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buffonate:
>a e?
^;
Ci
3s
/
d^
v
Cj
/.
V
?
Opere
di
GIOVANNI PAPINI
//
Lom-
1906.
77
Tragico Quotidiano
2 a ediz.,
Firenze, Lumacbi,
Voce,
1
1906.
91
77 Pilota
Cieco
191
3.
Le Memorie
L'altra meta
d'Iddio
1.
Parole e Sangue
La
Vita di
Nessuno
Firenze, Baldoni,
19 12.
Voce,
Un Uomo
2'
Finito
191 3.
Ventiquattro Cervelli
Ancona, Puccini,
Discorso di
4
a
Roma
:
19 15.
ristampa.
Guido Mazzoni
della
Una
19 13.
stroncatura
Firenze,
Libreria
Voce,
Sul 'Pragmatismo
Buffonate
Il
Milano, Libreria
Voce,
1914.
1914.
mio
Futurismo
GIOVANNI PAPINI
BUFFONATE
Satire e Fantasie
fi
DIRITTI DI PROPRIET
UH
Fi,e. 1914
SUb.
TM.. ALDINO.
Vi.
dei Ri. I.
Imbonimento
Signore
Signori
Una
da me
voce che
dice che
il titolo
scelto
complete.
Ma
io,
coraggioso
sfrontato
i
gueux
i
(strac-
cioni) di Fiandra,
ghilterra,
lottes
come
come
come
Sanscu-
della
Rivoluzione e come
il
accetto volentieri
banale insulto
di vittoria.
e lo
lette-
Ma
questa
miscel-
Vili
mio
sprito,
interviste
im-
ordinari
cui V
di oscure imbecillit.
capito, in cui
uomini In un paese in
di
humour non
e
il
V esprit
seconda
mano
infamia
con
qualche lode.
sia
Credo che un
noi,
tal
comune fra
dove
si
distinta
alla sci-
ridere.
Man-
mi
e
pensare
o
qualche problema
rappresentatipo o di
zione umoristica
fatto.
di
un
un
si
facesse leggere
mia
probabilmente noiosi
do-
una piccola
indennit, di buffonerie.
Giovanni
Papini.
intervista
con uno
spirito
ho voluto entrare anch' io in rapuno spirito. Non racconter, come gli egregi che mi hanno preceduto, i particolari dell' espespiritiche
io
il
essendo
mi
accorsi subito
intelligenza intelli-
gente
non
di
uno
di quei
soliti ignoti
che
si
limi-
tano a trasportare tavole come facchini o a far suonare i tamburelli come mendicanti. Il mio spirito
si
medium e se non completa assenza del corpo avrei avuto 1' impressione di parlare con un vecchio signore molto saggio, un po' disilluso e pieno di malizia. Fin dal
senza
intromissione di nessun
fosse stata la
lui
che riporter quasi integralmente. Debbo confessare che egli mi raccomand pi volte di non propalare
certune delle sue osservazioni,
ma
siccome
si
tratta
precisamente
di
per
gli
4
ai rischi del
suo
i
pur di illuminare
Ed
permettetemi
di riferirvi subito la
Leggo nella lo spirito che tu non hai bisogno di giuochi scientifici per esser certo del mio potere. Se tu fossi meno intelligente
potrei toglierti la seggiola di
l'aria
i
sotto
far ballare
per
tuoi
libri,
o tirarti
Queste sono
parlarne.
le
ma non vai pi la pena di Ormai una certa quantit di astronomi e una buona percentuale di medici crede fermamente che quelli strani fatti son veri e non prodotti da inganno.
semplici e agli scienziati,
momento
teranno
certi.
di
delle
relazioni
regolari
fra
due mondi
ed
questo eh'
io ti parlo.
Contrariamente a ci
non siamo
Dal modi-
riuscite
Se non
completamente
que, se
ti
Considerami dun-
come una
bianchi che voi
imbibbiati.
mandate
tra
popoli
Voi
immaginate
siamo
non
vi siete
ancora ac-
corti che
istituito
queste espesapete,
La nostra
esistenza,
come
voi
forse
avevano
le
la curiosit di
uomini
e perci
straordinarie.
Da
circa
mezzo
cominciate fra
se
gli spiriti
conveniva o no
con
es-
a noi,
come
e di fare
biamo deciso di sottomettervi a un periodo di prova una specie d' inchiesta sul vostro conto. Per questo abbiamo provocato le sedute spiritiche e abbiamo scelto quegli strumenti di osservazione che voi chiamate mediums . Non avendo, come voi, la noia di avere un corpo, abbiamo avuto bisogno dei vostri
corpi per ottenere certe sensazioni e per produrre certi
effetti.
il
medium
non
che
una
vi
serviamo per osservarvi meglio. Per mezzo di mediums abbiamo obbligati a tutto il complicato cerimoniale delle sedute medianiche vi abbiamo messi in condi;
da quelle della vostra vita abbiamo creato in voi stati d' animo nuovi e che ci hanno servito per determinar meglio il vostro carattere. Vi abbiamo fatto credere di essere ci che non siamo, servendoci abilmente della vostra chiaroveggenza vi abbiamo fatto dubitare della nostra esistenza vi abbiamo forzato a inventare ipotesi, a costruire sistemi, a immaginare strattagemmi, a escozioni assolutamente diverse
ordinaria
tempo
spontaneamente
lo
sapete
meglio di
me
siamo giunti ad avere una conoscenza delle vostre anime pi profonda di quella che voi stessi potete
e
avere.
Non abbiamo
l'
fatto ancora
una
sintesi
completa
fin
uomini
ma
posso dirvi
ora che
inchiesta
non
rendervi
quando saprete
quali
sono
gli
ostacoli
mondo
moki
di
voi
si
metteranno seriamente
all'
opera per
distruggerli.
Vi
dir, se ci
pu
coli
esperienze
abbiamo notato
la
vostra
paura,
la
la
vostro sciocco
scetticismo da
difetti
un altro. Tutti questi sono, certamente, gravi ma non forse irrimediabili. Se si trattasse
ma
una difficolt fisica l' impresa sarebbe disperata, 1' anima umana pi plastica della fisica. Intanto siete avvertiti. Ricordatevi che in questo tempo voi siete degli esaminandi , o, meglio, che siete in istato d'accusa. Badate bene a ci che fate misurate le
di
vostri atti
Da
ci che fail
in
certe
circostanze
pu dipendere
resultato
esame che subite senza accorgervene e ricordatevi che se questo esame va bene tutta la vostra vita cambier
.
Lo
disse son
un poco prima
tutti.
la
Perch
riosit
(o
io
mi
le
risolva a sopportare
una conferenza
bisogna che
vincano una non facile battaglia sulle forze mi rattengono a casa. Rarissime, da un pezzo in qua, son queste vittorie e memorabile fra tutte mi sembra quella riportata ieri sera da un semdebolezze) che
plice
titolo
Il titolo
La
conquista
alle pro-
delle
nuvole.
resistere
un frequentatore
ci
di filosofie
La
resistenza,
di
ne convengo,
fu,
ma
poche
ore.
La conferenza doveva
pronunziata
era, per
uomini pratici ed
conseguenza, a pagamento. Alle nove in punto, dopo avere sborsato dieci soldi, mi trovai seduto sopra una
seggiola di Vienna, dinanzi a
d'
acqua, tutta
dell'
il
pra
unica lampada ad arco che splendeva somio capo, sembrava aspettare qualcosa vicino
\2
gente
quelle
trasci-
pi induriti pazienti.
Non
si
c'era
Ma
nove
1'
oratore non
Alle
si-
e cinque
un
usciolino a
muro
mia
un giovinotto che
uno che volesse
:
arriv in
ai suoi
due
salti alla
tavola e
si
trattarli
male.
capelli
Avr avuto
arruffati,
:
o no venti anni
fissi
viso pallido
occhi
generale
di studente
!
