Indice
INTRODUZIONE
EFFETTI DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL COMPORTAMENTO MECCANICO DEI MATERIALI STRUTTURALI 7
1.1 IL CALCESTRUZZO 1.1.1 EFFETTI SUL COMPORTAMENTO MECCANICO DEL CALCESTRUZZO 1.1.2 FATTORI CHE INFLUENZANO IL COMPORTAMENTO DINAMICO DEL 10 10
13 CALCESTRUZZO 1.1.3 COMPORTAMENTO DINAMICO DEI CALCESTRUZZI FIBRO-RINFORZATI SFRC 19 19 1.1.4 VELOCIT DI DEFORMAZIONE APPENDICE 1.A - CONFRONTO TRA DUE CALCESTRUZZI DI UGUALE RESISTENZA 24 CONFEZIONATI IN MODO DIVERSO 27 1.2 I METALLI 27 1.2.1 EFFETTI SUL COMPORTAMENTO MECCANICO DEI MATERIALI METALLICI 1.2.2 FATTORI CHE INFLUENZANO IL COMPORTAMENTO DINAMICO DEI MATERIALI 34 METALLICI 1.3 I MATERIALI POLIMERICI FIBRORINFORZATI: GLI FRP 40 1.3.1 EFFETTI SUL COMPORTAMENTO MECCANICO DEGLI FRP 40 1.3.2 FATTORI CHE INFLUENZANO IL COMPORTAMENTO DINAMICO DEGLI FRP 45
METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
48
49 2.1 LA SPLIT HOPKINSON PRESSURE BAR 2.1.1 ASPETTI TEORICI ALLA BASE DEL FUNZIONAMENTO DELLA BARRA DI 50 HOPKINSON 2.1.2 LA JRC UNIVERSAL MODIFIED HOPKINSON BAR (MHB) PER PROVE AD ALTE 53 VELOCIT DI DEFORMAZIONE 57 2.1.3 SET-UP PER ESPERIMENTI SU PROVINI DI CALCESTRUZZO E DI ACCIAIO 63 2.2 LA DROP-WEIGHT IMPACT MACHINE 65 2.3 LA HYDRO-PNEUMATIC MACHINE
INDICE
INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
68
69 3.1 LO STRAIN-RATE NEI LEGAMI COSTITUTIVI SPERIMENTALI 69 3.1.1 MODELLO DI COWPER-SYMOND 70 3.1.2 MODELLO DI JONES 71 3.1.3 MODELLO DI JOHNSON & COOK 3.1.4 CONFRONTO TRA I MODELLI COSTITUTIVI DI COWPER-SYMONDS, JONES E 72 JOHNSON & COOK 73 3.2 LO STRAIN-RATE NEI LEGAMI COSTITUTIVI DEL SOFTWARE LS-DYNA 3.2.1 ELASTIC-PLASTIC WITH KINEMATIC HARDENING (MAT 003) 76 3.2.2 ELASTIC-PLASTIC WITH TERMAL SOFTENING (MAT 011) 76 3.2.3 JOHNSON & COOK PLASTICITY MODEL (MAT 015) 76 3.2.4 PSEUDO TENSOR CONCRETE/GEOLOGICAL MODEL (MAT 016) 77 3.2.5 POWER LAW ISOTROPIC PLASTICITY (MAT 018) 80 3.2.6 STRAIN-RATE DEPENDENT ISOSTROPIC PLASTICITY (MAT 019) 80 3.2.7 PIECEWISE LINEAR ISOTROPIC PLASTICITY (MAT 024) 80 3.2.8 KINEMATIC/ISOTROPIC ELASTIC-PLASTIC GREEN-NAGHDI RATE (MAT 035) 82 3.2.9 USER DEFINED MATERIAL MODEL (MAT 041-050) 82 3.2.10 STRAIN-RATE SENSITIVE POWER-LAW PLASTICITY (MAT 064) 82 3.2.11 MODIFIED ZERILLI AND ARMSTRONG (MAT 065) 83 3.2.12 CONCRETE DAMAGE MODEL (MAT 072) 83 3.2.13 PLASTIC WITH DAMAGE (MAT 081) 84 3.2.14 MECHANICAL THRESHOLD STRESS MODEL (MAT 088) 84
85
86 88 92
INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M - PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO 97
99 5.1 IL LEGAME M- IN CONDIZIONI QUASI-STATICHE 5.2.1 LEGAME M- AL VARIARE DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE PER RAPPORTO 111 DI SFORZO ASSIALE COSTANTE 5.2.2 ENERGIA SPECIFICA AL CRESCERE DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE PER RAPPORTO DI SFORZO ASSIALE COSTANTE 115 5.2.3 LEGAME M- PER TRE DIVERSI VALORI DEL RAPPORTO DI SFORZO ASSIALE A 116 VELOCIT DI DEFORMAZIONE COSTANTE 5.2.4 ENERGIA SPECIFICA PER TRE DIVERSI VALORI DEL RAPPORTO DI SFORZO 121 ASSIALE A VELOCIT DI DEFORMAZIONE COSTANTE 125 5.2.5 TABELLE RIEPILOGATIVE DELLE SIMULAZIONI NUMERICHE
CONCLUSIONI
129
INDICE
INTRODUZIONE
Introduzione
Il XX secolo stato indelebilmente segnato da conflitti dalle straordinarie proporzioni e dallinnaturale barbarie che hanno fatto crescere nella coscienza delluomo civile linestricabile ossimoro tra desiderio di pace e bisogno di protezione. Dopo le grandi guerre, infatti, se in un senso la civilt si impegnava a costruire basi solide e durature per una pace universale nellaltro le potenze, assetate di nuovi domini materiali, davano vita a tacite battaglie che localmente sconvolgevano gli equilibri solidali. In questo scenario instabile, senza prospettive certe, il mondo dellingegneria strutturale ha sviluppato un approccio progettuale per la protezione degli edifici nei confronti di carichi accidentali con alte velocit di applicazione, basato sullindagine sperimentale derivante da prove su strutture in scala reale. Nei primi anni del XXI secolo, per, lassottigliamento dei gi precari equilibri, che con fatica le civilt del globo avevano costruito nel tempo, ha fatto s che questo tipo di progettazione risultasse antieconomica. Infatti, alle grandi guerre, successo il terrorismo e la sua inaudita logica del terrore che ha spostato la sensibilit degli obiettivi dagli edifici militari verso quelli civili. la fase in cui la civilt ha perso fiducia in se stessa, in cui il mondo non ha paura pi del futuro ma del presente, in cui una borsa dimenticata fa scattare allarmismi spesso insensati ed esagerati. In una civilt che attraversa questo momento storico il senso di protezione diventa fondamentale e, quindi, la logica della sensibilit dellobiettivo perde significato rendendo ogni struttura, militare o civile che sia, vulnerabile e quindi da proteggere. Da 50 anni, ormai, in cui sono stati mossi i primi passi in questo senso, sospinti da eventi quali la guerra fredda, il Vietnam,
INTRODUZIONE
la crisi in Medio-Oriente, il terrorismo internazionale, la ricerca prima e la progettazione poi hanno cominciato ad orientare gli sforzi verso la conoscenza della risposta dinamica dei materiali. Agli aspetti bellici poi, sono andati affiancandosi i sempre crescenti interessi di ampi settori industriali che hanno cominciato a concentrare la loro attenzione e, conseguentemente, importanti sforzi economici nello sviluppo della conoscenza del comportamento dinamico di materiali e strutture. Grande importanza, quindi, hanno assunto anche gli impatti di veicoli con strutture, gli urti tra veicoli (ad es. tutte le tematiche crash), la sicurezza industriale (come la mitigazione dei rischi derivanti da esplosioni in cabine di trasformazione, in impianti chimici, ecc). Importante risultato stato la presa datto che molti materiali di interesse nel campo dellingegneria civile quali il calcestruzzo, lacciaio o ancora i compositi fibro-rinforzati esibiscono comportamenti meccanici fortemente influenzati dalla dinamicit della causa sollecitante. Ancora pi importante per il fatto che la differenza di risposta non riguarda esclusivamente la resistenza del materiale, ma interessa la risposta meccanica ed il meccanismo di rottura dello stesso che ne risultano profondamente mutati. Questo lavoro si divide sostanzialmente in due parti fondamentali: una riguardante lo stato dellarte sulla sensibilit alla velocit di deformazione dei materiali strutturali di interesse per lingegneria civile (calcestruzzo, acciaio e compositi fibro-rinforzati); laltra, invece, propone un avanzamento di natura teoricosperimentale concentrando lattenzione sugli effetti dello strain-rate sul legame M- di una sezione in calcestruzzo armato. Nel primo capitolo saranno affrontati gli effetti che la velocit di deformazione provoca nella risposta meccanica dei materiali strutturali ed i fattori intrinseci da cui questa viene influenzata. Nel secondo capitolo lattenzione si porter sulle metodologie sperimentali di indagine della sensibilit allo strain-rate concentrandosi sulle apparecchiature tecnologiche che permettono alla ricerca lavanzamento e la convalida delle teorie dinamiche sul comportamento dei materiali.
INTRODUZIONE
Nel terzo capitolo saranno analizzati i legami costitutivi empirici pi importanti e pi diffusi nella pratica sperimentale e, successivamente, saranno illustrate le leggi costitutive con cui il software LS-Dyna, codice di calcolo per le analisi dinamiche, modella i materiali strutturali. Nel quarto capitolo, invece, si esamineranno i testi normativi e le istruzioni tecniche di riferimento per la progettazione dinamica delle strutture evidenziando il modo con cui ciascuno di essi porta in conto gli effetti dello strain-rate nelle analisi dinamiche. Nel quinto capitolo, infine, si implementeranno analisi numerico-sperimentali tese alla costruzione dei legami M- per una sezione tipo in calcestruzzo armato ordinario portando in conto gli effetti della sensibilit alla velocit di deformazione dei materiali costituenti. Le analisi saranno condotte secondo due variabili principali quali: la velocit di deformazione e la pre-sollecitazione assiale derivante dalla configurazione statica in cui il generico elemento inserito. A chiusura di questo elaborato di tesi saranno tratte le conclusioni del lavoro svolto cercando di evidenziare con la massima chiarezza e praticit di consultazione gli aspetti fondamentali dei risultati a cui si perverr.
Capitolo I
Effetti della velocit di deformazione sul comportamento meccanico dei materiali strutturali
I carichi impulsivi, come impatti o esplosioni, che inducono alte velocit di deformazione nei materiali, sono eventi che raramente possono avvenire durante la vita utile delle strutture. Tipico esempio di sollecitazioni impulsive sono le collisioni tra veicoli, navi o aeromobili con ponti, banchine, edifici o sovrastrutture, esplosioni nelle vicinanze o allinterno delle strutture, gli effetti delle schegge o delle onde scaturite dallesplosione di ordigni. Durante lapplicazione di questi carichi dinamici, alle strutture sono imposti elevati strain-rate racchiusi in un intervallo che pu essere anche molto ampio. Tipicamente si spazia da velocit di deformazione dellordine di ~10-2 s-1 per i terremoti a strain-rate di ~102 s-1 che si realizzano per forti esplosioni. Quindi, diventa sempre pi necessario che gli effetti della sensibilit alla velocit di deformazione nella risposta meccanica dei materiali siano considerati per prevedere in modo realistico la risposta strutturale [1].
Cases of loading
aircraft landing creep traffic earthquake pile driving blast and hard impact
Strain-rate
10-8
10-7
10-6
10-5
10-4
10-3
10-2
10-1
100
101
102
s-1
low strain-rates
medium strain-rates
high strain-rates
Quando una struttura viene sottoposta ad unazione impulsiva, lenergia trasmessa non agisce immediatamente in tutte gli elementi costituenti la struttura. Infatti, le deformazioni e, quindi, le tensioni, generate dal carico accidentale si propagano attraverso la struttura sottoforma di disturbo come onde di tensione e deformazione. Questa costituisce la differenza pi importante tra i cosiddetti carichi quasi-statici e quelli impulsivi. Come risultato, il comportamento delle strutture differisce notevolmente se i carichi sono dinamici anzich statici. Infatti, per esempio, per il calcestruzzo, in caso di basse velocit di deformazione, il processo di apertura e allargamento delle fessure si origina da micro- e macrodifetti esistenti. Ci avviene poich tale processo si svolge in un intervallo di tempo abbastanza ampio da permettere la scelta dei percorsi caratterizzati dalla minima energia di frattura richiesta, cio intorno agli aggregati e nelle zone pi fragili della matrice legante. A causa del basso livello globale di tensione ed al rilassamento del materiale, lestensione delle micro-fessure ad altre aree con resistenza maggiore piuttosto limitata. In condizioni di carichi impulsivi di trazione molta pi energia viene introdotta allinterno della struttura in tempi ristretti e le fessure apertesi in un punto sono costrette a svilupparsi lungo il percorso pi breve caratterizzato da pi alta resistenza, attraversando laggregato stesso e le zone in cui la matrice legante pi forte. Lincremento globale delle tensioni di trazioni in maniera molto rapida causa, quindi, lestensione del
fenomeno di fessurazione anche in altre aree, senza che, in tempi di apertura delle fessure cos brevi, si possa sviluppare il rilassamento. Nel processo progettuale occorre conoscere le caratteristiche dei materiali ed il loro conseguente comportamento meccanico per un intervallo di velocit di deformazioni ampio, in particolare la stima eseguita con gli strumenti a disposizione (un codice informatico per esempio) bisogna che sia ratificata secondo gli stessi strain-rate. Tra i parametri meccanici che importante conoscere ci sono: la resistenza a trazione, la deformazione ultima, il diagramma costitutivo tensioni-deformazioni, le caratteristiche di frattura del materiale. In passato nellanalisi strutturale la resistenza a trazione del calcestruzzo stata trascurata ma, indirettamente, la risposta meccanica ne risultava migliorata perch questa influenzava positivamente la resistenza a fessurazione, le propriet a flessione delle barre di rinforzo ed il comportamento sotto sollecitazione di taglio. In particolare, quando le strutture vengono impattate, queste sono prima soggette ad unonda di compressione che pu essere spesso riflessa negli elementi strutturali come unonda di trazione, causa pi importante della rottura del calcestruzzo. In generale, le onde di tensioni che si propagano allinterno della struttura modificano la risposta meccanica dei materiali ad elevati strain-rate innescando un cambiamento della microstruttura che differisce cos da quella che si avrebbe con velocit di deformazione quasi-statiche. Questi cambiamenti nella microstruttura possono causare una variazione del legame costitutivo tensionedeformazione del materiale ad elevati strain-rate rispetto a quello in condizioni quasi-statiche.
1.1 Il calcestruzzo
1.1.1 Effetti sul comportamento meccanico del calcestruzzo
In letteratura e dalle attivit sperimentali, che vengono condotte su elementi in calcestruzzo, si evince la forte dipendenza delle propriet di questo materiale dalla velocit di deformazione (strain-rate) dello stesso o, in maniera equivalente, dalla velocit di applicazione del carico. La conoscenza del comportamento del calcestruzzo sottoposto a tali azioni veloci di grande importanza per lingegneria moderna perch consente di valutare il comportamento di strutture civili da progettare o da ristrutturare. Dai dati sperimentali oggi a disposizione si nota a riguardo, in trazione e compressione: un incremento della resistenza ultima (ultimate stress) [4]; un incremento della deformazione ultima, seppur in maniera meno marcata della resistenza (ultimate strain) [4]; un incremento del modulo elastico dellordine di qualche unit percentuale (Youngs modulus) [2];
Figura 1. 2 - Incremento del modulo elastico del calcestruzzo in compressione in funzione della velocit di deformazione
10
Figura 1. 3 - Differenza curva teorica/curva sperimentale della risposta del calcestruzzo in trazione
unevoluzione del quadro fessurativo non concentrato su di un unico meccanismo locale ma esteso a tutto il provino con microfratture che si innescano contemporaneamente in diverse zone [3];
95 92 89 92
95
89 89 83 86
89
92 86 92 89 95 95
un miglioramento del comportamento del materiale sia in trazione ed in compressione che in stati tensionali indotti da flessione [4][5];
11
12
In condizioni quasi-statiche la fessurazione prima ed il collasso poi del provino avvengono per fratture localizzate allinterfaccia tra la matrice cementizia e la superficie degli aggregati. Quando la velocit di deformazione aumenta, le fratture non seguono le superfici preferenziali di interfaccia ma interessano laggregato stesso che chiamato in causa a reagire con la propria resistenza; questo fenomeno sembra essere tanto pi vero quanto pi la pezzatura degli aggregati si mantiene intorno a valori relativamente piccoli (dellordine dei 5 mm) e, in generale, il contributo allaumento di resistenza globale del provino diminuisce allaumentare della granulometria degli inerti (10 e 25 mm).
