Sei sulla pagina 1di 178

rJPE J$7 PARLAMENTO EUROPEO

Commissione
d'inchiesta sulla
recrudescenza del
fascismo e del razzismo
in Europa
Relazione sui risultati
dei lavori
Dicembre 1985
Commissione d'inchiesta sulla
recrudescenza del fascismo e del
razzismo in Europa
Relazione sui risultati dei lavori
Relatore: on. Dimitrios Evrigenis
Dicembre 1985
INTRODUZIONE
dell'ori. Pierre PFLIMLIN
Presidente del Parlamento europeo
Sin dalla sua istituzione il Parlamento europeo ha rivolto
particolare attenzione alla tutela dei diritti dell'uomo e del
cittadino. Tra le numerose iniziative da esso promosse in
tale settore si possono citare la dichiarazione comune Parla-
mento-Consiglio-Commissione del 1977 sui diritti fonda-
mentali, la relazione annuale della nostra Assemblea sulla
situazione dei diritti dell'uomo nel mondo, numerose risolu-
zioni concernenti situazioni incompatibili con il rispetto dei
diritti dell'uomo riscontrabili in numerosi paesi a regimi po-
litici diversi e casi particolarmente flagranti di violazione di
tali diritti.
La presente relazione, elaborata dal compianto Dimitrios
EVRIGENIS, costituisce una nuova, memorabile tappa di
tale processo. Oltre alla risoluzione che la accompagna e che
stata votata da una larghissima maggioranza della nostra
Assemblea, la relazione contiene numerose analisi, racco-
mandazioni e proposte suscettibili di far avanzare la causa
della democrazia e dell'umanesimo, che costituiscono le basi
della nostra civilt europea e della costruzione comunitaria
stessa.
Risoluzione 16 gennaio 1986 sulla recrudescenza
del razzismo e del fascismo in Europa
II Parlamento europeo.
vista l'interrogazione orale con discussione sulle raccomandazioni della com-
missione d'inchiesta (doc. B2-1379/85) e la risposta della Commissione,
visti i risultati della commissione d'inchiesta sulla recrudescenza del razzismo
e del fascismo in Europa.
vista la sua risoluzione del 9 maggio 1985 sulla politica comunitaria delle
migrazioni ('),
vista la dichiarazione comune del 5 aprile 1977 sui diritti fondamentali,
vista la proposta della Commissione di una dichiarazione comune delle Istitu-
zioni comunitarie contro il razzismo e la xenofobia.
1. prende atto delle raccomandazioni contenute nella relazione della commissio-
ne d'inchiesta e invita la Commissione, il Consiglio, le altre Istituzioni comu-
nitarie, le commissioni parlamentari, l'Ufficio di presidenza del Parlamento
europeo, i governi e i parlamenti degli Stati membri a intraprendere le azioni
necessarie per la loro attuazione;
2. si compiace dell'ampio consenso venutosi a creare in seno alla commissione
d'inchiesta a conferma dell'importanza fondamentale della difesa della societ
europea democratica e pluralista, del rispetto della dignit di uomini e donne
a prescindere dalla razza, dalle tendenze sessuali, dalla religione, dalla cittadi-
nanza o dall'origine etnica;
3. si compiace del fatto che la Commissione abbia gi preso l'iniziativa di un
progetto di dichiarazione comune delle tre Istituzioni sui comportamenti e
movimenti ispirantisi al razzismo e alla xenofobia e chiede di poter parteci-
pare alla redazione di tale documento venendovi adeguatamente rappresenta-
to, in modo che il relativo testo venga, dopo le opportune procedure formali,
presentato al Parlamento;
4. incarica l'Ufficio di presidenza ampliato di preparare le azioni necessarie
all'attuazione delle raccomandazioni contenute nella relazione e alla sua pub-
blicazione, onde portarle a conoscenza del pubblico dei paesi dell'Europa;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commis-
sione, al Consiglio, alla Corte di giustizia, alla Corte dei conti e al Comitato
economico e sociale.
(') G. U. n. C 141 del 10. 6. 1985, pag. 462.
In memoria di
Dimitrios Evrigenis
10. 9. 1925-25. 1. 1986
3. Necrologia
Presidente.
Cari colleghi, dopo l'ultima tornata la nostra Assemblea stata colpita da un
lutto: il nostro collega Dimitrios Evrigenis deceduto il 25 gennaio 1986.
E'stato colpito da un male inesorabile mentre si trovava a Strasburgo per par-
tecipare a una seduta della Corte europea dei Diritti dell'Uomo, di cui era mem-
bro molto stimato, e mi stato dato assistere alla cerimonia che, in presenza del
corpo, stata organizzata dalla Corte dei Diritti dell'Uomo.
Nato il 10 settembre 1925 a Salonicco, l'onorevole Evrigenis ha assunto le pi
alte funzioni giuridiche in Europa. Giurista eminente, di vasta fama, giudice alla
Corte dei Diritti dell'Uomo ma anche alla Corte arbitrale dell'Aia, membro del
Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione razziale,
questo ex decano della Facolt di giurisprudenza e di scienze economiche dell'
Universit di Salonicco ha insegnato in diverse universit in Europa e pubblicato
pi di 200 opere.
Ha inoltre conosciuto la prigione, il domicilio coatto, la privazione di tutte le
sue funzioni durante la dittatura militare.
Ha in seguito servito il proprio paese in qualit di deputato dal 1974 al 1977,
e di Sottosegretario di Stato all'istruzione dal 1974 al 1975, prima di essere elet-
to deputato alla nostra Assemblea nel giugno 1984.
Membro del Gruppo del Partito Popolare europeo, l'onorevole Evrigenis sta-
to Vicepresidente della commissione giuridica, nonch membro della commis-
sione istituzionale.
Voi ricordate certo tutti, cari colleghi, la notevole obiettivit, coscienziosit,
scrupolosit, con cui egli ha esercitato le sue difficili funzioni di relatore della
commissione d'inchiesta sulla recrudescenza del fascismo e del razzismo in Euro-
pa. II lavoro da lui compiuto, lavoro particolarmente delicato e difficile, credo
abbia raccolto un consenso generale. E i membri di questa commissione
d'inchiesta, pi di altri, sono stati testimoni e beneficiari degli sforzi da lui com-
piuti.
La nostra Assemblea ha dunque subito una grande perdita. A nome di tutti
voi, esprimo le pi sincere condoglianze alla famiglia dell'onorevole Evrigenis e
al Gruppo politico di cui faceva parte. Vi invito ad osservare un minuto di silen-
zio per onorare la memoria di questo grande parlamentare europeo.
(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)
INDICE
Pagina Paragrafo
1. CONSIDERAZIONI GENERALI
1.1 Antefatti
1.1.1 Istituzione della commissione d'inchiesta
1.1.2 Base giuridica e interpretazione del mandato
conferito alla commissione d'inchiesta
1.1.3 Attribuzioni
1.1.4 Procedure e metodi di lavoro
1.1.5 Documentazione
1.1.6 Testimonianze scritte
1.1.7 Audizioni e riunioni pubbliche
1.1.8 Visite
1.2 Ringraziamenti
1.3 L'importanza dell'inchiesta. La sensibilit
comunitaria
1.4 Definizione dell'oggetto dell'inchiesta e suoi
limiti
1.5 Definizioni
1.5.1 Fascismo Definizioni
1.5.2 Razzismo Definizioni
1.6 Legame tra i fenomeni del fascismo e del
razzismo
2. LA SITUAZIONE E LE SUE CAUSE
2.1 Avvertenza
2.2 La Comunit europea
2.2.1 Repubblica federale di Germania
2.2.2 Belgio
2.2.3 Danimarca
2.2.4 Francia
2.2.5 Grecia
2.2.6 Irlanda
2.2.7 Italia
2.2.8 Lussemburgo
2.2.9 Paesi Bassi
2.2.10 Regno Unito
2.2.11 Spagna
2.2.12 Portogallo
2.3 Altri paesi europei
2.3.1 Austria
9
9
10
12
12
12
13
13
14
15
1-23
1-6
7-11
12
13-19
20
21
22
23
24
15 25-
16
18
18
22
26
27-44
27-35
36-44
24 45-47
26
27
27
33
35
36
42
44
44
47
47
49
57
59
59
59
48-51
52-166
52-74
75-84
85-88
89-104
105-110
111-113
114-119
120
121-130
131-153
154-165
166
167-198
167-177
61
61
62
62
64
66
67
69
178
179-180
181-183
184-186
187-198
199-200
201-209
210-220
Pagina Paragrafo
2.3.2 Norvegia
2.3.3 Svezia
2.3.4 Svizzera
2.3.5 Turchia
2.3.6 Europa dell'Est
2.4 I contatti internazionali
2.5 La situazione: bilancio
2.6 Ricerca delle cause
2.6.1 Situazione economica ed ascesa dei movimenti
estremisti 72 218-220
2.7 Vi una recrudescenza del fascismo e del
razzismo? 73 221-226
3. L'AZIONE NEI CONFRONTI DEL FASCISMO E DEL
RAZZISMO
3.1 Introduzione
3.2 La dimensione internazionale
3.2.1 Razzismo e discriminazione razziale
3.2.2 Estremismo di destra e regimi autoritari
3.3 La dimensione europea
3.4 La dimensione comunitaria
3.4.1 Estremismo di destra
3.4.2 Razzismo e discriminazione razziale
3.5 Livello nazionale
3.5.1 Introduzione
3.5.2 Estremismo di destra
3.5.3 Razzismo e discriminazione razziale
3.5.4 Osservazioni generali
3.6 L'istruzione L'educazione civica
3.7 I mezzi di informazione
3.8 La reazione sociale organizzata
3.9 L'azione culturale
4. RIFLESSIONI GENERALI RACCOMANDAZIONI
4.1 Riflessioni generali
4.2 Raccomandazioni
4.2.1 Sul piano istituzionale
4.2.2 Sul piano dell'informazione
4.2.3 Sul piano educativo
4.2.4 Sul piano dell'azione delle forze sociali
4.2.5 Orientamenti per una discussione generale
75
75
75
78
79
80
81
82
83
83
83
85
86
87
91
92
94
96
99
99
100
101
101
102
227-228
229-242
230-241
242
243-249
250-257
252-254
255-257
258-273
258
259-264
265-271
272-273
274-281
282-285
286-290
291-294
295-308
309





Pagina
5. CONCLUSIONI 103
6. RACCOMANDAZIONI DELLA COMMISSIONE
D'INCHIESTA
6.1 Sul piano istituzionale 106
6.2 Sul piano dell'informazione 108
6.3 Sul piano educativo 108
6.4 Sul piano dell'azione delle forze sociali 109
6.5 Orientamenti per una discussione generale 110
ALLEGATI
l.Note I l i
2. Elenco dei temi di riflessione sottoposti agli esperti e agli invitati della
commissione d'inchiesta 145
3. Documenti e bibliografie 147
A. Esperti e invitati alle audizioni e riunioni pubbliche 147
B. Elenco degli esperti e delle organizzazioni che hanno presentato testimonianze
scritte 150
C. Documenti dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo 151
D. Elenco delle opere consultate 157
E. Elenco delle altre pubblicazioni, giornali consultati 169
F. Dichiarazione contro il razzismo delle organizzazioni francesi 170
4. Testimonianze degli esperti alle audizioni sera disponibili al
Parlamento Europeo L-2929 Lussemburgo
1. CONSIDERAZIONI GENERALI
1.1 Antefatti
1.1.1 Istituzione della commissione
1. Con lettera del 12 settembre 1984, l'on. Rudi Arndt, presidente del Gruppo
socialista del Parlamento europeo, ha informato il Presidente del Parlamento
europeo che oltre 109 deputati avevano firmato la proposta di istituire una com-
missione d'inchiesta per studiare il fenomeno della recrudescenza del fascismo e
del razzismo in Europa. Il Presidente ha dato parere favorevole acche la propo-
sta venisse attuata con la dovuta sollecitudine in conformit dell'articolo 95 del
Regolamento. Alla lettera era acclusa la richiesta, firmata da 113 deputati, in cui
sono specificate le attribuzioni della commissione (cfr. 1.1.3 sotto).
2. La richiesta e il contenuto della lettera sono stati discussi dall'Ufficio di pre-
sidenza del Parlamento europeo nella sua riunione del 28 settembre 1984. Dopo
un ampio scambio di opinioni sulla compatibilit della richiesta con l'articolo
95, paragrafo 1 del Regolamento, il Presidente ha deciso, conformemente all'in-
terpretazione data dalla commissione per il regolamento all'articolo 95, paragra-
fo 1, che la richiesta doveva considerarsi ricevibile in quanto conforme ai criteri
enunciati dal Regolamento. L'Ufficio di presidenza ha stabilito che il numero dei
membri facenti parte della commissione d'inchiesta non sia superiore a 15 e che
la relazione finale venga presentata al Parlamento entro il 30 giugno 1985 ('); ha
invitato inoltre i gruppi politici a formulare proposte relative alla ripartizione dei
seggi e a presentare, in tempo utile per la riunione dell'Ufficio di presidenza del 9
ottobre 1984, l'elenco dei deputati assegnati a tale commissione.
3. La questione stata affrontata nuovamente nella riunione dell'Ufficio di
presidenza del 9 ottobre, e successivamente in quella del 23 ottobre. In tale riu-
nione sono stati indicati i nomi dei deputati facenti parte della commissione
d'inchiesta. Nella seduta plenaria di mercoled 24 ottobre 1984 il Presidente ha
annunciato che all'Ufficio di presidenza erano pervenute, a norma dell'articolo
95, paragrafo 2, proposte relative alla composizione della Commissione
d'inchiesta sulla recrudescenza del fascismo e del razzismo nella Comunit e
altrove in Europa. L'elenco dei candidati stato inserito nell'Allegato I del pro-
cesso verbale (
2
). Il presidente ha comunicato che qualora non fossero sollevate
obiezioni all'elenco prima dell'approvazione del processo verbale, le nomine
sarebbero da intendersi ratificate. Nessuna obiezione stata sollevata e il processo
verbale stato approvato gioved 25 ottobre 1984. La seduta costitutiva della
commissione ha avuto luogo gioved 25 ottobre 1984.
4. L'art. 92 del Regolamento prevede che le nomine dei membri della commis-
sione tengano conto di un'equa rappresentanza degli Stati membri e delle tenden-
ze politiche.
I gruppi politici hanno ottemperato a tale norma presentando proposte all'Uffi-
cio di presidenza ampliato, le quali sono state poi approvate dal Parlamento.
5. Quattro sono i membri nominati del gruppo socialista (130 membri di tutti
gli Stati membri della CE eccetto l'Irlanda); quattro sono i membri del gruppo
del partito popolare europeo (gruppo democratico cristiano 110 membri pro-
venienti da partiti di tutti gli Stati membri della CE tranne il Regno Unito); due
sono i membri del gruppo democratico europeo (50 membri provenienti dai par-
titi del Regno Unito e dal partito conservatore danese); un membro del gruppo
comunista e apparentati (in rappresentanza dei 43 membri dei corrispondenti
partiti in Italia, Francia, Grecia e Danimarca); un membro del gruppo liberale e
democratico (31 membri provenienti da partiti di tutti gli Stati membri della CE
tranne la Germania e il Regno Unito); un membro del gruppo di alleanza demo-
cratica europea (29 membri provenienti da partiti della Francia, dell'Irlanda e
della Scozia); un membro del gruppo Arcobaleno: Federazione della Alleanza
Verde Alternativa Europea, dell'Agalev-Ecolo, del Movimento popolare
danese contro l'Appartenenza alla CE e della Alleanza libera europea al PE (in
tutto 19 membri provenienti da partiti della RFT, Danimarca, Belgio e Paesi
Bassi); un membro del gruppo delle destre europee (16 membri provenienti dal
Front Nazional francese, dal partito italiano MSI-DN e dal partito greco
EPEN). E' stato anche nominato un osservatore tra i membri non iscritti.
6. Sono stati nominati membri della commissione i seguenti deputati: onn.
Glyn FORD (presidente eletto), Derek PRAG (primo vicepresidente eletto),
Robert CHAMBEIRON (secondo vicepresidente eletto), ANGLADE, CHAR-
ZAT, DUCARME, EVRIGENIS, FONTAINE, HABSBURG, VAN DER
LEK, D'ORMESSON, PROUT, ROTHLEY, SELVA, VAN HEMEL-
DONCK. Con lettere del 25 aprile 1985 e del 13 nov. 1985 l'on. CHARZAT e
l'on DUCARME sono stati sostituiti dall'on. FUILLET e l'on. LARIVE-GROE-
NENDAAL.
Membri supplenti: gli onn. D'ANCONA, AVGERINOS, DE CAMARET. CA-
SINI, CROUX, DURY, GAWRONSKI, MALAUD, NEWTON-DUNN, PEN-
DERS, PRICE, ROSSETTI, SCHWALBA-HOTH, STAUFFENBERG e ZA-
GARI.
Osservatore: on. ULBURGHS.
1.1.2 Base giuridica e interpretazione del mandato conferito alla commissione
d'inchiesta
7. Alcuni deputati, vista l'ampiezza e la natura dell'inchiesta, hanno formulato
riserve sulla conformit sostanziale con l'articolo 95, paragrafo 1 del Regola-
mento, dell'atto che istituisce la commissione. Tali riserve sono state formulate
nella riunione del 28-29 novembre 1984 (PE 94.269/riv., pag. 4).
8. Il 27 dicembre 1984, l'on. Le Pen, presidente del Gruppo delle destre euro-
pee, ha scritto al Presidente del Parlamento europeo per contestare l'interpreta-
zione dell'articolo 95, preso come base per l'istituzione della commissione, chie-
dendo l'immediata sospensione del lavoro della commissione d'inchiesta e il
deferimento della questione alla commissione per il regolamento riservandosi, in
caso di mancato accoglimento delle due richieste, di adire la Corte di giustizia
delle Comunit europee per far dichiarare in diritto che nessuna commissione
d'inchiesta pu essere costituita qualora l'oggetto della sua indagine non rientri
espressamente nel quadro delle attivit della tre Comunit europee (
3
).
9. Il 16 gennaio 1985 l'on. Le Pen inviava all'on. Ford una lettera dello stesso
tenore informandolo che il Gruppo delle destre europee contesterebbe con tutti i
10
mezzi a sua disposizione la validit della commissione, non parteciperebbe in
futuro alle sue riunioni, negherebbe alla medesima qualsiasi autorit e si riserve-
rebbe il diritto di procedere legalmente contro eventuali affermazioni diffamato-
rie o prevaricazioni. Il 18 gennaio 1985 l'on. Ford scriveva al Presidente per chie-
dergli un parere sulla lettera. Il 22 gennaio il Presidente rispondeva precisando
che suo compito era di vigilare affinch venisse eseguita la decisione dell'Ufficio
di presidenza e del Parlamento, con la quale era stata definita la composizione
della commissione d'inchiesta a norma dell'articolo 95 del Regolamento, e sotto-
lineava l'obbligo della commissione di presentare la sua relazione entro il termi-
ne stabilito.
10. Il I
o
aprile 1985 il Gruppo delle destre europee, rappresentato dal suo presi-
dente l'on. Le Pen, ha depositato presso la Cancelleria della Corte di giustizia
delle Comunit europee a Lussemburgo un ricorso volto ad ottenere da detta
Corte una sentenza d'annullamento della decisione del Parlamento europeo e del
suo Presidente sulla base delle seguenti motivazioni:
la commissione non una commissione d'inchiesta;
l'oggetto dell'inchiesta non rientra nell'ambito di attivit delle Comunit;
l'oggetto dell'iniziativa discriminatorio nei confronti di un gruppo politico
del PE.
11. 11 2 maggio 1985, il Parlamento europeo ha sollevato un'eccezione di rice-
vibilit dinanzi alla Corte di giustizia. Il ricorrente ha presentato le sue osserva-
zioni il 4 giugno 1985.
1.1.3 A ttribuzioni
12. Le attribuzioni della commissione d'inchiesta riflettono le richieste formu-
late dai 113 firmatari. Nel corso della discussione sull'istituzione della commis-
sione d'inchiesta a dette attribuzioni non sono state apportate modifiche n dal
Presidente n dall'Ufficio di presidenza del Parlamento europeo. La commissione
d'inchiesta stata invitata a riferire con urgenza su:
1. l'espansione e l'entit dei gruppi fascisti, razzisti e affini in Europa, sia all'in-
terno che all'esterno della Comunit;
2. i rapporti e i legami esistenti fra tali gruppi;
3. il rapporto esistente tra le loro attivit e il razzismo negli Stati membri;
4. il rapporto tra espansione del fascismo e del razzismo e deterioramento delle
condizioni economiche e sociali: povert, disoccupazione, ecc.;
5. un esame delle misure gi adottate dai governi degli Stati membri per opporsi
a tali organizzazioni;
6. i mezzi per combatterle.
Nelle riunioni del 28-29 novembre e 17-18 dicembre la commissione ha esami-
nato e approvato un elenco di tre pagine contenente i temi di riflessione da sotto-
porre agli esperti (PE 94.424/def.), elenco elaborato sulla base delle attribuzioni
della comissione medesima (cfr. allegato 2).
11
1.1.4 Procedure e metodi di la voro
13. Dati i ristretti limiti di tempo e le esigue disponibilit finanziarie a sua di-
sposizione, la commissione ha deciso di raccogliere le informazioni necessarie:
attraverso normali riunioni pubbliche a Bruxelles;
attraverso audizioni pubbliche a Bruxelles;
incoraggiando la presentazione di testimonianze scritte;
mediante visite, se possibile, in luoghi particolari.
14. Trail I
o
novembre 1984 e il 30 giugno 1985 la commissione ha organizzato
nove riunioni pubbliche al Parlamento europeo, 97-113, rue Belliard, Bruxelles.
Dette riunioni comprendevano scambi di opinioni con vari rappresentanti degli
organismi comunitari tra cui il sig. Ivor Richard, Commissario responsabile per
gli affari sociali (18 dicembre 1984), un rappresentante del Consiglio dei Mini-
stri (aprile 1985) e rappresentanti dei servizi competenti della Commissione
(gennaio 1985 e aprile 1985).
15. Sin dalle sue prime riunioni la commissione aveva deciso di tenere a
Bruxelles tre audizioni pubbliche con la partecipazione di esperti su questioni
attinenti al suo mandato. Queste audizioni pubbliche si sono svolte il 30-31 gen-
naio, il 25-26 febbraio e il 18-20 marzo 1985 ed hanno consentito ai membri di
discutere con 23 eminenti esperti specialisti per i problemi che rientrano fra le
attribuzioni della commissione. Alle audizioni ha partecipato un pubblico nume-
roso.
16. Il 25-26 aprile 1985 la commissione si riunita con rappresentanti della
Confederation europenne des syndicats e del SOS Racisme. Nella sua riunio-
ne del 13-4 maggio la commissione ha discusso con alcuni rappresentanti di
organizzazioni provenienti dall'area di Bruxelles e del Limburgo i problemi rela-
tivi ai rifugiati politici e ai lavoratori migranti. La commissione ha avuto un col-
loquio anche con il sig. Aldo Aniasi, vice-presidente del Parlamento italiano.
17. La commissione ha anche invitato alcuni esperti a fornire testimonianze
scritte e ha incoraggiato i suoi membri a presentare relazioni informali al relatore
per aiutarlo nell'elaborazione della relazione. Alcuni esperti invitati a partecipare
all'audizione hanno presentato contributi scritti. Altre persone e organizzazioni
non direttamente invitate hanno anch'esse fornito contributi. Varie organizza-
zioni europee nonch Eurobarometre sono state invitate a mettere a disposizione
le informazioni provenienti da sondaggi di opinione e da inchieste effettuate.
18. La commissione ha interpellato numerose organizzazioni internazionali e
alcune organizzazioni non governative, venute a conoscenza dell'attivit della
commissione, si sono messe in contatto con essa.
19. Il materiale raccolto, particolarmente abbondante, stato trasmesso al
relatore della commissione. I membri della commissione hanno potuto consul-
tarlo.
1.1.5 Documentazione
20. I servizi del Parlamento europeo hanno fornito la documentazione di base
sui maggiori temi oggetto d'esame della commissione d'inchiesta, documentazio-
12
ne che stata distribuita a tutti i membri nel corso delle prime riunioni (
4
). I
parlamenti nazionali sono stati invitati a inviare la documentazione di cui di-
spongono. Un'ampia documentazione stata presentata in particolare dalle
Nazioni Unite e dal suo Centro per i diritti umani, dalla Commissione per l'eli-
minazione di tutte le forme di discriminazione razziale, dal Consiglio d'Europa e
dalla sua Assemblea parlamentare, dal Comitato dei Ministri, dalla Commissio-
ne e dalla Corte europea per i diritti dell'uomo e dall'Organizzazione internazio-
nale del lavoro. L'Institute of Jewish Affairs di Londra ha aperto alla commis-
sione i suoi voluminosi archivi.
1.1.6 Testimonianze scritte
21. Numerosi cittadini e associazioni di cittadini hanno presentato testimo-
nianze scritte alla commissione d'inchiesta. Il relativo elenco riportato nell'alle-
gato 3 B.
1.1.7 Audizioni e riunioni pubbliche
22. La commissione d'inchiesta ha tenuto tre audizioni pubbliche e ha ascolta-
to:
a) Durante la prima udienza del 30-31 gennaio 1985
sig.ra Marie-Jos CHOMBART DE LAUWE, Centre national de recherche
scientifique (CNRS), Parigi, Francia;
sig.na Brigitte GALANDA, Dokumentationsarchiv des sterreichischen Mittel-
stands, Vienna, Austria;
sig.na Joke KNIESMEYER, Anna Frank Stichting, Amsterdam, Paesi Bassi;
prof. Bhikhu PAREKH, Universit di Hull, Regno Unito;
sig. Jean-Francois REVEL, giornalista, Parigi, Francia;
prof. Erwin K. SCHEUCH, Universit di Colonia, RFT.
b) Durante la seconda audizione del 25-26 febbraio 1985
sig.na. Ann DUMMETT, membro del Consiglio d'amministrazione, Runnyme-
de Trust, Londra, Regno Unito;
sig.na Philomena ESSED, autrice di Alledaags Racisme, Amsterdam, Paesi
Bassi;
prof. Raoul GIRARDET, Istituto di studi politici, Parigi, Francia;
prof. Franz GRESS, Universit di Francoforte, Germania;
sig. Mervyn KOHLER, Help the Aged, Londra, Regno Unito;
prof. Olivier PASSELECQ, Institut d'Etudes Politiques, Parigi, Francia;
sig. George PAU-LANGEVIN, Mouvement contre le racisme et pour l'amiti
entre les peuples (MRAP), Parigi, Francia;
sig. Simon WIESENTHAL, direttore del Jdischen Dokumentationszentrums,
Vienna, Austria.
c) Durante la terza audizione del 18-20 marzo 1985
sig. Andr GLUCKSMAN, scrittore, Parigi, Francia;
prof. Ernest MANDEL, Universit libera di Bruxelles, Belgio;
Gnter MUELLER, Bundestag, Bonn, Germania;
sig. Michael MAY, vicedirettore, Institute of Jewish Affairs, Londra, Regno
Unito;
13
prof. Marco RE VELLI, Universit di Torino, Torino, Italia;
prof. Stephen ROSE, professore di biologia, Open University, Milton Keynes,
Regno Unito;
sig. Martin SVITT, Board of Deputies of British Jews and World Jewish, Con-
gress-Europe, Londra, Regno Unito;
prof. Michail VOSLENSKY, Forschungsinstitut fr Sowjetische Gegenwart,
Monaco, Germania.
L'on Oscar Luigi SCALFARO, Ministro degli Interni della Repubblica italiana,
ha accettato di partecipare all'audizione in qualit di esperto.
d) Durante la riunione pubblica del 17-18 dicembre 1984
la commissione ha ascoltato:
sig. Ivor RICHARD, Commissario responsabile per gli affari sociali, Commis-
sione delle CE, Bruxelles
e) Durante la riunione pubblica del 21-22 gennaio 1985
la commissione ha ascoltato:
sig. George William O'BRIEN, funzionario della Commissione;
sig.ra Daniela NAPOLI, funzionarla della Commissione.
f) Durante la riunione pubblica del 25-26 aprile 1985
la commissione ha ascoltato:
sigg. Paolo ADOURNO e Peter COLDRICK, Confdration europenne des
syndacats, Bruxelles, Belgio;
sig. Harlem DESIR, SOS Racisme, Parigi, Francia;
sig.na Daniela NAPOLI, funzionarla della Commissione;
sig. W. NICOLL, direttore generale del Segretariato del Consiglio dei Ministri;
sig. Yannick SAMSUN, SOS Racisme, Belgio.
g) Durante la riunione pubblica del 13-14 maggio 1985
la commissione ha ascoltato:
on. Aldo ANIASI, vicepresidente della Camera dei deputati italiana;
sig. Bruno ANGELO e sig.na Marie-Claire ROSIERS, Provinciale Dienst voor
Onthaal van Gastarbeiders, Limburgo, Belgio;
sig. Jef CLEEMPUT, Caritas Catholica, Bruxelles, Belgio;
sig. Bruno DUCOLI, Centre Socio-Culturel des Immigrs di Bruxelles, Belgio;
sig. Gatan de MOFFARTS, Vlaamse Overleg Comitee over Migratie (V-
COM), Bruxelles; Belgio
prof. Andr NAYER, Universit libera di Bruxelles in rappresentanza del Mou-
vement contre le racisme, l'antismitisme et la xnophobie (MRAX), Bruxelles,
Belgio;
sig. Jacques ZWICK, Ligue des Familles, Bruxelles.
1.1.8 Visite
23. A causa della situazione finanziaria del Parlamento europeo la commissio-
ne d'inchiesta non ha potuto effettuare visite al di fuori dei tre luoghi di lavoro
della Comunit europea. I deputati del Gruppo socialista membri della commis-
14
sione, hanno organizzato conferenze a Londra e a Manchester, cui hanno parte-
cipato deputati di alcuni altri gruppi politici. A tali riunioni hanno partecipato
diverse organizzazioni e gruppi in rappresentanza di minoranze. Alcuni di essi
hanno fornito testimonianze. Sono stati trasmessi al relatore (cfr. gli elenchi
all'allegato 3) alcuni rapporti su queste conferenze e testimonianze.
1.2. Ringraziamenti
24. Il relatore desidera ringraziare tutti coloro che lo hanno aiutato nello svol-
gimento del suo compito: gli esperti e i rappresentanti di istituzioni o di organiz-
zazioni che hanno testimoniato dinanzi alla commissione; le organizzazioni e le
istituzioni che hanno fornito un'ampia documentazione e, in particolare, Ylnsti-
tute of Jewish Affairs di Londra che ha messo a disposizione della commissione i
suoi archivi e la biblioteca, fonti insostituibili di informazione sul tema dell'in-
chiesta; i membri del segretariato della commissione e i consiglieri tecnici che
non hanno lesinato gli sforzi per il buon esito del lavoro della commissione; infi-
ne e soprattutto i colleghi della commissione che hanno contribuito ad una rifles-
sione comune.
1.3. L'importanza dell'inchiesta. La sensibilit comunitaria
25. L'oggetto dell'inchiesta riveste un'importanza che non sar mai abbastanza
sottolineata e che noi cercheremo di valutare in rapporto a ciascuno degli aspetti
che la caratterizzano.
a) Affronteremo pi sotto il concetto di fascismo. Possiamo tuttavia supporre
legittimamente fin d'ora che tale termine evoca direttamente, nella formula-
zione del mandato dell'inchiesta, le dottrine e i sistemi politici totalitari che
hanno dominato l'Europa prima e durante la seconda guerra mondiale. Se
questo il tratto saliente di tale concetto facile comprendere perch l'Europa
democratica, nella sua espressione comunitaria e attraverso la sua istituzione
parlamentare, sia particolarmente sensibile ad un'eventuale recrudescenza
delle tendenze fasciste. Il fatto che l'inchiesta si sia conclusa nel quarantesimo
anniversario della fine di quest'avventura orribile e dolorosa una coinciden-
za che, al di l del suo significato simbolico, non manca di conferire una re-
sponsabilit storica alle riflessioni che stanno alla base del lavoro assegnato
, alla nostra commissione. Sotto questo profilo l'inchiesta si presenta come un
doveroso atto di presa di coscienza e di vigilanza democratica (
5
).
b) L'Europa serber sempre vivo nella memoria il ricordo della sanguinosa e
umiliante esperienza razzista vissuta sotto i regimi totalitari. E' significativo
che ora essa voglia fondare il proprio avvenire sul ravvicinamento e la coope-
razione tra le nazioni che la compongono. La prospettiva comunitaria per
definizione la negazione delle rivalit nazionaliste. A maggior ragione essa
condanna ogni tendenza razzista nel contesto propriamente europeo. Tutta-
via, l'Europa, aperta specialmente dalla fine della guerra a gruppi e individui
di svariate origini etniche venuti per collaborare ai suoi sforzi di ricostruzione
e di sviluppo o per trovarvi asilo, libert e giustizia, vede oggi arricchirsi di
nuovi tratti la propria fisionomia etnica e culturale. Il pluralismo, caratteristi-
15
ca fondamentale della comunit dei popoli europei, sta acquistando gradual-
mente una connotazione nuova in un mondo che diventa sempre pi interrela-
to. Come tutte le grandi mutazioni storiche, anche questa transizione non pu
compiersi senza contraddizioni, contraccolpi o lacerazioni. Una crisi econo-
mica e sociale unita alle tensioni e frizioni causate dalla messa in comune di
espressioni etniche, culturali e religiose differenti e talvolta persino opposte
per la loro natura, le loro tradizioni e i loro orientamenti politici particolari,
rischia di creare un'atmosfera di intolleranza e di xenofobia suscettibile di
assumere talvolta dimensioni allarmanti. Consapevole delle proprie responsa-
bilit, l'Europa ha il dovere di far fronte a tale sfida con la perspicacia, la
franchezza, l'onesta politica e il coraggio morale che hanno caratterizzato i
periodi pi positivi della sua storia. La sintesi europea in fermento non pu
non conformarsi ai principi di cui l'Europa storica, in parte riunita oggi nella
Comunit, pretende di essere nel contempo ispiratrice, creatrice e custode. Il
Parlamento europeo, espressione diretta e fedele delle forze e delle tendenze
politiche dell'Europa d'oggi deve assumersi, anche in questo campo, tutte le
sue responsabilit a livello di informazione, riflessione e azione. La nostra
inchiesta si inserisce proprio in questo ambito e in questa prospettiva.
1.4. Definizione dell'oggetto dell'inchiesta e suoi limiti
26.
a) Dalle suddette osservazioni si evince facilmente che una delle difficolt ineren-
ti all'inchiesta e, di conseguenza, all'elaborazione della presente relazione,
stata la definizione del suo oggetto. I suoi due concetti basilari fascismo e
razzismo non sono facili da caratterizzare e circoscrivere. Alla moltitudine
e variet delle loro definizioni scientifiche politica, storica, sociologica,
psicologica, antropologica si aggiungono le accezioni, spesso diverse, che
essi assumono nell'ambito di determinati linguaggi politici e che sono talvolta
ispirate da impliciti intenti politici. Pertanto le definizioni che scaturiscono
dall'analisi della vita politica e sociale risultano spesso semanticamente
influenzate da una sloganizzazione di tali termini. Una delle principali
preoccupazioni del relatore stata perci quella di evitare le difficolt com-
portate da un uso non obiettivo dei termini dell'argomento.
b) Un'altra difficolt, attribuibile questa volta ai termini stessi in cui stato for-
mulato il mandato conferito alla nostra commissione, rappresentata dall'in-
terdipendenza tra fascismo e razzismo che detta formulazione suggerisce. Se
l'ipotesi di una siffatta interdipendenza confermata nel senso e nella misura
che saranno precisate nel seguito della relazione, pur vero altres che l'esame
del fascismo nei suoi aspetti razzisti, e soprattutto l'analisi del razzismo consi-
derato quale parte integrante o sottoprodotto di un certo tipo di fascismo
organizzato, avrebbe finito per restringere i limiti dell'indagine e determinare
arbitrariamente la scelta degli elementi di riflessione. Lo svolgimento dei lavo-
ri ha dimostrato alla commissione che occorrerebbe a questo proposito rende-
re pi vaste e flessibili le ipotesi di lavoro per poter percepire nella loro vera
dimensione i fenomeni oggetto dell'inchiesta e per cercare di valutarne le cau-
se in maniera non tendenziosa. Non sarebbe stato possibile, ad esempio, evi-
denziare le attitudini xenofobe generalizzate (una delle conclusioni pi signifi-
16
cative cui pervenuta l'inchiesta) se la commissione si fosse limitata a rifles-
sioni costrette entro gli schemi di pensiero precostituiti che il mandato dell'in-
chiesta suggerisce. Parimenti, la formulazione di una serie di raccomandazio-
ni relative a un'eventuale azione comunitaria a livello nazionale e internazio-
nale si sarebbe scontrata con limiti artificiali e politicamente ingiustificabili se
la commissione avesse adottato una concezione parziale o dogmatica del
tema,
e) Come tutti i fenomeni politici e sociali anche il fascismo e il razzismo si mani-
festano in quell'ambiente pluridimensionale che la vita sociale. Nell'ambito
di un'inchiesta parlamentare sarebbe assurdo pretendere di separare i due
fenomeni ed esaminarli nelle condizioni di isolamento artificiale tipiche di una
ricerca di laboratorio. Non bisogna dimenticare che si tratta di espressioni di
comportamento umano e sociale che si inseriscono nel passato e nel presente e
che non possono assolutamente venir percepite, comprese e valutate se non
con riferimento a tale processo e in sua funzione. Ora, la commissione, e in
particolare il suo relatore, non potevano chiaramente proporsi di riscrivere la
storia politica europea. Ben sapendo che nella raccolta di informazioni e nella
definizione teorica dell'oggetto dell'inchiesta sarebbe stato irrealistico e inop-
portuno aspirare alla compiutezza, il relatore si accontentato di procedere
nell'indagine tenendo sempre presente, per quanto possibile, il quadro storico
e politico dei fenomeni esaminati ed essendo ben consapevole dei limiti del
suo lavoro.
d) La dimensione spaziale dell'inchiesta ha rappresentato un'altra notevole diffi-
colt. Descrivere e valutare la situazione nell'insieme dei paesi europei stato
un compito arduo. L'analisi ha messo in evidenza differenze quantitative e
qualitative da paese a paese per quanto riguarda l'accertamento sia delle
situazioni di fatto (capitolo 2) che dei meccanismi d'azione (capitolo 3). Alcu-
ni paesi non figurano in quest'inventario e altri sono stati oggetto di un tratta-
mento privilegiato grazie alla disponibilit di informazioni e alla loro accessi-
bilit. Tali differenze sono attribuibili non solo all'eccessiva estensione geo-
grafica dell'inchiesta, ma anche a una serie di fattori di cui il lettore si render
conto leggendo l'avvertenza che introduce al capitolo 2 della relazione (cfr.
par. 48 infra).
e) Conformemente al Regolamento (cfr. par. 2), l'inchiesta ha dovuto essere
effettuata in un periodo di tempo relativamente breve. In particolare, il tempo
rimasto a disposizione del relatore per redigere il suo progetto di relazione
dopo la conclusione della fase d'indagine stato troppo limitato in relazione
alla natura e all'ampiezza dell'oggetto d'inchiesta nonch all'enorme massa di
informazioni da vagliare. Questo fattore, unito a numerosi altri, ha certamen-
te influito sulla qualit del presente documento.
f) Il relatore desidera inoltre fare la seguente precisazione: affrontando nella sua
relazione l'analisi di fenomeni che attingono la sostanza stessa delle realt
politiche e sociali contemporanee, ha dovuto necessariamente consultare
associazioni o organizzazioni e talvolta personaggi della vita politica naziona-
le o europea. Bench tali riferimenti non possano non implicare, anche se in
maniera latente, giudizi di valore politico sul tema dell'inchiesta, la menzione
di un'associazione o di un individuo non deve essere considerata di per s
espressione di una valutazione o di un giudizio. A qualcuno tali riferimenti
17
potranno forse sembrare poco espliciti, mentre altri ne trarranno l'impressio-
ne opposta. Non stato facile raggiungere l'equilibrio che l'obiettivit impone
a questo riguardo ed il relatore ne pienamente consapevole. Ad ogni modo,
nell'elaborare la relazione si cercato di evitare che essa si trasformi in un di-
scorso accusatorio pi adatto a contesti diversi da quello costituito dal rap-
porto di una commissione d'inchiesta.
g) Infine, il relatore ritiene necessario fornire alcune delucidazioni sul metodo
d'analisi adottato nella relazione. Come ha rilevato fin dalla prima riunione
della commissione, un tema talmente esteso dal punto di vista temporale e
spaziale e, nel contempo, ampiamente teorico e intrinsecamente soggetto a
controversie politiche, non si concilia facilmente con il mandato di una com-
missione d'inchiesta come definito dall'articolo 95 del Regolamento. In futuro
l'esperienza acquisita dalla nostra commissione dovr servire quale orienta-
mento per un'interpretazione di tale disposizione che risulti pi conforme alla
sua formulazione e al suo obiettivo e pi consona ai mezzi di investigazione di
cui dispone il Parlamento europeo. Alla luce dell'esperienza di questa com-
missione, saranno sottoposte al Presidente del Parlamento europeo alcune
osservazioni sul sistema delle commissioni d'inchiesta (cfr. PE 101.760).
Comunque, una volta costituita, la nostra commissione doveva svolgere il
compito affidatole nelle migliori condizioni possibili. Il relatore spera che la
relazione elaborata a chiusura di tali lavori sia l'espressione di un tentativo di
obiettivit nella ricerca e nella valutazione delle informazioni raccolte, ma
anche della volont di pervenire a conclusioni che, invece di ridursi a inutili
genericit inoffensive, possano essere oggetto di un consenso quanto pi
ampio possibile in seno alla commissione e alla totalit del Parlamento. Tale
considerazione vale in particolare per la parte della relazione che si riferisce
alle raccomandazioni sulle eventuali azioni da intraprendere a livello comuni-
tario, nazionale e internazionale. Il relatore si riterr particolarmente soddi-
sfatto se il lavoro compiuto servir a rivelare l'esistenza di un campo d'intesa
al di l delle divisioni politiche, naturali e legittime dell'Europa democratica.
1.5. Definizioni
1.5.1 Fascismo Definizioni
27. Gli esperti invitati e gli autori dei contributi scritti hanno fornito alla com-
missione un'ampia gamma di definizioni e di spunti per la ricerca. Alcuni esperti
hanno identificato il fascismo con i temi portati avanti dai gruppi estremisti di
destra: violento nazionalismo, rifiuto totale della democrazia e delle forze politi-
che e sindacali tradizionali, xenofobia, superiorit di una razza arbitrariamen-
te definita, antiegualitarismo, culto del leader, falsificazione delle storia, esalta-
zione di determinate dittature: questi i tratti pi frequentemente citati special-
mente dalle sigg.re Galanda e Chombart de Lauwe.
28. In generale si insistito sulla necessit di collocare i fenomeni studiati in
una prospettiva storica e alcuni esperti hanno ritenuto persino di dover riservare
il termine di fascismo ai movimenti sviluppatisi in Europa tra le due guerre mon-
diali (sigg. Girardet, Passelecq e Gress). I metodi di accesso al potere costituisco-
no un altro criterio di definizione che spiegherebbe, secondo il sig. Mandel, le
18
analogie riscontrabili fra periodi storici diversi. Infine, un'altra linea di demarca-
zione offerta dagli obiettivi del fascismo: i sigg. Svitt e Revel in particolare
ritengono che ogni organizzazione mirante a sovvertire l'ordine democratico
meriti l'appellativo di fascista. In questo spirito, il sig. Voslensky ha messo in
guardia contro le distinzioni troppo complesse che rischiano di mascherare la
perversione e i difetti delle organizzazioni e dei sistemi antidemocratici. Egli e il
sig. Glucksman preferiscono quindi sostituire il concetto di fascismo con quello
di totalitarismo sulla linea di pensiero elaborata da Hannah Arendt e dai suoi
successori.
29. Le ricerche degli storici e dei politologi rivelano l'esistenza di interessi e di
approcci altrettanto differenziati quanto le informazioni raccolte dalla commis-
sione. Si delinea tuttavia un tipo ideale di analisi dei regimi autoritari degli
anni Trenta nell'Europa occidentale e centrale. Secondo J. Linz, il fascismo sto-
rico combina l'ipernazionalismo, l'antiparlamentarismo, l'antiliberalismo, l'anti-
comunismo, il populismo e un anticapitalismo parziale con l'obiettivo di realiz-
zare l'integrazione sociale mediante un partito unico e una rappresentanza di
tipo corporativo. Uno stile e una retorica particolari (appello all'emotivit, al
mito e all'azione), l'attivismo dei quadri, (reclutati per lo pi nei settori sociali
meno integrati o in quelli caratterizzati da una forte mobilit ascensionale o di-
scensionale), la combinazione dell'azione violenta e della partecipazione elettora-
le ne sono i tratti fondamentali (
6
). A livello pi teorico, uno scrittore ha potuto
individuare fino a nove categorie definitorie. Il fascismo sarebbe, a scelta: un
agente violento e dittatoriale del capitalismo borghese; il prodotto di una rottura
dell'equilibrio morale e culturale; la conseguenza di impulsi psicosociali di natu-
ra nevrotica; il prodotto dell'ascesa di masse in precedenza amorfe; il risultato di
una sequenza storica della crescita economica; una manifestazione tipica del
totalitarismo del ventesimo secolo; una lotta contro la modernizzazione;
l'espressione di un radicalismo particolare delle classi medie; un'impostura con-
cettuale, dato che non esiste il fascismo generico, viste le grandi differenze tra i
movimenti classificati in questo modo. Il medesimo autore distingue poi nume-
rose variet di fascismo: il fascismo italiano paradigmatico, con i suoi successori
in Francia, Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi, Ungheria, Austria, Romania e
persino Brasile; il nazionalsocialismo tedesco con derivazioni in Scandinavia,
Belgio e Ungheria; il falangismo spagnolo permeato di cattolicesimo; la legione
rumena e la Guardia di ferro, fascismo mistico, semireligioso; il movimento ung he-
rese di Szalasi; i movimenti abortiti, che si cerca di imporre nell'Europa dell'Est
con mezzi autoritari e burocratici (
7
).
30. Oltre agli elementi precedentemente menzionati, sono state dibattute nel
corso dei lavori della Commissione quattro questioni pi specifiche al fine di per-
venire ad una definizione operativa dei fenomeni studiati: quali sono le principa-
li vittime delle dottrine e dei movimenti fascisti? Vi un legame organico tra il
fascismo e determinati fenomeni economici? Quale importanza dev'essere data
agli atteggiamenti e alle dottrine del culto del capo? Quali sono le somiglianze
e le differenze tra nazismo e fascismo?
31. Storicamente i movimenti fascisti e nazisti hanno avuto vittime privilegia-
te: gli ebrei (cfr. anche parr. 34 e 44), gli zingari, ma anche (come hanno ricorda-
to i sigg. van der Lek e d'Ancona, membri della Commissione, in un documen-
19
to (
8
)), gli omosessuali e le persone spesso considerate come emarginate, deboli o
diverse. Il prof. Rose e la sig.ra Essed hanno qui sottolineato la svalutazione
della donna, il cui ruolo sociale viene ridotto alla sua funzione riproduttrice. I
gruppi fascisti contemporanei fanno sempre di queste categorie sociali un ogget-
to particolare della loro animosit scagliandosi soprattutto contro i lavoratori, i
rifugiati stranieri, le forze sindacali e politiche tradizionali nonch le organizza-
zioni che si impegnano nel sostegno dei pi deboli e dei pi emarginati. Si consta-
ta tuttavia che i pi estremisti di questi gruppi sono composti essi stessi da emar-
ginati. Sintetizzando, ed indipendentemente dalle idee fisse particolari di questo
o quel gruppuscolo, la discriminazione tra gli esseri umani e la negazione degli
stessi diritti fondamentali a tutti, restano una componente essenziale del fasci-
smo.
32. La questione della relazione tra il fascismo e le strutture economiche stata
pure presa in considerazione nel corso dei lavori della commissione. A priori,
questa questione rientra piuttosto nell'analisi delle cause e pertanto l'affrontere-
mo in seguito (parr. 188-189). Essa tuttavia appare qui pertinente se si considera
che, secondo alcune categorie, la posizione del fascismo rispetto all'economia
costituisce un suo tratto concettuale essenziale. Questa stata la tesi difesa dal
prof. Mandel, il quale vede nell'avvento del nazismo il risultato della strategia
dei settori industriali tedeschi per massimizzare i loro profitti ed evitare la forma-
zione di uno Stato che avrebbe potuto rispondere alle aspirazioni sindacali (').
Questa tesi stata talora discussa nel corso dei lavori della Commissione e la si
ritrova, con questa o quella variante, in numerosi autori (
10
) a partire dagli anni
1935-1936 ("). Ci pare difficile impiegarla come elemento per una definizione
operativa e ci per svariate ragioni:
a) la collocazione dei fatti sui quali si fonda questa ipotesi sempre estremamen-
te contestata. Il contributo all'avvento del nazismo da parte dei piccoli indu-
striali e delle classi medie sempre pi rivalutato rispetto alla tesi di un'azione
decisiva da parte del big business (
12
);
b) un'esplicazione economicistica del fascismo dovrebbe rendere conto delle
differenze di sviluppo tra i paesi in cui il fascismo andato al potere. Per
esempio, L'Italia del 1921 non impiegava che il 24% della sua popolazione
attiva nell'industria, mentre la Germania nazista impiegava gi nel 1925 il
42% della popolazione C
3
);
e) essa dovrebbe anche render conto della diversit e delle contraddizioni delle
politiche economiche dei vari regimi fascisti: obiettivi autarchici della Germa-
nia, un'apertura ai mercati esterni nel caso dell'Italia; diverso grado di impor-
tanza annesso allo sviluppo agricolo o al ruolo della burocrazia; diversit dei
meccanismi di pianificazione e di rappresentativit corporativa; paradossi
dell'economia di guerra;
d) infine e soprattutto difficile trasporre questa tesi nel contesto economico e
sociale odierno.
Il relatore ritiene che le basi e le conseguenze economiche del fascismo siano
equivoche e non costituiscano un fenomeno lineare. Comunque sia, il relatore
non esprime in questa sede un giudizio sulla validit delle teorie economiche
del fascismo e non ritiene possibile impiegarle per una definizione tecnica ope-
rativa dei fenomeni studiati.
20
33. Il culto del capo dev'essere ritenuto un elemento generico della definizione
del fascismo? Ci appare vero quando si tratta dei fascismi storici. Non altret-
tanto invece quando ci si riferisce ai movimenti contemporanei considerati di
tipo fascista. Di fatto ed questa una delle constatazioni della nostra inchiesta
che quanto meno apparir in filigrana nel resoconto delle situazioni nazionali
non abbiamo percepito che eco estremamente deboli del culto del capo presso i
gruppi presi in esame. Ci si deve senz'altro riferire, per spiegare questo fatto, alla
differenza del contesto sociale tra gli anni '30 e l'epoca odierna. Nel primo caso il
culto del capo rappresenta una tentazione anche per i movimenti democratici. Al
momento attuale, invece, persino una parte notevole dell'estrema destra si rico-
noscerebbe piuttosto in una forma di aggressivit vicina all'aggressivit liberta-
ria, il che spiega in parte le numerose scissioni interne. Forse ci significa che
ogni forma di patologia di gruppo sparita? Certamente no. Ci che si chiede
al gruppo non ormai pi la sicurezza data dal gigantismo accompagnato da un
culto della personalit, bens una forma di mutuo conforto affettivo.
34. Oggetto dei dibattiti della commissione stata spesso anche la questione
delle somiglianze e delle differenze tra nazismo e fascismo. Alcuni hanno sottoli-
neato l'importanza dell'influenza mussoliniana sulla conquista del potere e sugli
inizi del regime hitleriano, riscontrabile nella comunanza di alcune fonti ideolo-
giche e dell'ambizione totalitaria. Altri, come il sig. Wiesenthal, hanno insistito
sulla differenza di dimensioni per quanto riguarda gli assassinii politici, oppure
sulle incidenze della dimensione antisemita del nazismo sulla natura stessa del
regime (
M
). Nell'ottica della relazione, vale a dire facendo riferimento alle mani-
festazioni contemporanee dei fenomeni studiati, occorre precisare che la confu-
sione ideologica che regna nella maggior parte dei gruppi estremisti rende diffici-
le operare delle distinzioni. Premesso ci, il fascino del male che il nazismo
continua ad esercitare con il suo insieme di simboli atti ad alimentare una violen-
za parossistica e la dispersione degli ex nazisti in varie parti del mondo, contri-
buiscono a conferire al fenomeno neonazista una colorazione specifica e una
estensione geografica molto pi ampia. Va ricordato altres che l'appello al
nazismo, variamente mascherato con il riferimento alle S.A. e allo strasseri-
smo (
1S
), alimenta all'interno dell'estremismo di destra un discorso specifico che
rifiuta sia gli Stati Uniti che l'Unione Sovietica e sviluppa una retorica nel con-
tempo anticomunista, antiatlantista e antisionista. Il discorso strasserista ser-
ve molto spesso a giustificare atti terroristici la cui esatta origine non facilmen-
te individuabile.
35. In presenza di una siffatta variet di definizioni, la commissione non pu
naturalmente proporsi di risolvere problemi teorici e di operare scelte sottili, di
pertinenza piuttosto delle scienze politiche. Se nella formulazione del mandato
della commissione si parla di fascismo tale termine dovrebbe essere inteso
come un'espressione generica che incorpora una serie di termini intercambiabili
utilizzati in tale contesto, quali ad esempio estremismo o nazionalismo di destra,
neonazismo e neofascismo. Parimenti bisogna a questo punto depurare il termi-
ne fascismo da determinate connotazioni conferitegli dalla sua utilizzazione
come nozione di lotta (Kampfbegriff) nel linguaggio di alcuni settori di sini-
stra. Sulla base di queste considerazioni, il relatore ritiene che il tratto fondamen-
tale del fascismo, in quanto concetto tecnico dell'inchiesta, consista in un atteg-
giamento nazionalista sostanzialmente ostile ai principi della democrazia rappre-
21
sentativa, del primato del diritto e dei diritti e delle libert fondamentali, nonch
in un'esaltazione irrazionale di una comunit nei confronti della quale vengono
operate esclusioni e discriminazioni sistematiche. Tale atteggiamento si manife-
sta sul piano delle idee, del discorso, dell'azione e degli obiettivi (
l
). E' su questa
definizione e ipotesi di lavoro che si fonda l'analisi della presente relazione.
1.5.2 Razzismo Definizioni
36. Contrariamente al termine fascismo, il termine razzismo stato defi-
nito in modo relativamente univoco dalle organizzazioni internazionali, in parti-
colare dall'ONU e dall'UNESCO. In quattro occasioni diverse l'UNESCO ha
invitato gli esperti ad analizzare i concetti di razza e di pregiudizio razziale. Gli
esperti sono pervenuti alla conclusione che:
N nel campo delle potenzialit ereditarie riguardanti l'intelligenza generale e la
capacit di sviluppo culturale, n in quello dei tratti fisici possibile trovare una
qualsivoglia giustificazione al concetto di razza 'inferiore' e 'superiore' (
17
).
Pertanto:
Le teorie razziste non possono assolutamente pretendere di possedere un fonda-
mento scientifico.
Secondo l'UNESCO il razzismo consiste in credenze e atti antisociali basati sul
presupposto erroneo che la discriminazione nelle relazioni tra i gruppi sia giusti-
ficabile su basi biologiche (
18
).
37. In quest'ottica, l'obiettivo sociale del razzismo : far apparire inviolabili le
differenze esistenti al fine di mantenere in permanenza le relazioni attuali tra i
gruppi.
38. Su tali basi, la Conferenza generale dell'UNESCO del 27 novembre 1978
ha approvato la dichiarazione su Razza e pregiudizio razziale. Nell'articolo 2
di tale dichiarazione gli elementi costitutivi del razzismo vengono descritti e valu-
tati come segue:
Ogni teoria che asserisca la superiorit o l'inferiorit intrinseca di un gruppo
razziale o etnico conferendo cosi agli uni il diritto di dominare o di eliminare gli
altri ritenuti inferiori, ovvero che fondi i propri giudizi di valore su una differen-
za razziale priva di ogni fondamento scientifico e contraria ai princpi morali ed
etici dell'umanit.
Il razzismo include ideologie razziste, atteggiamenti dettati da pregiudizi, com-
portamenti discriminatori, regimi strutturali e pratiche istituzionalizzate com-
portanti discriminazione razziale nonch l'idea erronea che le discriminazioni tra
gruppi sono moralmente e scientificamente giustificabili; . . .
39. Occorre notare altres che l'articolo 1 della Convenzione internazionale
sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale aggiunge alla di-
scriminazione fondata sulla razza e sul colore, anche quella fondata sulla discen-
denza, l'origine nazionale e l'origine etnica.
40. I nostri esperti hanno proposto tuttavia varie linee di indagine complemen-
tari. Le sigg.re Essed e Kniesmeyer hanno insistito sull'importanza e sulla diffu-
22
sione del razzismo quotidiano, della xenofobia, degli atteggiamenti discrimina-
tori pi o meno espliciti. Il prof. Rose ha illustrato in dettaglio le pretese del raz-
zismo scientifico e le conclusioni ingiustificate che quest'ultimo trae dai risul-
tati delle ricerche di biologia, etnologia o psicologia. Il prof. Girardet ha ricorda-
to la continuit e la forza della tradizione del darwinismo sociale. I sigg. Wie-
senthal, Svitt e May hanno descritto alcune delle forme attualmente assunte
dall'antisemitismo. Anche gli effetti razzialmente discriminanti delle legislazioni
nazionali sono stati evocati in varie occasioni. Pi in generale, il razzismo stato
descritto e definito a tre livelli ben distinti ma complementari: come fenomeno
universale e spontaneo di diffidenza o persino di ostilit nei confronti di altri
gruppi; come fenomeno culturale, le cui forme specifiche sono condizionate da
pregiudizi e da mentalit ereditate dal passato; come giustificazione di un atto di
aggressione o di dominio.
41. Tra le piste complementari, la questione del razzismo scientifico stata
pi volte presa in considerazione, in particolare dal prof. Rose. L'uso linguistico
di talune delle tecniche scientifiche per provare che determinati uomini o
determinate popolazioni sono in maniera innata superiori ad altre, rappresenta
un'impostura sia sul piano scientifico che epistemologico e ci per diversi motivi:
perch esso riposa spesso su semplici manipolazioni nella selezione, nella pre-
sentazione o nell'invenzione dei fatti; (")
perch si fonda su una definizione arbitraria della superiorit ricercata
(vedi il caso dei tests di intelligenza); (
20
)
perch lo sviluppo umano mescola e trasforma qualitativamente le inestrica-
bili componenti sociali e biologiche, tanto da poter affermare con Pascal:
Quelle est donc cette nature sujette tre efface? La coutume est une secon-
de nature, qui dtruit la premire. Mais qu'est-ce-que nature? Pourquoi la
coutume n'est-elle pas naturelle? J'ai grand peur que cette nature ne soit
elle-mme qu'une premire coutume, comme la coutume est une seconde
nature (
21
).
Al di l delle sue imposture concettuali e pratiche, il razzismo scientifico d
prova di un determinismo riduttivo ammettendo implicitamente che il destino di
ciascuno, risultato di meccanismi irresistibili, gi determinato. Albert Jacquard
osserva: L'essentiel est construire. La personne que je serai n'est pas dans mes
genes (. . .); la statue de Mose n'tait pas dans le bloc de marbre qu'un jour
Michel-Ange a introduit dans son atelier (").
42. E' stato notato inoltre che le modalit del razzismo in Europa dipendono,
per pi versi, dal suo passato coloniale. La colonizzazione ha fortemente marca-
to la visione europea del mondo esterno, in quanto essa ha imposto uno stile di
scoperta e di contatti che non poteva non influire sulle immagini e sul discorso
veicolato. L'eurocentrismo dominante tuttora molto presente nel nostro imma-
ginario, indipendentemente dalle vicissitudini storiche. In secondo luogo, la
decolonizzazione ha imposto in molti casi rapporti conflittuali di cui si possono
ritrovare le tracce. Infine, i movimenti di popolazione sono dipesi strettamente
dalle relazioni con le vecchie colonie e pertanto il passato coloniale, come pure
l'esistenza di determinati legami bilaterali privilegiati all'interno e all'esterno del
territorio europeo, hanno determinato la struttura delle relazioni etniche nel-
l'Europa odierna.
23
43. Va notato che i nostri esperti insistono in generale sui comportamenti di
intolleranza e gli atteggiamenti discriminatori che quasi sempre precedono o
accompagnano tutte le manifestazioni di razzismo esplicito. L'intolleranza e la
discriminazione sono tratti distintivi di una societ chiusa, vale a dire di una
societ che si chiude in se stessa e che rifiuta a priori individui, valori e compor-
tamenti di ambienti diversi o che non rispetta n tali individui n la cultura di cui
sono portatori, n la loro storia e n la loro dignit personale. E' questa una
dimensione dell'analisi di cui occorre tener conto se si vogliono comprendere le
attuali situazioni delle societ europee. Ricorrere a una definizione troppo limi-
tata di razzismo significa rischiare di delimitare in modo arbitrario il numero dei
fenomeni pertinenti ai fini di un'analisi delle relazioni intercomunitarie. Al con-
trario, una definizione di razzismo troppo ampia rischia di diluire il fenomeno
oggetto dell'analisi. Usare il termine in modo troppo generico significa indeboli-
re la causa che si pretende difendere, sminuendo al tempo stesso la portata dell'a-
nalisi. Il rispetto e la difesa delle proprie tradizioni, nonch l'affermazione dei
propri diritti naturali e legittimi non sono sufficienti per sospettare un gruppo di
razzismo, di xenofobia o di discriminazione razziale (
23
).
44. Data l'ampiezza dei fatti e delle situazioni esaminate dalla commissione nel
corso dei lavori, e desiderando anche evitare che la definizione adottata si discos-
ti sostanzialmente da quella accettata dagli organismi internazionali, il relatore
propone di considerare da questo angolo visuale i seguenti fenomeni:
le ideologie designate col termine razzismo nei testi dell'ONU e dell'UNE-
SCO menzionati precedentemente (
24
);
i regimi razzisti, in particolare nella loro manifestazione pi abominevole
quale il regime nazista, ma anche in forme quali il regime dell'apartheid in
Sudafrica le cui conseguenze dolorose e cruente continuano a venir denuncia-
te dall'intera comunit internazionale, nonch gli atti di persecuzione razziale
su larga scala perpetrati da alcuni regimi dell'Africa e dell'Asia;
i raggruppamenti o le organizzazioni che diffondono le dottrine dei suddetti
regimi, giustificano i medesimi o ne adottano le ideologie;
la discriminazione razziale istituzionalizzata, diretta o indiretta, esplicita o
implicita, di cui possono trovarsi tracce nei paesi europei;
le comuni manifestazioni sociali di discriminazione a carattere razziale, etni-
co o religioso (pregiudizi, comportamenti discriminatori e, nelle forme pi
gravi, violenza razziale) a prescindere dal fatto che tali manifestazioni siano o
meno effettivamente punite dalla legge.
1.6. Legame tra i fenomeni del fascismo e del razzismo
45. Storicamente innegabile che la stragrande maggioranza dei movimenti a
matrice fascista hanno avuto, a prescindere dalla loro fisionomia specifica,
caratteristiche razziste e soprattutto antisemite. Il legame tra i due fenomeni non
per organico: in seguito alla vittoria del nazismo in Germania che fascismo e
antisemitismo tendono a confondersi dovunque in Europa, un'identificazione
all'inizio ignorata da molti partiti fascisti ivi compreso quello italiano. D'altro
canto, vi sono stati alla fine del diciannovesimo secolo, partiti antisemiti non fa-
24
scisti in Germania, in Austria e nei Balcani. Nello stesso periodo, in Francia,
l'antisemitismo era diffuso in gran parte dello spettro politico (antisemitismo
assai pi frequentemente associato all'anticapitalismo, reazionario o operaio,
che non a motivi religiosi) (
25
). Il razzismo e soprattutto l'antisemitismo pertanto
oltrepassano l'ambito del fascismo storico, il quale non presenta necessariamen-
te nelle sue componenti originarie la caratteristica costante del razzismo.
46. Ci premesso, le due tendenze storiche coincidono tuttavia in larga misu-
ra. Quasi tutti i movimenti estremisti di destra presentano oggigiorno una com-
ponente razzista e le ideologie esplicitamente razziste si accostano sistematica-
mente ad una mentalit autoritaria.
47. Sono ancora opportune alcune osservazioni complementari:
a) I regimi che praticano il razzismo di Stato rischiano di svilupparsi in forme di
governo autoritario. Se ne trova l'esempio nelle misure adottate da Pretoria e
condannate dall'intera comunit internazionale (
26
).
b) A livello di sistemi sociali, i regimi totalitari presentano una forte tendenza a
designare prima o poi un capro espiatorio da offrire alla vendetta popolare
artificialmente stimolata: il razzismo e l'esclusione sono cosi in grado di svol-
gere una funzione nell'equilibrio del regime. Questo razzismo funzionale
dei regimi totalitari pu perseguire vari obiettivi: giocare sulle animosit tra-
dizionali tra i popoli; presentare un modello di anormalit e quindi per con-
trasto, un modello di normali; fare del terrore dell'esempio un metodo
di governo.
e) A livello individuale, i comportamenti razzisti sono molto spesso strettamente
correlati con un'attrazione verso comportamenti autoritari e non democratici.
Un vero razzista non pu mai essere un vero democratico.
d) Tuttavia non sarebbe corretto fare dell'associazione tra tendenze razziste ed
estremiste una regola rigida senza eccezioni o sfumature. Anche in questo
caso la realt politica pi complessa. Forme meno pronunciate di razzismo o
di comportamenti condizionati da pregiudizi di razza, possono esistere anche
indipendentemente da un'inclinazione all'autoritarismo e manifestarsi nel-
l'ambito di formazioni politiche o in strati sociali che non possono essere
accusati di fascismo o di autoritarismo. A maggior ragione, i frequenti senti-
menti xenofobi messi in luce dai sondaggi effettuati nei paesi europei a forte
immigrazione, non possono essere attribuiti ad un substrato sociale antide-
mocratico n sono necessariamente collegati ad un atteggiamento lassista del-
la societ per quanto riguarda la difesa dell'ordine democratico e liberale.
Resta il fatto che la persistenza e la progressiva legittimazione di atteggiamen-
ti xenofobi generalizzati rischia di condurre ad un indebolimento della cultura
democratica presso le societ europee e persino di provocare una contestazio-
ne aperta della medesima.
25
2. LA SITUAZIONE E LE SUE CAUSE
2.1. Avvertenza
48. Abbiamo gi fatto riferimento (parr. 21-22) ai limiti imposti all'indagine
dal carattere e dalla definizione del suo oggetto, nonch dalle condizioni di lavo-
ro della commissione e del relatore. Prima di presentare, nei paragrafi seguenti
(parr. 52-166), il quadro della situazione e delle sue cause, vorremmo informare
il lettore delle condizioni in cui sono state effettuate la raccolta e l'elaborazione
delle informazioni riguardanti questa parte della relazione.
a) Le informazioni relative alla presenza del fascismo e del razzismo nella societ
europea contemporanea, rappresentano una enorme massa eterogenea di
dati, difficile da esaminare e controllare. Pretendere di redigere un inventario
completo dei gruppi e delle organizzazioni in questione, descrivere le loro ori-
gini e la loro storia e inserirli nel contesto politico nazionale ed europeo sareb-
be illusorio. Baster ricordare, per dare un solo esempio, che la relazione
nazionale annuale sull'estremismo e lo spionaggio pubblicata dalla Repubbli-
ca federale di Germania sotto il titolo Verfassungsschutzbericht dedica varie
decine di pagine alle attivit dell'estremismo di destra nel paese (
27
). D'altron-
de, l'accesso alle informazioni pertinenti non sempre agevole e in alcuni casi
addirittura impossibile per la mancanza di una documentazione sistematica.
La commissione, il suo segretariato e il relatore hanno tentato il possibile per
raccogliere tutte le informazioni di cui era stata segnalata l'esistenza. L'elabo-
razione e soprattutto la presentazione di tali informazioni non potevano quin-
di essere effettuate che operando una selezione. Il relatore ha tentato quindi di
dare un quadro della situazione che, sebbene sommario e per forza di cose
ellittico, sia fedele alla realt.
b) Sull'argomento esiste anche una amplissima letteratura in pi lingue ed in co-
stante aumento. A ci si aggiunga la stampa quotidiana e periodica che tende
a dedicare costantemente una rubrica all'estremismo e soprattutto al razzismo
e alle manifestazioni xenofobe. Abbiamo tentato, per quanto possibile, di
tenere debito conto di questa mole d'informazioni.
e) La commissione non ha disposto di mezzi materiali adeguati per far fronte al
suo compito (cfr. supra par. 23). Essa non ha potuto effettuare sopralluoghi,
ovvero raccogliere alla fonte informazioni dirette e di prima mano. Da questo
punto di vista, una commissione d'inchiesta del Parlamento europeo come la
nostra, ha, rispetto alle commissioni di inchiesta parlamentari nazionali,
competenze istituzionali e possibilit d'azione molto pi limitate.
49. Una commissione d'inchiesta del Parlamento europeo non pu infatti con-
vocare persone che vengano a deporre davanti ad essa; n pu ordinare la requi-
sizione di documenti o di altri elementi di prova.
50. Occorrer probabilmente riflettere su tali problemi nel quadro del raffor-
zamento istituzionale del Parlamento. Attualmente una commissione di inchiesta
del Parlamento europeo non pu esigere informazioni non comunitarie, bens
solo sollecitarle (
28
).
51. Inoltre non va dimenticato che l'accesso diretto alle fonti di informazione
era, in larga misura, escluso dalla natura stessa di tali fonti. Un contatto diretto
26
della commissione o del relatore con persone che si ritiene appartengano a rag-
gruppamenti fascisti e razzisti sarebbe stato quantomeno motivo di perplessit.
2.2. La comunit europea
2.2.1 Repubblica federale di Germania
52. L'esperienza nazionalsocialista ha, come noto, profondamente segnato la
societ tedesca. Le sue tracce hanno potuto in certa misura sopravvivere agli
sforzi compiuti dopo la fine della guerra per denazificare il nuovo stato tedesco e
costituirlo in una democrazia parlamentare e liberale fondata sul primato del
diritto ed il rispetto dei diritti fondamentali. Di fatto, nel corso della storia della
Repubblica federale di Germania, dalla sua fondazione ai giorni nostri, si pu
constatare l'esistenza di una corrente di estremismo di destra caratterizzata nel
suo insieme dagli elementi seguenti:
a) Sul piano ideologico: rifiuto dei principi della democrazia rappresentativa
parlamentare, nazionalismo intransigente che valorizza eccessivamente gli
interessi della comunit nazionale (Volksgemeinschaft) ed ostile all'idea
di un ravvicinamento dei popoli; tendenze razziste ed in particolare antisemi-
te; disprezzo dei diritti e delle libert fondamentali; tentativo sistematico di
riabilitazione del regime nazista.
b) Sul piano organizzativo: creazione di numerosi gruppi di militanti; perpetra-
zione di atti di violenza; creazione di strutture paramilitari; diffusione di una
stampa estremista, razzista e xenofoba e, nel caso di alcune formazioni, svi-
luppo di strutture di massa e partecipazione alle procedure elettorali.
53. Non possibile, tenuto conto dei limiti della relazione, esporre in prospet-
tiva storica i tentativi intrapresi nella Repubblica federale di Germania per dare
un'espressione politica alle tendenze estremiste di destra. Su questo punto, il
relatore deve accontentarsi di rinviare all'abbondante letteratura esistente in
materia (
29
), nonch ai contributi forniti oralmente o per iscritto alla nostra com-
missione (
30
). Il suo obiettivo sar dare un'idea sintetica della situazione attuale
attingendo essenzialmente informazioni dalle due ultime relazioni sulla prote-
' zione della costituzione (Verfassungsschutzberichte, VSBerichte) relative agli
anni 1983 e 1984 (
31
), dalle recenti opere dei sigg. F. Gress, H.-G. Jaschke (
32
), e
P. Dudek e H.-G. Jaschke (
33
), nonch dai contributi scritti e orali degli esperti
invitati dalla commissione (
34
).
54.
a) Gruppi e organizzazioni di estrema destra Rilevazione dal 1981 al 1984 (
35
):
27
54. a) Gruppi e organizzazioni di estrema destra. Rilevazione
dal 1981 al 1984 (
3S
):
Tipo di
organizzazione
Gruppi
neonazisti
Organizzazioni
nazionali
democratiche
Organizzazioni
nazionali
liberali
Altri
TOTALE
1981
Organ.
Membri
18 1.250
7 7.350
4 10.400
44 3.300
73 22.300
1982
Organ.
Membri
21 1.050
7 6.500
3 10.400
43 2.800
74 20.750
1983
Organ.
Membri
16 1.130
9 6.700
3 11.400
41 2.600
68 21.830
1984
Organ.
Membri
34 1.150
7 6.700
3 12.400
45 3.200
89 23.450
55. Case editrici e di diffusione stampa di estrema destra
non affiliate a organizzazioni
Editori di libri
Editori di giornali e saggi
Servizi di diffusione
TOTALE
1981
15
27
17
59
1982
14
19
17
50
1983
11
17
17
45
1984
10
20
17
47
Riviste d'estrema destra
56. Nel 1984, sono apparse 87 riviste (1983: 82, 1982: 89) con una tiratura
annua complessiva di 8.457.000 esemplari (1983: 8.028.000) (
3
).
Le organizzazioni neonaziste
57.
(i) Secondo il VS Bericht 1984, l'aumento del numero di organizzazioni neona
ziste dal 1983 (
16
) al 1984 (
31
) stato causato dal divieto, nel 1983, dell'orga
nizzazione ANS/ (Aktionsfront Nationaler Sozialisten/Nationale Akti
visten; Fronte d'azione dei nazionalsocialisti/Attivisti nazionali) (
37
). Nume
rosi membri di tale organizzazione, diretta da Michael Knhen, si sono rag
gruppati in nuove formazioni che contano da 5 a 25 membri. L'organizza
zione disciolta contava 270 membri organizzati in cameratismi (Kame
radschaften) locali, in seguito trasformatisi in circoli di lettori (Leserkrei
se) aventi il compito di mantenere attivi i membri dell'organizzazione vieta
ta e di trasmetterne il messaggio. Michael Knhen e il suo collaboratore
Heinz Marx sono stati condannati nel 1985 a pene limitative della libert
(rispettivamente a 3 anni e 4 mesi, e a 2 anni e 6 mesi) con privazione dei
diritti civili (per un periodo rispettivamente di 5 e 3 anni) (
3S
)
28
(ii) La FDA (Freiheitliche Deutsche Arbeiterpartei, Partito operaio tedesco libe
rale) (
3
') viene utilizzata come copertura dell'attivit della ANS/ dopo la
sua interdizione. Nel 1983 essa ha partecipato alle elezioni regionali in
BadenWrttemberg e alle elezioni comunali nello stesso Land e in Renania
settentrionaleVestfalia senza riportare successi degni di nota. La sezione
della Renania settentrionaleVestfalia di tale partito ha promosso la creazio
ne di un comitato per la preparazione delle celebrazioni in occasione del
100 anniversario della nascita di Adolf Hitler (KAH) nel 1989.
(iii) Esistono pure rapporti di cooperazione tra gli effettivi della ANS/ ormai
vietata e la HNG (Hilfsorganisation fr nationale politische Gefangene und
deren Angehrige e. V. , Organizzazione d'assistenza ai prigionieri politici
nazionali e alle loro famiglie, associazione registrata) (
40
). E' su questa base
che stato avviato un procedimento giudiziario contro alcuni membri del
l'Ufficio di presidenza di tale organizzazione che, sotto la copertura di
un'attivit sociale, persegue un'azione di indottrinamento. La HNG mantie
ne rapporti di cooperazione con organizzazioni affini in Francia, Belgio e
negli Stati Uniti d'America (
41
).
(iv) La NSDAPAO (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei Auslands
und Aufbauorganisation, Partito operaio tedesco nazionalsocialista orga
nizzazione per l'estero e sviluppo) (
42
) dispone di una rete di punti di diffusio
ne di materiale di propaganda neonazista fornito dal ben noto centro di
Lincoln/Nebraska, Stati Uniti, diretto da Gary Rex Lauck. Alcune delle
organizzazioni locali della NSDAP/ AO, come quella di Reutlingen sono sta
te molto attive nella distribuzione di materiale di propaganda, compresi ade
sivi in cui figurano la croce uncinata e parole d'ordine neonaziste.
(v) Tra le organizzazioni neonaziste, vanno anche menzionate la NF (Nationa
listische Front; Fronte nazionalista), la BBI (Brger und Bauerinitiative; Ini
ziativa di cittadini e contadini, diretta da Th. Christophersen, espulso nel
1983 dal Belgio, arrestato alla frontiera tedesca e condannato il 14 agosto
1984 a 8 mesi di reclusione col beneficio della condizionale per oltraggio
allo Stato e alla memoria di persone decedute) e la DBI (Deutsche Brgerini
tiative, diretta in un primo tempo da M. Roeder e, dopo la sua condanna a
13 anni di prigione per aver partecipato all'organizzazione terrorista
Deutsche Aktionsgruppen, da sua moglie G. Roeder) (
43
).
La NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, partito nazionaldemocra
tico tedesco) e sue organizzazioni affiliate.
58. Fondata nel 1964, tale formazione sostituisce la DRP (Deutsche Reichs
partei, Partito tedesco del Reich) (**). Essa fa ancora parte, sebbene marginal
mente, della compagine politica tedesca e partecipa in maniera selettiva alle pro
cedure elettorali. La sua politica centrata sui seguenti temi: diffamazione siste
matica dei partiti e dei leader politici democratici, xenofobia, indipendentismo
nazionalista, spiccata ostilit nei confronti della Comunit europea (
45
).
59. La NPD ha ottenuto alle ultime elezioni legislative federali (1983) 91.095
(0,23%) voti (1980: 68.096 = 0,18%). Avendo condotto una campagna vio
lentemente anticomunitaria essa ha potuto riportare alle elezioni europee del
1984 un successo inatteso ottenendo 198.633 (0,8%) voti. Tale risultato non
29
stato sufficiente all'elezione di un deputato al Parlamento europeo, ma il partito,
avendo superato il limite delle 0, 5%, ha avuto diritto al rimborso delle spese
elettorali dai fondi pubblici (
46
). Tale avanzata stata confermata alle elezioni
per il Landtag della Saar del 10 marzo 1985 nelle quali l'NPD ha ottenuto lo
0,7% dei voti. Bisogna anche rilevare che i membri effettivi della NPD erano,
nel 1984 circa 6.100 (lieve aumento rispetto al 1983: 6 000 effettivi).
60. Due organizzazioni sono affiliate alla NPD: la JN (Junge Nationaldemo-
kraten; Giovani nazionaldemocratici, 1984: 550 membri, 1983: 500) e la NHB
(Nationaldemokratischer Hochschulbund; Associazione universitaria nazional-
democratica) il cui numero di membri molto ridotto.
61. Ai fini della valutazione dell'attuale posizione della NPD bisogna far riferi-
mento ai risultati da essa conseguiti in passato: alle elezioni legislative federali
del 1969 essa ha ottenuto il 4, 3% dei voti non riuscendo cosi a superare il limite
del 5% (percentuale minima necessaria perch un partito venga rappresentato al
Bundestag). Il numero dei suoi membri era nel 1965 13.700 (1966: 25.000,
1969: 28.000, 1982: 5.900) (
47
). I membri della JN erano, nel 1970, 1.100
(1976: 1.800, 1980: 1.000).
62. E' significativo che i sigg. Dudek e Jaschke parlino nel titolo del capitolo
dedicato alla NPD di ascesa e declino (
4S
) di tale formazione, ma gli ultimi
risultati elettorali dimostrano un consolidamento se non addirittura un aumento
del suo elettorato, rispetto per al punto pi basso della sua evoluzione.
63. IVS Berichte citano tra i raggruppamenti estremisti di destra e sotto il tito-
lo di destra nazional-liberale le organizzazioni e attivit di cui animatore
l'editore monacense Gerhard Frey. Si tratta di un'organizzazione di base, cono-
sciuta sotto il nome di DVU (Deutsche Volksunion, LJnione del popolo tedesco)
che conta, secondo le affermazioni dei suoi rappresentanti, 14.000 membri (
49
) e
rappresenta l'organizzazione madre di un determinato numero di comunit
d'azione (Aktionsgemeinschaften) satellite (
so
). Nel novembre 1984 stata crea-
ta la sesta di tali comunit, denominata Schutzbund fr Leben und Umwelt
(Associazione per la protezione della vita e dell'ambiente). I suoi obiettivi statu-
tari sono la lotta contro l'aborto clandestino, una maggiore protezione dell'am-
biente e la tutela dei cittadini contro la criminalit. L'appartenenza a una delle
comunit d'azione conferisce automaticamente la qualit di membro della
DVU (
51
).
64. L'azione di tale organizzazione composita si manifesta soprattutto attra-
verso i suoi interventi nel settore della stampa. Il sig. Frey, proprietario dell'im-
presa Druckschriften und Zeitungsverlag, GmbH (DSZ-Verlag, Casa editrice
di stampati e giornali S.a.r.l.), , tra l'altro, editore di due pubblicazioni settima-
nali, la Deutsche National-Zeitung (DNZ, Giornale nazionale tedesco, con una
tiratura di 100.000 esemplari) (") e il Deutscher Anzeiger (DA, Giornale
d'annunci tedesco, stessa tiratura). La moglie del sig. Frey, proprietaria della
casa editrice Freiheitlicher Zeitungsverlag, GmbH FZ-Verlag, (casa editrice di
giornali liberali) pone in vendita, oltre alle sue pubblicazioni, medaglie comme-
morative in oro ed argento, tra la quali si segnalano in particolare due medaglie
(1981, 1984) dedicate a Rudolf Hess.
30
Negli ultimi anni il sig. Frey ha istituito e conferito vari premi. Tra i vincitori si
pu annoverare lo storico revisionista (") David Irving e la famiglia di Luis
Amplatz, originario dell'Alto Adige che, condannato in Italia ad una severa pena
detentiva per aver compiuto attentati con esplosivi, fu assassinato nel 1964, in
circostanze poco chiare (
S4
). I giornali del sig. Frey invitano costantemente i let
tori a dar prova della loro generosit sostenendo la sua lotta per la causa del
diritto. Le attitudini imprenditoriali dimostrate dall'editore monacese (
55
) dan
no adito a commenti in ambienti dell'estrema destra (").
65. Il tipo di articoli che tale stampa pubblica tratta principalmente della riabi
litazione del terzo Reich (
57
), della xenofobia e dell'antisemitismo mascherato
sotto forma di antisionismo (
58
).
Altri raggruppamenti di estrema destra
66. Per gli altri 45 gruppi indicati nella tabella riprodotta sopra (par. 43) il
VS Bericht del 1984 fornisce le seguenti informazioni: i loro effettivi contano a
circa 3.200 membri (1983: 2.600). Si tratta di 12 (1983: 10, 1982: 11) organiz
zazioni di giovani e studenti con circa 1.200 (1983: 1.000) membri. Mentre i
dirigenti sono estremisti di destra impegnati, tra i membri si possono trovare
numerosi giovani spinti a farne parte da uno spirito cameratesco o d'avventura,
dall'amore della natura o dello sport (
S5
). Vanno anche segnalati i tentativi com
piuti dal 1982 da parte di tali gruppi di infiltrarsi in alcune fasce di giovani
socialmente emarginati (skinheads, tifosi di calcio aggressivi) mediante lo sfrut
tamento di un certo stile di vita e di una sottocultura (
60
). Il pi importante di
questi gruppi sembra essere la Wiking Jugend le cui tendenze neonaziste sono
apparse chiaramente nel 1984 quando essa ha accolto numerosi membri della
ANS/ a seguito della sua interdizione (
61
). Esiste anche un certo numero di
gruppi culturali (").
Case editrici
67. Il 1984 ha visto un aumento (da 17 a 20) del numero di case editrici di
estrema destra non dipendenti da organizzazioni o da partiti. Le principali pub
blicazioni di tali case editrici sono la Deutsche Wochenzeitung (DWZ, settima
nale tedesco, tiratura: 15.000 esemplari), il mensile Neues Europa (Nuova
Europa, tiratura: 10.000 esemplari), i Deutsche Monatshefte (Quaderni mensili
tedeschi, tiratura: 6.000 esemplari), e la rivista bisettimanale Mensch und Ma
(Uomo e misura, la cui tiratura supera i 1.000 esemplari). Una rete di punti di
diffusione di materiale informativo distribuisce, oltre a libri e altri stampati,
dischi, cassette e film che riproducono discorsi e manifestazioni del periodo
nazista (").
Legami internazionali
68. Rapporti di cooperazione vengono mantenuti tra i raggruppamenti tede
schi e le organizzazioni straniere site, in particolare, in Francia, Belgio, Austria,
Svizzera, Regno Unito, Irlanda, Spagna e Stati Uniti (
M
). I recenti successi eletto
rali del Fronte nazionale in Francia sono stati accolti dall'estrema destra tedesca
come segno di un mutamento imminente delle scena politica europea. Il Presi
dente del Fronte nazionale ha, comunque, rifiutato l'ipotesi di una cooperazione
31
con gli estremisti di destra della Repubblica federale di Germania ("). L'organiz-
zazione paramilitare Wehrsportgruppe Hoffmann (WGH, Gruppo di sport
difensivo Hoffmann), vietata nel 1980, aveva collaborato con l'OLP e la
FATAH. Il leader di tale gruppo, K.-H. Hoffmann attualmente perseguito in
quanto implicato nell'assassinio dell'editore ebreo S. Lewin e della sua compa-
gna F. Poeschke, commesso nel 1980 ad Erlangen e attribuito all'ex membro del-
la WGH W. Behrends, morto, in Libano nel 1981, in circostanze poco chiare
(")
Violenza
69. Gli estremisti di destra hanno commesso o sono accusati di aver commesso
nel 1984 11 (1983: 11) atti terroristici. Durante lo stesso anno sono state perpe-
trate 1.137 (1983: 2.169, 1982: 2.475) infrazioni alla legge imputabili all'estre-
ma destra. Quantitativi di armi e munizioni sono stati scoperti in circostanze
che inducono a ritenere che vi siano implicati attivisti appartenenti all'estrema
destra (
67
). Atti di violenza sono stati altres commessi dai raggruppamenti
estremisti stranieri (
68
).
Organizzazioni di veterani
70. Incontri di veterani delle Waffen-SS sono organizzati regolarmente nella
Repubblica federale, apertamente o sotto denominazioni di copertura (
69
). Da
informazioni fornite dall'on. Schwalba-Hoth, membro della commissione
d'inchiesta, le possibilit di sgravi fiscali offerte alle organizzazioni di beneficen-
za verrebbero utilizzate da alcune organizzazioni di veterani. Proposte di risolu-
zione che chiedono al governo della Repubblica federale di impedire tali riunioni
sono state presentate da alcuni membri del Parlamento europeo (
70
).
Riflessioni generali
71. Da una valutazione retrospettiva a lungo termine si evince che la situazione
nella Repubblica federale di Germania senz'altro caratterizzata da una diminu-
zione considerevole del potenziale umano dell'estrema destra. Da 76.000, nel
1954, gli effettivi si sono stabilizzati, verso la met degli anni sessanta, attorno a
20.000 (
71
) e tale tendenza al ribasso non sembra aver subito fluttuazioni dovute
alla difficile congiuntura economica e sociale degli anni successivi. I tentativi
elettorali condotti dalle forze di estrema destra hanno esiti sempre meno positivi.
All'interno di tale settore si pu osservare una notevole mobilit (
72
) espressa
soprattutto dalle appartenenze multiple di numerosi adepti e, in particolare, dal
cambiamento continuo di etichette politiche, conseguenza delle dispute a livello
personale o ideologico, ma anche dei riadeguamenti tattici all'ambiente politico e
delle pressioni istituzionali esercitate attraverso l'interdizione di organizzazioni e
le sanzioni giudiziarie inflitte ad alcuni dei loro dirigenti. Si pu anche notare
una certa radicalizzazione (
73
) nello stile e nei mezzi d'azione: ritorno alle fonti di
un socialismo tedesco di tipo strasseriano (
74
), ricorso pi sistematico ed orga-
nizzato alla violenza verbale e materiale nonch al terrorismo, teso quest'ultimo
alla ricerca di appoggi stranieri non sempre ideologicamente affini.
72. Pur esistendo un certo consenso su tali constatazioni presso gli osservatori
politici, questi ultimi sono tuttavia divisi per quanto riguarda la valutazione del-
32
l'importanza politica generale del fenomeno: alcuni ritengono che tali indici
essenzialmente quantitativi lascino comunque intravedere la minaccia che l'estre-
ma destra rappresenta tuttora per la democrazia tedesca (
75
). Altri, al contrario,
credono che il pericolo sia sopravvalutato (
7
) e che i larghissimi strati democrati-
ci dell'elettorato siano efficacemente protetti contro la tentazione estremista, che
si ispira ad un passato ripugnante e doloroso, da un cordone sanitario politico
costituito da una struttura istituzionale efficace e da una vigile coscienza civica.
Il problema si posto recentemente in termini particolarmente acuti in occasione
di una ricerca demoscopica condotta dal SINUS ("), che ha rivelato l'esistenza di
strati non trascurabili della popolazione aperti o sensibili alle idee dell'estrema
destra o quanto meno simpatizzanti con esse (
7S
). E' vero che alcuni aspetti della
concezione di detta ricerca e quindi molte delle sue acquisizioni rimangono
molto contestati (
79
); tuttavia, anche riducendone l'importanza, esse costituisco-
no pur sempre motivo di riflessione.
73. Comunque sia, sebbene l'estremismo di destra sia una componente poco
rilevante della vita politica tedesca, come del resto di altri paesi europei, rimane
tuttavia che la sua matrice storica giustifica l'attenzione particolare prestatagli e
spiega, in certa misura, la tendenza ad esagerarne l'importanza. Tuttavia, il rela-
tore non pu non far propria la conclusione dei sigg. Dudek e Jaschke: l'estre-
mismo di destra tedesco organizzato non avr alcuna possibilit a medio termine
sul piano della politica elettorale ; e ancora esso non costituisce n ha mai costi-
tuito un problema politico di potere, ma un fermento antidemocratico della cul-
tura politica, i cui effetti non possono essere soppesati sulla base dei soli risultati
elettorali (
80
). Resta, certo, da definire il comportamento che va adottato nei
confronti di tale fenomeno.
74. Accanto all'indottrinamento razzista e alla violenza razziale praticata dai
raggruppamenti di estrema destra, si potuto constatare nella Repubblica fede-
rale di Germania un aumento dei sentimenti xenofobi: essi si concentrano gene-
ralmente sui lavoratori immigrati e, in particolare, sugli immigrati di origine tur-
ca che sono i pi numerosi (
81
) per non parlare degli immigrati di origine asiatica
e altri. Il prof. Scheuch (
82
) non vi ravvisa un conflitto razziale ma piuttosto
l'effetto di uno scontro tra culture e di una difficolt di integrazione di alcune
categorie di immigrati, in particolare di quelle esposte all'influenza dell'integra-
lismo islamico. Rimane il fatto che questa situazione suscettibile di far virtual-
mente aumentare il numero dei seguaci di partiti e organizzazioni che puntano
sull'intolleranza razziale.
,2.2.2 Belgio
75. D'importanza politica marginale, l'estremismo di destra caratterizzato
anche in Belgio da un'abbondanza di gruppuscoli, di circoli e pubblicazioni. In
Vallonia, l'Action franaise e il rexismo di Lon Degrelle (ripreso dopo la guer-
ra, dal Mouvement Social Belge) ne rappresentano le principali fonti storiche,
rinnovate ormai dalle teorie della nuova destra francese. Tra i gruppi attivi in
Vallonia si contano: Nouvel Ordre Europen, Nouvelle Sparte, Delta, Euro
Droite, REX, GRECE, Front National, Forces Nouvelles, Zwarte Order
Ordre Noir (ZOON), Consortium Europen, '3 A' Diffusion, Front de la Jeunes-
se et Westland New Post (WNP). Durante l'ultimo decennio, il pi attivo e il pi
33
violento di questi gruppi stato il Front de la Jeunesse, che stato disciolto nel
maggio 1981, in quanto organizzazione paramilitare. A seguito di ci, alcuni dei
suoi membri hanno contribuito a fondare Westland New Post. Le attivit di
tale gruppo, la sua pretesa di costituire un'organizzazione segreta, le sue collu-
sioni eventuali con alcuni militari di carriera hanno attirato l'attenzione su questa
organizzazione della quale si ignora se essa esista tuttora (
S3
).
76. In Fiandra determinati movimenti flamigants e nazionalisti hanno sposa-
to le tesi dell'estrema destra. Alcuni di tali movimenti sono: Were Di, Delta, De
Vlaamse Militanten Ordre (VMO) Odal. Quest'ultimo il pi importante. Il
gruppo ODAL sorto dopo la condanna, il 25 maggio 1983, del VMO in quan-
to milizia privata. Negli ambienti neonazisti del dopoguerra il VMO-Odal il
gruppo pi attivo e pi violento (
84
). Fino al giugno 1985 VMO-Odal era diretto
da Bert Eriksson. Attualmente il gruppo diretto da Jef Eggermont. Sotto la gui-
da di Eriksson, il VMO organizzava campi-scuola in cui i partecipanti, in uni-
forme, si esercitavano all'uso delle armi. Il gruppo Odal attualmente stretta-
mente legato al Vlaams Blok. Gli aderenti del gruppo prestano i loro servizi a
questo partito politico in quanto servizio d'ordine e forniscono il personale per
l'affissione di manifesti anti-immigrazione. La propaganda di questi gruppi dif-
fusa da periodici come Allarm, Delta-Pers, Storm, Rebel, Dietsland Europa,
Berkenkruis, Taboe, Bormsberichten, Revolte, Viking, Branding, Signaal,
l'Accent, Nieuwe Gudrun, Une Belgique neuf (
8S
).
77. Alcuni gruppi estremisti non indietreggiano davanti all'uso della violenza e
ci stato messo in luce dall'assassinio di un marocchino alla periferia di Bruxel-
les ad un opera di un militante ventunenne del Front de la Jeunesse, che aveva
preso parte in precedenza a esercizi di tiro organizzati dalla suddetta organizza-
zione. A seguito di ci il Front de la Jeunesse stato condannato, il 14 maggio
1981, in quanto organizzazione paramilitare. Nel gennaio 1981, 107 militanti
del VMO sono comparsi davanti al Tribunale di Anversa per infrazione alla leg-
ge del 24 luglio 1934 sulle milizie private. Una Corte d'appello belga ha frattan-
to, nel 1982, revocato il divieto che pesava sul VMO, il quale si ormai affiliato
al Vlaams Blok. Tale movimento costituito da diverse tendenze spesso divise al
loro interno.
78. La questione degli immigrati in Belgio, e pi particolarmente a Bruxel-
les, stata lungamente affrontata dalla Commissione. E' stato particolarmente
notato l'aumento di sentimenti xenofobi nei comportamenti quotidiani (
86
). Tut-
tavia, soprattutto il problema generale della condizione degli immigrati a
Bruxelles che ha attirato l'attenzione della Commissione, visto che esso illustra
bene le difficolt incontrate in numerose citt della Comunit (
S7
).
79. Le condizioni di accoglienza e l'ottenimento del diritto di soggiorno pongo-
no, fin dall'inizio, problemi specifici, come ha ricordato il sig. Gatan de Mof-
farts del Vlaams Overleg Comit over Migratie (VOCOM) e il sig. Andr Nayer
del Mouvement contre le Racisme, l'Antismitisme e la Xnophobie (MRAX).
Tali condizioni sono state oggetto di una legge generale adottata all'unanimit
meno un voto il 15 dicembre 1980 al Parlamento. Inoltre stata adottata la leg-
ge sul razzismo e la xenofobia detta Loi Mouraux il 30 luglio 1981; questa
legge tende a reprimere determinati atti ispirati dal razzismo e dalla xenofobia. Il
34
28 giugno 1984, su iniziativa del ministro della giustizia, sig. Jean Gol, stata
adottata una legge che modifica determinati aspetti della condizione degli stra-
nieri e che istituisce il codice della nazionalit belga. Tale legge (che rende pi
flessibili le condizioni d'accesso alla nazionalit belga) limita il raggruppamento
familiare e d la possibilit, a determinate condizioni, ai comuni che lo desideri-
no, di rifiutare l'iscrizione agli stranieri. Sei comuni di Bruxelles hanno chiesto di
poter utilizzare questa disposizione e sono attualmente in grado di farlo. Da
questa data stata creata una commissione di studi dell'immigrazione.
80. La seconda difficolt incontrata riguarda i rapporti con l'Amministrazio-
ne: problemi di comprensione, ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno,
quantit di documenti richiesti, eccessive tasse sui documenti amministrativi
rilasciati (i contributi riscossi possono ammontare fino a 5.000 FB) (
88
).
81. E' stata anche affrontata la questione degli aiuti ai quali gli immigrati non
hanno diritto, soprattutto per quanto riguarda l'assistenza giudiziaria. Il sig. Jef
Cleemput, rappresentante della Caritas Catholica, ha ricordato che si pu bene-
ficiare del diritto al minimo vitale solo dopo 5 anni di permanenza in Belgio o
come rifugiato politico (mentre il diritto all'assistenza garantito dalla legge
organica dell'8 luglio 1976).
82. L'alloggio costituisce un altro problema notevole. Le famiglie immigrate
sono rifiutate dal settore privato e si integrano male nel tessuto sociale (timore di
ghetti, di mancati pagamenti, alloggi inadeguati alla realt familiare). Il 70% dei
lavoratori maschi immigrati non sono qualificati. Dei 52.000 disoccupati di
Bruxelles, 12.800 sono stranieri. I rappresentanti della Confederation europen-
ne des syndacats hanno inoltre ricordato davanti alla Commissione la pesantezza
e la pericolosit dei lavori abitualmente svolti dagli immigrati.
83. Il grave problema dell'insegnamento sar trattato pi oltre. Il rappresen-
tante della Lega delle famiglie ha altres ricordato il diritto degli immigrati al-
l'educazione affettiva e sessuale nonch ad una paternit e maternit responsabi-
le.
84. Il caso di Bruxelles ha cosi permesso alla commissione di rendersi conto
non solo dei sentimenti xenofobi ma anche e soprattutto dei vincoli obiettivi che
caratterizzano la condizione degli immigrati. Le testimonianze degli esperti
hanno illustrato l'ampiezza delle difficolt incontrate dagli immigrati, la com-
plessit dei problemi di formazione e di inserimento, ma anche, come il caso del
Limburgo ha permesso di constatare, che una politica volontaria e a lungo termi-
ne pu produrre risultati positivi.
2.2.3 Danimarca
85. L'estremismo di destra molto debole in Danimarca. Esiste senza dubbio
un partito nazista danese, del tutto irrilevante, diretto da Paul Heinrich Riies-
Knudsen, che anche segretario generale della World Union of National Socia-
lists. La sua nomina a una cattedra universitaria aveva provocato parecchie
proteste.
86. Si nota invece un aumento dei sentimenti di xenofobia, sostanzialmente
dovuta alla recente liberalizzazione delle condizioni di accoglienza dei profughi
35
politici, che ha provocato l'arrivo di circa 5.000 di essi, soprattutto iraniani, in
un anno (durante i passati 25 anni, la Danimarca aveva accolto solo 18.000 pro-
fughi politici, molti dei quali non vi sono rimasti). La concentrazione di tali pro-
fughi in centri di raccolta situati in piccole citt ha provocato della tensione in
parecchie di esse. Il 26 e 27 luglio 1985, a Kalundborg, 200 giovani circa hanno
attaccato un centro-raccolta di iraniani, ingaggiando colluttazioni prima con tali
profughi e in seguito con la polizia.
87. Mogens Glistrup, fondatore di un partito populista, che a questo riguardo
non sembra averlo seguito completamente, si fatto portavoce di taluni senti-
menti xenofobi latenti, provocando un dibattito nell'insieme del paese (
89
).
88. Infine, gli attentati di fine luglio a Copenaghen, contro una sinagoga e una
compagnia aerea, hanno suscitato una reale preoccupazione in un paese finora
risparmiato dal terrorismo. Nuovi attentati antisemiti, avvenuti nel mese di set-
tembre, hanno contribuito a nutrire questa inquietudine tanto pi che l'origine
di questi atti resta ignota e potrebbe essere sia nazionale che internazionale.
2.2.4 Francia
89. La tradizione francese di estrema destra notevolmente nutrita, anche se
spesso le sue correnti sono opposte tra loro e il discredito del regime di Vichy ha
costituito un tab duraturo e difficile da superare (eppure Vichy non rappresen-
tava solo l'estrema destra francese e neppure la totalit di quest'ultima).
La questione della specificit del fascismo francese difficile da risolvere. Men-
tre i Faisceaux sono stati creati nel '25 da Georges Valois, n l'Action Franai-
se, n le Croix-de-Feu e la maggior parte delle leghe possono essere identificate
con il fascismo mussoliniano. Perci taluni esperti di storia negano l'esistenza di
un fascismo francese specifico (
90
), mentre altri sostengono che, nonostante la
debolezza delle sue espressioni politiche, esiste in Francia un'ideologia fascista
profonda e permanente (
91
).
90. Come fa rilevare Mme Chombart de Lauwe, dopo la seconda guerra mon-
diale si registrano due fenomeni specifici: l'apparizione di una corrente populista,
nutrita di retorica antiparlamentare, e che sfocer nel '56 nel movimento pouja-
dista, e la cristallizzazione di una violenza attivista attorno all'Organisation de
l'Arme Secrte (OAS), dopo il fallimento del colpo di Stato di Algeri. E' in que-
sta stessa linea che si collocheranno Occident (sciolto nel 1968), Ordre Nouveau
(creato nel 1969), dei movimenti studenteschi del tipo del Groupe Unione
Dfense (GUD), la FANE, organizzazione neonazista diretta da Marc Frederik-
sen, ecc. ('
2
). La violenza di questi gruppi indiscutibile, anche se non bisogna
sopravvalutare il suo impatto. Una relazione del Senato francese osserva: Dopo
la fine dell'OAS, il terrorismo di estrema destra in Francia quanto mai debole
( . . . ) esso si concentra su due bersagli privilegiati: i nordafricani, e in particola-
re gli algerini, e la comunit giudaica francese (
93
).
91. La stessa relazione ci d, nella primavera ' 84, le seguenti cifre (tabelle)
92. L'apogeo della violenza estremista di destra, in epoca recente, sembra esse-
re stato raggiunto nel 1980: si registrano pi di 60 azioni rivendicate da grup-
36
91. Bilancio delle azioni terroristiche in Francia dal 1975*
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984 al 23.3
Totale
Terrorismo
internazionale
Atten,
contro
Beni
51
63
23
15
20
23
45
31
0
1
272

