviluppo economico di unarea e la presenza di una buona rete infrastrutturale.
Si pu sostenere che le dotazioni infrastrutturali ed il sistema dei trasporti in particolare, sono tra i principali fattori
utili allo sviluppo di unarea territoriale (tramite un forte legame tra crescita del PIL provinciale e la dotazione di
infrastrutture), anche se essi, da soli, non possono essere considerati sufficienti a garantire lo sviluppo economico.
Peraltro, anche il calcolo stesso delle dotazioni infrastrutturali non semplice; esistono vari studi che utilizzano
indicatori di infrastrutturazione calcolati rispetto alla popolazione, al territorio o ad altre variabili. I risultati non sono
generalmente univoci, variando a seconda degli indicatori prescelti. In base ai dati dellIstituto Tagliacarne (2001), il
Mezzogiorno italiano e la Sicilia sono caratterizzati da un livello di infrastrutture inferiore alla media italiana.
Mediamente il Meridione ha una presenza di infrastrutture sul territorio pari al 78,1 per cento del livello medio
nazionale; la Sicilia si colloca su un livello migliore, ma sempre inferiore a quello medio nazionale, con un valore pari
all86,2 per cento (tab. A).

Province Strade e autostrade Ferrovie Porti Aeroporti Totale
a

% % % % %
Agrigento 73,2 65,5 116,9 41,6 59,8
Caltanissetta 77,2 77,1 151,8 21,8 63,9
Catania 67,4 61,6 227,5 110,6 108,7
Enna 103,0 66,5 81,1 27,3 51,7
Messina 142,0 107,0 196,9 85,8 106,2
Palermo 82,7 56,8 86,9 135,4 89,1
Ragusa 64,6 28,7 98,0 12,6 58,6
Siracusa 65,1 73,5 368,3 17,3 93,4
Trapani 104,5 32,9 286,4 137,3 95,7
Sicilia 87,4 64,7 174,9 81,7 86,2
Mezzogiorno 91,8 84,7 109,2 60,5 78,1
a Il totale comprende anche indicatori relativi ad altre tipologie di infrastrutture, quali metanodotti, impianti elettrici, acqua,
telecomunicazioni e servizi alle imprese. Fonte: Istituto Tagliacarne (2001).
Tabella A - Indicatori di dotazione infrastrutturale (numeri indice: Italia = 100)

In particolare lisola supera il valore medio nazionale soltanto con riferimento alle dotazioni portuali (174,9 per
cento), risentendo positivamente della sua insularit. Al netto delle strutture portuali in rapporto al bacino dutenza, il
valore scende al 76,3 per cento. I dati sono la risultante di indicatori di tipo meramente quantitativo (come la lunghezza
delle reti stradali e ferroviarie) e di tipo qualitativo (bench sempre dipendenti da informazioni quantitative); questi
ultimi sono utilizzati per valutare il grado di efficienza delle infrastrutture e la rispondenza alle esigenze degli operatori
economici (ad esempio la quota delle linee ferroviarie elettrificate e a doppio binario, il volume del traffico, la
numerosit delle corsie).
La rete stradale esistente caratterizzata da livelli di efficienza disomogenei, sia per linadeguatezza della
dotazione infrastrutturale sia per la mancanza di nodi efficacemente collegati in rete in unottica intermodale.
Stesse considerazioni possono farsi per la rete ferroviaria, le cui carenze si rilevano sia nelle linee commerciali (le
due dorsali tirrenica e ionica) sia, e maggiormente, nelle linee di interesse regionale. La rete ferroviaria siciliana in
esercizio estesa 1.440 Km, di cui solamente 102 a doppio binario, che rappresenta lo 0,16% della rete nazionale, e 744
elettrificati, che rappresentano il 51,6% della rete regionale contro il 63% della rete nazionale.
Il settore portuale, commisurato alle esigenze di traffico attuali, presenta vuoti infrastrutturali evidenti e carenze
notevoli riguardo ai collegamenti con il retroterra portuale e le infrastrutture logistiche.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
243
Per gli aeroporti, il continuo aumento del traffico ha determinato la congestione degli scali di Palermo e Catania e
ha posto in evidenza linadeguatezza anche degli scali minori.
Il generale aumento anche in Sicilia, in linea con il trend nazionale, del traffico passeggeri stato assorbito per la
maggior parte dal trasporto stradale, che a fronte di una staticit della rete sia in termini di qualit sia in termini di
sviluppo chilometrico dei tracciati ha determinato un abbassamento della qualit dei servizi, con maggiori livelli di
inquinamento, incidentalit e congestione.
Analoga situazione riscontrabile nel trasporto merci dove laumento complessivo della domanda di trasporto
stato assorbito dalla modalit tutto strada, nonostante un significativo sviluppo del traffico marittimo, che ha visto
incrementare nel corso del 2002 le linee di collegamento con il continente e listituzione di nuovi collegamenti dedicati
espressamente al trasporto merci.
E indubbio che le attivit economiche, soprattutto quelle legate allimport-export, sono fortemente condizionate
dai livelli di efficienza del sistema trasportistico e ci particolarmente influente nei confronti di quelle attivit per le
quali la tempestivit della consegna delle merci ai mercati, costituisce un valore aggiunto, come nel caso del settore
ortofrutticolo. Non sono da trascurare quei settori che recentemente si affacciano sui mercati nazionali ed europei
operanti nei settori dellinformatica, mobiliera, ecc
Nel complesso, la dotazione infrastrutturale viaria a servizio del traffico di interesse regionale risulta attualmente
insufficiente ed inadeguata a garantire livelli di accessibilit ottimali. I volumi di traffico prevalenti si concentrano
soprattutto lungo le autostrade e nei tratti delle strade statali pi prossimi alle tre aree maggiormente urbanizzate di
Palermo, Messina e Catania e nelle zone costiere mentre risultano penalizzate le aree interne e montane In Sicilia
lautotrasporto sostiene l89% del traffico totale sulle medie e lunghe distanze.
Dallanalisi dei movimenti via mare si evidenzia che il trasporto merci marittimo in Sicilia ha registrato un
notevole incremento negli ultimi anni assorbendo il 13,6% del traffico merci nazionale; il trasporto passeggeri invece, si
attesta al 12%.
Nel breve e medio periodo si prevede che la domanda di trasporto marittimo continui ad essere in crescita anche
per le difficolt di realizzazione delle infrastrutture terrestri. La crescita della domanda di trasporto, soprattutto per le
merci, pone lesigenza di valorizzare la specificit geografica-strategica della Sicilia, privilegiando lutilizzo del
corridoio naturale costituito dal Tirreno per il raggiungimento dei mercati del Nord Italia e del Nord Europa e altre rotte
per il raggiungimento dei paesi del bacino del Mediterraneo.
Considerato che un efficiente sistema dei trasporti costituisce una precondizione necessaria ad avviare e supportare
lo sviluppo economico e sociale dellisola, la Regione Siciliana ha individuato nei trasporti un settore strategico per lo
sviluppo dellIsola e, con la stipula degli Accordi di Programma Quadro (APQ), si dotata di strumenti operativi per la
realizzazione degli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari per linnalzamento del livello di efficienza e di qualit del
sistema.
Le politiche attuate dal Dipartimento regionale dei Trasporti e delle Comunicazioni hanno consentito lavviamento
delle procedure per lattuazione degli interventi contenuti negli APQ, nonch lavviamento di nuove politiche atte a
implementare le modalit di trasporto Ro-Ro per le merci e per migliorare il livello di efficienza e di qualit dei servizi
per la mobilit di persone e cose.
Ora, poich la ritardata cantierabilit e realizzazione delle opere in programma potrebbe determinare, come pi
volte avvenuto in passato, il mancato raggiungimento dellobiettivo relativo allefficienza del sistema dei trasporti con
grave pregiudizio dello sviluppo sociale ed economico dellIsola, il Dipartimento regionale dei Trasporti ha attivato
tutte le possibili procedure negoziali (conferenze di servizi, tavoli tecnici, e quantaltro necessario) per accelerare la
realizzazione delle opere contenute negli Accordi di Programma Quadro ed inoltre, per implementare la funzionalit dei
servizi di trasporto, sta attivando le procedure per la regolamentazione degli stessi nellambito del Trasporto Pubblico
Locale, nonch il passaggio ai contratti di servizio di diritto privato per i servizi di collegamento marittimo con le isole
minori.
Tali attivit trovano momento di raccordo nel Piano Regionale dei Trasporti e della mobilit Piano Direttore
predisposto dal Dipartimento Trasporti in otto mesi di intenso lavoro e recentemente approvato dalla Giunta di Governo
regionale (Delibera n. 322 dell11 ottobre 2002) previa acquisizione del prescritto parere della IV Commissione
dellAssemblea Regionale Siciliana.

Le infrastrutture stradali

Data la poca competitivit ed efficienza del trasporto su rotaia, le imprese siciliane sono generalmente costrette a
ricorrere al trasporto su gomma. Nel 1999 il 58 per cento del trasporto merci sulle medie e lunghe distanze si rivolto al
mezzo gommato ed un ulteriore 24 per cento alla tipologia intermodale di tipo Ro/Ro (strada/mare).
Anche nellambito stradale, tuttavia, la dotazione infrastrutturale regionale risulta fortemente deficitaria e pari al
60,6 per cento del valore medio nazionale (70,5 il dato del Mezzogiorno).
La rete viaria esistente sul territorio siciliano pari a quasi 21.000 chilometri, di cui il 2,7 per cento rappresentato
da autostrade, il 17,3 per cento da strade statali e l80 per cento da strade provinciali e comunali (Fonte Regione
Siciliana 2001).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
244
Le insufficienze infrastrutturali possono ostacolare la commercializzazione in Italia e alimentano scetticismi da
parte dei rivenditori del Nord sul fatto che le consegne possano essere effettuate puntualmente. Gli imprenditori
lamentano anche la mancanza di collegamenti efficienti tra le aree industriali e le principali reti di trasporto.
Nel capoluogo ad esempio in costruzione da molti anni la bretella di collegamento tra larea industriale e il
sistema autostradale; pi volte i lavori sono stati interrotti e hanno subito modifiche nella progettazione. Si in attesa di
un suo completamento, che porterebbe benefici sia alle imprese sia al traffico cittadino, che risulterebbe liberato dal
passaggio dei mezzi di trasporto delle aziende industriali dalle strade del centro.
In generale vi un problema di qualit delle reti di trasporto e delle strutture logistiche o una loro non ottimale
distribuzione sul territorio.
La costruzione di un ponte sullo stretto di Messina potrebbe eliminare unimportante strozzatura del sistema dei
trasporti; sarebbero necessari peraltro almeno 9 anni (2 prima di passare alla fase esecutiva del progetto e 7 per la sua
realizzazione effettiva) e un investimento superiore ai 5.000 milioni di euro.
Il ponte non risolverebbe del tutto le carenze oggi esistenti nei trasporti a media-lunga distanza da e verso la Sicilia,
poich tale tipologia di domanda di trasporto si rivolge per quasi il 50 per cento al mezzo aereo.
Nel caso in cui si decida sullutilit dellinfrastruttura, per un migliore sfruttamento delle sue potenzialit
andrebbero completate e potenziate le altre reti di trasporto che convergono verso il ponte, sia stradali sia ferroviarie.
Inoltre, in base alle prospettive di crescita delleconomia e della domanda di servizi di trasporto, in assenza di interventi
il sistema dei trasporti attuale diverrebbe insufficiente gi nei prossimi anni.
Ladvisor incaricato dal Governo di valutare il progetto del ponte sullo Stretto aveva fatto notare che attualmente,
soprattutto nei periodi di punta stagionale di traffico, si verificano fenomeni di congestione stradale dovuti:
allinadeguatezza delle infrastrutture viarie di collegamento degli approdi con le aree di accumulo e di queste con la
viabilit autostradale; allinsoddisfacente rapporto offerta/domanda di punta di posti auto a bordo delle navi traghetto;
allorganizzazione non ottimale del sistema di emissione dei biglietti. Le conseguenze sono elevati tempi di attesa in
condizioni di scarsissimo comfort per i traffici di attraversamento ed inquinamento acustico ed atmosferico per le aree
urbane attraversate.
La rete attuale si basa essenzialmente su un collegamento che percorre tutta la costa e che avviene su autostrada,
nellitinerario Mazara del Vallo, Trapani, Palermo, Messina, Catania, Siracusa e Gela. Litinerario lungo la costa
completato, tra Gela e Trapani, da strade statali.
Allinterno, lautostrada Palermo Catania connette alla rete anche le citt di Caltanissetta ed Enna. Una rete di
strade statali e provinciali connette infine tutti i principali centri dellentroterra.


Figura A - Rete stradale regionale (fonte: Regione Siciliana Assessorato Beni Cult.ed Amb.)

Lungo le direttrici di trasporto, i flussi di traffico sono variabili in base allimportanza dei nodi che essi connettono,
sia dal punto di vista produttivo che turistico.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
245

Figura B - Principali flussi della rete siciliana

Le infrastrutture ferroviarie

La localizzazione periferica delle aziende siciliane, rispetto ai maggiori mercati europei e ai principali fornitori di
materie prime si risente negativamente in termini di competitivit. Lo svantaggio rappresentato dalle pi elevate
distanze da percorrere si cumula con le inefficienze del sistema di trasporti locale.
Esemplare lo stato della rete ferroviaria, soltanto in parte elettrificata per 744 Km (circa il 52 per cento della rete
regionale contro il 64,6% di quella nazionale) e basata in buona parte ancora sul binario unico anche nelle tratte pi
importanti come i collegamenti tra le tre citt principali. La rete in esercizio attualmente costituita da 1440 Km di cui
solamente 102 a doppio binario che rappresentano lo 0,16% della rete nazionale.
Flussi proporzionali
allo spessore
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
246

Figura C - Rete ferroviaria regionale (fonte: Regione Siciliana Ass. Beni Cult. ed Amb.)

Sia il trasporto delle persone sia quello delle merci risultano particolarmente penalizzati dalla vetust della rete che
non consente collegamenti rapidi. Un dato per tutti: la tratta Palermo Catania, una delle principali e pari a circa 200
chilometri, viene percorsa in oltre tre ore.
La mancanza di un attraversamento stabile dello stretto di Messina, con la necessit di scomporre i convogli
ferroviari per imbarcarli sui traghetti, impedisce lutilizzo della rete Eurostar per la non scomponibilit dei suoi
convogli.
Con riferimento alla domanda di servizi di trasporto per le medie e lunghe distanze, nel 1999 il 14 per cento del
traffico passeggeri e il 18 per cento di quello merci si rivolto al mezzo ferroviario ATI (2001).
La dotazione media siciliana di infrastrutture ferroviarie pari al 64,7 per cento del dato nazionale, livello
notevolmente pi basso di quello meridionale (84,7 per cento); tra le province Ragusa e Trapani sono le pi penalizzate,
con valori pari rispettivamente al 28,7 e 32,9 per cento.
Proprio la provincia iblea avrebbe necessit di un sistema di trasporti moderno ed efficiente, poich la struttura
produttiva dellarea basata sulla vendita di prodotti dellagro-alimentare, spesso altamente deperibili e quindi
bisognosi di collegamenti rapidi con i mercati di sbocco. La dotazione di infrastrutture di trasporto tra le pi basse
nellisola anche con riferimento alle strade (64,6 per cento del valore nazionale), ai porti (98 per cento) e soprattutto agli
aeroporti (12,6 per cento). La perifericit di Ragusa viene quindi ulteriormente accentuata dalla significativa carenza di
infrastrutture di trasporto.

Le infrastrutture portuali

Nonostante il livello di infrastrutture portuali, rispetto al bacino di utenza, risulti superiore alla media nazionale
(174,9 per cento), dalle interviste effettuate presso imprenditori locali emerge che il problema principale non risiede nel
numero di porti presenti sul territorio siciliano ma nella tipologia e nella qualit dei servizi offerti da tali strutture,
inadeguate rispetto alle necessit del sistema imprenditoriale.
In modo particolare mancano, di norma, i necessari raccordi stradali e ferroviari che possano permettere una
efficiente integrazione tra i differenti mezzi di trasporto. Inoltre i porti siciliani effettuano il trasporto via container
soltanto verso un numero limitato di nazioni per cui le aziende locali sono talvolta costrette a trasportare la propria
merce presso porti esterni alla Sicilia per riuscire a esportarle.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
247


Figura D - Sistema portuale regionale (fonte: Regione Siciliana Ass. Beni Cult. ed Amb.)

Le infrastrutture portuali regionali si possono suddividere in:

porti di interesse nazionale: sedi di autorit portuale: Palermo, Messina, Catania ed Augusta;
porti di interesse regionale: Porto Empedocle, Trapani, Siracusa, Gela, Pozzallo, Licata, Marsala, Mazara del
Vallo;
porti che garantiscono laccessibilit alle isole minori e porti per il diportismo nautico;
Porti militari e per la sicurezza: Trapani, Sciacca.

Nel confronto con i principali porti nazionali, lutilizzo delle strutture siciliane per la movimentazione di container
piuttosto modesto; nel 2000 i porti di Palermo, Catania e Trapani hanno movimentato complessivamente circa 47.000
contenitori, rispetto al milione e mezzo di Genova o ai 2 milioni 650 mila di Gioia Tauro, o per citare alcuni porti con
dati pi contenuti - agli oltre 200 mila di Venezia o di Trieste o i quasi 400 mila di Napoli [Fonte: Autorit portuali
varie, Capitanerie di porto e Aziende speciali].
I porti della Sicilia dellest sono utilizzati soprattutto per il commercio di prodotti petroliferi, sia in entrata sia in
uscita, poich tre dei principali poli petroliferi nazionali risiedono nellarea orientale dellisola. Si tratta in particolare
dei porti di Gela, Siracusa, Augusta e Milazzo. Nel 2000 in questi 4 porti sono state sbarcate oltre 40 milioni e
imbarcate circa 28 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi. Complessivamente tali produzioni hanno pesato per
circa l89 per cento nel transito merci dei porti della Sicilia orientale, con una maggiore preponderanza tra le merci
sbarcate (93 per cento, rispetto all84 per cento delle merci imbarcate). Nella Sicilia occidentale questa tipologia
merceologica ha unincidenza molto pi contenuta e pari nello stesso anno a meno del 15 per cento delle merci
complessivamente transitate.
Al netto del petrolio nellanno citato i porti siciliani hanno imbarcato 9,7 milioni di tonnellate di merce rispetto ai
7,4 milioni di merce sbarcata.
Con riferimento al numero di passeggeri il porto di Messina risulta quello con il pi elevato movimento in Sicilia e
tra i pi utilizzati in Italia, a causa del servizio di traghettamento, per lattraversamento dellomonimo stretto, che
insiste sulla struttura portuale; nel 2000 sono transitati per la struttura messinese oltre 11 milioni di passeggeri. Tra gli
altri porti principali della regione per movimento passeggeri si possono citare quello del capoluogo, che ha superato il
milione e 300 mila unit, utilizzato sia da primarie compagnie per il trasporto verso altre citt dItalia (in particolare
Cagliari, Napoli, Livorno e Genova), sia da navi da crociera. Seguono Milazzo (oltre 1 milione e 100 mila), Lipari e
Trapani (circa un milione di passeggeri), con movimenti tipicamente turistici da e verso le isole minori.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
248
Lo sviluppo delle vie di comunicazione marittime potrebbe portare a una maggiore incidenza del turismo nautico,
quasi del tutto assente nellisola a causa del modesto numero di porti turistici attrezzati. Nonostante siano presenti
lungo i litorali regionali 70 approdi e porti turistici, la maggior parte di questi sono di quarta classe, alcuni sono
difficilmente praticabili, soprattutto per le imbarcazioni di maggiore dimensione, e molti di questi non sono neppure
dotati di servizi igienici a terra, di servizi di rimessaggio o di distributori di carburante. Inoltre i posti barca nel
complesso esistenti nei porti siciliani sono appena sufficienti a coprire le esigenze dei residenti, non consentendo
quindi alcuno spazio allo sviluppo della nautica da diporto.
Sarebbe utile creare una rete regionale di porti turistici, poich le singole strutture non hanno sufficiente capacit
di attrazione. La Regione Siciliana sta predisponendo un programma per la riconversione di alcune strutture verso la
nautica da diporto; le potenzialit pi alte si ritrovano nelle isole minori, i cui porti rappresentano anche strutture
essenziali per garantire laccesso ai turisti.

Interporti

LAccordo di Programma Quadro per il trasporto marittimo ha riconfermato la realizzazione in Sicilia di due
interporti uno a CataniaBicocca e laltro nellarea del palermitano (Termini Imerese). Con riguardo a questultimo sta
promuovendo in tempi brevissimi la costituzione della societ interporto di Termini Imerese per attivare finanziamenti
nellarea di Termini che possano costituire volano per leconomia di quella citt in un momento particolarmente
delicato come quello attuale causato dalla crisi FIAT e che possa garantire occupazione nel breve lungo periodo. Si
prevede che a regime linterporto di Termini Imerese potr occupare circa 400 lavoratori.

Le infrastrutture aeroportuali

La perifericit della Sicilia rispetto ai principali mercati di sbocco potrebbe essere parzialmente attutita da una pi
ampia presenza di strutture aeroportuali. Anche in questo ambito le dotazioni infrastrutturali siciliane sono inferiori alla
media nazionale (81,7 per cento). La maggior parte dei collegamenti internazionali effettuata via Roma o Milano,
anche per le rotte del Mediterraneo. La privatizzazione delle societ di gestione degli aeroporti siciliani stenta a partire,
cos come alcuni lavori di ammodernamento delle strutture logistiche. La Regione, nonostante la sua posizione
strategica baricentrica nel Mediterraneo non viene considerata come dovrebbe nelle rotte sia dalle compagnie nazionali
che di quelle estere.
Gli aeroporti operanti in regione sono, oltre ai due principali di Palermo e Catania, quello di Trapani, attualmente
sovradimensionato rispetto ai flussi effettivi di passeggeri e merci, e due scali presenti presso isole minori (Lampedusa
e Pantelleria) soggetti a una forte stagionalit legata ai flussi turistici. Larea sud-orientale della Sicilia priva di
strutture aeroportuali; sono allo studio alcune ipotesi, tra cui la riconversione dellaeroporto militare di Comiso (RG) e
la costruzione di un nuovo aeroporto a Gela (CL) o in provincia di Agrigento.
In base ai dati sul traffico aereo laeroporto di Catania Fontanarossa risulta il sesto in Italia per numero di
passeggeri (oltre 3 milioni e 900 mila sia nel 2000 sia nel 2001); quello di Palermo Punta Raisi lottavo (circa 3
milioni e 200 mila passeggeri). Pi contenuto il traffico merci, con Catania al nono posto con 12 mila tonnellate di
merci trasportate.
Anche lo sviluppo del turismo risente delle carenze nei trasporti aerei da e verso lisola. Si calcola che bench la
domanda turistica potenziale sia molto alta, una parte di questa non si realizzi effettivamente per i lunghi tempi di arrivo
a destinazione a causa delle carenze dei servizi di trasporto e per lelevato costo dei pacchetti turistici, in cui il costo del
trasporto parte preponderante.
Limportanza del mezzo aereo per il turismo in Sicilia si evince anche dal fatto che oltre la met degli arrivi
turistici nellisola raggiunge la regione utilizzando i servizi aeroportuali e le dinamiche previste per i prossimi anni
porteranno a un ulteriore incremento nellutilizzo di questo mezzo di trasporto; le carenze nella presenza delle
infrastrutture aeroportuali locali diventeranno quindi sempre pi evidenti, potendo costituire un freno per il settore
turistico.
Soltanto negli ultimi anni si sviluppato maggiormente il mercato dei voli charter, soprattutto nellaeroporto
catanese. In generale, rispetto al passato, aumentata la presenza di vettori di trasporto aereo diversi dalla linea di
bandiera, soprattutto nelle tratte principali (da e verso Roma e Milano); questo sta consentendo un abbassamento delle
tariffe, con un potenziamento della competitivit delle mete turistiche regionali.
Daltra parte lintegrazione tra il sistema aeroportuale e le altre reti di trasporto di primaria importanza per
consentire un maggiore sviluppo del turismo, soprattutto verso le aree dellisola pi lontane dagli aeroporti. Attualmente
questa integrazione soltanto parziale e le carenze infrastrutturali del sistema dei trasporti siciliano nel complesso
causano una perdita di competitivit del sistema Sicilia rispetto ad altre mete turistiche straniere. Ad esempio i tempi di
percorrenza per giungere alle principali destinazioni turistiche siciliane - a esclusione di Catania e Palermo, dove sono
presenti aeroporti - supererebbero mediamente del 50 per cento i tempi di viaggio verso mete estere comparabili (in
Spagna, Turchia, Tunisia, Marocco, Egitto).
Gli aeroporti dellisola sono collegati ai capoluoghi di riferimento attraverso il trasporto su gomma. A Palermo
soltanto alla fine del 2001, dopo 18 anni dallapprovazione del progetto esecutivo, stato inaugurato il servizio di
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
249
collegamento su rotaia. questa lennesima conferma della lentezza con cui le infrastrutture locali si adeguano alle
necessit di sviluppo delleconomia: i lavori iniziarono nel 1986 con una previsione di completamento entro linizio del
1990 (in tempo per i campionati del mondo di calcio). Tra problemi burocratici e difficolt causate dai Comuni
attraversati dalla rete ferroviaria soltanto nel 2001 stato effettuato il primo collegamento, su binario unico, tra la citt e
il suo aeroporto; per il doppio binario si prevede unulteriore fase dei lavori che dovrebbe completarsi non prima del
2010.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
250
ALLEGATO 2
Parchi e riserve in sicilia
Provincia di Agrigento
Riserve Naturali Regionali
Foce del fiume Platani
Grotta di S.Angelo Muxaro
Isola di Lampedusa
Isola di Linosa e Lampione
Macalube di Aragona
Monte Cammarata
Monte Genuardo e S.M. del Bosco
Monte S. Calogero (Kronio)
Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio
Torre Salsa
Aree Marine Protette
Riserva marina Isole Pelagie