13
5 mm (cube 60 mm side) 10 mm (cube 60 mm side) 10 mm (cube 200 mm side) 25 mm (cube 200 mm side)
0 10 -7
10 -5
0.001
0.1
10
STRAIN RATE [ s -1 ]
Figura 1. 8 - Massima tensione di trazione per calcestruzzi con aggregati diversi in funzione dello strain-rate
Altra variabile che caratterizza la risposta dinamica del calcestruzzo il grado di saturazione del materiale. Per indagare linfluenza di questo parametro sono stati confezionati dei campioni di calcestruzzo che vengono lasciati a maturare tutti nelle stesse condizioni per un tempo T1, dopodich vengono assoggettati a differenti condizioni di umidit relativa e temperatura (curing) in cui, a seconda del condizionamento, differenziano le propriet meccaniche finali: infatti, provini completamente saturi (stagionati immersi in acqua quindi R.H. 100%), presentano una risposta migliore rispetto a provini in condizioni standard (20 C e 50% R.H.) o completamente asciutti (R.H. 0% con condizionamento a 50 C). Non sono, quindi, il rapporto a/c o lacqua di lavorabilit ad influire sulla risposta dinamica del provino perch il confezionamento del calcestruzzo avviene in tutti i casi allo stesso modo; la causa di questo miglioramento del comportamento sotto elevate velocit di deformazione da ricercare, allora, nel fatto che i pori del calcestruzzo, essendo totalmente/parzialmente saturi di acqua oppure del tutto riempiti di aria, contrastano, in maniera rispettivamente sempre meno marcata, la trazione del provino a causa della depressione che si viene a creare allinterno dei pori dissipando energia per mezzo dellattrito interno (viscosit).
14
STRESS [MPa]
2 -7 10
10
-5
0.001
-1
0.1
10
STRAIN RATE [ s ]
Figura 1. 9 - Massima tensione di trazione per calcestruzzi con diverso contenuto d'acqua in funzione dello strain-rate
C da dire per, che se dal punto di vista dinamico lacqua libera contenuta allinterno dei pori migliora la risposta a sollecitazioni applicate velocemente, in condizioni quasi-statiche il comportamento risulta influenzato in maniera negativa. Infatti, come si nota dalla figura di seguito riportata, nellintervallo di velocit di deformazione 10-610-2 s-1, lenergia specifica di frattura subisce un calo iniziale prima di risentire degli effetti benefici dello strain-rate [8]. Questo tipo di risposta in termini di energia di frattura, del tutto assente o quantomeno trascurabile nel caso di provino asciutto, ed imputabile al meccanismo fisico di migrazione della miscela acqua-vapore acqueo dai micropori verso le fessure. Infatti, la miscela bifase, trovandosi in equilibrio allinterno dei micro-pori, stabilisce una tensione superficiale dovuta alla capillarit dei meati che imprime al calcestruzzo una pre-sollecitazione di trazione. Se la velocit di deformazione sufficientemente bassa da permettere, durante la formazione delle prime fessure, la migrazione della miscela bifase, questa durante il suo percorso verso lesterno del provino imprime una pressione sulle pareti dei canalicoli abbattendo lenergia di frattura. Se, invece, la velocit di deformazione elevata la miscela, essendo dotata di massa e quindi di una certa inerzia, non riesce a fuoriuscire dai micro-pori: quindi il provino saturo esibisce dapprima un comportamento simile a quello asciutto e poi, per velocit sempre pi spinte,
15
partecipando anche lacqua libera al meccanismo di dissipazione dellenergia di deformazione, la risposta meccanica registra un miglioramento significativo. Il meccanismo di dissipazione dellenergia di deformazione ad elevato strain-rate, che lacqua innesca durante il processo di fessurazione, ben interpretato dalleffetto Stefan, per il quale un liquido con viscosit , interposto tra due lastre perfettamente piane poste a piccola distanza luna dallaltra, oppone una certa resistenza alla separazione delle due superfici [8].
Figura 1. 10 - Andamento dellenergia di frattura per calcestruzzi con diverso contenuto dacqua in funzione dello strain-rate
Unulteriore interpretazione della sensibilit da parte del calcestruzzo nei confronti della velocit di deformazioni in funzione della presenza di acqua libera nei pori pu essere proposta a partire dalla teoria della propagazione delle onde elastiche [7]. Infatti, se in condizioni quasi-statiche il principale meccanismo di rottura del materiale rappresentato dallevoluzione del processo di fessurazione, ad elevati strain-rate la propagazione delle onde elastiche rappresenta lunica strada per interpretare correttamente il fenomeno. Nelle prove condotte ad alte velocit di deformazioni con la barra di Hopkinson il parametro che governa la trasmissione dellonda limpedenza acustica dei materiali a contatto e le espressioni delle onde incidente, trasmessa e riflessa, dopo alcuni passaggi matematici, acquistano la seguente forma:
16
A1, 1, c1 A2, 2, c2 I , uI R , uR T , uT
Figura 1. 11 - Rappresentazione schematica della propagazione dellonda elastica per due generici corpi a contatto
T =
R =
2 A1 2 c2 I A1 1c1 + A2 2 c2
A2 2 c2 A1 1c1 I A1 1c1 + A2 2 c2
(1) (2)
dove
I T R
A
la tensione provocata dallonda incidente; la tensione provocata dallonda trasmessa; la tensione provocata dallonda riflessa; la superficie della sezione trasversale; la densit del materiale; la velocit del suono nel mezzo; sono i pedici che identificano i due materiali a contatto.
c
1
e2
Dallanalisi di queste due relazioni, valide globalmente per lintero sistema di prova e localmente per sezioni adiacenti in ciascun materiale, si pu notare come londa incidente, arrivata sulla superficie di un vuoto la cui densit approssimabile a zero (2=0), viene totalmente riflessa. Ci provoca un incremento locale di tensione che porta il provino a rottura per valori prossimi a quelli in condizioni quasi-statiche. Se, invece, i vuoti sono riempiti di acqua (introdotta nella fase di curing) lequazione (1) diversa da zero e, per gli usuali valori di densit e velocit di propagazione del suono nel liquido, una quantit non trascurabile.
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STRESS [MPa]
0 0 5 10
-5
0.0001
0.00015
0.0002
0.00025
TIME [s]
Figura 1. 12 Curva di risposta tempo-tensione durante la prova dinamica su calcestruzzi con diverso contenuto dacqua
Grado di costipamento
In virt di quanto detto sopra, una migliore costipazione del calcestruzzo ridurrebbe la concentrazione e la dimensione dei pori allinterno dello stesso migliorandone il comportamento sotto azioni dinamiche. Questo concetto pu essere portato in conto attraverso la densit relativa di impacchettamento, cio, il rapporto tra la densit effettiva degli aggregati e quella corrispondente al massimo impacchettamento
g . infatti, quando questo rapporto tende a 1, minore la g*
possibilit che si creino micro-pori perch lo spazio contenuto allinterno della struttura di aggregati tutto riempito dalla fase legante [2].
Altro parametro individuato da studi sperimentali condotti in Francia, la quantit di silicati di calcio idrati espressa in kN/m3. Linfluenza di questo parametro pu essere spiegata dal particolare processo chimico che subiscono i silicati di calcio di cui formato la polvere di cemento durante le reazioni di idratazione. Ci
18
influisce, seppur indirettamente, sul rapporto a/c perch le reazioni di idratazione tendono a svilupparsi sempre di pi in caso di aggiunta di acqua in quantit non stechiometriche.
d s
dove
d s
19
i cui valori sono frutto delle numerose attivit sperimentali gi condotte sullargomento. Riferendoci al caso del calcestruzzo, infatti, facendo variare lassortimento granulometrico della miscela cementizia o i valori del condizionamento termico ed igrometrico (curing) si ottengono coefficienti diversi tra loro anche di qualche unit ma tutti contenuti allinterno dello stesso ordine di grandezza. Al variare della pezzatura di aggregati utilizzati, facendo riferimento a tre diametri significativi 5-10-25 mm ed a tre possibili velocit di deformazione corrispondenti a sollecitazioni di interesse ingegneristico, si ottengono, in trazione e compressione, i seguenti risultati [4]:
10
-6
1 10 10-6 1 10
Trazione
20
10-6 1 10 10-6 1 10
Trazione
10-6 1 10 10-6 1 10
Per quanto riguarda le condizioni di stagionatura riferendosi alle tre condizioni ipotizzate nella pratica sperimentale asciutto - R.H. 50 % - saturo ed a tre possibili velocit di deformazione, si ottiene in trazione [6]:
Trazione
21
10-6 1 10
1 1.23 1.57
10-6 1 10
1 1.56 1.86
10-6 1 10
1 2.21 3.06
In conclusione si pu asserire che il coefficiente di incremento dinamico dipende oltre che dalla velocit di deformazione (in maniera crescente) anche dalle caratteristiche del provino di calcestruzzo (stagionatura e assortimento granulometrico) e dal tipo di sollecitazione (trazione e compressione, con valori pi bassi nel secondo caso).
22
Particolare aspetto, per, del fattore di incremento dinamico DIF e la non-linearit che lo caratterizza indipendentemente da qualsiasi variabile intrinseca del materiale: infatti, landamento di questo coefficiente amplificativo in funzione
&della velocit di deformazione ha un aspetto bi-lineare nel piano logaritmico
DIF con cambio di pendenza situato in prossimit dei 30 s-1 [10]. La non-linearit del DIF rende, quindi, indispensabili le attivit sperimentali orientate allo studio del comportamento dinamico dei materiali per una conoscenza pi accurata della reale risposta meccanica sotto azioni con elevato
strain-rate non altrimenti ricostruibile se non utilizzando relazioni sperimentali
23
Appendice 1.a - Confronto tra due calcestruzzi di uguale resistenza confezionati in modo diverso
Un esempio lampante di quanto possa essere importante lo studio del comportamento del calcestruzzo sottoposto ad azioni con elevate velocit di applicazione pu essere il confronto tra due tipi di miscele cementizie diverse che hanno uguale resistenza in condizioni quasi-statiche, ma che esibiscono comportamenti diversi in condizioni di elevate velocit di deformazione. Per eseguire il calcolo adottiamo il metodo del Faury perch meglio risponde alle nostre esigenze permettendo di utilizzare assortimenti granulometrico che si discostano dalla curva di riferimento o curva ideale di distribuzione degli inerti.
Esempio numerico:
I componenti base nelle due diverse miscele sono gli stessi cos da concentrare lattenzione sulla variabile sotto esame:
Rbk 25 MPa;
=30 mm;
DMAX=25 mm;
inerti a spigoli arrotondati; consistenza ferma del calcestruzzo e pistonatura accurata in fase di getto; sabbia caratterizzata dalla seguente distribuzione:
2% 35 % 75 % 92 % 100 %
Tabella 1. 7 - Assortimento granulometrico della sabbia utilizzata per confezionare i due conglomerati cementizi
24
I) miscela con inerti grossi Dallanalisi granulometrica degli aggregati grossi la percentuale in peso del passante al vaglio risulta:
8% 16 % 42 % 100 %
Tabella 1. 8 - Assortimento granulometrico degli aggregati utilizzati per confezionare il calcestruzzo con inerti grossi
II) miscela con inerti fini Nel caso, invece, di un assortimento di aggregati pi fini la percentuale in peso del passante al vaglio risulta
4% 63 % 96 % 100 %
Tabella 1. 9 - Assortimento granulometrico degli aggregati utilizzati per confezionare il calcestruzzo con inerti fini
Le due miscele cos confezionate esibiscono lo stesso comportamento in termini di resistenza in condizioni quasi-statiche con un valore ultimo pari proprio al dato di progetto: 25 MPa. Non cos per le risposte a sollecitazioni applicate con alte velocit di deformazione perch, in questo caso, il DIF che compete alle due miscele
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sensibilmente diverso variando in questo modo il comportamento dei due calcestruzzi. Se, ad esempio, paragonassimo il comportamento in compressione e trazione di due provini confezionati con le due miscele diverse sottoponendoli a condizioni di impatto ed esplosione otterremmo:
Resistenza di progetto cond. quasi-statica (MPa) Compressione DIFimpatto Resistenza ipotizzata cond. impatto (MPa) DIFesplosione Resistenza ipotizzata cond. esplosione (MPa) Resistenza di progetto cond. quasi-statica (MPa) DIFimpatto Trazione Resistenza ipotizzata cond. impatto (MPa) DIFesplosione Resistenza ipotizzata cond. esplosione (MPa)
9%
30 %
23 %
54 %
Tabella 1. 10 Incremento percentuale di resistenza a compressione e trazione tra i due provini con aggregati diversi
26
rispetto al tipo A
Provino con
1.2 I metalli
1.2.1 Effetti sul comportamento meccanico dei materiali metallici
Cos come accade per il calcestruzzo, anche le propriet dei metalli mostrano una sensibilit alla velocit di deformazione da cui risultano positivamente influenzate al crescere della stessa. I miglioramenti delle caratteristiche meccaniche per, in questo caso, sono di diversa natura essendo totalmente differenti dal punto di vista chimico-strutturale i due materiali. Infatti, mentre nel caso del calcestruzzo la sensibilit alla velocit di deformazione da imputare soprattutto alla variazione dello sviluppo del processo fessurativo se sottoposto ad azioni veloci, nel caso dellacciaio il ruolo pi importante rappresentato dalle dislocazioni e dalla loro evoluzione durante il percorso deformativo ad elevato strain-rate. Proprio a causa della forte dipendenza del comportamento meccanico a scala macroscopica (dellordine del cm) dai processi che si sviluppano a scala meso- e microscopica (dellordine rispettivamente del mm e del m), non possono essere trascurati gli elementi cardini alla base della teoria dei metalli. Lo studio dei materiali metallici strutturato su diverse fasi corrispondenti ai distinti livelli di osservazione; a scala nanoscopica i metalli si presentano come atomi fortemente legati dal punto di vista chimico e molto vicini gli uni agli altri a formare pacchetti di diversa forma e disposizione interna. E sono proprio queste ultime caratteristiche che forniscono il grado di impacchettamento del materiale cio la misura di quanto gli atomi sono costipati allinterno del reticolo cristallino delineando gi il comportamento finale del metallo a scala reale. Passando ad un livello visivo pi alto, i pacchetti si uniscono formando dei fogli piani che, sovrapponendosi, cominciano a dare forma a quello che poi sar il risultato finale a scala macroscopica, un unico elemento solido dotato di spessore. a questo punto, a scala microscopica, che difetti di assemblaggio dei fogli originano le cosiddette dislocazioni, piccolissime imperfezioni geometriche che per hanno un grande peso nella determinazione delle propriet meccaniche finali
27
del metallo. Le dislocazioni possono essere di diverso tipo a seconda che siano contenute nel singolo piano o che, al contrario, interessino pi piani adiacenti: rispettivamente si hanno le dislocazioni a spigolo (o edge dislocation) e le dislocazioni a vite (anche dette screw dislocation). Unimportante caratteristica di queste imperfezioni se sottoposte ad azioni deformative la loro relativa libert di movimento allinterno del materiale che determina a scala macroscopica una maggiore o minore rigidezza del metallo. In aggiunta, per livelli deformativi spinti in campo plastico, la nascita di nuove imperfezioni delluno o dellaltro tipo, rispettivamente a causa di rottura totale o parziale dei fogli metallici, ed il loro scorrimento allinterno degli stessi, determina le caratteristiche di duttilit di questi materiali. A livello mesoscopico, a seguito dei processi termici a cui i metalli sono sottoposti nella fase di forgiatura o nei vari trattamenti (processing) tesi a definire le caratteristiche di qualit del metallo, le dislocazioni presenti si muovono raggruppandosi allinterno del materiale e dando vita ad una trama di grani di diversa dimensione, forma ed orientazione. Di riflesso, come le dislocazioni, cos anche i grani contribuiscono alla determinazione delle propriet meccaniche del metallo influenzando oltre che la rigidezza e la duttilit, anche le propriet elettroniche e magnetiche. La combinazione di tutto quanto avviene alle diverse scale di visione si riflette in quello che il comportamento finale del materiale a scala macroscopica con le sue caratteristiche meccaniche ed il suo comportamento rispetto alle azioni statiche o dinamiche. Gli effetti positivi che si risentono sulla risposta meccanica dei metalli sottoposti ad azioni applicate con elevate velocit di deformazione sono principalmente:
un incremento della tensione di snervamento (yield stress); un incremento della tensione di rottura (ultimate stress); un incremento della deformazione in condizioni di rottura (ultimate strain) [12]; un incremento della deformazione uniforme [12]; un incremento della duttilit del materiale.
28
Rimane invece inalterata, a differenza di quanto avveniva per il calcestruzzo, la rigidezza elastica del materiale che non risente della sensibilit alla velocit di deformazione: questa indifferenza pu essere soprattutto imputata al fatto che il comportamento elastico del metallo da attribuire alla densit di dislocazioni presenti o, a scala mesoscopica, alla dimensione e forma dei grani che costituiscono la trama del materiale, fattori indipendenti dallo strain-rate [11]. La velocit di deformazione, invece, influenza solo il prolungamento della fase elastica, dovuto ad una maggiore apertura delle dislocazioni presenti, e per quanto riguarda il ramo plastico, il ritardo dello sviluppo di nuovi difetti allinterno del metallo: in alcun modo influisce la risposta elastica in termini di rigidezza del materiale. Inoltre, non possono essere trascurati due ulteriori importanti fenomeni che condizionano la risposta meccanica dei provini metallici ad elevati strain-rate:
Infatti, la lettura dei dati a valle dellattivit sperimentale, senza opportuni interventi correttivi che tengono conto di questi effetti, potrebbe dare adito a conclusioni erronee sulleffettivo comportamento dei materiali ad elevati strainrate.
