Per gentile concessione della casa editrice 66thand2nd,
pubblichiamo lincipit di Un giorno triste cos felice,
l'omaggio di Lorenzo Iervolino al genio di Scrates in libreria dal 15 maggio La rassegna stampa diOblique aprile 2014 San Paolo del Brasile, 4 dicembre 2011, stadio Pa- caembu. Ultima giornata del Brasileiro. Novanta mi- nuti che valgono il titolo nazionale. Se lo contendono i bianconeri padroni di casa del Corinthians (per locca- sione in maglia bianca) e i rivali del Palmeiras. Larbitro va a posizionarsi sulla linea mediana, tra i due guardalinee che lo attendono immobili come soldati pronti a un ordine. Attorno a loro, i calcia- tori delle due squadre si dispongono sulle semilune di centrocampo, lasciando visibile solo la spaccatura tra i due schieramenti. Larbitro posa lo sguardo sul cronometro, poi alza il braccio destro e fschia nel cuore di un cielo gi ammutolito. Dopo solo pochi istanti, per, i calcia- tori del Timo soprannome dello Sport Club Corinthians Paulista liberano le mani da dietro la schiena e alzano il pugno chiuso. Le braccia sboc- ciate, pi che sol levate sembrano steli che crescono l dove qualcuno deve aver seminato molti anni pri- ma. Undici pugni chiusi che aferrano laria e tengo- no in alto lazzurro limpido del primo pomeriggio. Undici pugni chiusi che danno forza solo a guardarli. Quel gesto un contagio immediato. Gli steli si moltiplicano e assomigliano a una foresta strattonata dallinverno. Sono pi di trentamila. E come une- splosione di gole, una sinfonia di toraci che vibrano, arrivano anche i canti, i cori, la alegria. In panchina le riserve sono una accanto allaltra, in piedi, formano una barriera afettuosa. Si stringono per le spalle. I canti dei tifosi si fondono con gli applausi. Le pa- role si lasciano sorreggere dalle mani, dal ritmo del loro incontrarsi, allontanarsi e incontrarsi di nuovo. Larbitro fschia per la seconda volta, ma quasi non lo sente nessuno. I semi sono ormai germogliati. La partita inizia. Quello appena trascorso il minuto di silenzio pi rumoroso e festoso della storia del calcio. Quello stesso giorno, dodici ore prima. Dopo un disperato ricovero iniziato la sera precedente, Scrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oli- veira muore a causa di quello che i medici dellospedale Albert Einstein di San Paolo defniscono uno shock setticemico. Ossia uninfezione che dal fegato dila- gata per tutto lorganismo, uninvasione di morte che ha conquistato per intero i 190 centimetri del cinquan- tasettenne ex calciatore del Corinthians. Una minaccia che in quel 2011 si era afacciata gi due volte. I medici che notifcano la morte di Scrates, avvenuta alle ore 4.30, sanno di essere suoi colleghi. Probabilmente sono anche suoi tifosi, visto che si tratta dellex capitano della nazionale brasiliana e delluomo simbolo della squadra pi amata in citt. Uno di loro si chiama Pavo, pa- vone. Un altro Ben-Hur. Il loro collega deceduto conosciuto in Brasile e in buona parte del mondo come o Doutor . Un dottore con un nome da flosofo. Ora i loro nomi fantasiosi e imprevedibili, come fantasiosi e imprevedibili sono i brasiliani, sono fniti tutti e tre sullo stesso pezzo di carta, il bollettino del decesso, nello stesso pezzo di mondo che sta per abbandonarli. Per sempre. Ventotto anni prima, un giornalista loro connazionale nel corso di unintervista aveva chiesto: Scrates, come vedi la tua morte?. E lui, il Doutor, aveva risposto cos: La mia morte? Se ci penso vorrei morire di domenica, e col Corinthians campione. rs_aprile14.indd 1 20/05/2014 09:57:29 Quando pap Raimundo scelse il nome del suo primogenito dalla Repubblica di Platone, gi immaginava per lui un futuro importante. Da filosofo, da medico, o da rivoluzionario. E in efftti Scrates Brasileiro stato un po tutto questo, ma passato alla storia come uno degli interpreti pi originali dellarte del futebol: per le sue caratteristiche fisiche e tecniche, e per quel modo di concepire il calcio pi come un divertimento che una professione, un microcosmo nel macrocosmo della societ. Non a caso, proprio attraverso il calcio il Doutor stato lartefice di unesperienza unica nel mondo dello sport: lideazione di un laboratorio politico capace di contaminare un paese il Brasile degli anni Ottanta vessato da due decenni di dittatura militare. Unode allautogestione chiamata Democrazia corinthiana. Lorenzo Iervolino ha ricostruito la voce di Scrates, un uomo dal cuore grande come una sala da ballo, visi- tando le citt in cui cresciuto e si affermato, parlando con i suoi familiari, gli ex compagni di squadra e gli amici di una vita. Senza trascurare lamara esperienza italiana, ripercorsa attraverso le testimonianze di coloro che a Firenze lo hanno amato ma anche criticato. Un viaggio tra invenzione letteraria e reportage narrativo alla scoperta di un campione che amava la birra al pari della conoscenza, ma odiava ogni forma di gerarchia. E che non ha mai rinunciato a concepire la vita come un inatteso e seducente colpo di tacco. Lorenzo Iervolino (Roma, 1980) redattore di Terranullius e componente della direzione artistica del Flep! Festival delle Letterature Popolari. Ricercatore e ideatore audiovisuale, nel 2012 ha girato lItalia con il reading-concerto tratto dal romanzo Vogliamo tutto di Nanni Balestrini ed coautore del format radiofonico La Stafetta Storie ribelli e cronache perdute. Lorenzo Iervolino Un giorno triste cos felice Scrates, viaggio nella vita di un rivoluzionario 66thand2nd, collana Vite inattese, pp 327, euro rs_aprile14.indd 2 20/05/2014 09:57:38 Simonetta Fiori, Quanta farina nei sacchi del Mulino la Repubblica, primo aprile 2014 5 Sabrina Champenois, James Ellroy: Chiedetemi se sono felice la Repubblica, 5 aprile 2014 7 Paolo Giordano, Wolfe, i dolori del giovane Eugene Corriere dellla Sera, 5 aprile 2014 10 Stefano Gallerani, Il destino o caso come teologia laica Alias del manifesto, 6 aprile 2014 13 Stenio Solinas, Donna Tart sulle ali del destino il Giornale, 7 aprile 2014 15 Alexis Paparo, La cultura unimpresa. Ecco la nuova idea per guadagnare con i libri il Giornale, 10 aprile 2014 17 Valentina Della Seta, Aspettando il nuovo grande romanzo russo il venerd di Repubblica, 11 aprile 2014 19 Guido Vitiello, Prove di un successo Il Foglio, 12 aprile 2014 22 Luciana Maci, Siamo oltre lebook, ma i big delleditoria stanno ancora a guardare economyup.it, 14 aprile 2014 23 Rafaella De Santis, Caro scrittore, insegnami a leggere davvero la Repubblica, 14 aprile 2014 25 Alessandro Zaccuri, Libro in crisi, arriva il Salone del +7% Avvenire, 16 aprile 2014 27 Patricio Pron, Il sequestro di Gabriel Garca Mrquez pagina99, 18 aprile 2014 28 Laura Zambelli, Nelle visioni di Tomas Pynchon internet ci rende tutti schiavi Libero, 18 aprile 2014 29 Pietro Melati, Un segreto piccolo Piccolo il venerd di Repubblica, 18 aprile 2014 31 Guido Mazzoni, Bolao in stile realvisceralista Alias del manifesto, 20 aprile 2014 33 Paolo Di Stefano, Le tre et del libro: il testo continua a sfdare ottimisti e apocalittici Corriere della Sera, 23 aprile 2014 36 Il punto di David Means il migliore libro dellanno, e ci sono le prove. | Christian Raimo rs_aprile14.indd 3 20/05/2014 09:57:38 Raccolta di articoli pubblicati da quotidiani, periodici e siti internet tra il primo e il 30 aprile 2014. Impaginazione a cura di Oblique Studio. Nadia Fusini, Malamud. Ecce homo americanus la Repubblica, 23 aprile 2014 39 Luca Celada, Un incubo chiamato Stephen King il manifesto, 24 aprile 2014 41 Pietro Citati, Metafisica della brughiera, dove gli uomini sono fantasmi Corriere della Sera, 26 aprile 2014 45 Christian Raimo, David Means, lassoluta meraviglia del racconto Europa, 26 aprile 2014 48 Francesca Borelli, DeLillo, oltre la lingua del football Alias del manifesto, 26 aprile 2014 52 Andrea Colombo, Wu Ming, storie di sconfitti allombra del Terrore Alias del manifesto, 26 aprile 2014 55 Stefano Bartezzaghi, Il libro infnito la Repubblica, 27 aprile 2014 57 Salvatore Silvano Nigro, Una sirena di nome Elvira Il Sole 24 Ore, 27 aprile 2014 59 Christiano De Majo, Come conoscere Updike senza leggere Updike rivistastudio.com, 29 aprile 2014 61 Nicoletta Tiliacos, Demo fallatio Il Foglio, 30 aprile 2014 64 rs_aprile14.indd 4 20/05/2014 09:57:38 Simonetta Fiori, al Repubblica, primo aprile 2014 Intervista a Luigi Pedrazzi che sessantanni fa fu nel gruppo che fond la casa editrice. Fra noi una dialettica di cattolici, liberali e socialisti Quanta farina nei sacchi del Mulino Senza il forno della nonna Stella, oggi non ci sarebbe il Mulino. O chiss cosa sarebbe diventato. Perch se Luigi Pedrazzi si fosse tenuto per s leredit dello zio Emilio, quella del prestigioso marchio bolognese che questanno compie sessantanni sarebbe stata davvero unaltra storia. Non avevo bisogno di quei soldi rac- conta Pedrazzi, 86 anni, lunico sopravvissuto dei fon- datori e voce autorevole del cattolicesimo democratico. Facevo il professore in un liceo e anche mia moglie insegnava: ce nera abbastanza per tirare su i fgli. Li re- galai alla societ editrice, che cos evit la chiusura. Ma il merito di mia nonna Stella, che aveva fatto una discre- ta fortuna vendendo i tortellini alla Real Casa inglese. Ma fu lei professor Pedrazzi a inventarsi il marchio del Mulino? No, lidea venne al pi ubriacone di noi, ma non esclu- do che il mio forno di famiglia in via Santo Stefano la- vesse infuenzato un po. Non si dimentichi che siamo in Emilia. Lidea era che ci potessero essere grani di- versi, la semola e la farina bianca, una pluralit di semi che restituiva anche la dialettica del nostro gruppo tra cattolici, liberali e socialisti. Provenivamo tutti dal liceo Galvani e volevamo costruire una nuova cultura demo- cratica. Soprattutto volevamo evitare nomi ideologici, sul genere libert e giustizia e altre nobilissime cose. Ma perch? Noi con la Resistenza non centravamo nulla: alle- poca avevamo i pantaloni corti e sarebbe stato ingiu- sto attribuircene il merito. Il dopoguerra fu il nostro Sessantotto: eravamo postfascisti e ci buttammo alla scoperta del nuovo mondo, oltre Croce e oltre Gramsci. Nel 1951 fondammo la rivista. E tre anni dopo nacque la casa editrice. Nella citt pi rossa dItalia. E difatti Togliatti ci guardava con curiosit. Eravamo cattolici ma non democristiani, laici ma non laicisti, aspramente critici dellUnione Sovietica ma non anti- comunisti. Uno strano soggetto, che per giunta attinge- va ai fnanziamenti americani. I comunisti malignava- no, ma noi con quei soldi traducevamo testi importanti della sociologia e della politologia anglosassone, ancora debolissime nella nostra cultura. Il catalogo includeva anche scelte europee: da Hirschman a Schlesinger, da Aron a Morin. Cos Togliatti strigliava i suoi: ma siete matti a sputare nellocchio dei mulinisti Le scienze sociali salivano anche in cattedra. Il merito era di gente come Nicola Matteucci, storico delle dottrine sociali, o di Ezio Raimondi e Pier Luigi Contessi, entrambi letterati, o di Antonio Santucci, storico della flosofa. In quel gruppo non cera nessun sociologo, politologo o economista. Sarebbero arriva- ti pi tardi, svolgendo un ruolo importante. Si face- vano scelte culturali e quindi politiche senza badare ai propri interessi, privati o accademici. Il Mulino si distinse fn dagli inizi per unapertura inter- nazionale, ma il vertice editoriale in questi sessantanni sempre rimasto rigorosamente bolognese. Come lo spiega? E lei si sorprende? La vocazione internazionale fa parte della storia di Bologna. Abbiamo luniversit rs_aprile14.indd 5 20/05/2014 09:57:38 6 azione che avevamo noi. Unaltra generazione. Noi eravamo saliti sui tetti a vedere le bombe. Le guerre in questo sono utilissime. Fanno capire tante cose. E danno coraggio. Per decenni il Mulino stato fucina della classe politica di centrosinistra. LUlivo nato qui. S, da noi Giugni e Mancini fecero lo Statuto dei Lavoratori. Prodi fu portato da Andreatta e io fui felice di cedergli la presidenza della Societ. Se il Mulino arrivato a sessantanni perch ha avuto buoni compagni di viaggio, oltre che ottimi padri e zii. Altiero Spinelli ci entusiasm con il suo europei- smo. E Dossetti stato una presenza fondamentale. Eravate amici? Mi chiese un consiglio una sola volta, quando Moro era nelle mani dei brigatisti. Voleva mandare una lettera invocando la trattativa, ma io lo trattenni. Lindomani fummo svegliati dal giornale radio con la notizia dellappello di Paolo vi. Meno male che non ho spedito nulla mi disse don Giuseppe. Poi per lesse bene le parole di Montini, che specif- cava: senza nessuna concessione. Soscur in viso: Uhm, va bene che il papa proprio un doroteo, ma questa frase stata aggiunta da Andreotti. Non c il rischio che il Mulino perda quella che stata la sua ragione sociale? Forse s, quel che poteva fare lha gi fatto. Ma in parte continua a farlo, mettendo in circolo nuove idee e bei libri di storia. Se gli italiani avessero pi soldi, sarebbe anche una casa editrice forida, ma purtroppo il mercato va sempre peggio. Diciamo pure che quei trenta parassiti potrebbero darsi da fare. A chi alludo? Ai professoroni del Mulino. Po- trebbero pure impegnarsi a comprare qualche libro: duecento copie a titolo. Ci riuscito un monaco mio amico e non ci riescono questi altri? Il suo stato danimo dopo sessantanni? La storia non andata proprio come speravamo, ma ci abbiamo provato. Con coraggio e soprattutto con disinteresse. pi antica dEuropa e grazie a monsignor Lercaro e a Dossetti il Concilio Vaticano ii praticamente nato qua. Poi, certo, la convivialit e lamicizia sono caratteristiche della casa editrice. Le grandi crisi sono state risolte sempre a tavola. Soprattutto con Barbieri, leditore delCarlinoche ci fnanziava. Un acceso anticomunista. Non si capaci- tava che uno come Matteucci si fosse laureato con una tesi su Gramsci. Con Giovanni Evangelisti cer- cavamo di fargli digerire le nostre virate a sinistra. Ma a un certo punto si stuf. Accadde nel 64. Durante un incontro pubblico, Nino Andreatta gli aveva dato dellignorante. Ma chi quel frocio? chiese leditore. uno del Mulino. Tuoni e fulmini. Io ero a New York con Fabio Luca Cavazza quando arriv un tele- gramma: Barbieri chiude Mulino. Tornate subito. E l intervenne leredit salvifca dello zio Emilio. S, ma Barbieri non voleva cedermi un bel nulla: per lui ero lamico di Dossetti e dei comunisti. Cos fu istituita una commissione che avrebbe dovuto vigila- re sullindipendenza politica del Mulino. Leditore f- nalmente cedette le sue azioni. Ma poco dopo i soldi fnirono, e io dovetti andare da Aldo Moro. Perch Moro? Era venuto diverse volte alle nostre riunioni del mercoled. Intelligentissimo e noiosissimo. Mi rice- vette a Palazzo Chigi con grande cordialit. Il Mu- lino non cosa di cui io possa dire a Freato. Brivi- do sulla schiena. Ma cercher di procurarvi i cento milioni. Un mese dopo fui chiamato dal cardinal Pellegrino di Torino: i soldi erano arrivati dalla Fiat. Molti anni pi tardi ci avrebbe dato una mano anche Mario Formenton. Ma quando la famiglia vendette parte delle propriet a Berlusconi fummo avvertiti per tempo: ricomprate le nostre azioni anche a un prezzo stracciato, se no rischiate di ritrovarvelo in casa. Comprammo immediatamente. Berlusconi avrebbe conquistato presto Palazzo Chigi. E al Mulino alcuni professori vi accusarono di non tenere in giusto conto la nuova destra. Brave persone, ma non avevano quelle facolt di re- rs_aprile14.indd 6 20/05/2014 09:57:38 Con Perfdia, primo volume di una nuova Tetralogia di Los Angeles, lo scrittore americano torna a immer- gersi nella storia degli Stati Uniti. Loccasione si presentata il weekend scorso al decimo festival Quai- sdupolar di Lione, a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione di due capitoli del suo prossimo libro, Perfdia. Il teaser assolve perfettamente il suo compi- to: questa quarantina di pagine, che si apre con il 6 di- cembre 1941 e una serie di violenze carnali nei quar- tieri ovest di Los Angeles e si conclude con lomicidio o il suicidio di una famiglia nella comunit giappo- nese, d lidea di un Ellroy pi af lato di una spada. Sono riversi sulla schiena. Sbudellati. Comple- tamente sventrati. Gli intestini fuoriescono loro dalladdome e si spargono sul pavimento. Sono gli uni accanto agli altri, tutti e quattro: padre, madre, fglia, fglio. Si direbbe che sono stati disposti in que- sto ordine. Accanto a ciascuno di loro c una sciabola insanguinata. Il poliziotto in prima linea Dudley Smith, personaggio emblematico del Dipartimento di polizia di Los Angeles e dellopera di Ellroy. Le piace questa campagna promozionale, non cos? S, mi piace soprattutto incontrare i miei lettori. Le interviste possono innervosirmi. Proprio adesso, per esempio, me la sono presa con un giornalista. Ho avuto limpressione che mi mancasse di rispetto. Beh, la mia ex moglie Helen Knode, la mia pi cara Sabrina Champenois, la Repubblica, 5 aprile 2014 La politica, lalcol, gli scandali. Intervista allautore di una nuova Tetralogia di Los Angeles James Ellroy: Chiedetemi se sono felice rs_aprile14.indd 7 20/05/2014 09:57:38 8 amica, anche lei scrittrice, mi ha detto: Resta cal- mo e rifutati di parlare di politica. E lei obbedisce? Certo! Perch, fosse per me, io amerei la bagarre. In efetti non serve a niente. La politica non ha niente a che vedere con questo libro. Lei per dice che ormai diventato un romanziere stori- co. Ebbene, la storia non nasce forse dalla politica? A me va benissimo parlare di politica ai tempi della Seconda guerra mondiale. Ma non di politica con- temporanea. Lei vota? S. (Fa lo sguardo da non-mi chieda per chi, grrr) Ci parli di Perfdia, il primo tassello della sua nuova Tetralogia di Los Angeles. (Di nuovo rilassato) ambientata a Los Angeles e riprende alcuni personaggi della prima, ma negli anni della Seconda guerra mondiale. Voglio che questi undici libri costituiscano alla fne la realizzazione di una storia popolare dellAmerica. Si tratta anche di amplifcarne lefetto sui miei lettori, nel momento in cui mi trovo nella terza fase della mia vita. Come fa ogni volta a riprendere i contatti con i suoi per- sonaggi? Come si ritrova? I libri sono incisi nella mia memoria e a me piac- ciono le epopee. I libri epici, i flm epici, la musica sinfonica Mi piace la sfda di creare qualcosa di immenso. Sapendo che lho creato, anni fa, so che se posso immaginare qualcosa allora posso crearlo. Perfdia un libro voluminoso, di 650 pagine, che uscir in inglese questo autunno. Evoca un episodio molto noto negli Stati Uniti e soprattutto a Los An- geles. Questo grande porto conteneva una notevole comunit di giapponesi dorigine o di americani di origine giapponese. Allimprovviso, la citt stata considerata un luogo molto propizio al sabotaggio e molti sono stati internati, senza alcuna certezza che fossero colpevoli. Si trattato di un caso di isteria dovuta alla guerra, mescolata allisteria razziale. Ha dunque intenzione di rendere giustizia? No. Non ho alcuna motivazione morale per farlo, si tratta soltanto di una parte della storia di Los Ange- les. Fu un errore, e voglio spiegarlo. Voglio spiegare latmosfera dellepoca, il clima avvelenato. Sarebbe una cantonata considerarla un inconsolabile, un idealista deluso? Io sono un grande idealista. Ma inconsolabile no. Sono un uomo felice. Felicissimo. Non in collera con lAmerica? Ah, no! Provo simpatia per gli Stati Uniti e penso che siano una forza del bene. Ma penso anche che ci sono state alcune menzogne. Mi rende felice scrive- re, perfno scrivere di menzogne. Non sono di certo un giustiziere! Dato che lei utilizza spesso termini in slang, come ne- gri, gialli, mori alcuni giungono alla conclusione che lei un bianco razzista e suprematista. Che cosa risponde? Niente. Io non rispondo a questo genere di doman- de. Che la gente pensi pure quello che vuole. I miei personaggi sono profondamente americani e Ame- rica ha sempre fatto rima con diversit. La diversit non una questione di colore della pelle, di orien- tamento sessuale, di origine etnica. una questione di volont individuale, di idee nelle quali si crede, di come si ha uninfuenza diretta sul corso delle cose. Scrivere ancora piacevole per lei? Lo sempre di pi. Perch sono nel periodo creati- vo pi fecondo della mia vita. Ha forse intenzione di scrivere il suo nome nella Storia? Voglio riscrivere e ricreare la storia umana segreta della storia degli Stati Uniti, della storia di Los An- geles, e racchiudere le storie personali negli eventi pubblici, fondere i due. La scrittura per lei una cappella nella quale rifugiarsi? lunica? Sono cristiano, credente e praticante. rs_aprile14.indd 8 20/05/2014 09:57:38 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 9 Segue la cronaca? Me ne parlano gli amici. E poi spalanco gli occhi e le orecchie, e questo mi basta per supplire alle mie lacune. Stiamo vivendo una crisi spirituale profonda, la gente ormai alla ricerca dellistante, non delleternit, e prova il bisogno di riempirsi ad libitum di informazioni, di im- magini Non neanche pi capace, quando in auto- mobile, di fermarsi al semaforo rosso e di aspettare con pazienza, senza fare nulla, standosene semplicemente l Tutti sono assorbiti e immersinei loro cellulari, i loro tablet. pazzesco! Mi capitato pi volte che ci mancasse un pelo a essere travolto. Io ho bisogno di tempo per rimuginare. Rimugino molto. Sono un per- verso. Sono un voyeur. Sono uno sciacaaaallo! Lo dico in riferimento a Lo sciacallo, il libro di Frederick Forsyth sullattentato di Petit-Clermand, che di recente ho ri- letto De Gaulle, lOas, lAlgeria, i par, e lo sciacallo: questo genere di cose fa di un libro un buon libro. Perch? Basta. Fermiamoci qui, se non le spiace. Lestratto di Perfdia preceduto da Extorsion, roman- zo breve su Freddy Otash, la star del giornale scandali- stico Confdential. Le piace Otash? Ah no! Otash divertente, attraente, ma un essere umano crudele. Divulga i segreti della gente per ar- recarle danno. Niente pi personale, intimo, e ri- velatore della vera natura delle persone della sessua- lit, e io sono un voyeur, un guardone, mi piacciono i segreti, il fango, la merda. Ma non li utilizzerei mai per ferire. Lei stato un alcolizzato e un tossicomane. Come ne uscito, con la scrittura? No, grazie a Dio. Dio entrato nella mia vita, e io sono tornato pulito. La scrittura venuta dopo. rs_aprile14.indd 9 20/05/2014 09:57:38 O Lost Storiadella vitaperduta, il miracolo di To- mas Wolfe, esce nella sua versione integrale, quella che nel 1929 si impose dentro uno scatolone zeppo di fogli sulla scrivania del leggendario editor della Scribners Sons, Max Perkins. Non tagliato dunque, n addomesticato, comera invece nella forma che la Scribners e lEinaudi in Italia fecero conosce- re con il titolo Angelo, guarda il passato. O Lost appartiene a quella categoria sparuta di ro- manzi che fanno non del mondo, bens dello scon- fnato territorio dellIo il loro campo dazione. Romanzi dalle ambizioni folli, come la Recherche, come Ulisse o il pi recente La mia lotta del nor- vegese Karl Knausgrd. Sono libri necessariamente lunghi e mai davvero conclusi, interrotti semmai, perch il loro raggio infnito in ogni direzione come lo , per lappunto, la vita interiore quando si rivela molto fertile. Fuori misura a tutti gli efetti: [] scomodo, afascinante, bizzarro, imponente, smodato, intimidatorio: cos Riccardo Reim de- fnisce lopera di Wolfe nella sua bella introduzio- ne (Elliot editore). Lidea di afrontare un volume tanto poderoso nella nostra quotidianit frantumata pu spaventare ma, se ci dimostriamo abbastanza coraggiosi da vincere la ritrosia iniziale, ne saremo certo ricompensati. Letture come questa diverranno per noi come nuovi arti, invisibili e dallestensione illimitata. per questo che alla fne dellinverno mi sono concessoO Lost: me lo sono concesso come un regalo. La storia narrata in terza persona, ma lIo che ospi- ta tutto e tutto piega al proprio potere quello di Paolo Giordano, Corriere della Sera, 5 aprile 2014 Testo ume e romanzo di formazione: il protagonista, alter ego dellautore, si scontra con lAmerica del primo Novecento Wolfe, i dolori del giovane Eugene rs_aprile14.indd 10 20/05/2014 09:57:38 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 11 Eugene Gant, un personaggio che la copia qua- si esatta dellautore, perfno nelle sembianze (come lui, anche Tomas Wolfe era una specie di gigante dinoccolato). Il suo un Io ipertrofco, narcisisti- co come pochi altri incontrati in letteratura. Wolfe attribuisce al proprio alter ego ragionamenti arti- colati e un senso di s ai limiti del credibile, fn da quando neonato: il suo apparato sensoriale era cos perfetto che nel momento in cui percepiva una cosa, questa si accompagnava a tutto il contorno di colore, calore, odore, suono, sapore. Lo accom- pagniamo attraverso linfanzia, ladolescenza, fno alla soglia dellet adulta, quando la narrazione si interrompe con il suo sguardo alzato verso le ca- tene montuose [del futuro?] che si ergono lontane. Un romanzo di formazione in piena regola, quindi. Una struttura troppo canonica dovette per sem- brare insuf ciente a Tomas Wolfe per dare con- to dellevento eccezionale che la nascita di Euge- ne Gant (ovvero la sua) signifcava per il mondo. Scelse cos di aprire il libro con un lungo prologo, che prepara lavvento di Eugene come un tappeto rosso e comincia durante la Guerra di Secessio- ne, quasi che la Storia intera fosse fnalizzata ad accogliere il protagonista. La mano implacabile delleditor Max Perkins ridusse il prologo da cen- to ad appena tre pagine. Oggi, per fortuna, abbia- mo loccasione di leggerlo per intero e di scoprire che si tratta di una delle parti pi felici dellopera. Eugene esordisce sul teatro degli eventi umani in un anno cruciale e simbolico: il 1900. il pi giova- ne dei fratelli Gant tra cui Frank, Ef e, Fred, Ma- bel, Ben , tutti nati dal grembo di Julia Pentland e dal seme di Oliver Gant eppure straordinariamente diversi. Insieme, con i loro caratteri estremi ognuno per un verso, danno forma a una saga famigliare commovente, chiassosa, ironica e talvolta spietata, alla quale possiamo restituire il suo posto fra i ca- postipiti del genere, forse il genere per eccellenza della letteratura americana contemporanea. Uno strano, ricco clan quello dei Gant, con la sua stra- ordinaria miscela di successo e mancanza di senso pratico, lattaccamento al denaro, il fanatismo visio- nario. Eccoli tutti presenti, con le loro