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Report 4 - Competizione fra idroelettrico e

termoelettrico in Italia
Giuseppe Francesco Nallo s184071
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CONTENTS 2
Contents
1 Introduzione 3
2 Breve storia della competizione 4
3 Competizione idroelettrico-termoelettrico 7
1 INTRODUZIONE 3
1 Introduzione
Nel presente report si intende eettuare lo studio logistico della competizione tra fonti
idroelettrica e termoelettrica in Italia. La presentazione dei dati in forma graca, che
sfrutta la consueta notazione della logistica, preceduta da cenni di storia dellEnergia
Elettrica in Italia che aiutano a comprendere meglio il fenomeno e le ragioni della
prevalenza di un metodo di produzione rispetto allaltro.
Lelaborazione basata sui dati disponibili sul sito di Terna.
2 BREVE STORIA DELLA COMPETIZIONE 4
Figure 1: Diga di Susa - impianto idroelettrico di Pont Ventoux
2 Breve storia della competizione
I primi impianti di generazione elettrica furono centrali termoelettriche alimentate a
carbone importato dallestero. La prima centrale di produzione denergia elettrica fu
di tipo termoelettrico (a carbone): fu costruita a Milano per illuminare il Teatro alla
Scala, nel 1883. Fu di questo tipo la primissima generazione di centrali. Agli inizi
del XX secolo, la capillarizzazione della rete di trasmissione sul territorio nazionale
permise lavvicinamento dellindustria alla fonte idroelettrica ricavabile dalla catena
della Alpi: nel 1887 si costruirono i primi impianti idroelettrici e si diuse la speranza
dellautosucienza energetica. Nel periodo del primo dopoguerra, il potenziamento
tecnico e nanziario dellindustria elettrica si limit al solo idroelettrico che vide in
questi decenni il suo massimo sviluppo.
Dopo la seconda guerra mondiale, tuttavia, la consapevolezza che lidroelettrico
non sarebbe stato suciente per le richieste dellindustrializzazione postbellica, con-
temporaneamente al ribasso del prezzo del petrolio, port lItalia ad adarsi a nuove
centrali termoelettriche. La quasi saturazione del potenziale idroelettrico disponibile
(cio sfruttabile con costi di produzione competitivi per il mercato), unito a una serie
di disastri ambientali di grave entit (quale la frana del bacino idroelettrico del Va-
jont, che caus migliaia di morti) provoc larresto alla costruzione di nuove centrali
idroelettriche: tuttora, in questo campo, non sono auspicabili forti miglioramenti. Si
fa per notare che un aumento della capacit produttiva pu essere ottenuto mediante
lammodernamento o la ricorstuzione di vecchie centrali idroelettriche ormai obsolete,
ottenendone un vantaggio anche in termini ambientali. Si cita come esempio virtuoso
2 BREVE STORIA DELLA COMPETIZIONE 5
Figure 2: La centrale termoelettrica di Montalto di Castro
la centrale di Pont Ventoux (vd. gura 1).
Dalla costituzione dellENEL nel 1962, lItalia avrebbe visto una nuova maturit
industriale nel settore elettrico: la crescita della produzione industriale al ritmo dell8%
annuo si dovette soprattutto al forte sviluppo del termoelettrico. Intorno agli anni
sessanta, infatti, nascono le centrali termoelettriche di seconda generazione (300- 400
MW) a opera di gruppi privati, ma sar la nuova ENEL a favorirne la diusione su tutto
il territorio nazionale, sia sugli stessi siti dove sorgevano le centrali di prima generazione.