29
Il primo dei due consiste nel fatto che durante i test, se la velocit di deformazione sensibilmente elevata (dellordine di 1023s-1), il provino subisce una trasformazione non isoterma a causa della trasformazione dellenergia meccanica in flussi di calore. Per questo motivo, il legame costitutivo presenta due distinti valori di snervamento che si susseguono dopo la caduta di tensione provocata dal decadimento delle caratteristiche meccaniche.
Ci dovuto al fatto che allinterno del campione, la grande quantit di energia sviluppata, provoca un innalzamento della temperatura (effetto Joule) che porta al peggioramento delle caratteristiche meccaniche ed, in alcuni casi, fino al rammollimento del materiale. Quindi, nel caso in cui non fossimo interessati alla reale risposta del materiale con annessi gli effetti provocati dal riscaldamento del provino, ma lo studio fosse orientato alla conoscenza dei meccanismi alla base della risposta meccanica del metallo dovremmo operare una correzione dei risultati sperimentali rendendo il modello teorico indipendente dalla temperatura. La revisione in tal senso viene effettuata in due stadi: dapprima identificando la relazione che intercorre tra velocit di deformazione, temperatura e tensioni nel provino mediante unanalisi termica a differenti temperature di prova e poi calibrando un modello analitico (usando il legame costitutivo di Johnson & Cook) che possa descrivere landamento della risposta meccanica del metallo [11].
30
Laltro aspetto da non trascurare per la corretta interpretazione della sensibilit allo strain-rate levoluzione del processo deformativo ed il fenomeno della strizione che, pur presentandosi in modo relativamente diffuso nel provino, presenta diverse velocit di assottigliamento con un massimo nella parte centrale. Questi due aspetti fanno si che il diagramma delle effettive tensioni nel provino sia sensibilmente diverso rispetto a quello senza correzioni restituito dalle prove: infatti, se come risultato dei test si ottengono curve decrescenti dopo il picco di snervamento, apportando le dovute correzioni alla reale superficie resistente durante tutto il processo, il legame costitutivo riacquista la forma tipica incrudente con ramo plastico crescente [13]. La corrispondenza tra valori ingegneristici e valori reali della curva tensionideformazioni si esplica secondo le seguenti relazioni
=
dove
F A
(1)
F A
31
= ln
dove
L L0
(2)
L L0
la lunghezza istantanea anche detta gauge length; la lunghezza iniziale del provino;
s=
dove
F A0
(3)
A0
e=
dove
L L0
(4)
L0 A0 = L A
per cui
(5)
A0 L = A L0
e quindi esplicitando L
(6)
A0 L0 + L = = 1+ e A L0
riscrivendo la (1) come
(7)
F A0 F A0 = A A0 A0 A
= s (1 + e )
(8)
32
= ln (1 + e )
(9)
La (8) e la (9) restano valide nellintervallo di processo in cui la deformazione resta uniforme distribuita lungo tutto il provino. Quando comincia la strizione per la true-stress continua a valere la (1) mentre per calcolare la true-strain deve essere misurata larea della sezione alla base dellassottigliamento tranne che nel caso in cui, noti L ed L0 durante tutto il processo, la strizione posizionata al centro di esse. Infine, essendo la (5) valida anche nella gauge section la true-strain potrebbe essere calcolata dalla relazione
= ln
dove
A0 A
(10)
33
34
Figura 1. 17 - Fotografia al microscopio elettronico di un acciaio con basso tenore di carbonio (low carbon steel)
Figura 1. 18 - Fotografia al microscopio elettronico di un acciaio con medio tenore di carbonio (medium carbon steel)
Figura 1. 19 - Fotografia al microscopio elettronico di un acciaio con alto tenore di carbonio (high carbon steel)
Acciai legati con atomi di silicio e manganese per basse velocit di deformazioni registrano un miglioramento delle caratteristiche meccaniche effetto per che non si mantiene costante anche per alti valori di strain-rate. Infatti, la presenza di questi atomi fa s che aumenti la sensibilit nei confronti della temperatura e che, quindi, per strain-rate elevati, la sensibilit alla velocit di deformazione si riduca. Un ulteriore peggioramento si pu notare in termini di duttilit del materiale con allungamenti che, nel caso quasi-statico, possono spingersi sino al
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Figura 1. 20 - Diagramma sforzo-deformazione per un acciaio con precipitazioni di Si e Mn per differenti strain-rates
Per gli acciai prodotti con laggiunta di atomi di nichel, rame ed alluminio possiamo introdurre un discorso pi ampio per cui se da un lato la sensibilit alla velocit di deformazione molto meno pronunciata rispetto ad un acciaio senza precipitazioni, dallaltro tale perdita di sensibilit compensata dallaumento della capacit duttile di qualche unit percentuale [16].
Figura 1. 21 - Diagramma true stress-strain per un acciaio con precipitazioni di Ni, Cu e Al per differenti strain-rates
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Prova a sostegno della scarsa variabilit della risposta meccanica allo strain-rate per acciai con la presenza di tali precipitazioni rappresentata dallanalisi comparativa al microscopio elettronico delle superfici di rottura del metallo per due diverse velocit di deformazione (rispettivamente 1 s-1 e 7.18102 s-1). Si nota, infatti, per le diverse velocit di deformazione, che la struttura rimane sostanzialmente invariata sia dal punto di vista della densit superficiale delle rugosit sia per quel che riguarda la loro altezza.
Figura 1. 22 - Fotografia al microscopio elettronico della superficie di frattura di un acciaio con precipitazioni di Ni, Cu e Al in condizione quasi-statiche e per elevato strain-rate
Altro importantissimo fattore che influenza la sensibilit alla velocit di deformazione il particolare processo di produzione seguito dallacciaio/ghisa. In particolare risulta rilevante la fase di raffreddamento che laustenite (prima forma del metallo ferroso dopo la fusione dei minerali) subisce e che determina la trasformazione in martensite (attraverso velocit di raffreddamento superiore al limite critico) o perlite (composto stabile di ferrite-cementite ottenuto con modeste velocit di raffreddamento). Nel caso della martensite il congelamento della struttura austenitica e, quindi, il mancato sviluppo e/o movimento delle dislocazioni, determina la qualit di durezza superficiale ma, allo stesso tempo, fragilit e scarsa tenacia. La perlite, invece, rappresenta un compromesso tra propriet elastiche e resistenza meccanica in quanto, durante la fase di raffreddamento eseguita a modeste velocit, si creano le condizioni favorevoli per la nascita e lorganizzazione delle dislocazioni. Le conseguenze per la sensibilit alla velocit di deformazione delle due diverse strutture dovrebbero portare nel
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primo caso ad un miglioramento contenuto in fase elastica, ma una buona crescita delle capacit duttile ed incrudente. Al contrario, per il secondo caso il miglioramento pi significativo sarebbe ipotizzabile per la fase elastica mentre, in campo plastico la struttura pi ordinata d luogo a minori ostacoli per lo sviluppo di una trama ordinata. Infine, ruolo altrettanto importante rivestito dai trattamenti termici di ricottura,
bonifica) accade che, a seguito del trattamento termico subito, lacciaio presenti
una grana pi fine. Ci, ad elevate velocit di deformazione, prolunga la risposta elastica ritardando lo sviluppo di nuove dislocazioni e migliora il ramo plastico evitando lallineamento dei difetti. Facilmente, dalle scansioni effettuate con il microscopio elettronico, si pu notare che se per la prova monotona quasi-statica la dispersione delle dislocazioni si presenta abbastanza regolare e strutturata secondo una trama con un orientamento preferenziale, nel caso di strain-rate elevato i difetti presenti amplificano le loro dimensioni ma non si riesce ad individuare una trama regolare delle dislocazioni [17]. infatti presente un minor numero di piani di scorrimento probabilmente gi esistente prima della prova e, si intravedono piccoli difetti che tuttavia non riescono a determinare nuovi piani di scorrimento.
Figura 1. 23 - Fotografia al microscopio elettronico della superficie di frattura in condizione quasi-statiche per un acciaio temprato
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Figura 1. 24 - Fotografia al microscopio elettronico della superficie di frattura ad elevata velocit di deformazione per un acciaio temprato
Come lacciaio cos anche la ghisa gode della positiva sensibilit allo strain-rate esibendo, per velocit di deformazione crescenti, resistenze sempre maggiori. Lalta percentuale di carbonio inglobata allinterno della struttura, per fa si che la duttilit si riduca e la rottura rimanga di tipo fragile [18].
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un miglioramento della rigidezza elastica (Youngs modulus); un consistente miglioramento del limite elastico; per strain-rate dellordine di 15002000 s-1, una lieve riduzione della capacit duttile del provino; anomalia di forma a rottura.
40
Analizzando le curve di risposta del materiale, concentrandosi in particolar modo sul solo tratto plastico, si pu osservare che essi differiscono per un fattore di scala legato alle diverse velocit di deformazione.
Figura 1. 28 - Ramo plastico dei legami tensione-deformazione in compressione con strain-rate per ladesivo epossidica polimerizzato a caldo e a freddo
dynamic static
41
rate
Figura 1. 29 - Coefficiente di incremento dinamico della tensione in compressione per la resina epossidica
un incremento della resistenza ultima (ultimate stress); il cambiamento della modalit di rottura da duttile a fragile; un lieve miglioramento della rigidezza elastica (Youngs modulus)
Anche in questo caso possiamo relazionare le tensioni di rottura ottenute per elevati strain-rate a quelle del caso statico ottenendo il coefficiente di incremento dinamico in trazione
42
Figura 1. 31 - Coefficiente di incremento dinamico della tensione in trazione per ladesivo epossidico
Per il sistema composito FRP, infine, sia in trazione che in compressione con fibre orientate nella direzione dellazione esterna, si nota [20] [21]:
un miglioramento della resistenza ultima; un incremento della rigidezza elastica; una riduzione della deformazione di rottura.
Figura 1. 32 - Risposta meccanica in compressione del sistema composito con fibre orientate nella direzione dellazione sollecitante
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Figura 1. 33 - Risposta meccanica in trazione del sistema composito con fibre orientate nella direzione dellazione sollecitante
per
trazione
compressione,
invece,
con
direzione
deviata
rispetto
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delle resine con polimerizzazione a freddo restituiva risultati pi scadenti rispetto a quelle con polimerizzazione a caldo. Altro punto su cui focalizzare lattenzione la riduzione della tensione di rottura che si registra nei sistemi compositi. Apparentemente risulta strano questo fenomeno perch, se la sensibilit alla velocit di deformazione imputabile alla matrice resinosa ed il processo di crisi delle fibre si origina per rottura del legame chimico interno, la deformazione ultima dovrebbe rimanere la stessa. Se, per, inquadriamo bene il problema, ragionando in termini di sistema composito e quindi di ruoli dei singoli componenti, possiamo spiegare questa apparente incongruenza. Infatti, la rottura attivata a livelli di deformazione pi bassi potrebbe essere la conseguenza del fatto che, nel trasferire gli sforzi alle fibre mettendole in compartecipazione, la resina non riesce ad assolvere la sua funzione completamente a causa dei tempi brevissimi in cui il processo avviene. Il risultato, quindi, quello di avere zone di concentrazione delle tensioni in cui la crisi si sviluppa prima senza che le altre fibre pi lontane possano intervenire nel meccanismo. Nellintento di portare a termine un discorso esaustivo, per, non si pu prescindere dallinvestigare in tutte le direzioni e sotto tutti gli aspetti possibili ciascun elemento alla base dei sistemi FRP. per questo motivo che per convalidare le supposizioni formulate sarebbero necessarie attivit sperimentali in questo senso soprattutto mirate allo studio del comportamento delle fibre di rinforzo. A tal proposito, in attesa di campagne di prova con l intento di accertare linsensibilit allo strain-rate per le fibre, possiamo gettare le base analitiche a sostegno della sperimentazione proponendo un semplice modello che metta in relazione il DIF della deformazione ultima del sistema FRP con i parametri meccanici della resina e del composito. La rigidezza del sistema pu essere calcolata con la media pesata delle rigidezze dei singoli elementi:
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Ec =
dove
Er r A + E f f A A
= Er r + E f f
(1)
E A
il modulo di Young larea totale del composito con i pedici c, r ed f si indicano rispettivamente i termini riferiti al composito, alla resina ed alle fibre.
La resistenza statica e dinamica del composito data (i termini dinamici sono contraddistinti dallapice):
f c = f r + f f = u ( Er r A + E f f A ) = u A ( Er r + E f f ) f c ' = f r '+ f f ' = 'u ( E 'r r A + E f f A ) = 'u A ( E 'r r + E f f ) nellipotesi che le fibre non siano sensibili allo strain-rate. Se rapportiamo la resistenza dinamica a quella statica otteniamo il DIF del sistema: DIF = f c ' 'u A ( E 'r r + E f f ) 'u = = fc u u A ( Er r + E f f ) E 'r r E f f + E Ec c (4)
(2)
(3)
DIF =
(5)
A questo punto non resta che attendere di validare questa espressione attraverso il confronto con i dati ottenuti dalle attivit sperimentali.
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
Capitolo II
Metodologie sperimentali per la misura delle caratteristiche tenso-deformative dei materiali sottoposti a regimi dinamici
Ogni regime di velocit di deformazione ha delle sue criticit che devono essere rispettate specie nellattrezzatura sperimentale che si adotta. Nello schema seguente sono riportate le criticit e le tecniche sperimentali idonee alla misura nei diversi intervalli di velocit.
Criticit
- allineamento del sistema - rigidit della macchina - inerzia - effetti delle vibrazioni - propagazione delle onde
Tecnica sperimentale
macchina universale macchina idro-pneumatica Hopkinson bar
Tabella 2. 1 - Schema delle metodologie di indagine per i diversi strain-rate con indicazioni sulle tecniche sperimentali utilizzate e le relative criticit
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
La barra di Hopkinson classica consiste praticamente nella generazione di onde di tensione (di compressione o di trazione) provocate dallimpatto di un proiettile lanciato su una barra solitamente di sezione trasversale circolare chiamata input bar o barra incidente, la quale trasferisce limpulso al provino inserito tra la input bar ed unaltra barra detta output bar o barra di trasmissione; durante il test, il provino si deforma plasticamente fino a rottura mentre le barre, incidente e di trasmissione, rimangono in campo elastico. Il proiettile viene generalmente sparato per mezzo di un piccolo apparato pneumatico a gas. Quando il proiettile impatta la barra incidente viene generato un impulso di compressione di ampiezza costante allestremo della barra incidente e del proiettile. Londa elastica piana di compressione incidente si propaga lungo linput bar, raggiunge linterfaccia barra-provino e carica dinamicamente questultimo. Il risultato dellinterazione tra onda incidente e provino governata dalle rispettive impedenze acustiche dipendenti dal materiale e dalle sezioni. Parte dell'onda viene riflessa, parte, invece, continua a viaggiare nel provino e nella barra di trasmissione.
2.1.1 Aspetti teorici alla base del funzionamento della Barra di Hopkinson
Il rispetto delle seguenti ipotesi di base sono necessarie nel permettere misurazioni accurate delle propriet meccaniche dinamiche dei materiali attraverso la barra di Hopkinson: il diametro delle barre deve essere piccolo rispetto alla lunghezza dellimpulso in modo che la trasmissione delle onde avvenga senza alcuna dispersione (le barre rimangono sempre in campo elastico); la lunghezza del provino deve essere piccola in modo che il tempo impiegato dallonda per propagarsi al suo interno trascurabile rispetto alla durata totale del test. Questa condizione permette allinterno del
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
provino le riflessioni necessarie per raggiungere una distribuzione omogenea delle tensioni e delle deformazioni in tutta la lunghezza del provino, il che significa anche condizioni di equilibrio delle forze agenti sulle estremit del provino. Rispettando le due condizioni sopraccitate e rimanendo le due barre in campo elastico, pu essere applicata la teoria della propagazione delle onde elastiche al sistema input bar-provino-output bar. In questo modo si possono ottenere le tre relazioni che permettono di calcolare la tensione, la deformazione e lo strain-rate nel materiale del provino in funzione del tempo misurando in maniera diretta limpulso incidente, riflesso e trasmesso di ampiezza rispettivamente I, R ed T. Si consideri la seguente figura che rappresenta il sistema input bar-provino-output bar
I and R
v1
L v2
Input bar
A0 , 0 , C0
specimen
A , , C
Output bar
Figura 2. 3 - Schema del provino inserito tra la barra incidente e riflettente per una prova con la barra di Hopkinson
= vC
dove
(1)
la tensione; la densit del materiale; la velocit della particella; la velocit del suono nel mezzo;
v C
=E
(2)
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
essendo poi
C2 = E
(3)
(4)
da questa relazione, misurando lI e lT possibile calcolare la velocit dellimpulso alle due estremit del provino interfaccia 1 v1 = C0 I interfaccia 2 v2 = C0 T (per t=0) (5)
per t>0 la velocit allinterfaccia 1 decresce perch parte dellonda incidente viene riflessa; cos si ha interfaccia 1 v1 = C0 ( I R )
d v1 ( t ) v2 ( t ) = dt L
(per t>0)
(6)
(7)
d C0 ( I R ) C0 ( T ) C0 = = ( I ( t ) R ( t ) T ( t ) ) dt L L
(8)
da cui si pu calcolare facilmente la deformazione del materiale integrando rispetto allintervallo di tempo [0;t]
C0 L
( t ) ( t ) ( t ) dt
0 I R T
(9)
per ottenere la tensione agente nel provino si impone lequilibrio delle forze agenti allinterfacce per cui si ha
F1 ( t ) F2 ( t ) 2A
(10)
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
A0 E0 ( I + R + T ) 2A
(12)
A0 E0 T (t ) A
(13) (14)
(15)
=
&=
2C0 L
( t )dt
0 R
2C0 R (t ) L
che sono le formule utilizzate per la costruzione dei legami costitutivi dei materiali soggetti ad alte velocit di deformazione.