sconcertanti contraddizioni. Una simile variet non poteva che scaturire dallincontro fra due opposti e tali sono Ju- lia e Oliver, i due personaggi pi sfaccettati, com- plessi e indimenticabili del libro, anche loro trasf- gurati solo in minima parte rispetto ai corrispettivi reali. Wolfe impieg quasi 800 pagine per riversare su carta limpressione che i suoi genitori ebbero su di lui, per liberarsi dal loro ascendente persecutorio, cos come dai ricordi della cittadina in cui crebbe, Asheville (nel libro mutata in Altamont), e potrem- mo scommettere che non gli siano bastate. Eugene, gi cresciuto, dir infatti: Andarsene non dif ci- le. Ma quando riusciremo a dimenticare?. Il padre, Oliver Gant, uno scalpellino. Incide lastre di marmo, soprattutto per i cimiteri. Da quando, an- cora ragazzo, ha visto la statua di un angelo osses- sionato da quellimmagine. Sogna di realizzarne uno uguale un giorno, un angelo che abbia le sembianze della sua anima frustrata. Avrebbe sul serio, forse, il temperamento dellartista, ma la vita gli concede di diventare soltanto un ubriacone. Quando beve trop- po fa a pezzi la casa e le persone, e la fglia Mabel lunica in grado di sedarlo sacrifca la sua stessa vita per lui. Oliver conosce a memoria Shakespeare e si lamenta del destino che lo ha punito, mettendo- gli accanto una donna arcigna e priva di sentimento come Julia. Lei, al contrario del marito, interessa- ta solo al denaro, anzi al possesso della terra. Mi- sura la grandezza del proprio spirito con gli ettari che riesce ad acquistare, uno dopo laltro. Quando la soferenza fa le sue incursioni violente nella fa- miglia, come alla morte precoce di uno dei fratelli, rimane sgomenta e incapace di reagire. Proprio Julia Wolfe impieg quasi 800 pagine per riversare su carta limpressione che i suoi genitori ebbero su di lui, per liberarsi dal loro ascendente persecutorio, cos come dai ricordi della cittadina in cui crebbe, Asheville (nel libro mutata in Altamont), e potremmo scommettere che non gli siano bastate. rs_aprile14.indd 11 20/05/2014 09:57:38 12 [] insieme allingombrante manoscritto di O Lost, Wolfe invi una lettera di presentazione alleditor Max Perkins. Diceva: Credo non sia corretto dare per scontato che un libro molto lungo sia un libro troppo lungo. Aveva ragione. Nel libro Dio compare poco, almeno nelle sue for- me convenzionali, ma O Lost tutto intriso di di- vino, un divino che ha a che vedere, di nuovo, con la potenza irrefrenabile dellIo del protagonista, con la sua personalit immaginifca, intrappolata in una gabbia disteria, creativa nel senso vero e ampio del termine. Eugene Gant un messia laico e fallimen- tare, consapevole che nel [suo] dolore c un aspet- to antichissimo ed eterno e che lo sforzo dellarte non sar mai suf ciente a eliminarlo: ci sar ancora dolore nel cuore e nella mente dopo Joyce. Come un vero messia, un puro di cuore, non realmente equipaggiato per resistere alla spietatezza degli uo- mini. Patir un lento supplizio nellAmerica flistea dei primi del Novecento, dove ognuno insegue con brutalit e odio calcolatore il proprio stupido suc- cesso, perch una corona di spine toccata in sorte [] a quelli che entrano ignudi in questo mondo, e con la pelle tutta scorticata sono costretti a vivervi e soggiornarvi. Storia di formazione, saga famigliare, racconto del- la purezza; romanzo sovreccitato e sovrabbondante, con una ricchezza compositiva e una variet di stili dallepica alla canzonetta sconcia, dalla pice tea- trale alla prosa pi introspettiva che non ti lasciano mai ritrarre nella noia, istrionico, popolato dai de- moni del luogo e quelli del moto, quelli dellaria e dellaria superiore, e quelli che nuotano sotto i mari, quelli limitati al moto locale e gli spiriti incorporei che abitano tutto lo spazio: insieme allingombran- te manoscritto di O Lost, Wolfe invi una lettera di presentazione alleditor Max Perkins. Diceva: Credo non sia corretto dare per scontato che un libro molto lungo sia un libro troppo lungo. Aveva ragione. per questo che accogliamo con ricono- scenza la coraggiosa versione primigenia dellopera, nella nuova limpida traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini. E chi davvero non trovasse il co- raggio di iniziare un romanzo tanto lungo potrebbe comunque sbirciare i capitoli 30 e 31, dove Wolfe racconta lamore breve e struggente fra Eugene e Laura James, e cos concedersi almeno una passeg- giata in questa terra oscura, [severamente] vietata agli asettici. si rivela con il procedere delle pagine il fulcro vero e inconoscibile del romanzo. Nel suo oscuro grembo non conoscemmo il volto di nostra madre, scrive Wolfe in uno degli accessi misteriosi di lirismo che pervadono il libro, dalla prigione della sua carne siamo giunti allindescrivibile, indicibile prigione di questa terra: parla dellassoluto, ma al tempo stesso dice qualcosa di tragicamente particolare e preciso su di s, sulla propria storia di fglio e di fratello. Eugene, che tutto vuole ingoiare, che tutto vuole succhiare, che brama confondersi con ogni entit fno a diventare quellentit un sasso, una foglia, una porta nascosta sembra alla costante e dispe- rata ricerca del seno tiepido che gli mancato. Vuo- le trarre nutrimento, colore, calore, odore, suono, sapore da qualunque cosa. Non si sazier mai ov- viamente, perch nulla in questa vita sostituisce laf- fetto latitante di una madre. Quando riusciremo a dimenticare?. Mai, sembra essere la risposta non pronunciata. La sua ferita perennemente aperta e si manife- sta di continuo: nel bisogno smodato di afermar- si, nelleccessivit di ogni pulsione, nei riferimenti continui alla mitologia e, curiosamente, nella ce- lebrazione del cibo. Wolfe scrive pagine grandiose per descrivere la fame mai soddisfatta della famiglia Gant, le colazioni a base di pomodori carnosi e fette spesse di bacon e uova e verdure, i coltelli af lati sullacciarino un attimo prima di essere confccati nellarrosto. proprio inutile pensare a tutto ci che elevato e appassionato senza cibo, aferma. Non si pu riscattare dai barbari colui che non disposto a dedicare al cibo almeno tre ore al giorno. rs_aprile14.indd 12 20/05/2014 09:57:38 Stefano Gallerani, Alias del manifesto, 6 aprile 2014 Figlio e poi padre di un pastore pro te stante, Frie drich Dr ren matt (1921-1990) ebbe sem- pre, nel corso della sua intera esi stenza di dram- ma turgo e nar ra tore, un rap porto di attra zione e repul sione nei con fronti della religione, che vedeva, al pari del suo rove scio laico, ovvero il dog ma ti smo ideo lo gico, come una sovra strut tura cen so ria che impe diva allessere umano di per ve- nire a quellinaferrabile ma non impos si bile con cetto che, in ter mini flo so fci, pu rife rirsi al ter mine verit. Da que sto punto di vista, la sua diver genza da Ber tolt Bre cht non avrebbe potu- to essere pi radi cale: per Dr ren matt, infatti, il vero nodo cru ciale, il limite, dopo tutto, dellope- ra bre ch tiana, risie deva nella ten denza dellauto- re di Madre corag gio a instal larsi in un sistema, a teologizzarsi, il che lo por tava a elu dere il pro- blema di ricer care, attra verso la scrit tura, la verit, ea spo stare, piut to sto, lattenzione su quale verit valesse la pena espri mere (o, eti ca mente, doves- seespri mersi), cosic ch sta scritto neIl com plice. Testo e dram ma tur gia lintelligenza di rico no- scere la verit con si ste nello sce gliere, tra le varie verit, quella giusta. Allopposto, Dr ren matt ino cula come un vi- rus, nella teo ria di Bre cht, due rea genti desti- no e caso i quali, pur non estra nei a una certa inten zio na lit, soli con sen tono di per ve nire a una forma supe riore di giu sti zia sociale. Cosa, tut ta- via, que sta giu sti zia rap pre senti per unincognita nellequazione arti stica. Ne La panne. Una sto ria ancora pos si bile, rac conto lungo pub bli cato nel 1956 e oggi ripro po sto da Adel phi nella stessa ver sione einau diana del 1972 (tra du zione di Euge nio Ber- nardi, Pic cola Biblio teca, pp. 87, euro 10,00), posto che nella moder nit non vi pi un dio che minacci, n una giu sti zia, n un fato come nella quinta sin fo nia; ci sono solo inci denti del traf co, dighe che crol lano per errori di costru zione, lesplo- sione di una fab brica di bombe ato mi che provoca- ta da un assi stente di labo ra to rio un po distratto, incu ba trici mal con di zio nate, il destino (o caso) si mani fe sta nellesistenza di un per so nag gio, il rap- pre sen tante di com mer cio Alfredo Traps, sotto forma di un impre vi sto gua sto al motore della sua Stud ba ker fuo ri se rie rosso san gue; allet tato dal- la pro spet tiva di uninaspettata avventura (per ch nei vil laggi cerano delle ragazze, come aGros sbie- strin gen, che sape vano apprez zare la compa gnia dei viag gia tori in arti coli tes sili), Traps fni sce invece ospite per la notte in casa di un giu dice in pensione: assieme al signor Zorn, un ex pub blico mini stero, al signor Kum mer, ex avvo cato e al signor Pilet, oste ed ex boia, que sti ha labitudine di pas sare le serate mon tane cele brando, tra le ric che por tate di una cena daltri tempi (quando gli uomini ave vano ancora il corag gio di man giare), famosi pro cessi della sto ria (il pro cesso di Socrate, il pro cesso di Ges, il pro cesso di Gio vanna dArco), ma la pre senza di Traps e la sua dispo ni bi lit a reci tare il ruolo di impu tato con sen tono ai quat tro eccen- trici uomini di legge di met tere in piediex novoun giudi zio il cui oggetto verr fuori pro prio dalla sua depo si zione, per ch, come gli sug ge ri sce Kum mer, Friedrich Drrenmatt. La panne e Un angelo a Babilonia. Riletti insieme, questi due testi anni Cinquanta dello scrittore svizzero congurano una riessione anti-brechtiana sulla giustizia Il destino o caso come teologia laica rs_aprile14.indd 13 20/05/2014 09:57:38 14 cui avrebbe dovuto essere, sic ch gli uomini, per mano del re, decre te ranno da soli la pro pria fne impa stando di empiet le mura della Torre in cui tutte le lin gue cono sciute si con fon de ranno por- tando il caos ela disperazione. La ste sura dellAngelo(apparso in Ita lia, per la pri- ma volta, nella col lana tea trale di Einaudi), occu- p Dr ren matt per oltre cin que anni, modi f cando nel tempo le sue inten zioni rispetto alla rivi si ta- zione dellepisodio biblico: un teo logo ha anno- tato poi lo scrit tore sviz zero che per sba glio capi tasse atea tro per assi stere aque sta commedia, potrebbe intrav ve dervi una teo di cea, ma quel- lo che Frie drich Dr ren matt intende piut to sto una digres sione sul tema della piet e del male: la pre senza di Dio di una divi nit si infran- ge impo tente con tro il libero arbi trio delluomo e con tro lirreversibilit delle cir co stanze e delle con tin genze che scon fes sano il valore pre dit tivo di qual siasi mani fe sta zione ter rena; che il fato di Kur rubi fnal mente si com pia non altera afatto il disor dine che la sua com parsa, per molti versi inspie ga bile, deter mina: la sovra nit e per essa lautorit stata ormai messa in discus sione e niente altro che la tiran nia pu con dan nare il popolo che insorge. Al Dio per fetto eonni sciente di Leib niz (per cui il nostro sarebbe il migliore dei mondi pos si bili), Dr- ren matt oppone un Dio distratto il quale dimen tica le pro prie crea zioni; un Dio inca pace di com pren- dere ci che, pur aven dolo gene rato, non cono sce; pari menti, gli uomini, fru strati dal loro non riu scire pi avedere la luce cele ste den tro se stessi, si con se- gnano alla con fu sione lin gui stica com pro met tendo la spe ranza di una riso lu tiva redenzione. Lo scar- to rispetto alla lezione bre ch tiana evi dente, cos come inal te rato il fascino miste rioso di unopera dispe rata edispe rante che oggi, se la si alle stisse, po- trebbe essere ancora accom pa gnata da que sta chiosa fr mata in terza per sona dal suo autore: Con que sto testo F.D. si prende evi den te mente gioco di qual- cuno: odel Cielo odei potenti odei teo logi odi noi tutti, oanche di se stesso. Di chi, non mi ancora riu scito di capire. la via dalla colpa allinnocenza s dif cile, ma non impos si bile, men tre unimpresa addi rit tura dispe rata voler conservare la pro pria inno cenza ed il risul tato non pu che essere disa stroso. Lei vuo- le per dere dove invece potrebbe averla vinta. Pi tardi sar costretto a non sce gliersi una colpa, ma a lasciar sela attri buire. Deciso, infatti, a man te- nere la linea pre scelta, alla fne Traps fnir quasi col con dan narsi da solo per aver indi ret ta mente pro vo cato la morte del suo prin ci pale Gygax, la cui pre ma tura scom parsa gli aveva sgom brato la strada verso il suc cesso pro fes sio nale; dila niato dal rimorso e vit tima di una cru dele sevi zie psi co lo- gica, il viag gia tore di commer cio sar anche lese- cutore della pro pria pena, rovi nando, col suo gesto, allimprovvisato tri bu nale, la pi bella serata del- la lorovita. Con estrema abi lit nellimbastire le trame di un con ge gno sce nico in cui senza fri zioni, ma ine so- ra bil mente, si passa dalla farsa al dramma, ne La panne(come anche nel romanzoLa pro messa) Dr- ren matt apre un varco verso la verit che passa per unidea di giu sti zia libe rata dai lac ciuoli del for- ma li smo, dalla inu tile far ra gine delle formule, dei pro to colli, delle scri bac chia ture, delle leggi: uni- dea che tra scende il signi f cato giu ri dico della col- pa ela situa nella coscienza di cia scun uomo, dove solo il caso (ovvero il destino) lascova. Come ancora il caso adeter mi nare il destino dei pro ta go ni sti di Un angelo a Babi lo nia (tra du zione di Aloi sio Rendi, mar cos y mar cos, pp. 184, euro 13,00), una com me dia del 1953 che Dr ren matt porta in scena nel dicembre dello stesso anno (alla Schau spie lhaus di Zurigo), attin gendo allimma- ginario biblico del mito della Torre di Babele: in una Meso po ta mia di fan ta sia, sotto la nebu losa di Andro meda, un angelo riceve lincarico di con se- gnare la gra zia divina, nelle fat tezze della fan ciulla Kur rubi, al pi povero degli uomini, ma per un equi voco, la d al re Nabu co do no sor, il quale, cre- dendo che il Cielo si stia facendo befe di lui, la ripu dia af dan dola al men di cante Akki; attra verso una serie di colpi di scena, alla fne si com pie la mis sione ter rena di Kur rubi, ma non nel modo in rs_aprile14.indd 14 20/05/2014 09:57:39 Stenio Solinas, il Giornale, 7 aprile 2014 Donna Tartt sulle ali del destino Teo Decker ha 13 anni quando rimane orfano. Succede un giorno che, per questioni disciplinari, sua madre Audrey viene convocata dal preside, e lui con lei. Lappuntamento per la tarda mattinata, e Audrey e Teo decidono di fare prima una scappata al Museo centrale. Per la verit lei a deciderlo, Teo vorrebbe solo una bella prima colazione in qualche tavo- la calda, ma si sente in colpa per via della scuo- la, pensa che quella visita diminuir il nervosi- smo materno, palpabile e giustifcato: il marito, padre di Teo, lha mollata da un giorno allaltro, ci sono problemi economici, lei si fa in quattro e non chiede al fglio che studiare e essere edu- cato. delusa, e ha ragione, pensa il ragazzo. Teo stravede per la madre. bella, elegante, simpa- tica, emana una luce particolare, sa farsi volere bene. Il padre era completamente diverso: un attore falli- to, riciclatosi in venditore collerico e con la tenden- za allalcol, non cattivo, ma rissoso. Teo vorrebbe assomigliare alla madre: se si guarda allo specchio, vede per come doveva essere il padre da piccolo. Al Museo, Audrey cerca un quadro in particolare, Il cardellino, un olio di Fabritius, pittore seicen- tesco olandese: lallievo prediletto di Rembrandt, lanticipatore di Vermeer. un dipinto piccolo, ma dice molto: racconta la solitudine e insieme la dipendenza. Legato a una catenella, come un cane alla catena, quelluccellino possiede la malinconica ferezza di chi non si rassegna. uno dei pochi dipinti rimasti dellautore e lultimo da lui fatto. Nel 1654, lo scoppio di un deposito di armi a Delft distrusse anche la sua vita, la sua abitazione, e tutto ci che della sua opera era in casa. Solo un pugno di tele rimangono a testimoniarne la grandezza. A vedere Il cardellino c fra gli sparsi visitatori una strana coppia: una ragazzina pi o meno sua coe- tanea, un anziano signore, elegantemente vestito, ma quasi gobbo, come se pendesse su un lato del corpo. Teo attratto dai capelli rossi della bam- bina, un colorato squillo di tromba, e dallevidente complicit che li lega. un po la stessa che lo uni- sce a sua madre e spera che dopo, quando lei avr parlato con il preside e scoperto il suo teppismo in- fantile di cui ora prova vergogna, il legame non si rompa e tutto possa tornare come sempre stato. Proprio perch attratto da quella coppia, Teo si at- tarda nella sala, mentre la madre fa una deviazione verso unaltra pi lontana, dove c la Lezione di ana- tomia di Rembrandt che vuole rivedere. Cos, quando la bomba scoppia dentro il mu- seo, un attentato, uno dei tanti dopo l11 settem- bre, il terrorismo cieco come arma politica, ma- dre e fglio sono separati. Lui sopravvive, lei no. E quella morte segna la vita del sopravvissuto. La segna non tanto e non solo perch adesso non ha pi nessuno, af dato prima a degli amici di fami- glia, poi, quando il padre si rif vivo, a questultimo, presenza-assenza non amata, e a una nuova citt, e poi ancora nuovi lutti e nuove separazioni La se- gna perch di quella morte Teo si sente responsabi- le. Se non fosse stato per il suo disordine scolastico, quel giorno Audrey non avrebbe dovuto accompa- gnarlo a scuola, non ci sarebbe stata la deviazione per il museo, non sarebbero stati l quando Lha uccisa la sua criminalit di bambino viziato. Ma oltre la morte della madre pesa su Teo un altro macigno. Quel giorno, fra il sangue e i corpi sparsi della sala, si ritrovato a fanco di quel gentile si- gnore. La ragazzina dai capelli rossi no, non lha vi- sta, si era anche lei allontanata, ma il vecchio era ste- so vicino a lui, stava morendo e, a fatica, gli ha fatto segno di portare via da quello scenario apocalittico Il cardellino, rimasto miracolosamente incolume, un pezzo di legno ricoperto di calcinacci, a malapena visibile fra i detriti Teo lha fatto. Lha salvato e insieme lha rubato. Dovrebbe riconsegnarlo, ma ha 13 anni, sconvolto, non sa bene come fare. E rs_aprile14.indd 15 20/05/2014 09:57:39 16 sce. Per fare il bene non scatena altro che il male dellumanit. Teo il suo opposto: la sua corsa ad annullarsi produce una catarsi, il modo sbagliato pu essere quello giusto, la perdita di qualcuno che permette il ritrovarsi di altri. Il libro della Tartt una magistrale prova dautore in cui c tutto. La ricostruzione perfetta delle psico- logie adolescenziali, il loro linguaggio, i loro gusti, lanalisi della societ alta newyorkese, ma anche il melting pot, specie quello russo americano, di una immigrazione professionalmente alta (tecnici petro- liferi, geologi eccetera) eppure pericolosa per lo sra- dicamento che si porta dietro a livello familiare: vite da nomadi, identit infelici. E ancora: lambiente falsamente dorato dellantiquariato di una nazione che non ha mai conosciuto lantichit, le case da- ste e i nuovi ricchi, le tecniche con cui si falsifcano mobili, dipinti, arazzi, il sottobosco di venditori e compratori Tutto nel Cardellino ruota intorno al tema del de- stino, che crudele, ma forse non casuale. La Na- tura, intesa come Morte, vince sempre, ma questo non signifca prostrarci al suo cospetto. E nel pieno del nostro morire, mentre ci eleviamo al di sopra dellorganico solo per tornare vergognosamente a sprofondarvi, come un onore e un privilegio amare ci che la morte non tocca. Nella misura in cui il quadro immortale (e lo ) io ho una minuscola, luminosa, inimitabile parte di quellimmortalit. Perch in fondo siamo noi che salviamo la bellezza. se lo mettono in galera? In realt, ci che veramente lo trattiene qualcosa daltro: quellimmagine fe- ra e dolente lunica cosa che gli ricordi sua madre comera, il loro ultimo momento insieme, quando erano entrambi vivi e felici, nonostante tutto e tutti. Adesso sono entrambi morti, e quelluccellino la sola cosa che per lui abbia ancora un senso. Il cardellino (Rizzoli, pp 892, euro 20, traduzione di Mirko Zilahi de Gyurgyokai) il nuovo romanzo di Donna Tartt, il terzo dopo Dio di illusioni e Il piccolo amico. Della cosiddetta generazione minima- lista, Tartt la scrittrice pi interessante, totalmen- te sganciata dalla rappresentazione dellAmerican Way of Life degli anni Ottanta, yuppismo e dintor- ni, che consacr e insieme distrusse i suoi autori. Il suo stato fn dallinizio un percorso completamen- te diverso, in cui il romanzo dimpianto tradiziona- le veniva contaminato dal new journalism alla Ca- pote e alla Wolfe e insieme innervato da una sorta di approccio metafsico ai grandi temi della colpa e dellinnocenza, della bellezza e della sua pericolosa presenza. Per Il cardellino, la critica ha fatto riferimento a Di- ckens, lepopea dickensiana delle grandi speranze e delle tragedie delladolescenza, locchio vergine con cui questultima registra il non senso del mondo. Se per dovessimo fare un nome come chiave del libro, sarebbe Lidiota di Dostoevskij, sia pure rovesciato. La bont del principe Myskin non porta altro che dolore: c chi si ammazza, chi si vende, chi tradi- Il suo stato n dallinizio un percorso completamente diverso, in cui il romanzo dimpianto tradizionale veniva contaminato dal new journalism alla Capote e alla Wolfe e insieme innervato da una sorta di approccio metasico ai grandi temi della colpa e dellinnocenza, della bellezza e della sua pericolosa presenza. rs_aprile14.indd 16 20/05/2014 09:57:39 Sollevare un sasso e trovarci sotto un mondo, appe- na nato e brulicante. Quello delle startup culturali: realt spesso diverse fra loro ma accomunate dalla ricerca di nuove vie per far crescere questo settore in Italia. Con lo sguardo rivolto allinnovazione e i piedi ben piantati su un progetto di business, perch con la cultura si mangia, se si impara come fare. Gli esem- pi non mancano, e lindustria del terzo settore se n accorta: basta pensare ai progetti delle dieci startup di editoria tecnologica, sette delle quali italiane e tutte con meno di tre anni di vita, che dall8 all11 maggio saranno presentati per la prima volta al Sa- lone del libro di Torino. Storie di successo, come quella della piattaforma 20lines nata a Treviso, che consente di leggere, scri- vere e condividere racconti brevi. Lesordio due anni fa proprio al Salone, ora il ritorno con alle spalle una comunit di oltre 70 mila scrittori e lettori, pi di 10 mila storie pubblicate e unapp in sette lingue. A inizio 2014 il lancio, insieme ad Amazon e Rizzoli, di Bigjump: il primo concorso dedicato agli autori della piattaforma. Progetti che hanno sfondato, come quello della startup di Lugano Newscron, che permettono di aggregare notizie provenienti da diverse fonti e leg- gerle da una sola applicazione. In 14 mesi diventa il primo aggregatore di news online a livello europeo, con oltre 30 milioni di articoli letti in Italia solo nel 2013. Chi pensa che lebook non sia nientaltro che il tra- sferimento in pdf di un volume dia un occhiata al software della Pubcoder di Torino, che permette a chiunque di realizzare un ebook arricchito di ani- mazioni, video e suoni. La sua versione di prova, lanciata a ottobre 2013, gi utilizzata da migliaia di persone. Stesso fase per il progetto di ricerca bi- bliografca intelligente elaborato dalla TwoReads di Venezia. Perch per ogni libro ne esiste sempre al- meno uno collegato, spiega il fondatore Alessandro Guarnieri, designer grafco classe 1985. Folgorato da Te Gutenberg Galaxy di McLuhan in aereo tra Venezia e San Paolo, dove lavorava, decide di torna- re in Italia e a inizio 2014 trova le persone giuste per sviluppare lidea. Lobiettivo quello di orientare il pubblico nella scoperta di nuove letture, trasfor- mando ogni libro in un ipertesto aperto a rimandi e citazioni. Sullo stesso flone il progetto di Federico Mirarchi e Roberto Piazza, pubblicitari milanesi poco pi che trentenni che a fne 2012 hanno dato vita a SPAM Magazine, la prima e unica rivista in realt aumen- tata. Si pu leggere in modo tradizionale o con il proprio smartphone o tablet, approfondendo gli articoli con video, foto, link a shop online e anima- zioni 3D. E proprio al Salone debutter G.R.I.M.M., lapp- libro di tre imprenditrici, mamme e professioniste del digitale torinesi pensato per bambini da 0 a 8 anni. Lidea nasce dallesigenza di ridurre il nume- ro di libri presenti in casa spiega Cristiana Calil- li, una delle fondatrici e blogger di 100% Mamma. Lapplicazione avr al suo interno una faba e un men che sbloccher contenuti diversi a seconda Alexis Paparo, il Giornale, 10 aprile 2014 Applicazioni, servizi e piattaforme digitali promettono di cambiare leditoria. Sfruttando tecnologia e fantasia La cultura unimpresa. Ecco le nuove idee per guadagnare coi libri rs_aprile14.indd 17 20/05/2014 09:57:39 18 ti hanno realizzato il loro progetto, e alcuni sono pure riusciti a espanderlo. Come Lberos, che ha vinto la prima edizione proponendo una piatta- forma per collegare editori, biblioteche, scrittori e lettori sardi. Nel 2013 ha realizzato 200 even- ti legati al mondo del libro per enti locali e pri- vati, ha creato una rete di 240 operatori culturali e ora pensa di replicare il modello anche altrove. E, per la serie non sempre si pu vincere anzi a volte meglio cos, il caso del progetto #Lunafa- l, presentato dalla fondazione Cesare Pavese. Se avessimo vinto avremmo sviluppato i workshop proposti racconta Pierluigi Vaccaneo, direttore della fondazione, cos non stato, quindi abbia- mo scommesso sullo sviluppo dellidea iniziale, ovvero la riattualizzazione di La luna e i Fal attra- verso Twitter. Unintuizione che porta Vaccaneo, Edoardo Montenegro e Paolo Costa a mettere a punto il metodo Twitteratura, un nuovo modo di rileggere e riscrivere i grandi classici attraverso bat- tute da 140 caratteri. In un anno sono stati riletti attraverso centinaia di migliaia di tweet, capolavori come Scritti Corsari di Pierpaolo Pasolini, Esercizi di stile di Raymond Queneau, Le citt invisibili di Italo Calvino tutti disponibili sul sito Twitteratu- ra. Proprio al Salone saranno presentati i risultati del progetto sui Promessi Sposi, che ha coinvolto 20 scuole di tuttItalia per 4 mesi e ha prodotto oltre 100 mila tweet. solo linizio. delle fasce