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Lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante la Determinazione dei criteri di

privatizzazione e delle modalit di dismissione della partecipazione detenuta dal Ministero dellEconomia e delle
Finanze nel capitale di Poste Italiane s.p.a., stato definitivamente approvato dal Consiglio dei Ministri, dopo
essere passato al vaglio della Camera dei Deputati ed al Senato; non sono serviti a nulla i distinguo interessati di
alcune forze politiche, n la voglia di conservazione dei vecchi apparati, n qualche distinguo orientato a
difendere la finanza pubblica (tale definendo il ruolo di Poste come intercettore a nome degli interessi
pubblici - della finanza italiana in quanto a Banca con riferento ai servizi finanziari)
Adesso lalienazione di una parte delle azioni di Poste Italiane, fino al 40% del capitale interamente
posseduto dal M.E.F. entra nel vivo della competizione del mercato delleconomia italiana e non solo,
perch i ripetuti bilanci positivi delle Poste Italiane faranno gola a molti investitori gi pronti a fare
acquisti, ma loperazione prevede lapertura ad un azionariato diffuso ! Occorre soltanto stare bene
attenti a che la trasparenza sia assicurata in ogni fase, viste alcune tendenze italiane (vicenda Expo, rigurgito
dei tangentisti, ecc). La prossima presenza di capitale privato e possibilmente dei lavoratori di Poste
Italiane fra gli azionisti potr essere un volano che porti le Poste Italiane a migliorare i servizi, fare
nuova occupazione, riequilibrare le nomine politiche nel CDA del Gruppo, stabilizzare il trend
positivo dei bilanci, riducendo le sacche dinfluenza della vecchia visione para-statalista i cui residui
restano presenti in azienda.

La F.A.I.L.P. manterr alta lattenzione in ogni fase della prossima I.P.O. (offerta pubblica di vendita)
che si sta preparando e su cui il nuovo Amministratore Delegato, il CDA, il MEF hanno iniziato a lavorare.
Ma per il sindacato non si tratta di andare ad occupare nuovi posti, bens di essere il massimo vigilante
degli interessi dei lavoratori: per questo la scelta migliore potr essere quella di non fare parte degli organi
amministrativi dellazienda, bens di un Consiglio di Indirizzo e Vigilanza in cui le OO.SS. maggiormente
rappresentative possano svolgere il loro compito di controllo, senza influenze esterne.

Il ricavato della vendita delle azioni di Poste andr a fare parte del Fondo di ammortamento dei Titoli di
Stato cio a ridurre limporto della spesa pubblica, che pesa sul paese, tale la previsione di legge che
regola il processo di alienazione appena iniziato.

Il testo del Decreto di prossima pubblicazione in G.U. presente nel sito web del MEF.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
VISTO il decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474, come successivamente
modificato dallarticolo 4, comma 218, lettera a), della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e in particolare l'articolo 1, comma 2, il quale prevede
che l'alienazione delle partecipazioni detenute dallo Stato in societ per azioni effettuata con modalit trasparenti e non discriminatorie,
finalizzate anche alla diffusione dell'azionariato tra il pubblico dei risparmiatori e degli investitori istituzionali e che tali modalit di alienazione
sono preventivamente individuate, per ciascuna societ, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro
dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle attivit produttive;
VISTO in particolare larticolo 1-bis del citato decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, che prevede che le dismissioni delle partecipazioni
detenute dallo Stato in societ operanti nel settore dei pubblici servizi sono subordinate alla creazione di organismi indipendenti per la
regolarizzazione delle tariffe ed il controllo della qualit dei servizi di rilevante interesse pubblico;
VISTO l'articolo 1, comma 2, della legge 14 novembre 1995, n. 481, come richiamato dallarticolo 1, comma 2-ter, del citato decreto-legge 31
maggio 1994, n. 332, il quale prevede che, per la privatizzazione dei servizi di pubblica utilit, il Governo definisce i criteri per la privatizzazione
F.A.I.L.P. NEWS

LE NOVITA 2014. (20.05.14)