Provincia di Caltanissetta
Riserve Naturali Regionali
Il Biviere di Gela
Lago Sfondato
Lago Soprano
Monte Capodarso e Valle dell'Imera Meridionale
Monte Conca
Riserva Geologica di Contrada Scaleri
Sughereta di Niscemi
Zone umide
Il Biviere di Gela

Provincia di Catania
Parchi Regionali
Parco fluviale dell'Alcantara
Parco dell'Etna
Parco dei Nebrodi
Riserve Naturali Regionali
Bosco di Santo Pietro
Complesso Immacolatelle e Micio-Conti
Fiume Fiumefreddo
Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi
Oasi del Simeto
La Timpa
Aree Marine Protette
Riserva marina Isole Ciclopi

Provincia di Enna
Parchi Regionali
Parco dei Nebrodi
Riserve Naturali Regionali
Lago di Pergusa
Monte Altesina
Monte Capodarso e Valle dell'Imera Meridionale
Rossomanno - Grottascura - Bellia
Sambuchetti - Campanito
Vallone di Piano della Corte


Provincia di Messina
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
251
Parchi Regionali
Parco fluviale dell'Alcantara
Parco dei Nebrodi
Riserve Naturali Regionali
Bosco di Malabotta
Fiumedinisi e Monte Scuderi
Isola di Alicudi
Isola Bella
Isola di Filicudi
Isola di Panarea e Scogli Viciniori
Isola di Stromboli e Strombolicchio
Isola di Vulcano
Laghetti di Marinello
Laguna di Capo Peloro
Le Montagne delle Felci e dei Porri
Vallone Calagni sopra Tortorici

Provincia di Palermo
Parchi Regionali
Parco delle Madonie
Riserve Naturali Regionali
Bagni di Cefal Diana e Chiarastella
Bosco della Favara e Bosco Granza
Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago
Capo Gallo
Capo Rama
Grotta Conza
Grotta di Carburangeli
Grotta di Entella
Grotta dei Puntali
Isola di Ustica
Monte Carcaci
Monte Genuardo e S.M. del Bosco
Monte Pellegrino
Monte S. Calogero
Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio
Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto
Serre di Ciminna
Serre della Pizzuta
Aree Marine Protette
Capo Gallo - Isola delle Femmine
Isola di Ustica

Provincia di Ragusa
Riserve Naturali Regionali
Macchia Foresta Fiume Irminio
Pino d'Aleppo

Provincia di Siracusa
Riserve Naturali Regionali
Cavagrande del Cassibile
Complesso speleologico Villasmundo-S. Alfio
Fiume Ciane e Saline di Siracusa
Grotta Monello
Grotta Palombara
Oasi faunistica di Vendicari
Pantalica, Valle dell'Anapo, Torrente Cava Grande
Saline di Priolo
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
252
Aree Marine Protette
Plemmirio

Provincia di Trapani
Riserve Naturali Regionali
Bosco di Alcamo
Foce del fiume Belice e dune limitrofe
Grotta di Santa Ninfa
Isola di Pantelleria
Isole dello Stagnone di Marsala
Lago Preola e Gorghi Tondi
Monte Cofano
Saline di Trapani e Paceco
Zingaro
Aree Marine Protette
Riserva marina Isole Egadi
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
253

ALLEGATO 3

Parco veicolare in Italia



NUMERO DI VEICOLI PER 100 ABITANTI (Fonte ACI)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
254

NUMERO DI AUTOVETTURE PER 100 ABITANTI
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
255


PERCENTUALE DI AUTOVETTURE DIESEL
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
256


PERCENTUALE DI AUTOVETTURE ECOLOGICHE (GPL, METANO, ELETTRICHE)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
257


PERCENTUALE DI AUTOVETTURE EURO 0
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
258


PERCENTUALE DI AUTOVETTURE EURO 3 O EURO 4
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
259


PERCENTUALE DI AUTOVETTURE CON CILINDRATA > 2000 cc
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
260


PERCENTUALE DI AUTOVETTURE CON CILINDRATA FINO A 2000 cc
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
261


INCREMENTO DEL PARCO AUTOVETTURE (valori relativi)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
262



NUMERO DI MOTOCICLI PER 100 ABITANTI
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
263
ALLEGATO 4

Parco veicolare in Sicilia

Parco Circolante Sicilia
categoria veicolare: Autovetture
0
100000
200000
300000
400000
500000
600000
A
g
r
i
g
e
n
t
o
C
a
l
t
a
n
i
s
s
e
t
t
a
C
a
t
a
n
i
a
E
n
n
a
M
e
s
s
i
n
a
P
a
l
e
r
m
o
R
a
g
u
s
a
S
i
r
a
c
u
s
a
T
r
a
p
a
n
i
Benzina
Diesel
GPL

Parco Circolante Sicilia
categoria veicolare: Veicoli Commerciali Leggeri
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
40000
45000
A
g
r
i
g
e
n
t
o
C
a
l
t
a
n
i
s
s
e
t
t
a
C
a
t
a
n
i
a
E
n
n
a
M
e
s
s
i
n
a
P
a
l
e
r
m
o
R
a
g
u
s
a
S
i
r
a
c
u
s
a
T
r
a
p
a
n
i
Benzina
Diesel

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
264
Parco Circolante Sicilia
categoria veicolare: Veicoli Commerciali Pesanti
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
14000
16000
18000
20000
A
g
r
i
g
e
n
t
o
C
a
l
t
a
n
i
s
s
e
t
t
a
C
a
t
a
n
i
a
E
n
n
a
M
e
s
s
i
n
a
P
a
l
e
r
m
o
R
a
g
u
s
a
S
i
r
a
c
u
s
a
T
r
a
p
a
n
i
Diesel

Parco Circolante Sicilia
categoria veicolare: BUS
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
4500
A
g
r
i
g
e
n
t
o
C
a
l
t
a
n
i
s
s
e
t
t
a
C
a
t
a
n
i
a
E
n
n
a
M
e
s
s
i
n
a
P
a
l
e
r
m
o
R
a
g
u
s
a
S
i
r
a
c
u
s
a
T
r
a
p
a
n
i
Urbano
Extraurbano

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
265
Parco Circolante Sicilia
categoria veicolare: Moto
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
140000
A
g
r
i
g
e
n
t
o
C
a
l
t
a
n
i
s
s
e
t
t
a
C
a
t
a
n
i
a
E
n
n
a
M
e
s
s
i
n
a
P
a
l
e
r
m
o
R
a
g
u
s
a
S
i
r
a
c
u
s
a
T
r
a
p
a
n
i
Moto

Figure - Andamento del parco circolante provinciale per categoria veicolare e tipo di combustibile nel 2004 (fonte
ACI)

BUS
AUTOCARRI
TRASPORTO
MERCI
AUTOVEICO
LI SPECIALI
/ SPECIFICI
AUTOVETTU
RE
MOTOCARRI
E
QUADRICICL
I
TRASPORTO
MERCI
MOTOCICLI
MOTOVEICO
LI E
QUADRICICL
I SPECIALI /
SPECIFICI
RIMORCHI E
SEMIRIMOR
CHI
SPECIALI /
SPECIFICI
RIMORCHI E
SEMIRIMOR
CHI
TRASPORTO
MERCI
TRATTOR
I
STRADAL
I O
MOTRICI
ALTRI
VEICO
LI
Totale
AG
561 26.968 2.786 247.043 3.926 29.617 194 1.226 1.474 941 3 314.739
CL
209 12.911 1.767 145.557 2.160 15.050 101 1.334 1.060 576 3 180.728
CT
1.606 63.571 8.560 673.292 7.266 117.743 334 6.261 5.518 2.927 18 887.096
EN
415 9.010 1.196 91.864 1.918 8.576 107 459 475 297 114.317
ME
955 34.016 3.485 370.613 8.579 63.249 366 1.469 1.603 916 5 485.256
PA
2.499 51.611 8.369 677.928 8.806 127.546 232 6.591 4.101 2.158 8 889.849
RG
283 23.097 1.941 185.316 3.513 24.715 81 1.330 1.382 854 242.512
SR
337 21.046 2.629 234.150 3.867 39.204 112 2.299 1.149 650 305.443
TP
468 29.906 3.009 250.826 3.518 30.245 135 2.670 2.533 1.095 324.405
Tot
7.333 272.136 33.742 2.876.589 43.553 455.945 1.662 23.639 19.295 10.414 37
3.744.3
45
Tabella Composizione del parco veicolare per categoria e provincia in Sicilia nel 2005

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
266
Composizione provincia di AG
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
AG
EURO I
EURO II
EURO III
Convenzionali
ECE 15/00-01
ECE 15/02
ECE 15/03
ECE 15/04
PRE ECE
Non Contemplato
Non identificato

Composizione provincia di CT
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
200.000
CT
EURO I
EURO II
EURO III
Convenzionali
ECE 15/00-01
ECE 15/02
ECE 15/03
ECE 15/04
PRE ECE
Non Contemplato
Non identificato


Composizione provincia di CL
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
CL
EURO I
EURO II
EURO III
Convenzionali
ECE 15/00-01
ECE 15/02
ECE 15/03
ECE 15/04
PRE ECE
Non Contemplato
Non identificato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
267
Composizione provincia di EN
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
EN
EURO I
EURO II
EURO III
Convenzionali
ECE 15/00-01
ECE 15/02
ECE 15/03
ECE 15/04
PRE ECE
Non Contemplato
Non identificato

Composizione provincia di ME
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
80.000
90.000
100.000
ME
EURO I
EURO II
EURO III
Convenzionali
ECE 15/00-01
ECE 15/02
ECE 15/03
ECE 15/04
PRE ECE
Non Contemplato
Non identificato

Composizione provincia di PA
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
PA
EURO I
EURO II
EURO III
Convenzionali
ECE 15/00-01
ECE 15/02
ECE 15/03
ECE 15/04
PRE ECE
Non Contemplato
Non identificato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
268
Composizione provincia di RG
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
45.000
50.000
RG
EURO I
EURO II
EURO III
Convenzionali
ECE 15/00-01
ECE 15/02
ECE 15/03
ECE 15/04
PRE ECE
Non Contemplato
Non identificato

Composizione provincia di SR
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
SR
EURO I
EURO II
EURO III
Convenzionali
ECE 15/00-01
ECE 15/02
ECE 15/03
ECE 15/04
PRE ECE
Non Contemplato
Non identificato

Composizione provincia di TP
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
TP
EURO I
EURO II
EURO III
Convenzionali
ECE 15/00-01
ECE 15/02
ECE 15/03
ECE 15/04
PRE ECE
Non Contemplato
Non identificato

Figure Suddivisione del parco circolante provinciale (2003)
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
269

Se si considerano le sole autovetture circolanti nella regione Sicilia nel 2005 la situazione pu essere riassunta nella
tab. seguente (disaggregazione per provincia, alimentazione e cilindrata).

Autovetture distinte per provincia alimentazione e fascia di cilindrata. Anno 2005
Provincia Alimentaz. FASCIA EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4
Non
cont.
Non
ident
Totale
Agrigento benzina Fino a 1400 56.343 25.047 35.132 24.610 3.586 167 144.885
1401 - 2000 9.013 6.782 6.053 2.391 305 16 24.560
Oltre 2000 373 99 199 196 40 1 908
Non identificato 3 2 38 1 1 45
benzina totale 65.732 31.930 41.422 27.198 3.931 185 170.398

benzina o gas
liquido
Fino a 1400 1.657 574 517 92 3 2.843
1401 - 2000 2.569 1.620 745 90 2 5.026
Oltre 2000 41 4 13 7 1 1 67

benzina o gas
liquido totale
4.267 2.198 1.275 189 6 1 7.936

benzina o
metano
Fino a 1400 67 41 29 14 151
1401 - 2000 58 41 35 10 1 145
Oltre 2000 1 1

benzina o
metano totale
125 82 64 25 1 297
gasolio Fino a 1400 1.658 18 71 2.907 2.530 2 7.186
1401 - 2000 6.785 3.069 16.854 21.799 2.180 1 50.688
Oltre 2000 3.284 825 3.011 3.220 166 5 10.511
Non identificato 15 15
gasolio totale 11.727 3.912 19.951 27.926 4.876 8 68.400
altre Non contemplato 2 2
altre totale 2 2

dato non
identificato
Fino a 1400 2 1 3
Non identificato 5 2 7

dato non
identificato
totale
7 3 10
Agrigento
totale
81.858 38.122 62.712 55.338 8.814 2 197 247.043
Caltanissetta benzina Fino a 1400 31.358 13.709 20.887 15.107 2.729 121 83.911
1401 - 2000 5.973 4.497 4.173 1.644 279 22 16.588
Oltre 2000 227 52 195 202 56 2 734
Non identificato 1 1
benzina totale 37.559 18.258 25.255 16.953 3.064 145 101.234

benzina o gas
liquido
Fino a 1400 992 262 239 45 1.538
1401 - 2000 1.359 893 397 67 4 2.720
Oltre 2000 18 2 12 2 1 1 36

benzina o gas
liquido totale
2.369 1.157 648 114 5 1 4.294

benzina o
metano
Fino a 1400 54 31 39 19 1 144
1401 - 2000 72 71 70 21 234
Oltre 2000 3 2 5

benzina o
metano totale
129 102 111 40 1 383
gasolio Fino a 1400 1.017 6 74 1.898 1.592 1 4.588
1401 - 2000 3.473 1.444 8.938 13.470 1.439 3 28.767
Oltre 2000 1.737 461 1.765 2.162 158 3 6.286
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
270
gasolio totale 6.227 1.911 10.777 17.530 3.189 7 39.641

dato non
identificato
Fino a 1400 2 2
Non identificato 1 1 1 3

dato non
identif. totale
1 1 3 5
Caltanissetta
totale
46.284 21.428 36.792 34.638 6.259 156 145.557
Catania benzina Fino a 1400 173.540 63.802 84.872 59.763 15.532 926 398.435
1401 - 2000 30.180 21.407 19.417 8.644 1.585 127 81.360
Oltre 2000 1.670 448 924 1.096 341 21 4.500
Non identificato 12 1 2 1 16
benzina totale 205.402 85.658 105.215 69.504 17.458 1.074 484.311

benzina o gas
liquido
Fino a 1400 7.464 1.765 1.242 80 1 9 10.561
1401 - 2000 9.192 4.366 1.574 115 2 6 15.255
Oltre 2000 171 29 44 10 3 1 258

benzina o gas
liquido totale
16.827 6.160 2.860 205 6 16 26.074

benzina o
metano
Fino a 1400 163 163 130 20 4 480
1401 - 2000 201 167 82 37 1 1 489
Oltre 2000 5 5 1 1 12

benzina o
metano totale
369 335 213 58 5 1 981
gasolio Fino a 1400 6.468 20 194 9.959 7.782 4 24.427
1401 - 2000 17.543 6.730 32.651 46.198 6.560 20 109.702
Oltre 2000 9.071 2.165 6.766 8.916 705 29 27.652
gasolio totale 33.082 8.915 39.611 65.073 15.047 53 161.781
altre Non contemplato 112 112
altre totale 112 112

dato non
identificato
Fino a 1400 16 4 20
1401 - 2000 2 2
Non identificato 5 6 11

dato non
identificato
totale
23 10 33
Catania totale 255.703 101.068 147.899 134.840 32.516 112 1.154 673.292
Enna benzina Fino a 1400 22.510 8.527 12.486 8.975 1.126 27 53.651
1401 - 2000 3.269 2.402 2.023 979 100 1 8.774
Oltre 2000 115 32 57 78 14 2 298
Non identificato 1 1
benzina totale 25.894 10.961 14.566 10.032 1.240 31 62.724

benzina o gas
liquido
Fino a 1400 703 227 212 21 1 1.164
1401 - 2000 955 594 278 17 1 1.845
Oltre 2000 16 3 4 3 26

benzina o gas
liquido totale
1.674 824 494 41 2 3.035

benzina o
metano
Fino a 1400 6 7 11 2 26
1401 - 2000 12 4 3 4 23

benzina o
metano totale
18 11 14 6 49
gasolio Fino a 1400 779 13 60 1.206 905 2.963
1401 - 2000 2.256 1.218 6.469 8.668 755 1 19.367
Oltre 2000 1.053 265 1.098 1.249 52 2 3.719
Non identificato 1 1
gasolio totale 4.088 1.496 7.628 11.123 1.712 3 26.050
altre Non contemplato 3 3
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
271
altre totale 3 3

dato non
identificato
Non identificato 3 3

dato non
identificato
totale
3 3
Enna totale 31.674 13.292 22.705 21.202 2.954 3 34 91.864
Messina benzina Fino a 1400 87.885 37.651 57.098 40.541 9.968 690 233.833
1401 - 2000 14.486 10.699 10.613 5.493 1.048 119 42.458
Oltre 2000 860 257 503 526 177 17 2.340
Non identificato 7 1 6 14
benzina totale 103.238 48.608 68.214 46.560 11.193 832 278.645

benzina o gas
liquido
Fino a 1400 1.673 629 686 98 15 3 3.104
1401 - 2000 2.748 1.673 837 152 5 1 5.416
Oltre 2000 78 23 25 5 1 132

benzina o gas
liquido totale
4.499 2.325 1.548 255 21 4 8.652

benzina o
metano
Fino a 1400 37 20 10 5 3 75
1401 - 2000 29 14 12 4 1 60
Oltre 2000 1 3 4

benzina o
metano totale
67 34 25 9 4 139
gasolio Fino a 1400 2.418 8 58 6.071 4.373 10 12.938
1401 - 2000 6.855 2.707 15.907 25.358 3.970 36 54.833
Oltre 2000 5.116 1.105 3.863 4.937 311 23 15.355
Non identificato 2 1 3
gasolio totale 14.389 3.820 19.830 36.366 8.654 70 83.129
altre Non contemplato 17 17
altre totale 17 17

dato non
identificato
Fino a 1400 17 1 4 22
1401 - 2000 1 1 2
Non identificato 3 4 7

dato non
identificato
totale
21 1 9 31
Messina totale 122.214 54.787 89.618 83.190 19.872 17 915 370.613
Palermo benzina Fino a 1400 149.688 68.004 107.974 84.872 21.734 859 433.131
1401 - 2000 25.797 20.065 20.392 9.779 2.183 123 78.339
Oltre 2000 1.844 356 744 800 248 25 4.017
Non identificato 22 3 25
benzina totale 177.351 88.425 129.110 95.451 24.165 1.010 515.512

benzina o gas
liquido
Fino a 1400 2.538 925 785 76 8 3 4.335
1401 - 2000 3.558 2.047 810 108 4 4 6.531
Oltre 2000 100 13 19 3 2 2 139

benzina o gas
liquido totale
6.196 2.985 1.614 187 14 9 11.005

benzina o
metano
Fino a 1400 93 60 49 7 6 1 216
1401 - 2000 71 41 27 11 2 152
Oltre 2000 3 3

benzina o
metano totale
167 101 76 18 8 1 371
gasolio Fino a 1400 3.738 20 211 12.632 10.695 3 27.299
1401 - 2000 11.663 5.141 29.587 48.123 7.274 24 101.812
Oltre 2000 6.826 1.415 5.423 7.541 531 18 21.754
Non identificato 1 1 2
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
272
gasolio totale 22.228 6.576 35.222 68.296 18.500 45 150.867
altre Non contemplato 130 130
altre totale 130 130

dato non
identificato
Fino a 1400 18 10 28
1401 - 2000 1 1
Non identificato 8 6 14

dato non
identificato
totale
26 1 16 43
Palermo totale 205.968 98.087 166.022 163.953 42.687 130 1.081 677.928
Ragusa benzina Fino a 1400 42.273 17.849 24.326 15.426 4.007 147 104.028
1401 - 2000 7.992 5.913 4.748 2.307 492 15 21.467
Oltre 2000 345 87 211 223 61 6 933
Non identificato 25 3 28
benzina totale 50.635 23.849 29.285 17.956 4.560 171 126.456

benzina o gas
liquido
Fino a 1400 914 315 290 40 3 2 1.564
1401 - 2000 2.097 1.106 488 93 8 1 3.793
Oltre 2000 50 11 15 6 1 83

benzina o gas
liquido totale
3.061 1.432 793 139 12 3 5.440

benzina o
metano
Fino a 1400 20 16 28 14 5 83
1401 - 2000 67 58 44 31 1 201
Oltre 2000 3 1 4

benzina o
metano totale
90 75 72 45 6 288
gasolio Fino a 1400 1.452 7 38 3.119 1.516 6.132
1401 - 2000 6.501 2.465 12.327 14.918 1.925 5 38.141
Oltre 2000 2.714 742 2.463 2.728 187 4 8.838
Non identificato 1 1
gasolio totale 10.667 3.214 14.829 20.765 3.628 9 53.112
altre Non contemplato 1 1
altre totale 1 1

dato non
identificato
Fino a 1400 15 15
Non identificato 2 2 4

dato non
identificato
totale
17 2 19
Ragusa totale 64.470 28.570 44.979 38.905 8.206 1 185 185.316
Siracusa benzina Fino a 1400 51.892 22.238 32.949 21.004 5.806 257 134.146
1401 - 2000 9.504 7.677 7.660 3.308 580 29 28.758
Oltre 2000 389 118 271 285 83 7 1.153
Non identificato 2 2
benzina totale 61.787 30.033 40.880 24.597 6.469 293 164.059

benzina o gas
liquido
Fino a 1400 1.485 457 333 34 1 2.310
1401 - 2000 2.332 1.301 565 42 3 4 4.247
Oltre 2000 63 8 11 2 84

benzina o gas
liquido totale
3.880 1.766 909 78 4 4 6.641

benzina o
metano
Fino a 1400 28 18 22 4 4 76
1401 - 2000 31 29 16 8 2 86
Oltre 2000 1 1

benzina o
metano totale
59 47 38 13 6 163
gasolio Fino a 1400 1.547 5 57 4.571 1.825 1 8.006
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
273
1401 - 2000 5.410 2.564 15.092 19.043 2.415 6 44.530
Oltre 2000 3.024 990 3.190 3.323 201 3 10.731
Non identificato 3 3
gasolio totale 9.981 3.559 18.342 26.937 4.441 10 63.270
altre Non contemplato 5 5
altre totale 5 5

dato non
identificato
Fino a 1400 6 1 7
1401 - 2000 2 2
Non identificato 1 2 3

dato non
identificato
totale
9 3 12
Siracusa totale 75.716 35.405 60.169 51.625 10.920 5 310 234.150
Trapani benzina Fino a 1400 60.091 26.451 35.347 23.604 5.577 254 151.324
1401 - 2000 8.938 7.005 6.275 2.433 477 33 25.161
Oltre 2000 435 95 202 233 56 10 1.031
Non identificato 4 1 5
benzina totale 69.468 33.551 41.824 26.270 6.110 298 177.521

benzina o gas
liquido
Fino a 1400 1.712 645 515 34 6 2 2.914
1401 - 2000 2.627 1.466 549 32 10 1 4.685
Oltre 2000 50 7 5 4 66

benzina o gas
liquido totale
4.389 2.118 1.069 70 16 3 7.665

benzina o
metano
Fino a 1400 63 34 17 1 3 118
1401 - 2000 40 23 9 3 75
Oltre 2000 1 1 2

benzina o
metano totale
104 58 26 4 3 195
gasolio Fino a 1400 1.482 9 52 3.814 2.886 8.243
1401 - 2000 6.335 2.643 15.518 20.617 2.564 13 47.690
Oltre 2000 3.048 768 2.533 2.951 189 10 9.499
gasolio totale 10.865 3.420 18.103 27.382 5.639 23 65.432
altre Non contemplato 1 1
altre totale 1 1

dato non
identificato
Fino a 1400 1 1
1401 - 2000 2 1 3
Non identificato 6 2 8

dato non
identificato
totale
9 1 2 12
Trapani totale 84.835 39.147 61.022 53.727 11.768 1 326 250.826
Sicilia totale 968.722 429.906 691.918 637.418 143.996 271 4.358 2.876.589
Tabella - Autovetture distinte per provincia alimentazione e fascia di cilindrata. Anno 2005

I dati provinciali delle autovetture alimentate a benzina del 2005 possono essere schematizzati in nelle figure
seguenti (un grafico per ogni provincia).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
274
AGRIGENTO
Benzina Totale
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

CALTANISSETTA
Benzina Totale
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

CATANIA
Benzina Totale
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
275
ENNA
Benzina Totale
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

MESSINA
Benzina Totale
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

PALERMO
Benzina Totale
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
160.000
180.000
200.000
EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
276
RAGUSA
Benzina Totale
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

SIRACUSA
Benzina Totale
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

Figura Dati provinciali delle autovetture alimentate a benzina del 2005
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
277
ALLEGATO 5

Vendita di carburante per autotrazione in Italia ed in Sicilia negli anni 1997-2005

Nelle tabelle seguenti indicato il trend (1997-2005) dei consumi mensili nazionali distinti per categoria di
combustibile ed il consumo regionale dei combustibili.