(1)
5
4
6
8
6
3
6
10
7
2
57
Vittime
M
(2)
1
2
4
11
5
3
5
19
15
3
70
F
(3)
3
2
3
3
35
50
23
190
103
2
414
Autonomismo
Atten,
contro
Beni
264
305
284
437
383
469
259
797
736
132
4 066

(1)
18
18
12
21
21
38
26
27
30
7
218
Vittime
M
(2)
3
1
-
2
4
6
2
6
15
6
45
F
(3)
25
2
1
6
3
30
17
19
39
8
150
Razzismo
Atten,
contro
Beni
-
-
-
13
23
38
26
45
36
1
184

(1)
-
-
-
0
5
16
7
10
9
-
47
Vittime
M
(2)
-
-
-
0
0
4
1
-
1
-
6
F
(3)
-
-
-
0
23
14
4
17
8
4
70
Estrema Destra
Atten,
contro
Beni
7
9
38
12
13
36
30
12
12
-
169

(1)
1
5
3
3
9
9
8
7
3
-
48
Vittime
M
(2)
0
0
2
1
1
1
0
-
0
-
5
F
(3)
5
6
14
8
0
18
6
12
4
-
73
Estrema Sinistra
Atten,
contro
Beni
6
14
72
74
131
111
94
105
45
5
657

