Interpretazioni Del Documento Storico. Valore Documentario e Dimensioni Letterarie, A Cura Di Dan Octavian Cepraga e Sorin Şipoş, Editura Universității Din Oradea, Oradea, 2010.
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Descrizione:
Atti del Colloquio scientifico Textus Testis (Padova, 17 novembre 2009),
Titolo originale
Interpretazioni del documento storico. Valore documentario e dimensioni letterarie, a cura di Dan Octavian Cepraga e Sorin Şipoş, Editura Universității din Oradea, Oradea, 2010.
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Interpretazioni Del Documento Storico. Valore Documentario e Dimensioni Letterarie, A Cura Di Dan Octavian Cepraga e Sorin Şipoş, Editura Universității Din Oradea, Oradea, 2010.
Titolo originale:
Interpretazioni del documento storico. Valore documentario e dimensioni letterarie, a cura di Dan Octavian Cepraga e Sorin Şipoş, Editura Universității din Oradea, Oradea, 2010.
a cura di Dan Octavian Cepraga e Sorin ipo con una prefazione di Lorenzo Renzi
Universit degli Studi di Padova Dipartimento di Romanistica Universitatea din Oradea Facultatea de Istorie, Geografie i Relaii Internaionale
Editura Universitii din Oradea Oradea, 2010
Interpretazioni del documento storico: valore documentario e dimensioni letterarie, a cura di Dan Octavian Cepraga e Sorin ipo; con una prefazione di Lorenzo Renzi Atti del Colloquio scientifico internazionale: Textus Testis.Valore documentario e dimensioni letterarie del testo storico / Valoare documentar i dimensiuni literare ale textului istoric, Padova, 17 novembre 2009
Pubblicazione realizzata con il contributo del Dipartimento di Romanistica dellUniversit degli Studi di Padova
2010 by Editura Universitii din Oradea Dan Octavian Cepraga i Sorin ipo,
Responsabilitatea pentru coninutul articolelor revine autorilor.
Descrierea CIP a Bibliotecii Naionale a Romniei Interpretazioni del documento storico : valore documentario e dimensioni letterarie ; a cura di Dan Octavian Cepraga, Sorin ipo ; con una prefazione di Lorenzo Renzi = Interpretarea documentului istoric : valoare documentar i dimensiuni literare / vol. ngrijit de Dan Octavian Cepraga, Sorin ipo ; cu o pref. de Lorenzo Renzi. Oradea : Editura Universitii din Oradea, 2010 ISBN 978-606-10-0244-3
I. Cepraga, Dan Octavian (ed.) II. ipo, Sorin (ed.) III. Renzi, Lorenzo (pref.)
82.09 94(100)
Indice
LORENZO RENZI, Parole introduttive .... 5
I. Testi e fonti ....................................................................... 13 ALVARO BARBIERI, Ideologia e persuasione: la parola dei capi in Geoffroy de Villehardouin ........................................ 15 FLORIN SFRENGEU, Istoriografie i arheologie: informaii din Gesta Hungarorum a lui Anonymus privind ducatul lui Menumorut i cercetrile arheologice de la Biharea ........... 38 DAN OCTAVIAN CEPRAGA, Storia, retorica e linguaggio del patriottismo: la battaglia di Clugreni in Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul di Nicolae Blcescu ..................... 53 SORIN IPO, Silviu Dragomir e la Securitate: le note informative del dossier di pedinamento (1957-1962) .. 83
II. Metodi e letture .. 123 ALVISE ANDREOSE, Dalla voce alla scrittura: problemi di transcodificazione nella stesura della Relatio di Odorico da Pordenone ... 125 BARBU TEFNESCU, nsemnrile olografe de pe crile bisericeti - puterea de informare asupra sensibilitii lumii rurale ....... 141 MIRCEA BRIE, Registrele parohiale de stare civil din Transilvania n a doua jumtate a secolului al XIX-lea. Semnificaie documentar .... 164
III. Concetti .. 195 ROBERTO SCAGNO, Le nozioni di romnism e suflet romnesc nella cultura romena tra le due guerre mondiali e le loro derivazioni postbelliche ........................................................ 197 ANTONIO V. FAUR, Consideraii n legtur cu termenii de bandii, dumani i teroriti utilizai de autoritile comuniste mpotriva adversarilor politici (1947-1950) ....... 205
BIOGRAFIE DEGLI AUTORI / BIOGRAFIILE AUTORILOR ............ 233
5
LORENZO RENZI
Parole introduttive
La caduta del Comunismo ha permesso che si riaprissero vecchie vie che collegano di nuovo, come hanno fatto per secoli, lEuropa centrale e orientale con quella occidentale e mediterranea. Allaeroporto di Venezia, di Verona, come di Roma e di Milano, le destinazioni di Cluj, Oradea e Arad sono abituali. E viceversa. I bianchi pulmini di Atlassib sono una presenza ormai familare sulle autostrade italiane, ungheresi e romene. I nuovi mezzi di comunicazione e la globalizzazione hanno immerso peraltro ben presto questi cambiamenti in un movimento pi generale, che collega ormai, soprattutto, Europa e Asia. Anzi si pu dire che tutto il mondo connesso da una rete di comunicazioni, materiali e immateriali, il cui simbolo si chiama proprio rete, il Web. Su un versante pi generale, si era appena realizzata lunit dellEuropa nei suoi nuovi e pi ampi confini, che nuovi problemi sono apparsi a minacciarne non gi lesistenza, che sembra assicurata, ma la rilevanza e la coesione profonda: ecco lEuropa delleuro e quella senza euro, ecco la crisi finanziaria e economica del 2009 che si prolunga fino a oggi, e batte in maniera meno clamorosa ma pi profonda proprio la parte meno forte. Ci si lamentava ieri perch il sogno dellEuropa si era realizzato infine come Europa dei mercanti, simbolizzato dalleuro, mentre non esisteva, e non esiste, unEuropa della cultura, unEuropa che parli politicamente agli altri continenti con una voce sola, n unEuropa sociale, n unEuropa militare. Ed ecco che gi questi pensieri ci sembrano utopistici: esistono problemi meno generali ben pi urgenti.
6 Esiste unEuropa universitaria, vero, ma tutti se ne lamentano. Gli accordi di Bologna hanno ricevuto diverse applicazioni nei vari paesi, e tra i primi ci sono stati proprio lItalia e la Romania. Ma in genere con poca soddisfazione soprattutto dei principali agenti interessati, i professori, che sembrano dimenticarsi che Bologna ha portato con s soprattutto lautonomia degli Atenei, un regalo del quale, vero, non sempre facile fare buon uso. Solo il progetto Socrates-Erasmus, che aveva gi mosso qualche anno fa pi di 1 milione di studenti in confini ancora pi ampi di quelli della Comunit Europea, ha buona stampa. Il progetto Erasmus destinato allinsegnamento. Quanto alla ricerca, La Mecca per tutti gli europei restano gli Stati Uniti dAmerica, seguiti dallInghilterra. La ricerca rischia di avere una sola lingua, linglese. Il senso della parola ricerca subisce del resto nel mondo attuale delle modificazioni impreviste, la cui portata difficile da valutare. In questo contesto tormentato, una ripresa di rapporti storici, dai quali avevo cominciato questo discorso, pu passare quasi inosservato. Nel nostro caso si tratta di quelli tra lItalia settentrionale, e in particolare il Nord Est, e la Romania, in particolare la Transilvania. Gi dagli anni Novanta c stata una pacifica, ma imponente, invasione industriale a senso unico, dal Veneto alla Transilvania, con baricentro nella sua fascia occidentale. Produzione industriale, commercio, logistica, occupazione. Benissimo, ma non tutto. Le iniziative culturali corrispondenti non sono certo state numerose. Tuttavia non sono nemmeno mancate del tutto, anche se la disattenzione dei media in materia stata sovrana. In un registro ideale delle iniziative culturali bilaterali, andrebbe collocato anche questo libro con il convegno che lha preceduto. Questo libro frutto della collaborazione ormai consolidata tra le universit di Oradea e di Padova, sorta per liniziativa di alcuni professori, ma il cui presupposto sono gli
7 accordi istituzionali tra gli Atenei. Nato come incontro tra storici di Oradea e filologi di Padova, il tema della Giornata di studi padovana (che si svolta il 17 novembre 2009) non poteva che essere interdisciplinare. Si scelto di mettere a fuoco le molte valenze e dimensioni del documento storico. Intanto un secondo convegno, che si gi svolto a Oradea (dal 4 al 7 novembre 2010), ha avuto per soggetto la triade Storia, Letteratura, Politica. Sfogliando le pagine di questo libro, che contiene gli atti del primo dei due convegni, si vede che il tema stato quanto mai produttivo: il documento storico stato messo in rapporto con la retorica (intesa come ars retorica), la filologia testuale, la lessicologia, lantropologia, larcheologia. I soggetti delle ricerche si estendono su un periodo molto lungo che va dal Medioevo al passato pi recente, let comunista in Romania. Meno eterogenea la localizzazione, che riguarda larea rumena, a parte i due studi di Alvaro Barbieri e Alvise Andreose dedicati rispettivamente alla cosiddetta Quarta Crociata, deviata dai Veneziani da Gerusalemme a Costantinopoli, e al viaggio del francescano Odorico da Pordenone in Oriente. Questa volta lOriente europeo superato, si va verso la Cina. Siamo in questultimo caso, con Odorico come con il pi famoso Marco Polo, veramente ai prodromi dellattuale globalizzazione. Non si pu negare che il libro, cos come si offre al lettore, si sviluppi in modo centrifugo. Ma certe costanti ritornano. La pi rilevante mi sembra quella che cronologicamente lultima: il Comunismo. Ma procediamo per ordine. Lo studio di Florin Sfrengeu (Istoriografie i arheologie: informaii din Gesta Hungarorum a lui Anonymus privind ducatul lui Menumorut i cercetrile arheologice de la Biharea) mette in rapporto le risultanze delle cronache ungheresi con alcuni risultati della ricerca archeologica. Ci
8 troviamo nel campo irto di insidie e difficolt di unet, come quella che si muove tra tarda antichit e Medioevo, che chiede alla storia di scoprire fatti poco conosciuti o di far luce su avvenimenti controversi prima, naturalmente, di poterli interpretare. La collaborazione tra tipi diversi di fonti si impone, e Florin Sfrengeu ce ne d un esempio convincente. Con il lavoro di Alvise Andreose, invece, siamo gi dentro i confini di un periodo ben conosciuto, il Trecento: ma la sua relazione di viaggio (di poco posteriore a quella di Marco Polo) si addentra in terre e civilt sconosciute. Andreose, che ha fornito nel 2000 unedizione della versione toscana del viaggio di Odorico (Libro delle nuove e strane e meravigliose cose. Volgarizzamento italiano del secolo XIV dell'Itinerarium di Odorico da Pordenone, Padova, Centro Studi Antoniani, 2000) conosce ogni piega di questo testo. Dietro al testo latino della redazione originale, eseguita da un confratello di Odorico, Guglielmo da Solagna, un udito filologicamente affilato come quello di Andreose pu sentire la voce di Odorico che gli detta il testo non in latino, ma in volgare. Il terzo tassello medievale costituito dallo studio di Alvaro Barbieri, che legge e interpreta alcune pagine de La conqute de Constantinople di Geoffroy de Villehardouin (post 1207), quelle che contengono il discorso del vecchio Doge cieco Enrico Dandolo, decisivo per la deviazione della Crociata di Francesi e Veneziani a Costantinopoli. Barbieri si inserisce autorevolmente nel dibattito sullinterpretazione dei discorsi che costellano la storiografia antica e rinascimentale, e in realt, come si vede qui, non mancano nemmeno nelle cronache medievali. Si tratta di riproduzioni, magari approssimative, di veri discorsi pronunciati dai protagonisti, oppure di opere create di sana pianta dallo storico? Alvaro Barbieri propone una chiave politica di lettura, che rende le parole del Doge, e in realt tutta le messa in scena del suo
9 discorso nella Basilica di San Marco, funzionale alla prospettiva storica (ma si potrebbe dire anche politica, cio di parte) dello storico Villehardouin, che stato anche un protagonista della storia che racconta. Due lavori, quelli di Mircea Brie (Registrele parohiale de stare civil din Transilvania n a doua jumtate a secolului al XIX-lea. Semnificaie documentar) e di Barbu tefnescu (nsemnrile olografe de pe crile bisericeti - puterea de informare asupra sensibilitii lumii rurale) trattano del mondo tradizionale romeno nella sua lunga durata. Il primo studio unepsosizione chiara dei metodi e della storia delle ricerche di demografia storica, in particolare del contributo che questa metodologia di studi, che oggi ha uno statuto scientifico riconosciuto sul piano internazionale, porta alla conoscenza della famiglia come cellula essenziale del mondo romeno tradizionale. Questo mondo uno specchio fedele di quella societ agricola che, fino a pochi decenni fa - come aveva notato tra i primi Mircea Eliade - si presentava come lo strato di base uniforme in tutta larea euro-mediterranea e oltre. Su questo stesso tema incide in profondit lo studio magistrale di Barbu tefanescu, dedicato alla lettura delle glosse contenute a margine dei libri, prevalentemente di devozione, che circolano nellambiente contadino romeno tra il Cinquecento e la prima parte del Novecento. Un periodo molto lungo, ma durante il quale la mentalit colettiva rimasta complessivamente stabile. impossibile dare qui unidea dei temi che lo studioso sa far emergere dalle glosse ai libri e di come queste glosse illuminino la mentalit della collettivit, peraltro prevalentemente analfabeta, che accoglie e conserva con s come un tesoro prezioso il libro. Il contributo di Dan Octavian Cepraga (Storia, retorica e linguaggio del patriottismo: la battaglia di Clugreni in Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul) illumina il discorso storico e patriottico di Nicolae Blcescu alla luce della retorica.
10 Non si tratta di questa o quella figura di parola o di pensiero. Cepraga lavora con le categorie maggiori della retorica antica, aristotelica, e di quella moderna, neoaristotelica (Perelman). Mostra persuasivamente, in particolare, come le descrizioni e le narrazioni in Blcescu siano funzionali alla sua argomentazione politica. La storiografia patriottica di Blcescu si risolve in testi splendidamente persuasivi, funzionali alla missione nazionale che il grande storico e patriota (storico- patriota) si proponeva. Blcescu non ha cessato di essere letto in Romania n dopo la realizzazione dellunit nazionale n dopo lavvento del Comunismo. Naturalmente ogni et e ogni movimento di idee lo ha letto a modo suo e, si pu anche dire, lo ha tirato dalla propria parte. Cos, scrive Cepraga, la fervida eloquenza patriottica e la spiccata componente messianica dellopera hanno giocato un ruolo decisivo nella sua ricezione, favorendo, in particolare, lorgia di manipolazione ideologica alla quale sono stati sottoposti gli scritti e la figura di Blcescu negli anni del regime comunista. Si arriva cos al Comunismo in Romania, al quale sono dedicati in questo libro due contributi. A fare da ponte con il tema precedente si colloca un importante lavoro di Roberto Scagno, Le nozioni di "romnism" e "suflet romnesc" nella cultura romena tra le due guerre mondiali e le loro derivazioni postbelliche. Questo studio mostra come in Romania, come del resto in Germania e in Russia e in altri paesi, tra Ottocento e Novecento, e con particolare intensit nel periodo interbellico, si sono eretti in ideologia i valori tradizionali del mondo rurale, non senza deformarli e strumentalizzarli, nella ricerca, a volte ossessiva, della specificit nazionale ed etnica. Nel Dopoguerra comunista, sostiene lautore, queste tendenze ideologiche, bench del tutto incompatibili con il Marxismo, non cessano di essere attive. Il primo studio che si muove allinterno del mondo comunista quello di Sorin ipos, dedicato allo storico e
11 uomo politico Silviu Dragomir (Silviu Dragomir e la Securitate: le note informative del dossier di pedinamento, 1957-1962): basato sui rapporti della famigerata Securitate, mostra al microscopio le tecniche di osservazione e intervento della polizia politica del regime comunista in Romania. Attivo politicamente nel Partito Nazionale Cristiano, negli anni Trenta e Quaranta, Silviu Dragomir subisce allavvento del regime comunista una carcerazione di 6 anni. Liberato nel 1955, viene sottoposto a una rieducazione ideologica che lo riorienti politicamente verso il marxismo, secondo le linee di partito. Viene inserito ben presto in un organismo di ricerca storica a Cluj, dove pu, seppure con limitazioni, continuare le proprie linee di ricerca storica precedente. La polizia progetta anche di arruolarlo come agente, ma a un certo punto desiste da questo progetto. chiaro che le varie mosse degli agenti seguono una procedura precostituita, ma i pareri e le relazioni dei vari agenti che lo sorvegliano passo per passo sono tuttaltro che uniformi, e tradiscono perfino un diverso grado di convinzione e di accanimento. ipos ci concede per un momento di poter entrare, come nel film Le voci degli altri di Florian Henckel, negli spazi segreti della Securitate, nelle sue stanze dascolto e perfino nelle discussioni interne. Ci fa intravedere persino, sempre come in quello straordinario film, la possibilit che, accanto a tanti fanatici e opportunisti, esista qualche securista buono! Lo studio di Antonio V. Faur (Consideraii n legtur cu termenii de bandii, dumani i teroriti utilizai de autoritile comuniste mpotriva adversarilor politici, 1947- 1950), ci porta invece al cuore dellanima sovietica e internazionalista del Comunismo romeno. Il campo semantico dellavversario del Comunismo studiato attraverso le diverse espressioni lessicali impiegate dai rappresentanti del Partito per designare gli avversari politici, rappresentati come mortali nemici e criminali. Il repertorio rumeno parte integrante
12 dellarsenale politico e propagandistico che, fissato a Mosca, era a disposizione di tutti i partiti comunisti al potere (pi sfumato e meno manicheo era quello dei Comunisti allopposizione, come sanno i lettori italiani che hanno let anagrafica per ricordarsene). Una delle espressioni chiave, riportate da Faur, per designare lanticomunista era nemico del popolo. curioso osservare che questa espressione era stata usata dal grande commediografo norvegese Henrik Ibsen per il protagonista del suo dramma omonimo (1882). Qui il dottor Stockmann era in realt un amico e benefattore della comunit in cui operava, ma veniva additato come nemico del popolo dallipocrisia e dallo spirito speculativo dei suoi concittadini. Ma il dramma di Ibsen, nonstante il suo impegno sociale e la sua immensa popolarit europea, non doveva far parte del canone comunista. Cos la langue de bois / limba de lemn aveva fissato in un clich il significato letterale di questo sintagma e non il suo uso citazionale, che rovesciava il significato proprio. Questi ultimi studi sono solo la punta visibile di una quantit di studi, molti dei quali di grande valore, che la cultura romena ha dedicato in questi ultimi anni al proprio passato comunista, e che disgraziatamente hanno poca possibilit di essere conosciuti, e che in molti casi difficilmente verrebbero veramente capiti, da chi non ha avuto unesperienza diretta del Comunismo. Ma per colmare le difficolt del dialogo non resta che continuare a parlarsi, come si fatto nel Colloquio che sta alla base di questo libro.
I. TESTI E FONTI
15
ALVARO BARBIERI
Ideologia e persuasione: la parola dei capi in Geoffroy de Villehardouin
Che un testo storico appartenente a qualsivoglia epoca o civilt sia proficuamente analizzabile tanto nel suo significato documentario quanto nella sua specificit letteraria potrebbe sembrare un asserto cos banale da sfiorare il truismo. Per entro gli orizzonti epistemologici della modernit scientifica, siamo abituati a considerare ogni oggetto testuale come legittimo argomento di studio abbordabile da una pluralit di prospettive disciplinari, sicch, ad esempio, una scrittura cancelleresca medievale pubblicata e riguardata dallerudizione settecentesca come fonte per la storia dItalia o di Francia pu rientrare oggid nel dossier di un dialettologo. Esistono per alcuni testi che, per certe loro peculiarit, si situano in un punto critico dintersezione tra le ragioni della storia e quelle delle scienze letterarie, reclamando lincrocio dei due punti di vista e sollecitando pratiche di ricerca multiprospettica che valorizzino la portata del documento sia nella sua dimensione testimoniale che in quella diciamo cos estetica e linguistica. Attorno a testi di tal genere si addensano gli interventi e le riflessioni confluiti nel presente volume. Allinterno della problematica che ho appena evocato, La conqute de Constantinople di Geoffroy de Villehardouin (post 1207) si pone come un caso di studio davvero paradigmatico. La natura documentaria e il pregio storiografico di questa cronaca in lingua dol sono universalmente riconosciuti. In una recente, equilibrata rassegna della letteratura primaria sulla quarta crociata, Alfred J. Andrea ha
16 ribadito la centralit della testimonianza di Villehardouin, generalmente pi ricca, dettagliata e puntuale delle altre fonti 1 . Attore di primo piano della complessa vicenda che port alla conquista di Costantinopoli da parte dellarmata franco- veneziana (1204), il Maresciallo di Champagne ci ha lasciato un resoconto dei fatti sorprendentemente preciso nei riferimenti cronologici e molto affidabile nelle stime quantitative. probabile che lesattezza nei dati numerici non sia estranea alle funzioni logistiche svolte dal cronista. Scritto da un ufficiale di rango elevato che partecipava ai consigli di guerra con i capi dellarmata, il libro di Villehardouin si presenta come un informatissimo rendiconto dallalto e dallinterno del potere, un referto particolareggiato che stato e resta lindispensabile base documentaria di ogni ragionamento sulla cosiddetta crociata deviata. Le ricostruzioni fattuali della spedizione franco-veneziana si fondano per lo pi sui mmoires di Villehardouin, controllati e controbilanciati con lo sguardo dal basso di Robert de Clari, con le voci diversamente intonate delle cronache latine e, ovviamente, con il punto di vista bizantino di Niceta Coniata. Sarebbe tuttavia riduttivo considerare la cronaca di Villehardouin soltanto nel suo statuto di fonte-principe per lo studio della quarta crociata. noto, infatti, che La conqute de Constantinople uno dei primissimi esempi di prosa oitanica e che proprio per questo occupa un posto importante nelle storie letterarie di Francia. Nei manuali universitari di letteratura francese medievale, lopera di Villehardouin assieme a quella di Robert de Clari ha sempre un suo spazio nei capitoli
1 Donald E. Queller and Thomas F. Madden, The Fourth Crusade. The Conquest of Constantinople. Second Edition. With an essay on primary sources by Alfred J. Andrea, Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 1997, pp. 299-318. Sulla precellenza di Villehardouin si veda anche Marco Meschini, 1204: lincompiuta. La quarta crociata e le conquiste di Costantinopoli, Milano, ncora, 2004, Appendice. Le fonti della crociata, pp. 229-236.
17 dedicati alla nascita della prosa darte agli inizi del Duecento 2 . Daltronde, il libro del Maresciallo di Champagne e i primi romanzi in prosa di materia bretone sono accomunati non soltanto da una forte rivendicazione di autenticit e verit, ma anche da vistose analogie nelle strutture frastiche e dallimpiego della tecnica narrativa dellentrelacement 3 . Insomma: spinti da motivazioni diverse, studiosi della letteratura anticofrancese e storici hanno consacrato ricerche approfondite ai mmoires di Villehardouin. Lo statuto scientificamente ancipite dellopera, oggetto dellinteresse convergente di due prestigiosi rami dellistituzione medievistica, trova puntuale conferma quando si consideri ledizione di riferimento dellopera, curata s da un littraire come Edmond Faral, ma apparsa in una collana intitolata Les classiques de lhistoire de France au Moyen ge 4 . Tale duplicit di visuali e di approcci ha le sue ragioni profonde nellinterferenza tra referenti storici e modelli letterari rilevabile non solo nella Conqute de Constantinople, ma pi in generale nella produzione storiografica oitanica e particolarmente nelle relazioni di crociata. quanto ha osservato Alberto Limentani con uno dei suoi gesti critici pacatamente categorici 5 :
2 Michel Zink, Le Moyen ge: littrature franaise, Nancy, Presses Universitaires de Nancy, 1990 (trad. it. La letteratura francese del Medioevo, Bologna, Il Mulino, 1992, da cui si cita), pp. 87-94; La letteratura francese medievale, a cura di Mario Mancini, Bologna, Il Mulino, 1997, pp. 360-364. 3 Ferdinand Lot, Il principio dellentrelacement [1918], in Il romanzo, a cura di Maria Luisa Meneghetti, Bologna, il Mulino, pp. 299-311. 4 Geoffroy de Villehardouin, La conqute de Constantinople, dite et traduite par Edmond Faral, 2 voll., Paris, Les Belles Lettres, 1961. 5 Alberto Limentani, Cos parl Enrico Dandolo. Registrazione storiografica ed elaborazione letteraria fra conquista di Costantinopoli e leggenda di Alessandro, in Miscellanea di studi in onore di Aurelio Roncaglia a cinquantanni dalla sua laurea, t. II, Modena, Mucchi, 1989, pp. 717-726, p. 718.
18
Nello studio della storiografia dol, e specie di quella sorta e sviluppatasi nellOriente mediterraneo, si ripropone di continuo, e in termini pi specifici, quel dilemma intorno alla natura delloggetto testuale, alla sua ambiguit fra denotazione di dati storici immediati e topica letteraria, che al romanista gi si presenta, per il secolo precedente, nellesame di canzoni di gesta, cronache in versi, ecc.
Con il presente intervento vorrei mostrare che questa natura ambivalente della cronaca di Villehardouin rende particolarmente remunerativi approcci e ipotesi di lettura in cui trovino spazio, secondo un modello di ricerca integrata, sia le istanze della storia che la dimensione letteraria. A questo scopo, concentrer la mia attenzione sul ruolo assegnato alla parola pubblica dei capi della spedizione. I discorsi dei grandi baroni e, pi in generale, la complessa fenomenologia delloratio recta nella prosa di Villehardouin sono gi stati oggetto di analisi approfondite da parte di Jean Frappier, Peter M. Schon, Jeanette Beer e Grard Jacquin 6 . Lasciando da parte gli aspetti pi strettamente linguistici e la ritornante questione dei rapporti con la tradizione epica, mi restringerei qui a richiamare alcuni punti cruciali del dibattito critico che rivestono una notevole rilevanza nel quadro del mio ragionamento. Per chi intenda mettere a fuoco lintreccio dei fattori storici e delle dinamiche letterarie nella cronaca di
6 Jean Frappier, Les discours dans la chronique de Villehardouin [1946] e Le style de Villehardouin dans les discours de sa chronique [1946], in Id., Histoire, mythes et symboles. Etudes de littrature franaise, Genve, Droz, 1976, pp. 55-71 e 73-83; Peter M. Schon, Studien zum Stil der frhen franzsischen Prosa (Robert de Clari, Geoffroy de Villehardouin, Henri de Valenciennes), Frankfurt a. M., Klostermann, 1960, pp. 185-203; Jeanette M. A. Beer, Villehardouin, epic historian, Genve, Droz, 1968, pp. 82-97; Grard Jacquin, Le style historique dans les rcits franais et latins de la quatrime croisade, Paris/Genve, Champion/Slatkine, 1986, pp. 401-485.
19 Villehardouin, una questione nodale rappresentata dal rapporto intercorrente tra le allocuzioni fissate nel testo e le parole effettivamente pronunciate dai capi della spedizione. Daltra parte, la credibilit dei discorsi pubblici leggibili nella storiografia delle epoche premoderne un problema assai dibattuto e ben lungi dallessere risolto. Qual il grado di attendibilit degli storici dellantichit e dei cronisti medievali allorch riportano lallocuzione di un comandante al suo esercito o lambasceria di un messaggero? In che misura le nostre fonti rispecchiano le parole realmente dette? E quanto avranno pesato, invece, le convenzioni retoriche dei generi deliberativo ed epidittico? Insomma: siamo di fronte a documenti storici fededegni o ad artefatti stilisticamente elaborati ascrivibili quasi per intero alla fiction? Abbiamo a che fare con arringhe autentiche o fittizie? E ancora: che rapporto c tra le concioni dei capi inserite in una cronaca e le grandi orazioni di parata messe in bocca agli eroi delle chansons de geste e ben presenti nella retorica epica fin nei poemi italiani in ottave 7 ? Come sempre accade nelle discipline idiografiche, che osservano i fatti nella singolarit delle loro determinazioni storiche, non possibile generalizzare, ma si deve affrontare il problema caso per caso e testo per testo, con lovvia avvertenza che non sempre si riuscir a fare chiarezza e che spesso bisogner accettare ipotesi di lavoro sfumate e non univoche. Alcuni recentissimi contributi sulla adlocutio militaris prodotti nel settore dellantichistica suggeriscono di superare la spinosa querelle sulla realt storica dei discorsi alle truppe guardando alle poste in gioco ideologiche di cui tali discorsi si fanno
7 Fondati sulle risorse di uneloquenza lussureggiante e sostenuta, le arringhe poste sulle labbra dei condottieri epici sono vere e proprie cerimonie culturali, proprio come certi duelli regolati da un apparato normativo di complessa e sontuosa ritualit (cfr. Franco Fortini, Dialoghi col Tasso, a cura di Pier Vincenzo Mengaldo e Donatello Santarone, Torino, Bollati Boringhieri, 1999, p. 82).
20 portatori nelle opere che li tramandano 8 . Lantitesi tra veracit e finzione, tra fedelt mimetica ed elaborazione artistica, sar dunque da oltrepassare tenendo conto della tensione che si instaura tra vari elementi: le ritualit dei protocolli sociali e relazionali nel mondo antico, la cristallizzazione di genere del discorso esortativo apud milites, il peso della finzione letteraria, la riformulazione ideologica attuata nel testo inglobante. A patto di tener conto della complessa interazione di questi fattori, possiamo e dobbiamo utilizzare i discorsi di Tucidide e di Tacito come documenti storici. Non siamo lontani da quanto ha scritto magistralmente Luciano Canfora a proposito della parola pubblica fermata nel racconto storiografico classico: Se [...] vogliamo farci unidea di come parlavano Pericle, Alcibiade, Cleone, Nicia, Brasida, Atenagora siracusano ecc., dobbiamo ricorrere a Tucidide, che intu limportanza del ragionamento politico e della parola pubblica, e dei suoi effetti, come decisivo fatto storico 9 . Negli accompagnamenti esegetici che corredano la sua edizione, Edmond Faral ha mostrato la plausibilit storica di alcuni dei discorsi pubblici contenuti nella Conqute de Constantinople. Nei pochi luoghi in cui possibile istituire il confronto con documenti cancellereschi, si riscontrano precise ed estese concordanze, che non possono essere il frutto del caso. Ad esempio, le formule di giuramento che sanzionarono laccordo franco-veneziano per il nolo della flotta sono riprese con fedelt, talvolta quasi alla lettera, nella cronaca di
8 Si vedano i contributi di Giancarlo Abbamonte, Lorenzo Miletti e Claudio Buongiovanni nel volume miscellaneo Discorsi alla prova. Atti del Quinto Colloquio italo-francese Discorsi pronunciati, discorsi ascoltati: contesti di eloquenza tra Grecia, Roma ed Europa (Napoli - S. Maria di Castellabate [Sa], 21-23 settembre 2006), a cura di Giancarlo Abbamonte, Lorenzo Miletti, Luigi Spina, Napoli, Giannini, 2009, pp. 27-86. 9 Luciano Canfora, Prima lezione di storia greca, Roma-Bari, Laterza, 2004 4 , p. 57.
21 Villehardouin 10 . Sempre secondo Faral, la precisione e la quantit dei materiali informativi riversati nella cronaca inducono a supporre che il Maresciallo di Champagne, data la sua posizione eminente, non soltanto tenesse sottocchio un taccuino di note e appunti redatti durante la spedizione, ma avesse accesso a diplomi e carte ufficiali 11 . La disposizione ordinata delle notizie e la struttura saldamente compaginata del racconto fanno pensare ad una stesura posata, che puntella e integra i ricordi personali con lausilio di documenti scritti. Sennonch, tolte queste poche evidenze positivamente riscontrabili, il corpus di orazioni pubbliche della cronaca non verificabile nella sua attendibilit storica. Lunico dato certo che, nella loro estrema brevit, le concioni attribuite al doge di Venezia e alle altre figure di primo piano coinvolte nella narrazione non possono costituire in alcun modo una trascrizione completa dei discorsi autenticamente pronunciati. Con ogni evidenza, il memorialista non riproduce verbatim le allocuzioni dei grandi della spedizione, ma le asciuga e le condensa, spremendone lessenziale. Coerentemente con leconomia di mezzi e lausterit espressiva che contraddistinguono il suo libro ad ogni livello, Villehardouin sintetizza il contenuto di un intero discorso nel giro di qualche rigo, concentrando a volte quella che dovette essere unarticolata argomentazione in una sola frase caratteristica e impressiva. Confrontando questi esiti con le tradizioni precedenti e coeve in lingua dol, Frappier ha potuto avvicinare la Conqute de Constantinople alle prose romanzesche della Queste del Saint Graal e della Mort le roi Arthur. Queste opere prosastiche del Duecento modellano il discorso diretto con una sobriet cui si contrappongono gli ampi sviluppi e il lussuoso ornatus delle allocuzioni contenute
10 Geoffroy de Villehardouin, La conqute de Constantinople, d. Faral, cit., t. I, pp. 217-218. 11 Ivi, Introduction, pp. V-LXVII, pp. XIV-XVI.
22 nella storiografia francese in versi, sia in Wace che in Benot de Sainte-Maure. La tendenza allessenzialit di Villehardouin sarebbe da un lato la conseguenza di una tecnica compositiva ancora insufficientemente smaliziata, dallaltro lato il riflesso di una poetica comune alle prose del XIII secolo, fondata su un ideale di eloquenza privo di eccessi retorici e senza ampollosit. fuor di dubbio che queste considerazioni di Frappier siano preziose per collocare la Conqute de Constantinople nel contesto della letteratura francese del Duecento, ma ho limpressione che la secchezza e il laconismo dei discorsi riportati da Villehardouin siano da riportare, su un piano pi generale, alla speditezza narrativa tipica dei diari di guerra 12 . La rapidit compendiosa dello storiografo militare sfronda linessenziale, allineando solo le informazioni funzionali alla consequenzialit del resoconto. Laltra delicatissima questione sollevata da Frappier nel 1946 e costantemente dibattuta negli studi successivi quella che riguarda la progressiva rarefazione delloratio recta nella cronaca. Richiamo telegraficamente i termini della questione. Suddividendo i cinquecento paragrafi dellopera in cinque blocchi da cento 13 e calcolando le quote di testo in discorso diretto in rapporto alla narrazione, si ottengono i seguenti dati percentuali: 19,5%; 13,5%; 8%; 2,5%, 1,5% 14 . Come si vede, nella sezione iniziale dellopera il peso del discorso diretto pari allincirca ad un quinto del totale, mentre si riduce a percentuali molto basse negli ultimi duecento paragrafi. Secondo Frappier 15 , limpiego sempre
12 Sulla Conqute de Constantinople come memoriale di guerra, cfr. Beryl Smalley, Storici nel Medioevo, Napoli, Liguori, 1979, pp. 189-190. 13 Qui e di seguito, i riferimenti alla cronaca e le citazioni sono conformi al testo e alla paragrafatura della succitata edizione di Edmond Faral: Geoffroy de Villehardouin, La conqute de Constantinople, cit. 14 Questi dati quantitativi sono desunti da Schon, Studien zum Stil der frhen franzsischen Prosa, cit., p. 190. 15 Frappier, Les discours dans la chronique de Villehardouin, cit., pp. 69-71.
23 meno frequente delloratio recta dipenderebbe dallassunzione di un punto di vista pi astratto e intellettuale, ossia da una visione storiografica pi matura e capace di dominare la complessit delle situazioni politiche e degli eventi militari descritti. Determinato a costruire una narrazione fortemente coesa e imperniata su una ferrea concatenazione logica di fatti, Villehardouin tenderebbe a privilegiare lo stile indiretto, che si fonde nella narrazione senza spezzare il ritmo della sequenza evenemenziale. Il discorso diretto, che fa coincidere almeno convenzionalmente il tempo della storia con quello del racconto, produrrebbe infatti degli arresti, interrompendo la rettilinea progressione degli accadimenti e la loro rigorosa interconnessione sulla base di rapporti causa/effetto. Il diradarsi delloratio recta rispecchierebbe dunque unopzione consapevole: quella di limitare il ruolo delleloquenza per mettere in primo piano le ragioni della storia. A questa proposta critica sottile e intelligente come ogni idea uscita dalla penna di quel gigante della romanistica che stato Jean Frappier mi sembra per preferibile lipotesi avanzata da Grard Jacquin 16 , che ha suggerito un convincente rovesciamento di prospettiva. La preferenza accordata alloratio obliqua e luso limitato del discorso diretto nella seconda met della cronaca sarebbero da attribuire meno ad un mutato atteggiamento di Villehardouin verso la sua materia che a un vero e proprio cambiamento di soggetto. La prima porzione dellopera ha, infatti, una marcata impronta politico-diplomatica e riferisce un gran numero di trattative, accordi, controversie e ambascerie. Per contro, i 300-500 fanno prevalere nettamente il racconto veloce degli spostamenti di truppe, dellattivit ossidionale e
16 Cfr. Jacquin, Le style historique, cit., pp. 477-485. Meno rilevanti le osservazioni di Schon e Beer: cfr. Schon, Studien zum Stil der frhen franzsischen Prosa, cit., pp. 190-191; Beer, Villehardouin, epic historian, cit., pp. 92-94.
24 dei combattimenti. Lesiguit delle forze franco-veneziane e la loro dissociazione tra gli scenari europei della Tracia e lo scacchiere dellAsia Minore costringono limperatore latino e gli altri capi dellarmata ad un frenetico attivismo e ad un continuo andirivieni da un fronte allaltro. La Conqute de Constantinople appare cos spartita in due sezioni che corrispondono a due distinte modalit narrative: nei 1-299 dellopera predomina il registro politico-strategico dei negoziati, dei preparativi logistici e delle operazioni militari in grande stile; nei 300-500 troviamo invece il registro spicciativo del bollettino di guerra, che mostra la drammatica situazione dei Franco-veneziani, inchiodati sulle rive del Bosforo e costantemente alle prese col problema irrisolvibile della carenza di effettivi. Strettamente connessa col primo di tali registri 17 , loratio recta compare di rado nel secondo. Dopo aver fornito le coordinate preliminari della questione, vorrei offrire una campionatura di esempi atti ad illustrare la densit di implicazioni letterarie, riferimenti storici e significati ideologici sottesi alla parola pubblica dei capi nella Conqute de Constantinople. Comincerei con la famosa allocuzione del doge al popolo veneziano riunito nella basilica di San Marco 18 :
17 La prima met della cronaca assegna un ruolo di primo piano alla parola conflittuale e mediatrice: si pensi solo alla trattativa con i Veneziani per il nolo della flotta, ai tesi dibattiti sulle deviazioni verso Zara e Bisanzio o allintimazione dei crociati allinsolvente Alessio IV. Nel mondo premoderno, limpegno contrattuale, laccordo giurato e vincolante, la pattuizione di unalleanza e la dichiarazione di guerra sono momenti forti di negoziazione e di scontro che si esprimono tipicamente nelle pratiche dello scambio verbale. Non sorprende perci che in queste porzioni di racconto loratio directa raggiunga i suoi picchi percentuali. 18 Qui e innanzi, la traduzione italiana riprodotta tra parentesi quadre dedotta dalla seguente edizione: Geoffroy de Villehardouin, La conquista di Costantinopoli, a cura di Fausta Garavini, Milano, SE, 2008 2 .
25 64. Lors furent assembl a une diemenche a liglise Saint Marc, si ere une mult grant feste, et i fu li pueple de la terre et li plus des barons et des pelerins.
65. Devant ce que la grant messe conmenast, li dux de Venise, qui avoit nom Henris Dandole, monta eu leteril et parla al pueple et lor dist: Seignor, acompaigni estes alla meillor gent du monde et por le plus halt afaire que onques genz entrepressent. Et je sui vialz hom et febles, et avroie mestier de repos; et maaigniez sui de mon cors. Mes je voi que nus ne vos savroit si governer et si mastrer con ge, qui vostre sire sui. Se vos voliez otrier que je presse le signe de la croiz por vos garder et por vos enseignier, et mes filz remansist en mon leu et gardast la terre, je iroie vivre ou morir avec vos et avec les pelerins.
66. Et quant cil orent, si sescrierent tuit a une voiz: Nos vos proions por Dieu que vos lotroiez et que vos le faois et que voz en viegns avec nos.
[64. Allora si raccolsero una domenica alla chiesa di San Marco, ed era grandissima festa, e cera la popolazione del paese, e la maggior parte dei baroni e dei pellegrini.
65. Prima che cominciasse la grande messa, il doge di Venezia, che aveva nome Enrico Dandolo, mont sul pulpito e parl al popolo e disse loro: Signori, siete alleati della miglior gente del mondo e per limpresa pi nobile che mai gente abbia tentato. E io sono vecchio e debole e avrei bisogno di riposo; e sono infermo. Ma vedo che nessuno saprebbe governarvi e dirigervi come me, che sono vostro signore. Se voleste consentire a che io prendessi il segno della croce per difendervi e guidarvi, e mio figlio rimanesse al mio posto e difendesse il paese, andrei a vivere o morire con voi e con i pellegrini.
66. E quando questi ebbero inteso gridarono tutti ad una voce: Vi preghiamo in nome di Dio perch acconsentiate, e facciate cos e veniate con noi.]
Incassata lentusiastica manifestazione di consenso che gli viene tributata dal popolo veneziano, il doge scende dal pulpito e va ad inginocchiarsi dinanzi allaltare per ricevere la
26 croce, tra la commozione e il pianto di tutti gli astanti ( 67- 68). Questa grande sequenza, che mette in primo piano i prestigi rituali della voce, probabilmente la pi riuscita scena collettiva di tutta la cronaca, sia per lintensa concentrazione emozionale creata attorno allavvenimento sia per limpressione di solennit cerimoniale che scaturisce dai gesti e dalle parole di tutti i presenti. Un contributo decisivo alla produzione del pathos dato dalla costruzione teatrale della sequenza, che sceneggia in forma drammatica il patto di fedelt tra Enrico Dandolo e il popolo veneziano. Allorazione appassionata del doge risponde allunisono il coro dei Veneziani riuniti in quel luogo altamente simbolico che la Basilica di San Marco. Espediente antirealistico di ascendenza epica impiegato con frequenza da Villehardouin 19 , il discorso collettivo consiste di solito in una breve formula che si suppone pronunziata ad una sola voce da una folla di persone, per esprimere il pensiero o la volont di un intero gruppo unarmata, una schiera, una cittadinanza, ecc. e sottolineare in tal modo una comunanza solidale di intenzioni o di sentimenti condivisi. Qui la vox populi, unitaria e unanime, quella dei Veneziani, che ribadiscono la loro coesione identitaria, rinnovando altres la loro fiducia verso il doge. I baroni francesi e i loro uomini restano sullo sfondo come testimoni muti e commossi del rito. A parte il ricorso a costrutti parallelistici (si governer et si mastrer, por vos garder et por vos enseignier) e labituale dilatazione iperbolica nel dire la difficolt dellimpresa crociata (acompaigni estes alla meillor gent du monde et por le plus halt afaire que onques genz entrepressent), la concione di Enrico Dandolo appare tutto sommato spoglia di orpelli retorici. Lelevatissima temperatura patetica del discorso conseguita mediante
19 Sul discorso collettivo nella Conqute de Constantinople si veda soprattutto Frappier, Les discours dans la chronique de Villehardouin, cit., pp. 66-68.
27 uneloquenza della perspicuit che si appella meno allelocutio che alla forza intrinseca degli argomenti e dei valori evocati: il senso del sacrificio personale, il patriottismo lagunare, limportanza della posta in gioco, ecc. Alla mozione degli affetti concorre naturalmente lambientazione della scena: nemmeno un rigo dedicato alla descrizione della Basilica di San Marco (le pause descrittive sono estranee al repertorio del nostro cronista militare), ma la sacert del luogo, rinforzata dalla congiunzione con una festivit liturgica (si ere une mult grant feste), si riverbera sullintera scena, proiettando sullaccordo con gli alleati transalpini unaura di legittimazione religiosa. Daltronde, la magistrale regia del Dandolo ha congiunto in ununica cerimonia di potente suggestione un atto eminentemente politico ed un altro di tipo rituale: la ratifica popolare dei patti franco-veneziani viene infatti a coincidere con la presa della croce da parte del doge. Il rilievo assegnato allevento non discende soltanto dallovvia esigenza di valorizzare uno dei momenti forti del racconto, ma rientra a pieno titolo nellintenzione apologetica della cronaca di Villehardouin. arcinoto che la Conqute de Constantinople pu essere letta come un memoriale difensivo, che risponde punto per punto alle pesanti critiche rivolte contro lo stato maggiore crociato. Lattacco a Zara, la diversione a Bisanzio, la rinuncia a riprendere il viaggio verso la Terrasanta, lacquiescenza nei confronti dei Veneziani e delle loro continue pretese, linsaziabile cupidigia dei grandi baroni esercitata ai danni dei poveri cavalieri al momento di spartire il bottino: ecco le principali accuse mosse agli alti comandi dellarmata, accuse di cui si coglie uneco precisa nel resoconto di Robert de Clari. Se leggiamo il libro di Villehardouin come una coerente e puntuale giustificazione delle scelte politico-militari fatte dai capi della spedizione, il discorso del doge nella Basilica di San Marco si carica di ulteriori significati. Il Maresciallo di Champagne si premura di farci sapere che,
28 emulando il loro carismatico signore, i Veneziani si fanno crociati a mult grant fuison et a grant plent ( 68) 20 . La notazione importante, perch permette di sottolineare il pieno coinvolgimento della Serenissima nel passaggio. Di qui in avanti i Veneziani non sono soltanto i fornitori della flotta oneraria: essi diventano a tutti gli effetti milites Christi, strettamente associati nellimpresa ai pellegrini francesi. Ma ci che fa spicco nel nostro episodio soprattutto la figura del doge, uomo ormai anziano e per di pi cieco, e nondimeno provvisto di eccezionale energia fisica. Larringa tesa e solenne del 65 contribuisce a tratteggiare il ritratto morale del personaggio, ma il 67 a rivelarci il suo carisma, mostrandocelo in cima allambone di San Marco, mentre calamita lo sguardo della folla, ammaliata dalla strana bellezza dei suoi occhi spenti. La frase relativa qui vialx hom ere et gote ne veoit, impiegata come formula epica e quasi con valore di epiteto ornante, introdurr almeno tre volte, nel corso della cronaca, le apparizioni pi significative del Dandolo 21 , che indubitabilmente uno degli eroi di Villehardouin. Tanto con la parola come con lazione, il doge non fa che palesare le sue virt di condottiero prudente e, insieme, valoroso (sages et preuz, 364). Questo panegirico di Enrico Dandolo, che ha nellepisodio della Basilica di San Marco uno dei suoi picchi patetici, rientra con ogni evidenza nelle strategie apologetiche messe in atto dal Maresciallo di Champagne per provare che era stato giusto e opportuno legare alla Serenissima le sorti della crociata. Membro della ristretta e prestigiosa ambasceria inviata a Venezia per trattare il nolo della flotta, Villehardouin ha un ruolo importante nei negoziati tra i baroni crociati e la
20 Lo straordinario carisma del doge e la sua capacit di stimolare, con la parola e con lesempio, lo spirito di emulazione dei Veneziani sono illustrati in un celebre aneddoto di sapore epico raccontato ai 173-174 della cronaca di Villehardouin. 21 Cfr. i 173, 351 e 364, dove il clich ritorna con minime varianti.
29 Repubblica di San Marco. Non solo. Il Maresciallo appartiene al partito predominante che, in tutte le svolte decisive e gli snodi nevralgici della spedizione, sceglie di appoggiarsi agli alleati lagunari. anche per tale ragione che la Conqute de Constantinople disegna un profilo glorificante del doge di Venezia 22 . In tale angolatura, assume valore simbolico quanto accade dopo la rovinosa sconfitta di Adrianopoli (14 o 15 aprile 1205), allorch le forze franco-veneziane rischiano di essere completamente annientate dai Valacco-Bulgari e dagli ausiliari comani di Giovanni Kalojan. Nel disordine della rotta, Villehardouin riesce a radunare i fuggitivi e gli scampati al disastro, organizzando un ripiegamento ordinato. In quel drammatico frangente, Villehardouin si assume il compito pericoloso di guidare la retroguardia e affida al Dandolo la testa della colonna ( 362-374). Autentico capolavoro di perizia tattica, la ritirata di Adrianopoli presentata come limpresa di due abili e sperimentati comandanti, che si stimano e lavorano in perfetta sintonia. Gli studiosi di Villehardouin hanno osservato da tempo che la Conqute de Constantinople pervasa da un punto di vista dicotomico che contrappone due schieramenti: da un lato ci sono i benintenzionati, che si sforzano in ogni modo di preservare la compattezza politica e lunit militare della spedizione, contrastando con decisione le spinte centrifughe; dallaltro lato ci sono gli agenti dellanarchia e della dissoluzione, che operano apertamente o nellombra per despecier lost, ossia per minare irrimediabilmente la coesione del campo crociato 23 . Questa visione dualistica
22 Sulla celebrazione del doge e la grandeur des Vnitiens nei mmoires di Villehardouin, cfr. Jean Dufournet, Villehardouin et les Vnitiens, Linformation littraire, 21, 1969, pp. 7-19 e Id., Les crivains de la IV e
croisade. Villehardouin et Clari, 2 voll., Paris, Socit ddition denseignement suprieur, 1973, t. I, pp. 175-207. 23 Su questa costante quasi ossessiva della cronaca di Villehardouin, cfr. Geoffroy de Villehardouin, La conqute de Constantinople, chronologie et
30 oblitera le sfumature e rappresenta la realt storica secondo una logica che ammette solo i contrasti violenti di luce e ombra. In un saggio dedicato allideologia di Villehardouin, Paul Archambault ha parlato con ottime ragioni di history in black and white, suggerendo che questa visione manichea possa trarre origine dalla mentalit tipica dei militari, i quali sono soliti rivestire il nemico dei simbolismi disforici della tenebra e del caos 24 . Lantitesi tra le forze dellordine e quelle dellanomia assume di solito forma dialogica, cosicch i valori contraddittori e i punti di vista collidenti si polarizzano nel dibattito tra due posizioni in contrasto, con un forte effetto di messa in prospettiva. A pi riprese, Villehardouin mette in scena il serrato conflitto di opinioni tra il suo partito il cartello dei grandi baroni e lodiato clan dei siriani, cio di coloro che si oppongono a qualsiasi diversione e insistono per unimmediata partenza alla volta della Terrasanta. Ebbene, in tutti questi casi, il Maresciallo di Champagne presenta la controversia in modo tale da deprezzare o silenziare le ragioni dei suoi avversari. La svalutazione degli argomenti messi in campo dai siriani passa attraverso unoculata gestione delle risorse retorico-stilistiche. Vediamo un esempio. Nel gennaio 1203, mentre larmata sverna a Zara, giungono i messaggeri inviati da Alessio il giovane, che rivolgono ai pellegrini una proposta di accordo. Il principe greco chiede laiuto militare necessario a riottenere il trono di Bisanzio, promettendo in cambio enormi facilitazioni e favori. Tra i crociati si comincia a parlare della possibilit di fare rotta verso Costantinopoli. La discussione si accende e le posizioni
prface par Jean Dufournet, Paris, Garnier-Flammarion 1969, Prface, pp. 8-21, pp. 12-15; Geoffroy de Villehardouin, La conqute de Constantinople, prsentation, tablissement du texte, traduction, notes, bibliographie, chronologie et index par Jean Dufournet, Paris, GF Flammarion, 2004, Prsentation, pp. 9-33, pp. 30-33. 24 Paul Archambault, Villehardouin: History in Black and White, in Id., Seven French Chroniclers. Witnesses to History, Syracuse (New York), Syracuse University Press, 1974, pp. 25-39, pp. 28, 32.
31 ben presto si radicalizzano. Estrapoliamo dal testo i paragrafi che condensano il dibattito:
95. La ot parl en maint endroit. Et parla labs de Vals, de lordre de Cystiaus, et cele partie qui voloit lost depecier; et distrent quil ne si accorderoient mie, que ce ere sor crestens, et il nestoient mie por ce me, ainz voloient aler en Surie.
96. Et lautre partie lor respondi: Bel seignor, en Surie ne poez vos rien faire, et si le verroiz bien a cels mesmes qui nos ont deguerpiz et il sont al as autres porz. Et sachis que par la terre de Babiloine ou par Grece iert recovree la terre doltremer, sele jamais est recovree; et se nos refusons ceste convenance, nos somes honi a toz jorz.
[95. L si esposero diversi pareri. Parlarono labate di Vaux, dellordine di Cteaux, e quelli del partito che voleva disgregare lesercito; e dissero che non bisognava consentirvi perch questo significava andar contro a dei cristiani, e non era per questo che erano partiti, ma volevano andare in Siria.
96. E laltro partito rispose loro: Bei signori, in Siria non potrete far nulla e lo vedete bene da quelli che ci hanno abbandonato e sono andati ad altri porti. E sappiate che solo attraverso la terra di Babilonia o la Grecia potr essere riconquistata la terra doltremare, se mai sar riconquistata; e se rifiutiamo questo fatto, siamo per sempre maledetti.]
Squalificati da una didascalia introduttiva che li presenta come fomentatori di divisioni e disordini, i siriani parlano per primi: i loro argomenti sono riferiti dal cronista in modo estremamente conciso e in stile indiretto. I sostenitori della diversione verso Costantinopoli, che godono del vantaggio dellultima parola e possono dunque confutare le tesi dei loro avversari, non solo esprimono la loro opinione in modo pi esteso, ma lo fanno mediante loratio recta, che conferisce alle loro ragioni maggior rilievo e incisivit 25 . Non
25 Cfr. al riguardo Frappier, Les discours dans la chronique de Villehardouin, cit., pp. 65-66; Jacquin, Le style historique, cit., pp. 468-469.
32 difficile capire a quale dei due schieramenti vadano le preferenze di Villehardouin. Come si vede, le divisioni presenti nel campo crociato e le scelte personali dellautore si traducono in precise strategie retoriche e discorsive, che si possono smontare con gli strumenti dellanalisi stilistica. Luso di contrapporre stile diretto e indiretto per enfatizzare un punto di vista a scapito di un altro una tecnica che Villehardouin mette a frutto anche in altri passaggi della cronaca. Un caso patente offerto dalla controversia che conduce alla rottura, poi ricomposta, tra il marchese Bonifacio di Monferrato e Baldovino di Fiandra, imperatore latino di Costantinopoli:
276. Sire, fait il, novelles me sunt venues de Salenike, que la gent del pas me mandent que il me recevront volentiers a seignor. Et je en sui vostre hom, et la tieng de vos, si vos vuel proier que vos me laissiez aler; et quant je serai saissiz de ma terre et de ma cit, je vos amenrai les vandes encontre vos et venrai appareilliez de faire vestre conmandement. Et ne me destruiez mie ma terre; et alomes, se vostre plaisirs est, sor Johannis, qui est rois de Blakie et de Bogrie, qui tient grant partie de la terre a tort.
277. Ne sai par cui conseil lempereres respondi quil voloit aler totes voies vers Salenike et feroit ses autres afaires en la terre. Sire, fait Bonifaces, li marchis de Monferrat, je te proi, des que je puis ma terre conquerre sanz toi, que tu ni entrer; et se tu i entres, ne me semble mie que tu le faces por mon bien; et sachiez vos de voir, je nirai mie avec vos, ainz me partirai de vos. Et lempereres Baudoins respondi que il ne lairroit mie por ce que il ni alast tote voie.
[276. Sire egli dice mi son giunte notizie da Salonicco che la popolazione di quel paese mi manda a dire che mi accoglieranno volentieri come signore. E io sono vostro vassallo in questa terra e lho avuta da voi, e ora voglio pregarvi di lasciarmi andare; e quando avr preso possesso della mia terra e della mia citt, vi verr incontro con dei viveri e verr pronto ad eseguire i vostri ordini. E non rovinatemi la mia terra; e andiamo, se vi piace, contro Giovanni re di Valacchia e di Bulgaria, che occupa a torto gran parte del territorio.
33 277. Non so per consiglio di chi, limperatore rispose che voleva andare comunque verso Salonicco e che avrebbe sistemato gli altri suoi affari nel paese. Sire disse Bonifacio, marchese di Monferrato poich posso occupare le mie terre senza di te, ti prego di non entrarvi; e se vi entri, non mi sembra che tu lo faccia per il mio bene; e sappiate invero che non verr con voi, anzi mi separer da voi. Limperatore Baldovino rispose che non avrebbe rinunziato ad andarvi per questo.]
I due paragrafi sono modellati sullo stesso schema: Bonifacio, le cui parole sono riferite in stile diretto, si rivolge allimperatore per promettergli lealt e auxilium, ma rivendica con fermezza i suoi diritti; le repliche di Baldovino, alquanto brusche e riportate in forma di oratio obliqua, ignorano le ragioni del Marchese e i protocolli del diritto feudale, secondo il quale un signore non poteva entrare nella terra dei suoi vassalli contro la loro volont. Ancora una volta non vi sono dubbi su chi sia il destinatario delle simpatie del Maresciallo di Champagne, anche se la cronaca si premura di sottolineare che limperatore agisce sotto linfluenza di cattivi consiglieri (si vedano, al riguardo, anche i 294-296). Daltra parte, era stato proprio Villehardouin, nel 1201, a proporre la candidatura del Bonifacio di Monferrato a capo della spedizione ( 41), ed proprio sulla morte eroica del Marchese, avvenuta nel 1207 per mano dei Bulgari, che si chiude la Conqute de Constantinople ( 498-500). Lipoteca apologetica della cronaca torna a farsi sentire con forza: coonestando la linea di condotta di Bonifacio, Villehardouin difende la bont delle proprie scelte 26 . Ma non tutto. Dietro questa bella scena di corruccio e sdegno feudali, si pu cogliere la presenza di un modello interdiscorsivo mai segnalato, chio sappia, nella letteratura critica. Il contrasto tra Baldovino e Bonifacio certamente un
26 Cfr. Dufournet, Les crivains de la IV e croisade, cit., t. I, pp. 208-244, soprattutto alle pp. 230-235.
34 fatto storico 27 , ma il modo in cui ce lo racconta Villehardouin ricorda da vicino la cosiddetta epica della rivolta 28 , ovvero le canzoni di gesta che narrano la ribellione di vassalli offesi o trattati ingiustamente dal loro re/imperatore. Come in altri casi, anche qui sarebbe ingenuo e fuori luogo indicare una fonte precisa: abbiamo piuttosto a che fare con la ripresa di un motivo epico di larga diffusione, saldamente inserito in una topica di genere. E ci collima con quanto ha scritto Jeanette Beer nel suo Villehardouin, epic historian, dove si sostiene con buoni argomenti che linflusso della chanson de geste si esercita sulla Conqute de Constantinople non come prelievo da testi specifici, ma come influenza diffusa di temi, immagini e coordinate ideologiche 29 .