2.1.2 La JRC Universal Modified Hopkinson Bar (MHB) per prove ad alte velocit di deformazione
La barra di Hopkinson classica stata usata principalmente per prove di compressione ad elevata velocit di deformazione soprattutto per piccoli provini di metallo. Una versione innovativa della barra di Hopkinson stata sviluppata presso il Joint Research Center (sito di Ispra) della Commissione Europea, in modo da poter essere usata lesecuzione di prove di trazione, compressione e taglio su provini polimerici o di metallo sia a temperatura ambiente che per valori molto bassi o estremamente elevati. Questo tipo di apparecchiatura permettere di eseguire prove negli intervalli di velocit di deformazione che vanno da 100 a 2000 s-1 (estendibili a 50 s-1 per il limite inferiore e fino a 50000 s-1 per sollecitazione di taglio). Quattro esemplari di MHB sono installate nel laboratorio DynaMat dellUniversity of Applied Sciences of Southern Switzerland di Lugano.
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
Figura 2. 4 - Esemplari di MHB del laboratorio DynaMat dellUniversity of Applied Scienses of Southern Switzerland
Lo sviluppo della MHB stato necessario per disporre di ununica macchina capace di lavorare in trazione, compressione e taglio, generando onde di lunga durata indispensabili per condurre test intorno ai 100 s-1 imponendo grandi deformazioni prima della rottura del provino in metallo duttile. Infatti, per esempio possiamo considerare il caso di un test dinamico a strain-rate di 100 s-1 per un provino con deformazione a rottura del 50% in cui la durata dellonda deve essere di 5 ms per deformare il provino prima della rottura. Usando la barra di Hopkinson classica equipaggiata per test dinamici sarebbe necessario lanciare un proiettile lungo pi di 10 m per ottenere unonda di durata pari a qualche ms, compito difficile in particolar modo per la realizzazione dellimpatto piano tra il proiettile e la input bar. Questultima, infatti, costituisce una condizione assolutamente necessaria per generare onde piane elastiche di tensione necessarie per la corretta analisi dei dati della barra di Hopkinson attraverso la pi importante teoria della propagazione delle onde elastiche piane. Lo schema della MHB in trazione
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
La MHB consiste in una barra pretesa (che sostituisce il proiettile utilizzato nella versione classica della Hopkinson bar) che costituisce unappendice solidale della input bar, seguita dalloutput bar e dal provino inserito tra le due. Il funzionamento della MHB basato sullaccumulo di un certo quantitativo di energia meccanica elastica nella barra di pretensione. La barra pretesa bloccata per mezzo di un sistema di blocco mentre laltro estremo collegato ad un attuatore idraulico per la messa in tensione. Una volta immagazzinata lenergia meccanica lungo la barra pretesa ed inserito il provino tra le due barre incidente e trasmittente, il meccanismo di blocco viene sganciato mediante la rottura fragile di un elemento, a questo punto si ha la generazione di due contemporanee onde elastiche piane: unonda di compressione che si propaga, alla rottura del pezzo fragile, dal sistema di blocco verso la sinistra della barra pretesa scaricandola; unaltra onda, ma di trazione, si propaga dal sistema di blocco lungo la input bar, il provino e loutput bar portando il provino a rottura. La durata dellimpulso che carica il provino corrisponde al valore del tempo che londa di scarico impiega per coprire la distanza tra la sezione libera della barra e lattuatore idraulico e ritornare indietro; lampiezza dellimpulso di tensione generato pari alla met del valore stabilito della pretensione statica nella barra realizzata a mezzo dellattuatore idraulico. Usando una barra pretesa di 6 m di lunghezza possibile generare onde di trazione di lunghezza 2.5 ms permettendo la deformazione fino alla rottura di un provino in materiale molto duttile sotto elevati strain-rate. In questo caso necessario utilizzare una barra trasmittente di lunghezza corrispondente a quella
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
pretesa per riuscire a leggere deformazioni del provino senza il disturbo provocato dalla sovrapposizione dellonda riflessa dalla barra finale che potrebbe rendere molto complicata lanalisi dei dati registrati nel corso della prova. Il meccanismo di blocco permette di ottenere una rampa di salita del carico molto rapida dellordine dei 30 s assicurando cos che la propagazione dellonda di tensione nel provino posto innanzi alla barra incidente sia piana ed elastica senza componenti di flessione. Infine, il diametro piccolo (circa 10 mm) rispetto alla lunghezza delle onde generate che sono dellordine di qualche metro, realizza le condizioni per la propagazione senza dispersione n assorbimento, lungo le barre incidente e trasmittente, alla velocit C0. Sulle barre incidente e di trasmissione, ad una certa distanza dal provino, vengono applicati degli estensimetrici elettrici a resistenza in semi-conduttori per registrare le deformazioni I provocate dallimpulso incidente, le deformazioni R causate da una parte dellonda incidente riflessa allinterfaccia input bar-provino, le deformazioni T provocata dallaliquota di onda incidente che viene sopportata dal provino e, quindi, trasmessa nelloutput bar. Nella figura successiva vengono mostrati i dati di una prova dinamica di trazione realizzata con la MHB in cui possibile osservare che: il chiaro andamento delle onde incidente, riflessa e trasmessa; il preciso piccolo intervallo dellonda incidente dellordine dei 30 s; lampiezza costante dellonda incidente; la caratteristica similitudine tra dati dellonda trasmessa con la relazione tensione-tempo registrata mediante un convenzionale test di trazione.
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
1.4 10
1.2 10
input output
1 10
Pulse [N]
6000
4000
2000
Time [s]
Figura 2. 6 - Registrazione delle onde incidente, riflessa e trasmessa misurate sullinput ed output bar durante una prova con la barra di Hopkinson modificata
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transmitted pulse
reflected pulse
Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
Figura 2. 7 - Provino metallico sagomato ed avvitato tra le due barre incidente e di trasmissione per una prova con la barra di Hopkinson modificata
Le due barre vengono strumentate mediante strain-gage in materiale semiconduttore che misurano le onde incidente, riflessa e trasmessa agenti nella sezione trasversale del provino. Come barra di pretensione viene utilizzata una parte della barra di input. La prova con la MHB si articola in due fasi descritte di seguito: per prima cosa per mezzo dellattuatore idraulico, con capacit massima di carico pari a 600 kN, viene messa in trazione la parte pretesa (6 m) della barra incidente del diametro di 10 mm; la pretensione accumulata nella barra viene trattenuta a mezzo di un sistema di blocco; come seconda operazione, viene rotto il bullone fragile del sistema di blocco rilasciando un impulso meccanico di trazione della durata di 2.4 ms con velocit di carico lineare nellintervallo di tempo, che si propaga lungo le barre incidente e trasmittente portando a rottura il provino metallico.
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
Figura 2. 8 - Set-up della barra di Hopkinson modificata per test su provini metallici
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
Figura 2. 9 - Set-up della barra di Hopkinson modificata per test su provini in calcestruzzo 1. attuatore idraulico; 2. barra dacciaio ad alta resistenza per laccumulo dellenergia (3 m); 3. dispositivo di blocco; 4. barra incidente; 5. strain-gage per la misurazione dellonda incidente e riflessa; 6. provino; 7. strain-gage per misurare londa trasmessa; 8. barra di trasmissione
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
Lalluminio viene scelto come materiale per le barre incidente e trasmittente a causa della sua impedenza acustica, non molto lontana da quella del calcestruzzo. La lunghezza della barra incidente e trasmittente connesse al provino sono tali che la riflessione dellonda dallestremo pi lontano non raggiunge il provino prima della rottura permettendo la raccolta dei dati senza interferenze. Il provino di calcestruzzo viene anchesso strumentato mediante uno strain-gage utilizzato per misurare ed analizzare gli effetti della propagazione dellonda al suo interno.
Figura 2. 10 - Provino in calcestruzzo con strain-gage applicato pronto per una prova con la barra di Hopkinson modificata
Prima della prova le superfici del calcestruzzo vengono levigate al fine di permettere un corretta applicazione alle barre di input e output.
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
sezione trasversale del provino. La barra pretesa in acciaio ad alta resistenza ed connessa saldamente alla barra incidente. La prova con la MHB viene condotta nel seguente modo: per prima cosa, per mezzo dellattuatore idraulico, con capacit massima di carico pari a 600 kN, viene messa in pretensione la barra di acciaio ad alta resistenza di lunghezza pari a 6 m e diametro di 12 mm; la pretensione immagazzinata nella barra viene trattenuta mediante un sistema di blocco; successivamente, viene rotto il bullone fragile del sistema di blocco che sprigiona limpulso meccanico di trazione della durata di 2.4 ms con velocit di carico lineare durante questo breve intervallo di tempo, che si propaga lungo le barre di input ed output portando a rottura il provino in calcestruzzo.
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
La Drop-weight Impact Machine costituita dai seguenti componenti: la base munita di due appoggi strumentati, su cui viene alloggiato il provino, capaci di registrare sia la reazione verticale che orizzontale in modo da avere un quadro statico completo del processo; un ariete rigido provvisto di maglio la cui caduta da altezza nota, allimpatto con il provino da testare, trasferisce energia che lo deforma fino a portarlo a rottura;
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
le guide che permettono allariete di scorrere secondo la direzione verticale impedendo svergolamenti e strumentate con fotocellule in modo da registrare i parametri del moto di caduta;
gli accelerometri installati lungo la semilunghezza della trave a distanza nota che permettono di ricostruire la deformata ed il moto di deformazione del provino.
Figura 2. 12 - Drop-weight impact machine di un laboratorio tedesco Figura 2. 13 - Versione di dimensioni ridotte di drop-weight impact machine
Quando la prova ha inizio, lariete viene fatto cadere da altezza nota quindi il maglio impatta la trave e ne provoca la deformazione fino a rottura; durante lesperimento le fotocellule registrano il moto di caduta, gli accelerometri leggono lo spostamento dei punti della trave su cui sono installati e, per interpolazione, ricostruiscono il processo di deformazione dellintera trave, infine, questi dati, mediante il principio dei lavori virtuali, vengono elaborati per calcolare lenergia di frattura d la risposta meccanica dellelemento [5].
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
Figura 2. 14 - Provino in calcestruzzo armato dopo il test con la drop-weight impact machine
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Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
Il corpo macchina della hydro-pneumatic formato da tre organi sostanzialmente: un serbatoio cilindrico diviso da un pistone a perfetta tenuta in due camere luna riempita di gas a pressioni elevate, laltra contenente acqua che allatto di dare inizio alla prova viene evacuata attraverso un orifizio calibrato a mezzo di un elettro-valvola rapida; unasta cilindrica collegata rigidamente al pistone in comunicazione con lesterno della camera riempita di gas a mezzo di una guarnizione ermetica da un lato e dallaltro connesso al provino da testare; in prossimit dellattacco pistone-provino una piastra solidale col pistone permette di registrare i movimenti di questultimo attraverso un trasduttore di spostamento non a contatto; una barra elastica di cui un estremo incastrato rigidamente al supporto fisso della macchina e laltro viene connesso al provino metallico; la funzione di questa barra strumentata per la lettura delle deformazioni a mezzo di uno strain-gage quella di leggere durante la prova il carico sopportato dal campione testato. Il funzionamento della hydro-pneumatic machine consiste nellimprimere con elevata velocit una forza al pistone provocando una differenza di pressione nel serbatoio cilindrico svuotando la camera riempita di acqua. Schematicamente pu essere descritto come di seguito: le due camere del serbatoio vengono riempite luna di gas e laltra di acqua stabilendo lo stesso valore di pressione e quindi senza che siano applicate delle forza sulle facce del pistone che resta in equilibrio; il provino viene fissato tra le due barre, quella collegata al pistone e quella elastica fissa strumentata; attivando lelettro-valvola rapida che tappava la camera riempita dacqua la si mette in comunicazione con lesterno e la forza esercitata dalla pressione del gas sulla faccia del pistone prevale. Il pistone comincia cos ad accelerare riducendo le dimensioni della camera colma di acqua e provocando, simultaneamente, la fuoriuscita a velocit costante del liquido attraverso lorifizio calibrato e lapplicazione al provino di un carico con
66
Cap. II METODOLOGIE SPERIMENTALI PER LA MISURA DELLE CARATTERISTICHE TENSO-DEFORMATIVE DEI MATERIALI SOTTOPOSTI A REGIMI DINAMICI
deformazioni che si evolvono a strain-rate costante. Il movimento del pistone a velocit costante e, quindi, la costanza della velocit di deformazione durante tutta la prova sono legati principalmente allapplicazione della forza esercitata dal gas sulla superficie del pistone in modo costante. In questo senso buoni risultati possono essere raggiunti limitando la variazione di volume della camera riempita di gas e quindi, conseguentemente contenendo la diminuzione di pressione al suo interno. Questo obiettivo pu essere perseguito limitando lescursione del pistone intorno a circa il 10% del volume della camera piena di gas; il carico impresso al provino viene letto attraverso la barra dinamometrica elastica strumentata mentre lallungamento viene registrato a mezzo del trasduttore di spostamento applicato sulla piastra collegata alla barra solidale con il pistone.
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Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
Capitolo III
Interpretazione analitica della sensibilit alla velocit di deformazione dei materiali strutturali
Dal punto di vista computazionale nellattivit di progettazione, il miglioramento del comportamento meccanico dei materiali interessati dal fenomeno della sensibilit alla velocit di deformazione viene tenuto in conto inserendo allinterno delle relazioni costitutive dei fattori correttivi. Questi ultimi vengono espressi, in modo diverso, a seconda della teoria di base a cui ci si riferisce ed hanno espressioni pi o meno complesse in funzione del numero di variabili da considerare per la corretta analisi del comportamento del materiale oggetto di studio. Nel seguito verr fatta una panoramica dei legami costitutivi, frutto delle attivit sperimentali, che contemplano la sensibilit alla velocit di deformazione e, successivamente, saranno illustrati, relativamente ai materiali oggetto di questo lavoro, le relazioni contenute allinterno del codice di calcolo LS-Dyna ed utilizzate dal programma per modellare il comportamento meccanico ad elevati strain-rate dei materiali.
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Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
0
&
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Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
Per quanto riguarda la relazione di Cowper-Symonds ci sono due aspetti da mettere in evidenza: il primo si riferisce ai parametri caratteristici del materiale ed in particolar modo il coefficiente D che risulta essere funzione del livello deformativo attinto dal provino. Per una corretta interpretazione dei dati, quindi, sarebbe necessario introdurre nella formula del legame costitutivo tale dipendenza. A questa soluzione si preferisce, per, una diversa opzione e cio quella di calcolare questo parametro per diversi valori della tensione corrispondenti a stati di deformazione via via crescenti; il secondo riguarda il modo di applicare il modello e vengono proposte due procedure differenti:
o una che consiste nellamplificare la sola tensione di snervamento e
traslare tutti i punti del tratto plastico del legame costitutivi di una stessa quantit pari alla differenza tra il valore della tensione di snervamento statica e quella dinamica (modo I);
o laltra, invece, applica il modello costitutivo a tutti i punti della
70
Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
&
la velocit di deformazione;
q, B e C sono tre parametri funzione del materiale. Per non aggravare lonere computazionale, per, attestata la contenuta variabilit del parametro q, lo si mantiene costante durante tutta lapplicazione di questo tipo di legame. In letteratura, inoltre, dai numerosi dati disponibili si evince che non vengono apportati miglioramenti sostanziali rispetto al precedente modello anche perch il parametro B risulta molto prossimo al D della relazione di CowperSymonds ed il prodotto C spesso trascurabile.
= A + B ( p )
dove A
B e n sono costanti caratteristiche del tratto plastico e dellincrudimento C una ulteriore costante che esprime la sensibilit alla velocit di &0 (suggerita dagli deformazione rispetto al valore di riferimento autori pari a 1 s-1); T Tf m la temperatura ambiente in scala assoluta; la temperatura di fusione del materiale in scala ssoluta; un parametro caratteristico del materiale.
