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Indice
1 Introduzione 1
2 Denizioni importanti 2
2.1 Richiami sulla BHK-interpretation . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
2.2 Alcune funzioni ricorsive primitive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
2.3 Funzioni coppia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
2.4 T-predicato di Kleene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
3 Denizione e propriet della realizzabilit 5
3.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
3.2 Denizione realizzabilit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
3.3 Propriet della realizzabilit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
4 Conseguenze della realizzabilit 15
4.1 Teorema di caratterizzazione della realizzabilit . . . . . . . . . . . . . . . . 15
4.2 Disjunction and Existence Property . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
i
Capitolo 1
Introduzione
hgvhjgv
1
Capitolo 2
Denizioni importanti
2.1 Richiami sulla BHK-interpretation
Negli anni 20, L.E. J. Brower espose la sua losoa intuizionista della matematica. Secondo
Brower, il signicato delle aermazioni matematiche risiede in costruzioni mentali, piuttosto
che nel loro riferimento a una realt supposta platonica.
Denizione 2.1 La BHK interpretation denita dalle seguenti clausole:
1. Una dimostrazione di A B una coppia < x, y > tale che x una dimostrazione di
A e y una dimostrazione di B.
2. Una dimostrazione di A B una coppia < i, y > tale che i = 0 e y una
dimostrazione di A o i = 1 e y una dimostrazione di B.
3. Una dimostrazione di A B una funzione f che mappa ogni dimostrazione x di A
in una dimostrazione f(x) di B.
4. Non esiste una dimostrazione per ; una dimostrazione di A una funzione che
trasforma qualsiasi ipotetica dimostrazione di A in una dimostrazione di .
5. Una dimostrazione di x.A(x) una funzione f che mappa ogni oggetto d D (D il
dominio della variabile x) in una dimostrazione f(d) di A(d).
6. Una dimostrazione di x.A(x) una coppia < d, y > tale che y una dimostrazione
di A(d) dove d D.
2.2 Alcune funzioni ricorsive primitive
Deniamo alcune importanti funzioni ricorsive primitive:
Funzione costante: per m ssato la funzione costante f N
n
N denita da
f(

x ) = m.
2
Addizione: la funzione ricorsiva somma denita da

x + 0 = x
x +Sy = S(x +y)
Moltiplicazione: la funzione ricorsiva prodotto denita da

x 0 = 0
x Sy = x y +x
Esponenziazione: la funzione esponenziale denita come segue

x
0
= 1
x
Sy
= x
y
x
Predecessore:

prd(0) = 0
prd(Sx) = x
Sottrazione tagliata:

x

0 = x
x

Sy = prd(x

y)
Notiamo che x

y = 0 se e solo se x y, altrimenti x

y = x y; cio se x y allora
y + (x

y) = x.
2.3 Funzioni coppia
La funzione coppia una funzione che associa ad ogni coppia ordinata di numeri naturali
un numero naturale.
Denizione 2.2 Una funzione coppia j una mappa da N
2
in N con inverse j
1
e j
2
tali
che j
1
j(x, y) = x e j
2
j(x, y) = y.
Esistono molte possibili scelte per j. Una conveniente funzione coppia la seguente.
Denizione 2.3
j(x, y)
= 2
x
(2y + 1)

1
j
1
z
= min
xz
[y z[(2
x
(2y + 1) = Sz)]
j
2
z
= min
yz
[x z[(2
x
(2y + 1) = Sz)]
Esempio 2.4 Cerchiamo un numero naturale z tale che z = j(3, 7).
j(3, 7) = 2
3
(2 7 + 1)

1 = 8 (15)

1 = 120

1 = 119.
2
Esempio 2.5 Cerchiamo una coppia di numeri x e y tali che j(x, y) = 21.
j
1
21 = min
x21
[y 21[2
x
(2y + 1) = 22]
j
2
21 = min
y21
[x 21[2
x
(2y + 1) = 22]
Se x = 0 allora y =
21
2
che non un numero naturale. Mentre se x = 1 abbiamo che y = 5.
Quindi j(x, y) = (1, 5)
3
2
Un altra ben conosciuta funzione coppia questa.
Denizione 2.6
j

(x, y)
=
1
2
(x +y)(x +y + 1) +y
j

1
z
=

f(z) j

2
z
j

2
z
= z f(

f(z))
dove f(z)
=
(z+1)z
2
e

f(z)
= maxm[f(m) z
2.4 T-predicato di Kleene
4
Capitolo 3
Denizione e propriet della
realizzabilit
3.1 Introduzione
Lidea di realizzabilit fu introdotta per la prima volta da Kleene nel 1945 nella

Paper
on Realizability

come un metodo sistematico di fare il concetto costruttivo di frasi arit-


metiche esplicito. Il punto di partenza di Kleene fu che unaermazione esistenziale B
x.A(x
1
, ..., x
n
, x) unaermazione incompleta: si pu aermare B solo se x pu essere
prodotto (dipendendo dai parametri x
1
, ..., x
n
). Similmente, si deve essere in grado di de-
cidere tra le disgiunti al ne di aermare una disgiunzione. Possiamo vedere la denizione
di Kleene come un modo di fare la BHK-interpretation precisa. La nozione informale di
operazione costruttiva rimpiazzata dalla nozione precisa di Church-Turing. Per fare in
modo che questidea funzioni le dimostrazioni sono rimpiazzate da numeri naturali sfrut-
tando lesistenza di funzioni pair denibili su N.
Nella forma in cui data da Kleene la realizzabilit paragonabile alla nozione classica di
verit: essa interpreta aermazioni di aritmetica in destinate strutture ^ = (N, 0, s, +, , ...)
dei numeri naturali. Usiamo n, m, ... per elementi arbitrari di N e siano n, m, ... i corrispon-
denti numeri nel linguaggio dellaritmetica. Allora