27 Ne d conto anche Robert de Clari, La conqute de Constantinople, dite par Philippe Lauer, Paris, Champion, 1956 (I ed. 1924), capp. XCIX-CIV. 28 William C. Calin, The Old French Epic of Revolt: Raoul de Cambrai, Renaud de Montauban, Gormond et Isembart, Genve-Paris, Droz- Minard, 1962. 29 Cfr. Beer, Villehardouin, epic historian, cit., pp. 43-56. Oltre a promuovere la transvalutazione eroizzante di eventi molto vicini nel tempo, lo stile epico permette a Villehardouin di proiettare sugli esiti discutibili della spedizione franco-veneziana un alone nobilitante e apologetico da chanson de croisade. Lo ha ricordato di recente Catherine Croisy-Naquet, ricapitolando la complessa questione dei rapporti intergenerici tra lepica e le scritture cronachistiche nella Francia del Duecento. Daltra parte, la mutuazione di motivi e dispositivi formali propri alla chanson de geste anche un modo di surrogare le manchevolezze di una storiografia in prosa ancora sprovvista di un solido statuto letterario. Ma occorrer pure ribadire che linfluence de la chanson de geste sur lhistoriographie naissante en prose repose en grande partie sur les liens que le pome pique entretient avec la ralit historique (Catherine Croisy-Naquet, Traces de lpique dans lhistoriographie au XIII e sicle, in Palimpsestes piques. Rcritures et interfrences gnriques, sous la direction de Dominique Boutet et Camille Esmein-Sarrazin, Paris, Presses de lUniversit Paris-Sorbonne, 2006, pp. 203-216, p. 203). Allorigine dellepica c sempre una realt storica, autentica o pretesa tale dalla comunit di uomini che vi impianta il proprio sistema valoriale.
35 Il 13 aprile 1205, un contingente franco-veneziano acquartierato davanti alla citt di Adrianopoli. Dun tratto, come materializzandosi dal nulla, compaiono gli ausiliari comani di Giovanni di Valacchia, che effettuano fulminee scorrerie contro laccampamento dei latini. Questi reagiscono con una carica a fondo. Applicando una tattica di finta fuga tipica dei Reitervlker delle steppe, i Comani dapprima si lasciano inseguire dalla cavalleria pesante francese per fiaccarne la resistenza, poi fanno un repentino dietrofront e contrattaccano energicamente. Disunite e sgranate, le schiere crociate si trovano in grave difficolt e sono costrette a ripiegare verso il campo, lasciando sul terreno numerosi destrieri ( 355). I grandi baroni si riuniscono allora in consiglio di guerra e danno disposizioni perch non si abbocchi pi alle manovre di fuga simulata dei cavalleggeri di Giovanni Kalojan ( 356). Quelli che si sono lanciati allinseguimento dei Comani hanno agito molt folement, hanno commesso una grant folie. Studiando le concezioni del coraggio e della paura nella cultura cavalleresca, Alessandro Barbero ha mostrato come il lemma folie serva a designare, soprattutto nei testi dei memorialisti, unazione militare avventata e controproducente. Nelle pagine delle cronache, informate dalla concreta esperienza della guerra e dal realistico pragmatismo dei professionisti delle armi, la folie temeraria dei cavalieri pi impulsivi costantemente censurata. Limperatore e gli altri capi dellarmata raccomandano dunque di tenere le posizioni e di non rispondere alle provocazioni degli incursori di Giovanni di Valacchia. Sennonch, le precise disposizioni diramate dal consiglio di guerra restano lettera morta. Il giorno seguente, proprio uno dei grandi feudali a trasgredire gli ordini. Incapace di frenarsi, il conte Luigi di Blois carica impetuosamente i cavalleggeri comani, ritrovandosi ben presto a mal partito e trascinando nella sua improvvida
36 iniziativa limperatore Baldovino e una parte consistente delle forze crociate. linizio della famosa disfatta di Adrianopoli.
359. Et il orent bataille dautre gent que de chevaliers, qui ne savoient mie assez darmes; si sescomencent a esfreer et desconfire. Et li cuens Loeys, chi fu assemblez primiers, fu navrez en .II. los mult durement; et li Conmain et li Blac les conmencierent a envar; et li cuens ot est chas, et uns suens chevaliers, qui ot nom Johans de Friaise, fu descenduz, si lo mist sor son cheval. Assez fu de la gent le conte Loeys ki li distrent: Sire, alez vos en, quar trop malement navrez estes en .II. leus; et il li dist: Ne place Dam le Dieu que ja ms me soit reprov que je fuie de camp et laise lempereor.
[359. E avevano delle schiere composte di gente che non erano cavalieri, e non molto esperti nelle armi; e cominciarono a spaventarsi e cedere. E il conte Luigi, che si era scontrato per primo, fu ferito molto gravemente in due punti; e i Cumani e i Valacchi cominciarono a sopraffarli; e il conte era caduto; e un suo cavaliere, che aveva nome Giovanni di Friaize, scese a terra e lo mise sul suo cavallo. Ve ne furono molti di quelli del conte Luigi che gli dissero: Sire, andatevene, perch siete troppo gravemente ferito in due punti; ed egli disse: Non piaccia al Signore Iddio che mai mi sia rimproverato desser fuggito dal campo e davere abbandonato limperatore.]
Questo paragrafo veloce e movimentato ci restituisce alcune istantanee della mischia: lo sbandamento di una schiera di sergenti inesperti, la caduta da cavallo di Luigi di Blois gravemente ferito, la coraggiosa manovra di rescosse che vale a Giovanni di Friaize una menzione speciale. Ma dopo che la macchina da presa ha colto le fasi concitate dellazione, il flusso narrativo si arresta in uno scambio di battute che non stonerebbe in una lassa epica. Nella frase posta sulle labbra del conte si concentrano i valori della fortitudo guerriera e della fedelt ai doveri vassallatici, ma soprattutto il timore, tipico della shame culture cavalleresca, di perdere per sempre il buon nome, disonorando s e la propria stirpe. Luigi sceglie di
37 restare e di morire, perch di lui non si canti una canzone di scherno. lideologia della Chanson de Roland: Or guart chascuns que granz colps i empleit, / Male canun de nus chantt ne seit! (vv. 1013-1014) 30 . Mediante la nuda narrazione dei fatti, la cronaca indica in Luigi di Blois uno dei principali responsabili della rotta di Adrianopoli, ma ci che rimane nel ricordo del lettore sono le sue ultime, memorabili parole. Cos, grazie alluso impressivo del discorso diretto, Villehardouin pu rendere lonore delle armi ad un grande feudale 31 . Portavoce del partito aristocratico, il Maresciallo di Champagne non dimentica mai la solidariet di classe e non perde occasione per celebrare il comportamento eroico dei baroni francesi.
30 La chanson de Roland, dition critique par Cesare Segre, nouvelle dition refondue, traduite de litalien par Madeleine Tyssens, glossaire tabli par Bernard Guidot, Genve, Droz, 2003, p. 144. 31 Sulla figura di Luigi di Blois nella cronaca di Villehardouin, cfr. Dufournet, Les crivains de la IV e croisade, cit., t. II, pp. 269-276.
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FLORIN SFRENGEU
Istoriografie i arheologie: informaii din Gesta Hungarorum a lui Anonymus privind ducatul lui Menumorut i cercetrile arheologice de la Biharea
Pentru cunoaterea societii maghiare i a realitilor zonei central i sud-est europene, istoriografia maghiar dispune de cteva lucrri importante. n cadrul acestor izvoare narative se reflect, dup cum remarca Ioan-Aurel Pop, urmtoarele aspecte:
stadiul de evoluie social-politic i economic a ungurilor n preajma stabilirii lor n Pannonia, structura etno-demografic a Pannoniei la acea dat i ulterior, expediiile ntreprinse de unguri n apusul, sudul i estul Europei, conflictele cu unele state i formaiuni politice existente n zona pannonian i carpatic, transformrile suferite de societatea ungar, de la nomadism la sedentarizare i feudalizare, cretinarea ungurilor, colonizarea i aezarea unor strini n Ungaria, formarea statului ungar, succesiunea n cadrul dinastiei rpdienilor, cuceririle ntreprinse de unguri n detrimentul statelor i popoarelor din jur etc. 1
Analizat critic pentru prima dat de ctre Hman Blint, istoriografia maghiar din secolele XII-XV are la origine dou arhetipuri de geste: Gesta Ungarorum i Gesta Hungarorum, ambele pierdute 2 . Primul arhetip prezint evenimentele istoriei
1 Ioan-Aurel Pop, Romnii i maghiarii n secolele IX-XIV. Geneza statului medieval n Transilvania, ediia a II-a, Cluj-Napoca, 2003, p.92. 2 St. Brezeanu, Romani i Blachi la Anonymus. Istorie i ideologie politic, n Romanitatea oriental n Evul Mediu, Bucureti, 1999, p.138, unde sunt amintite dou dintre studiile specialistului maghiar: B. Hman, A szent Lszl-kori Gesta Ungarorum (Gesta Hungarorum din epoca lui Ladislau cel Sfnt), Budapesta, 1925; Idem, La premire priode de l`historiographie
39 ungare de la nceputurile ei mitice pn n anul 1091. Autorul necunoscut, probabil un cleric de cultur francez i italian, se folosete de Cronica lui Regino, Annales Altahenses, tradiiile de familie ale regilor rpdieni i cele ale nobilimii maghiare. Scris la sfritul domniei lui Ladislau cel Sfnt (1077-1095), lucrarea a fost folosit ca baz documentar de ctre Anonymus, Annales Posonienses, Raportul lui Ricardus, Cronica lui Thomas de Spalato i informaiile verbale ale lui Odo de Deuil. Al doilea arhetip a fost scris la sfritul secolului al XIII-lea, n timpul domniei lui Ladislau Cumanul (1272-1290), din el inspirndu-se Simon de Kza pentru Cronica minor, precum i celelalte cronici maghiare din secolele XIV-XV, dintre care amintim; Chronicon pictum Vindobonense, Chronicon Posoniense, Chronicon Dubnicense i Chronicon Budense 3 . Opera Notarului Anonim, Gesta Hungarorum (Faptele ungurilor) este considerat de majoritatea specialitilor o important lucrare pentru desluirea unor evenimente i realiti de la sfritul mileniului I i nceputul celui de-al II-lea al erei cretine, nu numai referitoare la maghiarii nou venii n Europa central ci i la celelalte populaii aflate n zon, care au avut de suferit n urma aciunilor ntreprinse de acetia. Magistrul zis P., notarul, presupus de unii istorici, fie a regelui Bla al II-lea (1131-1141) sau Bla al III-lea (1172-1196), supranumit astzi Anonymus, format, dup cum ne spune printre alii i Stelian Brezeanu, n mediul parizian al secolului al XII-lea, i ia ca model gestele romaneti aflate n vog n societatea francez a vremii. El celebreaz faptele de arme ale regilor i ale nobilimii maghiare, transformnd cucerirea Pannoniei i campaniile de prad n Occident i Balcani n episodul central al naraiunii sale 4 .
hongroise, n Revue des tudes Hongroises et Finno-ougriennes, III, 1925. 3 Brezeanu, Romani i Blachi, cit., p.138; Pop, Romnii i maghiarii, cit., p. 95. 4 Brezeanu, Romani i Blachi, cit., p. 138.
40 n capitolul I. Cine a fost Notarul Anonim?, al crii lui Alexandru Madgearu, Romnii n opera Notarului Anonim, se reia ntreaga problematic privind identitatea i vremea n care a scris acesta, mult discutate de istorici. n concluzie, autorul nclin spre datarea izvorului ntr-o perioad ulterioar lui Bla al II-lea, naintea renaterii Bulgariei, foarte probabil n jurul anului 1150, ns se precizeaz c nu pot fi eliminate i alte ipoteze, deci nu poate fi o datare definitiv 5 . Mai recent, Tudor Slgean reia discuia privind posibila datarea a Gestei Hungarorum n perioada care a urmat domniei lui Bla I (1060-1063) i a pregtirii lui Anonymus, cel mai probabil n Italia deoarece o serie de indicii prezente n textul lucrrii arat faptul c Anonymus cunotea cel mai bine nordul Italiei. Ample referiri sunt fcute, cu ocazia descrierii campaniilor ungurilor n Italia, la realitile politice, orae i locuri precum: marca Lombardiei, Friuli, Padova, Vercelli, Susa, Torino, cmpia Lombardiei 6 . Opera s-a pstrat parial ntr-un singur manuscris de la mijlocul secolului al XIII-lea, conservat azi la Biblioteca Naional Maghiar, fiind publicat prima oar n 1746 de ctre J. G. Schwandter i M. Bel, dar ea a fost semnalat pentru prima oar n 1652, ntr-un catalog al Bibliotecii Imperiale din Viena 7 . Lucrarea Notarului Anonim nu s-a pstrat integral, deoarece din capitolul 15 reiese c naraiunea atingea i epoca lui Andrei I (1046-1060), textul ncheindu-se cu domnia ducelui Gza, fcnd referiri ns i la evenimente contemporane cu tefan I. Opera are urmtoarea structur: capitolele 1-11 cuprind descrierea patriei de origine a ungurilor, plecarea lor n Rutenia
5 Al. Madgearu, Romnii n opera Notarului Anonim, Cluj-Napoca, 2001, p.19-25. 6 T. Slgean, ara lui Gelou: Contribuii la istoria Transilvaniei de Nord n secolele IX-XI, Cluj-Napoca, 2006, p.16-18. 7 Brezeanu, Romani i Blachi, cit., p.137-138; Madgearu, Romnii n opera Notarului, cit., p.19-20.
41 i luptele cu rutenii; capitolele 12-18 prezint cucerirea teritoriului dintre Dunre i Tisa; capitolele 19-29 descriu luptele cu ducele de Byhor, Menumorut i cucerirea rii lui Gelou; capitolele 30-43 nfieaz luptele cu Salanus, cu boemii i ducele Bulgariei; capitolele 44-45 descriu luptele cu Glad i campania de la sud de Dunre; capitolele 46-50 prezint cucerirea teritoriului de la vest de Dunre (Pannonia); capitolele 50-52 reluarea luptelor cu Menumorut; capitolele 52- 53 i 57 i prezint pe urmaii lui rpd pn la Gza; capitolele 53-56 prezint campaniile din Occident. Ducatul lui Menumorut, despre care Anonymus ne vorbete n capitolele 19-22, 28, 50-52, era cuprins ntre Tisa, Mure, Some i Carpaii Occidentali, avnd reedina la Biharea. Analiznd relatrile din aceste capitole ale cronicii lui Anonymus, I.-A. Pop arat c rzboiul contra ducatului Crianei are trei etape:
- prima expediie militar, din direcia nord-est spre sud-est, duce la atacarea teritoriului dintre rurile Er i Some, cu cetatea Stmar, pn sub Munii Mese i pn la Zalu; - a doua expediie este o continuare a primei, din direcia nord-est spre nord-vest, de-a lungul rului Er, ncheiat cu nfrngerea cetei ungurilor la Szeghalom; - a treia, n care avangarda otii era format din secui, e orientat dinspre sud spre nord-est i duce la cderea i jefuirea cetii Biharea 8 .
Pentru fiecare etap n parte sunt menionate luptele dintre maghiari i populaia autohton. Dup spusele lui Anonymus, ungurii au ntmpinat greuti n nfrngerea rezistenei localnicilor, chiar dac acetia din urm au fost cuprini de spaim i groaz 9 . Anonymus n capitolul 51 ne relateaz asediul i predarea cetii Byhor ungurilor i secuilor. Fortificaia a fost
8 Pop, Romnii i maghiarii, cit., p. 135. 9 Ibidem.
42 localizat n situl arheologic de pe teritoriul localitii actuale Biharea, situat la 14 km nord de Oradea. Dup ce ungurii i secuii traverseaz not rul Cri la Mons Cervinus (Muntele Cerbului) i aeaz tabra la rul Tekereu, un afluent disprut azi al Criului. Astfel c Menumorut temndu-se de dumanii si nu a avut ndrzneala s vin naintea lor deoarece, dup cum arat Anonymus:
auziser c ducele Arpad i ostaii si sunt mai puternici n rzboi i c romanii au fost pui pe fug din Pannonia prin aceiai i c au devastat inuturile carintienilor moravieni i c au ucis mai multe mii de oameni n tiul sabiei lor. C au ocupat regatul Pannoniei i c dumanii lor au fugit dinaintea feei lor. Atunci ducele Menumorout, dup ce mulimea ostailor a fost prsit n castrul Byhor, el nsui fugind cu soia i fata sa din faa acestora, au nceput a locui n pdurea Ygfon. Usubuu i Veluc i ntreaga lor otire au nceput s clreasc veseli mpotriva fortreei Byhor i i-au aezat taberele lng fluviul Iouzas. Iar n a treia zi, dup ce otirile au fost ornduite, au plecat la fortrea luptnd. i ostaii adunai de jur mprejur din diferite naiuni au nceput s lupte mpotriva lui Usubuu i a ostailor si. Syclii i ungurii omorser muli oameni cu lovituri de sgei. Usubuu i Velec au ucis 125 ostai cu balistele. i s-au luptat ntre ei 12 zile i dintre ostaii lui Usubuu i Velec au fost omori 20 unguri i 15 secui. Dar n a 13- a zi, cnd ungurii i secuii umpluser anurile fortreei i veniser s pun scri la perete, ostaii ducelui Menumorout, vznd curajul ungurilor, au nceput s roage pe aceti doi principi ai armatei i, dup ce fortreaa a fost deschis, au venit s se roage, cu picioarele goale, naintea feei lui Usubuu i Velec. Crora Usubuu i Velec, punndu-le paz, ei nii au intrat n fortreaa Byhor i au gsit acolo multe bunuri ale acelor ostai. Cnd Menumorout auzise aceasta prin soli scpai prin fug, s-a aruncat ntr-o mare team. i a trimis solii si cu diferite daruri la Usubuu i Velec i i- a rugat pe acetia s favorizeze ei nii pacea i s dea drumul solilor proprii i s mearg la ducele Arpad, care soli s-i anune acestuia c Menumorout, care la nceput a ncredinat ducelui Arpad, prin solii si proprii, cu inima mndr bulgreasc, c refuz s-i dea pmnt ct ncape ntr-un pumn, acum, prin aceiai soli, nvins i distrus, nu se ndoiete s dea ntregul regat i pe fiica sa lui Zulta, fiul lui Arpad. Atunci Usubuu i Velec au ludat
43 sfatul acestuia i au trimis soli, mpreun cu solii si, care s roage pe stpnul su, ducele Arpad, pentru pace. Care, pe cnd intraser n insula Sepel i salutaser pe ducele Arpad, a doua zi solii au spus cele ncredinate de Menumorout. Dar, ducele Arpad, dup ce a inut sfat cu nobilii si, a apreciat i a ludat cele ncredinate de Menumorout i cnd auzise acum c fiica lui Menumorout este de aceai etate ca i fiul su Zulta, n-a fost nevoit s amne cererea lui Menumorout i a primit pe fiica sa ca soie a lui Zulta, mpreun cu regatul pe care i l-a promis. i, dup ce a trimis soli la Usubuu i Velec, le-a dat sarcina ca nunta s fie srbtorit, s primeasc pe fiica lui Menumorout ca soie pentru Zulta i s duc cu sine pe fiii locuitorilor dai ca ostateci i ducele Menumorout s-i dea fortreaa Byhor 10 .
La Biharea spturile arheologice efectuate nc de la nceputul secolului XX, continuate i n prezent, au artat c n acest important sit arheologic a fost localizat fortificaia principal din ducatul lui Menumorot, Byhor. Cetatea are i n prezent o nfiare impuntoare, cu valuri de pmnt de aproximativ 30 de metri grosime la baz i anuri pe trei laturi, largi de aproape 20 de metri, de form dreptunghiular, cu laturile de aproximativ 150 X 115 metri. n anul 1900 au fost efectuate primele cercetri arheologice de ctre P. Csepl, directorul Muzeului din Oradea, i I. Karcsonyi, medievist, din nsrcinarea Societii de arheologie i istorie din Bihor i Oradea, ncepnd cu luna martie, timp de nou zile. Publicate n anul urmtor, rapoartele asupra spturilor de la Biharea, semnate separat de fiecare autor, ofer dou puncte de vedere deosebite 11 . Sub
10 Anonymus, Gesta Hungarorum, traducere i comentariu Paul Lazr Tonciulescu, Bucureti, 1996, cap. 51. 11 S. Dumitracu, Biharea. Spturile arheologice din anii 1973-1980, Oradea, 1994, p.35-43, unde sunt prezentate pe larg aceste cercetri, precum i ncheierea la care ajunge autorul crii. Conform notelor 17 i 19 din monografia de mai sus, rapoartele au vzut lumina tiparului n anul 1901: P. Csepl, Rgszeti satsokrl a Bihari vrban, n Archrt, XXI, 1901,
44 supravegherea lui I. Karcsonyi, care era conductorul spturilor, au fost secionate valurile de pmnt n patru locuri, cte o seciune pe valurile de sud, est i vest, precum i valul Cetii Fetelor. Raportul lui P. Csepl este ntocmit pe baza datelor arheologice n confruntare cu izvoarele scrise, avnd o viziune tiinific asupra problemelor studiate. Chiar dac greete creznd c peste zid s-a ridicat valul, poate i datorit faptului c nu a participat la spturi dect la nceput, el a dovedit un mare curaj n prezentarea opiniilor sale tiinifice, artnd i o bun pregtire istoric. Printre altele consider c maghiarii vin n cetate cucerind ara de la un alt popor, susinnd c cetile feudale regale maghiare de piatr au fost ridicate numai dup invazia ttar din anul 1241. Cu toate c a nregistrat cu mare atenie datele obinute din spturile arheologice, I. Karcsony face puine observaii, unele valabile i astzi: prima dat a fost ridicat valul de pmnt, iar mai trziu a fost ncastrat zidul, acestea fiind realizri a dou populaii, construite n intervalele de timp diferite. Autorul raportului nu d nici o explicaie referitoare la cetatea de pmnt. De altfel acesta nu a mai continuat cercetrile din cetate 12 . Dup ce n primvara anului 1902 a fost descoperit ntmpltor un mormnt de clre pe dealul umuleu, din apropierea fortificaiei de la Biharea, I. Karcsonyi continu cercetarea descoperind nc apte morminte, aezate unul lng altul. Mormintele conineau cranii de cal depuse la picioarele defuncilor, un inventar cu dou tipuri de piese ale defunctului (inele de bucl, brri, vrfuri de sgei, amnar, topor de lupt i ntr-un caz o sabie) i ale calului su (piese de metal din harnaamentul calului: zbale, buci de piele din a, scrie).
p.69-72; I. Karcsonyi, satsokrl a Bihari fldvrban, n Archrt, XXI, 1901, p.72-74. 12 Dumitracu, Biharea, cit., p.35-43, unde se prezint pe larg cele dou rapoarte.
45 Dup prerea lui I. Karcsonyi, mormintele, prin inventarul lor, au fost datate n secolul al X-lea i aparin unei populaii de clrei lupttori din perioada venirii maghiarilor 13 . M. Roka efectueaz, ntre anii 1924-1925, cercetri arheologice n locul Crmidrie, la aproximativ 400-500 m sud de cetatea de pmnt, ns rezultatele nu au fost publicate dect parial 14 . A spat o ntins necropol cu 506 morminte, datate n secolele XI-XIV i doar cteva n secolele IV-V. Inventarul mormintelor de inhumaie feudal-timpurii coninea urmtoarele piese: vase, inele, inele de tmpl cu capul rsucit n form de S, coliere din srm de bronz rsucite, brri, pandantive, mrgele din past i sticl. Cimitirul i locuinele descoperite nu au fost publicate, iar materialul arheologic nu a fost nregistrat personal 15 . n 1954 M. Rusu reia cercetrile de la Biharea, n punctul Crmidrie, n continuarea zonei cercetate de M. Roka. Cercetrile au fost de scurt durat i au avut un caracter de salvare i verificare a vestigiilor, ns s-au soldat cu rezultate remarcabile. Arheologul clujean scrie primul studiu istorico-arheologic privind cetatea de la Biharea: Contribuii arheologice la istoricul cetii Biharea. Nu face spturi n cetatea de pmnt ns se ocup cu amplasarea i aspectul cetii, cu datele topografice oferite de cercetarea de suprafa. Studiind cu atenie rapoartele publicate n anul 1901 este de prere c acestea sunt modeste i nu permit precizri privind
13 I. Karcsonyi, A bihari honfoglalskori lovassrokrl, n Archrt, XXIII, 1903, p.405-412, apud Dumitracu, Biharea, cit., p.40-41. 14 Dumitracu, Biharea, cit., p.43-49; sunt artate preocuprile din aceast perioad privind organizarea cercetrilor arheologice din Romnia cu privire special la Criana, precum i cercetrile lui M. Roka din 1924- 1925, doar o parte a acestora fiind publicate: M. Roka, Recherches prhistoriques pendant lanne 1924, n Dacia, I, 1924, p.297-316; Idem, Rapport prliminaire sur les fouilles archologiques de lanne 1925, n Dacia, II, 1925, p.400-416. 15 Dumitracu, Biharea, cit., p.48.
46 tehnica de construcie sau date referitoare la nceputul sau sfritul cetii 16 . Principalele rezultate la care a ajuns M. Rusu au fost prezentate pe larg i n monografia arheologic Biharea 17 . Amintim doar cteva din concluziile arheologului M. Rusu, rezultate n urma studierii cimitirului descoperit de M. Roka:
a) Dac ungurii ar fi locuit timp de un secol la Biharea (de la cucerirea cetii lui Menumorut pn au trecut la cretinism), atunci cimitirul (cel de pe dealul umuleu atribuit maghiarilor n. S.D.) trebuia s fie mult mai mare i mai ales ar fi cuprins un inventar corespunztor cimitirelor din a doua jumtate a sec. X gsite pe teritoriul R. Ungare. b) Abia ncepnd cu sec. XI, cnd cetatea Biharea este pomenit n documente i cnd ncepe de fapt cimitirul de tip Bjelo-Brdo la Crmidrie (datat cu monede ntre Andrei I 1046/1061 i Andrei III 1290/1301) se poate vorbi clar de o stpnire efectiv a ungurilor asupra cetii. 18
Cercetrile arheologice din incinta cetii de la Biharea din anii 1973-1976 au fost publicate pe larg n monografia arheologic Biharea i au vizat zona central i sud-vestic a incintei. n zona central au fost trasate dou mari seciuni S I
(65 x 2,20 m) i S II (98 x 2,20 m), paralele pe direcia N-S, iar ntre m 1-20, n captul nordic, nc 3 seciuni cu o deschidere paralel spre vest, ce se constituie toate cinci ntr-o caset. n aceast poriune au fost dezvelite 11 morminte, rmiele unei construcii absidate alctuite din pietre de ru i ale unei alte
16 M. Rusu, Contribuii arheologice la istoricul cetii Biharea, n Anuarul Institutului de Istorie din Cluj, III, 1960, p.7-22. 17 Dumitracu, Biharea, cit., p. 49-55; Studiul su, n care adun, pentru prima dat, toate informaiile despre descoperirile arheologice de la Biharea, adaug propriile sale cercetri i folosete pentru evul mediu de nceput i izvoarele literare, se constitue ntr-o prim micro-monografie a acestor importante cercetri. Concluziile desprinse din cercetrile sale, cu mici elemente de nuan, rmn valabile i n prezent (p.49). 18 Ibidem, p.53.
47 construcii patrulatere cu resturi de perei de chirpic, piatr i crmid. Stratigrafia seciunii S I pune n eviden trei mari etape constnd din trei straturi de pmnt mai bine individualizate i subliniate de vestigiile preistorice, dacice de epoc roman i post-roman din prefeudalism i feudalismul timpuriu, ilustrat prin urme de construcii ce foloseau piatr i crmid 19 . n seciunea a II-a interesant este faptul c spre sud, ntre m 89-98, sub stratul de depuneri feudale timpurii apare un strat gros de crbuni, de arsur de pe urma unui incendiu puternic. Observaiile stratigrafice au permis afirmaia c cetatea de pmnt a fost ridicat peste stratul hallstattian i, n timpul sau imediat dup, a aprut nivelul cu arsur puternic 20 . S-a considerat, pe baza materialului arheologic obinut cimitirul de nhumaie cretin, construcia cu absid, construcia patrulater de factur arhaic, toate n contextul stratigrafic prezentat n monografie pe larg c se poate vorbi de un nivel autohton, romnesc, cuprins n perioada secolelor VII/VIII- IX/X e.n., nivel anterior celui marcat de materiale feudale timpurii cu cazane de lut i construcii cu ziduri de crmid 21 . n zona sud-vestic a incintei Cetii de pmnt, cercetrile arheologice s-au desfurat n 1975 i 1976, trasndu-se o seciune de 25 x 2 m pe direcia est-vest, seciune dezvoltat spre sud ntre m 10-24 cu nc 18,50 m, rezultnd o caset de 14 x 18,50 m. S-a constatat existena a dou nivele de locuire feudal timpurie: un nivel subliniat de o lentil de pmnt galben n care nu apar cazane de lut i un nivel dat de o locuin feudal timpurie, construit din lemn cu lipitur de lut, lung de 20 m, lat de 10 m, cu vestigii arheologice ce cuprind numeroase fragmente ceramice cu cazane de lut, un pinten de
48 fier cu spinul romboidal i o moned de la Bla al III-lea (1172-1190). Nu s-au gsit vestigii mai noi de mijlocul secolului XIII 22 . Cercetrile arheologice din anii 1998-2000 au vizat Zona vestic a cetii de pmnt. n anul 1998 fost trasat o seciune de control SI de 25 x 1 m pe direcia nord-sud, paralel cu valul vestic, perpendicular pe seciunea din zona de sud-vest din anul 1975, n 1999, SII de 1,50 x 18 m, la distana de 1 m spre valul de pmnt vestic al cetii, i n 2000, SIII de 2 x 20 m, paralel cu SII, la 0,5 m distan spre val. Stratigrafia pune n eviden trei niveluri de depuneri arheologice: a) nivelul cu ceramic feudal timpurie cu cazane de lut; b) nivelul de depuneri feudale timpurii ceva mai vechi, fr cazane de lut, ntre care se remarc fragmente ceramice smluite maro i verde-oliv. Aceste dou niveluri sunt separate de un strat de arsur cu crmizi de lut ars. Sub cele dou niveluri care formeaz stratul feudal timpuriu se remarc un strat de pmnt argilos, cu pietre, fr vestigii arheologice, indicnd o depunere de argil scurs din valul cetii, dup ridicarea acestuia. Sub stratul steril se afl stratul gros de pmnt negru, cu vestigii hallstattiene i de epoc roman. Cercetrile arheologice din anii 1998-2000 confirm constatrile i concluziile anterioare, ntrindu-le n ceea ce privete momentul n care a fost construit cetatea de pmnt. Acest moment poate fi plasat n rstimpul dintre locuirea de epoc roman i locuirea feudal timpurie din nivelul mai vechi. Totodat s-a constatat o separare a celor dou niveluri feudal timpurii, prin depunerea de arsur i crmizi de lut ars, iar pe alocuri chiar de existena a dou subniveluri n cadrul nivelului feudal timpuriu inferior (mai vechi) 23 .
22 Ibidem, p.71. Pentru localizarea exact a cercetrilor arheologice a se vedea fig. 5. Cetatea de pmnt (planul), p.272- 273. 23 S. Dumitracu, Fl. Sfrengeu, Mihaela Goman, Spturile arheologice din vara anului 1998 la Biharea-Cetatea de pmnt, n Criana Antiqua et
49 n anii urmtori, 2001-2004, spturile arheologice au fost continuate n incinta cetii de pmnt, n partea de sud. Stratigrafia seciunii spate n 2001 a pus n eviden existena a dou niveluri de depuneri arheologice, separate de un strat de lut galben (scurs din val), cu urme de arsur, pietre rulate i cteva fragmente de oase de animal. Primul nivel, aflat sub stratul vegetal, conine fragmente ceramice din epoca medieval timpurie, cu numeroase buze de cazane de lut, oase de animale, bolovani de ru i pietre calcaroase. n acest nivel apar dou platforme din pietre de ru i urmele unei construcii din piatr cu bolovani de ru i blocuri de piatr tiat din gresie. n cel de-al doilea nivel, situat sub stratul de lut, apar fragmente ceramice medieval timpurii ceva mai vechi, fr cazane de lut 24 . n 2002 s-a trecut la dezvelirea construciilor aprute n seciunea I din 2001 prin trasarea a trei casete i dezvelirea din nou a unei poriuni din seciune. Construcia din piatr, fr instalaie de nclzire, dispus pe direcia est-vest, avnd dimensiunile de 4,80 x 4,15 m, apare sub forma unei podine din gresie i pietre de ru. A fost descoperit i un fragment de colonet romanic, spart n dou, aparinnd eventual construciei sau turnului care s-a drmat. A fost dezvelit baza unui turn din pietre de ru i gresie, zidul avnd limea de 0,52
Mediaevalia, I, Oradea, 2000, p.63-73;
S. Dumitracu, Fl. Sfrengeu, Biharea, com. Biharea, jud. Bihor, n Cronica cercetrilor arheologice din Romnia (n continuare CCAR), campania 1999, Deva, 2000; Idem, Biharea, com. Biharea, jud. Bihor, n CCAR, campania 2000, Suceava, 2001; Fl. Sfrengeu, Un pinten din evul mediu timpuriu descoperit la Biharea, n Analele Universitii din Oradea (n continuare AUO), X, 2000, p.36-37; Idem, Fragmente de cazane de lut descoperite la Biharea (1998-2000), n AUO, XI, 2001, p.16-27; Idem, Cercetrile arheologice de la Biharea. Cetatea de pmnt (zona de vest) din anii 1999-2000, n AUO, XII, 2002, p.19-23. 24 S. Dumitracu, Fl. Sfrengeu, Biharea, com. Biharea, jud. Bihor, n CCAR, campania 2001, Buzia, 2002.
50 m. n apropiere au ieit la iveal crmizi feudale timpurii cu mortar, n poziie secundar, fie czute din coronamentul cetii, fie de la turn. n partea de sud a casetei I, spre val au aprut urmele unui zid, la adncimea de 0,62 m. La 1,5 m adncime a fost surprins o locuin hallsttatian de 3,80 x 1,90 m, orientat est-vest, pn la 2,25 m adncime i care intr sub val. Aceast locuin a fost tiat de o alta, datnd probabil din perioada secolelor VIII-X, i care ptrunde pn la adncimea de 2,60 m. Aici s-au descoperit cteva fragmente ceramice din secolele VIII-X i numeroase oase de animale 25 . n anul urmtor s-a dezvelit o locuin cu vatr de foc, care se adncete la 1,00-1,15 m, iar pe laturile de est i vest apar dou gropi de stlpi de susinere. A mai fost descoperit i o construcie din piatr (gresie i calcar cioplite) i crmid cu mortar, cu o absid spre est. Stratul de cultur cu construcii de piatr se pare c a bulversat nivelul cu cazane de lut i pinteni cu spin. S-au descoperit numeroase oase de animale, cteva fragmente ceramice, precum i diferite piese din metal caracteristice secolelor XI-XIII 26 . Cercetrile arheologice din 2004 au vizat dezvelirea construciei din piatr i crmid cu mortar, semnalat cu ocazia cercetrilor din anul precedent, care se presupune a fi fundaia unei biserici. Zidul sudic dezvelit, paralel cu valul de pmnt al cetii, are lungimea de 7,90 m, limea de 0,65 m fiind la 0,60 m adncime fa de nivelul actual de clcare. Fundaia este constituit din pietre de ru i gresie iar crmizile dezvelite, unele n poziie iniial, iar altele n poziie secundar, au urme de mortar. Descoperirea separat a mortarului ne indic faptul c zidul construciei a fost lucrat din
25 Idem, Biharea, com. Biharea, jud. Bihor, n CCAR, campania 2002, Covasna, 2003. 26 Idem, Biharea, com. Biharea, jud. Bihor, n CCAR, campania 2003, Cluj Napoca, 2004; Fl. Sfrengeu, Spturile arheologice din anii 2001-2002 de la Biharea Cetatea de pmnt (zona de sud), n AUO, XIV, 2004, p.11-18.
51 crmid cu mortar, ulterior fiind distrus i colmatat de pmntul scurs de pe val. La captul vestic al zidului apare o fundaie superficial din gresie care se adncete pn la 0,80 m, de form patrulater, cu dimensiunile de 2 x 1,80 m, cu o decroare de 0,15 m, probabil intrarea n biseric sau chiar fundaia unei clopotnie. La captul estic, zidul se decroeaz spre nord cu 0,80 m, de unde se deschide spre est o absid cu semidiametrul de 2,52 m, din care s-a pstrat parial fundaia, la 0,42 m adncime, constituit din pietre de ru, cteva gresii i doar trei crmizi, fiind puternic distrus de interveniile ulterioare. n partea de nord, absida nu a putut fi urmrit pn la zidul de nord, care a lsat urme puine, n special pietre de ru din fundaie. Nivelul bisericii, aflat la 0,40-0,50 m adncime, se suprapune peste nivelul de locuire n care apar fragmentele de cazane de lut. n interiorul bisericii, n zona unde au fost descoperite urmele a patru stlpi ce separ absida de nava bisericii (posibil s fi fost o balustrad sau un iconostas), s-a descoperit o aplic de bronz aurit. n exteriorul absidei, n partea de nord s-au descoperit, la 0,40-0,50 m adncime, mai multe piese din fier: un fragment de fierstru, un vrf de sfredel i o pies ce provine de la harnaament. n exteriorul aceleai abside, spre sud, s-a descoperit un vrf de sgeat, iar la mbinarea zidului sudic cu absida, deasupra pietrelor din fundaie, la 0,52 m adncime, s-a descoperit un fragment de pinten din fier 27 . Sub colul nord-estic al bisericii, la adncimea de 1,05 m, n partea de nord, i 1,25 m, n partea de sud, fa de nivelul actual de clcare, a fost descoperit o locuin cu dimensiunile de 4,55 x 3 m, orientat nord-sud. n colul de nord-vest al locuinei a fost dezvelit un cuptor de 1,30 x 1,20 m, de la adncimea de 1,02 m pn la 1,40 m. Cuptorul din lut coninea: un strat de cenu gros de aproximativ 0,20 m, pietre, cteva
27 Fl. Sfrengeu, Nord-vestul Romniei n secolele VIII-XII, tez de doctorat, manuscris, Oradea, 2007, p.207-211, repertoriul descoperirilor 24. a.4.
52 fragmente ceramice, lut ars i un vrf de fier. n centrul locuinei, la 1,10 m adncime, s-a gsit i o vatr de lut bttorit cu diametrul de 0,6 m. Ceramica din locuin este lucrat la roat, din past degresat cu nisip, ornamentat cu striuri, benzi de linii simple i n val, ncadrat n perioada secolelor VIII-IX. Sub locuin apare direct argila galben fr urme de cultur material. n urma acestor cercetri s-au conturat trei niveluri de depuneri medieval timpurii: I - nivel al locuinei datate n secolele VIII-IX; II - nivel al descoperirilor cu fragmente de cazane de lut i pinteni de fier; III - nivel al construciei din piatr i crmid cu absid, considerat a fi o biseric 28 . Referindu-se la vestigiile descoperite la Biharea, arheologul S. Dumitracu ajungea la urmtoarea concluzie:
Aceste vestigii dezvluiau existena unei continuiti de civilizaie, care nu avea neacoperire material nici n sincope de 10-25 de ani, i care contura nu un sat obinuit, ci un adevrat trg, din care i pentru care s-a ridicat cetatea voievodal de pmnt, tipic n tot centrul i vestul Europei, ntre monumentele de aprare ale locuitorilor din aceste teritorii europene mpotriva ptrunderii maghiare (cfr. Mechtild Schulze, Das ungarische Kriegergrab von Aspres-ls-Corps. Untersuchungen zu den Ungarneinfallen nach Mittel-West-und Sdeuropa (899-955 n. Chr.), n Jahrbuch des Rmisch- Germanischen Zentralmuseums Mainz, 31, 1984, p.473-517). 29
Concluzie pe care i azi o considerm valabil, noile descoperiri arheologice ntrind-o, iar castrum Byhor din opera lui Anonymus nu poate fi dect impuntoarea cetate cu valuri de pmnt de la Biharea.
28 Ibidem. 29 Dumitracu, Biharea, cit., p.8-9.
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DAN OCTAVIAN CEPRAGA
Storia, retorica e linguaggio del patriottismo: la battaglia di Clugreni in Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul di Nicolae Blcescu
Der Historismus begngt sich damit, einen Kausalnexus von verschiedenen Momenten der Geschichte zu etablieren. Aber kein Tatbestand ist als Ursache eben darum bereits ein historischer. Er ward das, posthum, durch Begebenheiten, die durch Jahrtausende von ihm getrennt sein mgen. Der Historiker, der davon ausgeht, hrt auf, sich die Abfolge von Begebenheiten durch die Finger laufen zu lassen wie einen Rosenkranz. Er erfat die Konstellation, in die seine eigene Epoche mit einer ganz bestimmten frheren getreten ist. Er begrndet so einen Begriff der Gegenwart als der >Jetztzeit<, in welcher Splitter der messianischen eingesprengt sind. [Walter Benjamin, ber den Begriff der Geschichte] 1
Cine oare nu trece n revist cu plcere seria de fraze enuniative, rnduite ca uniti pe un cmp de btaie... [Ion Negoiescu, Nicolae Blcescu in Istoria literaturii romne]
1. Nicolae Blcescu figlio di una vera e propria et delleloquenza, la prima e, forse, lunica che abbia veramente
1 Lo storicismo si accontenta di stabilire un nesso causale fra momenti diversi della storia. Ma nessuno stato di fatto , in qualit di causa, gi perci storico. Lo diventato, postumamente, attraverso circostanze che possono essere distanti migliaia di anni da esso. Lo storico che muove da qui cessa di lasciarsi scorrere tra le dita la successione delle circostanze come un rosario. Egli afferra la costellazione in cui la sua epoca venuta a incontrarsi con una ben determinata epoca anteriore. Fonda cos un concetto di presente come quell'adesso, nel quale sono disseminate e incluse schegge del tempo messianico. Cfr. Walter Benjamin, Sul concetto di storia, a cura di G. Bonola e M. Ranchetti, Einaudi, Torino, 1997, p. 57.
54 interessato lintera res litteraria romena. Allinterno della sua generazione intellettuale, che quella dei grandi patrioti europei del 1848, si formano e si consolidano, per la prima volta nella tradizione romena, gli strumenti linguistici e concettuali di unarte oratoria, che si applicava in pari grado al discorso letterario e al discorso propriamente politico e civile. Leloquenza romena nasce, pi precisamente, sulla scia dei tumultuosi processi di occidentalizzazione e modernizzazione che avevano investito, con particolare intensit, la cultura e la societ romene nella prima met del XIX secolo: unesigenza moderna, che si sviluppa allinterno di uno spazio letterario, che stava recuperando e accogliendo nuovi generi e modalit discorsive di provenienza occidentale, e di uno spazio pubblico, che offriva ad una giovane lite intellettuale la possibilit dellazione civile e dellaffermazione politica. La retorica diventa, in questo modo, non solo il banco di prova della letteratura, in tutti i suoi generi moderni, dalla lirica amorosa di stampo petrarchista, alla poesia patriottica, fino al saggio storiografico militante, ma anche la dimensione imprescindibile, consustanziale staremmo per dire, del nuovo discorso politico di rivendicazione della libert e dellunit nazionale. La grande lezione della storiografia romantica, soprattutto di scuola francese, con il suo esempio impareggiabile di compenetrazione organica tra storia e retorica, aveva segnato a fondo la formazione di tutti gli scrittori e intellettuali romeni appartenenti alla generazione dei moti rivoluzionari del 1848. 2 Il contatto con la prestigiosa
2 Sul quadro generale si pu vedere lottima sistemazione critica di Paul Cornea, Originile romantismului romnesc, Editura pentru literatur, Bucureti, 1962, in particolare il terzo libro, pp. 359-526. Sugli influssi francesi nel romanticismo romeno si veda, sempre di Cornea, Le romantisme roumain et le romantisme franais, in Cahiers roumains dtudes littraires n. 3, 1974, pp. 34-42. Sono molto interessanti anche le considerazioni di Ioana Bot, Histoires littraires. Littrature et idologie
55 tradizione delleloquenza e delloratoria civica francese aveva dato i suoi frutti migliori proprio allinterno del genere storiografico, di cui lesempio pi celebre e fortunato la monografia militante dedicata a Mihai Viteazul, principe della Valacchia nellultimo scorcio del XVI secolo, nella cui figura lo storico e patriota Blcescu aveva voluto vedere il primo eroe dellidea di unit nazionale. Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul il capolavoro della storiografia romantica romena, nonch un imperituro best-seller del patriottismo nazionale, esposto a incessanti ri- usi ideologici e identitari. Non solo: anche uno degli esempi pi riusciti e artisticamente compiuti della prosa romena ottocentesca, forse il frutto pi originale e convincente della stagione letteraria paoptist. Scritta in gran parte negli anni dellesilio di Blcescu, dopo il fallimento della rivoluzione in Valacchia, la storia di Mihai- Voievod Viteazul la continuazione ideale dello spirito e delle idee del Quarantotto romeno. un libro trepidante e complesso, situato esplicitamente allincrocio di molteplici esigenze, nel punto esatto in cui le strategie retoriche del patriottismo e la messa a punto di una nuova lingua letteraria, la scrittura della storia e la prassi politica rivoluzionaria si incontrano e si condizionano reciprocamente. Da un punto di vista strettamente storiografico, una delle punte pi avanzate della sua epoca, rappresentando, almeno in ambito romeno, un vero salto di qualit rispetto alla prassi corrente per quanto riguarda lampio sforzo di documentazione, il rigore del metodo, la discussione critica delle fonti. Allo stesso tempo, unoperazione imponente di riscrittura mitica del passato nazionale, trasfigurato in valore simbolico nelle forme eroiche dellepos. Da questo punto di vista, un libro completamente rivolto al presente, in cui le vicende storiche si riflettono di continuo sullattualit, trovando in essa il loro
dans lhistoire de la littrature roumaine, Institut Culturel Roumain, Cluj- Napoca, 2003, in particolare alle pp. 27-67.
56 compimento e significato pi profondo. Lintera narrazione pu essere considerata, in tale prospettiva, un unico grande exemplum, che, con la forza modellizzante del passato, doveva persuadere allazione collettiva e prefigurare la gioia avvenire in cui le istanze di unit, indipendenza e riforma sociale si sarebbero avverate. La fervida eloquenza patriottica e la spiccata componente messianica dellopera hanno giocato un ruolo decisivo nella sua ricezione, favorendo, in particolare, lorgia di manipolazione ideologica alla quale sono stati sottoposti gli scritti e la figura di Blcescu negli anni del regime comunista. Non senza iniziali tentennamenti e contraddizioni, dovuti al perdurare di clichs storiografici internazionalisti, il nuovo potere politico comunista fin, infatti, con lappropriarsi completamente della rivoluzione liberale e democratica del 1848. Al contempo, gli storici ufficiali e gli ideologi di partito avevano cercato di fare di Blcescu un eroe marxista, travisando sistematicamente i contenuti romantici e patriottici della sua opera per metterli al servizio della propaganda e della dottrina nazional-comunista. Blcescu divenuto, in questo modo, una vera e propria icona del regime. Parimenti, la figura di Mihai Viteazul, in virt della trasfigurazione compiuta dallopera di Blcescu, entrata a far parte del pantheon del nazionalismo autoctono, attestandosi come uno dei miti storici pi persistenti e pervasivi del comunismo romeno. 3 Non
3 Cfr. Adrian Drguanu, Nicolae Blcescu n propaganda comunist, in Miturile comunismului romnesc, sub direcia lui L. Boia, Nemira, Bucureti, 1998, pp. 98-132; Mircea Anghelescu, Blcescu, revoluia de la 1848 i miturile istorice ale comunismului romnesc, in Romnia literar n. 4, 1998, pp.12-14; a proposito della decostruzione dei miti nazionali romeni, compresa la figura di Mihai Viteazul, ha suscitato unampia ondata di discussioni e polemiche il controverso volume di Lucian Boia, Istorie i mit in constiina romneasc, Humanitas, Bucureti, 1997. Sullintera questione, ha fatto il punto, discutendo con grande equilibrio il libro di Boia, Ioan-Aurel Pop, Istoria, adevrul i miturile (Note de lectur), Editura Enciclopedic, Bucureti, 2002.
57 stupisce, dunque, che la critica romena abbia insistito a lungo sul ruolo identitario ed educativo che Romnii supt Mihai- Voievod Viteazul ha giocato nella formazione della coscienza nazionale, mettendo in secondo piano il valore letterario del testo ed esitando ad assegnare alle sue indiscutibili virt stilistiche ed espressive il posto che meritano nello sviluppo della moderna prosa darte romena. 4 Come ha giustamente osservato Mircea Anghelescu, resta aperto un problema storico-critico, dato dal fatto che
valoarea literar a scrierilor lui Blcescu n-a fost discutat niciodat n ansamblu, i cu att mai puin n perspectiva devenirii prozei literare romneti. <...> Dac filosofia sa, ca s nu mai vorbim de concepia istoriografic, au fost ndeaproape i n repetate cazuri studiate, suportul literar al operei sale a fost rareori i numai parial discutat, iar surprinztoarea intuiie de acum un secol a lui Aron Densusianu - care afirma n 1894: calitile de a deveni cel mai bun prozator n aceast epoc le posed Blcescu - a rmas fr urmri. 5
Per valutare correttamente la dimensione letteraria dellopera di Blcescu, indispensabile, a nostro parere, riprendere in mano la questione della retorica, soppesando con attenzione la presenza e la funzione delle strategie persuasive allinterno della scrittura storiografica.
4 interessante notare che anche George Clinescu operi un netto ridimensionamento estetico dellopera maggiore di Blcescu, in favore delle sue prevalenti virt civili. Nella sua monumentale Storia della letteratura romena (pubblicata nel 1941!) parla infatti di Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul come di o frumoas demonstraie care i gsete raiunea n urmrile ei, o carte nalt educativ, dar o oper literar nvechit chiar la data trzie cnd apruse (si cita da George Clinescu, Istoria literaturii romne de la origini pn n prezent, ediia a II-a revzut i adugit, Editura Minerva, Bucureti, 1982, p. 191). 5 Cfr. Mircea Anghelescu, Nicolae Blcescu i romanul istoric romnesc, in Id., Clasicii notri, Editura Eminescu, Bucureti, 1996, pp. 53-67: 58-59, 61
58 Gi Tudor Vianu, in una serie fondamentale di interventi dedicati alla lingua e allo stile di Blcescu, 6 aveva cercato di mostrare quali fossero le poste in gioco letterarie delle sue opere storiche, mettendone in risalto la sapienti tecniche narrative, la forza oratoria e il gusto vivissimo per la lingua, che con il suo impasto di vecchio e di nuovo rappresenta una delle sintesi pi efficaci e sicure di s (come diceva Negoiescu) fra tutte quelle sperimentate allepoca. 7
Vianu ha indicato, inoltre, con chiarezza un punto che, anche secondo noi, di fondamentale importanza: il riconoscimento, cio, della natura eminentemente retorica della prosa di Blcescu, una retorica nobile e perfettamente dominata, ricca di patetismo e colore, che pervade ogni aspetto della sua opera. Per sgombrare il campo da equivoci, intendiamo retorica nel suo senso pi specifico e tecnico, di arte del discorso persuasivo, ovvero, secondo la definizione proposta da Thomas Cole, la manipolazione cosciente che un parlante o uno scrivente fa del proprio mezzo di comunicazione, con lo scopo di assicurare al suo messaggio una ricezione il pi possibile favorevole da parte del particolare pubblico al quale si rivolge. 8 In altri termini, la persuasione, intesa come dispiegamento cosciente di tecniche argomentative, rappresenta, a nostro avviso, il motore segreto della prosa di Blcescu, la componente che domina e tiene insieme tutte le altre. Per questo motivo, lanalisi delle sue qualit letterarie
6 Ci riferiamo a Tehnica basoreliefului n proza lui N. Blcescu (1940), al capitolo specifico di Arta prozatorilor romni (1941) e a Nicolae Blcescu, artist al cuvntului (1953 e pi volte ristampato), ora tutti raccolti in Tudor Vianu, Opere, 5. Studii de stilistic, antologie, note i postfa de S. Alexandrescu, text stabilit de C. Botez, Minerva, Bucureti, 1975, rispettivamente alle pp. 333-38, 20-27, 339-58. 7 Cfr. Ion Negoiescu, Istoria literaturii romne (1880-1945), Editura Dacia, Cluj-Napoca, 2002, p. 56. 8 Thomas Cole, The Origins of Rhetoric in Ancient Greece, The Johns Hopkins University Press, Baltimore - London, 1991, p. IX.
59 non potr prescindere da una attenta ricognizione delle strategie argomentative messe in atto e dallaccertamento della funzione persuasiva dei vari procedimenti di stile. 9
I brevi sondaggi retorici, che qui presentiamo, sono condotti su uno degli episodi pi famosi di Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul, quello della battaglia di Clugreni, e hanno lintento di saggiarne le modalit argomentative, verificando, appunto, la presenza e la solidit dellimpianto persuasivo.
2. Al centro del secondo libro di Romnii supt Mihai- Voievod Viteazul si trova il racconto dettagliato dello scontro tra lesercito cristiano di Mihai e le truppe ottomane di Sinan- Pasci, avvenuto nellagosto del 1595 presso Vadul Clugrenilor, un passo impervio sulla strada che porta da Giurgiu, sul Danubio, a Bucureti. Bench Blcescu lo ritenga un evento centrale e decisivo, attualmente, gli studiosi sono inclini a ridimensionare limportanza della battaglia di Clugreni, considerandola una tappa non risolutiva allinterno di una campagna militare complessa, che gli Ottomani avevano condotto, con alterna fortuna, contro ara romneasc tra lagosto e il settembre del 1595. Per Blcescu, tuttavia, il successo ottenuto da Mihai nelle paludi di Clugreni assume dimensioni grandiose ed epocali, la pagina pi gloriosa negli annali dei romeni, alla quale viene affidato un ruolo di primissimo piano allinterno
9 Come sostiene Lorenzo Renzi, Stilistica e retorica, in Romania Occidentalis - Romania Orientalis. Festschrift fr Ion Talo, herausg. von A. Branda, I. Cuceu, Editura Mega, Cluj-Napoca, 2009, pp. 577-86, necessario distinguere chiaramente i due campi contigui e, per alcuni aspetti comunicanti, della retorica e della stilistica. In particolare, si dovr tenere presente che la vera e propria figura retorica, distinta dalla figura di stile, quella che, come giustamente scrive Perelman, collabora allargomentazione (ibid., p. 578). A questa distinzione di fondo ispirata anche la nostra analisi.
60 del grande dramma storico nazionale, che andava costruendo. Lepisodio presentava, in effetti, gi allinterno delle fonti utilizzate da Blcescu, alcune caratteristiche che lo rendevano ideale come banco di prova per la ricostruzione eroica e visionaria del passato comunitario dei romeni. Le circostanze che si prestavano ad un ri-uso argomentativo ed esemplare sono riepilogate con lucidit da Blcescu stesso alla fine del gruppo di capitoli dedicati alla battaglia (capp. XIII-XVII del secondo libro), nel momento di concitata emozione della perorazione conclusiva, impostata secondo lo schema classico della recapitulatio, in cui vengono ripetute e accumulate in brevi formulazioni le prove valide dellargomentazione. 10
Innanzi tutto, a Clugreni le forze in campo erano nettamente sbilanciate a favore degli Ottomani, con una sproporzione tra i due eserciti, che metteva in risalto leroismo dei romeni di fronte ad un nemico numericamente sovrastante. Blcescu nel suo riepilogo finale scrive: De zece ori mai puin numeroi dect dumanii, ei ctigar asupr-le o biruin strlucit... (p. 105), 11 riprendendo affermazioni simili sparse con ben studiata frequenza lungo tutto lepisodio. Un altro elemento che corroborava il valore del successo riportato dai romeni era la presenza, alla testa dellesercito ottomano, di un comandante temuto e di grande esperienza, con la fama di essere imbattibile (...i avur gloria d-a nvinge un general pn-atunci nc nenvins., p. 105). Vi era inoltre una circostanza che poteva rappresentare una prova decisiva a favore della tesi centrale dellintero libro, lesigenza, cio,
10 Per il sistema della retorica classica si fa riferimento al fondamentale Heinrich Lausberg, Handbuch der literarischen Rhetorik: eine Grundlegung der Literaturwissenschaft, Max Hueber, Mnchen, 1960 e alledizione italiana della versione ridotta: Id., Elementi di retorica, Il Mulino, Bologna, 1969. 11 Tutte le citazioni sono tratte da Nicolae Blcescu, Romnii supt Mihai- Voievod Viteazul, ediie ngrijit de Andrei Rusu, Minerva, Bucureti, 1970, a cui si rimanda con il numero di pagina.