A questa forma bisogna per apportare delle modifiche di tipo analitico che riguardano linsieme di definizione delle velocit di deformazione: infatti, per &0 la relazione di Johnson & Cook restituisce valori al di sotto valori al di sotto di
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Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
& estremamente bassi, dati addirittura della tensione di snervamento statica e, per
negativi. Quindi, apportando le dovute correzioni, si ottiene che la relazione assume la seguente forma
& 1s 1 = 0 T 300 m n & 1 & > 1s = A + B ( p ) 1 + C ln 1 T 300 & 0 f
dove
3.1.4 Confronto tra i modelli costitutivi di Cowper-Symonds, Jones e Johnson & Cook
Tra i tre modelli appena descritti, il confronto pi interessante che si evince da unanalisi comparata delle previsioni ottenute mediante questi legami costitutivi riguarda la legge di Cowper-Symonds e quella di Johnson & Cook. Il modello di Jones, invece, per la scarsa carica innovativa e la sostanziale similitudine con quello di Cowper-Symonds non risulta interessante [24]. Per quanto riguarda il confronto tra gli altri due, si pu dire che a fronte di una maggiore semplicit ed una pi rapida convergenza del modello di Johnson & Cook nello stabilire il valore dei parametri caratteristici dei materiali necessari allutilizzo delle formule, il legame di Cowper-Symonds interpreta meglio i dati sperimentali specie per valori molto elevati della velocit di deformazione prossimi a 103 s-1 [18]. Lo svantaggio principale, per, del modello di Cowper-Symonds risiede nel fatto che, soprattutto nellapplicazione al caso dei materiali metallici, trascurare linfluenza della temperatura nellevoluzione del processo dinamico non consente di interpretare correttamente tutti gli aspetti che concorrono nella realt a definire la risposta meccanica del materiale. Ma, ci nonostante, quello di Cowper-Symonds risulta il modello maggiormente applicato per la migliore corrispondenza tra dati analitici e risultati sperimentali.
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Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
dove
&
la velocit di deformazione;
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Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
dove
&' =
&p la velocit di deformazione plastica rapportata alla velocit di &0 deformazione iniziale; una costante funzione del materiale.
Nel secondo modo, invece, nella fase di input dei dati, si definiscono i fattori di scala amplificativi della tensione di snervamento in funzione della velocit di deformazione cosicch, durante lanalisi, il programma pu attingere al valore corrispondente allo strain-rate del processo. Infine, ulteriore alternativa, quella di specificare i legami costitutivi del materiale a diversi strain-rate cos da formare una famiglia di curve
& ) a cui il programma fa riferimento durante tridimensionali nello spazio ( ; ;
lanalisi.
Al primo di questi tre modi di concepire il fenomeno, per completezza, possono essere talvolta aggiunte delle opzioni allinterno della sezione VP: Formulation for rate effects utilizzabili dal programma per meglio interpretare la modellazione che si sta effettuando dello strain-rate. Le opzioni attivabili dallutente sono: scale yield stress; viscoplastic formulation;
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Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
dove con la prima la tensione del materiale si ottiene semplicemente moltiplicando la tensione statica per il fattore correttivo derivante da una qualunque delle teorie di base proposte; con la seconda opzione, invece, la tensione dinamica il risultato della somma di quella statica corrispondente e di unaliquota della tensione di snervamento statica. Le due opzioni fanno si che, ipotizzando un materiale elasto-plastico incrudente sensibile allo strain-rate, il legame costitutivo dinamico sarebbe
Viscoplastic Formulation r r y = y r y r y
Figura 3. 2 - Formulation for rate effect - possibili applicazioni degli effetti dello strain-rate al ramo plastico di un legame costitutivo
Questi tre modi di interpretare la dipendenza dallo strain-rate del materiale con le relative opzioni possibili fanno si che lutente abbia, di volta in volta, a seconda del caso particolare che si trova a risolvere, lopportunit di scegliere luno o laltro strumento per meglio modellare il comportamento reale del materiale. Quanto di seguito riportato costituisce unanalisi dei legami costitutivi utilizzati dal software LS-Dyna tesa allindividuazione del modo con cui lo strain-rate viene portato in conto dal programma di calcolo e dei principali parametri che lo caratterizzano. A partire da quanto riportato nel manuale duso del software, lanalisi delle leggi costitutive disponibili nel database riguarder esclusivamente quelli applicabili in caso di strain-rate.
75
Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
dove
&
la velocit di deformazione;
C e p sono due costanti caratteristiche del materiale. Al momento dellinserimento dei dati nelle card del programma anche possibile selezionare lopzione Viscoplastic Formulation o Scale Yield Stress allinterno della sezione VP: Formulation for rate effects cos da applicare in modo appropriato lo strain-rate alla parte plastica del legame costitutivo.
&p ,T ) YT = f (
dove
&p
T
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Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
lincremento di temperatura adiabatica, dovuto al riscaldamento prodotto dalla deformazione plastica (effetto Joule), ne causano il rammollimento. Gli effetti della sensibilit alla velocit di deformazione sulla tensione di snervamento sono tenuti in conto mediante un fattore amplificativo del tipo
&' 1 + C ln
dove
&' =
Anche in questo caso possibile nellinserimento dei dati selezionare lopzione Viscoplastic Formulation o Scale Yield Stress nella sezione VP: Formulation for rate effects cos da specificare il comportamento plastico pi appropriato per il materiale da modellare ad elevati strain-rate. In aggiunta, per una maggiore precisione della modellazione, possono essere utilizzate forme quadratiche del fattore amplificativo del tipo
oppure forme esponenziali, proposte da vari autori, tra cui quella di Cowper-
o, ancora,
(&')c
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Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
fasi diverse del materiale, ed il regime tensionale presente, con la possibilit di far migrare gli sforzi verso uno dei due (quindi adatto per il calcestruzzo armato). Nel primo modo viene adottato il criterio di crisi di Mohr-Coulomb con i limiti di Tresca quindi il calcolo viene condotto in termini di coesione ed angolo di attrito fino al limite elastico rappresentato dallinvariante
1 3
2 come mostrato in figura.
Figura 3. 3 - Superficie di crisi di Mohr-Coulomb con limiti di Tresca utilizzati dal MAT 016
Nel secondo, invece, si hanno due curve che rappresentano la soglia di danno e la soglia di rottura, e la crisi del materiale avviene a seconda dello stato di sollecitazione (in termini di pressione esterna) passando attraverso una di queste superfici.
78
Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
possibile, inoltre, selezionare opzioni aggiuntive riguardanti la modellazione del calcestruzzo armato che tengono conto di relazione aggiuntive tra i parametri meccanici proprie di questo composito e dellinterazione delle diverse fasi una volta specificata la percentuale di rinforzo. Infatti, allinserimento manuale di tutti i parametri caratteristici di questo modello da inserire nella card di input dei dati si pu prediligere lassegnazione della sola tensione di rottura del calcestruzzo non confinato fc lasciando al programma stesso il compito di derivare tutte le costanti da questunico valore. Per questo modello la dipendenza dallo strain-rate viene espressa in maniera diretta attraverso lassegnazione di curve che esprimono la risposta del materiale in funzione della velocit di deformazione e la definizione dellequazione di stato per cui i parametri dipendono direttamente dalla pressione a sua volta legata alla deformazione volumetrica. questo il modo pi corretto di trattare il fenomeno ma, al tempo stesso, costituisce un ulteriore difficolt perch presuppone la conoscenza del legame che intercorre tra tensione e velocit di deformazione e dellequazione di stato del materiale.
79
Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
dove
&
la velocit di deformazione;
80
Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
elasto-plastico viene tenuto in conto adottando una curva di risposta meccanica bilineare definita attraverso il modulo elastico ed il modulo tangente; per lo strain-rate, invece, si pu scegliere una delle tre opzioni contemplate dal software. Se si utilizza il modello di Cowper-Symonds la tensione di snervamento viene amplificata mediante il coefficiente
& p 1+ C
1
dove
&
la velocit di deformazione;
C e p sono due costanti caratteristiche del materiale. Se viene selezionata lopzione scale yield stress, si ha la possibilit di inserire nelle curve di carico un fattore di scala costante lungo tutto il tratto plastico che amplifica la resistenza del materiale dopo lo snervamento. Ulteriore possibilit quella di immettere unintera famiglia di legami plastici in funzione della velocit di deformazione come mostrato in figura, cosicch il programma adotti la legge appropriata per qualsiasi valore di strain-rate.
Infine, possibile scegliere lopzione Viscoplastic Formulation cos da interpretare in altro modo gli effetti che lo strain-rate ha sulla parte di legame costitutivo che segue lo snervamento.
81
Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
dove
&
la velocit di deformazione;
3.2.9
Allinterno del database del programma esiste una sezione composta da 10 modelli dedicata alla personalizzazione delle caratteristiche dei materiali da modellare mediante la definizione di legami costitutivi con propriet arbitrarie da parte dellutente.
dove
la tensione del materiale; la costante elastica; la deformazione plastica; la velocit di deformazione plastica normalizzata.
&
Al momento dellinserimento dei dati nelle card del programma anche possibile selezionare lopzione Viscoplastic Formulation allinterno della sezione VP: Formulation for rate effects.
82
Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
&0 e, nella formula della tensione del materiale adottata dal programma, attraverso
il coefficiente amplificativo
eT ( C3 +C4 ln (& ))
dove
T C3 e C4
&* =
& &0
Anche per questo modello possibile selezionare lopzione Viscoplastic Formulation allinterno della sezione VP: Formulation for rate effects.
83
Cap. III INTERPRETAZIONE ANALITICA DELLA SENSIBILIT ALLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE DEI MATERIALI STRUTTURALI
dove
&
la velocit di deformazione;
C e p sono due costanti caratteristiche del materiale; oppure attraverso la definizione delle curve di carico in funzione del gradiente di deformazione cos da amplificare la superficie di crisi secondo le due opzioni: scale yield stress oppure Viscoplastic Formilation.
84
Capitolo IV
Linfluenza della velocit di deformazione nelle normative tecniche
Le attivit dellingegneria strutturale sono legate inscindibilmente ai modelli che la teoria tecnica, nei vari secoli di evoluzione, ha creato per interpretare ci che effettivamente accade nellattivit pratica. Semplici codificazioni della realt o elaborate interpretazioni dei fenomeni, i modelli hanno accompagnato nel passato, e continuano tuttora a farlo, la pratica progettuale delle discipline tecniche confermati e rinnovati dalle evidenze sperimentali e dai risultati pratici. Ma la validazione dei modelli teorici, in quanto strumenti di base per la guida della progettazione, passa per un ulteriore indispensabile stadio: la contemplazione degli stessi da parte dei testi normativi. Questi ultimi, infatti, costituendo lelemento cardine per la convivenza civile in ogni paese evoluto, si presentano come invalicabili limiti nellidentificare tutto quanto permesso operare sul territorio. Per questo motivo lo stato dellarte fin ora compiuto per quanto riguarda la sensibilit alla velocit di deformazione dei materiali di interesse dellingegneria civile non poteva trascurare il modo in cui questo fenomeno viene contemplato nei codici normativi. Nel seguito, quindi sar illustrato come la normativa italiana per le costruzioni, il codice europeo e le disposizioni dellagenzia americana per le armi trattano lo strain-rate nellintento di completare il quadro descrittivo dellargomento.
85
86
Con maggiore dettaglio sono invece illustrate le azioni che agli eventi accidentali causano sulla struttura con particolare interesse, nei confronti delle esplosioni, verso gli effetti delle esplosioni interne di gas naturale e, per quanto riguarda gli urti, verso le collisioni con mezzi i di trasporto. Nel caso delle esplosioni, il primo punto su cui il testo concentra lattenzione il fatto che, nellottica della gerarchia delle resistenze, la normativa prevede che agli elementi chiave giunga una sollecitazione depurata dellenergia assorbita da eventuali pannelli di sfogo (quali possono essere le tamponature). Quindi, le formule della pressione di progetto pd fanno tutte riferimento alla pressione pv in corrispondenza della quale i pannelli di sfogo cedono con un limite superiore fissato in 20 kN/m2 e per volumi fino a 1000 m3.
p 0.04 pd = max 3 + pv ;3 + v + 20 2 ( Av V )2
(1)
dove
pv Av V
ha il significato anzidetto; larea delle componenti di sfogo in m2; il volume dellambiente in m3.
Per gli urti, invece, la normativa assume un carattere molto prescrittivi elencando, per ogni mezzo di trasporto considerato (veicoli, treni, imbarcazioni ed aeromobili) nei vari casi ipotizzabili (urto sopra o sotto un ponte, direzione parallela o ortogonale al senso di marcia, etc.), le azioni di progetto Ad da prendere in considerazione senza trascurare area di carico (estensione e posizione) e angolo di incidenza della sollecitazione. Da evidenziare il fatto che, nel caso di urti tra strutture ed aeromobili, la normativa si limita a considerare il solo caso di elicotteri in situazione di atterraggio demergenza qualora sulla copertura sia prevista una piattaforma. In questo caso lazione di progetto Ad risulta pari a
Ad = A m
(2)
dove
A m
87
Purtroppo la normativa italiana si mostra poco sensibile agli effetti dello strainrate nellambito della progettazione strutturale, cosa sicuramente deprecabile se si pensa che si tratta di un testo dalla genesi molto concitata e dallelaborazione recente. Lascia per la possibilit, in casi straordinari di edifici di particolare rilevanza o di esplicita richiesta da parte del committente, la possibilit di ricorrere a scenari progettuali pi approfonditi e modelli di calcolo pi elaborati con implicito rimando alle normative europee.
88
possibili situazioni di impatto, esplosione e penetrazione di elementi strutturali per mezzo di corpi con diverse rigidezze o ordigni di varia natura. Nel seguito sono riportate le formule proposte dal bollettino CEB per il calcolo delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo e dellacciaio e le linee guida per una corretta schematizzazione di un evento dinamico impulsivo. Per il calcestruzzo, per sollecitazioni di compressione fino a velocit dellordine 3102 s-1, il testo propone per quanto riguarda il calcolo della resistenza ultima dinamica rapportata a quella statica del materiale la seguente formula in termini di strain-rate:
& fd = &0 fs
1.026
(1)
& fd = 3 &0 fs
(2)
dove
fd fs
&
&0
1 9f 5+ s f0 dove
log = 6.156 2
Per lincremento di rigidezza, valido indipendentemente per calcestruzzi appartenenti a qualsiasi classe di resistenza:
0.026
& Ed = &0 Es
dove
Ed Es
(3)
89
Per lincremento della deformazione ultima, applicabile sia in compressione che in trazione ed, anche in questo caso, valido per qualsiasi classe di resistenza:
u & d = u &0 s 0.020
(4)
dove
u d
su
Per sollecitazioni di trazioni, invece, il bollettino suggerisce per le caratteristiche meccaniche rispettivamente di resistenza ultima, rigidezza e deformazione a rottura in termini di strain-rate:
1.016
& fd = &0 fs
(5)
& fd = 3 &0 fs
(6)
dove
& e &0 f d , f s,
1 6f 10 + cs f0 dove
Per lincremento di rigidezza, valido indipendentemente per tutte le classi di resistenza del calcestruzzo:
0.016
& Ed = &0 Es
dove
& e &0 Ed, Es,
(7)
In aggiunta viene fornita dal bollettino anche una relazione che lega la resistenza a trazione con quella a compressione in campo dinamico:
f tm = 0.20 3 f cm
2
(8)
90
Nel passare agli acciai da armatura lenta e da precompressione, il bollettino n187 concentra lattenzione sulla sola risposta dinamica in trazione di unampia gamma di acciai formati a caldo, a freddo o di alta qualit (da precompressione) e introduce due modelli teorici che interpolano in maniera soddisfacente i dati sperimentali. I risultati in termini di tensioni e deformazione di snervamento, resistenza ultima, deformazione plastica uniforme e deformazione a rottura (sulla base di 5 e 10 diametri) vengono, quindi, proposti scegliendo una delle due formulazioni sperimentali (in particolare secondo il modello di Johnson and
Cook) che interpreta meglio i dati raccolti dai test condotti su questo tipo di
materiale. Si ottengono cos, per un tipico acciaio da carpenteria laminato a caldo le seguenti formulazioni:
f yd f ys 6.0 & ln = 1+ f ys &0
7 .0 & fd ln =1+ f & fs s 0 1 .5 & f ud ln =1+ &0 f us f us 0 .3 & dp ln =1+ p p &0 s s
5 0 .2 & ud ln =1+ 5 5 &0 us us
tensione di snervamento
(9)
tensione massima
(10)
tensione di rottura
(11)
(12)
(13)
dove
fyd fys
&
la tensione di snervamento dinamica; la tensione di snervamento statica; la velocit di deformazione; pari a 510-5 s-1; la massima tensione dinamica; la massima tensione statica; la tensione ultima dinamica;
&0
fd fs fud
91
fus
la tensione ultima statica; la massima deformazione plastica dinamica; la massima deformazione plastica statica;
dp sp
Da evidenziare risulta, infine, il fatto che per il modulo elastico e per tutte le caratteristiche di resistenza degli acciai da precompressione viene puntualizzata linsensibilit allo strain-rate considerando trascurabili le lievi variazioni che in campo dinamico si riescono ad apprezzare. Vengono fornite delle relazioni per gli acciai armonici solo per la deformazione plastica uniforme e per gli allungamenti a rottura su 5 e 10 diametri molto simili a quelle degli acciai da armatura lenta. Per quanto riguarda la progettazione, invece, il testo introduce in primis le possibili cause che provocano nelle strutture alte velocit di deformazione distinguendo tra esplosioni, urti ed impatti (hard e soft impact a seconda che il corpo impattante sia rispettivamente pi o meno rigido dellelemento impattato) e fornisce le relazioni analitiche per la prevenzione dei fenomeni di perforazione e penetrazione. Infine, sono proposti numerosi esempi di calcolo riguardanti elementi strutturali di diversa natura e composizioni sottoposti ad azioni tipo esplosioni, impatti, urti e carichi impulsivi.