Avrete prima scuola che l'uomo il re della natura. Questo soprannome una bugiarda vanteria. Noi lo meritiamo soltanto per met. Noi ci aduliamo sfrontatamente, valendoci del fatto che soltanto gli uomini parlano degli uomini. Bisogna avere il coraggio di esser franchi con noi stessi. Noi facciamo grandi chiacchiere sulla potenza dell' uomo. Io non disconosco quel che 1' uomo ha fatto o pu fare, ma tempo, se vi piace, di parlare qualche volta anche dell' impotenza dell' uomo. Abbiamo ottenuto molto verissimo. Ma non poco quel che ancora non abbiamo saputo ottenere. Noi comandiamo, in una certa misura, sulla terra, ma il cielo finora ci sfugge. Abbiamo cambiato la faccia del pianeta ma non sappiamo cambiare un atomo dell' atmosfera. I continenti narrano la gloria dell' umanit ma i cieli narrano soltanto
Signori
affamato
ma
orgoglioso.
la
Abbiamo scavato
gli
istmi,
abbiamo congiunti
mari,
i
13
abbiamo forato le montagne, abbiamo deviato fiumi, abbiamo asciugato i laghi, abbiamo respinto colle dighe 1' oceano e costruite le colline in mezzo
alle
pianure.
Il
globo
Abbiamo modificato
quel eh' era sterile
rendendo
nelle vi-
fertile
abbiamo frugato
ci
bisognava per
la
obbedi;
comandi
dove vogliamo; gli animali ci servono e ci nutriscono. Finch l'uomo guarda intorno a s e sotto di s possiamo permettergli
piante nascono e
e
di credersi
il
mutano quando
Ma
se per caso
alza gli
occhi verso
cielo, la
pi vergognosa umilt
deve fargli chinare la testa. In quel cielo dove il suo sogno lo chiama, dove brillano al disopra delle stelle i suoi paradisi, dove gli di lo guardano con occhi mai chiusi, egli non conta mai nulla. E non solo nel cielo nero lontano, nella zona delle teologie e delle
nebulose,
ma
neppure
si
mosse
i
venti e
generano
fulmini,
dove
si
formano
cirri e le
nebbie.
Anche
questo cielo
atmosferico e
quasi terrestre, V
fotografa
uomo
poco pi
delle
di
uno
spettatore.
le
stelle,
i
prevede
eclissi,
macchie
Guarda,
del sole e
misura
la pioggia e an-
nunzia
temporali
conta e descrive
ma
di pi.
14-
Monti, quando
si
Non
si
parli,
le prime montgolfiere aveva il coraggio di Che pi ti manca ? E non vedeva ormai nemico da vincere che la morte. Invece la con-
tempi
gibili
la
voga
degli areoplani e
hanno
Quando
baiata
quell' altro
dava
sulla
in giro per
Italia a leggere la
cieli
sua
lirica
meno, secondo i momenti, di ridere o d' arrabbiarmi. Conquista dei cieli perch qualche migliaio di trespoli con un motore a benzina hanno saputo inalzarsi a quattro
conquista dei
non potevo
fare a
chilometri
Che razza di conquista mai questa ? Sarebbe come se uno dicesse che passeggiando per una
?
strada
si
conquista
la
dominio, comando.
del
modo comandano
il
al cielo
comodo
brezza
?
soffio di
ma non
di s gli
falchi le
geografi
chiamano
pomposamente
fiumi reali
Ed
'5
moto,
muscoli e di sguardi.
Diamo pure
inni
quattrini
ci
a
l'
questi
valorosi
ma
non
venga
idea di parlare
ma
nient 'af-
fatto
Noi siamo
in bala delle
i
meteore come
del
cielo
uomo
quaternario.
Subiamo
fenomeni
i
nostri interessi.
Abbiamo trovato
dal freddo
il
modo
ma
non gi quello
la
o
il
il
parafulmine e
unici e imper-
cannone contro
all'
grandine sono
gli
fetti
trarci
le
Abbiamo
disfatto
volte
montagne, frantumato le roccie, incanalate e strale acque ma non abbiamo avuto presa su questi
ci
tolgon la luce
gli
minacciano
gli
acquazzoni rabbiosi o
il
stillicidi
ostinati. Il solido e
liquido
ci
obbediscono
ma
l'aereo
fa a
modo suo. Eppure l' importanza di un regolamento umano e volontario della circolazione atmosferica sadella terra.
Ognuno
non
cos giusta
sario per la
coltura.
i6
vi
un territorio che avrebbe bisogno mentre nello stesso nomento la vegetazione di un altro punto del globo soffre per mancanza d'acqua. Queste disarmonie meteorologiche sono seccantissime per gli uomini e dannosissime per l' industria agricola. Le nuvole e i venti non ci ubbidiscono. Le nuvole e i venti spuntano e soffiano secondo le loro leggi e non si adattano ai nostri bisogni. Abbiamo domato e trasformato le terre e le acque ma le nuvole e i venti ci
citt o sopra
di sole
una
questo
il
il
Noi
tramutamento delle stagioni le quali si succedono con una certa profonda saggezza. Non siamo cos pazzi e cos superbi. No noi chiediamo soltanto una pi giusta e ragionevole direzione delle correnti d'aria e delle scariche di vapor acqueo. Noi dobbiamo cercare soltanto i mezzi pi sicuri e opportuni per deviare il corso dei venti come gi abbiamo
:
non chiediamo
deviato
corso
il
il
delle
i
oceaniche.
Dobbiamo
le
i
riuscire
dirigere
citt del
troppo fredde
freschi venti
il
sud
Ma
ste capricciose e
farle
vagabonde nuvole
in
bigie e bianche e
dissolvere
pioggia
benefica
quando
dove
la
vogliamo.
L'agricoltura
vita dell'umanit perch
alla
si lasci
ai
nostri
alleati
le
come
coi concimi,
irrigazioni e gli
Tutto deve
uomo
sibile dopo le meraviglie che i nostri occhi hanno veduto e che sarebbero parse incredibili ai nostri vecchi.
Non
si
il
corso degli
astri
cemente
di
agire,
muovono a poche
i
fatti
diretta
disposi-
zione energie elettriche meravigliose per effetti e potenza. Chi sar tanto sciocco
tremo agire
che
gli
sull'elettricit
atmosferica giovandoci di
Tutto sta
di-
uomini
ci
i
ventar davvero
stri
proprio
re della natura.
alla
soltanto
nostri
figli
conquisteranno
cielo
!
le
al
parole
dal
il
pallido gio-
precipitosamente
palco
dove
tro-
neggiava
la tavola
muro
colla sveltezza di
una
:
lucertola.
i
Mi guardai attorno
Nes-
suno applaud. Qualcuno borbottava fra i denti qualcosa che non capii. Quando passai la soglia della Societ degli uomini pratici, le prime timide goccie stampavano i loro fitti e neri sputi sul chiaro lastrico della
strada.
il
nemico
del
sonno
Nessuno,
nes Schlaf,
I
fin
qui,
ha voluto prender
detto
1'
sul
serio
il
scrittore)
eterno svegliato
non hanno voluto pubblicare i suoi articoli i direttori non hanno spedito nessuno per farlo discorrere l'Accademia di Medicina ha respinto le sue tre
giornali
;
pochi amici
parlano ridacchiando,
un
uomo
bizzarro
.
un
tipo singolare
un
ma-
niaco interessante
Uno di questi amici suoi mi propose, un giorno, accompagnarmi da lui. Andiamoci pure. Avvertitelo per che io non son carne da conversione perch il sonno mi piace
di
pi del necessario.
Non
importa, rispose
sta
l'altro.
Vedrete un tipo
cavallina del
il
correndo
la
suo
Bisogna sopportare
tre anni.
suo carattere
Sali
La donna che
si
passasse in salotto
Sentimmo picchiare alla porta di una una energica e femminile, e un'altra sonnacchiosa e maschile, confabularono un momento, ma il dottor Schlaf non comparve subito. Il dottore era alloggiato in una delle tante pensioni di famiglia che si trovano in questa citt e la stanza era uno di
ad
camera.