61 dellunit di tutti i romeni e limportanza della formazione di uno stato nazionale che riunisse le tre regioni storiche della Romania. A Clugreni, infatti, lesercito di Mihai era formato oltre che da valacchi, anche da un contingente di moldavi, nonch da truppe inviate dal principe di Transilvania Sigismondo Bathory. Munteni, moldoveni i ardeleni, soldai i cpetenii se luptar toi ca nite eroi, nota brevemente nella sua conclusione Blcescu, a suggellare un tema che rimane costantemente sullo sfondo di tutta la narrazione. Limboscata di Clugreni era, infine, un ottimo esempio di arte militare, una vittoria ottenuta grazie allapplicazione di una raffinata e disinvolta tattica bellica. Il tema riguardava una delle preoccupazioni principali di Blcescu, che aveva dedicato, come si sa, il suo primo lavoro monografico proprio alla storia del potere armato e dellarte militare della Valacchia, dalle origini fino allepoca odierna. Limportanza di una forza armata ben organizzata ai fini della creazione e dellauto- determinazione dello stato nazionale era sempre stata una delle tesi di fondo del pensiero politico di Blcescu, che aveva ovviamente ricadute dirette sulla sua attivit rivoluzionaria nel presente. Tale tesi trovava nellepisodio di Clugreni, che era, nellottica di Blcescu, una vittoria di tutti i romeni conseguita grazie alle scelte tattiche di un comandante ingegnoso e audace, non solo una giustificazione lampante, ma anche unillustrazione esemplare che poteva funzionare quale incitamento allazione collettiva nellimmediato futuro. Molte delle circostanze che riguardano la battaglia di Clugreni hanno, dunque, per Blcescu, un interesse non solo storico, ma anche, e soprattutto retorico. Costituiscono, cio, altrettante argomentazioni che possono persuadere il lettore della bont e dellopportunit di alcune tesi forti presenti allinterno della narrazione storiografica. Per ottenere questo risultato, Blcescu inserisce i dati storici, ricostruiti, lo ripetiamo, con scrupolo documentario, allinterno di una
62 perfetta macchina persuasiva, in cui mette a frutto non solo la lezione della storiografia romantica occidentale, ma anche il proprio talento di scrittore, la forza e loriginalit della propria eloquenza. Il risultato, come tenteremo di mostrare, un intreccio organico e potente di storia e retorica, un abile congegno letterario in cui le due dimensioni si integrano e si sorreggono a vicenda.
3. Il capitolo XIII del secondo libro di Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul si apre con una descrizione dettagliata dellimpervio passo di Clugreni, della sua posizione geografica e delle sue caratteristiche fisiche. Si tratta dellincipit di un vero e proprio prologo, che precede la narrazione dei fatti storici:
Drumul care merge de la Giurgiu spre Bucureti trece printr-o cmpie eas i deschis, afar numai dintr-un loc, dou potii departe de aceast capital, unde el se afl strns i nchis ntre nite dealuri pduroase. ntre aceste dealuri este o vale larg numai de un ptrar de mil, acoperit de crng, pe care grla Neajlovul ce o neac i praiele ce se scurg din dealuri o prefac ntr-o balt plin de nmol i mocirl. Drumul acolo trece n lungul acelii vi, parte pre o osea de pmnt, parte pre un pod de lemn, care amndou sunt aa de strmte, nct d-abia poate coprinde un car n lrgimea lor. Aceast strmtoare, ce locuitorii numesc Vadul Clugrenilor,
fu aleas de Mihai- Vod spre a sluji de Termopile romnilor. (p. 95) 12
12 [La strada che porta da Giurgiu verso Bucureti attraversa una pianura piatta e aperta, tranne che per un luogo, a due leghe di distanza dalla capitale, in cui si trova stretta e racchiusa tra alcune colline boscose. Tra queste colline c una valle larga soltanto un quarto di miglio, ricoperta di boscaglia e trasformata in un pantano pieno di fango e melma dal torrente Neajlov, che la allaga, e dagli altri corsi dacqua che scendono dalle pendici. L la strada attraversa la valle per il lungo, in parte su una via sterrata, in parte su un ponte di legno, entrambi cos stretti che a malapena fanno passare un carro per la loro larghezza. Questa strettoia, chiamata dagli abitanti il Passo di
63 Vi sono altre topografie allinterno di Mihai-Voievod Viteazul, tutte costruite per mezzo della medesima accumulazione concretizzante di dettagli. Gli squarci di paesaggio non sono numerosi, ma occupano posizioni di forte rilievo strutturale allinterno del libro, motivo per cui non sono sfuggiti allattenzione della critica. Celebre, e molto citata, ad esempio la descrizione fisica e geografica della Transilvania, posta in apertura al quarto libro. Tali passaggi, di norma, sono stati interpretati e valutati da un punto di vista esclusivamente letterario, come fa Vianu, che rimprovera a Blcescu una eccessiva puntualit e superficialit cartografica, che andrebbe a scapito della visione dinsieme e della forza espressiva del quadro. In realt, le topografie di Blcescu hanno principalmente una funzione retorica e andrebbero interpretate e valutate, prima che sul piano stilistico ed espressivo, alla luce delle loro finalit persuasive e per il contributo che offrono alle strategie generali dellargomentazione. C, infatti, almeno un altro motivo per cui Blcescu ha voluto assegnare alla battaglia di Clugreni un ruolo di assoluto rilievo nella sua ricostruzione della storia nazionale, un motivo che risiede, per lappunto, nella fascinazione del luogo, nel particolare potere evocativo che la stretta valle acquitrinosa di Clugreni possedeva come teatro delle operazioni belliche. Come ha spiegato molto bene Anthony D. Smith, non mai lo spirito antiquario ad ispirare le riscoperte storiche del nazionalismo romantico, mai una indagine disinteressata sul passato comera realmente, ma un desiderio ardente di ripenetrare in un passato vivente e di far s che risponda ai nostri bisogni. Questo il motivo per cui le storie nazionaliste sono cos piene di scene drammatiche del passato: <...> Alexandr Nevskij mentre massacra i Cavalieri teutonici sul ghiaccio del lago Peipus, <...> gli ebrei lungo i fiumi di
Clugreni, stata scelta da Mihai-Vod per servire da Termopili ai romeni].
64 Babilonia, lultimo bardo gallese che innalza il suo lamento su una rupe sotto la quale avanza lesercito del re Edoardo. 13 La narrazione della battaglia di Clugreni potrebbe far parte a pieno diritto di questi esempi, in cui un evento decisivo e traumatico della storia di un popolo associato ad un luogo particolare, ad un dcor geografico i cui tratti naturali vengono storicizzati e diventano protagonisti della ricostruzione del passato nazionale. Lambientazione topografica dellepisodio di Clugreni risponde, cio, ad alcune esigenze di fondo di ogni dramma storico che si proponga di rievocare il passato eroico di una comunit: rinsaldare la fusione della comunit con il proprio territorio e storicizzare i siti naturali, rendendoli luoghi sacri e venerabili per la memoria della nazione, luoghi cio che inducano sentimenti di riconoscimento identitario e di riverenza a causa degli eventi storici ai quali sono associati e dei loro significati simbolici. Che lepisodio di Clugreni punti proprio alla monumentalizzazione nel presente dellevento storico, lo si deduce abbastanza facilmente dal prologo che Blcescu ha premesso alla narrazione dei fatti. Si noti, innanzi tutto, che la descrizione topografica si conclude con una lapidaria analogia tra Clugreni e le Termopili: Aceast strmtoare, ce locuitorii numesc Vadul Clugrenilor,
fu aleas de Mihai- Vod spre a sluji de Termopile romnilor. Il richiamo classico ad una delle battaglie pi celebri della storia antica non ha soltanto una funzione letteraria e nobilitante, ma va inquadrato allinterno di una ben precisa strategia retorica. Da un punto di vista narrativo, si tratta tecnicamente di una prolessi, una manovra, cio, che serve ad evocare in anticipo alcune caratteristiche dellevento che verr raccontato e che ottiene leffetto di orientare preventivamente la lettura
13 Cfr. Anthony D. Smith, Le origini etniche delle nazioni, Il Mulino, Bologna, 1992, pp. 368-69, di cui si veda comunque tutto lottimo capitolo ottavo, intitolato Leggende e paesaggi.
65 dellintero episodio in una chiave paradigmatica. Da un punto di vista retorico si tratta, invece, di un tipico exemplum utilizzato a scopo persuasivo, che instaura una serie di affinit ed equivalenze tra Clugreni e le Termopili, fondate in prima istanza sulla conformazione fisica dei due luoghi, per poi proiettarsi, implicitamente, su una serie di elementi di sostanza: entrambe le battaglie sono esempi di strenuo eroismo, in cui un esercito esiguo decide volontariamente di affrontare un nemico numericamente sovrastante. Entrambe, inoltre, sono battaglie per la libert, in cui un popolo difende il proprio territorio dallinvasione di uno straniero. Si dovr tenere conto, infine, anche del particolare statuto esemplare della battaglia delle Termopili, che rappresenta il caso, inconsueto ma non unico, di una sconfitta rovinosa - e probabilmente del tutto inutile da un punto di vista tattico- strategico che diventata oggetto di forme di celebrazione e di esaltazione pari a quelle riservate ai successi pi grandi e decisivi. 14 Anche da questa divergenza flagrante tra la vittoria dei romeni a Clugreni e lo sterminio degli uomini di Leonida alle Termopili, il lettore poteva giungere, per mezzo di un semplice ragionamento a fortiori, ad una generalizzazione spontanea in linea con la tesi di fondo sostenuta da Blcescu: se i Greci, e il mondo intero, ricordano e celebrano una terribile sconfitta come esempio sommo di eroismo e di valore militare, tanto pi i Romeni dovrebbero commemorare e venerare una vittoria come quella di Clugreni, ottenuta nelle medesime condizioni. Lo scopo persuasivo al quale mira lintero prologo racchiuso, infatti, nella parola che apre il passo immediatamente successivo, astzi oggi:
14 Cfr. Mauro Moggi, La battaglia delle Termopili: una sconfitta che vale una vittoria, in Il dopoguerra nel mondo greco. Politica, propaganda, storiografia, a cura di L. Santi Amantini, LErma di Bretschneider, Roma, 2007, pp. 1-39: 4.
66 Astzi aceast vale se afl tocmai dup cum ne-o descrie analitii acelor timpuri. Nici un monument nu ne arat c acolo fu lupta cea crncen pentru libertate! Att suntem de nesimitori la gloria naional! Romnul acum trece cu nepsare printr-aceste locuri sfinte, fr ca nimic s-i aduc aminte c pmntul ce calc e frmntat cu sngele prinilor si i acopere oasele vitejilor! (p. 95) 15
Linteresse della narrazione gravita, per Blcescu, tutto sulloggi, sui sentimenti e gli effetti che la commemorazione degli eventi passati poteva suscitare nel tempo presente. La constatazione indignata dellassenza di un monumento sul luogo della battaglia innesca propriamente le ragioni della narrazione. Lirruzione stessa dellautore sulla scena del testo, che lamenta, con il consueto tono concitato ed esclamativo, lindifferenza dei contemporanei per la gloria passata della nazione, serve appunto a dichiarare fin da subito le motivazioni che stanno alla base del monumento narrativo eretto attorno a Clugreni. Anche la seconda parte del prologo si svolge tutta nellattualit, nella forma di un vero e proprio racconto nel racconto di tipo metaletterario, che conduce il lettore allinterno del tempo della scrittura e dellelaborazione dellopera:
Vai! Scriam aceste rnduri n anul 1847. Cine mi vrea fi zis atunci c abia un an va trece, i inima-mi va fi i mai crud de durere ispitit. 16
15 [Oggi questa valle esattamente come ce la descrivono gli storici dellepoca. Nessun monumento ci mostra che l si svolse laspra lotta per la libert! A tal punto siamo insensibili alla gloria nazionale! I Romeni ora passano indifferenti per questi luoghi santi, senza che nulla ricordi loro che la terra che caplestano impastata del sangue dei padri e ricopre le ossa degli eroi]. 16 [Ahim! Scrivevo queste righe nel 1847. Chi poteva prevedere che sarebbe passato solo un anno e il mio cuore sarebbe stato ancora pi crudelmente irretito dal dolore!].
67 Alla precisazione metaletteraria, segue la rievocazione di un episodio accaduto durante la rivoluzione del 1848, al quale lo stesso Blcescu aveva preso parte. Bench lo spirito e le idee del Quarantotto romeno pervadano esplicitamente lintera opera, questo uno dei rari casi in cui vi sia la rappresentazione diretta di un avvenimento di quel periodo. La scena del racconto vivace, dettagliata, ricca di colore e di pathos (una nota, addirittura, si incarica di fornire ulteriori precisazioni, confermando la veridicit del fatto): durante unaffollata assemblea popolare in uno dei club rivoluzionari della Capitale giunge la notizia che i Turchi avevano varcato i confini del Paese a Giurgiu e, come un tempo, erano piombati sul passo di Clugreni. Lannuncio lascia i presenti del tutto freddi e indifferenti, nonostante lautore e pochi altri reclamino indignati una reazione immediata, al grido di Guerra e Vendetta!, e cerchino di infiammare gli animi con il ricordo di coloro che, nel passato, si erano sacrificati per la libert nazionale. Tutto inutile. La scena si chiude circoscrivendo e isolando in primo piano la figura di Blcescu stesso, che con gesto teatrale si copre gli occhi e il viso con le mani, secondo una classica e stereotipata iconografia della disperazione. Lexordium si conclude sulle parole pronunciate dallautore in quelloccasione, un affranto grido di delusione, di intonazione quasi biblica:
mi ascunsei atunci ochii cu minile mele ca s nu mai vaz aceast umilitoare privelite i din inima-mi zdrobit scp aceste cuvinte: Dumnezeul prinilor notri ne-a prsit! Prinii notri ne-au blestemat! (p. 96) 17
Da un punto di vista retorico, ci troviamo di fronte, anche in questo caso, ad un tipo di argomentazione che si fonda
17 [Mi coprii allora gli occhi con le mani, perch non vedessero questo umiliante spettacolo e dal mio cuore affranto uscirono queste parole: Il Dio dei nostri padri ci ha abbandonati! I nostri padri ci hanno maledetti!].
68 sul caso particolare, secondo le strategie di quella che Perelman e Olbrechts-Tyteca chiamano lillustrazione. A differenza dellexemplum vero e proprio (nel nostro caso, lallusione alle Termopili), che ha il compito di dare un fondamento alla regola, lillustrazione serve a rafforzare ladesione a una regola conosciuta e ammessa, fornendo dei casi particolari che chiariscono lenunciato generale, mostrano linteresse di questultimo attraverso la variet delle possibili applicazioni, aumentano la sua presenza nella coscienza. 18 Indicare le analogie esistenti tra la battaglia di Clugreni ed eventi recentissimi, legati ai moti rivoluzionari appena trascorsi, serve, ovviamente, a Blcescu per mostrare la possibile applicazione allattualit dellepisodio che intende raccontare, nonch per convincere i suoi lettori della necessit di costruire un dramma storico nazionale, che aggregasse e motivasse le coscienze attorno ad alcuni luoghi, figure ed eventi eroici di particolare forza visionaria. La presenza dellautore sulla scena, infine, il suo farsi personaggio drammatico e testimone oculare, rientra sempre nelle strategie argomentative fondate sullexemplum e sullillustrazione, procedimenti che devono poter colpire vivamente limmaginazione, imporsi allattenzione e alla coscienza dei destinatari del discorso e, di conseguenza, puntare sulleco affettivo che soltanto unimmagine vivida o un episodio concreto e vicino possono suscitare. 19 Letta in questa prospettiva, anche la descrizione topografica iniziale, con il suo accumulo di dettagli concretizzanti, acquista una giustificazione pienamente retorica. Blcescu non fa altro che rispettare le regole classiche, fissate gi da Quintiliano, della cosiddetta evidentia, secondo la quale le descrizioni di luoghi, di oggetti concreti, di avvenimenti collettivi,
18 Cham Perelman - Lucie Olbrechts-Tyteca, Trattato dellargomentazione. La nuova retorica, Einaudi, Torino, 2001, p. 377 [ed. orig. Trait de largumentation. La nouvelle rhtorique, P.U.F., Paris, 1958]. 19 Ibid., pp. 378-83.
69 che hanno uno scopo persuasivo, devono attenersi al principio della vividness, cio di una visualizzazione dettagliata e vivace, che metta propriamente davanti agli occhi loggetto della descrizione, enumerando e distinguendo le sue parti e le sue caratteristiche. Per mezzo di un accorto movimento di accerchiamento persuasivo, lepisodio di Clugreni si trova dunque serrato tra due casi esemplari: da una parte, un modello ideale e lontano, come le Termopili, dallaltra una scena vicina e recentissima, che ci riporta nellattualit della lotta per la libert e lunit nazionale. Solo una volta fissata questa prospettiva celebrativa ed eroica, la narrazione dei fatti pu iniziare.
4. Blcescu un narratore deccezione. Accumula fatti e dettagli fin quasi alla saturazione, ma riesce sempre a tirarsene fuori e a dominare la sua materia, facendo marciare sulla pagina, con mano sicura e con possente respiro epico, idee, personaggi e avvenimenti. Nella narrazione della battaglia di Clugreni, in particolare, sa dosare attentamente le due dimensioni portanti della storia e della retorica: allenta per lunghi tratti le maglie del reticolo argomentativo, lasciando libero corso alla nuda esposizione dei fatti, per poi serrare le fila del discorso con interventi puntuali di tipo retorico- persuasivo. Se assumiamo come scopo o bersaglio generale dellargomentazione la monumentalizzazione dellepisodio bellico di Clugreni, facile notare come le principali prove si trovino incorporate nella narrazione, manifestandosi per mezzo di procedimenti costanti di amplificazione emotiva, intellettuale e linguistica dei dati storici.
a) Il primo luogo argomentativo linferiorit numerica degli uomini di Mihai rispetto agli Ottomani, intesa come prova di eroismo e di abnegazione militare. Procedendo nel corso dellesposizione, dalla pura e semplice dichiarazione del dato numerico (a.1),
70 (a.1.) ntr-adevr, armata lui era, cum tim, de 180 mii ostai, mai mult dect de zece ori mai mare ca a lui Mihai-Vod, care, cu toate ajutoarele ce primi din Moldova i Ardeal, d-abia se urca la 16 mii oameni i 12 tunuri. (p. 96) 20
si passa alla valutazione degli effetti che questo dato provoca tra i combattenti delle due parti. Contrariamente a quanto si potrebbe presumere, infatti, lesiguit numerica dei romeni suscita nei loro animi ardimento e desiderio di affrontare la battaglia (a.2), mentre instilla stupore, quindi titubanza e timore di non cadere in qualche tranello, negli Ottomani (a.3):
(a. 2.) Dei puini, ostaii cretini erau ns plini de foc i de dorin de a se msura cu dumanul. (p. 97) 21
(a. 3.) Sinan se uit plin de mirare la puinul numr al cretinilor, care cuteza a atepta i nc a izbi o armat aa de numeroas. (p. 97) 22
Si tratta di un ragionamento che si fonda sul rovesciamento di presunzioni molto comuni e che instaura, a fini persuasivi, quello che Perelman chiama un argomento di doppia gerarchia. In particolare, la gerarchia dei fini che permette di fondare largomento, secondo quanto gi Aristotele aveva determinato nei Topici: ...di due termini produttivi pi desiderabile quello il cui fine migliore. 23 Se al fine di evitare la sopraffazione e la sconfitta da parte di un nemico pi
20 [Il suo esercito, appunto, contava 180 mila soldati, essendo dieci volte pi numeroso di quello del principe Mihai, il quale, con tutti gli aiuti che aveva ricevuto dalla Moldavia e dalla Transilvania, a malapena raggiungeva i 16 mila uomini e i 12 cannoni ]. 21 [Bench fossero pochi, i soldati cristiani erano pieni di fuoco e desiderio di misurarsi col nemico]. 22 [Sinan guard pieno di meraviglia lesiguo numero dei cristiani, che osavano fronteggiare e addirittura attaccare un esercito tanto numeroso]. 23 Perelman - Olbrechts-Tyteca, Trattato dellargomentazione cit., p. 358.
71 forte, poteva sembrare ragionevole e desiderabile per i Romeni sottrarsi allo scontro, un fine migliore, pi alto, vale a dire una lex potentior, interviene a rendere non solo desiderabile, ma anche lodevole affrontare il sacrificio e una possibile sconfitta. Non un caso, infatti, che nellultima citazione del luogo argomentativo, prima della narrazione dello scontro risolutivo, si faccia allusione esplicitamente al tema del martirio e del pro patria mori, uno dei cardini cio delletica e della retorica del patriottismo, attorno al quale ruota lintera interpretazione della vicenda di Clugreni (a.4):
(a.4.) Ei tiau ct sunt de puini pe lng duman, dar, credincioi nfocai, inima lor ardea de dorina d-a-i da viaa pentru patrie i lege i d-a merita cununa martirilor. (p. 99) 24
b) Fissare uno dei fuochi dellargomentazione intorno al motivo del morire per la patria significava inserire Clugreni allinterno di una tradizione, ideologica e retorica, di lunghissima durata e di grande prestigio, profondamente radicata nella cultura occidentale, almeno fin dallAntichit greca e romana. 25 Per Blcescu rappresenta, inoltre, il punto dal quale irradiano altre strategie persuasive che mirano, tutte insieme, alla creazione di una prospettiva altamente eroizzante e celebrativa allinterno della quale collocare lepisodio. Un secondo luogo argomentativo, strettamente legato allidea della consacrazione e del martirio, fondato, infatti sul motivo della gloria. La prima esposizione del motivo avviene in chiave comparativa, confrontando la situazione dei Romeni con quella degli Ottomani, che per il loro ruolo di invasori illegittimi e per
24 [Essi sapevano quanto fossero pochi rispetto al nemico, ma, fervidi credenti, i loro cuori ardevano del desiderio di morire per la patria e guadagnarsi la corona del martirio]. 25 Sul motivo del morire per la patria imprescindibile lintervento di Ernst H. Kantorowicz, Pro Patria Mori in Medieval Political Thought, in The American Historical Review, Vol. 56, No. 3, 1951, pp. 472-492.
72 la loro stessa superiorit numerica non possono aspirare a guadagnarsi la gloria sul campo di Clugreni. Difatti, Blcescu osserva come i Turchi, paradossalmente, rimpiangessero che i romeni non fossero pi numerosi, in modo da rendere pi onorevole e gloriosa la vittoria dellarmata ottomana. Viceversa, la gloria dei romeni determinata non solo sul piano del valore militare (motivo del martirio), ma anche su quello pi specifico del loro ruolo storico di difensori della propria patria invasa e di baluardo della Cristianit europea:
(b.1) Turcii, ngmfai de mica izbnd ce dobndiser, ctau n rs la romni i aveau desigur c a doua zi se va vedea triumful islamismului, prin zdrobirea lui Mihai i a armatei lui. Lor le prea ru numai c romnii nu sunt ndestul de muli ca s fac biruina lor mai glorioas. Ai notri se pregtea a apra cu brbie acea strmtoare care era cheia rii lor i a Europei cretine. (p. 98) 26
Lidea della gloria imperitura acquisita dai romeni a Clugreni compare, in seguito, con funzioni di enfasi celebrativa allinizio dei capitoli XV (b.2.) e XVI (b.3.), in posizione rilevante anche da un punto di vista strutturale:
(b.2.) n sfrit, soarele veni s lumineze aceast mare zi de miercuri 13/23 august, menit a fi briliantul cel mai strlucit al cununei gloriei romne. (p. 99) 27
26 [I Turchi, tronfi per la piccola vittoria che avevano ottenuto, si facevano beffe dei romeni e tenevano per sicuro che lindomani si sarebbe visto il trionfo dellislam, con lannientamento di Mihai e del suo esercito. Si rammaricavano soltanto che i romeni non fossero abbastanza numerosi da rendere la loro vittoria ancora pi gloriosa. I nostri si preparavano a difendere con coraggio quella strettoia che era la chiave del loro paese e di tutta lEuropa cristiana]. 27 [Infine, il sole giunse a rischiarare questo grande giorno di mercoled 13/23 agosto, destinato a diventare il diamante pi splendido nella corona della gloria romena].
73 (b.3.) ...i ostaii, inimai foarte mpotriva turcilor, nvpiai i de aceste cuvinte, dar jaluzi nc mai mult d-a eclipsa printr-o biruin strlucit toate glorioasele biruine ale vecinilor, rspund nvrtind n mini paloele i lncile i prin strigri mari de o rzboinic veselie, cer de la domnul lor ca s-i duc ndat ctre duman. (p. 100) 28
Il motivo ritorna, infine, ad apertura della perorazione finale, corroborato sul piano dellespressione da un rilevatissimo e artificioso giro sintattico (un ampio iperbato che disgiunge il dimostrativo dal nome al quale si riferisce), che ne sottolinea anche formalmente la centralit argomentativa (b.4):
(b. 4.) Astfel fu acea vrednic de o netears aducere-aminte zi de btaie de la Clugreni, n care romnii scriser cu sabie i cu snge pagina cea mai strlucit din analele lor. De zece ori mai puin numeroi dect dumanii, ei ctigar asupr-le o biruin strlucit i avur gloria d-a nvinge un general pn-atunci nc nenvins. (p. 105) 29
c) Unaltra strategia persuasiva, strettamente collegata alle dinamiche di eroizzazione celebrativa, che abbiamo fin qui descritto, quella che potremmo chiamare dellamplificazione epica, intendendo amplificatio in senso tecnico-retorico, come un graduale processo di ingrandimento di un dato naturale coi mezzi dellarte, nellinteresse della utilitas causae. 30
Laccrescimento verticale del dato storico, la sua dilatazione ed
28 [...e i soldati, fortemente rianimati contro i Turchi, infiammati da queste parole, ma ancor pi desiderosi di eclissare per mezzo di una vittoria straordinaria tutte le gloriose vittorie dei vicini, rispondono brandendo le spade e le lance e con alte grida di gioia guerresca, chiedono al loro signore di condurli immediatamente incontro al nemico]. 29 [Tale fu quella giornata, degna di imperitura memoria, della battaglia di Clugreni, in cui i romeni hanno scritto con il sangue e con la spada la pagina pi illustre della loro storia. Dieci volte meno numerosi dei loro nemici, hanno riportato una splendida vittoria, ottenendo la gloria di sconfiggere un generale fino ad allora imbattuto]. 30 Cfr. Lausberg, Elementi cit., 71-74.
74 esagerazione, comporta in Blcescu un travalicare i limiti della scrittura storiografica per accedere, appunto, a forme schiettamente epiche. Ci accade, ad esempio, quando si trova a narrare lapice del trionfo romeno, nel momento dello sbaragliamento delle truppe ottomane. Con raffinata tecnica narrativa, Blcescu restringe repentinamente il quadro grandioso allinterno del quale aveva rappresentato lo scontro tra le grandi masse dei due eserciti, lasciando giganteggiare al centro della scena la figura solitaria e quasi sovrumana di Mihai. Il principe valacco si aggira in preda ad una inestinguibile furia guerriera nellaccampamento nemico, cercando di scovare uno a uno i capi ottomani. Scorgendo da lontano Hassan-Pasci, lo insegue a spada tratta, gridandogli di fermarsi e sfidandolo alla lotta corpo a corpo. Con le gambe tremanti di paura, Hassan si salver nascondendosi comicamente in un roveto, da dove uscir soltanto il giorno seguente. Si noti che questa stessa commistione di registri, per cui leroico e il sublime alternano e convivono con il comico, non casuale, trattandosi bens di un tratto autenticamente epico. Lindizio di epicit , del resto, formulato esplicitamente nel riferimento diretto allimmortale Omero:
(c.1.) ntr-acel minut, Mihai, precum odinioar semizeii cntai de nemuritorul Omir, alerga ntr-o parte i ntr-alta prin tabra turceasc, cutnd pe Sinan, cnd, vznd de departe pe Hassan-Paa, se lu dup dnsul strigndu-i s stea de e viteaz, s se lupte cu dnsul piept la piept, i cnd de cnd era s-l i ajung cu paloul. (p.104) 31
Su moduli epici condotto anche laltro mirabile episodio che vede agire da solo sulla scena il principe Mihai,
31 [In quellistante, Mihai, come un tempo i semidei cantati dallimmortale Omero, correva da una parte allaltra dellaccampamento turco, in cerca di Sinan, quando, scorgendo da lontano Hassan-Pasci, si mette ad inseguirlo, gridandogli di fermarsi, se aveva il coraggio, di lottare con lui corpo a corpo, e stava quasi per raggiungerlo con la spada].
75 nella sua sortita temeraria prima dello scontro decisivo. Intuendo la necessit di unazione esemplare che intimorisse gli avversari ed esaltasse gli animi dei propri uomini, Mihai si getta da solo tra le schiere degli Ottomani, fa strage di nemici, decapita con un unico micidiale colpo il comandante turco Caraiman-Pasci, ritorna, infine, miracolosamente illeso fra i suoi:
(c.2.) Ridicnd ochii ctre cer, mrinimosul domn cheam n ajutoru-i protecia mntuitoare a Dumnezeului armatelor, smulge o secure osteasc de la un soldat, se arunc n coloana vrjma ce- l amenin mai de aproape, doboar pe toi cei ce se ncearc a-i sta mpotriv, ajunge pe Caraiman-Paa, i zboar capul, izbete i pe alte capete din vrjmai i, fcnd minuni de vitejie, se ntoarce la ai si plin de trofee i fr a fi rnit. (p. 103) 32
Limpresa, fulminea e violenta, narrata con mano saldissima e con gusto sicuro e preciso per la rappresentazione dei gesti e delle azioni. La dimensione epica si manifesta pienamente non solo nella icastica evidenza delle immagini, come ad esempio il rapido baluginare della testa mozzata di Caraiman-Pasci, ma anche, e soprattutto, nellaura eroica e sovrannaturale di cui circonfusa la figura di Mihai. Sul piano dellespressione, si noter invece la serie paratattica e asindetica di frasi, tutte al presente storico (cheam n ajutoriu- i..., smulge o secure..., se arunc..., doboar pe toi..., ajunge..., i zboar..., izbete...), che svolgono il nucleo centrale dellazione, secondo il classico incedere narrativo dellepica tradizionale. Solo lultima frase, che sancisce la conclusione dellimpresa eroica, introdotta da una congiunzione coordinante (i...se ntoarce), nonch incisa, in
32 [Alzando gli occhi al cielo, il coraggioso principe invoca in suo aiuto la protezione salvifica del Dio degli eserciti, strappa ad un soldato la sua scure, si getta nella schiera nemica che lo minaccia pi da vicino, abbatte tutti quelli che tentano di resistergli, raggiunge Caraiman-Pasci, gli sbalza via la testa, colpisce altre teste di nemici e, facendo miracoli di prodezza, torna dai suoi illeso e carico di trofei].
76 simmetria con linizio dellepisodio, da una subordinata al gerundio (fcnd minuni de vitejie). Si tratta certamente di testimonianze dellarte letteraria di Blcescu, della sua consumata abilit di narratore, che sa trarre il massimo profitto dagli effetti stilistici della messa in scena. Non bisogner, tuttavia, trascurare la funzione persuasiva di queste scene, il contributo che offrono alla strategia argomentativa nel suo complesso. Diversi procedimenti concorrono, infatti, a sostenere la tesi centrale della monumentalizzazione dellepisodio di Clugreni, da quelli fondati sulla struttura del reale, e quindi sul ragionamento, come lexemplum e largomento della doppia gerarchia, a quelli, invece, fondati sulla forza persuasiva del pathos. Lamplificazione epica sfrutta, appunto, la capacit dello stile eroico di commuovere (movere), di provocare cio emozioni intense e desiderio di emulazione. La persuasione, in questo caso, parte organica della narrazione dei fatti, si esprime per mezzo di un invito implicito allidentificazione con un modello emotivamente efficace.
d) Allinterno dellesposizione dei dati e dei fatti storici si trova incorporata, in maniera altrettanto organica, la dimostrazione di unaltra tesi, che sta molto a cuore a Blcescu, vale a dire leccellenza nellarte militare raggiunta dai romeni sotto Mihai Viteazul, nonch il ruolo decisivo giocato dalla tattica bellica nella vittoria di Clugreni. In questo caso, la persuasione si manifesta maggiormente sul piano della lexis, fondandosi sulle scelte espressive, sulla precisione tecnica e lessicale delle rappresentazioni, sulle figure di parola e di sintassi. Si veda, ad esempio, la descrizione della prima ritirata delle truppe romene, per Blcescu un vero e proprio capolavoro di arte bellica:
(d.1.) Retragerea ei ns este frumoas i metodic. Spre a nu se lsa a fi ocolit de turci, spart i risipit, ea se ntocmete n figura unui col (cuneum) i, slobozind astfel de toate laturile focuri
77 asupra vrjmaului, se trage napoi cu ncetul, luptndu-se nencetat. Aceast retragere este o minune de vitejie, de snge rece i de eroism. (p. 101) 33
Qui sar da notare, innanzi tutto, il lavoro di selezione compiuto sul lessico e, in particolare, sullaggettivazione, che punta, in massimo grado, ad ottenere effetti di perspicuit, adeguatezza e appropriata disinvoltura. Da un punto di vista stilistico, espressioni naturali ed efficaci come retragerea ei ns este frumoas i metodic vanno considerate una vera conquista per la lingua letteraria dellepoca. Da un punto di vista retorico sono, invece, la messa in pratica della perspicuitas persuasiva, cio della comprensibilit intellettuale, che fin da Aristotele rappresenta uno dei requisiti preliminari della credibilit dei discorsi, e quindi del loro successo e della loro capacit di creare persuasione. Come insegna la retorica classica, la perspicuitas si raggiunge quando la singola parola pronunciata (o scritta) dalloratore definisce con successo la cosa (res) che intende la voluntas delloratore medesimo. 34
Questa ricerca dellunivocit ben rappresentata dalluso dei tecnicismi, come ad esempio, nel brano riportato, la chiosa cuneum, termine specialistico che precisa la particolare forma di schieramento dellesercito. La forza persuasiva della descrizione , infine, corroborata da una figura di ornatus, con la frase conclusiva che serra ritmicamente il discorso per mezzo di un classicissimo tricolon: Aceast retragere este o minune de vitejie, de snge rece i de eroism. Figure di corrispondenza e parallelismo sintattico ritornano con grande evidenza anche nella raffigurazione dello
33 [Nondimeno, la loro ritirata bella e metodica. Per non lasciarsi circondare dai Turchi con le schiere sparse e divise, si dispongono in una formazione a punta (cuneum) e, facendo fuoco da ogni lato sui nemici, si tirano indietro lentamente, combattendo senza posa. Questa ritirata un miracolo di coraggio, di sangue freddo e di eroismo]. 34 Lausberg, Elementi cit., 134.
78 scontro finale, con la funzione di mettere persuasivamente in rilievo lazione coordinata, concentrica e perfettamente bilanciata delle truppe romene, dimostrando la loro superiorit tattica e militare. Bella e metodica (frumoas i metodic), la prosa di Blcescu sembra anchessa, come diceva Negoiescu, schierata ordinatamente su un campo di battaglia:
(d.2.) Dar deodat se vede oprit n fa de Mihai ca de un zid de piatr tare, n dos izbit cu o furie nfocat de cpitanul Cocea, i n coast trsnit de tunurile aezate pe deal de Albert Kiraly <...>. ndrtnicul vizir, fr a-i pierde cumptul, izbutete a-i ntocmi otile n rnduial, cnd o izbire nou a lui Mihai n fruntea armiei, pustiirile furioase ale nfierbntatului Cocea de dinapoi, iutele i ucigtorul foc al tunurilor lui Kiraly zdrobesc iari aceast rnduial... (p. 103) 35
Qui, lazione parallela e concomitante dei tre raggruppamenti dellesercito romeno, che impegnano da tre lati lo schieramento ottomano, si riflette plasticamente, sul piano testuale, in un triplice parallelismo sintattico, ripetuto in due serie anchesse parallele di sintagmi armonicamente corrispondenti.
e) Unulteriore verifica della preminenza della dimensione retorica allinterno dellepisodio di Clugreni offerta dallinserimento allinterno del testo dellallocuzione esortativa rivolta da Mihai Viteazul alle sue truppe prima della battaglia. Anche in questo caso Blcescu si confronta con un genere retorico cristallizzato e radicato profondamente nella prassi del racconto storiografico fin dallAntichit. Preceduto
35 [Ma ad un tratto, si vede bloccato sul davanti da Mihai come da un muro di dura pietra, urtato da dietro con furia infuocata dal capitano Cocea, e ai lati folgorato dai cannoni collocati sulla collina da Albert Kiraly <...>. Lostinato vizir, senza perdersi danimo, riesce a ricompattare le proprie schiere, quando un nuovo urto di Mihai sul davanti dello schieramento, le furibonde devastazioni dellinfuocato Cocea sul dietro, i colpi veloci e micidiali dei cannoni di Kiraly, infrangono di nuovo questo schieramento].
79 dalla preghiera collettiva dellintero esercito romeno, che conferisce alla scena una forte solennit rituale, il discorso di Mihai alle truppe costruito secondo le regole del genere deliberativo, esponendo ordinatamente le argomentazioni a favore della decisione di sferrare lattacco. Le prove e i luoghi argomentativi sono, in gran parte, i medesimi che vengono utilizzati da Blcescu nel corso dellesposizione dei fatti storici per sostenere il processo di monumentalizzazione esemplare di Clugreni. Lallocuzione di Mihai si struttura, in particolare, intorno a tre luoghi argomentativi. Il primo si potrebbe chiamare largomento del kairos, che fa leva cio sullopportunit irripetibile offerta dal luogo e dal momento. A questo argomento corrispondono nel corso dellesposizione storiografica la descriptio loci iniziale e in parte lexemplum delle Termopili:
(e.1.) Apoi, ndreptndu-se ctre dnii, le zise: s-i aduc aminte de vechea lor vitejie, cci ocazia de acum este frumoas i de o vor pierde, anevoie o vor mai cpta. Turcii, le zicea el, sunt uimii de attea pierderi, cetile lor din toate prile sunt cuprinse <...>. Pe lng aceasta, locul de btaie nu putea fi mai bine ales, de vreme ce mulimea lor aci le va fi nefolositoare. (p. 99) 36
Il secondo argomento portato da Mihai quello della gloria, perfettamente coincidente con le diverse occorrenze del medesimo tema persuasivo allinterno dellintero episodio:
(e.2.) ...din cte capete au avut armatele lor, numai unul a rmas care mai ndrznete a ine frunte cretinilor, c cu dnsul au a se lupta i gloria d-a-l birui va fi foarte mare. (p. 99)
36 [Poi, rivolgendosi a loro, li esort a ricordarsi del loro antico coraggio, giacch loccasione era bella e, se lavessero mancata, difficilmente lavrebbero riavuta. I Turchi, diceva, sono sgomenti per le tante perdite, le loro roccaforti sono circondate da ogni parte <...>. Oltre a questo, il luogo della battaglia non poteva essere migliore, dal momento che qui la loro moltitudine non poteva favorirli].
80 n sfrit, ncheie zicnd c acum pot i romnii dobndi o asemenea glorie, cci toate dovedesc c vor avea aceeai norocire. (p. 100) 37
Infine, il principe espone ai suoi soldati le ragioni della legittimit della loro posizione e della giusta causa per la quale sono chiamati a comabattere. Opponendosi agli Ottomani, infatti, essi contrastano un invasore illegittimo e combattono per la libert della propria patria, difendendo al contempo un principio generale dello ius gentium:
(e.3.) ... c a venit vremea de a se lupta puternic pentru libertate, iar mai cu seam pentru cinstea legei, ca s dovedeasc turcilor c, de le-au clcat ei nainte patria, a fost numai din pricina neunirei lor. (p. 100) 38
La menzione della necessit di lottare per la difesa e laffermazione di un principio astratto di lealt (cinstea legei), rappresenta il ricorso al classico strumento argomentativo della infinitizzazione, 39 attuata mediante il passaggio da una quaestio finita, rapportata cio a persone individualizzate e a circostanze concrete (linvasione armata degli Ottomani del territorio della Valacchia nel 1595), ad una quaestio infinita, come poteva essere il diritto dei popoli alla libert e allintegrit territoriale. Si noti che tale processo di infinitizzazione
37 [...di tutti i capi che avevano comandato i loro eserciti, uno solo ne era rimasto, che osasse ancora tenere testa ai cristiani, con lui dovevano combattere e la gloria di sconfiggerlo sarebbe stata molto grande. Infine, conclude, dicendo che ora anche i Romeni potevano conquistare una simile gloria, poich tutto quanto mostrava che avrebbero avuto la medesima fortuna]. 38 [...era giunto il momento di lottare con tutte le forze per la libert, e soprattutto per la difesa di un principio generale di lealt, dimostrando ai Turchi, che per primi avevano invaso il loro paese, che ci era stato possibile solo a causa della loro disunione]. 39 Cfr. Lausberg, Elementi cit., 81.
81 perfettamente in linea con le strategie argomentative dellintera opera storiografica di Blcescu, nella cui prospettiva, la narrazione del passato glorioso dei romeni doveva servire nel presente, in chiave persuasiva e modellizzante, alla lotta per la libert e lauto-determinazione nazionale.
5. In un articolo recente dedicato alla lingua romena al momento della rivoluzione del 1848, Florica Dimitrescu ha sostenuto, con buone ragioni, che il volto moderno e attuale del romeno si formato, in gran parte, allinterno della generazione degli scrittori, dei letterati e dei patrioti del Quarantotto. 40 Allinterno di un intenso processo di modernizzazione e di occidentalizzazione della lingua e della cultura romene, sono affluite, nel lessico colto e letterario, nelle pi diverse sfere di applicazione concettuale, quantit straordinarie di neologismi, prestiti e calchi dalle lingue romanze e non romanze dellEuropa occidentale, tanto da mutare per sempre laspetto della lingua nazionale. Di conseguenza, molti fenomeni moderni e contemporanei che riguardano lambito del discorso pubblico e il lessico sociale e politico, affondano le loro radici nella lingua degli scrittori e degli intellettuali paoptiti. Allo stesso modo, potremmo affermare che nellopera storiografica di Blcescu, sia stato plasmato il linguaggio del patriottismo romeno, nato, come abbiamo cercato fin qui di mostrare, da una originale commistione fra storia e retorica, dallinterferenza e dal reciproco condizionamento di queste due dimensioni discorsive. Molto probabilmente da qui che dovr ripartire chiunque vorr valutare, decostruire o forse salvare quello che resta del patriottismo romeno, dei suoi miti, delle sue strutture ideologiche e del linguaggio che le sorregge. Una
40 Cfr. Florica Dimitrescu, Consideraii asupra limbii romne de la 1848. Lexicul social-politic n Pruncul romn, in Ead., Drumul nentrerupt al limbii romne, Clusium, Cluj-Napoca, 2002, pp. 40-65.
82 corrretta ed equanime valutazione del valore letterario dellopera di Blcescu non potr, ovviamente, eludere questo nodo problematico. Cos come, forse, dovr scioglierne un altro, che riguarda laberrante manipolazione a cui stata sottoposta la lingua del patriottismo romantico romeno allinterno della propaganda comunista. Certo, difficile leggere oggi la nobile e raffinata retorica di Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul senza sentir risuonare in sottofondo lo sgradevole suono della limb de lemn, le parole dordine e le frasi fatte che per tanto tempo hanno funestato il discorso pubblico in Romania. Anche in questo caso, crediamo possa essere utile affrontare di nuovo, in maniera sistematica, la questione della retorica, valutando il suo ruolo allinterno della scritura storiografica di Blcescu e degli altri storici romantici, e valutando su basi rinnovate i rapporti che legano storia e retorica, da un parte, retorica e verit, dallaltra. Fin da Platone, del resto, sappiamo che esistono due diversi tipi di retorica, o meglio due diversi usi degli strumenti emotivi e argomentativi dellarte retorica, unarte anfibia, che pu essere posta indifferentemente al servizio della verit e della giustiza oppure del sopruso e della menzogna.
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SORIN IPO
Silviu Dragomir e la Securitate: le note informative del dossier di pedinamento (1957-1962)
1. Il contesto dellapertura del dossier
Silviu Dragomir si fatto conoscere in diversa misura come storico e come uomo politico. Se si eccettua, forse, il periodo in cui ricopr le cariche di segretario di stato e ministro delle minoranze, la sua attivit politica non stata di particolare rilievo, anche confrontandola con quella svolta da altri suoi colleghi storici. Tuttavia, fu proprio il suo impegno politico a causargli gravi problemi dopo il 1947. Il professor Dragomir, infatti, venne arrestato il 1 luglio 1949 a Cluj 1 e trasferito ulteriormente nel Penitenziario di Caransebe, per scontare una condanna a sei mesi di carcere correzionale per reati contro la Legge bancaria, a cui si aggiungeva unammenda correzionale di 2 600 000 lei 2 . Lammenda correzionale venne, in seguito, sostituita con un anno di prigione, dimodoch Silviu Dragomir venne condannato complessivamente a un anno e sei mesi di carcere correzionale. 3 Il 6 maggio 1950 Silviu Dragomir venne
1 La richiesta indirizzata da Silviu Dragomir al Presidente del Presidio della Grande Assemblea Nazionale, si trova nellarchivio della famiglia Enescu. 2 In conformit con la decisione presa nella seduta della camera di consiglio del 29 dicembre 1948 la corte dispone che la menzione in solido venga sostituita con le parole ammenda correzionale di 2 600 000 lei ciascuno (Archivi Nazionali Direzione Regionale Hunedoara [dora in poi: A.N.-D.J. Hunedoara], Fondo Silviu Dragomir, dossier no. 4, p. 23). 3 Condannato dalla Corte di Appello di Cluj il 6 novembrie 1948 per reati contro la Legge sulla Banca di Stato a 6 mesi di carcere e a unammenda in denaro trasformata in un anno di detenzione, sono stato arrestato a Cluj nel luglio del 1949, la mia liberazione essendo prevista per il 27 dicembre 1950
84 trasferito nel carcere di Sighet, accanto ad altri uomini politici e intellettuali prima arrestati e ivi incarcerati. Bisogna precisare che Silviu Dragomir e gli altri uomini di Stato e intellettuali rinchiusi a Sighet tra il 6 e il 7 maggio del 1950, furono trattenuti senza alcun fondamento legale. Solo il 1 agosto, con la Decisione M.A.I. [Ministero degli Affari Interni] no. 334, firmata dal vice ministro, il tenente colonnello Gheorghe Pintilie, 89 ex uomini di stato furono trasferiti per un periodo di 24 mesi in una unit di lavoro. Nel caso di Silviu Dragomir, la condanna da scontare era di 38 mesi. La condanna amministrativa di tutti quelli che avevano ricoperto cariche pubbliche venne per incrementata, senza diritto di appello, di altri 60 mesi con la Decisione M.A.I. no. 559, firmata, il 6 agosto 1953, per conto del presidente della Commissione della Sicurezza dello Stato da Alexandru Nicolschi 4 . Silviu Dragomir e gli altri uomini politici rimasero a Sighet fino al 6 luglio 1955, quando alcuni di loro furono messi in libert ed altri trasferiti in altre prigioni 5 . Subito dopo il suo rilascio dal penitenziario, Silviu Dragomir rientr nel mirino della Securitate, che ottenne alcune note informative sullo storico, dopo un primo momento di disorientamento degli ufficiali, che non conoscevano il suo domicilio. probabile che Dragomir non venisse subito preso in considerazione, dopo la sua scarcerazione, anche a causa della sua et avanzata 6 . Informazioni pi cospicue
(LAutobiografia dellautore tratta da A.N.-D.J. Hunedoara, Il fondo Silviu Dragomir, dossier no. 4). 4 Claudiu Secaiu, Contribuii privind distrugerea elitei politice romneti, n Memoria nchisorii Sighet, Editor Romulus Rusan, Bucureti, 1999, p. 263. 5 In conformit con il Biglietto di liberazione no. 193 534 del 1956, Silviu Dragomir fu rilasciato il 9 giugno del 1955 (A.N.-D.J. Hunedoara, fondo Silviu Dragomir, dossier no. 4). La messa in libert del 9 giugno confermata anche dal biglietto speciale di viaggio Sighet-Cluj, III classe, serie A, no. 0635301, a nome di Silviu Dragomir (Ibidem). 6 Il nominato Dragomir Silviu, ex-ministro, stato per diversi anni incarcerato, nellestate del 1955 stato messo in libert, in presente disoccupato; daltronde in et avanzata 77 anni. troppo anziano per essere preso in considerazione (Nota del 13 settembre 1955, in Consiglio
85 su Silviu Dragomir risalgono al momento dellidentificazione di tutti i membri della ex Associazione Romeno-Americana di Cluj, di cui Dragomir era stato presidente per la Transilvania nel periodo 1946-1947 7 . Lazione venne condotta dal tenente Vasile Hiricu, non essendo indirizzata specialmente contro Silviu Dragomir. Inoltre, fino al gennaio del 1958, Dragomir si trovava sotto osservazione, in qualit di membro di spicco del P.N.C. [Partito Nazionale Cristiano], da parte dellUfficio 1 (che aveva come compito il problema dei legionari e dei seguaci di Cuza), facente parte del Servizio III (Direzione Controinformazioni Interne) della Direzione Generale della Securitate di Cluj 8 . Il 7 marzo 1957, lUfficio no. 2 del Servizio III (che si occupava del P.N.. [Partito Nazionale Contadino] e del P.N.L. [Partito Nazionale Liberale]) apr un dossier di pedinamento informativo su Iuliu Moldovan, ex ministro della Sanit del P.N. 9 . Nel piano di lavoro realizzato allapertura del dossier, era previsto che tramite lex agente Chioreanu venisse stabilito lentourage di amici, e che in seguito il pi adatto, fosse assunto come agente 10 . Durante la sorveglienza dellex ministro, gli informatori avvisarono la Securitate che una delle persone pi vicine a Iuliu Moldovan era Silviu Dragomir, suo collega durante la detenzione a Sighet, che lo visitava spesso e con il quale aveva incontri periodici in citt. In queste condizioni, Silviu Dragomir diventa candidato al
Nazionale per lo Studio degli Archivi della Securitate (dora in poi: CNSAS), il dossier Silviu Dragomir, I 513, p. 8. Ibidem, p. 10. Lufficiale che ha scritto la nota ha sbagliato quando ha calcolato let dello storico, in realt Silviu Dragomir aveva 67 anni. 7 Liviu Plea, Dosarul de Securitate al istoricului Silviu Dragomir, in Annales Universitatis Apulensis. Series Historica, tom IX, 2005, Alba Iulia, pp. 217-229. Vedi anche Id., Istoricul Silviu Dragomir n plasa Securitii, in Dosarele Istoriei, no. 11, 2005, p. 43. 8 Ibidem. 9 Ibidem. 10 Ibidem.
86 reclutamento, ragione per cui la Securitate comincia a raccogliere dati sulla sua attivit. Il 26 luglio 1957, linformatore Pnzaru, diretto dal tenente maggiore Constantin Ciubotariu, rileva in un nota informativa che Silviu Dragomir non parla mai del regime di detenzione. Quando gli viene chiesto comera, risponde come in carcere e cambia subito discorso. molto prudente in tutte le sue manifestazioni ed evita di parlare di politica 11 . Dopo aver accenanto al fatto che Silviu Dragomir era stato membro della direzione dellAssociazione Romeno-Americana, lufficiale incaricava lagente di abbordare anche problemi politici attuali riguardanti la situazione interna ed internazionale 12 . I risultati dellinvestigazione non furono quelli desiderati, cossicch la Securitate decise di rinunciare al reclutamento di Silviu Dragomir, tanto pi che egli era entrato nella sfera dattenzione degli organi di repressione in quanto sospettato di spionaggio a favore degli inglesi 13 . Loccasione era stata la visita di una delegazione di parlamentari inglesi a Cluj, nel settembre del 1957. Tra i membri della delegazione cera anche il lord Oswald St., sospettato dalla Securitate di essere un collaboratore del servizio di spionaggio inglese 14 . Di conseguenza, i membri della delegazione furono sorvegliati durante il periodo del loro soggiorno in Romania. In tal modo, il Servizio di Sicurezza fu informato da Tiberiu Holan, vicepresidente del Consiglio comunale popolare di Cluj, accompagnatore della delegazione,
11 Ibidem. 12 Ibidem. 13 Ibidem. 14 Dai materiali che abbiamo dichiarazioni risulta: durante il mese di settembre si spost a Cluj la delegazione parlamentare inglese, che includeva anche il lord Oswald St., supposto agente del servizio inglese di spionaggio. Ulteriormente fu identificato come persona di contatto del profugo Raiu Ioan, in Inghilterra, il quale sta svolgendo attivit di spionaggio contro il nostro paese. La decisione di apertura del dossier di verifica su Silviu Dragomir, 30 gennaio 1958, in CNSAS, il dossier Silviu Dragomir, I 513, p. 8.
87 che il lord inglese un giorno aveva abbandonato la delegazione per qualche ora, e che si era messo in contatto con diverse persone che avevano avuto incarichi nei governi interbellici 15 . Bench non offrisse altri dettagli sulle persone incontrate dal delegato inglese, linformatore ha dichiarato nel rapporto consegnato alla Securitate che questultimo aveva un elenco con i nomi di alcune persone di Cluj, tra i quali cera anche Silviu Dragomir. Il fatto che accanto a questo nome ci fosse un segno a matita, aveva persuaso linformatore che i due si fossero incontrati 16 . Dopo questo avvenimento, la Direzione Regionale Cluj che funzionava presso il Ministero degli Affari Esteri ha inoltrato il rapporto no. 221/21210 del 16 ottobre 1957 alla Direzione II del Ministero degli Affari Interni, nel quale presentava la situazione emersa durante la visita della delegazione parlamentare inglese a Cluj. La Direzione II del Ministero degli Affari Interni, con il telegramma no. 488 del 29 ottobre 1957, firmata dal tenentecolonnello Holingher, dieci giorni dopo aver ricevuto il rapporto da Cluj, chiedeva alla Direzione Regionale Cluj di comunicare urgentemente il risultato dellidentificazione e della verifica dei sopranominati Agrbiceanu Ion e Dragomir 17 . In meno di un mese dalla richiesta rivolta dalla Direzione II di Bucarest, la Direzione Regionale di Cluj rilascia una prima nota su Silviu Dragomir 18 . La nota comprendeva una presentazione generale dellattivit politica e scientifica svolta dallo storico nel periodo interbellico e nei primi anni del dopoguerra. Interessante il fatto che i dati siano stati ricavati dal dossier del Servizio C, no. 4
15 Ibidem, p. 18. 16 Il Lord Oswald St. possedeva un elenco con i nomi di varie persone, tra le quali fu identificato anche DRAGOMIR SILVIU, con il quale si suppone fosse entrato in contatto, ma non si conosce il motivo (La decisione di apertura del dossier di verifica su Silviu Dragomir, 30 gennaio 1958, in Ibidem, p. 8). 17 Telegramma. Alla DIR. REG. M.A.I. Cluj, Ibidem, p. 18. 18 Nota riguardante la persona del nominato DRAGOMIR SILVIU, 21 XI 1957, Ibidem, p. 11.
88 202, in base al quale si era deciso, molto probabilmente, il trasferimento dello storico da Caransebe nel carcere di Sighet e il prolungamento della detenzione. Lufficiale notava la partecipazione di Silviu Dragomir al governo Goga-Cuza, lattivit svolta nellambito dellAssociazione Romeno- Americana tra gli anni 1945-1946, il suo coinvolgimento nel processo agli ex dirigenti della Banca Agraria di Cluj, la condanna e la prigionia a Caransebe e la detenzione a Sighet. Possiamo rilevare che nella nota il nome dello storico spesso associato con il Partito Nazionale Contadino e con persone messe sotto osservazione dalla Sicurezza dello Stato. Cos succede anche quando si parla della Banca Agraria di Cluj dove, tra parentesi, lufficiale scrive che si tratta della banca del Partito Nazionale Contadino, ma anche nel caso dei rapporti di amicizia con Emil Sabu, ex redattore di alcuni giornali del PN, che ha rapporti di parentela con Ion Raiu, in quel periodo rifugiato in Inghilterra, e con Vasile Tara, ex direttore della Banca Agraria di Cluj, che era la persona di contatto dellex console inglese a Cluj 19 . Con la lettera no. 222/21 348 del 17 dicembre 1957 la Direzione Generale Cluj inviava alla Direzione II di Bucarest le informazioni richieste 20 . In generale, il rapporto contiene informazioni simili alla nota interna del 21 novembre. La novit consiste nella valutazione della situazione in cui si trovava Silviu Dragomir in quel momento: Adesso viene utilizzato per certi lavori a carattere storico dallIstituto di Storia di Cluj 21 . Oltre alle informazioni con carattere biografico, c da rilevare linteresse delle autorit per lattivit politica svolta dallo storico nel periodo interbellico e per le relazioni stabilite con gli uomini politici del passato sia romeni che stranieri. La Securitate ha proceduto a unazione di verifica di Silviu Dragomir per
19 Ibidem. 20 Lettera della Direzione Regionale Cluj, del 17 dicembre 1957, indirizzata al Ministero degli Affari Interni. Direzione II Bucarest, Ibidem, pp. 19-20. 21 Ibidem, p. 20.
89 ottenere informazioni sullattivit politica svolta nel periodo interbellico. Le informazioni riguardanti lo storico sono state ottenute con grande difficolt, perch una volta uscito dal carcere lo storico era vissuto abbastanza isolato e non era stato messo sotto osservazione dal servizio. Esiste, tuttavia, un dossier a nome di Dragomir in carico alla Sezione C, ed anche un certo interesse, collaterale, come abbiamo visto, per lo storico. Dai dati ottenuti fino a quel momento risultava che lo storico era stato implicato in politica, aveva ricoperto cariche pubbliche nei regimi politici interbellici ed era stato membro del Partito Nazionale Contadino 22 . Silviu Dragomir ha fatto politica e ha effettivamente ricoperto cariche importanti per un breve periodo di tempo, ma non era stato membro del Partito Nazionale Contadino. Il tragitto politico di Silviu Dragomir era diverso, essendo stato membro del Partido Nazionale Cristiano guidato da Octavian Goga nel periodo in cui ricopr cariche ministeriali, poi diventando membro del Fronte della Rinascita Nazionale, se prendiamo sempre in considerazione il periodo in cui ricopr cariche ministeriali. Lo storico fu anche Segretario di Stato per le minoranze, con poteri di ministro, nel periodo in cui Octavian Goga era primo ministro, e poi ministro delle minoranze da parte del Fronte della Rinascita Nazionale. Non fu mai tuttavia membro del Partito Nazionale Contadino. Interessante per capire i mecanismi del regime comunista anche lannotazione del fatto che lo storico fosse stato membro fondatore dellAssociazione Romeno-Americana. Ovviamente, ci incrementava i sospetti da parte delle autorit. Nella nota di verifica esiste anche una breve presentazione dellattivit scientifica svolta da Silviu Dragomir, con speciale riguardo al periodo 1937-1945, ma anche informazioni sui legami avuti con
22 Verificandosi lattivit svolta nel passato da Dragomir Silviu, risult che egli fu membro di spicco del P.N., ex ministro nel governo P.N.. e membro fondatore dellAssociazione Romeno-Americana di Sibiu e poi di Cluj (Ibidem, p. 8).