CONSUMI DI CARBURANTE IN ITALIA PER MESE
(Benzina senza piombo: migliaia di tonnellate)
MESI 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Gennaio 610.0 735.0 767.0 851.0 997.0 1.295.0 1.236.0 1.158.0 1.034.0
Febbraio 617.0 716.0 769.0 896.0 956.0 1.184.0 1.148.0 1.082.0 984.0
Marzo 684.0 803.0 906.0 993.0 993.0 1.359.0 1.236.0 1.248.0 1.175.0
Aprile 748.0 857.0 915.0 981.0 1.080.0 1.338.0 1.342.0 1.262.0 1.106.0
Maggio 738.0 796.0 876.0 1013.0 1.126.0 1.388.0 1.337.0 1.224.0 1.186.0
Giugno 732.0 864.0 949.0 1.041.0 1.134.0 1.309.0 1.302.0 1.271.0 1.181.0
Luglio 831.0 933.0 995.0 1.050.0 1.196.0 1.481.0 1.422.0 1.322.0 1.196.0
Agosto 776.0 869.0 941.0 1.090.0 1.285.0 1.421.0 1.308.0 1.207.0 1.193.0
Settembre 783.0 873.0 928.0 1.023.0 1.078.0 1.306.0 1.302.0 1.216.0 1.137.0
Ottobre 795.0 874.0 913.0 1.028.0 1.185.0 1.405.0 1.323.0 1.169.0 1.094.0
Novembre 699.0 812.0 904.0 971.0 1.090.0 1.220.0 1.157.0 1.127.0 1.055.0
Dicembre 837.0 948.0 1.005.0 1.065.0 1.181.0 1.361.0 1.325.0 1.246.0 1.120.0

Tabella a - consumi di carburante in Italia per mese

(Gasolio: migliaia di tonnellate)
MESI 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Gennaio 1.190.0 1.305.0 1.300.0 1.328.0 1.480.0 1.767.0 1.756.0 1.798.0 1.786.0
Febbraio 1.235.0 1.349.0 1.423.0 1.524.0 1.497.0 1.668.0 1.809.0 1.857.0 1.875.0
Marzo 1.225.0 1.530.0 1.630.0 1.640.0 1.699.0 1.835.0 1.889.0 2.077.0 2.115.0
Aprile 1.285.0 1.409.0 1.431.0 1.390.0 1.550.0 1.725.0 1.817.0 1.971.0 2.003.0
Maggio 1.292.0 1.330.0 1.429.0 1.613.0 1.704.0 1.877.0 1.941.0 2.008.0 2.137.0
Giugno 1.307.0 1.466.0 1.533.0 1.601.0 1.696.0 1.782.0 1.828.0 2.045.0 2.081.0
Luglio 1.440.0 1.526.0 1.565.0 1.585.0 1.794.0 1.913.0 2.004.0 2.162.0 2.132.0
Agosto 1.022.0 1.086.0 1.217.0 1.349.0 1.497.0 1.477.0 1.507.0 1.733.0 1.838.0
Settembre 1.438.0 1.485.0 1.600.0 1.548.0 1.751.0 1.778.0 1.921.0 2.051.0 2.114.0
Ottobre 1.475.0 1.570.0 1.609.0 1.599.0 1.840.0 1.988.0 2.132.0 2.042.0 2.115.0
Novembre 1.422.0 1.526.0 1.613.0 1.584.0 1.852.0 1.855.0 1.875.0 2.098.0 2.108.0
Dicembre 1.470.0 1.539.0 1.622.0 1.543.0 1.729.0 1.841.0 1.891.0 2.020.0 2.104.0
Tabella b - Consumi di gasolio in Italia per mese








Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
278
CONSUMI DI CARBURANTE IN ITALIA PER MESE
(GPL: tonnellate)
MESI 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Gennaio 99.200 114.695 108.042 111.000 116.149 115.000 107.000 96.000 82.000
Febbraio 94.300 114.377 107.051 112.000 107.214 100.000 97.000 90.000 79.000
Marzo 96.600 123.458 119.937 123.000 119.127 112.000 105.000 96.000 90.000
Aprile 106.300 112.571 116.963 116.000 117.142 114.000 106.000 93.000 88.000
Maggio 92.800 101.952 108.042 123.000 118.134 116.000 104.000 94.000 89.000
Giugno 89.700 110.447 111.016 120.000 126.999 101.000 97.000 88.000 85.000
Luglio 105.800 115.757 112.999 118.000 116.149 116.000 103.000 88.000 85.000
Agosto 99.100 108.323 108.042 123.000 116.149 115.000 96.000 87.000 88.000
Settembre 101.500 107.261 112.160 117.000 105.229 111.000 96.000 86.000 89.000
Ottobre 105.700 110.447 112.999 121.000 118.134 112.000 100.000 86.000 88.000
Novembre 94.900 95.580 112.999 116.000 114.163 99.000 89.000 85.000 84.000
Dicembre 114.000 112.571 123.902 124.000 117.142 110.000 102.000 92.000 88.000
Tabella c - Consumi di GPL in Italia per mese

Consumi nazionali di carburante
5.000.000
10.000.000
15.000.000
20.000.000
25.000.000
30.000.000
35.000.000
2
0
0
2
2
0
0
0
1
9
9
8
1
9
9
6
1
9
9
4
1
9
9
2
1
9
9
0
1
9
8
8
1
9
8
6
1
9
8
4
1
9
8
2
1
9
8
0
t
o
n
n
e
l
l
a
t
e
Benzine Gasoli Olio Combustibile GPL e Lubrificanti

Figura Consumi nazionali di carburamte disaggregati per tipologia

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
279

CONSUMI DI CARBURANTE IN ITALIA NELLE REGIONI
(Gasolio: migliaia di tonnellate)
REGIONI 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005*
Piemonte 1.196.2 1.341.8 1.388.7 1.431.0 1.554.0 1.570.6 1.704.3 1.672.7 1.779.0
Valle D'Aosta 56.4 64.2 74.6 80.3 83.4 110.1 102.5 130.0 122.8
Lombardia 2.647.8 2.862.9 2.909.9 2.983.5 3.322.4 3.536.3 3.682.1 3.963.9 4.016.1
Trentino A.A. 459.3 480.0 493.8 527.0 552.0 564.9 615.0 602.8 641.0
Veneto 1.380.4 1.583.3 1.706.9 1.716.3 1.811.4 1.882.9 2.024.2 2.156.9 2.177.2
Friuli V.G. 264.0 283.2 296.8 297.9 318.0 363.7 366.5 367.2 394.9
Liguria 480.9 515.2 532.2 530.3 586.0 510.6 608.6 531.7 594.1
Emilia Romagna 1.416.7 1.536.5 1.730.7 1.792.9 2.013.7 2.240.9 2.262.5 2.628.1 2.558.6
Toscana 940.1 1.023.2 1.077.5 1.109.0 1.222.0 1.306.1 1.360.7 1.517.9 1.501.8
Umbria 304.2 337.6 361.4 399.2 429.2 415.7 465.5 438.5 474.6
Marche 475.3 508.5 554.6 575.7 601.6 712.1 706.9 765.7 785.2
Lazio 1.503.2 1.601.0 1.618.2 1.570.3 1.929.7 2.302.8 2.170.9 2.484.2 2.500.0
Abruzzo 374.2 420.0 442.1 484.3 508.3 543.6 574.7 684.2 645.9
Molise 93.2 94.1 97.6 106.3 111.1 120.2 126.3 115.7 130.5
Campania 1.184.4 1.319.6 1.374.0 1.373.9 1.474.6 1.558.2 1.648.6 1.643.9 1.744.3
Puglia 945.8 1.028.3 1.062.7 1.137.1 1.238.0 1.247.8 1.355.4 1.397.1 1.436.9
Basilicata 144.8 149.0 155.0 168.4 177.6 199.0 203.9 180.3 210.3
Calabria 418.7 423.6 423.5 430.8 457.4 536.4 533.0 617.2 605.3
Sicilia 919.9 993.4 1.013.3 1.055.7 1.190.6 1.267.7 1.314.6 1.502.6 1.465.4
Sardegna 382.0 406.8 580.0 479.9 477.2 497.0 544.0 628.1 598.1
Enti statali 213.8 149.3 78.2 54.3 30.6 24.3 40.9 5.8 26.0
ITALIA 15.801.0 17.121.3 17.971.7 18.304.0 20.088.7 21.510.9 22.411.0 24.034.6 24.408.0
Tabella - Consumi di carburante nelle Regioni

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
280


CONSUMI DI CARBURANTE IN ITALIA NELLE REGIONI
GPL: tonnellate
REGIONI 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005*
Piemonte 59.019 75.503 74.199 69.187 57.155 55.492 44.117 44.894
Valle D'Aosta ,, 137 ,, 553 75 276 135 142
Lombardia 146.550 132.910 143.860 133.486 118.839 110.826 118.378 100.336
Trentino A.A. 8.069 10.294 6.142 5.788 6.401 5.354 16.181 8.284
Veneto 87.578 84.316 85.467 80.333 69.409 65.770 55.469 54.640
Friuli V.G. 13.225 10.246 10.374 10.205 8.500 8.216 5.787 6.424
Liguria 9.192 12.608 10.986 15.018 9.676 10.846 13.435 9.883
Emilia Romagna 238.262 189.473 200.366 208.139 190.044 174.890 157.339 149.803
Toscana 85.488 71.780 63.148 54.370 45.287 43.771 39.236 36.850
Umbria 24.583 23.931 28.426 26.741 24.739 22.611 19.048 19.008
Marche 63.886 57.179 54.781 52.721 51.125 45.611 47.283 41.428
Lazio 211.476 226.392 255.819 243.250 237.598 211.198 186.904 182.064
Abruzzo 44.625 47.848 48.289 48.689 44.141 40.773 32.468 33.567
Molise 4.636 5.160 6.754 4.726 4.484 4.045 4.038 3.613
Campania 119.836 149.387 170.576 167.169 187.408 155.737 169.311 147.283
Puglia 113.534 120.623 123.791 119.943 112.605 102.140 81.438 84.652
Basilicata 8.385 9.530 10.265 9.643 9.773 8.528 6.874 7.189
Calabria 22.861 25.596 26.775 27.294 23.560 22.336 16.521 17.830
Sicilia 44.955 76.430 76.463 86.679 86.600 76.108 71.394 67.127
Sardegna 21.282 24.810 27.519 27.796 25.643 23.472 20.608 19.982
ITALIA 1.327.442 1.354.153 1.424.000 1.391.730 1.313.062 1.188.000 1.105.964 1.035.000
Tabella b - Consumi di carburante nelle Regioni
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
281

CONSUMI DI CARBURANTE IN ITALIA NELLE REGIONI
(Benzina senza piombo: migliaia di tonnellate)
REGIONI 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005*
Piemonte 778.1 878.0 933.9 1.001.7 1.074.9 1.192.7 1.206.6 1.070.4 1.015.5
Valle D'Aosta 34.1 38.8 40.3 49.1 47.5 55.8 56.2 53.1 48.4
Lombardia 1.668.2 1.890.8 1.994.8 2.150.2 2.364.6 2.710.4 2.666.6 2.357.9 2.262.7
Trentino A.A. 212.8 231.5 241.9 248.2 258.4 285.7 292.4 252.8 243.1
Veneto 816.6 923.4 978.8 1.040.9 1.128.1 1.300.7 1.280.5 1.203.9 1.108.4
Friuli V.G. 201.1 264.4 302.2 339.5 382.3 449.8 432.4 407.2 377.4
Liguria 289.8 326.4 347.9 376.8 407.7 479.4 466.4 417.4 398.8
Emilia Romagna 842.0 947.7 997.8 1.042.4 1.110.1 1.287.5 1.269.5 1.210.1 1.103.4
Toscana 758.6 856.7 920.0 987.3 1.057.3 1.200.9 1.197.8 1.078.0 1.017.5
Umbria 131.5 149.8 163.3 179.7 194.1 239.3 226.3 216.8 199.8
Marche 239.1 271.9 290.7 312.4 338.3 434.4 400.4 371.6 352.8
Lazio 873.6 1.008.2 1.116.4 1.285.0 1.474.8 1.761.9 1.668.8 1.556.2 1.459.2
Abruzzo 184.2 212.7 228.7 254.3 280.8 332.0 320.0 320.2 284.9
Molise 29.5 34.0 36.4 41.3 46.3 60.8 54.8 56.3 50.3
Campania 461.0 534.7 621.0 746.3 870.4 1.131.2 1.014.1 1.074.7 943.5
Puglia 385.0 441.2 500.0 593.9 681.5 888.8 798.7 819.2 734.1
Basilicata 52.3 59.3 66.5 76.1 85.7 115.3 102.2 102.6 93.7
Calabria 191.6 221.2 248.3 290.5 325.2 431.3 386.4 398.7 356.2
Sicilia 508.4 586.3 665.5 788.3 895.7 1.200.6 1.064.6 1.136.2 996.5
Sardegna 227.8 264.3 296.8 343.4 385.6 470.3 442.6 448.6 398.9
Enti statali 17.2 19.8 22.2 24.6 31.3 24.1 29.5 0.9 15.6
ITALIA 8.902.2 10.161.1 11.013.4 12.171.7 13.440.2 16.052.9 15.377.0 14.553.0 13.461.0
Fonte: Elaborazioni ACI su dati Bollettino Petrolifero
* Valori stimati
Tabella c - Consumi di carburante nelle Regioni
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
282

Il dato relativo al carburante per autotrazione venduto nella regione Sicilia, suddiviso per provincia e per tipo
(benzina, gasolio, GPL) stato tratto dal Bollettino Petrolifero ed stato riportato nelle tabelle seguenti (anni 1998-
2002).
Nelle seguenti si riportano i dati regionali dei consumi di carburante distinti per categoria di combustibile.

VENDITE DI BENZINA (in tonnellate)
GENNAIO - DICEMBRE 2002
PROVINCIA TOTALE
RETE
ORDINARIA
RETE
AUTOSTRADALE
EXTRA
RETE
AGRIGENTO 94.748 90.383 4.365
CALTANISSETTA 47.330 46.801 529
CATANIA 311.281 293.106 10.648 7.527
ENNA 28.025 25.070 2.922 33
MESSINA 160.884 137.022 18.385 5.477
PALERMO 273.924 263.359 6.254 4.311
RAGUSA 113.600 106.773 6.827
SIRACUSA 72.491 67.129 5.362
TRAPANI 98.291 96.048 2.243
TOTALE 1.200.574 1.125.691 38.209 36.674
Tabella Vendita benzina 2002

VENDITE DI BENZINA (in tonnellate)
GENNAIO - DICEMBRE 2001
BENZINA TOTALE DI CUI SENZA PIOMBO
PROVINCIA TOTALE
RETE
ORDINARIA
RETE
AUTOSTR.
EXTRA
RETE
TOTALE
RETE
ORDINARIA
RETE
AUTOSTR.
EXTRA
RETE
AGRIGENTO 90.044 85.050 4.994 66.154 62.712 3.442
CALTANISSETTA 49.190 48.350 840 37.361 36.680 681
CATANIA 302.836 287.216 11.714 3.906 221.818 208.648 10.221 2.949
ENNA 27.177 24.008 3.165 4 20.113 17.243 2.866 4
MESSINA 164.433 139.374 19.216 5.843 124.102 103.058 17.025 4.019
PALERMO 277.316 265.331 6.999 4.986 218.245 208.188 6.234 3.823
RAGUSA 102.831 95.465 7.366 74.242 71.649 2.593
SIRACUSA 71.964 69.778 2.186 55.229 53.526 1.703
TRAPANI 102.573 101.067 1.506 78.425 77.159 1.266
TOTALE 1.188.364 1.115.639 41.094 31.631 895.689 838.863 36.346 20.480
Tabella Vendita benzina 2001

VENDITE DI BENZINA (in tonnellate)
GENNAIO - DICEMBRE 2000
BENZINA TOTALE DI CUI SENZA PIOMBO
PROVINCIA TOTALE
RETE RETE EXTRA
TOTALE
RETE RETE EXTRA
ORDINARIA AUTOSTR. RETE ORDINAR. AUTOSTR. RETE
AGRIGENTO 92.460 88.447 4.013 59.628 57.149 2.479
CALTANISSETTA 50.230 50.145 85 32.893 32.843 50
CATANIA 308.167 291.729 12.194 4.244 193.775 181.375 9.850 2.550
ENNA 26.693 23.487 3.206 17.427 14.675 2.752
MESSINA 165.933 141.162 19.140 5.631 109.353 90.286 15.587 3.480
PALERMO 279.495 267.420 7.247 4.828 191.393 182.463 6.055 2.875
RAGUSA 103.337 98.644 4.693 65.453 62.178 3.275
SIRACUSA 73.089 69.712 3.377 49.233 47.255 1.978
TRAPANI 102.801 101.384 1.417 69.175 68.146 1.029
TOTALE 1.202.205 1.132.130 41.787 28.288 788.330 736.370 34.244 17.716
Tabella Vendita benzina 2000
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
283
VENDITE DI BENZINA (in tonnellate)
GENNAIO - DICEMBRE 1999
BENZINA TOTALE DI CUI SENZA PIOMBO
PROVINCIA TOTALE
RETE
ORDINARIA
RETE
AUTOSTR.
EXTRA
RETE
TOTALE
RETE
ORDINARIA
RETE
AUTOSTR.
EXTRA
RETE
AGRIGENTO 99.490 97.183 2.307 52.004 51.014 990
CALTANISSETTA 53.935 53.914 21 28.752 28.743 9
CATANIA 315.945 298.331 13.080 4.534 158.716 146.840 9.327 2.549
ENNA 28.566 25.118 3.448 15.692 12.797 2.727 168
MESSINA 172.152 146.547 20.708 4.897 94.339 76.769 15.036 2.534
PALERMO 287.965 273.831 7.933 6.201 161.661 152.375 5.978 3.308
RAGUSA 98.866 95.500 3.366 50.207 48.662 1.545
SIRACUSA 79.247 75.302 3.945 44.324 42.364 1.960
TRAPANI 108.042 106.893 1.149 59.770 59.343 427
TOTALE 1.244.208 1.172.619 45.169 26.420 665.465 618.907 33.068 13.490
Tabella Vendita benzina 1999
VENDITE DI BENZINA (in tonnellate)
GENNAIO - DICEMBRE 1998
BENZINA TOTALE DI CUI SENZA PIOMBO
PROVINCIA TOTALE
RETE
ORDINARIA
RETE
AUTOSTR.
EXTRA
RETE
TOTALE
RETE
ORDINARIA
RETE
AUTOSTR.
EXTRA
RETE
AGRIGENTO 99.678 99.639 39 45.306 45.291 13 2
CALTANISSETTA 54.243 54.216 27 25.595 25.589 6
CATANIA 296.469 280.900 13.685 1.884 130.917 120.339 9.427 1.151
ENNA 28.563 25.065 3.497 1 14.125 11.477 2.647 1
MESSINA 173.691 151.278 21.007 1.406 85.122 70.001 14.167 954
PALERMO 296.639 284.394 7.843 4.402 147.707 139.504 5.950 2.253
RAGUSA 97.342 95.434 81 1.827 43.148 42.486 16 646
SIRACUSA 82.269 80.906 1.363 41.038 39.280 155 1.603
TRAPANI 106.974 103.790 2.503 681 53.351 52.890 125 336
TOTALE 1.235.868 1.175.622 48.616 11.630 586.309 546.857 32.500 6.952
Tabella Vendita benzina 199
VENDITE DI GASOLIO (in tonnellate)
GENNAIO - DICEMBRE 2002
GASOLIO MOTORI GASOLIO ALTRI USI
PROVINCIA
GASOL.
TOTALE
G.MOT.RETE ORD. G.MOT.RETE AUT.
G.MOT.
EX.RETE
GASOL.
RISC.
GASOL.
AGR.
AGRIGENTO 92.109 64.115 27.994 570 16.139
CALTANISSETTA 43.975 37.643 6.332 93 7.418
CATANIA 316.947 167.831 17.028 132.088 4.766 27.619
ENNA 36.671 16.119 8.693 11.859 587 13.601
MESSINA 174.724 67.950 31.870 74.904 1.852 1.458
PALERMO 188.565 123.874 11.611 53.080 975 15.836
RAGUSA 152.273 85.780 66.493 5.773 15.023
SIRACUSA 162.135 40.551 121.584 20.478 11.564
TRAPANI 100.299 67.185 33.114 209 24.051
TOTALE 1.267.698 671.048 69.202 527.448 35.303 132.709
Tabella Vendita gasolio 2002
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
284

VENDITE DI GASOLIO (in tonnellate)
GENNAIO - DICEMBRE 2001
GASOLIO MOTORI GASOLIO ALTRI USI
PROVINCIA TOTALE
RETE
ORDINARIA
RETE
AUTOSTR.
EXTRA
RETE
RISCALD. AGRICOLO
AGRIGENTO 83.267 59.029 24.238 989 12.445
CALTANISSETTA 43.602 37.656 5.946 385 5.489
CATANIA 329.469 161.595 18.329 149.545 21.873 31.282
ENNA 31.098 14.504 8.509 8.085 1.154 10.492
MESSINA 158.522 64.519 30.280 63.723 3.524 801
PALERMO 167.206 117.078 11.525 38.603 4.751 10.005
RAGUSA 134.958 76.345 58.613 10.311 18.856
SIRACUSA 150.616 39.300 111.316 45.720 7.974
TRAPANI 91.828 65.765 26.063 703 20.459
TOTALE 1.190.566 635.791 68.643 486.132 89.410 117.803
Tabella Vendita gasolio 2001

VENDITE DI GASOLIO (in tonnellate)
GENNAIO - DICEMBRE 2000
GASOLIO MOTORI GASOLIO ALTRI USI
PROVINCIA
GASOL.
TOTALE
G.MOT.RETE
ORD.
G.MOT.RETE
AUT.
G.MOT.
EX.RETE
GASOL.
RISC.
GASOL. AGR.
AGRIGENTO 77.738 55.815 21.923 723 12.871
CALTANISSETTA 38.325 35.335 2.990 424 6.768
CATANIA 318.198 152.631 16.189 149.378 32.767 39.623
ENNA 27.537 12.864 8.116 6.557 1.049 10.808
MESSINA 157.956 61.745 28.747 67.464 2.326 1.071
PALERMO 155.236 111.212 10.505 33.519 1.953 13.479
RAGUSA 117.182 73.083 44.099 10.188 23.151
SIRACUSA 82.129 35.986 46.143 4.551 12.606
TRAPANI 81.420 61.292 20.128 366 22.978
TOTALE 1.055.721 599.963 63.557 392.201 54.347 143.355
Tabella Vendita gasolio 2000
VENDITE DI GASOLIO (in tonnellate)
GENNAIO - DICEMBRE 1999
GASOLIO MOTORI GASOLIO ALTRI USI
PROVINCIA TOTALE
RETE
ORDINARIA
RETE
AUTOSTR.
EXTRA
RETE
RISCALD. AGRICOLO
AGRIGENTO 77.439 55.775 21.664 490 11.685
CALTANISSETTA 37.770 34.685 3.085 647 8.457
CATANIA 305.895 142.737 15.690 147.468 34.180 34.579
ENNA 28.134 12.803 7.685 7.646 1.088 9.793
MESSINA 157.205 59.591 27.688 69.926 999 1.163
PALERMO 147.450 107.023 9.638 30.789 119 15.478
RAGUSA 105.748 63.889 41.859 10.813 27.005
SIRACUSA 75.536 36.192 39.344 4.328 14.042
TRAPANI 78.148 60.570 17.578 340 22.863
TOTALE 1.013.325 573.265 60.701 379.359 53.004 145.065
Tabella Vendita gasolio 1999










Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
285
VENDITE DI GASOLIO (in tonnellate)
GENNAIO - DICEMBRE 1998
GASOLIO MOTORI GASOLIO ALTRI USI
PROVINCIA TOTALE
RETE
ORDINARIA
RETE
AUTOSTR.
EXTRA
RETE
RISCALD. AGRICOLO
AGRIGENTO 80.403 57.234 23.169 1.574 14.604
CALTANISSETTA 37.048 32.721 4.327 664 8.519
CATANIA 283.853 132.617 17.428 133.808 27.882 30.658
ENNA 28.457 12.103 7.483 8.871 273 11.584
MESSINA 144.420 58.648 24.754 61.018 719 1.289
PALERMO 159.336 110.792 9.517 39.027 463 16.490
RAGUSA 107.691 57.619 50.072 6.573 23.585
SIRACUSA 73.515 36.597 36.918 1.873 9.685
TRAPANI 78.671 59.204 19.467 624 22.741
TOTALE 993.394 557.535 59.182 376.677 40.645 139.155
Tabella Vendita gasolio 1998

VENDITE DI OLIO COMBUSTIBILE E ALTRI PRODOTTI
GENNAIO - DICEMBRE 2002
OLIO COMB. G.P.L. LUBRIFICANTI
PROVINCIA TOTALE
DENSO
BTZ TOTALE AUTOTRAZIONE
AUTOTRAZIONE
RETE TOTALE RETE
EXTRA
RETE
AGRIGENTO 37.739 37.721 15.112 4.681 2.915 1.792 270 1.522
CALTANISSETTA 1.719 1.696 9.277 1.501 1.270 1.203 158 1.046
CATANIA 32.686 25.917 75.256 26.940 9.864 5.173 553 4.620
ENNA 455 455 22.253 8.082 2.083 2.421 100 2.320
MESSINA 1.268.545 317.641 25.404 7.250 7.156 2.886 501 2.385
PALERMO 524.416 523.412 54.892 15.939 7.737 4.043 658 3.385
RAGUSA 39.641 2.300 28.464 13.065 9.835 1.782 154 1.628
SIRACUSA 528.712 274.204 10.371 3.706 3.554 1.786 207 1.579
TRAPANI 12.944 12.794 16.309 5.436 5.399 2.069 291 1.778
TOTALE 2.446.857 1.196.140 257.338 86.600 49.813 23.155 2.892 20.263