Due
voci,
quei salotti
difficilissimo
buoni
di
orribile
gusto
che sarebbe
si
ritrovano e
le
conserla
vatrici famiglie di
grande specchio alto il lume a petrolio in cima una colonnetta nera col capitello dola console col
;
rato
la
di
dipinti
per disperazione da
ponte e
il
castello, e in
di
Non
che
mancava neppure
cuscino
ricamato
di
lana
di petrolio e
una gran voglia di avere a mano una latta una scatola di fiammiferi, oppure di scapDovetti contenermi per rispetto
al-
n
ad un momento, calmo calmo, scusandosi, in assai buon italiano, di avermi fatto aspettare. L' amico, dopo aver detto due parole
Il
quale comparve di
ci
lasci
Ma non
le
parole
di
fu agli sgoc-
italiani e fore-
stieri
nosce
ecc.)
1'
Chi co!
italiano
mia
faccia,
la
le mie idee, Le avranno detto che son pazzo non me ne vanto. Io non sono un pazzo ma un martire. Io
mia
idea.
lavoro per
risate,
tutti,
!
anche
per
lei,
e voialtri
Silenzio,
Eppure sono anch' io un redentore, e voglio essere anch' io un liberatore degli uomini. Non posso dare il mio sangue ma d il mio cervello, e le mie notti. Non dormo perch non voglio dorcalunnie
Il
mire.
la vita dev'essere
raddoppiata
una buona volta Anche lei, m' immagino, che dormono, e chiss quante ore
!
di quelli
interruppi
e
il
io,
come
non
fosse e che
vegetativa
umana
si
riduce,
in
24
realt, appena a quaranta ? Ma come ? Noi abbiamo cambiato la faccia della terra e non saremo capaci di cambiare le nostre viziose abitudini ? Perch il sonno,
glie lo dico io,
un
vizio,
un
Non
si
lasci
Il
sonno
altri
non
i
necessario.
parlano
in
ciarlatani
:
della
si
pu ottenere
sonno semplicemente un barbarico sperpero di tempo e un tradimento continuo alla legge del progresso. Possiamo concederlo agli animali che hanno da pensare soltanto alla loro vita,
ci
modi
penser
ma non
compiti da eseguire e
vit e inabissarci in
se
la
nostra atti-
ci
?
il
farebbe orrore
lavoro e
pro-
non fosse diventato cos abituale mia legge del terzo e vedrete che
compiuto dall'umanit
Se
la
Tenete presente
il
gresso
in
trent'anni
sarebbe
gi fatto in venti.
riforma da
me
propugnata
remmo
ma
oggi,
di petrolio, le nostre
stri
no-
deve far
paura Non si pu perder tempo. Le fabbriche staranno aperte giorno e notte e produrranno di pi
;
una casa una
anno,
si
25
si
galleria che
dovrebbe fare
s'
in
ufi
si
finir in sei
mesi
ci che
impara
in sei anni
il
sapere
venuto
il
tempo
La
si
segni. I medici
non
ma
vogliono guarire
Il
dottor
Robin ci ha insegnato a non far figlioli il dottor Guelpa e' insegna a non mangiare, ed io sottoscritto, dottore Schlaf v' insegner finalmente a non dormire Il sonno, come la lussuria e 1' ingordigia, una
,
!
direi, la
lussuria del-
e lo stesso bi-
sogno pu essere eliminato. Tutti son testimoni, del sonno sulla nostra intelli-
genza. Chi
di risvegliarsi pi fre-
sco e vivo degli altri, s' intorpidisce, non sa parlare, non sa pensare. Noi diciamo addormentato a chi d' ingegno tardo e la marmotta per gli idioti lo stesso simbolo che la nottambula civetta di Minerva
per
i
desti.
Quando Buddha
piacque esser
il
detto
il
perfetto svegliato
Kant
ringrazi
defunto
Hume
Nel
Mi
scusi,
aggiunse
il
ma quando
i6
pausa interrogativa, se non sono abbastanza chiaro, comincio a parlare di questo scandalo mi riscaldo troppo e non so pi frenarmi. Specialmente
ascoltare
si-
vedono apportatore
lei
,
tropicale che
conosce di certo.
Ma
naturale
Il
sonno
e
morte
all'
appena
prolungato
1'
Dormendo
noi abituiamo
il
nostro organismo
il
im-
mobilit della
tomba
sopprimendo
sonno
si
allun-
mi
si
dicesse
quali sono
Non
gi
alzano la mattina pi
sogni,
quando
si
addormentarono. Neppure
perch
dispetto e rimpianto
all'antipatico
quando
vero.
ci
si
sveglia in
danno mezzo
consideri
la
un danno manifesto. Ed io voglio, se mi bastano, liberare i miei simili da questa vergogna e da questo danno. Se le mie parole saranno
intollerabile e
le
forze
le mie non vedremo pi finalmente questa miserabile umanit piombare ogni notte in uno
ascoltate, se
non vedremo
pi
intramezzar
da ritardanti
riposi
le
27
debbono conmia
opere grandiose e
gli
gli
i
durre
uomini verso
all'
idea io rendo
uomo
Tutt' altro
Le par poco
risposi io,
Ma,
un
se
non
sbaglio,
il
son-
non ha pronto qualcosa che ne sostituisca gli effetti, ho paura che il suo generoso ideale sia destinato a
rimanere un di quei sogni che
franchezza della domanda,
tasca
Il
il
lei
disprezza. Scusi la
:
ma
risponda
Ha
?
lei
in
non dormire
si
ran-
nuvol.
di
prima
proprio questo
il
mio pi grosso
come dice lei, bisogna trovarlo e lo trover. Si tratta di un semplice accessorio pratico del mio sistema, ma riconosco che ha una certa importanza per il trionfo delle mie idee. Per mi conforto pensando che la teoria vera e che non dev' esser difficile tradurre in pratica la verit. I soliti eccitanti non fanno al caso mio non sono abbastanza potenti e gli effetti duran troppo poco. Bisogna ottenere, se mi permette di parlar cosi, un' insonnia fisiologica e non gi quello
:
stato doloroso e
pericoloso che
il
nome
di insonnia.
Lei ha ragione
bisogna assoluta-
mente che continui le mie esperienze sugli antipnotici. Come ci sono i metodi per far dormire chi non ha
sonrto, ce
28
altri
ne debbon essere
lei
ha sonno. Se
ria
permette,
le
far leggere
dall'
le altre, le
il
dottor Schlaf
si
alz,
un
fascicolo
segn dicendo
non poterglielo dare a casa. Non ho che questa copia e non vorrei perderla. Aprii il fascicolo e mi posi a scorrere, con un po' di curiosit, le grandi pagine protocollo, coperte di una minutissima scrittura, non facile a leggersi. La memoria, per quanto prolissa e stramba, come i discorsi del suo autore, mi parve interessante e non levai gli occhi dai fogli per un bel pezzo. Quando, arrivato alla fine di un capitolo, alzai la testa per riposarmi un istante, un curioso spettacolo mi si par dinanzi. Il dott. Schlaf era seduto in una poltrona poco discoMi dispiace
di
eran chiusi e
la
bocca appariva
il
leggermente socchiusa.
Schlaf in persona,
l'
dottor
eterno svegliato
avrei giurato
che quell' a
lui
uomo dormiva.
momento
possibili
umiliazioni e a
me
inutili
discussioni,
di piedi dal
approfittai del
e uscii in
punta
la
legge contro
poeti
Un ma
il
nome
poco saranno evidentissime, sta preparando un disegno di legge che metter a rumore l'orto e il giardino
della patria letteratura.
di pochi articoli e dice
Il
disegno di legge
si
compone
Art.
i.
Per cinquantanni
Regno
la
di
Art. 3.
essi
le
opere
legge,
siano
autori,
o venditori,
tre
sar applicata
anni
di
carcere,
Art. 4.
esser condannati a
L. 500 a
L.
di
Art.