n realizza A

denita per induzione


sulla complessit di A dove n un numero ereditariamente codicato dalle seguenti clausole:
1. n realizza (t=s) se e solo se t=s vale in N
2. n realizza AB se e solo se j
1
n realizza A e j
2
n realizza B
3. n realizza AB se e solo se j
1
n = 0 e j
2
n realizza A o j
1
n ,= 0 e j
2
n realizza B
4. n realizza AB se e solo se per ogni m che realizza A, n(m) denito e realizza B
5. n realizza x.A(x) se e solo se j
2
n realizza A[x/j
1
n]
6. n realizza x.A(x) se e solo se per tutti gli m, n(m) denita e realizza A(m)
5
dove j
1
n e j
2
n sono le proiezioni di alcune funzioni coppia < ., . >: N N N (cio
< j
1
n, j
2
n >= n per ogni n N).
Possiamo notare che queste clausole sono abbastanza simili a quelle della
BHK interpretation ma pi speciche nel senso che i testimoni sono legati a dei nume-
ri naturali e applicazioni di testimoni sono date da parentesi di Kleene. Quindi leggendo
questa nozione in termini di BHK interpretation, cio numero realizzabile sta per di-
mostrazione e operazione parzialmente ricorsiva sta per costruzione, allora la realizzabilit
appare come un variante della BHK interpretation.
3.2 Denizione realizzabilit
Al posto di lavorare con la versione semantica data sopra, pi vantaggioso riformulare la
realizzabilit sintatticamente assegnando una formula xrA di HA ad ogni formula A di HA,
dove x / FV (A) di HA. Abbiamo quindi la seguente:
Denizione 3.1 xrA ` e denita induttivamente dalle seguenti clausole, dove x / FV(A):
1. xr[t = s]
= [t = s]
2. xr(AB)
= j
1
xrA j
2
xrB
3. xr(AB)
= (j
1
x = 0 j
2
xrA) (j
1
x ,= 0 j
2
xrB)
4. xr(A B)
= y(yrA u(T
xyu
U
u
rB)) con u / FV(B)
5. xry.A
= yu(T
xyu
U
u
rA)
6. xry.A
= j
2
xrA[y/j
1
x]
dove, come sopra, j
1
n e j
2
n sono le proiezioni di alcune funzioni coppia e T il T-predicate
di Kleene.
Facciamo ora alcuni esempi per capire meglio la denizione di realizzabilit.
Esempio 3.2 Cerchiamo un realizzatore per x.x > 5. Quindi nrx.x > 5 j
1
nrx >
5[x/j
1
n] j
2
nrj
1
n > 5. Se consideriamo come funzione coppia la funzione denita in 2.3
n = 2
j
1
n
(2j
2
n + 1)

1 dove
j
1
n = min
j
1
nz
[j
2
n z(2
j
1
n
(2j
2
n + 1) = S
z
)] e j
2
n = min
j
2
nz
[j
1
n z(2
j
1
n
(2j
2
n + 1) = S
z
)]
Quindi j
1
n deve essere maggiore di 5 e uguale al minimo di S
z
= 2
z
(2j
2
n+1); cio j
1
n = 6.
Mentre j
2
n deve essere ugale al minimo di S
z
= 2
j
1
n
(2
z
+1) = 2
6
(2z +1) = 64(2z +1); cio
j
2
n = 0.
Allora m = 2
6
(1)

1 = 64

1 = 63 e quindi 63rx.x > 5.
2
6
Esempio 3.3 Cerchiamo un realizzatore per la seguente legge di assorbimento valida in
HA A A (A B).
Supponiamo che urA. Allora j(0, u)rAB e quindi j(u, j(0, u))rA(AB). Di conseguenza

u.j(u, j(0, u))rA A (A B).


2
Esempio 3.4 Cerchiamo un realizzatore per le propriet commutative valide in HA:
A B B A e A B B A.
Supponiamo che urAB. Allora J
1
urA e j
2
urB e quindi j(j
2
u, j
1
u)rBA. Di conseguenza

u.j(j
2
u, j
1
u)rA B B A.
Per quanto riguarda laltra supponiamo ora che wrA B. Abbiamo quindi che (j
1
w = 0
j
2
wrA)(j
1
w ,= 0j
2
wrB) e quindi j(j
1
u, j
2
u)rBA. Allora

u.j(j
1
u, j
2
u)rAB BA.
2
Osservazione 3.5 In una notazione pi informale con

parentesi di Kleene

4. e 5. pos-
sono essere scritte cos:
4.

xr(A B)
= y(yrA Ex(y) x(y)rB)
5.