det. Musiche e colori personalizzati arricchiscono il tutto. pensata anche per aiutare i bambini con defcit di apprendimento, autistici o dislessici. Il concetto poi, pu essere esteso anche allo studio di altre materie o delle lingue. Per svi- luppare lapp servono 6 mila euro e luned prossimo partir la campagna di raccolta fondi sulla piattafor- ma Eppela. Lobiettivo arrivare a 3 mila entro 40 giorni: G.R.I.M.M. stato infatti selezionato tra i progetti che Postepay potrebbe scegliere di cofnan- ziare. A partire da oggi, tra tutti i progetti pubblicati su www.postepaycrowd.it che raggiungeranno il 50 percento del budget, lo sponsor sceglier di aiutarne uno al mese. E su dieci startup in cerca dinvestitore una lha gi trovato: la Xoonia di Milano, che realizza software per interagire con uno schermo attraverso i movi- menti del corpo. Ha gi preso accordi con la casa editrice Multiplayer. Con i fnanziamenti pubblici ridotti allosso rendere economicamente sostenibile il proprio progetto importante quanto avere unidea bril- lante dice Bertram Niessen, project manager del premio Che Fare. Per il secondo anno il premio ha assegnato centomila euro alla startup cultu- rale che ha coniugato al meglio impatto sociale, innovazione e progetto di business. Ma la prova pi dif cile quella del tempo. Superata al cento percento dai sei fnalisti della prima edizione. Tut- Con i nanziamenti pubblici ridotti allosso rendere economicamente sostenibile il proprio progetto importante quanto avere unidea brillante rs_aprile14.indd 18 20/05/2014 09:57:39 Non c traccia di Russia nella casa parigina di Em- manuel Carrre, cos francese per la luce, i pavimen- ti di legno, leleganza e il disordine. Ma c qualcosa nei suoi lineamenti e nel taglio degli occhi che fa capire perch, negli ultimi anni, abbia scritto due libri che hanno a che fare con lex Unione Sovietica. Carrre ha ereditato la Russia dalla madre Hlne, storica e accademica di Francia, che da bambina si chiamava, di cognome, Zurabisvili: Georges Zura- bisvili nato a Tifis racconta lo scrittore a propo- sito del nonno materno inLa vita come un romanzo russo, del 2007: Suo padre, Ivan, giureconsulto; sua madre, Nino, ha tradotto George Sand in ge- orgiano. Le fotografe mostrano baf e turbanti, tra le dita sindovinano rosari dambra. Di Georges, in casa, non si parla: Per un po fa il taxista, siamo negli anni Venti, quando la famiglia in fuga ha tro- vato riparo a Parigi, ed una delle rare cose che a mia madre piaccia raccontare di lui, una delle rare cose che da bambino io abbia saputo di mio nonno. Verr fuori che, durante loccupazione, ha collabo- rato come traduttore per i tedeschi e che nel 1944 un gruppo di uomini armati verr a prenderlo a casa e di lui non si sapr pi niente: Mia madre mi aveva chiesto di non parlare di questa storia spiega Carrre, mentre prepara il caf nella cucina dellap- partamento nel bel palazzo nella zona nord-est di Parigi che divide con la moglie e la fglia di sette anni, ma non ho potuto darle ascolto, portare alla luce questi segreti stata una grande liberazione. Sembra che la madre non gli abbia rivolto la parola per molto tempo, ma un rischio che si corre, a scri- vere di persone vere. Come nel caso diLimonov(Adelphi, 2012), la bio- grafa del dissidente e scrittore russo che forse il suo libro di maggior successo. Eduard Limonov, che tra le altre cose aveva sognato di diventare uno scrittore famoso ma era riuscito solo a conquistarsi una piccola fama come autore vagamente di culto, stato felice del libro, di essere una star internaziona- le, anche se con le parole di un altro. Chi se l presa stato invece un personaggio mino- re, lo scrittore quarantenne Zachar Prilepin, autore di tre romanzi e militante del Partito nazionalbol- scevico, di cui Carrre aveva scritto: Onesto, co- raggioso, tollerante, uno che guarda la vita come guarda le persone, dritto negli occhi. E poi: uno scrittore eccellente, serio e delicato, i suoi libri sono tradotti e li consiglio vivamente. A sentir nomina- re Prilepin, Carrre ride: Su un quotidiano russo uscita una sua recensione al mio libro. In poche pa- role dice che sono un bastardo e un traditore perch ho scritto che Limonov, a New York, ha fatto sesso con degli uomini. La cosa mi diverte, soprattutto perch sono cose ha raccontato lo stesso Limonov nei suoi romanzi. Molto diverso deve essere stato afrontare la reazio- ne delluomo al centro diLavversario,Jean-Claude Romand, che nel 1993 ha ucciso la moglie, i fgli e i genitori perch non scoprissero che non aveva un lavoro ed era pieno di debiti: Ho raccontato la sua storia partendo da unidea che mi ossessionava, limmagine di un padre che cammina nei boschi racconta Carrre, seduto su uno dei due vecchi e morbidi divani in pelle nel suo studio con le grandi fnestre, intorno c solo neve; luomo ha un segreto assurdo e terribile, di cui non pu parlare a nessu- no. stato un libro dif cile da mettere insieme: Vo- levo scriverlo, ma non sapevo da dove cominciare. Avevo cercato di contattare Romand in carcere ma senza successo, forse anche perch gli avevo manda- to da leggere la mia biografa di Philip Dick che si intitola, me ne sono reso conto troppo tardi,Io sono vivo e voi siete morti. Carrre scrive alloraLa settimana bianca(1995) un breve romanzo dellorrore, che esce il 7 maggio nella nuova edizione di Adelphi: LavversarioeLa setti- Valentina Della Seta, il venerd di Repubblica, 11 aprile 2014 Aspettando il nuovo grande romanzo russo rs_aprile14.indd 19 20/05/2014 09:57:39 20 Se Balzac fosse vivo oggi cosa racconterebbe a proposito dei piccoli burocrati che si sono trasformati nei nuovi ricchi? Non lo so, quello che certo che ancora nessuno, in Russia o allestero, ha scritto un grande romanzo su questo argomento. garlo risponde invece sorridendoa ripensarci, am- metto di aver fatto unafermazione imprudente. un particolare che, allinterno di una biografa do- cumentata nei minimi dettagli, appassionante per come riesce a mettere insieme un quadro della storia della Russia degli ultimi settantanni e la potenza del singolo personaggio Limonov, testimonia il fat- to che lo scrittore potrebbe aver afrontato il lavoro in un modo nuovo. DentroLimonovc infatti un ritmo che la sua scrit- tura non aveva mai dettato prima. Non si pu dire se sia pi o meno bello degli altri, Carrre in quanto a ritmo un maestro. Per c qualcosa, nel libro, che d lidea di uno che si slaccia il colletto, si to- glie le scarpe e beve due bicchieri di vino. Forse era Jung, che diceva che il Super-io solubile in alcol: vero spiega mi sono lasciato andare a un ritmo diverso, ma questo dipeso soprattutto da Limo- nov, dal suo modo di essere e di parlare, lui che ha dato il tempo al libro. In ogni caso, e credo che si intuisca, un libro che mi sono divertito a scri- vere, anche se alcuni passaggi della vita di Eduard mi hanno disgustato, come la sua partecipazione al fanco dei militari serbi nella guerra dei Balcani, nei primi anni Novanta. Quando sono arrivato a quei capitoli ho lasciato il libro da parte per un anno. dif cile farsi unidea precisa di Limonov: lautore detesta alcune sue posizioni politiche e molte delle cose che ha fatto, per allo stesso tempo lo stima, afascinato dal suo modo di essere. A parte questo, si pu dire che forse il primo personaggio non bor- ghese di cui scrive? normale che io abbia scritto sempre di un certo ambiente dice perch lo stes- so in cui sono nato e cresciuto. vero, con Limonov ho parlato di un mondo diverso, ma lo avevo gi fatto in Vita come un romanzo russo, con le persone che ho incontrato andando a girare il documentario a Kotelnic, nella provincia russa. Forse perch, in un paese come la Russia, non esiste ancora una vera classe media? Esiste invece, ma sempre molto piccola, e si trova solo nelle grandi citt risponde Carrre. uno strato minuscolo della societ: in- tellettuali, scrittori, giornalisti, editori. Penso che la crescita di questa classe media sarebbe una delle cose mana biancasono gemelli spiega, mentre il discorso in qualche modo torna alla Russia: In quel perio- do cercavo di imparare di nuovo la lingua che usavo con mia madre da bambino e leggevo un racconto di echov intitolatoLa steppa.Sono pagine in cui non succede quasi niente, c un ragazzino che vive in un paesino remoto e viene mandato in una grande citt per studiare. C la descrizione del suo viaggio con lo zio verso la citt, i paesaggi, la neve, e i pensieri del bambino non sa cosa aspettarsi. Volevo ricreare questa atmosfera di angoscia ovattata. E Romand, che cosa ha detto? Romand ha accettato di par- larmi proprio dopo aver letto il romanzo continua Carrre dicendo che gli aveva ricordato la propria infanzia. Anni dopo, quando sono andato a trovarlo dopo avergli mandato una copia diLavversario, mi aspettavo che mi abbracciasse e si mettesse a pian- gere, oppure che avesse voglia di picchiarmi. Invece niente, non ha avuto reazioni, ha continuato a par- lare del pi e del meno. Carrre sostiene di essersi sentito attratto dal caso di Romand perch, scavando nel fondo della sua storia, gli era sembrato di ritrovare qualcosa di s. E dice qualcosa di simile anche a proposito di Limonov: Ho pensato scrive in uno dei passaggi pi noti del libro che la sua vita romanzesca e spericolata rac- contasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di tutti noi dopo la fne della Seconda guerra mondiale. Sarebbe bello ascoltare, dalla voce di Carrre, una dissertazione su cosa unisca tutte queste cose; Li- monov, noi, la Russia e la fne della seconda guerra mondiale: Non credo di essere in grado di spie- rs_aprile14.indd 20 20/05/2014 09:57:39 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 21 ho lavorato a questo, e alla sceneggiatura della serie tvLes Revenants(che andr in onda su Sky Atlantic in autunno, ndr). Nella serie ci sono dei morti che tornano indietro. Ma non sono zombie, non sono fantasmi, non hanno niente a che vedere con quello a cui ci ha abituati la tradizione horror. Con lauto- re Fabrice Gobert abbiamo provato a considerare la cosa realisticamente: come reagiremmo, quali sareb- bero i primi gesti, le prime parole da dire. Pensando a come lavora lo scrittore, alle gestazioni lunghissime dei suoi libri, le sceneggiature devono essere quasi una passeggiata: appassionante la- vorare alle storie per la tv, mi piace molto. Luni- co problema che, se sei abituato alla totale libert della scrittura di un libro, dopo un po non riesci a sopportare che un produttore o dirigente del canale televisivo, magari un ragazzo dellet di tuo fglio, ti dica cosa puoi o non puoi mettere in una sceneggia- tura. Anche questo lo racconta sorridendo. Eppure passa per essere stato un uomo irruente, facile da infastidire. Ma questo era tanto tempo fa, quando i fantasmi, nel cuore di Carrre, non avevano ancora lasciato il posto al battito russo. migliori che potrebbe accadere alla Russia oggi. Per ora ci sono gli oligarchi, incredibilmente ricchi, e poi i poveri, che si sentono perduti, traditi dalla fne del comunismo. E che votano in massa per Putin. A sentirlo dire cos, sembra che dalla caduta del comunismo non sia cambiato molto: cambiato moltissimo invece, continua ora c la libert di dire e fare pi o meno quello che si vuole, a patto di non occuparsi di politica. La politica riservata al potere. Se provi a entrarci devi essere un buonap- paratcik,altrimenti ti capita quello che capitato a Khodorkovskij, o a Limonov in un altro modo: vieni sbattuto in galera. Se Balzac fosse vivo oggi cosa racconterebbe a proposito dei piccoli burocrati che si sono trasformati nei nuovi ricchi? Non lo so, quello che certo che ancora nessuno, in Russia o allestero, ha scritto un grande romanzo su questo argomento. Fuori dalle fnestre dello studio di Carrre la luce sta cominciando a cambiare, si fatto tardi, ma lui non sembra infastidito: Questa intervista capitata al momento giusto dice ho appena fnito di scrivere un libro, mi sento sollevato. Negli ultimi due anni rs_aprile14.indd 21 20/05/2014 09:57:39 Sono rari gli amori ferroviari, dif cile lincontro fra sco- nosciuti in treno; ma due libri gettati alla rinfusa nella tasca esterna di una valigia possono intendersela a me- raviglia, senza bisogno di occhiate allusive, e perfno accoppiarsi selvaggiamente in un vagone afollato. Sa- peste come amoreggiavano, i due volumetti che mi ero scelto per un lungo viaggio! Il primo, Casi giudiziari, era unantologia di racconti siciliani curata da Salvato- re Ferlita. Tra questi una novella di Capuana, Delitto ideale, dove un uomo che ha lungamente fantasticato un assassinio, senza per mai commetterlo, si sottopo- ne da solo a processo nel foro interiore, lunico com- petente per queste faccende e si d la condanna che nessun giudice avrebbe potuto infiggergli: La mia prigionia non diferir in niente da quella legale. Sar dura, inesorabile, ed io diverr tra pochi giorni il carce- riere di me stesso. Suo compagno di viaggio era La panne, il capolavoro di Drrenmatt appena ripubblica- to da Adelphi. Qui un rappresentante di tessuti fnisce tra le mani di quattro uomini di legge in pensione che si divertono, la sera, a rifare processi celebri o a istru- irne di nuovi. Il poveruomo messo a giudizio, e via via che il dibattimento si dipana la sua esistenza me- schina trasfgurata in romanzo, in unepopea crimi- nale che lo incorona eroe. Se ne avvede, inutilmente, il difensore: Fatti assolutamente indipendenti erano stati collegati fra di loro, si era voluto contrabbandare nel tutto un disegno logico, eventi fortuiti erano stati presentati come cause di azioni che avrebbero potu- to avere benissimo un decorso diverso, nel puro caso si era voluta vedere lintenzione, nella sventatezza il proposito deliberato, sicch alla fne dallinterrogato- rio era necessariamente saltato fuori un assassino, cos come dal cilindro del mago salta fuori un coniglio. Due racconti giudiziari, ma pi ancora due racconti sul processo come genere letterario, come matrice di storie, come forma narrativa in grado di imprimere signifcato e coerenza a quello scialo di triti fatti in cui consiste, per lo pi, la vita. Da questo accoppia- mento giudizioso si potrebbero trarre le lezioni pi varie, teologiche o psicoanalitiche, ma fermiamoci alla schiuma dei giorni, che la materia di cui sono fatti i quotidiani. Ebbene, ci stato ripetuto fno alla noia che, proprio come le mezze stagioni, non ci sono pi le grandi narrazioni; anzi, lopinione flistea vuole che la fne del comunismo abbia lasciato il campo a un grand rcit che ha lastuzia di non presentarsi come tale, quel fantasma che chiamano neoliberismo. Scioc- chezze, specie se smerciate in Italia. Si direbbe piut- tosto che dopo il crollo del Muro, sulle ceneri della Prima Repubblica, sia spuntata la fenice di una nuova forma narrativa, con mire egemoniche: il processo, o meglio quel modo specifco di mettere ordine tra i fat- ti, le azioni e le colpe che la ricostruzione giudiziaria. La cosa non certo nuova talora formasi un verace romanzo, o piuttosto un tragico poema, in cui laccu- sato linfelice protagonista: cos Francesco Mario Pagano nel 1787 ma ha assunto da allora propor- zioni grandiose. La prova generale stato il processo Cusani, e lultimo atto, perfno pi titanico, il feuil- leton della trattativa. In mezzo c stato il ventennio che conosciamo, che ha visto, tra le altre cose, fascicoli daccusa stampati con il titolo La vera storia dItalia. Forse dovremmo abbandonare la cara formula di Sou- lez Larivire, circo mediatico-giudiziario, e parlare piuttosto di un epos mediatico-giudiziario, che al pari di certe serie televisive alimenta un universo narrativo labirintico e disseminato, il cui spin-of pi inquietan- te sono i libri dei magistrati sulle inchieste in corso. Come nel racconto di Drrenmatt, afare di storie in attrito: quella, prosaica, del viaggiatore di commer- cio e quella, lugubre e solenne, che prende forma nel processo, in cui la vita si realizzava in tutta la perfe- zione e la coerenza di unopera darte. Quando Scola volle trarre dal libro un flm, nel 1972, trov il colpo di genio di far processare Alberto Sordi il Sordi di sempre, la macchietta antropologica dellitaliano furbo e renitente alla legge da una corte straniera, fatta di vecchie glorie del cinema francese. Il mondo morale della commedia era convocato a giudizio, e raccontato come storia criminale non faceva pi ridere. Non ne venne un gran flm, ma una buona allegoria di una re- pubblica in panne. Guido Vitiello, Il Foglio, 12 aprile 2014 Prove di un successo rs_aprile14.indd 22 20/05/2014 09:57:39 Leditoria digitale sta prendendo due strade: da una parte c il libro cartaceo che esiste e continuer ad esistere ma si arricchir di contenuti tecnologici, dallaltra cose che non si chiamano pi libri ma prodotti editoriali, nati direttamente dalla tecnolo- gia digitale. Tutti, per il momento, convivono. Il problema semmai che la maggior parte degli editori tradizionali sta alla fnestra in attesa di ca- pire quali nuovi modelli di business ne deriveran- no. A sostenerlo Stefano Saladino, presidente dellAssociazione Luoghi di Relazione, ideatrice ed organizzatrice del Digital Festival, che questan- no ha collaborato con il Salone del Libro (in pro- gramma al Lingotto di Torino dall8 al 12 mag- gio) nella realizzazione dellarea Start Up in Book to the future. Uno spazio di 150 mq interamente dedicato a dieci startup, selezionate attraverso un bando internazionale per la loro oferta di conte- nuti innovativi relativi ai prodotti editoriali. Si va da20lines, piattaforma per il social reading, alla li- tuana Bliu Bliu, per lapprendimento delle lingue straniere. Ci sono poi le torinesi J-Lab(ebook per bambini), Maieutica Labs (apprendimento onli- ne) ePubcoder(software per realizzare ebook). La svizzeraNewscronha realizzato un aggregatore di contenuti, mentre Spam di Milano produce una rivista a realt aumentata. Timbuktu fa prodotti digitali innovativi per bambini,Two Readsdi Ve- nezia specializzata in ricerca bibliografca intel- ligente eXooniadi Milano realizza software inte- rattivi. I dieci vincitori spiegaSaladinooperano principalmente in tre campi: editoria per bambini, realt aumentata, aggregazione di contenuti. Sono in maggioranza italiani, anche se la call era interna- zionale, probabilmente perch, essendo una prima esperienza, non siamo riusciti a comunicarla al me- glio allestero. Hanno tutti meno di 3 anni di vita come startup e rappresentano le principali tendenze nel mondo delleditoria digitale. Qual il minimo comun denominatore? Larricchimento dei contenuti. La fruizione digitale favorisce lintegrazione di nuovi modi di arricchi- mento dello strumento cartaceo. Si passa in pratica da uno strumento cartaceo statico a un altro che in- teragisce con lo statico riempiendolo di contributi di altri utenti. A questo punto il contenuto editoriale diventa il punto di partenza per raggruppare con- tenuti altrui. La fruizione del prodotto editoriale, insomma, non pi passiva, come quando qualcuno legge un libro, ma si trasforma in ascolto attivo. una trasformazione dettata da una parte dalla tec- nologia, che consente di corredare un prodotto di contenuti multimediali, dallaltra dai contenuti for- niti dai fruitori. Di fatto la traduzione di abitudini consolidate di partecipazione attiva degli utenti in altri canali, ad esempio sui social network. Anzi, si va oltre: la partecipazione non pi solo in termini di buzz, di commento, ma diventa condivisione par- tecipata di un progetto editoriale. Esempi pratici? In generale il campo di applicazione oggi nella didattica scolastica. Intorno alleditoria digitale si Luciana Maci, economyup.it, 14 aprile 2014 Le grandi case editrici aspettano di capire il modello di business, i piccoli sperimentano di pi dice Stefano Saladino, il selezionatore delle 10 startup che andranno al Salone del Libro di maggio. Ecco quali sono e cosa dicono sui cambiamenti che stanno sconvolgendo il mondo dei libri Siamo oltre lebook, ma i big delleditoria stanno ancora a guardare rs_aprile14.indd 23 20/05/2014 09:57:39 24 trasformazioni varie: sono strati tecnologici che si aggiungono. Quanto le case editrici tradizionali sono in grado di comprendere questa evoluzione? Cominciano a comprenderla. il motivo per cui abbiamo realizzato il progettoStart Up in Book to the futurenellambito del Salone del Libro di Tori- no: volevamo sensibilizzare gli espositori alle nuove sfde. Lanno scorso avevamo uno stand. Ma chia- ro che ormai siamo oltre lebook e serve un nuovo approccio. il primo anno di questa iniziativa, che contiamo di sviluppare in futuro. E il mercato pronto allinnovazione? Il mercato dei fruitori tendenzialmente pronto, il mercato della produzione si sta barcamenando e sta cercando di capire quali saranno i modelli econo- mici. La rivoluzione tecnologica porta necessaria- mente a una rivoluzione dei modelli produttivi: le resistenze derivano proprio da qui, dalle domande e dai dubbi sulla creazione di nuovi modelli economi- ci sostenibili. Allora non vero, come dice qualcuno, che nelleditoria tradizionale non ci sono competenze a suf cienza per capire linnovazione? Non si pu negare che chi amministra le imprese spesso indietro sulla cultura del digitale. Il tessuto questo, lo sappiamo. Ma le competenze ci sono e, se gli editori vedessero concrete opportunit di business, sono certo che assumerebbero manager funzionali allevoluzione. In realt stanno alla f- nestra in attesa di vedere quello che succede. E in un certo senso una giusta attesa. Si muovono prima i pi piccoli, perch hanno meno da per- dere, mentre i grandi editori fanno pi fatica ad abbandonare i modelli tradizionali dai quali ri- cavano ancora margini di guadagno, sia pure ri- dotti rispetto al passato, per intraprendere nuove strade. Certamente dovrebbero avere un maggiore approccio allinnovazione. Pi che altro manca la parte di ricerca e sviluppo, che quella funzionale alla sperimentazione. forma laula, il gruppo, la classe. Si possono con- dividere i commenti sui testi o le indicazioni del docente, si pu fruire qualcosa insieme agli altri e da remoto. La scuola pu sembrare arretrata in questo campo, e per molti versi ancora lo , eppure il settore che sta traendo maggiori van- taggi dalleditoria digitale. Del resto ha unutenza pi avvezza alluso del digitale perch gli studen- ti sono tutti nativi digitali. La scuola insomma uno dei campi pi signifcativi di sperimentazione del digitale nel settore editoriale. Poi c almeno un altro campo. Partendo da questi presupposti il confne tra editoria e multimedialit diven- ta sempre pi labile: il libro non pi un libro, n unanimazione e nemmeno un flmato. una nuova esperienza di fruizione dei contenuti, una nuova forma di editoria. Un esempio? Leditoria per bambini. Luso della realt aumentata, tra- mite lutilizzo di uno smartphone o di un tablet, mi consente di prendere il libro di carta e veder- vi oggetti animati, o leggervi risorse aggiuntive online, o praticare giochi interattivi. Unesperien- za mista tra digitale e analogico. Poi c lespe- rienza tecnologica tout court. In cosa consiste? La creazione di prodotti del tutto nuovi, che non partono dalla conversione di uno strumento carta- ceo tradizionale in strumento digitale, ma dallasset tecnologico. Partendo dai nuovi metodi di fruizio- ne e dai nuovi device possibile costruire un nuovo prodotto puramente digitale, un mix tra contenuti editoriali, video e interazione umana. unespe- rienza verticale. Chiamarlo ancora libro sar dif ci- le. pi che altro un prodotto editoriale complesso e multimediale. Ma quindi il libro come lo intendiamo oggi morir? Il libro esiste e continuer ad esistere. Anzi, in que- sto momento storico se ne stanno producendo pi che in passato. Ma pu vivere di natura propria. Si pu usare come volume che resta sul comodino e di cui leggiamo qualche pagina prima di andare a dormire, ma pu anche vivere di arricchimento e di rs_aprile14.indd 24 20/05/2014 09:57:39 La sedia preferisce non usarla. Si toglie la giacca e rimane in maniche di camicia. Si guarda intorno, controlla che tutti abbiano preso posto e dice: Scu- sate, ma Cline un autore che si legge in piedi. Fuori la gente passeggia nelle vie intorno a piazza Montecitorio, godendosi il primo assaggio della primavera romana. Dentro, allinterno della libreria Arion, c Alessio Dimartino, professione scrittore. Oggi per non qui per promuovere il suo nuovo libro (C posto per gli indiani, Giulio Perrone edito- re) ma per tenere una lezione di lettura. Ha scelto di farlo attraverso la Trilogia del Nord di Cline. Scelta non facile. Eppure la sala si riempie. Una quarantina di persone, soprattutto donne, aspettano che que- sto strano insegnante con orecchino e jeans rompa il ghiaccio. Ogni scrittore ha il proprio ritmo. La lettura di Cline una corsa a scatti che toglie il fato e lascia con lafanno. Cline non certo un maratoneta. Per leggere queste pagine bisogna in- gaggiare un corpo a corpo con il testo. In efetti lo stile degli ultimi romanzi di Cline ancora pi folle di quello del Viaggio al termine della notte o di Morte a credito, la sintassi spezzata, la grammatica va per conto proprio, ma gli allievi unet che va dai 30 agli over 70 ascoltano attenti. il terzo in- contro organizzato dalla scuola di lettura Orlando, legata alla rivista diretta da Paolo Di Paolo e nata da unidea dello scrittore con il sostegno delledi- tore Perrone. Per partecipare si paga una quota di 50 euro allanno (la met per gli under 25). I primi appuntamenti sono stati con Dacia Maraini, che ha letto Pinocchio, e Chiara Gamberale, che ha scelto Ada di Nabokov, Il teatro di Sabbath di Philip Roth e Peter Pan. Il metodo semplice: non si promuovo- no i propri romanzi e si parte sempre da una storia, da una pagina, da un fatto o da un sentimento. Si commenta dopo, mai prima. Ogni scrittore ha il suo ritmo. Ogni lettura la sua interpretazione. In Italia si pubblicano circa 60 mila libri lanno, ep- pure stiamo disimparando a leggere. Gli ultimi dati Nielsen sono il bollettino di una catastrofe: solo 43 persone su cento hanno letto almeno un libro nel corso dellanno passato. Troppi stimoli, troppe sol- lecitazioni dice Paolo Di Paolo. I librari tradizio- nali stanno sparendo e c un forte disorientamen- to collettivo, serve qualcuno che indichi la via. Le scuole di lettura, a diferenza di aNobii o altri social network, possono funzionare da palestra, mettendo a disposizione un lettore pi esperto che faccia da allenatore. E se i corsi di scrittura