5.
la
pubblica
mano
che a mac-
Art. 6.
Sotto
i
il
nome
di
comprese anche quelle composizioni le quali, per quanto scritte in prosa, presenteranno, a giudizio di
appositi periti, tutti
Art.
7.
stampate fuori del Regno. Art. 8. Sono pure vietate le pubbliche letture di versi, gratuite e a pagamento.
Art.
9.
pena . Parlamento l'anno prossimo, purch, s' intende, l'amico mio sia riconfermato dai suoi elettori. Questa la ragione prinpoesie
sar
applicato
massimo
della
Questa
la legge
al
il
suo
nome
altri
verseggiatori.
fui
ammesso
al segreto di
que-
congiura legislativa
confesso
male.
le
Non
gi eh' io
mi creda poeta
in
mie speranze
letterarie
qualche quadernone di
liriche aspettanti
pisce,
dentro un cassetto. Anch' io, si caho fatto a tempo perso qualche sonetto o qualche
:
verso libero, anzi liberissimo v' forse un italiano munito del certificato di proscioglimento che possa but-
Ma
non sono,
infine,
poeta di
natura, lirico di vocazione o versaiolo di mestiere. Pur tuttavia quella specie di proibizione assoluta di pub-
blicar versi per
33
mezzo secolo mi sembr ridicolmente Mi parve, per dirla tutta, una proposta contro natura, contro le abitudini paesane, contro il costume
crudele.
nazionale, contro
della razza
.
il
e lo
spirito
Una
.
bast a scemare
Di
mia repugnanza.
i
si-
gnori poeti
Non
Restino pure in
carmi,
Italia,
gli inni, le
can-
A me
troppo.
poesia.
non stampino codesta roba. Non mi pare di chieder poi Non voglio apparire un volgare nemico della
leggere
poeti antichi e
come
Ma
io
credo che
piombo
delle tipografie.
limiti del
tuo divieto
si
inter-
vorresti
pubcon
fare
ogni
anno
cos,
il
in
Italia
Sempre
voialtri
letterati
sdegnoso
mio deputato.
i
riprese
riuscite
fatti.
Non
mai
Po-
a vedere di colpo
scite
34
ma non
la
riu-
mai a ragionare. Ti
, s
dir,
dunque, che
esclamai.
mia
Se
il
legge
la
lo
favorire....
carit,
dire
sciocchezze anche
te
siamo
in troppi.
Com'
possibile che tu
?
non
ca-
pisca a volo
:
Pensa un momento su quattrocento volumi, mettiamo, di poesia che si pubblicano in Italia ce ne sono per lo meno trecentocinquanta che non valgono assolutamente nulla, che nessuno legger, nessuno ricorder e di cui, forse, anche 1' autore, col tempo, si vergogner. Fra i cin-
di certo
quaranta-
non sono vera e propria porcheria, ma roba mediocre, di seconda mano, fatta d' imitazione, di reminiscenze, di echi roba inutile, in una parola. Restano tre volumi dove ci sar qualche verso, qualche spunto o qualche pagina di vera poesia. Di questi tre
:
libri si
gli
ma
un
libro tutto
buono che
con tutto
il
pire
un volume. Soltanto ogni dieci o quindici anni, a voler esser giusti, esce un libro di versi che contiene molta poesia e eh' destinato a restare, almeno per un bel pezzo, nella storia della letteratura sicch tu
;
vedi bene
tutt'al pi
si
perderebbero
buoni. Si perde-
rebbero, cio, per
se
il
35
modo
di dire
il
poeta vero
e' ,
sarebbero scritte
tutto
la
stampa per
io
of-
faccio risparmiare a
non impedisco
genio
ai
veri poeti
dare ascolto
al
loro
approvazioni e
all'
Ho dunque
ragione di af-
fermare che
Ma
la poesia, caro
Per-
fa tanta
paura
i
la
vogliono a tutti
costi avere
loro
volumetto stam-
pato
Prima
da
lo
Non
e'
bisogno che
e che c'entri di
mezzo
La
non stampata bisogna ascoltarla dalla voce commossa del poeta e non gi percorrerla freddamente cogli occhi. La poesia anche musica ed ha bisogno della voce, del canto, della mimica. La mia legge non
-36contempla
i
casi
di
recitazione
privata di poesie e
i modi ognuno di noi, ha esperimentato pi d'una volta quanto sembrino pi belli i versi ascoltati che i versi letti. Anche
temo che
mediocri
ci
troveranno
:
il
loro tornaconto.
Va
benissimo
ma come
i
faremo, senza
il
con-
trollo della
stampa
poeti buoni
recitare
E come
faranno
le
continuamente
?
loro
poesie a chi
recher da loro
Dovranno prendersi
audizioni per
un
ricattar
bisogna che io
mi metti al punto di dirtelo non sono affatto di codesta opinione e a patto di passare per un vii bottegaio ti dir che, secondo me, la poesia non punto necessaria agli uomini ed anzi pu riuscire pi dansenti
:
giacch
ti
confessi che
nosa che
utile.
Io far
finta,
ad-
mi dar
sacerdoti e mercanti,
ma
gli storici
ci
raccontano
fatti
del passato
capisco
mafatti
;
raccontano dei
ma
il i
tempo
logici
;
in
campagna
capisco, se
pu
far piacere,
che tentano di
capisco,
i
insegnarci
tutto,
i
ragionare
con
rigore
soprapoeti.
fisici
e gli economisti
ma
non capisco
Prima
37
sempre
di affari e sen-
biamo
altri
si
lagna o
che
si
riesca a capir
bene
o in
di che. Se sono
cerchino in un
modo
;
un
donna
;
se son poveri
:
vadano a lavorare
e'
se
curino
che bisogno
di scriver dei
si
E
i
Roba inutile, eternamente fanno anche del male, senza saperlo. Son
i
i
proprio
ragazzi,
giovani,
gli inesperti,
stravagante
di tristezze accascianti.
Senza
via,
Tu dimentichi che poesia a volte sentimenti generosi ed eccita a imprese. Chiacchiere, amico mio, chiacchiere buone.
dissi io
pi risoluta, pi operosa.
la
ispira
nobili
bell'e
roba dav!
vero
s'
impara
Odio,
avessi paura di
38
un
fiasco la
di
cos.
essere
anche pi severa
sei
Sicch proprio deciso a presentarla E credi sul serio che passer Ma certamente Le leggi che non passano son
?
!
quelle che
vanno contro a interessi troppo forti e qui, fortunatamente, non ci sono veri interessi n grandi n piccoli. Io impedisco a un ristretto numero di cittadini di
in
far
certe spese
generale,
saranno
perch
felicissimi
poco guadagno che fanno con alcuni libri di poesie viene rimangiato subito dalle perdite che subiscono per i moltissimi volumi di versi che vanno
male. Gli scrittori che guadagnano qualche cosa colle
poesie
si
se
Tu
ado-
che
maggior parte
si
mila copie,
nellate
di
riduco
il
consumo
carta che
Ammesso
che ogni
io faccio
volume
pesi in
se
39
Non
non
un vero scanproprio
di
campagna,
quella
delle
foreste
degli
uccelli,
su
e
carta
che
importa diminuzione
?
piante
quest' ultimo
argomento non
seppi, francamente,
cosa rispondere.
la rivolta dei
ragazzi
Ho
scoperto,
per caso,
il
primissimo principio di
col
in-
Stavo leggendo
al
la
un banco
di
pietra,
in un viottolo appartato che d sui campi. Venne a sedersi vicino a me un ragazzo di dodici o tredici anni
tutt'al
cio,
pi,
col
lutto al brac-
di
che tir fuori una stilografica, un grosso quaderno scuola e cominci a scrivere coli 'aria grave e ispi-
Ogni tanto alzava in su il viso grasso e pallido seguendo cogli occhi castagni il volo d'un moscone o il fantasma di un pensiero
rata di
un poeta
in
missione.
difficile,
eppoi
si
ma
mi vinse non riuscii pi a tener dietro ai discorsi del dalmata suicida. Mi domin all' improvviso una strana voglia di sapere cosa mai poteva La
curiosit
:
Un componimento ? Le scuole, veramente, erari chiuse, ma forse quei povero figliolo doveva prepa-
*- 44
rarsi a
pareva.
nuovi esami.