xryA
= y(Ex(y) x(y)rA)
Osservazione 3.6 La clausola 3. equivalente a:
xr(AB)
= (j
1
x = 0 j
2
xrA) (j
1
x ,= 0 j
2
xrB)
Osservazione 3.7 Dato che in HA A A possiamo notare che xrA y(yrA
x(y)r(0 = 1)) e quindi xrA y(yrA). Cio una negazione realizzabile da alcuni
numeri se e solo se essa realizzabile da tutti i numeri.
Inoltre xrA y(yrA) y(yrA) yz(zrA) z(zrA).
Diamo ora un esempio di formula non realizzabile.
Esempio 3.8 Un esempio di formula valida classicamente che non realizzabile il Principio
del terzo escluso A A.
Supponiamo per assurdo che urA A. Allora
urAA (j
1
u = 0j
2
urA)(j
1
u ,= 0j
2
urA). Prendiamo A = x.x(x) x(x)
con x(y) = z.T(x, y, z) dove T il T-predicato di Kleene. Se n fosse un realizzatore
per A allora
Con questa nuova denizione di realizzabilit possiamo dimostrare che il Principio di Markov
realizzabile.
Denizione 3.9 Il Principo di Markov dato dal seguente schema:
MP x(Ax Ax) x.Ax x.Ax
Teorema 3.10 MP realizzabile.
7
Dimostrazione Sia F unistanza di MP, cio F x(Ax Ax) x.Ax x.Ax
e assumiamo per simplicit che A non contenga variabili libere in x. Supponiamo che
urx(Ax Ax) x.Ax. Allora
urx(Ax Ax) x.Ax j
1
urx(Ax Ax) j
2
urx.Ax
x(ej
1
u(x)([j
1
j
1
u(x)) = 0j
2
(j
1
u(x))rAx][j
1
(j
1
u(x)) ,= 0j
2
(j
1
u(x))rAx])
j
2
urx.Ax.
Sia (u) min
x
[j
1
(j
1
u(x))

= 0]. Allora x(j
1
j
1
u(x) ,= 0) dovrebbe implicare
x.w(wrAx) che equivalente a x.u.(urAx), cio x.u(urAx). Daltra parte,
j
2
urx.Ax x.w(wrAx) x.w(wrAx) (per losservazione 3.7). Abbia-
mo quindi una contraddizione visto che valgono contemporaneamente x.u(urAx) e
(x.w(wrAx)). Di conseguenza si ha che x(j
1
j
1
u(x) ,= 0), cio x.v(T
(j
1
u,x,v)

j
1
U
v
= 0) e quindi x[j
1
j
1
u(x) = 0]. Abbiamo quindi che E
(u)
e
j((u), j
2
j
1
u((u)))rx.Ax e cos

u.j((u), j
2
j
1
u((u)))rF.
2
3.3 Propriet della realizzabilit
Ci piacerebbe poter provare che quando A dimostrabile allora esiste un numero naturale
n tale che nrA anchessa dimostrabile. Sicuramente, questaermazione dipende da cosa
si intende per dimostrabile. Con il proposito di fare la denizione di dimostrabile precisa si
considera generalmente il sistema formale HA (aritmetica di Heyting) e sue estensioni. Il
linguaggio del primo ordine di HA consiste di simboli per ogni (denizione di una) funzione
ricorsiva primitiva. Quindi, in particolare, abbiamo una costante 0 e una funzione unitaria
succ per loperazione di successore. Per ogni numero naturale n c un termine succ
n
(0), il
numero per n, il quale per motivi di leggibilit denotiamo anche con n. HA basata sulla
logica costruttiva o intuizionista. Gli assiomi non logici di HA (oltre allusuale assioma
duguaglianza) sono:
1. equazioni per denire funzioni primitive ricorsive
2. SCHEMA DINDUZIONE A(0) xA(x) A(succ(x)) x.A(x)
3. 0 = succ(x)
Nello schema dinduzione A pu essere sostituita con un predicato arbitrario esprimibile
nel linguaggio di HA; mentre il terzo assioma necessario per escludere che tutti i numeri
siano uguali.
Diamo quindi la seguente denizione che servir per formulare le propriet della realizzabi-
lit.
Denizione 3.11 Una formula A di L(HA) quasi negativa o essenzialmente -libera se
e solo se A non contiene e solo immediatamente di fronte alle prime formule.
In altre parole, A quasi negativa se e solo se costituita da formule prime e da formule
prime quanticate esistenzialmente mediante , , .
8
Per una formula essenzialmente -libera non ci sono informazioni non banali sulla realiz-
zazione di e . Infatti vera se e solo se realizzabile, e se realizzabile allora pu
essere realizzata da un termine canonico che dipende solamente da . Questo il contenuto
della seguente proposizione:
Proposizione 3.12 Sia A(

x ) essenzialmente -libera con FV(A)

x . Allora c un ter-
mine
A
con parentesi di Kleene contenente al massimo

x libera tale che
1. HA y(yrA) A
2. HA A E

A

A
rA
Dimostrazione Notiamo che
A
costruita per induzione sulla complessit di A.
Deniamo quindi
A
:

t=s

= 0

y(t=s)

= j(min
y
[t = s], 0)

BC

= j(
B
,
C
)

BC

=

y.
C
con y / FV (C)

y.B

=

y.
B(y)
dove

y.t per un termine t con parentesi di Kleene indica un indice deciso canonicamente
per la funzione parziale ricorsiva y.t.
Possiamo quindi dimostrare la proposizione simultaneamente per induzione sulla comples-
sit di A.
per formule primitive t=s abbiamo che:
1. TESI: HA y(yrt = s) t = s
Supponiamo che y(yrt = s) valga. Allora per la denizione di realizzabilit
y(yrt = s) y.t = s t = s se y non libera in t=s.
2. TESI: HA t = s E

t=s

t=s
rt = s
Supponiamo che t = s valga. Allora t = s 0rt = s per la denizione di
realizzabilit. Basta quindi porre
t=s
:= 0 per ottenere
t=s
rt = s e quindi la
tesi.
per formule della forma y.t = s abbiamo che:
1. TESI: HA x(xry.t = s) y.t = s
Supponiamo che x(xry.t = s) valga. Per la denizione di realizzabilit
x(xry.t = s) x(j
2
xrt = s[y/j
1
x]) y.t = s.
9
2. TESI: HA y.t = s E

y(t=s)

y(t=s)
ry.t = s
con
y(t=s)