(1)
2
1
4
1
1
1
5
3
1
-
19
Vittime
M
(2)
1
-
1
-
-
-
1
-
1
-
4
F
(3)
2
5
2
3
1
-
24
1
1
-
39
Tot
att.
354
419
442
584
614
744
506
1047
879
148
5 737
(1) = persone (2) M =
* Fonte: Relazione del Senato
= morti (3) V = feriti
sul terrorismo. Tipografia del Senato 1984, AH. n. 6, pag. 217
^1
puscoli come la FANE, Occident Chrtien, Commandos Delta, Front de la Jeu-
nesse, Honneur de la Police, Groupe d'intervention Nationaliste, Commando
Mario Tuti, ecc. Si registrano tra l'altro diverse depredazioni e aggressioni, non-
ch attentati contro negozi e librerie (
94
). Per quanto riguarda in particolare
l'antisemitismo, la LICRA ha censito, nel 1980, 235 incidenti e attentati, 75 dei
quali notevolmente gravi (nel 1975 erano stati rispettivamente 53 e 17). L'on.
Revel faceva tuttavia rilevare che in tale periodo sono state attribuite troppo
affrettatamente all'estrema destra delle azioni per le quali sono stati in seguito
accusati degli estremisti palestinesi. Comunque stiano le cose, la forma organiz-
zata della violenza estremista di destra sembra essere in regresso da allora.
93. Il fenomeno della Nouvelle Droite di natura diversa. Esso conosce il
suo sviluppo dopo il 1968 e intende distanziarsi dai metodi attivisti dell'estrema
destra tradizionale. La Nouvelle Droite vuole essenzialmente identificarsi con
una corrente culturale e ideologica nella linea del nazionalismo europeo. Il
prof. Girardet ha fatto notare che esso, bench sotto forma deviata, si ricollega-
va al grande movimento anti-consumistico e romantico di tale periodo. M.
Revel traeva le stesse conclusioni dalla lettura degli articoli di Elments, dedicati
agli argomenti del danaro, della democrazia o delle relazioni Est-Ovest. In que-
sta linea ideologica, il movimento pi citato durante i lavori di tale commissione
stato indubbiamente il Groupement de Recherche et d'Etude pour la Civilisa-
tion Europenne (GRECE): il movimento all'origine della rivista Nouvelle
Ecole, creata nel 1969, il cui animatore principale Alain de Benoist. La rivista
Elments pure edita dal GRECE. La casa editrice Copernic ne pubblica le
altre. I temi di questi organi della Nuova Destra consistono nella rievocazione
dei valori della razza indoeuropea, del paganesimo, delle leggi naturali del nomi-
nalismo, mettendo in risalto i misfatti dell'universalismo umanista. La rivista
Nouvelle Ecole si adopera per rilanciare ed arricchire una vera mitologia politi-
ca, che d una visione del mondo totalitaristica. La rivista strapiena di foto e di
riproduzioni dalle didascalie molto studiate. Essa si prodiga pure per mettere in
risalto delle figure emblematiche: eroi collettivi (i vichinghi, gli indoeuropei e i
pagani in genere), scrittori-profeti (Mishima, Monterlant), artisti (soprattutto
Wagner), pensatori (Sorel, Heisenberg, van der Brck, Gobineau, Pareto) o
anche semplici . . . divinit (Apollo, figura esemplare). Costante il ricorso alla
scienza. Parecchi commentatori hanno denunciato le conclusioni abusivamente
tratte dalla genetica, dall'antropologia, dalla microfisica o dall'astrofisica. (").
Gran parte dell'estrema destra si riconosce in questa ideologia.
94. La natura e l'espansione del Front National diretto da J. M. LE PEN sono
state ripetutamente discusse in seno alla commissione. L'elezione di dieci mem-
bri del movimento al Parlamento europeo (il 16 giugno 1984 esso ha raccolto il
10,95% dei voti) ha manifestamente suscitato una certa preoccupazione. Al
riguardo, il relatore vorrebbe ricordare quanto stato affermato dall'on.
Glucksman, e cio che il fatto di parlar tanto dell'on. Le Pen dimostra forse che
non c' pi niente altro da dire. Taluni nostri esperti, soprattutto la sig.ra Chom-
bart de Lauwe, hanno insistito sulla questione delle origini del Fronte Nazionale,
creato nel 1972 da J. M. Le Pen, Pierre Bousquet, del movimento Militant (
9
),
Alain Robert, di Ordre Nouveau, Francois Brigneau, ex membro dell'OAS e
redattore-capo di Minute, Roger Holeindre, segretario generale del Mouvement
nationaliste du progrs, Francois Duprat, animatore con Alain Renault dei
38
Cahier Europens, morto in un attentato il 18 marzo 1978. M. May ha poi
parlato del giornale Prsent, il cui fondatore, l'on. Romain Marie, deputato
europeo. Prsent attacca spesso l'on. Simone Veil e Robert Badinter, descritto,
nel numero del 23 giugno 1983, come un bohme dalla bocca macchiata di san-
gue (
97
). Il Front National appare quindi a molti dei nostri esperti come un ten-
tativo di raggruppare diverse correnti dell'estrema destra nazionalista. Altri
esperti fanno osservare che il problema principale di collocare il Front Natio-
nal nell'arco ideologico francese: i proff. Revel, Girardet e Passelecq hanno mes-
so in guardia contro il pericolo di fare un amalgama troppo facile con i fenomeni
degli anni '30, mentre i due ultimi vedono nel Front National l'erede di una de-
stra maurrassiana e legittimista mescolata di poujadismo. Lo stesso Le Pen, come
persona, si situa manifestamente in questa linea, quando insiste sul fatto che egli
fa parte di una lunga catena (
9S
), notazione tipicamente maurrassiana. Cosi
pure, la frase che solito ripetere preferisco le mie figlie alle mie cugine, le mie
cugine alle mie vicine e le mie vicine alle sconosciute (") coincide perfettamente
con la sua definizione. In compenso, egli sfrutta sentimenti xenofobi elementari,
quando, ad esempio, interrogato in merito al libro di Bernard Stasi L'immigra-
zione, un'opportunit per la Francia, egli dichiara: Bernard Stasi un francese
di data recente C
00
).
95. Come ha sottolineato la sig.ra Chombart de Lauwe, la realt dei contatti
internazionali tra i gruppi estremisti risalta subito ad una semplice lettura delle
pubblicazioni di tali movimenti, come Notre Europe (organo della FANE) che
rende conto regolarmente delle attivit dei gruppi neonazisti esteri. (La FANE
aveva del resto ospitato il neonazista Michael Khnen, recentemente condanna-
to) (
!01
). Tuttavia non sarebbe esatto fare della Francia il centro di una qualsiasi
internazionale nera. Il recente arresto per rapina di Michel Faci, ex segretario
generale della FANE, e presumibilmente uno dei perni dei contatti internazionali
dei gruppi neonazisti, ne dimostra soprattutto l'aspetto artigianale (
l02
).
96. Molto pi importante apparsa, agli occhi della maggioranza dei nostri
esperti e dei membri di questa commissione, la questione di un'eventuale espan-
sione dei sentimenti xenofobi in Francia. Probabilmente il caso di far rilevare
subito che la storia politica francese attraversata da innumerevoli movimenti
nazionalistici, nel senso pi stretto del termine, cio un nazionalismo che attual-
mente costituisce una tradizione trans-partigiana (
103
).
97. Anche la xenofobia va soggetta ad alti e bassi che non sono sempre imputa-
bili soltanto alla cultura politica. Parecchi esperti invitati, e soprattutto la sig.ra
Chombard de Lauwe, hanno parlato di cicli. Nel breve periodo comunque,
.questi cicli sembrano di un'ampiezza piuttosto debole. Invitati ad esprimersi in
merito all'affermazione: vi sono troppi lavoratori immigrati, i francesi si sono
detti d'accordo nelle seguenti proporzioni: - 54,6% nel 1977, - 56, 9% nel
1978, 58, 5% nel 1981, 60% nel 1982, 50, 6% nel 1983, 57, 9% nel
1984 C
04
). Per quanto aleatoria possa essere ogni inchiesta che, in tale argomen-
to, procede per domande dirette, l'evoluzione rivelatasi sembra appunto tradur-
re un leggero aumento dei sentimenti xenofobi.
98. Di fatto, la percezione della xenofobia pi acuta che in passato, soprat-
tutto presso coloro che ne sono le vittime. Secondo un sondaggio MRAP del
marzo 1984, 45% degli immigrati pensano che il razzismo va aumentando; la
39
stessa percentuale trova che i francesi sono in generale piuttosto razzisti; il
30% dichiara di essere stato insultato in pubblico, il 6% di aver ricevuto spinto-
ni e il 7% di essere stato attaccato. Eppure le manifestazioni di xenofobia rap-
presentano solo una piccola parte dei mali di cui dichiarano di soffrire gli immi-
grati: ben pi gravi sono le condizioni di alloggio (53%) e quelle di lavoro
(44%). Infine il 66% delle persone interrogate si dichiaravano abbastanza o
molto soddisfatte di vivere in Francia e il 52% auspicavano di rimanerci (
105
).
Oltre le precauzioni d'uso, quanto al valore dell'inchiesta, occorre anche che ci
domandiamo se la tabella non abbia subito cambiamenti durante gli ultimi 18
mesi, in cui si constata a quanto pare un aumento degli incidenti violenti.
Certo questi ultimi sono sempre stati relativamente frequenti. Nell'ottobre 1982,
l'opinione pubblica era stata scossa dall'assassinio di un giovane arabo,
Abdemmbi Guemiah, in un centro che accoglieva stranieri di passaggio a Nan-
terre, perpetrato dall'abitante di un padiglione vicinissimo. L'assassinio del tutto
insensato di due turchi, da parte di un giovane disoccupato di 22 anni a Cha-
teaubriand, nella Loire Atlantique, nel novembre 1984, provocava pure una
viva emozione. L'aumento del numero di simili fatti era all'origine dell'organiz-
zazione, successivamente, della Marche des Beurs, dell'operazione Conver-
genze, di SOS-Razzismo, col suo famoso detto Non toccare il mio compa-
gno. Purtroppo gli incidenti continuano a susseguirsi: nei soli mesi di marzo e
aprile 1985 se ne contano parecchi: il 6 marzo tre liceali, uno dei quali armato di
una pistola a tamburo, aggrediscono due giovani arabi a Neuville-sur-Saone, a
una quindicina di kilometri da Lione (
106
). Lo stesso giorno, ad una ventina di
chilometri di l, a Vaux-en-Velin, un collegiale, Bardek Barka, trovava la morte
in circostanze non del tutto chiare. Il 23 marzo, un marocchino di 28 anni veniva
ucciso, e un giovane della Martinica ferito a Mentone, da due francesi che non
amavano gli arabi. Vi sono pure citati atti di vandalismo razzista, che conosce
flussi e riflussi. L'azione pi recente stata l'assassinio di un algerino di 23 anni,
il 28 settembre, a Lione, ad opera di membri di un servizio d'ordine privato ispi-
rati esplicitamente a motivazioni razziste (
I07
).
99. Sembra che un tab sia ormai scomparso, come nota Tho Klein, presiden-
te del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebree di Francia (CRIF): io non
credo che delle persone che non erano antisemite siano poi diventate tali, ma cer-
ti sentimenti oggi si liberano pi facilmente che in passato. Quando dei senti-
menti di discriminazione, di disprezzo, o addirittura di odio, si esprimono nei
confronti di una categoria qualsiasi della popolazione, altre sono minacciate. Per
questo la nostra solidariet di ebrei effettiva nei confronti degli immigrati ara-
bi C
08
). Pi avanti noi analizzeremo le cause della caduta dei tab: ci sia per
consentito di rilevare subito il fenomeno generazionale (ben 40 anni dopo la
caduta dei fascismi) e una rivalutazione sociale della violenza. In quest'ottica, la
tentazione di un discorso esageratamente semplificativo ha potuto toccare tal-
volta persino forze politiche parlamentari (
109
).
100. Ignorare che la xenofobia rivolta in primissimo luogo contro i lavorato-
ri magrebini significa non capire la natura esatta del fenomeno. Il fatto tanto
pi preoccupante in quanto la proporzione di immigrati di origine araba in costan-
te aumento, sia nella popolazione immigrata che sul totale della popolazione
francese (
u0
):
40
Stranieri originari del continente
- Asiatico
- Africano
- Europeo
rispetto alla popolazione totale
1954
%
2,5
13,5
84,0
4,1
1982
%
8,0
43,5
48,5
6,8
101. Al milione e mezzo di stranieri originari del Maghreb si aggiungono, per
l'opinione pubblica, le famiglie degli algerini ammessi, dagli accordi di Evian, al
beneficio della cittadinanza francese ("' ), nonch i magrebini della seconda gene-
razione, diventati francesi per nascita. Nell'insieme, la comunit di origine
magrebina pu essere stimata a circa 3 milioni di persone. E' appunto questa che
principalmente presa di mira nelle manifestazioni di xenofobia e di razzismo,
per il concorso di parecchi fattori: arrivo dei giovani magrebini sul mercato del
lavoro in un periodo in cui diminuiscono i posti di lavoro, mentre le ondate
d'immigrazione precedenti beneficiavano di una congiuntura economica favore-
vole; acculturazione effettuata proprio quando ha cominciato a verificarsi una
crisi nel sistema di istruzione; il peso di tutte le incomprensioni accumulate
durante la guerra di Algeria; deteriorata immagine dell'Islam, gi fortemente
sbiadita. I problemi incontrati dalla comunit magrebina non sono identificabili
solo in termini generali e astratti, ma si inseriscono ogni volta nelle difficolt
proprie di una collettivit urbana specifica, con la sua tradizione di immigrazio-
ne, la sua struttura industriale, il suo sistema di potere e la sua rete associativa,
la sua configurazione urbanistica, e le sue particolarit sociali, religiose e politi-
che: Andr Diligent, sindaco di Roubaix ed ex membro del Parlamento europeo,
ha voluto far giungere a questa commissione un documento che fa il punto sui
problemi incontrati nella sua citt.
102. Un'ondata migratoria ha realizzato il suo progetto quando riesce a pro-
durre nel proprio seno un'elite, cio delle classi medie: in breve, quando essa
riesce ad inserire i suoi discendenti in tutto il tessuto sociale della citt ( . . . )
L'immagine caratteristica di ogni immigrato arrivato in seguito non certo
lusinghiera ( . . . ) Cos i belgi, questi pacchetti di burro, come venivano chia-
mati, poveri da far compassione e respinti perch, come diceva la canzone, non
spendevano i loro soldi in Francia e portavano con s persino il burro dal loro
paese, perch erano sporchi e puzzavano, ecc.. E altre cose simili si dicevano a
proposito dei macaronis, dei pollak, tutti sporchi e ubriachi, dei bougnou-
es, ecc. E' forse razzismo, questa xenofobia che prelude ad ogni nuova integra-
zione? Comunque questa negazione, questo rigetto dell'identit d'origine del-
l'altro scaturisce certo da una consapevolezza acuta ma repressa della propria
differenza d'origine. ("
2
). Questa constatazione sembra valida non solo per
Roubaix ma per tutta la Francia, se si tiene presente che oggi un francese su tre
discende da immigrati degli ultimi cent'anni. Si assisterebbe quindi, in questa
logica, a una semplice crisi di assimilazione, che raggiungerebbe il proprio apo-
geo, prima di svanire. Gi il successo delle iniziative SOS-Racisme, la riunifica-
zione operata attorno a nuovi valori (musica e avventura), l'ascesa di cineasti e
scrittori beurs (della seconda generazione) rappresenterebbero dei segni
41
convincenti di una nuova sintesi culturale. Resta il problema della specificit
religiosa (Islam) della nuova immigrazione, una questione affrontata da parecchi
membri della commissione e da diversi esperti invitati, ma anche da autori del
resto cos diversi tra loro cme Bernard Stasi, Alain Grioteray, Erich Roussel,
anche se essi non giungono alle stesse conclusioni (
113
).
103. Poich il dibattito sulla specificit islamica conosce in Francia un'acu-
tezza particolare, opportuno soffermarvisi. A questo riguardo, coloro che si
preoccupano per un preteso taglio radicale tra l'Islam e le nostre societ fareb-
bero bene a meditare su queste linee di un eccellente specialista in materia,
Michael Barry: Nonostante le apparenze, l'Islam non un cultura esotica e non
appartiene neppure all'Oriente, quello vero, dell'India e della Cina. Esso attinge
alle stesse due fonti del cristianesimo medioevale: le Scritture semitiche e la filo-
sofia greca. Esso cresce nelle ex provincie meridionali dell'Impero romano. La
sua teologia si articola secondo la logica di Aristotele. La sua mistica non che il
prolungamento della speculazione neo-platonica di Bisanzio. (. . .) La filosofia
greca non neppure un prestito, bens una lontana ascendente del pensiero
mussulmano: fin dall'epoca di Alessandro Magno, i centri di pensiero ellenico
diventano Antiochia e Alessandria, le cui popolazioni si convertiranno qualche
secolo dopo all'Islam, esprimendosi non pi in greco ma in arabo. ( . . . ) Oggi in
Occidente non si insister mai abbastanza sulla componente greca dell'Islam, per
sottolineare la sua parentela con la nostra cultura. E questo non significa negare
la sua incontestabile originalit, bens equivale a metterla in rilievo e a compren-
derne la portata ("
4
). Sarebbe quanto mai meritevole cercare, attraverso un
incontro delle nostre societ con la cultura islamica, di aiutarle a ritrovare le loro
sorgenti comuni.
104. E' vero che lo stesso autore fa notare: Ma mettere l'accento sulla filiazio-
ne ellenica del pensiero mussulmano permette pure di mettere sotto accusa il
carattere sterile e patetico di questa lotta condotta dall'integralismo islamico, per
rompere con un Occidente di cui vuol ignorare che esso stesso ne fa tragica-
mente parte ("
5
). E egli aggiunge se si tiene a mente l'affinit delle cul-
ture delle religioni discendenti da Abramo, la campagna combattuta da Kho-
meyni ricorda quella del Savonarola (
U6
). A questo riguardo, le argomentazioni
trasmesse dagli insegnanti venuti dai paesi d'origine hanno pure la loro impor-
tanza, e sarebbe assurdo negarlo. Uno degli invitati della commissione, il sig.
Zwick, della Lega delle famiglie di Bruxelles, ha rilevato l'importanza che riveste
la cooperazione di taluni leaders o capi religiosi, e le difficolt causate dal rifiuto
di taluni di loro (
u7
). Ma questo non potrebbe costituire una scusa anzi!
per mantenere l'ignoranza e l'incomprensione. Il misconoscimento reciproco del-
le culture li oppone immancabilmente gli uni contro gli altri.
2.2.5 Grecia
105. E' facilmente comprensibile che la recente storia della Grecia, segnata da
due dittature (quella del 4 agosto, 1936-1941, e il regime militare del 21 aprile,
1967-1974), da una guerra civile (19471949) e dalle loro conseguenze doloro-
se e prolungate, sia oggetto di analisi politiche di diversa natura e spesso con-
tradditorie. Sarebbe tuttavia giustificata l'affermazione che l'estremismo di destra
e, a maggior ragione, il fascismo e il nazismo, non hanno mai potuto prendere
42
radici nella vita politica del paese. A questo riguardo, significativo che la Gre-
cia, che si trovava allora sotto un regime di dittatura nazionalista, non priva di
un certo simbolismo fascistizzante, abbia dovuto affrontare successivamente,
nel 1940 e 1941 unico paese dell'Europa continentale l'aggressione dell'Ita-
lia fascista e della Germania nazista. La guerra, e la resistenza che l'ha seguita,
hanno potenziato le tradizioni democratiche e liberali del popolo greco e corro-
borato la sua attitudine fondamentalmente ostile alle dottrine e alle realt totali-
tarie dell'Europa del periodo tra le due guerre (
us
).
106. Ci non toglie che la Grecia non fa eccezione alla regola, valida per
l'insieme dell'Europa democratica, secondo cui una piccola minoranza del corpo
sociale soggetta al pericolo di essere contagiata dalle dottrine politiche estre-
miste. Come sempre in casi del genere, si pu segnalare in Grecia l'esistenza di
diversi raggruppamenti di estrema destra, la cui importanza varia secondo i casi
e nel tempo (
119
). Si tratta sostanzialmente di gruppi dagli effettivi molto limitati,
che professano un nazionalismo intransigente, di volta in volta anticomunista,
anticapitalista e antiliberale, caratterizzato da tonalit nostalgiche nei confronti
delle passate dittature. I palesi riferimenti al nazismo e al fascismo ricorrono
spesso nei loro discorsi, in cui si possono talvolta ravvisare dei tratti razzisti,
espressi soprattutto nella esaltazione di una superiorit della razza ellenica ma
talvolta anche in un antisemitismo aggressivo. Due organizzazioni in particolare
sono rappresentative di questa tendenza:
a) il K4A (partito del 4 agosto) il cui nome fa riferimento alla dittatura del 4
agosto 1936. Fondato nel 1965, e rifondato nel 1974, questo gruppo si rifa;
nel suo programma, a princpi attinti alla dottrina nazionalsocialista (
120
). La
sua presenza nella vita politica stata insignificante, e la sua azione sembra
attualmente interrotta. Taluni dei suoi giovani aderenti si sono raggruppati
nella FEP (Fititiki Etniki Protoporeia, Avanguardia nazionale studentesca),
organizzazione attiva dal 1984 negli ambienti universitari.
b) L'ENEK (Movimento nazionalista unificato), fondato nel 1979. Esso procla-
ma, nel suo programma di base, il primato della nazione, la creazione di una
civilt fondata sul concetto di razza, il valore della forza e di una concezione
eroica della vita, e accusa di corruzione il sistema politico stabilito.
L'ENEK ha partecipato alle elezioni europee del 1984, ed ha ottenuto sull'in-
sieme del territorio lo 0,09% dei voti. Esso non si presentato alle elezioni
nazionali del 1985.
107. La formazione di tendenza nazionalistica pi importante attualmente
1 (Unione politica nazionale), rappresentata nel Parlamento europeo da
un solo deputato (l'on. Ch. Dimitriadis) appartenente al gruppo delle destre
europee. Fondato all'inizio del 1984, questo partito si batte, secondo il suo pro-
gramma, per un risanamento del sistema parlamentare, per un'economia basata
sull'iniziativa privata e su una politica sociale equilibrata, e dichiara di opporsi al
totalitarismo. Al tempo stesso per esso non fa mistero dei suoi legami ideologi-
co-politici con la dittatura militare del 1967-1974. La riabilitazione di questo
regime e la liberazione dei suoi protagonisti, che attualmente stanno scontando
pesanti pene detentive, costituiscono il suo obiettivo prioritario. I suoi dirigenti
sono fieri dei loro rapporti privilegiati con il dittatore G. Papadopoulos, di cui
stato trasmesso, durante la riunione dei membri fondatori del partito, un mes-
43
saggio registrato clandestinamente (
121
). L'EPEN ha ottenuto nelle elezioni euro-
pee del 1984 il 2,29% dei voti. La sua presenza nel Parlamento europeo gli ha
fornito da allora una certa pubblicit, che per non gli ha consentito di consoli-
dare la propria presenza elettorale; nelle elezioni nazionali del 1985 essa ha otte-
nuto solo lo 0,59% dei suffragi espressi, percentuale insufficiente per aprirgli la
strada di una rappresentanza parlamentare nazionale.
108. Attualmente l'azione dei gruppi di estrema destra si esplica soprattutto
con la pubblicazione di libri e riviste. Non si dispone di informazioni sulla diffu-
sione di tali pubblicazioni, che per dovrebbe essere molto limitata. Taluni di
questi gruppi, o delle persone notoriamente attive nell'estrema destra, sono state
coinvolte in atti di violenza, ad esempio attentati all'esplosivo contro librerie che
vendevano di preferenza pubblicazioni di sinistra. Ma la grande maggioranza
degli atti terroristici commessi in Grecia dal 1975, compresa tutta una serie di
assassinii, sono stati rivendicati da o attribuiti a organizzazioni terroristi-
che di sinistra.
109. Non sembra che esistano legami di cooperazione permanenti tra i gruppi
greci di estrema destra e dei centri stranieri. Taluni contatti tra militanti greci e
l'Ordine nuovo italiano sono stati segnalati subito dopo la caduta della dittatura
militare del 1967-1974 (
122
). Ma non esistono informazioni che possano fa sup-
porre che tali rapporti si sono mantenuti anche in seguito.
110. E' vero che la debolezza numerica degli immigrati non consente di mette-
re alla prova i comportamenti individuali e sociali per quanto riguarda le relazio-
ni razziali. Un'importante colonia di studenti africani, che gi da molto tempo
frequentano gli istituti di insegnamento superiore greci, riuscita ad inserirsi
armoniosamente sia nell'ambiente universitario che, pi in generale, nella socie-
t. L'atteggiamento della popolazione autoctona nei confronti delle minoranze
etniche o religiose caratterizzata da uno spirito di tolleranza e di xenofilia, e
generalmente priva di pregiudizi razziali. Si pu cos affermare che i numerosi
ebrei stabilitisi gi da moltissimo tempo nel paese ma la cui grande maggio-
ranza stata sterminata nei campi di concentramento nazisti (
123
) in genere
non si trovata di fronte ad atteggiamenti antisemiti (
124
).
2.2.6 Irlanda
111. L'esistenza di movimenti estremisti di destra in Irlanda non stata rileva-
ta dalla commissione (
125
). Dato che storicamente l'Irlanda un paese di emigra-
zione, l'atteggiamento nei confronti degli stranieri non comparabile a quello
registrato negli altri paesi dell'Europa del Nord. Del resto, dei 232.400 stranieri
viventi in Irlanda nel 1981, 187.000 erano originari di Gran Bretagna (alla stes-
sa epoca, 470.000 cittadini dell'Irlanda del Sud vivevano sul territorio britanni-
co) (
126
).
112. Eppure un sondaggio effettuato nel febbraio 1981 indicava che il 24%
degli irlandesi erano dell'opinione che le persone di razza e colore diversi doves-
sero vivere in quartieri separati, e il 12% degli irlandesi dichiaravano senza
ambagi di nutrire pregiudizi di ordine razziale (contro il 30% dei britannici,
stando ad un sondaggio pubblicato tre anni prima) (
127
).
44
113. Occorre infine notare che l'Irlanda l'unico paese della Comunit che
non ha ratificato la Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di discrimina
zione razziale (
128
).
2.2.7 Italia
114. L'estremismo di destra italiano tuttora caratterizzato dalla memoria del
regime mussoliniano e della sua ideologia, in altri termini dall'archetipo del fa
scismo. La legge n. 645 del 20 giugno 1952, disposizioni d'applicazione della
settima disposizione transitoria e finale (primo comma della Costituzione) ten
de a reprimere la ricostituzione, sotto qualsivoglia forma, del partito fascista
ormai sciolto. Il riferimento al regime scomparso mantenuto dal Movimento
sociale italiano (MSI) fondato nel 1946. L'on. Giorgio Almirante, che dirige il
MSI dalla sua fondazione, stato capo di gabinetto del ministro della propagan
da della Repubblica di Sal. Secondo il prof. Revelli, esperto invitato dalla com
missione, il MSI un partito antisistema, ad ideologia violentemente anti
egualitaria, gerarchico, elitario e fondamentalmente opposto al modello costi
tuzionale italiano. Il MSI rappresentato nel Parlamento italiano, nonch nel
Parlamento europeo, dove ha ottenuto il 6, 5% dei voti nel 1984 (5,4% nel
1979) e cinque eletti. Il movimento dispone di un'organizzazione giovanile
(Fronte della giovent). Numerosi gruppuscoli fascisti ed estremisti sono stati
creati da militanti in rottura col MSI.
115. Tanto il deputato Aniasi, vicepresidente della Camera italiana, che il
prof. Revelli hanno sottolineato la permanenza di una tradizione golpista in
taluni settori della societ italiana postbellica: tentativi del 1964, in cui era
implicato il generale Giovanni de Lorenzo; del 1970, condotto da Valerio Bor
ghese; del gennaio 1974 con messa sotto accusa, nell'ottobre 1974, del capo dei
servizi segreti (SID), generale Miceli (
129
). Tale tradizione consente di compren
dere meglio la natura del fenomeno P2, ripetutamente ricordato dalla nostra
commissione. Il nome di Licio Gelli, il gran maestro della loggia incriminata, si
ritrova (come stato accertato dalla commissione di inchiesta parlamentare pre
sieduta dal deputato democraticocristiano Tina Anselmi) nei tentativi sopracci
tati perpetrati dal 1970 in poi. Se la collusione tra Propaganda Due e la sov
versione di destra generalmente ammessa, davanti alla nostra commissione il
ministro Scalfaro ha ricordato che, in ogni Stato di diritto, il passaggio da con
statazioni di innegabile seriet all'avvio di procedure giudiziarie, esige tutte le
garanzie d'obbligo.
116. La difficolt di pervenire a conclusioni giudiziarie stata una seria preoc
cupazione dei nostri esperti, che hanno ricordato i cinque pi gravi attentati
generalmente attribuiti al terrorismo di estrema destra: quello di piazza Fontana
a Milano, il 12 dicembre 1969 (17 morti, 88 feriti); quello di piazza della Loggia
a Brescia, il 28 maggio 1974 (8 morti, 94 feriti); l'attentato contro il treno Itali
cus sulla linea BolognaFirenze, il 2 agosto 1974 (12 morti, 105 feriti); quello
della stazione di Bologna, il 2 agosto 1980 (85 morti, 200 feriti), e infine l'atten
tato contro il rapido NapoliMilano, del 23 dicembre 1984 (15 morti e 100 feri
ti). Mentre il prof. Revelli metteva in guardia la commissione contro abusive
identificazioni (e ricordava i casi degli attentati della rue des Rosiers e della rue
Copernic, nonch il furto d'armi a Foix, nel novembre 1981), nel caso italiano
l'attribuzione al terrorismo nero delle azioni sopraccitate e di numerosissime
45
altre estremamente probabile, come sottolineato dalla commissione Anselmi,
per la tragedia dell'Italicus. L'emulazione suscitata dalla risonanza che hanno
avuto le azioni delle Brigate rosse, e la strategia della tensione perseguita a parti-
re dal 1974 (
13
), sono state all'origine di un terrorismo cieco che stato causa di
terribili stragi. Occorre sottolineare inoltre che l'uccisione di magistrati (i giudici
Occorsio e Amato), di agenti delle forze dell'ordine (Ranco Straullu e Ciriaco di
Roma), di militanti sospettati di tradire (Ermanno Buzzi e Luca Perucci) ha
complicato ancor pi la ricerca della verit. Anche gli esiti giudiziari non corri-
spondono alla gravit delle presunzioni. La procedura giudiziaria relativa all'at-
tentato di Piazza Fontana a Milano, procedura che si conclusa col processo
dinanzi alla Corte d'Appello di Bari, non potuta pervenire all'identificazione
dei colpevoli. Mentre U prof. Revelli si inquietato delle inadempienze e degli
eventuali coinvolgimenti dell'apparato di sicurezza dello Stato, il ministro Scalfa-
ro ha tenuto a collocare la questione nell'ambito, pi vasto, delle difficolt del
processo di estradizione, delle garanzie proprie di ogni procedura giudiziaria e
degli intrecci esistenti tra le varie forme di terrorismo. In quanto cittadino, egli
non ha mancato di esprimere la propria preoccupazione per aver constatato la
presenza di due capi dei servizi di sicurezza fra gli aderenti alla Loggia P2.
117. Nel corso delle varie audizioni e nei documenti pervenuti, sono stati spe-
cialmente menzionati parecchi movimenti: Ordine nuovo, creato nel 1956 da
una frazione dissidente del MSI, ispirato alle teorie di Julius Evola, un punto di
riferimento d'obbligo dell'estrema destra italiana. Contatti internazionali sono
stati allacciati con la Francia, la Germania, il Belgio, nonch con la Grecia, la
Spagna, il Portogallo, prima della restaurazione della democrazia. Sciolto nel
1974 dal Tribunale di Roma (
131
),Ordine nuovo entrato nella clandestinit.
Una sua componente, Ordine nero, accusata degli attentati del treno Italicus e
di Brescia. Ancor prima, nel 1960, Stefano Delle Chiaie aveva fondato Avan-
guardia nazionale, sciolta nel 1977 e implicato nell'assassinio di Vittorio Occor-
sio (10 luglio 1976). Delle Chiaie si dice sia stato visto in Spagna, dove ha aperto
il ristorante El Apuntamiento punto d'incontro di gente ispirata alla stessa
ideologia; si dice sia stato visto anche in Portogallo, Argentina, Cile, Paraguay e
Bolivia e il suo nome stato associato al traffico di eroina e all'attivit di Klaus
Barbie in Bolivia. I contatti internazionali di Delle Chiaie, compresi quelli con
Gurin-Serac, un veterano dell'OAS francese, e con l'organizzazione propagan-
distica di destra Aginterpress ha fatto si che si parlasse di Orchestra nera (
132
).
Terza Posizione e i Nuclei armati rivoluzionari, apparsi verso il 1976-1977, era-
no caratterizzati dall'evoluzione sia ideologica sia strategica del terrorismo con
in pi una certa componente antiamericana ed antisionista. I NAR sono implica-
ti nell'attentato di Bologna dell'agosto 1980, e la maggioranza dei loro membri,
tra i quali il capo, Giusva Fioravanti, sono attualmente detenuti (
133
).
118. Il prof. Revelli ha messo in evidenza il dinamismo di una nuova destra
il cui tema dominante l'opposizione alla societ mercantile e che fa appello
alla sociobiologia, alla genetica, all'etologia per sviluppare un discorso radical-
mente antiegualitario. Il rinascere del razzismo scientifico si ricollega qui alla tra-
dizione italiana di una forma di nazionalismo europeo, che fa dell'Europa
romana un'entit essenzialmente superiore al resto delle configurazioni storiche.
In quest'ottica va vista la recrudescenza dei vari fenomeni di violenza che, secon-
do il ministro Scalfaro, deve essere attentamente seguita, quali che siano i termi-
46
ni e le maschere sotto cui tale violenza si cela, in quanto essa si rivolge contro i
diritti dell'uomo, garantiti dalla Costituzione italiana e dall'insieme dei nostri
paesi. L'ampiezza e la facilit della collaborazione tra terrorismo nero, terrorismo
rosso, criminalit organizzata, traffico di droga e criminalit comune devono
costituire l'oggetto di un'attenzione particolare. Di questa facilit di collabora-
zione prova la variet dei contatti internazionali stabiliti dall'estrema destra ita-
liana. La Grecia dei colonnelli, le dittature latino-americane e le reti di trafficanti
di droga gi sono state citate. Occorre aggiungere le controversie sorte in seguito
al mancato attentato contro il Papa, la supposta presenza di terroristi italiani a
Madrid e a Barcellona, come stato ricordato dal deputato Aniasi (
134
), nonch
la questione sollevata dal ministro Scalfaro sulla posizione dell'Italia al centro
del bacino mediterraneo e la funzione svolta dal governo libico (
I35
).
119. Inoltre, l'opinione pubblica stata colpita dall'omicidio razzista commes-
so nel luglio 1985. La vittima un liceale di madre somala. L'assassinio stato
commesso da due suoi compagni di scuola. Nonostante tale avvenimento recente
e isolato, l'Italia certamente uno dei paesi europei nel quale si constata un
numero estremamente esiguo di incidenti di carattere razziale f
36
).
2.2.8 Lussemburgo
120. II caso del Lussemburgo non mai stato sollevato davanti alla commissio-
ne. E' stato tuttavia segnalato l'invio, in novembre 1984, di minacce di morte,
affiancate dalla croce uncinata, alla sede di giornali e ad uomini politici, tra cui il
Presidente del partito comunista lussemburghese, l'on. Ren Urbany (
137
). La set-
ta Nouvelle Acropole ha fatto recentemente la sua apparizione a Lussembur-
go; essa ha organizzato conferenze e riunioni. (Sull'ideologia di questa organiz-
zazione cfr. par. 162 infra e la relativa nota (
138
). I deputati lussemburghesi han-
no del resto adottato, nell'aprile 1985, una risoluzione volta a combattere effica-
cemente ogni forma di razzismo e di xenofobia, nonch a facilitare l'integrazione
nella societ lussemburghese degli immigrati, proporzionalmente pi numerosi
che non negli altri paesi della Comunit europea.
2.2.9 Paesi Bassi
121. La scena politica olandese del dopoguerra ha visto la successiva creazione
di parecchie formazioni di tendenza pi o meno apertamente pro naziste e razziste.
La tabella tratteggiata in appresso, necessariamente sommaria e senza dubbio
lacunosa, illustra gli sviluppi pi significativi in questo settore dell'arco politico
olandese C
39
).
122. Tra i primi tentativi di dare un'espressione politica organizzata alle cor-
renti pro naziste sopravvissute alla guerra e all'occupazione dei Paesi Bassi, va
segnalata la creazione, nel 1953, del N.E.S.B. (Nationaal Europese Soziale
Beweging: movimento sociale europeo-nazionale), dichiarato illegale nel 1955,
quando ha reso pubblica la propria intenzione di partecipare alle elezioni legisla-
tive. Il tema centrale della campagna di questo gruppo stato l'opposizione
all'immigrazione di indonesiani, generalmente veterani dell'esercito olandese,
dato che la loro presenza stata qualificata come una minaccia nei confronti del-
la comunit nazionale europea (
14
).
47
123. Ex membri del N.E.S.B. hanno poi aderito, nel 1956, al N. O. U. (Neder-
landse Oppositie Unie, unione d'opposizione olandese) che ha preso parte alle
elezioni legislative del 1956, dandosi come parola d'ordine l'idea di un'Europa
pura sotto l'aspetto della razza. La rivelazione che il suo leader, Paul van Tie-
nen, era un ex membro delle SS sembra aver determinato la sorte di questa for-
mazione: essa ha ottenuto solo circa 20.000 voti, percentuale insufficiente per
far eleggere un deputato, ed finalmente scomparsa dall'arena politica (
141
).
124. Nel 1958, ex dirigenti della N. O. U. , hanno fondato la Boerenpartij (par-
tito dei contadini), che, in una linea pi o meno poujadista, espressa soprattutto
dall'opposizione all'immigrazione e al sistema fiscale, riuscita a raggiungere
una certa popolarit e ad ottenere 7 seggi, sul totale dei 150 del parlamento (
142
).
Nel corso degli anni ' 70, il Boerenpartij ha perso a poco a poco la sua potenza
elettorale, per sparire quindi praticamente dalla vita politica.
125. Un altro gruppo, che proclamava apertamente idee pro naziste, stato
fondato nel 1975 sotto il nome di Nederlandse Volksunie (N.V.U., Unione del
popolo olandese). Ideologicamente controllato da ammiratori del regime hitle-
riano, esso ne vantava le idee e le soluzioni politiche, mettendo in dubbio tra
l'altro lo sterminio di milioni di ebrei nei campi di concentramento. I suoi effetti-
vi sono rimasti quanto mai limitati, dato che secondo una stima non hanno supe-
rato le 150 persone, e la sua udienza nell'opinione pubblica non sembra aver
acquistato importanza (
143
).
126. Secondo la sig.ra Kniesmeyer (
144
), quest'ultimo fatto pu spiegare la
creazione, con la partecipazione di taluni ex membri della N. V. U. , di un nuovo
partito, il Centrum Partij (partito del centro), formazione che ha dedicato, nel
suo programma, un posto preponderante al problema dell'immigrazione, pre-
sentandolo con un linguaggio nuovo. Secondo questo programma, occorrerebbe
che i Paesi Bassi non fossero un paese d'immigrazione e favorissero la partenza
volontaria degli immigrati. Invocando a sostegno di questa tesi tutta una serie di
argomenti che, nell'attuale congiuntura, non mancano di una certa popolarit
e secondo i quali, ad esempio, la presenza di mezzo milione di immigrati costitui-
rebbe un serio ostacolo alla soluzione del problema della disoccupazione, e con-
tribuirebbe al tempo stesso ad aumentare la criminalit, mentre costituirebbe
una minaccia per il sistema ecologico nazionale e un pericolo di libanizzazio-
ne della societ olandese il Centrum Partij, anche se i suoi membri effettivi
superano appena il migliaio, riuscito ad ottenere una certa udienza elettorale,
soprattutto negli strati della popolazione operaia urbana, riuscendo ad aggiudi-
carsi un seggio in Parlamento (
145
).
127. Secondo la sig.ra Kniesmeyer, sarebbe per inesatto attribuire l'influenze
di questo partito solo all'attrattiva che le sue tesi e i suoi slogans sull'immigrazio-
ne hanno potuto esercitare in talune zone del corpo elettorale. Sembra che una
notevole parte dei suoi aderenti o simpatizzanti sia composta di elettori che
vedono nell'espressione della loro preferenza (a favore di questa formazione) un
voto di protesta, che per bisogna ammetterlo mal precisato sia nel suo
significato che nei suoi obiettivi.
Va infine segnalato che, nel 1984, un certo numero di dirigenti e aderenti hanno
abbandonato questo partito per dar vita ad un nuovo raggruppamento, i Cen-
48
trum Democraten (democratici del centro) che, a quanto pare, si serve dello stes-
so linguaggio in materia di immigrazione (
l4
).
128. Nonostante la costante marginalit elettorale dei gruppi che nei loro pro-
grammi dedicano spazio alle tendenze pro naziste o razziste, l'impatto di questo
discorso politico sull'opinione pubblica olandese pu essere relativamente pi
ampio. I sigg. van Donselaar, Smeets e van Weezel f
47
) citano una ricerca
demoscopica, effettuata nel 1981-82 presso la popolazione pre-universitaria, i
cui risultati dovrebbero suscitare una riflessione: l'I , 5% degli studenti di scuola
secondaria interrogati (voortgezet onderwijs) si sono dichiarati disposti a
votare a favore di un partito di tendenza razzista, l' 8% hanno espresso tendenze
a favore dell'estrema destra e il 35% non hanno nascosto la loro simpatia per
idee nettamente autoritarie.
129. Come sarebbe da aspettarsi, non sono mancati e non mancano certo con-
tatti tra estremisti di destra olandese e raggruppamenti stranieri della stessa ten-
denza. Comprensibilmente questi legami si annodano in via prioritaria con orga-
nizzazioni tedesche e fiamminghe. Non sembra tuttavia che tali accostamenti
abbiano potuto prendere la forma di una cooperazione politica organizzata (
148
).
Davanti alla commissione stato citato in particolare il caso di un incontro, die-
ci anni fa, tra la Nederlandse Volksunie e il MSI, terminatasi con una constata-
zione di disaccordo quando gli interlocutori olandesi hanno posto la questione
del rimpatrio degli immigrati di origine italiana (
145
).
130. Atteggiamenti xenofobi potrebbero essere constatati indirettamente tra-
mite l'eco che il discorso razzista politicamente organizzato incontra in seno alla
societ olandese. Per una tale concezione misconoscerebbe il fatto che degli
strati sociali pi vasti, che non sarebbero disposti ad associarsi apertamente a
questo discorso, solitamente portatore di messaggi estremistici o di autoritarismo,
lasciano penetrare a poco a poco nel loro comportamento quotidiano un'intolle-
ranza, o addirittura talvolta un'ostilit, nei confronti dei gruppi etnici minorita-
ri, in particolare dei neri. II razzismo di ogni giorno (alledaags racisme,
secondo il termine suggestivo proposto dalla sig.ra Essed) (
I50
) sembra essere un
fenomeno molto pi esteso, che esprime una certa relazione di forze sociali ed
identificabile attualmente con una certa difficolt, a causa del suo carattere
latente e meno aggressivo in quasi tutte le manifestazioni della vita interperso-
nale e sociale. La lotta contro questo tipo di xenofobia attiva presuppone una
strategia che si sviluppa sia sul piano istituzionale sia su quello del clima ideolo-
gico e
51
).
2.2.10 Regno Unito
131. Vari fattori specifici al Regno Unito danno forma alle manifestazioni fasci-
ste e razziste nel paese: i legami coloniali hanno favorito una forte migrazione
verso il Regno Unito che ha avuto luogo durante e dopo il passaggio dall'impero
al Commonwealth. Questi legami hanno influenzato l'atteggiamento del pubbli-
co nei confronti delle diverse minoranze etniche viventi nel paese. Il sistema elet-
torale del Regno Unito priva i gruppi estremisti della minima possibilit di essere
rappresentati, accentuando pertanto il carattere radicale del loro estremismo gi
esacerbato dall'emarginazione delle loro concezioni rispetto al vigore e alla con-
49
tinuit della democrazia britannica. La rivoluzione industriale precoce e le tradi-
zioni che essa ha generato in varie regioni del paese hanno contribuito a modella-
re una societ urbana che spesso vulnerabile soprattutto in periodo di crisi al
propagarsi dei comportamenti violenti ad opera di minoranze esigue in queste
stesse regioni.
132. Nonostante la situazione in Irlanda presenti aspetti che potrebbero appa-
rire interessanti ai fini della nostra indagine, la situazione irlandese non viene qui
affrontata per due ragioni: anzitutto perch il conflitto presenta numerosi ele-
menti che non hanno rilevanza ai fini dell'oggetto della nostra indagine e in
secondo luogo perch il problema dell'Irlanda del Nord stato esaminato detta-
gliatamente nella relazione HAAGERUP (doc. 1-1526/83) approvata a maggio-
ranza schiacciante dal primo Parlamento direttamente eletto, il 19 marzo
1984 C
52
).
133. La dimensione e la diversit delle minoranze etniche nel Regno Unito
sono dovute non soltanto ai legami esistenti tra il paese e le sue ex colonie, ma
anche alle politiche relativamente liberali, secondo i criteri europei, condotte in
materia di immigrazione dai governi conservatori e laburisti che si sono succedu-
ti, nonch alla definizione inizialmente ampia della cittadinanza del Regno Uni-
to. Per questi fattori, il Regno Unito ha definito la sua politica in materia di rela-
zioni razziali in una serie di Race Relations Act (leggi relative alle relazioni raz-
ziali) C
53
). I mezzi per gestire le relazioni razziali sono importanti e accessibili
all'esame del pubblico. Inoltre, le istituzioni democratiche sembrano pi dispo-
ste che non in molti altri paesi europei, ad affrontare e ad esaminare questi pro-
blemi. Inoltre, il Regno Unito ha una ricca tradizione per quanto riguarda la
concessione dell'asilo alle vittime di persecuzioni politiche, tradizione sorta da
una prassi applicata su larga scala nel corso degli anni ' 30.
Gruppi estremisti
134. Storicamente l'estremismo di destra stato associato pi a questioni rela-
tive all'immigrazione che a cambiamenti socioeconomici, come nel caso della
disoccupazione. Taylor fissa la data della nascita dell'estrema destra nel Regno
Unito al 1902, quando fu fondata la British Brothers League (BBL) (
1S4
). Nei
suoi primi anni la BBL agiva come un gruppo di pressione a favore della riduzio-
ne o della sospensione dell'immigrazione dall'Europa orientale. Essa era partico-
larmente diffusa nell'East End di Londra. Nel 1904, la legge sugli stranieri (
15S
),
che limitava in qualche misura l'accesso dei profughi politici nel Regno Unito,
rimosse una parte delle motivazioni della BBL, che successivamente divenne pi
marginale, nazionalista, antisemitica e segreta, per essere infine organizzata
come movimento paramilitare razzista/nazionalista. La lega non sopravvisse
alla prima guerra mondiale (
1S6
).
135. Successivamente, l'estrema destra britannica si segnalata per il suo
carattere composito, per le lotte interne condotte da vari dei suoi gruppi, per la
modesta portata del suo seguito e per la sua mancanza di appoggio elettorale o
popolare. Anche al suo culmine, sotto la guida carismatica di Sir Oswald Mosley
negli anni ' 30, la British Union of Fascists (BUF) non aveva probabilmente pi di
40.000 membri (
1S7
) e i suoi risultati elettorali dopo l'approvazione della legge
sull'ordine pubblico nel 1936, hanno evidenziato un appoggio del 20% appena
50
in occasione delle elezioni locali in alcune zone del suo caposaldo, l'East End di
Londra, e molto pi scarso altrove (
158
). Anche altre organizzazioni fasciste furo-
no formate prima della seconda guerra mondiale, ma le loro attivit furono limi-
tate quando molti dei loro leaders furono internati nel 1940. Sorprende il fatto
che gruppi di estrema destra rinacquero subito dopo la fine della guerra. Sorsero
numerose organizzazioni distinte, con pochi aderenti e scarso appoggio, fonden-
dosi e frammentandosi.
136. Una questione che ispir le loro attivit negli anni ' 50, consentendo loro
di sfruttare la tradizionale insularit britannica, fu l'aumento dell'immigrazione,
in particolare di asiatici e di abitanti delle Indie occidentali del New Common-
wealth. La situazione esplose in occasione dei tumulti razziali a Nottingham
e Notting Hill nell'agosto e settembre 1958. L'Union Movement ispirato a
Mosley, il National Labour Party di John Bean e Andrew Fountaine e la White
Defence League costituita da ex dirigenti delusi del League of Empire Loyalistes
raggrupavano all'epoca gli attivisti di estrema destra, ed da questi movimenti o
dalle loro diramazioni, quali la Racial Preservation Society, il British National
Party (col suo corpo scelto paramilitare Spearhead), ed in seguito (nel 1968) il
Greater Britain Movement (diretto da John Tyndall, con la sua pubblicazione
Spearhead), e il National Socialist Movement, divenuto il British Movement nel
1968 quando, per conformarsi alla Race Relations Act dell'epoca, le parole
National Socialist furono soppresse dalla sua denominazione da questi
movimenti dicevamo che nacque nel 1967 il National Front. Quest'ultima
organizzazione stata la pi frequentemente citata dagli esperti in occasione del-
le audizioni e nelle dichiarazioni scritte ricevute dalla commissione, quale princi-
pale gruppo di estrema destra negli anni '70 e nei primi anni ' 80. Creata nel 1967
con circa 2.000 membri (
159
), si sviluppata al punto di poter affermare, al cul-
mine della sua popolarit nel periodo 1975-77, di contare 20.000 aderenti e di
ottenere 230.000 voti alle elezioni locali del 1977, realizzando il 16,2% dei suf-
fragi nelle parziali a West Bromwich nel 1976 e il 18% nelle locali a Leicester lo
stesso anno. Ex membri del National Front ottennero lo stesso anno due seggi a
Blackburn. Divisioni interne e conflitti di potere provocarono scissioni e la
popolarit elettorale del National Front scese allo 0,6% nel 1979 e allo 0, 1%
alle elezioni generali del 1983, mentre i suoi effettivi si ridussero a circa 2.000.
Nel 1983 ebbe meno sfortuna nel centro di East London, ottenendo il 3,7% dei
suffragi a Newham South (
l6
). Il National Front pubblica un certo numero di
opuscoli, tra i quali Bulldog (condannato nel 1981 per incitazione all'odio raz-
ziale), New Nation, National Front News e Rising. Le pubblicazioni e i docu-
menti presentati dagli esperti, in particolare dal sig. Martin Svitt, illustrano la
virulenza dei suoi temi razzisti e la sua apologia della violenza (ad esempio, l'uso
dell'espressione guerra razziale) e fanno pensare che i giovani militanti siano
stati reclutati pi specificamente nei centri cittadini. L'ideologia del Fronte
Nazionale deve molto alla Terza posizione dei Nuclei armati rivoluzionari ita-
liani, definita anche strasserismo (
l61
).
137. Il British Movement (di Colin Jordan, di cui Michael McLaughlin diven-
ne presidente nel 1975), considerato da alcuni come il secondo maggior movi-
mento di estrema destra in Gran Bretagna dopo il National Front: ha un'ala
paramilitare (la Leaderguard) e tra le sue pubblicazioni figurano British Patriot,
che antisemita, e, recentemente, British Tidings. Altri gruppi di estrema destra
51
citati dagli esperti o menzionati nella documentazione inviataci sono il British
Democratic Party (nato dal National Front e diretto da Anthony Read Herbert);
Column 88, costituito nel 1970 da veterani del National Socialist Movement che
si opponeva alla soppressione dei termini National Socialist nella denomina-
zione del movimento e che era impegnato nella creazione di un quadro armato
dell'estrema destra, nel traffico di armi e nell'accumulazione di un arsenale (
162
);
la League of St. George, formata nel 1974 da ex aderenti allo Union Movement
di Sir Oswald Mosley, che conta fra i propri aderenti membri di altri gruppi bri-
tannici di estrema destra ed agisce da collegamento fra gruppi di estrema destra
britannici, europei e americani. Essa pubblica la League Review (ora National
Review); il National Party, diretto da John Kingsley Read e formato da ex mem-
bri del NF che chiedono il rimpatrio di tutti gli immigranti di colore o razzial-
mente incompatibili (
l3
); il New National Front, che conta altri ex membri del
National Front, tra i quali John Tyndall; il Constitutional Movement, nato dal
NF e al quale sono legati i nomi di Paul Kavanagh e Andrew Fountaine e che per-
segue una politica pi populista per accrescere il suo sostegno elettorale; il
National Action Party, diretto da Eddy Morrison e poi da Kevin Randall, il qua-
le, nonostante di scarsa consistenza numerica, attivo a Londra con assalti e vio-
lenze; la SS Wotan, un gruppo terrorista di destra; infine la British League of
Rights, affiliata alla World Anti-Communist League (
164
) il cui capo, il generale
di divisione d'armata aerea a riposo, Donald Bennet, ha ottenuto il 6% dei suf-
fragi alle elezioni europee del 1979 nella circoscrizione di Cotswolds su una lista
United Anti-Common Market.
138. Questi gruppi hanno in comune l'antisemitismo, il razzismo e l'adesione
alla dottrina della cospirazione. Per quanto siano di scarsa consistenza e non sia-
no in grado di raccogliere un consenso elettorale significativo (per alcuni questo
non costituisce neppure un obiettivo), tutti gli esperti hanno raccomandato di
vigilare sulla sempre pi diffusa tendenza alla violenza e alle molestie razziali da
essi stimolate e a volte istigate. Il clima politico generale, determinato dai princi-
pali partiti politici, pu influenzare la crescita e il declino di questi gruppi estre-
misti nella misura in cui certe idee cui aderiscono i grandi partiti trovano eco fra
gli estremisti, e viceversa. Uno dei primi esempi di questo aspetto stato il discor-
so di Enoch Powell, nell'aprile ' 68, sulle relazioni razziali e sull'immigrazione,
che trattava i temi del risentimento contro gli immigrati e del rimpatrio umani-
tario, in vista di quella che egli considerava una purtroppo prevedibile guerra
razziale qualora fosse proseguita l'immigrazione di persone di colore. La sua de-
stituzione dalla carica di ministro con portafoglio fittizio, non imped un rigurgi-
to elettorale del NF (
16S
). L'altra faccia di questa medaglia il fenomeno dell'infil-
trazione citato da vari esperti. Nel programma World Tonight della BBC del 5
agosto 1982, fu discusso uno studio confidenziale dei Giovani conservatori di
Londra sull'infiltrazione di esponenti dell'estrema destra nel Partito conservato-
re. La relazione fu presentata al presidente del Partito conservatore nel gennaio
1984 e indicava che gruppi di estrema destra quali Tory Action, WISE, lo Swin-
ton Circle e il Focus Policy Group di David Irving si erano infiltrati nel partito.
L'emergenza della nuova destra nel Regno Unito e altrove, stata fonte di com-
menti da parte di vari esperti. La Salisbury Review e il gruppo Peterhouse (Cam-
bridge) sono stati variamente descritti come intellettuali antiegualitari, autoritari
e a volte nazionalisti, simpatizzanti dell'estrema destra. L'infiltrazione da parte
di gruppi Trozkisti nel Partito laburista stato a sua volta citato dai sigg. Svitt e
52
May in quanto alcuni di tali gruppi hanno sviluppato atteggiamenti antisemitici.
Il sig. Kohler ha rilevato che il successo del NF nel periodo 1976-79 stato regi-
strato principalmente in circoscrizioni tradizionalmente laburiste, attribuendo
tale successo ad un voto di protesta, pi che razzista. Sotto questo profilo non
mancano neppure le critiche al SDP (Socialdemocratic party) (
166
).
Collegamenti internazionali
139. Due aspetti dei collegamenti internazionali sono stati descritti da esperti:
il ruolo ambiguo svolto da certe ambasciate arabe e da certi gruppi palestinesi in
relazione a gruppi estremisti di destra e la collusione fra i NAR italiani e il NF, la
Lega di St. George e altri (
167
), e fra gruppi neonazisti tedeschi e belgi e il British
Democratic Party (
148
) e Column 88 (
l69
). David Irving, del Focus Policy Group,
ammette di essere intervenuto ad assemblee della Deutsche Volksunion nazista,
e attraverso il suo segretario privato ha legami con il terrorista italiano ricercato
del NAR Roberto Fiore (
170
), un legame citato anche dal prof. Revelli, dall'on.
Aniasi e dal Ministro Scalfaro che ha sottolineato i problemi dell'estradizione.
Antisemitismo e discriminazione razziale
140. L'antisemitismo un fenomeno minoritario e limitato in Europa. Il sig.
Svitt ha suggerito che in media, ogni mese, si registrano in Gran Bretagna 15
incidenti antisemiti. A parte le chiamate telefoniche e le violenze nei confronti
degli studenti e degli scolari, obiettivi particolari di questi incidenti sono le sina-
goghe e i cimiteri. Il sig. May fa un quadro degli incidenti antisemiti in vari paesi
europei C
71
).
141. Fonte di preoccupazioni anche la pubblicazione di letteratura revisionista,
come ad esempio The Hoax of the Twentieth Century (Arthur Butz) o Did Six
Million Really Die? (Richard Harwood, probabilmente pseudonimo di Richard
Verrall) (
172
). Tuttavia ancor pi inquietanti dell'esistenza di gruppi marginali,
sono gli sforzi sistematici per sfruttare le manifestazioni specifiche di disugua-
glianza sociale, di xenofobia e talora di violenza. La relazione 1984 della Com-
missione per la parit razziale ha citato il pi recente studio del Policy Studies
Institute (PSI) che dimostra che, per quanto si siano registrati alcuni migliora-
menti , gravi disuguaglianze, cui ha contribuito la discriminazione per motivi raz-
ziali, continuano a sussistere nei settori dell'occupazione, dell'alloggio, dell'istru-
zione e altri. Questi dati sono stati confermati dalla relazione del Comitato
Swann Istruzione per tutti. Commentando una recente relazione del PSI, The
Economist ha definito come giorni bui l'attuale situazione delle relazioni raz-
ziali nel Regno Unito (
I73
).
Aggressioni razziali e violenze
142. Il dr. Layton-Henry fornisce le prove scritte delle aggressioni razziali
ricordando alla commissione che: la violenza contro la persona e contro la sua
abitazione generalmente considerata il reato pi grave . . .. La violenza razzia-
le e l'intimidazione devono essere considerate come una delle manifestazioni pi
gravi di razzismo e di pregiudizio razziale. Queste parole hanno una particolare
rilevanza in Inghilterra, nell'ottobre 1985, dopo le sommosse e gli incidenti mor-
tali di Birmingham Handsworth, di Londra (Brixton, Peckam e Tottenham), di
53
Liverpol (Toxteth) e negli atti di violenza registrati negli incidenti a carattere
individuale nell'area di East London e altrove. Prima dell'indagine condotta dal
Ministero degli Interni sulle aggressioni razziali nel 1981, varie altre organizza-
zioni avevano preparato relazioni e dossier, tra cui sono degni di nota Blood on
the Streets (1978) del Bettina] Green e Stepney Trades Council, il dossier su
oltre 1.000 aggressioni razziali avvenute sull'intero territorio del Regno Unito
redatto dal Joint Committee Against Racialism costituito da tutti i partiti e la
relazione del dr. Khan, segretario generale dell'Union of Pakistan's Organisa-
tions. Queste duc ultime indagini sono del 1981. La relazione del Ministero
degli Interni rilevava (
174
):
Le opinioni espresse da esponenti delle minoranze etniche in merito agli
attacchi razziali riflettevano un sentimento generale di paura e di apprensio-
ne per il futuro (. . .) In tutti i luoghi che abbiamo visitato ci stato riferito
di violenze, abusi e molestie razziali (. . .) In numerosi luoghi ci stato detto
che il fine-settimana, quando si riuniscono regolarmente bande di giovani
skinheads, le famiglie asiatiche hanno paura di lasciare le proprie case di
notte o recarsi nel centro commerciale della citt (. . .) In assoluto il numero
degli attacchi razziali sembra essere aumentato.
143. Nella sua tesi il Dr. Layton-Henry conclude che non vi sono dubbi che le
aggressioni razziali, la violenza e le vessazioni sono frequenti in tutta l'Inghilterra
dove asiatici e negri si sono insediati. La situazione molto pi seria a Londra, in
particolare nell' East End di Londra. Va anche detto che vi una certa reticenza
a riferire e registrare questi incidenti dal momento che molte delle vittime avver-
tono che la polizia non gradisce questo tipo di denunce. Il ruolo delle forze del-
l'ordine, nel controbattere queste aggressioni, di fondamentale importanza.
144. Atti di violenza aventi carattere razziale sembra si verifichino piuttosto
spesso e, sebbene limitati a determinate zone, creano un generale clima di males-
sere sociale. Essi fanno il gioco di una sottocultura di maschilismo e vandalismo,
fomentano l'aggressivit di gruppi di skinheads e hooligans e soprattutto
permettono che tali situazioni vengano sfruttate dai gruppi sopra menzionati
(
175
). Le difficolt che la polizia incontra nel controllare questi fenomeni, la diffi-
denza delle minoranze etniche nei confronti delle forze dell'ordine, i pregiudizi
che talora le stesse forze dell'ordine hanno (
l76
), sono i fattori che incoraggiano il
ricorso alla violenza. Incidenti di scarsa entit affrontati in maniera inadeguata
possono portare a conflitti ben pi importanti. I recenti atti di violenza a Bir-
mingham Handswort, Brixton, Peckham e Tottenham (settembre/ottobre
1985) sono una tragica conferma di ci. La penetrante relazione di Lord SCAR-
MAN sui disordini di Brixton del 1981 affronta questi problemi (
,77
). Diversi
commentatori ritengono che nel corso degli ultimi anni si registrato un aumen-
to delle aggressioni razziali, omicidi compresi, in determinate regioni del paese,
soprattutto nell' East End, di Londra. Il Ministro degli Interni, Douglas Hurd ha
dichiarato dopo una riunione degli Alti Commissari dell'India e del Bangladesh e
dell'Ambasciatore del Pakistan, il 25 settembre 1985, che la lotta alle aggressio-
ni razziali costituisce una priorit assoluta per il Commissario della polizia
metropolitana londinese.
145. Senza voler sminuire la gravit di tali atti di violenza, il Dr. Layton-Henry
li attribuisce alla cultura sciovinista particolarmente tipica delle tradizionali aree
54
di insediamento dei lavoratori inglesi, dove la disoccupazione e la grave situazio-
ne economica si traducono in un senso di frustazione e di risentimento. Per le
minoranze etniche particolarmente colpite dalla disoccupazione e vittime di
questo sciovinismo, le pressioni divengono talora esplosive.
146. I tafferugli di Handsworth, Brixton e Tottenham nel 1985 sembra siano
iniziati in circostanze analoghe (un incidente in cui era coinvolta la polizia).
Oltre alla polizia, bersaglio degli atti di violenza sono stati determinati interessi.
Forse significativo che le propriet di determinate autorit o organizzazioni sia-
no rimaste relativamente illese. Senza voler analizzare questi fatti in maniera det-
tagliata o suggerire soluzioni, la recente relazione del Social Research Council
sui centri cittadini potrebbe, insieme ad altre indagini, indicare il modo di arre-
stare questa piaga dilagante. Nonostante l'applicazione da parte della polizia di
molte raccomandazioni formulate da Lord Scarman, resta ancora da risolvere il
problema della diffidenza e del sospetto tra determinate minoranze e le forze del-
l'ordine.
147. La violenza nello sport e in particolare negli stadi di calcio, una delle
manifestazioni inquietanti che hanno attirato l'attenzione della nostra commis-
sione. Simon Wiesenthal aveva richiamato l'attenzione su questo problema nel
corso dell'audizione del febbraio 1985. Il tragici avvenimenti del 29 maggio
1985 allo stadio dello Heysel a Bruxelles, hanno affrettato la consegna della
relazione interlocutoria dell'on. Larive-Groenendaal nel luglio 1985 portando
alla votazione di due risoluzioni d'urgenza nel giugno 1985 (
!78
). Il presidente e il
relatore della nostra commissione hanno avuto la possibilit di prendere contat-
to con la commissione parlamentare belga presieduta dal sig. R. Collignon, la
quale ha condotto un'inchiesta sulla tragedia. Il presidente della commissione
d'inchiesta ha ricevuto dal club di football del Liverpool, da Searchlight e da
altre fonti, prove da cui risulta che attivisti del British Movement e dell'organiz-
zazione estremista italiana Ordine nuovo erano presenti e non sono restati inatti-
vi nel corso dell'incontro.
148. Fenomeno complesso per quanto riguarda le sue cause, la violenza mani-
festata in occasione degli incontri di football rischia di avere un carattere ende-
mico e crea condizioni propizie all'azione delle formazioni o dei gruppuscoli
estremisti, nonch di altre categorie di individui socialmente emarginati (hooli-
gans, skinheads). Queste formazioni cercano di reclutare aderenti nella massa
dei giovani spettatori e cercano al tempo stesso di mantenere viva una cultura di
violenza attraverso il controllo di tifosi militanti. D'altro lato, vi una certa
copertura politica, limitata perlopi all'utilizzazione di insegne e slogans nazisti
o fascisti, la quale permette agli autori di atti di violenza di raggiungere un grado
di parossismo psichico e di darsi una fisionomia propria nel quadro di una massa
politicamente amorfa ma potenzialmente esplosiva (
179
).
149. La commissione parlamentare belga non menziona, nelle conclusioni del-
la sua relazione, un'eventuale complicit di gruppi estremisti nonostante vari
partecipanti alle audizioni abbiano sollevato questo problema (
18
). La relazione
interlocutoria del giudice Popplewell invece, incaricato dell'inchiesta sui fatti di
Bradford e di Birmingham (11 maggio 1985) fa riferimento a testimonianze di
persone responsabili, dalle quali risulta un'implicazione di attivisti politici nei
55
fatti in questione (diffusione di manifesti del Fronte Nazionale, spettatori che
portavano insegne naziste). Il sig. Popplewell ritiene che molti giovani tifosi che
partecipano a manifestazioni di razzismo durante gli incontri sportivi abbiano
una conoscenza estremamente limitata della politica di gruppi quali il Fronte
Nazionale o il British Movement e aggiunge che si propone di indagare pi
approfonditamente su questo aspetto delia situazione (
181
).
150. Non un problema nuovo. Nel febbraio 1981 l'Associazione calcistica
britannica si era impegnata ad indagare sulla crescente quantit di informazioni
secondo cui gruppi razzisti reclutavano aderenti fra i giovani tifosi. Il NF aveva
avviato campagne di volantinaggio al di fuori degli stadi di calcio nel 1978, e il
suo giornale Bulldog pubblica dal 1980 una rubrica dal titolo: Sul fronte del
calcio. Williams e altri, in Hooligans Abroad (
182
), enumerano le attivit di tifo-
si appartenenti al NF, al British Movement e al British National Party durante la
Coppa del mondo in Spagna e in occasione di partite in Danimarca e altrove.
Discriminazione razziale
151. Alcuni esperti hanno affermato che nel Regno Unito esisterebbe un raz-
zismo di Stato o razzismo istituzionalizzato, asserzione che ha stimolato una
discussione in commissione, in particolare in occasione delle audizioni del sig.
Kohler del prof. Parekh. Quest'ultimo ha menzionato cinque punti degni di
attenzione: 1) la definizione della cittadinanza; 2) donne migranti non autorizza-
te a far venire dal paese di origine mariti o fidanzati; 3) persone a carico di citta-
dini installati nel Regno Unito non regolarmente autorizzate ad accedere in Gran
Bretagna; 4) il considerevole aumento delle espulsioni dal Regno Unito; 5) il
mantenimento del rimpatrio quale opzione di una politica chiara nel Regno Uni-
to. Il prof. Parekh ha affermato che tutti questi elementi negativi derivano da
prassi statali o governative, e ha aggiunto che se lo Stato presenta un profilo
razzista alla collettivit, tende a legittimare gli attacchi razzisti. Il rimpatrio non
figura tra le opzioni politiche di nessun grande partito del Regno Unito ma sta-
to proposto dai gruppi estremisti marginali. A seguito dei recenti incidenti di
Brixton il sig. Enoch Powell ha parlato della formula del rimpatrio. Il Primo
Ministro, sig.ra Thatcher ha ufficialmente respinto la possibilit di far ricorso a
tale soluzione (
1S3
). Diversi esperti hanno ritenuto che, poich la discriminazione
inerente a determinate leggi o prassi amministrative, anche l'interpretazione di
disposizioni non discriminatorie pu risultare discriminatoria. E' stata richiama-
ta l'attenzione della commissione su casi quali la pressoch totale assenza di
magistrati di colore (
184
), l'esiguo numero di poliziotti neri f
85
) e di quadri sinda-
cali neri. Secondo Stephen Rose i lavoratori migranti in tutta Europa soffrono di
discriminazioni analoghe: Le minoranze etniche in Europa sono emarginate
nelle peggiori scuole, nelle peggiori abitazioni e nelle zone pi socialmente svan-
taggiate, e ad esse sono negati diritti fondamentali del cittadino . . . (
186
). Mar-
tin Svitt ha citato il caso della persecuzione e del riconoscimento di un'associa-
zione di studenti ebrei dovuta al rifiuto dell'unione degli studenti di ratificare
l'Atto costitutivo di questa Associazione in quanto contrario alla politica dell'U-
nione. L'Associazione infatti aveva adottato una risoluzione sulla scia della con-
testata risoluzione votata dall'Assemble Generale delle Nazioni Unite secondo la
quale il sionismo sinonimo di razzismo. Secondo Svitt si trattato qui di un
56
esempio di occasione colta dalla destra fascista e dalla sinistra fascista per gettare
discredito sulle comunit ebraiche. Sono emerse divergenze tra gli esperti per
quanto riguarda il grado di miglioramento di tale situazione: le leggi sulla parit
razziale adottate nel 1965 non hanno mai trasmesso il messaggio dell'impegno
del governo contro la disuguaglianza in quanto il messaggio del rifiuto degli
immigrati contenuto nelle leggi sull'immigrazione era molto pi forte. L'osserva-
tore oggettivo riconosce comunque che gli sforzi dei governi che si sono succedu-
ti per creare un quadro istituzionale per la parit razziale sono stati tenaci e co-
struttivi. La maggior parte degli esperti ha riconosciuto infatti che le istituzioni e
le strutture create nel Regno Unito nel settore delle relazioni razziali non esigono
trasformazioni profonde anche se opportuno migliorarle (
I87
). Concludendo la
risposta data a questi problemi dalla politica globale dei governi sembra essere
pi profonda e coerente nel Regno Unito che in altri paesi.
152. Gli atteggiamenti pubblici nei confronti delle minoranze etniche e dell'im-
migrazione non sono stati sondati molto regolarmente in Europa, per quanto nel
Regno Unito i sondaggi siano alquanto pi frequenti rispetto a molti altri paesi.
Michael Billig ha studiato gli atteggiamenti xenofobi dei quindicenni e dei sedi-
cenni nelle West Midlands, e ha riscontrato fra il 1980 e il 1984 un raddoppio
delle simpatie manifestate per il National Front, una simpatia esplicitamente col-
legata alla minaccia di disoccupazione (
188
). Lo studio della ricerca sulla pianifi-
cazione sociale e collettiva del 1984 suggeriva un convincimento diffuso nella
popolazione secondo cui il Regno Unito sarebbe una societ in cui tutt'altro
che applicata la parit di prospettive. I pregiudizi razziali e di classe e la discrimi-
nazione sono considerati presenti in vasta misura e sono interpretati come gravi
ostacoli al progresso. Circa il 90% della popolazione ritiene che vi siano pregiu-
dizi contro gli asiatici e i negri . . . Circa un terzo del totale del campione ha
dichiarato di avere pregiudizi nei confronti delle persone di razza diversa . . .
Pi del 40% della popolazione ritiene che i pregiudizi razziali si diffonderanno
ulteriormente negli anni ' 80, e secondo un altro terzo rimarranno al livello
attuale. . .
t t
(
189
).
153. Il razzismo pu apparire a prima vista pi esteso nel Regno Unito che in
diversi altri paesi dell'Europa occidentale. La volont di dibattere pubblicamente
il problema razziale sia a livello politico che sociale pu dare talora un'impressio-
ne esagerata dell'entit dei problemi connessi con questa materia. D'altro lato la
risposta data a questi problemi dalla politica governativa pare essere ben pi
ampia e coerente nel Regno Unito che in altri paesi.
2.2.1 Spagna
154. La relativa facilit con la quale Spagna uscita dal regime franchista, cor-
porativo e autoritario, ha sorpreso numerosi osservatori. Il ricordo dello strappo
generato dalla guerra civile ha fatto passare in secondo piano l'elemento fonda-
mentale, e cio che, socialmente e politicamente, la Spagna condivideva l'insieme
delle caratteristiche delle democrazie vicine.
155. Tutte le indagini effettuate dal 1974-1975 evidenziano un'aspirazione
generale verso una tradizione pacifica, il rigetto degli organi rappresentativi del
vecchio regime, ma anche dei movimenti estremisti in generale (
190
).
57
156. Altrettanto importante era il desiderio, chiaramente espresso, di difende-
re la democrazia, una differenza considerevole rispetto alla situazione della
Seconda Repubblica in cui, per quanto l'elemento repubblicano fosse accettato
dalla maggioranza dei cittadini, d'altra parte pochi di essi erano disposti a schie-
rarsi in sua difesa quanto meno nella prima met degli anni '30 (' ").
157. Indubbiamente si sono registrate convulsioni dovute ad alcuni tentativi
golpisti, il pi spettacolare dei quali rimane quello del 23 febbraio 1981, effet-
tuato dal tenente colonnello Tejero. Un altro complotto stato sventato nell'ot-
tobre 1982. Nonostante alcune analisi allarmiste (
192
), un golpe militare sembra
ormai da escludere.
158. A livello elettorale, la scomparsa del franchismo stata sancita dalle ele-
zioni del 1982. Quelle del 1979 vedevano l'alleanza, sotto la sigla Unione
Nazionale di Fuerza Nuova, fondata nel 1976 da Blas Pinar, allora procuratore
presso le Cortes franchiste, e della Falange. Insieme esse avevano ottenuto il 2%
dei voti. Va rilevato che i risultati meno deludenti dell'Unione Nazionale (Casti-
glia, Santander, Valladolid), corrispondono ai punti forti della falange nel
1936 (che a quel tempo aveva ottenuto meno dell' 1% dei suffragi) (
193
). Ci non-
dimeno l'estrema destra dispone di militanti giovani e attivi, e pu ancora radu-
nare migliaia di persone in certe occasioni. Peraltro, vengono periodicamente
giudicati casi di arsenali nascosti o di incendi di sedi di partiti politici e di sinda-
cati (
,94
).
159. E' stata recentemente segnalata la nascita di un nuovo partito di estrema
destra, Juntas Espaolas, presieduto dal sig. Antonio Izquierdo, direttore del
giornale El Alcazar.
160. Si impone forse una parentesi a proposito della partecipazione di numero-
si ex ministri e personalit del periodo franchista alla vita politica attuale. E' il
caso del sig. Fraga Iribarne, presidente del partito conservatore Alianza Popular,
del sig. Suarez, ex Primo ministro e presidente del Centro Democratico y Social
nonch del nuovo ministro degli affari esteri, sig. Francisco Fernando Ordonez.
Mentre il problema si pone talora nel resto dell'Europa, la legittimit democrati-
ca di questa partecipazione non assolutamente messa in dubbio in Spagna. Di
conseguenza, i tentativi di valutare lo sviluppo democratico spagnolo in funzio-
ne dell'evoluzione della popolarit di tali personalit non appaiono giustifi-
cati (
195
).
161. Quanto ai collegamenti internazionali dell'estrema destra spagnola, la
sig. ra Chamber de Lauwe ha posto l'accento sul ruolo svolto dal CEDADE
(Circulo Espaol de Amigos de Europa). Fondato nella RFG nell'agosto 1965,
sotto l'egida di un'associazione wagneriana, da numerosi responsabili militari e
professionali dei regimi hitleriano e mussoliniano, esso si successivamente svi-
luppato in Spagna, e Madrid ne la sede e la principale filiale. Esso servirebbe da
copertura ad altre organizzazioni dalle sigle esplicitamente naziste, sarebbe orga-
nizzato su tre livelli distinti, per un complesso di circa 2.500 aderenti. L'organiz-
zazione, che coltiva il paneuropeismo e l'antisemitismo (
196
), avrebbe rappre-
sentanze in America latina e manterrebbe relazioni con i gruppi estremisti duri
dell'intera Europa (
197
).
58
162. Merita anche di essere segnalata l'attivit della setta Nouvelle Acropole,
che sarebbe attiva in 27 province spagnole e conterebbe circa 1.000 membri. Il
giornale Tiempo ha denunciato il fatto che Nouvelle Acropole riceverebbe,
attraverso varie filiali, sovvenzioni provenienti dalla Comunit di Madrid (
198
).
Fondata nel Per e diretta in Spagna da una cittadina argentina, la setta ha la
propria sede internazionale a Bruxelles e sarebbe attiva in 17 paesi europei e in
17 paesi latino-americani. Sotto la copertura di speculazioni filosofiche, essa svi-
luppa un'ideologia neonazista (' ").
163. Il problema basco esige una menzione particolare. E' noto che il terrorismo
esercitato dall'ETA militare, come pure, in misura minore, il controterrorismo
messo in atto dai GAL (Grupos Antiterroristas de Liberacin), costituisce pro-
babilmente la principale minaccia per la democrazia spagnola. Il terrorismo nero
dei GAL contro militanti dell'ETA o del GRAPO rifugiati sul territorio francese
ha provocato, fra il luglio 1978 e il marzo 1985, la morte di 27 persone (
20
). Un
altro attentato alla fine di settembre a Bayonne, ha causato la morte di altri quat-
tro rifugiati baschi. Anch'esso stato attribuito al GAL. Arresti effettuati recen-
temente inducono a pensare che i GAL abbiano in vasta misura reclutato i propri
aderenti negli ambienti della malavita spicciola (
2D1
).
164. Quanto al terrorismo ispirato dall'ETA, molti esperti ritengono che si
tratti storicamente di un prodotto dell'integralismo carlista (
202
), affiancato da
una teoria della purezza del sangue ispirata dalle tesi di Gobineau (Carlo Baro-
ja parla di razzismo democratico) (
203
). Nel caso che qui ci interessa, il razzismo
legato alla violenza indipendentista e il suo rigetto costituisce indubbiamente il
migliore antidoto contro tale stessa violenza.
165. Infine, rigurgiti di razzismo sembrano persistere nei confronti delle comu-
nit gitane. Ad esempio, l'ingresso di bambini gitani al collegio Severo Ochoa di
Madrid ha dovuto avere luogo sotto la protezione della polizia (
204
).
2.2.12 Portogallo
166. Il caso del Portogallo non mai stato citato di fronte alla commissione, e
neppure nei documenti ad essa trasmessi. Un'analisi dell'evoluzione della demo-
crazia portoghese successiva a Salazar (1933-1974) andrebbe purtroppo al di l
del mandato della nostra commissione. L'estremismo di destra ha un peso eletto-
rale assolutamente trascurabile. Il gruppo meno insignificante Ordem Nova,
fondato nel 1980 da Gilbert Santos e Castro, ex capo-commando in Angola.
Quest'organizzazione si rifa al fascismo rivoluzionario e all'ipernazionalismo.
Essa manterrebbe stretti contatti con Fuerza Nuova in Spagna. Ora dissolto,
.continuerebbe tuttavia nella clandestinit, traducendo le pubblicazioni della
CEDADE destinate al Brasile. Peraltro, stata segnalata l'apparizione di un
gruppuscolo neonazista, Mocidades Patritica, presente in occasione di alcuni
incontri internazionali.
2.3. Altri paesi europei
2.3.1 Austria
167. L'estremismo di destra austriaco possiede, secondo B. Galanda, una base
storico-politica inedita: il concetto della nazione tedesca (Deutsches Volk).
59
Tale concetto, il cui corollario la negazione dell'esistenza di una nazione austria-
ca propria, si esprime fra l'altro attraverso la legittimazione dell'annessione del-
l'Austria da parte della Germania nel 1938 (Anschlu) e della presenza e del-
l'azione della Germania nazista in Austria dal 1938 al 1945 (
205
).
168. Esistono attualmente in Austria almeno 50 gruppi di estrema destra, la
cui importanza varia a seconda dei casi (
206
). Quale esempio di formazione radi-
cale a tendenza neonazista, si pu citare l'AUS (Auslnderhaltbewegung, movi-
mento per il divieto degli stranieri), il cui nucleo attivo sostanzialmente com-
posto da membri di un'organizzazione disciolta dalle autorit nel 1980 per aver
svolto propaganda neonazista contro lo Stato (Kameradschaft Babenberg).
Attraverso tesi razziste aggressive, cui si affiancano spesso inni nazionalsocialisti
vietati, l'AUS cerca di reclutare aderenti soprattutto fra i giovani, nelle scuole o
negli stadi di calcio, attribuendo le difficolt economiche e sociali alla presenza
di certe categorie di immigrati. Il suo seguito fra l'opinione pubblica e in partico-
lare nel corpo elettorale appare comunque assai limitato. Infatti, in occasione
delle elezioni del 1981 per la Prima Camera (Nationalrat), l'organizzazione si
presentata nella circoscrizione di Vienna ottenendo solo lo 0,4% dei voti (
207
).
169. Altri grupppi di una certa importanza sembrano avere stretti legami con
AUS. Si tratta innanzitutto dell'NDP (Nationaldemokratische Partei, partito
democratico nazionale), creato nel 1966 a seguito di una scissione del Freiheitli-
che Partei sterreichs (
208
).
170. Il NDP ha partecipato pi volte a elezioni comunali e regionali, senza
riuscire mai ad ottenere i voti necessari per aggiudicarsi un mandato. Va tuttavia
ricordato che il leader di tale partito, N. Burger, fu nel 1980 candidato alla pre-
sidenza della federazione ottenendo 140.000 (3,2%) voti, risultato che ha scan-
dalizzato l'opinione pubblica democratica del paese (
209
).
171. Il secondo gruppo I'ANR (Aktion Neue Rechte, Azione nuova destra),
attivo dal 1974 negli istituti di insegnamento superiore austriaci, che, in occasio-
ne delle ultime elezioni per la rappresentanza regionale degli studenti, riuscito
ad ottenere un mandato. Va segnalato che contro questo gruppo stato presen-
tato un ricorso alla Corte costituzionale austriaca da due organizzazioni studen-
tesche che contestano la costituzionalit della partecipazione a tali procedure
elettorali di formazioni di tendenza neonazista (
21
).
172. Si pu affermare che l'azione dell'estremismo di destra organizzato iso-
lata nella societ austriaca. I gruppi estremisti di destra che si sono registrati uffi-
cialmente quali partiti politici non hanno alcuna eco nel corpo elettorale (
2U
).
173. I due grandi partiti del paese, il partito socialista (Sozialistische Partei e il
partito popolare (Volkspartei) hanno posizioni chiaramente antifasciste (
212
).
Diversa, in una certa misura, la posizione del partito liberale austriaco (Freihei-
tliche Partei sterreichs) nel quale, a fianco di un'ala liberale che sembra attual-
mente predominate nella formazione, esistono pronunciate correnti nazionaliste
infiltrate dall'ideologia di una comunit nazionale e culturale pangermanica (
213
).
E' forse su questo sfondo che va collocato il recente incidente dell'accoglienza
riservata dal ministro austriaco della difesa, sig. F. Frischenschlaeger, membro
di tale partito, al criminale di guerra Walter Reder, graziato dalle autorit italia-
60
ne dopo una lunga detenzione. E' noto che l'episodio ha suscitato vive proteste in
Austria, come peraltro in tutta l'Europa, e il gesto del ministro austriaco stato
criticato da quasi tutta l'opinione pubblica del suo paese (
214
). Una lettera che
esprimeva la reazione in tal senso dei parlamentari europei stata trasmessa al
governo austriaco da alcuni membri, su proposta dell'on. D. Ducarme, deputato
del Parlamento europeo e membro della commissione (
21S
).
174. I gruppi di estrema destra austriaci dispongono di contatti pi meno tra-
dizionali con le organizzazione corrispondenti esistenti nella Repubblica federale
di Germania (
216
). Si pu inoltre osservare che i fenomeni che si manifestano in
questo settore del quadro politico tedesco si ripercuotono, per quanto con un
certo ritardo, sulla scena politica austriaca. Del materiale di propaganda neona-
zista, proveniente dalla Repubblica federale, viene diffuso in Austria.
175. Legami di cooperazione esistono inoltre fra i gruppi di estrema destra
austriaci e organizzazioni di tendenza analoga con sede soprattutto in Spagna e
negli Stati Uniti. Per di pi, l'Austria stata il teatro di manifestazioni neonaziste
internazionali, sotto forma di riunioni di veterani delle SS o di seminari organiz-
zati con la partecipazione di aderenti ad organizzazioni straniere. Lo storico bri-
tannico David Irving, invitato da estremisti di destra a tenere conferenze alla fine
dello scorso anno, stato tuttavia immediatamente espulso dal territorio austria-
co dalle autorit (
217
).
176. Si pu dire che l'estremismo di destra organizzato attraversa in Austria un
periodo di regresso, laddove invece in tale paese si constata la presenza di ten-
denze xenofobe alquanto diffuse. Queste tendenze, ufficialmente non articolate,
hanno come bersaglio i lavoratori immigrati, per quanto il numero di questi ulti-
mi sia in diminuzione. Si attribuiscono alla loro presenza la disoccupazione,
peraltro non considerevole in Austria, e in generale, le difficolt economiche e
sociali. E'sullo sfondo di questo atteggiamento diffuso che cerca di prendere pie-
de l'attivismo dei gruppi razzisti (
218
).
177. Come in passato, si pu anche registrare in Austria un certo antisemitismo,
per quanto in tale paese gli israeliti rappresentino solo lo 0, 1% della popolazio-
ne. Questo antisemitismo senza israeliti resta comunque un atteggiamento
intellettuale e psicologico occulto, la cui importanza sembra ridursi sempre pi,
soprattutto nelle giovani generazioni e negli strati sociali pi istruiti, sotto
l'influenza di un'educazione civica democratica e di un dialogo politico e storico
illuminato (
219
).
2.3.2 Novegia
178. Nel 1981, l'assassinio di due simpatizzanti neonazisti aveva evidenziato
l'esistenza di due gruppi rivali, uno dei quali avrebbe avuto legami con il gruppo
Hoffmann delle R F G (
22
). Nel maggio 1984, minacce contro una ventina di
scuole della capitale norvegese hanno indotto la polizia a proteggere in particola-
re i bambini immigrati in occasione della celebrazione della festa nazionale. Fra
le altre manifestazioni sporadiche di attivit va registrata l'iscrizione di simboli
nazisti sulla sinagoga di Oslo nel giugno 1985.
61
2.3.3 Svezia
179. In Svezia i gruppi estremisti di destra hanno un seguito insignificante.
Uno dei principali problemi registrati stato probalimente la pubblicazione di
documenti antisemiti e blasfemi distribuiti in tutta Europa e nell'America setten
trionale (Jewih Information, Arab News, Bible Research). Il 20 dicembre
1982 il responsibile di tali pubblicazioni, Dietlieb Clwer Felderer, aderente al
Institute for Hystorical Review (USA) (cfr. precedente nota 53), stato con
dannato a l O mesi di detenzione. Atti di vandalismo organizzato avevano fatto
seguito alla sua condanna ("'). Peraltro, in Svezia esistono un partito nazional
socialista (Nordiska Rikspartiet o Nasjonalt Rikspartiet) fondato nel 1956 e
diretto da Gorun Assar Oredson (partito che ha organizzato due manifestazioni
prima delle ultime elezioni), e un partito nazionaldemocratico al quale si riav
vicinerebbe un piccolo movimento antiimmigrazione (BSS) fondato nel 1979.
180. Va infine notato che una serie di scontri razziali nell'agosto 1982 a Stoc
colma, ai quali avevano partecipato numerosi skinheads, ha indotto il gover
no svedese a introdurre un programma educativo speciale contro la xenofobia.
2.3.4 Svizzera
181. La presenza di molti stranieri (14,5% del totatle della popolazione) in
Svizzera stata oggetto di tutta una serie di referendum dal 1970 in poi. Nel
1970, nel 1974, nel 1977 e nel 1981 l'elettorato ha respinto proposte volte a
ridurre il numero di stranieri in Svizzera o a ridurre ulteriormente lo status spe
ciale di lavoratore stagionale. Nel giugno 1982 l'elettorato svizzero ha respinto
con esigua maggioranza una proposta volta a rendere pi flessibile la normativa
sui lavoratori stranieri in Svizzera contrariamente a quanto raccomandato da
tutti i partiti politici maggiori con conseguente abrogazione di una legge vota
ta dal Parlamento svizzero nel 1981. 1 promotori di molte di queste azioni sono
stati due partiti politici, Azione nazionale contro la penetrazione straniera in
Svizzera (Nationale Aktion gegen berfremdung von Volk und Heimat)
Movimento nazionalistico di protesta fondato nel 1961 e il Movimento
repubblicano (Republikanische Bewegung) il cui leader il dr. James Schwarzen
bach, ex leader di Azione nazionale, che si rifa all'antica tradizione svizzera
'repubblicana', che si oppone all'influenza straniera e all'interferenza negli affari
della Svizzera, movimento fondato nel 1970. Ambedue questi partiti sono stati
rappresentati nel Parlamento svizzero dal 1969 in poi ed hanno avuto insieme il
3,4% dei voti nelle elezioni del 1983, con 5 dei 200 seggi nel Consiglio naziona
le. Il risultato quindi stato un miglioramento rispetto alle posizioni del 1979,
quando i due partiti ebbero il 2,0% dei voti e soltanto 3 seggi, il che aveva coin
ciso con il loro livello pi basso di popolarit (
222
).
182. Il Nouvel Ordre Europen (NOE o anche Novel Ordre Social) una
delle associazioni neonaziste transnazionali e ha sede a Losanna f
223
). La com
missione ha ricevuto ampie informazioni sulle attivit dei 'Lupi grigi' in Svizzera
(vedi 2.3.5 infra).
183. Interessanti studi effettuati nel 19801981 hanno dimostrato che in Sviz
zera, come in numerosi altri paesi europei, persiste un antisemitismo latente
(pregiudizi assai profondi per il 56% della popolazione, pregiudizi caratteristici
62
per il 21-22%, (
224
). La relazione del sig. Krieps per il Consiglio d'Europa ricor-
da la discussione di ampia portata provocata dalla proiezione di Holocauste, e
le minacce e gli attacchi contro numerosi obiettivi israeliti che ne erano seguiti

225
)
2.3.5 Turchia
184. L'estremismo di destra turco stato citato dagli esperti prevalentemente
con riferimento alle attivit dei 'Lupi grigi', in particolare in Germania, in Svizze-
ra e in Italia. Ma questo gruppo solo uno degli almeno otto movimenti turchi
di estrema destra, cui si aggiungono pi di 25 gruppi di estrema sinistra e pi di
20 gruppi di fondamentalisti islamici, nazionalisti armeni e nazionalisti curdi
(
22i
). Fra i motivi pi spesso addotti da sostenitori dell'attuale regime turco per
giustificare il colpo di Stato militare del 12 settembre 1980 e l'attuale ritmo del
ritorno alla democrazia parlamentare pluripartitica figura lo slittamento verso
l'anarchia a causa delle attivit dei gruppi terroristi di sinistra e di destra. Sotto il
regime militare, il Parlamento stato sciolto, i gruppi politici sono stati messi
fuorilegge e i diritti fondamentali sono stati sospesi. In questo periodo numerose
migliaia di persone sono state arrestate in Turchia e si sono celebrati processi,
conclusisi non di rado con condanne a morte eseguite conformemente alle dispo-
sizioni della legge marziale in materia di reati contro lo Stato riprese direttamente
dal codice penale applicato in Italia dal regime fascista nel periodo fra le due
guerre. Inoltre, per quanto le elezioni parlamentari del novembre '83 e le elezioni
locali del marzo 1984 abbiano evidenziato una riduzione delle limitazioni alle
attivit dei partiti politici (
227
), la Turchia continua ad essere soggetta ad un
governo autoritario che, con la sua stessa esistenza, conferma la sopravvivenza
pratica di tendenze di estrema destra nell'Europa contemporanea.
185. Il Partito di Azione nazionale (Milliyetci Hareket Partisi MHP), attual-
mente privo di status ufficiale, affermava di avere 300.000 aderenti ed aveva 16
seggi nell'Assemblea prima del colpo di Stato militare. Alcuni dei suoi aderenti
hanno partecipato ad atti di violenza, oltre ad essere essi stessi il bersaglio di atti
di violenza. Varie organizzazioni si sono formate grazie a tale partito, fra cui la
Federazione delle associazioni turche di idealisti democratici, l'Associazione del
Grande Ideale e i Lupi grigi. Secondo Wilkinson, questi ultimi rappresentano
una minaccia di violenza, odio e conflitti fra comunit ben pi concreta che non
le piccole frange che si associano nell'ambito del Diksmuide (
228
), in quanto
hanno creato organizzazioni in vari paesi dell'Europa occidentale, in particolare
nella Repubblica federale di Germania. Alcune di essere hanno stretti legami con
i neonazisti tedeschi. I Lupi grigi hanno ottenuto un livello di notoriet forse
sproporzionato alla loro consistenza, a seguito del tentativo di assassinio del
Papa Giovanni Paolo II da parte di Mehamet Ali Agca; per, secondo la requisi-
toria del procuratore militare in occasione del processo del 1981 al colon-
nello Turkes (Leader del MHP), i Lupi grigi sono stati responsabili dell'orga-
nizzazione o dell'esecuzione di 694 omicidi nel periodo 1974-80. La loro noto-
riet cresciuta attraverso i loro presunti collegamenti con il servizio segreto bul-
garo, e forse con altri centri dell'Europa orientale, in occasione del tentativo di
assassinio del Papa. Il collegamento bulgaro contestato, e si attende la conclu-
sione del processo. La commissione di inchiesta ha ricevuto un'ampia documen-
tazione sulle attivit dei Lupi grigi in Germania, attraverso la IG Metall, il sinda-
63
cato dei metalmeccanici della Repubblica federale di Germania, e in Svizzera.
Info Turk del giugno 1985 afferma che l'organizzazione attiva anche in Belgio
attraverso la Turk Federasyon basata a Francoforte, riunitasi ultimamente il 18
maggio 1985 nella Repubblica federale di Germania a Castrup-Rauxel, quando
fu adottata una risoluzione in appoggio al suo ex presidente Serdar Celebi
(attualmente processato a Roma per complicit nel tentato omicidio del Papa).
186. In quanto comunit in varia misura emigrante, i turchi sono pi spesso
oggetto di discriminazione razziale che soggetti attivi di essa. Ma il caso degli
armeni e dei curdi, come pure quello della persecuzione e del trasferimento della
minoranza greca, numerosa e fiorente, in Turchia, dimostrano che tali minoran-
ze hanno sofferto considerevolmente in questo secolo, fino al punto del presunto
genocidio degli armeni nel 1915 un'accusa che, per quanto suffragata da pro-
ve, non mai stata ammessa dai governi turchi che si sono succeduti (
229
). Grup-
pi armeni sono stati attivi in numerosi paesi dell'Europa occidentale, rivendican-
do la paternit di attacchi violenti a diplomatici e cittadini turchi, nonch ad
organizzazioni favorevoli al governo turco.
2.3.6 Europa dell'Est
187. Il relatore non intende addentrarsi, per i paesi dell'Europa orientale, in
un'analisi simile a quella fatta per gli altri paesi europei. Infatti, la situazione
qui fondamentalmente diversa: se finora si trattava di identificare alcune delle
minacce che incombono sull'ordine e sui valori democratici pluralistici, ci trovia-
mo ora dinanzi a societ in cui questo stesso ordine e questi stessi valori non
sono riconosciuti. Il vostro relatore crede, con il sig. Glucksman, che si debba
ricorrere in questo caso alla nozione di totalitarismo e ritiene, come il prof.
Voslensky, che il totalitarismo si sottragga al pluralismo democratico di una de-
stra e di una sinistra. Inoltre, il mandato stesso ricevuto dalla commissione si
rivelerebbe in questo caso inadatto a descrivere e valutare la situazione.
188. Tuttavia, poich se ne spesso parlato sia nei dibattiti della commissione
che nelle relazioni pervenuteci, il relatore vuole richiamare l'attenzione sulla
situazione specifica degli ebrei dell'Unione Sovietica, situazione menzionata in
particolare dal sig. Wiesenthal. Gli 1,18 milioni di ebrei dell'Unione Sovietica
non hanno diritto n alla loro storia, n alla loro religione, n alla loro lingua.
Nel 1984 e nei due primi mesi del 1984, la polizia sovietica ha arrestato, con le
pi svariate argomentazioni, numerose persone che insegnavano in privato
l'ebraico. Questi insegnanti sono stati condannati a pene detentive oscillanti dai
18 mesi ai 4 anni, cui si sono aggiunte, per molti di essi (Yakov, Mesh, Yosef
Berenstein, Mark Nepominashchy) gravi sofferenze sia mentali che fisiche i
230
).
A varie riprese il Parlamento europeo ha denunciato queste pratiche (
231
).
189. Una relazione dell'on. Hugosson, approvata dall'Assemblea parlamenta-
re del Consiglio d'Europa il 26 settembre 1985, rilevava: La situazione degli
ebrei in Unione Sovietica non migliorata dal 1982 in poi; determinati elementi
fanno piuttosto pensare che essa sia peggiorata: 896 ebrei solamente hanno
potuto lasciare l'Unione Sovietica lo scorso anno e la repressione degli attivisti
ebrei si intensificata soprattutto dal mese di luglio 1984 in poi. La cultura
ebrea, nel senso pi ampio del termine, in pericolo. Una campagna antisemita,
sotto il pretesto della lotta contro il sionismo, trova larga eco nei mass media
64
(. . .). Si constatato che il numero di ebrei che esercitava un'attivit nei soviets
locali nel 1983 diminuito di oltre la met rispetto al 1967 ( . . . ) Determinati
pubblicisti sovietici sono stati persino indotti ad accusare 'i sionisti' di aver aiuta-
to Hitler ad accedere al potere e di aver collaborato allo sterminio degli ebrei ad
opera dei nazisti nel corso della seconda guerra mondiale (
232
).
190. Gli ebrei non costituiscono la sola comunit oggetto di discriminazione in
Unione Sovietica. La politica della 'russificazione' ha toccato diverse altre nazio-
nalit e ha costituito uno dei motivi di protesta spesso ricorrenti nella denuncia
di molti dissidenti. Il sig. Vladimir Bukovsky, per esempio, aveva inviato dalla
prigione, nel dicembre 1973, una lettera al sig. Alexei Kosygin, allora Presidente
del Consiglio dei ministri, per protestare contro la 'russificazione' che aveva por-
tato alla detenzione di numerosi armeni, lituani, ucraini, ebrei, tartari e altri in
campi di concentramento e in prigioni (
233
). Nel 1982 il Parlamento europeo si
pi particolarmente interessato alla situazione delle Repubbliche baltiche (
234
).
191. Per quanto riguarda la situazione in Polonia, un testo scritto da Adam
Michnik alla vigilia della sua condanna (
235
) costituisce una conferma di quanto
sostenuto dai nostri esperti e permette di situare meglio l'ampiezza dei diversi
fenomeni, ai quali nel corso del nostro lavoro non si pu necessariamente dare
tutto lo spazio che meriterebbero:
I veri eroi (di questo processo) sono i registi della SB (polizia politica) ed il
loro fedele collaboratore, il nostro giudice Krzysztof Zieniuk, presidente anche
del tribunale di Danzica. Kryzysztof Zieniuk un fascista. E' controvoglia che
mi devo servire di questo epiteto, conscio delle associazioni che esso evoca. Ma i
suoi metodi sono talmente classici e noti nella storia del sistema hitleriano (e sta-
linano), che questo termine risulta esser il pi esatto: esso fa riferimento ad
un'epoca in cui le sentenze scono pronunciate da veri e propri banditi in toga.
(. . .) In un resoconto della polizia sulla mia persona, allegato ai fascicoli, un
ubek di Varsavia, avente il grado di sergente, Andrezj Solecki, ha avuto la genti-
lezza di definire la mia nazionalit come 'ebrea'. Non poteva esservi che un solo
criterio per questa definizione: le leggi razziali naziste. Qualificando le persone
in base a questo criterio, i nazisti hanno sterminato la famiglia di mio padre
(. . .).
L'antisemitismo comunista non un fenomeno nuovo nella vita polacca. Tra-
piantato dalla Russia staliniana, esso ha sempre avuto una duplice funzione.
E'stato sempre l'ideologia naturale di coloro che avevano una mentalit fascista
e servivano la polizia politica e l'apparato del partito. Esso stato anche uno
strumento per compromettere la Polonia nel mondo. f
236
).
192. Inoltre, alla fine del 1981, il settimanale di Solidariet dedicava un artico-
lo ai problemi dei bielorussi. Si contano circa 450.000 ucraini, bielorussi, litua-
ni, ebrei, cechi e slovacchi viventi in Polonia. La situazione della minoranza
tedesca in Polonia pure oggetto di costante attenzione (
237
).
193. In Romania stata spesso citata la situazione della minoranza ungherese.
Il Consiglio d'Europa ha votato, nel settembre 1984, una risoluzione sulla situa-
zione delle minoranze in questo paese. Un responsabile politico caduto in disgra-
zia, il sig. Carol Kiraly, aveva dichiarato in una lettera aperta al Primo Ministro
romeno: After having got rid of the Jews, we are proceeding in the most
65
straightforward fashion toward the goal of getting off the Hungarians (
ns
). II
sig. Kiraly faceva riferimento in particolare alla chiusura della sezione ungherese
dell'Universit di Cluj in Transilvania nel 1977, alla soppressione della lingua
ungherese e alla nomina di rumeni in quasi tutti i posti chiave delle citt a mag-
gioranza ungherese (
239
). Osservazioni analoghe sono state fatte dal prof. Lajos
Takacs, il quale chiedeva in particolare l'istituzione in seno al Parlamento rume-
no di una commissione permanente per le minoranze e la ridefinizione dello sta-
tuto di queste ultime (
24
). Nel 1984 le relazioni tra la Romania e l'Ungheria sono
state definite come le peggiori dal 1945 e ci a causa delle dimostrazioni di scio-
vinismo con le quali la Romania ha celebrato il 65 anniversario dell'annessione
della Transilvania.
194. Per quanto riguarda la Bulgaria, la stampa ha dato recentemente una cer-
ta pubblicit alla misure di 'bulgarizzazione' della minoranza turca, adottate dal-
le autorit. Le misure di cambiamento forzato di patronimico hanno provocato
sommosse che, secondo le fonti, avrebbero portato alla morte di numerosi turchi
(da 40 a 500) (
241
). I corsi di lingua turca sono stati vietati e l'esercizio della reli-
gione islamica impedito con tutti i mezzi (
242
). Queste misure sono state denun-
ciate al Parlamento europeo e anche, nel settembre 1985, in una relazione pre-
sentata al Consiglio d'Europa (
243
).
195. Analoghi timori sono stati espressi circa la sorte della minoranza greca
vivente in Albania (
244
).
196. Il panorama etnico della Iugoslavia il pi complesso di tutti. I fatti rela-
tivi alla azioni della popolazione albanese della regione del Kosovo sono noti. I
due terzi di 1.600.000 albanesi della Iugoslavia vivono in questa regione, di cui
costituiscono quasi l'80% della popolazione. La regione di Kosovo ha un reddito
pro capite pari a un terzo di quello della Repubblica serba (
245
). La rivendicazio-
ne nazionalistica molto forte anche in Croazia, dove recentemente hanno avuto
luogo numerosi processi. Verso il 1975-1976 l'attenzione dell'opinione pubblica
internazionale era stata attirata sulla sorte del nazionalismo serbo. Pi general-
mente, il processo, nell'agosto 1983, di 13 musulmani controrivoluzionari a
Serajevo aveva rivelato l'esistenza di un'problema islamico'.
197. Si hanno anche numerose minoranze (tedesche, ucraine, polacche, boe-
me) in Cecoslovacchia e anche per queste sono state pi volte rilevate pratiche
discriminatorie (
246
).
198. Lo stesso dicasi dell'Ungheria, dove vivono circa 220.000 tedeschi,
110.000 slovacchi, 100.000 slavi del Sud e 25.000 romeni (
247
).
2.4 I contatti internazionali
199. Nelle relazioni nazionali abbiamo segnalato, dove l'abbiamo constatata,
l'esistenza di contatti fra gruppi simili. E'certo che esiste uno scambio continuo
di informazioni fra organizzazioni che si conoscono reciprocamente molto bene.
Talune occasioni, come il convegno annuale di Dixmuide in Belgio nell'ultima
domenica di giugno o il controanniversario dell'8 maggio, favoriscono palese-
mente questi contatti (
248
).
66
200. Nel resto del mondo l'America del Nord costituisce una comoda base per
pubblicazioni altrimenti vietate (
249
). Quanto all'America Latina, nessuno ignora
il numero di ex nazisti che essa ha ospitato. In commissione sono state spesso
menzionate le conseguenze in Europa della situazione nel Medio Oriente: il
meno che si possa dire che l'asprezza dei conflitti in corso porta chiaramente
alcune delle parti in causa a non andare troppo per il sottile quanto alla scelta
delle loro alleanze o alla natura della propaganda utilizzata (
250
). Detto ci, le
differenze perlomeno potenziali fra nazionalismi in ultima analisi rivali, i con-
tinui conflitti fra leaders effettivi o presunti per l'egemonia, la caduta delle ultime
dittature europee e la verosimile irregolarit delle entrate finanziarie, sono tutti
fattori che militano contro la tesi di una internazionale nera organizzata e
potente, dalla strategia costante e definita: di tale internazionale non abbiamo
trovato alcuna traccia (
2il
). Questa constatazione nulla toglie per n alla realt
di un certo sincretismo fra le tesi sviluppate dalle diverse organizzazioni (cfr. la
diffusione dei temi di Terza Posizione) n alla realt dei danni che possono
provocare alcuni attivisti professionisti, per quanto confusi o addirittura con-
tradditori siano i loro obiettivi strategici. In sintesi, questi contatti, pi che ispi-
rarsi ad una strategia sistematica, sembrano avere un carattere pragmatico
(prestiti ideologici, distribuzione di pubblicazioni, asilo provvisorio, forniture
circostanziate di armi) e irregolare.
2.5 La situazione: bilancio
a) Fascismo
201. L'inchiesta ha confermato che nei paesi democratici europei esistono stra-
ti di popolazione sensibili alle ideologie estremistiche di destra. La posizione
ideologica varia tuttavia da paese a paese, a seconda della storia politica, cultu-
rale e sociale di ciascuno dei paesi in causa. Anche la risonanza di queste ideolo-
gie varia notevolmente, sia nello spazio che nel tempo.
202. Alcune organizzazioni militanti danno un'espressione radicale alle aspira-
zioni di questi strati. Esse propagano un'ideologia autoritaria, antidemocratica e
antiegualitaria: in quest'ultimo tratto dottrinale il criterio razziale svolge un ruo-
lo centrale. Esse praticano inoltre spesso la violenza: quest'ultima si manifesta
sotto forma di scontri, di minacce, talvolta di assassini, di raggruppamenti para-
militari. Dette organizzazioni sono poi caratterizzate da frequenti cambiamenti
di sigle e strutture e da numerose scissioni e fusioni. I loro effettivi sono di prove-
nienza varia: ex nazionalsocialisti o membri dei partiti fascisti storici, per
quanto riguarda i pi anziani di loro; nazionalisti intransigenti, vittime talvolta
della sindrome coloniale; giovani emarginati alla ricerca di una affermazione
personale. Una delle principali funzioni di tutte queste organizzazioni quella di
dare una copertura politica alle tendenze individuali o sociali verso l'aggressivit
e la violenza.
203. Nella stragrande maggioranza dei casi, queste organizzazioni non hanno
che un uditorio elettorale ristretto e addirittura insignificante. Sebbene le com-
parse elettorali talvolta coronate da successo sembrano generalmente limitate e
precarie, esse tuttavia esercitano una certa influenza sugli atteggiamenti e le stra-
67
tegie di altre formazioni politiche. Inoltre, difficile valutare le dimensioni del-
l'ambiente favorevole all'estremismo di destra: i sondaggi e gli indici sono infatti
di difficile interpretazione, se non addirittura contraddittori. In ogni caso, le
potenzialit elettorali dell'estremismo di destra restano limitate.
204. L'eventuale passaggio di gruppi militanti all'estremismo terroristico pone
un ulteriore problema: l'ultimo decennio ha mostrato che il terrorismo nero si
era molto spesso ispirato, per imitazione, ai terrorismi pi diversi. In particolare
una ripresa alquanto allarmante del terrorismo di sinistra, seguita da un perfe-
zionamento nell'organizzazione delle sue azioni, hanno contribuito alla creazio-
ne di un ambiente propizio al ricorso generalizzato dei gruppi estremisti alla vio-
lenza. La confusione endemica del comportamento terroristico cova, grazie allo
sviluppo del terrorismo di sinistra o di quello islamico, un rischio di proliferazio-
ne, rafforzato a sua volta da alcuni sviluppi tecnologici odierni (si gi sottoli-
neata l'esistenza di reti informative che diffondono negli Stati Uniti informazioni
di incitamento all'odio) (cfr. infra nota 249).
205. In genere questi gruppi non hanno rapporti sistematici con l'estero, anche
se molteplici sono i rapporti di collaborazione occasionale dettati soprattutto
dall'esecuzione di atti terroristici. Alcune organizzazioni tedesche cooperano
per in maniera pi sistematica con organizzazioni parallele all'estero. Soprat-
tutto in Germania federale e in Francia si assiste allo sviluppo di un terrorismo
d'importazione.
b) Razzismo
206. I gruppi militanti d'estrema destra possiedono in generale una componen-
te razzista. La caratteristica pi frequente resta, in proposito, l'antisemitismo,
non per questo per si riscontra anche l'ostilit nei confronti di altre comunit
etniche. Questa componente si richiama a 'teorie' di superiorit razziale aventi
base etnica, nazionale o europea. Le modalit di questo razzismo militante
dipendono in gran parte dall'ampiezza e dal tipo di immigrazione del paese in
questione, purch ovviamente la percentuale di immigrati raggiunga livelli signi-
ficativi. A questo punto l'incitamento alla guerra delle razze pu rivelarsi uno
strumento di maggiore mobilitazione e notoriet.
207. Su un piano diverso, vi sono negli Stati europei elementi di discriminazio-
ne razziale riscontrabili nella legislazione, nella giurisprudenza e soprattutto for-
se nelle pratiche amministrative. Questa situazione presenta aspetti che possono
permettere di parlare talvolta di discriminazione razziale istituzionalizzata.
Sarebbe per esagerato parlare, per l'Europa democratica, di razzismo di Sta-
to. L'unica forma di razzismo di Stato attualmente praticata e che noi abbiamo
riscontrato nel contesto geografico della nostra inchiesta senza dubbio l'antise-
mitismo dell'Unione Sovietica.
208. Esistono tuttavia degli atteggiamenti discriminatori che fanno parte della
vita quotidiana, pubblica e privata, e che sono particolarmente evidenti nelle
regioni a forte immigrazione. Questi atteggiamenti sono tanto pi diffusi allor-
ch vi una recrudescenza di sentimenti xenofobi, quale risulta, in proporzioni
talvolta allarmanti, dai sondaggi. Grazie alla crisi economica e sociale, la xeno-
fobia viene sfruttata come argomento politico. Il problema non di facile solu-
68
zione: la realt politica contemporanea basata sulla legittimit dello Stato nazio-
nale e della cultura ad esso propria attraversa una fase di trasformazione. D'altro
lato la xenofobia, in quanto mentalit e atteggiamento di diffidenza o di intolle-
ranza nei confronti delle comunit straniere e dei loro membri, mentalit e atteg-
giamento dai contorni difficilmente identificabili, non potrebbe essere assimilata
al razzismo, caratterizzato da un'ostilit aggressiva e deliberata nei confronti
delle stesse comunit straniere. In ogni caso, xenofobia ed estremismo di destra
non devono essere identificati. In numerosi casi la xenofobia non pu essere assi-
milata neppure al razzismo.
209. Infine si sono potuti osservare dei segni di diffusione di un discorso pseu-
doscientifico, razzista o fortemente elitario (cfr. par. 41 supra). La relativa rinasci-
ta di un tale discorso ci sembra dipendere non tanto da un eventuale rinnova-
mento tematico quanto dalla diffusione dei sentimenti xenofobi che, se da un
lato fornisce un ottimo terreno di divulgazione, dall'altro provoca una domanda
di legittimazione scientifica.
2.6 Ricerca delle cause
210. Nella precedente sintesi delle situazioni riscontrate si sono dovuti inevita-
bilmente anticipare alcuni elementi inerenti alla ricerca delle cause. Quest'ultima
allo stato attuale non pu che avere un carattere generale. Un approccio causale
scientificamente fondato deve spiegare un insieme di fatti, di avvenimenti e di
fenomeni strettamente delimitati, mentre ci che caratterizza la nostra inchiesta
sono le dimensioni, le ambiguit e le analogie delle situazioni. In compenso,
quest'indagine ci permette di presentare un quadro generale in cui sar pi facile,
si spera, inserire gli studi dei casi singoli e le ricerche o spiegazioni specifiche.
211.
a) L'estremismo di destra
Il fascino malsano del passato, la sopravvivenza delle lezioni di indottrina-
mento statale e la presenza di individui compromessi con i passati regimi rap-
presentano altrettanti rigurgiti della storia che contribuiscono alla permanen-
za dell'estremismo di destra. Si aggiunga il fatto che ancora recentemente
continuavano ad esistere alcune dittature.
Questa permanenza stata giudicata da alcuni dei nostri esperti (in particola-
re dai sigg. Scheuch e Wiesenthal) come una specie di patologia normale
delle societ democratiche, che non bisogner certo accettare ma neppure
pretendere di sradicare totalmente.
Un'altra causa accidentale pu essere individuata nello sfruttamento, da
parte delle altre forze politiche, della presenza continua di nuclei di estremisti
di destra e delle loro fluttuazioni. La frammentazione del quadro politico
incita talvolta i partiti ad effettuare manovre determinate unicamente da fina-
lit elettorali. Infatti questa presenza risveglia i ricordi del passato e di conse-
guenza i riflessi di mobilitazione che diverse forze tenteranno di sfruttare a
proprio profitto. Tutto ci conferisce all'estremismo una pubblicit che con-
tribuisce alla sua sopravvivenza.
Questa manovra per oggi tanto pi pericolosa in quanto il riflesso di
mobilitazione potrebbe rivelarsi meno efficace che in passato e quindi inca-
69
pace di controbilanciare l'effetto pubblicitario registrato. Durante i lavori
della commissione si molto discusso di un fenomeno generazionale impor-
tante: quarant'anni dopo la fine della seconda guerra mondiale stanno forse
scomparendo i tab che impedivano di toccare certi temi o discorsi. I rigurgiti
della storia sopravviverebbero pi a lungo della memoria storica. Si tratta di
un'ipotesi che non sollecita incantesimi bens un vero rinnovamento della cul-
tura democratica.
Infine, non bisogna trascurare l'appoggio che l'estremismo (e soprattutto il
terrorismo nero) riceve dall'estero come pure gli appoggi ed i legami occasio-
nali dei diversi gruppi.
212.
b) // razzismo
Le cause del razzismo sono di difficile identificazione, valutazione e pondera-
zione, in quanto o sono molto generali o sono tipiche di questa o quella situa-
zione locale, di questo o quel periodo. Come peraltro ci siamo gi sforzati di
sottolineare nella nostra analisi delle definizioni e nella nostra impostazione
di ricerca, esistono poi tipi e livelli estremamente differenti di razzismo.
Quanto al razzismo che si potrebbe definire selvaggio, e che una compo-
nente delle ideologie estremiste, il suo destino intrinsecamente legato a quel-
lo di queste ultime. Lo stesso potrebbe dirsi dell'antisemitismo se questo non
si fondasse su un sostrato di pregiudizi (reale, anche se non bisogna sopravva-
lutarne l'importanza) e se non vi fosse un antisemitismo istituzionalizzato
(URSS). Inoltre, l'antisemitismo si identifica molto presto con ci che nella
prima parte abbiamo chiamato razzismo funzionale
252
).
Occorre anche sottolineare quella parte di razzismo legata alla paura sponta-
nea di fronte allo straniero, in quanto individuo sconosciuto. Numerosi nostri
esperti hanno sostenuto che la diffidenza ed il rifiuto nei confronti di qualsiasi
forma di alterit sfuggono ad un perch, in quanto questi sentimenti costitui-
scono un fatto universale. In che modo si pu dunque superare questa diffi-
denza e questo rifiuto? Questa la questione essenziale.
Il problema aggravato ulteriormente dalle dimensioni della mobilit inter-
nazionale, provocata a sua volta da cause politiche (persecuzioni, annessioni
territoriali, cambiamenti di regime), economiche (diversit di livello di svilup-
po economico, ripartizione internazionale del lavoro) e storiche (passato
coloniale soprattutto dell'Europa).
Inoltre, la diffusione di atteggiamenti razzisti o xenofobi si spiega anche con
il contesto sociale generale all'interno del quale sono avvenuti la maggior par-
te dei flussi migratori. Si osserva che alcune delle lamentele espresse presenta-
no una diffusione cos generale da tradurre, pi che il problema di una comu-
nit specifica, un malessere comune all'insieme dei paesi europei che in passa
to sono ricorsi in proporzioni massicce a manodopera straniera. Non basta
osservare che le politiche di immigrazione perseguite in tutti gli anni sessanta
sono state attuate, in genere, senza grandi preoccupazioni per il domani; va
aggiunto che i movimenti di immigrazione sono avvenuti in un momento in
cui i paesi ospiti erano colpiti da quattro crisi specifiche:
una crisi urbanistica, dovuta sia alla forte crescita naturale che alle diffi-
70
colta specifiche di una crescita economica accelerata: l'inadeguatezza e la
scomodit delle condizioni di vita, di trasporto e di alloggio nonch i
diversi fenomeni di deterioramento dell'ambiente urbano colpivano in pri
mo luogo le popolazioni migranti;
una crisi educativa: la democratizzazione dell'insegnamento, il rapido
aumento degli effettivi, la crisi dei valori che fino a quel momento avevano
sostenuto il sistema educativo hanno reso l'acculturazione dei nuovi arri
vati pi difficile che in passato, quando i punti di riferimento ed i modelli
da imitare godevano di una maggiore stabilit;
una crisi culturale: l'osservazione precedente non vale unicamente per la
scuola bens anche per l'insieme delle istituzioni sociali. A tale riguardo la
diffidenza e l'ostilit nei confronti delle popolazioni immigrate non pro
vengono tanto da una fiducia eccessiva delle nostre societ nei loro model
li e nelle loro capacit, quanto piuttosto da un'indecisione o addirittura da
un'angoscia pi o meno mascherata;
infine, una crisi economica: quest'ultima ha senz'altro funto da catalizza
tore ma, senza l'apporto dei tre precedenti fattori, le sue conseguenze in
materia di xenofobia non sarebbero state quelle appena descritte. E' inol
tre normale che in circostanze economicamente e socialmente difficili
diminuisca la coesione e la solidariet della compagine sociale e si sviluppi
un'emarginazione dagli effetti molteplici e sempre dolorosi.
213. Inoltre, fattori storici e internazionali contribuiscono in ciascun paese a
modellare le reazioni sia degli autoctoni che degli stranieri. L'importanza di
questi fattori perfettamente illustrata dal caso della comunit magrebina in
Francia.
214. In sintesi, facciamo nostra l'analisi della sig.ra Vronique de Rudder: Il
razzismo 'piccolo bianco', molto studiato negli Stati Uniti, deriva non tanto dal
numero degli stranieri quanto dall'alterazione dell'immagine che gli autoctoni si
fanno o vogliono dare di se stessi. (. . .) Il rifiuto una risposta alla sensazione
di perdere di valore. (
253
)
215. Restano tuttavia da capire le forme particolari prese da questo rifiuto, e
cio la violenza che spesso l'accompagna. Si pu solo osservare in proposito che
la violenza verso le comunit immigrate non indipendente dal contenuto com
plessivo delle culture che caratterizzano i singoli strati sociali, le generazioni o le
regioni. Gli autori di uno studio sull'hooliganismo nel calcio inglese mettevano
per esempio in evidenza l'emergere di uno stile di vita che valorizza un elevato
consumo di alcool, il maschilismo, la solidariet fra gli abitanti di uno stesso ter
ritorio, i tifosi della medesima squadra ed associa la pratica della violenza a un
godimento quasi sessuale (
254
).
216. E' chiaro che questo comportamento non pu che riflettersi nell'atteggia
mento nei confronti degli stranieri. I comportamenti xenofobi non si sviluppano
come un parassita all'interno del corpo sociale, ma esasperano ed esemplificano
le tare di cui esso era gi vittima in precedenza.
217. Perci l'insieme dei fenomeni studiati dalla presente relazione non pu
essere compreso che a differenti livelli fra loro complementari: come una minac
cia (legata ad un fenomeno generazionale di fluttuazione della memoria storica)
71
contro le forme tradizionali della tolleranza quali le definiva Spinoza nel 1670:
Occorre assolutamente accordare agli uomini la libert di giudizio e governarli
in maniera tale che, pur professando apertamente opinioni diverse e opposte,
vivano tuttavia nella concordia i
255
); come una reazione a un sentimento di insi
curezza, a una sensazione di declino economico, demografico e culturale (ripie
gamento sociale che rischia di aumentare ancor pi l'emarginazione gi registra
ta); come una reazione legata ai momenti pi dolorosi della crisi; come un pro
blema specifico circoscritto a strati sociali isolati e alle microculture da essi gene
rate.
La valutazione dei diversi fattori dipende dalla configurazione esatta di ciascuna
delle situazioni studiate in questa relazione. Resta infine da sottolineare la rela
zione constatata fra l'insieme dei fenomeni studiati (fascismo e razzismo) e le
condizioni economiche, punto questo che stato rievocato parecchie volte nel
corso dei lavori della commissione.
2.6.1 Situazione economica ed ascesa dei movimenti estremisti
218. Se l'aggravarsi delle condizioni economiche non costituisce sempre la pri
ma ragione dell'ascesa delle forze antidemocratiche all'interno di una societ,
certo tuttavia che la disoccupazione o l'inflazione, allorch raggiungano un certo
livello, comportano fra i loro effetti una crisi di fiducia che dal sistema socio eco
16
cu
<
Q
y,
(