Non mi
era piuttosto
?
un
lora
letteratino precoce,
s
prodigio,
primaticcio
al-
ma colla mia non riuscii a decifrare neppure una vista troppo corta parola. Non mi restava ormai che attaccar discorso se volevo scandagliare quel piccolo mistero. Ma non quel ragazzo non sapevo da che parte cominciare era cos bambino che si potesse adescarlo con una
il
grulleria qualunque.
bondo mi dava piuttosto un po' di soggezione. Fu proprio lui che mi tolse d' impiccio. Forse s'era accorto dal mio sbirciare e allungar di collo della mia curiosit e voltosi a me, un po' arrossendo, mi
chiese
:
Mi
dispiace,
le
l'orologio.
Ma
?
sa-
ranno vicine
lei,
Ha
fare, cost
di
adoprare
il
tanto quello
scribacchio
la una persona grande. Il mia domanda ma parve quasi contento dell'occasione che gli davo Onesto un lavoro che non finir n stasera domani sera. Ci vuol altro n E a questo punto tacque, quasi si vergognasse a
:
di
dir di pi.
Un
lavoro di scuola
incalzai.
45
in
quell' interrogail
tivo
!)
Di
scuola
le
(Che
io
sdegno
Ma
pare eh'
cervello in
Ci sono stato un po' di quel reclusorio tempo, non ho potuto fare a meno, ma ora so di che si tratta e dopo la morte del babbo son riuscito a
non metterci pi
si
?
il
piede.
la
le
un
Ho
dei
Non si fa questo per svogliataggine o per birbanteria. Non siamo discoli scioperati che inventano nei libri di lettura. Abbiamo un programma, un'idea.
i
spoppato
mia sorpresa
soggiunse. male a parlar troppo Lei non pu capirmi. E neppure nessuno di loro, dei grandi. C' una barriera fra noi e voi altri. Appena
fatto
Ho
ci
trattate
finisca
come
trattati.
questa
schiavit
siamo anime anche noi e importanti e che hanno il diritto di esser rispettate La mia curiosit crebbe a mille doppi a sentir questi discorsi in quella bocca dodicenne. Mi feci con!
ciliante.
Senta, io
Tutto
:
m' interessa.
Ho
ricordo anch' io
46
Son Sono
non ho
pregiudizii
Con me pu
Il
fiss un momento coi suoi occhioni Era sorpreso lui, ora. Se quello che mi dice vero, non potevo imbattermi meglio. Noi cerchiamo appunto degli alleati fra
ragazzo mi
cerchiati.
grandi.
Come
i
le suffragiste
che
li
cercano tra
ma-
schi.
Noi cominciamo
Lei dev'essere un
ora,
ma abbiamo
istruito
:
grandi idee.
Ci
mancano
serio.
uomo
se potesse aiu-
tarci, far
conoscere
sicuro
!
Ma
interruppi.
di
Non
chiedo di
meglio.
sui
Son
:
costretto,
se
giornali
parlarne.
mi fido di lei. Per ora tutto segreto. Abbiamo fondato da pochi mesi soltanto la prima Lega dei Ragazzi. Siamo appena venticinque o trenta, ma spero che il movimento prender piede e presto. Stavo appunto scrivendo una specie di appello o manifesto che si vorrebbe stampare e mandare a molte migliaia di altri ragazzi. Abbiamo un corrispondente propagandista a Roma e uno a Bologna, ma non bastano. Manchiamo di soldi paghiamo venti centesimi al mese ma per ora non abbiamo tanto da presentarci a uno
: :
Badi
difenderle, se
mi parranno buone.
stampatore.
-
lei,
scusi,
?
sarebbe
il
capo
e V iniziatore di que-
sto
movimento
47
fin
SI.
Io e
un
e
da
piccini,
siste
Ma insomma, per intendersi, quest' idea nell'abbandonare scuole basta Ma no L'abbandono scuole non
le
con-
delle
che
una conseguenza. anche una protesta ma nulla di pi. La nostra idea pi alta, pi grande, pi nobile. Noi vogliamo fare per i bambini quel che le femministe fanno per le donne. Vogliamo proclamare,
conquistare
e
difendere
ci
diritti
della
fanciullezza
siamo accorti dello stato di abbassamento e di schiavit in cui siamo tenuti e vogliamo
Noi per
i
primi
Sarebbe a dire
Ma non
vede
in
che conto
ci
tengono
Fin
ci contentano, ci avvezzan male, ci danno retta, perche siamo bellini, perch siamo carini, come balocchi. Appena per si comincia a capir qualcosa seguitano a volerci bene ma in un modo curioso.
Non
dove
Ci fanno la vita a
s'
modo
le
e'
loro.
insegna a tutti
stesse
mentre siamo
cos diversi.
Non
sarebbero
le
nostre disposizioni,
nostre intenzioni.
i
loro principi,
loro gusti.
Come
ci
hanno imposto
il
nome
essere.
1
vogliono
imporci
poi no
!
Questo
bambini, se
48
dalle pedanterie,
i
Lo dicon
tutti
poeti che
poeti
non son
che
ci
tro
ma
l'educazione
vo-
Lei non
dieci
ci
vent'anni
simili
loro.
Ma
e
scamente
ciulli.
non anzianamente
in
formazione e ricca di
calpestata,
offesa,
seri
tutte
possibilit
non dev'esser
strangolata
diminuita,
saggi
potata,
dagli
uomini
che
i
perch hanno
passato
trenta,
quaranta o
cinquant'anni. Vogliamo
libero,
finalmente un po' di
autonomia, pi braccio
guide pi lunghe.
Un
che credono
pi cose che
va a vapore
si
e tutto
capisce
i ragazzi antichi a quindici o sedici. Non vogliamo sentirci addosso continuamente padri, maestri, pedanti, e consiglieri. Ci lascino svolgere pi a
modo
verranno
Ma
discorsi
?
in pratica cosa
vorrebbero
a tempo a pensarci.
Ora
stiamo buttando
come
classe,
come qualcosa
di
49
si
opposto
ci si
alla
Al resto
diffonda
un nuovo
Finora non
I
nostra.
socialisti
cristiani
d'Oriente
;
difendono
a
noialtri,
diritti
degli
operai
le
conquistare
nuovi
diritti
donne
ma
non
ci
pensa nessuno.
allora ci
penseremo da
noi.
La nostra redenzione
qualche
glio
;
grande che vorr spalleggiarci, tanto meno faremo come 1' Italia faremo da noi. Ma non avete proprio nessuna rivendicazione precisa da far valere ? S, che ne abbiamo, ma per ora non e' da par-
se
Prima bisogna mettere insieme delle forze, epcome fanno gli altri. Se non ci contenteranno si ricorrer alla forza come tutti i rivoluzionari.
larne.
poi chiederemo
Alla forza
Sicuro.
lei che una rivolta bene organizzata non possa esser pericolosa
Crede
di
?
ragazzi
Sciopero
generale in
tutte
le
scuole,
rifiuto
d'obbedienza, diCi
mostrazioni
dispetto
!
dei soldati.
penseranno,
prima
domande
Ma
?
si
diceva di certe
precise
quali sarebbero
il
le
donne.