Tabella Vendita GPL 2002

VENDITE DI OLIO COMBUSTIBILE E ALTRI PRODOTTI
GENNAIO - DICEMBRE 2001
OLIO COMB. G.P.L. LUBRIFICANTI
PROVINCIA TOTALE
DENSO
BTZ
TOTALE AUTOTRAZIONE
AUTOTRAZIONE
RETE
TOTALE RETE
EXTRA
RETE
AGRIGENTO 58.873 58.873 17.125 5.725 3.661 1.897 338 1.558
CALTANISSETTA 10.451 1.603 1.374 1.288 173 1.115
CATANIA 44.987 36.726 75.398 25.823 12.865 4.941 500 4.441
ENNA 332 332 21.150 5.651 2.661 591 82 509
MESSINA 1.398.438 490.618 26.607 8.073 7.723 2.749 509 2.240
PALERMO 480.234 469.593 55.050 16.866 8.348 4.662 756 3.906
RAGUSA 720 720 28.270 13.127 10.139 2.043 267 1.776
SIRACUSA 261.762 147.330 10.990 3.648 3.648 1.834 211 1.623
TRAPANI 2.396 2.371 18.182 6.163 2.466 2.309 322 1.987
TOTALE 2.247.742 1.206.563 263.224 86.679 52.886 22.314 3.159 19.155
Tabella Vendita GPL 2001
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
286

VENDITE DI OLIO COMBUSTIBILE E ALTRI PRODOTTI
GENNAIO - DICEMBRE 2000
OLIO COMB. G.P.L. LUBRIFICANTI
PROVINCIA TOTALE
DENSO
BTZ
TOTALE AUTOTRAZIONE
AUTOTRAZIONE
RETE
TOTALE RETE
EXTRA
RETE
AGRIGENTO 60.650 60.650 15.897 3.150 2.650 2.113 370 1.743
CALTANISSETTA 10.764 2.499 2.293 1.443 269 1.174
CATANIA 45.289 38.592 74.534 20.406 12.751 6.521 817 5.704
ENNA 18.951 3.023 3.023 2.389 162 2.227
MESSINA 1.364.713 573.837 25.857 8.884 7.549 3.230 645 2.586
PALERMO 328.905 318.912 59.200 18.203 8.823 5.201 886 4.315
RAGUSA 877 877 23.581 9.683 8.766 2.096 220 1.876
SIRACUSA 213.330 111.108 17.624 5.207 4.587 2.107 294 1.814
TRAPANI 1.733 1.706 16.959 5.407 5.107 2.854 469 2.385
TOTALE 2.015.497 1.105.682 263.367 76.463 55.551 27.955 4.131 23.824
Tabella Vendita GPL 2000

VENDITE DI OLIO COMBUSTIBILE E ALTRI PRODOTTI
GENNAIO - DICEMBRE 1999
OLIO COMB. G.P.L. LUBRIFICANTI
PROVINCIA TOTALE
DENSO
BTZ
TOTALE
AUTOTRA
ZIONE
TOTALE RETE
EXTRA
RETE
AGRIGENTO 151.435 131.249 16.317 2.160 2.066 421 1.645
CALTANISSETTA 534 534 11.214 2.320 1.472 288 1.185
CATANIA 46.090 35.908 74.696 24.127 6.062 992 5.069
ENNA 26 26 17.802 2.845 2.620 169 2.451
MESSINA 1.062.130 342.620 28.040 7.473 3.670 723 2.947
PALERMO 571.678 233.759 63.421 20.174 5.411 1.030 4.381
RAGUSA 1.245 1.245 20.843 6.448 2.028 258 1.770
SIRACUSA 244.226 85.344 18.865 6.672 2.315 329 1.986
TRAPANI 890 864 15.889 4.210 2.771 545 2.226
TOTALE 2.078.254 831.549 267.086 76.430 28.416 4.755 23.661
Tabella Vendita GPL 1999
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
287

VENDITE DI OLIO COMBUSTIBILE E ALTRI PRODOTTI
GENNAIO - DICEMBRE 1988
OLIO COMB. G.P.L. LUBRIFICANTI
PROVINCIA TOTALE
DENSO
BTZ
TOTALE
AUTO
TRA ZIONE
TOTALE RETE
EXTRA
RETE
AGRIGENTO 119.696 108.852 16.545 2.367 1.956 495 1.462
CALTANISSETTA 12.801 1.915 1.644 248 1.396
CATANIA 47.174 16.761 69.298 11.916 6.056 952 5.104
ENNA 27 27 17.848 2.552 2.908 167 2.741
MESSINA 1.739.050 816.170 27.747 5.964 3.389 738 2.652
PALERMO 733.162 234.241 54.762 8.998 5.289 1.091 4.198
RAGUSA 1.169 872 17.924 4.870 2.073 323 1.750
SIRACUSA 300.671 103.292 17.614 4.136 2.455 393 2.062
TRAPANI 1.425 26 13.926 2.235 2.579 511 2.069
TOTALE 2.942.374 1.280.241 248.463 44.955 28.351 4.918 23.434
Tabella Vendita GPL 1998

Dal 1998 al 2002 la vendita di benzina vede un decremento in tutte le province ad eccezione della provincia di
Ragusa e di Catania. Per quanto concerne il gasolio invece si verificato un incremento della vendita in tutte le
province.

Totale Benzina
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
1998 1999 2000 2001 2002
Anni
AGRIGENTO
CALTANISSETTA
CATANIA
ENNA
MESSINA
PALERMO
RAGUSA
SIRACUSA
TRAPANI

Figura - Benzina venduta nella regione Sicilia negli anni 1998-2002, suddivisione per provincia
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
288
Totale Gasolio
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
1998 1999 2000 2001 2002
Anni
AGRIGENTO
CALTANISSETTA
CATANIA
ENNA
MESSINA
PALERMO
RAGUSA
SIRACUSA
TRAPANI

Figura - Gasolio venduto nella regione Sicilia negli anni 1998-2002, suddivisione per provincia
La provincia di Catania vede una vendita di gasolio doppia rispetto a quella di Palermo e Messina e decisamente
superiore rispetto alle altre.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
289
ALLEGATO 6

Valutazione preliminare e zonizzazione




















































Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
290































Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
291


Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
292


Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
293

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
294

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
295



Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
296

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
297

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
298





Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
299



Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
300




Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
301




Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
302




Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
303




Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
304



Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
305




Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
306





Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
307
ALLEGATO 7




Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
308






Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
309






Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
310



Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
311



Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
312
ALLEGATO 8

D.D.U.S. n 07 del 14 giugno 2006

REPUBBLICA ITALIANA

REGIONE SICILIANA

ASSESSORATO TERRITORIO E AMBIENTE

UFFICIO SPECIALE AREE AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE

IL DIRIGENTE PREPOSTO

Visto lo Statuto della Regione Siciliana;
Vista la Legge Regionale n. 2 del 10/04/1978;
Vista la Legge Regionale n. 39 del 18/05/1977;
Vista la Legge Regionale n. 78 del 04/08/1980;
Visto il Decreto Presidente della Repubblica n. 203 del 24/05/1988;
Vista la Legge n. 288 del 4/08/1989;
Visto il Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri del 21/07/1989;
Visto il Decreto del Ministro dell'Ambiente del 12 luglio 1990;
Visto il Decreto del Presidente della Repubblica del 25 luglio 1991;
Visto il D.A. n. 409/17 del 14 luglio 1997, col quale sono stati individuati gli adempimenti a carico
delle imprese per la verifica delle emissioni diffuse di polveri;
Visto il D.A. n. 31/17 del 25/01/99, con il quale sono stati individuati i contenuti delle relazioni di
analisi, nonch le condizioni e le modalit di effettuazione dei campionamenti, le metodiche e
l'esposizione dei risultati analitici;
Visto il D.M. del 25/08/2000 Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione
degli inquinanti ai sensi del D.P.R. 203/88;
Visto il D.A. n. 232/17 del 18/04/2001 recante direttive per il rilascio delle autorizzazioni ai sensi
del D.P.R. 203/88;
Vista la circolare dellARTA n. 6526/U del 30/03/1996 relativa alla fissazione dei limiti alle
emissioni ed alla periodicit dei rilevamenti;
Visto il D.A. 1131/91 del 12 luglio 1991;
Visto il D.A. 498/17 del 16 luglio 1993.
Visto il decreto dellARTA n. 888/17 del 18 novembre 1993 relativo al codice di
autoregolamentazione;
Visti gli art. 7, 8, 9 del D.L.gs. n. 351/99;
Visto il D.M. 2/04/2002 n. 60 che ha recepito le Direttive 1999/30/CE e 2000/69/CE con
aggiornamento dei valori limite delle emissioni;
Visto il Decreto dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente n. 189/GAB dell'11 luglio
2005, con il quale stata nuovamente dichiarata area ad elevato rischio di crisi ambientale il
territorio dei comuni di Siracusa, Augusta, Melilli, Floridia, Solarino, Priolo Gargallo;
Vista la Delibera della Giunta Regionale di Governo n. 306 del 29.6.2005 con la quale viene
istituito lUfficio Speciale per le Aree ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, ai sensi dellart. 4, c.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
313
7 della L.r. 10/2000, al fine di consentire ad ununica struttura di coordinare la realizzazione di
programmi e progetti di rilevante entit nelle aree dichiarate a rischio ambientale;
Visto il decreto dellARTA n. 305/2005 del 19.12.2005;
Visto il D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006, parte V
a
Norme in materia di tutela dellaria e di riduzione
delle emissioni in atmosfera;
Considerate le modifiche e le innovazioni che negli anni si sono succedute negli impianti;
Considerata la situazione ambientale dellarea ad elevato rischio di crisi ambientale del polo
Siracusano;
Ritenuto di dover procedere, nella qualit di Autorit preposta, al risanamento ambientale dellarea
a rischio in oggetto,

DECRETA

Articolo 1
approvato il piano di azione con gli interventi di prevenzione dellinquinamento
atmosferico dellArea ad elevato rischio di crisi ambientale della provincia di Siracusa, contenuti
negli Allegati 1 e 2 del presente decreto, di cui fanno parte integrante.
Quanto contenuto nel presente decreto costituisce Intervento di risanamento della qualit dellaria
nellambito del piano di risanamento ambientale dellarea a rischio della provincia di Siracusa.

Articolo 2
Lautorit competente alla gestione del piano dazione individuata nella Provincia
Regionale di Siracusa .

Avverso il presente provvedimento pu essere proposto ricorso entro il termine di 60 giorni al
Tribunale Amministrativo Regionale, ai sensi della legge 6 Dicembre 1971 n. 1034, ovvero ricorso
straordinario al Presidente della Regione Siciliana, entro il termine di 120 giorni, ai sensi dellart.
23, ultimo comma, dello Statuto Siciliano.

Il presente Decreto verr pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. Gli Allegati 1
e 2 sono consultabili presso le sedi centrale e periferica dellUfficio Speciale per le Aree ad Elevato
Rischio di Crisi Ambientale


Il Dirigente preposto allUfficio Speciale
Dott. Antonino Cuspilici

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
314
D.D.U.S. n 07 del 14 giugno 2006










ALLEGATO 1
PIANO DI AZIONE
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
315
A) NORME DI CARATTERE GENERALE
A.1 Le norme di comportamento devono essere rispettate da tutti gli insediamenti industriali
di cui allAllegato 2 del presente decreto, indipendentemente dalla loro localizzazione.
A.2 I gestori delle fonti di emissione hanno lobbligo di mettere in atto autonomamente le
procedure di intervento di cui allAllegato 2 tutte le volte che si verificheranno gli eventi
previsti nel presente Allegato.
A.3 In deroga al punto 2, le procedure di intervento non verranno effettuate su espressa
autorizzazione delle Autorit di controllo dalle Aziende e solamente per quei punti di
emissione, in cui siano in corso campionamenti, misure e/o verifiche condotte direttamente
dalle Autorit di controllo stesse.

B) STAZIONI DELLA RETE INTERCONNESSA
B.1 Le stazioni della RETE INTERCONNESSA sono individuate e numerate nella Tabella sotto
riportata.
Stazioni della Rete Interconnessa ENEL - PROVINCIA REGIONALE SR - CIPA

RETE n INT n NOME STAZIONE LATITUDINE* LONGITUDINE* PARAMETRI MISURATI
ENEL 0 1 SIRACUSA 37 4 59 15 16 7 SO
2

ENEL 1 2 FLORIDIA 37 5 50 15 9 22 SO
2

ENEL 2 3 SORTINO 37 8 13 15 4 6 SO
2

ENEL 3 4 MOSTRINGIANO 37 7 31 15 10 29 SO
2

ENEL 4 5 MELILLI 37 11 9 15 7 43 SO
2
- Polveri
ENEL 5 6 VILLASMUNDO 37 15 6 15 5 3 SO
2

ENEL 6 7 C.LE PRIOLO 37 8 2 15 12 55
DV VV T - Press.Atm.
UR Rad.Glob
PROV 7 1 SCALA GRECA 37 6 9 15 15 56
SO
2
NO
X
NO NO
2
CO
NMHC CH
4
PTS H
2
S
PROV 8 2 AUGUSTA 37 13 7 15 13 13
SO
2
NO
X
NO NO
2

NMHC CH
4
PTS H
2
S
PROV 9 3 CIAPI 37 8 29 15 12 6
SO
2
NO
X
NO NO
2
CO
NMHC CH
4
PTS H
2
S VV
DV UR - T - Press.Atm.
Rad.Glob Pluviometro pH
piogge - Pasquili
PROV 10 4 PRIOLO 37 9 23 15 11 28
SO
2
NO
X
NO NO
2
O
3
-
NMHC CH
4
PTS H
2
S
PROV 11 5 MELILLI 37 10 56 15 7 44
SO
2
NO
X
NO NO
2
O
3
-
NMHC CH
4
PTS H
2
S T
PROV 12 6 SAN CUSUMANO 37 12 45 15 9 5
SO
2
NO
X
NO NO
2
NMHC
CH
4
PTS H
2
S Cl
2
- VV
DV UR - T - Press.Atm.
Rad.Glob Pluviometro pH
piogge - Pasquili
PROV 13 7 BELVEDERE 37 5 38 15 12 31
SO
2
NO
X
NO NO
2
O
2

NMHC CH
4
PTS H
2
S VV
DV UR - T - Press.Atm.
Rad.Glob Pluviometro pH
piogge - Pasquili
PROV 14 8 PRIOLO SCUOLE 37 9 32 15 10 44
VV DV UR - T - Press.Atm.
Rad.Glob Pluviometro pH
piogge - Pasquili
PROV 15 9 BELVEDERE C.LLO 37 5 36 15 12 16
VV DV Sigma - UR - T -
Press.Atm. Rad.Glob
Pluviometro Pasquili
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
316
PROV 16 10 AUGUSTA M. TAURO 37 15 24 15 13 38
VV DV Sigma - UR - T -
Press.Atm. Rad.Glob
Pluviometro Pasquili
RETE n INT n NOME STAZIONE LATITUDINE LONGITUDINE PARAMETRI MISURATI
CIPA 17 1 SAN FOCA' 37 8 49 15 11 13
SO
2
H
2
S PM10 NO NO
2
-
NO
X

CIPA 18 2 BRUCOLI 37 16 7 15 10 44 SO
2

CIPA 19 3 BELVEDERE 37 5 45 15 12 5
SO
2
NMHC THC CH
4
O
3

- PM10 NO NO
2
-NO
X
- BTX
CIPA 20 4 FLORIDIA 37 5 36 15 9 13 SO
2

CIPA 21 5 FARO DROMO 37 11 59 15 9 9 SO
2
H
2
S PM10
CIPA 22 6 OGLIASTRO 37 14 22 15 7 43 SO
2

CIPA 23 7 VILLASMUNDO 37 14 56 15 5 44
SO
2
NMHC THC CH
4
O
3

- NO NO
2
-NO
X

CIPA 24 8 MELILLI 37 10 34 15 7 35
SO
2
NO
X
NO NO
2

NMHC THC CH
4
O
3

BTX PM10 - H
2
S - VV DV
UR - T - Pasquili -
CIPA 25 9 SIRACUSA 37 5 30 15 16 1
SO
2
DVV - VV DV UR -
T - Pasquili -
CIPA 26 10 BONDIFE' 37 10 26 15 9 19 SO
2

CIPA 27 11 AUGUSTA 37 15 47 15 12 55 SO
2
PM10
CIPA 28 12 CIPA 37 10 46 15 10' 48
VV DV UR - T - pH Piogge
- Press.Atm. Rad.Nette -
Rad.Glob R.A.S.S. Sodar -
Pluviometro Pasquili
* Coordinate geografiche riferite a Greenwich

B.2 La finalit degli interventi previsti dal presente decreto quella della prevenzione
operativa dei fenomeni di inquinamento atmosferico, quindi si ritiene di dover adottare
una diversa ripartizione del territorio rispetto ai criteri previsti dalla normativa (D.lgs
351/99) destinata alla definizione del riconoscimento delle zone da risanare.
Pertanto, lintera zona a Nord di Siracusa stata divisa (Fig. 1), in base al diverso utilizzo, in:
7 AREE URBANE
3 AREE RURALI

AREE URBANE

A = Siracusa (Staz. 0, 7, 25)
B = Belvedere (Staz. 13, 19)
C = Floridia (Staz. 1, 20)
D = Priolo G. (Staz. 3, 10, 17)
E = Melilli (Staz. 4, 11, 24)
F = Augusta (Staz. 8, 27)
G = Villasmundo (Staz. 5, 23)

In considerazione dellubicazione delle stazioni, allo scopo di garantire un maggiore rispetto
della qualit dellaria e un migliore controllo di episodi acuti, la procedura di controllo delle
emissioni dovr essere attivata al superamento delle soglie previste in una delle stazioni
ricadenti nelle singole aree circoscritte.

AREE RURALI
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
317

Settore NORD (Staz. 12, 18, 22)
Settore CENTRO (Staz. 21, 26)
Settore SUD (Staz. 2, 9)

Lattivazione della procedura di controllo delle emissioni inizier quando almeno due stazioni
rurali rileveranno un superamento delle soglie previste.
Nei casi in cui le stazioni che danno luogo allattivazione degli interventi si trovino in stati di
allerta di diverso livello, in considerazione del fatto che anche livelli di attenzione non
necessariamente coincidenti evidenziano un probabile stato di inquinamento diffuso in pi
punti e non imputabile a disservizi o altre anomalie; in tali casi dovr essere attivato il livello
pi grave.



A
G
F
D
C
B
NORD
CENTRO
SUD
E
M
M
M
M
M
Figura 1
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
318

C) LIVELLI E PROCEDURE DI INTERVENTO
C.1 Sono stabiliti tre livelli di intervento, finalizzati al rispetto dei valori limite della qualit
dellaria per i parametri indicati, secondo lo schema della Tabella 01:
a) Interventi di PRIMO LIVELLO
b) Interventi di SECONDO LIVELLO
c) Interventi di TERZO LIVELLO
C.2 I livelli e le procedure di intervento di cui al punto 5 e alla Tabella 1 sono definiti in
rapporto ai parametri meteorologici specificati nella stessa Tabella e alle concentrazioni
rilevate di SO
2
, NO
2
e O
3
.
La correlazione tra i superamenti dei valori di O
3
e di idrocarburi si verifica solo nel caso
in cui il superamento della media di unora di O
3
ricada nellarco di tempo corrispondente
alla media di tre ore previste per il parametro idrocarburi totali escluso il metano
(NMHC) come definito nella tabella B del D.P.C.M. 28 marzo 1983.
C.3 Gli interventi da attuarsi da parte dei gestori delle emissioni sono quelli approvati e
riportati nellAllegato 2. Tutte le operazioni per la riduzione delle emissioni dovranno
essere documentabili e documentate. La relativa documentazione dovr essere fornita, su
richiesta, alle autorit competenti al controllo.
C.4 Un format su cui riportare indicazioni essenziali per il riscontro degli interventi di
contenimento effettuati alle emissioni, dovr essere armonizzato fra i gestori delle
emissioni e la Provincia Regionale di Siracusa.
C.5 Le operazioni da attivarsi per i vari livelli di intervento devono essere poste in atto fino a
quattro ore dopo il riallineamento. Nel caso di interventi determinati da inversione termica
saranno cinque le ore di mantenimento degli assetti ridotti dopo il riallineamento.
C.6 In caso di permanenza di stati di Terzo Livello per almeno dodici ore dei parametri o in
caso di mancato funzionamento delle norme stabilite col presente decreto, la Provincia
Regionale provveder allimmediata convocazione di una conferenza di servizio con tutti
gli enti interessati, al fine di individuare gli opportuni correttivi.
C.7 Sar resa operativa lattuazione delle azioni di riduzione delle emissioni per Intervento di
Secondo Livello SO
2
e per Intervento

di Primo Livello di O
3
, al verificarsi di un Intervento
di Primo Livello per Inversione Termica.
C.8 I Primi Livelli dintervento per condizioni meteorologiche critiche, Direzione e Velocit
del Vento, saranno attivati quando per due ore consecutive i dati forniti dalle stazioni 9 -
12-15-16-24-28 della Rete Interconnessa, rientreranno nei seguenti campi:
d) Velocit vento < 1,0 m/sec con direzione da 0 a 360.
e) Velocit vento < 2,5 m/sec con direzione da 22,5 a 157,5.
C.9 E fissato in due ore consecutive il superamento della C.M.R. (Concentrazione Media
Residua), perch si abbia lattivazione del Primo Livello dintervento per SO
2
.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
319
TABELLA 1 - LIVELLI DI INTERVENTO
INTERVENTI DI 1 LIVELLO

Condizioni meteorologiche critiche perduranti almeno unora rilevate nelle stazioni della rete
interconnessa 9-12-15-16-24 e 28:
Velocit vento < 1,0 m/sec con direzione da 0 a 360
Velocit vento < 2,5 m/sec con direzione da 22,5 a 157,5

SO
2

Superamento due ore consecutive C.M.R.

NO
2

200 g/m
3

O
3
(1)
100 g/m
3

O
3
(1)
Al perdurare per almeno unora di un episodio di Inversione Termica,
con gradiente minimo di 1,3 C, rapportato a 100 m, rilevato fino ad una
quota di 450 m
INTERVENTI DI 2 LIVELLO
SO
2
Superamento C.M.R. per tre ore consecutive
SO
2
400 g/m
3

SO
2
Al perdurare per almeno unora di un episodio di Inversione Termica,
con gradiente minimo di 1,3 C, rapportato a 100 m, rilevato fino ad una
quota di 450 m
NO
2
300 g/m
3

O
3
(1)
200 g/m
3

INTERVENTI DI 3 LIVELLO
SO
2
Mancato riallineamento nelle tre ore successive alla condizione di 2
Livello della C.M.R.
SO
2
600 g/m
3

SO
2
(2)
Al superamento di una delle sottoelencate condizioni
1) Numero 24 concentrazioni medie orarie maggiori di 350 g/m
3

2) Numero 3 concentrazioni medie giornaliere maggiori di 125 g/m
3

NO
2
400 g/m
3

NO
2
(2)
Al superamento di una delle sotto elencate condizioni:
1) Numero 18 concentrazioni medie orarie maggiori di 200 g/m
3
+
margine di tolleranza secondo tabella A
2) Concentrazioni medie annuale maggiori di 40 g/m
3
+ margine di
tolleranza
O
3
(1)
300 g/m
3


(1) La correlazione fra il superamento dei valori di O
3
e di NMHC si verifica solo nel caso in
cui il superamento della media di unora di O
3
ricade nellarco di tempo corrispondente
alla media di tre ore previste per il parametro di idrocarburi totali escluso il metano
(tabella B del D.P.C.M. 28 marzo 1983).
(2) Il periodo di osservazione si riferisce allintero anno solare, mentre le concentrazioni
saranno desunte dalla media aritmetica dei dati rilevati nelle stazioni ricadenti allinterno
in ogni singola area, come indicato al punto B del presente documento.
DEFINIZIONI
1. Condizioni critiche meteorologiche perduranti almeno unora:
Inversione termica da verificarsi ad una quota massima di 450 m con un gradiente di 1,5 C;
Velocit vento < 1,0 m/sec con direzione da 0 a 360
Velocit vento < 2,5 m/sec con direzione da 22,5 a 157,5
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
320
2. Concentrazione media residua (C.M.R.) di SO
2

i
6000- C
h

h=1
C.M.R. = -------------------- dove
24-i
i
C
h
la sommatoria delle concentrazioni orarie acquisite sino allora i-esima
h=1 della giornata in corso.
La C.M.R. pu essere calcolata a partire dalla ora 1 e si pu assumere
Il valore massimo di 23.
D) ATTIVITA DEI GESTORI DELLA RETE
D.1 I gestori delle tre Reti dovranno mettere in atto gli strumenti tecnologici per velocizzare
lacquisizione dei dati dalle proprie stazioni nonch garantire la pi alta efficienza nel
processo di interscambio dei dati.
D.2 Il CIPA dovr coordinare azioni mirate alla riduzione dei tempi di diramazione degli
interventi ai gestori delle emissioni.
D.3 I gestori delle emissioni dovranno ridurre al minimo i tempi intercorrenti fra la richiesta
dintervento e la messa in atto dellintervento stesso.
D.4 Impostare il processo di interscambio fra le reti e di valutazione delle altre sostanze, gi
da qualche tempo monitorate in diverse stazioni della Rete, quali: Idrogeno Solforato,
Benzene, o-m-p Xilene, Toluene ed Etilbenzene.
D.5 Il CIPA attraverso Televideo e la Provincia Regionale di Siracusa attraverso Internet,
dovranno istituire idonei strumenti dinformazione alla cittadinanza sullo stato di qualit
dellaria.
D.6 Un canale diretto fra Gestori della Rete, ARPA, Aziende e Comuni interessati dovr
essere istituito allo scopo di fornire informazioni di particolare rilievo.
D.7 Le reti devono essere dotate di un reperibile tecnico per i controlli necessari.
D.8 La strumentazione deve essere calibrata secondo le comuni metodiche in uso e,
periodicamente, con la supervisione dellARPA DAP Siracusa. deve essere effettuata
unintercalibrazione multipunto almeno una volta lanno. A tale scopo dovr essere
istituita una connessione con lo stesso per la trasmissione oraria dei dati.
D.9 Le reti dovranno essere dotate di un reperibile tecnico per i controlli necessari durante gli
stati dintervento;
D.10 I gestori delle tre Reti dovranno concordare e rispettare i parametri da utilizzare nel
sistema di validazione dei dati e a tal fine sar istituito un gruppo tecnico di valutazione
costituito da:
1 rappresentante dellUfficio Speciale per le aree a rischio
1 rappresentante per ognuna delle tre reti
1 rappresentante della ARPA DAP Siracusa
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
321
D.11 Le direttive contenute nel presente decreto saranno comunque verificate dal Gruppo
Tecnico. di cui al punto D.10, a distanza di un anno dalla loro emanazione.
Compito del Gruppo sar anche:
Verificare la conformit alle nuove direttive della strumentazione adottata;
Sovrintendere alle pratiche di certificazione di qualit;
Coordinare le attivit di ottimizzazione, razionalizzazione, ammodernamento
e potenziamento della rete.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
322
D.D.U.S. n 07 del 14 giugno 2006

















ALLEGATO 2
INTERVENTI DI PREVENZIONE
DELLINQUINAMENTO ATMOSFERICO

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
323
ERG RAFFINERIE MEDITERRANEE S.P.A.