90 altri storici ocidentali 23 . C da rilevare inoltre la presenza di numerosi errori riguardanti Dragomir nei documenti del Servizio di Sicurezza. Come abbiamo visto, la sua attivit politica viene collegata al Partito Nazionale Contadino, dal periodo della detenzione a Sighet sono esclusi i primi anni, e il luogo di nascita indicato come Curaada invece di Gurasada, comera invece corretto. Le informazioni raccolte su Silviu Dragomir erano in grado di destare sospetti nella Securitate. In quel periodo, lo ricordiamo, chi aveva fatto politica nel periodo interbellico o negli anni del maresciallo Ion Antonescu, era considerato un nemico o un potenziale nemico del regime comunista. I comunisti hanno criticato e condannato, soprattutto dopo aver conseguito il potere, i regimi politici del periodo interbellico. Allo stesso modo, i legami politici o professionali che gli intellettuali o gli uomini di scienza avevano stabilito nel periodo interbellico con il potere politico, non erano visti di buon occhio. Di conseguenza, il capitano Nicolae Pra e il tenente Ioan Sliteanu presentano, il 30 gennaio 1958, al capo della direzione, il tenente colonnello Iosif Breban, la proposta dellapertura di un dossier di verifica per Silviu Dragomir, in seguito alle informazioni conseguite sullo storico 24 . Da quanto detto sopra conclude lufficiale, risulta che Silviu Dragomir sospettato di attivit informativa a favore del servizio di spionaggio inglese, perci sar sottoposto a osservazione operativa in quanto sospetto di spionaggio 25 . Per stabilire la colpevolezza o, al contrario, linnocenza di Silviu Dragomir, gli ufficiali propongono, nel tipico linguaggio dellepoca, di stabilire dei dati che confermino
23 Viene considerato unei dei pi seri specialisti nei problemi transilvani, ragione per la quale nel periodo 1937-1944 ebbe un ricca corrispondenza con la cerchia dei francesi e degli inglesi, essendo amico di Seaton-Watson (Ibidem, p. 9). 24 Ibidem, pp. 8-9. 25 Ibidem, p. 9.
91 o neghino i sospetti che si addensano sopra la sua persona. []. La verifica si sarebbe svolta tra il 10 febbraio e il 10 agosto del 1958 26 . La proposta viene accolta dal capo della Direzione Regionale Cluj del Ministero degli Affari Interni, il tenente colonnello Breban. Al momento della firma del documento, lufficiale superiore annot la seguente frase: Che si tenga conto della sua et 27 . Si pu ipotizzare, a questo proposito, lesistenza di intenzioni sincere e umane da parte del tenente colonnello Iosif Breban. Analizzando la frase nel contesto dellepoca, il messaggio trasmesso piuttosto quello di indurre gli ufficiali alla prudenza, proprio per non complicare inutilmente le cose. La decisione di aprire un dossier di verifica a nome di Silviu Dragomir stata presa in seguito ad una intensa corrispondenza con la Direzione II di Bucarest allinterno del Ministero degli Affari Interni, e evidentemente dopo una verifica preliminare sullo storico. Nello stesso periodo, Dragomir fu sorvegliato anche indirettamente, finendo sotto osservazione da parte degli organi dello stato a causa dei suoi ottimi rapporti con Iuliu Moldovan 28 , sul quale era stato aperto un dossier di pedinamento.
2. Gli ufficiali e gli agenti
Silviu Dragomir ha goduto di unattenzione speciale da parte degli ufficiali della Securitate, bench fosse pedinato solamente allinterno di un dossier di verifica. Undici ufficiali della Securitate si sono occupati dello storico di Cluj nellintervallo tra il febbraio 1958 e il 22 febbraio del 1962, durante le verifiche riguardanti il problema di spionaggio a favore
26 Ibidem, p. 8. 27 Ibidem. 28 Silviu Dragomir presente come contatto nel dossier individuale no. 743 riguardante Iuliu Moldovan, in CNSAS, Dossier I 512/1, p. 1.
92 dellInghilterra, quelle allinterno del suo vecchio fascicolo in qualit di ex membro del governo Goga-Cuza e, collateralmente, allinterno del dossier aperto a nome di Iuliu Moldovan. Troviamo informazioni sugli ufficiali che sorvegliarono Dragomir sia nei rapporti redatti da loro stessi sia nelle note informative fornite dai collaboratori della Securitate. Nel dossier di Silviu Dragomir sono menzionati i seguenti ufficiali della Securitate: il capitano Alexandru Pere, che ha scritto un nota su Dragomir; il maggiore Ioan Hanche, che ha partecipato a tre incontri con gli agenti che fornivano informazioni sullo storico; il capitano Ilie Pucu, che stato presente a due incontri; il capitano Ioan Gocan, presente ad un incontro con un agente; il capitano Ioan Cbulea, presente ad un unico incontro; il capitano Constantin Ciubotar, che ha partecipato a due incontri; il tenente maggiore Constantin Banciu, che ha scritto una nota e ha partecipato a 5 incontri con gli agenti; il tenente maggiore Ioan Sliteanu, che ha steso una nota e ha partecipato a 10 incontri; il tenente maggiore Nicolae Domnia presente a due incontri con gli agenti; il tenente maggiore Emil Mrgineanu presente ad un incontro; il tenente Andrei Maroi, che ha partecipato solo ad un incontro. Nella maggior parte dei casi lattivit degli ufficiali si limita a uno, al massimo due incontri con gli agenti e alla stesura di un rapporto per i loro superiori. Esistono per anche delle eccezioni! Il tenente Sliteanu, uno degli ufficiali che si occupavano dello storico, ha partecipato a 10 incontri e ha scritto una nota informativa per i suoi superiori, come ha fatto anche il tenente maggiore Constantin Banciu che ha steso una nota e ha partecipato a 5 incontri con gli informatori della Securitate. Erano entrambi ufficiali incaricati di risolvere il dossier dello storico in pensione. Tranne il maggiore Hanche che ha partecipato a tre incontri e i capitani Pucau e Gocan che hanno cercato di ottenere informazioni, tramite gli agenti, da Silviu Dragomir su Iuliu Moldovan, gli altri otto erano coinvolti nellattivit di reperimento delle prove allinterno del dossier di verifica su Silviu Dragomir riguardante il problema dello spionaggio inglese.
93 Perch assistiamo ad una mobilitazione cos imponente nel caso di Silviu Dragomir? Molto probabilmente, il gran numero di ufficiali che lavorarono a questo caso dovuto al fatto che, in quel momento, Silviu Dragomir viveva molto isolato ed entrava in contatto con poche persone di fiducia. La Securitate fu obbligata a usare tutti gli ufficiali che avevano collaboratori tra le persone dellambiente familiare di Dragomir. Un altro possibile indizio sullinteresse dimostrato dalla Securitate per lo storico potrebbe essere costituito dal grado e dalla posizione gerarchica degli ufficiali coinvolti nel processo di verifica. Gli ufficiali che hanno lavorato per il dossier di Iuliu Moldovan, dove Silviu Dragomir era un personaggio secondario, avevano gradi superiori. Non crediamo che sia solo una coincidenza. Lesperienza di questi ufficiali aveva indotto i loro superiori a utilizzarli per risolvere i casi pi importanti. Nel dossier di verifica su Iuliu Moldovan, la Securitate voleva trovare dati sulla reticulina, prodotto inventato dal medico e molto apprezzato allepoca. Alcune note e relazioni fornite dagli ufficiali arrivarono al Ministero dellInterno, al primo segretario della regione Cluj e al capo della Securitate, il che dimostra linteresse del regime per Iuliu Moldovan e per le sue scoperte scientifiche. In altre parole, il regime comunista cercava soluzioni, almeno in questo caso, per la reintegrazione degli specialisti del periodo interbellico, anche se alcuni di loro non si erano conformati dal punto di vista ideologico. La Securitate si avvalse di agenti/informatori per raccogliere informazioni sullattivit svolta da Dragomir. difficile stabilire, allo stato attuale delle ricerche, la vera identit degli agenti. E non ci proponiamo di farlo. Ci interessa, invece, stabilire il modo in cui la Securitate ag nel caso di Dragomir. Dal punto di visto metodologico, dobbiamo precisare che le note informative sono state analizzate ed interpretate nel contesto generale dellepoca. La nostra attenzione si rivolge a tutte le persone ricordate nelle note informative scritte dagli agenti
94 Sanda Predescu, Ernest Szarka, Axinteanu e Ionescu, menzionati nel rapporto finale della Securitate 29 . Allo stesso modo, un futuro lavoro di identificazione degli informatori dovrebbe essere accompagnato dallanalisi del contesto e delle ragioni che hanno portato alla collaborazione, nonch a unattenta verifica delle informazioni stesse. Alcuni informatori offrono dati veridici sulla persona sorvegliata dalla Securitate, e dal testo traspare spesso anche una certa simpatia nei confronti del personaggio pedinato, altri invece offrono spesso informazioni e apprezzamenti tendenziosi. Accanto agli informatori gi nominati vi furono anche altri agenti che hanno redatto note su Silviu Dragomir, cosicch il numero degli agenti salirebbe a 13. Dobbiamo essere prudenti tuttavia nellanalisi delle cifre, giacch in alcuni casi un agente poteva avere uno, due o persino tre nomi in codice. Dallanalisi quantitativa delle note informative risulta la seguente situazione: Ernest Szarka ha contribuito con tre note, Ion Baciu con una nota, Voicu con tre, Vasile Ionescu con tre, Tudor con una, Pnzaru con tre, Axinteanu con una, Chioreanu con una, Radu Ionescu con una, Sanda Predescu con due note, Emil Isaia con una nota, Lucreiu con tre note e Marian con una nota. Gli agenti Lucreiu e Marian consegnarono alla Securitate note nel dossier di pedinamento di Iuliu Moldovan, lagente Tudor in tutti e due, e il resto degli agenti nel dossier di verifica di Silviu Dragomir. Tra il pedinato, in questo caso Silviu Dragomir, gli informatori e gli ufficiali della Securitate esistevano o si erano stabiliti, nel corso del tempo, rapporti piuttosto speciali. I rapporti fra il sorvegliato e gli informatori erano solitamente normali rapporti collegiali o addirittura di amicizia. In ogni caso, i buoni rapporti favorivano lottenimento delle informazioni richieste dallufficiale della Securitate. Lagente dirigeva la conversazione sugli argomenti stabiliti in precedenza dallufficiale della
29 Decisione di chiusura del dossier di verifica 738 riguardante Dragomir Silviu, del 28 luglio 1960, in Idem, Il dossier Silviu Dragomir, no. I 513, p. 6.
95 Securitate, cossich i pensieri pi intimi, i progetti personali e professionali del pedinato venivano a conoscenza della Securitate. Si stabiliva in questo modo un rapporto tra il sorvegliato e gli ufficiali della Securitate, intermediato dagli agenti, allinsaputa dellinteressato. Legami speciali si crearono anche tra gli ufficiali della Securitate e gli informatori. Allo stato attuale della ricerca si conoscono i nomi degli ufficiali che rispondevano dei vari agenti. Il tenente maggiore Sliteanu era in contatto con gli agenti Ernest Sarka, Emil Isaia e Ion Baciu, il tenente maggiore Constantin Banciu era in contatto con gli agenti Voicu e Sanda Predescu, il tenente maggiore Nicolae Domnia con lagente Vasile Ionescu, il capitano Traian Cbulea con lagente Tudor, lagente Pnzaru con il capitano Constantin Ciubotariu, lagente Axinteanu con il tenente maggiore Emil Mrgineanu, Chioreanu con il tenente Emil Sliteanu, Radu Ionescu con Andrei Maroi, lagente Lucreiu con il maggiore Ioan Hanche e con il capitano Ilie Pucau, e lagente Marian con il capitano Ioan Gocan. Gli agenti possiedono tutti un nome in codice, rendendo difficile se non impossibile lidentificazione dei loro veri nomi. Siamo piuttosto interessati a decifrare il meccanismo operativo della Securitate nel caso dello storico Silviu Dragomir. Dal momento che non conosciamo i nomi reali degli agenti, quindi la loro vera identit, siamo obbligati a cercare indizi sulla loro professione o sul posto di lavoro, per chiarire, per quanto sia possibile, i rapporti tra il pedinato e gli informatori. Dalle fonti documentarie a nostra disposizione possiamo stabilire, in alcuni casi, quali furono i rapporti tra gli agenti della Securitate e il pedinato, noch il posto di lavoro o la qualifica dellinformatore. Per esempio, lagente Voicu, nella nota informativa su Sabin Belu del 21 maggio 1958 scriveva:
In generale non ha creato troppa agitazione riguardo a questi avvenimenti nellambito dellistituto. Ultimamente venuto pi tardi allistituto []. Ho notato ultimamente dal prof. Silviu Dragomir un
96 maggior numero di persone che non conosco e con le quali si trattiene pi a lungo 30 .
Nella nota del 10 febbraio 1959 linformatore Vasile Ionescu notava: Il 10 febbraio, quando la fonte era sul punto di andare a casa, M. [ihail] Dan, con il quale faccio la stessa strada a mezzogiorno, gli disse: Dobbiamo passare da Silviu Dragomir [...]. Quando sono scesi, Dan Mihail ha suonato il campanello di Silviu Dragomir 31 . Nel caso di questi due agenti, lipotesi pi verosimile che siano colleghi di lavoro di Silviu Dragomir allIstituto di Storia. Lagente Radu Ionescu registrava in conclusione della nota informativa consegnata alla Securitate il 28 aprile 1958: Nel modo del tutto vago e tangenziale in cui lo conosco come bibliotecario, non posso fare altro che condividere questi pareri 32 . La nota ci svela, senza alcun dubbio, la qualifica dellinformatore. Per conto suo, lagente Ernest Sarca, nella nota del 25 giugno 1960 annotava: Nel giorno del 25 VI ho fatto una visita a Silviu Dragomir, con il quale ho parlato di alcuni argomenti storici riguardanti i Monti Apuseni, sui quali egli redige un lavoro, su richiesta dellAccademia della Repubblica Popolare Romena 33 . Il 2 dicembre 1960, lagente Lucreiu scriveva nella nota informativa:
Interrogato sulla discussione avvenuta allAccademia RPR riguardante il Trattato di storia della Romania, il nominato Dragomir Silviu ha detto che gli hanno chiesto di prendere parola, ha preso la parola e ha parlato bene, dato che alla fine della seduta Daicoviciu venuto da lui e gli ha fatto i complimenti. [] Lagente ha scritto una recensione al libro di Silviu Dragomir, I Valacchi del nord della Penisola Balcanica nel medio evo 34 .
30 Nota informativa. La fonte Voicu, 21 maggio 1958, in Ibidem, p. 40. 31 Nota informativa. La fonte Ionescu Vasile, 16 II 1959, in Ibidem, p. 65. 32 Nota informativa. La fonte Ionescu Radu, 28 IV 1958, in Ibidem, p. 85. 33 Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, 25 VI 1969, in Ibidem, p. 76. 34 Nota informativa. La fonte Lucreiu, 2 dicembre 1960, in Ibidem, p. 32.
97 Si tratta di persone che, molto probabilmente, erano storici di professione. Potevano essere colleghi dellIstituto di Storia, ricercatori presso altri istituti oppure professori universitari. Lagente Tudor, nella nota informativa del 5 dicembre 1960, registrava: Ad ogni modo, per i problemi in cui teme di scivolare sulla linea nazionalista, ci consulta a noi, dellIstituto di Storia 35 . Dal contenuto delle note informative, molto rigorose ed esatte in quello che riguarda la biografia di Silviu Dragomir e i suoi temi di ricerca, possiamo supporre che pure gli agenti Axinteanu e Chioreanu erano storici o lavoravono nel campo delle scienze socio-umanistiche. Questipotesi ha come fondamento il fatto che la Securitate riusc ad entrare con molt difficolt nellentourage di Silviu Dragomir. Ci riusc soltanto con laiuto di alcuni storici e intellettuali di Cluj, che spesso andavano a parlare con lo storico. Abbiamo un indizio sullagente Emil Isaia, che dichiara senza problemi il contesto in cui ha conosciuto lo storico 36 . Linformatrice Sanda Predescu, persona vicina allambiente della famiglia Vtianu, ambiente da cui ricav informazioni su Silviu Dragomir, ha una situazione piuttosto speciale, e non possiamo pronunciarci sulla sua professione 37 . Probabilmente lagente Marian, che solo tangenzialmente entra in rapporto con Silviu Dragomir, proveniva da un ambiente diverso.
3. Limmagine di Silviu Dragomir
Nel presente lavoro intendiamo, innanzi tutto, ricostruire limmagine di Silviu Dragomir cos come essa si delinea in base
35 Nota informativa. La fonte Tudor, 5 XI 1960, in Ibidem, p. 120. 36 Ho conosciuto Silviu Dragomir tra il 1940 e il 1944 nella redazione della rivista Il campo della libert, guidata dal poeta transilvano Vlaicu Brna [] Qui ho collaborato anchio con una o due note riguardanti i problemi transilvani (Nota informativa. La fonte Emil Isaia, 30 dicembre 1957, in Ibidem, p. 95). 37 Nota informativa. La fonte Sanda Predescu, 22 I 1958, in Ibidem, p. 93.
98 alle note informative. Da un punto di vista metodologico, abbiamo confrontato costantemente le informazioni contenute nelle note informative, con altri tipi di fonti, quali la corrispondenza, gli studi editi e inediti, con il laboratorio dello storico in generale. Inoltre abbiamo comparato le affermazioni di Silviu Dragomir, pronunciate in diverse occasioni, con il punto di vista espresso dallagente e dagli ufficiali della Securitate, per stabilire in che misura quello che dichiarava il pedinato poteva essere credibile per la Securitate. Le note informative possono essere suddivise in due categorie, e cio, da una parte le caratterizzazioni dello storico fatte in generale da persone che lhanno conosciuto, dallaltra le note risultanti dalle conversazioni dirette tra gli agenti e il sorvegliato. Entrambe sono importanti per il nostro scopo. Le prime mettono in rilievo il modo in cui Silviu Dragomir veniva percepito dagli intellettuali di Cluj dopo la sua liberazione. Le note che risultano dalle conversazioni con Silviu Dragomir ci offrono invece informazioni sui pensieri e sui progetti dello storico, sulla sua condotta nel contesto delle nuove realt politiche, sul suo atteggiamento rispetto alla nuova storiografia. Dallo studio delle note informative si delineano diverse direzioni di ricerca. In primo luogo vi sono le informazioni che riguardano lattivit svolta da Dragomir nel periodo interbellico e subito dopo la guerra. Tali informazioni offrono interessanti ragguagli anche sulle preoccupazioni scientifiche e sui rapporti dello storico con gli ex colleghi delluniversit. Non da ultimo, possediamo una serie di dati sul modo in cui Silviu Dragomir commentava gli avvenimenti politici dellepoca, in risposta a domande precise rivoltegli dagli informatori. I commenti sulla sua attivit sono in genere favorevoli, i suoi colleghi e gli ex studenti riconoscono la sua competenza. Ho conosciuto Silviu Dragomir negli anni 1940-1944 nella redazione della rivista Il Campo della Libert scriveva lagente Emil Isaia nella nota del 30 dicembre 1957. Silviu
99 Dragomir godeva di grande stima, essendo uno dei pi rinomati esperti nei problemi transilvani, una personalit di spicco a livello internazionale in questo campo [] 38 . Lagente Chiorenu registrava il 27 novembre 1958:
Nel 1929 quando stata fondata lUniversit romena di Cluj, egli fu assunto come professore alla Facolt di Lingue e Filosofia []. In politica non ha svolto alcuna attivit di spicco. Si dedicato per lo pi alle scienze storiche e ha scritto importanti lavori. stato nominato membro dellAccademia. Verso gli anni 1940-1944 dirige a Sibiu una rivista storica molto apprezzata. Dopo il 1944 si stabilito di nuovo a Cluj 39 .
Lagente Ionescu Radu considerava Silviu Dragomir il pi autorevole ed erudito conoscitore della Rivoluzione del 1848 in Transilvania, fatto comprovato dai suoi pregevoli contributi scientifici 40 . In una nota informativa degli inizi del 1960, lagente Pnzaru tracciava il seguente ritratto:
In quanto distinto professore di teologia e storico con grandi pregi, nel marzo del 1919 fu chiamato come professore alla Facolt di Lettere dellUniversit di Cluj dove ha tenuto il corso di Storia dei popoli del sud-est europeo. Silviu Dragomir era considerato allunanimit uno studioso molto colto e uno dei pi rinomati professori dellUniversit. Fu altres membro attivo dellAccademia 41 .
Linformatore Axinteanu critica invece lattivit di Silviu Dragomir. In una nota di quattro pagine lagente traccia una descrizone pienamente conforme allo spirito e al linguaggio dellepoca:
38 Nota informativa. La fonte Emil Isaia, 30 dicembre 1957, in Ibidem, p. 95. 39 Nota informativa. La fonte Chioreanu, 27 XI 1958, in Ibidem, p. 86. 40 Nota informativa. La fonte Ionescu Radu, 28 IV 1957, in Ibidem, p. 88. 41 Nota informativa. La fonte Pnzaru, 26 VII 1957, in Ibidem, p. 97.
100 Ha rappresentato lorientamento nazionalistico-clericale della ricerca storica. Fu un uomo politico reazionario, con importanti incarichi nellapparato dello stato capitalistico-borghese (ex ministro ecc.). Forn i principali documenti della propaganda antiungherese in campo storico 42 .
Se valutiamo il linguaggio e le espressioni tipiche del materialismo dialettico, possiamo affermare che si tratta, indubbiamente, di uno storico formatosi nel nuovo regime politico o che si comunque adeguato alla nuova realt. Lagente critica lorientamento nazionalista, molto comune allepoca, presente negli scritti di Dragomir del periodo interbellico. Di qui, mancava solo un passo per muovergli laccusa di propaganda antiungherese. Allo stesso modo, linteresse dello storico per i romeni del Nord-ovest della Penisola Balcanica viene etichettato dallinformatore come un sostegno alla politica espansionistica della borghesia capitalistica romena 43 . Commentando le opere dello storico sullunione dei romeni con la Chiesa di Roma, il medesimo agente considera lautore un ortodosso fanatico, che fa della Chiesa Ortodossa la principale rappresentante degli interessi nazionali del popolo romeno 44 . Gli agenti consegnano informazioni anche su un momento cruciale nellesistenza dello storico, il periodo della sua detenzione a Caransebe e a Sighet. La Securitate era piuttosto interessata ai racconti che lo storico poteva fare sulla propria detenzione. In questo senso, lagente Pnzaru scriveva:
Nel 1948 viene licenziato dallinsegnamento e collocato in pensione a causa dellattivit politica svolta in passato. Dato il suo coinvolgimento nel 1948 in un processo fiscale/penale degli ex dirigenti della Banca Agraria ricevette una condanna di un anno
42 Nota informativa. La fonte Axinteanu, 3 IX 1958, in Ibidem, p. 78. 43 Il nominato Silviu Dragomir stato il sostenitore della politica di espansione dellalta borghesia romena con i suoi studi che attirano lattenzione sui romeni allestero (Ibidem, p. 80). 44 Ibidem, p. 78.
101 oppure un anno e mezzo di carcere scontata a Caransebe, e in seguito, in qualit di ex ministro, a Sighet, donde fu liberato nel 1955. Sul regime della sua detenzione, Silviu Dragomir non parla affatto. Quando gli viene chiesto comera, risponde come in carcere e cambiava discorso. prudente in tutte le sue manifestazioni ed evita di parlare di politica 45 .
Dallinformazione fornita, lagente dimostra di essere al corrente dellesperienza difficile vissuta dallo storico. In pi, per mezzo di affermazioni sfumate, riesce a presentare i veri motivi per i quali Dragomir era stato licenziato dallinsegnamento e collocato in pensione prima del compimento dellet legale. Anche lagente Pnzaru intuisce il vero motivo per il quale Dragomir era stato incarcerato a Sighet e cio per aver ricoperto la carica di ministro nei governi interbellici. La sofferenza e lesperienza di Sighet indussero lo storico ad essere molto prudente, il che viene notato anche dallagente. Lagente Emil Isaia, nella nota informativa della fine dellanno 1957, dimostra di essere meno informato sul periodo della detenzione 46 . Potrebbe essere la prova che lagente non era uno della cerchia familiare dello storico. Cos come non lo era lagente Radu Ionescu, il quale sapeva che lo storico era stato in prigione, ma non rilascia altri commenti 47 . Lassunzione dello storico presso lIstituto di Storia considerata dalla maggior parte degli agenti che ne parlano come un fatto normale, una riparazione. Il prof. Silviu Dragomir scrive lagente Pnzaru un pensionato in et di oltre 70 anni e lavora a contratto presso lIstituto di Storia, dove collabora alle
45 Nota informativa. La fonte Pnzaru, 26 VII 1957, Ibidem, pp. 97-98. 46 So che stato saltato e rinchiuso verso gli anni 1950-1954, dopo la liberazione vive per quanto ne sappia io isolato e non si lancia in discussioni, in strada, con nessuna delle sue conoscenze superficiali (Nota informativa. La fonte Emil Isaia, 30 dicembre 1957, Ibidem, p. 95). 47 Fino a qualche anno fa stato rinchiuso in quanto ex uomo di stato mi sembra che sia stato una volta sottosegretario presso un ministero borghese (Nota informativa. La fonte Ionescu Radu, 28 IV 1958, Ibidem, p. 85).
102 opere storiche 48 . In unaltra nota, lo stesso agente parla anche dei veri motivi che indussero il regime a ricorrere a Silviu Dragomir 49 . A sua volta, lagente Chioreanu riferisce: Oggi lavora per conto dellAccademia ad alcuni problemi di storia concernenti la Transilvania e abita nella casa dellAccademia 50 . Lagente Voicu costituisce invece leccezione. Questi scrive:
Il Prof. Dragomir Silviu lavora sotto la guida diretta del prof. Oetea. Non ha alcun contatto nellIstituto tranne il prof. Pascu tefan e il direttore dellIstituto. Certamente non con la sua attivit scientifica che potrebbe portare danni al regime. Il suo isolamento tuttavia potrebbe permettergli azioni dannose di altro genere, nel caso che non abbia ancora messo la testa a posto. Il suo ufficio si trova nelledificio che d sulla strada Jokai e la direzione ha arrangiato la questione in modo tale che questo individuo non pu essere disturbato da alcun estraneo, da una persona che non appartenga cio al suo ambiente reazionario 51 .
Dal testo risalta chiaramente linsoddisfazione dellagente per il fatto che Silviu Dragomir, ex reazionario, gode dellappoggio dellaccademico Andrei Oetea, di tefan Pascu e del direttore dellIstituto di Cluj. Linformatore faceva parte, molto probabilmente, della nuova generazione di storici, oppure si era convertito alla nuova realt. Educato nello spirito dellodio verso gli intellettuali del vecchio regime, lagente accetta con difficolt il fatto che il regime comunista avesse bisogno delle
48 Nota informativa. La fonte Pnzaru, 18 III 1960, Ibidem, p. 74. 49 In primavera fu chiamato al Min[istero] dellInseg[namento] e gli viene chiesto di redigere alcuni lavori storici concernenti i diritti dei romeni sullArdeal, per rispondere alla propaganda dei rifugiati magiari allestero (Nota informativa. La fonte Pnzaru, 26 VII 1957, in Ibidem, p. 97.) Lagente Sarca Ernest, nella nota informativa del 17 V 1960 scriveva: Silviu Dragomir lavora regolarmente allAccademia R.P.R e nei giorni liberi ha ripreso la sua vecchia passione, la pesca (Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, 17 V 1960 , in Ibidem, p. 77). 50 Nota informativa. La fonte Chioreanu, 27 XI 1958, Ibidem, p. 86. 51 Nota informativa. La fonte Voicu, 1 III 1958, Ibidem, p. 90.
103 loro conoscenze professionali. Di conseguenza, linformatore dimostra un sospetto quasi malsano nei confronti dello storico borghese, ex detenuto, che potrebbe compiere azioni dannose contro il regime. Lagente Voicu rivolge, inoltre, una frecciata critica anche ai dirigenti dellIstituto di Storia di Cluj, considerati colpevoli di aver assunto Dragomir.
4. Piani di lavoro
Silviu Dragomir riprese timidamente latttivit scientifica nel 1955, quando fu assunto come collaboratore esterno allinizio e poi come ricercatore scientifico permanente allIstituto di Storia e Archeologia di Cluj 52 . La nuova situazione fu rilevata dagli informatori. La collaborazione e poi lassunzione presso listituto significava moltisissimo per lo storico dal punto di vista finanziario, professionale e umano. Senza pensione, di salute precaria, Silviu Dragomir poteva in questo modo mantenersi e anche continuare i suoi vecchi progetti. Ha, tuttavia, dei problemi nelladeguarsi al nuovo modo di scrivere la storia, improntato al materialismo dialettico e storico. Come molti altri intellettuali romeni che hanno iniziato la loro cariera nel periodo interbellico, anche Silviu Dragomir si trov preso nel mezzo tra la necessit di sopravvivere e i compromessi imposti dal regime comunista. Le accuse pi ricorrenti al suo modo di scrivere riguardavano la componente nazionalista, e precisamente il fatto che le sue opere appoggiassero la politica imperialista dellex regime politico e non avessero rilevato il contributo dato dalle masse popolari. Di
52 Con la lettera della Sottosezione di Scienze dellAccademia Romena del 30 gennaio 1956, firmata da Petre Constantinescu-Iai, si comunica a Silviu Dragomir che: discussa nella seduta del 24 gennaio 1956, la vostra domanda di lavoro stata accolta favorevolemente e rivolta al Presidio dellAccademia R.P.R. di Cluj. Perci, siete pregato di presentarvi allIstituto di Storia dellAccademia R.P.R. di Cluj, per ricevere lincarico per il quale siete stato raccomandato (A.N.-D.J. Hunedoara, Il fondo Silviu Dragomir, il dossier 92).
104 conseguenza, per evitare eventuali accuse da parte del partito, Silviu Dragomir ha sentito il bisogno di far verificare i suoi scritti da parte di suoi colleghi avvezzi a maneggiare il nuovo metodo e i nuovi concetti storici. Le relazioni degli agenti descrivono a volte in dettaglio le ansie dello storico, le conversazioni avute con alcuni colleghi dellistituto, i loro suggerimenti affinch le sue opere fossero accettate. Dopo lincontro avuto con il tenente maggiore Nicolae Domnia, lagente Vasile Ionescu scriveva:
Nel giorno 17 II 1959 verso le ore 9,30 Sillviu Dragomir port alla nostra fonte il suo lavoro che doveva consegnare a Bucarest per il trattato di st.[oria della Romania n.n.], pregandolo di leggerlo per individuare gli errori e precisando: perch voglio seguire lealmente il punto di vista ufficiale []. Nel giorno 18 II a mezzogiorno, Silviu Dragomir venuto a prendere il materiale per consegnarlo a Fotino, il delegato venuto da Bucarest. Le dattilografe erano gi partite ed venuto anche Pascu tefan, il responsabile di Cluj, con il materiale per il Trattato. Ringraziando la fonte per laiuto, Silviu Dragomir ha detto a tefan Pascu: ho provato a scrivere utilizzando questa concezione marxista, e bench fossi molto orgoglioso di esserci riuscito, la fonte mi ha trovato molti errori. Mi sono sottomesso e ho fatto le correzioni. Pascu gli ha detto: sbagliando simpara. Silviu Dragomir gli ha risposto ridendo: difficile, molto difficile, soprattutto adesso in vecchiaia. Ma si fa quel che si pu [s. n.] 53 .
chiaro che Silviu Dragomir, cooptato in una prima fase, tra i membri del collettivo che doveva redigere La Storia della Romania, considerando la grande importanza del progetto per il regime, sentiva il bisogno di consultarsi con alcuni dei suoi collaboratori dellistituto. Nella nota informativa sono menzionati tre storici importanti, tra i quali anche tefan Pascu, ex studente di Dragomir, che allepoca godeva della fiducia del Partito. Le relazioni tra i due sono molto strette, tanto che tefan Pascu aveva pi volte presentato istanza ufficiale perch Silviu Dragomir fosse assunto allIstituto. Nella conversazione tra i due, si possono
53 Nota informativa. La fonte Ionescu Vasile, 20 II 1959, nellArchivio CNSAS, Il dossier Silviu Dragomir, no. I 513, p. 66.
105 rilevare gli sforzi dello storico per comprendere il nuovo modo di concepire linvestigazione del passato richiesta dal partito agli storici. La fonte ci svela poi il meccanismo e le ragioni per cui si intervenuto nel lavoro redatto da Silviu Dragomir per il terzo volume della Storia della Romania 54 . Evidenziando gli sforzi di Dragomir per allinearsi alle nuove direttive, la fonte sottolinea che il problema principale che lo storico non riesce a vedere correttamente i problemi sociali, stabilendo unidentit tra il servo della gleba, che per Silviu Dragomir era romeno, e il nobile, che era ungherese. Cosicch un problema sociale, precisava linformatore, era visto dallo storico come un problema nazionale, cosa assolutamente condannabile allepoca in Romania. A sua volta, la fonte Tudor si esprime nel modo seguente riguardo allattivit scientifica svolta da Silviu Dragomir nellambito delle nuove realt politiche:
Dal materiale scritto, risulta che ha cominciato a prendere confidenza con la concezione materialista e dialettica sulla storia del nostro popolo e ha affermato che la storia scritta da posizioni marxiste molto pi conveniente per lorigine e per la continuit del nostro popolo rispetto alla storiografia borghese 55 .
Non sappiamo se Silviu Dragomir credesse veramente che la storiografia scritta da posizioni marxiste fosse conveniente per
54 Il lavoro si intitola La Transilvania sotto la dominazione asburgica e comprende 52 pagine dattilografate. Leggendo con attenzione lopera, la fonte constatava che SILVIU DRAGOMIR ha tentato un approccio il pi possibile corretto ai problemi senza riuscire tuttavia a individuare sempre con precisione i problemi sociali e neppure a trarre le conclusioni necessarie. Non si pu fare la distinzione tra i servi della gleba di qualsiasi nazionalit, che avrebbero sofferto nel periodo feudale tanto come i romeni che erano sia servi che nobili. Per S. Dragomir per servo della gleba trasilvano sintende suddito del nobile ungherese. Questo sarebbe lerrore di fondo. Bench non lo affermi in modo esplicito, lo si intuisce dal modo in cui viene costruita la frase. La fonte glielo ha fatto notare e Silviu Dragomir ha apportato le correzioni, cancellando a volte frasi intere (Ibidem). 55 Nota informativa. La fonte Tudor, 5 XI 1969, Ibidem, p. 120.
106 la storia romena. Molto probabilmente, si tratta di affermazioni compiacenti, poich lo storico sospettava che alcuni dei suoi colleghi potessero essere collaboratori della Securitate. Lagente Tudor fornisce alla Securitate informazioni in cui Dragomir viene presentato come uno storico di valore, che riuscito ad apprendere il nuovo metodo dinvestigazione del passato e di cui il partito aveva bisogno 56 . Il fatto che da parte politica e scientifica si fosse ricorso alla competenza di Silviu Dragomir per scrivere una relazione sul II volume della Storia della Romania, fatto rilevato anche dallagente Tudor, dimostra che il regime comprendeva che al di l delle scelte politiche dovesse valere la competenza professionale. Inoltre lagente parla del coinvolgimento dello storico nella traduzione di alcune opere uscite in Ungheria, allinterno delle quali i romeni erano menzionati solo occasionalmente 57 . Lunico problema rilevato dallagente, a dire il vero in maniera elegante, che avrebbe potuto danneggiare la collaborazione con Silviu Dragomir, sarebbe linterpretazione in chiave nazionalista di alcuni problemi del
56 Sollecitato a esprimere il proprio parere sul materiale dellintero volume II del Trattato, di cui si sono stampate le bozze, che comprende il periodo 1000-1550, e che dovr esere discusso in dettaglio a Bucarest intorno al 15 nov. a.c., [Dragomir] ha presentato per iscritto una relazione, con varie osservazioni legittime, accettate dagli autori degli articoli, sopratutto per quanto riguarda linsediamento dei magiari e dei sassoni in Transilvania (problemi che oggi la nostra storiografia marxista tende a vedere sotto una luce scientifica favorevole per il nostro passato e adesso li comprendo con pi chiarezza e meglio di prima secondo le sue (di Dragomir) parole - tuttavia in alcuni capitoli, sulla dominazione dei bulgari a Nord del Danubio, sembra trapelare una lieve linea nazionalista su questo problema, sul quale nemmeno gli storici marxisti sono, del resto, in completo accordo (Ibidem). 57 Secondo alcune informazioni indirette, il prof. Silviu Dragomir sarebbe stato incaricato dallalto (alcuni dicono dalla Sezione Culturale del Comitato Centrale di Bucarest) di redigere relazioni sul trattato di Storia dellUngheria, del quale sono apparsi finora tre volumi (in lingua ungherese) e in cui il popolo romeno della Transilvania non viene rappresentato nella vera luce del suo passato (Ibidem, pp. 120-121).
107 passato. Lagente si affretta ad aggiungere: comunque nei problemi in cui potrebbe scivolare sulla linea nazionalista, consulta sempre noi, dellIstituto di Storia, come ha fatto nel caso del primo libro stampato in romeno 58 . Possiamo notare, senza alcun dubbio, lattenzione dellinformatore a non creare a Dragomir problemi con la Securitate. In conclusione, lagente Tudor dichiara:
Per concludere: ci sembra che il prof. SILVIU DRAGOMIR abbia le migliori intenzioni di servire la patria, il partito e il C. C. [Comitato Centrale] di Bucarest, che gli ha affidato i lavori di storia sopra menzionati, senza potersi tuttavia liberare completamente dagli influssi della storiografia borghese, ma per evitare i suoi errori, sinforma sempre presso gli studiosi pi esperti nel campo della storiografia marxista 59 .
Analizzate nel contesto dellepoca, i giudizi espressi dallagente Tudor nei confronti di Silviu Dragomir rappresentavano un sorta di certificato da parte di uno storico che godeva della fiducia del Partito e della Securitate.
5. Le idee politiche
La Securitate era interessata anche ai progetti professionali intrapresi da Silviu Dragomir. Assunto come collaboratore esterno, Dragomir riprende lentamente lattivit scientifica. Lo storico intende pubblicare le precedenti ricerche e portare a termine i progetti iniziati dopo la sua liberazione. Gli ufficiali della Securitate hanno chiesto agli agenti di presentare note informative sugli studi che Dragomir stava preparando per la stampa. Le note informative ci rivelano uno storico ancora ottimista, in attesa di tempi migliori che gli permettessero di pubblicare le sue ricerche sulla Rivoluzione del 1848 e
58 Ibidem, p. 121. 59 Ibidem.
108 sullUnione dei romeni con la Chiesa di Roma. Lagente Ernest Sarca precisava nella nota del 17 maggio 1960:
molto ottimista per come vanno le cose da noi, soprattutto dopo la scoperta del manoscritto di Karl Marx sulla Rivoluzione del 1848 nellAustro-Ungheria [sic!], in cui Avram Iancu verrebbe presentato come un combattente per i diritti e per la libert del popolo, e Kossuth come un avventuriero al servizio della reazione [...] e un altro manoscritto, scoperto nellArchivio di Amsterdam, scritto da Engels, elogerebbe il discorso di Brnuiu, discorso che fu tacciato da Cheresteiu nel 1948 (nella rivista La lotta di classe) come reazionario 60 .
Silviu Dragomir sperava, a buona ragione, che la pubblicazione di alcune opere di Marx ed Engels, che elogiavano la lotta dei rivoluzionari romeni della Transilvania, avrebbe convinto le autorit romene a non considerarli come reazionari e controrivoluzionari, cos come era accaduto nei primi anni dopo linstaurazione del regime comunista in Romania. In unaltra nota informativa redatta dallo stesso informatore, Silviu Dragomir si esprime con chiarezza, dimostrando di aver compreso come funzionavano i mecanismi del regime comunista 61 . Nello stesso spirito viene redatta la
60 Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, il 17 V 1960, in Ibidem, p. 77. 61 Durante la conversazione che ho avuto con Silviu Dragomir, egli si dimostrato molto reticente riguardo agli eventi politici. Perci la discussione si rivolta ai lavori che stava preparando nellambito dellAccademia. Riferendosi alla possibilit di pubblicazione del suo lavoro sulla Rivoluzione del 1848, egli ha espresso la speranza che questa si sarebbe realizzata; dato che la storiografia sovietica aveva riabilitato Avram Iancu, anche la storiografia dellla R. S. R. [Repubblica Socialista Romena] avrebbe dovuto seguire lesempio. Purtroppo, persistono tuttora alcuni orientamenti sinistrorsi, che non vogliono capire la verit e presentano sopratutto gli anni 1848-1849 in conformit con la vecchia ideologia, come il caso di Victor Cheresteiu di Cluj (Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, 24 VI 1959, Ibidem, p. 68).
109 nota dellagente Tudor alla fine del 1969 62 . Lo storico capiva che, nel contesto dellevoluzione politica dellURSS dopo la morte di Stalin, era solo una questione di tempo affinch il regime politico della Romania cambiasse il proprio atteggiamento nei confronti della storia nazionale. Inoltre, per pubblicare la sua monografia su Avram Iancu, Dragomir era disposto a utilizzare alcuni argomenti messi in circolazione dalla storiografia marxista sulla Rivoluzione del 1848. Il ruolo delle masse popolari allinterno della rivoluzione, il carattere democratico e nazionale del movimento, erano del resto concetti ricorrenti nei saggi di Dragomir del periodo interbellico. Erano altrettanti argomenti a favore della pubblicazione della monografia, che lo storico utilizz nei rapporti con le autorit politiche. Dragomir aveva intuito i cambiamenti, ma non riusc a vedere pubblicata la sua monografia su Avram Iancu. Il volume uscir infatti solo nel 1964, due anni dopo la morte dello storico. Lattivit scientifica svolta dallo storico dopo la sua liberazione, tutta quanta compresa nelle note informative scritte dagli agenti della Securitate. Durante lincontro avuto con lufficiale di collegamento, il capitano Cbulea Traian, al quale aveva consegnato la nota informativa, lagente Tudor ha fornito un resoconto delle discussioni avute con Silviu Dragomir sullargomento delle sue ricerche 63 . Lagente osserva che
62 Dopo la scoperta in Olanda degli appunti originali di Karl Marx, nei quali si parla in maniera favorevole delle rivendicazioni del popolo romeno di Transilvania durante la rivoluzione, la collaborazione del prof. Dragomir si indirizzata su questa strada, cercando di mostrare, come sostengono le masse, dice Dragomir, la legitimit delle loro rivendicazioni e il loro inadempimento da parte di Ludovic (Lajos) Kossuth (Nota informativa. La fonte Tudor, 5 XI 1960, in Ibidem, p. 121). 63 Trovando il prof. S. Dragomir a casa nel suo studio, ho potuto avere una conversazione pi lunga con lui, dalla quale risultano i seguenti fatti: 1. Ha finito la collaborazione per il trattato sulla Storia della Romania riguardante il Settecento (il terzo capitolo del trattato), secolo che conosce in dettaglio e sul quale era stato incaricato di scrivere alcuni capitoli []. 5. Il Prof. Dragomir ha ricevuto lincarico di collaborare, per i documenti che conosce, e in parte
110 Dragomir stato cooptato accanto ad altri autori a redigere il terzo volume della Storia della Romania, il suo compito essendo quello di preparare alcuni sottocapitoli sul Settecento. Allo stesso modo, lagente ricorda che Silviu Dragomir era stato coinvolto nel collettivo di storia moderna, allinterno del quale doveva preparare i volumi contenenti i documenti sulla rivoluzione del 1848-1849. Il capitolo scritto da Silviu Dragomir per il terzo volume della Storia della Romania non fu inserito nel volume, poich i responsabili dellopera lo considerarono non conforme allo spirito dellepoca 64 . Similmente, gli sforzi dello storico per continuare la serie degli Studi e documenti sulla Rivoluzione del 1848 non hanno avuto successo. Tuttavia, la sua idea di raccogliere e pubblicare i documenti relativi alla Rivoluzione del 1848, in una nuova collana, vide la luce negli anni successivi, sotto la direzione dellIstituto di Storia di Cluj. Nelle note informative sono ricordati anchi altri progetti a cui Dragomir stava lavorando. Lagente Ionescu Vasile, nella nota informativa del 16 febbraio 1959, menziona linteresse dello storico per Il Diploma dei Cavalieri Giovanniti e per la storia della romanit nord-balcanica 65 . Gli interessi per i romeni del
possiede, al chiarimento del problema della Rivoluzione del 1848-1849 (Ibidem, pp. 120-121). 64 Il suo nome non comparir nel volume accanto ai capitoli scritti, poich questi confluiranno allinterno della trattazione del compagno David Prodan, che contribuir anche ad offrirne unadeguata interpretazione marxista. (Ibidem, pp. 120-121). 65 L11 di febbraio, quando la fonte stava per tornare a casa, M. Dan, con il quale faccio la stessa strada a mezzogiorno, gli disse: Dobbiamo passare da Silviu Dragomir che vuole chiedermi di fargli le fotocopie di alcuni documenti, se vado a Budapest. Quando sono scesi, Dan Mihai ha suonato il campanello di Silviu Dragomir. Questi uscito e gli ha chiesto di fotocopiargli se va a Budapest alcuni documenti riguardanti un suo lavoro che era in corso di stampa, I Valacchi e i Morlacchi, e un altro documento su un diploma del 1247 dei cavalieri Giovanniti, che Silviu Dragomir considerava falso (Nota informativa. La fonte Ionescu Vasile, 10 II 1959, in Ibidem, p. 65).
111 nord della Penisola Balcanica risalivano, del resto, ai primi anni dopo la prima guerra mondiale, quando Dragomir pubblica alcuni importanti saggi, come ad esempio I valacchi e i morlacchi. Studi sulla storia della romenit balcanica. Il tema rimase una delle sue priorit, e dopo la scarcerazione continu le sue ricerche, preparando per la stampa il volume intitolato I Valacchi del nord della Penisola Balcanica nel Medio Evo. Il libro usc nel 1959, dopo intensi sforzi da parte dellautore per convincere i referenti della necessit del lavoro e della legitimit delle conclusioni a cui era giunto. Riguardo al diploma del 1247, Silviu Dragomir aveva gi pronta in manoscritto una variante del lavoro Il Diploma dei Cavalieri Giovanniti. Studio critico. Dopo il 1955 lo storico continu le sue ricerche sul Diploma, con la speranza che lopera potesse essere pubblicata. A causa delle conclusioni storiche a cui era giunto, non riusc mai a pubblicare il manoscritto. Anche lUnione dei romeni con la Chiesa di Roma, unaltro dei temi al centro delle ricerche di Dragomir, si ritrova nelle note informative. Lagente Lucreiu, in due note informative, presenta i tentativi di Dragomir di pubblicare il suo saggio sulla fondazione della Chiesa Greco-Cattolica. Nella prima nota informativa, lagente Lucreiu scrive:
Sulla base del materiale documentario raccolto dallagente negli Archivi di Stato di Budapest, Silviu Dragomir ha realizzato un lavoro, Contributi alla storia dellunione dei romeni della Transilvania con la Chiesa Cattolica, che avrebbe intenzione di pubblicare. [] In questo senso, lagente parler con Dragomir per rivolgersi insieme al compagno Mrgineanu (conosciuto da ambedue durante il lavoro sullUnione con il cattolicesimo) e ottenere chiarimenti sulle possibilit di pubblicazione[] 66 .
Linformatore mette in rilievo linteresse di Dragomir per lUnione con la Chiesa di Roma e per le sue conseguenze,
66 Nota informativa. La fonte Lucreiu, 2 dicembre 1960, in CNSAS, il dossier Iuliu Moldovan, I 512/1, pp. 33-34.
112 notando inoltre latteggiamento del regime nei confronti dellargomento. Lo storico era riuscito a pubblicare, cos come osserva anche linformatore, un saggio nella rivista Studi e materiali di storia media, uscito nel 1959. Il saggio di cui parla linformatore, molto pi esteso e con una sostanziosa appendice documentaria, verr pubblicato, invece, solo nel 1962 nella rivista La Chiesa Ortodossa Romena. Da parte sua, lo storico cercava di trovare argomenti per convincere le autorit che lo studio possedeva tutti i requisiti di scientificit e che la sua pubblicazione andava nellinteresse del Paese 67 . In questo contesto, la presenza pi pericolosa era quella dellufficiale della Securitate, che faceva da intermediario e che aveva la possibilit di decidere sulla pubblicazione o meno dello studio. La Securitate era interessata, in modo particolare, alle scelte politiche di Dragomir, ai contatti che aveva stabilito e al suo atteggiamento nei confronti del nuovo regime politico, certamente per verificare i sospetti relativi alle accuse di spionaggio. Tutti questi dati potevano essere ottenuti dagli informatori solo se coinvolgevano lo storico in determinati tipi di discussioni. Dopo il periodo di detenzione Dragomir era diventato, tuttavia, estramamente prudente. Tutti gli informatori lo rilevano allunanimit 68 . Di conseguenza, gli
67 Avete incontrato delle difficolt nel pubblicare qualche lavoro? Il suddetto Silviu Dragomir ha risposto S, il lavoro sullUnione non riesco a consegnarlo da nessuna parte, bench questo sia il momento adatto, perch lanno prossimo Papa Giovanni XXIII convocher il sinodo ecumenico a Venezia, e recentemente ha investito un tal Criste come vescovo per i romeni della Transilvania. Lho sentito io alla radio, gli hanno conferito una legazione apostolica. Certamente, il regime attuale non lo lascer entrare, ma al primo momento favorevole arriver in Romania e rifar la Chiesa greco- cattolica. Ora, noi abbiamo tutto linteresse a rispondere a questi preparativi del Vaticano, a combatterli e a pubblicare (Nota informativa. La fonte Lucreiu, 9 XII 1960, Ibidem, pp. 35-36). 68 Dopo aggiunse ecco perch non voglio andare da nessuno e non mi piace che qualcuno venga da me; per quanti giorni vivr ancora voglio vivere tranquillamente perch ho sofferto abbastanza; non ha senso incontrare degli
113 ufficiali della Securitate cercano, in un primo momento, di identificare la cerchia pi stretta degli amici, per potersi avvicinare a Dragomir. Si tenga presente che la cerchia di amicizie dello storico era notevolmente diminuita, gli informatori parlano dei suoi ex colleghi di Universit e di quelli conosciuti durante la detenzione, sopratutto Iuliu Moldovan e tefan Mete, ai quali si aggiunge il professor Goia e lex direttore di banca Ghircoia 69 . Lagente Pnzaru nota che:
Una volta alla settimana si siede in un locale allaperto con i suoi amici intimi: prof. I. Moldovan, Goia, t. Mete. Conosce sicuramente tutti i docenti universitari della sua et, ma non li frequenta. A volte vengono da lui le sorelle di sua moglie, che vivono a Bucarest: Tibi Man e Stela Savu, entrambe vedove 70 .
Lagente Chioreanu rileva il fatto che ha come amici a Cluj i colleghi di Universit Lupa, Iuliu Moldovanu, tefan Mete ed altri. Ha un fratello a Cluj, Dragomir Alexandru, ex avvocato 71 . Contemporaneamente, la Securitate mette in azione i suoi informatori, per la maggior parte, molto probabilmente, colleghi di Dragomir. Le strategie della Securitate erano perfettamente collaudate, consentendo, in questi casi, unazione di massima efficacia. Agli informatori veniva chiesto da parte dellufficiale di collegamento di consultare Silviu Dragomir su varie questioni scientifiche oppure di offrirgli il loro aiuto nel procurargli
amici per destare sospetti (Nota informativa. La fonte Pnzaru, 28 III 1958, in Idem, Il dossier Silviu Dragomir, no. I 513, p. 92). So che stato prelevato e rinchiuso negli anni 19501954, dopo la scarcerazione vive per quanto ne sappia io molto isolato e non si lancia in discussioni, in strada, con alcuno dei suoi conoscenti (Nota informativa. La fonte Emil Isaia, 30 dec. 1957, Ibidem, p. 95). 69 Nota informativa. La fonte Voicu, 1 III 1958, Ibidem, p. 90. 70 Nota informativa. La fonte Pnzaru, 18 III 1960, Ibidem, p. 95. 71 Nota informativa. La fonte Chioreanu, 27 XI 1958, Ibidem, p. 86.
114 informazioni e materiali documentari. Partendo da conversazioni di carattere scientifico, gli informatori venivano istruiti a portare la discussione, in un determinato momento e in una maniera ben precisata dallufficiale, su una serie di argomenti prestabiliti dallufficiale di collegamento, il tutto con lo scopo di mettere alla prova il sorvegliato. Lagente Ernest Sarca scriveva, in una nota informativa del 26 giugno 1960:
Nel giorno 22 VI ho fatto una visita a Silviu Dragomir, con il quale ho affrontato alcuni argomenti di carattere storico, riguardanti i Monti Apuseni, sui quali sta scrivendo un lavoro, ordinato dallAccademia. A proposito della situazione politica internazionale S. Dragomir ha detto solamente: Ringrazio Dio che ci siamo salvati dalla guerra e possiamo tranquillamente badare alle nostre cose. Probabilmente la discussione, una volta iniziata, avrebbe proseguito nella stessa direzione, ma si dovuta interrompere perch entrata sua moglie ad annunciare larrivo di un altro visitatore, un certo professore di storia, venuto dalla provincia. Dato che devo ancora portargli alcuni dati che devo cercare nei lavori di toponomia e di catasto locali, al ritorno andr di nuovo a trovarlo, sperando di essere pi fortunati 72 .
Il testo significativo per la modalit di azione della Securitate. Lagente Ernest Sarca inizia la conversazione su questioni strettamente scientifiche, passando poi, discretamente, ai problemi politici internazionali. La conversazione, tuttavia, viene interrotta dallarrivo di un altro ospite. Poco tempo dopo, lagente avrebbe avuto pi fortuna, riuscendo a condurre una lunga conversazione con lo storico 73 . Nella nota informativa lagente
72 Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, 25 VI 1960, Ibidem, p. 79. 73 Riprendendo pienamente la sua attivit nel settore della storia nazionale Silviu Dragomir era, per quanto possibile, ben informato sugli avvenimenti quotidiani interni ed esterni. I bollettini della BBC, la Voce dellAmerica e dellEuropa Libera gli vengono forniti ogni giorno intorno alle 12 da suo fratello dott. Alexandru Dragomir ex decano del Collegio degli Avvocati di Cluj che compra il pane dal panificio di Via Jokai, anche se vive nella Piazza Abatorului come pretesto per visitare suo fratello. Egli ascolta soprattutto i programmi in tedesco che non sono disturbati dalle interferenze
115 riferisce che Dragomir attento alla situazione politica internazionale, ascoltando le pi importanti stazioni radio occidentali. Inoltre, sinteressa dei suoi vecchi colleghi, per sapere chi stato arrestato, condannato oppure scarcerato. Come prova, lagente offre lesempio dellex uomo politico del periodo interbellico, Ghi Pop.
In occasione di una visita recente, alla presenza anche di suo fratello Alexandru, parlando della situazione dellex ministro Ghi Pop, di cui si diceva che fosse stato di nuovo arrestato, dopo che si era stabilito con domicilio obbligatorio in Brgan, Silviu Dragomir ha dichiarato: Lo hanno prelevato di nuovo, per la faccenda di Beldeanu il giovane arrestato a Berlino Est, implicato nellassassinio di Setu, della Legazione Romena di Berna ma adesso libero di nuovo. Daltronde, in questa faccenda sono stati trattenuti per qualche settimana anche Mihai Popovici e Pufi Lencuia 74 .