o
>
^_^
C
o

G
<
Q.
in
>
14
12
10

6
4
J
\
\ ^
,
=>J.
/ ^^
V
u
'U
XJ
,
y^
/1
' K J
I
\ ;
/



3 C


~


b (
s.
3 tn
1923 1924 1925 1926 1927 1928 1929 1930 1931 1932 1933
nomico pu estendersi rapidamente al sistema politico, dato che le istituzioni di
una societ funzionano di concerto. La relazione fra il tasso di disoccupazione e
l'evoluzione del voto nazista impressionante ("' ):
219. Il confronto con altri paesi mostra tuttavia che la relazione appena sugge-
rita in grado di operare solo se il degrado delle condizioni economiche ha rag-
giunto una certa soglia e si combina con altri fattori (gruppi organizzati, situa-
zione internazionale, cultura e storia politica, crisi culturale ed istituzionale)
72
Disoccupazione 1928-1933 (media annua in percentuale della forza lavoro)
Germania
Stati Uniti
Regno Unito
Francia
Svezia
1928
8,6
4,4
10,8
4,0
10,8
1929
13,3
3,2
10,4
1,0
10,2
1930
22,7
8,9
16,1
2,0
11,9
1931
34,3
15,9
21,3
6,5
16,8
1932
43,8
23,6
22,1
15,4
22,4
1933
36,2
24,9
19,9
14,1
23,3
L'analisi del periodo pi recente sembra suggerire che non sono tanto gli effetti
delle attuali difficolt economiche a erodere i riflessi democratici quanto piuttosto
la paura della disoccupazione e di una recessione a lungo termine i
25
").
220. Un fenomeno di radicalizzazione cos suscettibile di prodursi quando
determinati settori della popolazione, soprattutto i giovani, si sentono privati di
ogni prospettiva di occupazione stabile e quindi di ogni possibilit di un vero e
proprio inserimento sociale. Questa solo una delle cause potenziali della radi-
calizzazione dei comportamenti e non determina essa sola le modalit culturali e
politiche di questa radicalizzazione. Una di queste modalit consiste nella desi-
gnazione di un 'capro espiatorio' ritenuto responsabile del deteriorarsi della
situazione generale, una funzione che da taluni viene subito attribuita ai lavora-
tori immigrati e alle loro famiglie o a tutto un gruppo percepito come marginale,
e come 'corpo estraneo'. A tale proposito le tensioni che risultanto dalla situazio-
ne economica si nutrono di pregiudizi e di difficolt che sono ad esse stesse prece-
denti. I movimenti estremisti sono talora apparsi nei periodi di espansione poi-
ch venivano contestati il modo e la distribuzione dell'espansione stessa. L'estre-
mismo non mai connesso ad una sola dimensione dell'ambiente da esso conte-
stato, ma all'intero ethos sociale nel suo insieme. La crisi economica costituisce
certamente un fattore essenziale della potenzialit estremistica, ma un fattore
troppo intimamente legato alle altre dimensioni dell'analisi perch sia possibile
isolarlo arbitrariamente.
2.7 Vi una recrudescenza del fascismo e del razzismo?
221. I termini del mandato conferitoci per l'esecuzione dell'inchiesta ci induco-
no a chiederci se vi sia una recrudescenza dei fenomeni cui il mandato si riferisce.
Non si pu parlare di una recrudescenza del fascismo organizzato. Quest'ultimo
registrerebbe piuttosto dei cicli irregolari, dei flussi e riflussi nel corso dei quali
gruppi che pretendono di essere degli innovatori, impiegano tattiche note da lun-
ga data. Le statistiche che abbiamo potuto consultare lasciano pensare ad una
notevole diminuzione del numero dei militanti facenti parte di organizzazioni
estremiste di destra nella maggior parte degli anni ' 70, numero oggi stabilizzato e
persino in alcuni casi in leggerissimo aumento. In ogni caso, gli effettivi di tali
organizzazioni rappresentano una percentuale assolutamente infima della popo-
lazione.
222. Allo stesso tempo, in alcuni paesi si assiste ad una radicalizzazione di
taluni movimenti estremisti, che traspare sia nei loro discorsi che nelle loro azio-
ni, e che li ha condotti talvolta al terrorismo. Questa radicalizzazione va ricolle-
gata ad un contesto generale di valorizzazione della violenza verbale e talvolta
73
fisica, e di lassismo pi o meno esplicito nei confronti di tutte le forme di estre-
mismo. Questa tendenza ci sembra essere oggi in netto declino sull'insieme dello
scacchiere politico, ma nondimeno essa ha disinnescato a suo tempo un processo
i cui effetti perdurano tuttora e rischiano sempre di conoscere sia pure sporadica-
mente delle brusche impennate. La radicalizzazione di taluni gruppi, che ha
indotto talvolta questi ultimi ad allontanarsi dai loro movimenti di origine, pone
in luce un ciclo particolare all'estremismo di destra, nel quale la scelta tra la par-
tecipazione legale e l'azione violenta si presenta in maniera pi o meno acuta.
L'opzione scelta in ultima analisi, sia a livello individuale che collettivo, non pu
essere spiegata sistematicamente con semplici ragioni strategiche, ma pu anche
rinviare a un codice etico e politico interno p
9
) .
223. L'udienza elettorale resta molto limitata e persino insignificante per i
gruppi pi estremisti. Lo sfondamento di talune formazioni fino allora pressoc-
ch assenti dalla scena elettorale essenzialmente legato allo sfruttamento di
temi politici ambigui, specialmente della xenofobia, senza che sia possibile
attualmente valutare la portata dei cambiamenti che questi movimenti elettorali
sono suscettibili di apportare.
224. I problemi incontrati non sembrano aver avuto come conseguenza un
aumento della contestazione del sistema democratico: nell'aprile 1985, il 51%
dei cittadini della Comunit si dichiarava soddisfatto del funzionamento della
democrazia nel proprio paese, rispetto al 48% nel settembre 1973 (la percentua-
le dei non soddisfatti passata dal 46% nel 1973 al 45% nel 1985) (
260
).
225. La xenofobia, per contro, in aumento nella misura in cui si registra per
lo meno una recrudescenza di intolleranza nei confronti di determinate comunit
immigrate esterne alla Comunit. Tale intolleranza si manifesta con intensit
diverse nei confronti delle diverse comunit immigrate. E' difficile affermare che
l'appartenenza o meno degli immigrati a uno Stato membro della Comunit sia
un fattore di moderazione o di intensificazione delle manifestazioni xenofobe.
226. L'apparire di una tendenza xenofoba crea certamente un terreno che pu
essere sfruttato dall'estremismo di destra e da tutte le formazioni che puntano
apertamente sulla xenofobia. Non bisogna tuttavia dimenticare che le altre forze
politiche, in un approccio a breve termine delle congiunture elettorali sempre
incerte, si adattano spesso un p troppo facilmente alla nuova situazione, che
introduce nella vita politica dei paesi europei l'espressione di sentimenti xenofo-
bi mal controllati. Uno spettro di una nuova specie assilla oggi l'Europa politica:
il filoxenofobo. Il termine si addice non solo a coloro che contribuiscono al-
l'esasperazione dei sentimenti xenofobi per sfruttarli politicamente, ma anche a
coloro che, senza approvare il sopravvenire di tendenze xenofobe, non mancano
tuttavia di trarne dei vantaggi politici.
74
3. L'AZIONE NEI CONFRONTI DEL FASCISMO E DEL RAZZISMO
3.1 Introduzione
227. Pur essendo fenomeni con taluni tratti ideologici comuni spesso associati
nelle loro manifestazioni storiche, il fascismo e il razzismo restano nondimeno
delle categorie di comportamento politico e sociale distinte. La loro critica sul
piano della riflessione e il loro controllo su quello dell'azione, richiedono
approcci intellettuali e ricorsi a mezzi di resistenza e di lotta diversi, anche se in
ultima analisi questi approcci e questi ricorsi trovano la loro fonte di ispirazione
e la loro legittimazione nel principio della democrazia e del rispetto dei diritti
dell'uomo. Cos, per delineare l'azione contro il fascismo e il razzismo nell'Euro-
pa contemporanea, e, al di l di quest'ultima, nel mondo che la circonda, sar
necessario in linea di massima prevedere ciascuno di questi due concetti.
228. Sar altres necessario identificare l'azione contro il fascismo e il razzismo
a ciascun livello in cui si organizza e si manifesta la vita politica contemporanea
in Europa: internazionale, europeo, comunitario e nazionale. Certo, questi livel-
li non sono n autonomi n isolati. Essi sono, al contrario, sempre pi soggetti a
un'interpenetrazione e a un'interdipendenza reciproche che comportano, da un
lato, l'istituzionalizzazione sempre pi larga e pi profonda delle relazioni tra gli
Stati europei e, dall'altro, un movimento sempre pi intenso di idee, di modelli
politici e sociali e di informazioni attraverso le loro frontiere. Si vedr che questa
interpenetrazione e questa interdipendenza finiscono col moltiplicare i mezzi di
azione e rafforzarne l'efficacia. Ma l'azione contro il fascismo e il razzismo
sempre concepita e condotta, a ciascuno di questi livelli, in funzione dei dati che
sono loro particolari. Ci, per definizione, vale soprattutto per il livello naziona-
le, concetto che rinchiude la moltitudine dei comportamenti degli Stati in mate-
ria. L'analisi e la valutazione che stiamo per effettuare, verteranno, di conse-
guenza, su ciascuno dei livelli indicati.
3.2 La dimensione internazionale
229. L'azione internazionale in rapporto con l'oggetto dell'inchiesta essen-
zialmente quella intrapresa in seno ad organizzazioni a vocazione universale:
Organizzazione delle Nazioni Unite e istituzioni specializzate.
3.2.1 Razzismo e discriminazione razziale
230. L'Organizzazione delle Nazioni Unite ha svolto un'azione particolarmen-
te energica allo scopo di realizzare e favorire l'uguaglianza razziale. Le fonti nor-
mative di questa azione si trovano gi nella Carta della Nazioni Unite nel cui
preambolo viene proclamato l'attaccamento degli Stati contraenti ai diritti fon-
damentali dell'uomo, alle dignit e al valore dell'uomo (
261
). Ma soprattutto a
partire dal 1948 stata approvata in seno all'Organizzazione una serie di testi
internazionali molto importanti: Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
del 10 dicembre 1948; Convenzione del 9 dicembre 1948 per la prevenzione e la
repressione del crimine di genocidio (
262
); Dichiarazione delle Nazioni Unite sul-
l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (
263
); Convenzione
internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, del
75
21 dicembre 1965 (
24
); Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali
e culturali del 16 dicembre 1966 (
26S
); Patto internazionale relativo ai diritti civili
e politici del 16 dicembre 1966 (
266
); nonch Protocollo facoltativo attinente a
tale patto (
267
); Convenzione internazionale sull'eliminazione e la repressione del
crimine dell'apartheid, del 30 novembre 1973 (
268
).
231. Altre quattro convenzioni, concluse sotto gli auspici di istituzioni specia-
lizzate, devono ancora essere citate in questo contesto. Innanzitutto, le Conven-
zioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro: Convenzione n. 111 concer-
nente la discriminazione in materia di occupazione e di professione (
269
); Conven-
zione n. 97 concernente i lavoratori migranti (rivista nel 1949) (
270
); e Conven-
zione n. 143 sulle migrazioni in condizioni abusive e sulla promozione della pari-
t di possibilit e di trattamento dei lavoratori migranti (
271
); infine, la Conven-
zione concernente la lotta contro la discriminazione nel settore dell'insegnamen-
to, approvata dalla Conferenza generale dell'UNESCO (
272
).
232. Se questi strumenti costituiscono la parte essenziale dell'azione a carattere
normativo svolta dall'ONU, dall 'OIL, dall'UNESCO, essi non costituiscono
peraltro gli unici testi adottati da tali organizzazioni in materia. La lotta contro
le varie manifestazioni del razzismo e della discriminazione razziale e gli sforzi
per il raggiungimento di un'eguaglianza razziale sul piano universale hanno
infatti ispirato una serie pressocch interminabile di atti adottati da queste orga-
nizzazioni a vari livelli (
273
).
233. Lo strumento internazionale pi importante sul piano della lotta contro il
razzismo e la discriminazione razziale resta sempre la Convenzione internaziona-
le del 29 dicembre 1965, sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione
razziale. Approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 29 dicembre
1965, e aperta alla firma e alla ratifica il 7 marzo 1966, la Convenzione entrata
in vigore il 4 gennaio 1969. Nell'agosto 1984, 124 Stati avevano aderito alla
Convenzione (
274
). Tra essi figurano gli Stati membri della Comunit europea, ad
eccezione dell'Irlanda, nonch la Spagna e il Portogallo.
234. La Convenzione si ripartisce in un preambolo e in tre parti, di cui la pri-
ma (articoli da 1 a 7) definisce la discriminazione razziale ed enuncia gli obblighi
fondamentali che le parti contraenti si impegnano a rispettare; la seconda (arti-
coli da 8 a 16) riguarda i meccanismi e le misure di applicazione della Conven-
zione; la terza (articoli da 17 a 25) comprende le clausole finali abituali.
235. Per discriminazione razziale, la Convenzione intende qualsiasi distin-
zione, esclusione, restrizione o preferenza basate sulla razza, il colore, l'ascen-
denza o l'origine nazionale o etnica che abbia per scopo o per effetto di distrug-
gere o compromettere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio, in condizioni
di parit, dei diritti dell'uomo e delle libert fondamentali nel settore politico,
economico, sociale e culturale e in qualsiasi altro settore della vita pubblica
(articolo I, primo comma). Tuttavia, la Convenzione non si applica alle distin-
zioni, esclusioni, restrizioni o preferenze che siano fondate sulla nazionalit, vale
a dire sulla qualit di cittadino o di non cittadino di una parte contraente (artico-
lo I, secondo comma).
76
236. La Convenzione obbliga gli Stati contraenti a eliminare qualsiasi forma
di discriminazione razziale e a favorire l'intesa tra tutte le razze (articolo 2, pri-
mo comma); a prevenire, vietare ed eliminare l'apartheid su tutti i territori
soggetti alla loro giurisdizione (articolo 3); a condannare qualsiasi tipo di pro-
paganda e qualsiasi organizzazione che si ispiri a idee o a teorie basate sulla supe-
riorit di una razza o di un gruppo di persone di un certo colore o di una certa
origine etnica o che pretendano di giustificare o incoraggiare qualsiasi forma di
odio o discriminazione razziali e a tal fine a dichiarare reato punibile con la leg-
ge l'incitamento all'odio e alla discriminazione razziali nonch gli atti volti diret-
tamente o indirettamente contro qualsiasi razza o gruppo di un altro colore o
origine etnica e a dichiarare illegali e vietare le organizzazioni e attivit che inci-
tano alla discriminazione razziale (articolo 4) (
275
); a garantire l'uguaglianza raz-
ziale nel godimento di una serie di diritti fondamentali (articolo 5); a assicurare
una protezione e le possiblit di ricorso effettive contro la discriminazione raz-
ziale (articolo 6); e a prendere delle misure immediate e efficaci nei settori del-
l'insegnamento, dell'educazione, della cultura e dell'informazione per promuo-
vere gli obiettivi della Convenzione e il rispetto dei diritti fondamentali (articolo
7)(
276
).
237. Per quanto riguarda i meccanismi della sua applicazione, la Convenzione
prevede l'obbligo per gli Stati contraenti di sottoporre delle relazioni periodiche,
in linea di massima biennali, sul modo in cui essi fanno fronte agli impegni
assunti con la Convenzione (articolo 9). Queste relazioni sono esaminate dal
Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale, composto da 18
esperti noti per la loro alta moralit e la loro imparzialit, eletti tra i cittadini
degli Stati contraenti e facenti parte del Comitato a titolo individuale (articolo 8,
commi 1 e 2). Il Comitato sottopone una relazione annuale sulle sue attivit
all'Assemblea generale delle Nazioni Unite (articolo 10, comma 2) (
277
).
238. Il Comitato pu ricevere delle comunicazioni da parte di uno Stato mem-
bro che intenda richiamare la sua attenzione su un caso di non applicazione della
Convenzione da parte di un altro Stato membro. La comunicazione d avvio ad
una procedura di conciliazione e composizione amichevole della controversia
(articolo da 11 a 13). In base all'articolo 14, primo comma, qualsiasi Stato con-
traente pu dichiarare che riconosce la competenza del Comitato a ricevere e esa-
minare comunicazioni provenienti da persone o gruppi di persone sottoposte
alla sua giurisdizione e che si lamentino di essere vittime di una violazione, da
parte del suddetto Stato membro, di uno dei diritti enunciati nella Convenzione.
Il Comitato pu ricevere comunicazioni individuali solo se almeno 10 parti
contraenti hanno aderito alla dichiarazione prevista all'articolo 14, primo com-
ma. Poich da decima dichiarazione stata depositata dalla Francia il 16 agosto
1982, l'articolo 14 della Convenzione entrato in vigore in tale data (
278
).
239. Il sistema delle relazioni periodiche nazionali e del loro esame da parte del
Comitato garantisce un certo controllo nell'applicazione della Convenzione.
Tuttavia non se ne deve sopravvalutare l'efficacia. Le relazioni sono redatte dalle
amministrazioni nazionali e il loro contenuto, sia sul piano della completezza
delle informazioni che su quello della loro esattezza, pu variare considerevol-
mente da un caso all'altro. Del resto, l'esame delle relazioni da parte del Comita-
to incontra dei limiti non soltanto per ragioni procedurali e tecniche, ma anche a
77
causa della composizione geografica e, di conseguenza, in certa misura politica
dell'organo (
279
).
240. D'altra parte, non bisogna perdere di vista il fatto che l'efficacia della
Convenzione varia da uno Stato all'altro, a seconda delle relazioni vigenti tra
trattati internazionali e diritto nazionale in ciascuno Stato contraente. Negli Sta-
ti in cui i trattati sono incorporati nel diritto interno, la Convenzione diviene
parte integrante dell'ordinamento giuridico nazionale. Nella misura in cui le sue
disposizioni sono direttamente vincolanti, esse possono essere invocate dinanzi
alle autorit giudiziarie e amministrative nazionali. Per contro, negli Stati che
non recepiscono i trattati internazionali nel sistema giuridico nazionale, la Con-
venzione costituisce una fonte di obblighi internazionali per lo Stato contraente
in questione, ma non comporta direttamente dei diritti a livello dei singoli indivi-
dui.
241. Altri organi delle Nazioni Unite o delle istituzioni specializzate si occupa-
no altres delle questioni relative alla discriminazione razziale. Ci vale ad esem-
pio, al di fuori dell'Assemblea generale, del Consiglio di sicurezza e del Consiglio
economico e sociale, soprattutto per la Commissione per i diritti dell'uomo, per
il Comitato per i diritti dell'uomo, per la sottocommissione per la lotta contro le
misure discriminatorie e per la protezione delle minoranze, per il Comitato spe-
ciale contro l'apartheid nonch per organi creati in seno a istituzioni specializza-
te, come l'OIL e l'UNESCO.
3.2.2 Estremismo di destra e regimi amontan
242. Se l'azione delle Nazioni Unite e delle istituzioni specializzate sul piano
della lotta contro la discriminazione razziale senza dubbio considerevole
bench sia caratterizzata da una pletora di manifestazioni e di atti non sempre
coordinati tra loro e talvolta ispirati da obiettivi politici particolaristici la
stessa cosa non pu dirsi per quanto concerne l'atteggiamento delle organizza-
zioni nei confronti di sistemi ideologici e di regimi autoritari, in particolare di
tipo fascista (
28
). Questa situazione ha una sua giustificazione: essendo universa-
le, l'Organizzazione delle Nazioni Unite comprende nei suoi ranghi tutta la
variet dei regimi dittatoriali e totalitari pi duri e di ogni orientamento politico.
La sua azione pertanto contro l'estremismo politico e la violazione delle libert
democratiche si limita a dichiarazioni emanate dall'Assemblea generale e da altri
organi delle Nazioni Unite, dichiarazioni che condannano il nazismo, il fasci-
smo e il loro riapparire, nonch tutte le ideologie e pratiche totalitarie soprattut-
to in relazione ai loro aspetti razzisti. Ma la presenza sulla scena politica mon-
diale dei regimi totalitari non sembra essere capace di stimolare un'azione con-
creta nell'ambito delle Nazioni Unite. Vi qui una contraddizione fondamentale
nell'atteggiamento dell'Organizzazione; da un lato, una moltitudine di testi da
essa emanati proclamano solennemene l'attaccamento delle Nazioni Uniti alle
libert fondamentali, ivi comprese quelle inerenti a una societ democratica (
2S1
).
Dall'altro, l'Organizazzione delle Nazioni Unite resta inattiva e inoperante
dinanzi a violazioni flagranti e continue di queste libert da parte di un gran
numero dei suoi Stati membri. Questa constatazione non ha certo nulla di nuo-
vo. Ripeterla costituisce tuttavia un dovere elementare di franchezza politica in
un'analisi realizzata in seno al Parlamento europeo.
78
3.3 La dimensione europea
243. Per dimensione europea della lotta contro il fascismo e il razzismo, inten-
diamo l'azione condotta nel quadro e sotto gli auspici del Consiglio d'Europa.
L'azione della Comunit europea sar trattata a parte (
282
).
Il Consiglio d'Europa, organizzazione di cui fanno parte attualmente 21 Stati
europei, tra cui i Dieci Stati membri della Comunit europea, la Spagna e il Por-
togallo (
283
) particolarmente attivo nel settore della lotta contro le dottrine e i
regimi politici autoritari (
284
) nonch contro il razzismo e la discriminazione raz-
ziale. La sua attivit si sviluppa a cinque livelli: Assemblea parlamentare, Comi-
tato dei Ministri, meccanismi di protezione dei diritti dell'uomo, elaborazione di
convenzioni e iniziative di riflessione e di dibattito.
244. L'Assemblea parlamentare e il Comitato dei Ministri del Consiglio
d'Europa hanno adottato dal 1966 al 1984 una serie di atti (raccomandazioni,
risoluzioni, dichiarazioni) riguardanti gli argomenti della nostra inchiesta (
285
).
Tra questi atti occorre citare in particolare la risoluzione dell'Assemblea parla-
mentare 743/1980 relativa alla necessit di combattere la ricomparsa della pro-
paganda fascista e dei suoi aspetti razzisti, e l'importante motivazione dell'on.
Robert Krieps che ne costituisce la base (
286
). Da citare anche la raccomandazio-
ne dell'Asemblea parlamentare 986/ 1983 relativa agli atteggiamenti e movimen-
ti xenofobi nei paesi membri nei confronti dei lavoratori migranti (
287
) fondata
sulla relazione dell'on. R. Mller (
288
).
245. Non si pu sottolineare a sufficienza l'importanza che rivestono per
l'argomento della nostra inchiesta la Convenzione europea per i diritti dell'uomo
(denominazione ufficiale: Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e
delle libert fondamentali) nonch i suoi meccanismi di controllo e di sanzio-
ne (
289
). La Convenzione senz'altro lo strumento internazionale pi efficace nel
settore della protezione dei diritti fondamentali. Per sua natura, la Convenzione
costituisce nel suo insieme un potente mezzo di azione contro le tendenze politi-
che autoritarie e la discriminazione razziale. Ma essa contiene, per di pi, talune
disposizioni volte pi direttamente verso questi obiettivi: il concetto di societ
democratica uno dei suoi fondamenti normativi (
29
); nel settore della sua
applicazione, la Convenzione vieta nel suo articolo 14, qualsiasi discriminazione
basata tra l'altro sulla razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche
o di altra natura, l'origine nazionale, l'appartenenza a una minoranza nazionale;
essa contiene una serie di clausole che riconoscono sia le libert pubbliche ine-
renti alla democrazia (
291
) che la preminenza del dirittto (
292
); essa proclama infi-
ne il principio della democrazia parlamentare (
293
).
246. L'efficacia della Convenzione europea dei Diritti dell'uomo risiede senza
dubbio nel suo meccanismo istituzionale di controllo e di sanzione, costituito
principalmente della Commissione e dalla Corte europea dei Diritti dell'uomo.
Due tipi di istanza possono aprire la via verso la Commissione e, eventualmente,
verso la Corte: l'istanza statale rivolta da uno Stato contraente contro un altro
Stato contraente e l'istanza individuale, leva fondamentale del meccanismo.
Quest'ultima permette a qualsiasi individuo, a qualsiasi organizzazione non
governativa, a qualsiasi gruppo di persone che si considerino vittime di una vio-
lazione di uno dei diritti riconosciuti nella Convenzione di presentare ricorso
79
contro uno Stato contraente che si presuma autore della violazione. L'istanza
individuale assicura cos ai singoli un effettivo accesso al sistema di tutela dei
diritti dell'uomo. La debolezza del meccanismo risiede nel fatto che una tale
istanza pu essere rivolta solo contro gli Stati contraenti che hanno espressamen-
te dichiarato di riconoscere alla Commissione europea dei diritti dell'uomo una
competenza estesa alle istanze individuali. Si deve per far presente che tutti
gli Stati membri della Comunit, ad eccezione della Grecia, ed anche la Spagna e
il Portogallo, hanno fatto la dichiarazione relativa all'istanza 'individuale'.
247. Tra i casi sottoposti agli organi di Strasburgo e aventi rilevanza per quan-
to riguarda le libert democratiche opportuno ricordare: la 'causa greca' intro-
dotta davanti alla commissione europea dei diritti dell'uomo dalla Danimarca,
dalla Norvegia, dalla Svezia e dai Paesi Bassi contro il regime militare greco (
294
);
i ricorsi introdotti da Danimarca, Francia, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia contro
il regime militare turco (
295
); il ricorso introdotto dal partito comunista tedesco
concernente la dissoluzione di questo partito in forza di una sentenza della Corte
costituzionale tedesca (
296
); il ricorso X contro l'Italia relativo a un tentativo
di ricostituzione del partito fascista (
297
); i ricorsi Glimmerveen e Hagenbeek con-
tro i Paesi Bassi relativi ad attivit politiche associate alla Nederlandse Volks-
unie (
298
). E'interessante sottolineare che nelle tre ultime cause la Commissione
ha ritenuto che le autorit nazionali interessate erano in diritto, in base alla Con-
venzione, di limitare l'esercizio di determinate libert per il fatto che tale eserci-
zio aveva come obiettivo la distruzione dei diritti e delle libert riconosciute nel-
la (. . .) Convenzione, (art. 17 della Convenzione). Il fine dell'art. 17 osserva
la Commissione impedire che gruppi totalitari possano sfruttare a loro favore
i principi della Convenzione stessa (
299
). La causa Glimmerveen e Hagenbeek
contro i Paesi Bassi, citata precedentemente, presenta un interesse anche nel set-
tore della discriminazione fondata sulla razza. Alla discriminazione razziale si
riferiscono anche i ricorsi relativi alle cause degli asiatici dell'Africa orientale (cit-
tadini del Regno Unito e delle colonie) (
30
) contro il Regno Unito, nonch la cau-
sa Abdulaziz, Cabales e Balka Dali contro il Regno Unito (
301
) (
302
).
248. Si sa che il Consiglio d'Europa ha svolto un'opera considerevole con l'ela-
borazione di una lunga serie di convenzioni riguardanti una molteplicit di setto-
ri. Molti di questi accordi riguardano direttamente o indirettamente le materie
dell'inchiesta. Tra questi ultimi occorre in particolare menzionare la Convenzio-
ne europea relativa allo statuto giuridico dei lavoratori migranti (
303
).
249. Il Consiglio d'Europa ha preso l'iniziativa di organizzare numerose con-
ferenze e di commissionare degli studi che si riferiscono direttamente o indiretta-
mente al soggetto della nostra inchiesta. Si pu citare al riguardo la Conferenza
sulla difesa della democrazia contro il terrorismo in Europa compiti e proble-
mi (12-14 novembre 1980) (
304
) e la Conferenza sull'intolleranza in Europa (9-11
dicembre 1980) (
30S
). Il colloquio sui diritti dell'uomo per quanto riguarda gli
stranieri in Europa (17-19 ottobre 1983) (
306
) nonch il confronto sul tema 'Gli
stranieri in Europa: una minaccia o una chance?' (20-21 marzo 1984) (
307
).
3.4 La dimensione comunitaria
250. Cercare di tratteggiare l'azione delle Comunit europee nei settori oggetto
dell'inchiesta significa innanzitutto porre un problema di delimitazione della
80
competenza comunitaria: il campo della Comunit definito dai trattati, non
sembra a prima vista abbracciare, almeno direttamente, argomenti come la lotta
contro l'estremismo di destra o il razzismo. L'ex Commissario Ivor Richard ha
lungamente insistito su questo aspetto del problema nel suo intervento dinanzi
alla nostra commissione (
8
).
251. Il problema dell'azione comunitaria nel settore che interessa la nostra
inchiesta solleva due quesiti: la Comunit ha svolto una siffatta azione? la
Comunit ha la competenza, e in quale misura, ad estendere la sua azione per far
fronte ai problemi che pone l'esistenza di tendenze estremiste di destra e di ten-
denze razziste in seno agli Stati membri? Cercheremo in questa parte della rela-
zione di rispondere alla prima domanda; la seconda domanda, riguardante le
prospettive di una futura azione comunitaria, sar oggetto di esame nella quarta
parte della relazione (
309
).
3.4.1 Estremismo di destra
252. La Comunit europea una organizzazione di Stati fondata su i princpi
della democrazia, la preminenza del diritto e il rispetto dei diritti dell'uomo e del-
le libert fondamentali. Questi princpi, enunciati in termini molto generali nel
preambolo del Trattato che istituisce la Comunit economica europea, sono sta-
ti pi volte ribaditi dalle varie istanze comunitarie (
31
).
253. Si pu altres affermare che la qualit di Stato membro della Comunit
presuppone il carattere democratico dello Stato in questione. La conferma di
questo principio stata fornita in due modi: da un lato, dall'atteggiamento della
Comunit nel caso di due paesi, la Grecia (
3n
) e la Turchia (
312
) legati alla
Comunit da accordi di associazione volti al conseguimento dell'adesione al
momento in cui questi due paesi sono passati sotto un regime autoritario; e, dal-
l'altro, dalla formulazione del parere della Commissione relativo all'adesione
della Grecia, parere nel quale il carattere democratico dello Stato candidato vie-
ne considerato una condizione fondamentale di appartenenza alla Comuni-
t(
313
).
254. Numerosi atti adottati dal Consiglio europeo, dal Parlamento europeo,
dal Consiglio e dalla Commissione (
314
) nonch un'importante giurisprudenza
della Corte di giustizia della Comunit europea (
315
) affermano l'attaccamento
della Comunit ai princpi della democrazia pluralista, alla preminenza del dirit-
to e ai diritti fondamentali. Su questo piano occorre fare la seguente distinzione:
' in primo luogo, la Comunit deve conformarsi nella sua azione ai princpi demo-
cratici e rispettare i diritti fondamentali. I princpi democratici e i diritti fonda-
mentali fanno parte integrante dell'ordinamento giuridico comunitario e la loro
violazione mediante un atto comunitario comporta l'illegalit di tale atto. In
secondo luogo gli Stati membri devono anch'essi conformarsi ai princpi della
democrazia e garantire i diritti fondamentali. Si tratta, nella fattispecie, di una
condizione e al tempo stesso di una conseguenza dalla loro appartenenza alla
Comunit. Appare pertanto giustificato concludere che la Comunit, sia come
organizzazione internazionale che come raggruppamento di Stati, , per la sua
stessa essenza, ostile a qualsiasi tendenza politica estremista e autoritaria.
81
3.4.2 Razzismo e discriminazione razziale
255. L'attaccamento della Comunit ai princpi democratici e al rispetto dei
diritti fondamentali ha conseguenze determinanti per la definizione del suo
atteggiamento sul piano delle relazioni razziali. Tenuta giuridicamente a confor-
marsi ai princpi desunti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalle
tradizioni costituzionali degli Stati membri (
3I6
) la Comunit deve rigorosamente
astenersi da qualsiasi discriminazione razziale nella sua azione (
317
). Ma il suo
compito non si arresta a questo obbligo di astensione. Esso comporta altres
degli aspetti positivi che devono essere espressi da politiche dirette verso una rea-
lizzazione sempre pi completa e pi efficace di una uguaglianza razziale nei set-
tori circoscritti dai trattati (
3I8
). Rivendicando un margine di manovra pi ampio
nella delimitazione delle sue competenze, il Parlamento europeo si pronunciato
a pi riprese, e con i modi d'espressione che gli sono propri, sia contro le mani-
festazioni di razzismo nella Comunit e all'esterno di essa che a favore di atteg-
giamenti e di azioni volte a promuovere l'armonia razziale.
256. A livello del Consiglio e della Commissione l'azione comunitaria si
incentrata soprattutto sul problema degli immigrati. Avendo gi preso in passato
talune misure a favore dei lavoratori migranti (
319
), la Comunit sembra ora di-
sposta ad adottare una politica pi ampia e sistematica in materia. Nella sua
comunicazione al Consiglio, intitolata Orientamenti per una politica comunita-
ria delle migrazioni (
329
), la Commissione ha tracciato le grandi linee di un pro-
gramma d'azione a favore dei lavoratori migranti, accordando la priorit agli
immigrati cittadini degli Stati membri, ma proponendo altres misure riguardan-
ti l'insieme del fenomeno migratorio. Questo documento importante ha dato
luogo a un lungo dibattito in seno al Parlamento europeo, basato sulla relazione
dell'on. F. Marinaro e sulla sua proposta di risoluzione che stata approvata a
larga maggioranza (
321
). Il Consiglio ha adottato il 16 giugno 1985 una risoluzio-
ne che definisce la politica che intende seguire in questo campo (
322
). Inoltre la
Commissione, in virt dell'art. 118 del Trattato CEE, ha preso la decisione
dell'8 luglio 1985 che instaura una procedura di notificazione preventiva e di
concertazione sulle politiche migratorie nei confronti degli Stati terzi (
323
). Que-
sta iniziativa della Commissione si scontrata con obiezioni di determinati Stati
membri che hanno contestato il suo fondamento in diritto comunitario davanti
alla Corte di giustizia.
257. La Comunit non sembra comunque ancora aver raggiunto i limiti delle
sue competenze nei settori che sono oggetto dell'inchiesta. Il Parlamento euro-
peo, come del resto le grandi strutture paracomunitarie, come il Consiglio euro-
peo o il meccanismo della cooperazione politica europea, sono senza dubbio
autorizzati ad ampliare l'orizzonte della loro azione in materia. Ma anche le isti-
tuzioni principalmente investite del potere di decisione, vale a dire il Consiglio e
la Commissione, possono assicurarsi ampi margini di manovra con un'interpre-
tazione teleologica dei testi che definiscono le loro competenze, ricorrendo se
necessario alla costruzione di poteri impliciti, prima di prevedere una modifica
dei trattati. Ci riserviamo di formulare talune riflessioni su questo argomento
qui di seguito (
324
).
82
3.5 Livello nazionale
3.5.1 Introduzione
258. Sar evidentemente impossibile procedere, nel quadro della presente rela-
zione, ad un'esposizione completa della misure e dei meccanismi istituzionali in
vigore in Europa nelle materie che interessano la nostra inchiesta dato il gran
numero e la variet di queste misure e meccanismi. Essi si ripartiscono su nume-
rosi settori del diritto e si integrano nei rispettivi sistemi giuridici nazionali, di
cui ciascuno ha una sua fisionomia e una propria struttura. Uno studio di diritto
comparato di questa ampiezza non pu costituire oggetto di una relazione parla-
mentare, peraltro molto pi ampia nella sua tematica, dal momento che tale
relazione deve essere redatta entro termini estremamente brevi. Il relatore si pro-
pone quindi di fornire un quadro selettivo e sintetico della situazione e di formu-
lare alcune valutazioni generali, che saranno seguite da raccomandazioni (
325
).
3.5.2 Estremismo di destra
259. I sistemi giuridici dei paesi europei presentanto notevoli disparit per
quanto attiene alle misure per far fronte alle tendenze politiche estremiste. Sono
almeno quattro le ragioni che giustificano le differenze constatate: in primo luo-
go, ragioni storiche, valide per i paesi in cui il nazismo e il fascismo hanno costi-
tuito in passato non solo l'ideologia dominante ma altres una forma di potere;
in secondo luogo, ragioni giuridiche, espresse nelle concezioni e nelle abitudini
legislative nonch nelle strutture fondamentali del sistema giuridico nazionale; in
terzo luogo, ragioni connesse all'intensit dei fenomeni da combattere nel paese
in questione; e in quarto luogo ragioni politiche, vale a dire considerazioni che
determinano le opzioni e le priorit tra i mezzi da utilizzare nella fattispecie.
260. Dal punto di vista del loro contenuto, i meccanismi istituzionali possono
essere distinti in vari piani: vi sono innanzitutto i sistemi giuridici che continua-
no a disporre dei meccanismi di prevenzione e di repressione destinati a combat-
tere specificamente le forme contemporanee di fascismo e di nazismo. Per con-
tro, vi sono altres sistemi giuridici che hanno instaurato dispositivi diretti indi-
stintamente contro qualsiasi tipo di estremismo politico, incompatibile con l'ordi-
namento democratico o che rappresenti una minaccia per esso. Da un altro pun-
to di vista, vi sono sistemi giuridici che utilizzano pi o meno ampiamente i mez-
zi offerti dal diritto penale e altri che si limitano ad introdurre nella fattispecie
sanzioni puramente amministrative o civili. Una terza distinzione deve essere fat-
ta per quanto riguarda i meccanismi di controllo e di sanzione: essi possono esse-
re giudiziari o amministrativi, ma, di regola generale, i legislatori nazionali pre-
feriscono fare appello cumulativamente a questi due tipi di meccanismi, sia per
motivi di natura politica che per le limitazioni imposte dal dettato costituzionale.
261. Una prima categoria di regole giuridiche relative all'estremismo di destra
sono quelle concernenti il carattere democratico delle formazioni politiche e, in
particolare, dei partiti politici. In proposito si pu segnalare, a titolo d'esempio,
l'articolo 21 della legge fondamentale (1949) della Repubblica federale di Ger-
mania (organizzazione interna dei partiti rispondente ai princpi democratici,
conformit all'ordinamento fondamentale libero e democratico), la Xlla disposi-
zione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica italiana (divieto di
83
riorganizzazione del partito fascista) e l'articolo 49 della stessa Costituzione
(creazione di partiti per concorrere con metodo democratico alla determinazione
della politica nazionale), l'articolo 29, primo comma della Costituzione (1975)
ellenica (l'organizzazione e l'azione dei partiti politici deve servire al libero fun-
zionamento del regime democratico) e l'articolo 6 della Costituzione spagnola (i
partiti sono l'espressione del pluralismo politico, la loro creazione e l'esercizio
delle loro attivit sono liberi nel rispetto della Constituzione e della legge, la loro
struttura interna e il loro funzionamento devono essere democratici). Talune dis-
posizioni relative al carattere democratico dei partiti politici non sono accompa-
gnate da meccanismi d'applicazione. Esse restano cos una specie di legge
imperfetta. Altre, per contro, sono accompagnate da procedure sanzionatorie.
La legge fondamentale tedesca, ad esempio, prevede (articolo 21, comma 2) la
possibilit di scioglimento dei partiti con sentenza della Corte costituzionale
federale per mancata conformit alla Costituzione. Parimenti il diritto italiano
(Legge n. 645 del 20 giugno 1952) prevede delle sanzioni giudiziarie nei confron-
ti delle formazioni politiche che sono considerate come tentativi di ricostituzione
del partito fascista (
326
).
262. Le disposizioni nazionali relative alla legittimit delle associazioni di
qualsiasi tipo sono altres applicabili nella fattispecie. Queste disposizioni auto-
rizzano i poteri pubblici e giudiziari o amministrativi a dichiarare illegali le asso-
ciazioni che perseguono scopi contrari alla legge e ai principi democratici costitu-
zionali, nonch i gruppi paramilitari. Si pu citare, a titolo d'esempio, la legge
belga del 29 luglio 1934 (divieto di milizie private), la legge francese del 30 gen-
naio 1936 (scioglimento dei gruppi di combattimento e delle milizie private), gli
articoli 18 e 19 della legge irlandese (1939) relativa ai delitti contro lo Stato,
l'articolo 9, comme 2 della legge fondamentale tedesca (
327
), l'articolo 46 della
Costituzione portoghese (divieto di associazioni di tipo militare o paramilitare e
di associazioni che si richiamino all'ideologia fascista) e l'articolo 22, secondo
comma della Costituzione spagnola (divieto di associazioni segrete o a carattere
paramilitare).
263. Il diritto penale un potente mezzo di lotta contro l'estremismo di destra.
Nella maggior parte dei sistemi giuridici europei ci si limita al ricorso pertinente
alle disposizioni del diritto penale comune, ad esempio alle disposizioni relative
all'ordine pubblico o alla partecipazione ad attivit di associazioni vietate. La
legislazione antiterrorismo offre altres possibilit di perseguimento e repressio-
ne . Taluni sistemi giuridici nazionali hanno tuttavia sviluppato un sistema di dispo-
sizioni penali rispondente alle caratteristiche particolari delle situazioni incrimi-
nate. L'esempio pi evidente senz'altro offerto dalla Repubblica federale di
Germania. Una serie di disposizioni del codice penale (in particolare gli articoli
84 e seguenti) definiscono come delitti punibili una serie di comportamenti cor-
rispondenti all'attivit tipica dei gruppi estremisti: tra l'altro, partecipazione
all'attivit di organizzazioni vietate, produzione e diffusione di materiale di pro-
paganda estremista, uso di insegne naziste e fasciste (
32S
).
264. Il dispositivo istituzionale legislativo, giudiziario, amministrativo
costituisce per i regimi democratici un importante mezzo di difesa contro i peri-
coli dell'estremismo politico. Esso deve costituire oggetto, paese per paese e su
un piano comparativo europeo, di studi sistematici da parte delle istituzioni
84
nazionali europee. Il Parlamento europeo deve assumere il suo ruolo in questo
settore, come ci permetteremo di suggerire qui di seguito (
329
).
3.5.3 Razzismo e discriminazione razziale
265. In quasi tutti gli ordinamenti giuridici degli Stati membri della Comunit
europea figurano delle clausole, generali, in linea di massima di carattere costitu-
zionale, che vietano la discriminazione basata sulla razza. D'altro canto, avendo
tali Stati aderito alla Convenzione europea sui diritti dell'uomo e, eventualmen-
te, ai Patti internazionali sui diritti fondamentali, essi sono impegnati in un
modo o nell'altro, ad allineare il loro diritto sui princpi codificati in questi stru-
menti in materia di uguaglianza razziale.
266. In un periodo relativamente recente, i legislatori dei paesi europei hanno
comunque introdotto nei loro sistemi giuridici rispettivi, delle leggi o disposizio-
ni speciali volte a sanzionare le varie forme di discriminazione razziale e l'incita-
mento all'odio razziale nonch a promuovere una eguaglianza razziale sempre
pi effettiva e completa. La ragione principale di queste iniziative legislative
risiede nell'appartenenza dei paesi interessati al sistema della Convenzione inter-
nazionale per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale. Come
abbiamo visto (
330
), questa Convenzione obbliga gli Stati contraenti a prendere
due tipi di misure: da un lato sanzionare sul piano del diritto penale una serie di
comportamenti razzisti o razzialmente discriminatori e, dall'altro, creare le con-
dizioni per una armonia ed eguaglianza razziali nel loro ambito.
267. Non ripeteremo qui gli impegni internazionali dei paesi europei sul piano
della lotta contro la discriminazione razziale (
331
) e le ripercussioni, peraltro
diverse da paese a paese (
332
), che questi impegni hanno sul diritto interno rispet-
tivo. In questa parte della relazione faremo riferimento esclusivamente alle di-
sposizioni legislative nazionali e ai meccanismi statuali in materia.
268. La protezione contro la discriminazione razziale nonch contro l'incita-
mento all'odio razziale pu essere, se del caso, basata su disposizioni di diritto
comune costituzionale, civile, amministrativo e penale. E' cos che le disposizio-
ni costituzionali o civili sul rispetto dovuto alla persona umana o sul diritto alla
personalit, come quelle relative alla tutela penale dell'onore delle persone vive o
morte, sono eventualmente applicabili a casi di discriminazione razziale. Ci
non toglie che la necessit di adottare delle disposizioni speciali concernenti
direttamente i problemi delle relazioni interrazziali si fatta fortemente sentire.
Per venire incontro a questa esigenza, ma allo stesso tempo per soddisfare a loro
volta impegni contratti in virt della Convenzione internazionale per l'elimina-
zione di qualsiasi forma di discriminazione razziale, i legislatori dei paesi europei
hanno adottato una serie di atti legislativi: la legge del 18 febbraio 1971 che
modifica talune disposizioni del Codice penale (Paesi Bassi); la legge n. 72-546
del 1 luglio 1972 relativa alla lotta contro il razzismo (Francia); l'articolo 266
b del Codice penale modificato nel 1971 (Danimarca); la legge n. 654 del 13
ottobre 1975 (Italia); il Race Relations Act (Regno Unito, 1976) (
333
); la legge n.
927/1979, completata dalla legge n. 1419/1984 (Grecia); la legge del 9 agosto
1980 con la quale vengono aggiunti al Codice penale i nuovi articoli 454 e 455
(Lussemburgo); la legge del 30 luglio 1981 volta a reprimere taluni atti ispirati
85
dal razzismo e dalla xenofobia (Belgio); gli articolo 130 e 131 del Codice penale
(Repubblica federale di Germania).
269. Questa legislazione speciale contro il razzismo e la discriminazione raz-
ziale introduce delle regolamentazioni che abbracciano, a seconda dei casi, vari
settori. Ma il suo obiettivo principale quello di sanzionare penalmente le mani-
festazioni di razzismo o l'incitamento all'odio razziale nonch i casi di discrimi-
nazione razziale. Alcune di queste leggi prevedono che i delitti contemplati non
possono essere perseguiti se non su ricorso della persona o del gruppo di persone
lese. Altri permettono che vengono perseguiti d'ufficio dalla magistratura. La
legge francese, precedentemente citata, autorizza (articolo 5 - II) a talune condi-
zioni, le associazioni che si propongono con il (loro) statuto di combattere il
razzismo di esercitare i diritti riconosciuti alla parte civile per talune infrazioni
espressamente indicate. La legge belga precitata (articolo 5) estende questa facol-
t anche alle associazioni che si propongono con il loro statuto di difendere i
diritti dell'uomo. Giova segnalare che questa legislazione sottoposta al con-
trollo di conformit con gli impegni che gli Stati rispettivi hanno assunto ratifi-
cando la Convenzione internazionale sull'eliminazione di qualsiasi forma di discri-
minazione razziale, controllo esercitato dal Comitato previsto da tale Conven-
zione.
270. La semplice esistenza di una legislazione non significa certamente che le
soluzioni che essa esige siano imposte nella pratica. La realizzazione degli obiet-
tivi del legislatore dipende ampiamente dall'atteggiamento delle autorit ammi-
nistrative chiamate ad attuare le disposizioni in questione, ma altres dall'inter-
pretazione che viene loro data dal giudice. Molti nostri esperti hanno sottolinea-
to che nonostante l'intervento in s efficace del legislatore, la discriminazione
razziale in certa misura pervade sempre la vita quotidiana (
334
).
271. Accanto alle misure legislative e ai meccanismi amministrativi e giudiziari
di diritto comune chiamati ad attuarle, sono state create istituzioni nazionali
specializzate per far fronte direttamente ai problemi posti dalle relazioni interra-
ziali. L'esempio pi significativo costituito dalla Commission on Racial Equali-
ty, creata nel 1976 in virt del Race Relations Act del 1976. Questo organo ha il
compito di adoperarsi per l'eliminazione della discriminazione, di promuovere
parit di opportunit e l'instaurazione di buone relazioni tra persone apparte-
nenti a gruppi razziali diversi, di controllare l'applicazione del Race Relations
Act e di proporre, se necessario, degli emendamenti a questa legge. La commis-
sione svolge un'attivit che abbraccia vari settori della vita sociale ed autorizza-
ta a procedere a inchieste su situazioni che comportano la presunzione di discri-
minazioni razziali (
33s
).
3.5.4 Osservazioni generali
272. L'azione nazionale sul piano istituzionale caratterizzata da un accresciu-
to intervento dei legislatori. Anche se l'ordinamento giuridico di determinati
paesi presenta dei difetti o delle lacune in materia di eguaglianza razziale, e per-
mette ancora in maniera palese o latente la sopravvivenza di situazioni discrimi-
natorie dal punto di vista razziale, non inesatto affermare che l'opera istituzio-
nale compiuta in questo settore dagli Stati membri della Comunit generalmen-
te soddisfacente. Questo sforzo deve essere tuttavia portato avanti con costanza
86
e perseveranza e deve beneficiare continuamente di un'esperienza sempre mag-
giore e sempre nuova nonch della partecipazione di tutti gli interessati al dialo-
go che ne deve costituire la base (
336
).
273. Detto ci, non bisogna sopravvalutare n sottovalutare il ruolo della leg-
ge e dei meccanismi giuridici in questo campo. Innanzi tutto non bisogna dimen-
ticare che qualsiasi misura, sia essa di carattere negativo o positivo, che tende a
eliminare la discriminazione razziale in un regime democratico deve in sostanza
fondarsi su una regola di diritto. Da questo punto di vista, la legge costituisce
uno strumento indispensabile e onnipresente. Ma la legge chiamata ad assume-
re in questo settore un'altra funzione: quella di strumento di prevenzione e di
repressione dei comportamenti estremisti e razzisti o razzialmente discriminato-
ri. Due considerazioni devono essere qui sottolineate: innanzi tutto, la repressio-
ne dell'estremismo politico e del razzismo non deve oltrepassare i limiti della
libert che un regime democratico deve garantire alle persone sotto la sua giuri-
sdizione (
337
). La repressione delle forze che minacciano la democrazia non deve
condurre a una riduzione del fondamento democratico che costituisce la quintes-
senza politica dell'Europa. Occorre guardarsi bene dall'applicare delle misure di
prevenzione e di guarigione omeopatiche che finiscono col privare la democra-
zia dell'igiene politica che si intende propriamente proteggere. In secondo luogo,
in questa lotta contra l'estremismo politico e il razzismo, che costituisce un com-
pito eminentemente politico per la nostra societ democratica e che, pertanto,
assume la forma di un confronto intellettuale di forze democratiche contro le
forze antidemocratiche, il ricorso alla funzione repressiva del diritto dovr costi-
tuire solo una ultima ratio (
338
). Ma essa sar al tempo stesso un mezzo chia-
mato a svolgere in questo contesto un ruolo importante (
339
). La definizione di
questo ruolo riposa sulla ricerca di un equilibrio delicato tra la salvaguardia delle
libert fondamentali e la scelta delle misure destinate a far fronte ai comporta-
menti che sfruttano tali libert per svolgere un'azione avente come effetto la di-
struzione di queste stesse libert (
340
).
3.6 L'istruzione l'educazione civica
274. Il Ministro francese della pubblica istruzione, Jean-Pierre Chevnement,
ricordava in un recente discorso il seguente giudizio di Montesquieu: E' proprio
in un governo repubblicano che si ha bisogno di tutta la potenza della funzione
educativa (. . .). La virt politica una rinuncia a se stessi, il che sempre molto
penoso. ( . . . ) Soltanto nelle democrazie il governo affidato a ciascun cittadi-
no. Ora il governo come tutte le cose del mondo: per conservarlo lo si deve
amare (. . .) Si tratta dunque di instaurare questo amore nella Repubblica: l'ope-
ra educativa deve pertanto mirare ad ispirarlo (
341
). Di fatto, sono tutti d'accordo
nel riconoscere che l'istruzione senz'altro il terreno pi propizio per eliminare
da una societ i germi del razzismo e dell'intolleranza e per dare ai cittadini mez-
zi intellettuali e morali per una decisione libera e ragionata. Dalla qualit del si-
stema di insegnamento dipende anche lo sviluppo delle coscienza democratica
nazionale e la capacit di resistenza alle tentazioni fasciste o, pi ampiamente,
totalitarie. Il sistema di istruzione di una societ democratica contemporanea
deve ispirarsi ai valori derivanti dal rispetto della dignit della persona umana,
dei diritti dell'uomo e delle libert fondamentali. Esso deve cercare di attuare
87
questi valori, sia sul piano delle proprie strutture e della propria organizzazione
che su quello del contenuto dell'insegnamento che impartisce e dei metodi peda-
gogici adottati (
342
).
275. I problemi sollevati dalla funzione educativa di fronte ai fenomeni fascisti
e razzisti si situano su diversi piani, evocati nel corso dei lavori della commissio-
ne:
a) Le finalit antidiscriminatorie della scuola, a parit delle opportunit che essa
si propone di realizzare, costituiscono la dimensione globale del retaggio
democratico europeo. Anche se la scuola manca troppo spesso i suoi obiettivi,
la loro riaffermazione, come pure gli sforzi intrapresi per avvicinarvisi mag-
giormente, contribuiscono enormemente all'instaurazione di un clima di fidu-
cia nelle istituzioni sociali.
b) La lotta contro le tentazioni fasciste e razziste passa anche attraverso il conte-
nuto generale dell'istruzione che ha soprattutto il dovere di non distorcere le
realt degli altri paesi, nella loro storia e la loro cultura attuale, e di non dif-
fondere immagini discriminatorie (ad esempio della condizione della donna,
quale veniva presentata e come lo ancora talvolta, nei manuali di lettura), di
fornire le basi storiche, scientifiche, letterarie e filosofiche che consentono
agli allievi e agli studenti di sviluppare una riflessione personale e di interioriz-
zare i valori che regolano la vita di una societ democratica.
e) La questione di una istruzione specifica alla democrazia e ai valori umani, sia
personali che sociali, che permettono l'edificazione di una societ libera, aper-
ta, non discriminatoria, interviene nel contesto definito pi sopra. Esso ha
trovato il proprio posto, nei nostri paesi europei, in insegnamenti dagli indi-
rizzi diversi, che sono stati progressivamente marginalizzati, quando non le
erano fin dall'origine. Tuttavia, si profila una certa rinascita di interesse per
ci che dovrebbe essere il contenuto di una educazione civica, intesa nel senso
ampio, vale a dire che comprenda l'apprendimento delle regole fondamentali
della vita sociale, l'iniziazione ai macromeccanismi politici e sociali, la rinasci-
ta dell'interesse per i diritti dell'uomo e, per i paesi della Comunit, la cono-
scenza della storia e dei princpi della costruzione europea e dei meccanismi
comunitari (
343
).
276. Queste diverse dimensioni dell'azione educativa hanno trovano un'espres-
sione nei testi che provengono dalle istituzioni internazionali. L'articolo 26,
secondo comma della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo specifica che
l'istruzione deve mirare al pieno sviluppo della personalit umana e al rafforza-
mento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libert fondamentali. Essa deve
favorire la comprensione, la tolleranza e l'amicizia tra tutte le nazioni e tutti i
gruppi razziali o religiosi nonch lo sviluppo delle attivit delle Nazioni Unite
per il mantenimento della pace. Nell'articolo 13, primo comma, il Patto inter-
nazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali del 16 dicembre 1966
stipula che gli Stati contraenti del presente Patto riconoscono il diritto di ciascu-
no all'istruzione e riprende i princpi enunciati al riguardo dalla Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo. La dichiarazione delle Nazioni Unite sull'elimi-
nazione di tutte le forme di discriminazione razziale cita l'istruzione come uno
dei settori in cui si compiranno sforzi particolari per impedire una discrimina-
zione fondata sulla razza, il colore o l'origine etnica (articolo 3, primo comma).
88
La stessa dichiarazione statuisce, all'articolo 8: si prenderanno immediatamen-
te tutte le misure efficaci, nel settore dell'insegnamento, dell'educazione e dell'in-
formazione al fine di eliminare la discriminazione e i pregiudizi razziali e di favo-
rire la comprensione, la tolleranza e l'amicizia tra le nazioni e i gruppi razziali.
Gli stessi princpi sono ricordati all'articolo 7 della Convenzione internazionale
sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, adottata il 21
dicembre 1965 ed entrata in vigore il 4 gennaio 1969 (
344
). L'UNESCO resta
l'istituzione internazionale pi direttamente interessata ai problemi educativi.
L'articolo 1, paragrafo 2, lettera b) del suo Atto costitutivo invita l'organizzazio-
ne a realizzare gradualmente l'ideale di una uguale possibilit di istruzione per
tutti, senza distinzione di razza, di sesso, n di condizione economica o sociale.
La sua azione in questo settore ha dato luogo in particolare alla Convenzione del
14 dicembre 1960 concernente la lotta contro la discriminazione nel settore del-
l'insegnamento nonch alla raccomandazione del 1974 sull'educazione per la
comprensione, la cooperazione, la pace internazionale e l'educazione relativa ai
diritti dell'uomo e alle libert fondamentali (
345
). L'UNESCO organizza anche
importanti seminari e tavole rotonde. E' opportuno in particolare segnalare la
tavola rotonda tenutasi a Ginevra dal 5 al 9 novembre 1979, dedicata all'inse-
gnamento, relativo ai problemi della discriminazione razziale. La maggior parte
dei partecipanti aveva segnatamente sottolineato che l'insegnamento, per quanto
riguarda il razzismo, doveva tenere maggiormente conto del contesto sociale nel
quale si iscrive, aiutare i gruppi dominati a resistere alla violazione dei loro dirit-
ti, ed essere collegato con l'insegnamento in materia di diritti dell'uomo.
277. A seguito della direttiva del Consiglio delle Comunit europee del 25
luglio 1977 (77/486) sulla scolarizzazione dei figli dei lavoratori migranti sog-
getti all'obbligo scolastico (
346
), nonch dei vari accordi internazionali sui trasfe-
rimenti di manodopera, stato istituito in vari paesi europei a forte popolazione
immigrata un insegnamento delle lingue e delle culture d'origine, impartito nel
quadro dell'orario normale o al di fuori dell'orario scolastico. Questa struttu-
ra ha un'importanza particolare nel contesto intracomunitrio, poich ad esem-
pio, il 50% dei figli di italiani che vivono in Francia seguono attualmente questo
insegnamento (
347
).
278. Le discussioni in sede di commissione, in particolare lo scambio tra i rap-
presentanti del servizio dei lavoratori stranieri e della migrazione della provincia
belga del Limburgo, nonch i documenti comunicati, hanno consentito di indivi-
duare alcuni dei problemi attualmente incontrati nella definizione di una politica
all'istruzione in un contesto multiculturale, tenuto conto della problematica del-
l'apprendimento democratico e della non discriminazione:
a) Una politica educativa globale: la rappresentante del servizio del Limburgo ha
insistito sul fatto che l'iniziazione alle culture minoritarie e l'apprendimento
della democrazia intercomunitaria non dovrebbero effettuarsi nelle sole classi
e regioni in cui si trova un numero considerevole di ragazzi provenienti da
minoranze culturali, ma nell'insieme delle classi e delle regioni, nella misura
in cui tale insegnamento dovrebbe facilitare le comunicazione in tutte le situa-
zioni sociali. Non evidente che questa dimensione sia pienamente iscritta
nelle politiche educative dei vari paesi europei.
89
b) L'apprendimento della lingua: la padronanza della lingua il vettore essenzia-
le della comunicazione e della parit delle possibilit. Una discussione anco-
ra in corso sui meriti comparati dei diversi sistemi di apprendimento: educa-
zione di base nella lingua materna, immersione immediata nella lingua del
paese ospitante, periodi supplementari di insegnamento nella lingua materna
o nella lingua del paese ospitante. Di fatto, la ragione d'essere della discussio-
ne va pi o meno scomparendo con l'esaurirsi del flusso immigratorio, ma
permangono comunque delle sacche importanti di ignoranza linguistica, che
costituiscono un fattore potenziale di tensione e di difficolt (
34S
).
e) E' stato inoltre evocato anche il problema dell'aumento dei sentimenti di
xenofobia e di razzismo nel tessuto sociale della vita scolastica (
349
). Alcuni
sintomi di disprezzo e di timore si riscontrano spesso come pure, talvolta, di
ostilit di fronte a una concorrenza giudicata sleale in un mondo in cui lo
spettro della disoccupazione pesa gi gravemente sull'adolescente. L'attenzio-
ne degli insegnanti ai segni quotidiani di ostilit e di discriminazione capitale
a questo proposito.
279. I princpi di questi tre piani di azione educativa si ritrovano in tutti i paesi
comunitari. La loro applicazione pi o meno imperativa e difficile a seconda
dell'importanza e della diversit dei gruppi, d'origine culturale o etnica diversa,
presenti su uno stesso territorio e delle tensioni che, eventualmente, ne consegua-
no. La letteratura sull'argomento dell'educazione nel contesto multiculturale
abbondante e pone in rilievo le molteplici difficolt di principio e di metodo (
35
).
280. Tra le diverse azioni nazionali attuate, opportuno segnalare, in Gran
Bretagna, le misure adottate a seguito della presentazione della relazione Swann:
considerazione della diversit etnica del paese nel corso di formazione degli inse-
gnanti, sostengo ai progetti di ricerca in materia di scienza dell'educazione e alle
iniziative locali, compilazione di statistiche sui problemi e i buoni risultati otte-
nuti dalle diverse comunit etniche (
351
). La Francia, dal canto suo, ha deciso di
creare, nel settembre 1981, delle zone di educazione prioritaria (ZEP), nelle
aree sociali in cui il successo scolastico particolarmente importante. Le ZEP si
prefiggono di combattere la discriminazione, offrendo al tempo stesso mezzi
materiali pi consistenti e conferendo agli insegnanti la possibilit di elaborare
un progetto educativo che tenga conto delle realt della zona interessata (
352
).