Non sappiamo
pio,
cosa farcene.
aspetti
i
Ma
che non
maggiore
50
et. A quindici anni un ragazzo dei nostri tempi pu benissimo regolarsi da s, capisce un' infi-
il
diritto di tracciare
da
si
Non
le
par giusto
Sba-
non sbagliano spesso anche i parenti ? E almeno non avremo da rimproverar nessuno se poi ci va male. Giustissimo. Eppoi ?
ma
Poi
i
si
vorrebbe che
gli
ci
posta per
dicare
ragazzi e
adolescenti e che
i
una
giurati
venga
un
piccolo
s'
in-
a quei ragazzi
la
met
del guadagno.
Non
c' altro
ma
in seguito
ci
richieste.
preme soltanto
con-
quistare
un
la nostra forza.
tri
se sapessero
comprenderci
si
La
genialit infantile
diffusa pi
che non
per
crede.
basta leggere
le
vite
dei
geni
vedere
I
che
hanno
cominciato
quasi
tutti
prestissimo.
grandi
uomini riescono a
istupidimento or-
all'
ma
in
confronto
ai
5i
Ame-
molti chiamati
gli eletti
rica
Non
bisogna badare
gioia
al
nostro chiasso.
L'allegria
noiata
Dalla
sfrenata
dalla
nostra
sanno lunga
son molte
domande
rispondere e
a certe cose.
vostre
gerete
siamo noi che vi forziamo a pensare Perch non sappiamo esprimerci colle
ci
formule
prendete per
idioti.
Ve
n' accor-
un
bel
ho gi mia conoscenza
altro,
letto
e se
come un
Ma
lei
pu
essere un'ecceziome.
I
il
Nient'affatto.
Gli che ci
manca
maggiori.
Ma
Ci credo.
In
Ma come giustifica la fuga dalle scuole ? un modo semplicissimo. Vogliamo cominla nostra
ciare
di
ad affermare
volont contro
di noi.
il
sistema
Non siamo
un
altro
al
nanzi
ma la vogliamo in modo. Lo scolaro deve aver pi diritti dimaestro. E non ci dev'essere una regola coi
mune
renze e rispettare
Vogliamo
fare
coni-
piti
52
ma
non
dev'essere pi
zioncine tutte
scolari
scelti da noi. La scuola una distribuzione meccanica di noeguali ma una collaborazione libera tra
maestri,
Intanto,
per
Ho
paura che
compa-
gni e di tutto il programma sar questo l'articolo pi popolare. Non ha paura, a questo modo, d' incoraggiare la poltroneria
Pu
essere.
Anche
gli
si
scioperi
operai
hanno
quest' inconveniente.
Non
pretende la perfezione.
Ma
intanto
casi,
loro
sui nostri
a
e
prendere in esame
forse
lezza
che
Sarebbe gi un bel Son tanti anni buono nulla pedagogisti lavorano senza Ma queste sono confronto
resultato.
i
arriveremo a
ci
far
di
inezie in
al
rivolgi-
fra gli
uomini
e
il
nostro
moto
di
vita
e
il
sacrificati
trascurati
avranno
loro inclinazioni,
pi
amareggiato
viso rosso.
Mi
voltai. In
fondo
al viot-
ragazzo s'alz e
neppur salutarmi.
Mamma
Mamma
Eccomi qua
la
Da quando
amatore
s'
di eccentrici e accoglitore di stranezze non mi salvo pi dalle visite di uomini imprevisti. Almeno un paio di volte al mese un qualche progettista balzano o un qualche originale fuor di squadra suonano il mio campanello e vogliono per amore o per forza ch'io mi faccia portavoce e paladino de' loro ritrovati e de' loro sistemi. Mancandomi l'aiuto di un qualsiasi servitore,
l'uscio in
il
permette
lenti.
respingerli
li
con
li
argomenti
troppo
vio-
Perci
ricevo e
metto entusiasmo ed appoggio con parole che non escon sempre dal cuore. Quest'esercizio, per quanto fastidioso, non per senza diletto e, qualche volta, senza utilit. Fra i tanti esaltati mentecatti che mi esibiscono le loro inutili e idiote idee fsse capita qualche volta l'uomo
che sa quel che
si
ad esempio, venne a
tro-
56
Varmi un omino anzianotto, ben vestito, ben calzato, (e siamo d'agosto !), che m'entr in casa a forza d' inchini e non volle sedersi finch non l'ebbi pregato tre o quattro volte con le
inguantato con guanti puliti
formule pi garbate ch'io ricordassi. Aveva costui una faccia sbiadita di cameriere smesso che non prometteva nulla di buono, e una testa di capelli radi e bianchi divisi in
suoi gesti
attori
disinvolti
come
le
quelli
di
degli
parti
gentiluomini
il
modo
col quale
teneva
cappello
su-
in
mano
senza aver
l'aria
d'esserne impacciato
scit la
se
ho
avuto
cessit
l'ardire
d'
importunarla
senza
averle
chiesto
prima per
di
ed
io
risposi, un perdono tutto quanto Mi dica piuttosto po' seccato da queste lungaggini. a cosa debbo l'onore della sua visita. - Mi permetta prima di tutto una domanda ha
suo perdono.
Ma
io le
letto
cominciai
Scusi,
in
faccia
il
piacere....
Un
le
po' di calma
Non prenda
creda eh' io
ho
detto.
Non
Neppur per hanno mai
meno.
57
libretto di
Della
Casa
loro
avversari
nem-
E
Io
allora
le
facevo
quella
lei
domanda
per
entrare
in
chiama,
impropriamente,
buona educazione
di
liberi
Io so da molto
tempo che
lei
uomo
sensi,
scevro di presolo
giudizi e inclinato a
capire, lei solo
Ma io vedo benissimo la ridicola vergogna che da tanto tempo grava sulla nostra razza, e lei pure la vedr appena avr parlato. Ne sono sicuro. Segua, per piacere, il mio ragionamento. lei
persuaso che la libert umana, sacro patrimonio che
mi pu
ognuno riceve
e
prescrizioni,
alla nascita e
limitata da
Cosa mai
nazioni
leggi,
questi regolamenti,
queste
societ,
queste
norme, ordini e doveri, se non tante stecche di quella gabbia invisibile che racchiude ogni
essere
gli
umano
col
nome
di civilt
lei
persuaso che
uomini fanno abitualmente moltissime azioni inutili e che sciupano gran parte del loro tempo per inezie
che non accrescono in nulla
vinto che la legge del
il
loro valore
lei
con-
minimo
sforzo
non
seguita
58
_
?
L'uomo, insomma, troppo schiavo e fa troppe cose. Sono queste le mie premesse. Se non le accetta non posso andare avanti.
dalla maggior parte dell'umanit
Seguiti
Se proprio necessario
pure
!
le
Commosso dunque
se
al
dallo spettacolo di
un'uma-
mente oppressa da
tanto per elevarsi
medesima
e che
dovrebbe far
di
perde
ogni
giorno,
sommandole
ore preziose,
mi son
Per quanto
sia
piccolo,
oscuro
ignorante,
dei
benefattori
genere umano.
Non
potr libe-
rare interamente
uomini
li
ma
;
una
non potr riformare tutti i costumi ma voglio almeno far risparmiare qualche anno di tempo ai miei simili. Le costituzioni sociali e le leggi scritte, per quanto incomode e penose a sopportarsi, hanno una qualche
delle
funi
che
legano
l'
ma
si
noi
meno
il
scuodella
chiama galateo. Se
non possiamo liberare tutti i prigionieri cerchiamo almeno di buttar gi un muro della carcere Mi perdoni, ma io non capisco troppo bene
!
quali
l'esser
rapporti
vi
l'esser
liberi
maleducati.
Lei non capisce
?
impossibile
Lei
un uomo
intelligente
59
!
~
Penser
io
deve
capire
a farla
ca-
pire
tesia
Prima
di
di tutto le
regole
tradizionali
della cor-
sono residui
lasciti
che
colla di
no-
questo
!
indegno
uo-
norme della obbligatoria sono un baratro, un abisso, un di tali assurdit e tramandano un tal puzzo
Inoltre le
e
anticume
ci
putridume
con
che
la
farebbero
sola
orrore
chiunque
s'accostasse
compagnia del
buon
saluti
di
senso.