in carpenteria metallica nei confronti di esplosioni accidentali. Si tratta di un articolato compendio in cui vengono minuziosamente trattati gli effetti provocati
92
da esplosioni accidentali sia dal punto di vista analitico, per quanto riguarda la schematizzazione degli eventi impulsivi mediante analisi dinamiche, che dal punto di vista pratico, con la definizione di linee guida per la progettazione e lo svolgimento di numerosi casi esemplificativi. Dopo una prima parte in cui sono illustrate le strutture di interesse del manuale, i tipi di eventi accidentali trattati e le basi principali dellanalisi dinamica delle strutture, il TM 5-1300 concentra lattenzione sui due materiali pi largamente usati nellingegneria civile statunitense: il calcestruzzo armato e lacciaio da carpenteria metallica, con maggiore interesse rivolta verso questultimo per la sua notoria diffusione. Limpostazione globale, per, molto votata allapplicazione pratica quindi sono poco i riferimenti agli effetti che lo strain-rate in senso stretto provoca nei materiali mentre molto pi ampia risulta la trattazione della risposta meccanica ad eventi accidentali quali le esplosioni. In questottica, il manuale quindi propone di utilizzare coefficienti di incremento dinamico alla stregua dei coefficienti parziali di sicurezza in funzione dellevento accidentale, a seconda cio che lesplosione sia lontana (far) o interna (close-in), e della sollecitazione caratteristica dellelemento. Si ottengono in questo modo le seguenti tabelle, per il calcestruzzo armato
Far design range fyd/fys fud/fus fdc/fc
Type of stress
Bending Diagonal Tension Direct shear Bond Compression
Reinforcing bars Concrete Reinforcing bars Concrete 1.17 1.00 1.10 1.17 1.10 1.05 1.00 1.05 1.19 1.00 1.10 1.00 1.12 1.23 1.10 1.10 1.23 1.13 1.05 1.00 1.00 1.05 1.25 1.00 1.10 1.00 1.16
Tabella 4. 1 - Valori del DIF per il calcestruzzo in compressione e per le barre dacciaio in funzione del tipo di esplosione e della sollecitazione agente
93
Tabella 4. 2 - Valori del DIF per la tensione di snervamento dellacciaio in funzione della sollecitazione e del tipo di acciaio
Tabella 4. 3 - Valori del DIF per la tensione di rottura dellacciaio per diverse tipologie di barre
dove
la tensione ultima dinamica di compressione del calcestruzzo; la tensione ultima statica di compressione del calcestruzzo; la tensione di snervamento dinamica dellacciaio; la tensione di snervamento statica dellacciaio; la tensione ultima dinamica dellacciaio; la tensione ultima statica dellacciaio; il coefficiente di incremento dinamico (DIF) per la tensione ultima dellacciaio; indica valori stimati per interpolazione.
c *
Ulteriori indicazioni progettuali vengono poi fornite in una tabella per il calcestruzzo armato in merito alla composizione delle tensioni dei due materiali di base da utilizzare in fase di calcolo nelle analisi dinamiche in funzione della sollecitazione agente e della capacit duttile della sezione
94
Type of stress
Bending
2 < m 5 5 < m 10 0 < m 2 2 < m 5 5 < m 10 0 < m 2 2 < m 5 5 < m 10 0 < m 2 2 < m 5 5 < m 10 (4)
(2) (2)
fdc fdc fdc fdc fdc fdc fdc
Direct shear
(3) (3)
fdc
Compression
Tabella 4. 4 - Tensioni di calcolo per analisi dinamiche in funzione dello stato di sollecitazione
dove
la tensione ultima dinamica di compressione del calcestruzzo; la tensione di snervamento dinamica dellacciaio; la tensione ultima dinamica dellacciaio; la massima rotazione supportata dalla sezione; rottura del calcestruzzo quindi contributo nullo; il contributo del calcestruzzo viene trascurato affidando la capacit portante alla sola armatura di rinforzo; indipendente dalla capacit rotazionale.
m
(2) (3) (4)
Per quanto riguarda le tensioni diagonali si pu notare come il manuale tratta diversamente i casi in cui allinterno dellelemento sia o meno inserita apposita armatura a taglio. Infatti, particolare attenzione viene posta sullarmatura a taglio
95
per limportanza che questo tipo di rinforzo riveste in condizioni dinamiche e nella modalit di rottura fragile o duttile. Per lacciaio da carpenteria metallica, invece, importanti riferimenti vengono indirizzati alle diverse classi di duttilit del materiale ed alle modalit di rottura secondarie, cio quelle dovute allinstabilit dellelemento o al meccanismo fragile localizzato. Nel caso della duttilit, nel rispetto della gerarchia delle resistenze, il manuale suggerisce di progettare in base alla resistenza dellelemento per classe di duttilit bassa (10) o in funzione della capacit plastica nellaltro caso (>10). Per le modalit di rottura secondarie, invece, il primo dei due viene ulteriormente scisso in due sottocasi distinguendo il meccanismo di instabilit globale della struttura innescabile a seguito di carichi simmetrici (ad es. esplosioni interne) rispetto al fenomeno di instabilit di un elemento della struttura provocato da carichi disposti non simmetricamente. Alla fine del TM 5-1300 vengono riportati esempi progettuali riguardanti intere strutture o singoli elementi, con capacit resistenti e deformative che li rendono atti a sopportare gli effetti delle esplosioni, senza trascurare pratiche soluzioni progettuali e dettagli costruttivi.
96
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Capitolo V
Influenza della velocit di deformazione sul legame M - per sezioni in calcestruzzo armato
La risposta meccanica di una struttura sottoposta a carichi statici acquista fondamentale importanza quando ad essa si collega una certa probabilit di perdita di vite umane. Cos, allora, grande importanza comincia ad essere rivolta alle riserve di energia a cui la struttura pu attingere nelleventualit che, raggiunto il limite elastico, essa debba continuare a deformarsi per dissipare gli effetti delle sollecitazioni agenti. In questottica, quindi, ci si cominciati a concentrare sulla duttilit di una struttura a tutti i livelli in cui questa si manifesta:
duttilit dei materiali, preferendo rotture lato acciaio anzich per
curvatura;
duttilit di elemento, prediligendo meccanismi di rottura per flessione e
plastiche che possa innescare labilit agli elementi trave scongiurando la configurazione di piano soffice;
97
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Ancora pi importante, per, diventa la possibilit di poter disporre di riserve di duttilit nel caso in cui gli eventi sollecitanti non siano pi di natura statica ma dinamica. Questo perch, proprio a causa della rarit dellevento dinamico, la bassissima probabilit di accadimento mista allindiscutibile entit della sollecitazione fa s che la struttura sia sottoposta ad eccezionali richieste di resistenza e rende accettabile lattingimento di deformazioni in campo plastico. Quando viene raggiunto e superato il limite elastico, la struttura comincia a dissipare le riserve di duttilit disponibili ai vari livelli, ma tra tutti quelli appena illustrati rivestono grande importanza i primi due perch sono indipendenti dai criteri di progettazione di una struttura. Infatti, se per garantire la duttilit di struttura basta rispettare la gerarchia delle resistenze tra colonna e trave e per quella dellelemento prediligere una rottura per flessione anzich per taglio, la duttilit dei materiali e della sezione sono intrinseci una volta scelti appunto i materiali (e la percentuale di armatura) e la geometria della sezione trasversale. Di seguito, invece, sar trattata in maniera approfondita la duttilit di sezione mediante lanalisi del legame M- in condizioni statiche e dinamiche: nel primo caso saranno evidenziati gli elementi caratterizzanti di questa relazione concentrando lattenzione sullevoluzione della risposta meccanica; nel secondo, invece, saranno introdotte le influenze della sensibilit alla velocit di deformazione per ricostruire un legame M- dinamico funzione dello strain-rate del processo.
98
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
conservazione delle sezioni piane; perfetta aderenza tra i materiali costituenti la sezione; legame costitutivo del calcestruzzo di forma parabolo-rettangolo; legame costitutivo dellacciaio elasto-plastico ideale senza incrudimento; calcestruzzo non reagente a sollecitazioni di trazione.
Per quanto riguarda lultima delle ipotesi appena formulate, per i nostri scopi sar utile rimuoverla perch, anche se in condizioni quasi-statiche il contributo del calcestruzzo in trazione trascurabile, in condizioni dinamiche gioca un ruolo fondamentale per i considerevoli valori di resistenza e rigidezza raggiunti specialmente nella definizione dello stato di incipiente fessurazione (cr-Mcr). Sotto queste ipotesi, il metodo a fibre consiste nel discretizzare la sezione trasversale in un numero pi o meno folto di strisce (appunto le fibre) e, per ogni valore di curvatura i, assegnare una posizione dellasse neutro di tentativo e ricercare lequilibrio (1) per integrazione delle tensioni agenti nella sezione assegnando, ai materiali costituenti le strisce, i valori corrispondenti, nel legame costitutivo, al livello deformativo raggiunto.
99
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Una volta raggiunto lequilibrio, con la fissata posizione dellasse neutro, si calcola (2) il momento resistente Mi della sezione identificando cos il punto nel piano -M.
N = c c ( y ) b ( y ) dy + s s ( y ) As asse neutro 0
h
(1) (2)
M = c c ( y ) b ( y )( y yn n ) dy + s s ( y ) As ( y yn n ) 0
h
Nella costruzione e nella consultazione di un diagramma M- interessante conoscere alcuni punti singolari e riconoscere diversi aspetti sostanziali del comportamento in flessione della sezione. Il legame M- si costruisce su tre punti fondamentali coincidenti con la fessurazione in zona tesa del calcestruzzo Mcr, lo snervamento delle armature di acciaio in trazione My ed la condizione ultima corrispondente alla rottura di entrambi i materiali Mu.
30
My EJ EJ
Mu
25
20
15
Mcr
10
Nel passaggio da Mcr a My si pu notare anche dalla figura precedente un cambio di rigidezza flessionale causato dalla differenza delle inerzie della sezione interamente reagente e fessurata, cambio di pendenza che nel nostro caso risulta molto marcato e, quindi, facilmente individuabile per aver rimosso lipotesi sulla
100
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
resistenza a trazione del calcestruzzo. In condizioni normali, invece la curva si presenta come di seguito riportata ed il punto Mcr posizionato in prossimit dellorigine
Dalla lettura della risposta flessionale nel piano -M facile notare la modalit con cui la sezione perviene alla rottura dalla lunghezza del tratto plastico e dalla posizione del punto (u-Mu). Le diverse condizioni di rottura della sezione sono determinate da molti fattori tra i quali la resistenza dei materiali, la sollecitazione applicata, la forma della sezione, etc. e proprio in riferimento a questultima viene riportato di seguito un grafico che ne mostra appunto le differenze.
Figura 5. 4 Confronto tra le modalit di rottura duttile e fragile per due sezioni diverse
101
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Figura 5. 5 - Esempio di rottura fragile per schiacciamento del calcestruzzo in zona compressa
Ultimo aspetto interessante da notare la variazione del legame M- a seguito dellapplicazione dei coefficienti parziali di sicurezza proposti dal metodo di verifica semi-probabilistico agli stati limite che la normativa vigente prescrive di adottare.
102
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Analizzando il grafico ottenuto da questo confronto riportato nella figura seguente e riferito a travi in c.a.p. con sezione a T dritta e rovescia, si pu notare il carattere conservativo che lapplicazione di tali coefficienti attribuisce alla risposta flessionale della sezione molto pi stringente nel caso di rottura fragile (sezione a
T rovescia a destra) rispetto alla rottura duttile (sezione a T dritta a sinistra).
Figura 5. 7 - Confronto tra le risposte flessionali di una sezione in c.a.p. con e senza lapplicazione dei coefficienti parziali di sicurezza
In condizioni ordinarie e, quindi, per velocit di deformazione quasi-statiche, il legame M- influenzato, come gi prima accennato, a vario titolo da quattro variabili principali:
la geometria della sezione; i valori delle resistenze e delle deformazioni ultime dei materiali costituenti lelemento; la forma dei legami costitutivi dei materiali; lo sforzo normale applicato.
La prima interviene soprattutto mediante laltezza utile della sezione determinando un valore pi o meno grande del braccio della coppia interna rispetto al quale viene calcolato il momento resistente. Di seguito possiamo notare dal punto di vista grafico linfluenza della forma della sezione resistente, per elementi in calcestruzzo armato, nella definizione del diagramma M-.
103
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Come si pu chiaramente notare le curve di risposta migliori si ottengono per sezioni ottimizzate dal punto di vista geometrico e delle caratteristiche dei materiali. Infatti, per sezioni a T dritta, in cui la centrifugazione della parte in calcestruzzo nel lato delle compressioni e quella dellacciaio nel lato delle trazioni, si raggiungono i massimi valori del momento a parit di curvatura. Nel grafico di destra si pu notare che, con calcestruzzi ad alta resistenza, oltre ad un incremento di duttilit generale risultano migliori le risposte di elementi con sezioni a T rovescia per cui la distribuzione dei materiali resistenti non ottimale. Per quanto riguarda le resistenze dei materiali costituenti lelemento, la curva M- non beneficia di incrementi in termini di momento ma ne risulta positivamente influenzata dal punto di vista della duttilit se la rottura avviene lato acciaio (e quindi, di solito, con acciai tradizionali e calcestruzzi a media o alta resistenza come mostrato precedentemente) o negativamente nel caso contrario di rottura lato calcestruzzo (cio, in generale, con acciai ad alta resistenza come di seguito mostrato).
104
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Ultimo fattore ad influenzare il legame M- in condizioni quasi-statiche la forma dei legami costitutivi utilizzati per schematizzare la risposta meccanica dei materiali utilizzati. Se, per esempio, ci riferiamo al caso di una sezione rettangolare in calcestruzzo armato e confrontiamo le risposte adottando per il calcestruzzo due diversi modelli, quello parabolo-rettangolo usato dalla normativa italiana ed il legame di Sargin proposto dal CEB,
105
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
si ottiene
Infine, linfluenza sulla definizione del legame M- dello sforzo assiale agente nella sezione riguarda soprattutto la pre-sollecitazione che la caratteristica assiale imprime al calcestruzzo (elemento debole della sezione). Dalla figura di seguito riportata si pu notare come allaumentare del rapporto di sforzo assiale diminuisca il massimo valore di momento flettente e si riduca la duttilit della sezione per schiacciamento del calcestruzzo.
106
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
5.2
Quando ci spostiamo dalla condizione statica e ci addentriamo in campo dinamico, il legame M- subisce delle modifiche sostanziali a causa della sensibilit alla velocit di deformazione dei materiali costituenti la sezione. Per elevati strain-rate, infatti, riferendoci ad una sezione in calcestruzzo armato ordinario, le caratteristiche meccaniche del conglomerato cementizio e dellacciaio subiscono un miglioramento quantificabile secondo il coefficiente amplificativo DIF, distinto per ciascun parametro meccanico del materiale. Assistiamo, cos, ad una positiva trasformazione della risposta meccanica del singolo materiale che globalmente si riflette in un miglioramento della resistenza flessionale della sezione. I risultati di seguito riportati sono stati calcolati sfruttando le formule proposte dal
CEB [27] applicate per un calcestruzzo di tipo Rck 25 ed un acciaio Feb44k con le
Acciaio Feb44k
Ect
MPa
fcd
MPa
fctfk
MPa
Ec
MPa
0
#
u
#
u
#
fsk
MPa
fsd
MPa
y
#
Es
MPa
25,00 11,02 1,94 27000 0,0020 0,0035 13500 0,00015 440,00 382,61 0,0018 210000
Tabella 5. 1 - Caratteristiche meccaniche dei materiali in condizioni quasi-statiche
Le analisi del comportamento dinamico di una sezione generica presentate in questo paragrafo sono state realizzate con il Biaxial, un software di calcolo freeware elaborato dal DIST - Dipartimento di Ingegneria Strutturale dellUniversit di Napoli Federico II e disponibile sul sito della RELUIS - Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, opportunamente modificato per i nostri scopi. I materiali utilizzati sono stati modelli dal programma secondo i legami costitutivi proposti dalla normativa vigente e,quindi, per il calcestruzzo parabolo-rettangolo
107
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
univocamente descritto dai tre parametri 0, u ed fcd e per lacciaio elasto-plastico lineare descritto dal solo valore y.
Nella tabella 5.2 che segue si possono apprezzare quantitativamente gli incrementi in termini di resistenza, rigidezza e deformazioni limite per quanto riguarda il calcestruzzo, e per il solo limite elastico nel caso dellacciaio, dei valori utilizzati.