DEFINITO IL DECRETO PER LA PARZIALE PRIVATIZZAZIONE DI POSTE
ITALIANE.

di ciascuna impresa e le relative modalit di dismissione e li trasmette al Parlamento ai fini dell'espressione del parere da parte delle competenti
commissioni parlamentari;
VISTO larticolo 13 del citato decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, che prevede il versamento dei proventi derivanti dalle operazioni di
alienazione, di cui allarticolo 1 del medesimo decreto, al fondo di ammortamento di cui allarticolo 2 della legge 27 ottobre 1993, n. 432;
VISTO larticolo 1 della legge 31 luglio 1997, n. 249, che ha istituito lAutorit per le Garanzie nelle Comunicazioni;
VISTO larticolo 21 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, con il quale
sono state trasferite all'Autorit per le Garanzie nelle Comunicazioni le competenze di regolazione, vigilanza e tutela degli utenti dei servizi
postali;
CONSIDERATO che il Ministero delleconomia e delle finanze attualmente detiene complessivamente n. 1.306.110.000 azioni ordinarie del
valore nominale unitario di euro 1,00, pari al 100% del capitale sociale di Poste Italiane S.p.A.;
CONSIDERATO che Poste Italiane S.p.A. opera prevalentemente nel settore dei servizi postali, finanziari e assicurativi;
RITENUTO che, nella scelta delle modalit con le quali realizzare la privatizzazione di Poste Italiane S.p.A. debbano essere assicurati, tra
laltro, gli obiettivi dellazionariato diffuso e della stabilit dell'assetto proprietario, anche in considerazione della tutela delle caratteristiche di
servizio di pubblica utilit della attivit svolta da tale soggetto;
RITENUTO, pertanto, opportuno avviare un processo di apertura del capitale sociale di Poste Italiane S.p.A. che si realizzi, anche in pi fasi,
attraverso unofferta di largo mercato rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane, e a investitori
istituzionali italiani ed internazionali, fermo restando il mantenimento da parte del Ministero delleconomia e delle finanze di una quota di
partecipazione nel capitale di Poste Italiane S.p.A. non inferiore al 60%;
VISTA la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 24 gennaio 2014 relativa ai criteri per la privatizzazione
di Poste Italiane S.p.A. e alle modalit di dismissione di cui al presente decreto;
ACQUISITI i pareri delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica ai sensi della legge 14 novembre
1995, n.481, con riferimento ai criteri e modalit di privatizzazione della societ;
VISTA la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del relativa ai predetti criteri e modalit;
Sulla proposta del Ministro delleconomia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico;
DECRETA
ART.1
1. Il presente decreto regolamenta lalienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero
delleconomia e delle finanze in Poste Italiane S.p.A. che determini il mantenimento di una partecipazione
dello Stato al capitale di Poste Italiane S.p.A. non inferiore al 60%.
2. Lalienazione della quota di partecipazione di cui al comma 1 potr essere effettuata, anche in pi fasi,
attraverso unofferta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti
del Gruppo Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali.
3. Al fine di favorire la partecipazione allofferta dei dipendenti del Gruppo Poste Italiane, potranno
essere previste per gli stessi, nellambito dellofferta, forme di incentivazione, tenuto conto anche della
prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione, in termini di quote dellofferta riservate e/o
di prezzo e/o di modalit di finanziamento.
4. Al fine di favorire la partecipazione allofferta del pubblico indistinto dei risparmiatori, ivi inclusi i
titolari di conti correnti postali, e la conseguente massima diffusione dellazionariato, potranno essere
previste per gli stessi, nellambito dellofferta, forme di incentivazione, anche differenziate, tenuto conto
anche della prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione, in termini di prezzo e/o di
priorit in sede di assegnazione.

Roma, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IL MINISTRO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE IL MINISTRO DELLO SVILUPPO
ECONOMICO



Stampato in proprio: l 20.05.2014. Segreteria Generale Via dellAmba Aradam 24. 00184 Roma. Telef. 06.7005103 Fax 06.7005207 Mail failp@failp.it

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