= j(min
y
[t = s], 0)
Supponiamo che y.t = s valga. Allora y.t = s t = s[y/min
y
[t = s]]. Ma per
la denizione di realizzabilit
t = s[y/min
y
[t = s]] 0rt = s[y/min
y
[t = s]]
j
2
j(min
y
[t = s], 0)rt = s[y/j
1
j(min
y
[t = s], 0)]
j(min
y
[t = s], 0)ry.t = s
y(t=s)
ry.t = s. Abbiamo cos la tesi.
Supponiamo per ipotesi induttiva che le formule essenzialmente -libera B e C soddisfano
1. e 2., cio:
HA y(yrB) B e HA B E

B

B
rB
HA y(yrC) C e HA C E

C

C
rC.
Per A B C:
1. IPOTESI INDUTTIVA: HA y(yrB) B
HA y(yrC) C
TESI: HA y(yrB C) B C
Supponiamo che y(yrB C) valga. Allora per la denizione di realizzabilit
y(yrB C) y(j
1
yrB j
2
yrC). Inoltre in HA sappiamo che
x(AB) x.Ax.B. Quindi y(j
1
yrBj
2
yrC) y(j
1
yrB) y(j
2
yrC).
Ma per ipotesi induttiva y(j
1
yrB) y(j
2
yrC) B C e si ha quindi la tesi.
2. IPOTESI INDUTTIVA: HA B E

B

B
rB
HA C E

C

C
rC
TESI: HA B C E

BC

BC
rB C con
BC

= j(
B
,
C
)
Supponiamo che valga B C. Allora per ipotesi induttiva
B C (E

B

B
rB) (E

C

C
rC) E

B
E

C

B
rB
C
rC
E

B
E

C
(j
1
j(
B
,
C
)rB j
2
j(
B
,
C
)rC). Ma per la denizione di realiz-
zabilit E

B
E

C
(j
1
j(
B
,
C
)rB j
2
j(
B
,
C
)rC
E

B
E

C
j(
B
,
C
)rBC E

BC
j(
B
,
C
)rBC E

BC

BC
rBC
che quello che volevamo dimostrare.
Per A B C:
1. IPOTESI INDUTTIVA: HA B E

B

B
rB
HA y(yrC) C
TESI: HA xr(B C) (B C)
Supponiamo che xr(B C) valga, cio che y(yrB Ex(y)x(y)rC). Per
ipotesi induttiva B E

B
rB. Allora B Ex(
B
)x(
B
)rC. Ma per
ipotesi induttiva vale anche che zrC C. Di conseguenza B Ex(
B
) C
e quindi B C. Da cui la tesi.
2. IPOTESI INDUTTIVA: HA y(yrB) B
HA C E

C

C
rC
TESI:HA (C B) E

BC

BC
r(B C) con
AB

=

y.
B
Supponiamo che B C valga. Allora per ipotesi induttiva yrB B e dato che
10
avevamo supposto che B C allora yrB B C. Ma per la seconda ipotesi
induttiva C E

C

C
rC y(E

C

C
rC)
y(E

y.
C
(y)

y.
C
(y)rC). Quindi yrB
y(E

y.
C
(y)

y.
C
(y)rC)

y.
C
r(B C)
BC
r(B C)
da cui la tesi.
Per A x.B:
1. IPOTESI INDUTTIVA: HA y(yrB) B
TESI: HA y(yrx.B) x.B
Supponiamo che yrx.B valga, cio x(Ey(x) y(x)rB). Dato che per
ipotesi induttiva yrB B allora x(Ey(x)y(x)rB) x(Ey(x)B)
x.B da cui la tesi.
2. IPOTESI INDUTTIVA: HA B E

B

B
rB
TESI: HA x.B E

x.B

x.B
rx.B con
y.B

=

y.
B(y)
Supponiamo che x.B valga. Allora per ipotesi induttiva
x.B x(E

B

B
rB) x(E

x.
B
(x)(x)

x.
B
(x)(x)rB)

x.
B
(x)rx.B
x.B
rx.B da cui si ha la tesi.
2
Osservazione 3.13 A causa delle propriet 1. e 2. della proposizione precedente, le
formule quasi negative sono a volte chiamate

auto realizzanti

Lemma 3.14 Per ogni formula A:


1. xrA equivalente a una formula quasi negativa
2. (trA)[x/s] t[x/s]rA[x/s]
Dimostrazione
1. Procediamo per induzione sulla complessit della formula A:
per formule primitive t=s abbiamo che xrt = s [t = s] la quale una formula
quasi negativa.
per A B C:
IPOTESI INDUTTIVA: yrB equivalente a una formula quasi negativa
yrC equivalente a una formula quasi negativa
TESI: xrB C equivalente a una formula quasi negativa
Supponiamo che xrB C valga. Allora per la denizione di realizzabilit
xrBC j
1
xrBj
2
xrC. Ma per ipotesi induttiva yrB e yrC sono equivalenti
a formule quasi negative da cui segue la tesi.
per A B C:
IPOTESI INDUTTIVA: yrB equivalente a una formula quasi negativa
yrC equivalente a una formula quasi negativa
11
TESI: xrB C equivalente a una formula quasi negativa
Supponiamo che xrB C valga. Allora per la denizione di realizzabilit
xrB C (j
1
x = 0 j
2
xrB) (j
1
x ,= 0 j
2
xrC. Ma per ipotesi induttiva yrB
e yrC sono equivalenti a formule quasi negative, mentre j
1
x = 0 e j
1
x ,= 0 sono
equivalenti a formule quasi negative per il caso precedente. Si ha cos la tesi.
per A B C:
IPOTESI INDUTTIVA: yrB equivalente a una formula quasi negativa
yrC equivalente a una formula quasi negativa
TESI: xrB C equivalente a una formula quasi negativa
Supponiamo che xrB C valga. Allora per la denizione di realizzabilit
xrB C y(yrB z(T
xyz
U
z
rC). Inoltre in HA vale che
z(A B) z(A u(A B) con u / FV (B). Quindi
y(yrB z(T
xyz
U
z
rC) y(yrB (z.T
xyz
u(T
xyu
U
u
rC)) con
u / FV (C). Questultima equivalente a una formula quasi negativa dato
che per ipotesi induttiva yrB e U
u
rC sono equivalenti a formule quasi negative
e z.T
xyz
pu essere espressa con z(
T
(x, y, z) = 0) dove
T
la funzione
caratteristica di T. Abbiamo cos ottenuto la tesi.
per A x.B:
IPOTESI INDUTTIVA: yrB equivalente a una formula quasi negativa
TESI: xry.B equivalente a una formula quasi negativa
Supponiamo che xry.B. Allora per la denizione di realizzabilit e per quanto
visto nel caso precedente xry.B y.z(T
xyz
U
z
rB)
y(z.T
xyz
u(T
xyu
U
u
rB)). Questultima equivalente a una formula quasi
negativa dato che per ipotesi induttiva U
u
rB equivalente a una formula quasi
negativa e z.T
xyz
pu essere espressa con z(
T
(x, y, z) = 0) dove
T
la
funzione caratteristica di T. Segue cos la tesi.
per A x.B:
IPOTESI INDUTTIVA: yrB equivalente a una formula quasi negativa:
TESI: xry.B equivalente a una formula quasi negativa
Supponiamo che xry.B valga. Allora per la denizione di realizzabilit
xry.B j
2
xrB[y/j
1
x] che per ipotesi induttiva equivalente a una formula
quasi negativa.
2. Procediamo per induzione sulla complessit della formula A:
per formule primitive t=s abbiamo che vr[t = s][x/s] [t = s][x/s]
t[x/s] = s[x/s] v[x/s]r[t = s][x/s]
per A B C:
IPOTESI INDUTTIVA: (trB)[x/s] t[x/s]rB[x/s]
(trC)[x/s] t[x/s]rC[x/s]
TESI: (trB C)[x/s] t[x/s]r(B C)[x/s]
(trB C)[x/s] (j
1
trB j
2
trC)[x/s] (j
1
trB)[x/s] (j
2
trC)[x/s]
(j
1
t[x/s]rB[x/s]) (j
2
t[x/s]rC[x/s]) t[x/s]r(B C)[x/s]
12
per A B C:
IPOTESI INDUTTIVA: (trB)[x/s] t[x/s]rB[x/s]
(trC)[x/s] t[x/s]rC[x/s]
TESI: (trB C)[x/s] t[x/s]r(B C)[x/s]
(trB C)[x/s] ((j
1
t = 0 j
2
trB) (j
1
t ,= 0 j
2
trC))[x/s]
(j
1
t = 0 j
2
trB)[x/s] (j
1
t ,= 0 j
2
trC)[x/s]
((j
1
t = 0)[x/s] (j
2
trB)[x/s]) ((j
1
t ,= 0([x/s] (j
2
trC)[x/s])
(j
1
t[x/s] = 0[x/s] j
2
t[x/s]rB[x/s]) (j
1
t[x/s] ,= 0[x/s] j
2
t[x/s]rC[x/s])
(j
1
t[x/s] = 0 j
2
t[x/s]rB[x/s]) (j
1
t[x/s] ,= 0 j
2
t[x/s]rC[x/s])
t[x/s]r(B[x/s] C[x/s]) t[x/s]r(B C)[x/s]
per A B C:
IPOTESI INDUTTIVA: (trB)[x/s] t[x/s]rB[x/s]
(trC)[x/s] t[x/s]rC[x/s]
TESI: (trB C)[x/s] t[x/s]r(B C)[x/s]
(trB C)[x/s] (y(yrB u(T
tyu
U
u
rC)))[x/s]
y((yrB u(T
tyu
U
u
rC))[x/s])
y((yrB)[x/s] (u(T
tyu
U
u
rC))[x/s])
y((yrB)[x/s] u((T
tyu
U
u
rC)[x/s]))
y((yrB)[x/s] u(T
tyu
[x/s] (U
u
rC)[x/s]))
y(y[x/s]rB[x/s] u(T
tyu
[x/s] U
u
[x/s]rC[x/s])
y(yrB[x/s] u(T
tyu
U
u
rC[x/s])
t[x/s]rB[x/s] C[x/s] t[x/s]r(B C)[x/s]
per A x.B:
IPOTESI INDUTTIVA: (trB)[x/s] t[x/s]rB[x/s]
TESI: (try.B)[x/s] t[x/s]r(y.B)[x/s]
(try.B)[x/s] (y.u(T
tyu
U
u
rB))[x/s]
y(u(T
tyu
U
u
rB)[x/s]) y.u((T
tyu
U
u
rB)[x/B])
yu(T
tyu
[x/s] (U
u
rB)[x/s])
yu(T
tyu
[x/s] U
u
[x/s]rB[x/s])
yu(T
tyu
[x/s] U
u
rB[x/s]) t[x/s]ry.(B[x/s])
t[x/s]r(y.B)[x/s]
per A x.B:
IPOTESI INDUTTIVA: (trB)[x/s] t[x/s]rB[x/s]
TESI: (try.B)[x/s] t[x/s]r(y.B)[x/s]
(try.B)[x/s] (j
2
trB(y/j
1
t])[x/s] j
2
t[x/s]r(B[y/j
1
t])[x/s]
t[x/s]ry.B[x/s] t[x/s]r(y.B)[x/s]
2
Osservazione 3.15 Con il lemma precedente possiamo concludere che le propriet 1. e 2.
della proposizione 3.12 caratterizzano le formule quasi negative.
Proposizione 3.16 (Idempotenza della realizzabilit)
HA x(xry(yrA)) y(yrA)
13
Dimostrazione