Sempre in Francia, l'Ecole Nationale de la Magistrature dispensa insegnamenti
su la respressione del razzismo nonch sui diritti dell'uomo. Nella Repubblica
federale di Germania la prevenzione contro l'odio razziale e le ideologie totalita-
rie viene effettuata dai centri di educazione politica sostenuti finanziariamenti
dal governo federale e dai Laender, e da essi controllati (
353
). Nei Paesi Bassi le
scuole dispensano corsi di storia mondiale, vengono pubblicati opuscoli e orga-
nizzate diverse iniziative destinate alle minoranze etniche (
354
). In Italia, il Mini-
stero della Pubblica Istruzione ha inserito l'educazione civica nella formazione
degli insegnanti e incoraggia i programmi di ricerca nel settore dei diritti dell'uo-
mo e della discriminazione razziale. Varie societ, tra le quali la Societ Italiana
per le Organizzazioni Internazionali (SIOI), contribuiscono alla sensibilizzazione
dell'opinione pubblica italiana (
35S
). Il Belgio si preoccupa della formazione lin-
guistica dei figli dei lavoratori migranti (
356
). Gli altri paesi della Comunit han-
no predisposto anche talune azioni specifiche (
357
).
90
281. Di fatto, mentre la funzione dell'istruzione quanto vi di pi essenziale
nella formazione della coscienza democratica, le sfide, cui si trovano di fronte i
vari paesi europei, appaiono gigantesche. Occorre rilevare che, oltre i problemi
specifici pi sopra evocati, la questione del successo del sistema scolastico nel
suo insieme condiziona profondamente quella dell'eventuale recrudescenza di
sentimenti estremisti e xenofobi. Una societ il cui sistema educativo attraversa
una grave crisi corre il rischio di trasformarsi ben presto in una societ dalle
soluzioni radicali o del ciascuno per s. In un tale contesto, una educazione
civica pi intensa apparirebbe artificiosa se non si avesse la cura di procedere allo
stesso tempo al miglioramento dell'istruzione generale e delle possibilit di suc-
cesso che quest'ultima offre.
3.7 I mezzi di informazione
282. La responsabilit morale degli organi di informazione nella prevenzione
dei fenomeni fascisti e razzisti viene spesso e lungamente evocata. Si attribuisco-
no in generale, sia alla stampa scritta che ai mezzi audiovisivi: la possibilit che
essi offrono di aprirsi al mondo, e di provocare curiosit e rispetto per le culture
straniere; un ruolo di memoria storica, di cui era stata data ampia testimonianza
dalla proiezione di Olocausto e dai dibattiti che aveva suscitato, ricorda il sig.
Krieps (
358
); la possibilit, offerta da tali mezzi, di dare, attraverso tribune e di-
scussioni contraddittorie, tutta la sua ampiezza al dibattito democratico.
283. Essi sono comunque oggetto di gravi rimproveri: la rappresentazione del
mondo esterno favorisce spesso le culture sociali dominanti. La frequente dram-
matizzazione dell'informazione distorce le realt esposte, col pericolo di provo-
care il disprezzo, l'incomprensione, l'animosit. Si cercherebbe in particolare di
eludere l'informazione sulle minoranze, coprendo ampiamente le malefatte in
cui sono implicati alcuni loro membri, mostrandosi avari nel rendere conto dei
problemi di queste comunit, trascurando quasi totalmente le realizzazioni effet-
tuate nel loro ambito. Il problema diventa pi grave quando le notizie di attuali-
t vengono presentate in modo da deteriorare l'immagine del paese di origine
(difficolt particolarmente risentite, ad esempio, dai rifugiati iraniani). Infine, i
mezzi d'informazione e di svago, alimentando l'emozione intorno agli atti di vio-
lenza, portandone alla ribalta della cronaca gli autori, e inoltre per la natura del-
le opere di fantasia talvolta diffuse, svilupperebbero una cultura della violenza
che susciterebbe una sorta di fascino malsano.
284. Su questo ultimo punto, Yves Michaud osserva: Il connubio della vio-
lenza con le proprie immagini, evidentemente non nuovo: la violenza non con-
siste soltanto nel neutralizzare gli avversari danneggiandoli, ma serve d'avverti-
mento, da minaccia, imprime un marchio su coloro che non ne sono colpiti
direttamente (. . .). Tuttavia, questo gioco delle immagini, indipendentemente
dagli sforzi compiuti, continua ad aleggiare, aleatorio e viscoso: a seconda dei
racconti dei viaggiatori, o delle narrazioni dei loro racconti, degli esodi, al ritmo
dei mercati o delle assemblee. L'estensione delle possibilit di comunicazione e la
padronanza che si pu raggiungere nella loro manipolazione hanno profonda-
mente modificato la situazione (
3S9
). E' evidente che l'eco suscitata dai mezzi di
comunicazione di massa diventata uno dei maggiori stimoli allo sviluppo delle
azioni terroristiche. Da pi parti si richiede un codice deontologico che definisca
il modo in cui si devono far conoscere la azioni di violenza. La riflessione sulla
91
padronanza delle conseguenze di taluni tipi di informazione non stata proba-
bilmente portata a compimento. A questo riguardo, nella risoluzione del 1 otto-
bre 1980 relativa alla necessit di combattere la ricomparsa della propaganda
fascista e dei suoi aspetti razzisti, l'Assemblea parlamentare del Consiglio
d'Europa richiama l'attenzione dei giornalisti e dei responsabili dei mass media
sulla loro responsabilit nei confronti della diffusione nella pubblica opinione di
informazioni tali da favorire l'insorgere di reazioni di stampo razzista e elitario
(paragrafo 7) (
36
). A nostro avviso, questo appello deve riferisi non tanto alla
diffusione dell'informazione come tale, ma alla sua selezione e alla sua manipola-
zione, nella misura in cui queste ultime incitano all'intolleranza e all'odio razzia-
le.
285. E' comunque difficile apprezzare nella sua globalit l'azione dei mezzi
d'informazione nel campo che ci preoccupa e di ritracciare il modo in cui essi
continuano a modellare la coscienza democratica di un paese. L'improvviso
apparire di un'informazione e il modo in cui viene presentata, cos come la diver-
sit del pubblico e dei modi di ricezione, conferiscono all'azione dei media una
ambiguit derivante dalla loro stessa natura.
3.8 La reazione sociale organizzata
286. Nel periodo del dopo guerra, una della constatazioni pi spesso riportate
si riferiva alla debolezza delle reazioni sociali constatate di fronte alla recrude-
scenza del fascismo e delle tendenze antisemite e razziste. Si sono visti nascere
allora, in numerosi paesi europei, gruppi ad hoc, preoccupati di prevenire ed
eventualmente reagire contro qualsiasi recrudescenza delle ideologie e dei movi-
menti incriminati. Nell'azione condotta da questi gruppi noi distinguiamo tra la
reazione politica direttamente applicata dai partiti democratici e la reazione sta-
tale, comprendendo in quest'ultima sia l'apparato legislativo che le azioni delle
strutture amministrative.
287. L'azione di gruppi organizzati di fronte all'intolleranza e alla discrimina-
zione non risale tuttavia all'indomani dell'ultima guerra: l'affermazione dei dirit-
ti e dei principi democratici contro i pregiudizi nazionalisti e il dispotismo aveva
conosciuto la sua espressione primordiale al momente dell'affare Dreyfus, la cui
risonanza doveva oltrepassare largamente i confini della Francia. La Lega dei
diritti dell'uomo e la Lega internazionale contro l'antisemitismo (LICRA) sono
nate a seguito di questa esperienza. Si deve inoltre aggiungere che la forma e il
peso delle reazioni rispettivamente politiche, statali e sociali variano fortemente
da un paese all'altro sia a seconda della sua storia sia delle eventuali minacce che
gravano ancora sul suo sistema democratico. Sotto questo aspetto, meritano una
menzione speciale i gruppi di resistenza alle dittature europee del dopo guerra, in
Grecia, Spagna, Portogallo e Turchia.
288. Nel corso dei suoi lavori, la commissione ha avuto contatti, diretti o indi-
retti, con varie organizzazioni che intendono rimanere vigilanti di fronte alle
lezioni degli avvenimenti dell'anteguerra e della guerra. Si possono citare in par-
ticolare, senza voler in alcun modo effettuare un inventario, il Movimento con-
tro il Razzismo e per l'Amicizia tra i Popoli (RMAP, Francia), il Movimento con-
92
tro il Razzismo, l'Antisemitismo e la Xenofobia (MRAX, Belgio), alcune fonda-
zioni e centri di documentazione come Anne Franck Stichting (Paesi Bassi), la
Dokumentationsarchiv des Oesterreichischen Widerstandes (Austria) o ancora
la Fdration Internationale des Rsistants, nonch varie altre associazioni di
resistenti e di ex combattenti. Un gran numero di questi movimenti ha visto la
sua missione arricchirsi e modificarsi nel corso del tempo, specialmente nel
momento del processo di decolonizzazione, e successivamente all'arrivo massic-
cio di lavoratori stranieri in taluni paesi della Comunit.
Nello stesso periodo e da quel momento, si sono create numerosissime associa-
zioni di sostegno alle persone immigrate e di lotta contro la xenofobia. Ad esem-
pio, la commissione ha ricevuto alcuni documenti e testimonianze dal Runnyme-
de Trust (Gran Bretagna), dal Minority Rights Group, da varie associazioni
belghe, talune ufficiali (Vlaamse Overleg Comit over Migratie VOCOM),
altre private (Ligue des Familles, Caritas Catholica) e da numerose associazioni a
vocazione specifica o di importanza locale, le quali ultime si raggruppano talvol-
ta in una struttura di coordinamento ( il caso della Francia) e della Fdration
des Associations de Soutien aux Travailleurs Immigrs (FASTI). La rete delle
associazioni di difesa, di monitoring, dei Comitati d'azione, sembra partico-
larmente fitta in Gran Bretagna, dove si deve segnalare inoltre l'esistenza di una
rivista (Searchlight) dedicata esclusivamente all'estremismo di destra. Apportan-
do il loro sostegno alle comunit di migranti e richiamando l'attenzione sui
princpi dei diritti fondamentali e della dignit dell'uomo, anche le chiese dei
paesi interessati svolgono un ruolo di primo piano (
361
).
289. Il problema della colorazione politica dei tipi di associazione precedente-
mente menzionati si posto immediatamente dopo la loro comparsa. Di fatto,
tra le associazioni in questione, sono numerose quelle che mantengono legami
pi o meno stretti con partiti o movimenti politici. A dire il vero, ci non discre-
dita affatto la loro azione, ma esiste tuttavia un dilemma: una strategia consen-
suale solo scarsamente politicizzata rischia di fondarsi su principi fragili e flut-
tuanti; un discorso pi direttamente politico forse pi coerente, ma il suo rag-
gio di influenza meno vasto e pi contestato il suo messaggio. Comunque, nel
corso degli ultimi anni, due nuovi elementi sono venuti ad arricchire i termini del
dibattito. Il primo consiste nello sviluppo di gruppi socialmente attivi nel settore
dei diritti dell'uomo. Le forme che essi assumono possono essere diverse:
(Amnesty International, la Commissione internazionale dei giuristi, i comitati di
sorveglianza del rispetto degli accordi di Helsiniki, l'Action des Chrtiens pour
l'Abolition de la Torture, l'Internationale Gesellschaft der Menschenrechte), ma
contribuiscono tutte a promuovere una sensibilit pi vigile verso un apprendi-
mento tangibile e immediato della nozione dei diritti dell'uomo e, di conseguen-
za, di quella della democrazia. Il secondo elemento nuovo consiste nell'abolizio-
ne progressiva della distinzione implicita nell'azione dei decenni trascorsi tra
comunit protette e associazioni protettrici: il fenomeno che Francoise Ga-
spard e Claude Servan-Schreiber definiscono giustamente la fine degli immigra-
ti, vale a dire l'inserimento reale delle comunit immigrate nel tessuto sociale e
culturale del paese ospitante, fenomeno che ha un peso considerevole. La reazio-
ne sociale pertanto pi varia e pi condivisa di quanto lo fosse in precedenza.
93
290. La confluenza di queste due preoccupazioni consenso realizzato su
realt concrete e partecipazione globale al di l delle suddivisioni politiche
pu servire verosimilmente a spiegare le forme assunte da una associazione come
SOS Razzismo, il cui rapido sviluppo in numerosi paesi europei testimonia l'evo-
luzione delle opinioni pubbliche. Uno scambio di pareri tra i membri della com-
missione e i rappresentanti francesi e belgi dell'associazione, ha mostrato che le
opinioni divergevano talvolta sulla concezione di ci che l'azione sociale organiz-
zata deve essere oggi, in particolare delle relazioni che essa avrebbe dovuto
intrattenere con l'azione e i movimenti politici. Comunque sia, l'attuale successo
di iniziative sul tipo di quelle intraprese da SOS Razzismo mostra ancora una
volta che i caratteri propri della reazione sociale nei confronti dei discorsi e dei
movimenti estremisti sono sempre strettamente connessi al clima culturale nel
suo complesso.
3.9 L'azione culturale
291. In realt, il dibattito intorno al razzismo e al fascismo non mai stato sol-
tanto politico, ma fin dagli inizi, culturale e anche letterario. I temi intorno ai
quali esso si organizza fanno largo ricorso alle passioni umane, alla rappresenta-
zione del passato, alla potenza della retorica e all'impiego dei simboli. Sebbene si
tratti di un elemento costante di tutti i dibattiti politici, esso molto pi marcato
allorch si tratta di movimenti e di ideologie che fanno dell'irrazionalit virt.
292. La lotta culturale contro le tentazioni di tipo fascista si organizza quasi
sempre intorno alla figura dell'intellettuale, i cui tratti sono stati plasmati dai cir-
coli filosofici dei luminari, al centro del lavoro di creazione della cultura europea
moderna, attraverso il romanticismo politico, il retaggio dell'affare Dreyfus e
delle correnti neocantiane. L'intellettuale, nell'ottica tradizionale quale viene
espressa da un Charles Peguy o un Julien Benda, non interviene nel campo politi-
co e sociale sulla base di una qualsiasi competenza tecnica, ma per la responsabi-
lit che egli ritiene di possedere di far testimonianza di taluni valori perenni.
Mentre le espressioni culturali del fascismo sottopongono il diritto alla forza e
l'esigenza di universale al particolarismo storico, l'intellettuale entra in una fase
di resistenza animato da una convinzione che, come gi diceva Pascal:
E' una strana e lunga guerra quella in cui la violenza tenta di opprimere la
verit. Tutti gli sforzi della violenza non possono indebolire la verit e servo-
no soltanto a innalzarla maggiormente. Tutte le luci della verit non possono
nulla per arrestare la violenza e servono solo a irritarla maggiormente.
Quando la forza combatte la forza, la pi potente distrugge l'altra; quando si
oppongono i discorsi ai discorsi, quelli che sono veri e convincenti confondo-
no e dissipano quelli imbevuti soltanto di vanit e di menzogna (
3
").
293. Questa tradizione umanista ha nutrito, prima della guerra, le proteste
antifasciste di personalit cos diverse come Thomas Mann, Robert Musil, Ste-
fan Zweig, Andr Gide, Georges Bernanos, Miguel de Unamuno e tanti altri.
Dopo la seconda guerra, le grandi figure dell'antifascismo uniscono alle preoccu-
pazioni dei loro predecessori quelle derivanti dalla logica propria del marxismo,
dal personalismo cristiano, dai movimenti di decolonizzazione e da una nuova
concezione europea della democrazia. Queste influenze si ritrovano, sotto forme
94
diverse, nel Jean-Paul Sartre delle Rflexions sur la Question Juive, nelle opere di
Heinrich Boll, d'Albert Camus, in riviste come Esprit in Francia o Cuadernos
para el dilogo in Spagna. Tuttavia, si sviluppa parallelamente una certa impa-
zienza di fronte agli argomenti e ai discorsi che un tempo venivano sviluppati
automaticamente in una visione antifascista; chi non ricorda la critica che Plato-
ne attribuisce a Socrate parlando dei suoi incontri con i poeti e gli artigiani?
Ciascuno di essi, poich esercitava la propria arte alla perfezione, si giudicava
anche negli altri campi di una saggezza perfetta, e proprio per le cose che hanno
maggiormente importanza. La reazione antirazzista trova dunque il sostegno di
professionisti quali gli scienziati riuniti sotto gli auspici dell'UNESCO, in par-
ticolare biologi e antropologi. Le teorie dell'azione politica e della democrazia si
fanno anche pi positive, attingendo largamente alla ricerca politologica ameri-
cana (Robert Dahl, Charles Lindblom, Sidney Verba, ecc. . . .) (
363
) e si orienta-
no verso lo studio del funzionamento e delle disfunzioni dell'ordine democratico.
294. Infine, sotto il colpo della reazione antistaliniana, e pi tardi, sotto quello
della scoperta delle voci sotto le macerie (dei dissidenti dell'Europa dell'Est,
Solgenitzin in primo luogo), l'intellettuale antifascista si trasforma progressiva-
mente in intellettuale antitotalitario. Questa senz'altro la conquista pi positi-
va dell'avventura intellettuale del dopo guerra: la lotta per la dignit umana
una sola, essa non si cura delle etichette politiche, religiose, sociali, nazionali;
essa attacca su tutti i fronti, i pi vicini come i pi lontani la responsabilit per-
sonale di tutti viene impegnata per cos dire a nudo senza possibile rifugio,
pretesto o attenuazione. Questa lezione merita, senza alcun dubbio, di essere dif-
fusa nell'insieme del corpo politico e sociale.
95
4. RIFLESSIONI GENERALI RACCOMANDAZIONI
4.1. Riflessioni generali
295. Ai termini del mandato ricevuto, la commissione ha il compito di studiare
i mezzi per combattere i gruppi fascisti e razzisti. Al pari delle analisi che pre-
cedono, l'orientamento dei lavori della commissione ci induce a interpretare in
senso lato questo aspetto del mandato nonch ad esaminare i mezzi di lotta con-
tro i vari aspetti dei fenomeni fascista e razzista e contro quei fattori che contri-
buiscono a mantenerli in vita e, talvolta, alla loro recrudescenza.
296. Questi mezzi, come gi visto, assumono e devono assumere varie forme.
Nella loro azione e nei loro discorsi i gruppi fascisti e razzisti presentano pericoli
specifici che abbiamo valutato in precedenza. La lotta contro tali pericoli, nello
spirito cui si accennato nel corso dell'esame degli strumenti giuridici, va conti-
nuamente arricchita e precisata e sar questo lo scopo di talune delle raccoman-
dazioni che seguono.
297. Ci non toglie che durante tutta l'inchiesta questi gruppi siano apparsi
spesso come il sintomo di questo o quel malessere sociale piuttosto che esserne la
causa e questo dato si manifesta su due diversi piani: vuoi quando taluni di que-
sti gruppi svolgono la funzione di strumento di protesta che essa si esprima tra-
mite la militanza o il voto, e per quanto confusa possa spesso sembrare vuoi
quando gli stessi gruppi sfruttano tendenze xenofobe, razziste e, eventualmente,
autoritarie, che essi possono fomentare e ingigantire ma che sono tuttavia pree-
sistenti alla loro azione. E anche nell'affrontare tali tendenze occorre far ricorso
a strumenti diversi: il razzismo e la discriminazione razziale si presentano sotto
forme di comportamento esterno che possono essere affrontate sotto il profilo
giuridico e represse con gli strumenti offerti dal diritto. Questo non per il caso
della xenofobia che un sentimento o piuttosto un risentimento latente, un
atteggiamento anteriore al fascismo e al razzismo, che pu preparare loro il ter-
reno ma che in s non rientra nell'ambito del diritto n della repressione. Si com-
prender che la diversit dei fenomeni, dei fattori che li determinano e degli stru-
menti d'azione impongono un'impostazione pi sintetica per evitare che le racco-
mandazioni formulate si limitino ad un semplice elenco di elementi disparati e
far s che possano corrispondere a una volont politica coerente e chiaramente
definita.
298. Pur restando di entit controllabile, i fenomeni di cui abbiamo dovuto
render conto persistenza di gruppi estremisti, violenze esercitate da taluni di
questi gruppi, nuove e crescenti manifestazioni di xenofobia, debolezze ed ambi-
guit dell'intervento dell'apparato istituzionale e di quello delle forze politiche e
sociali tradizionali non sono per questo meno sintomatici di un problema
nuovo che le democrazie europee si trovano ad affrontare, ossia l'intensit in
continuo aumento degli spostamenti e degli scambi umani e culturali in un qua-
dro giuridico e sociale spesso inadeguato rispetto all'entit dei cambiamenti che
si verificano. In altri termini sia l'analisi della situazione e delle sue cause, sia
l'analisi degli interventi operati ci riconducono ad una crisi specifica: quella del
progressivo superamento delle societ chiuse a seguito del graduale sviluppo
degli scambi umani e dei confronti fra culture.
96
299. In primo luogo il superamento delle societ chiuse si osserva all'interno
del quadro comunitario ove, tuttavia, i cambiamenti provocati da una sempre
maggiore interdipendenza politica, culturale, sociale ed economica avvengono
sotto il controllo di un sistema giuridico e politico che, nonostante le sue debo-
lezze, fornisce i necessari strumenti di impulso e di regolazione.
300. Ci non accade invece per i cambiamenti che oltrepassano o attraversano il
quadro comunitario. In prima fila, fra questi cambiamenti va messo il difficile
processo di integrazione dei lavoratori migranti e delle loro famiglie nel tessuto
sociale di un'Europa che l'unificazione comunitaria rende gi, di diritto e non
soltanto di fatto, plurietnica e pluriculturale. Come osservato dal Commissario
Sutherland vi sono attualmente nei dieci paesi della Comunit 12,5 milioni di
immigrati, lavoratori e membri delle rispettive famiglie, rispetto ai 12 milioni del
1974 (
3S4
). Di essi, 9 milioni sono originari dei paesi terzi; i turchi, gli iugoslavi,
gli algerini, i marocchini, i tunisini costituiscono i gruppi nazionali pi numero-
si. Gli spagnoli e i portoghesi sono circa 1,5 milioni. Dopo l'adesione della Spa-
gna e del Portogallo, pertanto, gli immigrati, cittadini comunitari, saranno 5
milioni. Tali dati permettono di trarre due conclusioni: da un lato si constata
una stabilizzazione relativa del numero totale degli immigrati nel corso dell'ulti-
mo decennio; dall'altro la percentuale degli immigrati di origine comunitaria ri-
spetto al numero totale degli immigrati di ogni provenienza, aumentar di un
terzo con il prossimo ampliamento. La Comunit pertanto deve definire il suo
avvenire tenendo conto della presenza al suo interno di numerose comunit etni-
che e del suo dovere di favorire l'inserimento di queste comunit etniche nella
societ europea (
36S
).
301. Se a queste cifre si aggiungono quelle dei cittadini nazionali che sono sen-
titi e si sentono essi stessi membri di minoranze straniere (soprattutto nel caso
della Gran Bretagna e della Francia), se si tiene conto dell'ampiezza di altri cam-
biamenti intervenuti negli ultimi decenni ed in particolare dell'intensificarsi degli
scambi con le altre parti del mondo e dell'informazione su di essi, si pu misura-
re tutta l'importanza del contraccolpo culturale che l'Europa ha subito da quan-
do ha intrapreso l'avventura della sua unificazione. E' naturale ritenere che
occorre cercare in questo stato di cose l'origine di un certo numero di disfunzioni
dei nostri sistemi nazionali e di numerose manifestazioni dell'estremismo politico
contemporaneo.
302. Queste trasformazioni intervengono in condizioni certamente uniche nel-
la storia: sul piano generale le migrazioni e gli spostamenti si sono svolti in un
contesto che ignorava i diritti e le libert quali vengono riconosciuti dalla demo-
crazia europea o non conosceva la situazione di popolamento e di edificazione
nazionale che hanno sottinteso allo sviluppo degli Stati Uniti, sebbene le condi-
zioni e le conseguenze dei movimenti migratori di questo paese e dell'Europa
presentino ormai pi analogie che in passato (
366
).
303. L'unicit delle condizioni in cui si verificano i cambiamenti in questione
va a tutto onore dell'Europa. Qualsiasi individuo, che sia o meno cittadino
comunitario, presente sul territorio della Comunit beneficia automaticamente
dei diritti fondamentali. Ci ben lungi dal verificarsi per i cittadini comunitari
che si trovano sul territorio delle societ non democratiche, i quali rischiano di
97
vedere, proprio per questa ragione, continuamente irrisi i propri diritti. Si
ancora ben lontani dall'obiettivo di un'indivisibilit spaziale, di un'affermazione
universale dei diritti dell'uomo.
304. Ci non toglie per, di fronte ai cambiamenti precedentemente descritti,
che i nostri strumenti sia intellettuali sia istituzionali risultano gravemente inade-
guati. Uno degli attuali motivi alla base delle tentazioni fasciste e razziste consiste
proprio nell'aperto disprezzo dell'eredit democratica nella quale, nonostante
tutte le imperfezioni venute alla luce, hanno avuto luogo detti spostamenti e
cambiamenti. Va comunque detto che, trascurando i problemi c le resistenze che
ostacolano le trasformazioni in atto, si rischia di esacerbare detti problemi e resi-
stenze minando cos, in un altro modo, il sistema democratico.
305. Le reazioni sia sul piano istituzionale che sul piano sociale alle sfide poste
da questi mutamenti, per non parlare delle reazioni dello sfruttamento sul piano
politico delle difficolt che queste sollevano, hanno avuto luogo in ordine spar-
so. All'armamentario preventivo e respressivo mirante a garantire il rispetto del-
le regole del giuoco democratico, si sono venute aggiungendo misure ad hoc desti-
nate a taluni settori della popolazione o a taluni obiettivi specifici. Pur essendo
gi avviata una riflessione di insieme sui princpi e sulle conseguenze della costru-
zione comunitaria, non si teneva conto della nuova visione del mondo che avreb-
be comportato questa stessa costruzione, nonch degli scambi e spostamenti
umani e culturali intervenuti sul piano internazionale e che attraversavano l'ordi-
ne comunitario.
306. Il relatore desidera suggerire a questo punto che le istanze comunitarie
hanno non solo il diritto ma l'assoluto bisogno di affrontare in modo pi globale
taluni fenomeni che essi hanno finora tenuto presenti soltanto in parte. Questa
nuova impostazione potrebbe essere definita come politica europea delle relazio-
ni intercomunitarie. Con questo concetto di relazioni intercomunitarie noi inten-
diamo quelle intercorrenti fra le comunit istituite in base a vari parametri, etni-
co, culturale, religioso e storico e che come tali si identificano. Tale politica
mirerebbe a raccogliere attorno a princpi ed obiettivi coerenti ci che viene cor-
rentemente designato con il termine politica comunitaria delle migrazioni,
l'azione per il rispetto dei diritti e le libert fondamentali, taluni aspetti della coo-
perazione politica (relazioni con i paesi a forte immigrazione) e le politiche edu-
cative, sociali e culturali.
307. Nonostante che i motivi a giustificazione di questo concetto emergano
piuttosto chiaramente dalle considerazioni precedenti, non male ricordarne
alcuni: i movimenti fascisti e razzisti e, pi ampiamente, antidemocratici, si
nutrono delle disfunzioni dei sistemi nazionali e del sistema comunitario. Sotto
questo profilo il problema che attualmente preoccupa di pi rappresentato dal-
la difficolt di trasformarsi da parte di societ in cui si trovino modelli culturali e
sociali diversi fra loro e tutti quanti legittimi. Questi modelli non separano sol-
tanto dei gruppi, ma spesso si trovano in contrasto in uno stesso individuo o nel-
lo stesso strato della popolazione. La loro interdipendenza e il confronto fra loro
prendono forma all'interno delle societ nazionali e a maggior ragione della
Comunit. Il passaggio progressivo e pi o meno esplicito di comunit da una
situazione fino a quel momento migratoria ad una situazione minoritaria
una delle ragioni, ma non sola, della crisi di identit culturale che colpisce vasti
98
segmenti sociali. Proporre una politica che regoli le relazioni fra le comunit
significa contemporaneamente tentare di rafforzare le norme giuridiche che pre-
siedono allo scambio democratico ossia le stesse che si oppongono alle ten-
denze fasciste e razziste e inventare gli strumenti necessari per affrontare le
diverse implicazioni delle relazioni intercomunitarie. E' dunque attorno a questo
concetto che il relatore intende presentare le raccomandazioni che seguono.
308. Si avrebbero dunque buone ragioni per suggerire che le risposte alle sfide
che presenta l'oggetto della nostra inchiesta possano essere rircercate soltanto
nel concetto dei diritti dell'uomo e delle libert fondamentali. E' su questo princi-
pio, le cui origini sono le stesse su cui poggiano le tradizioni politiche e filosofi-
che dell'Europa in quanto esse hanno acquisito dimensione universale, che si
possono e si devono trovare i precetti di condotta politica da seguire ed i princpi
del modello di societ che l'uomo democratico cercher sempre nella diversit
della storia e in quella delle sue aspirazioni.
4.2. Raccomandazioni del relatore
309. Le raccomandazioni qui di seguito formulate rappresentano soltanto una
parte di un ventaglio praticamente infinito. L'immaginazione politica pu sem-
pre arricchirle e la ragione politica definire al suo interno le scelte e le priorit che
si impongono.
4. 2. 1. Sul piano istituzionale
a) Ratificare le convenzioni internazionali concernenti l'oggetto dell'inchiesta
(ONU, UNESCO, OIL, Consiglio d'Europa) da parte di quei paesi che non
l'abbiano ancora fatto.
b) Procedere alle dichiarazioni e alle ratifiche relative alle istanze individuali
(articolo 25 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, articolo 14 della
Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discrimina-
zione razziale, protocollo facoltativo concernente il Patto internazionale in
materia di diritti civili e politici) da parte di quei paesi che non l'abbiano anco-
ra fatto.
e) Adempiere pienamente agli impegni assunti nel quadro delle convenzioni
internazionali sul piano del diritto interno.
d) Rivedere e adeguare continuamente la legislazione nazionale in materia di lot-
ta all'estremismo politico, al razzismo e alla discriminazione razziale e vigilare
sulla sua effettiva applicazione.
e) Creare strumenti di ricorso efficaci per le vertenze riguardanti la discrimina-
zione razziale.
f) Controllare, analizzare e valutare l'applicazione della legislazione di cui al
punto d) da parte delle autorit amministrative e giudiziarie nazionali.
g) Estendere il beneficio dell'assistenza giudiziaria gratuita effettiva e della con-
sultazione giuridica gratuita alle vertenze riguardanti la discriminazione raz-
ziale.
h) Definire e adottare una politica di misure istituzionali positive miranti ad isti-
tuire organi nazionali specializzati in materia di relazioni interrazziali (istanze
99
di inchiesta e di conciliazione, ombudsman, commissioni di ricerca e di inizia-
tiva).
i) Avanzare verso la creazione di uno spazio giudiziario europeo nello spirito
delle risoluzioni gi adottate in proposito dal Parlamento europeo per far fal-
lire le complicit fra organizzazioni estremistiche e terroristiche nell'organiz-
zazione di azioni e nella diffusione di materiale propagandistico proibito dalla
legge, nonch difendere i principi fondamentali della democrazia con tutti i
mezzi offerti dallo Stato di diritto.
j ) Adoperarsi per una definizione pi ampia delle competenze e delle responsabi-
lit comunitarie nel settore delle relazioni interrazziali, mediante un'interpre-
tazione teleologica dei trattati basata fra l'altro sulla ricerca dell'effetto utile
delle disposizioni in materia e dei poteri impliciti della Comunit europea e
ricorrendo alla procedura di cui all'articolo 235 del Trattato CEE e, se neces-
sario, procedendo a una revisione dei Trattati.
k) Incoraggiare le iniziative della Commissione in merito alle questioni sollevate
dall'inchiesta.
1) Far entrare i problemi emersi dall'inchiesta nel campo di interesse dei mecca-
nismi paracomunitari, come il Consiglio europeo e la cooperazione politica
europea.
m)Contribuire all'elaborazione e all'approvazione di una dichiarazione comune
delle istituzioni politiche comunitarie contro il razzismo, la discriminazione
razziale e la xenofobia ed a favore di rapporti armoniosi fra tutte le comunit
che si trovano in Europa.
n) Promuovere il ruolo del Parlamento europeo quale istanza di riflessione, di
discussione e di iniziativa politiche nei settori che interessano il rispetto e il
consolidamento dell'ordine democratico e l'armonia dei rapporti fra tutte le
comunit che si trovano in Europa.
4.2.2. Sul piano dell'informazione
a) Far eseguire una ricerca di diritto comparato sui vari strumenti giuridici creati
dai paesi della Comunit per far fronte ai fenomeni che rientrano nel quadro
dell'inchiesta oltre che sull'applicazione di tali strumenti. Il Parlamento euro-
peo deve incoraggiare la realizzazione di tale progetto.
b) Creare in ciascuno Stato degli organi di informazione sugli strumenti giuridici
contro i fenomeni della discriminazione, del razzismo e dell'incitamento all'o-
dio e alla violenza razziale. Migliorare la conoscenza dei mezzi di ricorso ai
vari livelli: internazionale, europeo, comunitario e nazionale, utilizzando
tutti i mezzi di informazione e di comunicazione, e in particolare le possibilit
tecnologiche offerte dalla telematica e dall'informatica.
e) Effettuare uno o pi studi demoscopici, nel quadro dell'Eurobarometro, sullo
stato attuale delle relazioni tra le diverse comunit esistenti in Europa.
L'inchiesta dovrebbe comportare talune questioni sul modo in cui chi rispon-
de, senta i contatti con le comunit diverse dalla propria, nonch sulla pro-
spettiva dei valori democratici. Assicurare i finanziamenti necessari nel bilan-
cio comunitario.
100
d) Effettuare studi su talune unit urbane delle Comunit in cui siano fortemente
rappresentate le comunit minoritarie allo scopo di comparare sia i problemi
emersi che le strategie attuate.
e) Incoraggiare una riflessione sulla deontologia dell'informazione di fronte ai
fenomeni di violenza, e in particolare di violenza razziale. Il Parlamento euro-
peo potrebbe assumere l'iniziativa di organizzare un colloquio su questo argo-
mento.
f) Attirare l'attenzione dei responsabili dell'informazione a tutti i livelli sull'im-
portanza della funzione svolta dai mezzi di comunicazione di massa per l'eli-
minazione dei pregiudizi razziali e per la promozione dell'armonia dei rappor-
ti fra comunit che vivono in Europa. Assicurare nei meccanismi dell'infor-
mazione una giusta rappresentativit delle comunit minoritarie.
4.2.3 Sul piano educativo
a) Promuovere l'obiettivo della non discriminazione a tutti i livelli delle strutture
e delle politiche educative.
b) Rafforzare notevolmente il ruolo dell'educazione civica in tutto il curriculum
scolastico per promuovere l'attaccamento ai valori e alla pratica della demo-
crazia e del pluralismo, alla tolleranza e al reciproco rispetto tra gli esseri
umani nonch al senso di responsabilit civica.
e) Tener conto, nei progetti di elaborazione di un manuale europeo di educazio-
ne civica, delle preoccupazioni emerse nella presente inchiesta.
d) Occuparsi in maniera particolarissima della formazione civica degli educato-
ri, facendo in modo che essi conoscano i princpi e gli orientamenti dei testi
giuridici attinenti al nostro argomento e rendendoli sensibili al problema delle
relazioni fra bambini e adolescenti di comunit diverse e iniziandoli infine alle
metodologie pedagogiche adeguate.
e) Favorire l'apprendimento delle lingue e delle culture minoritarie in un'ottica di
apertura sia verso le comunit minoritarie sia verso il mondo extracomunita-
rio.
f) Introdurre un apprendimento pi precoce della storia contemporanea per tra-
smettere un'immagine esatta dei crimini commessi dai fascismi e dai totalita-
rismi europei e soprattutto degli atti di genocidio commessi dai regimi totali-
tari. Incoraggiare un'iniziativa comunitaria par la pubblicazione di un
manuale europeo di storia contemporanea, in base ai lavori gi effettuati dal
Consiglio d'Europa e dall'UNESCO.
4.2.4 Sul piano dell'azione delle forze sociali
a) Creare un Foro delle comunit immigrate presso le Comunit europee, sul
modello del Foro della giovent.
b) Favorire il dialogo e gli incontri fra le persone, le istituzioni e le associazioni
che lottano contro il razzismo e a favore dei diritti dell'uomo, facendovi par-
tecipare i sindacati, le organizzazioni professionali e le altre istituzioni interes-
sate.
e) Favorire lo scambio e il dialogo fra le varie religioni e fedi sia per contribuire
allo spirito di tolleranza religiosa che per incoraggiare una riflessione comune
sull'inserimento delle varie credenze nella societ europea contemporanea. Il
101
Parlamento europeo potrebbe prendere l'iniziativa di una conferenza su questo
argomento.
d) Approfondire la riflessione sulla responsabilit delle formazioni politiche
democratiche di fronte ai problemi sollevati dall'inchiesta a tentare di indivi-
duare i princpi di una deontologia del dibattito politico. A questo fine il
Parlamento europeo pu svolgere una funzione essenziale.
4.2.5 Orientamenti per una discussione generale
a) Fare dei problemi sollevati e delle soluzioni previste un dato costante e priori-
tario di cui tener conto nella definizione della politica nazionale e comunitaria
sul piano istituzionale, economico e sociale e su quello educativo, culturale e
dell'informazione.
b) Organizzare la riflessione e la discussione in seno al Parlamento europeo
attorno ai problemi posti dall'inchiesta e definire le responsabilit politiche
internazionali, nazionali e comunitarie in questo settore.
e) Tentare di circoscrivere le zone di tensione nell'Europa pluricomunitaria,
identificare i loro problemi e definire, su tale base, gli equilibri politici e socia-
li che si impongono.
d) Dare ai princpi che emergono da questa discussione una dimensione interna-
zionale avviando un dialogo fra le istanze competenti e ricercando una reci-
procit di trattamento nelle relazioni fra Stati membri della Comunit e Stati
terzi.
4.2.6 La commissione di inchiesta chiede alle commissioni competenti del
Parlamento europeo di approfondire la riflessione qui avviata e le proposte avan-
zate. Il contesto della relazione e soprattutto le raccomandazioni che essa avanza
possono senz'altro ispirare delle iniziative parlamentari sotto forma di proposte
di risoluzione o di interrogazioni orali con discussione, iniziative derivanti even-
tualmente da un'azione congiunta dei vari gruppi del Parlamento, mettendo cos
in evidenza l'esistenza di un consenso al di l delle separazioni politiche. D'altro
canto la commissione d'inchiesta chiede al Consiglio, alla Commissione, ai
Governi e ai Parlamenti nazionali e a tutte le forze democratiche europee di stu-
diare queste proposte e di trarne le conclusioni pratiche che ne derivano, tenendo
presente l'importanza e l'urgenza delle sfide cui anche in questo settore l'Europa
comunitaria oggi chiamata a far fronte, come il dovere di vigilanza democrati-
ca e le responsabilit politiche che le incombono.
102
5. CONCLUSIONI
5. 1. Quarantanni dopo la vittoria sui regimi nazista e fascista, nella Comunit
e negli altri paesi dell'Europa occidentale taluni gruppi ed individui continuano a
richiamarsi alle ideologie proprie di questi regimi o a taluni dei loro aspetti,
soprattutto nelle loro componenti razziste e antidemocratiche,
5.2. Le dimensioni di questi gruppi restano in generale ridotte. La molteplicit
delle loro strutture, la cui causa risiede nei loro dissensi ideologici, le loro conti-
nue dispute personali e i divieti di cui possono essere oggetto non riescono a na-
scondere la debolezza dei loro effettivi e la loro mediocrit logistica. Si pu affer-
mare che questi gruppi sono tanto pi marginali quanto pi la loro ideologia e il
loro comportamento sono radicali.
5.3. Anche laddove dei movimenti le cui tesi corrispondono del tutto o in parte
alla qualifica di estremismo di destra riescono ad ottenere una rappresentanza
locale o parlamentare, il numero dei loro sostenitori resta notevolmente ridotto e
non tale da scuotere seriamente le democrazie europee.
5.4. D'altra parte l'estremismo di destra ha subito il contraccolpo della caduta
delle dittature greca, spagnola e portoghese. L'atteggiamento della Comunit ha
contribuito al ripristino della democrazia in questi paesi. Sotto questo profilo
l'ampliamento della Comunit segner la fine dei regimi autoritari di destra com-
parsi in Europa negli anni ' 30. Quanto alla situazione nella Turchia, paese asso-
ciato alla CEE e interessato all'adesione, il Parlamento europeo ha espresso a pi
riprese la sua preoccupazione e la sua condanna delle violazioni dei diritti del-
l'uomo che si verificano in questo paese.
5.5. In questi ultimi anni individui e movimenti che si collocano nel campo del-
l'estremismo di destra si sono orientati verso un'azione violenta ed a volte omici-
da che ha riguardato soprattutto l'Italia e la Germania federale. Queste manife-
stazioni vanno poste in relazione allo sviluppo di un clima generale di sconside-
rata tolleranza nei confronti dei fenomeni di violenza, di estremismo e di scredi-
tamento dell'ordine costituzionale.
5.6. D'altro canto taluni temi dell'estremismo di destra hanno recentemente
ricevuto un'espressione pi esplicita e forse pi ampia che in precedenza. E' il
caso in particolare di un razzismo che si pretende scientifico il quale, in base
ad amalgami, a generalizzazioni abusive e talvolta a semplici miti o invenzioni,
schematizza e assolutizza le differenze constatate fra gli individui e gruppi umani
e cerca di edificare in base a queste teorie una giustificazione della segregazio-
ne razziale.
5.7. Fra gli altri temi comparsi o ricomparsi negli ultimi anni vanno rilevati la
negazione del genocidio perpetrato dal nazismo, l'ineluttabilit della guerra del-
le razze, il riaffiorare della posizione nazional-rivoluzionaria, chiamata
anche terza posizione che mescola un neutralismo imbastardito a una teoria
del socialismo nazionale, un antisemitismo virulento, spesso camuffato sotto
un discorso antisionista e una glorificazione della violenza purificatrice e
liberatrice. Taluni di questi elementi contribuiscono a creare un andazzo ter-
roristico che sfugge alle classificazioni politiche tradizionali che del resto sono
103
tutt'altro che utilizzabili man mano che ci si allontana dallo spettro dei movi-
menti democratici.
5.8. Per definire i contorni esatti del fenomeno, si deve osservare che i vari
estremismi si attizzano reciprocamente, cercando di esacerbare le opposizioni e
le polarizzazioni. Inoltre il contesto internazionale, ed in particolare i riferimenti
ai regimi totalitari e dittatoriali, contribuiscono a drammatizzare gli scontri
interni all'Europa democratica.
5.9. Esistono dei contatti fra i vari gruppi dell'estremismo di destra europeo,
tra questi ultimi e il continente americano e il Medio Oriente nonch contatti
delle organizzazioni dell'estrema sinistra con servizi statali delle dittature comu-
niste e altri. Questi contatti facilitano appoggi logistici precisi ed un certo sincre-
tismo del discorso tenuto dai vari raggruppamenti. Certi attriti, rivalit e incom-
patibilit limitano per l'ampiezza di questi contatti. La tesi di una strategia
internazionale coordinata fra questi vari movimenti non suffragata da prove e
sembra difficilmente compatibile con la natura dei fatti qui menzionati.
5.10. Pi inquietanti sono apparsi il rafforzamento di sentimenti pi o meno
diffusi di xenofobia e l'aumento delle tensioni fra le varie comunit. Duramente
colpite da questi fenomeni sono le comunit di immigrati che sono fatte segno
quotidianamente a manifestazioni di diffidenza e di ostilit, di continua discrimi-
nazione, nella ricerca di un alloggio, di un lavoro, nell'ottenimento di servizi,
nonostante gli sforzi legislativi intrapresi, e, in varie occasioni, bersaglio di vio-
lenze di origine sociale che possono arrivare all'omicidio. Gli effetti di questi
fenomeni vengono ulteriormente rafforzati dal fatto che le minoranze colpite
hanno spesso, a torto o a ragione, una limitata fiducia nelle istituzioni cui esse
potrebbero rivolgersi per far valere i loro diritti o per farsi proteggere.
5.11. Lo sviluppo di questo clima imputabile ed un malessere sociale diffuso i
cui elementi sono difficilmente separabili e valutabili e la cui composizione pu
variare da una situazione all'altra. Ai tradizionali sentimenti di diffidenza nei
confronti dello straniero si aggiungono il timore per il futuro, con ripercussioni
sul senso di sicurezza, che provoca spesso un ripiegamento su se stessi, i pregiu-
dizi che possono essere provocati dal modo di presentare l'informazione, sia
nazionale sia internazionale, e spesso una spirale della violenza in cui interagi-
scono in modo quasi ineluttabile aggressione e protezione. L'insieme di queste
componenti si ritrova essenzialmente nei centri urbani in crisi, in cui le condizio-
ni urbanistiche, economiche e sociali limitano gravemente le possibilit di dialo-
go e di tolleranza.
5.12. Taluni movimenti cercano di dare un'espressione radicale ai risentimenti
e alle aspirazioni provocati da queste mutazioni sociali e culturali. Il rischio di
successo di tali tentativi potrebbe essere maggiore qualora i partiti democratici,
con un'ottica miope, cercassero di giocare con le potenzialit offerte da qualsia-
si modificazione dell'equilibrio elettorale e preferissero incantesimi retorici alla
ricerca di soluzioni adeguate alle reali circostanze in uno spirito di pace civile e di
dialogo democratico.
5.13. Il clima di diffidenza e di xenofobia che qualche volta si manifesta non
provoca per il momento un indebolimento del livello generale di fiducia nelle isti-
104
tuzioni democratiche. Questa fiducia potrebbe eventualmente erodersi, forse
meno a causa dell'azione di questi residui storici rappresentati dai gruppi
ossessivamente attaccati ai regimi e alle ideologie totalitarie del passato che per
un fenomeno generazionale in virt del quale verrebbe ad attenuarsi progressi-
vamente la conoscenza del male causato da questi regimi e dal carattere pernicio-
so delle loro ideologie. Questo fenomeno generazionale, come l'attrazione eser-
citata dai movimenti protestatari in generale, pu senz'altro spiegare la notevole
proporzione di militanti di giovane et nei gruppi estremistici di destra. L'attac-
camento ai valori democratici esposto agli attacchi eventuali di tutti gli estre-
mismi e di tutte le tendenze totalitarie al di l delle classificazioni politiche tradi-
zionali.
5.14. Sono stati compiuti dopo la fine della guerra notevoli sforzi sul piano
internazionale, europeo, comunitario e nazionale per elaborare gli strumenti
giuridici necessari sia per sradicare qualsiasi forma di razzismo e di discrimina-
zione che per difendere i diritti fondamentali. Nonostante il carattere assai limi-
tato dei successi riscontrati e nonostante le esitazioni e gli errori manifestatisi tal-
volta nella definizione di una politica delle migrazioni, specie negli ultimi anni,
gli Stati dell'Europa occidentale e la Comunit europea continuano ad operare
per prevenire e reprimere i discorsi e le azioni di tipo fascista e razzista per elimi-
nare le forme di discriminazione ancora rilevate.
5.15. Ci non toglie che per i singoli individui resti arduo ricorrere ai mezzi
giuridici predisposti. Oltre alle difficolt procedurali, le pratiche amministrative
si interpongono fra i princpi e le realt. Le vittime potenziali delle situazioni che
si intende proscrivere sono i primi a soffrire di questo stato di cose.
5.16. Nell'Europa orientale la situazione resta fondamentalmente diversa:
oltre alla negazione sistematica dei diritti fondamentali e dei valori democratici,
negazione inerente alla natura stessa del regime, si osservano numerosi casi di
discriminazione o addirittura di persecuzione nei confronti delle minoranze
etniche presenti in uno spazio geografico che ha sempre conosciuto notevoli
scontri fra culture. Il caso pi flagrante resta quello della situazione in cui si tro-
va la comunit ebraica in Unione Sovietica ove il comportamento delle autorit
pu essere legittimamente qualificato come razzismo di Stato.
5.17. Il successo delle politiche educative, sia per quanto riguarda lo sradica-
mento di qualsiasi forma di discriminazione che l'educazione alla tolleranza e ai
valori democratici, dipende strettamente dalla bont del sistema educativo nel
suo complesso e dalla fiducia che a tal fine esso ispira. Sul piano generale l'educa-
zione civica intesa in senso lato, e in particolare la prevenzione dei pregiudizi raz-
ziali e l'iniziazione ai diritti dell'uomo, ben lungi dal ricevere tutta l'attenzione
che merita.
5.18. I mezzi di informazione, il cui compito essenziale per il buon funziona-
mento di qualsiasi sistema democratico, svolgono una funzione importante nella
rappresentazione sociale delle minoranza e, in senso pi ampio, nell'immagine
che i vari strati delle popolazione ricevono vicendevolmente. La percezione dei
fenomeni di violenza dipende in larga misura da come questi vengono trattati dai
mezzi di informazione. Su questo argomento occorre approfondire la riflessione
deontologica.
105
5.19. I gruppi e le istituzioni che hanno per compito la prevenzione del fascismo,
del razzismo e la difesa delle minoranze, si assumono anche un compito di infor-
mazione e di rappresentazione di primaria importanza. Tale compito piena-
mente assolto quando tutto avviene in uno spirito di dialogo, di pluralismo e di
attenzione alle attese e alle aspirazioni dell'opinione pubblica. La comparsa di
nuove forme culturali di resistenza all'intolleranza e alla discriminazione deve
avere lo spazio che essa merita e deve essere incoraggiata.
5.20. La responsabilit di tutti i cittadini ed in particolare di coloro che forma-
no l'opinione non pu esserne attenuata quando in gioco la difesa dei diritti
dell'uomo e dei valori democratici. Sono sempre da escludere in questi casi le
considerazioni di opportunit politica.
5.21. L'ampiezza degli spostamenti di popolazione registrati negli ultimi
decenni e il conseguente inserimento di nuove comunit nel tessuto sociale dei
vari paesi europei, le mutazioni culturali in corso ed in particolare l'apertura
sempre pi netta alle realt internazionali, sono tutti fattori che depongono a
favore della definizione di una nuova politica globale, che miri a garantire l'inse-
rimento delle nuove minoranze nelle societ nazionali dell'Europa e a garantire
un'evoluzione armoniosa di queste ultime nel rispetto e nell'approfondimento
dei valori democratici. Una politica europea delle relazioni intercomunitarie
deve trovare posto in una genuina politica di Unione europea.
6. RACCOMANDAZIONI DELLA COMMISSIONE D'INCHIESTA
A tal fine la commissione desidera avanzare le seguenti raccomandazioni:
6. 1. Sul piano istituzionale
a) Ratificare le convenzioni internazionali concernenti l'oggetto dell'inchiesta
(ONU, UNESCO, OIL, Consiglio d'Europa) per i paesi che non l'abbiano
ancora fatto.
b) Eseguire le dichiarazioni e procedere alle ratifiche relative alle istanze indivi-
duali (articolo 25 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, articolo
14 della Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di di-
scriminazione razziale, Protocollo facoltativo relativo al Patto internazionale
in materia di diritti civili e politici) per i paesi che non l'abbiano ancora fatto.
e) Adempiere pienamente agli impegni assunti nel quadro delle convenzioni
internazionali sul piano del diritto interno.
d) Rivedere e adeguare continuamente la legislazione nazionale in materia di lot-
ta all'estremismo politico, al razzismo e alla discriminazione razziale e vigilare
sulla sua effettiva applicazione. Identificare ed eliminare a livello europeo le
forme di discriminazione razziale esistenti nelle legislazioni nazionali.
e) Creare effettivi strumenti di ricorso per le controversie riguardanti la discrimi-
nazione razziale e garantire alle organizzazioni interessate il diritto a costituir-
si parte civile.
f) Seguire, analizzare, valutare e repertoriare l'applicazione della legislazione di
cui al punto d) da parte delle autorit amministrative e giudiziarie nazionali.
106
g) Estendere il beneficio dell'assistenza giudiziaria gratuita effettiva e della con-
sulenza giuridica gratuita ai ricorsi e alle procedure relative a controversie
aventi attinenza con la discriminazione razziale.
h) Definire e adottare una politica di misure istituzionali positive da prendere a
livello nazionale miranti ad istituire, qualora essi non esistano, organi nazio-
nali specializzati in materia di relazioni interrazziali al fine di tutelare le vitti-
me del razzismo e di impedire le manifestazioni di discriminazione razziale.
i) Avanzare verso la creazione di uno spazio giudiziario europeo, nello spirito
delle risoluzioni gi adottate in proposito dal Parlamento europeo, per far fal-
lire l'azione e le complicit fra organizzazioni estremistiche e terroristiche nel-
l'esecuzione di azioni e nella diffusione di materiale propagandistico illegale,
nonch per difendere i principi fondamentali della democrazia con tutti i mez-
zi disponibili in uno Stato di diritto.
j) Adoperarsi per una definizione pi ampia delle competenze e delle responsabi-
lit comunitarie nel settore delle relazioni interrazziali mediante un'interpre-
tazione teleologica dei trattati basata, fra l'altro, sulla ricerca dell'effetto utile
delle disposizioni in materia e dei poteri impliciti della Comunit europea
nonch ricorrendo alla procedura di cui all'articolo 235 del Trattato CEE e,
se necessario, procedendo a una revisione dei Trattati. Dare seguito alla
comunicazione della Commissione al Consiglio relativa ad una politica comu-
nitaria delle migrazioni, sulla quale il Parlamento ha formulato il suo parere,
nonch alle risoluzioni votate dal Parlamento europeo sullo stesso argomen-
to.
k) Incoraggiare le iniziative della Commissione connesse con i problemi sollevati
dall'inchiesta.
1) Far entrare i problemi emersi dall'inchiesta nal campo di interesse dei mecca-
nismi paracomunitari, come il Consiglio europeo e la Cooperazione politica
europea.
m)Contribuire all'elaborazione e all'approvazione di una dichiarazione comune
delle istituzioni politiche comunitarie contro il razzismo, la discriminazione
razziale e la xenofobia ed a favore di rapporti armoniosi fra tutte le comunit
che si trovano in Europa, conformemente allo spirito della proposta della
Commissione e della risoluzione del Consiglio. Prevedere un anno europeo
dedicato all'obiettivo dell'armonia intercomunitaria nel quadro del quale
dovrebbero essere assegnati fondi comunitari all'organizzazione di conferenze
o ad altre manifestazioni aventi per oggetto la lotta al razzismo, alla discrimi-
nazione razziale e alla xenofobia nonch la promozione della tolleranza e del
rispetto reciproco tra le diverse comunit che vivono in Europa.
n) Rafforzare la partecipazione del Parlamento europeo in quanto istanza di
riflessione, di dibattito e di iniziativa politica nei settori che interessano il ri-
spetto e il consolidamento dell'ordine democratico, la lotta al razzismo e
l'armonia delle relazioni fra tutte le comunit che vivono in Europa.
o) Avviare un processo di intensa integrazione tra le attivit del Consiglio
d'Europa e delle Comunit europee nei settori dell'inchiesta.
p) Preparare una guida per le minoranze etniche al fine di informarle sulle possi-
bilit di beneficiare di un aiuto comunitario.
107
q) Applicare al raggruppamento delle famiglie di immigrati i principi del rispetto
della vita familiare e invitare i governi degli Stati membri a non prevedere pro-
getti di rimpatrio forzato di immigrati.
6.2. Sul piano dell'informazione
a) Far eseguire una ricerca di diritto comparato sui vari strumenti e pratiche giu-
ridici istituiti dai paesi della Comunit per far fronte ai fenomeni che rientra-
no nel quadro dell'inchiesta nonch sull'efficacia di tali strumenti. Il Parla-
mento europeo deve incoraggiare la realizzazione di tale progetto.
b) Creare in ciascuno Stato organi di informazione sugli strumenti giuridici di
tutela contro i fenomeni della discriminazione, del razzismo e dell'incitamen-
to all'odio e alla violenza razziali. Prevedere i mezzi per coordinare tali organi
a livello europeo. Migliorare la diffusione delle informazioni sui mezzi di
ricorso internazionali, europei, comunitari e nazionali, utilizzando tutti i
mezzi di informazione e di comunicazione, e in particolare le possibilit tecno-
logiche offerte dalla telematica e dall'informatica. Prevedere, a tutti i punti
d'ingresso negli Stati membri della Comunit, elenchi, redatti in tutte le lingue
necessarie, in cui figurino le denominazioni, gli indirizzi e i numeri telefonici
dei servizi di consulenza e di assistenza giuridica previsti per i migranti, gli
immigrati, i rifugiati e coloro che cercano un focolare.
e) Effettuare uno o pi studi demoscopici nel quadro dell'Eurobarometro, sullo
stato attuale delle relazioni tra le diverse comunit esistenti in Europa.
L'inchiesta dovrebbe comportare un questionario sul modo in cui gli interro-
gati percepiscano i contatti con le comunit diverse dalla propria nonch sulla
percezione dei valori democratici. Assicurare i finanziamenti necessari nel
bilancio comunitario.
d) Effettuare studi specifici su talune unit urbane della Comunit in cui siano
fortemente rappresentate comunit minoritarie o dove inchieste abbiano per-
messo di constatare un livello elevato di razzismo, allo scopo di comparare sia
i problemi emersi che le strategie attuate.
e) Stimolare una riflessione sulla deontologia dell'informazione di fronte ai feno-
meni di violenza e in particolare di violenza razziale. Il Parlamento europeo
potrebbe assumere l'iniziativa di organizzare un colloquio su questo argomen-
to.
f) Attirare l'attenzione dei responsabili dell'informazione a tutti i livelli sull'im-
portanza delle funzioni che possono svolgere dai mezzi di comunicazione di
massa nell'eliminazione dei pregiudizi razziali e nella promozione di rapporti
armoniosi fra comunit viventi in Europa. Assicurare negli organi pubblici
d'informazione una giusta rappresentativit delle comunit minoritarie.
6.3 Sul piano educativo
a) Promuovere l'obiettivo della non discriminazione a tutti i livelli delle strutture
e delle politiche educative.
b) Rafforzare notevolmente il ruolo dell'educazione civica durante tutto il corso
del periodo scolare al fine di promuovere l'attaccamento ai valori e alla prati-
ca della democrazia e del pluralismo, lo spirito critico, la tolleranza e il rispet-
108
to reciproci tra esseri umani nonch il senso della responsabilit civica. Preve-
dere programmi di formazione speciali fondati su questi princpi per i dipen-
denti dell'amministrazione che operano in zone di potenziale tensione razziale
o che si occupano dei problemi e dei bisogni di individui appartenenti a comu-
nit minoritarie.
e) Tener conto, nei progetti di elaborazione di un manuale europeo di educazio-
ne civica, delle preoccupazioni emerse nella presente inchiesta.
d) Preoccuparsi in maniera particolare della formazione civica degli educatori.
Fare in modo che essi conoscano i principi e gli orientamenti dei testi giuridici
attinenti l'argomento dell'inchiesta. Renderli sensibili al problema delle rela-
zioni fra bambini e adolescenti appartenenti a comunit diverse; iniziarli a
metodi pedagogici adeguati e soprattutto metterli in guardia contro la presenta-
zione di idee razziste attraverso la sottile manipolazione del linguaggio.
e) Favorire l'apprendimento delle lingue e delle culture minoritarie in un'ottica di
apertura sia verso le comunit minoritarie sia verso il mondo extracomunita-
rio. Controllare l'applicazione integrale da parte di tutti gli Stati membri della
direttiva comunitaria sull'insegnamento della lingua e della cultura del paese
d'origine durante l'orario scolastico normale.
f) Introdurre un apprendimento precoce della storia contemporanea par tra-
smettere un'immagine esatta dei crimini commessi dai fascismi e dai totalita-
rismi europei e soprattutto degli atti di genocidio commessi dai regimi totali-
tari. Incoraggiare un'iniziativa comunitaria per la redazione di un manuale
europeo di storia contemporanea, in base ai lavori gi effettuati dal Consiglio
d'Europa e dall'UNESCO.
g) Estendere i programmi di scambi internazionali di giovani quale mezzo per
promuovere la tolleranza e la comprensione.
h) Mettere a disposizione delle scuole situate nelle zone ad elevata percentuale di
immigrati un personale appositamente formato nonch materiale didattico
qualificato al fine di evitare difficolt nell'insegnamento che potrebbero essere
all'origine di problemi razziali e sociali.
6.4. Sul piano dell'azione delle forze sociali
a) Fare in modo che gli Stati europei conducano una politica mirante a dare a
tutti un lavoro e ad assicurare la pace sociale. Definire tale politica in modo
che essa possa superare crisi economiche e sociali suscettibili di mettere in
pericolo la democrazia.
b) Invitare le istituzioni e le associazioni che lottanto contro il razzismo nonch
le organizzazioni di immigrati, i sindacati, le organizzazioni professionali e le
altre istituzioni interessate a promuovere la creazione di un Foro intercomuni-
tario presso le Comunit europee sul modello del Foro della giovent. Questa
istanza avrebbe in particolare la missione di assicurare lo scambio di informa-
zioni e di migliorare il coordinamento e la ripartizione dei compiti a livello
delle azioni e della ricerca. Il Foro dovrebbe essere finanziato nel quadro del
bilancio delle Comunit.
e) Favorire il dialogo e gli incontri tra le persone, le istituzioni e le associazioni
europee che lottano contro il razzismo e per i diritti dell'uomo e far partecipa-
re a questo dialogo i sindacati, le organizzazioni professionali e le altre istitu-
109
zioni interessate. Promuovere a livello del Parlamento europeo la riflessione e
il dibattito al fine di sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica ai temi
affrontati dalla commissione d'inchiesta e alle conclusioni alle quali quest'ulti-
ma pervenuta ed in particolare alle risposte date al terrorismo a livello istitu-
zionale, cio dalle forze dell'ordine e dalla magistrature.
d) Favorire lo scambio e il dialogo tra le diverse religioni e convinzioni sia per
promuovere la tolleranza religiosa e spirituale reciproca, che per incoraggiare