Dalle informazioni fornite, Silviu Dragomir sembra essere al corrente della situazione attuale dellex uomo politico, riuscendo a tracciare una chiara analisi, per mezzo del confronto e dellaccostamento di fatti avvenuti allestero e delle loro conseguenze per gli ex politici interbellici. Sono interessanti, in questo senso, le indicazioni che lufficiale di collegamento, il tenente maggiore Sliteanu, impartisce allagente sui modi di comportarsi nei futuri incontri. 75
. Inoltre S. Dragomir mantiene rapporti con molte delle sue vecchie conoscenze e sinforma su tutti i movimenti del mercato, sui dibattimenti giudiziari, sui nuovi arresti e sulle scarcerazioni (Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, 22 II 1960, Ibidem, p. 70.) 74 Ibidem. 75 In primo luogo, lagente dovr continuare a visitare ad intervalli regolari Silviu Dragomir, con il pretesto di consultarlo per i lavori che sta scrivendo. Nel corso della settimana presente, gli far unaltra visita. In occasione delle discussioni sugli arresti, gli dir quanto segue: che da poco ha sentito dellarresto di alcune persone incriminate per i supposti legami con alcuni cittadini stranieri, che alcuni anni fa avevano visitato la citt di Cluj. Al riguardo, non dovr precisare alcunch e non dovr mostrare un interesse
116 In primo luogo, viene messa a punto una provocazione, per cui lagente doveva parlare a Dragomir dellarresto di alcune persone di Cluj, che si diceva si fossero incontrate anni fa con la delegazione inglese. Lufficiale richiede al suo agente di prestare attenzione alle reazioni dello storico, a seconda delle quali lagente doveva continuare o interrompere la conversazione. Lo scopo della provocazione era quello di ottenere, ad ogni costo, notizie su un possibile incontro dello storico con i membri della delegazione 76 . Dopo qualche giorno lagente incontra di nuovo Dragomir. Lincontro tra lufficiale della Securitate e lagente datato 29 febbraio 1960. Dalla nota informativa risulta che lagente ha rispettato puntualmente le indicazioni dellufficiale, presentando con molta riservatezza le informazioni sui nuovi arresti. Allo stesso tempo, ha prestato molta attenzione alle reazioni di Silviu Dragomir, notando un certo turbamento sul viso dello storico 77 . Si noti, per misurare la sottigliezza dei meccanismi inquisitori della Securitate, 78 che lufficiale chiede a Ernest Sarca
particolare per queste persone, al contrario, dovr presentare tutto come un normale fatto di cronaca. Lagente stato istruito a prestare la massima attenzione alle reazioni di Dragomir, per poter riferire in dettaglio se quelle notizie gli avevano provocato qualche turbamento. Se per caso lindagato insiste per avere altri dettagli, lagente dovr fingere di non conoscerli, lasciando linterlocutore a fare eventuali affermazioni o supposizioni (Ibidem, p. 71). 76 Queste misure sono necessarie per poter trarre una conclusione sullatteggiamento e sullinteresse di Silviu Dragomir per lex gruppo di parlamentari inglesi (Ibidem). 77 Mi hanno informato che sarebbero stati fatti nuovi arresti nellalta societ. Lei non ne se niente? Invece di rispondere, linterlocutore mi guardava in silenzio, ed io ho fatto lo stesso. Ho sentito che sarebbero collegati a qualche visita di personalit straniere. A queste parole, S. Dragomir mi ha guardato pi attentamento, leggendosi sul suo viso un certo turbamento. Sapete che si dice che Romi Ioan e gli altri, arrestati in autunno, non sarebbero estranei a queste visite. Anche in questro caso non proferisce parola, conservando la medesima espressione preoccupata (Nota informativa. La fonte Sarca Ernest, 29 II 1960, Ibidem, p. 72). 78 Incarichi: riguardo a questo, lagente stato incaricato di continuare le visite a Dragomir Silviu, ma solamente dopo il suo ritorno da Turda, da dove
117 di evitare di parlare dei problemi politici nel futuro incontro, perch troppa insistenza avrebbe potuto destare sospetti nel pedinato. Anche lagente Lucreiu si riferisce alle discussioni avute con Dragomir sullevolversi della vita politica interna ed internazionale. In una nota informativa, la fonte discute largomento del disarmo. In quelloccasione, Dragomir notava il fatto che Hrusciov desiderava veramente il disarmo, essendo un modo per risparmiare, e incrementare, quindi, il livello di benessere della popolazione e consolidare, implicitamente, anche il regime 79 . Lagente rileva lo scetticismo dello storico rispetto al disarmo effettivo proclamato dai due blocchi politico-militari 80 . Il tempo ha datto ragione a Dragomir, giacch, come noto, solo negli anni '80 furono fatti passi in questo senso. Allo stesso modo, Dragomir ipotizza una possibile ammnistia politica in Romania, in occasione del III Congresso del PMR [Partito Operaio Romeno] 81 . In unaltra nota informativa, lagente Lucreiu orienta la discussione con Dragomir sullargomento dei rapporti tra lUnione Sovietica e gli Stati Uniti 82 , nonch su quello delle
porter il suddetto manoscritto e con questo pretesto gli far unaltra visita. In occasione della visita futura non dovr assolutamente affrontare temi politici o aspetti conosciuti della citt di Cluj (Ibidem). 79 La Fonte ha affrontato anche altri problemi durante la conversazione. Sul disarmo Dragomir Silviu ha detto: Io credo che Hrusciov vuole veramente il disarmo, perch solo cos pu fare dei risparmi e pu aumentare il tenore di vita e consolidare il regime dellURSS. In generale, Dragomir Silviu si dimostra molto scettico rispetto ad un possibile disarmo (Nota informativa. La fonte Lucreiu, 15 IV 1960, in CNSAS, il dossier Iuliu Moldovan, I 512/1, p. 41). 80 Ibidem. 81 Dragomir Silviu ha detto, in occasione del III Congresso del Partito Operaio Romeno, che ha sentito che verr conferita lammnistia politica. Ha sentito anche che il Congresso sar rinviato, perche non ancora pronta la sala dei congressi del Palazzo della Repubblica (Ibidem). 82 La fonte informa che nel giorno 8 XII a.c., conversando con Silviu Dragomir, ex membro del P.N.C., nella sua casa in via Jokai, tra le ore 11 e
118 relazioni tra Romania e Jugoslavia 83 , e su un possibile conflitto atomico e le sue conseguenze per i romeni 84 . C da notare la limpidezza delle osservazioni di Dragomir, quando parla dei rapporti tra lUnione Sovietica e gli stati occidentali, rilevando che un tono agressivo nei confronti dei paesi capitalisti non constituisce una premessa favorevole per lo svolgimento delle trattative. Inoltre, lo storico attira lattenzione sul grande rischio per lumanit nel caso di una guerra atomica. Dragomir nota, infine, che la Romania rimarrebbe schiacciata tra le due superpotenze del momento e le conseguenze sarebbero catastrofiche. Il Servizio di Sicurezza decide, in base alle note informative raccolte nel periodo 10 febbraio-28 luglio 1960, di chiudere il dossier di verifica su Silviu Dragomir riguardante lo spionaggio inglese 85 . Il documento ci informa che, nel corso delle verifiche, la
12 a. m., abbiamo parlato della dichiarazione di Mosca. Dragomir Silviu ha detto: La Dichiarazione piena di idee, ma troppo densa, dovevano essere sviluppate tutte le idee che essa contiene. Domandato dalla fonte su che cosa lo avesse colpito nella dichiarazione, il suddetto ha dichiarato: Essa rappresenta la vittoria del punto di vista sovietico su quello cinese. Mi hanno colpito i toni molto accesi ed aspri nei confronti delle potenze occidentali. certo che con simili toni non si possa guadagnare la loro benevolenza nelle trattative future (Nota informativa.La fonte Lucreiu, 9 XII 1969, Ibidem, p. 35). 83 A queste parole, Dragomir Silviu ha osservato: Noi propenderemmo di pi verso la guerra, ma i nostri dirigenti hanno paura di farlo per colpa dellURSS. Daltronde, un avvicinamento economico tra noi e i serbi non porterebbe grandi bennefici ai serbi, perch io ascolto le stazioni radio dei serbi e vedo che loro importano molto dagli Stati Uniti e molte cose le fabbricano loro stessi in Iugoslavia (Ibidem). 84 Ritornando, durante la conversazione, sul pericolo della guerra, il suddetto Dragomir S. ha dichiarato: Una guerra atomica sarebbe devastante per noi che ci troviamo nel mezzo. Alcuni credono che non cadranno bombe atomiche, ma io credo che basterebbe soltanto 1 o 2 bombe atomiche oppure che cadesse su di noi la cenere radioattiva e sarebbe un disastro (Ibidem, p. 36). 85 Con lintenzione di verificare se il parlamentare inglese abbia contattato Silviu Dragomir e se questi abbia svolto attivit di spionaggio, stato sottoposto ad attivit di verifica (Proposta di chiusura del dossier di verifica
119 Securitate si avvalsa dei seguenti agenti: Sanda Predescu, Ernest Szarka, Axinteanu e Ionescu 86 . Il capitano Alexandru Pere, capo del servizio, propone la cessazione della sorveglianza di Silviu Dragomir, argomentando in questo modo la sua decisione:
Dragomir Silviu vive molto isolato, essendo anche malato, ragione per cui non cammina molto per strada, rimanendo per la gran parte del tempo presso il suo domicilio (ha 72 anni). Ha fatto qualche affermazione, da cui risulta che rimpiange la sua attivit e, bench anziano, cerca di produrre qualcosa scrivendo articoli o altri lavori di carattere storico, seguendo la linea giusta. stato incaricato dagli organi di stato di redigere alcuni lavori storici (traduzioni) e si impegnato a farli nella maniera corretta. Non esistono motivi per sospettarlo di attivit di spionaggio e, tanto meno, si sono registrate da parte sua manifestazioni ideologiche ostili 87 .
In generale, le conclusioni a cui giunge il capitano della Securitate sono fondate sulle informazioni fornite dagli agenti. Nella decisione non compaiono le acuse contenute nelle note degli agenti Axinteanu e Voicu. Probabilmente, le informazioni sono state confrontate tra di loro ed prevalso il punto di vista che si riscontra nella maggioranza delle note informative. Del resto, tutti gli altri agenti hanno riscontrato gli sforzi di Silviu Dragomir di continuare la sua attivit scientifica sotto il nuovo regime politico, tenendo conto della concezione storiografica marxista. Inoltre, a parte Axinteanu, gli altri agenti non hanno rilevato nel comportamento di Silviu Dragomir alcun indizio di attivit di spionaggio. Di conseguenza, lufficiale della Securitate propone ai suoi superiori la seguente risoluzione:
Dato che i materiali sono di poca importanza, proponiamo che venga chiuso il dossier di verifica di Dragomir Silviu e che il fascicolo sia
738, riguardante Dragomir Silviu, del 28 luglio 1960, in Idem, Il dossier Silviu Dragomir, no. I 513, pp. 6-7). 86 Ibidem, p. 7. 87 Ibidem, pp. 6-7.
120 allegato al dossier problema no. 20, per poter continuare lattivit di pedinamento 88 .
Bench riguardo al problema dello spionaggio, il fascicolo sia stato chiuso, lo storico continuer ad essere pedinato dalla Securitate. Lattivit politica svolta da Silviu Dragomir tra le due guerre mondiali lo aveva reso sospetto e indesiderabile agli occhi del nuovo regime politico. Nonostante lo storico avesse tentato di dimostrare la sua buona fede, il regime politico mantenne la sua diffidenza nei confronti degli ex leader politici interbellici. La Securitate terr sotto sorveglianza lo storico fino al 23 febbraio 1962, giorno del suo decesso. 89
6. Conclusioni
Dalle note informative si possono trarre le seguenti conclusioni: in generale, la biografia ben tratteggiata, gli informatori riuscendo a cogliere i momenti principali dellattivit di Dragomir. una prova in pi del fatto che lo conoscessero bene. Sapevano, per esempio, dellesistenza dei parenti di Bucarest, da parte della moglie, di suo fratello Alexandru, ex decano del Collegio degli avvocati. Alcuni errori si riscontrano, invece, nei rapporti degli ufficiali della Securitate. In tutti i documenti della Securitate Dragomir viene considerato membro del Partito Nazionale Contadino, bench gli informatori
88 Ibidem, p. 7. 89 Venerdi, 23 febbraio 1962 deceduto in un ospedale di Bucarest, il Prof. Silviu Dragomir, di Cluj, ex ministro, ex membro dellAccademia Romena e uno dei pi importanti storici, che si siano occupati del passato della Transilvania. []. Come storico, Silviu Dragomir viene considerato uno dei migliori conoscitori della storia della Transilvania, sopratutto dei secoli XVIII- XIX, nonch della Rivoluzione degli anni 1848-1849, su cui scrisse una monumentale monografia (in manoscritto). La sua morte lascia rimpanti unanimi tra gli intellettuali romeni. I funerali avrnno luogo lunedi, 26 II 1962 (Relazione di Szarka Ernest, 26 II 1962, Ibidem, p. 3).
121 avessero dichiarato che lattivit politica dello storico era collegata al Partito Nazionale-Cristiano e al Fronte della Rinascita Nazionale. Le informazioni fornite dagli agenti sono in generale ben articolate, per tutte le epoche, dagli studi universitari allattivit accademica, attraversando i momenti principali della storia contemporanea: lunione del 1918, Il Diktat di Vienna, il rifugio a Sibiu, il ritorno. Gli informatori evidenziano anche lattivit scientifica di spicco svolta da Silviu Dragomir nel periodo interbellico. Gli agenti Axinteanu e Voicu sono gli unici a sostenere il contrario, criticando lopera dello storico e le sue scelte nazionaliste. In generale, la sua attivit politica presentata correttamente, come un impegno di poca importanza in confronto con lattivit scientifica. La maggior parte degli informatori conosceva, in dettaglio, lesperienza carceraria di Dragomir. Una volta uscito di prigione, lo storico Dragomir cerca di continuare la sua attivit scientifica e di pubblicare. disposto, in questo senso, a prendere confidenza con la filosofia marxista, con il materialismo dialettico e storico, ad accettare lappoggio dei suoi colleghi pi giovani, che si erano formati nella nuova realt politica. La prigionia a Sighet lo aveva indotto ad essere molto riservato ed estremamente prudente con chi gli stava intorno. Sapeva di essere ancora nel mirino della Securitate e che molti di quelli che pretendevano di essere suoi amici, erano, in realt, degli informatori. Di conseguenza, dopo la scarcerazione, Silviu Dragomir vive molto isolato, non parla quasi mai dellesperienza di Sighet o di altre questioni politiche, che avrebbero potuto creargli nuovi problemi. Nonostante tutto ci, la Securitate riuscita ad ottenere tutte le informazioni di cui aveva bisogno, grazie allattivit degli informatori infiltrati nellambiente di Dragomir. Al di l di questi aspetti, i documenti ci mostrano come la Securitate abbia sorvegliato Silviu Dragomir, ricorrendo spesso a
122 mezzi e metodi illegali e immorali. Allo stesso modo, ci mostrano che gli oppositori, i nemici o i sospetti nemici del regime comunista non hanno mai guadagnato la piena fiducia delle nuove autorit politiche. Il caso di Silviu Dragomir non , del resto lunico, numerosi romeni essendo stati pedinati, imprigionati, a volte uccisi dalle autorit comuniste.
II. Metodi e letture
125
ALVISE ANDREOSE
Dalla voce alla scrittura: problemi di transcodificazione nella stesura della Relatio di Odorico da Pordenone
Le scritture di viaggio medievali nascono spesso dalla collaborazione di due autori: 1 lautore reale (o primario), cio il viaggiatore che serba memoria di unesperienza meritevole di essere divulgata per iscritto ai contemporanei e ai posteri; e lautore materiale (o secondario), ossia lo scrittore che provvede alla stesura del testo, trascrivendo fedelmente ci che gli viene narrato nel qual caso si dovr parlare pi propriamente di scriba o di compilatore , o contribuendo, in virt della propria esperienza retorico- letteraria di scrittore nel senso pregnante del termine, a elaborare sotto il profilo strutturale e stilistico lopera, di cui in definitiva diventa co-autore. 2 Questo secondo tipo di sinergia si verificato nella stesura del Devisement dou monde di Marco Polo, opera che, come noto, scaturita dal fortuito incontro del viaggiatore veneziano con Rustichello da Pisa rinomato autore di romanzi cavallereschi in lingua
1 Molti tra i pi importanti viaggiatori medievali si servirono di un autore-compilatore per redigere i loro resoconti: Marco Polo, Odorico da Pordenone, Ibn Battuta, Nicol de Conti, Hayton. Cfr. Alvaro Barbieri, Introduzione, in Marco Polo, Il Milione veneto. Ms. CM 211 della Biblioteca Civica di Padova, a cura di Alvaro Barbieri e Alvise Andreose, Venezia, Marsilio, 1999, pp. 24-28. Sulla questione si veda anche lanalisi di Michle Guret-Lafert, Sur les routes de lempire mongol. Ordre et rhtorique des relations de voyage au XIII e
et XIV e sicles, Paris, Champion, 1994, pp. 134-147. 2 Barbieri, Introduzione, cit., pp. 24-25.
126 dol nelle carceri di Genova nel 1298. 3 Nella prima classe, invece, pu essere collocato un altro importante testo odeporico medievale, la Relatio (o Itinerarium) di Odorico da Pordenone, che stando alle informazioni contenute in un colophon trasmesso da una parte considerevole della tradizione sarebbe stata dettata dal frate friulano a un confratello al suo ritorno dalla Cina nel maggio del 1330:
Predicta autem ego Fr. Guilgelmus de Solagna in scriptis redegi sicut predictus Fr. Odoricus ore proprio exprimebat anno Domini MCCCXXX de mense madii, Padue in loco S. Anthonii. Nec curavi de latino difficili et ornato stilo, sed sicut ille narabat sic ego scribebam ad hoc ut omnes facilius intelligerent que scribuntur vel dicuntur. [Io fra Guglielmo da Solagna ho messo per iscritto le cose predette (cio il racconto di viaggio di Odorico) cos come il predetto fra Odorico raccontava di sua bocca nellanno del Signore 1330 nel mese di maggio, a Padova nel convento di S. Antonio. E non mi sono preoccupato di usare un latino difficile e uno stile ornato, ma come lui raccontava cos io scrivevo, affinch tutti capissero ci che si scrive e si dice]. 4
3 Sulla cooperazione tra Marco e Rustichello nella stesura del Devisement dou monde si vedano i fondamentali contributi di Valeria Bertolucci Pizzorusso, Enunciazione e produzione del testo nel Milione, in Studi mediolatini e volgari nr. 25, 1977, pp. 5-43 (ora in Ead., Morfologie del testo medievale, Bologna 1989, pp. 209-241, da cui si cita), di Alvaro Barbieri, Marco, Rustichello, il patto, il libro: genesi e statuto testuale del Milione, in Id., Dal viaggio al libro. Studi sul Milione, Verona 2004, pp. 129-154 (gi in Medioevo romanzo e orientale. Il viaggio nelle letterature romanze e orientali. Atti del V Colloquio Internazionale. VII Convegno della Societ Italiana di Filologia Romanza, a cura di Giovanna Carbonaro, Mirella Cassarino, Eliana Creazzo e Gaetano Lalomia, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006, pp. 23-42), e di Cesare Segre, Chi ha scritto il Milione di Marco Polo?, in I viaggi del Milione. Itinerari testuali, vettori di trasmissione e metamorfosi del Devisement du monde di Marco Polo e Rustichello da Pisa nella pluralit delle attestazioni, a cura di Silvia Conte, Roma, Tiellemedia, 2008, pp. 5-16. 4 Beatus Odoricus de Portu Naonis, Relatio, in Sinica Franciscana, collegit, ad fidem codicum redegit et annotavit p. Anastasius van den Wyngaert O.F.M., vol. I, Itinera et relationes fratrum Minorum saeculi XIII et XIV,
127 Nonostante gli indubbi legami che lopera mostra col capolavoro poliano (e rustichelliano), 5 dal tenore della dichiarazione citata si evince con chiarezza che, nel caso del resoconto odoriciano, il contributo dellautore secondario allelaborazione del testo fu di gran lunga meno rilevante che nel Devisement dou monde. Per ben due volte nellarco di poche righe, infatti, fra Guglielmo da Solagna afferma di avere trascritto fedelmente il racconto orale di Odorico. Va rilevato in realt, che tale asserzione non compare in tutta la tradizione, e anzi sembrerebbe che nella fase pi antica del testo non fosse presente. 6 Questo dato, in ogni caso, non ci pare sufficiente a mettere in dubbio la veridicit della testimonianza del Solagna, dal momento che vari elementi confermano lipotesi che loralit abbia giocato un ruolo determinante nellelaborazione e nella prima diffusione della Relatio. In redazioni pi tarde del testo odoriciano, tra cui la riscrittura eseguita nel 1340 a Praga dal frate slesiano Enrico di Glatz (oggi Kodzko, nella Polonia sud-occidentale), 7 sono aggiunti alla fine del resoconto due
Firenze/Quaracchi, Collegio S. Bonaventura, 1929, pp. 413-495, in part. pp. 494-495 (cap. XXXVIII par. 7). 5 Sui rapporti tra la Relatio e il Devisement dou monde vd. Lucio Monaco, Introduzione, in Memoriale toscano di Odorico da Pordenone, ed. critica a cura di Lucio Monaco, Alessandria, Edizioni dellOrso, 1990, pp. 42, 46-48; Alvise Andreose, Nota bio-bibliografica, in Libro delle nuove e strane e meravigliose cose. Volgarizzamento italiano del secolo XIV dellItinerarium di Odorico da Pordenone, Padova, Centro Studi Antoniani, 2000, pp. 18-19; Valeria Bertolucci Pizzorusso, Le relazioni di viaggio di Marco Polo e di Odorico da Pordenone: due testi a confronto, in I viaggi del Milione, cit., pp. 219-231. 6 Paolo Chiesa, Per un riordino della tradizione manoscritta della Relatio di Odorico da Pordenone, in Filologia mediolatina nr. 6-7, 1999-2000, pp. 320-324. 7 Dopo la stesura della Relatio Odorico si mise in viaggio per raggiungere la curia pontificia di Avignone. Durante il tragitto si ammal e, giunto a Pisa, fu trasportato ormai moribondo a Udine, dove mor il 14 gennaio 1331. In un secondo tempo una copia della Relatio fu portata ad Avignone dalla delegazione di frati guidata da fra Marchesino. Il testo circol presso la
128 brevi episodi che fra Marchesino da Bassano il frate che guidava la delegazione di frati Minori incaricata di inoltrare presso il pontefice Giovanni XXII la richiesta di beatificazione di Odorico avrebbe udito direttamente dalla voce del viaggiatore. 8 In due manoscritti che tramandano una versione in italiano antico della Relatio, il Conventi Soppressi C.7.1170 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e lItaliano XI, 32 (6672) della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, il testo immediatamente seguito da alguni altri belli chapituli, che, stando a quanto detto nel testo, sarebbero stati raccontati da Odorico durante una sua permanenza nel convento veneziano di S. Francesco della Vigna. 9 Questultima
corte papale, dove fu trascritto da fra Enrico di Glatz, che, ritornato a Praga, nel 1340, lo rielabor stilisticamente. Cfr. Monaco, Introduzione, cit., pp. 27-28 e 31-35; Chiesa, Per un riordino della tradizione manoscritta, cit., pp. 315-318; Alvise Andreose, Unum referam de magno Cane quod vidi. Ipotesi sullorigine e sulla prima circolazione dellepisodio De reverentia Magni Chanis nellItinerarium di Odorico da Pordenone, in Lornato parlare. Studi di filologia e letteratura per Furio Brugnolo, a cura di Gianfelice Peron, Padova, Esedra, 2007, pp. 467-487. 8 Cfr. Teofilo Domenichelli, Sopra la vita e i viaggi del Beato Odorico da Pordenone dellOrdine de Minori, Prato, Ranieri Guasti, 1881, pp. 199-200 (capp. LXXV e LXXVI); Chiesa, Per un riordino della tradizione manoscritta, cit., pp. 323-324 e 338-341; Andreose, Unum referam de magno Cane quod vidi, cit., pp. 470-471. Le aggiunte di fra Marchesino sono trdite da due versioni del testo: la redazione che quasi certamente fu preparata dopo la morte di Odorico per essere portata ad Avignone (recensio Marchesini nella classificazione proposta da Chiesa), e la rielaborazione di Enrico di Glatz, che dalla redazione avignonese pare dipendere direttamente (vd. Chiesa, art. cit., p. 328). 9 Per cagione che l ditto frate Odorigo disse a bocca molte meravigliose cose chavea trovate, vedute e udite da persone degne di fede ne ditti paesi ovelli era stato, le quali no sono scritte in questo libro o per brevit o per onest o per domenticanza o per altra cagione, nne scritte qui appresso alquante chio li udii dire uno d e una sera chio fui con lui a Santo Francesco delle Vigne, luogo de frati Minori di Vinegia, stando a cena a lato a llui, mangiando collui a uno taglieri con molti altri relegiosi e
129 testimonianza, insieme a quella di fra Marchesino, conferma lidea che effettivamente lespressione usata da Guglielmo da Solagna (in scriptis redegi sicut predictus Fr. Odoricus ore proprio exprimebat) non sia soltanto intesa a rivendicare la fedelt della sua trascrizione al racconto di Odorico, ma raffiguri puntualmente la modalit con cui avvenne la mise en crit dellopera, certificando che il testo altro non che la scrupolosa registrazione per iscritto del resoconto orale pronunciato dal viaggiatore. La successiva excusatio dello scriba (Nec curavi de latino difficili et ornato stilo, sed sicut ille narabat sic ego scribebam ad hoc ut omnes facilius intelligerent que scribuntur vel dicuntur) si dimostra pi sfuggente, perch si presta a una duplice interpretazione. A una prima lettura, le parole del Solagna potrebbero indurre a ritenere che Odorico abbia narrato le sue imprese in latino. Sembra pi plausibile, tuttavia, che quel sicut ille narabat sic ego scribebam voglia indicare che lo scriba nella sua trascrizione rimasto aderente alle strutture sintattiche e lessicali del racconto orale, cio di quella narrazione pronunciata da Odorico di sua bocca (ore proprio). La dichiarazione del Solagna non contiene un esplicito riferimento alla lingua usata da Odorico. Si limita soltanto a giustificare la scelta anti-retorica di evitare un linguaggio prezioso e uno stile
seculari, in quelli d chelli torn de ditti paesi. (Libro delle nuove e strane e meravigliose cose, cit., p. 179 [cap. I, 1]). Su tale aggiunta si veda anche: Colombano Petrocchi, Il B. Odorico da Pordenone e il suo Itinerario, in Le Venezie Francescane nr. 1, 1932, pp. 204-214; Folker E. Reichert, Die Asienreise Odoricos da Pordenone und die Versionen seines Berichts, mit Edition der Aufzeichnungen nach dem mndlichen Bericht des Reisenden, in Chloe. Beihefte zum Daphnis. Erkundung und Beschreibung der Welt. Zur Poetik der Reise- und Lnderberichte, hrsgg. von Xenja von Ertzdorff und Gerhard Giesemann, Amsterdam/New York, Rodopi, 2003, pp. 467-509 (il saggio reca in appendice ledizione dei belli chapituli, alle pp. 481-509); Andreose, Unum referam de magno Cane quod vidi, cit., pp. 475-478.
130 ricercato con la volont di registrare nel modo pi fedele possibile le parole proferite dal viaggiatore. Analogamente alla prassi adottata sempre pi spesso dai notai coevi, il redattore persegue il rispetto della sostanza testuale attraverso una forte adesione alla forma linguistica originaria. Adesione che per non implica necessariamente la ripresa dello stesso codice linguistico. Se, come crediamo, questo il vero significato delle parole del Solagna, sorge immediatamente il problema di stabilire quale sia stata la lingua usata da Odorico. Poich nella tradizione medievale, almeno fino a Trecento inoltrato, lo scarto diamesico dallorale allo scritto, porta con s di norma anche un cambio di codice (la transcodificazione dal volgare al latino), non apparirebbe singolare soprattutto in ambito ecclesiastico ipotizzare che lo scriba abbia trasposto in latino un racconto che originariamente Odorico aveva pronunciato nel suo idioma materno. Si spiegherebbe cos pi agevolmente lesplicitata scelta del Solagna di non fare ricorso a un latino difficile n a uno stile ornato, ma a un registro linguistico che possa il pi possibile restituire le movenze del racconto orale di Odorico. Come si vedr nelle pagine che seguono, lipotesi che il testo dettato dal viaggiatore allo scriba nel maggio del 1330 fosse in volgare, trova conferma in diversi passi dellopera. Nel capitolo VII della Relatio, Odorico racconta di essersi imbarcato a Hormuz, in Persia, su una nave cucita solo con corda (navigio suto solo spago) e di essere giunto a Tana, vicino a Salsetta, in India, dopo ventotto giorni di navigazione. Dopo aver fornito alcune informazioni storiche e commerciali su questa citt e dopo aver ricordato che in essa furono martirizzati quattro frati Minori, aggiunge:
Huius terre populus ydolatrat, nam adorant ignem, serpentem et arbores. Hanc terram regunt saraceni qui eam ceperunt violenter, nunc subiacentes imperio Doldali. [Tutta la popolazione di questo paese idolatra (cio induista) e adora il fuoco, il serpente e gli
131 alberi. Questa terra sotto il dominio dei musulmani, che la conquistarono con la forza e che ora sono sottoposti alldominio Doldali]. 10
Tutti gli interpreti concordano nel ritenere che lespressione subiacentes imperio Doldali alluda alla dominazione sulla citt del sultano di Delhi. 11 La lezione Doldali quella che si legge nel ms. 343 della Biblioteca Comunale di Assisi (siglato A), su cui si basa prevalentemente lormai superata ma a tuttoggi unica edizione critica approntata dal padre Anastasio van den Wyngaert alla fine degli anni Venti del secolo scorso. Altre varianti confinate in appartato si direbbero, a prescindere da qualsivoglia considerazione stemmatica, pi vicine alloriginale: daldili dei mss. Barber. lat. 2558 della Vaticana (siglato B) e lat. 2584 della Bibliothque Nationale de France (Y), e daldali del ms. 257 della Biblioteca Casanatense di Roma (C). Delle tre lezioni (doldali, daldili, daldali), la migliore senzaltro quella dei testimoni BY, cio daldili, che andr interpretata come la sequenza di una preposizione articolata (dal) e del toponimo Dili, cio Dihl o Dill, forma usata ancor oggi nelle variet indiane per designare la citt di Dehli. Lespressione vale dunque del Dehli, cio di Dehli. Se ne era gi accorto Henry Yule, che, commentando la forma, osservava: Odoric, doubtless, in his dictation, said: sotto la signoria del Dili. 12 Teofilo
10 Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 423 (cap. VII par. 5). 11 Cathay and the Way Thither being a Collection of Medieval Notices of China, translated and edited by colonel sir Henry Yule, new edition revised throughout in the light of recent discoveries by Henri Cordier, vol. II: Odoric of Pordenone, London, Hakluyt Society, 1913, p. 115 n. 1 e p. 127 n. 1; Les Voyages en Asie au XIV e sicle du bienhereux frre Odoric de Pordenone, Rligieux de Saint-Franois, publi avec une introdution et des notes par Henri Cordier, Paris, Ernst Leroux, 1891, p. 71 n. c. Da rilevare, tuttavia, che secondo altre fonti, il dominio del sultano di Dehli non si estendeva fino a Tana, cfr. Peter Jackson, The Delhi Sultanate. A Political and Military History, Cambridge, Cambridge University Press, 1999, p. 204. 12 Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 115 n. 1.
132 Domenichelli, sempre a tal proposito, rilevava che Laggiunta del Dal, o di altro articolo simile, fatto ripetuto assai frequente in geografia. 13 Dol- del ms. A deriver pi facilmente da del- che da dal-, ma si noti comunque che nelle variet venete antiche la preposizione da poteva avere anche il valore di di, per cui, se al termine della recensio dovesse risultare che daldili era effettivamente la lezione presente nella stesura originale, non sarebbe necessario correggere dal- in del-, come suggerisce Yule. In ogni caso, quello che appare sicuro che siamo in presenza di un sintagma volgare che lo scriba non stato in grado di analizzare nei suoi elementi costituenti. Un caso analogo si incontra nel capitolo in cui Odorico racconta di aver navigato lungo il fiume Yangzi: 14
Dum per istud flumen Dotaly transirem sic inveni multas civitates, et veni ad unam que vocatur Jamai, in qua est unus locus nostrorum fratrum Minorum. [Mentre navigavo su questo fiume Dotalay trovai molte citt e giunsi ad una citt che si chiama Jamai (= Yangzhou), in cui c un convento di nostri frati Minori]. 15
Il fiume Yangzi viene qui indicato col nome nome mongolo di Dalai o Talai mare, lago, distesa dacqua, che alludeva alla sua impressionante larghezza. 16 Dotaly (o Dotalay di altri manoscritti latini) evidentemente la corruzione del sintagma de Talay. Ancora una volta dunque, lo scriba ha inteso il nesso Preposizione + Nome come una forma unica.
13 Domenichelli, Sopra la vita e i viaggi, cit., p. 290. 14 Nelledizione Wyngaert il toponimo si presenta in questa forma alterata anche nel capitolo precedente (Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 468 [cap. XXV par. 2]). Va rilevato, tuttavia, che, almeno a giudicare dalla varia lectio riportata in apparato, tale lezione parrebbe essere attestata dal solo ms. assisiate. Gli altri manoscritti utilizzati nella recensio leggono regolarmente T(h)alay. 15 Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 469 (cap. XXV par. 1). 16 Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., pp. 206-207 n. 5; Cordier, Les Voyages en Asie, cit., p. 347.
133 Un altro tipo di errori di segmentazione quello che nasce dal fraintendimento del sintagma costituito dalla sequenza Articolo definito + Nome esotico. Nel capitolo dedicato al racconto del martirio di quattro frati Minori a Tana dIndia ricorre a pi riprese la forma lo Melic:
Hoc secundum miraculum videns lo Melic, id est Potestas, ad se Fr. Iacobum vocavit et eum suis vestimentis fecit indui et dixit: Videte fratres, ite cum gratia Dei, quia nullum malum paciemini vos a nobis, nam videmus vos esse bonos homines et sanctos et fidem vestram esse veram sanctam et bonam, sed ut vobis securius consulamus, hanc terram exeatis quam cicius potestis quia ipse Cadi laborat vobis auferre vitam [Vedendo questo secondo miracolo, lo melic, cio il podest, chiam a s frate Giacomo, gli fece indossare le sue vesti e gli disse: Ecco fratelli, andatevene in pace, perch non subirete pi nessun male da noi. Vediamo infatti che siete persone giuste e sante e che la vostra fede vera, santa e giusta. Tuttavia vi consigliamo per il vostro bene di partire da questo paese al pi presto, perch il cad cerca di togliervi la vita]. 17
Lespressione lo melic va interpretata senza dubbio come un sintagma formato dallarticolo definito lo e dal termine arabo melik: si tratta cio di un calco parziale dellespressione araba al-melik (il re), con cui i musulmani dellIndia designavano il governatore o il magistrato preposto alla riscossione delle imposte. 18 Anche qui, dunque, Guglielmo da Solagna sembra avere trascritto le esatte parole che Odorico aveva dettato in volgare, non capendo che la prima parte del sintagma era rappresentata dallarticolo definito. Lo stesso fenomeno si incontra nel capitolo XXXIII. Odorico sta parlando di un importante centro monastico del
17 Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 430 (cap. VIII par. 11). La forma ritorna anche in altri punti del testo, cfr. ivi, pp. 430, 431, 434 (cap. VIII parr. 12, 13, 14, 15, 19). 18 Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 122 n. 1; Cordier, Les Voyages en Asie, cit., p. 78 n. b.
134 Tibet, da identificare forse con il monastero tibetano di Sa- skya, in cui risiedeva il Sa-skya-pa, capo spirituale della setta buddista di Sa-skya, che, verso il 1271, aveva ottenuto dal khan Qubilai la supremazia sul Tibet centrale: 19
In ista civitate moratur lo Albassi, id est papa in lingua sua. Iste est capud omnium illorum ydolatrorum quibus dat et distribuit secundum morem suum omnia illa beneficia que ibi habet. [In questa citt risiede lo Albassi, cio il papa nella loro lingua. Costui il capo di tutti quegli idolatri, e a loro assegna e distribuisce secondo la sua volont tutti i benefici [ecclesiastici] che ci sono l]. 20
Dietro lespressione lo Albassi si cela il termine turco- mongolo baqs, con cui i mongoli indicavano i preti buddisti, i monaci lama, gli sciamani o gli stregoni, ma che poteva assumere pi in generale il valore di capo religioso. 21 In Marco Polo compare la forma bacsi, 22 in Riccoldo da Montecroce troviamo baxitas, plurale di baxita. 23 Non chiaro se al- costituisca una semplice
19 Folker E. Reichert, Incontri con la Cina. La scoperta dellAsia orientale nel Medioevo, Milano, Biblioteca francescana, 1997 (trad. it. di Begegnung mit China. Die Entdeckung Ostasiens im Mittelalter, Sigmaringen, Thorbecke, 1992), p. 103. Altri interpreti identificano il centro con Lhasa (Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 248 n. 4; Cordier, Les voyages en Asie, cit., p. 457). 20 Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 485 (cap. XXXIII par. 1). 21 Paul Pelliot, Notes on Marco Polo, 3 voll., Paris, Imprimerie nationale- Librairie A. Maisonneuve, 1959-1973, p. 63. Tale anche lopinione di Nilda Guglielmi, cfr. Odorico da Pordenone, Relacin de viaje, introduccin, traduccin y notas [por] Nilda Guglielmi, Buenos Aires, Biblos, 1987, p. 148. Per unaltra ipotesi si veda Berthold Laufer, Was Odoric of Pordenone ever in Tibet?, in Toung Pao nr. 15, 1914, p. 411. 22 Marco Polo, Milione, Le divisament dou monde. Il Milione nelle redazioni toscana e franco-italiana, a cura di Gabriella Ronchi, introduzione di Cesare Segre, Milano, Arnoldo Mondadori, 1982, pp. 402-403 (Devisement dou monde, LXXV 24). 23 Guillaume de Rubrouck, Voyage dans l'empire mongol, traduction et commentaire de Claude et Ren Kappler, prface de Jean-Paul Roux, Paris, Payot, 1985, p. 92.
135 deformazione del termine (purtroppo su questo aspetto la testimonianza dei manoscritti latini non unanime), 24 oppure se si tratti dellarticolo arabo al-. Nel qual caso lo Albassi sarebbe unespressione ridondante, in parte volgare (lo), in parte araba (Al-) e in parte mongola (-bassi), equivalente a sintagmi come lAlcorano, peraltro normali in italiano antico. Odorico, cio, non avrebbe avuto coscienza che lespressione conteneva gi larticolo definito. Un fenomeno di errata segmentazione (o pi esattamente: di mancata segmentazione) di un sintagma da parte dello scriba potrebbe essere allorigine anche di una forma, apparentemente inintelligibile, che si incontra nei capitoli dedicati alla descrizione del palazzo del Gran Khan:
In medio autem palacii est una magna pigna alta passibus plus quam duobus, que tota est de uno lapide precioso nomine merdicas. Ipsa etiam tota est de auro ligata, et in quolibet angulo ipsius est unus serpens de auro qui verberat os fortissime. [In mezzo al palazzo c una grande cisterna alta pi di due passi, che tutta fatta di una pietra preziosa chiamata merdicas. La stessa cisterna tutta avvolta da fasce doro, e in ogni suo angolo c un serpente doro che sbatte la bocca fortissimamente]. 25
Come hanno mostrato in modo convincente Antonio De Biasio, Gilberto Ganzer e Giulio Cesare Testa, 26 la lezione merdicas, che nei manoscritti latini figura anche in altre varianti (merdecas, merdacas, merdetas, ecc.), 27 va interpretata
24 Nei testimoni latini editi, accanto alla forma cominciante con al-, attestata anche la variante con a- (abasi, abbassi, abassi), cfr. Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 328 n. 1; Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 485 apparato. 25 Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., pp. 472-473 (cap. XXVI par. 3). 26 Tali ipotesi stata illustrata dettagliatamente nella Mostra didattica Mar di Cas (Mare di Giada), a cura di Antonio De Biasio, Gilberto Ganzer, Giulio Cesare Testa, Pordenone 10-31 ottobre 1998. 27 Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 319 n. 10 ; Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 473 apparato.
136 come mar de (o di) cas, ovvero Mare di giada khas [Xas] essendo il termine mongolo per indicare la giada , traduzione del cinese Du shan dayuhai il Grande Mare di Giada dei Monti Du, nome con cui si indicava una cisterna di giada fatta costruire da Qubilai a partire dal 1253 per contenere il vino destinato alla corte e collocata nel 1266 nella cosiddetta Sala della Luna. Si potrebbe pensare che la forma pronunciata da Odorico fosse mar de (o di) cas: il viaggiatore, in altre parole, non conoscendo il significato del termine mongolo khas, avrebbe tradotto nel suo volgare solamente la prima parte del sintagma (mar de). Tale espressione sarebbe stata poi fraintesa dal Solagna, che non avrebbe capito che la prima parte della stringa non rappresentava un esotismo, ma doveva essere analizzata come la sequenza di due lessemi volgari: il Nome mar e la Preposizione de. Va rilevato tuttavia, che tutti i manoscritti latini editi leggono mer- e non mar-, come ci si aspetterebbe: nelle variet venete e friulane, infatti, lesito regolare del lat. MARE mar. Tutto lascia pensare, dunque, che la forma mer- figurasse gi nella versione latina originaria. Di conseguenza, se si accetta che la lezione merdicas/merdecas sia frutto di unincomprensione da parte dello scriba, bisogna ammettere che durante la dettatura si sia verificato anche un altro errore (stavolta acustico), che avrebbe prodotto la sostituzione del primitivo mar con mer. 28
28 Si affaccia tuttavia anche unaltra spiegazione. Sappiamo che presso la corte mongola di Qaraqorum era attivo verso il 1254 lorafo parigino Guillaume Boucher, che aveva realizzato una fontana per lerogazione di qumiz (latte di giumenta fermentato) per il palazzo del khan Mngke, fratello e predecessore di Qubilai (cfr. Leonardo Olschki, Guillaume Boucher. A French Artist at the Court of the Khans, Baltimore, Johns Hopkins Press, 1946 [rist.: New York, Greenwood Press, 1969], pp. 117- 118). Nulla vieta di ritenere che Boucher stesso o qualche suo collaboratore avesse partecipato anche alla costruzione delle condutture che dalla succitata cisterna di giada portavano il vino ai commensali (cfr. Relatio, cap. XXVI par. 3: Per hanc pignam defertur potus per conductus qui in
137 Lerrata transcodificazione dal volgare al latino pu portare anche a travisamenti di segno opposto, ossia a casi il cui il toponimo viene interpretato come un nome comune e dunque tradotto. La citt di Kollam (o Quilon), sulla costa del Malabar, vicino a Travancore, nellIndia sud-occidentale, viene designata nei resoconti di viaggiatori contemporanei o di poco posteriori a Odorico con il toponimo di Columbum: cos, per esempio, la chiamano il domenicano Jordan Catala de Svrac 29 e il francescano Giovanni dei Marignolli. 30 Si tratta delladattamento latino del nome sanscrito della citt, ossia Kolamba. 31 In tutti i manoscritti latini editi della Relatio (e in quelli inediti che abbiamo potuto consultare) si incontra invece la forma Polumbum 32 . Pur in assenza di una recensio sistematica basata sullintera tradizione, ragionevole ritenere che tale lezione comparisse gi nella stesura originale. Come rileva infatti Yule, it is not easy to see how the P go into all, or nearly all, the MSS. of Odoric, unless the error occurred in the first transcription. 33 Ma pi che a un errore di trascrizione, linnovazione appare dovuta a un eccesso di zelo da parte dello scriba, che (consciamente o inconsciamente) ha reso il toponimo riferito oralmente da Odorico, Colombo, con una delle forme latine
curia Regis habetur. Iuxta hanc pignam manent multa vasa aurea cum quibus omnes volentes bibere bibunt). Di conseguenza si potrebbe pensare che, presso i frati francescani che partecipavano alle feste di corte del Gran Khan, tale marchingegno venisse indicato col nome con cui gli artefici francesi lo designavano: mer de cas mare di khas. 29 Christine Gadrat, Une image de lOrient au XIV e sicle. Les Mirabilia descripta de Jordan Catala de Svrac: dition, traduction et commentaire, Paris, Ecole des Chartes, 2005, pp. 254 e 258. 30 Sinica Franciscana, cit., vol. I pp. 537 e 546. 31 Cfr. Pelliot, Notes on Marco Polo, cit., pp. 399-402. 32 Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 438 (cap. VIII par. 24) e p. 440 (cap. X par. 1). 33 Yule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 129 n. 1.
138 con cui era possibile tradurre lit. colombo, cio Polombum. 34
La conclusione a cui pensiamo di essere approdati, oltre a precisare ulteriormente le fasi dellelaborazione dellopera, pu talvolta fornire informazioni decisive per la sua interpretazione. Si pensi, in particolare, alla spinosa questione dellidentificazione dei toponimi e, soprattutto, della decifrazione dei termini esotici. Come noto, uno dei problemi maggiori che i testi odeporici medievali pongono allo studioso proprio quello di interpretare, sulla base delle informazioni di cui dispone, i nomi e le espressioni orientali che i viaggiatori riportano in modo pi o meno deformato. Ora, se si accetta lipotesi che Odorico abbia dettato al confratello Guglielmo di Solagna il suo resoconto in volgare, bisogna ammettere che i termini orientali siano stati adattati al sistema fonologico proprio del suo idioma materno (il friulano o il veneto antico). Un caso in cui tale presupposto ci permette di pervenire a una migliore intelligenza del testo, si incontra nel capitolo VIII della Relatio. Odorico, dopo aver preso con s le reliquie dei frati Minori martirizzati a Tana, racconta di essersi imbarcato a Kollam (Quilon), in India, per raggiungere Zayton (Quanzhou), in Cina:
Cum autem illic in Polumbum fuerimus nos ad portum, aliam navim nomine ocum nos ascendimus, ut iam dictum est, ut in Indiam superiorem nos irremus ad quamdam civitatem aitum, in qua sunt duo loca nostrorum fratrum, ut ibi istas sanctas reliquias poneremus. [Quando l a Quilon giungemmo al porto, salimmo su una nave chiamata ocum, come si gi detto, per raggiungere in India superiore (la Cina meridionale) una citt di nome Zayton
34 Il latino classico possedeva due lessemi distinti (seppure simili) per designare due tipi affini di volatili: columbus colombo, piccione e palumbus colombaccio, colombo selvatico. Nel latino volgare e nel latino medievale la distinzione era venuta meno, cosicch la seconda forma attestata anche nella variante polumbus (cfr. rom. porumb) poteva indicare genericamente il colombo.
139 (Quanzhou), dove si trovano due conventi di frati Minori, per deporre l queste sante reliquie]. 35
La forma ocum che si legge nelledizione Wyngaert non affatto sicura. In altri manoscritti latini, infatti, il nome di questa imbarcazione compare in diverse forme: zuncum, zocum, cocum, conchum, zochi, concluum, lonclum, etc. 36
Lunico studioso che ha tentato di spiegare questo passaggio Yule, che traduce another ship called a junk. 37 In effetti va notato che alcuni testimoni, tra cui il manoscritto Cicogna 2408 della Biblioteca del Museo Correr di Venezia, recano la lezione zuncum, che potrebbe essere ladattamento in veneto o in friulano antico della forma malese ng (da cui il francese jonque e litaliano moderno giunca), che designa un tipo di veliero in bamb, molto diffuso in Oriente, soprattutto in Cina, di forma piatta e dotato di vele fatte di stuoie, capace di trasportare un gran numero di passeggeri. 38 La testimonianza del viaggiatore arabo Ibn Battuta conferma che al tempo di Odorico dalle coste dellIndia meridionale partivano delle giunche cinesi dirette verso il sud della Cina:
Comunque ci fermammo nel porto di Calicut, dove in quei giorni cerano tredici navi cinesi, e sbarcati in citt, venimmo sistemati
35 Odoricus de Portu Naonis, Relatio, cit., p. 438 (cap. VIII par. 24). 36 Ibid., apparato. Vd. ancheYule-Cordier, Cathay and the Way Thither, cit., p. 293 n. 7. 37 Ivi, p. 131. Lidentificazione dellimbarcazione nominata da Odorico con una giunca cinese viene proposta da Yule anche altrove: cfr. Hobson- Jobson, being A Glossary of Anglo-Indian Colloquial Words and Phrases and of Kindred Terms Etymological, Historical, Geographical, and Discursive, by Henry Yule and the late Arthur Coke Burnell, London, J. Murray, 1886, p. 472 s.v. junk (This is one of the oldest words in the Europeo-Indian vocabulary. It occurs in the travels of Friar Odorico, written down in 1331 [...]). 38 Jacques Dars, La marine chinoise du X e au XIV e sicle, Paris, Economica, 1992, pp. 93-99.
140 ognuno in una casa. Aspettammo tre mesi ospiti del sultano infedele prima di poter ripartire per la Cina, perch per viaggiare sul mare di Cina bisogna assolutamente essere a bordo di navi cinesi che adesso descriveremo. [...] Le navi cinesi sono di tre tipi: le pi grandi si chiamano [junk], le medie zaw e le piccole kakam. Le prime hanno dodici vele o anche meno, fino a un minimo di tre, in canne di bamb intrecciate come stuoie, che non vengono mai ammainate, ma girate da una parte o dallaltra a seconda di dove tira il vento e quando la nave allancora, le lasciano ondeggiare allaria. 39
Tale congettura risulta proficua sia sotto il profilo ecdotico, sia sotto quello interpretativo, perch da un lato suggerisce quale potrebbe essere, nella varia lectio, la forma da accogliere a testo, dallaltro fornisce una valida ipotesi sul mezzo di trasporto usato da Odorico nella seconda parte del suo viaggio verso il Cathay. In conclusione, ci auguriamo di essere riusciti a dimostrare che lesegesi di un testo come la Relatio di Odorico da Pordenone richiede di integrare diversi livelli di analisi. Accanto alla necessaria definizione di un testo critico affidabile (obiettivo che per ora resta purtroppo distante), un passaggio obbligato di qualsiasi discorso critico sullopera dovr essere lesatta considerazione delle problematicit insite in ciascuna delle fasi della sua elaborazione: in primo luogo la ricezione delle informazioni da parte dellautore; secondariamente, la trasmissione di tali informazioni dallautore allo scriba; infine, la rielaborazione dei dati da parte dello scriba nel momento della definitiva mise en crit.
39 Ibn Battuta, I viaggi, a cura di Claudia M. Tresso, Torino, Einaudi, 2006, p 624.
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BARBU TEFNESCU
nsemnrile olografe de pe crile bisericeti: puterea de informare asupra sensibilitii lumii rurale 1
Dac s-a remarcat c pentru majoritatea popoarelor europene istoria nseamn asumarea unui mare trecut rnesc 2 , constatarea este cu att mai adecvat n cazul romnilor la care remanena rural, deci perpetuarea unui cadru tradiional de existen, este masiv i mai ndelungat: n Romnia de astzi, aproape jumtate din populaie locuiete la sat. Dac reducem discuia la jumtatea occidental a Romniei, cunoscut generic sub numele de Transilvania, elementul etnic majoritar al unui spaiu prin excelen multicultural, cel romnesc, a trit n mprejurri istorice specifice n exclusivitate n structuri rurale, pn ntr-acolo c s-a pus semnul egalitii ntre romni i rani. La modul general, ranul este perceput istoriografic drept o fiin discret, datorit siturii sale, dac nu n afara, cel puin la periferia cuvntului scris. Mai ales, discursul lumii rneti despre ea nsi este unul precar, istoricul gsind cu dificultate mijloace documentare pentru a strpunge carapacea nchiderii ntre limitele oralitii cvasigenerale, prin mrturisiri despre sine a ranului nsui. Un tip de surs care are asemenea caliti o reprezint modestele nsemnri (adnotri) marginale fcute pe crile bisericeti la nivelul secolelor XVI-XX, fascinante prin umanitatea tririlor, prin sensibilitatea exprimat
1 Problematica este tratat pe larg la: Barbu tefnescu, Sensibilitate rural, violen i ritual, Editura Universitii din Oradea, 2006. 2 Gail Kligman, Nunta mortului. Ritual, poetic i cultur popular n Transilvania, Traducere de Mircea Boari, Runa Petringenaru, Georgiana Fornoaga, West Paul Barbu, Editura Polirom, Iai, 1998, p. 191.
142 simplu i direct, cu mare for de convingere, de cei care scriu sau de semenii lor, rani, despre i pentru care scriu. Aceste cronici mrunte, din interior 3 , sunt fcute de oameni cu rudimente de contiin istoric, pentru a alimenta i remprospta memoria colectiv, att de imprecis, selectiv, n forma ei oral; ele devin eseniale pentru orice tentativ interesat s coboare cercetarea la nivelul destinelor majoritare, care ambiioneaz s scrie istoria prin cei mici 4 . Aparena de via rneasc cenuie, monoton, spre care conduce o privire superficial, de sus i de la distan, asupra satului romnesc transilvnean la nceputurile modernitii, este dezminit, prin prisma acestei categorii de documente mai puin convenionale pentru istoric, de fapte, atitudini, gesturi i cuvinte ce dezvluie o lume structurat n jurul unor valori simbolice, ntre care aspiraia spre Dumnezeu i spre mpria Cerurilor transpare din grija pentru Biseric, pentru destinul postum al sufletului. De cele mai multe ori fraze simple, arhaice, stngace dar cu att mai apropiate de esena sufleteasc a omului de la ar i care exprim n mare msur felul lui de a simi, de a se comporta, de a lua atitudine fa de problemele vieii, ale morii, ale lumii de dincolo de mormnt, n toate cazurile, ale relaiei cu Divinitatea. Nu ntmpltor, gama cea mai larg a nsemnrilor este cea legat de viaa crii nsi, de calitatea sa de dar cu valene transcedentale i comunitare, de gestionarea ei ca bun spiritual i material cu valoare mare de ctre preot, nsi formulrile fiind ncadrabile unui tipic, unei retorici ce ine de pregtirea de operator al sacrului a celui care scrie cel mai adesea 5 .
3 Jean-Francois Soulet, Istoria imediat, Traducere i note: Mircea Platon, Prefa, Florin Constantiniu, Editura Corint, Bucureti, 2000, p. 48. 4 Paul Cernovodeanu, Nicolae Iorga i Istoria romnilor prin cei mici, n Revista istoric, serie nou, 1991, nr. 11-12, p. 628. 5 Jacques Paul, Biserica i cultura n Occident, vol. II, Traducere de Elena- Liliana Ionescu, Editura Meridiane, Bucureti, p. 149.
143 Studiile ntreprinse de lingviti asupra textelor medievale au pus n lumin, ntre altele, neobinuita abunden a termenilor semnificnd dania sau actul de a oferi, fireasc ntr-o lume n care actul oblativ era privit ca unul din simbolurile de baz ale puterii i autoritii ce decurge din ea, ca act fondator al relaiile interpersonale 6 . Dac instituia darului este fr ndoial precretin, cretinismul a valorizat-o, impunnd-o ca norm comportamental de baz pentru credinciosul ntru Hristos, odat cu textele Noului Testament: Darul este iubire, iubire fa de Dumnezeu, pentru c darul i adevrul au venit prin Iisus Hristos (Ioan, 1, 17) 7 , formul ce exprim originalitatea sacrului cretin, centrat pe persoana Mntuitorului, cel care i conduce pe oameni spre sfinenie, i apropie de Dumnezeu, i ajut s intre n comuniune cu El 8 . Ca gest ritual, darul exprim credina n necesitatea pstrrii legturilor permanente i amiabile cu forele supranaturale ce domin spiritualitatea tradiional dar i meninerea echilibrului n relaiile presupuse ntre comunitatea viilor i cea a strmoilor 9 , de a intermedia ntre lumi aflate n planuri diferite: ntre lumea profan i cea sacr exist incompatibiliti ce nu pot fi depite dect prin rituri care s reduc treptat distanele, crora li se ncadreaz i actul oblativ 10 . Antropologii au identificat n cadrul instituiei darului variante, precum cele ale ofrandei ori jertfei (sacrificiului).
6 Alexandru-Florin Platon, Societate i mentaliti n Europa medieval. O introducere n antropologia istoric, Editura Universitii Al. I. Cuza Iai, 2000, p. 40. 7 Ofelia Vduva, Magia darului, Bucureti, 1997, p. 77. 8 Julien Ries, Sacrul n istoria religioas a omenirii, Editura Polirom, Iai, 2000, p. 194-195. 9 Ofelia Vduva, Pai spre sacru. Din etnologia alimentaiei romneti, Editura Enciclopedic, Bucureti, 1996, p.119. 10 Arnold Van Gennep, Riturile de trecere, Traducere de Lucia Berdan i Nora Vasilescu, Studiu introductiv de Nicolae Constantinescu, Postfa de Lucia Berdan, Editura Polirom, Iai, 1996, p. 15.
144 Chemat s intermedieze ntre om i Divinitate prin intermediul cuvntului divin i al bisericii, cartea druit primete, n ochii celor care scriu despre practicile oblative relative la ea, sensul de jertf:
Aceast carte s-au cumprat de mai muli cretini a s. biserici din satul Groi i Brzeti a 45 de forini fie-le jertfa aceasta primit naintea lui Dmneu ntru vecinica aducere aminte. S-au scris n Groi n 6 iunie 1851. Scris-am eu, Bica protopopul Beliului i preotu comitatului Bihor 11 .
Pagina tiprit, indiferent de domeniul la care se refer cuvntul scris, este investit la nceputul epocii moderne cu o dimensiune sacr 12 , face parte din categoria obiectelor sacrale aflate n consubstaniere cu Divinitatea i constituie un important mediator sacralizat. De unde, gama de sentimente contradictorii pe care prezena sa o impune utilizatorilor ori beneficiarilor mesajului divin pe care-l transmite, de veneraie i de team: pe un Liturghier (Trgovite, 1713) este consemnat faptul c
A fost gsit la familia Culici din Dealul Ciorii de ctre Romolus Raica din Strungari, omul o inea n fundul unei lzi cu haine i nu se atingea de ea, pentru c nu-i permis s pun mna orice om pe Evanghelier. Numa popii i clugrii pot lua n mn asemenea cri 13 .
Cartea este, n primul rnd, un obiect cu o valoare spiritual foarte mare; chemat s medieze mai ales n plan transuman 14 ,
11 Triod, (Blaj, 1813), exemplarul (ex.) de la Groi (Arad) (Titus Rou, nsemnri i inscripii bihorene, Editura Universitii din Oradea, 1999, p. 135). 12 Robert Muchambled, Societ et mentalits dans la France moderne, XVI- e - XVIII-e siecle, Armand Colin, Paris,1990, p. 143. 13 Doina Lupan, Cartea veche romneasc n biblioteca Muzeului din Sebe, n Apulum, XIX, 1981, p. 483. 14 Doru Radosav, Carte i societate n Nord-Vestul Transilvaniei (sec. XVII- XIX), Oradea, 1995, p. 214.
145 donaia sa este ncadrabil sacrului de transgresiune, cel care face posibil depirea interdiciilor care delimiteaz sacrul de profan 15 , avnd menirea s atrag contra-darul iertrii, al expiaiei i redemiunii. Iertarea este cerut n baza schimbului de prestaii ntre credincioii i divinitate 16 . Este n acelai timp un obiect material 17 foarte scump, reprezint o important valoare de schimb, o marf prezent pe pia, fiind evaluat n bani sau prin raportare la alte mrfuri: vitele, cerealele, ziua de lucru etc., intrnd, frecvent, alturi de bani, n preul crilor, ntr-o societate n care lipsa numerarului fcea ca trocul s-i continue cariera. nsemnrile cu statut de acte de vnzare-cumprare consemneaz, cu strictee, modalitile de achitare a preului crilor:
Aceast (...) carte, ... o au cumprat erbul lui Dumnezeu Vasile Grigore Sbdaul din sat din Noghifalu, din vidicul Bistriei, i cu frate(le) su, cu Ionu, i au dat pre dnsa 30 i 4 de mi(e)re, 4 mji de gru... 18
[Aceast carte am luat-o] eu, Bodea Todu din Petire, feciorul lui Bodea Mihai, i o am cumprat [de] la popa Ion, [n trgul] de(n) Oradea, pe 2 boi 19
15 Mihaela Clu, Conceptul de sacru la Jean-Jacques Wunenburger, studiu introductiv la: Jean-Jacques Wunenburger, Sacrul, Traducere, note i studiu introductiv Mihaela Clu, Postfa Aurel Codoban, Editura Dacia, Cluj- Napoca, 2000, p. 18. 16 Doru Radosav, Carte i societate...., cit., p. 217. 17 Ibidem, p. 155. 18 Varlaam, Carte romneasc de nvtur (Iai, 1643), ex. de la Mrielu (Bistria-Nsud) (Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti. nsemnri de demult, Cuvnt nainte de Prea Sfinitul Dr. Vasile Coman, Episcopul Oradiei, Editura Episcopiei Ortodoxe Romne a Oradiei, 1990 (n continuare: Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti...., p. 146). 19 Chiriacodromion (Alba Iulia, 1699), ex. de la Atileu (Bihor) (Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti..., p. 172).