Guardate ad esempio, per cominciare, i abituali fra gli uomini. Che bisogno ci sarebbe
sapere a un altro che l'abbiamo riconosciuto
egli sa
ci
far
mentre
stesso
benissimo che
?
lo
conosciamo e che
si
lui
ha riconosciuti
il
l'appunto
cappello
Il
cappello
passando in
un luogo chiuso
che facilmente
un ingombro
si pu rimettere a posto. Ma gli uomini hanno creduto che questo levarsi il cappello fosse un
il
quando s'incontrano
:
due vorrebbe dire io sono inferiore a te Ma essendo in due a dirlo tutto resta come prima e ci sono stati soltanto due atti inutili di pi. Anche il darsi la mano poteva essere utile in tempi pi feroci quando era bene assicurarsi, accostandosi a uno, se avesse armi nascoste in mano, ma oggi un uso rididei
!
Ognuno
colo,
che
ci
a farci scuotere
brutale shake-hand
l'
i
6o
Umiliantissimo poi
1'
inglese.
impiccolimento
Noi abbassiamo il collo quasi per farci metter le briglie e curviamo le spalle quasi ad aspettar Ogni uomo deve restare come le frustate. Vergogna la natura 1' ha fatto e deve sempre guardare in faccia a testa alta i suoi compagni. E che dire poi di quegli auguri meccanici e non pensati che continuamente si fanno nella conversazione ? Quel buon giorno e
tali.
!
quella
rei
Il
felice
notte
e quel
buon riposo
io
li
vor-
li
fa e allora son
pure
perdite di fiato
in altri casi
sono
non possiamo
soffrire
ed
a'
quali auguriamo
si
Lo
stesso
potrebbe
nelle let-
si
adoperano
anche chi non s' visto mai si chiama illustrissimo e c' del tutto indifferente egregio chi non s' mai dimostrato luminoso
Si
chiama
caro
chi
non
votissimi
ci
e'
si
professa
de-
importa nulla ed
per
i
affezionatissimi
niente.
a corrispondenti
Finzioni,
le
quali
non
sentiamo
nate
!
parole,
gesuiterie,
buffo-
dove mettete
rallegra-
il
piacere a chi
ha e
lo
scemano invece a
chi
li
6i
si
? E cosa sono usano nel discorso, questo tu, voi e lei, indecentissime ineguaglianze grammaticali in un'epoca che vuol apparire, a tutti i costi, democratica ? Perch devo dar del lei a un mangia-
colletto e cravatta e
dar
uno scamiciato che suda tutto l'anno perch non manchi il grano a nessuno ? Ma pure certi usi gentili, come i riguardi per le signore e per i vecchi, non sono senza ragione e testimoniano di una certa elevatezza d'animo. Non
le
pare
?
!
La
cre-
riguardi
l'altro
donne erano una forma di protezione verso quando questo era meno numeroso del nostro e quando, a causa della vita puramente fisica dell'uomo, la differenza di forza tra il maschio e la femmina era abbastanza grande. Ma oggi tutto cambiato. Le femmine sovrabbondano al di l del bisogno i maschi son diventati, specie nelle citt, pi
sesso
;
tempo
le
donne,
reclamando
alla
la
diritti eguali
posizione
d' inferiorit.
Quanto
ai
vecchi
esaminata nella sua radice, un tentativo di propiziarci quelli da cui aspettiamo qualcosa, tant' vero
che noi rispettiamo moltissimo
i
ricchi e nient'affatto
poveri.
Ma
fare e
tarsi e
62
c' niente
da aspetsi
non
e'
onoras-
lunghi anni.
e
rispetto,
se
non
date
le
sopravvivenze di abitudini e opinioni antiche che oggi non dovrebbero pi regolare la nostra condotta. Pensate, per esempio, anche a uno degli usi pi comuni
:
l'
invito a pranzo.
che un resto di
mancanza
i
di locande
tempi in cui
dinariamente
si
meno
di
uomini
soddisfare insieme a
uno de'pi
di
animali
invece
di
vergognarsene,
ac-
come accadr in avvenire. Cos pure l'usanza compagnare i parenti e gli amici alla stazione
sopravvivenza
di quelle
una
si
viaggi,
anche
cari.
pi brevi, eran
e pericolosi e perci
di pi coi
momento
lei
nostri
Ma
sono
?
ne
ride-,
none
vero
da qualche minuto, io seguivo il concitato discorso del mio visitatore con un sorriso che minacciava ad ogni momento di prorompere in risata.
qualcosa
ste sue
cosa c'entra
dissi
io
la
mia persona
teorie.
63
Io
vorrei
Italia
Lei
c'entra
benissimo.
fondare
in
una Lega contro il Galateo e mi son rivolto a lei perch mi aiuti e perch accetti, se crede, di far parte del consiglio direttivo. Il motto della nostra lega sar Ricordatevi della Cina ! Infatti si pu dimostrare che i popoli dove pi fioriscono le cerimo:
La
rivoluzione fran-
gran
Il
mondo
aristocratico
tutto
fondato
sull'eti-
chetta.
me una
diminu-
umana, un'
ipocrisia
pravvivenze antiquate, una perdita perpetua di tempo. In nome dell'umanit io vengo a chiedere il suo aiuto
per liberarla da questi mali
!
Caro signore,
risposi
alzandomi in
piedi,
io
mi son convertito immediatamente alle sue giuste opinioni e perci non si avr a male se ora la congedo
senza troppe cerimonie.
preso per
lo
un braccio
spinsi
l'omino,
sbalordito della
sul
mia mossa,
dargli la
rapidamente
pianerottolo
neppur
buona
sera.
Ho
quel
servitore n di
salute
e
un padrone n di molti padroni. Della non mi lamento piccolezze ogni tanto, tossi indigestioni malattie grosse mai. L'arte mi piace non mi dispiacciono i paesaggi. Godo nello stare a
:
sentire
con
tal
co-
stanza che
si
di ascoltare.
Eppure
a
c'
Non mi
e
ritrovo
modo
mio.
Non
gli altri.
Soffro d'una
come chiamare
liste
ufficiali
che nessuno
vizi
mi sa
sia
conosciuto
dei
difetti
si
Ma
pigrizia
si
propriamente non
di
Il
vero
accidioso di
nulla
cura,
nulla
si
compiace, da
rebbe succhiar
la vita
pi che
gli
mi piace
:
68
cielo
che
s'
illumina o s'oscura
;
le
strade
pensieri spregiudicati
;
buoni
libri
quadri originali
con-
Ma
riera,
e'
fra
me
gli
oggetti desiderati,
una
difficolt
un' impossibilit.
Io
Ogni azione, per quanto breve, ogni fatica, per quanto leggera, mi secca, m' indispone, mi disgusta.
godermi muovermi, per mangiare, magari per lavorare. Ma quando penso che per alzarmi mi tocca a lavarmi, a pettinarmi e a vestirmi mi cascan le braccia e tutte le mie membra son come paralizzate. Non c' niente che mi repugni pi del vestirmi.
alzerei volentieri per uscire, per
un
Tutti
e in trent'anni, senza contare straordinari, un uomo forzato a ve fare quegli moquasi undicimila assoggettarsi vimenti, compiere quei medesimi camicia, aba quelle operazioni mutarsi
tacinque giorni
i
ed anni, tutti
trecentosessan-
anno
casi
stirsi
volte
stessi
gesti,
solite
il
la
bottonarsi
colletto,
infilarsi
calzoni,
farsi
:
il
nodo
Basta
il
dispetto
di codeste
dosso e
nata.
69 ma forza
!
con
la
rabbia ad-
Appena son
ma
ricominciano
le
Dovrei far fermare la vettura, dire al fattorino dove vado, tirar fuori il portamonete, sedermi.... Per carit
!