una riflessione comune sul ruolo delle diverse convinzioni nella societ euro-
pea contemporanea.
e) Approfondire la riflessione sulla responsabilit delle formazioni politiche
democratiche, dei loro rappresentanti eletti e dei loro dirigenti di fronte ai
problemi sollevati dall'inchiesta e tentare di enucleare i princpi di un'etica
dalla discussione sulla materia. A tale proposito il Parlamento europeo pu
svolgere una funzione essenziale.
6.5 Orientamenti per una discussione generale
a) Fare dei problemi sollevati e delle soluzioni previste un dato costante e priori-
tario di cui tener conto nella definizione della politica nazionale e comunitaria
sul piano istituzionale, economico e sociale e su quello educativo, culturale e
dell'informazione.
b) Organizzare la riflessione e la discussione in seno al Parlamento europeo
attorno ai problemi posti dall'inchiesta e definire le responsabilit politiche
internazionali, nazionali e comunitarie in questo settore.
e) Tentare di circoscrivere le zone di tensione nell'Europa pluricomunitaria,
identificare i loro problemi e definire, su tale base, gli equilibri politici e socia-
li che si impongono.
d) Dare ai princpi che emergono da questa discussione una dimensione interna-
zionale avviando un dialogo fra le istanze competenti e ricercando una reci-
procit di trattamento nelle relazioni fra Stati membri della Comunit e Stati
terzi.
6.6 La commissione di inchiesta chiede alle commissioni competenti del Parla-
mento europeo di approfondire la riflessione qui avviata e le proposte avanzate.
Il contesto della relazione e soprattutto le raccomandazioni che essa avanza pos-
sono senz'altro ispirare delle iniziative parlamentari sotto forma di proposte di
risoluzione o di interrogazioni orali con discussione, iniziative derivanti even-
tualmente da un'azione congiunta dei vari gruppi del Parlamento, mettendo cos
in evidenza l'esistenza di un consenso al di l delle separazioni politiche. D'altro
canto la commissione d'inchiesta chiede al Consiglio, alla Commissione, ai
Governi e ai Parlamenti nazionali e a tutte le forze democratiche europee di stu-
diare queste proposte e di trarne le conclusioni pratiche che ne derivano, tenendo
presente l'importanza e l'urgenza delle sfide cui anche in questo settore l'Europa
comunitaria oggi chiamata a far fronte, come il dovere di vigilanza democrati-
ca e le responsabilit politiche che le incombono.
110
ALLEGATI
I. NOTE
Introduzione
(1) A seguito delle decisioni dell'Ufficio di presidenza ampliato del 22 maggio 1985 e 10
luglio 1985, il mandato della comissione d'inchiesta stato prorogato per consentir-
le di predisporre la relazione in condizioni compatibili con tale impegno; la fase di
raccolta delle informazioni si conclusa alla fine di giugno 1985.
(2) G.U. n. C 315 del 26.11.1984, pag. 35
(3) Documento dell'Ufficio di presidenza 2/ BUR/ AX/ 0257/ 1
(4) PE 93 492/riv. sull'interdizione di gruppi estremisti negli Stati membri della CE; PE
94 425 sulle norme previste dagli ordinamenti giuridici e costituzionali degli Stati
membri per la lotta contro l'odio razziale; PE 93 493, una raccolta di interrogazioni
orali e risposte scritte del Parlamento europeo; PE 94 443, testi approvati dall'As-
semblea parlamentare e dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa.
(5) Cfr. le tre risoluzioni del Parlamento europeo del 14 febbraio 1985, G.U. n. C 72 del
18.3.1985, pagg. 65-70
Fascismo: Definizioni
(6) J. LINZ Some notes toward a Comparative Study of Fascism in sociological Histori-
cal Perspective: Fascism: a Reader's Guide, LAQUEUR W. (ed.) Londra, Wild-
woodhouse, 1976, pagg. 3-21
(7) PAYNES.G.: The Concept of Fascism in LARSEN S.U. e altri Who Werethe
Fascists Bergen, Universitetsforlaget, 1980, pagg. 14-25
(8) Report on the situation of homosexual women and men regarding a rise of fascism
and racism, 18 marzo 1985
(9) Audizione dal 18 al 20 marzo 1985: cfr. allegato 4
(10) M. CLEMENZ, Gesellschaftliche Ursprnge des Faschismus, Francoforte 1972
D. EICHOLTZ, Geschichte der deutschen Kriegswirtschaft, Berlino 1969
(11) La terza Internazionale, nel 1935, definisce il fascismo come lo stadio finale dell'im-
perialismo del capitale monopolistico. Daniel GUERIN ha pubblicato nel 1936
Sur le fascisme, in cui elabora questa tesi. Si veda Alan S. MIL WARD, Fascism
and the Economy, in W. LAQUEUR (ed.), Fascism: a reader's Guide, pagg. 413-
414
(12) Eugen WEBER, come molti altri, vede piuttosto nel fascismo un movimento di resi-
stenza allo sviluppo capitalista e ai cambiamenti sociali che esso comporta ( Varie-
ties of Fascism, New York, 1964).
A. SCHWEITZER ha cercato di spiegare l'appoggio fornito al nazismo da numero-
si imprenditori di piccole e medie industrie, contrari al big business {Big Business
in the Third World, BLOOMINGTON, Ind., 1964). La tesi di una collusione tra
gli ambienti della grande industria e Hitler stata criticata con violenza e rigore da
Henry Ashby TURNER, Big Business and the rise of Hitler, Oxford University
Press, 1985. Per quanto concerne i risultati degli studi di sociologia elettorale, essi
sono stati cos riassunti da Seymour LIPSET: Il tipico elettore ideale nazista del
1932 era un protestante appartenente alla classe media, che lavorava autonoma-
mente in un'azienda agricola o in una piccola comunit e che in precedenza aveva
votato per un partito centrista o regionalista contrario al potere e all'influenza del
big business e del big labour (Political Man, Berkeley, 1963, pag. 149)
(13) Alan S. MILWARD, op. cit., pag. 411. Si dir che il fascismo italiano aveva per
obiettivo o per funzione di accelerare l'avvento del capitalismo industriale? Reste-
111
rebbe da spiegare perch il tasso di aumento del bilancio del Ministero dell'Agricol-
tura era inferiore, fino alla fine del 1939, solo a quello del Ministero della Guerra,
dell'Aviazione, dell'Interno e della Giustizia (ibid. pag. 428)
(14) Occorre ricordare a questo punto la distinzione tra organizzazioni nazionalsocialiste-
/ naziste da una parte e organizzazioni fasciste dall'altra stabilita dall'articolo 9 del
Trattato di Stato (15.5.1955) che sancisce il ripristino di un'Austria indipendente e
democratica, firmato dall'Austria e dalle potenze alleate. La distinzione oltrepassa
una delimitazione puramente storica dei due fenomeni ed evidenzia la loro differen-
za in termini politici. Disposizioni simili si ritrovano anche nei trattati di pace firma-
ti con gli Stati dell'Europa dell'Est. Storici come Poliakov e Zeev Sternhell collocano
il nazismo in una linea ideologica continua in Europa. Altri (Shulamit Volkov,
Raoul Hilberg) insistono sulla specificit del nazismo come espressa nella terribile
soluzione finale. Luc Rosenzweig (Libration, 25 aprile 1985) inserisce giusta-
mente il film Shoah di Claude Lanzmann in questo dibattito storico. Parimenti risul-
ta di interesse l'analisi di R. SCHMIDT, Nationalsozialismus ein deutscher Fas-
chismus?, in Politik und Zeitgeschichte, Beilage zur Wochenzeitung Das Parla-
ment, 30 marzo 1985, pag. 13 e segg.
(15) Il riferimento ai fratelli Strasser ricorre frequentemente nei movimenti soprattutto
inglesi e italiani. Per quanto concerne la Germania, il Verfassungsschutzbericht
del 1984 rileva: Da alcuni anni Adolf Hitler non pi il leader indiscusso di tutti i
nazionalsocialisti. E' piuttosto un socialismo inteso nel senso del nazionalsocialismo
della prima fase nazionalrivoluzionaria ad esercitare una sempre maggiore attratti-
va. Una serie di ideologi del neonazionalsocialismo fa derivare dalle teorie dei fratel-
li Otto e Gregor Strasser e di altri nazionalsocialisti del primo periodo l'idea di un
socialismo tedesco, che dal 1984 stato nuovamente associato a campagne
antimperi aliste
(16) Tale tratto si delinea soprattutto nella giurisprudenza delle corti supreme federali del-
la Repubblica federale di Germania in relazione all'estremismo di destra. V.
DUDEK e JASCHKE, Rechtsextremismus, I, pag. 23 e segg.. Cfr. anche la giuri-
sprudenza italiana citata infra par. 261. Precisando il metodo di lavoro, la commis-
sione aveva ritenuto opportuno rinunciare alla ricerca di una definizione troppo teo-
rica di fascismo optando invece per un approccio prammatico di questa nozione,
che dovrebbe includere anche i fenomeni di nazionalsocialismo e neonazismo. Cfr.
PE 94 269
Razzismo: Definizioni
(17) UNESCO, Four Statements on the Race question, Parigi, UNESCO, 1969 Terza
dichiarazione.
Si veda altresi l'osservazione seguente:
Le tecniche di classificazione rientrano nel metodo scientifico. E' naturale che di
fronte ad un insieme cosi complesso come quello dei miliardi di uomini che ci cir-
condano si cerchi di trovare una definizione dei vari gruppi e di raggruppare gli indi-
vidui in razze distinte. Il fatto che quando cerchiamo di basare una classificazio-
ne sul patrimonio genetico degli individui o delle popolazioni non riusciamo a otte-
nere che un quadro confuso e distinzioni imprecise (...). La risposta dei genetisti
quindi chiara; per essi, la parola razza praticamente priva di contenuto.
JACQUART ALBERT A la recherche d'un contenu pour le mot race: la
rponse du gnticien LENDER M. (Ed), Pour Lon Poliakov, le racisme,
mythes et sciences, Bruxelles, d. Complexe, 1981, pagg. 31-40. Eccellente reso-
conto delle aberrazioni commesse in nome della ricerca di una superiorit geneti-
ca in GOULD S.J.: The Mismeasure of Man New York, Norton, 1981
(18) UNESCO, ibid, Quarta dichiarazione
112
(19) Cfr. i riferimenti citati alla nota (17) nonch: S. ROSE e altri Not in our Genes.
1984, Penguin Books
Collezione della rivista Le Genre Humain (Bruxelles, ed. Complexe)
(20) Ibid.
(21) Penses, Brunschwig 93
(22) in Le Genre Humain n. 12, pag. 127
(23) Claude Lvi-Strauss, il cui articolo Race et histoire rappresenta forse l'opera di
maggiore rilievo tra quelle pubblicate dall'UNESCO nel 1950 sul tema del razzi-
smo, rileva nella prefazione di uno dei suoi ultimi libri che non si possono accusare di
razzismo le culture che la fedelt a determinati valori rende parzialmente o total-
mente insensibili ad altri valori (...).
Tale incomunicabilit relativa non autorizza certo a opprimere o a distruggere i
valori che si rifiutano o i loro rappresentanti ma, se contenuta entro limiti ragione-
voli, non ha nulla di ripugnante. Essa pu persino rappresentare il prezzo da pagare
per conservare i sistemi di valori di ciascuna famiglia spirituale e per far si che essi
trovino in se stessi le risorse necessarie per il loro rinnovamento. (...) (Le culture)
non si ignorano e talvolta si influenzano a vicenda, ma per non scomparire neces-
sario che, sotto altri aspetti, sussista tra loro una certa impermeabilit. (le Regard
Eloign, Parigi, Pion, 1984, pag. 15).
Lvi-Strauss invita i suoi lettori a porre in dubbio, con saggezza e forse con un po' di
malinconia, l'avvento di un mondo in cui le culture animate da una passione reci-
proca non aspireranno pi ad altro che a celebrarsi reciprocamente, in una confu-
sione in cui ciascuna di esse perderebbe il fascino che poteva esercitare sulle altre e la
propria ragione di esistere, (ibid, pag. 16).
(24) Al pari del fascismo, il razzismo viene utilizzato in quanto concetto di lotta a livello
politico, sia nazionale che internazionale. Forse la risoluzione 3379, adottata dal-
l'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 novembre 1975, che definisce il sio-
nismo una forma di razzismo, dovrebbe essere valutata alla luce di questa consi-
derazione. Si veda detta risoluzione, I. MEYER, The UN Resolution equating Zio-
nism with Racism: Genesis and Repercussions, Institute of Jewish Affairs, Research
Report n. 1, aprile 1985. Questa risoluzione, che stata aspramente criticata (cfr. le
osservazioni dei sigg. May e Svitt, le audizioni PE 97 446/A11., pag. 2, PE
97 448/A11., pag. 20 e segg.), ha comunque facilitato l'espressione di sentimenti
antisemiti attraverso la critica dello Stato di Israele e ha contribuito in queste modo
a creare confusione tra i concetti di antisionismo e antisemitismo. A proposito di
questa risoluzione interessante citare il seguente commento: Nella sua forma
politica, risulta evidente che il sionismo un movimento nazionalista del tipo diffu-
so in determinate regioni dell'Europa nel XIX secolo ed estesosi nel XX secolo a
gran parte dell'Asia e dell'Africa. Esso non n pi razzista n pi discriminante di
altri movimenti dello stesso tipo, anzi lo di meno perch si fonda su un'entit defi-
nita in primo luogo in termini religiosi piuttosto che etnici. La legge rabbinica defi-
nisce l'ebreo come un individuo nato da madre ebrea, a prescindere dall'origine reli-
giosa o razziale del padre, ovvero un individuo convertito al giudaismo. Questa
non una definizione razziale: per il razzista, il padre perlomeno tanto importante
quanto la madre e l'identit non pu essere cambiata a volont. Il sionismo ha sem-
pre accettato questa definizione di ebreo, e le leggi dello Stato moderno di Israele
riconoscono per ebreo un convertito al giudaismo e per non ebreo un individuo con-
vertitosi ad altra religione. Il sionismo certamente una forma di nazionalismo e lo
Stato di Israele pu anche praticare alcuni tipi di discriminazione, ma queste non
sono di natura razziale nella connotazione specifica che questo termine assume
attualmente. Altrettanto falsa l'accusa contraria per cui l'antisionismo sarebbe una
forma di antigiudaismo. Il sionismo un'ideologia politica che gli ebrei e altri indivi-
dui possono accettare o rifiutare a loro piacimento. Esistono buoni ebrei praticanti
113
che non sono sionisti e possono persino essere antisionisti e un atteggiamento anti-
sionista non significa necessariamente che chi lo difende un antisemita (Le retour
de l'Islam, Parigi, Gallimard, 1985, pag. 121 ; per la versione originale di questo testo
vedasi The Anti-Zionist Resolution, Foreign Affairs, ottobre 1976, pagg. 54-64).
(25) cfr. LINZ J. Political Space and Fascism as a late-Comer in LARSEN S.U. (ed.),
Who were the Fascists, Bergen, Universitetsforlaget, 1980.
(26) Cfr. le risoluzioni del Parlamento europeo sulla situazione nell'Africa australe, G.U.
n. C 68 del 14.3.1983, pag. 42, G.U. n. C 46 del 20.2.1984, pag. 79, G.U. n. C 72
del 18.3.1985, pagg. 82-83 e G.U. n. C 122 del 20. 5. 1985, pagg. 115-119 nonch
il dibattito sulla situazione nell'Africa australe c le proposte di risoluzione B2-
819/ 85, B2-820/85, B2-821/85, B2-824/85, B2-836/85; B2-838/85 e B2-
856/85 (PV 27, PE 99 573 dell'I 1 settembre 1985) tutte decadute in seguito a vota-
zione.
LA SITUAZIONE E LE SUE CAUSE: AVVERTENZE
(27) cfr. p.es., Verfassungsschutzbericht 1983, pagg. da 11 a 184
(28) cfr. la relazione dell'on. Marie-Jane PRUVOT (PE 89 163/def., n. 2)
La Comunit europea
REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA
(29) cfr. la letteratura citata da P. Dudek e H.-G. Janschke, Entstehung und Entwic-
klung des Rechtsextremismus in der Bundesrepublik, vol. 1 e 2, 1984, vol. 1, pag.
488 e segg.
(30) Contributi dei proff. Scheuch, Gress, von Kielmanseegg, May, Mueller, Voslensky,
Wiesenthal, Horchern, Strauss, Lummer, Hennig e Khnl. Cfr. altresi le note tra-
smesse dai membri della Commissione onn. F. Schwalba-Hoth e F.L. Graf von
Stauffenberg, doc. PE 95 459 e 98 111
(31) l Verfassungsschutzberichte (citati in appresso VS Berichte) sono relazioni annuali
sull'estremismo di sinistra e di destra nonch sul controspionaggio, elaborate dal-
l'Ufficio federale per la tutela della Costituzione (Verfassungsschutzamt) federale e
pubblicate fin dal 1961 a cura del Ministero federale degli Interni. Il relatore deside-
ra ringraziare il Segretario di Stato parlamentare sig. Spranger per aver messo a sua
disposizione la relazione 1983 nonch le bozze di stampa della relazione 1984. Cfr.
per una valutazione giuridica e politica dei VS Berichte, F. Gress e H.-G. Jaschke,
op. cit. alla nota 20, pag. 61 e segg., cfr. altresi Lichtenstein, The Extreme Right,
pag. 80 e 81
(32) F. Gress e H.-G. Jaschke, Rechtsextremismus in der Bundesrepublik nach 1960
Dokumentation und Analyse von Verfassungsschutzberichten, Prefazione E. Lutz,
membro del Bundestag, Servizio stampa Iniziativa democratica, n. 18, 1982
(33) Questa opera (citata alla nota 29) costituisce una monografa di notevole importanza
per la ricchezza delle informazioni e la qualit dell'analisi che fornisce.
(34) cfr. sopra, nota 30.
(35) VS Bericht 1983, pag. 113 e segg., VS Bericht 1984, pag. 130 e segg.
(36) Per un elenco dettagliato delle riviste e della loro tiratura cfr. VS Bericht 1984, pag.
133 e segg.
(37) In virt della decisione, in data 7 dicembre 1983, del Ministro federale dell'Interno,
per attivit anticostituzionali (Verfassungswidrigkeit). Cfr. altres le note degli onn.
Schwalba-Hoth e Stauffenberg, citate sopra, nota 30. L'ANSNA ha inoltrato presso
la Corte costituzionale federale un ricorso per annullamento di tale decisione.
114
(38) VS Bericht 1984, pag. 141 e segg.
(39) VS Bericht 1984, pag. 143
(40) VS Bericht 1984, pag. 143, VS Bericht 1983, pag. 127
(41) Sono citate le organizzazioni COBRA (Comit objectif d'entraide et solidarit avec
les victimes de la rpression antinationaliste, Francia) HNP (Hulpskomitee voor
nationalistische politieke gevangenen, Belgio) e COFPAC (Committee to free
patriots and anticommunist political prisonners, Stati Uniti), Lichtenstein, The
Extreme Right, pag. 87, VS Bericht 1984, pag. 143
(42) VS Bericht 1984, pag. 144, VS Bericht 1983, pag. 128
(43) VS Bericht 1984, pag. 145 e segg.
(44) Il DRP stato il primo tentativo serio di raggruppare gli elementi di estrema destra
nella Repubblica federale di Germania. Fondato nel 1950 ha preso parte alle elezio-
ni a livello federale e di Laender negli anni cinquanta riportando successi apprezza-
bili. Esso ha, tuttavia, perso progressivamente i suoi adepti, anche a causa della sua
implicazione in atti di profanazione antisemiti perpetrati nel 1959. L'esposizione di
Dudek e Jaschke, V. 1, pag. 281 e segg. Sebbene nella loro sezione relativa all'estre-
mismo di destra i VS-Berichte facciano regolarmente riferimento all'attivit della
NPD, rimane tuttavia che quest'ultima opera tuttora quale partito legalmente rico-
nosciuto. Si pensato, a pi riprese, di contestare la sua costituzionalit davanti alla
Corte costituzionale federale ma una decisione in tal senso non stata mai presa.
Dudek e Jaschke, V. 1, pag. 244 e segg. Gli stessi autori citano (pag. 349) una sen-
tenza (1978) del Tribunale amministrativo del Baden-Wurtemberg in cui si afferma
che l'NPD non persegue obiettivi anticostituzionali (verfassungsfeindliche Ziele).
Una recente sentenza del Tribunale amministrativo federale tuttavia, statuendo in
materia di disciplina militare, ha, al contrario, giudicato che l'NPD persegue obietti-
vi incompatibili con l'ordine fondamentale democratico e liberale (unvereinbar mit
der freiheitlichen demokratischen Grundordnung). VS Bericht 1983, pag. 135
(45) Cfr. per una scelta di materiale di propaganda anticomunitaria, VS Bericht 1983,
pag. 132
(46) Ha ricevuto a questo titolo la somma di 1,8 milioni di DM che gli ha permesso di
risanare, almeno a breve termine, la sua precaria situazione finanziaria, VS Bericht
1984, pagg. 130 et 149
(47) Dudek e Jaschke, V. 1, pag. 285
(48) Die NPD Aufstieg und Niedergang, DUDEK e JANSCHKE (nota 29), V. 1,
pag. 281
(49) Secondo i servizi di sicurezza, i membri della DVU erano nel 1983 pi di 11 000
(1982: 10 000), VS Bericht 1983, pag. 137
(50) VS Bericht 1983, pag. 137 et 138
(51) VS Bericht 1984, pag. 154
(52) VS Bericht 1984, pag. 154, Krieps, Relazione dell'Assemblea parlamentare del Con-
siglio d'Europa, doc. 4590 e risoluzione 743 (1980), pag. 11; Dudek e Janschke
(nota 24) V 1, pag. 52. Lichtenstein, in The Extreme Right, p. 82 menziona una
tiratura di 130 000 esemplari per settimana e una cerchia di lettori vicina al mezzo
milione
(53) Termine tecnico che denota una revisione della storia volta alla riabilitazione del
nazismo cfr. INSTITUTE OF JEWISH AFFAIRS, Research Report, n. 1, marzo
1982, pag. 1 e n. 4, maggio 1982, pag. 1 e segg.
(54) VS Bericht 1983, pag. 137 e 138
115
(55) La sua offerta copre tutte le forme possibili di comunicazione: libri, giornali, collezio-
ni di immagini, biografie, dischi, cassette, Dudek e Jaschke (nota 29) V. 1, pag. 35,
VS Berief 1983, pag. 139
(56) VS Bericht 1983, pag. 139, VS Bericht 1984, pag. 154
(57) VS Bericht 1983, pag. 139 e 140, VS Bericht 1984, pag. 155
(58) VS Bericht 1983, pag. 141
(59) VS Bericht 1983, pag. 141, VS Bericht 1984, pag. 157
(60) VS Bericht 1983, pag. 141 e 142, VS Bericht 1984, pag. 157
(61) VS Bericht 1984, pag. 158
(62) VS Bericht 1983, pag. 143 e segg., VS Bericht 1984, pag. 159 e segg.
(63) VS Bericht 1984, pag. 160
(64) VS Bericht 1983, pag. 146 e segg., VS Bericht 1984, pag. 162 e segg.
(65) VS Bericht 1984, pagg. 162 e 163
(66) Scheuch, Audizione pag. 1, VS Bericht 1983, pag. 158, VS Bericht 1984, pag. 170
(67) VS Bericht 1983, pag. 171 e segg., VS Bericht 1984, pag. 168
(68) VS Bericht 1984, pagg. 167 e 168
(69) Le informazioni fornite dal FIR, 40 ans aprs, pag. 61, cfr. Jewish Chronicle News
Service, 30 aprile 1985 e tali incontri sono oggetto di controversie politiche
(70) Cfr., tra le altre, le proposte di risoluzione B2-772/85, B2-1460/84, B2-1336/84
(71) Gress e Jaschke, (nota 32) pag. 9, 68
(72) Gress e Jaschke, (nota 32) pag. 68, 69
(73) Gress e Jaschke, (nota 32), pag. 69
(74) VS Bericht 1984, pagg. 128, 148; E. Hennich, Dposition, pag. 1, Gress, Audizio-
ne, pagg. 10 e 11
(75) Cfr. R. Kiihnl, Dposition, pagg. 1, 2, 8; cfr. altresi Schwalba-Hoth, Nota (cit.
supra, nota 30), pag. 5
(76) Scheuch Audizione, passim, cfr. altres la conclusione del prof. Gress, Audizione,
pag. 16
(77) Sozialwissenschaftliches Institut Nowak und Soergel. La ricerca stata richiesta dal
Ministero federale degli Interni e realizzata nel 1981
(78) Cfr. Lichtenstein, in The Extreme Right, pag. 79
(79) Cfr. Stauffenberg, Nota (citata sopra nota 30), pag. 5
Cfr. altres Scheuch Audizione, pag. 6 e 7 nonch How popular is neo-Nazism in
Germany? Institute of Jewish Affairs Research Report, n. 6, maggio 1981, pag. 1 e
segg.
(80) Dudek e Janschke, (op. cit. nota 29), pag. 482, 483 e copertina pag. 4
(81) Cfr. per i dati statistici sulla popolazione immigrata cfr. VS Bericht 1983, pag. 162
(82) Scheuch, Audizione, pag. 7 e segg.
BELGIO
(83) Il caso WNP analizzato da Ren HAQUIM, Des Taupes dans l'Extrme Droite, la
sret de l'Etat et le WNP (Bruxelles: EPO), 1985
(84) La nostalgia dei tempi del collaborazionismo si esprime anche attraverso questa
informazione pubblicata in Rsistance Unie, organo del servizio di informazioni
116
della Fdration Internationale des Rsistants (numero 1/2/1985): In Belgio han-
no avuto luogo nel 1984 i seguenti raduni SS: Sturmgeschtzabteilung Langen-
marck (26 febbraio 1984 a Gand); Nordwesttreffen (31 marzo 1984 a Krach-
ten); 'Incontro dei camerati della Waffen-SS' della terza compagnia della legione
Langenmarck; Commemorazione dei defunti nell Ehrenpark di Stekene (27
maggio 1984), che ha visto la riabilitazione delle unit SS fiamminghe impegnate sul
fronte orientale. (pag. 5) Cfr. Mico BENJAMIN e Jean-Michel DETHY, L'Ordre
Noir, les No-Nazis et l'extrme droite en Belgique, Parigi-Bruxelles, Pierre de
Meyere, 1977. Cfr. anche Anne Frank Stichting, op. cit., pag. 41 e segg. e nota del-
l'on. Van Hemeldonck al relatore che esamina 31 casi di incidenti e attentati attri-
buiti al VMO-Odal tra il 1979 e il 1984
(85) Nota dell'on. Van Hemeldonck al relatore
(86) Xenofobia manifestatasi soprattutto all'ingresso delle discoteche, come ha notato il
sig. Bruno Angelo, assistente al servizio dei lavoratori stranieri e degli emigrati della
provincia del Limburgo e come stato ricordato in un recente articolo di Le Soir(l-
2 giugno 1985, pag. 4). La discriminazione perpetrata all'ingresso delle discoteche
stata oggetto di un recente processo a Malines che ha mobilitato 150 giovani maroc-
chini da un lato e militanti del Vlaams Blok dall'altro (De Morgen, 27 settembre
1985)
(87) Segnaliamo che Bruxelles accoglie circa il 27% degli stranieri residenti in Belgio.
Come stato ricordato dal sig. Zwick, la popolazione di Bruxelles comprende il
25% di immigrati (45% dei bambini che vi nascono sono figli di genitori immigra-
ti).
Secondo un'inchiesta pubblicata su Le Soiril 25 marzo 1985, l' 87,5% dei brusselle-
si ritiene che, per quanto riguarda gli immigrati, esista una situazione di disagio;
il 54% che la politica sociale perseguita nei loro confronti sia troppo generosa, il
22% che occorrerebbe combattere il razzismo e il 66% che i figli degli immigrati
dovrebbero essere integrati nella societ belga.
(88) Su questo punto specifico in corso da tre anni un processo. Il 22 novembre 1984
l'on. Karel van Miert ha presentato alla Commissione un'interrogazione scritta (n.
1187/84) al riguardo (Risposta di Lord Cockfield, a nome della Commissione, del
18 febbraio 1985).
DANIMARCA
(89) Sul dibattito provocato dalle affermazioni di Nogens Glistrup, segnatamente nei con-
fronti dei mussulmani, cfr. Information, del 22 aprile 1985
FRANCIA
(90) Ren REMOND, Les Droites en France, Parigi, Aubier-Montaigne, 1982, pagg.
206-7, e, in un'ottica diversa, Philippe BURRIN, La France dans le champ Magn-
tique des fascismes le Dbat, novembre 1984, pagg. 52-72.
(91 ) Cfr. segnatamente Sev STERNHELL, M Droite, Ni Gauche, l'Idologie Fasciste en
France, Parigi, Seuil, 1983. Cfr. pure: R.J. SOUCY The Nature of Fascism in
France Journal of Contemporary History gennaio 1966.
(92) Il numero di tali gruppuscoli notevole. Per una facile sintesi, rinviamo a Anne Frank
Stichting The Extreme Right in Europe and the United States Amsterdam,
1985, pagg. 51-61. Per analisi pi dettagliate possiamo citare:
Joseph ALGAZY La Tentation No-Fasciste en France Parigi, Fayard,
1984.
Alain ROLLAT Les hommes de l'Extrme Droite Parigi, Calman-Lvy, 1985.
Jean-Marc THEOLLEYRE Les No-Nazis Paris, Messidor, 1982.
117
(93) Rapport du Snat sur le terrorisme, tipografia del Senato, primavera del 1984.
L'annuario Politicai Dissent indica tra i gruppi di estrema destra ritenuti responsabi-
li di azioni violente: Groupe Action Jeunesse, Club Charles Martel, Delta, Fais-
ceaux Nationalistes Europens (fondato nel settembre 1980 in seguito allo sciogli-
mento della FANE), Honneur de la Police, La Mangouste, Nouveau Front Nazi,
Odessa, Organisation pour la Libration de la France, Mouvement Nationaliste
Rvolutionnaire. La maggioranza di questi gruppi nota solo per aver rivendicato
un'azione violenta specifica.
(94) Dibattiti del Senato francese del 4 ottobre e del 15 novembre 1980. Cfr. pure la rela-
zione dell'on. Krieps al Consiglio d'Europa, pagg. 9-10.
(95) Cfr. Pierre THUILLIER, Les Biologistes vont-ils prendre le pouvoir? e Darwin e Co.,
Bruxelles, Complexe, 1982. Il prof. Girardet rileva del resto che l'anatema lanciato
alla societ americana dalla nuova destra in gran parte funzione del suo rigetto di
qualsiasi societ fondata sul concetto di melting-pot.
(96) Pierre Bousquet un ex membro delle Waffen-SS. Interrogato su questo fatto, il 13
febbraio 1984, su Antenne 2, l'on. Le Pen ha dichiarato: Pierre Bousquet stato
forse un ex SS, ma io appartengo a coloro che sono per la riconciliazione dei france-
si, e che venti, trenta, quarantanni dopo la guerra si interessano ad una sola cosa:
sapere cio se essi vogliono servire il paese. La sig. Chombart de Lauwe ha ricorda-
to che il gruppo Militant si era staccato nel 1982 dal Front National per creare un
partito nazionalista francese, in cui si ritrovano parecchi ex militanti del partito
popolare francese di Doriot.
(97) Romain Marie il cui vero nome Bernard Antony ha pure scritto: Il mondo
moderno caratterizzato da una nuova intrusione del fenomeno giudaico. Gli ebrei
sono al centro dei nostri dibattiti contemporanei. Marx e Rotschild sono un po' le
due facce della stessa medaglia (...). Un altro aspetto del problema ebraico la ten-
denza che hanno gli ebrei ad occupare tutti i posti chiave delle nazioni occidentali.
(Prsent, n. 35, dicembre 1979).
(98) Face la Trois, FR 3, 6 luglio 1985.
(99) Cos si espresso durante la trasmissione l'Heure de la Vrit, A 2, 13 febbraio 1984,
e in Face la Trois, FR 3, 6 luglio 1985. Non neppure il caso di parlare di un vero
e proprio culto del capo, quale che sia la popolarit dell'on. Le Pen presso gli ade-
renti al Front National. Cfr. l'inchiesta condotta dall'Express, Le Pen et les siens,
1 marzo 1985.
(100) Radio Montecarlo, 17 febbraio 1985.
E' interessante riportare la risposta data da alcuni uomini politici francesi alla
domanda posta dall'associazione SOS Razzismo: Secondo voi, il Fronte nazionale
un partito politico razzista? (Le Monde, 15 marzo 1985). J. Chaban-Delmas: se
non razzista nella sua totalit, ha almeno delle risonanze razziste inacceribili. J.P.
Chevnement: Si. F. Doubin: E' un super-razzista che pratica un'intolleranza
generalizzata, opposta a tutti coloro che non sono fatti sullo stesso schema suo e dei
suoi amici. L. Jospin: E' un partito anti-immigrati e spesso xenofobo, di cui molti
dirigenti mascherano per precauzione il proprio razzismo e antisemitismo.
C. Labb: Il Fronte nazionale sviluppa temi cui io sono sensibile, in quanto tocca-
no parecchi valori nazionali. Al tempo stesso per, tramite taluni suoi rappresentan-
ti, esso sviluppa purtroppo un razzismo fondamentale, tanto pi condannevole in
quanto fa parte di una certa demagogia politica e pu toccare le classi meno evolu-
te. J. Lang: Si, . Lecanuet: Esito a dare un giudizio categorico perch esso non
scrive e non formula i dogmi razzisti che ha ereditato dal XIX e dal XX secolo non-
ch dall'hitlerismo. Ma la sua maniera di far convergere sui residenti stranieri in
Francia tutte le difficolt dell'occupazione o i perturbamenti che si traducono nel-
l'insicurezza, un modo di affrontare il problema che di fatto riveste molti aspetti
del razzismo. G. Marchais: Non c' dubbio. E' un pericolo quanto mai grave. E'
118
evidente che la crisi che conosciamo attualmente costituisce il substrato dello svilup-
po di Le Pen. E l'aggravamento della crisi nell'ultimo periodo, la disoccupazione, le
difficolt per vivere, ecc., tutto questo conduce naturalmente Le Pen e i suoi a cerca-
re dei capri espiatori. Allora si cominciato, e si continua naturalmente, prenden-
dosela con gli immigrati. E perch no con i giovani, coi disoccupati, coi comunisti,
o addirittura con la Repubblica?. M. Rocard: In questo senso, e dato che conti-
nua a dichiarare che i nostri mali provengono dall'estero, si. P. Seguin: Si. O.
Stirn: Senz'altro, un partito politico razzista che schiamazza al solo sentire il
nome di Simon Veil, che tratta da ebrea, e che grida a sentire il mio nome, poich
l'associa a quello del mio grande zio, il capitano Dreyfus. G. Toubon: Credo che
buona parte dei suoi dirigenti e delle sue tesi siano effettivamente razzisti. E' difficile
per giudicare una formazione che si esprime solo attraverso slogans urlati e anate-
mi. S. Veil: Razziste e xenofobe, le tesi del Fronte nazionale tendono ad accredita-
re l'idea che talune categorie di persone, per il solo fatto di appartenere a qualche
categoria estranea alla comunit nazionale contribuiscono ad aggravare le diffi-
colt del paese: insicurezza, spese della sicurezza sociale, disoccupazione, deperi-
mento dei valori morali. Creando in tal modo dei capri espiatori, responsabili del-
l'inquinamento del paese, queste tesi additano alla discriminazione, o addirittura
all'odio, le persone o le popolazioni interessate. Ci si riferir inoltre alle numerose
dichiarazioni sull'argomento dell'on. Le Pen. Nel programma L'heure de la vrit
(Antenne 2, 13 febbraio 1985), interrogato dal sig. J.L. Servant Schreiber sulle tesi
da egli sostenute nel corso della sua campagna elettorale nel Morbihan, tesi circa le
quali gli era stato chiesto se non avessero une teneur raciste, il sig. Le Pen ha rispo-
sto: Non, je ne le pense pas. Ils sont contredits par tellement de dclarations expli-
cites sur le fait que je considre tous les franais sans distinction de couleur, de race
et de religion, comme des frres dans la nation que je crois qu'il ne peut pas y avoir
d'quivoque. Je tiens prciser, en outre, que je ne suis pas xnophobe, que le fait
que j'aime mieux les franais et la France n'indique pas pour autant que je dteste les
trangers, ni que je dteste les autres pays.
(101) Segnaliamo pure l'arresto a Parigi del militante neo-nazista, appartenente al gruppo
Hoffmann, Godfried Hepp, nell'aprile 1985. Il Fronte di liberazione della Palestina
ha compiuto un passo ufficiale presso l'Ambasciata di Francia a Tunisi per chiedere
la sua liberazione. (Liberation del 16 aprile e del I
o
luglio 1985).
(102) Il giornale Libration del 16 novembre 1984, che ricostruisce l'itinerario e i contatti
di Michel Faci, scrive: Come riesce a vivere.' Il suo arresto d una risposta, almeno
in parte, a questa domanda: vive di furti di ogni genere. Recentemente egli cercava
di vendere, tramite un suo amico, la propria collezione unica di fotografie di riu-
nioni di neo-nazisti in uniforme.
(103) Cfr. su questo punto: Le Nationalisme franais, 1871-1914, testi scelti e presentati
da Raoul GIRARDET, Parigi, Colin, 1966.
WEBER Eugen, The Nationalist Revival in France 1905-1914, Berkely, tipografia
dell'universit di California, 1968.
Jean-Paul Sartre ha ben descritto lo stato d'animo che alla radice di un certo nazio-
nalismo: Soltanto un francese, figlio di francesi, figlio o nipote di contadini,
capace di possedere veramente. Per possedere una catapecchia in un villaggio non
basta averla acquistata con danaro sonante: bisogna conoscere tutti i vicini, i loro
genitori e i loro nonni, le coltivazioni tutt'intorno, occorre saper arare, pescare, cac-
ciare (...) Essere francese non significa solo essere nato in Francia, votare, pagare le
imposte: significa soprattutto aver l'uso dell'intelligenza di questi valori. Jean-Paul
SARTRE, Rflexions sur la Question Juive, Parigi, Gallimard, 1954, pagg. 100-
101 e 98. Questo stato d'animo, ampiamente diffuso, sistematizzato, indurito, ha
nutrito e nutre ancora l'antisemitismo e la xenofobia in ogni ceto sociale. Un libro
recente ci ricorda gli stereotipi che nutrono il cinema del Fronte popolare: gli inglesi
messi in caricatura e gli ebrei inevitabilmente banchieri si ritrovano fino nella Gran-
119
de illusione di Renoir, Franois GARON, De Blum Ptain, Parigi, Cerf, 7me
Art, 1985.
(104) Sondaggi effettuati dall'Istituto AESOP e collazionati da Grard MERMET, in
Francoscopie, Parigi, Larousse, 1985, pag. 166.
(105) Sondaggio MRAP-SOFRES marzo 1984, ripreso da G. MERMET, op. cit., pag.
170.
(106) Libration, 20 marzo 1985.
(107) Ad esempio, saccheggio di un club sportivo diretto da tre francesi nati da genitori
algerini, con iscrizioni razziste, segni nazisti e menzione del movimento Occident, in
aprile 1985, a Le Havre. (Libration, 26 aprile 1985). Cfr. anche Libration, 30 set-
tembre 1985
(108) Le Monde, 4 aprUe 1984.
(109) Dal dicembre 1980 al febbraio 1981, una serie di scandali, che chiamano in causa
l'atteggiamento dei sindaci comunisti nei confronti degli immigrati, scuote la Fran-
cia: il sindaco di Vitry usa un bulldozer (in realt si trattava di una scavatrice) per
distruggere un nucleo di case di immigrati, esigendo che si trasferiscano nel comune
vicino. In seguito a ci, se i sindaci comunisti di Seine-St. Denis esigono che le muni-
cipalit che li respingono in modo scandaloso (cio le municipalit di destra) prov-
vedano ad accogliere gli immigrati, essi chiedono pure una nuova ripartizione del
volume dell'aiuto sociale, in modo che anche i lavoratori francesi possano benefi-
ciarne. (Le Monde, 1.1.1981). La federazione comunista d'Ille-et-Vilaine si oppo-
ne alla costruzione di un centro islamico a Rennes (Le Monde, 12.1.1981). Il comi-
tato centrale dichiara: Il livello di guardia ormai raggiunto. I datori di lavoro, il
potere giscardiano e in particolare il suo ministro Stolru e i suoi prefetti conti-
nuano, nonostante le loro dichiarazioni, a favorire l'ingresso di lavoratori immigrati
in Francia, nelle peggiori condizioni, e continuando a concentrarli in ghetti. Questa
politica aggrava i problemi dei rapporti umani, degli oneri sociali, della scolarit,
della disoccupazione (Le Monde, 15. 1. 1981). Un giornale parla della volont
degli uffici per la HLM di Nanterre e di St. Denis di limitare le possibilit di ridare
alloggio a persone originarie dei DOM-TOM (Libration, 16. 1. 1981). La munici-
palit di Ivry-sur-Seine decide di applicare un sistema di quote per le colonie di
vacanze, per limitare e far regredire il peso dell'immigrazione come dichiara il
vicesindaco (Le Monde, 30. 1. 1981). Il sindaco di Montigny-les-Corneilles addita
una famiglia marocchina alla vendetta popolare, accusandola di traffico di droga. Il
sindacato di Dammarie-les-Lys chiede la chiusura di un focolare per immigrati. In
Bernard STASI L'immigration, une chance pour la France Parigi, Laffont,
1984, pagg. 25-30. Sulle elezioni municipali del marzo 1983, cfr. Alain ROLLAT
Les hommes de l'extrme droite Parigi, Caiman-Levy, 1985: La paura ha
dato i suoi frutti (...) il sindaco UDF di Tolone, Maurice Arreck, che sosteneva che
la sua citt doveva rifiutare di essere l'immondezzaio dell'Europa, e il futuro sin-
daco di St. Etienne, Franois Dubanchet (UDF), che diceva che bisognava farla
finita con la delinquenza di colore (pag. 91). (Il MRAP ha citato in giudizio il sin-
daco di Tolone per discorsi di carattere razzista, ma la sua azione stata dichiarata
irricevibile dal Tribunal de Grande Instance di Montpellier, nella sentenza resa il 19
novembre 1984).
(110) Cfr. G. MERMET, op. cit., pag. 166.
( I l i ) All'inizio del 1982, in un documento inviato al Segretariato di Stato incaricato dei
rimpatriati, dal titolo Sette mesi di riflessione e di azione, si legge: Il numero dei
francesi mussulmani e dei loro figli pu essere stimato a 300 000, di cui 127 000
conoscono difficolt materiali molto serie (...). Oltre il 40% di questa popolazione,
vale a dire 120 000, ha meno di 16 anni, e il 22%, cio 66 000, hanno tra 16 e 25
anni (media nazionale: 23% e 14% (...). Gli studi effettuati nelle zone a forte con-
120
centrazione rivelano che il 65% dei giovani da 18 a 25 anni sono attualmente senza
lavoro. Questa percentuale sale a circa 1*80% se si tiene conto dei giovani di 16-18
anni (media nazionale: 13% dei giovani da 18 a 25 anni). Citato a pag. 103 in Sali-
ha ABDELLATIF Etre Franais-Musulman en Picardie CRISPA, La France au
Pluriel?, Parigi, ed. l'Harmattan, 1984, pagg. 100-109.
(112) Citt di Roubaix, L'immigration Roubaix, Constat e Perspectives (dattilografato),
pagg. 21-23. I tratti qui riferiti presentano molte analogie con quelli di numerose
entit urbane in parecchi paesi della Comunit: Roubaix, dice Andr Diligent,
ricca delle proprie diversit. Essa sempre stata una citt di immigrazione. Al-
l'inizio erano belgi, polacchi, italiani e portoghesi, ma dalla met degli anni '60 in
poi diventata soprattutto algerina. Si ritiene che le persone di nazionalit algerina
siano 9 500, a cui bisogna aggiungere 2 500 franco-mussulmani, 1 500 algerini
naturalizzati francesi, circa 6 500 figli nati dopo il 1 gennaio 1963 da una famiglia
algerina, cosicch si ha una popolazione di origine algerina composta di circa
20 000 persone (circa il 20% della popolazione totale della citt). E tutto ci si veri-
fica in un ambiente colpito in pieno dalla crisi e sotto-qualificato: il 18% sono
disoccupati, il 40% delle famiglie sono esenti da imposte sul reddito, il 72% della
popolazione ha un livello di formazione uguale o inferiore al certificato delle scuole
elementari, il 76% delle persone attive di Roubaix sono operai non qualificati,
impiegati non qualificati o personale di servizio. Gli insuccessi scolastici sono infine
un male cronico in questa citt.
(113) Mentre l'inaugurazione di una pagoda a Vincennes non suscita alcuna emozione,
l'erezione di una moschea, in qualunque parte della Francia, provoca interminabili e
dolorose controversie. Sembra che nel profondo subconscio dei francesi qualcosa si
opponga alla bench minima affermazione di una presenza dell'Islam nei nostri pae-
saggi, presenza risentita come una forma di aggressione da molti nostri compatrioti.
Il problema degli immigrati sar vissuto in un clima di tensione fino a che il paese
non riuscir a liberarsi da tale intolleranza. B. STASI, op. cit., pagg. 147-148
Fino ad ora la Francia non si era mai trovata di fronte a un tale problema: assimila-
re milioni di persone, di religione diversa, e decise a conservare le loro radici origi-
nali (...) il risveglio, l'espansione e il rinvigorimento dell'Islam indiscutibile, in
Francia come altrove. A. GRIOTTERAY, Les Immigrs, le Choc, Parigi, Pln,
1984, pagg. 105-106. A termine, non impossibile che la religione di Maomet-
to cambi volto, e allora, quando in Francia centinaia di migliaia di immigrati faran-
no propria questa fede, ci troveremo di fronte ad una situazione grave. E. ROUS-
SEL, Le cas Le Pen, Parigi, Lattes, pag. 139.
(114) Michael BARRY, Le Royaume de l'Insolence, Parigi, Flammarion, pagg. 61-63.
(115) Ibidem, pag. 63.
(116) Ibidem, pagg. 65-66. Egli aggiunge: il komeinismo ha molto del fascismo verde
(pag. 83).
(117) Cfr. anche Esprit, giugno 1985, che fornisce altri esempi di questo fenomeno.
GRECIA
(118) Cfr. A. LENTAKIS, Organisatins paratatiques et (dictature du) 21 aprile, Atene,
1975 J. KATRIS, 1960-1970, La nascita del neofascismo in Grecia (in greco),
edizione riveduta, Atene, 1974. B. VACALOPOULOU GIULIANO, Il neo-
fascismo in Grecia (capitolo aggiunto alla traduzione in greco dell'opera di G.
GODDI: Neofascismo in Europa), Atene, 1975, pagg. 275 e ss. Rivista Anti, n.
17/ 75, Fascismo greco, con articoli di G. SEFERTZIS, A. LENTAKIS, M. PATRI-
NOS e P. SSERVAS pagg. 9 e segg. A. KOSSONAS, in Anti, n. 258/ 13. 4.
1984, pagg. 19 e segg. D. KYRTATOS, in Dekapenthimeros Politis, del 5. 10.
1984, pagg. 24 e segg. P. BOUCALAS e N. XYDAKIS, in Dekapenthimeros
Politis, del 14. 12. 1984, pagg. 12 e segg. Le fonti di informazione accessibili, relati-
121
ve allo stato attuale dei temi dell'inchiesta, sono molto limitate. I saggi storici e gli
articoli delle riviste sopra citate, nonostante l'esattezza delle loro informazioni, con-
tengono analisi politicamente impegnate. Cfr. LENTAKIS, Organisations parata-
tiques, pag. 386. Quest'opera rimane senz'altro la pi completa e sistematica esi-
stente in materia, per il periodo che precede la dittatura militare del 1967-1974.
Cfr. anche l'interessante analisi di C. PANAGOPOULOS nella rivista Epikentra, n.
44/ 1985, pagg. 70 e 71
(119) Secondo B. Boucalas e N. Xydakis, (cfr. sopra n. 104), pag. 19, si potrebbero con-
tare, dal 1967 al 1984, circa 150 organizzazioni fasciste, realiste o vicine alla ditta-
tura militare, la cui durata in vita non ha superato i pochi mesi, per scomparire poi
per mancanza di udienza.
(120) Un'organizzazione chiamata Chrissi Avgi (Alba dorata) tesse apertamente l'elogio
del regime nazista. Cfr. le sue pubblicazioni, Nouvel Ordre Europen (in greco)
G. METAXAS, L'altra faccia dell'Europa (in greco).
(121 ) FIR, 40 anni dopo, pag. 23. In dicembre 1984 le PEN stato ospite di una riunione
tenuta ad Atene dal gruppo delle destre europee che ha provocato violente manife-
stazioni di protesta. Nella conferenza stampa tenuta al termine della riunione, l'on.
Le Pen, presidente del gruppo, ha chiesto che venissero messi in libert i capitila del-
la giunta militare, attualmente detenuti nelle carceri greche, qualificandoli di pri-
gionieri politici. The Guardian, 7 dicembre 1984; The Times, 7 dicembre 1984.
Cfr. anche Neue Zrcher Zeitung, 12 febbraio 1984; Dekapenthimeros Politis, n.
29, 14 dicembre 1984, pagg. 12 e segg.
(122) Cfr. ANTI, n. 17/ 1975, pagg. 14-15.
(123) La legge 846/1946 ha abolito per le successioni degli ebrei di nazionalit greca
scomparsi durante la guerra a causa delle persecuzioni razziali del nemico il diritto
di successione ab intestato, di cui beneficiava lo Stato in caso di assenza di eredi. I
beni di successione cosi accumulati sono stati ceduti ad un organismo creato col
Regio Decreto del 28/ 29 marzo 1949 e destinato ad assicurare l'assistenza alle
comunit ebraiche di Grecia. Sulla grande comunit ebraica di Thessaloniki vedi A.
NAR. Le sinagoghe di Thessaloniki. Le nostre canzoni (prefazione di G. IOAN-
NOU, Thessaloniki 1983 (in greco), pag. 13: Per oltre quattro secoli, Thessaloni-
ki stato il rifugio degli ebrei dell'Europa perseguitati, nonch il commovente rac-
conto di G. IOANNOU, La capitale dei profughi, 3a edizione, Thessaloniki 1984
(in greco), pagg. 58 e seg.
(124) Sta di fatto che manifestazioni antisemitiche sporadiche avvengono ogni tanto. Cfr.
la tabella fornita dall'on. May all'audizione, nota 171 e la lettera pubblicata in Le
Nouvel Observateur, n. del 13-19 settembre 1985, pag. 18. Un incendio che nel
1983 ha distrutto una serie di negozi appartenenti alla comunit ebraica di Thessa-
loniki stato rivendicato dal Combattimento nazionale socialista greco, organiz-
zazione del resto sconosciuta. Libri antisemitici sono pubblicati da talune case edi-
trici di stampa nazionalista. L'invasione dell'armata israeliana in Libano, nel 1982,
ha scatenato un'ondata di critiche e di proteste contro Israele, contraddistinte tal-
volta da tonalit antisemitiche. Le assicurazioni allora date dal governo sembrano
aver dissipato le inquietudini della comunit ebrea. Nel 1984, il Parlamento ha
votato una legge che definisce infrazioni penali gli atti di discriminazione basati sulla
religione nonch l'incitamento all'odio religioso.
IRLANDA
(125) Esiste per un National Socialist Irish Workers Party che pubblica un periodico,
Phoenix, e del materiale di propaganda.
122
(126) Sui pregiudizi che incontrano gli irlandesi residenti nel Regno Unito, cfr.: Informa-
zione sull'Irlanda, Nothing but the same old Story, the roots of anti-irish racism,
Londra, 1985.
(127) Lansdowne, ricerca di mercato, indagine polivalente, febbraio 1981, campione di
1 400 persone. Cfr. pure Sunday independant, 12 giugno 1983.
(128) ved. paragrafo 233
ITALIA
(129) Cfr. Franco FERRARESI: La destra radicale, Milano, Feltrinelli, pag. 101.
(130) bidem, pagg. 71 e segg. Statistiche sul terrorismo politico in Italia in: Quaderni del-
l'Annpia, n. 4 Atti del convegno regionale sul terrorismo a Roma e nel Lazio,
Roma, 23-24 ottobre 1981, pagg. 84 e segg. Cfr. anche R. CHIARINI e P. COR-
SINI: Da Sal a Piazza della Loggia, Milano, F. Angeli, 1983.
(131) La conclusione della decisione del Tribunale di Roma del 9 febbraio 1984 precisa
con grande esattezza le imputazioni a carico di Ordine Nuovo e dei movimenti
apparentati: Il movimento politico Ordine Nuovo ha operato la ricostituzione
del partito fascista mediante un'organizzazione centrale e periferica e strumenti di
stampa e propaganda. Le ideologie propugnate da Ordine Nuovo sono riconducibi-
li a quelle fasciste, come risulta dal raffronto della dottrina ordinovista con quella
fascista, sia per il collegamento alla tradizione fascista sia per l'adesione al totalita-
rismo fascista, al razzismo, all'antidemocrarismo e aH'antipartitismo, alla violenza e
all'esaltazione dei principi, dei simboli e dei metodi propri del disciolto partito fa-
scista.
(132) v. M. LINKLATER, I. HILTON e N. ASCHERSON: Il quarto reich: Klaus Barbie
e la connessione neo-fascista: (Londra: Hodder & Staughton) 1984, pagg. 203 e
segg.
(133) Si potrebbe pure menzionare il gruppo Ludwig (ultimi eredi del nazismo e votati
alla distruzione di quanti tradiscono il vero Dio), su cui si soffermato l'on. Ama-
si, e che ha rivendicato, dal 1979 in poi, l'assassinio di 28 persone: sacerdoti, rabbi-
ni, omosessuali o prostitute. L'on. Krieps notava nella sua relazione al Consiglio
d'Europa: (in Italia) per taluni aspetti, cio la violenza e l'antisemitismo, l'estrema
sinistra e l'estrema destra sono difficilmente distinguibili tra loro. Esse portano allo
stesso risultato: la morte e la mutilazione di centinaia di vittime innocenti, di cui
l'ultimo esempio l'assurda strage perpetrata nella stazione di Bologna. Identico
pure lo scopo che esse si prefiggono a breve termine: il rovesciamento delle istituzio-
ni dello Stato democratico, (pag. 13).
(134) Cfr. pure Tempo, 13. 5. 1985.
(135) Claudio Mutti, espulso dal MSI nel 1973, ha creato il giornale Lotta di Popolo, che
non nasconde simpatie per il regime libico, e ha tradotto il Libretto verde, una
delle fonti di Terza Posizione.
(136) V. la tabella dell'on. May, nota 171 pi sotto, per quanto riguarda gli incidenti a
carattere antisemita in Italia
LUSSEMBURGO
(137) Fdration Internationale des Rsistants Rsistence Unie n. 1-2 del 1985, pag.
30. Cfr. anche Le Rpublicain Lorrain, 28 novembre 1984.
(138) ved. nota 199 pi sotto
PAESI BASSI
(139) Per una pi completa e particolareggiata descrizione dei gruppi d'estrema destra dei
Paesi Bassi, cfr. J. Van DONSELAAR, H. SMEETS, M. van WEEZEL, in The ex-
123
treme Right, pagg. 29 e segg. Cfr. anche J. KNIESMEYER, Audition, pagg. 3 e
segg. FIR, 40 anni dopo, pagg. 30 e 31. G. GADDI: Il neofascismo in Europa
(traduzione in greco a cura di B. VACELOPOULOU GIULIANO), Atene, 1975,
pagg. 208-209.
(140) Van DONSELAAR, SMEETS, Van WEEZEL, The Extreme Right, pag. 29.
(141) Van DONSELAAR, SMEETS, Van WEEZEL, The Extreme Right, pag. 29.
(142) Van DONSELAAR, SMEETS, Van WEEZEL, The Extreme Right, pag. 29.
(143) Van DONSELAAR, SMEETS, Van WEEZEL, The Extreme Right, pagg. 29-30,
J. KNIESMEYER, Audition, pag. 3.
(144) J. KNIESMEYER, Audition, pagg. 3-4, Van DONSELAAR, SMEETS, Van WEE-
ZEL, The Extreme Right, pag. 33.
(145) J. KNIESMEYER, Audition, pagg. 4-5.
(146) J. KNIESMEYER, Audition, pag. 7.
(147) Van DONSELAAR, SMEETS, Van WEEZEL, The Extreme Right, pag. 37.
(148) The Extreme Right, pag. 33.
(149) J. KNIESMEYER, Audition, pag. 9.
(150) Ph. ESSED, Alledaags Racisme, Amsterdam, 1984.
(151) Ph. ESSED, Audition, pagg. 1 e segg. pag. 8.
REGNO UNITO
(152) G.U. n. C 117 del 15. 7. 1985, pagg. 211 e segg.
relatore: on. Haagerup (doc. 1-1526/83)
(153) Ved. gli Race Relations Acts degli anni 1965, 1968 e 1976 e le leggi sulla nazionali-
t, che hanno definito le comunit aventi diritto di cittadinanza de jure, ad es. la
British Nationality Act 1981.
(154) TAYLOR, S. The National Front in English Politics, Londra, Macmillan 1982,
pag. 5
(155) Ann Dummet ha rilevato che la legge sugli stranieri del 1904 stata la prima misura
di controllo dell'immigrazione adottata sistematicamente dal Regno Unito in tempo
di pace, ed era specificamente diretta contro l'immigrazione di israeliti dalla Russia,
dalla Polonia e dalla Romania un altro esempio dell'antisemitismo che da mille
anni endemico in Europa. Ved. Audizione (allegato 4)
(156) Un gruppuscolo dei membri conservatori dissidenti ha dato vita al Partito Naziona-
le nel 1917, con un programma impostato suH'imperialismo xenofobo. La mag-
gior parte di essi ha per fatto ritorno in seno al partito conservatore, per le elezioni
del 1918, e nel 1921 il partito si sciolto. Cfr. D. BUTLER e J. FREEMAN, British
Political Facts 1900-1967 (Londra: MacMillan) 1968.
(157) BENEWICK, R. The Fascist Movement in Britain, Londra, Allen Lane 1972, citato
in TAYLOR, S. op. cit., pag. 6.
Sir Oswald Mosley (Conservatore e poi membro indipendente 1918-1924; laburista
1926-1931) ha dato vita al Nuovo Partito con sei altri parlamentari che hanno
abbandonato l'ala laburista dopo che il suo Memorandum sulle soluzioni da dare ai
problemi della disoccupazione era stato respinto dal governo. Avendo perduto tre
dei suoi fondatori all'epoca della sua fondazione e guadagnato un membro conser-
vatore ed un liberale alle elezioni generali del 1931, il nuovo partito ha contestato
24 seggi e ne ha guadagnato 1. Nel 1932 il Partito si chiamato British Union of
Fascists, non ha contestato l'elezione generale nel 1935, e nel 1940 stato messo al
bando, avendo contestato le elezioni suppletive svoltesi nel 1939 e 1940. Nel 1948
Sir Oswald Mosley ha dato vita alla Union Movement, e ha contestato il suo primo
124
seggio parlamentare alle elezioni generali 1959 (deposito perduto). Fino al 1966
non ha avuto successo elettorale. Cfr. C. CROSS The Fascist in Britain e D.
BUTLER e J. FREEMAN British Politicai Facts 1960.1967, seconda edizione
(Londra: MacMillan) 1968, e R. McKENZIE British Political Parties (Londra:
Mercury Books) pagg. 438-439.
(158) Uno dei gruppi fascisti formati nel Regno Unito dopo la rivoluzione fascista italiana
del 1922, gli Stamford Fascists (con sede a East London), riuscito a vincere tre ele-
zioni locali, due nel 1924 e una nel 1927. Gli altri gruppi, i British Fascisti, i Natio-
nal Fascisti e la Imperiai Fascist League, sono rimasti piccole filiazioni marginali.
(159) ved. TAYLOR, S. op. cit., pag. 18 e Paul WILKINSON The New Fascists (Londra:
Pan Books) 1983, pag. 74.
(160) ved. Ivor CREWE e Antony FOX British Parliamentary Constituencies: A Statis-
tical Compendium (Londra: Faber & Faber) 1984.
Il risultato maggiore stato quello riportato nel Leicester, in cui, in uno scontro a
tre, il candidato NF riuscito a guadagnare un seggio. Il risultato ottenuto a Black-
burn dove Kingsley Read ed un altro ex membro NF hanno vinto un seggio
riguarda una circoscrizione pluri-membro, in cui il Partito conservatore locale non
ha messo in lista candidati in numero proporzionale ai seggi disponibili. Sir Michael
STEED The National Front Vote, in Parliamentary Affairs, vol. 31, 1978,
pagg. 282-293; Chris HUBSBAND e J. ENGLAND The Joker in the Pack: The
Efforts of National Front Intervention New Statesman 20 aprile 1979, pagg.
542-545, e The Hidden Support for Racism New Statesman, 11 maggio 1979,
pagg. 674-6, e anche C. HUBSBAND, come pure S. TAYLOR op. cit. pagg. 111-
140. Da alcuni elementi pare doversi concludere che il sostegno elettorale a favore
dei candidati appartenenti all'ala dell'estrema destra non necessariamente altissi-
mo nelle zone ad elevato tasso di popolazione immigrata, bens nelle zone vicine.
Questo, mentre fa supporre che la familiarit generi la tolleranza, non esclude possi-
bili punti di notevole tensione prodottasi in tali zone. L'adesione di nuovi membri e
il sostegno elettorale sono venuti meno a partire dal 1977, ma in ottobre 1985 talu-
ne organizzazioni antirazziste hanno fatto notare che le organizzazioni dell'ala di
estrema destra stavano conoscendo un nuovo successo, rispetto al recente passato;
si stanno facendo maggiori sforzi di reclutamento, e sempre pi frequentemente si
registrano segni visibili della loro presenza. Da considerare Searchlight nell'ottobre
1985.
(161) Fondazione ANNA FRANK: The Extreme Right in Europe and the United States
Amsterdam, 1985.
(162) TOMLINSON, J. Left, Right, the March of political extremism in Britain Londra,
Calder pag. 61 e segg. Le caricature antisemite pubblicate in Socialist Worker (11,
1982) Socialist Worker (n. 937) Militant (agosto 1982) ecc. appaiono notevolmente
simili ai temi di Nationalism Today (novembre 1982 e 1983) e New Nation (autun-
no 1980). Cfr. anche la partecipazione estremista alla dimostrazione antisionista
del settembre 1983, descritta in National Front News n. 51. Il ruolo svolto dall'Am-
basciata iraniana nel Regno Unito nel pubblicare e distribuire il falso Protocollo
degli anziani di Sion in Imam illustra le analogie ed stato citato da vari esperti.
(163) H.W. DEGENHARDT (compilatore) e A.J. DAY (editore) Political Dissent: An
International Guide to Dissident, Extra-Parliamentary, Guerilla and Illegal Political
Movements (Londra: Longman) 1983, pagg. 494 e 495.
(164) Paul WILKINSON: The New Fascists (Londra: Pan Books) 1983, pagg. 165 e segg.
(165) Cfr. Harold WILSON The Labour Government 1964-1970: A personal Record
(Londra: Weidenfeld and Nicolson) 1971, pagg. 525 e segg.
(166) Cfr. COCHRANE, R. e BILLIG, M. Extremism of the Centre: the SDPs young
followers New Society 20 maggio 1982.
125
(167) Fondazione ANNA FRANK op. cit. pagg. 92-3 Searchlight marzo 1985 pag. 6;
National today e altre pubblicazioni sopra citate.
(168) In un'intervista data nel luglio 1981 al programma ITV World in Action, Willi
Kraus, condannato ad una pena di quattro anni di detenzione nella Repubblica
federale di Germania per attivit naziste, ha spiegato come l'ex membro della Dire-
zione di NF, Anthony Read Herbert del British Democratic Party, fosse disposto a
fornire armi tramite terzi. Secondo il programma, inoltre, la League of St. George
era implicata nell'assegnazione di abitazioni sicure a Londra a terroristi italiani di
destra.
(169) DEGENHARDT, H.W. Political Dissent, pag. 494 collega Column 88 con gruppi
terroristi di destra attivi in Italia, con gruppi palestinesi e con il Vlaamse Militante-
norde in Belgio.
(170) Cfr. Fondazione Anna FRANK, op. cit., pag. XX e Paul Wilkinson, The New Fas-
cists, pag. XXX. Ved. anche la testimonianza di Ray Hill resa alla Confessione del
Gruppo socialista a Londra, 29 marzo 1985.
(171) Elenco degli incidenti antisemiti Incidenti antisemiti negli anni 1981-1983
Europa
1. Austria
2. Belgio
3. Regno Unito
4. Cipro
5. Danimarca
6. Finlandia
7. Francia
8. Germania
9. Grecia
10. Irlanda
11. Italia
12. Lussemburgo
13. Paesi Bassi
14. Norvegia
15. Portogallo
16. Spagna
17. Svezia
18. Svizzera
TOTALE
1981
28
28
314
2
7
100
88
20
-
70
8
1
16
11
6
699
1982
32
26
312
1
11
5
116
120
34
1
95
52
7
3
10
8
22
855
1983
23
19
221
9
2
93
88
17
1
28
1
20
7
1
10
7
7
554
Fonte: M. MAY intervento scritto in occasione della terza audizione della commissione di inchiesta
18-20 marzo 1985.
(172) Quest'ultima pubblicazione appare anche sotto il titolo Sue Million Lostand Found,
(sei milioni di persone disperse e ritrovate); cfr. il catalogo della Historical Review
Press, che ripartisce le proprie pubblicazioni nelle sezioni Storia revisionista,
Socialismo nazionale, Razza e antropologia.
(173) The Economist, 7 luglio 1984, pag. 25. BROWN C : Black & White Britain
Londra, Heinemann educational Books, 1984.
(174) Home Office Study Group, Racial Attacks, Londra: HMSO, novembre 1981.
(175) Il tema della violenza razziale merita di essere approfondito. Cfr. in particolare
BROWN C. op. cit. pagg. 247-263; KLUG F. Racist Attacks Londra, Runnymede
Trust febbraio 1982. Le statistiche della polizia sembrano indicare una recrudescen-
za degli assalti razziali Annual Report 1984 della commissione per la parit raz-
ziale, pagg. 26-27. TRUEBLOOD, C.J. Racial Attacks and Harassment in Chee-
tham: A brief Report and Case Summary for Cheetham/Crumpsall Community
Workers Group gennaio 1982.
126
GREATER LONDON COUNCIL, Racial Harassment in GLC Estates in Tower
Hamlets Emerging Patterns (novembre 1983-1984) Londra; GLC 1985. LAY-
TON-HENRY, Z. Racial attacks in Britain Patterns of Prejudice, vol. 16, n. 2,
1982. Ved. anche deposizione del BRITISH COUNCIL OF CHURCHES (divisione
degli affari comunitari: servizio comunit e relazioni di razza) alla commissione
d'inchiesta, e il programma radiofonico BBC4 World This Weekend di domenica
13 ottobre 1985 e The Economist del 14 settembre 1985, pagg. 33 e 41, The Eco-
nomist del 5 ottobre 1985, pagg. 24 e 29.
(176) Cfr. The Economist del 14 settembre 1985, pag. 33; The Times del 20 ottobre
1985 ha citato un ispettore di polizia: Noi siamo la presenza visibile lasciata alla
fine della giornata. Il bersaglio identificabile. Io non riesco ad immaginare che la
sera vi sia baccano all'ufficio alloggi o a quello dell'istruzione pubblica, mentre negli
uffici di polizia un continuo va e vieni, perch qui confluiscono tutti i loro proble-
mi. ved. pure Karim MURTI Observing the Brixton Riot New Society, 4
ottobre 1985, pagg. 6 e segg., Martijn HARRIS Looking back on the Riot
New Society, 4 ottobre 1985, pagg. 8 e segg. e E. Ellis CASHMORE What lay
behind the Birmingham Riots New Society, 13 settembre 1985, pagg. 374-376.
(177) Lord SCARMAN The Brixton Disorders 10-12 aprile 1981 Londra HMSO Cmnd
8427 novembre 1981. Secondo uno studio effettuato dall'Universit di Sheffield, lo
0,54% della polizia dell'Inghilterra e del Galles appartiene a minoranze etniche (The
Times 2 novembre 1984). II servizio speciale effettuato da Times sulla polizia, il 2
ottobre 1985, informa che nella polizia metropolitana, nell'84, vi erano 271 ufficia-
li appartenenti a gruppi etnici minoritari; sulle 10 296 domande di assunzione ai
ranghi della polizia nel 1984 vi erano 400 persone appartenenti a gruppi etnici
minoritari; 36 di essi, sulle 1 219 nuove reclute, sono divenuti poliziotti. Leon Brit-
tan, Segretario agli Interni, ha affermato: E' indubbio che alcuni studi hanno
dimostrato che, in alcuni settori della polizia, esistono atteggiamenti razzisti cosi
come nella societ nel suo insieme. Ci che pi sorprendente constatare che, nel-
la maggior parte dei casi, questi atteggiamenti non hanno influenzato il comporta-
mento. Ci non significa che tali atteggiamenti siano giustificati o non deplorevoli,
significa invece che dobbiamo agire per affrontare il problema (Daily Telegraph 10
dicembre 1984). Cfr. anche Community Alliance for Police Accountability, Annual
Report 1984 Londra Tower Hamlets.
(178) Cfr. G.U. n. C 229 del 9.9.1985, pag. 99 e segg. e G.U. n. C 175 del 15. 7. 1985,
pag. 211-212.
(179) Cfr. ad. es. VS Bericht 1984, pagg. 157 e 158.
(180) Cfr. la relazione della commissione Colignon, in data 9 luglio 1985, pagg. 73 e
segg., nonch le informazioni date al riguardo dai sigg. Nothomb, Ministro dell'In-
terno (pagg. 23-24), Brouhon, Borgomastro di Bruxelles (pag. 25) e dal generale
Bernaert, comandante della gendarmeria (pag. 27).
(181) Cfr. commissione di inchiesta sulla sicurezza negli assembramenti e sul controllo
degli affollamenti sportivi relazione interlocutoria, presidente: on. Justice POP-
PLEWELL, Londra, 1985, pag. 39. Cfr. pure la rivista di stampa distribuita con-
temporaneamente alla dichiarazione dell'on. FORD, presidente della nostra com-
missione, quando ha tenuto la sua conferenza stampa, a Strasburgo, il 12 giugno
1985 Time, n. del 10 giugno 1985 Le Monde, 16 - 17 giugno 1985, pag. X e
XI.
(182) WILLIAMS, J., DUNNING, E., & MURPHY, P. Hooligans Abroad: The Beha-
viour and Control of English Fans in Continental Europe Londra RKP 1984 Rela-