Raffineria ISAB Impianti Nord


PER SO2

1 LIVELLO DI INTERVENTO

Predisporre limpianto di distillazione
CR30 ad un eventuale cambio di combustibile da alto a basso tenore di zolfo;

2 LIVELLO DI INTERVENTO

Cambio combustibile da MTZ a BTZ nell'impianto di distillazione CR30.
Un tale assetto comporta gi un abbassamento di SO2 di circa il 30% del totale in quanto limpianto
di cui sopra il maggiore consumatore di combustibile della raffineria e quindi il maggior
produttore di emissioni.

3 LIVELLO DI INTERVENTO

Cambio combustibile da MTZ a BTZ nell'impianto di distillazione CR30. Un tale assetto comporta
gi un abbassamento di SO2 di circa il 30% del totale in quanto limpianto di cui sopra il
maggiore consumatore di combustibile della raffineria e quindi il maggior produttore di emissioni.

PER IDROCARBURI IN PRESENZA DI OZONO

1 LIVELLO DI INTERVENTO

Predisporre il rallentamento delle operazioni di:
- Blending
- bonifica in atmosfera di apparecchiature contenenti idrocarburi

2 LIVELLO DI INTERVENTO

Rallentare le operazioni di:
- Blending
- bonifica in atmosfera di apparecchiature contenenti idrocarburi
- trasferimento tra serbatoi di stoccaggio ( vedi N.B. 2 )
- movimentazione di idrocarburi leggeri;

3 LIVELLO DI INTERVENTO

Rallentare le operazioni di carico e scarico navi dei seguenti prodotti di categoria A:
- Petrolio greggio;
- virgin nafta;
- benzine;
- benzolo;
- etere di petrolio;
- miscele carburanti.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
324
- Sospendere i drenaggi greggi e slop.

Tutte le operazioni effettuate devono essere registrate nel quaderno delle consegne di ciascun reparto
interessato.
N.B. 1): Nel caso in cui dal 1 livello di intervento si dovesse passare direttamente allo stato di 3
livello di intervento bisogna effettuare, ovviamente, anche le operazioni previste nella fase
intermedia e cio di 2 livello.
N.B. 2): A questa procedura non sono interessati i serbatoi di carico e colaggio impianti per non
innescare transitori di marcia.


Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
325
Raffineria ISAB Impianti Sud

PROGRAMMA DINTERVENTO PER IL CONTENIMENTO DELLE EMISSIONI

Emissioni di SO
2


INTERVENTO DI 1 LIVELLO
A seguito della segnalazione della situazione di Intervento di Primo Livello da parte del CIPA la
Raffineria effettuer la seguente azione:
- predisporr tutte le operazioni per il cambio di olio combustibile da MTZ a BTZ

INTERVENTO DI 2 LIVELLO
A seguito della segnalazione della situazione di Intervento di Secondo Livello da parte del CIPA la
Raffineria effettuer la seguente azione:
- proceder al cambio dellolio combustibile MTZ con quello BTZ

INTERVENTO DI 3 LIVELLO
A seguito della segnalazione della situazione di Intervento di Terzo Livello da parte del CIPA la
Raffinerie effettuer la seguente azione:
- sostituir tutto lolio combustibile BTZ con combustibile gassoso

Emissioni di NOx

INTERVENTI DI 1 LIVELLO
Si allertano tutti i sistemi ad intervenire in caso di Intervento di Terzo Livello

INTERVENTI DI 2 LIVELLO
Si allertano tutti i sistemi ad intervenire in caso di Intervento di Terzo Livello

INTERVENTI DI 3 LIVELLO
Si sostituisce tutto lolio combustibile utilizzato in raffineria con combustibile gassoso.

Emissioni di idrocarburi nel caso di superamento dei limiti di ozono

INTERVENTI DI 1 LIVELLO
Si allertano tutti i sistemi per essere pronti ad adottare le misure di riduzione previste nella fase di
Interventi di Secondo Livello.

INTERVENTI DI 2 LIVELLO
Si verifica che lassetto dei sistemi di raffreddamento dei prodotti leggeri sia massimizzato, in caso
contrario si procede alla sua massimizzazione.
Si interrompono tutte le eventuali operazioni di manutenzione e lavaggio linee e serbatoi che
comportino svaporamenti allatmosfera.
Si limitano le preparazioni delle benzine alle ore meno soleggiate.

INTERVENTI DI 3 LIVELLO
Si fermano tutte le operazioni di blending delle benzine.
Si rallentano tutte le operazioni di carica/discarica navi di grezzo/benzine fino ai limiti minimi di
sicurezza delle apparecchiature.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
326
ISAB ENERGY
IMPIANTO INTEGRATED GASSIFICATION COMBINED CYCLE
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
327
ESSO ITALIANA
RAFFINERIA DI AUGUSTA


1 LIVELLO

- Controlla con l'ONSITE Fuels e l'OM&B che venga predisposto il circuito di alimentazione di
olio combustibile a basso tenore zolfo (BTZ) ai forni e verifica se c' la possibilit di aumentare
la quota di metano nel gas ai forni.
- Verifica la qualit della carica che in quel momento alimenta l'FCCU predisponendo le
operazioni necessarie per ridurre il contenuto di estratti.
- Informa la Polimeri Europa sulla possibilit di sospendere l'invio di propilene.
- Verifica con il Capo Turno OM&B quali siano le operazioni in corso e/o programmate di
movimentazione, blending e spedizioni di prodotti leggeri.
- Informa l'Operation Manager e il Responsabile PAES&O e, in fuori orario e nelle giornate
festive, i Dirigenti di Reperibilit.
Questo sistema d'informazione dovr essere mantenuto operante durante tutte le fasi dell'emergenza
fino alla sua conclusione.


2 LIVELLO

Per ciascuno dei parametri riportati nella Tabella 1 il TPT dispone per i seguenti interventi:

SOx
- Massimizzazione del metano ai forni di Raffineria e sostituzione dell'olio combustibile con BTZ
o, in alternativa al brucio del BTZ, sostituzione del 35% dell'olio combustibile con gas
"commerciale", sfiatando propano in rete e, se caso, sospendendo la fornitura di propilene alla
Polimeri Europa.

NOx
- Rimpiazzo del 30% dell'olio combustibile con gas, sospendendo la fornitura di propilene alla
Polimeri Europa e, se il caso, sfiatando propano in rete.

IDROCARBURI e OZONO

- Sospensione delle operazioni di travaso tra serbatoi di prodotti volatili (Butano e Isopentano)
nelle ore soleggiate.
- Sospensione di qualunque bonifica di serbatoio di prodotti leggeri.
- Sospensione di tutti i purgaggi e/o svaporamenti di impianti.
- Sospensione di tutti i drenaggi di serbatoi di grezzo e slop.
- Limitazione ai soli casi indispensabili di operazioni di blending di idrocarburi leggeri curando di
effettuarli nelle ore meno soleggiate.


Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
328
3LIVELLO

Anche per tale livello il TPT deve porre in atto interventi differenziati a seconda del tipo di
parametro in gioco. E precisamente:

SOx
- Oltre agli interventi previsti in caso di 2 livello, ridurre gradualmente, fino al minimo tecnico
per emergenza prolungata, la quota di estratti contenuta nella carica dell'FCCU.


NOx
- Oltre all'intervento previsto nel caso di 2 livello, rimpiazzo di un ulteriore 50% di combustibile
inserendo in rete quantit addizionali di propano.

IDROCARBURI e OZONO
Oltre a quelli previsti nel caso di 2 livello, deve essere dato corso ai seguenti in-terventi:
- Riduzione delle rate di caricamento delle navi di benzina e di altri prodotti leggeri.
- Sospensione di tutti i trasferimenti e travasi di prodotti leggeri. Tutti gli assetti operativi
sovresposti dovranno essere mantenuti durante tutto l'arco del periodo di 2 livello/3 livello e
protratti per altre 4 ore successive al segnale di cessato intervento che verr diramato dal CIPA.

REPORTING
Tutte le operazioni eseguite in conseguenza delle segnalazioni CIPA dovranno essere registrate e
tenute a disposizione per eventuali verifiche da parte della Provincia. L'archiviazione delle suddette
registrazioni di competenza del TPT e deve essere ritenuta registrazione critica per l'ambiente, va
quindi inserita nella lista della documentazione critica e gestita secondo le modalit stabilite dalla
PQ 16 "Gestione della Documentazione Critica"
Nel caso in cui la Provincia Regionale richiedesse di specificare gli interventi effettuati dovr essere
inviata via fax la scheda "INTERVENTI EFFETTUATI PER COMUNICAZIONI CIPA" (allegato
2), compilata nelle parti strettamente attinenti al tipo di emergenza. Copia della scheda verr poi
trasmessa alla Funzione PAES&O.

INFORMAZIONI AD ENTI ESTERNI
A fronte dell'Ordinanza del Sindaco di Melilli citata nello SCOPO della presente procedura,
obbligatoria una comunicazione preventiva via fax al DAP di Siracusa, alla Provincia Regionale di
Siracusa, al Comune di Melilli e per conoscenza alla Prefettura di Siracusa ed al Comando
Provinciale dei VV.F. di Siracusa, in caso di attivit operative che comportino emissioni di sostanze
volatili in atmosfera. Tale comunicazione conterr:
- in caso di svuotamento, bonifica, apertura e manutenzione di serbatoi o linee:
+ sigla del serbatoio o linea;
+ volume del serbatoio;
+ prodotto contenuto;
+ inizio e durata prevista per l'intervento e descrizione dell'intervento stesso;
- in caso di fermata impianti, sfiaccolamento o anomalia operativa:
+ dati identificativi dell'impianto;
+ inizio attivit di bonifica;
+ durata prevista della bonifica e descrizione delle attivit, con particolare riferimento alle
possibili emissioni;
+ tipo di vapori di idrocarburi emettibili.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
329
- in caso di utilizzo del Campo Prove Antincendio per esercitazioni, i giorni in cui previsto
siano effettuati gli addestramenti.
I Business Team Leaders hanno la responsabilit di fornire con congruo anticipo tali informazioni al
T.P.T. ed al PAESO - Environmental Engineer., che sono i responsabili della predisposizione e
dell'inoltro della comunicazione alle Autorit (vedi All. 3), rispettivamente il TPT al di fuori del
normale orario di lavoro e l'Env. Eng. nell'orario giornaliero.
In caso di richiesta di informazioni da parte di Enti esterni (Comuni, Provincia, Capitaneria di
Porto, VV.F. ecc...) per sfiaccolamenti imprevisti, odori molesti, rumori od altro, sar cura del
T.P.T (al di fuori del normale orario di lavoro) fornire ai richiedenti le informazioni del caso. Le
informazioni riguarderanno strettamente l'episodio che ha causato l'evento e gli interventi per il
ritorno alle condizioni operative standards.
Nel normale orario di lavoro quanto sopra sar a cura della Funzione PAES&O (Env. Engineer) in
collaborazione con il T.P.T. Nel caso sia richiesto, che l'informazione sull'accaduto sia seguita
dall'invio di una relazione tecnica, sar cura della funzione PAES&O provvedere ad essa. La
relazione sar inviata il primo giorno utile nel caso l'evento si verifichi al di fuori dal normale orario
di lavoro.
La richiesta d'informazioni e la relativa risposta, cos come le comunicazioni preventive di cui
all'allegato 3, vanno registrati in un'apposita raccolta, a cura del TPT. Essa da ritenere
"registrazione critica".


Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
330

SASOL ITALY S.P.A
Stabilimento di Augusta


PROCEDURA DI INTERVENTO

SO
2


Non sono previsti interventi o procedure operative in quanto lo Stabilimento usa come combustibile per i propri
processi termici quasi esclusivamente metano in pratica esente da zolfo e solo piccole quantit, circa 5 % di
combustibile liquido autoprodotto con contenuto in zolfo mediamente inferiore allo 0.05 % peso.

NO
X


Non sono previsti interventi nei forni di processo in quanto utilizzano come combustibile
essenzialmente metano. Gli interventi previsti tendono a limitare il consumo di combustile liquido,
ove presente, in sostituzione con lutilizzo del metano.

1 Livello: viene preavvertito il reparto dei Servizi Ausiliari a prepararsi ad intervenire in caso di
dichiarazione del 2 livello

2 Livello: vengono date disposizioni a:

Servizi Ausiliari di ridurre del 50 % il consumo di combustibile liquido autoprodotto
sostituendolo con metano


3 Livello: vengono date disposizioni a:

Servizi Ausiliari di ridurre completamente il combustibile liquido autoprodotto con
metano

Si provvede alla raccolta della documentazione necessaria per dimostrare che le operazioni
suddette sono state effettuate. Il Servizio AMBI provvede ad archiviare copia della
documentazione da esibire, a richiesta, agli Enti interessati al controllo.

Idrocarburi

1 Livello: si preavvertono tutti i reparti di produzione e servizi dello Stabilimento (Stoccaggi
Pontili S.A.) a prepararsi ad eventuali interventi in caso di dichiarazione del secondo
livello

2 Livello: si danno disposizioni a tutti i reparti di produzione e servizi di limitare le operazioni di
trasferimento di idrocarburi leggeri (inferiori a C10), e tutte quelle attivit per le quali si
possono prevedere emissioni in atmosfera, rinviando tali attivit, ove possibile, nelle ore
meno soleggiate. Quanto sopra si applica se il trasferimento non implica attivit nei
reparti e/o servizi che possono creare situazioni peggiorative in termini di emissioni.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
331
3 Livello: si danno disposizioni a reparti di produzione e servizi di:

- non effettuare operazioni di trasferimento di idrocarburi leggeri (inferiori a C10),
secondo quanto sopra detto per situazioni di 2 livello;
- sospendere eventuali operazioni di bonifiche di impianti o sezioni di essi da cui
potrebbero derivare emissioni di idrocarburi;
- rinviare operazioni di manutenzione che potrebbero causare perdite di idrocarburi
leggeri;
- ridurre il rateo di carico navale degli idrocarburi leggeri (inferiori a C10);
- sospendere eventuale drenaggi da serbatoi di idrocarburi leggeri (inferiori a C10) e slop
.

COMUNICAZIONI - REGISTRAZIONI
Le segnalazioni dei vari livelli di intervento, comunicati da CIPA, verranno trasmesse alla sala
operativa Antincendio dello Stabilimento (Tel. 0931988248 sempre presidiato) il cui addetto si far
carico di trasmettere prontamente la comunicazione :

- nel normale orario di lavoro al Servizio AMBIENTE per lattivazione degli interventi previsti .

- Fuori dal normale orario di lavoro al Tecnico di Turno (quando presente) e/o al Coordinatore
Tecnico per lattivazione degli interventi previsti presso i servizi Ausiliari

Il servizio AMBIENTE provveder a redigere un rapporto sugli episodi relativi ai 2 e 3 livello
di intervento.
Di tutte le attivit deve essere possibile un riscontro oggettivo, nel caso in cui ci non fosse
possibile, un preciso riscontro sul registro delle consegne di reparto o servizio o documento
similare.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
332



ENEL TIFEO
Centrale Termoelettrica ENEL di Augusta


INTERVENTI PROGRAMMATI PER SO
2


Interventi di 1 Livello:

A seguito della segnalazione di intervento di 1 livello acquisita attraverso la comunicazione via telefax proveniente dal
CIPA, il Personale di esercizio dovr porsi in condizioni di allerta; verificher con maggiore attenzione i parametri fisici
dei gruppi in esercizio predisponendosi ad eventuali interventi qualora detta situazione perdurasse nel tempo o
peggiorasse.
Contemporaneamente il Personale di esercizio seguir in tempo reale la tendenza delle grandezze chimiche monitorate
dalla rete interconnessa. In ogni caso, dopo tre ore dalla prima segnalazione di superamenti relativi alla SO
2
, in assenza
di comunicazioni di rientro dellintervento di 1 livello, il Personale si disporr in attesa di ricevere il fax del CIPA per
avviare gli interventi di 2 livello.

Interventi di 2 Livello:

A seguito della segnalazione di intervento di 2 livello acquisita attraverso la comunicazione via telefax proveniente dal
CIPA, il Personale di esercizio attuer tutti gli accorgimenti tecnici necessari al fine di realizzare, nei tempi indicati e al
permanere delle condizioni di Secondo Livello, i seguenti interventi in ordine prioritario e sequenziale:

- Innalzamento della temperatura dei fumi in una delle tre sezioni in servizio, immediatamente alla
ricezione della comunicazione.
- Innalzamento della temperatura dei fumi nella seconda sezione in servizio dopo mezzora dalla
precedente azione.
- Innalzamento della temperatura dei fumi nella terza sezione in servizio dopo unulteriore
mezzora dalla precedente azione.
- Limitazione del carico generato da uno dei gruppi in servizio ad un massimo del 75% del carico
producibile (52,5 MW) dopo quaranta minuti dallintervento precedente.
- Limitazione del carico generato dal secondo gruppo in servizio ad un massimo del 75% del carico
producibile (52,5 MW) dopo quaranta minuti dallintervento precedente.
- Limitazione del carico generato dal terzo gruppo in servizio ad un massimo del 75% del carico
producibile (52,5 MW) dopo quaranta minuti dallintervento precedente.

In ogni caso, dopo tre ore dalla prima segnalazione di superamento della SO
2
, in assenza di
comunicazioni di rientro dellintervento di 2 livello, il Personale si disporr in attesa di ricevere il
fax del CIPA per avviare gli interventi di 3 livello.
La scelta della sezione su cui avviare prioritariamente le azioni a discrezione della Centrale.
Contemporaneamente a ciascun intervento di cui sopra, il personale di esercizio seguir in tempo
reale anche la tendenza delle altre grandezze chimiche monitorate dalla rete interconnessa
verificando leffettiva incidenza degli interventi adottati sullambiente.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
333
Dopo due ore dalla ricezione della comunicazione di cessazione dello stato di Intervento di
Secondo Livello, verranno a decadere le limitazioni su indicate.

Interventi di 3 Livello:
A seguito della prima segnalazione diretta di intervento di 3 livello acquisita attraverso la
comunicazione via telefax proveniente dal CIPA, il Personale di esercizio attuer, nei tempi indicati
e al permanere delle condizioni di Intervento di Terzo Livello, tutti gli accorgimenti tecnici
necessari al fine di realizzare i seguenti interventi in ordine prioritario e sequenziale:

- Innalzamento della temperatura dei fumi in una delle tre sezioni in servizio, immediatamente alla
ricezione della comunicazione.
- Innalzamento della temperatura dei fumi nella seconda sezione in servizio dopo mezzora dalla
precedente azione.
- Innalzamento della temperatura dei fumi nella terza sezione in servizio dopo unulteriore
mezzora dalla precedente azione.
- Limitazione del carico generato da uno dei gruppi in servizio ad un massimo del 50% del carico
producibile (35 MW) dopo quaranta minuti dallintervento precedente.
- Limitazione del carico generato dal secondo gruppo in servizio ad un massimo del 50% del carico
producibile (35 MW) dopo quaranta minuti dallintervento precedente.
- Limitazione del carico generato dal terzo gruppo in servizio ad un massimo del 50% del carico
producibile (35 MW) dopo quaranta minuti dallintervento precedente.

La sezione su cui avviare prioritariamente le azioni di cui sopra resta a discrezione della Centrale.
Contemporaneamente a ciascun intervento di cui sopra, il personale di esercizio seguir attraverso il
terminale della rete interconnessa la tendenza delle altre grandezze chimiche monitorate in tempo
reale, verificando leffettiva incidenza.

Nel caso in cui lintervento di 3 livello fosse sequenziale ad un intervento di II livello, il Personale
di turno attiver direttamente le azioni di riduzione del carico secondo lordine e i tempi prima
elencati.

Dopo due ore dalla ricezione della comunicazione di cessazione dello stato di intervento, verranno
a decadere le limitazioni su indicate.

INTERVENTI PROGRAMMATI PER NOx

Interventi di 1 Livello:

A seguito della segnalazione di intervento di 1 livello per NOx acquisita attraverso la comunicazione via telefax
proveniente dal CIPA, il Personale di esercizio dovr porsi in condizioni di allerta; verificher con maggiore attenzione
i parametri fisici dei gruppi in esercizio predisponendosi ad eventuali interventi qualora detta situazione perdurasse nel
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
334
tempo o peggiorasse. Contemporaneamente seguir, attraverso il terminale della rete interconnessa, la tendenza delle
altre grandezze chimiche monitorate.
Analizzer inoltre i dati disponibili relativi alle misure delle emissioni di NO e allandamento del rapporto SO
2
/NO.

Interventi di Secondo Livello:

A seguito di tale segnalazione, il Personale di esercizio verificher immediatamente se il fenomeno transitorio, in
quanto dovuto ad un picco di concentrazione non giustificato da andamenti progressivi, o persistente in quanto
derivante dallintervento di I livello, o dedotto dalle analisi dei dati orari disponibili relativi alle ore precedenti. Il
Personale di esercizio attuer quindi tutti gli accorgimenti tecnici al fine di realizzare i seguenti interventi in ordine
prioritario e sequenziale:

- Diminuzione del rapporto aria primaria/aria secondaria ai bruciatori delle sezioni in servizio con
passo di circa mezzora dalla prima alla terza.
- Riduzione eccesso daria bruciatori delle sezioni in servizio con passo di circa mezzora dalla
prima alla terza.
- Apertura dei registri aria superiori ove consentito dallimpianto bruciatori delle sezioni in servizio
con passo di circa mezzora dalla prima alla terza.

Dopo due ore dalla ricezione della comunicazione di cessazione dello stato di intervento, verr
ripristinato lassetto di normale esercizio dellimpianto.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
335

Interventi di Intervento di 3 Livello:
A seguito di tale segnalazione, il Personale di esercizio verificher immediatamente se il fenomeno
transitorio, in quanto dovuto ad un picco di concentrazione non giustificato da andamenti
progressivi, o persistente in quanto derivante dallintervento di II livello, o dedotto dalle analisi dei
dati orari disponibili relativi alle ore precedenti. Il Personale di esercizio attuer quindi tutti gli
accorgimenti tecnici noti al fine di realizzare i seguenti interventi in ordine prioritario e sequenziale:

- Ulteriore diminuzione del rapporto aria primaria/aria secondaria ai bruciatori delle sezioni in
servizio con passo di circa mezzora dalla prima alla terza, qualora le misure delle emissioni
correlabili lo consentissero.
- Riduzione eccesso daria bruciatori delle sezioni in servizio con passo di circa mezzora dalla
prima alla terza, qualora le misure delle emissioni correlabili lo consentissero.
- Apertura dei registri aria superiori ove consentito dallimpianto bruciatori delle sezioni in servizio
con passo di circa mezzora dalla prima alla terza, qualora le misure delle emissioni correlabili lo
consentissero.

Contemporaneamente a ciascun intervento di cui sopra, il Personale di esercizio seguir attraverso il
terminale della rete interconnessa la tendenza delle altre grandezze chimiche monitorate in tempo
reale, verificando leffettiva incidenza.

Dopo due ore dalla ricezione della comunicazione di cessazione dello stato di intervento, verr
ripristinato lassetto di normale esercizio dellimpianto.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
336


POLIMERI EUROPA S.p.A.
Stabilimento di Priolo

PROCEDURA DI INTERVENTO

1. SO
2


I combustibili impiegati sono essenzialmente gassosi: gas metano di rete e gas combustibile
autoprodotto costituito da metano, GPL e idrogeno. Leventuale utilizzo di combustibile
liquido autoprodotto a basso contenuto di zolfo (tipicamente < 0,15%) marginale (3-4 %
del totale).
Pur non essendovi quindi contributi significativi alla concentrazione di SO
2
nelle emissioni
globali nellarea industriale, la Societ, seppur partendo da livelli di emissione molto bassi,
si impegna comunque ad attuare degli interventi che tendono a ridurre ulteriormente le
emissioni di SO
2
.