: Supponiamo che xry(yrA) valga. Allora per la denizione di realizzabilit


xry(yrA) j
2
xr(yrA)[y/j
1
x] j
2
xr(j
1
xrA). Ma per la proposizione 3.12 punto 1.
abbiamo che j
2
xr(j
1
xrA) j
1
xrA cio x(xrA) (perch j
1
xrA vuol dire che esiste un
elemento che realizza A).

: Supponiamo che y(yrA) valga. Allora per il lemma 3.14 yrA quasi negativa.
Ma per la proposizione 3.12 punto 2. abbiamo che yrA (
(yrA)
r(yrA) E

(yrA)
)
(
(yrA)
r(yrA)[y/y] E

(yrA)
j
2
j(y,
(yrA)
)r(yrA)[y/j
1
j(y,
(yrA)
)] E

(yrA)

j(y,
(yrA)
)ry(yrA) E
j(y,
(yrA)
)
e quindi x(xry(yrA)).
2
14
Capitolo 4
Conseguenze della realizzabilit
4.1 Teorema di caratterizzazione della realizzabilit
Si potrebbe sperare che per ogni formula Asi possa provare in HAlequivalenza A x.xrA
o almeno che HA A se e solo se HA x.xrA. Questa speranza vana perch per CT
0
(cio (x.y.A(x, y)) e.x.A(x, e(x))) abbiamo che HA x.xrCT
0
ma CT
0
non pu
essere provata in HA poich per alcune istanze di CT
0
la sua negazione pu essere provata
in PA. Tuttavia con la seguente denizione che modica CT
0
possiamo ottenere quello che
vogliamo.
Denizione 4.1 La tesi estesa di Church data dal seguente schema dove A quasi ne-
gativa:
ECT
0
x(Ax y.Bxy) z.x(Ax u(T
zxu
B(x, U
u
)))
Lemma 4.2 Per qualsiasi istanza F di ECT
0
c un termine t tale che HA E
t
trF.
Dimostrazione Sia F x[A y.By] z.x[A u(T
zxu
B(U
u
))]. Assu-
miamo che urx[A y.By]. Allora
urx[A y.By] x(Eu(x) u(x)r(A y.By))
x(Eu(x)z(zrA (Eu(x)(z)u(x)(y)ry.By)). Poniamo t
= u(x)(
A
).
Allora x(Eu(x) z(zrA (Eu(x)(z) u(x)(y)ry.By))
(
A
rA E
t
try.By) che per la proposizione 3.12 punto 1. equivalente a
x[A E
t
try.By] x[A E
t
j
2
trBy[y/j
1
t]] x[A E
t
j
2
trB[y/j
1
t]]. Pren-
diamo t
1

=

x.j
1
t e t
2

= min
v
T(t
1
, x, v). Allora
x[A E
t
j
2
trB[y/j
1
t]] x[A j
2
trB[y/t
1
x]]. Questultima applicando la denizione
di realizzabilit equivalente a x[A j(0, j
2
t)r(T
t
1
xt
2
B(U
t
2
))]
x[A j(t
2
, j(0, j
2
t))ru(T
t
1
xu
B(U
u
))]
x[m(mrA j(t
2
, j(0, j
2
t))ru(T
t
1
xu
B(U
u
))]
x(

w.j(t
2
, j(0, j
2
t))r[A u(T
t
1
xu
B(U
u
))]

w.j(t
2
, j(0, j
2
t))rx[A u(T
t
1
xu
B(U
u
))]
j(t
1
,

w.j(t
2
, j(0, j
2
t)))rx[A u(T
t
1
xu
B(U
u
))].
Quindi ponendo t


= j(t
1
,

w.j(t
2
, j(0, j
2
t))) abbiamo che
t

rzx[A u(T
zxu
B(U
u
))]. Si ha cos la tesi dato che

u.t

rF.
15
2
Teorema 4.3 (caratterizzazione della realizzabilit)
1. HA+ECT
0
A x(xrA)
2. HA+ECT
0
A HA x(xrA)
Dimostrazione
1. Per induzione sulla complessit della formula A:
Per formule primitive t = s abbiamo che:
TESI: HA+ECT
0
t = s x(xrt = s)

: Supponiamo che t = s valga. Allora per la denizione di realizzabilit


t = s xrt = s e per la regola -introduzione xrt = s x.xrt = s.