146 Biblia lui erban Cantacuzino era cumprat la Lugoj, n anul 1723, cu 50 de florini i un cal 20 ; Am dat aceast sfnt carte eu, popa Sandu ..., lui Vasilca din Agrbici Dumitra pe douzeci i 4 de oi cu m(i)ei; la 1834, un Penticostar era cumprat de fii lui Popa Mihai, din Leheceni, n schimbul venitului obinut de crma satului pe doi ani 21 ; Aceast carte anume s Mineiu l-au cumprat trei oameni de omenie din satul Petere cu 32 de zloi i 3 zile de lucru... 22 . i, desigur, irul exemplificrilor ar putea continua, asupra unui aspect asupra cruia datele abund. Caracterul de obiect consacrat, nu mpiedic ncheierea trgului dup practici laice statuate de tradiie, cum sunt arvunirea (garania c trgul nu mai putea fi stricat, cumprtorul care se rzgndea pierdea n mod automat suma dat ca arvun sau aleu ) 23 :
...deci trimind Dumnezeu un om la Oradea cu acest sfnt carte, s-au vestit la jupnul Andra, deci dumisa au pus aleu pentru dnsa ca s-o cumpere s mearg la dumisa 24 .
Un Liturghier era cumprat, la 1689, de ctre Toader Olteanul n trg la Bistria, de la Gligor Coalc din Brgu, la srbtoarea numelui cumprtorului, spre o a drui: o au dat poman popii, lui tefan din Dumitra Mic, pentru sufletul su i al soiilor sale Todora i Ileana; trgul s-a ncheiat cu obinuitul aldma la care particip, n afara celor dou
20 Valeriu Leu, Cartea i lumea rural n Banat 1700-1830, Editura Banatica, Reia, 1996, p. 49. 21 Penticostar (Blaj ), ex. de la Leheceni (Bihor) (Titus Rou, op.cit., p. 34). 22 Antologhion (Bucureti, 1766), ex. din Petere (Bihor), nsemnare din 1819 a preotului Teodor Ursovici (Titus Rou, op.cit., p. 238). 23 Doina Lupan, Vechi obiceiuri juridice de pe Valea Ampoiului, n Apulum, XXI, 1983, p. 400. 24 Cazanie (Bucureti 1778), ex. al satului Berechiu (Bihor), (Titus Rou, op.cit., p. 168-169).
147 persoane care ncheie trgul, martorii: Chifor din Mititei, protopopul David din Uifalu, popa Dumitru din Runcu i Onul, judele din Dumitra Mic, precum i ali oameni buni. Tranzacia este fcut n condiii favorabile de timp - la Sf. Toader - am putea spune i n condiii favorabile de loc - cel al trgului care la marile srbtori este investit i el cu valene ale sacrului - ntrit de prezena ca martori a unor notabiliti bisericeti ale zonei, a autoritii comunitare, a altor oameni de ncredere, buni. Cartea de cult atrage n jurul su, n circumstane excepionale, puseuri de solidaritate uman i cretin. Exemplific bine aceast afirmaie nsemnarea din 1710 fcut de preotul din Fofeldea (Sibiu), pe un Miscelaneu, manuscris din secolul al XVII-lea. Iniiativa preotului, mult pctosul popa Toma, de a repara legtura crii, care au fost stricat, la un meter din Sibiu o am dus eu, popa Toma, n Sibiu de au dres un neam, pe 2 florini - este dat peste cap de epidemia de cium care izbucnete pe neateptate: i au dat ciuma. Satul Fofeldea nu se poate mobiliza acum pentru a aduna suma necesar: bani n-au fost, scrie simplu dar grav preotul care trebuie s scoat cartea datorit pericolului instituirii carantinei, a posibilei mori a meterului, a nstrinrii crii, de care s-ar face vinovat n faa lui Dumnezeu el, preotul: Ci m-am nevoit de m-am dus s o scot, gsind nelegere la nete oameni buni care i-au mprumutat suma necesar scoaterii crii din Sibiul asediat de cium. Dar aceleai mprejurri au fcut ca preotul s nu-i poat onora promisiunea de a napoia banii mprumutai la mplinirea sorocului de trei zile: i satul n-au fost harnici s dea banii. n aceste condiii cartea a rmas zlog ase sau apte sptmni, pn cnd milostivul Dumnezeu au ndemnat pre Oprea Pura din Holman de au dat un florintu i Stan morariul au dat 50 de bani i Oprea Ttulia au dat 40 de bani, de am pltit. Ceea ce n-a reuit comunitatea n ansamblul ei,
148 au reuit trei strini satului dar aparinnd aceleai comuniti spirituale: i aceti oameni buni au dat pomana sufletelor lor (...). Rscumprarea crii prin actul pios al celor trei este n msur s restabileasc statutul juridic al crii, s aduc linitea n sufletul preotului ncercat: Am scris aceasta eu, mult pctosul popa Toma, din satul Fofelde, n pace i sntate. Prin raritatea ei, prin greutatea procurrii, coroborate cu cererea crescut spectaculos, ca urmare a impactului unui nou tip de devoiune, cartea reprezint o valoare spiritual, cultural, de reprezentare, social i material mare, i tentaiile n jurul ei sunt pe msur. Slbiciunile omeneti, mprejurrile istorice favorizante, situaii tulburi, rzboaie, greuti, fac ca gndul de a nstrina sau de a-i nsui prin mijloace ilicite acest bun de mare valoare s ncoleasc n permanen n mintea unora. De unde, nevoia de a gsi cele mai eficace mijloace de protejare a lor. n sintaxa actelor de donaie, aezarea crii la biseric este nsoit de imprecaii, blesteme grele, bisericeti 25 . Blestemul este definit ca un act de magie verbal, bazat pe credina n puterea cuvntului de a institui, de a modifica o stare existent 26 . El este inversul binecuvntrii; ca atare, Dumnezeu putea s blesteme sau s se foloseasc de acest drept pentru a-l pune la dispoziia altora: reprezentani ai si pe pmnt - preoii, cei care n-au alte mijloace de a se apra (sraci, subjugai), cei care acced la acest drept prin autoritatea patern 27 . Blestemele ntresc puterea ritual a crii i sunt menite s apere sensul donaiei de pericolele distrugerii, nstrinrii prin vnzarea abuziv, prin furt, prin zlogire:
25 Dan Horia Mazilu, O istorie a blestemului, Editura Polirom, Iai, 2001, p. 276. 26 Ibidem, p. 13. 27 Ibidem, p. 27.
149 n numele tatlui i a fiului i Duhului Sfnt. Amin. Aceast sfnt Evanghelie o au cumprat roaba lui Dumnezeu Todor n 11 florini i un mrie, pentru sufletul su i a prinilor ei, anume Diurca Ion i maica sa Ohima i a tot rodul ei pn la eptelea niam s le fie poman n veci. i o au pus i o au dat poman n veci. i o au dat poman n beserica din Negreti. i cine o va clinti sau o va fura i cine o va vinde i cela cine o va cumpra i batr cine o va clinti i o va sminti din besereca mai sus numit Negreti, s fie afurisit, anathema, procliat, blstmat de Tatl, Fiul i Duhul Sfnt de tri sute 18 sfini prini. Scrisu-s-au acesta pomelnic n Negreti, supt stpnire nlate creesi nostre Marie Terezii, supt vldicia de la Munkaci, Ioan Bradaci, n zilele preotului Constantin. Anul Domnului 1768 luna lui septemvrie 14 zile 28 .
Trecut, indiferent din ce pricini n mini strine, uneori ale necredincioilor ori ale celor care, chiar botezai, se situeaz, prin comportament, n afara lumii cretine - hoi, lacomi, tinuitori, jefuitori etc. -, cartea a fost scoas din cadrul ei specific, sacralitatea ei a fost pus n pericol prin posibila contaminare cu profanul cel mai abject, aflat la cea mai mare distan de Dumnezeu. De aceea, nu este suficient doar recuperarea ci i purificarea ei ritual, care s reafirme ncrctura sacr iniial i cea dobndit prin aezarea sa la Biseric. ...deci banii trec, dar pomana va rmne n veci, scria protopopului Lup din Satul Nou (Bistria-Nsud), cel care, convins de acest lucru, a ntreprins investigaii ndelungate i dificile pentru a recupera o carte nstrinat n condiiile unei invazii ttare din a doua jumtate a secolului al XVII-lea (aceast carte au fost peri(t) n rutile cele de cnd au robit ttarii):
am rscumprat-(o) cu mult cheltuial i am umblat la 3 scaune pneti i am dat 23 de florini (...) precum i Iov Costin i Henu
28 Evanghelie (Blaj, 1765), ex. de la Negreti Oa (Elena Brnuiu, Carte romneasc veche n colecii stmrene, Editura Muzeului Stmrean, Satu Mare, 1998, p. 133).
150 Ionu, cum c lor le-am dat 12 florini de au umblat cu mine pn o am dobndit.
Dup un asemenea efort i cu mulumirea izbnzii cu ajutorul lui Dumnezeu, statutul crii este fixat din nou: ea rmne feciorilor sau nepoilor si care vor nva carte, care vor ti s o preuiasc i s o ngrijeasc, iar dac s-ar afla n familie cineva care s nu tie carte, s o dea poman la biserica unde slujete el (protopopul) sau unde va merge, dup moartea lui, preoteasa rmas vduv ori unul din feciorii si, cel mai destoinic i mai cucernic 29 . Puterea de informare a acestui tip de surs este ridicat i cu privire la problematica relaiei dintre scris i oralitate, a formelor elementare de sociabilitate rural, a jocului permanent dintre tendinele de destructurare i cele de agregare comunitar, a formelor de manifestare a religiozitii populare. nsemnrile la care ne raportm introduc i n problematica destul de ru cunoscut a ritualului, cu rolul su determinant n societile tradiionale, cu funciile sale reglatoare social 30 , dar foarte discret probat istoriografic, n ciuda faptului c orice societate se afl n posesia unui cod al comunicrii rituale, capabil s reafirme coeziunea social i spiritual a grupului 31 , s asigure interaciunea n mai multe planuri: individ-individ, individ-grup social, individ/grup social-divinitate 32 . Preotului i se cere frecvent de ctre comunitate s rezolve, prin puterea sa de operator al sacrului, o serie de lucruri, dincolo de aria de competen stabilit de canoane. n aceast categorie de situaii n care preotul trebuia s fac n faa comunitii dovada
29 Varlaam, Carte romneasc de nvtur (Iai, 1643), ex. de la Bozie (Bistria Nsud) (Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti..., cit., p. 159). 30 Mihai Fifor, Comunicare, ritual, ritualizare. Repere teoretice, n Symposia. Caiete de etnologie i antropologie, nr. 1, 2002, p. 81. 31 Ibidem, p. 91. 32 Ibidem, p. 81-82.
151 puterii sale spirituale, canonice ori necanonice, se situeaz i implicarea prompt a preotului din localitatea bihorean Spinu, confruntat la 1847 cu o invazie de lcuste:
n anul acesta [1847], n 12 august, ntr-o zi de joi, dup mas pe la ora 5, de la rsrit s-au abtut un grozav nor de lcuste, deodat tot orizontul a fost acoperit i populaia a fost cuprins de panic - situaie n care reacia preotului este ferm, mai nti n plan practic - Preotul din loc imediat a dat porunc s se trag clopotul ntr-o ureche i cu alte mijloace au fcut larm ca toi oamenii s mearg n hotar s fac foc ntre porumburi i gru. Deodat fumul a acoperit tot hotarul.
Rezultatul a fost c masa de lcuste nu s-a aezat n hotarul comunei Spinu pe pmnturile proprii, urbariale, ci doar pe pmntul moierului, pe care au stat cteva zile, distrugnd toate semnturile. Suntem cu un an naintea desfiinrii relaiilor feudale i cu ase ani naintea legiferrii ei. Moierul era n drept s cear ranilor s intervin; o face prin intermediul judelui stesc:
Moierul din sat a dat porunc birului Iliyes, care a fost un om slbnog i fricos, s mie poporul pentru alungarea lcustelor. Asta nu a reuit. Clopotul nu a influenat asupra poporului.
Lipsa de eficien a msurilor i poruncilor domneti i rezidena lcustelor n hotarul satului - putnd oricnd s se mute pe culturile locuitorilor si - au determinat o nou intervenie a preotului, adaugnd mijloacelor materiale pe cele spirituale, procesiunea cu caracter excepional, la care se recurge n caz de calamiti naturale ori boli 33 , n msur s determine mobilizarea comunitar prompt:
De aceia, preotul a chemat poporul la biseric prin trasul clopotului i, mbrcat n odjdii, a pornit n procesiune n partea de sus a
33 Ioan Horga, Contribuii la cunoaterea josefinismului provincial, Editura Universitii din Oradea, 2000, p. 23-24.
152 satului i poporul vznd aceast nenorocire, i c nu este glum, au venit n procesiune i mici i mari, i btrni i au mers la dealul de sus, la moara lui Ptca, au trecut rtul pn la marginea hotarului, pn la hotarul Ciuhoi, unde lcustele s-au lsat i au mncat tot porumbul verde. Poporul a fost ngrozit. Preotul a ngenunchiat pe pmnt i, cu ceremonia bisericii orientale, a rostit rugciunile de blestem, rugndu-s lui Dumnezeu s ajute poporului, l-a pus s se roage, apoi poporul s-a ridicat n picioare. Dup aceia, preotul a nfipt n pmnt praporii, doi n frunte i doi n margine - gest simbolic, de circumscriere a hotarului ntr-un perimetru magic 34 , de exorcizare, care se trgea i pentru a apra satul de cium -, apoi (...) au nvlit asupra lcustelor, au lovit pentru a le omor cu picioarele i a continuat atacul pn cnd lcustele au fost alungate din hotarul Ciuhoi, astfel c n acea zi s-a terminat cu lcustele (...) 35 .
Pericole de dezintegrare social vin i dinspre plaga alcolismului, semnalat n nsemnrile marginale. n jurul anului 1650, n faa protopopului Braovului, Vasile Hoban, se prezinta Radu Murgan pentru a face legmnt n numele cumnatului su Costea, c cel din urm se va abine de la butur un an de zile: cum c ntr-un an vin s nu mai bea; Radu Murgan este ngrijorat de soarta surorii sale, pentru c, datorit beiei Costea neglijeaz treburile gospodreti, lsate aproape exclusiv n sarcina soiei, fapt pentru care n legmnt este inserat i obligaia: precum va duce muierii lucru n cas i bucate de va putia, s munceasc mpreun cu femeia, unul de o parte, altul de alt parte; aflm indirect c relaiile cu soia se tensionaser, fapt pentru care legmntul prevede mpcarea lor: s o cinsteasc ca pre o muiere i muiarea ca pre un brbat; girantul acestui legmnt este, deci, cumnatul mpricinatului, fratele soiei, cel chemat s apere cinstea i onoarea surorii sale; nerespectarea legmntului incumb obligaia pentru Radu Murgan de a-l demasca pe Costea
34 Robert Muchambled, Societ et mentalits..., cit., p. 74. 35 Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti..., cit., p. 337-338.
153 autoritii ecleziastice, n faa creia se face legmntul: i nefcnd unele ca acestea s aib eu, Radu Murgan, a sta fa naintea printelui (Vasile Hoban) i naintea cinstitului sobor, iar bnd vin s-l dau naintea printelui de fa; prealabil pedepsei hotrte de instana bisericeasc, vinovatul trebuia s suporte o pedeaps corporal foarte aspr, n dou etape: una la nivel familial: s-l bag n cote n piali goal, s az 3 zil(e), alta public: i s-i dau 300 de toiege pe pod, n mijlocul trgului; nerespectarea acestei obligaii din partea garantului Radu Murgan, urma s conduc la acceptarea aceleai pedepse pentru el nsui. Pentru a i se conferi valoarea legal cuvenit, nelegerea redactat de protopopul Vasile Hoban este certificat de Radu Murgan prin punerea degetului: i pentru credin mi-am pus i degetul, ca s s creaz n tot locul i la fiete judecat 36 . Dintre cele trei momente eseniale din viaa fiecrui individ, n egal msur i momente sociale n grupurile tradiionale, cel mai greu de gestionat de ctre comunitate este cel legat de necunoscutele Marii Treceri. Destinul postum al sufletului mortului, n percepia cretinismului popular romnesc, nu depinde n primul rnd de faptele svrite pe pmnt de defunct, ci mai ales de rigoarea mplinirii normei rituale ce ncadreaz momentul morii 37 , orice abatere de la ea riscnd s prefac mortul n strigoi 38 .
Indivizii pentru care nu s-au executat rituri funerare, scria Arnold Van Gennep, la fel ca i copii nebotezai, cei care nu au primit
36 Manual de filozofie, sec. XVII, pstrat n cheii Braovului (Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti..., cit., p. 127). 37 Mihaela Strin, Imaginea oficial i popular a strigoiului, n Nicolae Bocan, Sorin Mitu, Toader Nicoar (coordonatori), Identitate i alteritate. Studii de istorie politic i cultural, 3, Presa Universitar Clujean, 2002, p. 312. 38 Ion Ghinoiu, Lumea de aici, lumea de dincolo. Impostaze romneti ale nemuririi, Editura Fundaiei Culturale Romne, Bucureti, 1999, p. 266.
154 nume sau au rmas neiniiai, sunt sortii unei existene jalnice, fr a putea vreodat s ptrund n lumea morilor sau s fie agregai n societatea lor. Sunt morii cei mai periculoi; ei ar dori s revin n lumea celor vii i, neputnd s-o fac, se comport ca nite strini ostili 39 .
Dac n cazul morii prin mbtrnire, ce urmeaz cstoriei i naterii copiilor, ritualizarea repetat i accelerat n preajma morii, nlesnete trecerea, n cazul morii intempestive, ncadrabil morii rele, ce exprim sfritul unui individ a crei via i fapte au eludat modelul cretin 40 , schimbarea brusc de statut, nu las timp pentru mplinirea tuturor secvenelor rituale, mai ales nu permite administrarea ultimei mprtenii 41 . nsemnarea fcut de popa Ionel din Vineti, la 1752, pe un Penticostar, tiprit la Rmnic, la 1743, se refer la o tragedie posibil oriunde n condiiile de excepionalitate ale bntuirii unei epidemii de cium. Suntem n prezena unei drame existeniale, al crei caracter extraordinar se detaeaz pe fondul unei mortaliti de cium cvasigeneral, prin dimensiunile tragediei familiale, gestionat de preot n spiritul vremii. Soii Bud Mihoc, poreclit Zimbru Mihoc, i soia lui Gafie, se pomenesc n preajma vrstei de 70 de ani, fr cei ase copii ai lor, cinci biei nc necstorii i o fat mritat, luai toi, de omorul de cium, i au rmas numai btrni(i) amndoi, singuri, fr de ficior. Exprimarea preotului Ionel invoc feciorii, prin termenul singular de ficior, pentru c n-a rmas nici unul dintre ei, neinvocarea i a fetei datorndu-se faptului c ea era cstorit numit ca atare de preot (fme(i)a) -, plecase din cas, aparinea altei uniti familiale, i mplinise menirea sub acest aspect.
39 Arnold Van Gennep, Riturile..., cit., p. 142-143. 40 Doru Radosav, Sentimentul religios la romni..., cit., p. 146-147. 41 Ibidem, p. 137.
155 Pierderea celor cinci era pentru btrni cu att mai dureroas, cu ct erau feciori i se tie c n concepia tradiional feciorii reprezint principiul vitalitii maxime a comunitii 42 - o nsemnare din satul Rchitova (Hunedoara) consemna moartea, cauzat de cium, a 300 de suflete n localitate, ce a avut drept consecin pustiirea a 28 uniti familiale, dar deplnge cu deosebire aflarea printre ele a 60 de feciori 43 ; erau, apoi, toi holtei, deci depiser diversele pericole ce-i pteau atunci pe copiii mici, - i a cror moarte ca ngeri fr de pcate nu este perceput prea tragic pentru c, murind la o vrst fraged, pe de o parte, prinii nu avuseser posibilitatea s-i reverse afeciunea asupra lor, pe de alt parte, puritatea lor conferit de imposibilitatea de a aduna pcate importante era o garanie a integrrii lor fireti n lumea de dincolo -, aparineau cetei feciorilor, trecuser cu bine riturile de iniiere pentru a fi integrai unei noi categorii, cu mare prestigiu social, ajungnd n pragul ntemeierii unor familii proprii. Mai mult, nici unul nu apucase s se cstoreasc, s intre n rnd cu lumea. De aceea, moartea la acest vrst, n floarea vieii, era perceput cel mai dureros n lumea tradiional a satului 44 . Cuvintele preotului exprim i un alt punct de vedere general n epoc: pierderea a cinci feciori putea lsa un numr de fete nemritate, restrngnd reproducia biologic a comunitii; n gndirea arhaic, doar cstoria raionalizeaz viaa i moartea 45 , fapt pentru care n mod tradiional, n lumea rneasc romneasc i nu numai, tinerii mori la vrsta cstoriei erau cstorii simbolic pe lumea cealalt (nunta mortului) 46 .
42 Gheorghe ietean, Forme tradiionale de via rneasc, Zalu, 1999, p. 37. 43 Teologie moral (Blaj,1796), ex. de la Densu (Hunedoara) (Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti..., cit., p. 197). 44 Kail Kligman, op.cit., p. 112. 45 Ibidem, p.40. 46 Ibidem, p.41.
156 ngrijorarea comunitar, exprimat indirect, se face totui ntr-o perioad n care lumea este mult mai puin impresionat de moarte. Cu toate acestea, soarta ieit din comun a celor doi soi nu poate s nu-l impresioneze pe preot, s nu o considere drept un semn, ncadrabil unui recitativ de ncercri trimise de Dumnezeu pe capul oamenilor: Deci aceste am scris, s s tie, c pe acea vreme nbla pro(c)iile, adec() cerca nemiigul n Maramur; excepionalul situaiei n care se ncadra i drama ce face obiectul nsemnrii este nsoit, dovedit, de perturbarea ordinii lumii, ce anun catastrofele cele mai oribile 47 , n cazul de fa de inversarea valorilor altimetrice, a formelor de relief: Dec(i) ace(a) s tii c ae s ridicas zpodiile i s aezas dealurile, ct s-a fcutu-s minune mare. Este primul din semnele identificate de Sfntul Ieronim ca vestitoare a sfritului lumii: marea se va ridica deasupra munilor 48 ; aceste semne corespund simbolic, inversrii ordinii morii n rndurile familiei Bud: nu btrnii, aflai la o vrst la care moartea ar fi fost fireasc, sunt secerai de cium, ci copiii. Este o dovad a puterii lui Dumnezeu n faa oamenilor, manifestat prin fru liber lsat forelor sacrului malefic, gndesc prinii ndurerai. Moartea celor ase copii ai lor i determin pe cei doi btrni s se gndeasc la pcatele proprii, n societile tradiionale boal fiind considerat consecin a unor vrji, blesteme ori a unor pcate grave 49 , i, n consecin, s-i caute alinare ntr-o devoiune mai mare: Iar (a)cei ae ndrgir beserica, cum auzir clopotul, ei numai c sosir la beseric amndoi, seara la vecernie, dimineaa la utrenie, i la sf(n)ta liturghie, convini c ceea ce li s-a ntmplat s-a datorat carenelor anterioare pe acest linie: Ru
47 Jacques Paul, Biserica i cultura..., cit., vol. II, p. 288-289. 48 Lucian Boia, Sfritul lumii, o istorie fr sfrit, traducere din limba francez de Walter Fotescu, Editura Humanitas, Bucureti, 1999, p. 54. 49 Gheorghe ietean, Antropologia i sociologia sacrului, seria Limes- Lekton 5, Editura Limes, Editura Lekton, Zalu, 2002, p. 110.
157 s-au mniat Dumnezeu pre noi!. Aceast atitudine este ncurajat de preot, pcurar i pstor turmei lui Hs., i direcionat spre acte de devoiune superioare, ce se bucur de preuirea lui Dumnezeu n cel mai nalt grad i ca atare se vor bucura de o consideraie asemntoare i sufletele feciorilor lor:
Deci eu, fiindu-l(e) duhovnicu, popa Ionel, i-am ndemnat i le- am zis: Iat, dac v pare ru, ... ne cumpr carte(a) ce(a) luminat, care se ncepe n ziua de Pati, pn la Dumineca Mare ine rnduiala ei.
Acceptat soluia de ctre cei doi prini ndurerai, ncep demersurile pentru cumprarea crii: am mersu i eu, popa Ionel, i cu Mihoc n Bie, unde cei doi cumpra cartea: i au dat pe carte(a) aceasta 12 florini vonai, Mihoc i cu Gafie, pentru rscumprarea pcatelor lor i a a tot rodul lor, s le fie poman pn n ve(a)cu, pe care o doneaz bisericii din Budeti: i o au fgduit la hramul lui Sf. Nicolae n sat n Budeti. Cartea nu este aleas de preot la ntmplare, este una, a crei folosin ncepe n ziua nvierii, la Pati, n sperana repetrii modelului cristic i n cazul de fa. Mori de cium, cei ase copii ai familiei Bud n-au putut beneficia de tainele spovedaniei i a cuminecturii ceea ce nseamn marginalizarea sufletelor lor, amnarea momentelor de integrare n lumea morilor. Donaia de carte rmne singurul i cel mai important gest pe care prinii att de greu lovii de soart l pot face pentru a influena benefic evoluia postum a sufletelor copiilor lor. Prin ea ncredineaz cu mai mare ncredere soarta lor n minile lui Dumnezeu, singurul care le poate ajuta n zbuciumul lor, i poate liniti pe prinii btrni i dezorientai, pentru a-i duce zilele ce le-au mai rmas, aplecai spre cele bisericeti, poate aduce un plus de siguran comunitii greu ncercat de epidemie. Dac violena este frecvent n lumea rneasc transilvnean a Vechiului Regim, crimele, cel puin prin
158 prisma nsemnrilor de pe crile de cult, desigur selective, rmn de domeniul excepionalului. Cele cteva cazuri ealonate pe aproape un secol i jumtate mrturisesc mai degrab raritatea, precum i diminuarea fenomenului criminalitii rurale cu ct ne apropiem de zilele noastre, dac nu este vorba, mai degrab, de un transfer treptat de competene spre justiia de stat, ce-i asum, tot mai mult, rezolvarea cazurilor de omor, i ca atare pierderea importanei rituale a ceremoniilor comunitare de mpcare, rolul lor fiind uzurpat de pedepsele exemplare date de tribunalele teritoriale. n principiu, legea i pedepsea cu moartea pe cei care se fceau vinovai de crim la nceputul epocii moderne; nsemnrile marginale pe cri consemneaz i astfel de situaii: la 1846, la 13 iunie, erau spnzurai n hotarul localitii Petreti (Alba), Niculae din Deal, Simion Mireanul din Rchita i Simion din Pianul de Sus, pentru vina de a fi omort pe Snea i pe Ion Dianul cu muiere cu tot; crim grav care exclude greeala i pentru care pedeapsa nu poate fi dect exemplar, cu un pronunat caracter pedagogic: furcile nu mai sunt ridicate la locul lor obinuit, ci la trgu cel de marh, loc n care locuitorii satelor din zon se adun ritmic, sptmnal; efectul a fost cel scontat: la execuie s-au adunat tot atia oameni ca la un trg de ar 50 . Satele nu erau ns interesate ca dup ce pierduser unul sau mai muli membri s mai piard nc alii. Ca atare, evitau s-i dea pe criminali pe mna autoritilor, prefernd s intermedieze mpcarea ntre familiile, neamurile aflate n conflict. Tensionarea vieii comunitare printr-o crim, svrit de un membru asupra altui membru al su se facea n mai multe planuri, desfurate de-a lungul principalelor linii de solidaritate: ntre rudele celui ucis i neamul ucigaului; ntre uciga i membrii propriului grup familial care-i compromit statutul social prin fapta comis de unul dintre ei, fie c se
50 Doina Lupan, Cartea veche romneasc..., cit., p. 485.
159 solidarizeaz sau nu cu ea; ntre uciga i ansamblul comunitii viilor; ntre uciga i sufletul celui ucis, cel din urm acuznd, n credina popular, grave probleme de integrare n noua sa lume, tocmai datorit caracterului violent al morii care nu permisese administrarea ultimei mprtenii, avnd din aceste considerente tendina de revenire prin aciuni malefice, nu numai asupra ucigaului, a familiei sale ci i a ansamblului comunitii care nu a fost n msur s prentmpine asemenea crize; aciunea sa este presupus a se bucura de solidaritatea lumii morilor, a ascendenilor si direci i a ntregii comuniti a lumii subpmntene; tensionarea se face - lucru i mai grav - nu numai ntre uciga i divinitate ci ntre divinitate i ansamblul comunitar, prima alarmat de nclcarea regulilor de convieuire cretin, la care era chemat s vegheze comunitatea. O crim care leza onoarei unei familii, a unui neam, reclama aciunea de rzbuna asupra fptuitorului dar i fa de neamul acestuia, putnd declana un potenial ir de vendetta. De aceea, nu pedepsirea rufctorului st mai nti n atenia grupului ci grija ca criza creat prin fapta reprobabil s nu degenereze ntr-un factor destructiv iremediabil; orict de grav ar fi fapta comis de cineva, comunitatea are n vedere mai ales depirea grabnic a consecinelor sale negative, prin mpcarea public, simbolic, a prilor. Mai mult, comunitatea se strduiete s transforme acest moment de criz al dezintegrrii ntr-unul de reagregare, asimilnd violena unui act sacrificial creator, capabil s conduc la regenerarea grupului, la reafirmarea liniilor de sociabilitate. nsemnarea pstrat pe paginile unui exemplar din Noul Testament (Alba Iulia, 1648), scris ntr-un sat din inutul Zarandului, aduce, n raport cu altele, un element specific 51 .
51 Noul Testament (Alba Iulia, 1648), ex. pstrat la Sibiu (Florian Duda, Memoria vechilor cri romneti..., cit., p. 186-187).
160 Interdicia de a o vinde, de a tinui, de a o fura, de a o lua cu sila, este ntrit de precizarea: c este cumprat pentru moartea bunului fecior anume Toader; gravitii sanciunilor fixate prin imprecaie i se adaug, prin aceste cuvinte, accente agravante: nu este o donaie obinuit, ci una determinat de un eveniment comunitar, a crui excepionalitate const n moartea unui fecior, adic a unui membru al comunitii cu potenial de valorizare social maxim, la care autorul nsemnrii adaug o nuan eufemistic: Toader fusese un fecior bun, situat n segmentul elitar al cetei feciorilor din sat, din punctul de vedere al percepiei comunitare, prin calitile personale dar i prin ascendena sa imediat: tatl su este liderul comunitar, cneazul (chinezul); cartea este semn al iertrii de ctre tatl acestuia a ucigaului, al mpcrii la rugmintea ucigaului, cel care a cumprat cartea, dar al crui nume nu este pomenit - ucigaul supunndu-se pedepsei interzicerii pomenirii, sanciune considerat tot att de grea, poate mai grea dect moartea nsi 52 - , conform nelegerii : cum c tatu-su, anume Bogdan Chinezul, l-a iertat pentru c au fcut pace dac l-au rugat acel uciga ce au ucis pe feciorul lui Bogdan, c va cumpra aceast carte pentru sngele acela nevinovat; pentru gravitatea faptei sale n diverse planuri, cel ce a ucis, este ters astfel, simbolic, din memoria colectiv, este supus unei izgoniri din istorie 53 ; sintagma sngele nevinovat este una consacrat n textele cretine, pentru a sublinia enormitatea pcatului svrit, prin vrsarea lui 54 ; durerea tatlui pentru pierderea bunului fecior este evident din formularea textului dar i din dorina de rzbunare pe care i-o controleaz cu greu pentru moment dar pe care nu este sigur c o va controla i pe viitor i c nu va recurge instinctiv la legea
52 Dan Horia Mazilu, O istorie a blestemului..., cit., p. 402. 53 Ibidem, p. 106. 54 Ibidem,, p. 81-82.
161 talionului; pentru a se mpiedeca impulsurile spre rzbunare, ceea ce ar mri i mai mult zestrea de pcate adunate n jurul acestei mori violena reacional are accente agravante n raport cu alte forme ale violenei umane 55 -, se propune i se accept de jure mpcarea; dar teama de a nu putea stpni emoiile duce la cuprinderea n cadrul nelegerii i a unor restricii n ceea ce-l privete pe uciga, cum este cea de a nu mai locui n sat cu familia victimei, iar ntru acest chip l-au iertat, omu n sat s nu az, pentru a prentmpina izbucnirea n anumite condiii a conflictului i ale crui consecine ar fi imprevizibile: c eznd ntr-un sat, ori la beie, ori la trezie, nu tim (ce) se va ntmpla; aceast nelegere adus la cunotina tuturor notabilitilor protopopilor, preoilor i boierilor mireni, este cea mai bun care se poate face i pentru comunitate care, la modul general, se debaraseaz cu rapiditate de cei care puneau n pericol liniile de agregare 56 , n cazul de fa prin mutarea (presupus) n alt sat a ucigaului, ndeprteaz nu numai pericolul rediscutrii ulterioare a echilibrului afirmat formal prin actul de mpcare, ci direcioneaz n alt parte i fluxul de energii negative ce ar putea veni dinspre sufletul celui ucis, a lumii nevzute subpmntene a morilor; ucigaul i asum n acest caz rolul unui veritabil ap ispitor: el duce cu sine, n afara spaiului comunitar, pcatul de moarte. n acelai timp, criminalul nu doar c nu rmne nepedepsit, dar el urmeaz s suporte n continuare statutul de marginal, de strin, Orice om - scria Georges Duby - de ndat ce iese din satul prinilor si -, se considera oriunde strin, deci suspect, ameninat. I se putea lua totul, chiar viaa: voi fi zbuciumat i fugar pe pmnt i
55 Toader Nicoar, Istorie i violen. Lecturi posibile, n Caiete de antropologie istoric anul I, 2003, nr.2, p. 11. 56 Nicolae Mihai, Gestul interzis. Imaginea sinuciderii n Oltenia primei jumti a secolului al XIX-lea (Cazul Petre Carapancea din 1835), n Symposia. Caiete de etnologie i antropologie, nr. 1, 2002, p. 297.
162 oricine m va ntlni m va ucide, sunt temerile lui Cain atunci cnd ia cunotin de blestemul divin 57 ; angoasa nstrinrii este mai puternic n cazul celor exilai, cei care sunt alungai din lumea lor fireasc, de pe pmntul natal, acolo unde mormintele strmoilor stabilesc o continuitate istoric ce creeaz cadrul existenei, bazat pe legturi strnse de rudenie i de vecintate formate de-a lungul timpului i care pleac cu un mare handicap printre strini 58 . Asemenea lui Cain, ucigaul nenominalizat este condamnat la separare, la ruptura de grup, la izolare, la excludere, asimilate unei alte ipostaze a morii: Rupt de ai si, pierzndu-i rosturile i raporturile cu ceilali, insul moare, cci intr, n fapt, sub puterea de separare a morii 59 . Omorrea unui membru al comunitii, reprezint, cantitativ, foarte puin n comparaie, de pild, cu un omor de cium, ce fcea puncii demografice 60 mult mai substaniale; i n cazul omorrii lui Teodor, feciorul cneazului Bogdan, de ctre un constean i n cazul omorului de cium, a celor ase copii ai familiei Bud, a fost voia lui Dumnezeu; nuanarea ncepe ns atunci cnd avem n vedere agentul omorului: ciuma este un personaj temut, dar impersonal; dup o asemenea teribil ncercare nu-i rmne de fcut, dect s-i reconciliezi relaiile cu Divinitatea, pentru tine, dar mai ales pentru sufletul celor ce au pierit, pentru c, probabil, pe aceast linie, ai greit; n cellalt caz, unealta diabolic a uciderii este un om, un constean, de aceea percepia subiectiv, emoional, este mult amplificat, cu att mai mult cu ct este fiul liderului comunitar; gravitatea faptei ia n acest caz accente destructive
57 Dan Horia Mazilu, O istorie a blestemului..., cit., p. 32. 58 Bronislaw Geremek, Marginalul, n Jacques Le Goff (coordonator), Omul medieval, Traducere de Ingrid Ilinca i Drago Cojocaru, Postfa de Alexandru-Florin Platon, Editura Polirom, 1999, p. 320. 59 Dan Horia Mazilu, op.cit., p. 32-33. 60 Robert Muchambled, Societ et mentalits..., p. 57.
163 dramatice i pentru c este un atentat la adresa autoritii comunitare; dac i fiul cneazului poate cdea victim unui omor, ce siguran mai pot avea ceilali membrii obinuii ai comunitii? Chiar voina lui Dumnezeu fiind, faptul c te-ai gsit s nfptuieti tu, un apropiat, aceast crim, pune n eviden i o posibil intervenie de alt natur, dinspre cellalt regat, cel care se supune lui Dumnezeu dar are n raport cu acesta un anumit grad de autonomie; uciderea unei fiine dragi de unul cu care mpari o sum de valori i de experiene, n ciuda eforturilor de a accepta n spirit cretin mpcarea, nu nltur ntreaga cantitate de ur care poate iei de sub control; pentru a nu fi nevoit s abdice sub un impuls nefericit de la calitatea de bun cretin dar i pentru a da un exemplu de cumptare, de reinere, Bogdan Chinezul cere ca ucigaul s se mute n alt sat. Aadar, ca rit sacrificial, donaia de carte ctre biseric pentru a uura mpcarea, detensionarea relaiilor comunitare, i afirm funcia terapeutic, se constituie n element central al unei strategii de linitire n plan individual i colectiv, n lumea rural transilvnean de la nceputurile modernitii.
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MIRCEA BRIE
Registrele parohiale de stare civil din Transilvania n a doua jumtate a secolului al XIX-lea. Semnificaie documentar
1. Registrele parohiale i nceputurile demografiei istorice
Ca disciplin independent n domeniul tiinelor sociale, demografia istoric s-a constituit n perioada postbelic, emancipndu-se att de sub tutela demografiei, ct i a istoriei 1 . Dup cum afirma geograful francez Pierre George 2 ,
demografia istoric este o tiin nou sau relativ nou, una din ultimele venite ntre tiinele umane, fiic a cstoriei cifrelor i a tiinelor sociale, nrudit cu geografia tiina localizrilor i a spaiului , cu istoria tiina conjuncturilor i a timpului , disciplinat prin rigorile economiei, supus ineluctabilelor imperative ale biologiei.
Termenul de demografie istoric a fost folosit ns pentru prima dat cu prilejul celui de-al VIII-lea Congres Internaional de tiine Istorice din 1933, unde J. Bourdon a prezentat o comunicare intitulat Les mthodes de la dmographie historique. Sensul acestui termen a fost ns sinonim cu istoria populaiei 3 . n acelai sens, de istorie a
1 Jacques Dupquier, Introduction la dmographie historique, Gamma, Paris Tournai Monreal, 1974, p. 9. 2 Apud tefan Pascu, Demografia istoric, n volumul colectiv Populaie i societate. Izvoare de demografie istoric, vol. I, aprut sub redacia lui tefan Pascu, Editura Dacia, Cluj-Napoca, 1972, p. 30. 3 Apud Sorina Paula Bolovan, Familia n satul romnesc din Transilvania. A doua jumtate a secolului al XIX-lea i nceputul secolului XX, Centrul de Studii Transilvane, Fundaia Cultural Romn, Cluj-Napoca, 1999, p. 14.
165 populaiei, folosete i Roger Mols sintagma demografie istoric atunci cnd analizeaz geneza medieval a oraelor europene 4 . De altfel, acest autor schieaz o prim istorie a registrelor parohiale n Europa Occidental 5 , el interesndu-se de perioada lor de apariie n diversele ri. De asemenea, este evideniat importana i valoarea, pentru demografia istoric, a acestor documente. Autorul unui Manual de demografie (Philippe Mouchez), publicat n 1964, consider absolut necesar un studiu demografic retrospectiv 6 , respectiv o demografie n evoluia sa istoric. El avertizeaz ns asupra faptului c o astfel de cercetare este greoaie i foarte complex, ce necesit studiul unor surse de informare multiple, contradictorii uneori. El se pronun pentru recuperarea acestor izvoare, pentru confruntarea lor (pn este asigurat o compatibilitate), iar rezultatele obinute s fie analizate prin folosirea unor ipoteze de lucru. Interesul pentru aceste surse documentare, mai cu seam pentru registrele parohiale, este mai vechi. Ele au fost adesea analizate, catalogate, mai puin, ns, cercetate efectiv. Un interesant studiu, aprut n anul 1912, sub numele de Les registres paroissiaux en Belgique 7 , a fost publicat de ctre J. Vannerus. Autorul studiului nu face ns altceva dect s inventarieze aceste documente, s le semnalizeze existena,
4 Ibidem; Lucrarea lui Roger Mols, publicat n 3 volume, se intituleaz Introduction la dmographie historique de villes de l`Europe du XIVe au XVIIe sicle i a aprut la Editura Receuil de Travaux din Louvain n anii 1954-1956. 5 Andr LaRose, Lenregistrement des vnements dmographiques par les glises: une question internationale, n volumul colectiv Populaie i societate. Izvoare de demografie istoric, vol. III, aprut sub redacia lui tefan Pascu, Editura Dacia, Cluj-Napoca, 1980, p. 25. 6 Annie Vidal, Dmographie. Elments d`analyse et volution du peuplement humain, Presse Universitaires de Grenoble, 1994, p. 13. 7 Brunnel C., Lenregistrement des baptmes, mariages et dcs, sous l`ancien rgime, en Belgique, n Populaie i societate, III, cit., p. 69.
166 importana i rolul lor. O cercetare, n sensul despuierii acestora nu este ns realizat. Fondatorul demografiei istorice este considerat fr nicio ndoial Louis Henry 8 . Acesta, mpreun cu Michel Fleury, a fost autorul primului manual de demografie istoric (publicat la Paris, n anul 1956, sub numele de Des registres paroissiaux et l`histoire de la population. Manuel de dpouillement et d`exploatation de l`tat civil ancien). Cei doi autori propun pentru completarea datelor demografice, utilizarea i a altor izvoare, nefolosite pn atunci n acest scop. Ei vor aplica o metod nou, modern, novatoare, de despuiere i analiz a registrelor parohiale de stare civil, n sensul reconstituirii evenimentelor demografice (naterea, cstoria, decesul). Metoda reconstituirii familiei, prin analiza registrelor parohiale de stare civil, propus de L. Henry i M. Fleury, a revoluionat domeniul care se ocupa de studierea populaiei 9 . Louis Henry consider c registrele parohiale de stare civil sunt sursa fundamental de informare pentru perioada prestatistic, tocmai din acest considerent propune reconstituirea vieii biologice a familiei. El consider familia ca fiind grupul social cel mai important al comunitii, al societii. n anul 1958, L. Henry i E. Gautier, dup o cercetare asupra comunitii i familiei din satul Crulai, public o lucrare care stabilete ntr-o manier i mai clar noile metodologii ale demografiei istorice 10 . Este prima monografie abordat din perspectiva demografiei istorice. Demografia istoric ncepe s se defineasc acum prin sursele sale de documentare (registrele de stare civil) i prin metodele
8 Vidal, Dmographie, cit., p. 15. 9 Sorina Paula Bolovan, Istoria familiei i demografia istoric n Romnia la nceput de mileniu, n Caiete de antropologie istoric, anul I, nr. 1, Cluj-Napoca, 2002, p. 24. 10 L. Henry, E. Gautier, La population de Crulai, paroisse normande: tude historique, Institut national dtudes dmographiques, Paris, 1958.
167 folosite (a fost introdus microanaliza bazat pe cuplarea datelor nominative) 11 . Numeroase monografii, ale cror cercetri au avut drept fundament metoda despuierii registrelor parohiale de stare civil, au fost elaborate n perioada urmtoare. ntre acestea amintim lucrarea Beauvais et le Beauvaisis de 1600 1730, semnat de P. Goubert 12 . Metoda folosit de ctre autor i-a permis s surprind comportamentul familial al ranilor din zona Beauvais 13 , reuind astfel s explice frecvena redus a ilegitimitii, raritatea celibatului, vrsta trzie la cstorie, durata intervalului dintre nateri, nivelul natalitii etc. Metoda folosit de ctre cei doi deschiztori de drum a fost urmat de sute de istorici din ntreaga Europ. Registrele parohiale au ncetat s mai fie gloata adormit a vechilor arhive 14 , ele fiind cea mai important, de cele mai multe ori unica, surs de documentare pentru istoria celor muli i umili. Demografilor i istoricilor li s-au asociat, n perioada urmtoare, sociologi, antropologi, etnografi, astfel abordarea a devenit una mult mai larg. Registrele de stare civil au devenit importante surse de documentare pentru tot mai variate domenii de cercetare. Astfel, perspectivele de abordare a comunitii rurale i a familiei s-au extins considerabil. Cu prilejul Congresului mondial al Comitetului Internaional de tiine Istorice desfurat n anul 1960, n oraul Stockolm, L. Henry a realizat o expunere sintetic a metodelor demografiei istorice. Specialitii prezeni la manifestare au decis nfiinarea unei Comisii Internaionale de
11 Bolovan, Familia n satul romnesc, cit., p. 15. 12 Pierre Goubert, Beauvais et le Beauvaisis de 1600 1730. Contribution lhistoire sociale de la France au XVIIeme sicle, Service dEdition et de Vente des Publications de lEducation Nationale, Paris, 1960. 13 Bolovan, Familia n satul romnesc, cit., p. 16. 14 Pierre Chaunu, Civilizaia Europei clasice, vol. I, Editura Meridiane, Bucureti, 1989, p. 212.
168 Demografie Istoric 15 . n anul 1963, a fost nfiinat, la Paris, Societatea de Demografie Istoric (prezidat pe rnd pn n 1975 - de ctre Marcel Reinhard, Pierre Goubert, Louis Henry i A. Armengaud), al crei periodic, Annales de dmographie historique, a jucat un rol important n promovarea noii discipline istorice 16 . Publicaia Annales de dmographie historique, editat ncepnd cu anul 1965 17 , a avut un rol covritor n impunerea disciplinei pe plan internaional. Demografia istoric a evoluat progresiv din punct de vedere tehnic i metodologic. Numeroi istorici, demografi i statisticieni i vor revizui metodologia folosit n studiul populaiei. Modul de utilizare i recuperare a datelor statistice, care pn la acea dat nu se dovediser interesante pentru cercetarea istoric, capt un nou imbold odat cu analiza efectuat de Bertrand Grille asupra surselor statistice 18 . Familia, mariajul i nupialitatea, fecunditatea i natalitatea sunt subiecte tot mai mult dezbtute n cercurile istoricilor demografi francezi ai acestei perioade 19 .
15 Bolovan, Istoria familiei i demografia istoric, cit., p. 25. 16 Ioan Horga, Consideraii pe marginea evoluiei demografiei istorice: metod, surse de documentare, modelare proprie, n Corneliu Crciun, Antonio Faur (coord.), Istoria - ca experien intelectual, Editura Universitii din Oradea, Oradea, 2001, p. 446; Bolovan, Familia n satul romnesc, cit., p. 16; Idem, Istoria familiei i demografia istoric, cit., p. 25. n acelai an la Ottawa, Consiliul Uniunii Internaionale pentru Studiul tiinific al Populaiei a hotrt nfiinarea unui comitet de demografie istoric, a crui scop era de asemenea promovarea noii discipline (Ibidem). 17 Aceasta fiind publicat i n anul 1964, dar sub numele de tudes et chronique de dmographie historique. 18 Bertrand Grille, Les sources statistiques de lhistoire de France, Paris, 1964. 19 n aceti ani apar lucrri cu rol important n consolidarea tiinei demografiei istorice, att sub aspect metodologic, ct i prin promovarea unor noi direcii de cercetare: Alain Girard, Le choix du conjoint. Une enquete psycho-sociologique en France, Presse Universitaire de France - Institut national dtudes dmographiques, Paris, 1964; L. Henry, La fcondit du mariage: Nouvelle mthode de mesure, Institut national dtudes dmographiques, Paris, 1965; Idem, Le manuele de demographie
169 Ample lucrri de interes au aprut i n afara Franei, n Belgia, Marea Britanie, Republica Federal Germania, Statele Unite ale Americii, etc. n anul 1964, la Cambridge, o echip de cercetare condus de ctre Peter Laslett i E.A. Wrigley a pus bazele unei prestigioase instituii de profil: Cambridge Group for History of Population and Social Structure, reorganizat, n anul 1974, ca unitate independent de cercetare. Cercetrile efectuate de ctre aceast instituie au permis abordarea i a altor problematici legate de viaa familiei 20 . De asemenea, structura social-economic a gospodriilor rneti din perioada prestatistic este identificat alturi de alte variabile demografice ale societii engleze. Reprezentani ai acestei instituii vor participa, avnd un rol considerabil, la o cercetare ce i propune s refac situaia demografic a societii engleze pe o perioad de 300 de ani. Cercetarea s-a finalizat prin publicarea lucrrii An Introduction to English Historical Demography. From the Sixteenth to the Nineteenth Century 21 . Modelul propus a fost reluat de ctre Lawrence Stone 22 , n anul 1979, acesta publicnd volumul The Family, Sex and Marrige in England 1500 1800 23 . Ca i concluzii ale acestei lucrri desprindem faptul c ritmul dezvoltrii social-economice, politice i culturale influeneaz n mod direct mutaiile
historique, Librairie Droz, Geneva-Paris, 1967; John T. Noonan, Contraception et mariaje, Paris, 1969, etc. 20 n anul 1965, la Londra, D.V. Glass i D.E.C. Eversley editeaz volumul colectiv Population in History. Essays in Demography ce va continua s apar i n anii urmtori. 21 E.A. Wrigley (coord.), An Introduction to English Historical Demography. From the Sixteenth to the Nineteenth Century, Weidenfeld and Nicolson, Londra, 1966. Aceast lucrare este considerat de ctre Pierre Chaunu drept o imitare foarte reuit a manualelor de demografie istoric francez. Pierre Chaunu, Histoire science sociale. La dure, lespace et lhomme lepoque moderne, Edition SEDES, Paris, 1974, p. 296. 22 Bolovan, Familia n satul romnesc, cit., p. 18. 23 Ibidem, p. 19.
170 comportamentului individual fa de familie, aranjamentele maritale, reflecia asupra sentimentelor i sexului. Cstoria de conjunctur, menajul, numrul copiilor, divorul sau concubinajul l situeaz pe individ undeva ntre controlul social i dorina luntric. Lumea tradiional ncepe s se ruineze pe propria structur, emanciparea individual atrage dup sine emanciparea comunitar, i, implicit, naterea unor noi modele mentale, acceptate drept valori de ctre generaiile urmtoare. O deosebit contribuie n cercetarea cstoriei i fecunditii familiei, alturi de E.A. Wrigley 24 , i-a adus J. Hajnal 25 sau E. Shorter 26 . J. Hajnal, dup o lung perioad de cercetare a registrelor parohiale de stare civil, a ajuns la concluzia c Biserica latin occidental a avut o contribuie esenial n conturarea modelului demografic specific Europei moderne. Mariajul european, ca model conceptualizat de ctre J. Hajnal, n jurul cruia s-au raliat numeroi demografi istorici occidentali, este considerat de ctre P. Chaunu unic, fr precedent i fr corolar 27 . Modelul proiectat de Hajnal caracteriza mariajul modern prin vrst naintat la cstorie i celibat feminin 28 . Aceast realitate, specific mai degrab Europei catolice i protestante, este greu de identificat n Europa rsritean, inclusiv n spaiul romnesc, unde celibatul feminin este aproape inexistent, iar vrsta la cstorie a rmas la valori nu prea ridicate. Un asemenea model, caracterizat drept european, este privit cu circumspecie de ctre P. Chaunu, care, distanndu-se de el,
24 E.A. Wrigley, Socit et Population, Hachette, Paris, 1969. 25 J. Hajnal, European marriage pattern in perspective, n Populations History, volum editat de D.V. Glass, D.E.C. Eversley, Londra, 1968, p. 101- 148. 26 E. Shorter, The Making of the Modern Family, Londra, 1976. 27 Chaunu, Histoire science sociale, cit., p. 316; G. Ranki, The European periphery and industriliazation (1780-1914), Budapesta, 1982. 28 Horga, Consideraii, cit., p. 434.
171 precizeaz c mariajul european este socialmente omogen, existnd submodele sau nuane, una de tip aristocratic, cealalt popular 29 . Celibatul feminin se ntlnete foarte rar n casele populare, spre deosebire de ceea ce se ntmpl n vrful ierarhiei sociale 30 . Martine Segalen, plecnd de la o prezentare denominativ a registrelor parohiale de stare civil din localitatea Vraiville a ajuns la o reconstituire a familiei printr- o analiz ce includea i aspecte ale dimensiunii socio- profesionale ale celor implicai 31 . Folosindu-se analiza transversal 32 s-a putut urmri evoluia curbei vrstei la cstorie pe parcursul a dou secole i jumtate, dar i variaia sezonier a cstoriilor 33 . Trecnd dincolo de datele statistice seci, Martine Segalen, prin metodologia la care apeleaz, ofer o perspectiv sociologizant a fenomenelor demografice. Relaiile inter-personale 34 , rolul cstoriei n reproducerea familiei i societii, cadrul comunitar sunt elemente ce evideniaz ceea ce ea nsi definea prin sociologia istoric a cstoriei 35 . Apelnd, apoi, la analiza transversal 36 autoarea a putut urmrii evoluiile
29 Chaunu, Histoire science sociale, cit., p. 31. 30 Idem, Civilizaia, cit., p. 222. 31 Martine Segalen, Nuptialit et alliance. Choix du conjoint dans une commune dEure, Maisonneuve et Larose, Paris, 1972. 32 Denumit i analiza momentului. Prin aceasta se face o analiz a unui fenomen demografic pe parcursul unui an, neinndu-se seama de generaii. Vidal, Dmographie, cit., p. 36-37. 33 Horga, Consideraii, cit., p. 433. 34 Martine Segalen, Mari et femme dans la socit paysanne, Flammarion, Paris, 1980, p. 123-185. 35 Idem, Sociologie de la famille, ed. IV, Armand Colin, Paris, 1996, p. 116-123. 36 O asemenea metod i propune s cuprind un ansamblu de persoane (o generaie), care au trit acelai eveniment demografic pe parcursul aceluiai an. R. Pressat, Lanalyse dmographique. Concepts, methodes, rsultats, ed. IV, Presse Universitaire de France, Paris, 1991, p. 26.
172 generaionale i inter-generaionale 37 . Preocupri oarecum similare au Yvonne Knibiehler 38 , J.L. Flandrin 39 , Edward Shorter 40 , Robert Muchembled 41 , Jack Goody 42 , M. Mitterauer, R. Sieder 43 , etc., dar i mult mai cunoscuii Philippe Aris, George Duby, Michelle Perrot, Pierre Chaunu, Alain Corbin, Franois Lebrun, s.a. O incontestabil contribuie, att calitativ, ct i cantitativ, i aduc, promovnd aceleai metode de abordare, volumele lucrrii Histoire de la famille, coordonate de Andr Burguire, Christiane Klapish-Zuber, Martine Segalen i Franoise Zonabend 44 . O cunoscut echip de cercetare, un adevrat laborator de demografie istoric, a funcionat la Sorbona ncepnd cu anul 1972. Pe lng reconstituirea familiilor, interesul acestei coli de la Sorbona a fost i acela al geografiei istorice 45 . O alt echip, coordonat de ctre Pierre Chaunu i P. Gouhier, este creat la Universitatea din Caen.
37 Horga, Consideraii, cit., p. 433. 38 Yvonne Knibiehler, Histoire des mres, du Moyen Age nos jours, Montolba, Paris, 1980 (n colaborare cu Chaterine Fouguet); Idem, La femme au temps des colonies, Stock, Paris, 1985 (n colaborare cu Rgine Goutalier); Idem, La Femme et les mdecins, Hachette, Paris, 1983 (n colaborare cu Chaterine Fouguet); Idem, Les pres aussi ont une histoire..., Hachette, Paris, 1987; etc. 39 J.L. Flandrin, Familles. Parent, maison, sexualit dans lancienne societ, Hachette, Paris, 1976. 40 Edward Shorter, Naissance de la famille moderne XVIII e -XX e sicle, dition du Seuil, Paris, 1977. 41 Robert Muchembled, Famille et l`histoire des mentalits (XVI XVIIIe sicles). Etat present de la recherches, n Revue des Etudes Sud-Est Europeenne, 1974, nr. 3, p. 349 369. 42 Jack Goody, La famille en Europe (ediie n limba francez tradus de Jean-Perre Bardon i prefaat de Jacques Le Goff), Polirom, Paris, 2001. 43 M. Mitterauer, R. Sieder, The European Family. Patriarchy to Partnership from the Midlle Age to the Present, Blackwell, Oxford, 1982. 44 Andr Burguire, Christiane Klapish-Zuber, Martine Segalen, Franoise Zonabend (coord.), Histoire de la famille, Armand Colin, Paris, 1986. 45 Dupquier, Introduction, cit., p. 87.
173 O important lucrare de referin pentru demografia istoric a publicat Jacques Dupquier 46 la Paris, n 1974, sub numele de Introduction la dmographie historique. Un remarcabil manual de demografie istoric, lucrarea reuete s surprind legturile existente i necesare ntre demografie i istoria local. Ne apare n fa o metod interesant de despuiere a registrelor parohiale de stare civil, urmrindu-se firul principalelor evenimente demografice din viaa familiilor reconstituite. Reconstituirea istoriei familiei a continuat s-i preocupe pe cercettori, metodele s-au diversificat n paralel cu utilizarea informaiilor oferite de tiinele colaterale demografiei istorice. Demografia istoric ncearc astfel s depeasc stadiul cuantificrii numerelor, urmrind practic emiterea de ipoteze i concluzii menite s demitizeze istoria. Individul, actor al evenimentului istoric, nu poate fi, i nu trebuie desprins din mediul i lumea n care triete. El se identific cu viaa i traiul zilnic al comunitii, cu mentalul grupului, cu mulimea, mulime care modeleaz i sculpteaz valori, norme i abloane.