1.1 1 e 2 LIVELLO
In caso di raggiungimento da parte della rete di rilevamento dello stato di 1 e 2 livello non
prevista alcuna procedura dintervento dei reparti Polimeri Europa.

1.2 3 LIVELLO
In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 3 livello,
limpianto Etilene dovr sostituire la quota di combustibile liquido autoprodotto utilizzata
nelle caldaie con combustibile gassoso.

2. NO
x


2.1 1 2 e 3 LIVELLO
In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento del CIPA dello stato di 1 2 e
3 livello non si attua alcun intervento o procedura operativa. Si precisa tra laltro che tutti i
forni di cracking dellimpianto Etilene, fonte principale di emissione dello stabilimento,
sono dotati di bruciatori Low - NO
x
.


3. IDROCARBURI (HC)

3.1 1 LIVELLO
In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 1 livello,
saranno avvisati tutti gli impianti per predisporre le operazioni finalizzate alla riduzione
delle emissioni di HC indicate nel seguito per gli interventi di 2 e 3 livello.
3.2 2 LIVELLO
In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 2 livello, gli
impianti effettueranno le seguenti azioni:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
337
- controllare che i raffreddamenti dei prodotti inviati a stoccaggio per gli impianti Aromatici
ed Etilene siano massimizzati.
- sospendere eventuali bonifiche di serbatoi.
3.3 3 LIVELLO
In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 3 livello, gli
impianti effettueranno le seguenti azioni:
- sospendere il trasferimento di prodotti idrocarburici verso i serbatoi di stoccaggio a tetto
fisso pressurizzati con azoto (vedi Nota).
- sospendere le operazioni di carica/discarica navi di prodotti idrocarburici.

Nota: tale azione non interesser i serbatoi di carico e i colaggi impianti onde evitare possibili transitori di
marcia.


COMUNICAZIONI E REGISTRAZIONI

La comunicazione di inizio e fine evento e dei relativi livelli di intervento da parte del CIPA,
ricevuta preventivamente per via telefonica e successivamente via fax, dallUnit AMSI/ECO di
Polimeri Europa, durante il normale orario di lavoro nei giorni feriali e dal TdT nei seguenti giorni e
orari:

- dal luned al gioved: dalle ore 17 alle ore 8 del giorno successivo;
- venerd: a partire dalle ore 13;
- sabato, domenica e festivi: intero arco della giornata.

La comunicazione cos ricevuta sar a sua volta trasmessa per via informatica agli assistenti in turno
dei reparti interessati i quali registreranno le comunicazioni ricevute e gli eventuali interventi
eseguiti.
Per ogni comunicazione verr registrato il nome della persona (AMSI/ECO o TdT) che ha ricevuto
la comunicazione, quello del tecnico CIPA, lora, nonch il tipo ed il livello di intervento
comunicato.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
338
INTERVENTI ATTUATI dalla Soc. Nu. Ce.

Tipo di
inquinante
e/o
parametro
Livello di
intervento
Responsabile
Comunicazione e
Accertamento
Implementazione
Azioni Sito Nord e
Sud
Responsabile
Azioni
Azioni Sito Nord Azioni Sito Sud
SO
2

1
S-CTG
N-CTG
Responsabile in
turno unit
interessate
Predisporre gli impianti SA1/N 2,
SA1/N 3 CT1, CT2, CT3, ad un
eventuale cambio di combustibile da
ATZ a BTZ.
Predisporre gli impianti CT
tutte le operazioni per il cambio
dellolio combustibile da ATZ a
BTZ
2
S-CTG
N-CTG
Responsabile in
turno unit
interessate
Effettuare il cambio combustibile da
MTZ a BTZ nelle centrali
termoelettriche SA1/N 2, SA1/N 3,
CT1, CT2, CT3.
Al cessare delle condizioni che hanno
generato il 2 livello di intervento,
lassetto ultimo degli impianti dovr
rimanere immutato per le quattro ore
successive alla rilevazione del dato
migliorativo.
Cambio olio combustibile da
ATZ a BTZ
3
S-CTG
N-CTG
Responsabile in
turno unit
interessate
Ipotesi in cui siano in marcia i tre
gruppi.
Abbassare il carico di uno dei tre gruppi
di CTE al minimo tecnico.
Se dopo due ore lo stato di 3 livello di
intervento permane, abbassare al
minimo tecnico un secondo gruppo di
CTE.
Ipotesi in cui uno dei tre gruppi sia
fermo
Se dopo due ore permane lo stato di 3
livello abbassare il carico di uno dei due
gruppi in funzione
Ipotesi in cui solo uno dei tre gruppi
sia in marcia
Si applicano le sole azioni previste per
il 1 e 2 livello di intervento

In tutte le ipotesi nel caso in cui dal 1
livello di intervento si dovesse passare
direttamente al 3 livello di intervento
bisogna effettuare, ovviamente, anche le
operazioni previste nella fase di 2
livello di intervento.
Al cessare delle condizioni che hanno
generato il 3 livello di intervento,
lassetto ultimo degli impianti dovr
rimanere immutato per le quattro ore
successive alla rilevazione del dato
migliorativo.
Sostituire parte dellolio
combustibile con fuel gas fino
ai limiti tecnici delle caldaie
Al cessare delle condizioni che
hanno generato il 3 livello di
intervento, lassetto ultimo
degli impianti dovr rimanere
immutato per le quattro ore
successive alla rilevazione del
dato migliorativo.

Tipo di
inquinante
e/o
parametro
Livello di
intervento
Responsabile
Comunicazione e
Accertamento
Implementazione
Azioni Sito Nord e
Sud
Responsabile
Azioni
Azioni Sito Nord Azioni Sito Sud
NO
2

1
S-CTG
N-CTG Responsabile in
turno unit
interessate
Predisporre uno dei tre gruppi della
centrale termoelettrica CT per la
riduzione di carico del 25% solo
nellipotesi in cui siano in marcia i
tre gruppi
Predisporre gli impianti per
leventuale evoluzione al 2 livello.
2
S-CTG
N-CTG
Responsabile in
turno unit
interessate
Mettere in atto la riduzione del
25% del carico di uno dei tre
gruppi della centrale termoelettrica
CTE solo nellipotesi in cui siano
in marcia i tre gruppi
Al cessare delle condizioni che
hanno generato il 2 livello di
intervento, lassetto ultimo degli
impianti dovr rimanere immutato
per le quattro ore successive alla
Sostituire lolio combustibile
utilizzato nei forni nei quali non sono
installati bruciatori low NOx con
combustibile gassoso
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
339
rilevazione del dato migliorativo.
3
S-CTG
N-CTG
Responsabile in
turno unit
interessate
Ipotesi in cui siano in marcia i tre
gruppi.
Abbassare ulteriormente, sino al
minimo tecnico, il carico del
gruppo di CTE che marciava con la
riduzione del 25%; prevista dal
livello 2.
Se dopo due ore dallabbassamento
del carico di un gruppo al minimo
tecnico, lo stato di intervento
permane abbassare al minimo
tecnico un secondo gruppo di CTE.
Ipotesi in cui uno dei tre gruppi
sia fermo
Se dopo due ore permane lo stato di
terzo livello mettere in atto la
riduzione al minimo tecnico di uno
dei due gruppi in funzione
Ipotesi in cui solo uno dei tre
gruppi sia in marcia
Non sono previste azioni
specifiche.

Al cessare delle condizioni che
hanno generato il 3 livello di
intervento, lassetto ultimo degli
impianti dovr rimanere immutato
per le quattro ore successive alla
rilevazione del dato migliorativo.
Sostituire tutto lolio combustibile
con fuel gas fino ai limiti tecnici
delle caldaie
Al cessare delle condizioni che hanno
generato il 3 livello di intervento,
lassetto ultimo degli impianti dovr
rimanere immutato per le quattro ore
successive alla rilevazione del dato
migliorativo.




Tipo di
inquina
nte e/o
paramet
ro
Livello
di
interve
nto
Responsabile
Comunicazione e
Accertamento
Implementazione
Azioni Sito Nord
e Sud
Responsabile
Azioni
Azioni Sito Nord Azioni Sito Sud
Idrocar
buri / O
3

1
S-CTG
N-CTG
Responsabile in
turno unit
interessate
Predisporre il rallentamento delle
operazioni di bonifica in atmosfera di
apparecchiature contenenti idrocarburi
Predisporre gli impianti per leventuale
evoluzione al 2 livello.
2
S-CTG
N-CTG
Responsabile in
turno unit
interessate
Rallentare le operazioni di:bonifica
apparecchiature con idrocarburi in
atmosfera;
Interrompere tutte le eventuali
operazioni di manutenzione e lavaggio
linee e serbatoi che comportino
svaporamenti in atmosfera;
3
S-CTG
N-CTG
Responsabile in
turno unit
interessate
Rallentare le operazioni di:bonifica
apparecchiature con idrocarburi in
atmosfera;
Interrompere tutte le eventuali
operazioni di manutenzione e lavaggio
linee e serbatoi che comportino
svaporamenti in atmosfera;
Condizi
oni
meteo
critiche
1
S-CTG
N-CTG
Responsabile in
turno unit
interessate
Intraprendere le azioni corrispondenti al 2
livello di intervento per SO
2
.
Tale azione deve essere intrapresa solo in
caso di inversione termica.
Predisporre le caldaie per la
sostituzione dellolio combustibile con
fuel gas fino ai limiti tecnici delle
stesse. Tale azione deve essere
intrapresa solo in caso di inversione
termica

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
340
BUZZI UNICEM S.p.A
Stabilimento di Augusta


Nel caso che la rete di monitoraggio ambientale, preposta al controllo della qualit dellaria, segnali il raggiungimento
dei tre livelli previsti dal decreto, si attueranno le procedure di seguito elencate.

La comunicazione dei livelli di intervento da parte dellente preposto CIPA, ricevuta per via telefonica dal
responsabile di turno che deve verbalizzare su apposito registro il proprio nominativo, quello del tecnico del
CIPA, lora, nonch il tipo (SO
2
, NO
X
, condizioni meteo) ed il livello (1 Livello 2 Livello 3 Livello) di
intervento comunicato.

Il comportamento da adottare sar diversificato in funzione del livello di intervento e verr attuato
autonomamente da parte del responsabile di turno per garantirne la tempestivit.

Tali modalit di intervento vengono riassunte nella seguente tabella:

INTERVENTO SO
2
NO
X

1 LIVELLO
Allerta degli operatori e dei sistemi
di conduzione per intervenire in caso
di raggiungimento del limite di 2
Livello.
Controllo dei parametri di conduzione,
delle temperature e dei tenori di ossigeno
caratteristici del processo .
2 LIVELLO
Verifica del corretto funzionamento
del mulino delle materie prime;
mantenimento di condizione di
marcia costante o, nel caso questo si
trovasse in condizioni di fermata,
effettuazione della messa in marcia.
Sospensione di qualsiasi manovra in atto
che potrebbe creare condizioni di scarsa
stabilit nel processo di combustione e di
cottura incrementando le emissioni di
NO
X
.
3 LIVELLO
Qualora non fossero ancora state
effettuate le operazioni previste in
caso di Intervento di Secondo
Livello, attuarle immediatamente.
Variazione della distribuzione dellaria
comburente al precalcinatore, tramite
lattivazione del sistema Minox per la
riduzione delle emissioni di NO
X
.

La durata dellintervento deve essere protratta fino a quattro ore dopo il riallineamento, che viene
comunicato dallente preposto CIPA sempre telefonicamente.

* IDROCARBURI: Lattivit non genera emissioni di idrocarburi.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
341

SYNDIAL S.P.A
Stabilimento di Priolo


IMPIANTI IN ESERCIZIO

A seguito dei recenti riassetti societari e la fermata definitiva dellimpianto PO (Ossido di
Propilene), lattuale assetto produttivo dello stabilimento Syndial di Priolo (ex EniChem)
costituito dai seguenti impianti in esercizio:

- Impianto CS3 (produzione cloro e soda);
- Impianto CS4 (produzione ipoclorito di sodio);
- Impianto CS6 (movimentazione, stoccaggio e diluizione soda);
- Impianto CS8 (produzione acido cloridrico);
- Impianto DL (produzione dicloroetano) e annesso termocombustore TC1.

PROCEDURA DI INTERVENTO

1. SO
2


Il combustibile impiegato nellesercizio degli impianti attualmente in esercizio ed in particolare
per il termocombustore TC1 annesso allimpianto DL, il gas metano in pratica esente da zolfo.
Non avendo alcun contributo sulle concentrazione di SO
2
delle emissioni in atmosfera
provenienti dallarea industriale, in caso di raggiungimento e comunicazione da parte della rete
di rilevamento CIPA dello stato di 1, 2e 3 livello, non previsto alcun intervento da parte dei
reparti Syndial.


2. NO
X

In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 1, 2 e 3 livello
per concentrazioni di NO
x
in atmosfera, in considerazione delle caratteristiche delle emissioni in
atmosfera degli impianti Syndial in esercizio e dei relativi contributi di NO
x
, non prevista
lattuazione di alcun intervento o procedura operativa da parte dei reparti.


3. IDROCARBURI (HC)

1 e 2 LIVELLO
In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 1 e 2 livello,
non si attua alcun intervento o procedura operativa.

3 LIVELLO
In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 3 livello, gli
impianti sospenderanno le eventuali attivit di bonifica in atto su apparecchiature che hanno
contenuto idrocarburi o altre sostanze organiche.

COMUNICAZIONI E REGISTRAZIONI

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
342
La comunicazione di inizio e fine evento e dei relativi livelli di intervento da parte del CIPA,
ricevuta preventivamente per via telefonica e successivamente via fax, dalla Funzione SIC di
Syndial, durante il normale orario di lavoro nei giorni feriali, e dal TdT nei seguenti giorni e
orari:
- Dal luned al gioved dalle ore 17 alle ore 8 del giorno successivo;
- Il venerd: dalle ore 12,45 alle ore 8 del giorno successivo;
- Sabato, domenica e festivi per lintero arco della giornata.

La comunicazione cos ricevuta sar a sua volta trasmessa per via informatica agli assistenti in
turno dei reparti interessati i quali registreranno le comunicazioni ricevute e gli eventuali
interventi eseguiti.
Per ogni comunicazione verr registrato il nominativo della persona (SIC o TdT) che ha ricevuto
la comunicazione, quello del tecnico CIPA, lora, nonch il tipo ed il livello di intervento
comunicato.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
343
CENTRALE ENEL ARCHIMEDE DI PRIOLO GARGALLO

INTERVENTI PROGRAMMATI PER NO
2
:

Interventi di 1 livello:

- Il Personale di esercizio si pone in condizioni di allerta ai fini di eventuali interventi al perdurare
delle condizioni di anormalit;

Interventi di 2 livello:
A seguito di tale segnalazione, il Personale di esercizio verificher landamento delle
concentrazioni di NO
2
nelle postazioni (sottovento) in cui si sono verificati i superamenti e,
Constatato landamento non in diminuzione nelle successive due ore delle concentrazioni di NO2,
attuer il seguente intervento in ordine sequenziale, con passo di mezzora per ognuna, delle due
sezioni:

- Aumento della temperatura dei fumi fino al massimo possibile per aumentare il camino virtuale e
distribuire su unarea pi vasta le immissioni conseguenti;

Qualora, a seguito degli interventi di cui sopra, non venisse riscontrato il risultato atteso, nei tempi
previsti dal Decreto, si proceder allintervento immediatamente successivo.

Interventi di 3 livello:
Se lintervento, a seguito di Interventi di 2 livello o se le modifiche impiantistiche effettuate non
sono seguite da riduzioni dellinquinante, il Personale di esercizio attuer gli ulteriori seguenti
interventi in ordine sequenziale, con passo di mezzora per ognuna, delle due sezioni:

- Compatibilmente con le indicazioni fornite dal Gestore circa la sicurezza della Rete Elettrica
interconnessa, operer una riduzione della potenza eventualmente erogata dal turbogas fino al 75%
del massimo producibile dallo stesso ( 190 MW generati dal solo turbogas);

Compatibilmente con le indicazioni fornite dal Gestore della Rete circa la sicurezza della Rete
Elettrica medesima, con il permanere, nellora successiva, della condizione di Intervento di 3
Livello, a causa dellandamento non decrescente della concentrazione di NO2, operer una ulteriore
riduzione della potenza erogata dal turbogas fino al Minimo Tecnico Ambientale ( 120 MW
generati dal solo turbogas).

Le operazioni poste in atto per i vari livelli di intervento, sono poste in atto fino a quattro ore dopo
il rientro dei superamenti.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
344
D.D.U.S. n 19 del 05.09.2006



REPUBBLICA ITALIANA

REGIONE SICILIANA

ASSESSORATO TERRITORIO E AMBIENTE

UFFICIO SPECIALE AREE AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE

IL DIRIGENTE PREPOSTO

Visto lo Statuto della Regione Siciliana;
Vista la Legge Regionale n. 2 del 10/04/1978;
Vista la Legge Regionale n. 39 del 18/05/1977;
Vista la Legge Regionale n. 78 del 04/08/1980;
Visto il Decreto Presidente della Repubblica n. 203 del 24/05/1988;
Vista la Legge n. 288 del 4/08/1989;
Visto il Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri del 21/07/1989;
Visto il Decreto del Ministro dell'Ambiente del 12 luglio 1990;
Visto il Decreto del Presidente della Repubblica del 25 luglio 1991;
Visto il D.A. n. 409/17 del 14 luglio 1997, col quale sono stati individuati gli adempimenti a carico
delle imprese per la verifica delle emissioni diffuse di polveri;
Visto il D.A. n. 31/17 del 25/01/99, con il quale sono stati individuati i contenuti delle relazioni di
analisi, nonch le condizioni e le modalit di effettuazione dei campionamenti, le metodiche e
l'esposizione dei risultati analitici;
Visto il D.M. del 25/08/2000 Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione
degli inquinanti ai sensi del D.P.R. 203/88;
Visto il D.A. n. 232/17 del 18/04/2001 recante direttive per il rilascio delle autorizzazioni ai sensi
del D.P.R. 203/88;
Vista la circolare dellARTA n. 6526/U del 30/03/1996 relativa alla fissazione dei limiti alle
emissioni ed alla periodicit dei rilevamenti;
Visti i DD.AA. 13/02/1998 e 26/06/1998 relativi al contenimento dellinquinamento atmosferico
nellarea industriale di Milazzo;
Visti gli art. 7, 8, 9 del D.L.gs. n. 351/99;
Visto il D.M. 2/04/2002 n. 60 che ha recepito le Direttive 1999/30/CE e 2000/69/CE con
aggiornamento dei valori limite delle emissioni;
Visto il Decreto dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente n. 50/GAB del 4 settembre
2002, con il quale stato dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale il territorio del
Comprensorio del Mela costituito dai comuni di Condr, Gualtieri Sicamin, Milazzo, Pace del
Mela, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela e San Pier Niceto;
Vista la Delibera della Giunta Regionale di Governo n. 306 del 29.6.2005 con la quale viene
istituito lUfficio Speciale per le Aree ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, ai sensi dellart. 4, c.
7 della L.r. 10/2000, al fine di consentire ad ununica struttura di coordinare la realizzazione di
programmi e progetti di rilevante entit nelle aree dichiarate a rischio ambientale;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
345
Visto il decreto dellARTA n. 305/2005 del 19.12.2005;
Visto il D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006, parte V
a
Norme in materia di tutela dellaria e di riduzione
delle emissioni in atmosfera;
Visto il documento dell1 agosto 2006 predisposto dalla Commissione Provinciale Tutela Ambiente
di Messina in adempimento a quanto disposto con D.A. 48/GAB del 23/02/2005;
Considerato che alcune Aziende operanti nellarea hanno come obiettivo il miglioramento delle
prestazioni ambientali avendo acquisito le relative certificazioni riconosciute a livello comunitario;
Considerata la situazione ambientale dellarea ad elevato rischio di crisi ambientale del
Comprensorio del Mela;
Ritenuto di dover procedere, nella qualit di Autorit preposta, al risanamento ambientale dellarea
a rischio in oggetto,

DECRETA

Articolo 1
approvato il documento dell1 agosto 2006 predisposto dalla Commissione Provinciale
Tutela Ambiente di Messina, in premessa citato, costituito dai seguenti allegati che fanno parte
integrante del presente decreto:
Allegato 1 - piano di azione;
Allegato 2 - interventi di prevenzione dellinquinamento atmosferico;
Allegato 3 - caratteristiche delle stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria;
Allegato 4 - ubicazione delle stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria;
Quanto contenuto nel presente decreto costituisce Intervento di risanamento della qualit
dellaria nellambito del piano di risanamento ambientale dellarea a rischio del Comprensorio del
Mela.

Articolo 2
Nelle more della definizione della rete di rilevamento di cui agli allegati 3 e 4, lattivazione
delle procedure di intervento, in conformit a quanto prescritto negli allegati 1 e 2, dovr essere
basata sulle centraline e sui parametri rilevati dalla rete di rilevamento attualmente esistente di cui
al citato D.A. del 13/02/1998.
Nella fase transitoria la Provincia Regionale di Messina curer lallertamento delle Aziende
in caso di superamento dei livelli di concentrazione delle sostanze monitorate, cos come fissati nel
presente decreto, vigilando sullattuazione degli interventi di prevenzione stabiliti.

Avverso il presente provvedimento pu essere proposto ricorso entro il termine di 60 giorni al
Tribunale Amministrativo Regionale, ai sensi della legge 6 Dicembre 1971 n. 1034, ovvero ricorso
straordinario al Presidente della Regione Siciliana, entro il termine di 120 giorni, ai sensi dellart.
23, ultimo comma, dello Statuto Siciliano.

Il presente Decreto verr pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.

Palermo, 05 settembre 2006

Il Dirigente preposto allUfficio Speciale
Dott. Antonino Cuspilici
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
346
Allegato 1 PIANO DI AZIONE


1) I gestori delle fonti di emissione hanno lobbligo di mettere in atto autonomamente le
procedure di intervento di cui al presente allegato tutte le volte che si verificheranno gli
eventi in esso previsti.

2) Le norme di comportamento devono essere rispettate da tutti gli insediamenti industriali
individuati nel presente decreto, indipendentemente dalla loro localizzazione.

3) I dati relativi alla qualit dellaria verranno forniti, in tempo reale, su supporto telematico,
dalle reti di rilevamento in esercizio, che saranno interconnesse per lo scambio costante dei
dati.

4) I dati delle centraline saranno acquisiti dal gestore della Rete e, a cura dello stesso, saranno
inviati ai soggetti istituzionalmente competenti (C.P.T.A., Provincia, DAP Messina,
Comuni, ecc.), e con sistemi idonei resi accessibili ai cittadini.
La rete interconnessa del comprensorio industriale di Milazzo costituita complessivamente
da n. 17 stazioni (le caratteristiche e la localizzazione riportati negli Allegati 3 e 4) .
I dati meteo di riferimento utilizzati nei calcoli sono quelli rilevati dai sensori installati sulla
torre meteorologica della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela a quota 100 m e dal
sistema RASS-SODAR della Provincia Regionale di Messina.
Ai fini dell'applicazione delle norme comportamentali si far riferimento, oltre che ai
parametri chimici, anche ai parametri meteo (direzione prevalente del vento, velocit del
vento, temperatura dellaria, ecc.) misurati a quota 100 m e dal sistema RASS-SODAR.

5) Ogni postazione chimica di ciascuna rete elabora e rende disponibile ogni ora, per ogni
inquinante misurato, un dato di concentrazione media oraria sulla base delle misure
elementari acquisite nell'ora, oltre alle concentrazioni medie di 10 minuti per SO
2
(anidride
solforosa) e NMHC (idrocarburi non metanici). Nel caso che le medie orarie siano elaborate
su base semioraria, queste dovranno esser riportate su base oraria. Il dato di concentrazione
in uscita espresso in g/m
3
ed corretto in base all'ultima calibrazione. Qualora gli
analizzatori di inquinanti forniscano la concentrazione espressa in ppm il software
provveder alla necessaria conversione in g/m
3
(a 293 K e 101,3 kPa) utilizzando i
seguenti coefficienti moltiplicativi:

2664 per la concentrazione di SO
2
;
1914 per la concentrazione di NO
2
;
499 per la concentrazione di NMHC (espressi in C).

Per la postazione meteo la rete elabora e rende disponibile ogni ora i seguenti parametri:
direzione prevalente del vento a quota 100 m;
velocit del vento a quota 100m in m/s.

Dovranno inoltre essere disponibili:
velocit del vento a quota 10 m (m/sec);
sigma direzione vento a quota 100 m (gradi nord);
direzione risultante del vento a 10 e 100 m (gradi nord);
velocit risultante del vento a 10 e 100 m (m/sec);
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
347
temperatura aria (C);
pressione aria (kPa);
umidit relativa dellaria (%);
precipitazione (mm/h);
irraggiamento solare (kW/m
2
).
Dovr inoltre essere attivato un sistema di rilevamento del fenomeno dellinversione termica
con idoneo sistema (RASS-SODAR o equivalente), da verificarsi ad una quota max di 300
m con gradiente termico di 1,3C rapportato a 100 m.
I dati di cui sopra sono registrati presso il centro di elaborazione dati.