: Supponiamo che x(xrt = s) valga. Allora per il lemma 3.14 punto 1.


xrt = s equivalente a una formula quasi negativa e quindi per la proposizione
3.12 punto 1. xrt = s t = s.
Per A B C
IPOTESI INDUCTTIVA: HA+ETC
0
B x(xrB)
HA+ETC
0
B x(xrB)
TESI: HA+ETC
0
B C x(xrB C)
Per la denizione di reliazzabilit x(xrB C) x(j
1
xrB j
2
xrC). Ma per
ipotesi induttiva x(j
1
xrB j
2
xrC) B C. Da cui la tesi.
Per A B C
IPOTESI INDUTTIVA: HA+ETC
0
B x(xrB)
HA+ETC
0
C x(xrC)
TESI: HA+ETC
0
(B C) x(xr(B C))
Per ipotesi induttiva (B C) (x(xrB) y(yrC)). Ma in HA vale che
x.A y.B x(A y.B) e quindi (x(xrB) y(yrC)) x(xrB
y(yrC)). Dato che per il lemma 3.14 punto 1. xrB e z(x)rC sono quasi
negative quest ultima per ETC
0
equivalente a zx(xrB z(x)rC), cio
z.zr(B C)
Per A x.B
IPOTESI INDUTTIVA: HA+ETC
0
B x(xrB)
TESI: HA+ETC
0
(x.B) x(xrx.B)
Certamente B(y) soddisfa lipotesi induttiva. Quindi y.B(y) y.x.xrB(y).
Ma per il lemma 3.14 punto 1. xrB(y) equivalente a una formula quasi ne-
gativa e quindi y.x.xrB(y) per ETC
0
equivalente Az.y.z(y)rB(y) cio
z.zry.B(y). Da cui la tesi.
Per A x.B
IPOTESI INDUTTIVA:HA+ETC
0
B(x) z(zrB(x))
TESI:HA+ETC
0
x.B x(xrx.B)

:per ipotesi induttiva HA + ETC


0
B(x) z.zrB(x). Allora per il
16
lemma 3.14 punto 1. zrB(x) equivalente a una formula quasi negativa e quindi
per la proposizione 3.12 punto 1.
HA + ETC
0
B(x) z.zrB(x) zrB(x). Per la denizione di rea-
lizzabilit zrB(x) j(x, z)rx.B(x), cio zrB(x) x.xrx.B(x). Allo-
ra HA + ETC
0
B(x) x.xrx.B(x) dalla quale chiaramente segue che
HA+ETC
0
x.B(x) x.xrx.B(x).

:per denizione di realizzabilit xrx.B(x) j


2
xrB[x/j
1
x]. Allora
HA + ETC
0
xrx.B(x) j
2
xrB[x/j
1
x] che per il lemma 3.14 punto 1.
equivalente a una formula quasi negativa e quindi per la proposizione 3.12 pun-
to 1. j
2
xrB[x/j
1
x] B[x/j
1
x]. Da questultima segue immediatamente che
HA+ETC
0
xrx.B(x) x.B(x) e quindi anche che
HA+ETC
0
x.xrx.B(x) x.B(x).
Per A B C
questo caso non rilevante dato che la disgiunzione pu essere espressa con gli
altri connettivi e quanticatori.
2.

: Per induzione sulla lunghezza della deduzione in HA+ECT


0
.
Come base dellinduzione dobbiamo indicare i termini che realizzano gli assiomi:
(A B) A supponiamo che xrA B. Allora j
1
xrA j
2
xrB e quindi

x.j
1
xr((A B) A).
(A B) B: supponiamo che xrA B. Allora j
1
xrA j
2
xrB e quindi

x.j
2
xr((A B) B).
A (B A B): supponiamo che xrA e yrB. Allora j(x, y)rA B e quindi

y.j(x, y)r(A (B A B)).


A (A B): supponiamo che xrA. Allora j(0, x)rA B e quindi

x.j(0, x)r(A (A B)).


B (A B): supponiamo che xrB. Allora j(1, x)rA B e quindi

x.j(1, x)r(B (A B)).


(A C) [(B C) ((A B) C)]: supponiamo che xr(A C),
yr(B C) e zr(AB). Se j
1
z = 0 allora j
2
zrA e quindi x(j
2
z)rC. Se invece
j
1
z ,= 0 allora j
2
zrB e quindi y(j
2
z)rC. ora chiaro che se t il termine per
questo schema di assioma allora t(x)(y)(z)rC. Di conseguenza

z. [(1

sg(j
1
z))(x(j
2
z)) +sg(j
1
z)(y(j
2
z))]r
((A C) [(B C) (A B C)])
A(t) x.Ax: supponiamo che urA(t). Allora j(t, u)rx.Ax e quindi

u.j(t, u)r(A(t) x.Ax)


x(A B) (x.A B) con x non libera in B: supponiamo che
urx(A B) e vr(x.A B). Allora j
2
vrA[x/j
1
v] e quindi u(j
1
v)r(A B).
Di conseguenza u(j
1
v)(j
2
v)rB. Abbiamo quindi che

v.(u(j
1
v)(j
2
v))r(x(A B) (x.A B)).
A (B A): supponiamo che urA e vr(B A). Allora

v.ur(A (B A)).
17
[A (B C)] [(A B) (A C)]: supponiamo che ur[A (B C)]
vrA B e wrA. Allora u(w)r(B C) e v(w)rB.
Quindi u(w)(v(w))rC. Abbiamo cos che

w.u(w)(v(w))r([A (B C)] [(A B) (A C)]).