2. Aspecte generale cu privire la nregistrarea registrelor parohiale de stare civil n Transilvania
La nceput, aceste registre nu s-au completat regulat, preoii avnd libertatea de a ntocmi nscrisurile aa cum
46 El este autorul unor importante lucrri de demografie istoric. Amintim, pe lng lucrarea citat deja (Introduction la dmographie historique), studii precum: Sur la population franaise aux XVII-eme et XVIII-eme sicles, n Revue Historique, nr. 485, ianuarie-martie 1968, p. 43-79; La population du Bassin parisien (XVII-XVIII), n Hommage a Marcel Reinhard. Sur la population franaise au XVIIIe et au XIXe sicle, Paris, 1973; Jacques Dupquier, La population rurale du Bassin parisien l'poque de Louis XIV, cole des Hautes tudes en Sciences Sociales, Paris, 1979; Le mouvement saisonnier des mariages en France (1856-1910), n Annales de demographie historique, Socit de Dmographie Historique, Paris, 1977; La population franaise aux XVII-eme et XVIII-eme sicles, Paris, 1979.
174 doreau, neexistnd un formular de nregistrare standard 47 . Primele registre de stare civil au fost simple consemnri ale preoilor cu privire la daniile primite i la taxele percepute de ctre cler cu ocazia botezurilor, cununiilor i nmormntrilor. De asemenea, nu erau nregistrate toate evenimentele demografice 48 . Pn la sfritul secolului al XVIII-lea nsemnrile de stare civil s-au fcut foarte sumar i mpreun, n ordine cronologic, pentru toate evenimentele demografice; dup aceea, s-a trecut la nregistrarea n trei rubrici: pentru botezai, cstorii i mori. Dac n Occident nregistrarea obligatorie a acestor registre de stare civil s-a fcut destul de timpuriu, statul implicndu-se n controlul actelor bisericeti, n spaiul romnesc ele se impun destul de trziu. Mai devreme n Transilvania dect n Moldova i ara Romneasc, aceste registre ajung s fie nregistrate regulat, respectndu-se totodat o anumit metodologie de completare a lor. Episcopii confesiunilor din Transilvania, ncepnd de la sfritul secolului al XVIII-lea, la intervenia statului austriac, au dat preoilor instruciuni i modele-tip privind completarea registrelor de stare civil. Regulamentul de recrutare, emis de ctre Maria Tereza n anul 1773 i pus n aplicare de ctre Iosif al II-lea n 1784, prevedea, ntr-un capitol ntreg, instruciuni referitoare la ntocmirea acestor acte de stare civil 49 . Este prevzut de asemenea obligaia preoilor de a
47 Dupquier, Introduction, cit., p. 53. 48 La nceput preoii nregistrau doar copiii care erau botezai, i asta se fcea pentru a avea o eviden a enoriailor. A urmat nregistrarea cununiilor, respectiv a cstoriilor, iar n cele din urm a deceselor. Lipsesc informaiile referitoare la mortalitatea infantil sau la divoruri. Lipsesc de asemenea informaiile referitoare la familiile celor care erau protagonitii acestor evenimente demografice. 49 Liviu Moldovan, nregistrarea de ctre biserici a botezailor, cununailor i nmormntrilor n rile Romne n secolele XVIII XIX, n Populaie i societate, III, cit., p. 137.
175 trimite rapoarte trimestriale asupra creterii sau descreterii populaiei. Menionm aici i urmtoarele ordine, trimise preoilor de ctre autoritile de stat: preoii s pstreze registrele matricole (7 ianuarie 1770); registrele matricole trebuie pstrate la locuri ferite de foc, iar n caz de incendiu vor fi nti salvate aceste registre (10 mai 1774); registrele matricole se vor ntocmi n dou exemplare, din care unul se va nainta jurisdiciei civile (legea 23 din 1827) 50 . Statul cedeaz bisericii acest rol, ns cere categoric episcopiilor s supravegheze ntocmirea acestor registre 51 . Pn pe la mijlocul secolului al XIX-lea, registrele de stare civil erau liniate cu mna de ctre preoi, asta dei tiprirea acestor documente ncepuse nc din 1784. Registrele ortodoxe sunt scrise n limba romn i srbeasc (n Banat), cele romano- catolice n latin i maghiar, cele ale calvinilor i unitarienilor n maghiar, cele ale luteranilor n german, cele ale greco-catolicilor n latin i romn, iar cele ale mozaicilor n maghiar, german sau chiar ebraic 52 . Coninutul registrelor de stare civil s-a mbuntit tot mai mult, n primul rnd datorit presiunii statului. ncepnd cu anul 1850 este introdus n registrul botezailor o rubric referitoare la nscuii-mori, o alta pentru consemnarea legitimitii sau nelegitimitii naterii. n registrul cununailor apare o rubric nou privitoare la starea cununailor (june, vduvi), iar n registrul morilor s-a introdus o rubricatur n care era consemnat cauza morii. n toate registrele o rubric era rezervat pentru observaii i meniuni speciale pe care preotul le putea face.
50 Ibidem. 51 Un exemplu n acest sens este Ordinul gubernial din 24 mai 1825 prin care era prevzut obligaia episcopilor de a supraveghea ntocmirea registrelor de stare civil din eparhiile lor. 52 Liviu Moldovan, op. cit., p. 139.
176 3. Registrele parohiale de stare civil n Transilvania semnificaie i importan documentar
Registrele bisericeti sunt singurele n msur s ne ofere o imagine asupra familiei n mediul rural, cel puin pentru a doua jumtate a secolului al XIX-lea. nscrisurile bisericeti, sursele fundamentale pentru cercetarea vieii familiale, sunt de dou categorii: 1. registrele de stare civil i rapoartele anuale ale parohiilor; 2. fondurile autoritilor bisericeti, nscrisurile i procesele verbale consemnate de ctre episcopii. Aceste nscrisuri sunt surse complexe pentru cercettorul interesat de demografia istoric, de istoria social, dar i de istoria economic, de toponimie, onomastic etc. Prelucrarea datelor cuprinse n aceste registre necesit o metodologie specific. Ele ne permit observarea tendinelor ce s-au manifestat pe termen lung n privina evenimentelor demografice, respectiv: naterea, cstoria sau decesul. Aceste registre se prezint, pentru o lung perioad de timp, ca unice surse de documentare n ceea ce privete statutul civil i evenimentele demografice din viaa personal a majoritii populaiei. Cercetnd aceste registre putem s descoperim importante trsturi ale micrii naturale a populaiei, ale fenomenului natalitii, ale nupialitii, ale divorialitii sau ale mortalitii 53 . Apoi, o analiz asupra formei i coninutului acestor registre poate s surprind universul cultural al preoilor care completau aceste registre.
a) Registrele parohiale: surse de stabilire a identitii etnice i confesionale
Pe teritoriul Ungariei i al Transilvaniei, dup primul recensmnt din 1784-1787, o nou recenzare oficial i general a avut loc doar peste ase decenii i jumtate, la
53 tefan Pascu, L`actualit de la dmographie historique, n Populaie i societate, III, cit., p. 12-13.
177 mijlocul secolului al XIX-lea. Dup nbuirea revoluiei de la 1848/1849 din Ungaria i, n special, dup restructurarea politico-administrativ a Monarhiei, a devenit inevitabil organizarea unui nou recensmnt. Recenzarea a demarat n vara anului 1850, dar, din cauza pregtirilor de rzboi mpotriva Prusiei, derularea ei s-a ntrerupt, ea fiind finalizat doar n vara anului 1851. Este singurul recensmnt din Transilvania (pn la unirea cu Romnia) n coninutul cruia a fost folosit naionalitatea ca i criteriu de nregistrare a populaiei. Instruciunile recensmntului nu au clarificat sensul noiunii de naionalitate, astfel c, n momentul completrii rubricii respective, n determinarea ei s-au ntreptruns diverse puncte de vedere. Ulterior s-au mai organizat recensminte n anii 1857, 1869, 1880, 1890, 1900 i 1910 54 . Dac n ceea ce privete confesiunea populaiei exist rubrici clare, n ceea ce privete naionalitatea, lucrurile nu au mai stat la fel ca i n 1850. Abia n 1880 se ncearc a se face o clarificare n acest sens. Organizatorii recensmntului s-au mulumit ns cu nregistrarea limbii materne declarate. Este tiut faptul c nu n toate situaiile limba matern declarat era cea specific grupului etnic cruia i aparinea o persoan. Apoi, copii care nu vorbeau au fost exclui din aceast categorie (aceast situaie s-a remediat la recensmntul din 1890 cnd copii au primit limba matern a mamei). n 1900, putea fi nscris drept limba matern doar o limb vie, deci latina, limba igneasc i ebraica nu au putut fi evideniate. n condiiile lipsei din cele cteva recensminte efectuate de ctre statul maghiar a unei variabile de recenzare referitoare la naionalitate propunem, pe baza analizei
54 Informaiile referitoare la aceste recensminte pe care le vom prezenta pe scurt au fost culese din Traian Rotariu (coord.), Maria Semeniuc, Mezei Elemr, Recensmntul din 1910. Transilvania, Studia Censualica Transsilvanica, Editura Staff, Cluj-Napoca, 1999, p. 693-712.
178 registrelor parohiale de stare civil. Informaiile ecleziastice ne ofer o imagine relativ clar asupra structurii confesionale, nu ns i asupra celei etnice. Aceste informaii trebuie s le analizm cu mare atenie, dac este posibil chiar s fie comparate cu informaii ce provin din alte surse, deoarece de cele mai multe ori aceste informaii se refer doar la enoriaii respectivei confesiuni; nu n ultimul rnd putem observa un anumit subiectivism care s-a strecurat atunci cnd au fost nregistrate aceste date. O comparaie ntre informaiile provenite din mai multe surse documentare este, considerm, binevenit n vederea atingerii scopului propus, i anume de determinare a structurilor etnice, dar i confesionale, a legturilor dintre acestea. Documentele pe care le avem la dispoziie nu ne permit s stabilim cu exactitate etnicitatea unei persoane. Chiar dac am dori s evideniem doar etnia, nu o s putem face acest lucru pentru c la nivelul secolului al XIX-lea nici mcar recensmintele oficiale nu folosesc ca variabil de recenzare naionalitatea, ci doar limba matern. Registrele sau rapoartele parohiale de stare civil permit stabilirea identitii etnice a unei persoane ntr-o i mai mic msur, aici criteriul dup care se ine evidena populaiei este confesiunea. n acest ultim caz, stabilirea unei relaii ntre etnie i confesiune are o marj de eroare i mai mare. Plecnd de la informaiile pe care le avem n recensminte i folosind registrele parohiale pentru completarea i verificarea acestor informaii propunem urmtoarea modalitate de stabilire a identitii etnice: a. verificarea limbii materne; b. stabilirea identitii confesionale; c. studiul onomastic. Criteriile prin care se poate determina apartenena etnic n aceast regiune sunt, pe lng declaraia individual de apartenen etnic (date de care dispunem ns n mic msur), limba, religia, precum i numele persoanei (n
179 principal numele de familie). Este evident c, folosind aceste criterii, trebuie s inem cont de toi aceti indicatori nu doar de unul. Un individ poate s cunoasc sau nu limba poporului de care aparine. El i pierde identitatea religioas sau, pur i simplu, se convertete la o alt confesiune sau religie. Variabila numelui este i mai relativ. O persoan, cel mai adesea prin cstorie, i schimb numele. La nceputul secolului al XX-lea se intensific procesul de modificare lingvistic a numelor sub influena legii Apponyi 55 . Dar, atunci ce nseamn identitatea etnic? Un individ care i pierde religia, numele i limba (n mod special) nu i pierde i aceast identitate etnic? Identitatea etnic, naional este mult mai complex dect este chestiunea religioas sau cea lingvistic 56 . Tocmai, din acest considerent, trebuie s inem cont de toi factorii i condiiile socio-politice, economice sau culturale care imprim o anumit realitate de factur etnic. Este necesar s folosim cel puin dou dintre criteriile amintite. Dac lum n considerare religia, putem spune c romnii sunt ortodoci i greco-catolici. Nu excludem, chiar se poate dovedi acest fapt, posibilitatea ca unii maghiari s fie greco-catolici sau chiar ortodoci 57 . Trebuie s avem n vedere toi factorii, toi indicatorii posibili. Faptul c gsim n documente maghiari de confesiune greco-catolic sau ortodox se explic, ntr-o mai mic msur prin convertirea maghiarilor la aceste confesiuni, dei gsim numeroase astfel de cazuri, ci
55 Gheorghe ietean, Etnie, confesiune i cstorie n nord-vestul Transilvaniei, Editura Caiete Silvane, Zalu, 2002, p. 15. 56 Nicolae Bocan, Ideea de naiune la romnii din Transilvania i Banat - Secolul al XIX-lea, Presa Universitar Clujean, Cluj-Napoca, 1997, p. 130. 57 Un bun exemplu n acest sens este cel al localitii uncuiu de Beiu (comitatul Bihor), unde, la 1900 erau, potrivit recensmntului maghiar 370 romni, iar numrul greco-catolicilor era de 388, la care se adaug i cei 19 ortodoci. De aici putem lesne s deducem c o parte din cei declarai maghiari, populaie majoritar n localitate, erau greco-catolici sau chiar ortodoci.
180 mai mult prin maghiarizarea unor romni, care nu renun ns la religie. Muli dintre romni, maghiarizai fiind, au trecut apoi la romano-catolicism sau protestantism. O alt problem, ce intervine n stabilirea identitii etnice dup religie, este n aceast zon, dar nu numai, cea a evreilor. La 1880, de exemplu n plasa Beiu i Vacu sunt 621 izraelii 58 , iar la 1900, n toat ara Beiuului, sunt 1.709 izraelii 59 . Toi acetia sunt n fond evrei. n recensmintele efectuate de statul austro-ungar ns, n regiune nu apare niciun evreu (asta datorit procedeelor de recenzare). Majoritatea dintre ei se declar ca fiind de limb maghiar, dar i romn, depinde de situaie. Folosirea ambelor criterii, asociate cu antroponimele, este necesar dup cum am vzut. De altfel, se pare c n procesul de pierdere a identitii etnice, la nceput se pierde limba, apoi religia i, n fine, antroponimul.
b) Registrele parohiale: surse de reconstituire a ciclului vieii de familie
n a doua jumtate a secolului al XIX-lea n Transilvania domina o societate rural tradiional, excepie fcnd puinele centre urbane i zonele imediat nvecinate ale acestora. Satul era o lume a constrngerilor i ealoanelor la care trebuiau s se conformeze toi indivizii aparteneni grupului. Devianele sociale, de orice natur, erau privite cu scepticism, iar perceptele morale i religioase reprezentau norme sociale i societale definitorii ale acelor vremuri. Comunitatea controla strict familia, prin diversele ritualuri ale imixtiunii n problemele interne ale acesteia. Orice dereglare a relaiilor din familie putea
58 Traian Rotariu (coord.), Recensmntul din 1880. Transilvania, Studia Censualica Transsilvanica, Editura Staff, Cluj-Napoca, 1997, p. 50-82. 59 Alexandru Ilie, Etnie, confesiune i comportament electoral n Criana i Maramure, Editura Dacia, Cluj-Napoca, 1998, p. 327.
181 nsemna, n condiiile coexistenei n interiorul unei mici comuniti a ambelor grupuri de rudenie a celor doi parteneri, o perturbare major a mecanismelor comunitare. Tocmai aceste derapaje trebuiau evitate. n acest sens, se declana o ntreag suit atitudinal i comportamental colectiv menit s previn apariia unor asemenea situaii. Comunitatea regla, astfel, prin diversele constrngeri i determinisme, ntregul mecanism ce asigura respectarea ordinii i normelor sociale. Evenimente majore din viaa familiei, precum botezul, cstoria (inclusiv raporturile prenupiale ale celor doi parteneri) i nmormntarea, erau strict supravegheate de comunitate. Relaia familie- comunitate este una profund, iar aceasta nu poate fi neleas printr-o analiz fragmentar i secvenial. Din perspectiva familiei, comunitatea este cadrul general ce ofer modelul. Pe de cealalt parte, comunitatea i gsete trirea emoiilor i sensibilitilor tocmai n momentele cruciale ale vieii de familie. Punctul de plecare al familiei este cstoria. Este momentul n care se creeaz grupul social cel mai important al unei societi. Comunitatea celebreaz prin cstorie biruina asupra timpului, iar cu aceast ocazie sensibilitatea uman se apropie de perfeciunea dorit 60 . Prin diverse mecanisme reglatorii, comunitatea intervine cel mai profund n viaa indivizilor cu ocazia cstoriei, a nunii. Plecnd de la aceast realitate, n cercetarea de fa, cstoria a devenit punctul de referin la care am raportat ntreaga dezbatere iniiat pe seama relaiei comunitate-familie. Cei doi sunt nvai i pregtii s accepte ierarhiile ce asigurau ordinea comunitar. Cu ocazia fiecrei cstorii sunt repetate, nu numai pentru cei doi, ci i pentru restul comunitii, elementele definitorii ale relaiilor inter-personale cerute de comunitate. Familia era locul unde trebuiau implementate toate normele de conduit la care se raporta ntregul grup comunitar.
60 Chaunu, Civilizaia, cit., p. 222.
182 n perioada analizat, familiile celor doi tineri nu mai controlau n totalitate actul cstoriei. Dac n perioadele anterioare cstoria era decis exclusiv de ctre familiile tinerilor, caz n care sentimentele de afeciune sincer treceau n plan secund, acum tinerii au posibilitatea alegerii partenerului. n ciuda acestei radicale transformri de mentalitate, comunitatea are nc prghiile necesare unui control asupra actului de constituire al unei noi familii. Acest control este mai vizibil la sat, unde caracteristicile unei existene tradiionale sunt mai puternice, i mai diluate la ora, unde i relaionarea dintre familie (de regul nuclear) i comunitate era cldit pe alte norme. Asupra familiei din aceast regiune nu au acionat doar factori sociali. Familia a stat sub efectul realitilor demografice, al transformrilor politico-legislative survenite pe parcursul perioadei analizate. Familia a fost afectat direct, prin diversele msuri legislative ce stabileau cadrul formal al existenei acesteia, i indirect, prin conturarea unor serii ntregi de condiionri, care s-au dovedit adesea foarte puternice. Legislaia laic i ecleziastic cu privire la familie a impus, n condiiile n care Biserica era gestionara public exclusiv a problemelor familiale n a doua jumtate a secolului al XIX-lea, un anumit cadru n care se puteau dezvolta relaiile de familie. Administrarea familiei a ntreinut adesea starea tensionat i rivalitile confesionale. Bisericile romano-catolice i greco-catolice, sub influena prtinitoare a statului austriac, au avut adesea ctig de cauz n competiia cu celelalte confesiuni. n realizarea unei familii, sub efectul major al influenei comunitare, constrngerile i determinismele etno-confesionale s-au dovedit a fi puternice i determinante. Realitatea politic i evenimentele cu conotaie politic, care s-au petrecut pe parcursul celei de-a doua jumti a secolului al XIX-lea, au
183 avut o influen direct n ceea ce privete modul de derulare a proceselor i fenomenelor legate de evoluia etno- confesional a populaiei din spaiul avut n vedere. Momentele importante care au condus la formarea i conturarea familiei sunt surprinse de nregistrrile din registrele parohiale de stare civil. Cstoria, creia i se asociaz i naterea copiilor, a deinut rolul constructiv principal al familiei. Pornind de la bogia informaiilor furnizate de registrele parohiale de stare civil putem s reconstituim ciclul vieii familiale (natere, cstorie, deces), iar pe de alt parte, s dm via tririlor ascunse n spatele cifrelor. Descoperirea dorinelor, asociate adesea neputinelor consemnate n viaa de toate zilele a familiilor din acest spaiu, a reprezentat nu doar o dolean, ci i un imperativ al prezentei cercetri. Ptrunderea n intimitate se poate face printr-o analiz a mai multor reacii i posibiliti comportamentale ale celor implicai, dar i printr- o analiz conex asupra transformrilor survenite la nivelul societii (tendinele principale au fost acelea de diluare a perceptelor tradiionale etno-confesionale i comunitare, asociate unor tot mai vizibile mobiliti socio-profesionale). O atenie deosebit poate fi acordat i elementelor de eroziune, de disoluie a familiei. Divorul, concubinajul sau ilegitimitatea naterilor sunt atent monitorizate de ctre Biseric, preoii transilvneni fiind obligai s trimit episcopiilor rapoarte anule privind numrul i evoluia acestor fenomene. Imaginea tradiional a familie se schimb mult n aceast perioad sub efectul culturii citadine tot mai prezente. Modernitatea i spune i ea cuvntul, nu doar prin impunerea familiei nucleare, ci i prin apariia unei mentaliti mai permisive n privina derapajelor. Concubinajul, legitimitatea sau divorul, prin abordarea lor, s-au dovedit importante posibiliti de descoperire a realitilor familiale i cotidiene.
184 c) Registrele parohiale: surse de reconstituire a transformrilor mentale, social-economice i profesionale
Registrele parohiale de stare civil constituie o surs important de documentare n ceea ce privete statutul socio- profesional al membrilor unei comuniti religioase. Dac n cazul copiilor botezai aflm informaii despre starea social a prinilor, n cazul tinerilor care se cstoresc sau a persoanelor decedate avem posibilitatea de a reconstitui statutul socio- profesional al persoanelor respective. O analiz complex asupra unei perioade mai lungi de timp, care s permit comparaia ntre diferite tipuri de localiti (rural, preurban sau urban), ntre localitii din regiuni diferite, ntre regiunii cu profil socio-economic diferit, confer unei cercetri posibilitatea documentri asupra transformrilor de natur social, economic i profesional. La ora se produc mutaii socio-profesionale importante ce in de epoca pre-industrial i de debutul epocii industriale, care favorizeaz mobiliti umane nu numai n cadrul citadin, ci i dinspre rural spre citadin. Ori aceste mobiliti erau nsoite de dezrdcinri, de alteriti ale tradiiei sau de conflict cu constrngerile patriarhalului rural. Sub efectul modernitii societatea influeneaz familia nu doar n forma ei ci i n rolurile i funciile pe care aceasta le-a ndeplinit. Mentalitile se schimb odat cu forma i natura societii. Familia nu mai este una extins, nu mai accept amestecul comunitii de rudenie i cu att mai puin a celei steti. Schimbrile sunt mai evidente la ora, dar ele, cu trecerea timpului sunt vizibile i n mediul rural. Familia nuclear este noul model familial n care amestecul din exterior este nesemnificativ. Odat cu trecerea spre o societate modern, se constat o restrngere a rolului social al familiei, rol preluat, n mai multe domenii, de alte instituii (piaa, statul, coala etc.). Familia nu mai domin viaa social.
185 Cu trecerea timpului, identificm cteva mutaii semnificative n mentalul colectiv. Familia nu mai este o unitate de producie economic: soii nu mai desfoar munca productiv n gospodrie, aceast legtur economic, care s-i in mpreun practic nu mai exist. Se constat reducerea dimensiunii familiei prin restrngerea numrului de copii ai unui cuplu i prin cvasigeneralizarea familiei nucleare. Familiile restrnse sunt mai apte pentru mutaiile sociale ale modernizrii. Micorarea dimensiunii familiei a provocat schimbri importante n stilul de via, n comportamentele familiale. Un alt efect important al modernitii este legat de mobilitatea matrimonial, de scderea autoritii parentale a clanului n general i de creterea rolului individului n decizia asupra momentului cstoriei i a alegerii partenerului. Datorit transferrii unor funcii ale familiei ctre alte instituii sociale, raiunile economice i politice ale cstoriei ncep s-i piard din importan. Dei considerentele legate de avere joac un rol mai puin important, similitudinea statusurilor socio- culturale ale soilor predomin n constituirea cuplurilor. Fa de statutul social tradiional de inferioritate, femeia modern ncepe s capete drepturi sociale i politice, mergnd pn la legiferarea egalitii cu brbatul n toate sferele vieii sociale. Munca n afara domiciliului face ca spaiul acordat comunicrii ntre soi, ntre prini i copii, s se micoreze. Prinii ncearc s compenseze acest fapt prin rsful copiilor (cadouri, bani de buzunar). Obligai n societatea tradiional s lucreze de la vrste fragede (n gospodria rural sau n ateliere), copiii ncep treptat s fie percepui nu ca for de munc, ci ca valoare n sine 61 . Constatm aadar ameliorarea statutului social al femeii (independen economic, drepturi social-politice), care nu mai este obligat s accepte o via de
61 J.C. Chesnais, La transition dmographique, Presse Universitaire de France, Paris, 1986, p. 93-141.
186 cuplu nesatisfctoare. Efectele unei asemenea evoluii sunt ntre cele mai diverse. De altfel, cu ct o societate recunoate mai multe drepturi femeilor, cu att instabilitatea conjugal crete. Fenomenul este mai vizibil la ora, iar spre nceputul secolului al XX-lea, i n unele localiti rurale unde tradiionalul lsa loc, sub influena nmulirii activitilor neagricole, unui proces de modernizare socio-economic. Aceste transformri au condus, aa cum uor se poate anticipa, la noi percepii mentale, iar de aici la o alt reacie a comunitii. Normele sociale se schimb.
d) Registrele parohiale: surse pentru identificarea modelelor i tendinelor demografice
Analiznd micarea natural a populaiei din aceast perioad, unii cercettori vorbesc despre revoluia demografic pe care o asociaz trecerii de la modelul demografic vechi, caracterizat prin valori ridicate ale mortalitii i natalitii, spre modelul nou ce se exprim prin nivele sczute de mortalitate i natalitate. Trecerea spre acest model, aa cum am putut i noi remarca din analiza fcut asupra mortalitii i natalitii, s-a fcut prin reducerea la nceput a ratei mortalitii, urmat apoi i de o reducere a natalitii. O atare form de exprimare a condus ctre aa-numita cretere tranzitorie 62 . Odat cu transformrile socio-economice, culturale i medicale s-a impus pentru scurt vreme, n ultimele dou decenii ale secolului al XIX-lea, tot mai mult (nti la ora) modelul demografic de tranziie. Caracterizat printr-o natalitate ridicat i o mortalitate sczut, aceast tranziie a contribuit la creterea substanial a populaiei.
62 Cfr. Ioan Bolovan, Transilvania ntre Revoluia de la 1848 i Unirea din 1918. Contribuii demografice, Centrul de Studii Transilvane, Fundaia Cultural Romn, Cluj-Napoca, 2000, p. 158.
187 Evoluia naterilor, deceselor i a sporului natural n comitatul Bihor 63
La nivelul comitatului Bihor, raportat la anii luai n cercetarea noastr drept piloni de eantion asupra crora s-au efectuat corelri ntre numrul naterilor i cel al deceselor (rezultnd aadar nivelul excedentului natural), sporul natural a fost unul pozitiv. n ciuda mortalitii ridicate, care n unele cazuri a ocat prin amploare, nivelul i mai ridicat al natalitii a condus ctre o cretere natural situat ntre 1.450 persoane (anul 1877) i 6.094 persoane, ct a reprezentat sporul natural din anul 1889. Acest spor natural pozitiv nu a caracterizat ntregul spaiu al comitatului. Numeroase localiti s-au confruntat n aceast perioad cu profunde i violente forme de exprimare ale unor crize de mortalitate ce au generat un spor natural negativ n ansamblul perioadei analizate. Efectul major al mortalitii ridicate (mai puin a nivelului ratei natalitii, care rmne i el ridicat) asupra sporului natural se poate constata n cazul a numeroase localiti, asta cu att mai mult cu ct perioada analizat a surprins cteva crize de mortalitate a cror efecte au fost de-a dreptul devastatoare pentru populaia acestor sate. Crizele economice profunde ntlnite n aceti ani n
63 Anuarele Magyar Statistikai vknyv. Szerkeszti s kiadja. Az orszgos Magyar Kir. Statistikai. Hivatal I Fzet (1877 Budapesta, 1878; 1879 Budapesta, 1881; 1881 Budapesta, 1883; 1885 Budapesta, 1887; 1887 Budapesta, 1889; 1889 Budapesta, 1891; Iosif I. Adam, I. Puca, Izvoare de demografie istoric, vol. II, Secolul al XIX-lea 1914. Transilvania, Direcia General a Arhivelor Statului, Bucureti, p. 236-237, 652-655; Recensmntul din 1880, cit., p. 50-51, 274-275; Traian Rotariu (coord.), Recensmntul din 1900. Transilvania, Studia Censualica Transsilvanica, Editura Staff, Cluj-Napoca, 1999 p. 110-113, 474-477.
188 ntreaga monarhie, coroborate cu epidemiile (avem n vedere n special epidemia de holer din anii 1872-1873, dar i prelungirea acesteia) exercit o presiune demografic fantastic. Efectele epidemiei de holer din anii 1872-1873 au fost bunoar de-a dreptul catastrofale: n comitatul Bihor s-au mbolnvit 30.447 persoane, dintre care 10.980 persoane au murit (dintre acestea 1.096 persoane doar n Oradea), ceea ce reprezint 2,28% din totalul populaiei comitatului; n Stmar se mbolnvesc 17.330 persoane din care mor 5.268, reprezentnd 2,13% din totalul locuitorilor din acest comitat 64 . Oferim spre exemplificare, cazul a dou localiti n care efectul unor epidemii regionale a fost devastator sub raportul creterii ratei mortalitii.
Surs: Arhivele Naionale, Direcia Judeean Bihor (n continuare A.N-D.J. BH), Colecia Registrelor de Stare Civil, dos. 7, f. 6-22, 37-55
n parohia greco-catolic din Abrmu, pe parcursul perioadei 1860-1880, sporul natural a fost negativ (mor cu 27 de persoane mai mult dect numrul celor care s-au nscut). Sporul negativ nu a caracterizat ntreaga perioad, ci a fost efectul crizelor de mortalitate surprinse de noi cu ocazia cercetrii mortalitii din aceast parohie. Identificm astfel
64 Izvoare de demografie istoric, cit., p. 243-244.
189 dou perioade cu nivele negative ale sporului natural: 1. perioada 1861-1864, cnd nivelul sczut al excedentului natural s-a datorat, att scderii natalitii, ct i creterii mortalitii; 2. perioada 1870-1874, ce se caracterizeaz prin majore crize de mortalitate generate de numeroasele epidemii ale cror efecte au atins apogeul n perioada epidemiei de holer din anii 1872-1873.
Surs: A.N-D.J. BH, Colecia Registrelor de Stare Civil, dos. 91, f. 24-45; dos. 94, f. 25-49
n comunitatea greco-catolic din Beiu, pe parcursul perioadei 1860-1880 au murit cu 117 persoane mai mult dect numrul persoanelor care s-au nscut. n ciuda progreselor sociale i economice (pe care cel mai adesea am fi tentai s le asociem unei existene mai bune, care ulterior s se traduc ntr-o mortalitate mai redus), n parohia greco-catolic din Beiu mereu au murit n aceast perioad mai multe persoane dect s-au nscut. Apoi, la ora modelul demografic care se impune difer substanial de cel consemnat n mediul rural: aici scderea natalitii mult mai vizibil. n ciuda unor progrese evidente n ceea ce privete scderea ratei mortalitii, sporul natural este unul redus, chiar negativ.
190 Evoluia numrului naterilor i al deceselor evideniaz, n cazul localitii Oradea de exemplu, mai degrab un spor natural negativ pentru perioada celei de-a doua jumti a secolului al XIX-lea. Valoarea negativ a sporului natural din Oradea, oarecum surprinztoare, s-a datorat unui interesant proces de transformri demografice.
Evoluia naterilor, deceselor i a sporului natural n oraul Oradea 1877 1879 1881 1885 1887 1889 1901 1905 1910 Nateri 1.172 1.183 1.302 1.326 1.330 1.442 1.540 1.597 1.763 Decese 1.271 1.363 1.390 1.433 1.362 1.316 1.305 1.644 1.732 Spor natural -99 -180 -88 -107 -32 126 235 -47 31 Surse: Anuarele Magyar Statistikai vknyv..., 1877, 1879, 1881, 1885, 1887, 1889; Izvoare de demografie istoric..., p. 236-237, 652-655; Recensmntul din 1880..., p. 50-51, 274-275; Recensmntul din 1900..., p. 110-113, 474-477.
Oraul, prin mediul cultural, socio-profesional i mental, a fost mediul ce a condus la crearea unei tipologii familiale noi. Familia urban ncepe a fi una modern. Numrul copiilor care se nasc n ora sunt tot mai puini (dovada o constituie i faptul c natalitatea n Oradea era mai sczut cu pn la 10 dect valoarea nregistrat n ansamblul comitatului Bihor). Transformrile pozitive, ce aveau ca i efect diminuarea ratei mortalitii, nu au inut ns pasul cu aceast reducere a natalitii: la ora natalitatea scade mult mai vizibil i mai timpuriu dect mortalitatea. Din acest punct de vedere, familia ordean era una n care se nteau tot mai puini copii. Aceast emancipare a familiei, survenit n primul rnd datorit emanciprii femeii, nu a fost ns nsoit i de o reducere pe msur a ratei mortalitii. Prima impresie este, n acest context, c familia se emancipeaz mai devreme dect permiteau realitile din societate. Mai mult, progresele sociale, economice i medicale nu fac fa noilor provocri care s conduc la nsntoirea societii n ansamblul ei. Abia
191 spre sfritul secolului al XIX-lea acest fenomen a cunoscut o turnur ateptat. n anii 1901-1910 sporul natural din Oradea a fost n ansamblul perioadei pozitiv, nregistrndu-se un excedent natural de 1.405 persoane 65 . Aceast transformare a fost posibil tocmai datorit diminurii cu aproape 15 a ratei mortalitii din ora, n perioada 1880-1910. Aceast perioad denumit sub raport demografic drept tranzitorie consemneaz comportamente diferite ale populaiei: n acelai timp coexist expresii ale tradiionalului cu cele ale modernizrii i emanciprii acestor comuniti. Oferim spre exemplificare cazul unei localiti rurale supuse de noi acestei analize. Am ales ca i indicator pentru emanciparea personal i familial numrul de copii al familiilor.
Surs: A.N-D.J. BH, Colecia Registrelor de Stare Civil, dos. 461, f. 32-50, 64-75; dos. 462, f. 4-101; dos. 463, f. 1-21.
Dup cum se poate observa, n conformitate cu numrul copiilor/familie exist categorii numeroase de familii ce au: 1-4 copii (reprezentnd 51,2% din totalul familiilor i 23,07% din totalul copiilor), respectiv 7-9 copii (reprezentnd n total 28,05% din totalul familiilor, iar din numrul copiilor nu mai puin de 44,23%). ntre cele dou categorii de familii (lumi parc!), familiile cu 4 i 5 copii sunt mai reduse
65 Izvoare de demografie istoric, cit., p. 656.
192 numeric (cte 5 cazuri de fiecare). n ciuda celor dou tendine amintite, evidente prin numrul mare al familiilor care au 1-2 copii i a celor care au 7-9 copii, majoritatea copiilor se nasc n aceast parohie tot n familii numeroase. Dei numrul familiilor cu 1-2 copii sunt tot mai multe spre sfritul perioadei analizate, ponderea acestor copii rmne redus, asta deoarece majoritatea copiilor rmn concentrai n familiile cu mai muli copii, cu toate c aceste familii sunt tot mai puine ca numr. Faptul c se nasc muli copii n familiile din Transilvania nu nsemn c aceste familii aveau n realitate muli copii. O mare parte dintre acetia mureau la o vrst fraged. Copiii sunt cei mai expui vicisitudinilor sociale sau economice, dar i celor meteorologice. Pe toat durata celei de- a doua jumti a secolului al XIX-lea i nceputul secolului al XX-lea rata mortalitii infantile s-a meninut la valori foarte ridicate. Mai mult, aa cum s-a constatat i pentru spaiul vechiului Principat al Transilvaniei 66 , n unele regiuni rata mortalitii infantile a fost chiar n cretere pe parcursul acestei perioade. Cauzele unei mortaliti infantile att de ridicate erau foarte numeroase i complexe. Ele i aveau originile n condiiile precare de via, n alimentaia insuficient i inadecvat, n lipsa igienei i a personalului medical calificat, apoi n condiiile de locuire inadecvate nou-nscuilor, n lipsa de ngrijire special necesar copiilor de aceste vrste, nu n cele din urm n ncercarea de tratare a bolilor copiilor dup tratamente aplicate de medicina tradiional adulilor etc. Muli copii, aa cum se poate constata i din analiza registrelor de stare civil, mor n timpul naterii sau imediat dup aceasta. Nu n ultimul rnd, mortalitatea infantil ridicat i are
66 Valoarea ratei mortalitii infantile din spaiul transilvnean (fr a fi incluse aici regiunile Banatului, Crianei i Maramureului) a fost n anul 1865 de 178,3, pentru ca n primul deceniu al secolului al XX-lea s ajung la 193. Bolovan, Transilvania, cit., p. 156.
193 originea i ntr-o mentalitate colectiv pguboas a populaiei, n atitudinea fa de medic i sistemul sanitar.
4. Concluzii
Registrele parohiale de stare civil se dovedesc a fi surse de documentare importante att pentru istorici, ct i pentru demografi, sociologi, antropologi, etnografi, lingviti etc. Aceste nscrisuri bisericeti i-au dovedit nsemntatea mai ales acolo unde alte surse documentare (n special cele din categoria nregistrrilor fcute de ctre stat) s-au dovedit insuficiente, lacunare i neclare. Registrele parohiale de stare civil se preteaz n acest caz pentru o analiz calitativ, dar i cantitativ la nivel comunitilor locale. Dincolo de utilitatea i semnificaia lor documentar, aceste nscrisuri trebuie privite sub rezerva subiectivismului introdus de faptul c ele erau gestionate de ctre preoi (fiecare preot este astfel exponentul promovrii unor realiti demografice i confesionale privite din perspectiva propriei sale convingeri religioase). Registrele parohiale se dovedesc ns a fi singurele documente ce ne permit s ptrundem n intimitatea indivizilor fiecrei comuniti. O asemenea zestre documentar este incontestabil un bun pe care cercettorii ar trebui s-l promoveze i s-l utilizeze n cercetrilor lor nu doar la nivel local, ci i pentru a verifica i demonstra anumite comportamente i tendine la nivel general.
III. CONCETTI
197
ROBERTO SCAGNO
Le nozioni di romnism e suflet romnesc nella cultura romena tra le due guerre mondiali e le loro derivazioni postbelliche
Nella storia della Romania moderna, il problema dellidentit nazionale, il problema del romnism, presente in maniera costante anche se non sempre esplicitamente tematizzato. Nei decenni successivi alla costituzione della Grande Romania, e in particolare nel corso degli anni Trenta, il dibattito su tale tema assume tonalit sempre pi aspre, contrapponendo uomini di cultura, filosofi, sociologi, teologi e letterati - basti pensare alla polemica suscitata dal saggio di Constantin Rdulescu-Motru (1868-1957), Romnismul. Catehismul unei noi spiritualitii (1936) e si viene a intrecciare in modo indissolubile con la storia politica del Paese in un periodo particolarmente drammatico. Tale intreccio ha significato la dissoluzione del problema in quello della componente ultranazionalista sia del fascismo guardista, sia delle dittature reale di Carol II e militare del maresciallo Antonescu. Di conseguenza, gli studi storici successivi al 1989 dedicati al periodo interbellico hanno preso in considerazione il romnism come nucleo centrale di una dottrina politica, o meglio di alcune dottrine politiche, varianti romene del radicalismo di destra europeo. Ne hanno quindi colto la valenza strumentale legata a un particolare contesto storico- politico, trascurandone la persistenza ossessiva al di l delle contingenze storiche. Dopo il 1948, la nozione di romnism con le sue due componenti (il problema dellidentit nazionale e il nucleo dottrinario ultranazionalista) vengono celate per motivi ideologici durante il periodo stalinista, e compaiono manipolate
198 e mistificate negli anni del nazional- comunismo di Ceauescu. Dicionarul limbii romne moderne del 1958 riporta soltanto le due accezioni sentiment naional al romnilor e (rar) cuvnt sau expresie specific limbii romne. Le stesse definizioni sono presenti nella prima edizione (e nelle successive) del DEX (Dicionarul explicativ al limbii romne del 1975. Nello stesso anno, Dicionarul Limbii Romne (DLR) edito dallAccademia della Repubblica Socialista Romania presenta la voce romnism (con la variante rumnism) sotto laccezione principale sentimentul naional al romnilor; spirit romnesc. Tutta la storia ultracentenaria della nozione esemplificata soltanto con le citazioni di alcuni autori ottocenteschi, a partire da George Bariiu (1839): Vorbele lui Lazr asupra rumnismului aflar n rposatul Blceanu un protector nrvnat; Tradiia oral a neamului nostru, cuprins n cnticele vechi, ne d tot romnismul crilor bisericeti i a hronicarilor (Alecu Russo); Civa boieri, ruginii n romnismjleau pierderea limbii, uitndu-se cu dor spre Buda sau Braov, de unde le veneau pe tot anul calendare cu poveti (Negruzzi); Deteptarea romnismului din letargia n care l afundase grecismul fanariot (Ghica). Viene anche presentata unaccezione linguistica: (rar) Termen, expresie sau construcie specific limbii romne mprumutat de alt limb (dar neadaptat la sistemul acesteia) Romnismele intrate n limba sailor sunt mai numeroase n regiunile n care ei sunt tare amestecai cu romnii Pucariu 1 . Linterferenza tra queste due accezioni avrebbe potuto essere evitata se nella lingua romena si fosse affermato il termine romnitate (nvechit, rar, dice il DLR), che ha invece assunto il senso prevalente di totalitatea romnilor, poporul romn, Opera noastr va fi o prism general a romnitii [] Aici a fost totdeauna mduva romnitii (Hasdeu) 2 .
1 Dicionarul Limbii Romne (DLR), serie nou, tomul IX, litera R, Bucureti, Editura Academiei Republicii Socialiste Romnia, 1975, p. 537. 2 Ibidem.
199 Da notare ancora che il termine romnism non compare nel Dicionar politic (1975) 3 e neppure nel Dicionar de filozofie (1978) 4 . Il problema dellidentit nazionale e i contrastati dibattiti interbellici dovevano essere nascosti, e questo per un preciso motivo. Il nazional-comunismo romeno degli anni Settanta si basava su due pilastri ideologici: da un lato sul protocronismo e dallaltro sullesaltazione di una presunta specificit antropologica romena (gli oameni de omenie secondo un grottesco sintagma intraducibile in altre lingue), che ricostruiva in maniera secolarizzata la tradizione orale popolare (il folclore) e la storia culturale secondo le rigide norme dellateismo scientifico (di fatto, un antiteismo militante e dogmatico). La formazione delluomo nuovo implicava la manipolazione censoria del passato borghese. Dopo il 1989, il problema riemerso alla luce del sole, sono stati pubblicati testi e antologie degli autori che avevano animato il dibattito interbellico (tra gli altri Constantin Rdulescu-Motru, Nichifor Crainic, Nae Ionescu, Dumitru Stniloae, Mihai Ralea, Constantin Noica, Emil Cioran, Mircea Eliade, Mircea Vulcnescu), ma la rilettura di questi testi stata sovente coinvolta nelle polemiche attuali tra nazionalisti e occidentalisti, nella fase di transizione allUnione europea, e continua ancor oggi. Si impone pertanto una visione oggettiva, attenta alla contestualizzazione storica con la prospettiva di un superamento di una empasse sempre pi sterile. La primavera dei popoli del 1848 collocava al centro dellattenzione la rinascita delle singole identit nazionali europee sulla base degli Statuti costituzionali liberali che implicavano i diritti delle minoranze etniche e religiose, e ponevano le basi di dialogo e di confronto filosofico e interconfessionale prima che politico. Tali basi teoriche non
3 Dicionar politic, Bucureti, Editura politic, 1975. 4 Dicionar de filozofie, Bucureti, Editura politic, 1978.
200 sono crollate nei decenni successivi, nonostante la crisi degli Stati liberali, il massacro europeo della Prima Guerra Mondiale sino allaffermazione degli Stati totalitari fascisti. In buona parte dellEuropa centro-orientale nello stesso periodo invece andata crescendo lattenzione verso i problemi identitari, nella ricerca, a volte ossessiva, della specificit nazionale (nel senso dello specifico etnico), e tutto ci ha comportato il rifiuto acritico dei valori liberali e lo sviluppo irrefrenabile delletnonazionalismo. Il caso romeno da questo punto di vista assai interessante. Mi limiter qui a tracciare alcune linee generali e a presentare alcuni esempi significativi. Nel 1927, Nichifor Crainic (1889-1972) pubblica sulla rivista Gndirea il saggio Sensul tradiiei che verr a costituire il manifesto dellortodossismo gndirista. Tradizione autoctona folclorica, suflet romnesc, credenza religiosa ortodossa e rinascita bizantina sono componenti dello specifico nazionale.
Dac menirea poporului romnesc este aceea de a crea o cultur dup chipul i asemnarea lui, afirmaia aceasta implica i soluia unei orientri. Cine preconizeaz orientarea spre Occident rostete un non-sens. Orientarea cuprinde n sine cuvntul Orient i nseamn ndreptarea spre Orient, dup Orient. [] i cum noi ne aflm geografic n Orient i cum, prin religia ortodox, deinem adevrul luminii rsritene, orientarea noastr nu poate fi dect spre Orient, adic spre noi nine, spre ceea ce suntem prin motenirea de care ne-am nvrednicit. [] Occidentalizarea nseamn negarea orientalismului nostru, nihilismul europenizant nseamn negarea posibilitilor noastre creatoare. Ceea ce nseamn negarea principal a unei culturi romneti; negaia unui destin propriu romnesc i acceptarea unui destin de popor nscut mort 5 .
Questo saggio era stato preceduto da una serie di articoli dello stesso Crainic a partire dal 1926, lanno della svolta ortodossista della rivista, che avevano destato una lunga
5 N. Crainic, Sensul tradiiei, in Puncte cardinale n haos, Bucureti, Editura Albatros, 1998 (ed. or. 1936), p. 64.
201 polemica implicando in primo luogo il gruppo della rivista Viaa romneasc, e in primis Mihai Ralea (1896-1964). Nel saggio Fenomenul romnesc (1927), Ralea contrappone alla visione ortodossista dello specifico nazionale una visione laica e razionale:
Dac observm bine, cu toat atenia, moravurile, instituiile, felul de a reaciona al poporului nostru, vom ajunge uor la concluzia c psihologia sa intr n acest fel de comportare echidistant ntre voluntarismul activist al Apusului i pasivitatea fatalist a Orientului. Aezai geograficete i sufletete ntre influene care ne vin dintr-o parte i din alta, sufletul nostru i-a alctuit un echilibru din caractere luate i dintr-o parte i din alta. Aceste influene duble n-au rmas ns ntre ele n conflict, n dualism. n sufletul nostru s-au topit formnd o sintez nou, un echilibru. Echilibrul nostru sufletesc se cheam adaptabilitate. Prin el ne deosebim de toat lumea Orientului dar i de aceea a Apusului 6 .
Ralea individua poi altre componenti della psicologia etnica romena: saggezza, scetticismo, bont, mancanza di ingenuit, senso del relativo, debole sentimento religioso. Adattabilit nel contesto della modernizzazione significa apertura allOccidente. Si sviluppa cos una polemica che viene ad approfondire la frattura fra autoctonisti e occidentalisti. Rammentiamo che il 1924-25 vede luscita dellimportante studio di Eugen Lovinescu (1881-1943), Istoria civilizaiei romne moderne, che costituir il punto classico di riferimento occidentalista nei decenni seguenti. La posizione teorica di Ralea implicava comparazioni generalizzanti e stereotipi sulla base di una psicologia dei popoli di matrice positivista 7 .
6 M. Ralea, Fenomenul romnesc, in Fenomenul romnesc, Bucureti, Editura Albatros, 1997, p. 76. 7 Ralea si collocava sulla linea sociologica durkheimiana, iniziata in Romania da Dumitru Drghicescu (1875-1945) con il suo studio Din psihologia poporului romn (1907), ma era al contempo influenzato dalla Vlkerpsychologie di matrice wundtiana.
202 Appare evidente dalla lettura in parallelo delle due posizioni limpossibilit di mediazioni, di un terreno comune di dialogo e di confronto. Limpianto teorico di Ralea era aperto allOccidente ma utilizzava categorie psicologiche datate e improduttive nel tentativo di presentare uno specifico etnico razionalmente fondato. Nella posizione di Crainic evidente linflusso spengleriano nella distinzione tra Kultur e Zivilisation, nelle tesi dellorganicismo sociale e nei concetti di missione e destino specifici di ogni comunit nazionale 8 . Quella che mancata in quegli anni e nel successivo decennio una voce autenticamente liberale che, riprendendo le fila del dibattito risorgimentale (renaterea paoptist), fungesse da mediazione riportando il tema dellidentit nazionale sul terreno della tradizione storica romena ma nel contempo anche su quello dei diritti individuali del cittadino e delle minoranze nazionali linguistiche e confessionali, al di l della chimerica ricerca di uno specifico etnico razionalmente o misticamente inteso. A mio parere, la debolezza della riflessione teorica democratica e progressista ha aperto la strada al consolidarsi delle teorizzazioni etnonazionaliste fino alle drammatiche derive verso la destra radicale e totalitaria di una parte consistente delllite intellettuale romena interbellica. Lanalisi critica dellampio e variegato spettro concettuale dei diversi rappresentanti delletnonazionalismo romeno riservata a uno studio in gestazione, mi limiter qui a
8 Convinzione profonda di Crainic, sviluppata nei suoi scritti degli anni Trenta, che la tradizione spirituale del cristianesimo ortodosso sia intrinseca alla cultura popolare romena; il folclore conserverebbe pertanto le basi profonde dellessenza del neam, le radici nel tempo e nello spazio carpato-danubiano, quegli elementi fondamentali da sviluppare nella direzione di un destino storico specificamente romeno. Romanticismo herderiano e teologia ortodossa per la costruzione di un romnism politico nel Programma dello Stato etnocratico del 1937. Cfr., N. Crainic, Ortodoxie i Etnocraie, Bucureti, Editura Albatros, 1997 (ed. or. 1938), pp. 239-271.
203 presentare il nucleo teorico comune o almeno largamente condiviso, che si pu cos riassumere: il problema dellidentit nazionale (il romnism) consiste nella determinazione di uno specifico nazionale che rimanda a uno specifico etnico; letnos ha caratteristiche di unit e unicit (neam vs popor) e si fonda su una tradizione (preistorica, storica, folclorica, religiosa, mitica); tale tradizione ha come sua sostanza lanima romena (sufletul romnesc), essenza inesprimibile concettualmente e incomunicabile, pi vicina alla nozione di Seele che a quella di Geist (secondo la teorizzazione di Ludwig Klages). Nella trappola etnonazionalista sono caduti molti dei pi validi rappresentanti della giovane generazione (la cosiddetta generazione del 27), la generazione di Mircea Eliade (1907- 1986), che hanno fatto il passo dal dibattito teorico sul romnism alla militanza politica ultranazionalista. Emblematico il caso di Eliade che, nel biennio 1937-1938, si impegna politicamente scrivendo una quindicina di articoli nazionalisti e prolegionari. Una attenta analisi dei testi rileva un equivoco politico di fondo: Eliade presenta limmagine idealizzata di una lite militante e il modello ideale di una rivoluzione cristiana gandhiana in cui sono assenti le componenti violente, ereticali e antiebraiche. Negli stessi anni, tuttavia, il suo romnism ha assunto anche le caratteristiche di un personale Kulturkampf vitale e produttivo che aveva come obiettivo la sprovincializzazione della cultura romena al di l delle chiusure autoctoniste e del mimetismo occidentalista, attraverso la valorizzazione del patrimonio arcaico romeno e pi in generale della spiritualit romena con i metodi e gli strumenti scientifici occidentali e la collaborazione di studiosi stranieri 9 . La parabola finale negativa del romnism politico interbellico ha avuto un testimone critico, lucido e feroce, in Eugen Ionescu (non ancora Eugne Ionesco) che, nel febbraio
9 Cfr. R. Scagno, Prefazione a M. Eliade, Diario portoghese, Milano, Jaca Book, 2009, pp. VII-XXXVI.
204 del 1944, scriveva da Parigi a Tudor Vianu: Cultura naional, tradiionalismul, necazul contra francezilor i democraiilor apusene, superioritatea spiritualitii ortodoxe contra celei papistae i toate multiplele semntorisme, thracismele, gardismele etc. sunt, cum bine tim, de fapt, semnele unei adnci maladii intelectuale - refuzul culturii 10 . Se teniamo conto, ora, del contesto storico e passiamo sopra alla violenza della polemica interna alla giovane generazione, non possiamo non affermare che ogni dibattito sullidentit nazionale debba sempre includere il dialogo con i valori liberali della civilt.
10 Scrisori ctre Tudor Vianu II (1936-1949), Bucureti, Editura Minerva, 1994, p. 234.
205
ANTONIO V. FAUR
Consideraii n legtur cu termenii de bandii, dumani i teroriti utilizai de autoritile comuniste mpotriva adversarilor politici (1947-1950)
Una dintre direciile relativ noi ale cercetrii istorice interdisciplinare este i aceea care se ocup de studiul limbii, al sensului cuvintelor. Analiza semantic a limbajului i cuvintelor utilizate de oficialitile unui regim politic de orice tip, dar mai ales de cele totalitare, n lupta dus mpotriva opozanilor politici, poate duce la concluzii care pot servi la explicarea schimbrilor produse n societate, la nivelul mentalitii deintorilor puterii, i poate ajuta la descifrarea mecanismului de impunere a puterii, i al controlului exercitat de aceasta asupra societii. Un astfel de demers dincoace de cortina fier, n rile satelite Moscovei, a fost- mult vreme - imposibil. n Romnia, numai dup cderea regimului comunist au aprut primele lucrri de acest fel. n schimb, n lumea liber, dup al doilea rzboi mondial, regimurile politice, discursul i limbajul politic, au fost examinate de cercettori. Astfel, din anii 50 au nceput s apar volume consacrate acestei problematici istorice 1 .
1 Enumerm cteva dintre acestea: Arne Naess i colab., Democracy, ideology and objectivity: studies in the semantics and cognitive analysis of ideological controversy, Oslo University Press, 1956; Harold D. Lasswell i Nathan Leithes, Language of politics: studies in cantitative semantics, Cambridge, Massachusetts Institute of Technology, 1968 i Jens A. Cristopherson, The Meaning of Democracy as Used in European Ideologies from French to the Russian Revolution: an historical study in political language, Oslo, Universitetforlaget, 1968.
206 n anii 70 era deja conturat direcia de analiz a discursului politic, cu lucrri precum cele a lui Rgine Robin (Histoire et linguistique, 1973) sau Maurice Tournier, care, n articolul Des mots en histoire, i declara preocuparea pentru o lingvistic a istoricilor, urmat de Des mots en politique. Propos dtimologie sociale, (1997). n limba romn a fost tradus cartea cercettoarei franceze Franoise Thom, La Langue de bois, lucrare considerat clasic. De asemenea, au fost editate i cri care conin capitole destinate limbajului 2 . Dup nceputul ocupaiei sovietice, societatea din spaiul central-est-european a trecut printr-un proces de transformri radicale, conforme cu modelul sovietic. n acest context, limbajul politic a devenit, n mod inevitabil, un instrument esenial n impunerea noii puteri. Parafraznd, am putea spune: la nceput trebuia s fie cuvntul care legitimeaz i justific aciunea. Deoarece cuvintele nu puteau fi - pur i simplu - inventate, regimurile comuniste, n cele mai multe cazuri, au pstrat formele lor vechi, ns le-au conferit alte sensuri, fiind chemate a servi furitorilor noii societi, mai bun i mai dreapt, pretindeau ei, dect cea veche, capitalist). Acest lucru a fost evident de la bun nceput, aa cum reiese din chiar denumirea noilor state (democraii populare), adoptat de rile est-europene. Adic, se afirm c noile regimuri erau cu adevrat democratice, fiind populare, nu liberale, o tautologie prin care Moscova ncerca s impun coninutul nou al democraiei exportat de ea. Cuvntul i limbajul oficial au devenit, prin urmare, mijloace de nfierare a adversarilor, de demonizare a lor, cureaua de transmisie a noului mesaj al puterii politice ctre societate.
2 Vladimir Volkoff, Tratat de dezinformare. De la calul troian la Internet, Bucureti, Editura Antet, f.a., care abordeaz tehnicile de dezinformare i manipulare a opiniei publice. La acestea se adaug lucrarea lui Bogdan Ficeac, Tehnici de manipulare, Bucureti, Editura Nemira, 2001.
207 Avnd n vedere asemenea schimbri semantice, ne- am propus s ne referim cu aceast ocazie - la cteva din cuvintele care au aprut, n mod frecvent, n dosarele instituiei securitii. Cauzele fenomenului sunt multiple: mai nti, desfiinarea partidelor politice tradiionale n anii 1947-1948, apoi msurile luate mpotriva adversarilor politici (naional-rniti, liberali, legionari, ofieri dai afar din armat) i aciunile represive (ca declanarea arestrilor i condamnrilor abuzive), care au intensificat exodul n muni i pduri. Sub acest raport, sunt de menionat: legislaia care pregtea terenul pentru construcia socialismului, care a contribuit la extinderea micrii de rezisten anticomunist: Legea privind naionalizarea mijloacelor de producie (11 iunie 1948) i rezoluia Plenarei Comitetului Central al P.C.R. din 3-5 martie 1949 3 , cu privire la socializarea agriculturii. Din seria de cuvinte aparinnd acestei realiti, ne vom opri asupra celor de bandit, terorist i duman al regimului democratic, care au fost cel mai des utilizate. Lor li se pot aduga i altele ca: reacionari, fugari sau chiaburi. Dimensiunea rezistenei armate este demonstrat de numrul de grupri pentru perioada 1945-1959, care se ridic la cifra de 1196 4 . mpotriva acestor rezisteni s-a declanat, de ctre trupele de securitate i miliie, o campanie de urmrire i prindere, cei mai muli fiind organizai n celebrele bande teroriste, ascunse n pdurile i munii Romniei. Revenind la substantivul bandit, precizm c n dreptul comun acesta desemneaz o persoan care comite infraciuni de toate felurile, de la furt pn la crim. Aadar, banditul era un rufctor, n categoria aceasta intrnd hoii,
3 ***, Bande, bandii i eroi. Grupurile de rezisten i Securitatea (1948- 1968), Editura Enciclopedic, Bucureti, 2003, p. 9. 4 Ibidem, p. 9.