Le crisi petrolifere del 1973 e del 1979 di cui si vedono le eco sul graco por-
tarono, tra le svariate misure di emergenza, a una rapida campagna di diversicazione
delle fonti di approvvigionamento, al ne di evitare tracolli improvvisi dovuti alle forti
oscillazioni dei prezzi del petrolio; negli anni settanta e ottanta, in parallelo al ritorno
al carbone, lItalia si stava aacciando alla fonte nucleare, che avrebbe abbandonato
una dozzina danni dopo con un referendum seguito al gravissimo incidente nucleare
di Chernobyl. Appartengono agli anni novanta le cosiddette centrali di terza gener-
azione o a ciclo combinato (400 MW) ovvero centrali costituite da una turbina a gas,
collegata a una generatore di vapore di recupero che a sua volta alimenta una turbina
a vapore, centrali che costituiscono attualmente il cardine del sistema elettrico ital-
iano. Come si gi detto, larresto dello sviluppo dellidroelettrico e della sua gemella
rinnovabile, il geotermoelettrico, dovuto al fatto che dal punto di vista tecnologico
questo campo pu considerarsi esaurito; tuttavia lo Stato italiano non pu far fronte ai
picchi di domanda tramite la diusione di centrali termoelettriche a combustibili fossili
a causa dei vincoli posti dal Protocollo di Kyoto. Nuovi possibili sviluppi sullindustria
2 BREVE STORIA DELLA COMPETIZIONE 6
elettrica italiana potrebbero eventualmente concernere una serie di adattamenti della
struttura della rete nazionale alle nuove fonti rinnovabili in procinto di nascere sul
mercato globale. Oggi la domanda di potenza elettrica nazionale oscilla tra i 22 e i 50
MW giornalieri, mantenendosi intorno a un valore medio di 38,5 MW.
Questa potenza richiesta viene coperta per circa il 70% da centrali termoelettriche
che bruciano combustibili fossili per lo pi dimportazione, e per il 20% da fonti rin-
novabili tra le quali spicca lidroelettrico; il rimanente 10% del fabbisogno importato
dallestero. Dal punto di vista della potenza installata in Italia, ovvero la potenza
massima erogabile dalle centrali, lItalia autosuciente: tale potenza, corrispondente
a circa 100 MW, quasi il doppio dei valori massimi storici riscontrati nei picchi di
domanda. Dato che con un numero molto inferiore al parco totale di centrali elettriche
possibile coprire la richiesta, ne consegue che alcune centrali soprattutto termoelet-
triche vengono tenute ferme a lungo termine.
3 COMPETIZIONE IDROELETTRICO-TERMOELETTRICO 7
3 Competizione idroelettrico-termoelettrico
Nel primo graco viene presentata la competizione fra i due modi di produrre ener-
gia, utilizzando la notazione tipica dellanalisi logistica della sostituzione: in ordinata
viene plottata F/(1-F), dove F rappresenta la frazione di mercato occupata da quella
particolare tecnologia.
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Landamento rispecchia chiaramente quanto accennato nella sezione precedente: i
primi impianti erano di tipo termoelettrico, poi si iniziato a sfruttare lidroelettrico in
unottica di autonomia energetica, no a che la saturazione della disponibilit di bacini
idrici convenientemente sfruttabili ne ha arrestato la crescita. Da quel momento in poi
la nuova capacit installata stata quasi totalmente termoelettrica.
E interessante anche apprezzare landamento della sostituzione ponendo sulle ordi-
nate la capacit cumulata invece che la nicchia di mercato.
3 COMPETIZIONE IDROELETTRICO-TERMOELETTRICO 8
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Si osserva chiaramente la corrispondenza con il primo graco: prima degli anni 60
si nota la prevalenza del contributo dato dagli impianti idroelettrici, poi intorno al
1965 la quota parte dellenergia prodotto da impianti termoelettrici raggiunge e supera
quella prodotta da impianti idroelettrici. Da questo graco si nota la pendenza, ovvero
la rapidita con cui gli impianti termoelettrici sono cresciuti. La spiegazione sta nel
fatto che stata la tipologia termoelettrica di centrali ad accompagnare la fase pi
tumultuosa della crescita economica del Paese. Unaltra osservazione pu essere fatta
sulla gi menzionata saturazione del potenziale idroelettrico: fra il 1958 ed il 2008 la
potenza prodotta resta pressoch costante, con oscillazioni sul valor medio dovuta alla
variabilit delle precipitazioni ed alla strategia di utilizzo degli impianti di pompaggio.
Gli impianti termoelettrici invece, non avendo un limite simile a quello idroelettrico, si
sono sviluppati e hanno superato di gran lunga gli impianti idroelettrici. In piu si puo
notare che negli ultimi anni lenergia prodotta da impianti termoelettrici visibilmente
diminuita: questo dovuto principalmente alla crisi economica, ma anche allincremento
delle fonti rinnovabili di energia.

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