x.Ax At: supponiamo che urx.Ax. Allora u(t)rAx e quindi

u.u(t)r(x.Ax At).
x(B A) (B x.A) con x non libera in B: supponiamo che
ur(x(B A)), vrB e xrB A. Allora u(x)rB A e quindi
u(x)(v)rA. Da cui

u

x.u(x)(v)r(x(B A) (B x.A)).
Dopo aver analizzato gli assiomi logici passiamo ora agli assiomi non logici. Le equa-
zioni sono tutte realizzate da 0 (per esempio un implicazione tra formule primitive
tale che x = y Sx = Sy realizzata da

u.0). Quindi lunico caso non banale
linduzione. Supponiamo che ur(A(0) x(A(x) A(Sx))). Allora j
1
urA(0) e
j
2
urx(A(x) A(Sx)). Usando il fatto che le funzioni parziali ricorsive sono chiuse
per ricorsione, deniamo un indice t(u) tale che
t(u)(0) j
1
u,
t(u)(Sx) j
2
u(x)(t(u)(x)).
Allora t(u)(x)rA(x) e cos

u.t(u)r(A(0) x(A(x) A(Sx)) x.A(x)).

: segue dal punto 1.. Infatti supponiamo che HA x(xrA). Allora anche
HA+ECT
0
x(xrA) e quindi per 1. segue che HA+ECT
0
A.
2
4.2 Disjunction and Existence Property
Teorema 4.4 (DISJUNCTION AND EXISTENCE PROPERTY):
1. se HA A B con A e B chiuse allora HA A o HA B
2. se HA x.A(x) e x.A(x) chiusa allora esiste un numero n tale che HA A(n)
Dimostrazione
1. Supponiamo che HA A B. Allora vale anche che HA + ETC
0
+ A B. Ma
per il teorema 4.3 punto 2. HA x(xrA B). Per la denizione di realizzabilit
HA x((j
1
x = 0 j
2
xrA) (j
1
x ,= 0 j
2
xrB)), cio
HA (j
1
x = 0j
2
xrA)(j
1
x ,= 0j
2
xrB). Abbiamo cos che HA j
1
x = 0j
2
xrA
o HA j
1
x ,= 0j
2
xrB. Ma per il lemma 3.14 j
2
xrA e j
2
xrB sono equivalenti a una
formula quasi negativa e quindi per la proposizione 3.12 HA A o HA B.
2. Supponiamo che HA x.A(x). Allora vale anche che HA+ETC
0
x.A(x). Quindi
per il teorema 4.3 punto 2. HA x(xrx.A(x)) che per la denizione di realizzabilit
diventa HA x(j
2
xrA(j
1
x)). Ma per il lemma 3.14 j
2
xrA(j
1
x) equivalente a una
formula quasi negativa e quindi per la proposizione 3.12 HA A(j
1
x) cio esiste un
numero n tale che HA A(n).
18
2
Teorema 4.5 In PA vale che:
1. PA Disjunction Property
2. PA Existence Property
Dimostrazione Ricordiamo che se G Frm(L
PA
) allora per il Teorema di G odel
PA G e PA G. Possiamo quindi dimostrare 1. e 2. come segue:
1. In PA vale il principio del Terzo Escluso, cio PA G G. Infatti una sua dimo-
strazione in deduzione naturale (vedi Appendice ...) :
[G] [G]
G G [(G G)] G G [(G G)]

G G

G G
Ma per il Teorema di G odel PA G e PA G e quindi in PA non vale la
Disjunction Property.
2. Dobbiamo dimostrare che se PA x.A(x) allora PA A(n). Prima di tutto notiamo
che PA x((x = 0 G) (x = 1 G)). Infatti:
G G
0 = 0 G 1 = 1 G
(0 = 0 G) (0 = 1 G) (1 = 0 G) (1 = 1 G)
x((x = 0 G) (x = 1 G)) ((x = 0 G) (x = 1 G)
x((x = 0 G) (x = 1 G))
Supponiamo per assurdo che lExistence Property valga, cio se
PA x((x = 0 G) (x = 1 G)) allora esiste un numero n tale che
PA (n = 0 G) (n = 1 G). Abbiamo quindi tre casi:
n = 0: PA (0 = 0 G) (0 = 1 G) che vale se e solo se PA G che
assurdo perch per il Teorema di G odel PA G.
n = 1: PA (1 = 0 G) (1 = 1 G) che vale se e solo se PA G che
assurdo perch per il Teorema di G odel PA G.
n = m ,= 0, 1: PA m(m ,= 0 m ,= 1 y.m = ss(y))
19
[m = 01G] [m = ss(y).]
[m = 1 G] [m = ss(y)]
[(ss(y) = 0 G)] ss(y) = 0 G [(ss(y) = 1 G)] ss(y) = 1 G
[((ss(y) = 0 G) (ss(y) = 1 G))]
[(m = 0 G) (m = 1 G)]

(ss(y) = 0 G) (ss(y) = 1 G)
[y.m = ss(y)]
(m = 0 G) (m = 1 G) y.m = ss(y)

(ss(y) = 0 G) (ss(y) = 1 G)
20 20 20
2
21

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