zione della commissione parlamentare d'inchiesta belga sulla tragedia dello Heysel;
Relazione provvisoria del giudice Popplewell sulla violenza e sulla sicurezza nel cal-
127
(183) International Herald Tribune di marted 1 ottobre 1985, pag. 2.
(184) KING, M e MAY, C : Black Magistrates; a study of selection and appointment,
Londra Cobden Trust 1985.
(185) Relazione SCARMAN e Relazione annua 1984 della commissione per la parit raz-
ziale, pag. 31. Cfr. pure le note 176 e 177 pi sopra
(186) Cfr. Audizione S. ROSE (allegato 4).
(187) Cfr. Relazione annua 1985 della commissione per la parit razziale. Il Policy Stu-
dies Institute e il suo predecessore PEP hanno effettuato parecchi sondaggi su talu-
ni aspetti delle relazioni razziali in Gran Bretagna, sulla discriminazione razziale e
sull'immigrazione. Cfr. pure gli studi di Social and Community Planning Research.
Alcuni centri di sondaggio britannici hanno reso noti i risultati degli studi effettuati,
risultati gi discussi brevemente alla nota 160. Cfr. pure M. BANTON, White and
Colored: The Behaviour of the British People toward Colored Immigrants (Londra:
Jonathan Cape) 1959. E.J.B. ROSE Colored and Citizenship: A Report on British
Race Relations (London: Oxford University Press) 1968; D.J. SMITH Unemploy-
ment and Racial Minorities (London: Psi) 1981; C. BROWN op. cit. nota 173 F.
TEER e J. SPENCE Political Opinion Rolls (Londra: Hutchinson) 1972, capitolo
5, pagg. 121-126.
(188) COCHRANE, R and BILLIG, M. , I'm not National Front Myself, But . . . , New
Society 17 maggio 1984. Il razzismo dovrebbe essere distinto dal fascismo:
Tradizionalmente, il fascismo stato considerato la politica della personalit,
basata sull'ammirazione per un leader forte. Questi giovani tendono a conoscere le
personalit, e non le politiche, dei principali partiti; inversamente, essi conoscono la
politica, non le personalit dei partiti fascisti. L'espulsione si colloca come un sim-
bolo brillante sullo sfondo di una politica peraltro vaga e mal definita (pag. 256).
E' stato citato il curioso fenomeno del razzismo alla rovescia. Si riteneva che gli
asiatici se la cavassero meglio dei bambini bianchi. Si riconosceva spesso che ci era
dovuto a una pi seria applicazione a scuola, al maggiore impegno nel lavoro e addi-
rittura (sorprendentemente) ad una superiorit intellettuale. (ibid)
La combinazione di osservazioni serie e facete nelle opinioni razziste espresse colpisce:
Fai felice qualcuno: uccidi un pakistano, I ragazzi della BM sono grandi e corag-
giosi, e meritano tutti uno schiavo negro. Fra le ragazze si nota invece una relativa
razionalizzazione delle opinioni: Ho amici che desidererebbero rimanere in questo
paese, ma se si trattasse di scegliere tra mandarli via tutti o tenerli tutti qui, preferi-
rei mandarli via tutti pagg. 256-257. Cfr. anche BILLIG, M. Fascists: A Social Psy-
chological View of the National Front Londra, Academic Press 1978.
(189) JOWELL, R. & AIREY, C. British Social Attitudes: the 1984 Report, Londra,
Gower 1984.
SPAGNA
(190) Sul periodo di transizione, cfr. Raymond CARR e FUSI AIZPURA Juan Pablo
Spain Dictatorship to Democracy Londra, Allen and Unwin, 1981. Sulla
natura del regime franchista:
G. PAYNE Falange: A History of Spanish Fascism Stanford University
Press, 1961.
J. LINZ From Falange to Movimiento Organizacin: The Spanish Single
Party and the Franco Regime, 1936-1968 pagg. 128-203 in S. P. HUN-
TINGTON et C. H. MOORE Authoritarian Politics in Modern Society
New York, Basic Books, 1970.
(191) A questo proposito la crisi spagnola degli anni trenta deve essere collocata nel con-
testo dello sviluppo dei fascismi, ma non ne la conseguenza. Non si assiste pi allo
sviluppo di un partito fascista (quest'ultimo esiste e raccoglie lo 0,4% dei suffragi),
128
ma alla creazione di zone di violenza indipendente dai conflitti sociali le quali, date
l'instabilit dei governi nonch la divisione e la relativa corruzione dei partiti, favo-
riscono la diffusione di una tendenza a fare capo all'esercito. Va notato che, nelle
storia politica spagnola, si registrano vari casi di mutamenti di ampia portata non
accompagnati da fenomeni di mobilitazione (cfr. Raymond CARR, Spain 1808-
1959, Oxford University Press, 1966 e. J. LINZ, El Sistema de Partidos en Espana,
Madrid, Narcea, 1976).
(192) Per esempio, un articolo di Vorwrts del 2 febbraio 1984 sostiene che l'esercito con-
ta nel suo ambito un numero tale di franchisti che il Ministro della Difesa non
potrebbe tenerne conto senza bloccare il carosello delle assegnazioni.
(193) P3 LETAMENDIA, les Partis Politiques en Espagne, Parigi, PUF, 1983, pag. 95.
(194) Per la regione di Granada, cfr. l'indagine di Cambio 16, del 15 aprile 1985.
(195) Va segnalato anche il gruppuscolo diretto da Antonio Tejero Solidaridad Espao-
la. La sua filiazione finanziaria, Solidaridad y Naturaleza, cerca di realizzare
operazioni immobiliari (cfr. El Pais, 8 novembre 1984, pag. 19).
(196) Articolo 31, n. 7 aprile 1985, pag. 13-14.
(197) Ad esempio:
I collegamenti di neonazisti ed estremisti di destra spagnoli con corrispondenti
gruppi tedeschi e di altri paesi dell'Europa Occidentale facevano capo in primo luo-
go al Circulo Espaol de Amigos de Europa (CEDADE) spagnolo, che inviava
nella Repubblica federale di Germania materiale di propaganda neonazista. Il 30
gennaio, in occasione del 50 Anniverario della salita di Hider al potere, CEDADE
ha pubblicato, sotto il titolo 50 Anniversario del nazionalsocialismo, un numero
speciale gi diffuso nel territori della Germania federale, RFG, Relazione sulla
tutela della Costituzione 1983, pag. 150. Va notato peraltro che la stima del nume-
ro degli aderenti, diretti o indiretti, alla CEDADE, varia assai considerevolmente.
(198) Tiempo, 13 maggio 1985.
(199) Presentazione in Fanny CORNUAULT, La France des Sectes, Parigi, Tchou, 1978.
Va notato che la propaganda della setta effettuata anche (almeno in Francia) tra-
mite il turismo: organismi VDT (Voyages Dcouvertes Tradition) e REVES
vacances (la cui pubblicit inviata in particolare all'ambiente medico). Va notata
inoltre l'esistenza del gruppo Edelweis, fondato da un pregiudicato, Gonzales
Arenas, gruppo le cui attivit sono state denunciate in una proposta presentata dal-
l'on. Dury, membro della commissione d'inchiesta (doc. 2-1450/84)
G. Arenas, attualmente perseguito, contesta l'accusa di neonazismo formulata nei
confronti del suo gruppo (El Pais, 29 luglio 1985).
(200) Cambio 16, 10 giugno 1985, pag. 53.
(201) ibid, pagg. 48-58, e Libration, 16 aprile 1985.
(202) cfr. Obras completas, Buenos Aires, ed. Sabindiar-Batza, 1965 di Sabino de ARA-
NA Y GOIRI (nato nel 1864): Se alla fine di questi tempi di schiavismo risuonato
il grido dell'indipendenza, per Dio sole che risuonato (pag. 1333)
Si nota nelle forme estremiste dei discorsi indipendentisti (prodotti da numerosi ex
seminaristi) una fusione in una unica e stessa entit del popolo basco, popolo eletto
(riferimenti all'Antico Testamento) e del proletariato. Va segnalata inoltre l'impor-
tanza della tradizione millenarista nel paese basco.
(203) Jose MIGUEL DE AZOLA El Hecho Vasco pag. 213-283 (in particolare
pagg. 230-239) in J. LINZ (ed.), Espana: un presente para el futuro, voi. 1,
Madrid, Instituto de Estudios Econmicos, 1984.
Cfr. anche Hans-Jrgens PUHLE, Baskischer Nationalismus, in WINKLER
(H.A.) (ed) Nationalismus in der Welt von heute Gttingen, Vandenhoeck &
Ruprecht, 1982, pagg. 51-81.
129
(204) El Pais, 12 gennaio 1985
AUSTRIA
(205) B. GALANDA, Audizione, pag. 5, The Extreme Right, pag. 69
(206) B. GALANDA, Audizione, pag. 7, The Extreme Right, pag. 69, 40 Ans aprs, FIR,
pag. 1. Oltre alle organizzazioni citate nel testo, si possono menzionare la OTB
(sterreichischer Turnerbund, Federazione austriaca di ginnastica) la cui pubblica
zione Bundesturnzeitung stata dichiarata in sede giudiziaria come avente contenuti
neonazisti (B. GALANDA, op. cit., pag. 70), nonch la AFAO (Arbeitsgemeins
chaft Freiheitlicher Akademikerverbnde sterreichs, comunit di lavoro delle
associazioni di universitari liberali austriache) Cfr. GALANDA op. cit., pag. 69
70). Cfr. sull'estremismo di destra austriaco in generale la pubblicazione Dokumen
tationsarchiv des sterreichischen Widerstandes, Rechtsextremismus in sterreich
nach 1945, 5a edizione, 1981, prefazione di Erwin Lane, Ministro federale dell'In
terno.
(207) B. GALANDA, Audizione, pagg. 7 e 8, The Extreme Right, pag. 71.
(208) Su tale formazione, cfr. nota precedente.
(209) B. GALANDA, Audizione, pag. 8.
(210) Il ricorso si basa principalmente sul Trattato di Stato (Staatsvertrag) del 15 maggio
1955, stipulato fra le potenze alleate e l'Austria, che ripristina un'Austria indipen
dente e democratica. L'articolo 9 del Trattato prevede in particolare lo scioglimento
e il divieto delle organizzazione naziste e di tipo fascista nonch l'obbligo, per lo Sta
to austriaco, di introdurre misure di denazificazione.
(211) B. Galanda, Audizione, pag. 1011. Secondo le ricerche qui di seguito citate (nota
n. 218) la percentuale dei simpatizzanti del nazismo in costante calo in Austria. I
vecchi nazisti che continuano ad approvare l'insieme del sistema rappresentano solo
una quota insignificante (0,1%). D'altra parte, il numero delle persone che si rico
noscono nella nazione austriaca, nonch di quelle che si dichiarano pronte a difen
dere il parlamentarismo aumenta costantemente. La quota della popolazione
potenzialmente reclutabile da organizzazioni neonaziste ammonta appena al 2%.
Secondo il dr. Heinz Kienzl, responsabile della Sozialwissenschaftliche Studienge
sellschaft il fascismo morto in Austria. Cfr. Tiroler Tageszeitung, Innsbruck,
numero del 5. 7. 1985.
(212) B. GALANDA, Audizione, pag. 10, op. cit., pag. 76.
(213) B. GALANDA, Audizione, pag. 10, op. cit., pag. 76. Cfr. tuttavia S. Wiesenthal,
Audizione, pagg. 9 e 10.
(214) B. Galanda, Audizione, pag. 10.
(215) Cfr. processo verbale della commissione, riunione del 31 gennaio PE 95 896 e
PE96 091.
(216) B. GALANDA, Audizione, pag. 12, op. cit.
(217) . Galanda, Audizione, pag. 11.
(218) B. Galanda, Audizione, pagg. 11 e 12. Le informazioni sugli atteggiamenti antise
miti nella societ austriaca sono tuttavia contraddittorie: secondo ricerche effettuate
da due istituzioni austriache di studi sociali (Institut fr empirische Sozialforschung
Sozialwissenschaftliche Studiengesellschaft), la percentuale delle persone che dichia
rano apertamente atteggiamenti antisemiti calata dal 13% nel 1972 al 10% nel
1982. Fra i giovani in particolare, la percentuale del 5% (cfr. Tiroler Tageszei
tung, Innsbruck, numero del 5. 7. 1985). Invece, secondo informazioni fornite dal
EEC Monitor, pubblicazione del BIP AC (Britain Israel Public Affairs committee),
. 102, gennaiofebbraio 1984, pag. 10, un sondaggio realizzato dall'Universit di
130
Vienna rivela una persistenza ben pi radicata, all'interno della societ austriaca, di
sentimenti e di pregiudizi antisemiti. Su tale sondaggio cfr. anche B. GALANDA,
op. cit., pag. 69.
(219) Attentati dinamitardi sono stati perpetrati nel 1982 principalmente contro imprese
appartenenti a israeliti a Vienna e a Salisburgo, con la complicit di un noto estre-
mista tedesco, Eberhard Weil. Il relativo processo ha evidenziato le relazioni dei
neonazisti e degli estremisti di destra con l'NPD e l'ANR. I colpevoli sono stati con-
dannati a pene variabili da tre mesi con la condizionale a cinque anni senza condi-
zionale, per Weil. 40 Ans aprs, FIR, pag. 2. Cfr. anche S. Wiesenthal, Audizione,
pag. 11.
NORVEGIA
(220) Frankfurter Allgemeine Zeitung, 3 marzo 1981.
Nel 1980 la relazione del sig. Krieps al Consiglio d'Europa affermava quanto segue:
In Norvegia, il vecchio partito di Vidkun Quisling, il Natjional Samling, conserva i
suoi vecchi partigiani nell'ombra. I membri neonazisti del Norsk Front hanno trova-
to pi facile lanciare una bomba a Oslo il 1 maggio che non raccogliere le 3.000 fir-
me necessarie per la partecipazione del partito alle elezioni. Questo movimento si
sforza di riprendere ed utilizzare un partito esistente ma sonnecchiante, il partito
democratico norvegese (pag. 15). Alcuni osservatori attribuiscono un p pi di
importanza al Norsk Front.
SVEZIA
(221) Analisi del caso Felderer in Index on Censorship, vol. 13, n. 2 aprile 1984 e Search-
light, maggio 1983.
SVIZZERA
(222) KEESING'S CONTEMPORARY ARCHIVES 6 agosto 1982 pag. 31 636 e 6
luglio 1979 pag. 29 704. Per i particolari del sistema dei referendum cfr. Alois
Riklin (ed.) Handbuch Politisches System der Schweiz Voll. I e II (Bern: ed. Paul
Haupt), 1983.
(223) La Verfassungsschutzbericht (RCH) del 1984 indica del resto che un Partito
Nazionale Socialista stato creato a Zurigo nell'agosto 1985 dal sig. Ernst Meis-
ter, ex vicepresidente dell'Action Nationale del Cantone di Zurigo. Tale gruppo
conterebbe soltanto una mezza dozzina di membri (Le Monde, 17. 8. 1985).
(224) Studio interessante, in termini tanto di metodologia quanto di risultato: M. MAY,
Can prejudice be measured? Two cases studies on Antisemitism in Switzerland,
Research Report, Institute for Jewish Affairs, dicembre 1981, n. 18. Le percentuali
per la RFG sono le seguenti: dal 6 al 7% della popolazione nettamente d'accordo
con affermazioni antisemite e dal 15 al 19% con caratteristiche antisemite meno
marcate. Cfr. S. T. ROTH, The German mind and right-extremism: a comment
on recent findings, Encounter, settembre 1981.
(225) Relazione del sig. Krieps, op. cit., pag. 8, cfr. precedente nota 52.
TURCHIA
(226) H. DEGENHARDT (Ed.) Political Dissent.
(227) Cfr. il progetto di relazione della commissione politica sulla situazione dei diritti
umani in Turchia, relatore on. Balie (PE 98 572) pagg. 15-17.
(228) WILKINSON, P. The New Fascists Londra Pan Books 1983.
(229) KUPER, Leo Genocide: its political use in the Twentieth Century Harmonds-
worth: penguin Books 1981, in particolare il capitolo 6 Genocidal Process: the
131
Turkish Genocide Against Armenians nonch il progetto di relazione della com-
missione politica su una soluzione politica del problema armeno, relatore on. Van-
demeulebroucke (PE 97 248/B), che sar discussa fra breve in commissione. Cfr.
anche: Tribunal Permanent des Peuples, Le Crime de Silence, le gnocide des Arm-
niens, Parigi, Flammarion, 1984. CHALIAND G. e TERNON Y., Le Gnocide des
Armniens, Bruxelles, complexe 1980. J. M. CARZOU, Armnie 1915, Un gnoci-
de exemplaire, Parigi, Flammarion, 1975.
PAESI DELL'EST
(230) Cfr. The American Jewish Committee, Submission to the European Parliamentary
Commission of Inquiry, pagg. 3 c 4. Ci piace aggiungere il brano seguente tratto
da L'Appel des Juifs d'Union Sovitique aux Juifs d'Occident (diffuso dal Comit
de Solidarit avec les Juifs d'URSS, BP 26, 75860 PARIGI Cedex 18):
Avete bisogno di fatti? Ma come possiamo mostrarvi la laringe insanguinata
d'Anatoli Chtcharanski dopo il suo sciopero della fame in prigione? E' possibile far-
vi toccare le costole rotte di Zakhar Zunshain nel goulag siberiano, oppure la cecit
di Yossif Berenstein, di Kiev, accecato in prigione? Chi potrebbe attraversare le
mura delle cliniche psichiatriche, dei tribunali, delle celle di prigione e dei fili spinati
dei campi di lavoro, per vedervi il dolore e l'angoscia di Nadeja Fradkova, Yossif
Begun, Yacov Mesh, Iouri Tarnopolski, Alexandre Kholmianski, Ycov Levin,
Mark Niepomniashchy e Iouli Edelstein? (Le Monde, 12 gennaio 1985). Si veda
anche il notevole Dossier sur la perscution des Juifs, pubblicato dai Cahiers du
Samizdat editi a Bruxelles (n. 108, gennaio 1985).
(231) Doce. 1-0115/84; 1-0023/82; 1-0810/82; 1-1024/83; 1-0536/83; 1-1117/82;
1-1364/82.
(232) Consiglio d'Europa, doc. 5445, relatore sig. HUGOSSON.
(233) Political Dissent, pag. 39.
(234) Relazione dell'on. HABSBOURG, doc. 1-0656/82.
(235) Il Parlamento europeo ha denunciato il processo contro Adam Michnik, Bodgan Vis
e Wladgslav Frasyniuk in due risoluzioni adottate nel giugno 1985 (doc. B2-450/85
ed em. 1 ai doce. B2-479/85 e B2-508/85)
(236) Pubblicato in Libration, 20 giugno 1985, pag. 22.
(237) Sintesi pubblicata in Die Welt, 22 maggio 1985.
(238) The Times, 20 settembre 1985; Politicai Dissent, pag. 33.
(239) ibidem.
(240) Politicai Dissent, pagg. 33-34.
(241) The Sunday Times, 17 febbraio 1985.
cfr. anche il progetto di relazione dell'on. VAN DEN HEUVEL (PE 94 657/85).
(242) Alcuni diplomatici a Sofia ritengono che le autorit possano essere state spronate ad
adottare la recente drastica inziativa a causa della forte preoccupazione per il tasso
di crescita della popolazione turca che del 2% all'anno rispetto alla media naziona-
le dello 0, 5%. Molte scuole turche sono state chiuse e si posto fine a corsi di lingua
turca. Le festivit e le tradizionali cerimonie religiose sono vietate. Sono state chiuse
alcune moschee e solo quelle che rivestono un interesse storico sono scampate alla
demolizione. Sono stati chiusi i cimiteri mussulmani separati. La campagna, sebbe-
ne non menzionata dalla stampa bulgara ufficiale, ben nota ai bulgari. Un cittadi-
no di questo paese mi ha dichiarato la scorsa settimana: i turchi hanno avuto la
meglio per 500 anni. Ora tocca a noi Peter Godwin, The Sunday Times, 17 feb-
braio 1985.
(243) PE Doc. B2-61/85, Consiglio d'Europa, doc. 5446/ 1985.
132
(244) PE Doc. 2-1879/84 e progetto di relazione dell'on. VAN DEN HEUVEL.
(245) Political Dissent, pag. 60-62, Financial Times, 21 maggio 1985 e 5 febbraio 1982.
(246) Una panoramica data da RENNER, The National Minorities in Czechoslovakia
after the Second World War Plural Societies, vol. 7, n. 1, 1976, pagg. 32-41.
(247) Radio Free Europe Research Hungary (18 aprile 1978)
Panoramica sulla situazione nell'Europa dell'Est in STROEBINGEN Rudolf, Roter
Kolonialismus, Zurigo, Interfrom, 1981.
I Contatti internazionali
(248) La riunione dell'8 maggio 1985 si tenuta ad Aquisgrana su appello del Movimen-
to europeo, un fronte comune d'azione che riunisce a titolo di membri effettivi o
affiliati una decina di organizzazioni europee, dal FAP alla Wiking Jugend (Notre
Europe, giugno 1985; sul convegno di Dixmude, ibidem, luglio-agosto 1985). Sono
stati presentati al Parlamento europeo dei progetti di risoluzione miranti a vietare lo
svolgimento di riunioni di ex nazisti nella Germania federale.
(249) Il sig. Simon Wiesenthal ha sottolineato, nel corso delle sue risposte ai membri della
commissione, la quantit di materiale spedito in Europa da Garry Rex Lauck da
Lincoln nel Nebraska. Sempre per quanto riguarda gli Stati Uniti si segnala la crea-
zione a Idaho nel West Virginia di due banche elettroniche di dati che diffondono
informazioni razziste, in particolare antisemitiche, tramite accesso telefonico all'ela-
boratore, (cfr. R. GENN, Patterns of Prejudice, vol. 19, n. 3, luglio 1985 t Jewish
Chronicle, 29 marzo 1985).
Si noter, nei gruppi americani, l'influenza di certe sette (Identity Church) violente-
mente antisemite nonch l'importanza dei furti per il finanziamento delle attivit (4-
5 milioni di dollari rubati dal gruppo Order): cfr. The Economist, 27 aprile 1985
e International Herald Tribune, 19 aprile 1985.
(250) Cfr. in particolare le sezioni relative al Regno Unito, alla Germania, all'Italia e alla
Francia. Quanto ai rapporti, confusi, fra neonazisti e le fazioni presenti nel Libano
(movimento di camion militari tedeschi di scarto verso Beirut ad opera del gruppo
Hoffman) cfr. fra l'altro Israelitisches Wochenblatt, n. 31, 5 agosto 1983, Search-
light, novembre 1982, e Innere Sicherheit (RFA), settembre 1981.
L'Asala ha pubblicato nell'ultimo numero del suo giornale Armenia documenti
secondo cui il leader neonazista Hoffman stato agli inizi degli anni ottanta mem-
bro dell'OLP (Agence Tlgraphique Juive, 24. 4. 1985). Fra gli altri episodi, Paul
Wilkinson cita i seguenti: Nel 1969, Jean Bireault, un belga che era segretario di
redazione del foglio neonazista La Nation Europenne, fungeva da consigliere
dell'Organizzazione palestinese Al-Fatah (...). In questo stesso periodo, il PFLP con-
tava fra i suoi membri un ex comandante nazista incaricato di dirigere il campo di
addestramento di Basra nell'Iraq meridionale (...). Nel gennaio 1970, in un proces-
so svoltosi a Winterthur (Svizzera) contro tre terroristi del PFLP catturati, fu fornita
la prova di stretti legami fra il partito nazista svizzero, particolarmente uno dei suoi
fondatori, Francoise Geroude, e Al-Fathah (...). Il corrispondente a Bonn del gior-
nale Yediot Aharonot riferiva che nel gennaio 1978 quattro membri appartenenti a
gruppi nazisti erano stati arrestati perch sospettati di contrabbando fra gli Stati
arabi e membri dell'OLP in Germania. Essi furono colti in flagrante e almeno uno
dei neonazisti era in possesso della carta di membro dell'OLP. (the New Fascists,
Londra, Pan Books, 1983, pag. 125-126).
(251) A titolo di esempio la World Union of National Socialists uno dei gruppi che
rivendicano una leadership sui neonazisti a livello mondiale. Il suo segretario gene-
rale, Paul Heinrich Rijs-Knudsen (Danimarca), scrive in una circolare interna che la
WUNS essenzialmente un'organizzazione di individui singoli (...). La WUNS non
ha mai avuto personale proprio. La maggior parte del lavoro effettuato dal perso-
nale del National Socialist White People Party ad Arlington in Virginia. Se
133
l'obiettivo a breve termine quello di produrre materiale di qualit, quello a lun
go termine resta peraltro quello di formare degli attivisti professionisti.
Si osserver che la valutazione fatta dei legami internazionali coincide con il parere
espresso dalla sig.ra Kniesmeyer, della Anne Frank Stichting, allorch la commissio
ne l'ha interrogata su questo punto.
Ricerca della cause
(252) Cfr. par. 47 supra.
(253) Vronique de Rudder, in Le Monde, 20 gennaio 1981.
(254) John WILLIAMS, Eric DUNNING, Patrick MURPHY, Hooligans Abroad, Lon
dra, Routledge & Kegan, 1984, pagg. 1216. Cfr. inoltre i paragrafi 147150 sull
'Heysel.
(255) Spinoza, Trattato Teologicopolitico, cap. 20.
Situazione Economica ed Ascesa dei Movimenti Estremisti
(256) KALTEFLEITER Werner, Wirtschaft und Politik in Deutschland, Colonia,
Westdeutscher Verlag, 1968, pag. 37, ripreso in LINZ J. e STEPAN ., The
Breakdown of Democratic Regimes: Europe, Baltimora, John Hopkins University
Press, 1976, pag. 51.
(257) LINZ e STEPAN, ibidem, pag. 52.
(258) Una questione connessa, affrontata in commissione dal prof. Mandel, in partico
lare quella della relazioni fra il mondo industriale da un lato ed il mondo politico,
soprattutto i governi estremisti, dall'altro. Per il periodo hideriano, il recente libro
di Henry Ashby TURNER, German Big Business and the rise of Hitler, (Oxford
University Press, 1985) sembra presentare un panorama completo. Cfr. la recensio
ne del libro di Turner fatta da Alan Milward nel Times Literary Supplement del 5
luglio 1985.
Vi e' una Recrudescenza del Fascismo e del Razzismo?
(259) Ammesso che se ne possa realmente valutare la consistenza, il potenziale elettorale
dei partiti fascisti ed estremisti di destra rimane il pi debole dello spettro politico
della Comunit, fatta eccezione, in taluni paesi, per l'estremismo di sinistra. Si rin
via in proposito aWEurobaromtre n. 21 che cerca di valutare il potenziale massimo
di ciascuna delle etichette politiche. Non va dimenticato tuttavia che il senso stesso
di tali etichette e le realt politiche alle quali si richiamano variano notevolmente da
un paese all'altro. Un tentativo d'interpretazione di tali dati figura in: INGLE
THARTR, RABIER J.R., The withering away of Marx: changing political cleava
ges in Western nations, nota presentata al XIII
o
Congresso dell'Associazione inter
nazionale di scienze politiche, Parigi, luglio 1985.
(260) Eurobarometre . 23, giugno 1985. Solo tre paesi registrano una riduzione del sen
so di soddisfazione, molto leggera per l'Irlanda e l'Italia, pi forte per il Belgio (seb
bene in quest'ultimo paese si profili una netta ripresa dopo il livello minimo raggiun
to nel 1981).
La Dimensione Internazionale
(261) Carta della Nazioni Unite, preambolo:
...a proclamare nuovamente la nostra fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella
dignit e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti degli uomini e
delle donne, nonch delle reazioni grandi e piccole . . . . Articolo 1, 3 comma: Rea
lizzare la cooperazione internazionale (...) sviluppando e incoraggiando il rispetto
dei diritti dell'uomo e delle libert fondamentali per tutti, senza distinzione di razza,
di sesso, di lingua o di religione.
134
Cfr. anche articolo 13, comma 1 b), articolo 55 c), articolo 76 c) Corte interna-
zionale di giustizia, Parere consultivo sulla Namibia, Raccolta 1971, pag. 57, par.
131.
(262) Entrata in vigore il 12 gennaio 1951
(263) Proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1963
(264) Entrata in vigore il 4 gennaio 1969. Cfr. in appresso parr. 233 e segg.
(265) Entrata in vigore il 3 gennaio 1976
(266) Entrata in vigore il 23 marzo 1976
(267) Entrata in vigore il 23 marzo 1976
(268) Entrata in vigore il 18 luglio 1976
(269) Entrata in vigore il 15 giugno 1960. cfr. altres la Raccomandazione n. 111/1958
della Conferenza internazionale del lavoro
(270) Entrata in vigore il 22 gennaio 1952
(271) Approvata dalla Conferenza internazionale del lavoro il 24 giugno 1975.
(272) Il 14 dicembre 1960. cfr. C. Hadjiconstantinou, La Convenzione dell'Unesco sul
divieto di discriminazione nel settore dell'insegnamento. Tesi, Thessaloniki, 1962
(in greco).
Il 14 dicembre 1960, la Conferenza generale dell'Unesco ha addottato la raccoman-
dazione concernente la lotta contro la discriminazione nel settore dell'insegnamen-
to. Nel 1974, stata adottata una raccomandazione sull'educazione per la compren-
sione, la cooperazione e la pace internazionale e l'educazione relativa ai diritti del-
l'uomo e alle libert fondamentali.
(273) Per un inventario sistematico di questi atti cfr. Compilation of United Nations reso-
lutions and decisions relevant to the struggle against racism, racial discrimination
and apartheid, Second World Conference to combat racism and racial discrimina-
tion (Ginevra, 1-12 agosto 1983), documenti in vista della sessione A/Conf.
119/ 15, parte I: Risoluzioni del Consiglio di sicurezza, pagg. 42, parte II: Risolu-
zioni dell'Assemblea generale (1946-1978), pagg. 200, parte III: Risoluzioni del-
l'Assemblea generale (1979-1982), pagg. 196, parte IV: Risoluzioni del Consiglio
economico e sociale, pagg. 71, parte V: Risoluzioni della commissione sui diritti
dell'uomo, pagg. 113.
(274) Cfr. la lista di questi Stati nel Report of the Committee on the Elimination of racial
discrimination, Assemblea generale delle Nazioni Unite, Resoconti ufficiali: Trenta-
novesima sessione, Supplemento n. 18 (A/ 39/ 18) pag. 133 e segg.
(275) Cfr. J.D. INGLES Study on the implementation of Article 4 of the Convention of
the Elimination of all Forms of Racial Discrimination, Nazioni Unite A/Conf.
119/10, 18 maggio 1983.
(276) Cfr. G. TENEKIDES, Study on the implementation of Article 7 of the Convention
of the Elimination of all Forms of Racial Discrimination, Nazioni Unite, 1983,
A/Conf. 119/ 19, 8 giugno 1983.
(277) Cfr. ad esempio il documento citato alla nota 274.
(278) Cfr. il documento citato alla nota 274, pag. 1 e pag. 137. Tra gli Stati membri della
Comunit europea hanno fatto finora la dichiarazione dell'articolo 14 i paesi
seguenti: Paesi Bassi, Italia, Francia. E' gi in atto la consultazione sulla prima
comunicazione individuale che attualmente oggetto di un esame.
(279) Cfr. TENEKIDES, Recueil des Cours de l'Acadmie de droit international de la
Haye, t. 168, pag. 459 e segg.
135
(280) L'azione delle Nazioni Unite nel campo dei diritti dell'uomo, New York 1983, indi-
ce, voce Nazista, Nazismo, e soprattutto pag. 42 e seguenti nonch la recente risolu-
zione 39/114 del 14 dicembre 1984 dell'Assemblea generale sulle misure da adotta-
re contro le attivit naziste, fasciste e neo-fasciste e qualsiasi altra forma di ideologia
e pratica totalitaria basate sull'intolleranza razzista, l'odio e il terrore. Officiai
Records of the General Assembly, Thirty-ninth Session, Supplement n. 51. Per
riprendere i termini utilizzati in taie risoluzione, l'assemblea generale ribadisce la
sua condanna ed esprime la sua determinazione a resistere contro qualsiasi ideologia
e pratica totalitaria che privi il popolo dei diritti dell'uomo e delle libert fondamen-
tali.
(281) Cfr. tra l'altro la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, articoli 21, comma
1; 26, comma 2; 28, 29 comma 1; 29, 1; Patto internazionale relativo ai diritti eco-
nomici sociali e culturali, articoli 1, comma 1; 4, 5, comma 1; 13; Patto internazio-
nale relativo ai diritti civili e politici, articoli 1, comma 1 ; 14, 21, 22, comma 2; 25,
26. Cfr. altres il riferimento fornito nella nota precedente.
Dimensione Europea
(282) Cfr. il paragrafo 250 e segg.
(283) Gli altri Stati membri del Consiglio d'Europa sono: Austria, Cipro, Islanda, Liech-
tenstein, Malta, Norvegia, Svezia, Svizzera, Turchia.
(284) Secondo l'articolo 3 dello Statuto del Consiglio d'Europa, ciascuno Stato membro
dell'organizzazione deve accettare i principi del primato del diritto, dei diritti del-
l'uomo e delle libert fondamentali. Del resto l'articolo 8 dello Statuto prevede che
lo Stato membro che viola gravemente l'articolo 3 pu essere sospeso dal suo diritto
di rappresentanza, essere invitato a ritirarsi o, infine essere escluso dall'organizza-
zione. Va ricordato a tale proposito l'atteggiamento del Consiglio d'Europa nei con-
fronti dei regimi autoritari europei: la Spagna e il Portogallo sono stati ammessi in
qualit di membri del Consiglio d'Europa solo dopo il ripristino del regime demo-
cratico. La Grecia in seguito al colpo di Stato militare del 21 aprile 1967 stata co-
stretta a ritirarsi dal Consiglio d'Europa il 12 dicembre 1969. In merito all'azione
politica e alle numerose azioni adottate dal Consiglio d'Europa nei confronti del
regime militare greco, cfr. l'eccellente sintesi di Jean SIOTIS, La Grce sur e chemin
de l'Europe, Mlange Fernand DEHOUSSE, voi. 2 (La construction europenne),
1979, pag. 73 e segg., 76 e segg. Tra i documenti elaborati in seno all'Assemblea
parlamentare opportuno consultare soprattutto le relazioni del sig. VAN DER
STOEL 1968 (Doc. 2384), 1968 (Doc. 2467), 1969 (Doc. 2525), 1969 (Doc. 2637
e 2638), 1970 (Doc. 2719), 1971 (Doc. 2892). Cfr. anche sull'azione dei meccanis-
mi strasburghesi di protezione dei diritti dell'uomo i riferimenti in appresso alla nota
296. Sull'attegggiamento dell'Assemblea parlamentare nei confronti del regime mili-
tare turco, cfr., tra l'altro, le relazioni del sig. STEINER 29. 9. 1980 (doc. 4621),
27. 1. 1981 (Doc. 4657), 1. 10. 1981 (Doc. 4784), 11. 3. 1982 (Doc. 4865), 30. 9.
1983 (Doc. 4965), 14. 1. 1983 (Doc. 5008), 19. 9. 1983 (Doc. 5017), 7. 5. 1984
(Doc. 5208), 25. 3. 1985 (Doc. 5378), dei sigg. URWIN e STEINER 25. 1. 1982
(Doc. 4841 rivisto), del sig. BARDENS 24. 1. 1983 (Doc. 5014) e del sig. STOF-
FELEN 8. 5. 1984 (Doc. 5216), nonch le raccomandazioni 904 (1980), 936
(1982), 938 (1982), le direttive 392 (1980), 395 (1981), 397 (1981), 413 (1982),
406 (1982) e le risoluzioni 757 (1981), 765 (1982), 794 (1983), 803 (1983), 822
(1984) e 840 (1985). Sull'istanza presentata alla Commissione europea per i diritti
dell'uomo contro la Turchia dalla Francia, la Danimarca, la Norvegia e la Svezia
cfr. nota 295 infra.
(285) Cfr. la raccolta preparata dal Parlamento europeo per la nostra commissione, doc.
PE 94 443 del 12 dicembre 1984 al quale vanno aggiunte le risoluzioni adottate il
26 settembre 1985 dall'Assemblea parlamentare e relative alla situazione degli ebrei
nell'Unione Sovietica (relazione del sig. HUGOSSON, doc. 5445 del 26 luglio
136
1985) e alla situazione delle minoranze etniche e mussulmane in Bulgaria (relazione
del sig. ATKINSON, Doc. 5444/1985).
(286) Cfr. la raccolta citata precedentemente, nota 285, pag. 22.
(287) Cfr. il documento citato precedentemente nota 285, pag. 24.
(288) Consiglio d'Europa, Assemblea parlamentare doc. 5107 del 12 settembre 1983.
(289) cfr. anche la Cana sociale europea.
(290) Convenzione, articoli 8 comma 2; 9, comma 2; 10, comma 2; 11, comma 2.
(291) Articoli 9, 10, 11.
(292) Cfr. Preambolo, articolo 5 comma 1, articolo 6 nonch le disposizioni citate nella
precedente nota 290.
(293) Protocollo addizionale n. 1, articolo 3.
(294) Cfr. su questa causa, Consiglio d'Europa la questione greca, Voi. 11, 12 (allegati),
II 1, II 2 (allegati), Strasburgo 1970, The Greek case, Yearbook of the European
Convention on Human Rights, 1969, Kiss-Vegleris, L'Affaire grecque devant le
Conseil de l'Europe et la Commission europenne des droits de l'homme, Annuaire
Francais de droit international, XVII (1971), pag. 889 e segg.; Mertens, Les orga-
nes du Conseil de l'Europe et le concept de Democratie dans le cadre de deux
affaires grecques, Revue belge de droit international, VII (1971), pagg. 118 e
segg.; Siotis, op. cit. cfr. supra, nota 284).
(295) Tali istanze (9940-9944/82) sono state sottoposte il 1 luglio 1982 alla Commissio-
ne europea per i diritti dell'uomo. Dichiarate ricevibili il 6 dicembre 1983 (Decisione
della Commissione in merito alla ricevibilit in data 6 dicembre 1983), esse sono
ancora all'esame della Commissione. Cfr. i comunicati del Segretario della Commis-
sione europea dei diritti dell'uomo in data 2. 7. 82, 6. 12. 83, 29. 6. 84, 28. 1. 85,
5. 2. 85, 15. 3. 85 e 14. 6. 85.
(296) Questo ricorso (n. 250/ 57), che contesta la conformit con la Convenzione euro-
pea dei diritti dell'uomo della sentenza pronunciata il 17 agosto 1956 dalla Corte
costituzionale federale tedesca, in forza della quale stato sciolto il Partito comuni-
sta tedesco in quanto anticostituzionale, stata dichiarata non ricevibile dalla Com-
missione europea dei diritti dell'uomo con decisione del 20 luglio 1957. Cfr. il testo
della decisione in: Commission europenne des droits de l'homme, Documents et
dcisions (Annexe de la Convention, 1 volume) 1955-1956-1957, l'Aia 1959, pag.
222 e segg.
(297) Il ricorrente aveva fondato nel 1968 in Italia un movimento politico di cui la dottri-
na e il programma si ispiravano a quelli del partito fascista, del quale aveva persino
adottato gli emblemi. Essendo stato perseguito e condannato a norma della legge
italiana n. 645 del 20 giugno 1952, che vieta la ricostituzione del partito fascista, ha
presentato un ricorso alla Commissione (richiesta n. 6741 /74) per violazione di una
serie di disposizioni della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. La Commis-
sione ha dichiarato la richiesta non ricevibile con decisione del 21 maggio 1976 (cfr.
Commission europenne des droits de l'homme, Dcision e rapport, Vol. 5, Stras-
burgo 1976, pag. 83 e segg.).
(298) I ricorrenti hanno contestato davanti alla Commissione la compatibilit con la Con-
venzione europea dei diritti dell'uomo di talune sanzioni adottate nei loro confronti
per la loro associazione alle strutture e alla politica considerata razzialmente discri-
minatoria, della N. V. U. . Su questa formazione cfr. supra par. 125. I ricorsi (nn.
8348/78 e 8406/78) sono stati dichiarati irricevibili con decisione del 13 dicembre
1979 (cfr. il testo delia decisione in: Commission europenne des droits de l'homme,
Dcision et rapport, vol. 18, pag. 187 e segg.).
137
(299) Dcisions et rapports (citata sopra, nota 299 b), pag 205. Cfr. anche la sentenza
della Corte europea per i diritti dell'uomo nella causa lawless (merito), sentenza del
1 luglio 1961, parte in diritto, paragrafo 6, pag. 45.
(300) Cfr. su queste cause le decisioni di ricevibilit della Commissione europea dei diritti
dell'uomo del 10 dicembre 1970 (Annuaire de la Convention europenne des droits
de l'homme 13/1970, pag. 929 e segg.) del 6 marzo 1968 (decisioni e relazioni,
volume 13, pag. 17 e segg.) nonch la Risoluzione DH (77)2 del Comitato dei
Ministri del Consiglio d'Europa in: Collection of Resolution adopted by the Com-
mittee of Ministers in application of article 32 of the European Convention for the
protecion of Human Rights and fundamental freedoms 1959-1979, Strasbourg
1979. Cfr. anche la decisione di ricevibilit del l 7 marzo 1981 relativa al ricorso n.
8008/17 (Digest of Strasbourg, Case Law relating to the European Convention
on Human Rights, vol. 1, pag. 170). Consiglio d'Europa, Commissione europea
per i diritti dell'uomo, Bilan de la Convention europenne des droits de l'homme
1954-1984, Strasburgo 1985, pagg. 154 e segg. E' interessante segnalare che la
Commissione ha osservato nella sua citata decisione del 10 dicembre 1970 che la
discriminazione basata sulla razza poteva, in talune circostanze, rappresentare di
per s un trattamento degradante ai sensi dell'articolo 3 della Convenzione.
(301) Cfr. su questa causa la Relazione della Commissione europea dei diritti dell'uomo
adottata il 12 maggio 1983 e la sentenza del 28 maggio 1985 emessa dalla Corte
europea dei diritti dell'uomo. Questa causa, concernente la legislazione britannica
in materia di immigrazione ed in particolare di ricongiungimento delle famiglie di
immigrati, ha sollevato questioni di discriminazione razziale. Tale ricorso non
per stato accolto, in quanto la Commissione e la Corte hanno concluso trattarsi di
una discriminazione fondata sul sesso. Cfr. comunque l'opinione contraria dei sigg.
Carillo, Melchior e Weitzel, membri della Commissione, (cfr. relazione pag. 38) i
quali concludono che sussiste discriminazione razziale.
In seguito alla sentenza della Corte di Strasburgo, il governo del Regno Unito ha
modificato la sua legislazione in materia per adeguarsi al dispositivo della sentenza.
Cfr. Statement of changes in immigration rules, laid before Parliament on 15 July
1985 alla sezione 3(2) of the Immigration Act 1971, London, Her Majesty's Statio-
nery Office.
(302) Altre due cause attinenti a l'oggetto dell'inchiesta sono attualmente all'esame della
Corte europea dei diritti dell'uomo (Glasenapp e Kosiek contro Repubblica federale
di Germania). Cfr. le relazioni della Commissione europea dei diritti dell'uomo su
tali cause adottate l'I 1 maggio 1984.1 richiedenti erano stati licenziati dai loro posti
di insegnante per slealt nei confronti dell'ordinamento costituzionale in considera-
zione dell'appartenenza del primo al MPD (cfr. su tale partito i precedenti punti 47 e
segg. ) e per il sostegno dato dal secondo a talune tesi politiche del partito comunista
tedesco (KPD). Cfr. anche la sentenza del 25 aprile 1983 emessa dalla Corte euro-
pea dei diritti dell'uomo nella causa Pakelli contro Repubblica federale di Germania,
parr. 43-45.
(303) Cfr. il testo della Convenzione in: Conseil de l'Europe, Srie des Traits europens,
n. 93, vol. IV (1975-1982), Strasburgo 1983, pag. 69 e segg. Tale raccolta (vol. I-
IV e indice volumi I-II) contiene altri accordi che si ricollegano, sia pure indiretta-
mente, all'argomento dell'inchiesta: Convenzione n. 19 (stabilimento) accordo n.
25 (circolazione delle persone), accordo n. 31 (soppressione dei visti per i rifugiati),
Convenzione europea per la repressione del terrorismo (1977). Per le firme e ratifi-
che di tali convenzioni cfr. Consiglio d'Europa, Affari giuridici, Stato delle firme e
delle ratifiche delle Convenzioni e degli Accordi del Consiglio d'Europa, 15 maggio
1984 e DIR/JUR 885)1, 10. 4. 1985.
(304) Consiglio d'Europa, Assemblea parlamentare, Conferenza sulla difesa della demo-
crazia nei confronti del terrorismo in Europa: compiti e problemi (Strasburgo, 12-
14 novembre 1980), Compendio dei documenti, 1981.
138
(305) Consiglio d'Europa, Centro europeo della giovent, Conferenza sull'intolleranza in
Europa, 911 dicembre 1980.
(306) Consiglio d'Europa, Diritti dell'uomo, Atti del colloquio su i diritti dell'uomo degli
stranieri in Europa, Funchal Madera (Portogallo), 1719 ottobre 1983, Strasbur
go 1985.
(307) Consiglio d'Europa, Assemblea parlamentare, Confronto su gli stranieri in Euro
pa: una minaccia o un atout? Strasburgo, 2021 marzo 1984, Resoconto delle di
scussioni, Strasburgo 1984. Cfr. anche, nel quadro dei lavori della Commissione
per le migrazioni, i rifugiati e la demografia, la relazione del sig. R. Mueller sugli
atteggiamenti e i movimenti xenofobi negli Stati membri nei confronti dei lavoratori
migranti (doc. 5107 del 12 settembre 1983) e il progetto di raccomandazione pre
sentato dalla Commissione all'Assemblea parlamentare, ibid., adottato come Rac
comandazione 968/1983 dall'Assemblea parlamentare. Cfr. supra n. 287.
Dimensione Comunitaria
(308) I. Richard, Audizione, passim. Riunione pubblica del 18 dicembre 1984: cfr. anche
il discorso pronunciato da P. SUTHERLAND a Dublino I'll aprile 1985 di fronte
al Congresso annuale della Commissione episcopale irlandese per gli emigrati (PE
98 372)
(309) Cfr. IV parte, Raccomandazioni 4. 2.
(310) Il 5 aprile 1977 il Consiglio, la Commissione e il Parlamento hanno adottato una
dichiarazione comune sulla protezione dei diritti fondamentali nella CE (G.U. n. C
103 del 27. 4. 1977). Il Consiglio europeo di Copenaghen ha adottato il 14 dicem
bre 1973 una dichiarazione sull'identit europea (Bollettino CE 121973). Quattro
mesi pi tardi, a Parigi, il Consiglio europeo non ha potuto dare seguito alle propo
ste miranti a creare uno statuto della cittadinanza europea, ma ha deciso di perse
guire tale obiettivo in maniera pragmatica. Questa dichiarazione ha dato adito in
seno al Parlamento europeo ad una discussione sull'istituzione di una Carta dei
diritti speciali per gli emigranti di un paese della CE residenti in un altro Stato mem
bro (relazione Sceiba, G.U. n. C del . . . . ). In vista delle prime elezioni europee nel
giugno 1979, il Consiglio europeo ha adottato 8 aprile 1978 una dichiarazione sul
la democrazia (Bollettino CE 41978).
(311) Cfr. SIOTIS, citato sopra alla nota 229 a. Dello stesso autore, Il Parlamento euro
peo e la dittatura in Grecia 19671974 in Il Parlamento europeo, Atene 1978,
pag. 179 e segg.. Tra gli atti adottati dalle istituzioni comunitarie, va citata la riso
luzione del Parlamento europeo dell'I 1 maggio 1967 (G.U. ... del .... 1967).
(312) Cfr. Boll. CE 9 1980 pagg. 56 e 57, nelle quali figurano la dichiarazione della Com
missione del 12 settembre 1980, e la dichiarazione dei ministri degli affari esteri riu
niti nell'ambito della cooperazione politica il 15 settembre 1980 alla luce dell'evolu
zione della situazione in Turchia. Il Parlamento europeo ha votato il 18 settembre
1980 una risoluzione in cui esprime la sua grave preoccupazione per tale situazione
(G.U. C 265 del 13. 10. 1980). Peraltro il Consiglio ha formalmente approvato le
decisioni prese dal Consiglio d'Associazione del 30 giugno 1980, e riaffermate dal
Consiglio di Associazione stesso il 3 dicembre 1980, volte a mantenere i legami esi
stenti e a perseguire l'attuazione di tali decisioni; la Commissione ha deciso di non
raccomandare al Consiglio la conclusione del 4 Protocollo finanziario CEETurchia
nel dicembre 1981 in seguito all'imprigionamento dell'ex Primo Ministro turco, sig.
Bulent Ecevit cfr. Boll. CE 121981. In data 8 luglio 1982 il Parlamento europeo
ha approvato la risoluzione sulla situazione politica in Turchia G.U. C 238 del 13.
9. 1982) in cui sottolinea l'importanza del ripristino della democrazia parlamentare
pluralista ai fini del miglioramento delle relazioni CETurchia.
(313) Cfr. il parere della Commissione, del 23 maggio 1979, sulla richiesta di adesione
della Grecia alla Comunit, nonch il parere, del 31 maggio 1985, relativo all'ade
139
sione della Spagna e del Portogallo e la dichiarazione del Consiglio europeo del
23/ 24 marzo 1981 (Maastricht) sulla Spagna.
(314) Cfr. gli atti e le dichiarazioni di cui alla precedente nota 310.
(315) Cfr., tra l'altro, le sentenze Stauder (12. 11. 1969), causa 29/ 69, Raccolta
1969 419), Internationale Gesellschaft (17. 12. 1970, causa 11/ 70, Raccolta
1970 1125), Nold (145 1974, causa 4 / 73, Raccolta 1974 491), Defrenne (15. 6.
1978, 4/ 73, Raccolta 1974 491), Hauer (15. 6. 1978, causa 44/ 79, Raccolta
1979 3727), National Panasonic (26. 6. 1980, causa 136/ 79, Raccolta
1980 2033), Kent Kirk (10. 7. 1984, causa 63/ 83, non ancora pubblicata nella
Raccolta), BEUTLER, BIEBER, PIPKORN, STREIL, Die Europische Gemeins-
chaft Rechtsordnung und Politik, 2a edizione, 1982, pag. 198 e seguenti.
(316) Cfr. i riferimenti di cui alla precedente nota 313.
(317) Cfr. i riferimenti di cui alle note 310, 313 e 315.
(318) Cfr. articolo 27, secondo trattino, dello Statuto dei funzionari, secondo il quale i
funzionari vengono assunti senza discriminazione di razza, di fede religiosa o di ses-
so. Sulla discriminazione di tipo religioso, cfr. la sentenza della Corte di giustizia
della Comunit europea nella causa Prais (sentenza del 27. 10. 1976, causa
130/ 75, Raccolta di giurisprudenza della Corte 1976, pag. 1589). Vedere altres la
dichiarazione del 21 marzo 1977 dei governi dei nove Stati membri della Comunit
al Segretario Generale delle Nazioni Unite in occasione della giornata per la sop-
pressione della discriminazione razziale.
(319) Cfr. risoluzione del Consiglio del 9 febbraio 1976, concernente un programma di
azione in favore dei lavoratori migranti e le loro famiglie (G.U. C 34 del 14. 2.
1976, pag. 2), risoluzione del Consiglio del 27 giugno 1980, concernente gli orien-
tamenti per una politica comunitaria del mercato del lavoro (G.U. C 168 dell'8. 7.
1980, pag. 1), direttiva 77/ 486/ CEE (G.U. L 199 del 6. 8. 1977, pag. 32), Comu-
nicato finale della Conferenza dei Capi di Stati e di Governo dei 9 e 10 dicembre
1974 (Parigi, punto 10 armonizzazione graduale della legislazione sugli stranie-
ri), Consiglio europeo del 25 e 26 giugno 1984 (Fontainebleau), programma d'azio-
ne sociale comunitaria a medio termine (G.U. C 175 del 4. 7. 1984, pag. 1, impor-
tanza dei problemi relativi all'emigrazione).
(320) COM(85) 48 def. / l marzo 1985.
(321) Risoluzione del Parlamento europeo di gioved 9 maggio 1985, sulla comunicazione
della Commissione al Consiglio relativa agli orientamenti per una politica europea
dell'emigrazione (G.U. C 141 del 10. 6. 1985, pag. 462) e relazione dell'on. MARI-
NARO (doc. A2-4/85).
(322) Gazzetta Ufficiale n. C 186 del 26. 7. 1985, pag. 3.
(323) Gazzetta Ufficiale n. L 217 del 14. 8. 1985, pag. 25.
(324) Cfr. in appresso, 4a parte, Raccomandazione 4. 2. 1. j).
Dimensione Nazionale
(325) Cfr. in appresso, paragrafi 4.2.1.-4.2.6.
(326) Cfr. precedente nota 297 (case before the European Commission Human Rights).
(327) Cfr. anche articola 20 della legge tedesca sulle associaioni (Vereinsgesetz). VS
Bericht 1984, pag. 23.
(328) Cfr. H. H. KALINOWSKY (ed altri), Rechtsextremismus und Strafrechtspflege,
Bundesministerium der Justiz, 1985. Un intenso dibattito politico ha luogo nella
Repubblica federale tedesca a proposito di un progetto di legge che modifica la legge
penale e che mira, tra l'altro, a criminalizzare il disconoscimento degli atti di
genocidio perpetrati dal regime nazista (Auschwitzlge). Le disposizioni propo-
140
ste dovrebbero integrare l'attuale paragrafo 131 del codice penale tedesco che puni-
sce l'apologia dei crimini nazisti. Cfr. su tale progetto di legge, S. ROTH, Making
the denial of the Holocaust a crime in Law, Institute of Jewish Affairs, Research
Report, n. 1, marzo 1982, pag. 1 e seguenti, Patterns of Prejudice, 19 (1985) 2 pag.
41 e la letteratura ivi citata, nota 1, Frankfurter Allgemeine Zeitung, 1 marzo 1985,
pag. 1. Va notato che la Corte suprema tedesca ha giudicato nella sentenza del 18
settembre 1979 che la negazione della realt storica dell'olocausto pu costituire
un'offesa ed un atto di spregio nei confronti di persone che si identifichino con le vit-
time della persecuzione nazista, S. ROTH, ibidem, pag. 5, Patterns of Prejudice 14
(1980) 1, pag. 32, e Israel Yearbook on humain Rights, vol. 13 (1983), pagg. 203-
233 segg.
(329) Cfr. in appresso, 4a parte, Raccomandazione 4. 2. 2. a).
(330) Cfr. supra parr. 257 e seg. e 260 (dimensione internazionale).
(331) Cfr. supra par. 260.
(332) Cfr. supra par. 264.
(333) In seguito al primo e al secondo Race Relations Act, rispettivamente del 1965 e del
1968. Cfr. anche la nota 153.
(334) La presentazione e l'analisi della giurisprudenza nazionale sul tema dell'inchiesta ed
in particolare sull'eliminazione del razzismo e della discriminazione razziale non
possono essere effettuati nell'ambito della presente relazione. Il relatore si limita
pertanto ad alcuni riferimenti che illustrano, da un lato, la variet, l'attualit e
l'importanza di tale aspetto del problema; dall'altro la necessit di uno studio siste-
matico sull'applicazione giudiziaria ed amministrativa della legislazione relativa
all'argomento in esame. Si possono reperire riferimenti alla giurisprudenza nei rap-
porti periodici che gli Stati che partecipano alla Convenzione per la soppressione di
tutte le forme di discriminazione razziale inviano al Comitato istituito dalla Con-
venzione stessa (cfr. supra par. 103 e seg., 207). Le pubblicazioni della Commission
for Racial Equality costituiscono anch'esse una fonte di informazioni preziose in
questo campo (cfr. per es. Review of the Race Relations Act 1976: proposals for a
change, Londra, luglio 1985). La sig.ra Pau-Langevin, invitata dalla commissione
in qualit di esperto, ha messo a nostra disposizione un fascicolo raccolto con
l'assistenza dell'MRAP, e contenente numerosi riferimenti alla giurisprudenza fran-
cese in materia di razzismo e di discriminazione razziale, tra i quali si possono citare
le seguenti sentenze: Tribunale penale di Lione, giudizio del 30 settembre 1981 (dis-
criminazione razziale in relazione al posto di lavoro) e giudizio del 20 febbraio 1980
(discriminazione razziale nella prestazione dei servizi), Tribunale penale di Reims,
giudizio dell'8 marzo 1982 (discriminazione razziale nella prestazione dei servizi),
Corte d'appello di Poitiers, sentenza del 31 marzo 1983 (discriminazione in relazio-
ne all'alloggio), Tribunale penale di Montpellier, giudizio del 19 novembre 1984
(causa dell'on. Arreckx, sindaco di Tolone, cfr. sopra nota 95, in fine), Tribunale
penale di Cusset, giudizio del 1 luglio 1983 (istigazione alla discriminazione razzia-
le), Tribunale penale di Belfort, giudizio del 5 dicembre 1980 e Tribunale penale di
Parigi, 17a Sezione, giudizio dei 28 ottobre 1982 (ingiurie di carattere razzista), Tri-
bunale penale di Parigi, 17a Sezione, giudizio del 24 giugno 1981 (Istigazione all'o-
dio razziale, negazione della realt storica dell'olocausto), Tribunale penale di Pari-
gi, 17a Sezione, giudizio del 1 luglio 1981 (causa Faurisson, diffamazione pubblica
a danno di un gruppo di persone per la loro appartenenza ad un particolare gruppo
etnico, nazione, razza o religione, negazione della realt storica dell'olocausto, cfr.
S.J.R. in Patterns of Prejudice 15 (1981) 4, pag. 51 e segg.), Tribunale penale di
Parigi, 17 Sezione, giudizio del 4. 3. 1981 (causa Frederiksen, diffamazione pubbli-
ca a danno di un gruppo di persone), Tribunale penale d'Amiens, 3a Sezione, giudi-
zio del 31 ottobre 1984 (causa del Front National). Cfr. anche la giurisprudenza
citata da S. ROTH, in Patterns of Prejudice 18 (1983) 4, pag. 49 e segg., e dello
141
stesso autore, pag. 52 e segg. sulla giurisprudenza olandese relativa alla questione
delle dichiarazioni di non cooperazione con Israele (Non-Jew Declaration), che le
imprese aventi relazioni commerciali con i paesi arabi sono obbligate a sottoscrivere
(cfr. la proposta di risoluzione, articolo 47 del Regolamento, presentata dall'on. de
Vries, PE 97 684, 29 aprile 1985, ed il riferimento al caso Flakt). Sulla distinzio-
ne tra antisionismo e antisemitismo cfr. la giurisprudenza citata da M. MAY, 16
(1982) 2 pag. 45 e segg. Una sentenza della Corte d'appello di Francoforte, pro-
nunciata in data 8. 1. 1985 (Neue Juristische Wochenschrift 1985 1720), ha affer-
mato che la proibizione di entrare in un ristorante rivolta a persone di origine turca
tramite una scritta redatta in turco ed in tedesco costituisce effettivamente una di-
scriminazione razziale ma non un atto che reca pregiudizio alla dignit delle persone
chiamate in causa, secondo il par. 130 del Codice penale tedesco. Per altri riferi-
menti alla giurisprudenza tedesca, par. 1721. Una rassegna della giurisprudenza
nazionale permetterebbe di concludere che l'applicazione da parte dei giudici nazio-
nali della legislazione relativa all'argomento dell'inchiesta abbastanza soddisfacen-
te, senza tuttavia risultare immune da carenze ed errori. Lo studio e la valutazione
critica e sistematica di tale giurisprudenza costituisce un aspetto importante della
lotta contro il razzismo e la discriminazione razziale. Cfr. infra la raccomandazione
n. 5.21.2 a).
(335) Cfr. Review of the Race Relations Act, documento citato alla nota precedente.
(336) Cfr. supra raccomandazione n. 4.21.1 d).
(337) Cfr. la clausola tenendo debitamente conto (due account clause) dell'articolo 4
della Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discrimina-
zione razziale: Gli Stati contraenti, condannano qualsiasi propaganda e qualsiasi
organizzazione che si ispiri a idee o teorie fondate sulla superiorit di una razza (...)
e a tal fine, tenendo debitamente conto dei principi formulati nella Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo e dei diritti espressamente enunciati all'articolo 5 del-
la presente Convenzione, si sono impegnati in particolare (...)
(338) Cfr. il Ministro federale della giustizia nella pubblicazione citata alla precedente
nota 329, prefazione.
(339) Cfr. Kalinowsky, citato alla precedente nota 329, pag. 279.
(340) Articolo 17 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, articolo 30 della
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, articolo 5, comma 1 del Patto inter-
nazionale relativo ai diritti civili e politici, cfr. anche i casi citati alle precedenti note
297, 298 e 299.
(341) Montesquieu, De l'esprit des Lois, L.IV, cap. 5 (citato nel discorso di J.P. Chevne-
ment nel colloquio Etre citoyen del 22-23 novembre 1984, Parigi), Pericles, Epi-
taffi, 40: Noi consideriamo il cittadino che non partecipa alla vita politica non
come pacifico ma come inutile.
(342) Cfr. Corte europea dei diritti dell'uomo, sentenza del 7 dicembre 1976 (Causa
Kjeldsen, Busk Madsen e Pedersen), Serie A, vol. 23, par. 53.
(343) Cfr. tra l'altro il bollettino trimestrale dell'UNESCO, Enseignement des Droits de
l'Homme. Sull'educazione alla tolleranza, vedasi: Centro delle Nazioni Unite per
i diritti dell'uomo, Seminario sulla promozione della comprensione, della tolleranza
e del rispetto nei settori riguardanti la libert di religione o di convinzione, a Gine-
vra dal 3 al 14 dicembre 1984, Nazioni Unite, New York, 1984. La questione di
una educazione civica europea stata oggetto di varie proposte di risoluzione.
(344) Cfr. il riferimento citato alla precedente nota 276.
(345) Cfr. il precedente par. 255 e la nota 272.
(346) Cfr. il precedente par. 180 e le note 352-357 sulla scolarizzazione dei figli dei lavo-
ratori migranti.
142
(347) Cfr. Alain Pierrot, l'Ecole franaise e les Etrangers, Esprit, giugno 1985, pag.
143-154.
(348) Cfr. il dibattito attualmente in corso negli Stati Uniti sull'istruzione bilingue. Il
Segretario di Stato all'istruzione, William H. Bennett, ha dichiarato in particolare:
in quanto cittadini, abbiamo bisogno di una lingua comune. Negli Stati Uniti, tale
lingua l'inglese (...). L'orgoglio culturale non deve instaurarsi a spese dell'uso del-
l'inglese, la nostra lingua comune ... Il dominio dell'inglese la chiave all'iniziativa
individuale in America. L'eventuale abbandono dell'impostazione bilingue ha pro-
vocato proteste da parte di numerosi senatori e rappresentanti. (International
Herald Tribune, 27 settembre 1985).
(349) A titolo d'esempio: COCHRANE R. e BILLIG M. , I'm not National Front myself,
but . . . , New Society, 17 maggio 1984.
(350) Una bibliografia stata compilata da Gilles KLEIN, Resources for multicultural
education: an introduction, Schools Council Programme 4.
(351) Relazione Swann sull'istruzione degli scolari appartenenti a minoranze etniche,
Londra, 1985. Commentando i risultati di questa relazione, Sir Keith Joseph,
Ministro della Pubblica Istruzione e delle Scienze, ha dichiarato: Ci impegneremo
per migliorare la situazione attraverso tre ampie linee politiche. Anzitutto, l'insuc-
cesso scolastico non prerogativa delle minoranze etniche. (...) Le nostre politiche
per la scuola mirano a migliorare il rendimento di tutti gli scolari e a superare gli
ostacoli verso il pi alto livello di rendimento comune a tutti (...). In secondo luogo
siamo decisi a fornire agli scolari appartenenti a minoranze etniche la stessa oppor-
tunit degli altri di trarre dalla scuola tutto il profitto che essa gli offre. Stiamo
affrontando gli ostacoli che si oppongono a questa opportunit, in particolare pro-
muovendo la buona usanza di insegnare l'inglese come seconda lingua. In terzo luo-
go, vogliamo che le scuole preservino e trasmettano i nostri valori nazionali in modo
che si accetti la diversit britannica e si promuova la tolleranza e l'armonia tra le raz-
ze (The Times, 15 marzo 1985). Si veda anche Committee on the Elimination of
Racial Discrimination (CERD), ottava relazione periodica, 1984, Regno Unito.
Si veda anche Commission for Racial Equality, Annual Report 1984, pagg. 22-24
(352) CERD, sesta relazione periodica, 1982, Francia.
(353) CERD, ottava relazione periodica, 1984, Germania federale. A tale riguardo biso-
gna in particolare segnalare l'opera della Bundeszentrale fr Politische Bildung,
Bonn. Tra le numerose pubblicazioni di questo organismo cfr. Die Menschenrechte
eine Herausforderung der Erziehung, Bonn 1981, RACHER, FUNNKE,
JAKOBSEN, Ed. Nationalsozialistische Diktatur 1933-1945, Eine Bilanz, Bonn
1983 (856 pagg.).
(354) CERD, sesta relazione periodica, 1984, Paesi Bassi.
(355) CERD, quarta relazione periodica, 1983, Italia.
(356) CERD, quarta relazione periodica, 1982, Belgio.
(357) Cfr. in particolare CERD, sesta relazione periodica 1983, Danimarca; terza relazio-
ne periodica, 1983, Lussemburgo; settima relazione periodica, 1984, Grecia.
I mezzi d'informazione
(358) cfr. precedente nota 286.
(359) Yves MICHAUD, Violence et Politique, Parigi, Gallimard, 1978, pag. 47.
(360) cfr. precedente nota 286.
La reazione sociale organizzata
(361) Tra le organizzazioni che agiscono a livello europeo e hanno presentato documenta-
zioni alla commissione, si citer il Comit europen pour la Dfense des Rfugis et
143
Immigrs, la cui sede si trova a Basilea. Inolte, le organizzazioni proprie delle
minoranze meriterebbero uno sviluppo particolare. In questo campo, la commissio-
ne ha beneficiato in particolare della consulenza del Board of Deputies of British
Jews.
L'azione culturale
(362) Pascal, Lettre un Provincial, dodicesima lettera
(363) Una buona recensione critica di questa letteratura in Brian BARRY, Sociologists,
Economists and Democracy, Princeton University Press, 1978. L'opera pi classica
rimane quella di Robert A. DAHL, A preface fo Democratie Theory, Yale Universi-
ty Press. I giudizi pi recenti sulla letteratura europea in materia si trovano in:
LECA J. e GRA WITZ M. , Trait de Science politique, Parigi, PUF, 1985, vol. 1 (in
particolare gli articoli di Jean Leca e di Georges Lavau).
Riflessioni generali
(364) Il problema dell'immigrazione illegale un fattore di cui occorre tener conto nella
valutazione globale del fenomeno migratorio. La difficolt di ottenere i dati statisti-
ci sulle entrate illegali (COM(85) 48 def., pag. 14) non consente tuttavia di misura-
re la loro portata sul flusso migratorio. Cfr., su tale punto la decisione della Com-
missione 85/ 381/ CEE dell'8 luglio 1985 (citata alla precedente nota 324) articolo
1, comma 2 e la risoluzione del Parlamento europeo approvata in seguito alla rela-
zione Marinaro (citata alla precedente nota 322) articolo 7.
(365) Cfr. il discorso del sig. P. Sutherland dell' ll aprile 1985 a Dublino di fronte alla
Commissione episcopale irlandese per gli emigranti, PE 98 372/A11. pag. 5 cfr. pre-
cedente nota 244.
(366) Per un primo approccio con la discussione sull'immigrazione in corso oggi negli Sta-
ti Uniti vedasi il Time dell'8 luglio 1985 Special Immigrants issue: The Changing
face of America, e la corrispondenza dei lettori nei numeri seguenti.
144
ALLEGATO 2
ELENCO DEI TEMI DI RIFLESSIONE SOTTOPOSTI AGLI ESPERTI E AGLI INVI-
TATI DELLA COMMISSIONE D'INCHIESTA
A. Il Parlamento europeo ha istituito una commissione speciale d'inchiesta incaricata di
studiare la recrudescenza del fascismo e del razzismo in Europa e di riferirgli sulle
seguenti questioni:
1. l'aumento e l'importanza dei gruppi fascisti, razzisti e affini in Europa, sia all'inter-
no che all'esterno della Comunit;
2. i rapporti e i legami esistenti fra tali gruppi;
3. il rapporto esistente tra le loro attivit e il razzismo in seno agli Stati membri;
4. il rapporto tra espansione del fascismo e del razzismo e deterioramento delle condi-
zioni economiche e sociali: povert, disoccupazione, ecc.;
5. un esame degli strumenti attualmente impiegati dai governi degli Stati membri per
opporsi a tali organizzazioni;
6. i mezzi per combatterle.
Si riporta in appresso un elenco dei temi da sottoporre alla riflessione, tra l'altro, delle
persone invitate alle udienze conoscitive della commissione d'inchiesta. Tale elenco,
pur non essendo completo, serve ad indicare i settori che interessano in modo partico-
lare la commissione.
B. 1. a)Che cosa considera come espressioni di fascismo, di neonazismo e di razzismo?
bJRitiene esistano forme affini d'attivit politica che hanno, a Suo parere, effetti
analoghi e altrettanto pericolosi?
2. Condivide l'opinione di chi ritiene che vi sia attualmente una recrudescenza del fa-
scismo, del neonazismo e/ o del razzismo in Europa?
C. Per quanto concerne i gruppi fascisti, razzisti e affini (punto 1) e le loro organizzazioni
(punto 5), quali sono gli aspetti pi importanti che desidera segnalare alla commissione
d'inchiesta in merito alle forme e alle dimensioni di tali fenomeni in generale, ed in par-
ticolare in relazione a:
a) la diffusione dell'ideologia fascista e dei suoi metodi d'azione