6) Per il buon funzionamento delle apparecchiature, a garanzia della qualit ed affidabilit
delle misure, la Rete dovr essere gestita secondo le specifiche tecniche contenute nella
Guida al manuale della qualit delle reti di rilevamento della qualit dellaria (RTI
CTN_ACE 2/2001) e successive modifiche ed integrazioni.
Dovr essere reso disponibile dal gestore della Rete un soggetto reperibile cui fare
riferimento per eventuali segnalazioni di anomalie, guasti, chiarimenti inerenti al
funzionamento ed alle indicazioni fornite dalla rete.
La richiesta di intervento del reperibile dovr riguardare esclusivamente situazioni
particolarmente significative ed importanti quali ad esempio la mancanza di dati di una rete
per pi di 2 ore o la presenza di valori elevati di concentrazione in postazioni con test di
riferibilit negativo. Successivamente alla prima applicazione i casi di richiesta reperibile
saranno evidenziati da software sulla base delle anomalie riscontrate.

7) Per ciascuna postazione sono definiti livelli di concentrazione di SO
2
, NO
2
, NMHC (in
g/m
3
) in base ai quali sono individuati gli stati di preallarme, allarme ed emergenza.

Preallarme
superamento CMR SO
2
;
concentrazione media oraria di SO
2
>150;
concentrazione media oraria di NO
2
>200;
concentrazione media oraria di NMHC >500

Allarme
superamento CMR SO
2
per 3 ore consecutive;
concentrazione media oraria di SO
2
>225;
concentrazione media oraria di NO
2
>250;
concentrazione media oraria di NMHC >700

Emergenza
mancato riallineamento nelle tre ore successive alla condizione di allarme della
CMR SO
2
;
concentrazione media oraria di SO
2
>350;
concentrazione media oraria di NO
2
>300;
concentrazione media oraria di NMHC >1000.

dove per CMR SO
2
si intende la Concentrazione Media Residua di SO
2
calcolata come:


Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
348
i
3000 - Ch
h=1
CMR =
24-i
i
in cui Ch la sommatoria delle concentrazioni orarie acquisite sino allora i-esima
h=1
della giornata in corso.
La CMR SO
2
pu essere calcolata a partire dalla ora 1, ed i pu assumere il valore
massimo di 23.

E' inoltre definito di seguito il criterio di riferibilit meteorologica in base al quale lo stato
segnalato comporta o meno gli interventi programmati delle aziende per il contenimento
delle emissioni.
Ai fini dellapplicazione del criterio di riferibilit, per Edipower e Raffineria di Milazzo, in
via iniziale si far riferimento ad un solo punto di emissione fittizio, PEF con Lat. 3812'16"
e Long. 1516'26", ubicato in posizione baricentrica (per inquinanti emessi) rispetto alle
ciminiere presenti nel territorio. Per la ESI il punto di emissione fittizio PE ha coordinate
coincidenti con il centro dello stabilimento (Lat. 38 12' 20", Long. 1518' 53").
Si definisce AZ(j) langolo in gradi Nord che il segmento congiungente il punto fittizio PE
con la postazione j forma con un asse Y avente origine coincidente con PE.
Il test di riferibilit effettuato ogni ora nel programma di gestione per ognuna delle
postazioni chimiche della rete interconnessa positivo se:

la velocit del vento a quota 100 m < 1,5 m/sec;
la velocit del vento a quota 100 m compresa tra 1,5 m/sec e 2,5 m/sec (estremi
inclusi) e la direzione prevalente del vento a quota 100 m compresa in un settore di
ampiezza 180 gradi cio:
AZ - 90 D.V. AZ + 90
la velocit del vento a quota 100 m compresa tra 2,5 m/sec. e 4 m/sec. e la direzione
prevalente del vento quota 100 m. compresa in un settore di ampiezza 120 gradi cio:
AZ - 60 D.V. AZ + 60
la velocit del vento a quota 100 m > = 4 m/sec. e la direzione prevalente del vento
quota 100 m compresa in un settore di ampiezza 60 gradi cio:
AZ - 30 D.V. AZ + 30

L'insorgenza di anomalie in una o pi postazioni che avesse determinato la necessit di
interventi, comporter la cancellazione degli stati di allarme ed emergenza eventualmente in
atto solo nel caso in cui nessun altra postazione permarr nello stato di allarme o emergenza
con riferibilit positiva.

8) Gli interventi programmati dalle aziende del territorio per il contenimento delle immissioni
di SO
2
, NO
2
e NMHC approvati con il presente decreto e riportati in Allegato 2, saranno
attuati al verificarsi contemporaneo delle seguenti condizioni:
riferibilit meteorologica accertata;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
349
una postazione in condizioni di preallarme, allarme o emergenza.

9) Gli interventi da attuarsi da parte dei gestori delle emissioni sono quelli riportati in Allegato
2 per ciascuna azienda. Inoltre tutti gli stabilimenti industriali, individuati nel presente
provvedimento, sono tenuti anche ad adottare adeguati interventi al fine di evitare la
produzione di emissioni diffuse secondo la normativa vigente.

10) Tutti gli interventi per la riduzione delle emissioni dovranno essere documentabili ed
annotati su apposito registro a disposizione delle autorit di controllo, ed essere comunicate
in tempo reale al gestore della Rete.

11) Qualora, a seguito di ciascuno degli interventi previsti, entro unora non venisse riscontrata
inversione di tendenza, si proceder agli interventi successivi. Il ripristino delle condizioni
normali potr essere effettuato dopo unora dal cessato stato di preallarme, allarme o
emergenza.

12) In caso di permanenza dello stato di emergenza per mancato riallineamento dei parametri,
malgrado lattuazione degli interventi correttivi previsti dal presente provvedimento, il
gestore della Rete provveder ad allertare le autorit competenti al fine di individuare gli
opportuni interventi.

13) Dopo unora dal verificarsi della condizione di inversione termica, come precedentemente
definita, le aziende daranno seguito ai seguenti interventi programmati:
Raffineria di Milazzo - avvio delle procedure di preallarme per SO
2
ed NO
2
, avvio di
procedure di emergenza (livelli I e II ) per NMHC;
Edipower innalzamento della temperatura dei fumi di tutte le Unit termoelettriche
da 160 MW fino a 150 C; verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2
delle n. 2 Unit termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 180
kg/ora per singola Unit.
ESI S.p.A.- avvio di procedure di allarme per SO
2
e NO
2
.
Restano ferme le procedure previste negli allegati seguenti in caso di superamento delle
soglie di cui al punto 7.

14) Lefficacia degli interventi previsti dal presente provvedimento saranno comunque verificate
al termine di un anno dalla data di entrata in funzione della rete di monitoraggio
interconnessa, al fine di una eventuale revisione alla luce dell'esperienza acquisita.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
350
Allegato 2 INTERVENTI DI PREVENZIONE DELLINQUINAMENTO
ATMOSFERICO

A seguito di segnalazione proveniente dal sistema di controllo delle emissioni o
dalla rete di monitoraggio delle immissioni di superamento di una delle soglie previste
(preallarme, allarme, emergenza), il personale preposto alla conduzione degli impianti
degli insediamenti industriali sotto elencati attuer gli interventi previsti da questo
allegato, in ordine prioritario e sequenziale.



1. EDIPOWER



1.1 Interventi programmati per il controllo di SO
2



1.1.1 Preallarme

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete. Con test di riferibilit positivo, si procede allinnalzamento della temperatura
dei fumi di tutte le Unit termoelettriche da 160 MW fino a 150 C .
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle n. 2 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 180 kg/ora per singola
Unit.
esclusione dalla teleregolazione per le quattro unit termoelettriche da 160 MW con
innalzamento della temperatura fino a 155 C delle stesse Unit da 160 MW.
III. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle n. 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 580 kg/ora per singola
Unit.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
351

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero attuare,
cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre azioni
sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi orari di
massa di SO
2
da conseguire.

1.1.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale ad uno stato di preallarme, si proceder
come di seguito:
1) Se si proviene dalla terza ora di preallarme lo step di intervento successivo sar il III del
punto 1.1.2 realizzando contestualmente anche il II dello stesso punto.
2) In tutti gli altri casi lo step di intervento successivo sar il II del punto 1.1.2.

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete. Con test di riferibilit positivo, si proceder alla esclusione dalla
teleregolazione e allinnalzamento della temperatura dei fumi fino a 155 C per le
quattro unit termoelettriche da 160 MW compatibilmente con il carico del gruppo.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle n. 2 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 160 kg/ora per
singola Unit.
III. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle n. 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 465 kg/ora per
singola Unit.
IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 1 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora per
singola Unit.
V. Nella quinta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 2 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora per
singola Unit.
VI. Nella sesta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 3 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora. per
singola Unit.
VII. Nella settima ora dalla segnalazione:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
352
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle quattro Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 Kg/ora per
singola Unit.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero
attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre
azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi
orari di massa di SO
2
da conseguire.
Qualora nel corso delle azioni sopraindicate non si realizzasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di allarme, dovranno essere attuati progressivamente
nelle ore successive gli ulteriori interventi previsti nel caso di segnalazione di emergenza.
Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di allarme, tutti gli interventi gi attuati dovranno
essere mantenuti per una ulteriore ora successiva dal cessato stato di allarme.


1.1.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale ad uno stato di allarme, si
proceder come di seguito:
1) Se si proviene dalla settima ora di allarme lo step di intervento successivo sar il III del
punto 1.1.3 realizzando contestualmente anche il II dello stesso punto.
2) In tutti gli altri casi lo step di intervento successivo sar il II. del punto 1.1.3.

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete. Con test di riferibilit positivo, si procede allinnalzamento della temperatura
dei fumi fino a 155 C per tutte le unit da 160 MW, inoltre, verifica e
riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle 2 Unit termoelettriche da 320
MW ad un valore inferiore o uguale a 150 kg/ora per singola Unit.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle n. 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 Kg/ora per singola
Unit.
III. Nella terza ora dalla segnalazione:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
353
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle due Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 110 Kg/ora per singola
unit;
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 1 Unit termoelettrica
da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora.
IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 2 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola
Unit.
V. Nella quinta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 3 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola
Unit.
VI. Nella sesta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola
Unit.
VII. Nella settima ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 1 Unit termoelettrica
da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora.
VIII. Nella ottava ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 2 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola
Unit.
IX. Nella nona ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 3 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola
Unit.
X. Nella decima ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola
Unit.
XI. Nella undicesima ora dalla segnalazione:
fermare n. 1 Unit termoelettrica da 160 MW.
XII. Nella dodicesima ora dalla segnalazione:
fermare n. 2 Unit termoelettriche da 160 MW.
XIII. Nella tredicesima ora dalla segnalazione:
fermare n. 3 Unit termoelettriche da 160 MW.
XIV. Nella quattordicesima ora dalla segnalazione:
fermare le 4 Unit termoelettriche da 160 MW.
XV. Nella quindicesima ora dalla segnalazione:
fermare n. 1 Unit termoelettrica da 320 MW.
XVI. Nella sedicesima ora dalla segnalazione:
fermare le 2 Unit termoelettriche da 320 MW.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero attuare,
cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre azioni
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
354
sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi orari di
massa di SO
2
da conseguire.
Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di emergenza, allarme e preallarme, tutti gli interventi
gi attuati dovranno essere mantenuti nellora successiva.


1.2 Interventi programmati per il controllo di NO
x



1.2.1 Preallarme

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete e la riferibilit della capannina di rilevamento.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle quattro Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 200 kg/ora per
singola Unit.
III. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle due Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 130 kg/ora per
singola Unit.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero
attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre
azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi
orari di massa di NOx da conseguire.

1.2.2 Allarme
Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di
intervento successivo sar il II di questo punto 1.2.2.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
355
I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete e la riferibilit della capannina di rilevamento
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale 150 kg/ora per singola
Unit.
III. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 100 kg/ora per
singola Unit.
IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale 100 kg/ora per singola
Unit.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero
attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre
azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi
orari di massa di NOx da conseguire

1.2.3 Emergenza
Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di
intervento successivo sar il III di questo punto 1.2.3

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete e la riferibilit della capannina di rilevamento
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 150 kg/ora per
singola unit.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 120 kg/ora per
singola Unit.
III. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 90 kg/ora per singola
Unit.
IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 100 kg/ora per
singola Unit.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
356
V. Nella quinta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 70 kg/ora per singola
Unit.
VI. Nella sesta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 60 kg/ora per singola
Unit.
VII. Nella settima ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 50 kg/ora per singola
Unit.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare ovvero
attuare cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre
azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi
orari di massa di NOx da conseguire.
Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di emergenza, allarme e preallarme, tutti gli interventi
gi attuati dovranno essere mantenuti nellora successiva.
Si sottolinea altres, che tutti i passaggi tra un livello di allarme inferiore ad un
livello superiore saranno gestiti secondo il criterio di attuare il gradino di intervento
successivo a quelli gi attuati applicando sempre unazione di intervento restrittiva.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
357
2. RAFFINERIA DI MILAZZO S.C.p.A.



2.1 Interventi programmati per il controllo di SO
2


2.1.1 Preallarme

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e la qualit del combustibile
utilizzato . innalzamento della temperatura dei fumi al di sopra dei 200 C degli
impianti di combustione utilizzanti olio combustibile.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
sostituzione dellolio combustibile impiegato da MTZ a BTZ.

Lintervento verr mantenuto fino ad unora dopo il riallineamento.

2.1.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di
intervento successivo sar il II di questo punto.

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete ed innalzamento della temperatura dei fumi degli impianti di combustione
utilizzanti olio combustibile al di sopra dei 200 C. Sostituzione dellolio
combustibile impiegato da MTZ a BTZ.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
sostituzione progressiva dellolio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di
10 t/h necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare
affidabilit di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel
Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
358
Lintervento verr mantenuto fino ad unora dopo il riallineamento dal cessato
stato di preallarme.


2.1.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di
intervento successivo sar il III di questo punto
I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete ed innalzamento della temperatura dei fumi degli impianti di combustione
utilizzanti olio combustibile al di sopra dei 200 C. Sostituzione dellolio
combustibile in uso (sino ad un valore minimo di 10 t/h necessario a mantenere in
esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare affidabilit di marcia ai servizi di
produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel Gas e/o GPL gassificato e/o gas
naturale.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
incremento del prelievo di vapore dalla Centrale Termica Milazzo (funzionante a
gas naturale) sino al valore massimo di 110 t/h e contemporanea riduzione della
produzione vapore di Raffineria.
III. Nella terza ora dalla segnalazione:
riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo
sostenibile pari a 13000 t/giorno per la prima unit di distillazione.
IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:
riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo
sostenibile pari a 13000 t/giorno per la seconda unit di distillazione.


Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli
interventi gi attuati dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.


2.2 Interventi programmati per il controllo di NO
x


2.2.1 Preallarme

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi daria,
riducendoli al minimo laddove non effettuato.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
359

2.1.3 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di
intervento successivo sar il II di questo punto.

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi daria
riducendoli al minimo laddove non effettuato.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
sostituzione progressiva dellolio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di
10 t/h necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare
affidabilit di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel
Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.


2.2.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di
intervento successivo sar il III di questo punto.

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi daria
riducendoli al minimo laddove non effettuato.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
sostituzione dellolio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di 10 t/h
necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare
affidabilit di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel
Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.
III. Nella terza ora dalla segnalazione:
incremento del prelievo di vapore dalla Centrale Termica Milazzo (funzionante a
gas naturale) sino al valore massimo di 110 t/h e contemporanea riduzione della
produzione vapore di Raffineria.
IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:
riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo
sostenibile pari a 13000 t/giorno per la prima unit di distillazione.
V. Nella quinta ora dalla segnalazione:
riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo
sostenibile pari a 13000 t/giorno per la seconda unit di distillazione.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della segnalazione
al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli interventi gi attuati
dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
360



2.3 Interventi programmati per il controllo di NMHC


Lazienda dar seguito agli interventi in caso di superamenti (preallarme, allarme
ed emergenza) segnalati dalle due centraline dedicate (ubicate nei pressi della Raffineria).


2.3.1 Preallarme

Verificare la congruit delle misure previo immediato contatto telefonico con il
Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi di
prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di idrocarburi
non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri massimizzando il
raffreddamento.


2.3.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di
intervento successivo sar il III di questo punto 2.3.2.:

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo immediato contatto telefonico con il
Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi
di prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di
idrocarburi non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri
massimizzando il raffreddamento.
II. Alla seconda ora dalla segnalazione:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
361
limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di
vapore (nafte e benzine) al 50 % del valore massimo laddove non dotati di sistema
di recupero vapori .
III. Alla terza ora dalla segnalazione:
rallentare eventuali operazioni di bonifica in atmosfera di apparecchiature che
hanno contenuto idrocarburi, sospendere i drenaggi dei serbatoi di greggio e
prodotti, rallentare le operazioni di blending delle benzine.


2.3.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di
intervento successivo sar il IV di questo punto 2.4.3.

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo immediato contatto telefonico con il
Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi
di prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di
idrocarburi non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri
massimizzando il raffreddamento.
II. Alla seconda ora dalla segnalazione:
limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di
vapore (nafte e benzine) al 50 % del valore massimo laddove non dotati di sistema
di recupero vapori .
III. Alla terza ora dalla segnalazione:
rallentare eventuali operazioni di bonifica in atmosfera di apparecchiature che
hanno contenuto idrocarburi, sospendere i drenaggi dei serbatoi di greggio e
prodotti, rallentare le operazioni di blending delle benzine.
IV. Alla quarta ora dalla segnalazione:
limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di
vapore (nafte e benzine) al 25 % del valore massimo laddove non dotati di sistema
di recupero vapori.
V. Alla quinta ora dalla segnalazione:
sospendere le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione
di vapore (nafte e benzine) laddove non dotati di sistema di recupero vapori e le
operazioni di blending delle benzine.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli
interventi gi attuati dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.


Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
362


3. ECOLOGICAL SCRAP INDUSTRY S.p.A.


3.1 Interventi programmati per il controllo di SO
2
e NO
x


3.1 Allarme

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare le condizioni di riferibilit e la congruit delle misure previo contatto
telefonico con il Reperibile di Rete.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
innalzamento della temperatura dei fumi dal camino A4 (forno di fusione rifiuti) fino al massimo
consentito, per motivi di sicurezza degli impianti (90 2 C).
III. Nella terza ora dalla segnalazione:
verificare le condizioni di emissione dal camino A4 relativamente ad ossidi di
azoto e di zolfo.
IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:
predisposizione e attuazione di tutte le operazioni previste per la fine del ciclo di
fusione. Relativamente al ciclo di raffinazione, al perdurare delle condizioni di
allarme, ridurre al minimo tecnicamente fattibile il funzionamento del bruciatore di
riscaldo delle coppelle.

3.2 Emergenza

I. Nella prima ora dalla segnalazione:
si proceder a verificare le condizioni di riferibilit e la congruit delle misure
previo contatto telefonico con il Reperibile di Rete.
II. Nella seconda ora dalla segnalazione:
innalzamento della temperatura dei fumi dal camino A4 fino al massimo
consentito, per motivi di sicurezza degli impianti (90 2 C).
III. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica delle condizioni di emissione dal camino A4 relativamente ad ossidi di
azoto e di zolfo.
IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:
predisposizione e attuazione di tutte le operazioni previste per la fine del ciclo di
fusione. Relativamente al ciclo di raffinazione, al perdurare delle condizioni di
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
363
emergenza, ridurre al minimo tecnicamente fattibile il funzionamento del
bruciatore di riscaldo delle coppelle e sospendere le operazioni di caricamento
degli impianti (forno fusorio o coppelle di raffinazione).
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
364
D.D.U.S. n 19 del 05.09.2006



REPUBBLICA ITALIANA

REGIONE SICILIANA

ASSESSORATO TERRITORIO E AMBIENTE

UFFICIO SPECIALE AREE AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE

IL DIRIGENTE PREPOSTO

Visto lo Statuto della Regione Siciliana;
Vista la Legge Regionale n. 2 del 10/04/1978;
Vista la Legge Regionale n. 39 del 18/05/1977;
Vista la Legge Regionale n. 78 del 04/08/1980;
Visto il Decreto Presidente della Repubblica n. 203 del 24/05/1988;
Vista la Legge n. 288 del 4/08/1989;
Visto il Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri del 21/07/1989;
Visto il Decreto del Ministro dell'Ambiente del 12 luglio 1990;
Visto il Decreto del Presidente della Repubblica del 25 luglio 1991;
Visto il D.A. n. 409/17 del 14 luglio 1997, col quale sono stati individuati gli adempimenti a carico
delle imprese per la verifica delle emissioni diffuse di polveri;
Visto il D.A. n. 31/17 del 25/01/99, con il quale sono stati individuati i contenuti delle relazioni di
analisi, nonch le condizioni e le modalit di effettuazione dei campionamenti, le metodiche e
l'esposizione dei risultati analitici;
Visto il D.M. del 25/08/2000 Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione
degli inquinanti ai sensi del D.P.R. 203/88;
Visto il D.A. n. 232/17 del 18/04/2001 recante direttive per il rilascio delle autorizzazioni ai sensi
del D.P.R. 203/88;
Vista la circolare dellARTA n. 6526/U del 30/03/1996 relativa alla fissazione dei limiti alle
emissioni ed alla periodicit dei rilevamenti;
Visti i DD.AA. 13/02/1998 e 26/06/1998 relativi al contenimento dellinquinamento atmosferico
nellarea industriale di Milazzo;
Visti gli art. 7, 8, 9 del D.L.gs. n. 351/99;
Visto il D.M. 2/04/2002 n. 60 che ha recepito le Direttive 1999/30/CE e 2000/69/CE con
aggiornamento dei valori limite delle emissioni;
Visto il Decreto dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente n. 50/GAB del 4 settembre
2002, con il quale stato dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale il territorio del
Comprensorio del Mela costituito dai comuni di Condr, Gualtieri Sicamin, Milazzo, Pace del
Mela, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela e San Pier Niceto;
Vista la Delibera della Giunta Regionale di Governo n. 306 del 29.6.2005 con la quale viene
istituito lUfficio Speciale per le Aree ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, ai sensi dellart. 4, c.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
365
7 della L.r. 10/2000, al fine di consentire ad ununica struttura di coordinare la realizzazione di
programmi e progetti di rilevante entit nelle aree dichiarate a rischio ambientale;
Visto il decreto dellARTA n. 305/2005 del 19.12.2005;
Visto il D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006, parte V
a
Norme in materia di tutela dellaria e di riduzione
delle emissioni in atmosfera;
Visto il documento dell1 agosto 2006 predisposto dalla Commissione Provinciale Tutela Ambiente
di Messina in adempimento a quanto disposto con D.A. 48/GAB del 23/02/2005;
Considerato che alcune Aziende operanti nellarea hanno come obiettivo il miglioramento delle
prestazioni ambientali avendo acquisito le relative certificazioni riconosciute a livello comunitario;
Considerata la situazione ambientale dellarea ad elevato rischio di crisi ambientale del
Comprensorio del Mela;
Ritenuto di dover procedere, nella qualit di Autorit preposta, al risanamento ambientale dellarea
a rischio in oggetto,

DECRETA

Articolo 1
approvato il documento dell1 agosto 2006 predisposto dalla Commissione Provinciale
Tutela Ambiente di Messina, in premessa citato, costituito dai seguenti allegati che fanno parte
integrante del presente decreto:
Allegato 1 - piano di azione;
Allegato 2 - interventi di prevenzione dellinquinamento atmosferico;
Allegato 3 - caratteristiche delle stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria;
Allegato 4 - ubicazione delle stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria;
Quanto contenuto nel presente decreto costituisce Intervento di risanamento della qualit
dellaria nellambito del piano di risanamento ambientale dellarea a rischio del Comprensorio del
Mela.

Articolo 2
Nelle more della definizione della rete di rilevamento di cui agli allegati 3 e 4, lattivazione
delle procedure di intervento, in conformit a quanto prescritto negli allegati 1 e 2, dovr essere
basata sulle centraline e sui parametri rilevati dalla rete di rilevamento attualmente esistente di cui
al citato D.A. del 13/02/1998.
Nella fase transitoria la Provincia Regionale di Messina curer lallertamento delle Aziende
in caso di superamento dei livelli di concentrazione delle sostanze monitorate, cos come fissati nel
presente decreto, vigilando sullattuazione degli interventi di prevenzione stabiliti.

Avverso il presente provvedimento pu essere proposto ricorso entro il termine di 60 giorni al
Tribunale Amministrativo Regionale, ai sensi della legge 6 Dicembre 1971 n. 1034, ovvero ricorso
straordinario al Presidente della Regione Siciliana, entro il termine di 120 giorni, ai sensi dellart.
23, ultimo comma, dello Statuto Siciliano.

Il presente Decreto verr pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.

Palermo, 05 settembre 2006

Il Dirigente preposto allUfficio Speciale
Dott. Antonino Cuspilici
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
366
Allegato 1 PIANO DI AZIONE


15) I gestori delle fonti di emissione hanno lobbligo di mettere in atto autonomamente le
procedure di intervento di cui al presente allegato tutte le volte che si verificheranno gli
eventi in esso previsti.

16) Le norme di comportamento devono essere rispettate da tutti gli insediamenti industriali
individuati nel presente decreto, indipendentemente dalla loro localizzazione.

17) I dati relativi alla qualit dellaria verranno forniti, in tempo reale, su supporto telematico,
dalle reti di rilevamento in esercizio, che saranno interconnesse per lo scambio costante dei
dati.