Calcestruzzo Compressione
0
# fcd MPa
Trazione
u
# Et MPa
Acciaio
y
#
cu
#
Tabella 5. 2 - Dati utilizzati per le elaborazioni numeriche dinamiche fatte con il software Biaxial
108
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
Per una comprensione pi immediata di seguito si riporta il grafico comparativo dei fattori di incremento dinamici dei parametri meccanici considerati nellanalisi.
3,5
fcd
t cu
u y
DIF
Et
2,5
1,5
1,00E-05
1,00E-04
1,00E-03
1,00E-02
1,00E-01
1 1,00E+00
1,00E+01
1,00E+02
strain-rate [s ]
Figura 5. 16 - Andamento del DIF dei parametri meccanici del calcestruzzo e dellacciaio utilizzati per le analisi numeriche
-1
Il problema stato affrontato per il caso di una sezione quadrata con lato di dimensioni 250 mm armata con 412 [29],
sottoposta a tre differenti condizioni di rapporto di sforzo assiale crescente pari a 0.15, 0.25 e 0.50, e per 8 ordini di grandezza della velocit di deformazione:
109
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
condizione quasi-statica 310-5110-4; condizione di terremoto e/o impatto lieve (soft-impact) 110-3110-1; condizioni di esplosione 11001102.
Le analisi sono state indirizzate secondo due linee di condotta: 1. la prima tesa a confrontare gli effetti dello strain-rate per rapporto di sforzo assiale costante; 2. la seconda orientata a paragonare le conseguenze, per ogni intervallo di velocit di deformazione, per tre valori crescenti del rapporto di sforzo assiale. In tutti i casi presi in esame, i risultati sono stati estrapolati in termini di legame
M- e di energia specifica della sezione; altres i grafici costruiti per strain-rate
costante sono stati omogeneizzati per tipo di evento di carico secondo la distinzione fatta prima in tre gruppi con ugual scala di rappresentazione.
110
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
5.2.1 Legame M- al variare della velocit di deformazione per rapporto di sforzo assiale costante
Come si pu vedere dal confronto delle figure 5.17, 5.18 e 5.19 allaumentare della velocit di deformazione in ogni caso aumenta la resistenza flessionale della sezione. Per quanto riguarda la capacit rotazionale ultima, invece, si pu notare che per sforzi assiali crescenti e strain-rate bassi si ha una diminuzione della capacit duttile, mentre, per alte velocit di deformazione si ha un miglioramento della rotazione ultima fino a valori prossimi allo 0.0650 m-1. Questo perch per intervalli di velocit bassi, il calcestruzzo risente ancora poco del miglioramento apportato dal DIF e, quindi, il meccanismo di rottura tende verso il collasso fragile della sezione per schiacciamento del conglomerato nella zona compressa. Perci, dalle considerazioni appena tratte, si potrebbe asserire che per elementi caricati tipicamente per sforzo normale, quali le colonne, condizioni di esplosione o di impatto violento sono meglio sopportate rispetto a carichi quasi-statici.
60.00
= 0,15
50.00 40.00 30.00 20.00 10.00 0.00 0.0000
= 1 10 -2 = 1 10 -3 = 1 10 - 4 = 3 10 -5 = 1 10 2 = 1 10 1 = 1 10 0 = 1 10 -1
M [kNm ]
0.0100
0.0200
0.0300
-1 [m ]
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
111
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
60.00
= 0,25
50.00
M [kNm ]
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m ]
-1
60.00 50.00
= 0,50
40.00
M [kNm ]
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m ]
-1
Per meglio comprendere il significato delle curve appena riportate e quindi riuscire a recepire prontamente le informazioni che ci trasmettono risulta di ausilio associarvi levoluzione della profondit dellasse neutro e delle deformazioni a rottura del calcestruzzo e dellacciaio in funzione della velocit di deformazione. Con questa ulteriore informazione, infatti, si comprende meglio il perch del fatto che al variare dello strain-rate nei tra casi di rapporto di sforzo assiale crescente si abbiano curvature ultime variabili.
112
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
250
200
150
100
1.00E+00
1.00E+01
1.00E+02
strain-rate [s ]
Figura 5. 21 - Variazione della distanza dellasse neutro dal lembo teso in funzione della velocit di deformazione nei tre casi di rapporto di sforzo assiale considerati
0,012
0,01
0,008
acciaio
0,006
=0,15
0,004
0,002
0 1,00E-05
1,00E-04
1,00E-03
1,00E-02
1,00E-01
-1
1,00E+00
1,00E+01
1,00E+02
strain-rate [s ]
Figura 5. 22 - Variazione della deformazione limite nel calcestruzzo e nellacciaio in funzione della velocit di deformazione per =0.15
113
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
0,012
0,01
0,008
=0,25
0,006
0,004
0,002
acciaio
0 1,00E-05 1,00E-04
strain-rate [s -1 ]
Figura 5. 23 - Variazione della deformazione limite nel calcestruzzo e nellacciaio in funzione della velocit di deformazione per =0.25
0,012
0,01
0,008
=0,50
0,006
0,004
0,002
strain-rate [s -1 ]
Figura 5. 24 - Variazione della deformazione limite nel calcestruzzo e nellacciaio in funzione della velocit di deformazione per =0.50
114
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
5.2.2 Energia specifica al crescere della velocit di deformazione per rapporto di sforzo assiale costante
Confrontando i grafici 5.20, 5.21 e 5.22 che seguono si pu subito cogliere il sensibile aumento di energia specifica durante il processo deformativo. Anche in questo caso si pu notare che il comportamento della sezione migliora allaumentare del rapporto di sforzo assiale fatta eccezione per quei casi, per basse velocit di deformazione e valori di N elevati, in cui si attinge prima la rottura lato calcestruzzo e quindi bassa la capacit rotazionale ultima e lenergia specifica.
3.5 3
= 0,15
2.5
= 1 10 -2 = 1 10 -3 = 1 10 - 4 = 3 10 -5
= 1 10 2 = 1 10 1 = 1 10 0 = 1 10 -1
E [kNm/m ]
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m ]
-1
3.5 3
= 0,25
2.5
= 1 10 -2 = 1 10 -3 = 1 10 - 4 = 3 10 -5
= 1 10 2 = 1 10 1 = 1 10 0 = 1 10 -1
E [kNm/m ]
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m -1 ]
115
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
3.5 3
= 0,50
2.5
E [kNm/m ]
= 1 10 -2 = 1 10 -3 = 1 10 - 4 = 3 10 -5
= 1 10 2 = 1 10 1 = 1 10 0 = 1 10 -1
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m -1 ]
5.2.3 Legame M- per tre diversi valori del rapporto di sforzo assiale a velocit di deformazione costante
I grafici che seguono sono ordinati per velocit di deformazione crescente e sono raggruppati secondo la suddivisione fatta precedentemente in base alle 3 tipologie di condizioni di carico, cio:
condizione quasi-statica 310-5110-4; condizione di terremoto e/o impatto lieve (soft-impact) 110-3110-1; condizioni di esplosione 11001102.
I primi due diagrammi riportati si riferiscono al caso di azioni quasi-statiche e per cui al crescere del rapporto di sforzo assiale si assiste al cambio di modalit di rottura da duttile a fragile. Confrontandoli, poi, si percepisce, seppur non in maniera molto evidente, lincremento di resistenza flessionale al crescere della velocit di deformazione ed una sostanziale costanza della capacit rotazionale ultima della sezione.
116
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
M [kNm ]
= 3 10 -5
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m -1 ]
& Figura 5. 28 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 310-5 s-1
40.00 35.00 30.00
M [kNm ]
= 1 10 - 4
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m ]
-1
& Figura 5. 29 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 110-4 s-1
Nei tre diagrammi che seguono, costruiti per lintervallo di velocit di deformazione tipico di eventi quali i terremoti e gli impatti lievi 110-3110-1, si cominciano ad apprezzare in maniera crescente gli effetti benefici del miglioramento delle caratteristiche meccaniche dei materiali. Infatti, oltre allaumento della resistenza flessionale dellordine del 20%, si pu notare come si conserva il meccanismo di rottura duttile seppur con capacit rotazionali inferiori al caso statico.
117
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
M [kNm ]
35.00 30.00 25.00 20.00 15.00 10.00 5.00 0.00 0.0000 0.0100 0.0200 0.0300 0.0400 0.0500 0.0600 0.0700
- fessurazione - snervamento - rottura
= 1 10 -3
[m ]
-1
& Figura 5. 30 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 110-3 s-1
M [kNm ]
35.00 30.00 25.00 20.00 15.00 10.00 5.00 0.00 0.0000 0.0100 0.0200 0.0300 0.0400 0.0500 0.0600 0.0700
- fessurazione - snervamento - rottura
= 1 10 -2
[m -1 ]
& Figura 5. 31 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 110-2 s-1
118
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
M [kNm ]
35.00 30.00 25.00 20.00 15.00 10.00 5.00 0.00 0.0000 0.0100 0.0200 0.0300 0.0400 0.0500 0.0600 0.0700
- fessurazione - snervamento - rottura
= 1 10 -1
[m ]
-1
& Figura 5. 32 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con -1 -1 costante pari a 110 s
Per questi ultimi 3 grafici, riferiti allintervallo di velocit di deformazione caratteristico delle esplosioni violente 11001102, la cosa importante da evidenziare che lo sforzo normale comincia ad esercitare un effetto benefico nei confronti sia della resistenza flessionale che della capacit rotazionale della sezione fino a registrare i massimi valori di entrambe le variabili nel caso di
strain-rate pi elevato.
M [kNm ]
0.00 0.0000
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m ]
-1
& Figura 5. 33 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 1100 s-1
119
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
M [kNm ]
0.00 0.0000
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m ]
-1
& Figura 5. 34 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con 1 -1 costante pari a 110 s
70.00 60.00 50.00
M [kNm ]
0.00 0.0000
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m -1 ]
& Figura 5. 35 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 1102 s-1
Prima di passare allesame dei risultati ottenuti in termini di energia specifica del processo deformativo, opportuno sottolineare limportanza degli effetti che la dinamicit delle azioni provoca sui materiali ed indirettamente sul legame M-. Paragonando, infatti, i miglioramenti ottenuti in condizioni quasi-statiche per incremento del rapporto i sforzo assiale con quelli risultanti dalle azioni dinamiche (riferiti agli estremi dellintervallo [310-5; 1102] per N costante), si pu notare come questi ultimi sono maggiori dei primi. Questo risultato afferma
120
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
con decisione limportanza di conoscere meglio e, quindi, di conseguenza, considerare correttamente gli effetti dinamici senza trascurare alcun aspetto nella risoluzione del problema meccanico
5.2.4 Energia specifica per tre diversi valori del rapporto di sforzo assiale a velocit di deformazione costante
Di seguito sono riportati i diagrammi dellenergia specifica del processo deformativo al crescere del rapporto di sforzo assiale per tutte le velocit di deformazione dellintervallo [310-5; 1102]. Come gi visto nei grafici precedenti anche in questo caso si pu notare come il comportamento ottimale della sezione si realizza per valori di strain-rate e rapporto di sforzo assiale crescenti per cui i materiali, in virt delle accresciute capacit, vengono sfruttati al meglio delle loro potenzialit.
E [kNm/m ]
= 3 10 -5
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m ]
-1
Figura 5. 36 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale & costante pari a 310-5 s-1 con
121
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
E [kNm/m ]
= 1 10 -4
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m -1 ]
& Figura 5. 37 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 110-4 s-1
2.5
E [kNm/m ]
1.5
1
= 1 10 -3
0.5
0 0.0000
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m -1 ]
& Figura 5. 38 Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con -3 -1 costante pari a 110 s
122
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
2.5
E [kNm/m ]
1.5
= 1 10 -2
0.5
0 0.0000
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m -1 ]
& Figura 5. 39 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 110-2 s-1
2.5
E [kNm/m ]
1.5
1
= 1 10 -1
0.5
0 0.0000
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m -1 ]
& Figura 5. 40 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 110-1 s-1
123
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
3.5 3 2.5
E [kNm/m ]
2 1.5 1
= 1 10 0
0.5 0 0.0000
0.0100
0.0200
0.0300
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
[m ]
-1
& Figura 5. 41 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 1100 s-1
3.5 3 2.5
= 0.15 - - - - = 0.25 = 0.50
E [kNm/m ]
2 1.5 1
= 1 10 1
0.5 0 0.0000
0.0100
0.0200
0.0300
[m -1 ]
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
& costante pari a Figura 5. 42 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con 1101 s-1
124
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
3.5 3 2.5
= 0.15 - - - - = 0.25 = 0.50
E [kNm/m ]
2 1.5 1
= 1 10 2
0.5 0 0.0000
0.0100
0.0200
0.0300
[m -1 ]
0.0400
0.0500
0.0600
0.0700
& Figura 5. 43 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 1102 s-1
110-4
m-1
110-3
m-1
110-2
m-1
110-1
m-1
1100
m-1
1101
m-1
1102
m-1
(#)
0.15 0.25 0.50
0,0024 0,0024 0,0024 0,0023 0,0023 0,0023 0,0022 0,0016 0,0033 0,0033 0,0029 0,0031 0,0031 0,0024 0,0023 0,0022 0,0062 0,0058 0,0058 0,0046 0,0044 0,0038 0,0033 0,0030
Tabella 5. 3 - Tabella riepilogativa dei valori della curvatura in condizioni di incipiente fessurazione cr in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale
125
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
110-4
m-1
110-3
m-1
110-2
m-1
110-1
m-1
1100
m-1
1101
m-1
1102
m-1
(#)
0.15 0.25 0.50
0,0152 0,0157 0,0154 0,0152 0,0150 0,0147 0,0151 0,0144 0,0175 0,0177 0,0168 0,0168 0,0165 0,0161 0,0158 0,0149 0,0119 0,0149 0,0233 0,0217 0,0207 0,0196 0,0192 0,0168
Tabella 5. 4 - Tabella riepilogativa dei valori della curvatura in condizioni di snervamento dellarmatura tesa y in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale
110-3
m-1
110-2
m-1
110-1
m-1
1100
m-1
1101
m-1
1102
m-1
(#)
0.15 0.25 0.50
m-1
0,0608 0,0605 0,0593 0,0585 0,0577 0,0567 0,0558 0,0534 0,0415 0,0466 0,0579 0,0624 0,0611 0,0598 0,0586 0,0551 0,0221 0,0240 0,0288 0,0356 0,0440 0,0544 0,0656 0,0600
Tabella 5. 5 - Tabella riepilogativa dei valori della curvatura in condizioni ultime u in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale
110-3
kNm
110-2
kNm
110-1
kNm
1100
kNm
1101
kNm
1102
kNm
(#)
0.15 0.25 0.50
kNm
Tabella 5. 6 - Tabella riepilogativa dei valori del momento flettente in condizioni di incipiente fessurazione Mcr in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale
126
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
110-3
kNm
110-2
kNm
110-1
kNm
1100
kNm
1101
kNm
1102
kNm
(#)
0.15 0.25 0.50
kNm
Tabella 5. 7 - Tabella riepilogativa dei valori del momento flettente in condizioni di snervamento dellarmatura tesa My in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale
110-3
kNm
110-2
kNm
110-1
kNm
1100
kNm
1101
kNm
1102
kNm
(#)
0.15 0.25 0.50
kNm
Tabella 5. 8 - Tabella riepilogativa dei valori del momento flettente in condizioni ultime Mu in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale
Energia specifica E
(s-1) 310-5
kNm/m
110-4
kNm/m
110-3
kNm/m
110-2
kNm/m
110-1
kNm/m
1100
kNm/m
1101
kNm/m
1102
kNm/m
(#)
0.15 0.25 0.50
Tabella 5. 9 - Tabella riepilogativa dei valori di energia specifica in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale
127
Cap. V INFLUENZA DELLA VELOCIT DI DEFORMAZIONE SUL LEGAME M- PER SEZIONI IN CALCESTRUZZO ARMATO
110-1
%
1100
%
1101
%
1102
%
(#)
0.15 0.25 0.50
Tabella 5. 10 - Tabella riepilogativa dei valori di incremento di energia specifica in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale
128
Cap. VI CONCLUSIONI
Capitolo VI
Conclusioni
La curiosit che dallinizio dei tempi ha costituito per lessere umano il motore della conoscenza e la ricerca delluomo moderno orientata a soddisfare la naturale necessit di sicurezza attraverso la conquista di un senso di protezione fanno s che lattenzione comune volga il suo sguardo a quanto ancora la natura che ci circonda ha da offrirci. su queste premesse che si fonda questo elaborato di tesi tutto incentrato sul comportamento dei materiali strutturali dellingegneria civile sottoposti ad azioni con elevate velocit di deformazione. Nel capitolo I, in cui vengono minuziosamente studiati gli effetti dello strain-rate sul calcestruzzo, lacciaio ed i compositi FRP ed i fattori intrinseci che ne influenzano il comportamento, si visto come la velocit di deformazione influisce positivamente sulla risposta meccanica di questi materiali in termini di rigidezza, resistenza, capacit deformativa, duttilit, modalit di rottura e dissipazione dellenergia specifica. Nel capitolo II, invece, lattenzione stata rivolta alle metodologie sperimentali utilizzate per la misura delle caratteristiche tenso-deformative dei materiali sottoposti a regimi dinamici per cui sono state analizzate dal punto di vista tecnologico le attrezzature, il loro funzionamento e le criticit intrinseche, le apparecchiature idonee per condurre test ad elevati strain-rate.
