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L
a disprassia è un disturbo che investe
la funzione motoria nell’articolazione
della parola.
L a dislessia è un disturbo specifico della lettura
che coinvolge anche la scrittura. Colpisce cir-
ca il 3-5% della popolazione scolastica, in prevalen-
Dopo un incidente o una caduta che ab-
bia determinato un trauma cranico ac-
cade spesso che la struttura cerebrale non
La persona disprassica è impossibilitata ad articola- za i maschi. Il dislessico è un bambino intelligente, con un linguag- sia più in grado di svolgere le sue normali funzioni (moto-
re correttamente suoni e fonemi e il bambino ritarda a gio ben strutturato, che si esprime con disinvoltura e ama la rie, del linguaggio, del comportamento, della memoria
denominare e a utilizzare il linguaggio spontaneo. conversazione; quando si pone di fronte a un testo scritto diventa ecc.). L’impedimento può arrivare fino al coma e può
L’espressione è poco comprensibile, monotona, pri- insicuro e agitato. Nella lettura e nella scrittura emergono sostitu- durare da poche ore fino a molti anni: le possibilità di un
va d’inflessioni e di ritmo per la presenza anche di zioni, elisioni, inversioni di lettere, confusione fra suoni omologhi. recupero dipendono da molte variabili. Una tra queste è
disturbi psico-motori. Il ritmo della lettura è alterato, lento, si ferma a ogni parola, frase l’intervento riabilitativo immediato di cui la logopedia è
Il logopedista aiuta a facilitare la comunicazione e la o scandisce lettere e sillabe. Il programma logopedico tiene conto parte essenziale: purtroppo in Italia i centri specializzati
chiarezza articolatoria del linguaggio. dell’età del linguaggio e della competenza linguistica. nella riabilitazione del trauma cranico sono pochissimi.
europea: tema centrale le patologie neurologiche nell’adulto e i loro esiti Problemi neuropsicologici
il piano d’azione delle società scientifiche La regolare attività fisica è un elemento indiscutibilmente capace di ridurre
il rischio di sviluppare alterazioni del profilo metabolico, legato all’obesità e
diabete, nonché di alterazioni cardiovascolari, tra cui soprattutto l’iperten-
sione arteriosa. Sono sufficienti 30 minuti 3-5 volte la settimana di attività
dovrebbero includere la misurazione della pressione in tutti gli adulti sviluppati e implementati indicatori di processo come la misurazione della aerobica. Il ruolo dell’attività fisica è particolarmente importante tra gli
almeno una volta l’anno e ripetere il controllo almeno 2 volte l’anno in circonferenza addominale, l’autorilevazione dei valori di pressione arterio- adolescenti e gli anziani. È importante che il medico che prescrive attività
tutti i soggetti in cui i valori risultino superiori a 140/90 mmHg. Una sa, la presenza di alterazioni dell’elettrocardiogramma, bassi livelli di cole- fisica la pratichi egli stesso (role model).
strategia simile dovrebbe essere impiegata per ogni aumento al di sopra sterolo Hdl, albumina nelle urine ecc. 9. Favorire l’impiego di raccomandazioni per la prevenzione
della norma dei valori di altri fattori di rischio cardiovascolare modificabili, 7. Discutere l’importanza della valutazione del rischio cardio- semplici, integrate e condivise dalle società scientifiche.
in particolare il livello di colesterolo. vascolare e i vantaggi della prevenzione cardiovascolare con i 10. Promuovere il ruolo del Mmg. La proposta: collegare una
6. Valutare il rischio cardiovascolare globale e proiettarne la pazienti. La comunicazione medico-paziente va elevata al rango di vero e quota di salario a risultati verificabili in ambito di prevenzione per il
stima nel tempo. I medici devono valutare il rischio globale (probabilità proprio strumento di prevenzione. raggiungimento di un obiettivo facilmente misurabile (almeno una misura-
di avere un evento cardiovascolare maggiore nei successivi 10 anni). 8. Iniziare precocemente gli interventi diagnostici e terapeu- zione all’anno della pressione in tutti gli assistiti adulti: raggiungimento nei
Inoltre, devono apprezzare l’utilità di proiettare la stima del rischio di un tici. I medici devono intervenire precocemente sui fattori di rischio propri pazienti di un livello di colesterolemia coerente con il valore
singolo paziente oltre i 60 anni di età o stimare l’aspettativa di vita media cardiovascolare modificabili attraverso le raccomandazioni, l’implementa- “benchmark” ottenuto dalla performance media dei medici dello stesso
per il singolo paziente per ottenere una stima più attendibile e facilmente zione e la verifica delle modificazioni dello stile di vita e degli eventuali distretto, area geografica o Asl di appartenenza). Utili corsi di formazione
comprensibile. Le carte del rischio sviluppate nell’ambito del Progetto interventi terapeutici programmati, anche in pazienti che non sono rigoro- in merito.
Cuore sono eccellenti. Sarebbe importante incrementare la presenza di samente classificabili come affetti da ipertensione arteriosa, diabete mellito, 11. Fornire un supporto culturale e scientifico multidisciplinare alle
dati italiani anche in importanti registri internazionali, come l’Euro Heart ipercolesterolemia. È dimostrato infatti, che in alcune categorie di pazienti attività di tutti gli operatori interessati.
Survey. Particolare attenzione va indirizzata alla specificità del sesso femmi- (obesi, sindrome metabolica, valori di pressione normale-alta, intolleranza 12. Identificazione e sostegno delle iniziative delle industrie farmaceuti-
nile. È importante comunicare la stima del rischio al paziente in modo glucidica ecc.) non è opportuno “attendere” che i livelli di pressione che e biomediche, di enti pubblici, società scientifiche, fondazioni e associa-
appropriato, chiaro e comprensibile, anche per favorirne l’adesione a arteriosa, glicemia o colesterolemia divengano francamente elevati, o che zioni private.
programmi di prevenzione. Andrebbe poi promossa la progressiva intro- un paziente raggiunga una certa età o che abbia un evento cardiovascolare 13. Sviluppare Manifesti per la prevenzione cardiovascolare.
duzione nella pratica clinica di altri marcatori di rischio, sia clinici che maggiore prima di intervenire. Allo stesso modo, gli interventi volti alla 14. Armonizzazione di iniziative e politiche in ambito Ue.
strumentali. Come in ogni altro processo di clinical governance, vanno riduzione e al mantenimento del peso corporeo per limitare la comparsa 15. Obiettivi annuali o poliennali chiaramente specificati.