pompano i mu- scoli del narcisismo, queste sono palestre di umilt, in cui lego va messo da parte per disporsi allascolto. Daltra parte il piacere della lettura tuttaltro che istintivo. Ha bisogno di guide, va educato. Tullio De Mauro, la cui lezione alla scuola Orlando pre- vista per il 24 maggio, spiega: Scrivere e leggere non appartengono allimmediatezza naturale. Sono possibilit che alcuni popoli hanno cominciato a sviluppare da alcune migliaia di anni e che si sono andate generalizzando soltanto negli ultimi secoli. Si impara a leggere quando si prova il bisogno di uscire dalla pura sopravvivenza. Sar per questo che molte scuole di lettura, soprat- tutto nei paesi anglosassoni, sono sorte nelle perife- Raffaella De Santis, la Repubblica, 14 aprile 2014 Si diffondono anche nel nostro paese le scuole di lettura, dove gli autori si mettono in gioco per educare il pubblico ad assaporare meglio il testo Caro scrittore, insegnami a leggere davvero rs_aprile14.indd 25 20/05/2014 09:57:39 26 Dacia Maraini. Si impara a leggere per contagio. Leggendo bisogna saper comunicare una propria passione, saper trasmettere le nostre emozioni. Ci vuole empatia anche secondo Chiara Gambera- le: Le tre cose che mi fanno sentire in salvo nel- la vita sono innamorarmi, scrivere e leggere. Nella mia lezione ho solo cercato di rendere contagioso il mio entusiasmo. Il successo delle scuole di lettura dimostra che non siamo solo un paese di aspiranti scrittori, che c gente che ama i libri senza avere romanzi nel cassetto: Ho visto lettori tornare a casa con una copia di Pinocchio, che magari credevano di aver letto, o di un libro di Nabokov di quattro- cento pagine che forse non avrebbero mai letto dice Di Paolo. Certo, oggi si inventano app per la lettura veloce (lul- tima si chiama Spreeder), dunque tornare a leggere insieme pu sembrare anacronistico. Eppure, spiega De Mauro, pu rivelarsi utile: Ascoltare e praticare la lettura ad alta voce pu aiutare a restituire la natu- ralit primaria del parlare. Ma non detto che nelle scuole di lettura si debbano privilegiare i romanzi. Tra le letture essenziali De Mauro cita la Bibbia, Omero, Dante e la Costituzione. Con un avverti- mento: Attenzione, per. I vangeli in presa diretta sono una lettura divertente, nel senso etimologico della parola, o, se si vuole, evertente: mettono in discussione molti modi consueti di vivere, e vanno presi con cautela. Cline sarebbe meglio assumerlo a dosi controllate. A fne lezione una signora acquista Morte a credito: Ho capito che si pu leggere Cline come fosse un poeta, come fosse Apollinaire. Si pu apprezzare anche senza capire tutto. rie disagiate, l dove la sopravvivenza pi compli- cata e il bisogno di comunicare pi forte. In Italia sono diventate una realt negli ultimi anni, sulla scia del progetto inaugurato nel 2002 a San Francisco da Dave Eggers 8-26 Valencia: lindirizzo quello della strada dove Eggers ha creato il suo laboratorio di lettura e attivit creative. Dopo essersi difuso in varie citt americane il format approdato in Eu- ropa, prima a Dublino, dove ha ispirato Fighting Words, poi a Londra con Ministry of Stories, sotto il nume tutelare di Nick Hornby. Da noi esistono associazioni per bambini come La grande fabbrica delle parole o Carta Straccia, che aderisce al pro- getto nazionale Nati per leggere. In tutte si legge ad alta voce, si trasformano i libri in recite, si accelera il ritmo e poi si rallenta, si lascia il bambino libero di scegliere la storia che preferisce o di interromperla se non gli piace. Per i pi grandi ci sono la Scuola Twain, rivolta ai giovani tra gli 11 e i 19 anni, e il Laboratorio Flannery OConnor ideato dallassocia- zione Bomba carta, in cui ognuno ha a disposizione dieci minuti per leggere tre pagine da un libro a pia- cere. La sfda cercare di coinvolgere tutti gli altri. E poi c Piccoli Maestri, nata da unidea di Elena Stancanelli nel 2011, arrivata a coinvolgere settan- ta scrittori che gratuitamente vanno nelle classi, da Roma a Torino, da Venezia a Benevento, a leggere romanzi. Classici come Il Grande Gatsby o Lisola di Arturo o Il vecchio e il mare. La lettura un lessico famigliare. Non tutti hanno avuto la fortuna di crescere in case piene di libri. Il bambino che ha avuto una mamma che gli racconta- va favole naturalmente parte avvantaggiato spiega E se i corsi di scrittura pompano i muscoli del narcisismo, queste sono palestre di umilt, in cui lego va messo da parte per disporsi allascolto. Daltra parte il piacere della lettura tuttaltro che istintivo. Ha bisogno di guide, va educato. rs_aprile14.indd 26 20/05/2014 09:57:39 Alessandro Zaccuri, Avvenire, 16 aprile 2014 Libro in crisi, arriva il Salone del +7% Il libro in crisi? Le vendite arrancano? Torino rispon- de con la soluzione 7 percento. Anzi, con ilSalone 7 percento. Siamo in zona Borgo Dora, a due passi dalla sede del Sermig. Qui, negli e difci del vecchio Arse- nale, si da poco trasferita la Scuola Holden, creatura pre diletta dello scrittoreAlessandro Bariccoe mar chio di sicuro richiamo per quanto riguarda lintrapresa culturale in stile piemontese. Si trat ta di un ambiente inconsueto per la conferen za stampa del Salone in- ternazionale del libro, che si svolger al Lingotto nei giorni dall8 al 12 maggio: pareti in mattoni a vista, gradinate con sedute multicolore, qualche immagine che ri chiama con discrezione larte di strada. Il di rettore della kermesse, Ernesto Ferrero, non- dimeno a suo agio. proprio lui a registrare la sug- gestiva coincidenza: Nel 2013 spiega i consumi culturali degli italiani hanno registra to una fessione del 7 percento. Ma nella scorsa edi zione il pubblico del Salone cresciuto esatta mente nella stessa per- centuale, sforando le 350 mila presenze. Questanno ci proponiamo di fare meglio, si capisce. I segnali, in efetti, sono promettenti. Il presi dente della Fondazione alla quale il Salone fa ca po, Rolando Pic- chioni, parla addirittura di ap puntamento straordina- rio, a partire dalla scel ta del tema che sar sviluppato negli incontri del cartellone uf ciale. Il bene, niente di meno, de clinato in tutte le sue sfumature, dalla bio- etica al culto del lavoro ben fatto (concetto caro a due einaudiani di stretta osservanza come Pri mo Levi e Italo Calvino), dalla rifessione sui co siddetti beni comuni fno allelaborazione teo logica, che questan- no guadagna grande spazio. Il paese ospite donore la Citt del Vaticano e la circostanza ha portato, tra lal- tro, a varare un nuovo spazio, la Sala Bianca, deputata a ospita re gli incontri di argomento religioso. Nellimponente stand del Vaticano, sovrastato da una cupola di libri ispirata al progetto origi nale del Bra- mante per San Pietro, si respira il cli ma del pontifcato di Francesco, ma gli accordi per la partecipazione della Santa Sede erano gi stati avviati quando il papa era Benedetto xvi. A tenere banco sar la Libreria Editrice Vaticana, il cui direttore don Giuseppe Costa rivendi- ca, a buon diritto, il ruolo svolto dal cristianesimo nella costruzione dellumanesimo rinascimentale. Dalla Bi- blioteca Apostolica Vaticana che di quella stagione fu una delle fucine pi vivaci arriveranno a Torino i codici dellaCommediadantesca illustrati da Botticelli e diversi docu menti relativi al rapporto tra i papi e il Piemon te, quasi a stabilire una linea di continuit con unaltra delle innovazioni del Salone 2014. Nei giorni della manifestazione, infatti, un inte ro pa- diglione del Lingotto si trasformer in quel la che lo scrittore ed ex libraio Giuseppe Culic chia ha voluto trasformare nellOf cina delle ditoria di progetto: un laboratorio in cui le sigle indipendenti (realt sempre piccole e a volte de cisamente piccolissime) potranno mettere a confronto le loro esperienze, accomunate dalla cura artigianale per loggetto libro. Che rimane al centro delle attenzioni del direttore Ferrero, poco in- cline a entusiasmarsi per le prospettive della letteratura in versionesocial network (Tut ti chiedono ascolto e nessuno ascolta gli altri lamenta). Questo non impe- disce che il Salone ri servi agli sviluppi del digitale una- rea in cui sf leranno le dieci miglioristart updel setto- re, tra le quali fgura unapplicazione lituana concepi ta per rendere pi facile lapprendimento delle lingue. Torner utile nel 2015, quando il paese ospite sar la Germania, con tanto di delegazio ne della Buchmesse di Francoforte attesa al Lin gotto per istituire un ge- mellaggio ideale s, ma comunque prestigioso. Concentriamoci intanto sulledizione ormai im- minente. Anche questanno ci sar una regione sotto i rifettori e sar il Veneto, scelto in modo da raforzare gli eventi, peraltro numero si, in cui sar rievocato il cente- nario della Gran de Guerra. Tra le iniziative che faranno discute re si segnala un ciclo di incontri sulle culture del la destra, mentre ilparterredegli ospiti stranie ri comprende il fotografo Fernando Savater, il fotoreporter Steve Mc- Curry e il piani sta Alfred Brendel. La madrina, invece, italia na, bench di ascendenza mitteleuropea: Su sanna Tamaro, proprio lei. Per festeggiare i ventanni di Va dove ti porta il cuoreofre una testimonianza sulla necessi- t del bene. In lette ratura, certo. E anche nella vita. rs_aprile14.indd 27 20/05/2014 09:57:39 Forse ci che distingue uno scrittore davvero grande da uno medio o piccolo soprattutto limpossibilit di leggere i suoi testi andando oltre ci che sappia- mo di lui; e se quello scrittore Gabriel Garca Mr- quez, la cosa diventa enormemente dif cile. Alla fgura del premio Nobel colombiano sono rimaste appiccicate alcune immagini uscite dai suoi libri e altre che sono estranee a essi, ma che lo seguono in- sistentemente a causa delle sue posizioni pubbliche e del suo impegno politico; ancora pi interessante, per, il fatto singolare che la sua opera sia stata in qualche modo sequestrata da una certa letteratura commerciale che si valsa di un tono e di alcuni procedimenti e materiali che le appartengono per produrre testi inferiori a quelli del colombiano e agli antipodi della sua visione della letteratura e della vita: un discreto numero di studenti tedeschi di flo- logia (per esempio), allinizio del corso dichiaravano di conoscere, tra i cosiddetti scrittori del Boom, solo Gabriel Garca Mrquez e Isabel Allende, e che preferivano questultima perch era pi semplice. Nessun lettore obbligato a conoscere le pe- riodizzazioni della storia della letteratura; letta come se fosse epigona di testi posteriori, lopera di Garca Mrquez risulta insoddisfacente e ri- dondante, una versione poco attraente di quel genere di testi commerciali cui le case editri- ci debbono, a quanto pare, un paio di successi di vendita, e i lettori una certa quantit di delusioni. Com ovvio, niente pu impedire che gli scrittori la- tinoamericani tornino a inventarsi villaggi immagi- nari dove la gente vola(e niente far s che certe case editrici europee smettano di credere che quel tipo di letteratura sia rappresentativo di quanto si produce attualmente in America Latina, e desistano dallas- segnarle premi e pubblicarla), ma penso che sia im- portante parlare del sequestro dellopera di Garca Mrquez da parte della suddetta letteratura commer- ciale, se vogliamo capirne il valore e limportanza. Unestate, quando avevo dieci anni, ho scoperto quellopera tra i libri dei miei genitorie sono rimasto afascinato: non sapevo niente dellautore, non co- noscevo gli epigoni che quellopera aveva prodotto (come un vecchio albero perso nella foresta dei pro- pri germogli), ma ho pensato che avrei voluto essere come quellautore e suscitare nei lettori limpressio- ne che i suoi libri mi avevano prodotto. Il recupero di quella fascinazione iniziale sembra imprescindi- bile, per farci ricordare (visto che molti sembrano averlo dimenticato) quanto sia importante quello- pera e quanto siamo fortunati a poterla leggere. * Largentino Patricio Pron (Rosario 1975) con- siderato dalla critica uno dei pi interessanti fra gli scrittori latinoamericani sotto i quarantanni, tanto che la rivista Granta ha inserito il suo nome nelle- lenco dei ventidue autori di lingua spagnola pi promettenti; a partire dal 1999 ha pubblicato alcu- ni libri di racconti (lultimo, La vida interior de las plantas de interior, uscito nel 2013 presso Monda- dori Espana) e cinque romanzi, uno dei quali stato tradotto in diverse lingue, compreso litaliano (Lo spirito dei miei padri si innalza nella pioggia, Guan- da 2013). Germanista, traduttore e critico di valore, vive a Madrid da molti anni e collabora ai principali giornali spagnoli e latinoamericani. Patricio Pron (traduzione di Francesca Lazzarato), pagina99, 18 aprile 2014 Il sequestro di Gabriel Garca Mrquez Lopera del Nobel colombiano stata imprigionata dalla letteratura commerciale. Ora, dopo la sua morte, ora di liberare Gabo per capire il suo valore e la sua importanza reale rs_aprile14.indd 28 20/05/2014 09:57:39 il primo giorno di primavera del 2001. Un incipit dei pi rassicuranti. Ma lo sfondo New York, lautore tra i meno rassicuranti e lombra mi- nacciosa dell11 settembre incombe sul lettore gi nelle prime pagine. Dalla primavera allestate, fno a quella terribile mattina in un crescendo apo- calittico da incubo, ma non solo: chi riuscirebbe a miscelare humour, afetti, satira, sesso, daily life, cibernetica e mistero nero? Bentornato, Tomas Pynchon! Il nuovo romanzo, Bleeding Edge, di prossima uscita anche in Italia da Einaudi con il titoloIl confne del sangue, cancella di fatto i confni di genere, il fortunato trionfo del genere indi- viduale. Tra la detective story, la fantascienza, la critica sociale alla Tom Wolfe, il noir e il chick lit (il romanzo rosa postfemminista) si fa prima a dire cosa non . Quanto alla trama, se mai fosse rilevante in un auto- re simile, basti ricordare che leggere Pynchon per la trama come leggere Jane Austen per il sesso o un contemporaneo nostrano per lo humour raf nato. Leroina di turno Maxine Tarnow, investigatrice specializzata in frodi, mamma amorevole, nevroti- ca quanto basta e con una relazione complicata in classico stile Manhattan. Ben presto Maxi si ritrova coinvolta nel misterioso caso di Lester Traipse, la- nacronistico veterano dellaSilicon Alley, scoppiato insieme alla DotCom-bubble, la bolla speculativa Laura Zambelli Del Roncino, Libero, 18 aprile 2014 Esce il nuovo romanzo dellautore di culto americano. Che spazia dall11 settembre ai problemi della civilt tecnologica. Alternando humour nero e inquietanti profezie Nelle visioni di Thomas Pynchon internet ci rende tutti schiavi rs_aprile14.indd 29 20/05/2014 09:57:39 30 LUndernet una sorta di tempio popolato dalle forze del male, il programma Deep Archer (pronunciasi departure, partenza) un underground esoterico frequentato da hacker anarchici. dalle forze del male, il programma Deep Archer (pronunciasi departure, partenza) un under- ground esoterico frequentato da hacker anarchici: labisso oscuro, la frontiera ultima della terra e della navigazione nel web, una zona franca senza informazione, la linea di confne (edge, dal titolo) che precede il mondo. Uno spazio senza tempo dove si incontrano super nerd, defunti e avatar, un rifugio dalla storia e dalle forze commerciali che nel web di superfcie rappresentano un mero strumento di marketing e la celebrazione schizo- frenica dellimmagine artifciale, lapparenza.E se il re del cyberpunk, lo scrittore William Gibson, narra un presente futurizzato, quello di Pynchon un romanzo hi-tech ma storico: dimostra la ra- pidit con cui il presente diventa passato, e presto dimenticato. Da una Times Square disneyana e sterile ai clich dello Yupper West Side alla capitale dellinson- nia pervasa da un odore chimico e amaro di morte e di bruciato per l11 settembre, ecco che la grande mela assume connotati surreali e pop. Denso e labirintico, autore di vero e proprio culto da parte dei suoi fan, regolarmente indicato come possibile candidato al premio Nobel per la lettera- tura, Pynchon, da scrittore autentico, ha una ca- tegorica avversione per le apparizioni pubbliche, cosa che contribuisce ad accrescerne il mito. Le sue scarsissime foto risalgono al periodo scolastico e al servizio nella marina militare. Quanto ai pre- mi letterari, lautore ne ha vinti parecchi in passa- to, e anche Bleeding Edge stato tra i fnalisti del National Book Award for Fiction. E se Tomas Bernhard riteneva che ricevere un premio equiva- le a farsi cagare in testa, si pu pensare che anche Pynchon sia di tale avviso: ai pochi che riescono a raggiungerlo per intervistarlo fa sapere che non ha nulla da dire, si leggessero con attenzione i suoi libri. Detto tutto. Se per Pynchon il presente atomizzato, paranoico, infantile e ossessivo, pu non esserlo la sua opera? Ce lo conferma anche Maxine: la paranoia come laglio in cucina, non mai abbastanza. Noi ci sal- viamo grazie alla cucina italiana. Forse. che in quegli anni scosse il mercato delle societ di trading attive in internet. Una schiera di sospettati di omicidio, un vortice di eventi e un ritmo voluta- mente spezzato e mai ricomposto con logica appa- rente, contribuiscono a depistare del tutto il lettore, che perdendo il flo pu tirarlo lui dove pi gli gar- ba, ingegnandosi di fantasia. Quanto al registro, niente di pi cool e impegnativo, per il traduttore in primis che dovr vedersela con slang, giochi di parole, serie tv a noi sconosciute e gag, con una sintassi talmente elastica da inglobare qualsiasi eccentricit in nome dellefetto desiderato e ampiamente ottenuto. La New York del postmoderno Pynchon lo specchio noir dellAmerica di oggi: lansia da grande fratello per la sorveglianza in rete, un mondo in cui paranoici e non, temono che ogni click, ogni movimento del cursore sia intercet- tato da forze occulte che ne decifrano la volon- t prima ancora che venga espressa. Il padre di Maxine teorizza che internet fu concepita dal di- partimento della difesa durante la guerra fredda e che ora si insinua come un profumo nelle nostre vite, lo shopping, la vita domestica, il lavoro, le tasse, assorbendo energie e tempo prezioso. E aggiunge cinicamente che non si mai afranca- ta da quellamaro e freddo auspicio di morte che desidera per il pianeta. Da sempre ossessionato dai poteri distruttivi della tecnologia bombe atomiche in Gravitys Rain- bow, tv e occhio orwelliano inVineland Pynchon approda qui a internet e al mondo del web sotter- raneo. LUndernet una sorta di tempio popolato rs_aprile14.indd 30 20/05/2014 09:57:39 Roma. Leggenda nera vuole che il premio Strega, il pi prestigioso riconoscimento letterario italiano, sia nato (come ogni buon cristiano) con il segno del peccato originale. Due annate, in particolare, come pietre angolari, stanno l a testimoniarlo: il 1947 e il 1963. Appena istituito, appunto nel 47, il premio fu vinto da Ennio Flaiano, con Tempo di uccidere. Si narra che il mitico editore Leo Longanesi aves- se spinto Flaiano a scrivere il suo unico romanzo allo scopo di accaparrarsi il neonato alloro. Il mo- tivo? Stoppare Moravia e lintellighentiadi sinistra. Sedici anni dopo, nel 63, Dino Risi dileggi per la prima volta pubblicamente il premio, nel suo flmI mostri. Un Gassmann travestito da nobildonna ras- sicurava gli astanti di aver trovato luomo adatto cui assegnare il riconoscimento: il suo amante contadi- no, perfetto analfabeta. Da allora, Pasolini abbandoner la cinquina dei f- nalisti (1968: Mi ritiro in nome della cultura), Tiziano Scarpa batter di un solo voto, e tra gli in- sulti, il favorito Antonio Scurati (2009), loutsider Emanuele Trevi rischier di superare a sorpresa il favorito Alessandro Piperno (2012), vincer Wal- ter Siti (2013) ma ledizione sar caratterizzata dal ritiro di Aldo Busi. Vai rebourso in avanti poco importa. Ogni anno ha avuto la sua spina. Ma lo Strega, come laraba fenice, rinasce sempre dalle ceneri. Questanno la kermesse di Valle Giulia ha superato ancora una volta s stessa. Intanto come numero di partecipanti. record di opere presentate dagliAmici della domenica: ben 27. Sono diventate 12, dopo la prima scrematura. Ma non importa. Conter solo la cinquina. Per bello esserci stati. Il vincitore, Francesco Piccolo (Einaudi), la cui opera verr presentata alla giuria dei 460 votanti dal regista premio Oscar Paolo Sorrentino e da Dome- nico Starnone, non stato mai cos annunciato. Se ne parla da un paio danni. Anche la cinquina pre- vista: lo stesso Piccolo, Antonio Scurati (Bompiani, presentato da Umberto Eco e Walter Siti), Giusep- pe Catozzella (Feltrinelli, sponsor Giovanna Botteri e Roberto Saviano), Francesco Pecoraro (Ponte alle Grazie, af ancato da Giuseppe Antonelli e Gabriele Pedull) e, infne, Antonella Cilento (Mondadori, con Nadia Fusini e Giuseppe Montesano). Come possibile fare previsioni tanto particolareggia- te? Lo Strega lultimo congresso democristiano della storia: contano i voti in mano alle correnti. Ed , insie- me, lultimo Politburocomunista. Altro che provocare terremoti inaspettati, come quello che squass il Pd durante lultima elezione del presidente della Repub- blica. Qui ogni giurato si allinea. Non pu defettere: i voti (segreti) sono controllati ad uno ad uno. I grandi cartelli sono quattro: Mondadori-Einaudi, Rizzoli-Bompiani, GeMS-Ponte alle Grazie, Fel- trinelli. Rizzoli ha vinto con Siti lanno scorso, dun- que non pu pretendere il bis. Mondadori ha stra- fatto fn troppo in passato (cos si limita a presentare una bandiera, ma con pretese di stare in cinquina). Dunque questanno toccherebbe a Einaudi con Pic- colo (con lappoggio dei voti Mondadori). Quanto a GeMS e Feltrinelli, non dispongono di capitale nu- merico. Ma al gruppo di Mauri Spagnol si deve al- meno la corona dei fnalisti. Brucia ancora lo sgarbo cui venne sottoposto Emanuele Trevi nel 2012 (con Ponte alle Grazie) che port lo scrittore a dimetter- si da giurato e provoc labolizione dei voti per de- lega o telegramma, causa il forte sospetto di brogli. La posta in palio non il liquore ma, per dirla alla Le Gof, lo sterco del demonio. Una fascetta sul volu- me, con scritto fnalista allo Strega o ancora meglio, vincitore del Premio Strega, vale soldi. E questi, nellanno della crisi defnitiva delloggetto libro, ser- vono come acqua nel deserto. Nel mondo delleditoria Piero Melati, il venerd di Repubblica, 18 aprile 2014 Un vincitore annunciato, un antagonista che ci riprova. Riparte il carrozzone del premio pi prestigioso della letteratura italiana, in un deserto di vendite che rende gli editori sempre pi aggressivi. Un segreto piccolo Piccolo rs_aprile14.indd 31 20/05/2014 09:57:39 32 tra le aiuole di via Veneto, il primo detentore del premio, Ennio Flaiano, promosse con lamico Mino Maccari una rivista-almanacco, decise di chiamar- laLAntipaticoe di lanciarla con il seguente motto: La sola pubblicazione che non contenga scritti di Alberto Arbasino. Oggi sarebbe possibile essere tanto caustici? La scena del party dellaDolce vitadi Fellini (Flaia- no ne scrisse la sceneggiatura) era ispirato al capito- loFine di un caso di Diario notturno. Qui Flaiano ricostruiva il caso Montesi (la morte misteriosa di una ventunenne, che coinvolse politici di primo piano), descrivendo un cocapartyambientato nei salotti della Roma bene, nel quale uno dei personaggi ribattezza lambiente defnendolo Sodoma e Camorra. Il marziano Flaiano non era democristiano, comu- nista o fascista. Per lui la realt era farsa oppure tra- gedia. LItalia uscita dalla guerra emanava fetore, disgusto e disincanto. Cera un verme, scriveva, al fondo del bicchiere che la sua generazione era sta- ta costretta a bere, con il quale il paese avrebbe do- vuto fare i conti, prima o poi. Lui spese una vita a tentare di farlo. Nel 63, lanno nel quale Risi dedi- c allo Strega un episodio de I mostri, Primo Levi vinceva il Campiello con La tregua, Beppe Fenoglio licenziava Una questione privata, usciva La cognizio- ne del doloredi Gadda, Calvino lanciava Sciascia, Vi- sconti dirigeva la versione cinematografca del Gat- topardo. Tra ieri e oggi, notate qualche diferenza? Tutto cambia perch nulla cambi? La obituary dello Strega registra, tra gli altri, i decessi di Gae Aulenti, Mariangela Melato, Rossella Falk e Stefano Giova- nardi, con conseguenti nuovi ingressi nel comitato di- rettivo e tra gliAmici della domenica. I nuovi saranno 14, guidati dal ministro Dario Franceschini. Ma let media resta alta: 68 anni. Introdotta anche una stret- ta antibrogli nel sistema di voto: o scheda nellurna o preferenza espressa sul web, in un sito protetto da doppia password. Baster per sceneggiare lennesima svolta? Un dialogo di Flaiano recitava: Lei ha deci- so per chi votare questanno allo Strega?. S, ma non ho letto niente di suo. Ci mancherebbe. Come mai? Si fda?. No. Questi voti si danno con un certo disprezzo. circolano numeri da urlo di Munch. Escluso il ven- duto legato alla grande distribuzione (edicole e su- permercati, per intenderci, spazi per di appannaggio quasi esclusivo delle frme pi popolari, da Camilleri a Saviano) le cifre del saldo in libreria sono da brivi- do. Prendendo in considerazione i volumi della nostra presunta cinquina 2014, si apprende che Piccolo navi- ga sotto i quarantamila pezzi, Catozzella intorno agli 11.500, Scurati sui settemila, Pecoraro poco sopra i duemila e Cilento tra i 500 e i mille. Non solo: si scopre che oltre il 60 percento del ven- duto delle major editoriali costituito da riedizioni economiche del proprio catalogo, e non dalle novit. Abbiamo poche idee, e quelle poche falliscono sem- pre commenta sconsolato un manager delleditoria. Anonimo, per carit, che non proprio aria di espor- si. La dura legge delle cifre, comunque, una sorpresa inaspettata lha innescata. Francesco Piccolo, infatti, non avrebbe dovuto avere rivali. E invece, almeno uno ci sar. Antonio Scurati, 51 anni, napoletano, auto- re diIl padre infedele(Bompiani) era rimasto a lungo amareggiato per la sconftta di un pelo del 2009. Chi lo conosce lo descrive come un combattente, che lotter fno allultimo. Il suo limite che, come ac- cennato, Rizzoli (gruppo Rcs come la sua Bompiani) ha gi vinto lanno scorso. Ma a presentare Scurati saranno Walter Siti (vincitore 2013) e Umberto Eco, chiamati a pareggiare la suggestiva presentazione di Piccolo da parte del premio Oscar Sorrentino. Come mai Scurati risale sul ring? Laura Donnini, traghettata dalla direzione generale di Mondado- ri a quella Rcs, al momento dellinsediamento ha analizzato i dati di vendita. Scoprendo che, dentro luniverso che si apprestava a