129
Cap. VI CONCLUSIONI
Nel capitolo III sono state illustrate le relazioni tensione-deformazione di natura sperimentale che meglio si adattano allo studio dei processi deformativi dinamici ed i legami costitutivi contenuti nel software LS-Dyna applicazione principe per quanto concerne i codici di calcolo per la modellazione dinamica delle strutture. Sono stati cos analizzati i modelli di Cowper-Symonds, Jones e Johnson & Cook e nel confronto sono stati estrapolati i loro lati positivi e negativi trascurando il modello di
Jones
poco
innovativo
dal
punto
di
vista
analitico
contemporaneamente poco utilizzato nella pratica sperimentale. Nel capitolo IV lattenzione ha riguardato la sensibilit nei confronti di questa attuale ed innovativa tematica e, quindi, linteresse dedicatovi da parte dei codici normativi e delle istruzioni tecniche correntemente pi usate. Si fatto, perci, riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni italiane, al Bollettino n187 del 1988 ed al Model Code del 1990 redatti dal CEB-FIP ed alle TM 5-1300 americane, le pi allavanguardia ed esaurienti in questo settore e con un carattere estremamente votato alla progettazione. Il capitolo V rappresenta, infine, il cuore di questo elaborato di tesi con la sua carica sperimentale e la grande importanza dei risultati raggiunti. Infatti, implementando analisi numeriche con laiuto del software Biaxial si giunti alla costruzione di legami M- con allinterno gli effetti della velocit di deformazione gettando, in questo modo, le basi per la costruzione di modelli applicabili ad elementi frame per analisi di tipo dinamico non-lineare che tengano conto del fenomeno dello strain-rate. Altro apprezzabile risultato raggiunto riguarda limportanza stessa di non trascurare gli effetti che la velocit di deformazione ha sui materiali strutturali: infatti, dalle analisi implementate si visto come la sensibilit allo strain-rate abbia un peso maggiore, in termini di legame M-, del rapporto di sforzo assiale applicato al generico elemento. Da un analisi comparata dei dati a evidenziare risulta il fatto che per valori di strain-rate crescenti le migliori risposte meccaniche si avevano per valori di sforzo normale crescente per cui, se in caso di azioni quasi-statiche elementi colonna poco caricati erano avvantaggiati, in caso di carichi dinamici con elevate velocit di deformazioni le
130
Cap. VI CONCLUSIONI
sollecitazioni pre-esistenti giovano alla risposta meccanica nellassorbimento di tali eventi. Da non trascurare, poi, laspetto energetico per cui i miglioramenti apportati dal considerare gli effetti della dinamicit delle azioni possono essere considerevoli fino a valori del 30%. In conclusione, possiamo dire che lattenzione nei confronti di questo particolare quanto importante aspetto del comportamento di questi materiali non pu essere assolutamente trascurato per affrontare in modo completo e corretto le problematiche riguardanti le azioni dinamiche. Per, se da un lato si sono avuti risultati soddisfacenti sul piano della conoscenza, dal punto di vista tecnologico la ricerca soffre la scarsa diffusione di idonee metodologie ed apparecchiature. Infatti, dal comportamento in condizioni quasi-statiche, studiato con le comuni attrezzature di laboratorio per caratterizzare dal punto di vista meccanico un materiale, non possibile risalire alla risposta che lo stesso darebbe sotto alte velocit di deformazione: questo imputabile alla non linearit del coefficiente di incremento dinamico DIF in cui viene quantitativamente sintetizzato il comportamento ad elevate velocit di deformazione. Daltra parte, allimpossibilit di derivare il comportamento dinamico da quello quasi-statico, si aggiunge lincapacit delle macchine, convenzionalmente usate per i test standardizzati sui materiali, di modulare azioni applicate con elevate velocit di deformazione. Nella pratica sperimentale, anche in quella tesa allo studio del comportamento delle strutture soggette ad azioni sismiche, si sempre stati soliti applicare campi di spostamento, talvolta ciclici, con velocit basse e, quindi, poco utili al nostro scopo. Dalla tecnologia sono arrivate risposte in questo senso soprattutto racchiuse in macchine sperimentali ad urto o a trasmissione di onda energetica quali possono essere, rispettivamente, la Drop-weight Impact Machine e la Hopkinson bar nella versione standard o modificata. Ma proprio per il carattere sperimentale fortemente allavanguardia e, quindi, poco diffuso la ricerca si trova ad affrontare un problema di uniformit dei metodi sperimentali e dei dati che da queste esperienze vengono tratti. Lassenza, infatti, di pratiche standardizzate o di
131
Cap. VI CONCLUSIONI
protocolli sperimentali che possano fungere da linee guida o da vere e proprie istruzioni per condurre le prove in laboratorio, d luogo ad una disomogeneit dei risultati pregiudicandone la comparabilit, caratteristica fondamentale per un dato scientifico per una corretta interpretazione del fenomeno. Quanto detto finora sottolinea limportanza sempre pi pressante della necessit di standardizzare i risultati ottenuti sperimentalmente attraverso tecnologie diverse, talvolta anche non comparabili, per fare un riassunto costruttivo della situazione; quindi, porre un punto di partenza per lo sviluppo di una sperimentazione orientata allo studio del comportamento dei materiali sottoposti ad elevate velocit di deformazione.
132
RINGRAZIAMENTI
RINGRAZIAMENTI
Desidero a questo punto ringraziare quanti hanno reso possibile la stesura di questo elaborato di laurea. Il primo ringraziamento va al mio relatore Prof. Ing. Gaetano Manfredi, al DIST (Dipartimento di Ingegneria Strutturale) ed al correlatore Prof. Ing. Andrea Prota per la possibilit che mi hanno dato nel prendere parte ad un progetto cos importante ed affascinante. Un sentito grazie di cuore per lamichevole quanto competente e spesso determinante guida va al mio correlatore Ing. Domenico
Asprone che ha saputo accompagnarmi in questa ultima fase della mia carriera
saputo seguirmi, seppur separati da enormi distanze, ed assistermi affinch questo elaborato fosse pregno di contenuti. Per la pronta ed efficace assistenza nelle modifiche e nellutilizzo del software adoperato per le analisi numeriche non posso altro che ringraziare lIng. Ivano Iovinella. Grazie ancora alla mia famiglia per le opportunit, non solo economiche, che mi hanno dato per poter raggiungere questobiettivo e ad Anna che ha saputo con incondizionato appoggio ed amorevole comprensione starmi accanto. Un ringraziamento particolare va ai colleghi di corso, quelli con cui ho condiviso i momenti belli e brutti della mia esperienza universitaria, quelli che mi sono stati vicino, ed io a loro, di fronte agli scogli che ogni tanto affiorano su questa rotta e che hanno saputo condividere con me le gioie che ne sono risultate. Infine, un grazie va agli amici pi cari, allequipaggio di Anahita ed al gruppo giovanissimi di A.C., co-educatrice compresa, per tutti i momenti belli che hanno saputo ritagliare per me allietando questo periodo di grande concentrazione e dedizione.
133
BIBLIOGRAFIA
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SITOGRAFIA
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137
138
Figura 1. 28 - Ramo plastico dei legami tensione-deformazione in compressione con strain-rate per ladesivo epossidica polimerizzato a caldo e a freddo ___ 41 Figura 1. 29 - Coefficiente di incremento dinamico della tensione in compressione per la resina epossidica ___________________________________________ 42 Figura 1. 30 - Legami sforzo-deformazione in trazione con strain-rate delladesivo epossidico ___________________________________________________ 42 Figura 1. 31 - Coefficiente di incremento dinamico della tensione in trazione per ladesivo epossidico ___________________________________________ 43 Figura 1. 32 - Risposta meccanica in compressione del sistema composito con fibre orientate nella direzione dellazione sollecitante ___________________ 43 Figura 1. 33 - Risposta meccanica in trazione del sistema composito con fibre orientate nella direzione dellazione sollecitante ___________________________ 44 Figura 2. 1 - Schema della barra di Hopkinson classica per prove di compressione _ 49 Figura 2. 2 - SHPB della University of California San Diego ____________________ 49 Figura 2. 3 - Schema del provino inserito tra la barra incidente e riflettente per una prova con la barra di Hopkinson ________________________________ 51 Figura 2. 4 - Esemplari di MHB del laboratorio DynaMat dellUniversity of Applied Scienses of Southern Switzerland _______________________________ 54 Figura 2. 5 - Modified Hopkinson bar per prove di trazione ____________________ 55 Figura 2. 6 - Registrazione delle onde incidente, riflessa e trasmessa misurate sullinput ed output bar durante una prova con la barra di Hopkinson modificata __________________________________________________ 57 Figura 2. 7 - Provino metallico sagomato ed avvitato tra le due barre incidente e di trasmissione per una prova con la barra di Hopkinson modificata ____ 58 Figura 2. 8 - Set-up della barra di Hopkinson modificata per test su provini metallici ___________________________________________________________ 59 Figura 2. 9 - Set-up della barra di Hopkinson modificata per test su provini in calcestruzzo _________________________________________________ 60 Figura 2. 10 - Provino in calcestruzzo con strain-gage applicato pronto per una prova con la barra di Hopkinson modificata____________________________ 61 Figura 2. 11 - Schema di funzionamento della drop-weight impact machine _______ 63 Figura 2. 12 - Drop-weight impact machine di un laboratorio tedesco _____________ 64 Figura 2. 13 - Versione di dimensioni ridotte di drop-weight impact machine _______ 64 Figura 2. 14 - Provino in calcestruzzo armato dopo il test con la drop-weight impact machine ____________________________________________________ 65 Figura 2. 15 - Hydro-pneumatic machine per prove a media velocit di deformazione ___________________________________________________________ 65 Figura 2. 16 - Schema della hydro-pneumatic machine _________________________ 67
& nello spazio ( , , & ) ____ 74 Figura 3. 1 - Legame costitutivo plastico in funzione di
Figura 3. 2 - Formulation for rate effect - possibili applicazioni degli effetti dello strain-rate al ramo plastico di un legame costitutivo ________________ 75 Figura 3. 3 - Superficie di crisi di Mohr-Coulomb con limiti di Tresca utilizzati dal MAT 016 ___________________________________________________ 78 Figura 3. 4 - Curve di danno e di rottura utilizzate dal modello MAT 016 _________ 79 & ______________ 81 Figura 3. 5 - legame costitutivo plastico tridimensionale secondo Figura 5. 1 - Schema applicativo del metodo a fibre per sezione generica __________ 99 Figura 5. 2 - Punti fondamentali della risposta della sezione nel piano -M _______ 100 Figura 5. 3 - Punto di incipiente fessurazione in condizioni quasi-statiche ________ 101
139
Figura 5. 4 Confronto tra le modalit di rottura duttile e fragile per due sezioni diverse ____________________________________________________ 101 Figura 5. 5 - Esempio di rottura fragile per schiacciamento del calcestruzzo in zona compressa__________________________________________________ 102 Figura 5. 6 - Esempio di rottura duttile per trazione nelle armature inferiori _____ 102 Figura 5. 7 - Confronto tra le risposte flessionali di una sezione in c.a.p. con e senza lapplicazione dei coefficienti parziali di sicurezza ________________ 103 Figura 5. 8 - Influenza della forma della sezione resistente sul legame M- _______ 104 Figura 5. 9 - Influenza della resistenza dei materiali sul legame M- ____________ 105 Figura 5. 10 - Legame parabolo-rettangolo utilizzato dalla normativa italiana ____ 105 Figura 5. 11 - Legame costitutivo di Sargin utilizzato dal CEB _________________ 105 Figura 5. 12 - Influenza del legame costitutivo dei materiali sulla curva M- _____ 106 Figura 5. 13 Influenza dello sforzo normale sul legame M- __________________ 106 Figura 5. 14 - Legame costitutivo del calcestruzzo parabolo-rettangolo __________ 108 Figura 5. 15 - Legame costitutivo dellacciaio elasto-plastico ideale _____________ 108 Figura 5. 16 - Andamento del DIF dei parametri meccanici del calcestruzzo e dellacciaio utilizzati per le analisi numeriche ____________________ 109 Figura 5. 17 - Sezione trasversale della colonna utilizzata nelle analisi numeriche _ 109 Figura 5. 18 - Legame M- al variare della velocit di deformazione con =0.15___ 111 Figura 5. 19 - Legame M- al variare della velocit di deformazione con =0.25___ 112 Figura 5. 20 - Legame M- al variare della velocit di deformazione con =0.50___ 112 Figura 5. 21 - Variazione della distanza dellasse neutro dal lembo teso in funzione della velocit di deformazione nei tre casi di rapporto di sforzo assiale considerati _________________________________________________ 113 Figura 5. 22 - Variazione della deformazione limite nel calcestruzzo e nellacciaio in funzione della velocit di deformazione per =0.15 ________________ 113 Figura 5. 23 - Variazione della deformazione limite nel calcestruzzo e nellacciaio in funzione della velocit di deformazione per =0.25 ________________ 114 Figura 5. 24 - Variazione della deformazione limite nel calcestruzzo e nellacciaio in funzione della velocit di deformazione per =0.50 ________________ 114 Figura 5. 25 Energia specifica al crescere della velocit di deformazione con =0.15 __________________________________________________________ 115 Figura 5. 26 - Energia specifica al crescere della velocit di deformazione con =0.25 __________________________________________________________ 115 Figura 5. 27 - Energia specifica al crescere della velocit di deformazione con =0.50 __________________________________________________________ 116 & costante Figura 5. 28 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con pari a 310-5 s-1 ______________________________________________ 117 & costante Figura 5. 29 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con pari a 110-4 s-1 ______________________________________________ 117 & costante Figura 5. 30 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con pari a 110-3 s-1 ______________________________________________ 118 & costante Figura 5. 31 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con pari a 110-2 s-1 ______________________________________________ 118 & costante Figura 5. 32 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con -1 -1 pari a 110 s ______________________________________________ 119 & costante Figura 5. 33 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con pari a 1100 s-1 ______________________________________________ 119 & costante Figura 5. 34 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con pari a 1101 s-1 ______________________________________________ 120 & costante Figura 5. 35 - Legame M- per tre valori del rapporto di sforzo assiale con 2 -1 pari a 110 s ______________________________________________ 120
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Figura 5. 36 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale & costante pari a 310-5 s-1 __________________________________ 121 con & Figura 5. 37 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 110-4 s-1 _______________________________________ 122 & Figura 5. 38 Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 110-3 s-1 _______________________________________ 122 & Figura 5. 39 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 110-2 s-1 _______________________________________ 123 & Figura 5. 40 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con -1 -1 costante pari a 110 s _______________________________________ 123 & Figura 5. 41 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 1100 s-1 _______________________________________ 124 & Figura 5. 42 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con costante pari a 1101 s-1 _______________________________________ 124 & Figura 5. 43 - Energia specifica per tre valori del rapporto di sforzo assiale con 2 -1 costante pari a 110 s _______________________________________ 125
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Tabella 2. 1 - Schema delle metodologie di indagine per i diversi strain-rate con indicazioni sulle tecniche sperimentali utilizzate e le relative criticit __ 48
Tabella 4. 1 - Valori del DIF per il calcestruzzo in compressione e per le barre dacciaio in funzione del tipo di esplosione e della sollecitazione agente 93 Tabella 4. 2 - Valori del DIF per la tensione di snervamento dellacciaio in funzione della sollecitazione e del tipo di acciaio ___________________________ 94 Tabella 4. 3 - Valori del DIF per la tensione di rottura dellacciaio per diverse tipologie di barre _____________________________________________ 94 Tabella 4. 4 - Tensioni di calcolo per analisi dinamiche in funzione dello stato di sollecitazione ________________________________________________ 95
Tabella 5. 1 - Caratteristiche meccaniche dei materiali in condizioni quasi-statiche 107 Tabella 5. 2 - Dati utilizzati per le elaborazioni numeriche dinamiche fatte con il software Biaxial _____________________________________________ 108 Tabella 5. 3 - Tabella riepilogativa dei valori della curvatura in condizioni di incipiente fessurazione cr in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale __________________________ 125 Tabella 5. 4 - Tabella riepilogativa dei valori della curvatura in condizioni di snervamento dellarmatura tesa y in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale__________ 126 Tabella 5. 5 - Tabella riepilogativa dei valori della curvatura in condizioni ultime u in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale _______________________________________________ 126 Tabella 5. 6 - Tabella riepilogativa dei valori del momento flettente in condizioni di incipiente fessurazione Mcr in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale _________________________ 126
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Tabella 5. 7 - Tabella riepilogativa dei valori del momento flettente in condizioni di snervamento dellarmatura tesa My in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale__________ 127 Tabella 5. 8 - Tabella riepilogativa dei valori del momento flettente in condizioni ultime Mu in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale _____________________________________ 127 Tabella 5. 9 - Tabella riepilogativa dei valori di energia specifica in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale 127 Tabella 5. 10 - Tabella riepilogativa dei valori di incremento di energia specifica in funzione della velocit di deformazione per i tre livelli del rapporto di sforzo assiale _______________________________________________ 128
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