208 tlharii, briganzii, nelegiuiii, criminalii sau asasinii. Prin urmare, sensul consacrat al cuvntului bandit a fost modificat, autoritile comuniste, transformndu-l ntr-un instrument politic, dup modelul sovietic 5 . Autorii acestei transformri se bazau i pe o alt realitate avantajoas pentru ei, anume pe faptul c n epoca postbelic mai acionau nc att grupurile de bandii la drumul mare, ct i organizaiile de rezisten anticomuniste 6 , de unde se putea nate uor confuzia, prin confundarea primei categorii cu a doua mizndu-se pe teama i repulsia fireasc a populaiei fa de acest gen de infractori de drept comun 7 . Dup unii cercettori, suprapunerea acestor termeni a fcut ca, i dup cderea regimului comunist, o parte dintre fotii ofieri de securitate s cread i azi c lupttorii anticomuniti nu au fost altceva dectlotri 8 . Simplu spus, se punea semnul de egalitate ntre adversarul politic i rufctorul condamnat de dreptul comun. n realitate, n documentele oficialitilor termenii de bandit, terorist sau duman i desemnau pe adversarii regimului politic comunist, chiar i pe cei aflai n detenie, indiferent de forma n care acetia i manifestaser opoziia 9 . Referindu-se la ceea ce nelegeau autoritile sovietice - al cror model l copiau i restul rilor satelite - prin bandit, Jacques Rossi arta c era etichetat astfel
5 Florian Banu, Contribuii la un dicionar al limbii de lemn : banditul n documentele regimului comunist , n Cetatea Bihariei, 2007, nr. 2, p. 98. 6 Ibidem. 7 Ibidem, p.98. 8 Ochii i urechile poporului. Convorbiri cu generalul Nicolae Plei. Dialoguri consemnate de Viorel Patrichi n perioada aprilie 1999- ianuarie 2001, Bucureti, 2001, p. 86 (apud Florian Banu, op. cit., p. 98). 9 Florian Banu, Contribuii la un dicionar, p. 98.
209 orice individ care a fost tentat s reziste prin for, chiar i nenarmat, violrii drepturilor sale civile, naionale sau de alt de ctre autoriti 10 .
Indiferent dac erau numii bandii, dumani, teroriti, adversarii politici aveau un numitor comun: erau reacionari, adic, conform accepiunii date de comuniti, toi aceia care se opuneau, n orice form, revoluiei bolevice, comunismului. Iat ce rspuns concis i clar ddea un cekist, n ziarul Izvestia (martie, 1921), la ntrebarea: Ce este banditismul? O activitate contra-revoluionar! 11 . n continuare, exemplificm afirmaiile cu cteva citate despre bandii i bande, din sutele care abund n documentele securitii:
Banda U a fost distrus printr-o operaiune de capturare n cursul creia acesta a fost ucis. Au fost arestai ase membri ai bandei, ase bandii au fost mpucai n cursul operaiei i ase sunt urmrii 12 ; Au fost reinui 14 membri ai bandei Spiru Blnaru i Ionescu Gheorghe, 120 de gazde, favorizatori i complici; apte bandii au fost mpucai n operaiune 13 ; n Munii Apuseni sunt semnalate bande formate din maniti, legionari, ofieri deblocai, bandii de drept comun etc.;
un exemplu din Bihor:
Banda doctorului Capot era ajutat de gazde i iscoade recrutate dintre preoi, funcionari i pdurari de la Stna de Vale, de pe muntele Vldeasa, care au fost arestai cu prilejul unor arestri fcute de D.R.S.P. Oradea n legtur cu D.R.S.P. Cluj la 30 noiembrie 1948 14 ; Situaie (din 24 iunie 1950) cu evidena
10 Jacques Rosii, Le manuel du Goulag. Dictionnnaire historique, prface de Nicolas Werth, Le cherche midi editeur, f.a., p.30-31 (apud Florian Banu, op. cit., p. 98). 11 Florian Banu, op. cit., p. 98. 12 Ibidem, p. 59. 13 Ibidem, p. 61. 14 ***, Bande, bandii i eroi, p. 63.
210 bandelor care se urmresc din punct de vedere informativ de ctre Direcia General a Securitii Poporului,
n care avem referiri i la bandele din judeul Bihor 15 ; n concluzia la raportul su din 28 noiembrie 1950, un ofier de securitate afirma urmtoarele:
n urma aciunilor desfurate de organele Ministerului Afacerilor Interne la sfritul anului 1948 i la nceputul anului 1949, bandele din muni au primit puternice lovituri, fiind lichidate majoritatea grupurilor importante. Elemente rzlee au reuit s scape urmririi organelor noastre i s rmn ascunse n muni. Spre sfritul anului 1949 i nceputul anului 1950 a urmat o perioad de regrupare a bandiilor 16 .
La finele aceluiai an, situaia numeric pe ar era de 450 de arestai i 27 de rezisteni ucii n lupt, din care 24 de arestai i un rezistent ucis erau din judeul Bihor 17 . Viziunea comunist asupra societii era maniheic, totul fiind divizat n alb sau negru, bine sau ru, reaciune sau progres. n dihotomia care rezult din limbajul utilizat, comunitii erau, n mod indubitabil, exponenii binelui, ai progresului, iar rivalii lor reprezentau contrariul, rul, reaciunea. Arogarea abuziv i exclusiv, ntr-o manier tipic bolevic, a binelui a dus, conform logicii luptei de clas, la includerea tuturor adversarilor politici n categoria general a rului, cu diverse forme de manifestare. Aceast premis eronat, dar singura posibil pentru extremitii politici, repetat cu obstinaie i dus la patologic, avea consecine asupra limbajului politic, n sensul c acesta devenea o arm redutabil n arsenalul liderilor de partid sau ai anchetatorilor Securitii. Distrugerea total a adversarului ncepea cu eticheta care i se aplica. Ca urmare, sensurile multor cuvinte au fost
15 Ibidem, p. 91. 16 Ibidem, p. 115. 17 Ibidem, p. 117.
211 deformate, denaturate, aa cum a fost i cazul celor n discuie: (bandit, duman sau terorist), care au fost intens politizate. Perversiunea consta n faptul c, aa cum se tie azi i era cunoscut i n epoca respectiv, minoritatea comunist se pretindea, n mod abuziv, legitim, ns autoritatea sa se sprijinea doar pe tancurile sovietice i NKVD, nu pe adeziunea romnilor, care erau n majoritate anticomuniti. Cu un numr de 1.000 de membri n momentul reintrrii n legalitate (la 23 august 1944), Partidul Comunist din Romnia nu reprezenta nici mcar interesele muncitorimii romne, categorie social atras, n msur mai mare, de Partidul Social-Democrat. La nivelul percepiei societii romneti, ei erau vzui ca o for strin de spiritul i tradiiile naionale, o agentur de spionaj a Moscovei, mpnzit cu alogeni, care au luat, de la nceputul existenei lor, oficial, o poziie mpotriva unitii statale a Romniei, motiv pentru care, pe bun dreptate, au fost scoi n afara legii de autoritile statului romn n anul 1924. Semnificaia expresiei dumanul poporului (folosit i consacrat de revoluia francez) se referea la elementele din clasele sociale privilegiate, care se opuneau rsturnrii strii de lucruri caracteristice vechiului regim. Termenul a nceput s fac carier, fiind preluat de revoluia bolevic i, dup ncheierea celui de-al doilea rzboi mondial, exportat n rile eliberate de Armata Roie. ns, acum termenul nu mai avea acoperire n realitate. Poporul era n viziunea comunitilor reprezentat de o minoritate politic extrem de agresiv i foarte bine organizat, susinut de Moscova, care se substituise poporului real. Deci, o sect politic exclusivist, cu pretenii de deinere a adevrului absolut, ncerca s reinventeze legitimitatea politic cu ajutorul limbii. Comunitii se considerau a fi reprezentani ai unui regim democratic (de fapt, antidemocratic, dac judecm realitatea dup standardele democraiei clasice), iar rezistenii din popor nfundau nchisorile sau erau lichidai.
212 Reprezentanii noii puteri, ca i instrumentele lor represive, s-au strduit ca, prin limbajul introdus n viaa public, s nfiereze - cu o uurin surprinztoare - aciunile celor implicai n micarea de rezisten anticomunist, care era prezent n toate regiunile rii (n diverse forme i cu un diferit potenial de manifestare, dar, n esen, o expresie vie a spiritului antitotalitar al romnilor). Astfel, documentele vremii (de la cele pstrate n arhive i pn la presa de orientare comunist) sunt pline de formulri precum: duman al regimului democrat, duman al poporului (care suna sinistru i descalificant), elemente dumnoase i atitudine dumnoas 18
fa de regimul impus de Moscova. Alt sintagm utilizat, pe care o supunem ateniei, este aceea de terorist, adic persoan care folosete mijloace violente pentru rsturnarea sau influenarea ordinii legitime a statului. Dac percepia asupra teroritilor ar fi aparinut autoritilor unui stat democratic, atunci, ntr-adevr, acetia puteau fi considerai ca atare. n realitate, lupttorii anticomuniti refugiai n muni au devenit eroi ai unei rezistene anticomuniste. Ei au fost, cu o evident intenie defimtoare, etichetai de ctre autoritile comuniste i de securiti drept bandii, teroriti i dumani. Anchetatorii securiti i gardienii din nchisori recurgeau, adesea, la termenul de bandii 19 . Chiar i procurorii au utilizat acest apelativ, pentru a putea propune pedepse exemplare. Un ntreg arsenal incriminatoriu s-a constituit pornindu-se de la formulri ca bandit, bande, teroriti, menite s in sub teroare un popor ntreg, a crui ar era ocupat de trupele sovietice, iar instituiile se aflau sub control bolevic. Exemplificm cu citate din documente edite:
18 Antonio Faur, tefan Popescu liderul grupului de rezisten anticomunist din sudul Bihorului (1946-1950), Oradea, Editura Universitii din Oradea, 2007, p. 69, 71, 73, 77, 167. 19 ***, Bande, bandii i eroi, p. 90.
213
Referat n legtur cu banda terorist a colonelului c.d. Arsenescu Gheorghe, aflat n Munii Muscelului 20 ; La Timioara s-a descoperit o organizaie terorist intitulat Organizaia naional cretin de lupt mpotriva comunismului, care-i mai spunea i Vulturul Negru i Bastonul Negru 21 ;
un raport al securitii dintr-un jude se intitula:
Sintez asupra evoluiei bandelor teroriste de pe teritoriul judeului Tulcea ntocmit de Serviciul Judeean de Securitate Tulcea, n mai 1949 22 , sau un altul: Situaia bandelor existente la 24 iunie 1950, care se urmresc din punct de vedere informativ 23
(de ctre Direcia General a Securitii Poporului);
titlul unei alte dri de seam, ntocmite de securitate la 28 noiembrie 1950:
Dare se seam de rezultatele obinute n urma aciunilor ntreprinse de organele de securitate, cu sprijinul organelor de miliie, n vederea depistrii i lichidrii bandelor teroriste i a organizaiilor subversive semnalate n muni i pduri 24 ; Banda terorist uman Leon s-a format n anul 1948 susnumitul desfoaro serie de aciuni pentru a organiza legionarii n scopul subminrii regimului democrat- popular. n anul 1948, simindu-se urmrit, formeaz o band terorist narmat, n cadrul creia i asum rolul de conductor 25 .
Avem, ntr-un singur fragment citat, toate calificativele: band, bandii, band contrarevoluionar i teroriti. n condiiile n care comunitii nu apelau la dialogul politic, nici la o alt prghie democratic, s-a ajuns ca sistemul
20 ***, Bande, bandii i eroi, p. 96. 21 Ibidem, p. 61. 22 Ibidem, p. 73. 23 Ibidem, p. 91. 24 Ibidem, p. 99. 25 Ibidem, p. 273.
214 s se bazeze pe cunoscuta regul: cine nu-i cu noi, este mpotriva noastr, adic dumanul nostru, care trebuie anihilat prin cele mai dure mijloace. Astzi, ntr-un alt context istoric, marcat de lupta occidentului democratic mpotriva unui fenomen global, terorismul nate imediat reacii mpotriv, la nivel planetar, dei, n cele din urm, este cunoscut relativismul percepiei i faptul c fiecare parte vede lucrurile doar din punctul lui de vedere, dar, dup unele opinii,
atunci, n faa adevratelor hecatombe provocate de armate de ocupaie i de organele de represiune, n faa abandonrii Europei de Est de ctre Aliaii occidentali, calea violent rmnea aproape unica soluie. Cei care i-au pus viaa n joc, lund drumul munilor i al pdurilor, au dat n primul rnd o prob de curaj i demnitate, deopotriv individual i naional 26 .
Este firesc s ne punem ntrebri, azi, cu privire la scopul utilizrii acestor termeni? n primul rnd trebuie spus c, pentru a- i realiza obiectivele politice, autoritile comuniste au procedat la pervertirea limbii, devenit doar un alt instrument n mna lor. Ele au modificat sensurile consacrate ale cuvintelor, n favoarea noului mesaj politic. Starea de anormalitate a substituit normalul, societatea fiind atins de boal, noile formule lingvistice folosite n discursul oficial fiind dovada acesteia, iar cei care doreau s supravieuiasc aveau doar o singur ans: adaptarea la noua realitate. n rile Europei de Est, partidele comuniste aflate la putere au recurs la un discurs politic gata format, imitat dup modelul sovietic.
Concluzia cercetnd limbajul - n ceea ce privete conceptul reacionar este c, la o lun dup ieirea la suprafaa scenei politice, comunitii veneau cu un limbaj stabil din punct de vedere
26 Ibidem, p. 22.
215 ideologic, repetitiv, vehiculau concepte fr s simt nevoia s le argumenteze i fr s cread c ar trebui argumentate 27 .
Aceast constatare cu privire la termenul de reacionar poate fi extins i pentru ceilali termeni n discuie. Dup unii cercettori avizai, scopul urmrit de autoriti, prin schimbarea sensului propriu al acestor cuvinte, a fost acela de a-i arunca n derizoriu adversarii politici, incriminndu-i ca pe nite reprezentani ai rului precum: dumani, teroriti, fugari (organizai n bande sau acionnd pe cont propriu). Cuvintele utilizate au suferit mutaii, servind mai bine intereselor noilor conductori politici. Aceast modificare a fost, fr ndoial, o ncercare de ctigare a legitimitii politice, sau mcar crearea aparenei acesteia. ncheiem cu o opinie, la care subscriem:
Cuvintele de acest tip, asemenea unui seismograf pertinent, indic procesualiti i ncorporeaz factori eseniali: gradul de toleran a unui regim politic, de intoleran a altuia, raporturile de clas, lupta de clas, structuri politice, anormalitate i anormalitate, idiosincraziile i sensibilitile unei epoci i ale unui regim politic 28 .
Sursele de informare (edite i inedite), dar i mrturiile supravieuitorilor, ne dau posibilitatea ca, bazndu-ne pe semantic, s relevm toxicitatea metodelor i a propagandei efectuate de un regim totalitar de stnga i s demontm:
Uriaa cldire a minciunii, edificat timp de patru deceniiAa cum s-a spus, secolul al XX-lea a fost secolul minciunii.Din acest motiv, imperativul intelectual i moral actual, al fiecrui cetean responsabil, ar trebui s fie: nu te lsa minit!
27 Corneliu Crciun, Contribuii de semantic istoric: reaciune i reacionar n discursul politic romnesc, n Cele trei Criuri, 2009, nr. 1-3, p. 69. 28 Corneliu Crciun, op. cit., p. 71.
216 Pentru aceasta, este ns necesar o bun cunoatere a
tehnicilor de manipulare, de dezinformare, a modalitilor insidioase de pervertire a limbajului, de transformare a eroilor n anti-eroi, a albului n negru 29 .
Mai adugm faptul c analiza acestor tactici ale securitii i comunitilor din Romnia atrag atenia ceteanului asupra riscului ca un asemenea tip de limbaj s nu mai intre n uzul i altor regimuri, chiar n zilele noastre, fr a fi imediat amendate.
29 Florian Banu, op. cit., p. 100.
217
RIASSUNTI / REZUMATE
ALVARO BARBIERI, Ideologia e persuasione: la parola dei capi in Geoffroy de Villehardouin
Per entro il quadro epistemologico che fa da sfondo ai nostri abituali protocolli scientifici, siamo abituati a considerare come un dato ovvio la coesistenza, in un qualunque testo, di molteplici livelli di senso, analizzabili separatamente ma spesso intimamente collegati e in ogni caso concorrenti alla costruzione complessiva del senso. Da ci discende un altro fatto comunemente accettato, vale a dire la legittimit e, anzi, lopportunit di avvicinarci ai testi secondo una strategia interpretativa che preveda una pluralit di punti dattacco implicanti diverse angolature disciplinari. Va detto per che ladozione di una prospettiva di ricerca integrata, sempre possibile e raccomandabile, appare particolarmente remunerativa per alcuni oggetti dindagine dal carattere anfibio. Uno di questi certamente La conqute de Constantinople di Geoffroy de Villehardouin, opera che rappresenta la pi completa e informata fonte sulla Quarta Crociata e, in pari tempo, uno dei primissimi esempi di prosa francese. Insostituibile documento sulla spedizione franco- veneziana e precoce testimonianza delle scritture prosastiche dol, il resoconto del Maresciallo di Champagne reclama accostamenti critici capaci di valorizzare la sua natura ancipite, tra le ragioni della letteratura e quelle della storia. Esaminando il modo in cui Villehardouin tratta i discorsi dei capi della Crociata, il presente lavoro aspira a dimostrare la fertilit euristica di un approccio misto, che sappia far reagire lo specifico letterario con la cornice storico-sociale e le poste in gioco ideologiche del testo.
218 Parole chiave: Storiografia medievale, Letteratura francese del Medioevo, Quarta Crociata
ALVARO BARBIERI, Ideologie i persuasiune: cuvintele comandanilor n Geoffroy de Villehardouin
n interiorul cadrului epistemologic folosit de obicei n studiile noastre tiinifice, ne-am obinuit s considerm drept evident faptul c n oricare tip de text sunt prezente mai multe nivele de sens, care, dei analizabile separat, de cele mai multe ori se ntreptrund i colaboreaz la construcia general a semnificaiei. De aici provine i legitimitatea de a studia textele prin strategii interpretative multiple i din mai multe perspective disciplinare. Desfurarea demersului critic pe mai multe planuri, oricnd posibil i folositoare, devine rentabil cu att mai mult n cazul n care obiectul cercetrii are un caracter multiplu i amfibiu. Un exemplu excelent, n acest sens, este La conqute de Constantinople de Geoffroy de Villehardouin, o oper care este n acelai timp cea mai complet i informat surs istoric asupra Cruciadei a Patra i unul dintre primele exemple de proz literar n franceza veche. Document indispensabil asupra expediiei franco-veneiene i mrturie precoce a prozei n langue dol, cronica Marealului de Champagne are nevoie de o abordare critic n stare s pun n valoare att aspectele sale istorice ct i cele literare. Articolul de fa cerceteaz modul n care Villehardouin reproduce discursurile comandanilor Cruciadei i ncearc s confrunte specificitatea literar a operei cu mizele sale ideologice i cadrul istorico-social.
Cuvinte cheie: Istoriografie medieval, Literatura francez medieval, Cruciada a patra
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219 FLORIN SFRENGEU, Istoriografie i arheologie: informaii din Gesta Hungarorum a lui Anonymus privind ducatul lui Menumorut i cercetrile arheologice de la Biharea
Articolul prezint informaiile din opera lui Anonymus, Gesta Hungarorum privind ptrunderea ungurilor pe teritoriul ducatului condus de Menumorut, cu reedina n castrum Byhor, asediul i cucerirea fortificaiei, precum i istoricul cercetrilor arheologice efectuate n cetatea de pmnt din localitatea Biharea. Gesta Hungarorum (Faptele ungurilor) este considerat o lucrare important pentru desluirea unor evenimente i realiti referitoare la maghiarii nou venii n Europa central, precum i la alte populaii aflate n zon, care au avut de suferit n urma aciunilor ntreprinse de acetia. Cercetrile arheologice din anii 1998-2004 confirm constatrile i concluziile anterioare, ntrindu-le n ceea ce privete momentul n care a fost construit cetatea de pmnt. Acest moment poate fi plasat n rstimpul dintre locuirea de epoc roman i locuirea feudal timpurie din nivelul mai vechi. Cercetrile istorico-arhologice efectuate pn n prezent au artat c fortificaia principal din ducatul lui Menumorut, castrum Byhor, din cronica lui Anonymus, poate fi localizat pe teritoriul localitii Biharea, unde masivele valuri de pmnt ale cetii impresioneaz i n prezent.
Cuvinte cheie: Cronica lui Anonymus, Biharea, cercetri arheologice, cetate de pmnt
FLORIN SFRENGEU, Storiografia e archeologia: le informazioni delle Gesta Hungarorum di Anonymus, riguardanti il ducato di Menumorut e le ricerche archeologiche di Biharea
Larticolo presenta le informazioni riportate nelle Gesta Hungarorum di Anonymus riguardanti la penetrazione degli
220 ungheresi sul territorio del ducato di Menumorut, nonch lassedio e la conquista della sua principale sede fortificata, il castrum Byhor. Viene inoltre ripercorsa la storia delle ricerche archeologiche condotte sul sito dellattuale Biharea. Gesta Hungarorum unopera importante per riuscire a chiarire alcuni eventi e realt riguardanti i magiari appena giunti nellEuropa centrale e le altre popolazioni della zona, che hanno subto le conseguenze della loro espansione. Le ricerche archelogiche degli anni 1998-2004 a Biharea hanno confermato i risultati ottenuti precedentemente, rafforzandoli per quanto riguarda la datazione della costruzione delle fortificazioni. Tale evento pu essere collocato nel lasso di tempo tra linsediamento di epoca romana e linsediamento feudale di epoca alto-medievale di livello pi antico. Le ricerche hanno inoltre dimostrato che la fortezza principale del ducato di Menumorut, il castrum Byhor citato nella cronaca dellAnonymus, pu essere localizzata sul territorio dellattuale Biharea, dove ancora oggi si pu ammirare il massiccio vallo di terra delle fortificazioni.
Parole chiave: Cronaca di Anonymus, Biharea, archeologia, fortificazioni di terra
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DAN OCTAVIAN CEPRAGA, Storia, retorica e linguaggio del patriottismo: la battaglia di Clugreni in Romnii supt Mihai- Voievod Viteazul di Nicolae Blcescu
Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul il capolavoro della storiografia romantica romena, nonch un imperituro best-seller del patriottismo nazionale, esposto a incessanti ri-usi ideologici e identitari, di cui il pi aberrante stato, come noto, quello della propaganda comunista. Non solo: anche uno degli esempi pi riusciti e artisticamente compiuti della prosa romena di primo
221 Ottocento, forse il frutto pi originale e convincente della stagione letteraria paoptist. Lampio sforzo di documentazione, il rigore del metodo, la discussione critica delle fonti ne fanno una delle punte pi avanzate della storiografia romena dellepoca. Allo stesso tempo, lopera anche unoperazione imponente di riscrittura mitica e letteraria del passato nazionale, trasfigurato in valore simbolico nelle forme eroiche dellepos. A partire da questa duplice natura del libro di Blcescu, larticolo propone una lettura retorica del celebre episodio della battaglia di Clugreni, allinterno del quale vengono analizzate le diverse strategie argomentative messe in atto, verificando la fisionomia complessiva dellimpianto persuasivo e i modi in cui questo si intreccia con il racconto storico. Figlia di una vera e propria et delleloquenza, la prima e, forse, lunica che abbia veramente interessato lintera res litteraria romena, lopera di Blcescu anche il luogo in cui il linguaggio del patriottismo romantico romeno ha raggiunto le sue forme pi nobili e raffinate.
Parole chiave: Storiografia romantica, Nicolae Blcescu, retorica, teoria dellargomentazione
DAN OCTAVIAN CEPRAGA, Istoria, retorica i limbajul patriotismului: btlia de la Clugreni n Romnii supt Mihai- Voievod Viteazul de Nicolae Blcescu
Capodoper a istoriografiei romantice romneti, Romnii supt Mihai-Voievod Viteazul este, totodat, un venic best-seller al patriotismului naional, supus, de-a lungul timpului, unor nencetate manipulri idelogice i identitare, dintre care cea mai aberant, dup cum tim, a fost cea svrit de propaganda comunist. n acelai timp, cartea lui Blcescu este un text literar de mare for oratoric i de o incontenstabil mplinire stilistic, poate exemplul cel mai reuit i convingtor al prozei literare paoptiste. Dac din punctul de vedere al istoriografiei, opera se remarc prin efortul de
222 documentare, rigoarea metodei i selecionarea critic a surselor, ntr-o perspectiv literar, ea este n schimb o impresionant transfigurare retoric a trecutului naional n forme mitizante i epice. Plecnd de la aceast natur duplicitar a operei, articolul propune o analiz retoric a episodului btliei de la Clugreni, n care sunt descrise i analizate principalele strategii argumentative utilizate i modul n care structura persuasiv se ntregete n naraiunea istoric. Rod al unei adevrate epoci a elocvenei, limbajul patriotismului romantic atinge n opera lui Blcescu forme nobile i rafinate, care marcheaz o etap major n devenirea prozei literare romneti.
Cuvinte cheie: Istoriografie romantic, Nicolae Blcescu, retoric, teoria argumentaiei
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SORIN IPO, Silviu Dragomir e la Securitate: le note informative del dossier di pedinamento (1957-1962)
Silviu Dragomir, importante storico e, per un certo periodo, anche uomo politico nei governi interbellici, stato arrestato dalle autorit comuniste il 1 luglio 1949 a Cluj e quindi trasferito nel Penitenziario di Caransebe, per scontare una condanna a sei mesi di carcere correzionale per reati contro la Legge bancaria, a cui si aggiungeva unammenda di 2 600 000 lei. In seguito, verr portato nel carcere di Sighet, accanto agli altri uomini politici e intellettuali ivi incarcerati dal regime. Ne uscir soltanto il 6 luglio 1955. Dopo la sua scarcerazione, Dragomir cerca di riprendere la propria attivit scientifica e di continuare a pubblicare, ma finisce nel mirino della Securitate, che non si fidava degli ex detenuti politici. In un primo momento gli ufficiali tentano di reclutarlo, poi, sospettandolo di spionaggio a favore degli inglesi, aprono sul suo conto un fascicolo di pedinamento. Per ottenere le informazioni di cui aveva bisogno, la Securitate si serve di una nutrita serie di informatori piazzati nellambiente di lavoro e
223 familiare di Dragomir. Larticolo propone, quindi, unanalisi dettagliata delle note informative redatte da informatori e ufficiali della Securitate, dalle quali si possono trarre le seguenti conclusioni: le informazioni fornite dagli agenti sono in generale ben articolate, per tutte le epoche, dagli studi universitari allattivit accademica, attraverso i momenti principali della storia contemporanea: lunione del 1918, Il Diktat di Vienna, il rifugio a Sibiu, il ritorno. Gli informatori evidenziano anche lattivit scientifica di spicco svolta da Silviu Dragomir nel periodo interbellico. Allo stesso modo, il suo impegno politico presentato correttamente, come unattivit di importanza secondaria, se confrontato con la sua professione di storico. Al di l di questi aspetti, i documenti ci mostrano come la Securitate abbia sorvegliato Silviu Dragomir, ricorrendo spesso a mezzi e metodi illegali e immorali. Allo stesso modo, ci mostrano che gli oppositori, i nemici o i sospetti nemici del regime comunista non hanno mai guadagnato la piena fiducia delle nuove autorit politiche. Il caso di Silviu Dragomir non , del resto, lunico, numerosi romeni essendo stati pedinati, imprigionati, uccisi dalle autorit comuniste.
Parole chiave: Silviu Dragomir, Securitate romena, fascicolo di pedinamento, note informative, spionaggio
SORIN IPO, Silviu Dragomir i Securitatea: notele informative din dosarul su de urmrire (1957-1962)
Istoric i om politic Silviu Dragomir s-a remarcat ntr-o manier diferit n cele dou caliti. Profesorul este arestat n 1 iulie 1949 la Cluj i, mai apoi, e transferat n penitenciarul din Caransebe, pentru a-i ispi pedeapsa de ase luni de nchisoare corecional pentru delict la Legea bncilor, la care se adugase i o amend corecional de 2 600 000 de lei. n data de 6 mai 1950, Silviu Dragomir a fost transferat la
224 nchisoarea de la Sighet, alturndu-se oamenilor politici i intelectualilor arestai i nchii aici. Dup ieirea din detenie, istoricul Silviu Dragomir ncearc s-i continue activitatea tiinific, s publice. Securitatea ns nu avea ncredere n fotii deinui politici. ntr-o prim faz, Securitatea a ncercat s-l recruteze pe Silviu Dragomir. Apoi, el a intrat n atenia organelor de represiune ca suspect de spionaj n favoarea englezilor. n consecin, ofierii de securitate propuneau ca istoricului Silviu Dragomir s-i fie deschis un dosar de urmrire informativ, pentru a se stabili dac este vinovat de spionaj n favoarea englezilor. Securitatea a reuit s obin cu ajutorul informatorilor, plasai n anturajul lui Dragomir, toate informaiile de care avea nevoie. Din notele informative se pot desprinde urmtoarele concluzii: n general, biografia este corect realizat, informatorii surprind principalele momente din activitatea lui Silviu Dragomir. Un argument n plus c l cunoteau bine. Informaiile furnizate de ageni sunt n general bine articulate, pentru toate epocile, despre studiile sale universitare, despre activitatea din cadrul universitii, punctndu-se momentele principale din istoria contemporan, unirea din 1918, Dictatul de la Viena, refugiul sibian, rentoarcerea. De asemenea, informatorii evideniaz activitatea tiinific remarcabil desfurat de Silviu Dragomir n perioada interbelic. Activitatea politic este, n linii generale, corect prezentat, nensemnat n comparaie cu cea tiinific. Dincolo de aceste aspecte, documentele ne arat cum securitatea l-a supravegheat pe Silviu Dragomir utiliznd, adesea, mijloce i metode ilegale i imorale. De asemenea, ne arat c opozanii, inamicii i suspecii regimului comunist nu s-au bucurat niciodat de ncrederea noilor autoriti politice. Cazul Silviu Dragomir nu a fost unul singular n Romnia comunist, numeroi romni fiind ucii, nchii i urmrii de autoritile comuniste.
ALVISE ANDREOSE, Dalla voce alla scrittura: problemi di transcodificazione nella stesura della Relatio di Odorico da Pordenone
Il resoconto (Relatio) che il francescano Odorico da Pordenone elabor nel 1330 al ritorno dal suo viaggio in India e in Cina, il frutto della collaborazione tra il viaggiatore e uno scriba, il confratello Guglielmo da Solagna. Numerosi indizi inducono a ritenere che, durante la dettatura, Odorico abbia fatto uso non del latino, ma della propria lingua materna. Nel testo si incontrano, infatti, varie lezioni inesatte che si giustificano soltanto partendo dallipotesi che il Solagna, nel momento della mise en crit, abbia frainteso sintagmi e espressioni che erano state pronunciate in volgare. Questa ipotesi, oltre a precisare le fasi di elaborazione dellopera, permette di fornire contributi importanti alla sua interpretazione, per ci che concerne in particolare lidentificazione dei toponimi e la decifrazione dei termini esotici.
Parole chiave: Odorico da Pordenone, letteratura di viaggio medievale, toponimi orientali
ALVISE ANDREOSE, De la rostire la cuvntul scris: probleme de transcodificare n redactarea operei lui Odorico da Pordenone
Relatarea (Relatio) franciscanului Odorico da Pordenone a fost elaborat n anul 1330, la ntorcerea din cltoria pe care Odorico o fcuse n India i China. Ea este rodul unei colaborri ntre clugrul cltor i confratele su Guglielmo da Solagna, care a avut rolul de scrib. Numeroase indicii ne fac s credem c Odorico a dictat textul nu n latin, ci utiliznd propria limb matern. n aceast privin, exist n text o
226 seam de leciuni eronate, care nu pot fi explicate dect prin ipoteza c Guglielmo da Solagna, n pasajul de la rostire la cuvntul scris, a rstlmcit unele sintagme i expresii care au fost pronunate n italian, sau mai bine zis n varianta dialectal friulan (sau venet veche). Aceast ipotez ne-a permis s conturm, cu mai mare precizie, fazele de elaborare a operei i s oferim, de asemenea, unele contribuii la interpretarea ei, mai ales n ceea ce privete identificarea toponimelor i descifrarea cuvintelor exotice.
Cuvinte cheie: Odorico da Pordenone, literatura medieval de cltorie, toponime orientale
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BARBU TEFNESCU, nsemnrile olografe de pe crile bisericeti - puterea de informare asupra sensibilitii lumii rurale
La modul general, ranul este perceput istoriografic drept o fiin discret, datorit siturii sale, dac nu n afara, cel puin la periferia cuvntului scris. Mai ales, discursul lumii rneti despre ea nsi este unul precar, istoricul gsind cu dificultate mijloace documentare pentru a strpunge carapacea nchiderii ntre limitele oralitii cvasigenerale, prin mrturisiri despre sine a ranului nsui. Un tip de surs care are asemenea caliti o reprezint modestele nsemnri (adnotri) marginale fcute pe crile bisericeti la nivelul secolelor XVI-XX, fascinante prin umanitatea tririlor, prin sensibilitatea exprimat simplu i direct, cu mare for de convingere, de cei care scriu sau de semenii lor, rani, despre i pentru care scriu. Aparena de via rneasc cenuie, monoton, spre care conduce o privire superficial, de sus i de la distan, asupra satului romnesc transilvnean la nceputurile modernitii, este dezminit, prin prisma acestei categorii de documente mai puin convenionale pentru istoric, de fapte, atitudini, gesturi i cuvinte ce dezvluie o lume structurat
227 n jurul unor valori simbolice, ntre care aspiraia spre Dumnezeu i spre mpria Cerurilor transpare din grija pentru Biseric, pentru destinul postum al sufletului.
BARBU TEFNESCU, Le annotazioni olografe sui libri di devozione:la loro forza dinformazione sulla sensibilit del mondo rurale
In genere, i contadini sono percepiti, da un punto di vista storiografico, come creature discrete, data la loro posizione, se non esterna, per lo meno marginale rispetto alla parola scritta. In particolare, gode di uno statuto alquanto precario il discorso che il mondo contadino ha prodotto su se stesso, giacch lo storico fatica a trovare gli strumenti documentari per penetrare la corazza di una quasi assoluta oralit, attingendo a testimonianze dei contadini stessi sulla propria vita. Un tipo di fonte che presenta tale caratteristica, sono le modeste annotazioni in margine ai libri di devozione datate tra i secoli XVI-XX, affascinanti per lumanit che lasciano trasparire e per la sensibilit espressa in modo semplice e diretto, con grande forza di convinzione, da chi le ha vergate. Alla luce di questi documenti, invero poco frequentati dagli storici, viene smentita limmagine di una vita contadina grigia e monotona, verso cui ci condurrebbe uno sguardo superficiale, da lontano e dallalto, sui villaggi romeni della Transilvania alle soglie della modernit. In essi vi sono testimoniati fatti, attitudini, gesti e parole che svelano un mondo fortemente strutturato intorno a valori simbolici, tra cui segnaliamo laspirazione religiosa, che traspare nelle preoccupazioni per la Chiesa e per il destino postumo dellanima.
Parole chiave: sensibilit rurale, annotazioni olografe, libri ecclesiastici, sociabilit, rito
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MIRCEA BRIE, Registrele parohiale de stare civil din Transilvania n a doua jumtate a secolului al XIX-lea. Semnificaie documentar
Registrele parohiale de stare civil, dei sunt surse principale de documentare pentru demografia istoric, ele sunt folosite cu rezultate considerabile i de ctre alte tiine precum: istoria, etnografia, sociologia, antropologia, lingvistica etc. Pn la sfritul secolului al XVIII-lea nsemnrile de stare civil s-au fcut foarte sumar i mpreun, n ordine cronologic, pentru toate evenimentele demografice; dup aceea, s-a trecut la nregistrarea n trei rubrici: pentru botezai, cstorii i mori. Coninutul registrelor de stare civil s-a mbuntit tot mai mult, n primul rnd datorit presiunii statului. Registrele bisericeti sunt singurele n msur s ne ofere o imagine asupra familiei n mediul rural, cel puin pentru a doua jumtate a secolului al XIX-lea. nscrisurile bisericeti, surse fundamentale pentru cercetarea vieii familiale, sunt de dou categorii: 1. registrele de stare civil i rapoartele anuale ale parohiilor; 2. fondurile autoritilor bisericeti, nscrisurile i procesele verbale consemnate de ctre episcopii. Aceste nscrisuri sunt surse complexe pentru cercettorul interesat de demografia istoric, de istoria social, dar i de istoria economic, de toponimie, onomastic etc. nscrisurile bisericeti i-au dovedit nsemntatea mai ales acolo unde alte surse documentare (n special cele din categoria nregistrrilor fcute de ctre stat) s-au dovedit insuficiente, lacunare i neclare. Registrele parohiale de stare civil se preteaz n acest caz pentru o analiz calitativ, dar i cantitativ la nivel comunitilor locale.
Cuvinte cheie: registre parohiale, Transilvania, familie, etnie, confesiune, comunitate.
229 MIRCEA BRIE, I registri parrocchiali di stato civile nella Transilvania della seconda met del XIX secolo. Significato documentario
I registri parrocchiali di stato civile sono tra le principali fonti di documentazione della demografia storica. Essi sono, tuttavia, utilizzati con risultati degni di nota anche da altre discipline, come la storia, letnografia, la sociologia, lantropologia, la linguistica, ecc. Fino alla fine del XVIII secolo le annotazioni di stato civile erano redatte in modo sommario e indistinto, in semplice ordine cronologico, per tutti gli eventi demografici. In seguito si passati alla suddivisione in tre rubriche: battesimi, matrimoni, decessi. stata soprattutto la pressione esercitata dallo Stato che, nel corso del tempo, ha portato ad una migliore e pi completa annotazione dei dati allinterno dei registri. Tali registri ecclesiastici sono di importanza fondamentale per chi volesse ricostruire, ad esempio, unimmagine attendibile della famiglia rurale nella Transilvania della seconda met del XIX secolo. Le registrazioni sono sostanzialmente di due tipi: 1) i registri di stato civile ed i rapporti annuali dei parrochi; 2) i fondi delle istituzioni ecclesiastiche, le annotazioni e i processi verbali dei vescovi. Entrambe queste tipologie costituiscono un insieme complesso di fonti per lo studioso di demografia storica, storia sociale ed economica, di toponimia, di onomastica, ecc. Esse sono particolarmente rilevanti nei casi in cui altre fonti documentarie si sono rivelate insufficienti, lacunose e poco perspicue. I registri parrocchiali di stato civile si prestano, in questi casi, ad analisi sia qualitative che quantitative riguardanti le comunit locali.
Parole chiave: registri parrocchiali, Transilvania, famiglia, etnia, confessione religiosa, comunit
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ROBERTO SCAGNO, Le nozioni di romnism e suflet romnesc nella cultura romena tra le due guerre mondiali e le loro derivazioni postbelliche
Nella storia della Romania moderna, il problema dellidentit nazionale, il problema del romnism, presente in maniera costante anche se non sempre esplicitamente tematizzato. Nei decenni successivi alla costituzione della Grande Romania, e in particolare nel corso degli anni Trenta, il dibattito su tale tema assume tonalit sempre pi aspre, contrapponendo uomini di cultura, filosofi, sociologi, teologi e letterati, e si viene a intrecciare in modo indissolubile con la storia politica del Paese in un periodo particolarmente drammatico. Larticolo intende ricostruire, nelle sue linee generali, la storia di nozioni quali romnism e suflet romnesc, tenendo conto non solo dei particolari contesti storico-politici in cui sono state elaborate e discusse, ma anche della loro persistenza ossessiva nella cultura romena, al di l delle contingenze storiche. Una serie di esempi significativi presentano alcuni dei modi in cui stato inteso il romnism, nella sua duplice accezione, da una parte come espressione del problema identitario e della ricerca della specificit nazionale (nel senso dello specifico etnico), dallaltra in quanto nucleo dottrinario ultranazionalista di alcune varianti romene del radicalismo di destra europeo.
Parole chiave: romnism, identit nazionale, cultura romena interbellica
ROBERTO SCAGNO, Noiunile de romnism i suflet romnesc n cultura romn interbelic i derivrile lor postbelice
Problema identitii naionale a fost o prezen constant de-a lungul istoriei Romniei moderne, chiar dac de mult ori
231 aceast tema nu a fost abordat n mod explicit. n deceniile care au urmat nfptuirea Romniei Mari, i mai ales n anii Treizeci, dezbaterea despre romnism cptase tonuri din ce n ce mai aspre, fiind antrenai n discuie muli oameni de cultur ai vremii, filozofi, sociologi, teologi i scriitori. Chestiunea identitar devenise o controvers politic, intersectnd o perioad dramatic a istoriei naionale. Articolul ncearc s reconstituie, n linii mari, istoria unor noiuni precum romnism i suflet romnesc, innd cont nu numai de contextele istorico-politice n care ele au fost elaborate i puse n discuie, dar i de struina lor obsedant n interiorul culturii romne, dincolo de contingenele istorice. O seam de exemple semnificative prezint cteva aspecte ale problemei, punnd n lumin cele dou componente principale ale noiunii de romnism: pe de o parte, problema identitii i a specificului naional (n sensul de specificitate etnic), pe de alta constituirea unui nucleu doctrinar ultranaionalist n unele variante politice romneti ale radicalismului de dreapta european.
Cuvinte cheie: romnism, identitate naional, cultura romn interbelic
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ANTONIO V. FAUR, Consideraii n legtur cu termenii de bandii, dumani i teroriti utilizai de autoritile comuniste mpotriva adversarilor politici (1947-1950)
Una dintre direciile relativ noi ale cercetrii istorice interdisciplinare este i aceea care se ocup de studiul limbii, al sensului cuvintelor. Analiza semantic a limbajului i cuvintelor utilizate de oficialitile unui regim politic de orice tip, dar mai ales de cele totalitare, n lupta mpotriva
232 opozanilor politici, poate duce la concluzii care faciliteaz explicarea schimbrilor produse n societate, la nivelul mentalitii deintorilor puterii. Folosind documente de arhiv create de oficialitile statului comunist, autorul face o analiz semantico-istoric a termenilor de bandii, dumani ai poporului i teroriti utilizai de autoritile comuniste (mai cu seam de Securitate), mpotriva adversarilor lor politici n perioada 1947-1950.
ANTONIO V. FAUR, Considerazioni sui termini banditi, nemici e terroristi, utilizzati dalle autorit comuniste contro gli avversari politici (1947-1959)
Una delle direzioni relativamente recenti della ricerca storica, in prospettiva interdisciplinare, quella che comprende tra i suoi oggetti di indagine anche la lingua e il senso delle parole. Lanalisi semantica del linguaggio e delle parole utilizzate dalle autorit di un regime politico, di qualsivoglia tipo, ma in particolare di quelli totalitari in lotta con i propri oppositori, in grado di chiarire nel migliore dei modi i mutamenti sociali e la mentalit dei detentori del Potere. Utilizzando documenti archivistici prodotti dalle istituzioni dello stato comunista, lautore procura unanalisi di storia semantica dei termini banditi, nemici del popolo, terroristi, impiegati dalle autorit comuniste nei confronti dei propri avversari politici, nel periodo 1947-1950.
Parole chiave: autorit comuniste, avversari politici, Securitate, nemici del popolo, terroristi
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BIOGRAFIE DEGLI AUTORI / BIOGRAFIILE AUTORILOR
ALVISE ANDREOSE nato a Bassano del Grappa (Vicenza) nel 1973. Ha studiato allUniversit di Padova e si perfezionato alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Docente di ruolo nella scuola secondaria di secondo grado, dal 2004 al 2009 stato Assegnista di ricerca presso lUniversit di Padova. I suoi interessi di ricerca vertono sulla linguistica italiana in prospettiva sincronica e diacronica, e sulla letteratura medievale, in ambito mediolatino, italiano e francese. La sua produzione scientifica ha toccato finora i seguenti temi: la letteratura di viaggio medievale (ha curato ledizione del Libro delle nuove e strane e meravigliose cose. Volgarizzamento italiano del secolo XIV dell'Itinerarium di Odorico da Pordenone, Padova, Centro Studi Antoniani, 2000 e assieme ad Alvaro Barbieri quella de Il "Milione veneto". Ms. CM 211 della Biblioteca Civica di Padova, Venezia, Marsilio, 1999 e, pi di recente, assieme a Philippe Mnard, Le Voyage en Asie dOdoric de Pordenone, traduit par Jean le Long OSB, Iteneraire de la Peregrinacion et du voyaige (1351), Genve, Droz, 2010), la letteratura religiosa italiana del Trecento (edizione critica di Enselmino da Montebelluna, Lamentatio Beate Virginis Marie - Pianto Della Vergine Maria, Roma - Padova, Antenore 2011), la letteratura allegorica in lingua dol (Raoul de Houdenc, Huon de Mry, Guillaume de Lorris), la fonologia, la morfologia e la sintassi del latino volgare, del romeno, dellitaliano antico e contemporaneo.
ALVARO BARBIERI insegna Filologia romanza nellUniversit degli Studi di Padova. Egualmente spartita tra lavori ecdotici e ricerche di etnografia letteraria, la sua produzione scientifica si addensa in prevalenza attorno a due fuochi dinteresse: le
234 scritture di viaggio del Medioevo romanzo e la letteratura arturiana in lingua dol. Per la collezione de I Meridiani Mondadori ha tradotto e commentato le grandi relazioni francesi sulla Quarta Crociata: Roberto di Clari, La conquista di Costantinopoli; Goffredo di Villehardouin, La conquista di Costantinopoli (ambedue i testi sono inclusi in Crociate. Testi storici e poetici, Milano, Mondadori, 2004). Con riguardo al corpus odeporico dellEt di Mezzo, ha pubblicato criticamente due redazioni del libro di Marco Polo: Marco Polo, Milione. Redazione latina del manoscritto Z, Milano, Fondazione Pietro Bembo / Ugo Guanda Editore, 1998; Marco Polo, Il Milione veneto. Ms. CM 211 della Biblioteca Civica di Padova, Venezia, Marsilio, 1999 (in collaborazione con Alvise Andreose). Allopera del viaggiatore veneziano ha consacrato inoltre numerosi studi, originariamente apparsi in varie sedi e poi confluiti, in forma riveduta e aumentata, nel volume Dal viaggio al libro. Studi sul Milione (Verona, Fiorini, 2004).
MIRCEA BRIE, nscut la data de 14.02.1977 n satul bihorean Ferice, este absolvent al Universitii din Oradea, specializarea istorie-geografie (1999) i sociologie (2003), a masteratului n istorie (2000); doctor n istorie din 2007 cu teza, Familie i societate n nord-vestul Transilvaniei (a doua jumtate a secolului XIX nceputul secolului XX); lector universitar din 2008 n cadrul Universitii din Oradea, Facultatea de Istorie- Geografie i Relaii Internaionale, Catedra de Relaii Internaionale. Studii Europene. ntre domeniile de interes amintim: istoria relaiilor internaionale, dialogul intercultural, demografia istoric, istoria social, problematica frontierei. A publicat, ca unic autor sau n colaborare, cinci cri: O istorie social a spaiului romnesc. De la nceputurile statalitii dacice pn la ntrezrirea modernitii, Oradea, 2005; Relaiile internaionale de la echilibru la sfritul concertului european (secolul XVII nceputul secolului XX), Oradea, 2006 i 2009 -
235 ed. a II-a (n colaborare cu Ioan Horga); Familie i societate n nord-vestul Transilvaniei (a doua jumtate a secolului XIX nceputul secolului XX), Oradea, 2008, Cstoria n nord-vestul Transilvaniei (a doua jumtate a secolului XIX - nceputul secolului XX). Condiionri exterioare i strategii maritale, Oradea, 2009 i peste 40 de studii i articole n reviste din ar i din strintate, fiind editor al volumului From Smaller to Greater Europe: Border Identitary Testimonie (Revista Eurolimes), Oradea, 2006 (alturi de Gabor KOSMA) i coordonator al volumului Frontierele spaiului romnesc n context European, Editura Universitii din Oradea/Editura Cartdidact, Oradea/Chiinu, 2008, (alturi de Sorin ipo, Florin Sfrengeu, Ion Gumeni). A prezentat comunicri la peste 30 de manifestri tiinifice n ar i n strintate.
DAN OCTAVIAN CEPRAGA, nato a Bucarest nel 1967, professore di Lingua e letteratura romena allUniversit degli Studi di Padova. Filologo romanzo e romenista, si occupato di poesia popolare romena, indagando in particolare le fonti cristiane dei canti narrativi e rituali romeni (colinde e canti vecchi), i rapporti con le altre tradizioni europee e le analogie con le letterature dellOccidente medievale. A questo riguardo, ha pubblicato i volumi Graiurile Domnului. Colinda cretin tradiional, Cluj, Clusium, 1995 e Le Nozze del Sole. Canti vecchi e colinde romene (in collaborazione con L. Renzi e R. Sperandio), Roma, Carocci, 2004. Ha quindi allargato i suoi interessi alla storia della lingua romena letteraria, occupandosi in particolare della formazione della lingua poetica romena dellOttocento. Nel campo della filologia romanza si occupato principalmente di lirica provenzale e antico-francese, studiando la tradizione manoscritta dei canzonieri oitanici ed il sistema dei generi lirici romanzi medievali. Assieme a Zeno Verlato ha tradotto e commentato unampia scelta della poesia trobadorica: Poesie damore dei trovatori, Roma, Salerno Editrice, 2007.
236 ANTONIO FAUR, nscut n 09.09.1969, la Oradea, este absolvent al Facultii de Istorie-Filozofie a Universitii Babe-Bolyai din Cluj-Napoca (1995), specializarea istorie contemporan. Este doctor n istorie contemporan la aceeai universitate, din 2001. n prezent este profesor, la Facultatea de Istorie, Geografie i Relaii internaionale a Universitii din Oradea. Domeniul tiinific de interes: istoria contemporan a Romniei i universal. Teme de cercetare: raporturilor armatei sovietice cu populaia i administraia din nord-vestul Romniei; soarta refugiailor basarabeni i bucovineni pe teritoriul Romniei 1940-1945; raporturile minoritilor etnice cu majoritatea n nord-vestul Romniei n perioada 1944-1946; micarea de rezistena anticomunist din sudul Bihorului; raporturi diplomatice romno-franceze 1944-1947. A publicat 11 cri, ntre care: Destinul tragic al romnilor basarabeni i bucovineni aflai pe teritoriul Bihorului (1944-1945), Editura Presa Universitar Clujean, Cluj-Napoca, 1998, 336 p.; Comportamentul militarilor sovietici n judeele din vestul Romniei 1944-1945, Editura Universitii din Oradea, vol. I, 2000, 401 p., vol. II, 2003, 336 p.; Raporturile armatei sovietice cu populaia i administraia din vestul Romniei (1944-1945), Editura Universitii din Oradea, 2002, 454 p.; tefan Popescu liderul grupului de rezisten anticomunist din sudul Bihorului (1946-1950), Editura Universitii din Oradea, 2007, 231 p.; Documente diplomatice franceze cu privire la Transilvania (1946-1948), Editura Universitii din Oradea, 2007, vol. II, 286 p; vol. I,. 2008; Realiti transilvnene n rapoartele unor diplomai francezi, Editura Universitii din Oradea, 2008.
ROBERTO SCAGNO, professore di Lingua e letteratura romena allUniversit degli Studi di Padova. Si occupato del pensiero e dellopera dello storico delle religioni di origine romena Mircea Eliade e ne ha curato, presso leditore Jaca Book,
237 ledizione italiana degli scritti (di cui le uscite pi recenti sono: Oceanografia, Milano, 2007; Fragmentarium, Milano, 2008; Diario portoghese, Milano, 2009). Ha pubblicato, tra laltro, Libert e terrore della storia. Genesi e significato dellantistoricismo di Mircea Eliade, Torino, 1982; Mircea Eliade e lItalia (con Marin Mincu), Milano, 1987, Veneti in Romania (con P. Tommasella e C. Tucu), Ravenna, 2008, nonch alcuni lavori dedicati alle relazioni culturali italo- romene e allimmaginario simbolico dellideologia comunista in Romania .
SORIN IPO, s-a nscut la 14 iunie 1969 n satul Cuzap, comuna Popeti, judeul Bihor. A absolvit Facultatea de Istorie-Filozofie din Cluj-Napoca, specializarea istorie medieval, n anul 1993. i- a susinut teza de doctorat intitulat Silviu Dragomir istoric, avndu-l conductor de doctorat pe prof.univ.dr. Ioan-Aurel Pop, la Facultatea de Istorie-Filozofie din Cluj-Napoca, n anul 2001. Actualmente este profesor la Facultatea de Istorie, Geografie i Relaii internaionale de la Universitatea din Oradea, unde pred istoria medie a Romniei, istoria Transilvaniei, imaginea societii romneti n relatrile cltorilor strini, antropologie regional. A realizat stagii de cercetare i documentare i a susinut cursuri i conferine n Ungaria, Republica Moldova, Frana, Spania, Italia. A publicat, ca unic autor sau n colaborare, 14 cri, ntre care: Etnie. Naiune. Confesiune, Oradea, 1996; Silviu Dragomir, Studii de istorie medieval, Centrul de Studii Transilvane, Cluj-Napoca, 1998; Silviu Dragomir istoric, Centrul de Studii Transilvane, Cluj-Napoca, 2002, 2008; Antoine-Franoise Le Clerc, Memoriu topografic i statistic asupra Basarabiei, Valahiei i Moldovei, provincii ale Turciei Europene, Centrul de Studii Transilvane, Cluj-Napoca, 2004 (n colaborare cu Ioan-Aurel Pop); De la Mica la Marea Europ. Mrturii franceze de la sfritul secolului al XVIII-lea i nceputul secolului al XIX-lea despre frontiera rsritean a Europei. Studii i documente, Oradea,
238 2006 (n colaborare cu Ioan Horga); Silviu Dragomir, Istoria desrobirii religioase a romnilor din Ardeal n secolul XVIII, Oradea, 2007; Frontierele spaiului romnesc n context european, Oradea-Chiinu, 2008 (n colaborare cu Mircea Brie, Florin Sfrengeu i Ion Gumeni); Silviu Dragomir i Dosarul diplomei cavalerilor ioanii, Academia Romn, Centrul de Studii Transilvane, Cluj-Napoca, 2009 (n colaborare cu Ioan-Aurel Pop). Editor al volumelor Europa and its Borders: Historical Perspetives, Vol. I, Oradea-Debrecen, 2006, (n colaborare cu Ioan Horga) i Religious frontiers of Europe. Volume 5, Oradea-Debrecen, 2008 (n colaborarea cu Enrique Banus i Karoly Kocsis) i peste 80 de studii i articole n reviste din ar i din strintate. A prezentat comunicri la peste 80 de manifestri tiinifice n ar i n strintate.
FLORIN SFRENGEU, nscut n 16. 10. 1969 n judeul Bistria- Nsud, este absolvent al specializrii istorie-geografie a Universitii din Oradea n anul 1996, doctor n istorie la aceiai universitate din 2007. n prezent este lector n cadrul Departamentului de Istorie, Facultatea de Istorie, Geografie i Relaii Internaionale a Universitii din Oradea. Domeniul de cercetare: istoria i arheologia secolelor VII-XII din nord- vestul Romniei i a regiunile nvecinate. Coautor, alturi de prof. Sever Dumitracu a crii Constantin Daicoviciu o biografie, editor i coautor a trei volume de studii i articole i autor a peste 40 de studii i articole dintre care amintim: Settlements from 8 th 9 th centuryes discovered within the soil fortress at Biharea, n Analele Universitii din Oradea, Seria Istorie-Arheologie, XVIII, 2008, p. 7-12; Populaia romanic din Pannonia n a doua jumtate a mileniului I A. D., n S. ipo, M. Brie, F. Sfrengeu, I. Gumeni, (coord.), Frontierele spaiului romnesc n context european, Oradea-Chiinu, 2008, p. 57-61; Consideraii istorico-arheologice privind perioada secolelor VIII-IX n nord-vestul Romniei, n
239 Svetlana Suveic, I. Eremia, S. Matveev, S. ipo (coord.), Istoriografie i politic n estul i vestul spaiului romnesc, Chiinu/Oradea, 2009, p. 93-106; Hungarians migration to Pannonian field in the light of the researches in the southern Poland n Analele Universitii din Oradea, Seria Istorie- Arheologie, XIX, 2009, p. 13-20.
BARBU TEFNESCU, profesor universitar la Departamentul de Relaii Internaionale. Studii Europene, Facultatea de Istorie, Geografie i Relaii Internaionale, Universitatea din Oradea. Preocupri tiinifice de baz, conducere doctorat, n istorie rural i antropologie istoric. Principalele lucrri: Tehnic agricol i ritm de munc n gospodria rneasc din Criana (sec. al XVIII-lea i nceputul sec. al XIX-lea), vol. I- II, Oradea, Fundaia Cultural Cele Trei Criuri, 1995; Ruperea tcerii, Oradea, Editura Revistei Familia, 1998; Sociabilitate rural, violen i ritual, Oradea, Editura Universitii din Oradea, 2004; Le monde rural de louest de la Transilvanie du Moyen Age a la Modernit, Cluj-Napoca, Academie Roumanine, Centre dEtudes Transylvaines, 2007; Tratat de sociologie rural (coordonatori: Ilie Bdescu, Ozana Cucu Oancea, Gheorghe ietean, (coordonatori), Editura Mica Valahie, Bucureti, 2009 (coautor).
Testi cosmografici, geografici e odeporici del medioevo germanico Atti del XXXI convegno dell’Associazione Italiana di Filologia Germanica (A.I.F.G.), Lecce, 26-28 maggio 2004 by Dagmar Gottschall (z-lib.org).pdf
[1568525X - Mnemosyne] ERIK IVERSEN, Egyptian and Hermetic Doctrine (Opuscula Graecolatina, 27), Copenhagen, Museum Tusculanum Press, 1984. 71 p. Pr. DKr. 180,