dirigere, i segnali po- sitivi venivano da Bompiani. Il motivo? La direttri- ce editoriale Elisabetta Sgarbi aveva azzeccato uno dei rarissimi casi degli ultimi anni:La verit sul caso Harry Quebertdi Jol Dicker, 784 pagine di adrena- lina pura, decollato grazie alla pi genuina delle for- mule, il passaparola dei lettori. Risultato? Stavolta la squadra Rcs marcer compatta dietro Bompiani. E tenter il blitz dellultimora. Ma di cosa stiamo parlando, esattamente? Di quan- do, una decina danni dopo la vittoria dello Strega, rs_aprile14.indd 32 20/05/2014 09:57:39 Negli ultimi due decenni pochi scrit tori hanno avu- to la for tuna di Roberto Bolao, pochi hanno susci- tato la stessa forma di culto postumo. Se la morte pre coce ha con tri buito a costruire un mito, com acca duto con David Foster Wal lace, indub bio che Bolao eWal lace avreb bero rice vuto la stessa atten- zione anche se non fossero morti aqua ran ta sei oa cinquantanni. In maniere molto diverse, entrambi sono riu sciti afare quello che ci si aspetta dagli scrit- tori che giu di chiamo clas sici: hanno dato una forma plau si bile al pae sag gio psi chico emorale di unepo- ca, elo hanno fatto in una pro spet tiva che al tem- po stesso radi cata in un luogo ed extraterrito riale, com pren si bile in Mes sico, in Cile, in Cali for nia oin Europa. In que sti giorni Adel phi pub blica una nuova tra du- zione ita liana di I detec tive sel vaggi a cura di Ilide Car mi gnani (pp 696, euro 25) che nel 2007-2008 aveva tra dotto laltro capo la voro di Bolao, 2666, uscito postumo nel 2004. I detec tive sel vaggi il romanzo che ha reso famoso Bolao (la prima tra- du zione ita liana, curata da Maria Nicola, era stata uscita nel 2003 per Sel le rio),2666il romanzo che lo ha con sa crato. Per ch le sue opere hanno que- sta forza di rive la zione? Per ch molti con si de rano Bolao il pi impor tante scrit tore vis suto fra il xx eil xxi secolo? Leg gendo i suoi libri in sequenza si rimane col piti da una rete di temi edi gesti sti li stici che, se visti da lon tano, for mano un sistema. Alcuni motivi di fon- do sono visi bili ericor renti. Imondi nar ra tivi di Bo- lao sono abi tati da per so naggi pro gram ma ti ca mente anti con for mi sti, aperti allesperienza e allavventura: aspi ranti poeti, let te rati, repor ter, pro sti tute, cri mi- nali, poli ziotti dediti alla rifes sione. Ci che li acco- muna la distanza dalla prosa quo ti diana: nes suno di loro ha un lavoro auten ti ca mente bor ghese, un lavoro inteso come atti vit pre ve di bile eripe ti tiva; nes suno ha radici che lo ripor tino aun cen tro; ognuno sta bi- li sce legami prov vi sori con gli altri econ gli ambien- ti in attesa di un altro sra di ca mento odella per sona suc ces siva. Gli eroi di Bolao vivono in una dimen- sione noma dica, pre ca ria e glo bale; emi grano, viag- giano fra icon ti nenti, fug gono da un regime poli tico, dalle dif colt mate riali o dalla noia; oppure sono chie rici vaganti con tem po ra nei, come i cri tici let te- rari che incon triamo nella prima parte di2666eche usano laereo nello stesso modo in cui i per so naggi dei romanzi caval le re schi medie vali e rina sci men tali usa vano il cavallo olippogrifo. In que sto senso, pur senza par larne diret ta mente etra sfor marle in un tema, Bolao ha saputo rac con- tare, con una forza che non ha eguali, la per ce zione della vita che si ha in un mondo glo ba liz zato einter- con nesso, fon dato sugli spo sta menti, sulla prov vi so- riet dei rap porti, sulla pre ca riet di tutte le con di- zioni. Ma que sti mondi vitali eavven tu rosi sono cir- con dati dal Male egover nati dal Caso, vero motore immo bile dei romanzi di Bolao; il cielo di carta che avvolge le sto rie sem pre sul punto di squar ciarsi mostrando la gra tuit ela vio lenza che, come delle zone dombra desti nate ad allun garsi, stanno prima, dopo oin mezzo alle vicende dei per so naggi. Il Male di cui Bolao parla ha spesso unorigine sto rica (gli Guido Mazzoni, Alias del manifesto, 20 aprile 2014 Roberto Bolao. La provvisoriet e il nomadismo, il caso e il male: I detective selvaggi nella nuova traduzione di Adelphi. Una occasione per mettere a fuoco il gesto stilistico dellautore cileno Bolao in stile realvisceralista rs_aprile14.indd 33 20/05/2014 09:57:39 34 rac conta la bio gra fa roman ze sca di Roberto Bolao (lArturo Belano del romanzo), del suo amico Ma- rio San tiago Papa squiaro (Uli ses Lima) edei gio vani poeti mes si cani che amet degli anni Set tanta fon da- rono lavanguardia degli infra rea li sti (i real vi sce ra li- sti). Ma que sto moto direzionato eleg gi bile con- trad detto da movi menti uguali econ trari.Il risul tato, come acca dr anche in 2666, un grande romanzo poli sto rico esploso, unopera-mondo fatta di fram- menti. Iper so naggi che incro ciano la pro pria vita per anni oper attimi fni scono per smar rirsi nelle pro prie derive per so nali; ognuno di loro ha una sto ria che il romanzo segue det ta glia ta mente per un certo numero di pagine eche poi lascia cadere; ogni capi tolo pie- no di eventi rac con tati con minu zia, ma non tende ad alcun ch di sostan ziale odi defnitivo. Se il rizoma il modello di rap porto fra il tutto ele parti ege mone nel nostro tempo, nes suno scrit tore con tem po ra neo ha saputo intro iet tare que sta for- ma nelle pro prie opere meglio di Bolao. Nei suoi libri lesigenza di con durre la pagina da qual che parte con figge di con ti nuo con movi menti disper- sivi: i nar ra tori e i punti di vista si mol ti pli cano; il flo della sto ria, quello che per Musil il segreto regres sivo di ogni nar ra zione, leterno trucco [] col quale per sino le bam bi naie cal mano i loro pic- coli, viene allar gato edistur bato dai det ta gli, dalle digres sioni, dagli eventi secon dari, dagli incon tri senza seguito. sfondi su cui si muo vono isuoi per so naggi sono le dit ta ture mili tari suda me ri cane, la cri mi na lit, inar- co traf canti, i delitti di Ciu dad Ju rez, il nazi smo, la tratta degli schiavi), ma innan zi tutto una con- di zione onto lo gica, inscritta nel fondo insen sato einsan gui nato della con di zioneumana. Se il Caso e il Male, la prov vi so riet e il noma- di smo sono i temi ricor renti di Bolao, il fascino della sua opera discende in primo luogo dai gesti sti li stici che danno forma alla sua realt, ein par- ti co lare da una dia let tica fra ordine edisor dine, fra ele menti cen tri peti eele menti cen tri fu ghi che agi- sce aogni livello del testo: nella trama dei romanzi e dei rac conti, negli epi sodi sin goli, nel modo di costruire lo spa zio, il tempo, iper so naggi, le azio- ni, le frasi. Le opere di Bolao sem brano ten dere a un fne pre ciso: girano attorno a un enigma da risol vere, alla ricerca di un per so nag gio (Ces- rea Tina jero nei Detec tive sel vaggi, per esem pio, o Benno von Arcim boldi in 2666) a una trama poli zie sca (La pista di ghiac cio, per esem pio, oStel- la distante). Appa ren te mente sono dellequ tes,dei romanzi di for ma zione, o dei romanzi di destino, per lequ tesnon hanno una vera solu zione, ilBil- dung sro mannon produceBil dung, il destino coin- cide colcaso. Un romanzo comeIdetec tive sel vagginarra la sto ria di un gruppo di gio vani poeti ven tenni, ne segue le peregrinazioni ela disper sione fra il 1975 eil 1986: Il Male di cui Bolao parla ha spesso unorigine sto rica (gli sfondi su cui si muo vono i suoi per so naggi sono le dit ta- ture mili tari suda me ri cane, la cri mi na lit, i nar co traf canti, i delitti di Ciu dad Ju rez, il nazi smo, la tratta degli schiavi), ma innan zi tutto una con di zione onto lo gica, inscritta nel fondo insen sato e insan gui nato della con di zione umana. rs_aprile14.indd 34 20/05/2014 09:57:39 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 35 Ben ch sia privo di signi cato, il mondo di Bolao mul ti forme, inte res sante e vario. In que sto senso Bolao lantitesi di un altro grande scrit- tore che ha fon dato la pro pria visione del mondo sullabolizione dei nessi cau sali e nali, sulla para- tassi, sullelenco Flau bert. oni rici evisio nari allinterno dei quali la gra tuit ela vio lenza nasco sti al fondo delle cose si rivelano. Ma ci che rende dav vero con tem po ra nei i roman- zi di Bolao il modo in cui que sto mondo casua- le, pre ca rio e vio lento viene abi tato. Nelle epi fa nie rifes sive che li attra ver sano, i per so naggi appa iono pieni di stan chezza e soli tu dine; nei momenti ordi- nari appa iono curiosi, attratti dalle avven ture, pieni di una dispe rata vita lit. Gli eroi di Bolao discen- dono dai picari pi che dai per so naggi dei romanzi di destino; agi scono molto esenza uno scopo pre ciso, secondo una logica di puradpense, epen sano poco; lo fanno per lo pi in istanti brevi, densi eepifa nici; attri bui scono pi impor tanza allo spa zio che al tem- po, allesplorazione dei pos si bili oferti dalla vita che alla rifes sione sulla vita che tra scorre; non si dilun- gano in tor menti morali o in bilanci esi sten ziali. Ben ch sia privo di signi f cato, il mondo di Bolao mul ti forme, inte res sante e vario. In que sto senso Bolao lantitesi di un altro grande scrit tore che ha fon dato la pro pria visione del mondo sullabolizione dei nessi cau sali efnali, sulla para tassi, sullelenco Flau bert.Gli elen chi di Flau bert mostrano lidentit sostan ziale ela pro fonda bana lit degli indi vi dui; gli elen chi di Bolao ne mostrano la dife renza poli- morfa; il mondo di Flau bert gri gio, domi nato dalla noia, dalla ripe ti zione, dal senso di spreco; il mondo di Bolao colo rato e mol te plice: cono sce lo spre- co ma, nono stante lepigrafe bau de lai riana con cui si apre2666(Unoasi dorrore in un deserto di noia), non cono sce la ripe ti zione ola noia, se non aparole ein senso lato, come esito fnale di tutto, come eterno ritorno di pure dife renze in un mondo senzascopo. Ben ch ogni pagina sia inte res sante efac cia pro gre- dire il rac conto, il fusso nar ra tivo impre ve di bile, gli epi sodi si sciol gono allimprovviso, le chiuse sono rapide, inat tese o tirate via; ben ch molti epi sodi sem brino pre lu dere aun momento di Span nungoa unepifania rive la to ria, lepifania non arriva, orivela altro, o implode. Rizo ma tica la per ce zione dello spa zio, che si allarga in una dimen sione glo bale, cos come fanno iper so naggi, che alla fne si allon- tano gli uni dagli altri; rizo ma tica lidentit degli indi vi dui, che vivono di legami pre cari esono fatti di parti, di forze e con tro forze tenute insieme se- condo un equi li brio fra gile emomen ta neo. Que sta stessa logica pene tra nelle parti pi pic cole dei testi, acomin ciare dalla strut tura delle frasi narrative. I detec tive sel vaggie2666met tono insieme seg menti dispa rati orga niz zan doli in un intero gigan te sco, ma il sostrato della costru zione resta para tat tico, povero di nessi cau sali e fnali, fatto di pezzi col le gati per asin deto emontaggio. Que sto fondo elen ca to rio si rivela nellefetto di allar ga mento edi ral len tato che d il ritmo a molte scene di Bolao, e nei cata lo- ghi che costel lano le sue opere: il seg mento pi lun- go di 2666 di fatto un elenco delle donne uccise aSanta Teresa (cio aCiu dad Ju rez) ecopre pi di tre cento pagine nelledizione Adel phi; alcune parti dei Detec tive sel vaggisono occu pate da un cata logo dei poeti omo ses suali, ete ro ses suali ebises suali, al- tre da un cata logo delle avan guar die. Ma la para tassi difusa ovun que, in ogni pagina, in ogni para grafo: il segno del peso che la con tin genza ela par ti co la- rit hanno in questopera. Un altro gesto sti li stico carico di signi f cati luso di meta fore. Alcune sono impli cite nella scelta degli agget tivi (un sudore ret tile, unalba sve nuta eful- mi nata), altre sono espli cite espesso ven gono intro- dotte da un come oun come se (i loro movi- menti furono misu rati ediscreti come quelli di due astro nauti scesi su un pia neta dove tutto incerto; il silen zio si fece sem pre pi insop por ta bile, come se al suo interno, in un inter re gno di silen zio, si stes- sero for mando len ta mente parole stra ziate e idee stra zianti). Le meta fore legano il sin golo episodio ai campi di forze che lo cir con dano; aprono gli spazi rs_aprile14.indd 35 20/05/2014 09:57:40 Diciamolo pure, la tentazione, trovandosi tra le mani ilLibrodi Gian Arturo Ferrari e scorrendone rapidamente lindice, quella di andare subito alle conclusioni, per capire che cosa ne dice del futuro del libro un conoscitore di lungo corso come Ferrari, che dopo lesordio in redazione alla Boringhieri ha diretto la Rizzoli e per un paio di decenni la Mon- dadori fno a diventare luomo pi infuente delledi- toria italiana. Tentazione a cui vale la pena resistere, perch il discorso sul libro si sviluppa in modo tale che le conclusioni emergano lentamente dalle pre- messe storiche. Non una storia del libro, per: Fer- rari ci tiene a precisarlo, questa non una storia del libro, ma una rifessione su alcuni suoi aspetti, ovvi e meno ovvi. Diciamo che in genere gli aspetti che potrebbero apparire ovvi Ferrari li discute, li capo- volge, li mostra in una luce inattesa. Non c niente di pi discusso (male) e (pre)giudicato del mondo del libro. E se ognuno si sente autorizzato a dire la sua, Ferrari insegna a dif dare degli apocalittici e degli ottimisti, dei nostalgici e degli entusiasti, di categorie come Bene e Male applicate al passato, al presente e al futuro delleditoria. Risalire alle origini non un capriccio archeologico, ma la premessa per cogliere, senza paraocchi, le sfu- mature delloggi. Ferrari individua, nel corso della storia, tre svolte, che producono altrettanti Libri: il libro manoscritto, il libro a stampa e il libro digitale. una storia che parte con la metafora del mosaico e con la stessa immagine, curiosamente, si chiude, per ripartire: Il libro non uninvenzione come la mac- china a vapore o il telefono, qualcosa che prima non cera e dopo c []. piuttosto un mosaico che si compone nel tempo e in cui ogni nuova tessera non soltanto aggiunge qualcosa, ma cambia il disegno dinsieme, la fgura complessiva. A partire con la pri- ma e ineludibile tessera, che la scrittura. Le fgure degli scribi, dellautore, del lettore, infne (attorno al 500 a.C.) del libro ne sono alcune delle tante con- seguenze. Largomentazione, stringente e insieme molto colloquiale di Ferrari, coglie da subito alcune opposizioni che percorrono i secoli per non dire i millenni, e che si ritrovano ancora intatte ai nostri giorni. Si potrebbe leggere ilLibroseguendo queste polarizzazioni: testualit-libro, immagine-scrittura, fsicit o pesantezza-leggerezza, contenuto-forma, lentezza-velocit, totalit-parzialit, alto-basso, originale-copia, cultura-business Sono binomi su cui ancora oggi si dibatte, schierandosi su un fronte o sullaltro, come paladini del Bene e del Male, ma che sono insiti da sempre nella trasmissione della cultura, sin da quando il testo non si era ancora pro- flato come libro (possono esistere civilt testuali senza libri). IlLibro pieno di sorprese: per esempio, quando si scopre che la prima scrittura, indecifrata, che nasce con i logogrammi nella citt sumera di Uruk (tra il 3259 e il 3100 a.C.), ispirata da esigenze contabili e amministrative e dalla necessit di archiviazione: Duole dirlo, ma la culla della nostra cultura stata un magazzino. Il che ofre la possibilit di ricor- dare che tuttoggi circa met del mercato mondia- le fatto di libri per necessit: repertori, elenchi matematici, depositi di informazioni, enciclopedie, Paolo Di Stefano, Corriere della Sera, 23 aprile 2014 Dal manoscritto allebook: la creativit degli uomini si accende sempre con i grandi cambiamenti tecnologici Le tre et del libro: il testo continua a sdare ottimisti e apocalittici rs_aprile14.indd 36 20/05/2014 09:57:40 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 37 Con il denitivo trionfo di Mammona, leditore diventa lanello debole della catena, la selezione cede alle richieste del marketing, che vorrebbe replicare allinnito i successi, e per di pi a breve termine. suo autore. E si aferma quello che Ferrari chiama il pathos della novit. Il meglio non pi nel pri- ma, ma nel futuro: presupposto delleditoria indu- striale moderna, che dirotter lattenzione dalla cer- chia ristretta di un lettore pi o meno identifcabile a priori alla dimensione indiferenziata del mercato. Con lo spostamento coassiale dal valore-autore al valore-fruitore. Siamo gi arrivati, facendo a pi pari brutali sal- ti da gigante, al pi recente campo di tensioni in cui il libro vive (sopravvive, anzi sopravviveva) in dif cile equilibrio tra spinte e controspinte. Sempre di opposizioni si tratta, se si pensa al libro come creatura ibrida ispirata al contempo da una aspirazione ideale e da una urgenza economica: Dio e Mammona insieme, una specie di mostro guidato dallimperativo di vendere lanima a tutti i costi. Con il defnitivo trionfo di Mammona, ledi- tore diventa lanello debole della catena, la selezio- ne cede alle richieste del marketing, che vorrebbe replicare allinfnito i successi, e per di pi a breve termine. Una fenomenologia che ben conosciamo, ma che Ferrari illustra con occhio scientifco, non senza qualche punta amara: per esempio laddove segnala il tramonto della grande casa editrice come orchestra, il cui direttore (leditore) detta (dettava) i tempi. I libri hanno costituito limpalcatura dellinteriorit degli uomini, li hanno prima attratti e poi costretti a una mimesi che si trasformava in autocostruzione, scrive Ferrari. Che cosa ne rimarr nel nuovo mondo digitale? Lideologia totalizzante (totalitaria?) della rete con la sua utopia concreta, lorizzontalit, leggi Anzi, questo il business migliore. Ferrari si guarda bene dal cadere nel tranello comune che lefetto metonimia, cio la tendenza a confondere la parte per il tutto, avvertendo che il libro non si inau- gura con la stampa. E poi: ovvio che non solo il romanzo, ma una galassia testuale declinata in varie vesti e in molteplici generi e sottogeneri. E da buon flosofo della scienza qual , si soferma sugli aspet- ti tecnici: sul passaggio dal papiro alla pergamena e dalla pergamena alla carta, con i relativi aggiu- stamenti e gli efetti stimolanti che queste svolte e invenzioni hanno comportato. Lintroduzione del- la scrittura alfabetica in Grecia produce una gran- de foritura di pre libri o libri che dir si voglia: cos dopo la met del Quattrocento lavvento della stampa (il cui segreto essenzialmente nelle arti del metallo) provocher una difusione enorme di libri; simmetricamente lra digitale registrer una moltiplicazione testuale, pi di post libri verrebbe da dire che di libri veri e propri. Nessuna meraviglia, insomma, la creativit de- gli uomini si accende sempre in coincidenza con i grandi cambiamenti tecnologici. Intanto, va detto che nel millennio che separa la tarda antichit dalla comparsa della stampa il libro da immoto deposito di sapere diventa una cosa viva, vitale [], che partecipa, si muove e interagisce con la vita degli uomini, con le loro intenzioni, con le loro passioni, con il loro modo dessere. Oggetto che trasmette afetti, sentimenti, emozioni. Non strano, dunque, che si carichi di valori che lo distinguono da altri oggetti di consumo, fno a cadere nelle grinfe di ar- denti agiograf. IlLibro un libro di sottili passaggi, per esempio quelli che appartengono alla seconda fase (della stampa), dove si impone, con la copiatura (in poco tempo) potenzialmente illimitata, il trasfe- rimento del testo in un nuovo mezzo, vera e propria svolta che fa ri-nascere il libro immettendolo nella sfera degli oggetti, delle merci. E dividendo il mon- do della cultura tra editi e inediti, con le conseguen- ze (anche psicologiche) che conosciamo. Nascono il tipografo, il libraio, soprattutto leditore, la fgura pi innovativa, cui spetta il compito di scegliere, di investire e di pubblicare, regalando prestigio al rs_aprile14.indd 37 20/05/2014 09:57:40 38 destinata a trovare il veicolo migliore nellebook educativo, il vero strumento di emancipazione dallignoranza. Saranno i paesi emergenti le culle dei nativi digitali, secondo Ferrari. La varia, intesa come saggistica e fction, sar lultima barriera del libro-libro di carta, identifcato comestatusdal pas- sato glorioso. Ma non sempre e non per sempre: gi i cosiddetti libroidi vivono una vita ibrida. La sag- gistica sperimenter interessanti formule tra scrittura e multimedialit. Per i romanzi (di qualit) sar lad- dio pi lungo: la libreria tradizionale conserva ancora il fascino della scoperta. Dif cile che gli algoritmi facciano innamorare il lettore forte come gli scafali di un bel negozio. Il mosaico si infranto, ne nascer un caleidoscopio, in cui quel gesto di ottimismo e di fducia che in s il libro trover una sua (margina- le) collocazione: Il libro uno scambio del meglio che abbiamo e che riceviamo. Il libro un dono. lambizione monopolistica, la negazione della profes- sionalit, labolizione del diritto dautore, la pretesa della non-selezione si oppone a tutto ci che il libro ha rappresentato. Quale futuro, dunque? Niente catastrofsmi. Non pi libri, fsicamente riconoscibili come tali, ma forme testuali dai molteplici futuri. Qualche ipotesi in breve? Leditoria scientifca e professionale gi consegnata al digitale, ha re- alizzato la disgregazione dellunit del libro tradi- zionale: dunque, non pi libri ma un mix di pro- dotti, di servizi ad alto livello, di informazioni in aggiornamento perpetuo. qui il grande business. Un gradino pi in basso ma con enormi prospet- tive di sviluppo proporzionate alle speranze di un boom dellalfabetizzazione mondiale c il cosid- detto educational (listruzione primaria, secondaria e universitaria), non del tutto globale ma localiz- zato nei diversi Stati: uneditoria plurinazionale rs_aprile14.indd 38 20/05/2014 09:57:40 Se esiste un Jewish American Movement, chi il suo maggior esponente? Saul Bellow, Philip Roth o Bernard Malamud? Non si tratta di decretare chi sia il pi bravo dei tre, ma piuttosto di addentrarsi nella domanda metafsica per eccellenza: se e come si possa cogliere lessenza di unesperienza di parola, che s afermata nel mondo della letteratura grazie alla lingua americana e allimmaginazione ebraica. Perch non v dubbio che il grande romanzo ame- ricano del Novecento stato fatto anche da Saul Bellow, da Philip Roth, da Bernard Malamud. Se ne volete una prova, leggete il primo dei due Me- ridiani dedicato a questultimo per lottima cura di Paolo Simonetti. Qual lemozione-Malamud? Accade con Malamud che la lingua americana e la tradizione yiddish si coniugano sbocciando in una immaginazione narrativa tra le pi straordinarie al mondo. In altri termini, in Malamud si dimostra come la coscienza puritana e quella ebraica copu- lino, dando prova di straordinaria vitalit e di coin- volgente emozione per luniversalit dei lettori, sia- no essi ebrei o gentili. Perch alla fne - questa la tesi di Malamud - lebreo simbolo di tutti gli uomini, ebreo luomo che sofre. Di qui la sua inquietante Nadia Fusini, la Repubblica, 23 aprile 2014 Con Bellow e Roth ha fuso radici yiddish e romanzo. Ma con lui che nasce leroismo del perdente Malamud. Ecce Homo americanus rs_aprile14.indd 39 20/05/2014 09:57:40 40 in vera e propria metanoia, o conversione. Se tre- mendo, secondo Simone Weil, il dolore che non trasforma, nel caso di Yakov Bok il miracolo accade: il dolore d senso alla sua esistenza martoriata. In questo senso Luomo di Kiev un grande romanzo di redenzione. E sempre in questo senso in esso pi che in altri brilla una scintilla messianica. A dimostrazione dellaura che circonda il romanzo, nella stessa traduzione di Ida Omboni, Luomo di Kiev viene ripubblicato da minimum fax, presen- tato dallo scrittore Alessandro Piperno. Un par- ticolare interessante: nelledizione del Meridiano alcuni titoli vengono aggiustati, nella volont di portarci pi vicino alloriginale. Per evidente im- possibilit di evocare tutte le sfumature di quellap- pellativo, the fxer, grazie al quale a Yakov Bok attribuito il potere di fssare le cose, il titolo ori- ginale, bellissimo, in italiano resta Luomo di Kiev. Anche cos, nel fallimento di trasportare allitalia- no quel termine, misuriamo la complessit della lezione del maestro Malamud, il cui dettato reali- stico sempre vira verso una dimensione allegorica. Luomo di Kiev prende a tema un fatto di crona- ca: londata di antisemitismo che si scaten contro Mendel Beilis, ebreo ucraino accusato dalle auto- rit zariste di aver ucciso un bambino per scopi ri- tuali, assolto al processo. Signifcativamente, per, Malamud non ci porta fno al processo; ci racconta un calvario, durante il quale la libert conquistata giorno dopo giorno nella resistenza al dolore. Anche se nella costituzione americana la felicit promes- sa, nella vita quotidiana essa negata alla moltitudi- ne dei suoi cittadini. Se vivi sofri, commenta Ya- kov. Ma certi sofrono di pi; ecco che cosa signifca essere ebreo. Lei forse ebreo?, chiede Manischewitz a Ale- xander Levine ne Langelo Levine. Willingly, quello risponde: Di buon grado una risposta spiazzante, che induce nel primo un dubbio: Non pi ebreo?. Si pu forse smettere di essere ebreo? Adottare una fessibilit rispetto a quel dato dellesi- stenza? O si tratta di imparare lamor fati? E in esso accogliere il singolare dolore di quelluomo univer- sale che il personaggio di Malamud? afermazione: Tutti gli uomini sono ebrei, solo che non lo sanno. I protagonisti dei romanzi di Malamud, o dei suoi racconti meravigliosi in particolare quelli delBa- rile magico sono uomini messi di fronte al dolore. Perlopi, che siail fuoriclasse, il giovane di bottega, oluomo di Kiev, il protagonista desidera una nuova vita, una seconda chance. questa lavventura nar- rativa dellebreo askenazita che lascia i ghetti dellest europeo; ed anche il grande tema della letteratu- ra americana, gi inscritto nel Pilgrims Progress di Bunyan, capolavoro della letteratura puritana, dove lautobiografa prende landamento allegorico di un viaggio dellanima. Un viaggio spossante, perch per il puritano come per lebreo la naturale tendenza delluomo al peccato, perch ebrei e puritani sono ossessionati dal peccato, perch un Dio tremendo, niente afatto conciliante, li giudica un Dio che quello di Giobbe. Non fnisce per in tragedia; piuttosto, secondo una tradizione propria della let- teratura americana delle origini tragico e comico si mescolano. un gusto che i pellegrini