18) I dati delle centraline saranno acquisiti dal gestore della Rete e, a cura dello stesso, saranno
inviati ai soggetti istituzionalmente competenti (C.P.T.A., Provincia, DAP Messina,
Comuni, ecc.), e con sistemi idonei resi accessibili ai cittadini.
La rete interconnessa del comprensorio industriale di Milazzo costituita complessivamente
da n. 17 stazioni (le caratteristiche e la localizzazione riportati negli Allegati 3 e 4) .
I dati meteo di riferimento utilizzati nei calcoli sono quelli rilevati dai sensori installati sulla
torre meteorologica della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela a quota 100 m e dal
sistema RASS-SODAR della Provincia Regionale di Messina.
Ai fini dell'applicazione delle norme comportamentali si far riferimento, oltre che ai
parametri chimici, anche ai parametri meteo (direzione prevalente del vento, velocit del
vento, temperatura dellaria, ecc.) misurati a quota 100 m e dal sistema RASS-SODAR.

19) Ogni postazione chimica di ciascuna rete elabora e rende disponibile ogni ora, per ogni
inquinante misurato, un dato di concentrazione media oraria sulla base delle misure
elementari acquisite nell'ora, oltre alle concentrazioni medie di 10 minuti per SO
2
(anidride
solforosa) e NMHC (idrocarburi non metanici). Nel caso che le medie orarie siano elaborate
su base semioraria, queste dovranno esser riportate su base oraria. Il dato di concentrazione
in uscita espresso in g/m
3
ed corretto in base all'ultima calibrazione. Qualora gli
analizzatori di inquinanti forniscano la concentrazione espressa in ppm il software
provveder alla necessaria conversione in g/m
3
(a 293 K e 101,3 kPa) utilizzando i
seguenti coefficienti moltiplicativi:

2664 per la concentrazione di SO
2
;
1914 per la concentrazione di NO
2
;
499 per la concentrazione di NMHC (espressi in C).

Per la postazione meteo la rete elabora e rende disponibile ogni ora i seguenti parametri:
direzione prevalente del vento a quota 100 m;
velocit del vento a quota 100m in m/s.

Dovranno inoltre essere disponibili:
velocit del vento a quota 10 m (m/sec);
sigma direzione vento a quota 100 m (gradi nord);
direzione risultante del vento a 10 e 100 m (gradi nord);
velocit risultante del vento a 10 e 100 m (m/sec);
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
367
temperatura aria (C);
pressione aria (kPa);
umidit relativa dellaria (%);
precipitazione (mm/h);
irraggiamento solare (kW/m
2
).
Dovr inoltre essere attivato un sistema di rilevamento del fenomeno dellinversione termica
con idoneo sistema (RASS-SODAR o equivalente), da verificarsi ad una quota max di 300
m con gradiente termico di 1,3C rapportato a 100 m.
I dati di cui sopra sono registrati presso il centro di elaborazione dati.

20) Per il buon funzionamento delle apparecchiature, a garanzia della qualit ed affidabilit
delle misure, la Rete dovr essere gestita secondo le specifiche tecniche contenute nella
Guida al manuale della qualit delle reti di rilevamento della qualit dellaria (RTI
CTN_ACE 2/2001) e successive modifiche ed integrazioni.
Dovr essere reso disponibile dal gestore della Rete un soggetto reperibile cui fare
riferimento per eventuali segnalazioni di anomalie, guasti, chiarimenti inerenti al
funzionamento ed alle indicazioni fornite dalla rete.
La richiesta di intervento del reperibile dovr riguardare esclusivamente situazioni
particolarmente significative ed importanti quali ad esempio la mancanza di dati di una rete
per pi di 2 ore o la presenza di valori elevati di concentrazione in postazioni con test di
riferibilit negativo. Successivamente alla prima applicazione i casi di richiesta reperibile
saranno evidenziati da software sulla base delle anomalie riscontrate.

21) Per ciascuna postazione sono definiti livelli di concentrazione di SO
2
, NO
2
, NMHC (in
g/m
3
) in base ai quali sono individuati gli stati di preallarme, allarme ed emergenza.

Preallarme
superamento CMR SO
2
;
concentrazione media oraria di SO
2
>150;
concentrazione media oraria di NO
2
>200;
concentrazione media oraria di NMHC >500

Allarme
superamento CMR SO
2
per 3 ore consecutive;
concentrazione media oraria di SO
2
>225;
concentrazione media oraria di NO
2
>250;
concentrazione media oraria di NMHC >700

Emergenza
mancato riallineamento nelle tre ore successive alla condizione di allarme della
CMR SO
2
;
concentrazione media oraria di SO
2
>350;
concentrazione media oraria di NO
2
>300;
concentrazione media oraria di NMHC >1000.

dove per CMR SO
2
si intende la Concentrazione Media Residua di SO
2
calcolata come:


Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
368
i
3000 - Ch
h=1
CMR =
24-i
i
in cui Ch la sommatoria delle concentrazioni orarie acquisite sino allora i-esima
h=1
della giornata in corso.
La CMR SO
2
pu essere calcolata a partire dalla ora 1, ed i pu assumere il valore
massimo di 23.

E' inoltre definito di seguito il criterio di riferibilit meteorologica in base al quale lo stato
segnalato comporta o meno gli interventi programmati delle aziende per il contenimento
delle emissioni.
Ai fini dellapplicazione del criterio di riferibilit, per Edipower e Raffineria di Milazzo, in
via iniziale si far riferimento ad un solo punto di emissione fittizio, PEF con Lat. 3812'16"
e Long. 1516'26", ubicato in posizione baricentrica (per inquinanti emessi) rispetto alle
ciminiere presenti nel territorio. Per la ESI il punto di emissione fittizio PE ha coordinate
coincidenti con il centro dello stabilimento (Lat. 38 12' 20", Long. 1518' 53").
Si definisce AZ(j) langolo in gradi Nord che il segmento congiungente il punto fittizio PE
con la postazione j forma con un asse Y avente origine coincidente con PE.
Il test di riferibilit effettuato ogni ora nel programma di gestione per ognuna delle
postazioni chimiche della rete interconnessa positivo se:

la velocit del vento a quota 100 m < 1,5 m/sec;
la velocit del vento a quota 100 m compresa tra 1,5 m/sec e 2,5 m/sec (estremi
inclusi) e la direzione prevalente del vento a quota 100 m compresa in un settore di
ampiezza 180 gradi cio:
AZ - 90 D.V. AZ + 90
la velocit del vento a quota 100 m compresa tra 2,5 m/sec. e 4 m/sec. e la direzione
prevalente del vento quota 100 m. compresa in un settore di ampiezza 120 gradi cio:
AZ - 60 D.V. AZ + 60
la velocit del vento a quota 100 m > = 4 m/sec. e la direzione prevalente del vento
quota 100 m compresa in un settore di ampiezza 60 gradi cio:
AZ - 30 D.V. AZ + 30

L'insorgenza di anomalie in una o pi postazioni che avesse determinato la necessit di
interventi, comporter la cancellazione degli stati di allarme ed emergenza eventualmente in
atto solo nel caso in cui nessun altra postazione permarr nello stato di allarme o emergenza
con riferibilit positiva.

22) Gli interventi programmati dalle aziende del territorio per il contenimento delle immissioni
di SO
2
, NO
2
e NMHC approvati con il presente decreto e riportati in Allegato 2, saranno
attuati al verificarsi contemporaneo delle seguenti condizioni:
riferibilit meteorologica accertata;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
369
una postazione in condizioni di preallarme, allarme o emergenza.

23) Gli interventi da attuarsi da parte dei gestori delle emissioni sono quelli riportati in Allegato
2 per ciascuna azienda. Inoltre tutti gli stabilimenti industriali, individuati nel presente
provvedimento, sono tenuti anche ad adottare adeguati interventi al fine di evitare la
produzione di emissioni diffuse secondo la normativa vigente.

24) Tutti gli interventi per la riduzione delle emissioni dovranno essere documentabili ed
annotati su apposito registro a disposizione delle autorit di controllo, ed essere comunicate
in tempo reale al gestore della Rete.

25) Qualora, a seguito di ciascuno degli interventi previsti, entro unora non venisse riscontrata
inversione di tendenza, si proceder agli interventi successivi. Il ripristino delle condizioni
normali potr essere effettuato dopo unora dal cessato stato di preallarme, allarme o
emergenza.

26) In caso di permanenza dello stato di emergenza per mancato riallineamento dei parametri,
malgrado lattuazione degli interventi correttivi previsti dal presente provvedimento, il
gestore della Rete provveder ad allertare le autorit competenti al fine di individuare gli
opportuni interventi.

27) Dopo unora dal verificarsi della condizione di inversione termica, come precedentemente
definita, le aziende daranno seguito ai seguenti interventi programmati:
Raffineria di Milazzo - avvio delle procedure di preallarme per SO
2
ed NO
2
, avvio di
procedure di emergenza (livelli I e II ) per NMHC;
Edipower innalzamento della temperatura dei fumi di tutte le Unit termoelettriche
da 160 MW fino a 150 C; verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2
delle n. 2 Unit termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 180
kg/ora per singola Unit.
ESI S.p.A.- avvio di procedure di allarme per SO
2
e NO
2
.
Restano ferme le procedure previste negli allegati seguenti in caso di superamento delle
soglie di cui al punto 7.

28) Lefficacia degli interventi previsti dal presente provvedimento saranno comunque verificate
al termine di un anno dalla data di entrata in funzione della rete di monitoraggio
interconnessa, al fine di una eventuale revisione alla luce dell'esperienza acquisita.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
370
Allegato 2 INTERVENTI DI PREVENZIONE DELLINQUINAMENTO
ATMOSFERICO

A seguito di segnalazione proveniente dal sistema di controllo delle emissioni o
dalla rete di monitoraggio delle immissioni di superamento di una delle soglie previste
(preallarme, allarme, emergenza), il personale preposto alla conduzione degli impianti
degli insediamenti industriali sotto elencati attuer gli interventi previsti da questo
allegato, in ordine prioritario e sequenziale.



1. EDIPOWER



1.1 Interventi programmati per il controllo di SO
2



1.1.1 Preallarme

IV. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete. Con test di riferibilit positivo, si procede allinnalzamento della temperatura
dei fumi di tutte le Unit termoelettriche da 160 MW fino a 150 C .
V. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle n. 2 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 180 kg/ora per singola
Unit.
esclusione dalla teleregolazione per le quattro unit termoelettriche da 160 MW con
innalzamento della temperatura fino a 155 C delle stesse Unit da 160 MW.
VI. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle n. 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 580 kg/ora per singola
Unit.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
371

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero attuare,
cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre azioni
sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi orari di
massa di SO
2
da conseguire.

1.1.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale ad uno stato di preallarme, si proceder
come di seguito:
3) Se si proviene dalla terza ora di preallarme lo step di intervento successivo sar il III del
punto 1.1.2 realizzando contestualmente anche il II dello stesso punto.
4) In tutti gli altri casi lo step di intervento successivo sar il II del punto 1.1.2.

VIII. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete. Con test di riferibilit positivo, si proceder alla esclusione dalla
teleregolazione e allinnalzamento della temperatura dei fumi fino a 155 C per le
quattro unit termoelettriche da 160 MW compatibilmente con il carico del gruppo.
IX. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle n. 2 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 160 kg/ora per
singola Unit.
X. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle n. 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 465 kg/ora per
singola Unit.
XI. Nella quarta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 1 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora per
singola Unit.
XII. Nella quinta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 2 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora per
singola Unit.
XIII. Nella sesta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 3 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora. per
singola Unit.
XIV. Nella settima ora dalla segnalazione:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
372
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle quattro Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 Kg/ora per
singola Unit.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero
attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre
azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi
orari di massa di SO
2
da conseguire.
Qualora nel corso delle azioni sopraindicate non si realizzasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di allarme, dovranno essere attuati progressivamente
nelle ore successive gli ulteriori interventi previsti nel caso di segnalazione di emergenza.
Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di allarme, tutti gli interventi gi attuati dovranno
essere mantenuti per una ulteriore ora successiva dal cessato stato di allarme.


1.1.4 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale ad uno stato di allarme, si
proceder come di seguito:
3) Se si proviene dalla settima ora di allarme lo step di intervento successivo sar il III del
punto 1.1.3 realizzando contestualmente anche il II dello stesso punto.
4) In tutti gli altri casi lo step di intervento successivo sar il II. del punto 1.1.3.

XVII. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete. Con test di riferibilit positivo, si procede allinnalzamento della temperatura
dei fumi fino a 155 C per tutte le unit da 160 MW, inoltre, verifica e
riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle 2 Unit termoelettriche da 320
MW ad un valore inferiore o uguale a 150 kg/ora per singola Unit.
XVIII. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle n. 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 Kg/ora per singola
Unit.
XIX. Nella terza ora dalla segnalazione:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
373
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle due Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 110 Kg/ora per singola
unit;
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 1 Unit termoelettrica
da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora.
XX. Nella quarta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 2 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola
Unit.
XXI. Nella quinta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 3 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola
Unit.
XXII. Nella sesta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola
Unit.
XXIII. Nella settima ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 1 Unit termoelettrica
da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora.
XXIV. Nella ottava ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 2 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola
Unit.
XXV. Nella nona ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
di n. 3 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola
Unit.
XXVI. Nella decima ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO
2
delle 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola
Unit.
XXVII. Nella undicesima ora dalla segnalazione:
fermare n. 1 Unit termoelettrica da 160 MW.
XXVIII. Nella dodicesima ora dalla segnalazione:
fermare n. 2 Unit termoelettriche da 160 MW.
XXIX. Nella tredicesima ora dalla segnalazione:
fermare n. 3 Unit termoelettriche da 160 MW.
XXX. Nella quattordicesima ora dalla segnalazione:
fermare le 4 Unit termoelettriche da 160 MW.
XXXI. Nella quindicesima ora dalla segnalazione:
fermare n. 1 Unit termoelettrica da 320 MW.
XXXII. Nella sedicesima ora dalla segnalazione:
fermare le 2 Unit termoelettriche da 320 MW.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero attuare,
cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre azioni
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
374
sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi orari di
massa di SO
2
da conseguire.
Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di emergenza, allarme e preallarme, tutti gli interventi
gi attuati dovranno essere mantenuti nellora successiva.


1.2 Interventi programmati per il controllo di NO
x



1.2.1 Preallarme

IV. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete e la riferibilit della capannina di rilevamento.
V. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle quattro Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 200 kg/ora per
singola Unit.
VI. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle due Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 130 kg/ora per
singola Unit.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero
attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre
azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi
orari di massa di NOx da conseguire.

1.2.2 Allarme
Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di
intervento successivo sar il II di questo punto 1.2.2.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
375
V. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete e la riferibilit della capannina di rilevamento
VI. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale 150 kg/ora per singola
Unit.
VII. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 100 kg/ora per
singola Unit.
VIII. Nella quarta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale 100 kg/ora per singola
Unit.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero
attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre
azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi
orari di massa di NOx da conseguire

1.2.3 Emergenza
Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di
intervento successivo sar il III di questo punto 1.2.3

VIII. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete e la riferibilit della capannina di rilevamento
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 150 kg/ora per
singola unit.
IX. Nella seconda ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 120 kg/ora per
singola Unit.
X. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 90 kg/ora per singola
Unit.
XI. Nella quarta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unit
termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 100 kg/ora per
singola Unit.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
376
XII. Nella quinta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 70 kg/ora per singola
Unit.
XIII. Nella sesta ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 60 kg/ora per singola
Unit.
XIV. Nella settima ora dalla segnalazione:
verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unit
termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 50 kg/ora per singola
Unit.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare ovvero
attuare cadauna azione sopraindicata il gestore dellimpianto dovr intraprendere altre
azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensit sulla riduzione dei flussi
orari di massa di NOx da conseguire.
Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di emergenza, allarme e preallarme, tutti gli interventi
gi attuati dovranno essere mantenuti nellora successiva.
Si sottolinea altres, che tutti i passaggi tra un livello di allarme inferiore ad un
livello superiore saranno gestiti secondo il criterio di attuare il gradino di intervento
successivo a quelli gi attuati applicando sempre unazione di intervento restrittiva.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
377
2. RAFFINERIA DI MILAZZO S.C.p.A.



2.1 Interventi programmati per il controllo di SO
2


2.1.2 Preallarme

III. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e la qualit del combustibile
utilizzato . innalzamento della temperatura dei fumi al di sopra dei 200 C degli
impianti di combustione utilizzanti olio combustibile.
IV. Nella seconda ora dalla segnalazione:
sostituzione dellolio combustibile impiegato da MTZ a BTZ.

Lintervento verr mantenuto fino ad unora dopo il riallineamento.

2.1.4 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di
intervento successivo sar il II di questo punto.

III. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete ed innalzamento della temperatura dei fumi degli impianti di combustione
utilizzanti olio combustibile al di sopra dei 200 C. Sostituzione dellolio
combustibile impiegato da MTZ a BTZ.
IV. Nella seconda ora dalla segnalazione:
sostituzione progressiva dellolio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di
10 t/h necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare
affidabilit di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel
Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
378
Lintervento verr mantenuto fino ad unora dopo il riallineamento dal cessato
stato di preallarme.


2.1.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di
intervento successivo sar il III di questo punto
V. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete ed innalzamento della temperatura dei fumi degli impianti di combustione
utilizzanti olio combustibile al di sopra dei 200 C. Sostituzione dellolio
combustibile in uso (sino ad un valore minimo di 10 t/h necessario a mantenere in
esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare affidabilit di marcia ai servizi di
produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel Gas e/o GPL gassificato e/o gas
naturale.
VI. Nella seconda ora dalla segnalazione:
incremento del prelievo di vapore dalla Centrale Termica Milazzo (funzionante a
gas naturale) sino al valore massimo di 110 t/h e contemporanea riduzione della
produzione vapore di Raffineria.
VII. Nella terza ora dalla segnalazione:
riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo
sostenibile pari a 13000 t/giorno per la prima unit di distillazione.
VIII. Nella quarta ora dalla segnalazione:
riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo
sostenibile pari a 13000 t/giorno per la seconda unit di distillazione.


Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli
interventi gi attuati dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.


2.2 Interventi programmati per il controllo di NO
x


2.2.1 Preallarme

II. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi daria,
riducendoli al minimo laddove non effettuato.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
379

2.1.5 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di
intervento successivo sar il II di questo punto.

III. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi daria
riducendoli al minimo laddove non effettuato.
IV. Nella seconda ora dalla segnalazione:
sostituzione progressiva dellolio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di
10 t/h necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare
affidabilit di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel
Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.


2.2.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di
intervento successivo sar il III di questo punto.

VI. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di
Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi daria
riducendoli al minimo laddove non effettuato.
VII. Nella seconda ora dalla segnalazione:
sostituzione dellolio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di 10 t/h
necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare
affidabilit di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel
Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.
VIII. Nella terza ora dalla segnalazione:
incremento del prelievo di vapore dalla Centrale Termica Milazzo (funzionante a
gas naturale) sino al valore massimo di 110 t/h e contemporanea riduzione della
produzione vapore di Raffineria.
IX. Nella quarta ora dalla segnalazione:
riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo
sostenibile pari a 13000 t/giorno per la prima unit di distillazione.
X. Nella quinta ora dalla segnalazione:
riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo
sostenibile pari a 13000 t/giorno per la seconda unit di distillazione.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della segnalazione
al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli interventi gi attuati
dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
380



2.3 Interventi programmati per il controllo di NMHC


Lazienda dar seguito agli interventi in caso di superamenti (preallarme, allarme
ed emergenza) segnalati dalle due centraline dedicate (ubicate nei pressi della Raffineria).


2.3.1 Preallarme

Verificare la congruit delle misure previo immediato contatto telefonico con il
Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi di
prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di idrocarburi
non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri massimizzando il
raffreddamento.


2.3.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di
intervento successivo sar il III di questo punto 2.3.2.:

IV. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo immediato contatto telefonico con il
Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi
di prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di
idrocarburi non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri
massimizzando il raffreddamento.
V. Alla seconda ora dalla segnalazione:
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
381
limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di
vapore (nafte e benzine) al 50 % del valore massimo laddove non dotati di sistema
di recupero vapori .
VI. Alla terza ora dalla segnalazione:
rallentare eventuali operazioni di bonifica in atmosfera di apparecchiature che
hanno contenuto idrocarburi, sospendere i drenaggi dei serbatoi di greggio e
prodotti, rallentare le operazioni di blending delle benzine.


2.3.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di
intervento successivo sar il IV di questo punto 2.4.3.

VI. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare la congruit delle misure previo immediato contatto telefonico con il
Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi
di prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di
idrocarburi non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri
massimizzando il raffreddamento.
VII. Alla seconda ora dalla segnalazione:
limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di
vapore (nafte e benzine) al 50 % del valore massimo laddove non dotati di sistema
di recupero vapori .
VIII. Alla terza ora dalla segnalazione:
rallentare eventuali operazioni di bonifica in atmosfera di apparecchiature che
hanno contenuto idrocarburi, sospendere i drenaggi dei serbatoi di greggio e
prodotti, rallentare le operazioni di blending delle benzine.
IX. Alla quarta ora dalla segnalazione:
limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di
vapore (nafte e benzine) al 25 % del valore massimo laddove non dotati di sistema
di recupero vapori.
X. Alla quinta ora dalla segnalazione:
sospendere le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione
di vapore (nafte e benzine) laddove non dotati di sistema di recupero vapori e le
operazioni di blending delle benzine.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della
segnalazione al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli
interventi gi attuati dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.


Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
382


3. ECOLOGICAL SCRAP INDUSTRY S.p.A.
3.1 Interventi programmati per il controllo di SO
2
e NO
x

3.1 Allarme
V. Nella prima ora dalla segnalazione:
verificare le condizioni di riferibilit e la congruit delle misure previo contatto
telefonico con il Reperibile di Rete.
VI. Nella seconda ora dalla segnalazione:
innalzamento della temperatura dei fumi dal camino A4 (forno di fusione rifiuti) fino al massimo
consentito, per motivi di sicurezza degli impianti (90 2 C).
VII. Nella terza ora dalla segnalazione:
verificare le condizioni di emissione dal camino A4 relativamente ad ossidi di
azoto e di zolfo.
VIII. Nella quarta ora dalla segnalazione:
predisposizione e attuazione di tutte le operazioni previste per la fine del ciclo di
fusione. Relativamente al ciclo di raffinazione, al perdurare delle condizioni di
allarme, ridurre al minimo tecnicamente fattibile il funzionamento del bruciatore di
riscaldo delle coppelle.

3.2 Emergenza

V. Nella prima ora dalla segnalazione:
si proceder a verificare le condizioni di riferibilit e la congruit delle misure
previo contatto telefonico con il Reperibile di Rete.
VI. Nella seconda ora dalla segnalazione:
innalzamento della temperatura dei fumi dal camino A4 fino al massimo
consentito, per motivi di sicurezza degli impianti (90 2 C).
VII. Nella terza ora dalla segnalazione:
verifica delle condizioni di emissione dal camino A4 relativamente ad ossidi di
azoto e di zolfo.
VIII. Nella quarta ora dalla segnalazione:
predisposizione e attuazione di tutte le operazioni previste per la fine del ciclo di
fusione. Relativamente al ciclo di raffinazione, al perdurare delle condizioni di
emergenza, ridurre al minimo tecnicamente fattibile il funzionamento del
bruciatore di riscaldo delle coppelle e sospendere le operazioni di caricamento
degli impianti (forno fusorio o coppelle di raffinazione).


383
Allegato 3 - CARATTERISTICHE DELLE STAZIONI DELLA RETE DI RILEVAMENTO DELLA QUALIT
DELLARIA

Postazione
Analizzatori
WET &
DRY
HCN
M
SO
2
CO NO
X
PM
10
O
3

METE
O
BTX
ODOR
I
1 Milazzo X X X
2 Milazzo - Porto X X X X X X
3 C.da S. Pietro X X X X X X X
4 Archi X X X X X
5 Raffineria Mediterranea X
6 Raffineria Mediterranea X
7 Giammoro - Gabbia X X X
8 S. Filippo del Mela X X
9 Mandravecchia X X X
10 Pace del Mela X
11 S. Lucia del Mela X
12 Pace del Mela S. G. X X
13 Gualtieri Sicamin X X
14 Condr X X X
15 Valdina X
16 S. Pier Niceto X
17 Peloritani X X X X X X

La proposta di dislocazione delle postazioni stata effettuata tenendo conto dei seguenti criteri:
1) razionalizzare il sistema, e fornire elementi conoscitivi relativi alla qualit dellaria in prossimit delle zone pi vulnerabili e/o urbanizzate
dellarea a rischio di crisi ambientale;
2) prevedere nella fase iniziale, rispetto alla rete esistente, solo gli spostamenti strettamente necessari per evitare sovrapposizioni e coprire zone
completamente scoperte come Gualtieri Sicamin e larea dei Peloritani; questultima da considerarsi postazione di bianco;
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
384
3) delineare un assetto preliminare della rete, in funzione dei dati oggi disponibili, che consenta una prima caratterizzazione della matrice aria
nel Comprensorio del Mela; in una fase successiva, con lausilio di modelli matematici di diffusione degli inquinanti, sar possibile
uneventuale rimodulazione della rete alla luce dei nuovi elementi conoscitivi acquisiti;
4) prevedere lutilizzo di analizzatori di PM
10
dotati di campionatori su filtro per la determinazione in laboratorio di IPA e metalli pesanti;
5) monitorare gli idrocarburi non metanici; le centraline 5 e 6 sono ubicate nei pressi e/o allinterno della Raffineria, e sono destinate
esclusivamente al controllo di HCNM provenienti da tale impianto.
Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente


Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico Tel. 091-7077585 e-mail: sanza@artasicilia.it
385
Allegato 4 - UBICAZIONE DELLE STAZIONI DELLA RETE DI RILEVAMENTO DELLA QUALIT DELLARIA

Potrebbero piacerti anche