b) le posizioni assunte in base a una distinzione fondata su:
razza
colore
origini o discendenza nazionali, etniche o geografiche e le azioni commesse:
in pubblico
in privato
individualmente
collettivamente
nell'esercizio di una funzione pubblica, anche da autorit nazionali e locali
con l'intenzione o ottenendo l'effetto di provocare o incoraggiare:
la discriminazione razziale
l'odio razziale
la violenza razziale
e) le associazioni i cui obiettivi o le cui attivit incitano, o fomentano, la discriminazio-
ne, l'odio o la violenza razziale
con o senza status o riconoscimento giuridico
perseguite d'ufficio dalle autorit
o in seguito a querela
145
d) i casi che non sono oggetto di sanzioni penali o di azioni guidiziarie, quali:
il rifiuto di fornire merci o servizi a una persona, o la subordinazione di detta
offerta a determinate condizioni in base a considerazioni d'ordine razziale, ideo-
logico, filosofico, religioso o politico,
il rifiuto di assumere, o il licenziamento di una persona per motivi razziali, per la
sua appartenenza ideologica o politica o per le sue convinzioni religiose o filoso-
fiche,
ostacoli frapposti all'esercizio di un'attivit economica da pane di una persona
per motivi razziali, per la sua appartenenza ideologica o politica o per le sue con-
vinzioni religiose o filosofiche,
la memorizzazione e l'elaborazione di dati che indicano l'origine razziale,
l'appartenenza ideologica o politica, le convinzioni religiose o filosofiche
e) le associazioni o i gruppi che militano a favore della riabilitazione delle teorie e delle
pratiche fasciste mediante:
un'ampia diffusione di notizie tali da favorire lo sviluppo di reazioni di tipo elita-
rio o razzista,
l'appoggio a , o la diffusione di dottrine che esaltano l'autorit del Capo, la pre-
minenza dell'ordine sulla legge, la sostituzione del pluralismo con un'unica ideo-
logia redentrice, la superiorit fondata sulla razza, a nazionalit, l'ideologia o su
altri criteri,
l'indebolimento, la paralisi o la denigrazione del funzionamento delle istituzioni
democratiche?
D. Quali prove addurrebbe per avvalorare o smentire l'ipotesi di un collegamento tra
l'espansione del fascismo e del razzismo e
a) il deterioramento delle condizioni economiche e sociali,
b) altri fattori politici o sociali quali l'immigrazione e le persecuzioni politiche o religio-
se,
e) il cattivo funzionamento delle istituzioni democratiche?
Quale importanza annette a ciascuno di tali fattori?
E. Ritiene che gli strumenti attualmente impiegati dai governi, locali o nazionali, dalla
Comunit, dal Consiglio d'Europa o dalle organizzazioni internazionali siano suffi-
cienti a contrastare adeguatamente tali organizzazioni o attivit?
In caso affermativo, quali aspetti di tale meccanismo" le sembrano essere particolar-
mente efficaci?
In caso negativo, quali miglioramenti potrebbero o dovrebbero essere apportati?
F. Quali altri mezzi sono impiegati per contrastare le attivit di tali organizzazioni? Esi-
stono misure alternative cui non si ancora fatto ricorso? In caso affermativo, in che
cosa consistono? Come potrebbero essere attuate? Quali effetti potrebbero produrre?
Quali probabilit hanno di essere adottate dalle autorit competenti?
146
ANNEXE 3
DOCUMENTA TION ET BIBLIOGRAPHIE
A. Tmoignages orales
Mr Bruno ANGELO
Mr Aldo ANIASI
Mr Paolo ADOURNO
Mrs Marie-Jos CHOMBART
de LAUWE
MrJefCLEEMPUT
Mr Peter COLDRICK
Mr Harlem DESIR
Mr Bruno DUCOLI
Mrs Ann DUMMETT
Mrs Philomena ESSED
Foreign Workers and Migration Service, Provincial
Council of Limburg, Belgium
oral submission; minutes of the meeting of 13-14
May 1985, PE 98.246
Vice-President, Chamber of Deputies, Italy
oral submission; minutes of the meeting of 13-14
May 1985, PE 98.246 and transcript
European Trade Confederation, Brussels, Belgium
oral submission; minutes of the meeting of 25-26
April 1985, PE 98.207
National Centre of Scientific Research, Paris, France
oral submission at the hearing of 30-31 January 1985
(see summary in PE 96.081)
written submission, PE 95.472 and transcript PE
99.847
written submission (explanatory notes, pamphlets,
articles)
audio-visual submission (video film shown on 30 Ja-
nuary 1985)
Caritas Catholica, Brussels, Belgium
oral submission; minutes of the meeting of 13-14
May 1985, PE 98.246
joint written submission, PE 99.258
European Trade Union Confederation,
Brussels, Belgium
Oral submission; minutes of the meeting of 25-26
April 1985, PE 98.207
SOS-Racisme, Paris, France
oral submission; minutes of the meeting of 25-26
April 1985, PE 98.207
written submission (newspapers, pamphlets, badges)
Centre Socio-Culturel des Immigrs de Bruxelles, Brus-
sels, Belgium
oral submission; minutes of the meeting of 13-14
May 1985, PE 98.246
Runnymede Trust, London, U.K.
oral submission at the hearing of 25-26 February
1985 (see summary in PE 96.395)
oral submission, transcript
written submission, PE 97.410, and evidence (see
section D below)
Author Everyday Racism, Amsterdam, Netherlands
oral submission at the hearing of 25-26 February
1985 (see summary in PE 96.395), transcript
written submission, PE 97.411
written submission (see section D below)
147
Mrs Brigitte GALANDA
Prof. Raoul GIRARDET
Mr Andr GLUCKSMAN
Prof. Franz GRESS
Mrs Joke KNIESMEYER
Mr Mervyn KOHLER
Prof. Ernest MANDEL
Mr Michael MAY
Mr Gatan de MOFFARTS
Dr Gnter MLLER
Mrs Daniela NAPOLI
Documentation Archives of Austrian Resistance, Vien-
na, Austria
oral submission at the hearing of 30-31 January 1985
(see summary in PE 96.081)
written submission, PE 95.606
written submission (explanatory notes and pamphlets
see section C below)
Institute of Political Studies, Paris, France
oral submission at the hearing of 25-26 February
1985 (see summary in PE 96.395), transcript (unedi-
ted)
Author, Paris, France
oral submission at the hearing of 18-20 March 1985
(see summary in PE 97.086), transcript (unedited)
Frankfurt University, Frankfurt, Germany
oral submission at the hearing of 25-26 February
1985 (see summary in PE 96.395), transcript
written submission (PE 96.696)
Anne Frank Institute, Amsterdam, Netherlands
oral submission at the hearing of 30-31 January 1985
(see summary in PE 96.081), transcript
written submission (repons, pamphlets, books see
section D below)
Help the Aged, London, U.K.
t
oral submission at the hearing of 25-26 February
1985 (see summary in PE 96.395), transcript
Centre for Political Science, Free University of Brussels,
Belgium
oral submission at the hearing of 18-20 March 1985
(see summary in PE 97.086), transcript
written submission, PE 96.670
Institute of Jewish Affairs, London, U.K.
oral submission at the hearing of 18-20 March 1985
(see summary in PE 97.086), transcript
written submission, PE 97.448
written submission (books, pamphlets, articles, pu-
blications, see section D below)
Vlaamse Overleg Comit over Migratie (VOCOM),
Brussels, Belgium
oral submission; minutes of the meeting of 13-14
May 1985, PE 98.246
joint written submission PE 99.258
Bundestag, Bonn, Germany
oral submission at the hearing of 18-20 March 1985
(see summary in PE 97.086), transcript,
Official, Commission of the European Community
oral submission; minutes of the meeting of 22-23 Ja-
nuary 1985, PE 95.235 and minutes of the meeting
of 25-26 April 1985, PE 98.207
148
Prof. Andr MAYER
Mr BUI NICOLL
Mr George William O'BRIEN
Prof. Bhikhu PAREKH
Mr Olivier PASSELECQ
Mrs George PAU-LANGEVIN
Prof. Marco REVELLI
Mr Jean-Franois REVEL
Mr Ivor RICHARD
Prof. Stephen ROSE
Mrs Marie-Claire ROSIERS
Free University of Brussels, representing the Movement
Against Racism, Antisemitism and Xenophobia
(MRAX), Brussels, Belgium
oral submission; minutes of the meeting of 13-14
May 1985, PL 98.246 and transcript
joint written submission PE 99.258
Director-General, Secretariat, Council of Ministers of
the European Community
oral submission; minutes of the meeting of 25-26
April 1985, PE 98.207
Official, Commission of the European Community
oral submission; minutes of the meeting of 22-23 Ja-
nuary 1985, PE 95.235
University of Hull, Kingston-upon-Hull, U.K.
oral submission at the hearing of 30-31 January 1985
(see summary in PE 96.081)
written submission PE 95.607
Institute of Political Studies, Paris, France
oral submission at the hearing of 25-26 February
1985 (see summary in PE 96.395)
transcript, PE 96.399
Movement against Racism (MRAP), Paris, France
oral submission at the hearing of 25-26 February
1985 (see summary in PE 96.395), transcript PE
99.436
Turin University, Turin, Italy
oral submission at the hearing of 18-20 March 1985
(see summary in PE 97.086),
written submission, PE 97.445, transcript
written submission (books, articles, pamphlets see
section D)
Journalist, Paris, France
oral submission at the hearing of 30-31 January 1985
(see summary in PE 96.081), transcript
Commissioner, Commission of the European Communi-
ties
oral submission; minutes of the meeting of 17-18 De-
cember 1984, PE 94.618 and transcript
Department of Biology, Open University, Milton Key-
nes, U.K.
oral submission at the hearing of 18-20 March 1985
(see summary in PE 97.086) transcript
written submission, PE 97.447
written submission (articles, pamphlets see section
D below)
Foreign Workers and Migration Service,
Provincial Council of Limburg, Belgium
oral submission; minutes of the meeting of 13-14
May 1985, PE 98.246
written submission (pamphlets, articles see section
D below)
149
Mr Yannick SAMSUN SOS-Racisme Belgium
oral submission; minutes of the meeting of 25-26
April 1985, PE 98.207
written submission (newspapers, pamphlets, badges)
Commission on Anti- Semitism, World Jewish Congress-
Europe, London, U.K.
oral submission at the hearing of 18-20 March 1985
(see summary in PE 97.086), transcript
written submission, PE 97.446
Minister of the Interior, Rome, Italy
oral submission at the hearing of 18-20 March 1985
(see summary in PE 97.086), transcript
written submission
University of Cologne, Germany
oral submission at the hearing of 30/ 31 January
1985 (see summary in PE 96.081), transcript PE
100.068
Institute of Contemporary Soviet Research, Munich,
Germany
oral submission at the hearing of 18-20 March 1985
(see summary in PE 97.086), transcript,
written submission
Jewish Documentation Centre, Vienna, Austria
oral submission at the hearing of 25-26 February
1985 (see summary in PE 96.395), transcript
written submission (pamphlets, documents)
Ligue des Familles, Brussels, Belgium
oral submission; minutes of the meeting of 13-14
May 1985, PE 98.246
written submission.
B. Written evidence to the Committee of inquriy
By Individual
BILLIG, Mr Michael. Department of Social Sciences, Loughborough University, U.K.
BONHAM-CARTER, Mr Mark, Previous Former Chairman of Race Relations Board,
London, U.K.
de CARA, Dr. Yves, Lyon, France
COLLOTTI, Mr Enzo, Milan, Italy
DILIGENT, Mr Andr, Mairie de Roubaix, France
GRAF von KIELMANSEGG, Prof. Dr. Peter, Cologne University, Germany
HENNIG, Prof. Dr. Eike, Gesamthochschule Kassel, Kassel-Oberzwehren, Germany
HORCHEM, Mr Hans-Josef, Hamburg, Germany
KOBBEN, Mr. A.J.F., Prof. Cultural Anthropology, Het Centrum voor onderzoek van
maatschappelijke tegenstellingen, Leiden, Netherlands
KHNL, Prof. Dr. Reinhard, University of Marburg, Germany
LAYTON-HENRY, Dr Zig, Centre for Research in Ethnic Relations, U.K.
LUMMER, Mr Heinrich, Der Senator fr Inneres, Berlin, Germany
MOSONYI, Pierre, London, U.K.
QUAZZA, Mr Guido, Turin, Italy
SCHWALBA-Horn,
SEIDEL, Dr. Gill, University of Bradford
STAUFFENBERG, Count, Member of the European Parliament
Mr Martin SVITT
Mr Oscar Luigi SCALFARO
Prof. Erwin K. SCHEUCH
Prof. Michail VOSLENSKY
Mr Simon WIESENTHAL
Mr Jacques ZWICK
150
STEINHAUS, Don. Federico, Merano, Italy
STRAUSS, Prof. Dr. Herbert, Technische Universitt Berlin, Germany
VAN MIERT, Karel, Brussels, Belgium
WEBER, Eduard
WILKINSON, Prof. Paul, Professor of International Relations, Aberdeen University,
Scotland, U.K.
By Organisation
AMERICAN JEWISH COMMITTEE, New York, U.S.A.
AMNESTY INTERNATIONAL, London, U.K.
ANTI DISKRIMINATIE OVERLEG, Utrecht, Netherlands
ARBEITERWOHLFAHRT BUNDESVERBAND, Bonn, Germany
ARCHIVIO MICHELETTI, Lombardia, Italy
ASSOCIATION DE SOUTIEN DES TRAVAILLEURS IMMIGRANTS (ASTI),
Luxembourg
BRITISH COUNCIL OF CHURCHES, London, U.K.
CATHOLIC ACADEMY OF SCHWERTE (Rhineland North, Westphalia), Germany
CENTRE FOR ANTI-SEMITIC RESEARCH, Berlin, Germany
CHURCHES COMMITTEE ON MIGRANT WORKERS IN EUROPE, Brussels, Bel-
gium
COMITE EUROPEEN POUR LA DEFENSE DES REFUGIES ET IMMIGRES
(CEDRI), Basel, Switzerland
COMMISSION FOR RACIAL EQUALITY (CRE), London, U.K.
EUROPEAN NETWORK OF WOMEN, Brussels, Belgium
EUROPEAN TRADE UNION CONFEDERATION (ETUC), Brussels, Belgium
FEDERATION INTERNATIONALE DE LA RESISTANCE/INTERNATIONALE
FDERATION DER WIDERSTANDSKMPFER, Vienna, Austria
INTERNATIONALE DE LA RESISTANCE, Paris, France
ISTITUTO NAZIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE
IN ITALIA, Milan, Italy
JOINT COUNCIL FOR THE WELFARE OF IMMIGRANTS, London, U.K.
LANDELIJKE FEDERATIE VAN WELZIJNSSTICHTINGEN SURINAMERS,
Utrecht, Netherlands
MOVEMENT AGAINST RACISM, ANTISEMITISM AND XENOPHOBIA (MRAX),
Brussels, Belgium
MOUVEMENT CONTRE LE RACISME ET L'ANTISEMITISME ET POUR LA PAIX
(MRAP), Paris, France
NEDERLANDS CENTRUM BUITENLANDERS, Utrecht, Netherlands
SEARCHLIGHT, London, U.K.
WORKING GROUP ON INTERNATIONAL AFFAIRS OF THE BREED PLAT-
FORM, Utrecht, Netherlands
C. Material received from national Parliaments and the European Parliament
BELGIQUE
Publications au Moniteur belge
Loi interdisant les milices prives et compltant la loi du 3 janvier 1933 relative la
fabrication, au commerce et au port des armes et au commerce des munitions
Moniteur belge des 6 et 7 aot 29 juillet 1934
Circulaire concernant le Code de la nationalit belge
Moniteur belge du 14 aot 1984 6 aot 1984
Chambre des Reprsentants
Session 1972-1973
Projet de loi interdisant les milices prives et les groupes qui tendent par leurs agisse-
ments troubler l'ordre ou la scurit publique 3 novembre 1972
151
Session 1974-1975
Proposition de loi modifiant la loi du 29 juillet 1984 interdisant les milices prives, et
portant dissolution de ces milices 27 fvrier 1975
Session 1980-1981
Proposition de loi tendant rprimer certains actes inspirs par le racisme ou la xno-
phobie 22ianvierl981
Snat
Session 1979-1980
Proposition d'institution d'une commission d'enqute charge d'tuder les problmes
relatifs au maintien de l'ordre en gnral, et plus spcialement au respect et l'applica-
tion de la loi de 29 juillet 1934 interdisant les milices prives et compltant la loi du 3
janvier 1933, relative la fabrication, au commerce et au port des armes et au commer-
ce des munitions 14 novembre 1980
Discussion et vote 19marsl980
Session de 1980-1981
Enqute parlementaire relative aux problmes poss par le maintien de l'ordre et les
milices prives 24 juin 1981
DEUTSCHLAND
Bundestag: 10. Wahlperiode 1984
Gesetzentwurf eines Einundzwanzigsten Strafrechtsnderungsgesetzes
(21. Str.ndG), 18. 1. 1984, 10/ 891,
11. 4. 1985, 10/ 1286
Plenarprotokoll 10/ 67, 67. Sitzung Donnerstag, den 12. April 1984
Plenarprotokoll 76. Sitzung, Mittwoch, 27. Juni 1984: Fragestunde MdlAnfr 33,
22. 6. 84 Drs. 10/1656, MdlAnfr 34, 35, 22. 6. 1984, Drs. 10/1656
Kleine Anfrage des Abgeordneten Krizsan und der Fraktion DIE GRNEN Wehr-
sportsgruppe des Uwe Jrgens aus Bergen/Kreis Celle" Drs. 10/ 1825, 2. 8. 84
Schriftliche Fragen und Antworten Drs. 10/ 1931, 31. 8. 84 Frage Nummer 11, 12
Schriftliche Fragen und Antworten Drs. 10/ 2052, 28. 9. 84 Frage Nummer 14
10. Wahlperiode 1983
Plenarprotokoll 10/ 7, Mittwoch, den 18. Mai 1983, 7. Sitzung, Fragestunde,
MdlAnfr. 25, 13. 5. 83, Drs. 10/ 55
Schriftliche Fragen und Antworten Drs. 10/ 101, 27. 5. 83 Frage Nummer 7, 8, 9,
10
Plenarprotokoll 10/ 13, Mittwoch, den 15. Juni 1983, 13. Sitzung, Fragestunde,
MdLAnfr 19, 20, 21, 10. 6. 83, Drs. 10/137
Schriftliche Fragen und Antworten Drs. 10/ 255, 15. 7. 83 Frage Nummer 20, 21,
22, 23
Kleine Anfrage des Abgeordneten Reents und der Fraktion DIE GRNEN Politische
Protektion von Waffen- und Drogenhandel"
Plenarprotokoll 10/ 31, Donnerstag, den 27. Oktober 1983, 31. Sitzung, MdlAnfr
119, 120, 21. 10. 1983, Drs. 10/507
Kleine Anfrage des Abgeordneten Reents und der Fraktion DIE GRNEN Verbot der
Akrionsfront Nationaler Sozialisten (ANS)" Drs. 10/994
152
Plenarprotokoll 10/66, Mittwoch, den 11. 4. 1984, Fragestunde, MdlAnfr 29, 30,
6.4. 1984, Drs. 10/1253
FRANCE
Snat Questions Snat et rponses des ministres
Question orale sans dbat de M. RenMARTIN 15.11.1984
Question orale sans dbat de M. Franois AUTAIN 15.11.1984
Question orale sans dbat de M. Charles LEDERMAN 19.10.1984
Question orale sans dbat de M. Charles LEDERMAN 16.12.1983
Question crite de M. Pierre Christian TAITTINGER 8.1.1982
Question crite de M. GilbertBELIN 12.2.1981
Question crite de M. GilbertBELIN 8.1.1981
Questions orales avec dbat jointes de
Mme Ccile GOLDET, M. Marcel DEBARGE,
M. Charles PASQUA, Mme Hlne LUC,
M. Francis PALMERO, M. Charles LEDERMAN 14.10.1980
Question orale avec dbat de Mme Irma RAPUZZI 24.4.1979
Question crite de M. Fernand LEFORT 3.1.1979
Dclaration du gouvernement 9.10.1980
Snat
Session 1980-1981
RAPPORT fait au nom de la commission des Lois constitutionnelles, de nr 370
Legislation, du Suffrage universel, du Rglement et d'Administration gn-
rale, sur le projet loi modifiant la loi du 1 juillet 1901 relative au contrat
d'association en ce qui concerne les associations diriges en droit ou en fait
par des trangers
Session 1980-1981
RAPPORT fait au nom de la commission des Lois constitutionnelles, de nr 382
Lgislation, du Suffrage universel, du Rglement et d'Administration gn-
rale, sur le projet de loi relatif aux conditions d'entre et de sjour des tran-
gers en France
Session 1981-1982
RAPPORT fait au nom de la commission des Lois constitutionnelles, de nr 317
Lgislation, du Suffrage universel, du Rglement et d'Administration gn-
rale, sur la proposition de rsolution de MM. PASQUA, CHAUVIN,
BOURBOING et CANTEGRIT, tendant crer une commission de contr-
le des services chargs, au ministre de l'Intrieur et de la Dcentralisation,
d'une mission de scurit publique
Session 1982-1983
RAPPORT fait au nome de la commission de contrle des services de l'Etat nr 85
chargs du maintien de la scurit publique, crer en vertu de la rsolution
adopte par le Snat le 6 mai 1982
Session 1983-1984
RAPPORT fait au nom de la commission de contrle des conditions de nr 322
fonctionnement, d'intervention et de coordination des services de police et
de scurit engags dans la lutte contre le terrorisme, cre en vertu de la
rsolution adopte par le Snat le 18 novembre 1983
Session 1980-1981
PROJET DE LOI modifiant la loi du 1 juillet 1901 relative au contrat nr 365
d'association en ce qui concerne les associations diriges en droit ou en fait
par des trangers
153
Session 1980-1981
PROJET DE LOI relatif aux conditions d'entre et de sjour des trangers nr 366
en France
Session 1980-1981
PROPOSITION DE RESOLUTION tendant instituer une commission nr 23
parlementaire d'enqute sur les activits des groupes d'extrme droite et
leurs incidences sur la vie nationale
Session 1980-1981
PROPOSITION DE RESOLUTION tendant la cration d'une commis- nr 28
sion d'enqute sur l'utilisation des forces de police et les complicits dont
bnficient les mouvements se rclamant du nazisme l'intrieur des services
Assemble Nationale
Session 1980-1981
PROPOSITION DE LOI tendant interdire l'apologie du nazisme nr 201
Snat de la Republique franaise
RAPPORT du Snat sur le Terrorisme (Imprimerie du Snat, Paris), printemps 1984
ITALIA
Camera dei Deputati
Documentazione sull'art. 18 Cost, sulle associazioni segrete Settembre 1981
Dipartimento istituzioni
NEDERLAND
Moties voorgesteld in de uitgebreide commissievergadering
Motie van de leden KRAJENBRINK en BUIEKMA nr 20 26. 1. 1983
Motie van het lid WESSEL-TUINSTRA nr 42 1. 2. 1984
Motie van het lid VAN ES nr 58 27. 2. 1984
Motie van het lid VAN ES nr 64 5. 3. 1984
Vragen gesteld door de leden van de Kamer en antwoorden gegeven door de Regering over
fascisme en racisme
Vragen van de leden VAN THIJN en JABAAIJ nr539 15. 12. 1980
Vragen van het lid SCHOLTEN nr844 12. 3. 1981
Vragen van het lid LAUXTERMANN nr 906 24. 3. 1981
Vragen van het lid M. BAKKER nr 1,092 31. 4. 1981
Vragen van het lid VAN DER SPEK nr 673 1. 5. 1981
Vragen van het lid JABAAIJ nr770 10. 11. 1981
Vragen van het lid KRAJENBRINK nr 1,354 18. 1. 1982
Vragen van het lid SCHREUDERS nr336 7. 5. 1982
Vragen van de leden WORRELL, KONINGS en NIESSEN nrl , 176 25. 11. 1982
Vragen van de leden VOORHOEVE en WIEBENGA nr 1,177 28. 6. 1983
Vraag van de leden VAN ES en VAN DER SPEK nr 1,178 28. 6. 1983
Vragen van de leden SCHREUDERS en BROUWER nr 292 29. 6. 1983
154
Vragen van de leden DE VISSER en STOFFELEN nr678 6. 9. 1983
Vragen van het lid UBELS-VEEN 23. 3. 1984
Vragen van het lid GUALTHERIE VAN WEEZEL nr 147 19. 11. 1984
UNITED KINGDOM
House of Commons Home Affairs Committee
Fifth Report, Session 1980-81, Racial Disadvantage (London: HMSO) 1981 HC
424-1
First Report, Session 1981-82, Commission for Racial Equality (London: HMSO)
1981 HC 46-1
Second Report, Session 1981-82, Racial Attacks (London: HMSO) 1982 HC 106
Fifth Report, Session 1981-82, Immigration from the Indian Subcontinent (London:
HMSO) 1982 HC 90-1
Second Report, Session 1982-83, Ethnic and Racial Questions to the Census (London:
HMSO) 1983 HC 33-1
Race Relations and Immigration Subcommittee
Session 1984-85: Refugees, Minutes of Evidence, 29 November 1984, 3 December
1984, 10 December 1984
EUROPEAN PARLIAMENT
Resolution adopted on 14. 3. 80 OJ No. C085, p. 93
on the urgent signing and ratification of the U. N. Convention prohibiting any form of
discrimination against women
Resolution adopted on 17. 10. 80 OJ No. C291, p. 91
on the terrorist attacks in Europe
Resolution adopted on 11. 2. 81 OJ No. C050, p. 35
on the position of women in the European Community
Resolution adopted on 13. 3. 81 OJ No. C077, p. 78
on the UK Government's proposals for immigration controls
Resolution adopted on 9. 7. 81 OJ No. C234, p. 75
on the prevention terrorism
Resolution adopted on 13. 5. 82 OJ No. C149, p. 70
on the establishment of a Centre for Friendship amongst the Peoples and the Promotion
of Studies on the Resistance against Nazism at Anogia, Crete
Resolution adopted on 9. 7. 82 OJ No. C238, p. 83
on the European judical area (extradition)
Resolution adopted on 15. 9. 82 OJ No. C267 p. 44
on combating terrorism
Resolution adopted on 13. 1. 83 OJ No. C042, p. 49
on destabilizing activities of Eastern countries' secret services on the territory of the
Community and the Western World
Resolution adopted on 11. 2. 83 OJ No. C068, p. 120
on discrimination between single mothers and married women as regards filiation in
certain Member States
155
Resolution adopted on 17. 2. 84 OJ No. C077, p. 74
on the International Day for the Elimination of Racial Discrimination (21 March
1984)
Resolution adopted on 13. 3. 84 OJ No. C104, p. 46
on sexual discrimination at the workplace
Resolution adopted on 24. 5. 84 OJ No. C172, p. 153
on the situation of gypsies in the Community
Resolution adopted on 24. 5. 84 OJ No. C172, p. 174
on the market of violent and horrific video cassettes
Resolution adopted on 25. 10. 84 OJ No. C315, p. 47
on the resurgence of terrorism and the need for stronger action at European level
Resolution adopted on 17. 1. 85 OJ No. C046, p. 48
on terrorism
Proposition de rsolution Doc. nr 1-0737/81
sur les mesures immdiates prendre suite l'attentat raciste d'Anvers et la multiplica-
tion des attentats terroristes
Proposition de rsolution Doc. nr 1-0743/81
sur la multiplication des artes terroristes d'extrme-droite dans la Communaut
Proposition de rsolution Doc. nr 1-0808/82
sur les ptitions adresses au Parlement
Proposition de rsolution Doc. nr 1-1193/83
sur les tudiants grvistes de la faim contre les projets du ministre belge de la justice en
matire d'immigration
Proposition de rsolution Doc. nr 1-1297/83
sur la monte du racisme et de la xnophobie en Europe
Proposition de rsolution Doc. nr 1-1573/83
sur le racisme l'gard des travailleurs migrants
Proposition de rsolution Doc. nr 1-1574/83
sur le racisme l'gard des travailleurs migrants
Proposition de rsolution Doc. nr 2-0586/84
sur l'urgente ncessit d'octroyer la ville de Liverpool, au Royaume-Uni, le statut de zone
faisant l'objet d'une action intgre
Proposition de rsolution Doc. nr 2-1293-84
sur les arrestations recentes en Afrique du Sud
Proposition de rsolution Doc. nr 2-1336/84
sur les manifestations nazies dans les pays de la Communaut
Proposition de rsolution Doc. nr 2-1460/84
sur les activits du groupe no-nazi espagol Edelweiss
Proposition de rsolution Doc. nr 2-1715/84
sur une aide aux groupes minoritaires ethniques (y compris les travailleurs migrants)
Proposition de rsolution Doc. nr B2-237/85
sur la discrimination
156
Proposition de rsolution Doc. nr B2-359/85
sur le stria respect des droits de l'homme au sein de la Communaut et de ses institutions
D. List of works consulted
ALGAZY J., La tention no-fasciste en France (Paris, Fayard) 1984
ALMOND, G.A. and VERBA, S. The Civic Culture: Political Activities and Domocracy
m Five Nations (Princeton, USA, Princeton UP) 1963
AMERICAN JEWISH COMMITTEE Antisemitic incidents in the Community . . .
Coping with Eruptions . . . Preventing Future Outbreaks (New York, AJC) 1982
AMNESTY INTERNATIONAL 1984 Report London, 1985
ANKUR Brent Asian Youth Service Release, London 15 February 1985
APTER, D. Thinking'about Violence
ARANA Y GOIRI (DE) S. Obras completas (Buenos Aires, Sabindiar Batza) 1965
ARONSFELD, C.C. Fifty Years After Hider: Thoughts of a German Rebellion, Pat-
terns of Prejudice Vol. 17, No. 2 1983
BAGLEY, C. Accounting for Prejudice and Predicting Discrimination Patterns of Preju-
dice Vol. 15, No. 3 1982
BANTON, M. White and Coloured: the Behaviour of the British People toward Coloured
Immigrants (London: Jonathan Cape) 1959
BARNES, LR. Intellectual Processes on the French Far Right Patterns of Prejudice Vol.
16, No. 1 1982
BARRY, M. Le Royaume de l'insolence Paris, Flammarion 1984
BENEWICK, R. The Fascist Movement in Britain, London, Allen Lane 1972
BENJAMIN, M. & DETHY, J. M. L'Ordre Noir, les No-Nazis et l'Extrme Droite en
Belgique (Paris-Bruxelles, Pierre de Meyer) 1977
BERTRAND, R. Lettre M. Ford, Prsident de la commission d'enqute, du 20 fvrier
1985 (fr. seulement)
BILLIG, M. Fascists: A Social Psychological View of the National Front London, Acade-
mic Press, 1978
L'Internationale Raciste, Paris, Daspero, 1981
Letter to Mr Ford, Chairman of the Committee of Inquiry, of 30 May 1985 and extensi-
ve submission and annexes
BLOODY SUNDAY COMMITTEE Written submission to Alf Lomas, MEP
BORNE, E. La Culture, l'Etat, la Socit France-Forum avril-juin 1985 pp 40-46
BRACHER, K. D. Zeit der Ideologien (Stuttgart, Deutsche Verlags Anstalt GmbH) 1982
BRITISH COUNCIL OF CHURCHES 'Evidence to the European Parliament Inquiry into
Racist Organisations' London Division of Community Affairs: Community and Race
Relations Unit CRRU/ 85/ 29
BROWN, C. Black and White Britain: The Third PSI (Policy Study Institute, Surrey)
(London, Heinemann) 1984
BRUGEL, J.W. 'The Bernheim Petition: A Challenge to Nazi Germany in 1933' , Patterns
of Prejudice Vol. 17, No. 2 1983
157
BUNDESMINISTER DES INNERN, BRD Verfassungsschutzbericht 1983 Bonn, Juni
1984
Neonazistische Militanz and Rechtsextremismus unter Jugendlichen Stuttgart, Kohl
hammer 1982
Sicherheit in der Demokratie. Die Gefhrdung des Rechtsstaates durch Extremismus
Kln 1982
Gewalt von rechts. Beirr, aus Wissenschaft in Publizistik Hrsg: Referat: ffendich
keitsarbeit gegen Tenorismus im Bundesministerium des Innern Bonn 1982
BURRIN, P. La France dans le champ magntique des fascismes Le Dbat No. 82
novembre 1984 pp 5272
de CARA, Yves Rponses aux questions prsentes par la Commission d'enqute mars/
avril 1985
CARR, R. Spain 18081959 Oxford V. P. , 1966
CARR, R. and FUSI AIZPURA, J.P. Spain: Dictatorship to Democracy (London, Allen
and Unwin) 1981
CDS Les immigrs en France, Journe d'tudes du CDS, samedi 17 novembre 1979
CENTRE FOR CONTEMPORARY STUDIES, LONDON This includes:
DR. I. BARNES, 'Revisionism and the Right', Contemporary Affairs Briefing.
W. BOYES, 'The Financing of Tenor, Terrorism and Organised Crime', Contempora
ry Affairs Briefing No. 7, Vol. 2, April 1983
W. BOYES, 'The International Arms Trade and the Tenorist' , Contemporary Affairs
Briefing, No. 7, Vol. 1, June 1981
Bruce HOFFMANN, 'Right wing terrorism in Europe', Contemporary Affairs Briefing,
No. 5, Vol. 2, November 1982
CCCS, 'Football as a focus for disorder', 1981
Father Eamon CLARKE and Rev. Robert ELLIS, 'AntiSemitism and the Church: Two
Christian Views'. Contemporary Affairs Briefing, No. 2, Vol. 2, March 1982
CLOUGH, The NeoNazi Network, Contemporary Affairs Briefing, No. 3, Vol.
2, May 1982
Contemporary Affairs Briefing, No 3, Vol. 1, January 1981
Contemporary Affairs Briefing, "Nazis in the Playground', No. 6, Vol. 1, May 1981
Contemporary Affairs Briefing, Rock and the Right, No. 8, Vol. 1, August 1981
C. HOLMES, The Vitality of AntiSemitism, The British Experience Since 1945,
Contemporary Affairs Briefing, No. 4, Vol. 1, February 1981
CHALIAND, Grard, Terrorisme et gurillas: Techniques actuelles de la violence (Flam
marion: France) 1985
CHEETAMALHILAL COMMUNITY PROJECT. Written submission for Socialist
Group hearing held in Manchester, 30 March 1985. Annual Report, 198384
CHEVENEMENT, J.P. Discours du Ministre de l'Education nationale, 29 novembre
1984
CHIARINI, Roberto, CORSINI, Paolo Da Sal a Piazza della Loggia: Blocco d'ordine,
neofascismo, radicalismo di destra a Brescia (19451974) (Milano: Franco Angeli Edi
tore) 1983
CHINESE LIAISON UNIT D. WONG. Written submission for Socialist Group hea
ring held in Manchester, 30 March 1985 with recommendations to the Inquiry and
Socialist Group
CHURCHES' COMMITTEE ON MIGRANT WORKERS IN EUROPE, BRUSSELS.
Migration Newssheet No. 4/198528 4 June 1985
CLAPTON PARK ACTION GROUP. Written submission to the Socialist Group. This
includes background details of the Group's aims and cases of harassment on black
youths in the area
158
CLEMENZ, M. Gesellschaftliche Ursprnge des Faschismus
COCHRANE, R. and BILLIG, M. I'm not National Front Myself But. . . New Socie-
ty, 17 May 1984
COCHRANE, R. and BILLIG, M. 'Extremism of the Centre: the SDP's young followers'
New Society, 20 May 1982
COLLUTTI, Enzo letter of 13. 6. 1985 to Glyn FORD, Chairman of the Committee of
Inquiry (Italian only)
'Combatting racism in the Classroom' the World's Teachers Cooperation, Patterns of
Prejudice Vol. 18, No. 2 1984
COMMISSION FOR RACIAL EQUALITY:
Immigration Control Procedures: Report of a Formal Investigation (London: 1985)
Publications Catalogue Autumn 1984
Racial Harrassment on local authority housing estates: A report by the London Race
and Housing Forum, March 1981
COMITE EUROPEEN POUR LA DEFENSE DES REFUGIES ET IMMIGRES (CE-
DRI)
Deuxime Congrs Limons, 15-21 avril 1985 rapport gnral
On the Situation of refugees and immigrants in Europe 11 April 1983
COMMUNAUT ISRAELITE DE STRASBOURG see Jean KAHN
COMMUNITY ALLIANCE FOR POLICE ACCOUNTABILITY. Written submission to
the Socialist Group Conference on 29 March 1985 in London. This includes the CAPA
Annual Report, 1984
COMMUNITY ROOTS TRUST, LONDON. Notes and Roots News
CORNUAULT, F. La France des Sectes (Paris, Tchou) 1978
CREWE, Ivor and FOX Anthony British Parliamentary Constituencies: A Statistical
Compendium (London: Faber & Faber) 1984
CRISPA La France au Pluriel? (Paris, L'Aarmattan) 1984
DANDEKER, C. and TROYNA, B. 'Facism: Slogan or Concept' Patterns of Prejudice
Vol. 17, No 4 1983
DAVEY, A.G. 'Prejudice and Group Conflict' Patterns of Prejudice Vol. 15, No. 1 1981
DE FELICE, Renzo Antologia sul Fascismo: il giudizio storico (Roma-Bari: Laterza) 1977
DEGENHARDT, H. W. (compiler) and DAY, A.J. (ed) Political Dissent: An Internatio-
nal Guide to Dissident, Extra-Parliamentary, Guerilla and Illegal Political Movements
(London: Longman) 1983
DINGEL, Frank, SANDER, Andreas, STSS, Richard Zu den Ursachen profaschistis-
chen Protestverhaltens unter Jugendlichen. In: Materialien zur Politischen Bildung.
Leverkusen. 1982. 4. S. 49-56
DOMENACH, J.M. Critique des Valeurs et Faillite du Sens France-Forum, janvier-
mars 1985, p. 16-28
DORN, E. Rules and Racial Equality (New-Haven, Yale U.P.) 1979
DUDEK, Peter und JASCHKE, Hans-Gerd Entstehung und Entwicklung des Rechtsextre-
mismus in der Bundesrepublik (Opladen: Westdeutscher Verlag GmbH) 1984 2 Bnde
DUDEK, Peter und JASCHKE, Hans-Gerd Jugendrechtsaussen. Analysen, Essays, Kritik.
(Bensheim: pd. extra Buchverlag 1982.) 165 S
ESSED, Philomena Alledaags Racisme (Feministische Uitgeverij Sara) 1984
159
EUROPEAN NETWORK OF WOMEN
Motion on Social Security adopted at Paris Conference 910 February 1985 Texte du
Collectif Feministe contre le Racisme pour la Rencontre Europenne de Femmes du 9
Fvrier 1985
Dutch Member submission: Vrouwenhandel onderzoek naar aard, globale omvang en
de kanalen waarlangs vrouwenhandel naar Nederland plantsvindt
(Ministerie van Sociale Zaken en Werkgelegenheid: April 1985)
Network News bimonthly
EUROPEAN TRADE UNION CONFEDERATION
Resolution on Xenophobia and Racism (French, German only) adopted by Executive
Committee on 1415 April 1983
Resolution on Migrant Workers and the Members of their families (English, French,
German) adopted by the Executive Committee on 30. 1. 1985
EVOLA, Julius Le razze e il mito delle origini di Roma (Sentinella d'Italia) settembre
1977
Psicologia criminale ebraica (Sentinella d'Italia) 1974
FASCISMO OGGI Nuova destra e cultura reazionaria negli anni ottanta. Atti del Conve
gno Cuneo 1921 novembre 1982. Notiziario dell'Istituto storico della Resistenza in
Cuneo e provincia, numero 23, giugno 1983
FEDERATION INTERNATIONALE DES RESISTANTS (FIR)
49 ans aprs: Neonazisme, fascisme, extrmisme de droite, Resistance Unie
1/ 2/ 85
Dokumente, Fakten und Hinweise zur Entwicklung des Faschismus und Neonazis
mus in der BRD und anderen Lndern. Ergnzung 1978 Wien Ergnzung 1977 Wien
Kurzinformation ber das verstrkte Auftreten neonazistischer Aktivitten im Schul
wesen in der BRD sowie in Westberlin Mai 1979
Internationales Symposium zu Fragen des Faschismus, Frankfurt am Main 2930 Okto
ber 1980
Jugend zwischen Rechtsextremismus und Demokratie:
neonazistische Umtriebe an Schulen und Lehreinrichtungen in der BRD und West
Berlin
Beispiele demokratischer Erziehung in den verschiedenen Lndern Juli 1980
FEDERATION PROTESTANTE DE FRANCE: Groupe racisme et le groupe oecum
nique sur l'immigration
Racismes I: rapport sur le racisme et l'antismitisme en France 197481 (Paris: 1982)
Racismes II: Le racisme au quotidien (Paris: 1983)
Racismes III: Racisme et paganisme de la nouvelle droite (Paris: 1985)
FEIST, Ursula, FRHLICH, Dieter, KRIEGER, Hubert Die Politischen Einstellungen
von Arbeitslosen" Das Parlament 45/ 84 10. November 1984
FRIEDRICH, C.J. and BRZEZINSKI, Z. 'Totalitarian Dictatorship and Autocracy', in
ECKSTEIN, H. and APTER., D. , Comparative Politics (New York, The Free Press)
1973, p. 464474
FORD, Glyn, Press statement, Strasbourg, 12 June 1985
ANNE FRANK INSTITUTE
AntiRacisme Informatie Centrum (ARIC)
In deze buurt GEEN racisme: Buurtactiviteiten (1984)
In deze buurt GEEN racisme: Cursussen (1984)
Vooroordelen veroordeeld: Feiten tegen vooroordelen over buitenlanders (1984)
Oud en nieuw fascisme (Amsterdam 1981)
The Extreme Right in Europe and the United States (Amsterdam: 1985)
Anne Frank Bijlage Vrijheid
160
Anne Frank Krant: Vervolgd en Bezet
Zwart/Wit '84: racisme en anti-racisme in Nederland
FRENCH, Derek Written submission to Glyn FORD and the Socialist Group London
Conference on 29 March 1985
FRIEDLANDER, Robert A. Terrorism: documents of international and local control
(New York: Oceana Publications Inc.) 1979
GARAUD, X. and COURBET, A. 'The Book Trade on the French Far Right" Patterns of
Prejudice, Vol. 16, No. 3 1982
GARON, F. De Blum Ptain (Paris, Cerf) 1985
GELBER, M.H. 'Thomas Mann and Antisemitism', Patterns of Prejudice, Vol. 17, No. 4
1983
GELLNER, E. Legitimation of Belief, (Cambridge Cambridge V.P.) 1974
GIRARDET, R. (ed) Le Nationalisme Franais 1871-1924 (Paris, Colin) 1966
GLUCKSMANN, Andr La btise (Paris: Bernard Grasset) 1985
GOULD, S.J. The Mismeasure of Man (New York, Morton) 1981
GREATER LONDON COUNCIL What Can I Do to Challenge Racism? (Ethnic Minori-
thies Unit: London) 1984
GRIOTTERAY, Alain Les Immigrs: le choc (Paris: Pion) 1984
HARTLEY, T. C. 'EEC Immigration Law': Vol. 7 of European Studies in Law (ed. A G
CHLOROS) (Amsterdam: North Holland Publishing Co.) 1978
HENNIG, Eike Written submission he/sch 804 4384 of 25 March 1985 (German only)
HENNIG, Eike Konservatismus und Rechtsextremismus in der Bundesrepublik: Fragen
der Berhrung und Abgrenzung. In: Konservatismus eine Gefahr fr den Frieden?
(Mnchen, Zrich) 1983. S. 299-317
HENNIG, Eike Neonazistische Militanz und Tenorismus: Thesen und Anmerkungen. In:
PFA. Schriftenreihe der Polizei-Fhrungsakademie Mnster. 1983. 1. S. 69-83
HENNIG, Eike, Werte habe ich nur als Kmpfer". Rechtsextremistische Militanz und
neonazistischer Tenor. In: Friedensanalysen. Frankfurt/M. 1983. 17. S. 89-122
HOME OFFICE STUDY GROUP Racial Attacks, November 1981
HORCHEM, Hans Josef Letter of 11 June 1985 to Glyn FORD, Chairman of the Com-
mittee of Inquiry
HIRSCHMAN, A.O. Shifting Involvements (Princeton, Princeton U.P.) 1982
IMMIGRATION WIDOWS CAMPAIGN Trial by separation: Women divided from
their husbands by the Immigration Rules (London: 1984)
INFORMATION ON IRELAND Nothing but the Same Old Story: the Roots of Anti-
Irish Racism (London: Information on Ireland) 1984
INFO-TURK Monthly Bulletin (Brussels) No. 104 'Tracing the Grey Wolves in Europe'
INGLEHART, R. et RABIER, J. R. La Confiance entre les Peuples: Dterminants et
Consquences, Revue Franaise de Science Politique, fvrier 1984, p. 5-47
INGLES, J.D. Study on the implementation of Article 7 of the Convention on the Elimina-
tion of All Forms of Racial Discrimination, United Nations, 1983
INSTITUTE OF JEWISH AFFAIRS RESEARCH REPORTS:
December 1980, No. 24, 'The Neo-Nazi Campaign in Germany'
May 1981, No. 6, 'How Popular is Neo-Nazism in Germany'
June 1981, No. 7, 'Anti-semitism in the Western World Today'
161
December 1981, No. 15, 'the Post War Careers of the Protocols of Zion'
December 1981, No. 18, 'Can Prejudice be Measured?' (Switzerland and semitism)
March 1982, No. 1, 'Making the Denial of the Holocaust a Crime in Law'
May 1982, No. 4, 'The Institute for Historical Review: Revisionists who Whitewash
Nazism'
April 1983, No. 5, 'The West German elections March 1983'
May 1983, No. 7, 'The Anti-Foreigner Campaign in Germany'
August 1983, Nos. 11 and 12, 'One Year's Elections: July 1982-1983'
September 1983, No. 17, 'The Second World Conference on Racism'
September 1984, No. 10, 'The Elections to the European Parliament: June 1984
October 1984, No. 11, The Rise of the National Front in France'
November 1984, No. 13, 'The Reaction Against Immigrants in France'
April 1985, Research Report No. 1, Mayer Thomas, 'The UN Resolution Equating
Zionism with Racism: Genesis and Repercussions'
April 1985, Research Report No. 2, C C ARONSFIELD, 'The Myth of Zionist-Nazi
Collaboration'
INSTITUTE OF RACE RELATIONS, LONDON
'Campaign Against Racism and Fascism', No. 9, 21. 3. 79
The Institute of Race Relations evidence submitted to the Royal Commission on Cri-
minal Procedure, 'Police Against Black People', Race and Class pamphlet, No. 6.
Recommendations are not now held by the IRR. Institute of Race Relations/Southall
the birth of a black community, 1981.
IRR Media Research Project, 'Police Accountability' Bulletin No. 1, September 1983
IRR Media Research Project, 'Police Accountability', Bulletin No. 2, October 1983.
IRR Media Research Project, 'Police Accountability', Bulletin No. 3, November
1983.
IRR Media Research Project, Bulletin No. 4, Consultative
Committees/Community Relations, December 1983.
IRR Police Media Research Project, 'Police Accountability'/Consultative/Com-
munity Relations, Bulletin, No. 5, January 1984.
IRR Police Media Research Project, 'Police Strategy ' 84' , Bulletin No. 6, February
1984.
IRR Police Media Research Project, 'Annual Crime Statistics', Bulletin No. 7,
March 1984.
IRR Police Media Research Project, 'the Multi-agency approach', Bulletin No. 8,
April 1984.
IRR Police Media Research Project, 'Changes in Police Organisation', Bulletin
No. 10, August 1984.
IRR Police Media Research Project, 'Police Accountability/Community Rela-
tions, Bulletin No. 11, September 1984.
IRR Police Media Research Project, 'Police Media Cooperation', Bulletin No.
12., October 1984
IRR Police Media Research Project, 'The Miners Dispute and Policing London', Bul-
letin No. 13, November 1984.
IRR Police Media Research Project, 'Newman's re-organisation of the Met', Bulletin
No. 14, January 1985.
IRR Police Media Research Project, 'The Police and Labour: Arguments for Police
Accountability, Bulletin No. 15, February 1985.
IRR Police Media Research Project, 'Police Operations', Bulletin No. 16, Februa-
ry 1985
INTERNATIONAL LABOUR ORGANISATION
Convention 111 Convention concerning discrimination in respect of employment
and occupation.
Convention 97 concerning Migration for Employment (revised 1949).
162
Convention 143 concerning migration in abusive conditions and the promotion of
equality of opportunity and treatment of migrant workers. ILO standards and action
for the elimination of discrimination and the promotion of equality of opportunity in
employment (1984).
International Labour Conference: Report of the Committee of Experts on the applica-
tion of conventions and recommendations.
71st Session 1985 General report and observations concerning certain countries.
Activities of the Equality of Rights Branch (EGALITE/ 1984/D.2)
ISTITUTO NAZIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE
IN ITALIA Letter of 19 June 1985 (Italian only)
JACQUART, A. A la recherche d'un contenu pour le mot 'race': la rponse du gnticien
in LENDER, M. Pour Lon Poliatsou, le racisme mythes et sciences, (Bruxelles, Com-
plexe) 1981, p. 31-40
JANKE, Peter Guerrilla and Terrorist Organisations: a world directory and bibliography
(Brighton: Harvester Press) 1983
JEANNIERE, Abel Dans le maquis des racismes, Esprit 1984 pp. 293-307
JEWISH SOCIALIST GROUP Written submission for Socialist Group hearing held in
Manchester, 30 March 1985. 'Racism and Fascism. Where we stand'
JOWELL, R. and AIREY, C. British Social Attitudes: the 1984 Report, (London: Gower)
1984
KAHN, Jean Discours au Cercle Europen, Strasbourg le 4 mars 1985
KALIBALA, M Conespondence and notes
KALINOWSKY, H. H. Rechtsextremismus und Strafrechtspflege, Federal Ministry of
Justice, 1985
KALTEFLEITER, Werner Wirtschaft und Politik in Deutschland, (Kln, Westdeutscher
Verlag) 1968
KATHOLISCHE AKADEMIE, SCHWERTE Resolution ber 40. Jahrestag der
Befreiung des Konzentrationslagers Auschwitz, anllich der Tagung, 'Neonazis in den
Medien Werbung oder Aufklrung?' 27. Januar 1985
KIELMANSEGG, Peter Graf Seminar fr politische Wissenschaft der Universitt, Kln,
Brief vom 25. April 1985, zu Herrn Glyn FORD, Vorsitzende des Untersuchungsaus-
schusses
KING, Michael and MAY, Colin Black Magistrates: a study of Selection and Appoint-
ment (London: The Cobden Trust) 1985
KINGS CROSS WOMEN'S CENTRE, LONDON Written submission to the Socialist
Group Conference on 29 March 1985 in London. This includes:
Details of National Front Attacks against the Women's Centre.
A copy of 'Network', July 1983 (News from the English Collective of Prostitutes).
A copy of Black Women for Wages for Housework report
KUEHNELT-LEDDIHN, Erik V. Die falsch gestellten Weichen" Verlag Hermann
Bhlaus Nachf. Wien-Kln-Graz 1985
Anhang: eine Sprachregulierung, Was ist faschistisch?"
KUPER, Leo Genocide: Its Political Use in the Twentieth Century, (Harmondsworth:
Penguin Books) 1981
LAURENT, F. L'Ordre Noir (Paris, Stock) 1978
LAYTON-HENRY, Dr. Zig, Centre for Research in Ethnic Relations. Written submis-
sion to Glyn FORD and Committee of Inquiry. 'Racial Attacks in England', April 1985
'The Politics of Racial Attacks', in Politics of Race in Britain (London: Allen and
Unwin, August 1984 pp. 108-121
163
'The National Front', in Politics of Race in Britain, Allen and Unwin, August 1984 pp.
88107
'LEGAL DEVELOPMENTS' Patterns of Prejudice, Vol. 16, No. 3 1982
'LEGAL DEVELOPMENTS' Patterns of Prejudice, Vol. 17, No. 4 1983
van der LEK, Bram, and D' ANCONA, Hedy, Bericht zur Situation homosexueller
Frauen und Mnner angesichts eines Wiederauflebens von Faschismus und Rassismus,
den 18. Mrz 1985 und den 22. Mai 1985
LEMAITRE, H. Les Fascismes dans l'Histoire (Paris, Cerf) 1959
LE PEN, JeanMarie, Lettre M. Glyn FORD, Prsident de la soidisant commission
d'enqute sur la monte du fascisme et du racisme en Europe', du 16 janvier 1985
LETAMENDIA, P. Les Partis Politiques en Espagne Paris, PUF, 1983
LEVISTRAUSS, Claude, Race et histoire
LIGUE DES FAMILLES, BRUXELLES, BELGIQUE. Note pour le Parlement Europen,
du 13 mai 1985'
LIMBURG (Provincie) Jaarverslag 1983: Provinciale Dienst voor Onthaal van Gastarbei
ders
Projectsamenhang. Werkingsverlag 1984 Programmatie 1985.
Onthaal Immigranten: Informatiebrochure 1985.
Actuele ontwikkelingen op het vlak van gemeentelijke migrantenraden in Limburg
(September 1984)
LINKLATER, V. M. HILTON, I., and ASCHERSON, N. The' Fourth Reich: Klaus Bar
bie and the NeoFascist connection (London: Hodder and Staughton) 1984
LINZ J. El Sistema de Partidos en Espana (Madrid: Narcea) 1976
LINZ, J. 'From Falange to Movimiento Organisacion: The Spanish Single Party and the
Franco Regime 19361968' in HUNTINGTON S.P. and MOORE C. H. , Authoritarian
Politics in Modern Society, (New York: Basic Books) 1970, p. 128203
LINZ, J. 'Political Space and Fascism as a LateComer', in LARSEN S. U. et al., Who
Were the Fascists: (Bergen: Universitetsforlaget) 1980, p. 153189
LINZ, J. 'Some notes toward a Comparative Study of Fascism in Sociological Historical
Perspective' in Fascism: a Reader's Guide, LAQUEUR W. (ed.), 'London: Wildwood
house) 1976, p. 321
LLNZ, J. 'Totalitarian and Authoritarian Regimes' in GREENSTEIN F. et POLSBY . ,
Handbook of Political Science, Vol. 3, 1975, p. 175411
LIPOVETSKY, G. L'Ere du Vide (Paris: Gallimard) 1983
LIZIN, AnneMarie, DPE Dossier concernant M. Mahmoud AKKOUR, de nationalit
marocaine, demeurant en Belgique depuis mars 1971
MACALISTER, Eileen: letters and enclosures of 28 May 1985
MALAUD, Philippe, Observations par lettre du 24 janvier 1985 M. Glyn FORD, Prsi
dent de la commission d'enqute
MANCHESTER CITY COUNCIL Written submission for Socialist Group hearing held
in Manchester on 30 March 1985. 'Racial Harassment on Council Housing Estates'
MARKET AND SOCIAL RESEARCH ORANISATIONS
Gallup International, London, U.K. Extracts from Gallup monthly polls.
Gallup Markedsanalyse AU. Hellerup, Danemark:
Surveys 10 February 2 March 1985
21 October 10 November 1984
10 October 30. October 1982.
7FOP, Paris, France
164
Sondage IFOP/Le Point 22 septembre 1980
Sondage IFOP/Le Monde 1213 fvrier 1984
Sondage IFOP/Humanit Dimanche 1017 janvier 1984
Institut fr Angewandte Sozialwissenschaft, Bundesrepublik Deutschlands Anhnger
der neuen Rechtspartei: Beitrge zur Diskussion ber das Whleneservoir der NPD.
Bad Godesberg, Februar/Mrz 1967.
Landsdowne Market Research, Republic of beland. 'Attitudes to Colour, Sport and
South Africa': a tabular report February Omnibus 1981.
NOP Market Research Ltd., London, U.K. Political, Social, Economic Review No. 14,
April 1978. 'Immigration and Race Relations'.
Social and Community Planing Research, London, U.K. Extract from 'British Social
Attitudes: the 1984 Report' R. JOWELL, C AIREY (London: Gower) 1984.
World Opinion Update: a monthly summary of opinion on issues of international
importance (Williamstown, Mass., USA)
MARRUS, Mr. 'French Antisemitism in the 1980's' Patterns of Prejudice, Vol. 17, No.
2 1983
MAY 3RD DEFENCE COMPAIGN Copy of compaign details
MEMMI, ., Le Racisme (Paris: Gallimard) 1982
MERMET, G. Francoscopie (Paris: Larousse) 1985
MICHAUD, Yves Violence et Politique, (Paris: Gallimard) 1978
MICHELETTI: Fondazione biblioteca archivio Luigi Micheletti.
Riassunto su Recrudesnza del fascismo e del razzismo in Europa giugno 1985
Studi bresciani n. 13 1984
Studi bresciani n. 7 1982, and newspaper articles
MIGRANTS ACTION GROUP, LONDON Statement of policy
MIGUEL DE AZOLA, J. El Hecho Vasco in LINZ J. (ed.) Espana: Un presente para el
futuro Voi. 1, Madrid, Instituto de Estudios Econmicas, 1984, p. 213283
MILIZA, P. et BENTELI, M. U Fascisme au XX' Sicle (Paris: Richelieu) 1973
MINORITY RIGHTS GROUP LTD. Written submission includes:
'The Refuge Dilemma', the MRG, Report No. 43.
'Western Europe's Migrant Workers', the MRG, Report No. 28.
'Teaching about Prejudice', the MRG, Report No. 59.
'The Rastafarians', the MRG, Repon No. 64.
MONTESQUIEU, De l'Esprit des Lois
MOSONYI, Piene letter from details of personal racial discrimination.
NEO NAZIS IN VIENNA by a Austrian Correspondent Patterns of Prejudice, Vol. 16,
No. 1 1982
LONDON BOROUGH OF NEWHAM Written submission to the Socialist Group Con
ference on 29 March 1985 in London. This includes details of extreme right wing
harassment in Newham. Prepared by Barry Simons, Director of Housing
ORIGINS OF RACE PSYCHOLOGY (I&II) VoL. 16 & 17, Nos. 3 & 1 1982 and 1983
O'SULLIVAN, Mr J., Written submission to Barbara CASTLE, MEP, on personal expe
rience of racism in Germany
PAYGAM International Asian Youth Movement September 1984 note
PAYNE, G. Falange: A. History of Spanish Fascism Standford, Standford V.P., 1969
PAYNE, S.G. 'The Concept of Fascism' in S.U. LARSEN et al., Who Were the Fascists?
(Bergen, Universitetsforlaget) 1980, p. 1425
PIERROT. Alain L'cole franaise et les Etrangers, Esprit, June 1985
165
MARK PONNAMPALAM SUPPORT CAMPAIGN
Campaign Bulletins 18.
First Interim Report of the Campaign, submitted to the Greater London Council.
Petition No. 162/84 to the European Parliament on Racism in the Health Service of the
United Kingdom, PE 96.117
POPPLEWELL, Mr Justice 'Committee of Inquiry into crowd safety and control at sports
grounds: Interim report' (London: HMSO) 1985
PUHLE, H. J. Baskicher Nationalismus" in WINKLER H. A. (ed.),
Nationalismus in der Welt von Heute, (Gttingen: Vandenhoeck & Ruprecht) 1982, p.
5181
QUAZZA, Guido Letter of 16 June 1985 to Mr Glyn FORD, Chairman of the Committee
of Inquiry
RAE, Douglas, Equalities (Cambridge, Mass!: Harvard Univ. Press) 1981
RAUFER, Xavier Terrorisme Violence: Rponses aux questions que tout le monde se
pose (Paris: J.J. PAUVERT aux editions Caneve) 1984
REMOND, R. Les Droites en France Paris (Aubier Montaigne) 1982
REVELLI, Marco
Il Medioevo della Destra: pluralit di immagini strumentali Quaderni medievali No.
16, dicembre 1983 pp. 109136.
Panorama editoriale e temi culturali della destra militante Problemi dell'Informazione
a. Vili., n. 1, gennaiomarzo 1983 pp. 2551.
I nuovi proscritti: appunti su alcuni temi culturali della nuvoa destra Rivista di sto
ria contemporanea N. 1, 1983 pp. 3769
THE REVIVAL OF THE FAR RIGHT IN FRANCE, Patterns of Prejudice, Vol. 18,
No. 2 1984
RICH, P. Landscape, Social Darwinism and the Cultural Roots of South African Racial
Ideology, Patterns of Prejudice, Vol. 17, No. 3 1983
ROLLAT, A. Les Hommes de l'ExtremeDroite (Paris, CalmanLvy) 1985
ROSE E. J. . Colour and Citizenship: A report on British and Race Relations (Lon
don, OUP) 1968
ROTH, Stephen AntiSemitism and International Law in Israel Israel Yearbook on
Human Rights, Vol. 13, 1983
ROTHLEY, Willi, MEP, Letter to Mr Glyn FORD, Chairman of the Committee of Inqui
ry of 24 April 1985 with enclosures on the case of Mr Heinz TUFFERS Editor Die
Rheinpfalz"
ROUBALX (Ville de) l'Immigration Roubaix: constant et perspectives (Conseil munici
pal de Roubaix, France) 1985
ROUBAIX . . . et l'immigration (quelques rflexions) 1985. Comment rsoudre les con
flits 1985
ROUSSEL, Eric Le cas LE PEN: les nouvelles droites en France (J C Lattes, France) 1985
RUNNYMEDE TRUST
Ann DUMMET Citizenship and Nationality September 1976
Francesca KLUG Racist Attacks February 1982.
Publications on Race and Immigration 197083.
Runnymede Trust Bulletin: 'Race and immigration'.
P. GORDON 'Incitement to Racial Hatred', a briefing paper.
The Runnymede Trust, 'The Operation and Effectiveness of the Commission for Racial
Equality'. Evidence submitted to the subcommittee on Race Relations and Immigration
of the House of Commons Select Committee on Home Affairs
166
SABLIER, Edouard Le Fil Rouge: Histoire secrte pour la France (Paris: Pion) 1983
SALMON, P. Education in a Multicultural Society, Patterns of Prejudice, Vol. IS, No.
1 1981
SARTRE, JeanPaul Rflexion sur la question juive (Gallimard Folios Essais: Paris) 1954
SCARMAN, Lord 'The Brixton Discorders 1012 April 1981': Report of an Inquiry.
(London: HMSO) Cmnd 8427 November 1981
SCHWALBAHOTH, Frank MEP, Report on the current situation of fascism and racism
in the German Federal Republic (December 1984)
SEIDEL, Gill Written submission to the European Parliament Committee of Inquiry. This
includes:
(a) A manuscript, The Holocaust Denial
(b) A chapter, 'The Concept of Culture, 'Race' and Nation in the British and French
New Right*
(c) A manuscript, La Nature de la Droite
plus summaries and extracts of above and a related research proposal
SMITH, D. J. Unemployment and Racial Minorities (London: PSI) 1981
SOUCY, R. J. 'The Nature of Fascism in France' Journal of Contemporary History,
January 1986
SOUTHWARK, M., WOOLWICH, M. They Stand Condemned (what every Christian
should know about the National front), Coronet Press, 1979
SPD Ist der Rechtsextremismus wieder eine Gefahr fr die deutsche Demokratie? Anh
rung der SPDFraktion im niederschsichen Landtag am 22. Januar 1982. (Hannover
um 1982) 189 S
SPINOZA, Tractatus TheologicoPoliticus
SPARKS, Dave Race Relations Advisor, London Borough of Waltham Forest. Written
submission sent to Alf LOMAS MEP for Socialist Group London Conference on
29 March 1985. Two local cases of discrimination
STASI, Bernard L'immigration: une chance pour la France (Paris: Editions Robert LAF
FONT) 1984
STAUFFENBERG, Frank Ludwig, MEP, Comments on report of Mr SCHWALBA
HOTH, MEP, (April 1985)
STERN, Edith, Briefen vom 15. 3. 1985, 28. 4. 1985 und AnlagenKopien der Vermer
ken an die Menschenrechtskommission des Europarats, Strabourg
STERNHELL, Z. Ni Droite ni Gauche, L'Idologie Fasciste en France (Paris: Seuil) 1983
STERNHELL, . La Droite Rvolutionnaire: Les franaises du fascisme 18851914
(Paris: Editions du Seuil) 1978.
Sur le fascisme et sa variante franaise, Le Debat No. 32, novembre 1984
TAYLOR, S. The National Front in English Politics (London: Macmillan) 1982
TEER, F. and SPENCE J. Political Opinion Polls (London: Hutchinson) 1972
TENEKYDES, V. G. Recueil des Cours de l'Acadmie de droit international de la Haye
THEOLLEYRE, J. M. Les NoNazis (Paris: Messidor) 1982
THUILLIER, P. Darwin et Co. (Bruxelles: Complexe) 1982
THUILLIER, P. Les Biologistes vontils prendre le Pouvoir? (Bruxelles: Complexe) 1982
THURLOW, R. 'Fascism & Nazism No Siamese Twins" Pans 1 & 2, Patterns of Pre
judice, Vol. 14, Nos. 1 & 2, 1980
TOMLINSON, J. Left, right, the march of political extremism in Britain (London: Cal
der)
167
TRUEBLOOD, C. J., Written submission for Socialist Group hearing held in Manchester
on 30 March 1985. 'Racial Attacks and Harassment in Cheetham, January 1982'
UNITED NATIONS
International Convention on the Elimination of All Forms of Racial Discrimination.
International Covenant on Civil and Political Rights.
International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights.
Charter of Economic Rights and Duties of States (adopted at 29 Session of the General
Assembly, New York, 12 December 1974).
General Assembly Resolution 39/ 114 of 14 December 1984 on 'measures to be taken
against Nazi, Fascist and neo-Fascist activities and all other forms of totalitarian ideolo-
gies and practices based on racial intolerance, hatred and tenor'.
Official Records, Thirty-Ninth Session, supplement No. 51.
Report of the Committee on the Elimination of Racial Discrimination.
General Assembly: Official Records Thirty-Ninth Session supplement No. 18
(A/39/18).
Report of the Committee on Human Rights General Assembly: official records Thirty-
Eighth Session, supplement No. 40 (A/ 38/ 40).
Report of the Second World Conference on the Struggle Against Racism and Racial Dis-
crimination. Geneva 1-12 August 1983 A/Conf. 119/26. Human Rights: Collection of
international instruments. New York, 1983 ST/HR/1/Rev. 2.
Report on the 40th Session, Committee on Human Rights (6 February-16 March
1984), Economic and Social Council official documents 1984 supplement No. 4
E/ 1984/ 14, E/ CN. 4/ 1984/ 77.
Seminar on Recourse Procedures available to victims of Racial Discrimination and acti-
vities to be undertaken at the regional level United Nations Division of Human
Rights, Geneva 9-20 July 1979 ST/HR/SER. A/3.
Committee on the Elimination of Racial Discrimination (CERD)
Sixth periodic reports of States parties due in 1983
Fifth periodic reports of States parties due in 1981
Fourth periodic reports of States parties due in 1979
Third periodic reports of States parties due in 1977
VAN MIERT, Karel, MEP, Letter to Mr Glyn Ford, Chairman of the Committee of
Inquiry of 3 June 1985 on sport and violence and the role of extreme right
WALSALL COMMUNITY RELATIONS COUNCIL Details of Council members, mee-
tings and campaigns. Copy of the situation concerning marriage rules sent to Mr EVRI-
GENIS
WALTHAM FOREST IRISH PROJECT Repon on the case of Mr Frank GORMAN:
complaint of racial discrimination in place of work (1984)
WEBER, E. The Nationalist Revival in France 1905-1914 (Berkeley: California U.P.)
1968
WEBER, Eduard, Letter to the European Parliament dated 23. 4. 1985
WILKINSON, Paul The New Fascists (London: Pan Books) 1983
The Listener: various articles
Encyclopaedia Britannica excerpt
WILLIAMS, J., DUNNING, E., and MURPHY, P. Hooligans Abroad: The behoviour
and control of English fans in Continental Europe (London: RKP) 1984
WILSON, Harold The Labour Government 1964-1970: A Personal Record (London:
Weidenfeld and Nicolson) 1971
WILSON, Peter Written submission to Barbara CASTLE, MEP. This includes details of
personal experience of racism.
168
E. List of other documents, Newspapers, Journals and Publications consulted
General interest
AGENCE TELEGRAPHIQUE JUIVE
ANTI
CAMBIO 16
CORRIERE DELLA SERA
DEKAPENTHIMEROS POLITIS
DIE WELT
EL PAIS
ENCOUNTER
EPIKENTRA
ESPRIT
FINANCIAL TIMES
FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG
INTERNATIONAL HERALD TRIBUNE
JEWISH CHRONICLE NEWS SERVICE
L'HUMANITE
LE DEBAT
LE FIGARO MAGAZINE
LE MONDE
LE NOUVEL OBSERVATEUR
LIBERATION
NEUE ZRCHER ZEITUNG
NEW SOCIETY
SUNDAY INDEPENDENT, IRELAND
THE ECONOMIST
THE GUARDIAN
THE TIMES
TIEMPO
TIME MAGAZINE
TIMES LITERARY SUPPLEMENT
TIROLER TAGESZEITUNG
Special interest
ACTION BRIEFING
ALTARF All London Teachers Against Racism & Fascism Newsletter
AR RISGUARDO
BRITISH NATIONALIST
DIMENSIONE COSMICA rivista bimestrale di fantascienza ed astronomia
DIORAMA LETTERANIO - mensile (Firenze)
ELEMENTS: POUR LA CIVILISATION EUROPEENNE: la revue culturelle de la nou-
velle droit (Paris)
EWYN alternative femminili: occasional pamphlet
FACT FINDER
HISTORICAL REVIEW PRESS Leaflets
HOLOCAUST NEWS
IMAN (Embassy of the Islamic Republic of Iran, London)
La CONTEA mensile dispolitica e cultural Roma
LE LIGUEUR Hebdomadaire familial du couple, des parents et des jeunes Bruxelles
MILITANT
MILITIA periodico mensile Roma
NATIONAL FRONT NEWS
169
NATIONALISM TODAY
NEW NATION
NOTRE EUROPE
OXYGENE
PRESENT
QUEX ottobre 1978
SEARCHLIGHT Monthly Magazine London
SOCIALIST ORGANISER
SOCIALIST WORKER
SOLIDARITY
SPEARHEAD
THE NEWS LINE
THE SCORPION Quarterly London
VORWRTS
F. Declaration contre le racisme
La socit franaise est confronte un problme d'accueil de populations trangres et de
communauts culturelles et religieuses.
Des moeurs, des cultures, des croyances de diverses origines souhaitent s'affirmer et
coexister dans le concert national, sans perdre de leur spcificit.
Une partie du corps social national ragit par des rflexes de peur et d'intolrance se tra-
duisant soit par un rejet, soit par une exigence d'assimilation totale. Ces attitudes sont
gnratrices d'incomprhension, de haine et trop souvent de violence meurtrire.
L'effacement du souvenir des catastrophes suscites par le nazisme et les difficults sociales
et conomiques traverses par notre socit ont libr un discours qui a amplifi et banali-
s le racisme.
Des idologies extrmistes discriminatoires trouvent une emprise chaque jour plus grande
dans notre pays.
Les organisations et associations humanitaires suivantes:
Droit de l'Homme et Solidarit
Droit Humain
Grande Loge de France
Grande Loge Traditionelle et Symbolique
Grand Orient de France
Ligue des Droits de l'Homme (L.D.H.),
Ligue Internationale Contre le Racisme et l'Antismitisme (LICRA)
Mouvement Contre le Racisme et pour l'Amiti entre les Peuples ( MRAP )
se sont rassembles pour faire face cette volution dangereuse et lancer un appel toute
la population.
Le Conseil Permanent de L'Episcopat
Le Conseil de la Fdration Protestante
Le Comit Inter-Episcopal Orthodoxe
Le Conseil Suprieur Rabbinique
Le Grande Mosque de Paris
qui avaient dj fait en mars 1984 une dclaration commune contre le racisme et pour le
pluralisme de la socit, ont jug bon de s'associer cet appel.
Ils estiment que certaines manifestations d'intolrance dans la socit franaise sont suffi-
samment graves pour que, par-del leurs diffrences d'approche, ils unissent pour la pre-
mire fois leurs voix et leurs efforts.
170
Ensemble, ils dclarent qu'il est urgent de:
affirmer le respect de l'autre;
se solidariser avec les personnes et les minorits victimes de discrimination, leur recon-
natre les mmes droits la justice, la libert et l'galit;
vivre ensemble dans la tolrance des diffrences et l'enrichissement mutuel pour une
socit meilleure de laquelle les imigrs ne sauraient tre exclus.
Source: Hebdomadaire No. 2158 TC 18 au 24 novembre 1985.
171
>

4^

Potrebbero piacerti anche