puritani deri- vano dal realismo shakespeariano, a cui la tradizione yiddish aggiunge i toni speziati del folklore. Lhomo americanus mai si presenta con gli orpel- li delleroe: sempre popolo, e sempre anche un poco schlemiel, per usare categorie ebraiche un anti-eroe in tutti i sensi. Ride di s, mentre pian- ge; lo protegge dalla dolorosa realt un umorismo perverso, che nel contrasto tra ideale e reale si rivela come il pi elaborato sistema di difesa a disposizio- ne delluomo. cos in Malamud, il cui anti-eroe vive il contrasto tra laltezza dei propri ideali e li- gnominia dei propri fallimenti: vorrebbe progredire, ma cozza contro la realt. Continua ostinato a com- battere, sempre pi simile, piuttosto che a Prome- teo, a un gofo Charlot che continua a non uscire dalla porta, a rompere i vetri della fnestra qui che Malamud sintona a un certo cinema americano con le sue gag indimenticabili. Giovani pieni di speranze e talento vanno dunque in cerca di una nuova vita, ma la ricerca fallisce, a meno che non prenda una trasformazione interio- re, e non volga, come nel caso delluomo di Kiev, rs_aprile14.indd 40 20/05/2014 09:57:40 Ste phen King occupa un posto unico nel pano rama edi to riale con tem po ra neo: il pi popo lare dei let te- rati oil pi let te rato dei popo lari; sicu ra mente, uno dei pi pro li fci autori com mer ciali. Al suo attivo, ha unottantina di romanzi ecen ti naia di rac conti: dalle- sordio conCar rie,ha ven duto nel mondo oltre quat- tro cento milioni di libri, fnendo per rap pre sen tare una sorta di sfera macroe co no mica as stante. King anche lautore che pi fre quen te mente stato adat- tato per il cinema: isuoi rac conti sono stati la fonte pre fe rita di regi sti come David Cro nen berg, Stan ley Kubrick, John Car pen ter eBrian DePalma. A suo modo, ha def nito unepoca di let te ra tura pop esuoi deri vati, spe cial mente attra verso iflm ele serie tv, che hanno lasciato un solco nellimmaginario col- let tivo elauti depo siti nei conti di edi tori, pro dut tori estu dios di Hol ly wood. Dopo un grave inci dente alli- nizio del 2000, aveva dichia rato di voler ces sare lattivi- t. Oggi, invece, a66 anni pre sente come non mai. Il suo ultimo romanzo, Dr Sleep, uscito lo scorso autun- no, altri due libri sono pre vi sti entro la fne dellanno. Nel frat tempo, si messo die tro la tastiera come sce- neg gia tore del primo epi so dio della seconda sta gione di Under Te Dome, la serie Cb2 (Rai2 in Ita lia). La fc tion tratta dal suo romanzo omo nimo in cui una cit ta dina della pro vin cia ame ri cana si ritrova inspie ga- bil mente coperta da una impe ne tra bile eindi strut ti bile cupola tra spa rente che la separa dal resto delmondo. Luca Celada, il manifesto, 24 aprile 2014 Intervista con lo scrittore americano che celebra i 40 anni di Carrie. Non sono stato traumatizzato da piccolo, ma adoro terrorizzare i lettori Un incubo chiamato Stephen King rs_aprile14.indd 41 20/05/2014 09:57:40 42 per lAustralia. Era intermina bile e, in tutte quelle ore, ho comin ciato a ripen sare a Under the Dome. Avevo ormai pi tempo a dispo si zione e inter- net per fare la ricerca neces sa ria. Final mente, ho scritto quel libro, cer cando di trat tare tutti i temi, com presa la stu pi dit di certi poli tici che rifu tano di rico no scere lentit del pro blema. E quando mi hanno chie sto di adat tare il rac conto per la tv sta- to come rice vere un dono: con pi tempo adispo si- zione, stato pos si bile appro fon dire tutti queitemi. In gene rale, come fun ziona il suo pro cesso creativo? dif cile par larne: non posso dire di capirlo dav- vero nean che io stesso. Ten den zial mente, comin- cia con la visua liz za zione dei per so naggi, dove sono ecosa fanno, come suo nano, acosa lavo rano. Pian piano, tutto diventa sem pre pi reale fn quando non voglio pi lasciare quel mondo. Nella mia men- te come se guar dassi un flm di cui ho biso gno di vedere la fne. Come tutti, sono cre sciuto guar dando cinema e tv, mi viene natu rale imma gi nare le cose attra verso la lente di una cinepresa. Come nascono le sue idee? Ha gi in mente tutta la tra- ma allinizio? Di solito, nascono allimprovviso. Lo scorso novem- bre, per esem pio, mi tro vavo in Fran cia. Mi stavo recando aun evento abordo di un Suv molto alto. Al sema foro, si acco stato un pull man, il suo fne- strino era a pochi cen ti me tri dal mio e ho potuto notare un uomo che leg geva un gior nale. Cos ho comin ciato aimma gi nare: ese invece di quelluomo ci fosse stata una cop pia? Ese luomo in que stione avesse in quel momento tagliato la gola alla sua com pa gna, l, amezzo metro da me ese appena scat tato il verde, fos sero par titi in unaltra dire zione? Ecco, que sta avrebbe potuto essere linizio di una sto ria un po come attac carsi al para fango di un camion co ipat tini arotelle, la sto ria ti porta dove vuolelei. Ha una scorta di nuovi poten ziali progetti? C stato un periodo in cui avevo cos tante idee in testa che mi sem brava dovesse scop piare. Odiavo Anche King, resi dente nella severa magione vit to- riana nel Maine, che sem bra uscita da uno dei suoi libri, pu appa rire avulso dal mondo, pro tetto da un alone di mistero e dal suo stesso suc cesso. In real- t, incon tran dolo, si sco pre che un uomo spi ri toso edal carat tere aperto, senza alcuna reticenza. Per ch ha voluto sce neg giare Under TeDome? La realt che mi sono inge lo sito di RR Mar tin. Lui, oltre ai libri, scrive anche sce neg gia ture come quella diGame of Tro nes. Poi, c Robert Kirk man: non solo autore delle gra phic novel di Wal king Dead, ma par te cipa anche alla crea zione della serie. Cos mi sono detto: Forse lo posso fare anchio Mi sem brato che linizio della seconda sta gione potesse essere il momento giu sto per con tri buire: il secondo anno per una fc tion pu essere cri tico, si cerca la con ferma del pub blico e spesso altre emit tenti comin ciano a fare una pro gram ma zione antagoni sta. unesperienza afa sci nante eun modo diretto per par te ci pare alla costru zione della trama. Nei pros simi epi sodi, vor rei esplo rare pi a fondo temi quali la sovrap po po la zione, lesaurimento del cibo edelle risorse natu rali, acausa dei cam bia menti cli ma tici allinterno della cupola. Iper so naggi sono alle prese con nuove crisi eci sti mola le mie cel lule creative. Una spe cie di espe ri mento di bio sfera unallegoria? Lidea per Dome lho avuta negli anni Set tanta. Allepoca inse gnavo ancora e ricordo che pen sai chia ra mente a come una comu nit intrap po lata sotto una cupola avrebbe potuto aiu tarci a par lare delle dina mi che del pia neta Terra. Un per fetto micro co smo in cui ripro durre ifeno meni che oggi vediamo com piersi in modo inquie tante: dalla crisi delle risorse ali men tari ed ener ge ti che allambiente, alle impli ca zioni poli ti che, irap porti fra per sone Non sarebbe stato inte res sante met tere iper so naggi in quella situa zione eosser varne le rea zioni? Ho ca- pito per che non avrei potuto scri vere fn quan- do avessi lavo rato come docente, sarebbe stato un com pito dif cile, richiedeva troppa ricerca. Cos ho riman dato. Un giorno, mi sono tro vato su un volo rs_aprile14.indd 42 20/05/2014 09:57:40 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 43 Ma se lei ora vuole sapere da dove ven gano le paure o se c stato un evento sin go lare nella mia vita, temo di doverla delu dere. La verit che provo pia cere nel ter ro riz zare le persone. Quando sto scri vendo dormo benone, per ch nel la- voro mi libero di tutti imiei incubi. Se non lo fac cio, efet ti va mente sogno molto ealcuni sono piut to sto spia ce voli. Ho una teo ria: se abi tui la tua mente a imma gi nare, poi dif cile spe gnerla viag ger in automatico! Nel 2002 aveva dichia rato di volersi riti rare, invece scrive ancora ed pi pro li fco che mai. Cosa successo? Nel 1999 ho avuto un brutto inci dente, sono stato inve stito da un fur gone. Sono stato vicino alla mor- te, oallo stato vege ta tivo. Ho sbat tuto forte la testa eil dolore per molto tempo ha inter fe rito con il pro- cesso crea tivo. Non riu scivo ascri vere, sono entra- to in depres sione. Ho comin ciato apen sare che, in quelle con di zioni, sarebbe stato meglio smet tere. La mia idea che una volta esau rito tutto ci che ho da dire, pre fe ri rei uscire silen zio sa mente dalla stanza. Mi sem br che quel momento fosse arri vato allora, poi il mio fsico ha com piuto il mira colo della gua- ri gione. Ho comin ciato ad avere meno dolore eho ritro vato linteresse per il mio mestiere, sono tor nate le idee ed eccomi qua. Per anni, lei ha tenuto una rubrica di recen sioni di flm su Enter tain ment wee kly: qual il suo rap porto col cinema? Sono sem pre stato inte res sato alla cul tura pop in tutti isuoi aspetti, flm, libri, pro grammi tv, musica ean- che le mode dei ragazzi, labbigliamento, la pub bli cit gli spot delle assi cu ra zioni in par ti co lare mi afa sci- nano, non so per ch, come quelli con il maia lino (la mascotte dellassicuratrice Geico,ndr). Il mio primo lavo rare su un romanzo per ch signi f cava dover riman dare tutti gli altri pro getti. Scri vere come es- sere spo sati; il pro getto acui lavori come tua mo- glie, devi rima ner gli fedele anche quando vedi altre belle donne che incroci per la strada. Cos, men tre stai scri vendo un romanzo, pu capi tare che ti ven- ga unaltra idea che ti fac cia pen sare: per fetta, la devo scri vere!. Invece, devi restare fedele a tua moglie, non puoi sem pli ce mente andar tene con que sta nuova amante. Le nuove idee, infatti, non le scrivo nem meno. Se non val gono, le dimen ti cher pre sto e se invece sono dav vero buone, mi rimar- ranno in mente fn quando avr tempo per occupar- mene. Oggi ho 66 anni ele idee non arri vano con la stessa fre quenza di una volta. Prima, mi sem brava di venire fulminato. Adesso ho due fgli che scri vono romanzi. Joe ha pub bli cato tre libri e Owen, oltre aun romanzo, ha scritto anche due rac colte di rac- conti. Sono loro ormai ad avere pi idee devessere mera vi glioso essere giovani Quando erano pic coli, vive vano in una casa piena di libri, dove sia io che mia moglie scri ve vamo. Loro ci sali vano in brac cio enoi gli rac con ta vamo delle sto rie. Non mi stu pi sce, quindi, che anche loro abbiano seguito il mestiere e scelto limmaginazione come una car riera. Sono tre men da mente orgo glioso dei mieifgli. Cosa signi fca la paura? unossessione ouna motivazione? Non vivo grandi paure, pre fe ri sco tra smet terle ai miei let tori. Il mio pub blico mi chiede spesso se sono stato trau ma tiz zato da pic colo. In realt, ho avuto uninfanzia nor ma lis sima, forse ero un bam- bino dallimmaginazione un po vivace. E poi il mio mestiere mi aiuta molto. Se sei ansioso puoi andare in psi coa na lisi e par larne per 120 dol lari lora. Oppure puoi scri vere ituoi timori su un fo- glio ela gente li com pra (ride,ndr). Ma se lei ora vuole sapere da dove ven gano le paure ose c stato un evento sin go lare nella mia vita, temo di doverla delu dere. La verit che provo pia cere nel ter ro- riz zare le persone. Il suo ultimo romanzo si inti tola Dr. Sleep: c qual cosa che turba isuoi sonni? rs_aprile14.indd 43 20/05/2014 09:57:40 44 ven zio nale, una ex cheer lea der forse, di una bont sem plice. Kubrick invece li ha tra sfor mati in per- so naggi grot te schi, sia Shelly Duvall mi sem brava una caricatura anti fem mi ni sta che Jack Nichol son, con quella ver sione deibikerche inter pre tava nei B- movie di Corman. Cosa pensa dellefetto avuto da inter net sulleditoria? Potrebbe esi stere oggi un feno meno come quello di Ste- phenKing? Un feno meno oggi c: parlo di50 sfu ma ture di gri- gio.cer ta mente un feno meno legato al web: non credo che sarebbe mai stato accet tato da un edi tore tra di zio nale, non tanto per il sesso, ma per ch non scritto bene. Eppure stato tro vato in rete, letto su iPad etele fo nini. Io stesso leggo molto su schermo, mi piace lintimit della let tura in una stanza scura. Le edi zioni elet tro ni che, comun que, non devono minare le ven dite di libri tradizio nali, vanno pro- tetti per legge, come quelle che hanno alcuni paesi vedi Fran cia eGer ma nia che impon gono gli stessi prezzi per idue media. impiego stato scri vere una rubrica di cinema per il gior nale della mia uni ver sit. Amo iflm emi piace scri vere di cinema ecredo di saperlo fare in un modo che invece non mi rie sce con la musica, che mi sem- bra quasi inde scri vi bile. In pas sato, ho detto che non ho mai visto un flm che ho dav vero odiato. Ora devo con fes sare che non pro prio cos. Lunico flm che mi ha fatto uscire dalla sala, negli ultimi ventanni, statoTran sfor mers, era ridicolo. Anche Shi ning, adat tato dal suo rac conto, non le piac- que granch Il mio giu di zio su quel flm non cam biato nel tem- po. bel lis simo da vedere, ma que sto si pu dire anche di una Cadil lac ben man te nuta. Lho tro vato freddo. Nella sto ria, inol tre, il pro ta go ni sta Jack Tor rance ha una tra iet to ria dram ma tica da eroe tra gico: qual cuno che sta cer cando di fare del suo meglio per la sua fami glia, ma pian piano viene tra- sci nato fno al punto di rot tura. Un uomo nor male in cir co stanze tra gi che ecos sua moglie Wendy. La imma gi navo come una donna carina e molto con- rs_aprile14.indd 44 20/05/2014 09:57:40 In apparenza, la natura e i capolavori di Tomas Hardy obbediscono alla forza del ciclo. Soprag- giunse racconta Tess dei dUrberville una prima- vera particolarmente bella, e il tumulto della ger- minazione divenne quasi udibile nelle gemme: esso mosse Tess come muoveva gli animali selvaggi e la rese impaziente di partire. I raggi dellaurora face- vano sbocciare le gemme, prolungandole in lunghi steli, sollevavano le linfe in silenziose correnti, apri- vano i petali, succhiandone fuori i profumi in get- ti e respiri invisibili. La vita trionfale della natura era evidente in tutto ci che esisteva di minuzioso, minuscolo e molecolare: le nebbie di polline solle- vate dalle erbe succose, la policromia delle erbac- ce, le gommosit vegetali, le lebbrosit vischiose, le ondulazioni delle ragnatele, il luccichio delle zan- zare vaganti. Dovunque, in ogni punto, cera gioia e felicit che poteva riempire il cuore anche di chi, come Tess, era condannata allestrema sventura. Destate il sole splendeva nella brughiera, e pareva che incendiasse, rendendola scarlatta, la foritura dellerica. Era lunica stagione dellanno in cui la brughiera assumeva un aspetto sfarzoso. Laria pal- pitava in silenzio, opprimendo la terra che sembrava sfnita. Il cielo era di un color violetto dai rifessi quasi metallici. Nel fango si potevano scorgere di- stintamente le forme, simili a larve, di innumerevoli esseri senza nome, che ne emergevano e si ritufa- vano, ebbri di piacere. Non si vedeva in giro anima viva, sebbene le note rauche e intermittenti delle ca- vallette, che uscivano da ogni ciufo derica, bastas- sero a dimostrare che, mentre gli animali pi grandi dormivano, tutto un mondo invisibile di insetti si agitava nella pienezza della vita. In quellatmosfe- ra, pi greve di un narcotico, i merli e i tordi non aprivano le ali, ma si trascinavano come quadrupedi nella polvere. Esisteva unaltra stagione: quella indeterminata del- la brughiera.Essa era sempre fosca e cupa. Col suo colore aggiungeva unora e mezza alla sera: faceva ri- tardare lalba, attenuava lo splendore del mezzogior- no, anticipava il cipiglio dei temporali, rendeva pi intensamente opaca la profonda notte senza luce, causando uno sbigottito terrore. Mentre le altre cose si immergevano nel sonno, pareva che la brughiera si destasse lentamente mettendosi in ascolto. Aveva atteso, cos immota, attraverso le crisi di tanti anni, che poteva attendere unultima crisi: lo sconvolgi- mento fnale. Aveva qualcosa di maestoso, ma non scostante, che colpiva senza ostentazione: vigoroso nei suoi richiami, grandioso nella sua semplicit. Era gigantesco e misterioso nella sua tetra monoto- nia. Come accade a persone vissute a lungo isolate, un senso di solitudine pareva emanare dal volto della brughiera, che faceva pensare a tragiche possibilit. Queste possibilit erano rivelate dalle vampate di rosso che attraversano tutti i libri di Hardy: famme, piccoli e grandi fal, incendi, oppure un misterioso venditore, col volto e le vesti tinte docra, che per- correva le colline del Wessex. Nella fattoria di Flintcomb-Ash si rivelava la deso- lazione dellinverno. Non cera un solo albero in vita n un solo tocco verde: nullaltro che terra incolta e distese di rape, Pietro Citati, Corriere della Sera, 26 aprile 2014 Nei romanzi di Thomas Hardy la Natura strumento per assoggettare gli individui ai progetti del Destino Metasica della brughiera, dove gli uomini sono fantasmi rs_aprile14.indd 45 20/05/2014 09:57:40 46 Dovunque Hardy e i suoi personaggi guardassero, perno nellincantevole primavera, non scorgevano che sventura. La natura stessa era intessuta di sciagure: non solo umane, ma animali e vegetali. assassinio, che essa sembrava infiggere a se stessa, servendosi di qualsiasi strumento. Sopra la natura stava qualcosa di inattingibile: un Dio, un Potere, gli Immortali, o il Presidente degli Immortali, come diceva Eschilo, o il Destino. Non aveva nessuna importanza come gli uomini si com- portassero: se fossero virtuosi o peccatori, o peccas- sero solo per inavvertenza. Lass, il Destino o gli Immortali condannavano senza motivo, preparando per luno la facile strada che portava senza fatica tra i beati, e per laltro il sentiero che conduceva, in vita, tra i tormenti pi atroci. Gli uomini, come Tess dei dUrberville, chiedevano giustizia, grazia, bont, re- missione, pace: o almeno riposo; nulla veniva con- cesso loro, perch gli Immortali e il Destino conti- nuavano a divertirsi alle loro spalle. In un romanzo di Hardy il Destino agisce come un fabbro macchinoso e malvagio,ribadendo una cate- na di piccoli fatti assurdi, di coincidenze miracolose, di avvenimenti e di persone che ritornano, di segni uniformemente negativi. Il primo anello della ca- tena di Tess sembra innocente: quando un parroco rivela a un contadino del Wessex che egli discende dai potenti cavalieri dei dUrberville che dormono inconsapevoli, sotto alti baldacchini di marmo, nella navata della chiesa di Kingsbere. Questa rivelazione deve svegliare una bizzarra collera nelle nuvole sopra le quali ha preso posto Hardy, se, a partire da questo momento, i segni negativi si infttiscono. Un cavallo muore: un uomo dipinge i muri e le staccionate del Wessex con rosse scritte bibliche, che fammeggiano e urlano come frasi diaboliche: il gallo canta tre volte nel pomeriggio del matrimonio di Tess: un pezzo di carta insanguinata vola davanti ai suoi occhi: i co- gnati le rubano un paio di scarpe; fno a quando tutti i segni si realizzano, e la rossa vernice del fanatico si trasforma nella macchia di sangue che chiude la sua vita. Ad imitazione dellopera della sorte, il libro di Hardy costruito con una minuziosa sapienza arti- giana: come, del resto, gli altri romanzi ottocente- schi consacrati al destino, ilMeistereMadame Bova- ry. Ma mentre Goethe e Flaubert ne mascheravano ironicamente il passaggio, Hardy lo annuncia con una passione apostolica, e la sua fantasia visionaria si in vasti campi divisi da siepi intrecciate con mo- notonia. Le spine delle siepi avevano abbandonato laspetto vegetale per assumerne uno animale. Su quella desolazione giunse un incantesimo di gelo secco, in cui strani uccelli sopravvenuti da regioni oltre il polo australe cominciavano ad arrivare silen- ziosamente sullaltopiano: magre creature spettrali dagli occhi tragici, occhi che avevano contemplato scene di cataclismi in regioni polari inaccessibili, di unimmensit inconcepibile agli esseri umani, in temperature raggelanti che nessun uomo poteva sopportare; occhi che avevano veduto lurto degli iceberg e lo smottamento di colline di neve alla luce delle aurore boreali. Dovunque Hardy e i suoi personaggi guardassero, perfno nellincantevole primavera, non scorgeva- no che sventura. La natura stessa era intessuta di sciagure: non solo umane, ma animali e vegetali. Fuggendo, Tess si nascose tra il fogliame di alcuni cespugli di agrifoglio, dove cadde nel sonno. Mentre dormiva, le pareva di udire strani rumori: forse era il vento, bench laria fosse quasi immobile. Talvolta sembrava un palpito, talvolta uno sbatter dali, talo- ra una sorta di respiro afannoso e di gorgoglio. La mattina Tess usc alla luce. Allora comprese cosa la- veva disturbata. Sotto gli alberi giacevano parecchi fagiani: alcuni torcevano debolmente unala, alcuni fssavano con occhi sbarrati il cielo, altri erano scossi da un palpito febbrile, altri giacevano contorti, altri ancora distesi: tutti tremavano di soferenza, allin- fuori di quei fortunati che erano morti durante la notte per limpossibilit di sopportare pi oltre il dolore. Questa era la natura: ferite, crudelt, strazio, rs_aprile14.indd 46 20/05/2014 09:57:40 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 47 Quando leggiamo Tess dei dUrberville, ci sembra che i tesori di immaginazione visionaria, che da secoli si erano annidati in ogni angolo della campagna inglese, si ridestino clamorosamente. zione prima di lasciare la terra, ecco che i re-pastori della Bibbia, gli di delle tragedie greche, gli eroi dei rustici poemi cavallereschi, un Cervantes smarritosi nelle osterie, un Rembrandt delle campagne giun- gono anchessi qui, come in un corteo di re magi, lasciando i loro omaggi, le loro trame romanzesche, le loro complicate metafore. Uno scrittore dal talento meno robusto si sareb- be lasciato travolgere da questa eredit pericolosa. Hardy non teme nulla di quanto la fantasia umana, o quella di Dio, abbia inventato. Sopra ogni cosa imprime il proprio sigillo di fuoco: colma, deforma, agita con la sua mano sicura, selvaggia e accecante. Quando deve descrivere una trebbiatrice a vapore, possiamo essere certi che la trasformer in una crea- tura infernale: un contadino che vernicia di rosso le staccionate, lardore dei carboni che illumina un bel volto femminile, due lacrime che scendono da occhi addolorati acquistano nelle sue pagine unintensit allucinatoria, quasi che, fno a quel momento, non avessimo mai visto un oggetto n un volto. Poi la- scia ogni freno: ci che assurdo e bizzarro, sinistro e spettrale sonnambuli che attraversano fumi in piena con la donna amata sulle braccia, creature dor- mienti sopra altari primordiali attrae la sua arte. Se qualcuno gli avesse obiettato che i suoi romanzi sono inverosimili, egli avrebbe risposto che anche Shakespeare inverosimile: che n Otello n Mac- beth si comportano come tranquilli gentiluomini, e che il compito del romanziere proprio quello di ricordarci quale martellante fragore di tuoni, quale splendore di fulmini possono colpire allimprovviso la nostra esistenza. accende proprio nei punti dove il destino ribadisce, senza svelarsi alle proprie vittime, la catena irrime- diabile della loro esistenza. Dentro questa trama di avvenimenti fatali, Hardy raccoglie il ricco e libero spettacolo della vita. I per- sonaggi dei suoi romanzi sono in primo luogo dei volti, dei vaghi e possenti fantasmi corporei, appar- si nel minaccioso silenzio delle notti. Se pensiamo a Tess, questo personaggio immensamente amato, descritto in tutte le pose, piangente, col viso intie- pidito dal sonno o mentre immerge le braccia ro- see nella bianchezza immacolata del latte cagliato, ricordiamo il disegno della sua profonda e rossa bocca carnosa: la involontaria mossa del labbro in- feriore che spinge verso lalto il punto centrale di quello superiore: i grandi occhi teneri, n neri n azzurri, n grigi n violetti, ma composti di tut- ti questi colori insieme e di cento altri che posso- no distinguersi,... gradazione su gradazione, tinta su tinta, intorno a pupille senza fondo; o, se lala della sventura la sfora, la sua pallida bellezza mar- morea. Mentre il romanzo si svolge, lumile lattaia del Wessex acquista la nobilt tragica di una regina elisabettiana, e metafore seicentesche o romantiche prorompono come una foritura inaspettata dal suo cuore esultante o ferito. * Quando leggiamoTess dei dUrberville, ci sembra che i tesori di immaginazione visionaria, che da secoli si erano annidati in ogni angolo della campagna ingle- se, si ridestino clamorosamente. La solenne fantasia architettonica che aveva creato i pilastri e altari di Stonehenge; la fantasia superstiziosa, che serpeggia- va nelle foreste druidiche; lebbrezza alcoolica che scintillava sulle scene elisabettiane; le avventure del romanzo settecentesco, da Defoe a Richardson, le pi fosche invenzioni romantiche tutto quanto era esistito di meravigliosamente e assolutamente an- glosassone si d convegno in queste brughiere, in questi campi funestati dallinverno o intiepiditi dalla dolcezza dellautunno. Come se i romanzi di Hardy fossero lultima cittadella posseduta dallimmagina- rs_aprile14.indd 47 20/05/2014 09:57:40 inutile, probabilmente fastidioso, afermare che un libro il migliore di quelli pubblicati in Italia questanno. Il miglior libro dellanno, non una re- censione, uno status su Facebook. Ma il motivo per cui mi veniva da lanciare un giudizio defnitivo di questo tipo che questo libro,Il punto, scritto da David Means passer quasi sicuramente inosserva- to, ed invece unassoluta meraviglia. Se conosco come vanno le cose nelleditoria, se so che un libro di racconti pubblicato originariamente nel 2010 negli States e tradotto ora mirabilmente da Silvia Pareschi per Einaudi, un libro di uno scritto- re poco famoso e abbastanza schivo che ha scritto soltanto racconti una cinquantina in tutto, divisi in quattro raccolte per la precisione bene che an- dranno le cose, potr vendere 1500 copie, mi sale un Christian Raimo, Europa, 26 aprile 2014 Il punto, pubblicato negli States nel 2010 e tradotto ora in Italia per Einaudi, passer inosservato ma un libro magnico. Ecco perch David Means, lassoluta meraviglia del racconto rs_aprile14.indd 48 20/05/2014 09:57:40 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 49 sentimento di rabbia, e non minteressa dover mode- rare i giudizi, evitare i superlativi: Il punto di David Means il migliore libro dellanno, e ci sono le prove. Prendiamo pagina 89, quello che linizio di un rac- conto che una cronaca ellittica di un adulterio a pic- coli quadri. Ecco come viene presentata la protagoni- sta femminile: Lei faceva la pendolare da un paese in riva al fu- me, una cinquantina di chilometri a nord della citt, e lavorava due piani sotto come perito assicurativo. Campanili abbattuti dal temporale, spieg. Sai, in- cendi di chiese e roba del genere. Nel Midwest c sempre qualche chiesa che brucia, viene ricostruita e poi brucia ancora. Penso agli incendi delle chiese come a una specie di rito di passaggio civico. Sai, le catene di secchi che passano di mano in mano. Poi ci sono le azioni legali, naturalmente, cadute di anzia- ni e cos via. Non immagini quanta gente inciampa durante leucarestia. Ma questa non la mia attivit principale. In realt sono uninsegnante di canto. Gi qui ci sono tutti una serie di elementi di Means: i personaggi sono strambi, quasi sempre dei drop- out, vivono della luce sorprendente della solitudine e del fallimento. Ma hanno qualcosa in pi dei perso- naggi di Carver o di Alice Munro: sembrano essere toccati da una specie di destino speciale, una forma di elezione si potrebbe dire. Per questo credo che un altro paragone non esage- rato che viene spesso usato per la scrittura di Means Flannery OConnor, quella OConnor che dice- va che le serviva ambientare le sue storie nellaBible beltperch era lo stesso passaggio a consentire una trasfgurazione: un posto dove non anomalo im- maginare un roveto ardente. Dalla OConnor Me- ans ha imparato il coraggio di creare situazioni al limite del plausibile, ma anche questironia nei con- fronti della dimensione confessionale Non im- magini quanta gente inciampa durante leucarestia. Ecco il paragrafo successivo, il momento del loro primo incontro. Ladulterio sfaccettato, disse lui. informe ma al contempo ha una sagoma elementare, come un focco di neve; circondato da una quantit di luo- ghi comuni e tuttavia unico, unentit diversa ogni volta. La fnestra della sua camera da letto era chiu- sa da uninferriata e poi attraverso le tende ricama- te che lui aveva comprato in Spagna, disegnandole un reticolo sul corpo che lui seguiva con le dita, dal ventre con la cicatrice del cesareo al mento. Che cosa sono queste poche righe? Quanta raf na- tezza nella costruzione dei personaggi e del legame che si sta formando tra loro? La verbalizzazione che indica come ci sia gi una consapevolezza che li al- lontana dalla complicit del non detto. La Spagna, la cicatrice che stanno a signifcare quanto spazio di mistero ancora rimanga inesplorato. Leggendo echov, questo il titolo di questo racconto, va avanti cos, sette otto righe alle volta, mentre loro due si amano clamorosamente Il punto dove lussuria e amore si incontrano, dove una fnisce e laltro comincia: linnata sincerit sepolta nellatto del tradimento, e poi si rafreddano e si deludono, si distaccano. In questa narrazione che sembra cos naturale, quasi veramente Means riuscisse a resocontare un proces- so che, pi che umano, botanico noi ci fdiamo riga dopo riga della necessit di queste narrazioni, nonostante spesso siano storie dicevamo implausibi- li; mentre per determinante il tono sentenziale di certe frasi associato al ritmo impassibile e al tempo stesso rigoroso della natura. La mancanza di reciprocit, il fatto che uno do- vesse sofrire pi dellaltro, per quanto prestabilito, era sorprendente. I semi cadevano in anticipo dagli alberi di ginkgo biloba in Claremont Avenue la siccit aveva spinto avanti la stagione e un uomo li inflava dentro un sacco di tela, lavorando piano nella calura, raccogliendoli uno alla volta. Questo ritmo non il fatalismo dei grandi cantori del Midwest o dei suburbia, che siano autori infuo- cati come Faulkner o Anderson o OConnor oppure algidi come Carver o Richard Ford, ma una sorta di virt aruspicina: uninterpretazione dei segni esseri umani, fumi, piante: sono tutti creature da indagare. In alcuni casi poi questa indagine si fa clinica, com- pilativa, tassonomica. NelPuntoc un racconto che sintitola Alcuni fatti necessari a comprendere la rs_aprile14.indd 49 20/05/2014 09:57:40 50 combustione umana spontanea di Errol McGee diviso in capitoletti di mezza pagina a loro volta ti- tolati Il fuoco, Il cranio, Condizioni generali, Pomata naturale per capelli Udall, et InEpisodi incendiari assortitiil racconto che d il titolo alla raccolta fun- ziona in questo modo. NelPesce rosso segretoci sono almeno tre racconti che simulano questo desiderio di ordine attraverso un elenco simile a quello famo- so di Borges sulla catalogazione degli uccelli. Uno Elenco aggiornato delle apparizioni delle appari- zioni delluomo di polvere, un altro Duplicati, un altro LUomo Lampo. Questultimo raccon- to la storia romanzata, immaginifca di uomo che nella sua vita viene colpito da un fulmine per sette volte. Ispirato evidentemente a una storia incredi- bile ma vera questo record presente tuttora sul Guinness Means esplora questa come le altre con- dizione di trascendenza come una specie di santit, di elezione spirituale nel mondo ipersecolarizzato. In questo somiglia molto a quei narratori americani che hanno delineato una sorta di realismo sopran- naturale come Faulkner certo e la OConnor, ma anche come Cormac McCarthy (Suttree il padre di molti racconti di questeshort-stories) o Don DeLil- lo, e anche ovviamente David Foster Wallace. Ma attraverso un altro racconto del Pesce rosso segreto che secondo me possiamo capire quale la potenza della sua maestria narrativa. Ed Petrou- chka [con omissioni], dove racconta la storia di un pianista che cade vittima della depressione perch ha una leggera sclerosi della mano destra. Questa maestria si incarna nelluso della terza persona e del punto di vista. Spesso i suoi racconti sono delle narrazioni nelle narrazioni, e spesso il punto di vi- sta del narratore viene smentito/approfondito/reso pi intenso dal punto di vista di un altro narratore che o viene a dare una diversa interpretazione della storia, magari a prendersi colpe che venivano espo- ste in forma di allusione, oppure a far riverberare unintimit emotiva con la storia narrata che non avevamo compreso fno a quel momento. (Se non chiaro quello che dico, perdonatemi ma leggetevi quella meraviglia assoluta che Il lamento di Sle- eping bear che mostra questa tecnica fn dal suo incipit: Questa preghiera in forma di lamento se mi passate lespressione cominci il giorno in cui eravamo in campeggio a Sleeping Bear e Rondo usc ubriaco fradicio e si perse). Ma dicevamo, Petrouchka [con omissioni] che un racconto esplicitamente meta-letterario: la storia del pianista viene narrata in modo caldo e empatico, ma viene spezzata da una serie di parentesi le omissioni del titolo. Ossia, ogni tanto in mezzo al racconto troviamo dei lunghi brani tra parentesi quadre che iniziano: con Omesso da questo paragrafo:. Lefetto ovviamente spiazzante allinizio se non raggelante, ma man mano che le omissioni si sus- seguono e le due voci narranti si smentiscono o si confermano a vicenda, la nostra sospensione dellin- credulit subisce incrinature ancora pi profonde. Se un narratore non pretende la nostra fducia, ma anzi confessa in maniera cos plateale la sua parzia- lit nel dare conto di storie complesse di personaggi fragili e oscuri persino a se stessi, forse noi noi lettori gli crediamo ancora di pi. La lezione dei post-moderni o di Borges o di Nabokov viene assi- milata ma per un intento apparentemente opposto: cercare lincanto, non il disincanto. Ma questo non il solo strumento a disposizione di Means per riuscire a creare in poche pagine se non addirittura poche righe (leggetevi Quello che spero io inEpisodi incendiari assortiti) un patto con il lettore per cui gli viene richiesto chiaramente una complicit che ci aspettiamo dai fratelli di uno stes- so culto, da persone che condividono i riti di una medesima comunit: quella di chi racconta e ascolta storie. In quanti racconti anche nel Punto sinizia proprio con un gruppo di balordi che si trovano a narrare intorno al fuoco! Laltro dono che Means ha quello di rendere gra- zia al creato, attraverso uno stile iperestetico, qual- cosa forse solo il fatto di esseri umani ci ha dato la possibilit di sentire, vedere, provare un senso di vitale appartenenza per quel che ci circonda. La na- tura, i suoi elementi, il rapporto ancestrale che lega luomo al suo territorio, lacqua, il fuoco, i fumi del Michigan, gli incendi, e poi le ferrovie, e gli odori, ogni singola percezione, tutto rs_aprile14.indd 50 20/05/2014 09:57:40 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 51 E allora, per tentare di comunicarvi questo senso di pienezza polmonare, eccovene sei esempi comple- tamente sparsi, scollegati tra loro, che ho tratto dai vari racconti delPunto: Laria era satura dellodore di trementina, oltre che dellolio di creosoto proveniente dalle traversine dei binari e di qualcosaltro, lo strascico di ozono lascia- to da una gigantesca scintilla elettrica. Quando arriva il suo turno, lei tocca con piacere la pistola, solida e pesante di energia compressa mentre il cane scatta in posizione; una contrazione gradevole (nella molla del grilletto, prima del rilascio) le manda una vivace scarica su per il braccio, e poi, in risposta, il rinculo la spinge indietro mentre la nuvola azzurra che rimane sospesa le ricorda le miccette, i petardi. (Sentir di nuovo quel buon odore in seguito, quan- do con un giornale arrotolato verser la polvere nera dentro tubi zincati, plasmando la cera morbida per creare un tappo nel quale poi infler la miccia). Sotto il tavolo un formicolio elettrico le si propaga sul palmo delle mani quando pensa alle pistole e sente che i cani hanno smesso di abbaiare, e rimane solo il fruscio degli alberi che proiettano chiazze dombra verde nel- le stanze al piano di sopra. Le querce davanti alla casa, crescendo, si sono avvicinate alle zanzariere, sforan- dole, e con la brezza arriva un odore dallHudson che le ricorda le estati al lago George, quando suo padre veniva dalla citt per il fne settimana, rilassato, senza giacca, con la pelle cascante del collo bene in vista. e tutto sotto quel forte sole di mezzogiorno con il fruscio dei salici alla sua sinistra, e pi gi, oltre la recinzione, lodore muschiato e terroso del fume che sembrava portare lintera scena. Il villino, un tempo immacolato e ridipinto ogni anno, era degenerato in una squallida stamberga, con scaglie di bianco di piombo che si staccava- no dalle assicelle e un odore rancido che usciva da sotto la veranda. I gradini di pietra che scendevano alla spiaggia si erano sgretolati come roquefort, e il molo, lasciato fuori a gelare un inverno dopo laltro, pendeva volgarmente da una parte. Sarebbe stato bello guardare le erbacce del giardi- no ondeggiare dolcemente, arrendendosi al vento; dalla strada sarebbe arrivato un leggero odore di catrame; la casa avrebbe ansimato e cigolato pia- no sotto il sole ardente, e lei avrebbe girato per le stanze e le avrebbe esaminate in cerca di indizi, di vestigia perdute della vita che si era svolta in quella casa prima che venisse ridotta a vetri rotti, a lun- ghe ferite nellintonaco che mostravano il graticcio retrostante; si sarebbe prostrata carponi davanti a Dio; si sarebbe ritrovata nel seminterrato, tra la luce polverosa che entrava dai pozzetti, lodore di nafta e il pavimento di terra battuta, compattato in quellangolo laggi, sotto il vecchio tavolo, in quel- la rientranza piena di ragnatele che lei ricordava da quando aveva esplorato la casa insieme agli uomini, e Byron aveva picchiato sul vecchio serbatoio men- tre August, trascinando in giro la sua mole, faceva un balletto e cantavaSympathy for the Devil; avrebbe provato limpulso di trascorrere il resto delleternit l sotto, in quella fresca oscurit, perch in quel mo- mento, mentre guidava, desiderava solo togliersi dal sole abbagliante e dallimpressione che il territorio selvaggio in cui si trovava fosse cos levigato dalla luce che era impossibile guardarlo. rs_aprile14.indd 51 20/05/2014 09:57:40 Diver sa mente da tanti altri scrit tori che sono andati accor dando i pro pri stru menti nel tempo, DeLillo esord con una voce decisa, scan dita da punte di asse ve ra ti vit af date a sti lemi che inchio dano alla pagina asso cia zioni mentali cui sarebbe rima sto fe- dele nei decenni. Sia dal punto di vista sti li stico che da quello tema tico, ricor renze via via pi insi stite deter mi nano la rico no sci bi lit di uno scrit tore le cui prime prove roman ze sche risal gono agli anni Set- tanta appena avviati; alle spalle qual che rac conto, edavanti una pro dut ti vit ini zial mente molto inten- sa, che avrebbe tro vato il suo ver tice di com pat tezza for male poco meno di quin dici anni dopo, conRu- more bianco. Tut ta via, DeLillo non come altri autore di una sola grande opera icui diversi momenti sareb- bero provvisorie sta zioni dove sostano mate riali pronti a tra smi grare nel titolo suc ces sivo e pro ve- nienti da un magazzino gi saturo di quelle stesse idee, locu zioni, bloc chi tema tici. Quasi ogni suo romanzo, infatti, con tiene una nuova sfda rap- pre sen ta tiva, che si gioca sul piano dei con te nuti afron tati la sto ria ame ri cana, il rap porto con il tempo econ il dolore, gli esiti del con su mi smo, la vio lenza ela paura intrin se che alle nostre vite post- moderne, i luo ghi spro fon dati nella terra dove si svol gono espe ri menti ato mici e dove si sep pel li sce la spazza tura, e solo secon da ria mente inve ste la Francesca Borrelli, Alias del manifesto, 26 aprile 2014 End Zone. Lo sport associato alla guerra, e la ricerca della frase perfetta. Tradotto da Einaudi per la prima volta, fu pubblicato nel 1972 DeLillo, oltre la lingua del football rs_aprile14.indd 52 20/05/2014 09:57:40 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 53 La lin gua per DeLillo un movente di ten sione esa spe rata e costante ma non mai un pre te sto intorno al quale costruire, di volta in volta, invo- lu cri tema tici che giu sti chino auto re fe ren ziali eser cizi sti li stici. DeLillo spe ri menta, tra que ste pagine, il primo ten- ta tivo di quella asso cia zione tra lo sport e la guer- ra che tro ver la sua pi com piuta espli ci ta zione in Under world, dove uno dei per so naggi osserva come il nucleo radioat tivo di una bomba ato mica sia della stessa gran dezza di una palla da base ball, quel- la palla che pas sando di mano in mano isti tui sce un legame tra idiversi per so naggi del romanzo che ne entre ranno via via in pos sesso. Tutto ci che avreb- be occu pato le quasi nove cento pagine di Under- world, del resto, era comin ciato con la leg gen da ria par tita tra iGiants ei Dod gers al Polo Grounds di New York, lo stesso giorno dellottobre 1951 in cui lUnione Sovietica faceva esplo dere una bomba ato- mica ascopo di test nucleare. Qui, invece, Gary si accon tenta di alter nare le sue este nuanti per for mance da run ning back afre quen- ta zioni come udi tore di corsi dellaeronautica; ma quando il mag giore, suo inse gnante, gli ofre di arruo larsi Gary risponde che non ne ha la minima inten zione: della guerra infatti gli inte ressa solo laspetto ipo te tico. Il suo esi lio in quel col lege si- tuato in una landa roc ciosa, popo lata solo da insetti, gli evoca imma gini da fne della sto ria euna mera- vi gliosa sen sa zione di distanza che mi incen diava lanima; ma que sta deso la zione geo gra fca ofre aGary anche lopportunit di for ti f carsi: il pic colo monaco fana tico che viveva aggrap pato al mio fega- to andava anozze con que sti fram menti di asce ti- smo. E ci sono, comun que, i com pa gni di gioco: Taft Robin son, lunico nero della squa dra, vene rato per la sua straor di na ria velo cit; Ana tole Bloom- berg, appro dato in quella uni ver sit remota per lin gua, per ch l lo stato di fbril la zione sem pre subli mi nale, in attesa di gua da gnare la super f cie in brevi esplo sioni les si cali, ful mi nei con tatti emo tivi di parole che si asso ciano al di l della loro con se- quen zia lit logica. La lin gua per DeLillo un movente di ten sione esa- spe rata ecostante ma non mai un pre te sto intorno al quale costruire, di volta in volta, invo lu cri tema tici che giu sti f chino auto re fe ren ziali eser cizi sti li stici. Lantintellettualismo cos pro fon da mente ame ri- cano di DeLillo, asso ciato alla sua natu rale dispo- si zione flo so fca, deter mina quello stra nia mento tanto attraente che si spri giona dalle sue pagine, indi pen den te mente da ci che vi si racconta. quasi in uno stato ipno tico, per esem pio, che si segue il rac conto afol lato da tec ni ci smi di una par tita di football ame ri cano inEnd Zone, secondo romanzo pub bli cato dallo scrit tore nel 1972 etra- dotto per la prima volta ora, con per fetta into na- zione, da Fede rica Aceto (Einaudi, pp 256 euro 19,50, in uscita mar ted). Raccontato in prima per- sona, il libro ha per pro ta go ni sta Gary Har k ness, un ragazzo pro ve niente da una minuscola cit ta dina dei monti Adi ron dack, appro dato al Logos Col- lege (nome fn troppo elo quente) dopo essere stato sbat tuto fuori, per motivi diversi, da tre uni ver sit. Fra un inter vallo elaltro, la spe ri men ta zione del- la noia e del tempo svuo tato fno allintollerabile con sen tono aGary di met tere afuoco la sua sem- plice verit: Senza il foot ball la mia vita non ave- vasenso. Cos, accetta lingaggio nella squa dra di quella uni- ver sit sper duta nel deserto del Texas occi den tale, una terra inton tita, inva ria bil mente spenta, una landa ridotta al silen zio dalle sue stesse ori gini nel caldo rug gente, nata morta, pie tre piatte asegnare il luogo di sepol tura della memoria. Nelle ore libere dagli alle na menti, Gary svi luppa una pre di le zione per testi che imma gi nano le deva- sta zioni indotte da una guerra nucleare: metro poli distrutte, decine di milioni di morti, sce nari apo ca- lit tici che si aprono al suono di parole prima sco no- sciute, capaci di eser ci tare su di lui una ecci ta zione pres so ch sen suale. rs_aprile14.indd 53 20/05/2014 09:57:41 54 perta alquanto sini stra da fare a quellet: le parole hanno la capa cit di sot trarsi al loro signifcato. Pic coli pezzi di bra vura testi mo niano la pre coce sicu- rezza di DeLillo, allalba della sua car riera: ce n uno esilarante in cui viene dato il solenne annun cio del fatto che fra i gio ca tori potrebbe esserci un fro- cio (queer); ece n un altro in cui lo shock di una cat tiva noti zia, unito al pia cere di far sene latori, si esprime nella reiterazione delle stesse iden ti che paro- le, quat tro, cin que volte, fn ch lartifcio reto rico non con qui sta il primo piano pro iet tando sullo sfondo il con te nuto della noti zia. Ec il pezzo in cui igio ca- tori di foot ball, nei minuti che prece dono la par tita, si inci tano avicenda con grida bestiali, poi si abban- do nano agare di pro du zione escrementizia, einfne sullautobus che li riporta acasa esi bi scono linventa- rio degli infor tuni subiti. Ec un altro pas sag gio in cui Gary incon tra il respon sa bile della comu ni ca zione adi bito arilan ciare limmagine del College pun tando sulla sua squa dra di foot ball: il tamarro si fa tro vare con la fac cia rivolta verso una lam pada solare, gli oc- chi coperti da una stri scia di allu mi nio, leloquio tri- viale sin to niz zato con gli slo gan del mar ke ting. Il suo dia logo con Gary, per quanto breve, baste rebbe da solo a testi mo niare la pre coce atti tu dine di DeLillo arendere vivo un personaggio. eman ci parsi dalla sto rica colpa intri nseca alla sua con di zione di ebreo; Billy Mast, che fre quenta un corso anumero chiuso sullindicibile da cui esclu- so chi cono sce il tede sco. E c il coach Emmett Creed, il cui unico vero potere dice Gary stava nel negarci le parole di cui ave vamo bisogno. Lun ghe pagine sono dedi cate alla descri zione di una par tita andata male: le si legge rapiti senza capire nulla di quanto sta avve nendo in campo, ma attratti dalla pre ci sione, dalla asciut tezza radi cale di un gergo tec nico che avolte va aparare in improv visi squarci di liri smo al limite del non sense. Ci che inte ressa DeLillo sta ai due estremi di quanto si aspetta dal lin- guag gio: ci sono parole fa dire auno stu dente alle quali gli uomini si manten gono fedeli fno alla tom- ba per ch altri uomini prima di loro hanno fatto lo stesso, e forse pi facile morire che ammet tere che le parole pos sano essere svuo tate del loro signi- f cato.Ma pi illu mi nante ancora il com mento di Gary al car tello che il padre ha appeso alla sua porta: quando il gioco si fa duro/i duri comin ciano agio care.Natu ral mente quel motto di per s non era par ti co lar mente esal tante, ma avevo limpressione che fosse dotato di una bel lezza che sca tu riva dalle pa- role stesse, dalle let tere, dalle con so nanti che inghiot- ti vano le vocali, aggres si vit etene rezza Una sco- rs_aprile14.indd 54 20/05/2014 09:57:41 Arianna non ha pelle dalabastro, mani curate, ca- pelli lucidi sotto il ber retto fri gio. Ha le dita rovi- nate di chi passa la vita tra la cucina eil lavoro ama- glia. Per non sfer ruzza pi solo nei tuguri popo lari del Fau bourg Saint-Antoine, roc ca forte gia co bina, ma anche di fronte alla Con ven zione rivo lu zio na- ria. Non parla il fran cese di Chateau briand, ma il gergo dia let tale eruvido dei quar tieri popo lari elo fa sen tire forte echiaro nel cuore del potere, per ch la Rivo lu zione que sto: dare voce achi non ne aveva, af dare potere achi ha sem pre dovuto subirlo. Tra i molti per so naggi di Larmata dei son nam- buli (Stile libero, Einaudi, pp 796, euro 21) lulti- mo romanzo del collet tivo Wu Ming, che egua glia eforse supera il capo la voro desordioQ, fr mato al- lora Luther Blis set, la vera pro ta go ni sta lei, Ma- rianna, il sim bolo col let tivo delle donne di Parigi edel popolo di Parigi, il cuore scon ftto della Rivo- lu zione. Ha molti nomi emolti volti: quelli di Marie Nozire, loperaia dei sob bor ghi che forse era ante- nata della famo sis sima par ri cida Vio lette Noziere, di Claire Lacombe, lattrice proto-femminista che tent di for zare la mano aRobe spierre recla mando il com pi mento della Rivo lu zione nei fatti enon solo nella let tera della Costi tu zione, della sua amica Pao- line Lon, cofondatrice della Societ delle Repub- bli cane Rivo lu zio na rie, quella che chie deva di arma- re earruo lare le donne della Rivoluzione. Andrea Colombo, Alias del manifesto, 26 aprile 2014 Larmata dei sonnambuli. Lultimo romanzo del collettivo Wu Ming eguaglia e forse supera il capolavoro desordio Q Wu Ming, storie di scontti allombra del Terrore rs_aprile14.indd 55 20/05/2014 09:57:41 56 di rivo lu zione e con tro ri vo lu zione, cosa ben di- versa dalla mera restau ra zione, una para bola che abbiamo vis suto anche noi, nellItalia degli ultimi decenni. Pro ce dono lungo i binari di una nar ra- tiva epico-popolare, che guarda aDumas pi che a Ken Fol lett, ma allo stesso tempo lavo rano sul lin guag gio con pas sione spe ri men tale degna del- la pi sof sti cata avan guar dia. Di romanzo in ro- manzo, i Wu Ming per se guono un pro getto che tanto let te ra rio quanto poli tico, spo stare irifet- tori sui dimen ti cati della sto ria, le insor genze can cel late e oscu rate dai vin ci tori per ch se ne per desse anche la memo ria: icon ta dini dEuropa infam mati epoi tra diti dalla Riforma inQ, ipar- ti giani disar mati enon domati del dopo guerra ita- liano in Asce di guerra, le trib guer riere e desti- nate allo ster mi nio nellAmerica diMani tuana, le rivo lu zio na rie ei san cu lotti di Parigi in questul- timo romanzo. Sono sto rie di scon ftte che invece di sco rag giare accen dono spe ranze eresti tui scono fdu cia. Dicono che, comun que sia fnita, val- sa ogni volta la pena di lace rare, anche solo per un momento, lordine eterno delle cose. Avver- tono che, per quanto invin ci bile sem bri dopo ogni scon ftta il potere, ci sar sem pre, di nuovo, chi sce glier di cam mi nare sulla testa dei re nel gran- de spet ta colo della Rivo lu zione, dove le com parse diven tano protagonisti. Sono per so naggi reali, pur se roman zati, le pro ta go- ni ste dimen ti cate della Grande Rivo lu zione, il lato in ombra della sto ria. Come sono veri quasi tutti gli altri pro ta go ni sti di que sta epica saga del Ter rore edella Controrivoluzione: lattore ita liano Leo nida Modo nesi che, chiss, forse era dav vero il rivo lu zio- na rio in maschera diven tato dopo Ter mi doro leroe del popolo scon ftto dei sob bor ghi, Sca ra mou che; il medico Orphe dAmblanc, esperto in quello che si chia mava allora mesme ri smo, la tec nica dipnosi che aveva avuto il suo momento di gran glo ria in Europa subito prima della Rivo lu zione e che nella ver sione dei Wu Ming somi glia alla Forza di Star Wars.Econ loro tutti gli altri, troppi per nomi narli tutti, ipopo lani ei dotti, le rivo lu zio na rie ele cor ti- giane, isan cu lotti ei muschia tini, come ven gono qui def niti i moscar dini, la truppa con tro ri vo- lu zio na ria com po sta da gio vani piccolo-borghesi tra ve stiti da ari sto cra tici che erano anchessi, senza volerlo esenza saperlo, agenti della tra sfor ma zione, per ch quando mai il vero ancien rgime avrebbe tol le rato che una simile ple b aglia si camufasse da squi sitici-devant? Di libro in libro, iWu Ming hanno messo apunto una for mula magica che facile imi tare edif ci- lis simo eguagliare. Lavo rano con cura meti co losa sulla realt sto rica, ma rie scono afarla par lare con altret tanta pre ci sione del pre sente: que sta vicenda Di romanzo in romanzo, i Wu Ming per se guono un pro getto che tanto let te ra rio quanto poli tico, spo stare i riet tori sui dimen ti cati della sto ria, le insor genze can cel late e oscu rate dai vin ci tori per ch se ne per desse anche la memo ria. rs_aprile14.indd 56 20/05/2014 09:57:42 Professore di tecnologia e collaboratore del Guar- dian, John Naughton qualche tempo fa ha raccon- tato unesperienza singolare. Aveva acquistato in versione ebook un libro di cui si parlato molto nei primi mesi dellanno,Te Second Machine Agedi Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee. un libro che attribuisce lassottigliamento del ceto medio e lau- mento del divario fra ceti ricchi e poveri ai progressi della tecnologia, pi che allegemonia del liberismo stabilita con Margaret Tatcher e Ronald Reagan. A un paio di settimane dallacquisto, Naughton si visto arrivare unemail da Amazon che lo avvisava delluscita di una nuova versione dello stesso libro, che poteva scaricare gratuitamente e che conteneva, proseguiva lemail, signifcative modifche editoria- li. E il bello, nota Naughton, che il libro di Bryn- jolfsson e McAfee parla di come il progresso delle attuali tecnologie sia stato molto graduale per poi farsi frenetico: dobbiamo aspettarci che succeda lo stesso per la tecnologia dellebook? Addirittura per i book medesimi? Nei paesi anglofoni lebook ha gi cambiato molte dinamiche editoriali. Pare esserci una legge per cui laccelerazione avviene quando una tecnologia en- tra in rete con le altre. successo con i computer, quando sorta Internet; con i cellulari, quando non sono pi stati solo telefoni; sta succedendo con le- book (anche se pi debolmente in Italia) quando lo stesso libro pu essere letto da chi lo ha comprato su diversi dispositivi e in un certo senso la stessa copia (rimane il segno, sono riportate sottolinea- ture e note a margine, eccetera). Perch una tecnologia diventi necessaria occorre che renda possibile qualcosa che prima non lo era. Il fat- to di poter con una certa facilit aggiornare un libro, raggiungendo i medesimi lettori, per esempio. Ma cosa succede se quindici giorni dopo gli autori diTe Second Machine Ageci ripenseranno ancora? Ritoc- ca qui, aggiungi l, togli e sposta, il libro potrebbe essere completamente rifatto, sostenere una tesi op- posta a quella iniziale, parlare daltro. Allarmante? Se si pensa che a volte le case automobilistiche ri- chiamano i clienti in of cina per rimediare a difetti di fabbricazione anche gravi, c almeno il sollievo che con i libri non si fa male nessuno. Eppure lin- stabilit di un testo non manca di inquietare, un po. Beninteso leditoria di carta ha sempre registrato casi analoghi. La nostra letteratura ha una sua ve- neranda tradizione di opere riviste dallautore anche a distanza di molti anni: dalCanzonieredi Petrarca aiPromessi sposidi Alessandro Manzoni sino aFra- telli dItalia di Alberto Arbasino (Feltrinelli 1963, 1967; Einaudi, 1977; Adelphi, 1993). Nel 2010, a trentanni di distanza, Umberto Eco ha preparato una nuova edizione delNome della Rosa, con quella che ha defnito unoperazione di leggera cosmesi, sciogliendo qualche citazione latina e aggiustando il ritmo di alcuni passaggi. Ritocchi pi o meno vistosi vengono ordinariamente apposti fra prima e secon- da ristampa, per correggere errori piccoli e grossi. Ma una nuova edizione pu essere loccasione per aggiungere riferimenti pi attuali e toglierne di ob- soleti. Un caso recente quello di Francesco Cata- luccio, che ha appena ripubblicato da Einaudi il suo Stefano Bartezzaghi, la Repubblica, 27 aprile 2014 Lebook ha introdotto una nuova pratica: il testo pu essere continuamente corretto e aggiornato. Linnovazione tecnologica recupera una procedura antica. Gi Petrarca e Manzoni usavano rivedere le proprie opere a distanza di anni. E lo stesso hanno fatto in epoche recenti Eco e Arbasino Il libro innito rs_aprile14.indd 57 20/05/2014 09:57:42 58 Non arrivando mai alla carta e restando quindi allo stato digitale della sua esistenza, il testo dellebook conserva invece la potenziale malleabilit del fle in cui lautore lo ha videoscritto. Si intuiscono gi le relative fattispecie. Libri millesimati, da citare come vini specifcando il momento non della vendemmia ma delledizio- ne. Libri lunari, che cambiano forma ciclicamen- te, fra tre o quattro versioni diferenti. Libri tele- scopici, a cui si aggiunge un capitolo ogni tanto e col tempo passano da pamphlet a volumoni. Libri cicatrizzati, dove un coniuge o un amico ofeso per un dettaglio non sono pi costretti a rassegnarsi ma ricattano: Adesso tu lo cambi. Libri bipolari, in cui lassassino nei mesi pari il maggiordomo e nei mesi dispari il cocchiere. Libri rashomonici, dove a ogni aggiornamento la versione raccontata da un narratore diverso. Li- bri enigmatici, dove il lettore sfdato a stanare lunica vocale che stata cambiata da una versione allaltra, rendendo il bosco un basco o Lecce Lec- co. Libri alla Al Agca, dove ogni mese lautore si pente e dice: basta, questa volta vi dico come davvero andata. I flologi, fnora frustrati dal word processing, trove- ranno nuovi campi di ricerca. E se il lettore comune avr di che lamentarsi vorr dire che Humphrey Bo- gart far loro una telefonata opposta a quella famo- sa: Senti? Non la stampa, bellezza. E io ci posso fare di tutto. saggioImmaturit, uscito dieci anni fa, rivedendo il testo e aggiungendo un capitolo. Marco Belpoliti ha invece cambiato sia editore sia titolo, riscrivendo ed estendendo il suo Crolli ( Einaudi, 2005), renden- dolo un libro totalmente diverso, che ha pubblicato da Guanda comeLet dellestremismo. Nei libri ac- cademici, poi, ci sono tristi pratiche per gonfare la propria bibliografa con titoli che di inedito hanno proprio solo il titolo, o poco pi. Insomma ci sono le integrazioni, i senni del poi e i ripensamenti; ci sono i rifacimenti strutturali e c larte di arrangiarsi, e di riarrangiare i propri libri come i cantanti pop fanno con le canzoni. Tra laltro il turn over sui banchi delle librerie sempre pi frenetico, quindi pi dif cile gi per lautore pensare di avere scritto un libro che rester. Figurarsi per il lettore. Ci che rende sostanziale il cambiamento per che lebook ha praticato una separazione di testo e li- bro, tanto vero che le nuove versioni non risultano aggiuntive, bens sostitutive delle precedenti. Nella lavorazione tradizionale, il libro di carta, stampato, copertinato e rilegato, costituiva una cristallizza- zione del lavoro dellautore. E allora si diceva che il libro faceva testo: come una foto fa da ritratto, magari alla fne di un lento lavoro di maquillage e allestimento di luci e pose. L imprimatur era un ne varietur. Naughton rammenta con malinconica scal- trezza il sollievo dellautore che ricevendo la prima copia del libro stampato pensa di potersi fnalmente dedicare ad altro. Ci che rende sostanziale il cambiamento per che lebook ha praticato una separazione di testo e libro, tanto vero che le nuove versioni non risultano aggiuntive, bens sostitutive delle precedenti. rs_aprile14.indd 58 20/05/2014 09:57:42 Per molto tempo fu solo una voce che bussava al mio telefono. Cominci tutto una sera dinverno. Non ricordo la data esatta. Potrei ricostruirla. Ma non voglio intralci di giorni, mesi, anni. Il tempo dei calendari mal si accorda con una storia che ha a che fare con il fascino, con lattrazione del mito. Vivevo a Roma, in una mansarda sospesa sul verde di Villa Borghese. Lingresso dava su via Margutta. Avevo a disposizione, oltre ad un piccolo terrazzo, uno stanzone riscaldato da un camino. E, accanto al camino, cera il tavolo da lavoro, in- gombro di manoscritti e bozze di stampa. Lavoravo come redattore in una casa editrice. Stavo rannic- chiato sulla macchina da scrivere. Il freddo era ine- spugnabile, nonostante il fuoco acceso. Quella sera Roma era eccezionalmente sotto la neve. Conservo Salvatore Silvano Nigro, Il Sole 24 Ore, 27 aprile 2014 Il rapporto di lavoro e poi la consuetudine con una delle grandi signore delleditoria italiana. Silvano Nigro racconta Elvira Sellerio Una sirena di nome Elvira rs_aprile14.indd 59 20/05/2014 09:57:42 60 te. I loro piedi si incontrano sotto un plaid a scacchi. Entrambe reggono dei libri aperti sulle ginocchia. Leggono. Su quel divano, in casa editrice, ho sem- pre evitato di sedermi. Lo sento occupato dallalle- gria di Sciascia e dei suoi compagni di scuola, o dal rumore leggero di pagine sfogliate. [] Prendemmo labitudine di sentirci per telefono. La voce bussava di sera tardi, non prima delle dieci. Si parlava di libri letti o da leggere. Non solo. Lei era premurosa. Voleva sapere del mio lavoro, delle mie recensioni. Lincuriosiva la vicenda di mia madre: una donna che era nata nel Nebraska, era andata in vacanza in Sicilia, aveva incontrato mio padre, si era sposata, aveva avuto tre fgli, e si era separata. Le sto- rie di donne lappassionavano. Era interessata alla let- teratura sulla donna borghese in Sicilia. Sapeva tutto di Elvira Mancuso, una sconosciuta scrittrice siciliana che nel 1906 (lanno stesso in cui usciva Una donna di Sibilla Aleramo) aveva pubblicato a Caltanissetta un romanzo sul dif cile riscatto di una donna in una societ patriarcale. La Elvira scrittrice si era immagi- nata di trovare sostegno in Capuana. La delusione fu enorme. Elvira Sellerio, invece, era stata fortunata. Si era incontrata con Leonardo Sciascia e, insieme a lui, aveva dato vita a unavventura impensabile a Palermo. Aveva messo al servizio di un sogno la sua passione per la lettura. E aveva trovato, nelleditoria, un impe- gno di lavoro che le permetteva di collaborare, in tota- le autonomia e in piena libert, con il marito, editore darte, fotografo, grafco di notevole immaginazione tecnica; e con uno scrittore che nelleditoria cercava un prolungamento della sua attivit di narratore e saggi- sta e che desiderava costruire una biblioteca ideale, ca- pace di dialogare con la societ civile e sostenere bat- taglie morali contro lanormalit politica del paese. Dallincontro di una donna, che credeva con forza nel valore ampiamente politico della lettura, e di uno scrittore illuminista, che impugnava la letteratura come dovere e come azione, nacque quel tavolo di la- voro condiviso attorno al quale si strutturata la casa editrice Sellerio; con il decisivo apporto di Enzo, ma- estro nel taglio dei formati e nella vestizione dei libri. Al telefono io ero il Professore, lei era la Signora. E questa convenzione non fu mai dismessa. unistantanea del fotografo americano Arturo Pat- ten. Le strade della citt sembravano piste di pat- tinaggio. Arturo era passato da casa mia. Mi aveva lasciato una copia della fotografa. Altre due erano per i miei vicini di casa: Alfonso Gatto e Federico Fellini. Arturo era molto amico del regista. Squill il telefono. Ebbi la sensazione che il suo- no scricchiolasse di ghiaccioli. La voce era calda, un frscio di foglie mosse dal vento. Amico mio , disse. Per me era una voce senza biografa. Non lave- vo mai sentita. Eppure mi parlava come fossimo con- fdenti. Era avvolgente. Cos, pensai, doveva essere il canto delle sirene. Faceva levitare, con il suo pausato e sommesso scampanellio di sillabe, miraggi remoti. Non mi chiesi pi chi fosse allaltro capo. Mi arresi alla seduzione. E fu un racconto lungo, dincontri con libri, con collezioni di pitture su vetro, con giocattoli di legno o di latta, con vecchie bambole, con acqueforti e acquetinte. Arriv al punto. Aveva avuto il mio nu- mero di telefono da Leonardo Sciascia. Mi conosceva indirettamente. Mi aveva disegnato sui resoconti del pittore Bruno Caruso. E ora mi telefonava per ringra- ziarmi. Avevo pubblicato su Paese Sera una recensione a un libro che lei aveva fortemente voluto. E avevo rilevato alcune imprecisioni nel risvolto che faceva da viatico critico. I miei rilievi le avevano consentito di correggere il risvolto di un altro libro in corso di stam- pa, che si abbinava al precedente. Mi invit a Palermo. Era Elvira Sellerio. Non ci eravamo mai incontrati. Anche se nella casa editrice da lei fondata, insieme al marito Enzo, ero gi stato una volta. Ero arrivato trafelato a un ap- puntamento che mi aveva dato Leonardo Sciascia. Ero in ritardo. Lo trovai seduto su un divano, che parlava con vecchi amici dinfanzia. Rievocavano gli anni di scuola, in paese. Sembravano degli allegri congiurati. Si chiamavano fra di loro con nomigno- li. Nan, diceva uno. E laltro rispondeva: Pep. Interveniva Fef. E si intrometteva Geg. Quel divano ancora l, nel salottino della casa editrice. Somiglia a uno che compare in una fotografa di Enzo Sellerio, nel soggiorno di famiglia. Nella fo- tografa si vedono Elvira e la fglia Olivia bambina. Madre e fglia stanno luna di fronte allaltra, sdraia- rs_aprile14.indd 60 20/05/2014 09:57:42 Sfogliando il bollettino Einaudi con le prossime uscite di Stile libero, fermo il cursore sulla pagina che pubblicizza la riedizione di Sei ricco, Coniglio. Allinizio solo per la strana sensazione di vedere un libro di Updike, storicamente pubblicato da Guan- da, sotto il marchio Einaudi, ma la sensazione poi, come quando ci ricordiamo di scrittori importanti che non abbiamo mai letto, si trasforma nella do- manda sar la volta buona? cui segue un minimo e rapido processo decisionale, dif cile da riporta- re nella sua istantanea complessit, ma che forse, allosso, pu ridursi allo scontro tra curiosit e pre- giudizio, a una veloce pesata sulla bilancia dei pro e dei contro. Non ricordo chi, in un libro che ho letto di recente, o forse proprio in uno di quelli di cui sto per parlare, ha detto che come lettori formiamo la gran parte dei nostri giudizi su libri e autori non tanto leggendo i libri di quegli autori, ma interiorizzando recensioni e giudizi che li riguardano. Una considerazione che mi ha fatto pensare a quanto generalmente fnisca per sottovalutare la produzione critica e/o giornali- stica, il che tanto pi bizzarro se si considera che lattivit che svolgo con pi regolarit. Non ho mai letto Updike e anche questa volta pro- babile che non lo legger, mi sono detto sfoglian- do il pdf del bollettino Einaudi, daltra parte posso tranquillamente afermare di conoscere Updike, al Christiano De Majo, rivistastudio.com, 29 aprile 2014 Quanto siamo inuenzati dalla critica, dalle opinioni, dai giudizi altrui su autori che non abbiamo ancora letto? Quanti possiamo conoscere di questi autori, senza aprire un loro libro? Abbiamo provato a recensire cos John Updike Come conoscere Updike senza leggere Updike rs_aprile14.indd 61 20/05/2014 09:57:42 62 personaggi sono narcisisti e donnaioli, si disprez- zano e si compatiscono e sono soli, soli come soltanto un solipsista emotivo pu essere solo. 5) In ragione di ci, Updike fondamentalmente, se- condo Wallace, uno scrittore generazionale, come spiegato in questo bellissimo passaggio: Ma molti under quaranta di oggi, giovani adulti degli anni Novanta che sono, ovviamente, il frutto delle fo- cose infedelt e dei divorzi descritti da Updike con tanta bellezza, e che hanno assistito al deteriorarsi di tutto questo mirabile individualismo e libert sessuale nel lassismo privo di gioia e anomico della Me Generation hanno orrori molto diversi, fra i quali spiccano anomia, solipsismo e una solitudine squisitamente americana: la prospettiva di morire senza aver mai, nemmeno una volta, amato qual- cosa al di fuori di se stessi. Ognuna di queste sferzate mi sarebbe apparsa nel 2006 e, in una certa misura, continua a sembrarmi ora, terribilmente condivisibile (Si pu condividre un giudizio su un autore che non abbiamo letto, strano vero? Eppure succede). Avrei fnito di leg- gere la recensione di Wallace e non sono sicuro, mi viene da pensare oggi, che questa sia esattamente una qualit della recensione con lidea di conosce- re Updike meglio delle mie tasche, potendo cos fare a meno di leggerlo. Nello stesso anno (2006), usciva per Fazi una raccol- ta di racconti di Giordano Tedoldi intitolataIo odio John Updike, che era anche il titolo di un racconto della raccolta. Un racconto che mi piace ancora un sacco e che gira intorno a un corso di scrittura cre- ativa, che il protagonista, Giordano, segue, fnen- do per intessere rapporti quel genere di rapporto morboso tipicamente tedoldiano, che nasce da un impulso erotico ma di fondo asessuato con due sue colleghe di corso. Un racconto su noia e ambi- zione, potenza e frustrazione, ma che, a rileggerlo ora, mi appare anche come una conferma alla teoria wallaciana di Updike come scrittore generazionale, dal momento che il protagonista maschile del rac- conto lesatto opposto dellidea che mi sono fatto dei personaggi maschili di Updike: incapace di se- guire le sue pulsioni, dominato da queste due fgure punto da essere capace di spingermi a inquadrarlo come uno dei due o tre grandi maestri della prosa americana del secondo Novecento, oppure come lo scrittore che, da una prospettiva wasp invece che ebraica, contende a Roth la palma di cantore del trinomio sesso, morte e benessere suburbano. Due defnizioni che potrei avere interiorizzato alla lettera da qualche recensione o che potrebbero anche esse- re, con lo stesso grado di probabilit, frutto di una mia sintesi personale, il compendio di tutto ci che ho letto nondiUpdike masuUpdike. Non tanto che loriginalit, come direbbe qualcuno, sia morta da un pezzo. che la letteratura e la critica lettera- ria si nutrono vicendevolmente di intuiti, infuenze, condizionamenti. Ma anche che il riconoscimento della grandezza di uno scrittore passa attraverso la sua trasformazione in marchio di fabbrica. Cos possiamo sapere cosa Updike rappresenti sul piano letterario anche senza averlo letto. Daltra parte, non trovate veramente noiosi quelli che ci ammoniscono con tono professorale che bisogna sempre leggere prima di giudicare? Non ci dice qualcosa il fatto che ogni lettore ha una certa quantit di autori che pu dire di conoscere, o di cui pu persino abbozzare un proflo, senza averne mai letto una riga? In una recensione pubblicata sulNew York Obser- ver, risalente al 1997, secondo quanto riportato dal sito della rivista, o al 1998, se invece si tiene fede alla data riportata sulledizione italiana di Consi- dera laragosta, David Foster Wallace stronca un libro di Updike (Verso la fne del tempo) togliendo- mi (nel 2006) non solo la curiosit di leggere quel libro, ma potere della critica! di leggere lopera di Updike in toto. Punti salienti della stroncatura: 1) Si pu includere Updike, insieme con Mailer e Roth, nel flone dei Grandi narcisisti che hanno dominato la narrativa americana del dopoguerra. 2) La sua ascesa negli anni Sessanta e Settanta lo ha consacrato cronachista e portavoce della ge- nerazione forse pi egocentrica dai tempi di Luigi xiv. 3) Updike un talentuoso compositore di descrizioni (bravura riconosciuta pressoch da tut- ti), ma troppo ossessionato dal sesso per non di- ventare quasi sempre sgradevole e noioso. 4) I suoi rs_aprile14.indd 62 20/05/2014 09:57:42 La rassegna stampa di Oblique | aprile 2014 63 pubblicazione su un prestigioso organo di stampa il peggior servizio che si possa fare alla memoria di qualcuno essendo di fatto unazione dettata dal per- sonale narcisismo dello scrivente, nel momento in cui lo scrivente cerca in tutti i modi di comporre la frase defnitiva sul morto che potr essere ricordata e citata. 2) La morte infuenza consistentemente il giudizio migliaia di particolari vengono riformu- lati nel momento in cui qualcuno passa il confne tra vita e morte ragione per cui molto meglio scrivere di qualcuno che vivo come se fosse mor- to. Questo qualcuno pu essere per Baker soltan- to John Updike, un modello e uninfuenza molto pi importante del defunto Barthelme. Inizia cos questo strambo, eppure riuscito sul piano logico, andirivieni tra realt e letteratura che, al contrario di quanto sembra, pu essere letto senza aver mai letto Updike. E daltra parte lo stesso Baker confessa a un certo punto di aver letto soltanto una parte delle cose scritte dallautore diCorri, Coniglioe, intenzio- nato a rappresentare nel modo pi fedele possibile il modo in cui la letteratura agisce sulla memoria, indagando sulle ragioni che ci portano a intrappo- lare certe immagini o certe frasi piuttosto che altre, decide fno a quando non ha fnito di scrivere il libro di non leggere tutto quello che gli manca e neanche di rileggere quello che ha gi letto. U and I un libro che mette in fla un sacco di verit che pochi scrittori sarebbero in grado di con- fessare in modo tanto onesto. Quante debolezze e piccinerie, per esempio, af iggano lartista o quan- ti fatti extra-letterari contribuiscano a formarne il gusto. O ancora: quanto sia permeabile il conf- ne che separa il mondo in carne e ossa da quello dellimmaginazione. Per dire, dopo che i due si sono incontrati e cono- sciuti, il libro si chiude con il dubbio insinuato da Baker che Updike non solo lo abbia preso a modello per disegnare un personaggio di un suo libro, ma che lo abbia addirittura plagiato, pi o meno consa- pevolmente, in un piccolo passo di un altro testo. Il che getta una luce al tempo stesso tenera e sinistra (semmai ce ne fosse bisogno) sul Grande Autore di cui abbiamo solo sentito parlare. femminili, in disperata fuga dal solipsismo. Nella scena madre, i tre personaggi si trovano in un bar di lesbiche vestite da squaw nel centro di Roma: Io vidi su una parete una foto incorniciata. Singolar- mente si trattava di un maschio. Poteva sembrare il giornalista Corrado Augias, allora piuttosto in voga per la trasmissione Telefono Giallo, e invece era la scrittore John Updike. Qualcuno gli aveva disegnato col pennarello Pentel nero un cazzo in bocca. Alla sua sinistra cera lo scrittore Philip Roth. Col pen- narello Pentel nero gli avevano disegnato un frattura ricucita sul cranio [] Yona mi avvicin e piant una freccetta in mezzo agli occhi di John Updike. Poi si allontan di cinque passi, mi disse di scansar- mi e ne tir unaltra, accompagnandola con un grido di soddisfazione, che centr Updike sul mento. L deve fare molto male, mi disse Yona tornando a staccare le freccette. Solo parole, aggiunse. Ora li stacco dal muro e ci piscio sopra. Ehi Mary!, gri- d allindirizzo di una squaw dietro al bar, posso staccare dal muro gli scrittori che ti ho regalato e pisciarci sopra?. Divertente. Tragico. Da questi due esempi, verreb- be da dire che, a diferenza di Roth, Updike sia in grado di suscitare una quota molto maggiore di odio e risentimento. Forse, come scrive Wallace, conclu- dendo la sua recensione, perch mai una volta a Ben Turnbull, protagonista diVerso la fne del tem- poe alter-ego di Updike, viene in mente che il mo- tivo di tanta infelicit sia che uno stronzo. Ma la mia conoscenza di Updike non si limita a una rela- zione indiretta di segno negativo. Poco fa mi ca- pitato di leggere un libro di Nicholson Baker, tratto dalle utilissime, almeno per me, liste di consigli di David Shields. IntitolatoU and I, una folle, deliran- te, illuminante, rivelatoria indagine sulla relazione ossessiva che lautore intrattiene con il mito lettera- rio di John Updike. Il libro prende le mosse dalla morte di Barthelme e dal fatto che Baker si sforzi per giorni di scrive- re qualcosa in sua memoria, un pezzo da mandare al New Yorker ma che non riesce a scrivere perch lo mette di fronte a due complicati dubbi: 1) Scri- vere un pezzo sulla morte di un autore mirando alla rs_aprile14.indd 63 20/05/2014 09:57:42 Demo fallatio Sei come sei della Mazzucco non osceno, solo brutto, e i ginnasiali non se lo meritano Melania Mazzucco nota per aver vinto lo Strega nel 2003 con Vita (Rizzoli). Romanzo nel quale, in alcu- ne pagine, aveva fedelmente parafrasato Guerra e pace di Tolstoj (riaf orato, pare, dallinconscio, e non dalla libreria di casa o da Google). Se infiggiamo ai lettori un campione della prosa mazzucchiana, solo perch Sei come sei stato adottato come testo da far leggere e commentare da alunni del ginnasio nel liceo romano Giulio Cesare. Il romanzo presentato come la storia di una famiglia normale: lui e lui, pi fglia ottenuta in Armenia con lutero in af tto stato scelto da alcuni docenti impegnati nel programma di lotta alle discriminazioni basate sullorientamento sessuale e sullidentit di genere. Qualche studente ne ha par- lato a casa, qualche genitore ha chiesto spiegazioni e i Giuristi per la vita hanno denunciato i docenti per divulgazione di materiale dichiaratamente osceno tra ragazzini di tredici-quattordici anni. Non man- cato il gruppo di beoti che ha colto loccasione per di- spiegare davanti al liceo uno striscione con su scritto: Maschi selvatici, non checche isteriche. Ma la vera occasione lha colta la Mazzucco. Sulla Re- pubblica, ha parlato ieri di intimidazione squadrista a proposito dei professori denunciati, e ha lamentato nientemeno che il ritorno dellIndice, lo strumen- to con cui la chiesa condannava alla proibizione il meglio della letteratura e del pensiero occidentale. Categoria nella quale basta aprirlo a caso sarebbe piuttosto arduo inserire Sei come sei. Perfetto esempio di quanto possa essere brutta la (pseudo)letteratura al servizio dellideologia e del politicamente corretto, occasionalmente in versione gay friendly. Della ragaz- zina Eva, che ha due pap, Christian e Giose, ed nata da maternit surrogata, ci viene detto che una bambina precoce, dallintelligenza non comune. La sua famiglia normale stata costruita grazie a una portatrice (testuale, altrove si dice surrogata), della quale ai due futuri pap interessavano i para- metri unicamente biologici (che altro, senn?). Anzi, zoologici, aveva osservato Christian. Non cercavano una donna, ma una femmina. da questa pratica edifcante che nasce dunque Eva. Poi il padre gene- tico, Christian, muore in moto mentre procedeva a centoventi allora su una stradina di campagna, e la sua famiglia non accetta che la bambina rimanga con Giose. Prima, per, cera stata la terribile umiliazione della festa della mamma. Entit obsoleta e antide- mocratica, nel mondo arcobaleno della Mazzucco (la mamma, non solo la festa). E dire che allinizio la ma- estra si era forse consultata con i colleghi del Giulio Cesare? laveva soppressa, per non ofendere la sua sensibilit I bambini si erano lamentati, gli altri ge- nitori avevano protestato, i suoi avevano acconsentito a ripristinarla, e cos quel giorno, mentre i compagni fabbricavano un disegno o una statua di Das per la mamma, a lei non venne in mente niente da ofrire a una donna che non poteva n voleva immaginare. Noi invece non immaginiamo la felicit della Maz- zucco per tanta pubblicit a buon mercato. La preside del Giulio Cesare, nel difendere la scelta di farlo leg- gere ai ginnasiali, ha detto che Sei come sei un bel libro, pieno di poesia e delicatezza. Una prova? La cabina era poco pi grande di un ascensore, ma prov- vista di riviste pornografche per stimolare lerezione. Donne e uomini nudi, organi genitali squadernati in primissimo piano, adatti a ogni tendenza sessuale. Giose apprezz la sensibilit dei dottori. Ma lo disgu- st lidea di concepire suo fglio masturbandosi sulla fotografa di uno stallone professionista. Chiuse gli occhi, pens a Christian, e attiv la mano. Eiacul in quattro minuti, e per la fretta maldestramente met lo schizz fuori. Gocce di liquido cremoso e opalescen- te colavano sul bordo del contenitore. Dovette pulirlo col kleenex. Il dottore incamer il suo sperma e lo spe- d in laboratorio senza commenti. Appunto. Nicoletta Tiliacos, Il Foglio, 30 aprile 2014 rs_aprile14.indd 64 20/05/2014 09:57:42