Si
Ne
faccio a
i
la spesa,
capite,
non
per
quattrini.
soldi
Spenderei
s'
io po-
mio posto
preferito, senza
ed
molto interrompo soltanto quel che basta per dargli un nuovo gomitolo da sgomitolare. Ma penso che devo traversare mezza citt, passare per strade che
visita gli farebbe piacere perch lui parla
io
l'
mia
conosco
strano....
gi
troppo,
salir
le
scale,
il
domandare
cappello,
:
alla
il
pa-
c'
poca
Illustrazione e prendere
c'
un
caff
con qualche
pasta.
Ma
atti necessari
anche qui tutta l'orribile serie di piccoli da compiere parlare al cameriere, chie:
dere
giornali
i
al
ragazzo,
pagare,
Non
per
denari, vi ripeto
ma non
dar
la
mancia....
posso, al di
minima che
strada.
sia,
mi
mi
serra ogni
Ho
amanti
possibili
di
un giorno o di un anno, mogli eventuali di tutta la vita. Ma v' immaginate voi eh' io potessi fare quel che si chiama la corte quei primi approcci, tentativi ed assalti che son necessari per impadronirsi di un individuo del sesso avverso ? Chi mi avrebbe dato la vo;
glia e
il
coraggio di scriver
le
famose
fiori,
lettere, di lavole
ore
una
finestra
di
mandare
regalucci, gli
espressi, le
ambasciate e tutte
le altre
diavolerie
?
amo-
assalire....
Ahim! Non
son capace.
all'amore e a tutte
da
s,
lotte
spontaneamente,
e
senza dichiarazioni,
semplicemente
senza preparativi,
senza
allora
non
Ma
inquieto
sudato,
e
per
mi spaventa
piccole
noie,
pi che altro
i
mi spaventa per
le
le ridicole
attese e fin-
zioni,
non per
il
resto.
Mi succede
lo stesso
anche
in altre faccende
della
<
la possibilit
non sarebbe una nauseabonda rifrittura di roba gi detta. Vedo il mondo a modo mio, ho una personalit che non mi sembra comune mi vengono in testa, a volte, pensieri non del tutto
di scrivere qualcosa che
;
imbecilli.
Ma
zione di essere
la necessit di
la carta, la
7i
l'
dover comprare
inchiostro, la penna..
penna
dover
ricoprire,
quella carta,
io,
colla
di
di
ri-
Non
mango un uomo
Per
le
mi
impedita.
ma
sare
Avrei abbastanza denari per viaggiare son fermato dall' impossibilit fisica di compul-
un
orario, di
andare
da mangiare. Non vado alle esposizioni per non dover discutere cogli amici non entro mai in un teatro per non dover comprare il biglietto non frequento le biblioteche per non aver da scrivere schede. Sto in una casa fredda, scomoda, senza luce, eppure tremo all' idea di andare in un migliore appartamento, tanto mi atterrisce la visione
di scegliere
un
albergo, di chieder
infernale
dello
carri,
delle
trattative, dei
ho dovuto fare
cilato
glia
il
o scansarmi da
mondo
scuote.
Son
?
l'eroe
Apatia
Non
credo,
tutto
mi
ci
attira.
Ma non
;
vorrei far nulla per andare verso vorrei che tutto fosse attirato
la
che mi piace
s
da
me,
triste
dogana
Il
far
le
mio non
un
anche
io
desidero intensamente
cose e soffro di
non
poterle avere,
ma
soffro
al
so
mi riconosco e disgraziato. Ma non come cambiarmi. Ci sar forse il modo ma dovrei, probabilmente, seguire un metodo, una cura cio compiere certe determinate azioni. E questo non mi riesce. Son chiuso in un tremendo circolo vizioso e soltanto la morte romper la mia strana prigione. La parte della vita che pi mi s'adatta il sonno.
complicato,
Nel sonno
io
godo
vedo
e agisco senza
senza affaticarmi.
Ma
!
c' di
tina
le
levarsi
11
la giacchetta, sfilarsi
il
calzoni, sciogliersi
nodo della cravatta.... Qualche sera preferisco addormentarmi vestito, dove mi riscarpe,
disfare
trovo.
Non
c'
che l'altro
ragonato.
Io stupisco
i
quando vedo
tre
sopportare tutti
giorni,
di
volte
giorno, quella
penosa necessit
star
ritti.
Quel tramenare
coi coltelli
specialmente
E
stesso giorno,
coi coltelli
quel masti!
care,
quell' ingoiare....
Neppur per
bisogna
ri-
sogno
Lo
dopo poche
ore,
cominciare
il
73
troppo
:
solito
compiere
digiuno.
gli
stessi gesti.
quando posso
Potrebbe darsi che un medico mi potesse salvare. Ma io non credo abbastanza nella medicina e sopralutto non saprei come fare per recarmi da uno specialista,
suonare
il
il
mio caso, consegnargli una busta con venti o cinquanta lire.... Non sono avaro ma non posso assolutamente.
Non
so
neppur
io
ho dettata tutta di una pausa, senza un segno di stanchezza. E guarda un po' che insolita sensazione Ci ho provato gusto quasi piacere. Son riuscito a fare un
specie di confessione.
seguito, senza
1'
!
come ho Eppure
Vanit
seguito,
Risogno irrefrenabile
di seguitare di
!
di
sfogarmi
Ma
io
ho voglia
Mi sento meglio, ho
me
Non
indie-
pensiero.
Sto diven-
tando un altro
Son guarito
il
genio satanico
Gi due volte m'ero fermato a Praga senza riuscire La prima volta ero tanto giovane non ebbi neppure il coraggio di cercar la sua porta
a vederlo.
quell'altra
il
portiere
mi
fece
capire,
non so come
casamento.
da me cercata non abitava pi in quel avevo allungato la strada e avevo fisImpossibile, in quella camera sato la per la sera citt dove si parla una lingua incredibilmente sconosciuta ed ingrata agli orecchi meridionali, sapere dove costui si fosse cacciato, domandare s'era in citt e come avrei potuto trovarlo. Vinto dal dispetto rimontai in treno e non ricominciai a sorridere che sotto
che
la gloria
il
sole di
Verona.
Eppure non potevo fare a meno di conoscere quell'uomo che mi possedeva fino dai sedici o diciassett'anni. Mi sentivo attirato verso di lui come verso un destino che si pu ritardare ma al quale non permesso sfuggire. Tutta la mia anima era piena di lui,
delle sue
parole,
delle
sulla
trac-
eia
78
a qualcuno dei
dei
suoi
aforismi,
di
somigliare
scrittore
suoi personaggi.
Nessuno
di
adopro questa
e
parola in
mancanza
di
una pi intensa
dinamica
aveva fatto su
me
coloriva sempre pi la
lasciare speil
:
pi
secolo
c'era
solitudine di
Nietzsche,
dell'ansia di
Do-
di pi
diavolo,
ma
c'era qualcosa
si
parole, che
non
pu rav-
dopo
uomo
solitario,
nemico dell'uman genere, un po' stravagante e demonaco. Poca gente conosceva veramente le opere sue lo chiamavano il Maledetto. A me piacevano specialmente i suoi romanzi che avevan tutta l'aria di essere autobiografici, a sosuperbo,
:
mi ero immaginato la sua vita come la fantastica corsa di un dannato inseguito attraverso dolori e le
i
paure della
terra.
Dopo
citurna,
79
non mi bastavan pi
libri
volevo guardare
solchi della
sue labbra
sua faccia
proprio ed altrui.
Non mi
ebbi
la
e disgraziato tentativo di
modo
di passare
me-
della sua
nome
le
su
scale di corsa,
stava
al
quarto piano
il
ma quando
le
o per la troppa
cuore mi batteva,
gambe mi
la
piegavano e sentivo che se avessi parlato mia voce sarebbe stata rauca e tremante. Aspettai
si
un momento
mas-
di ottone lustro
di meraviglie e di misteri.
Final-
mente ebbi la forza di suonare. Venne ad aprirmi una donna attempata, grigia in testa, e vestita, naturalmente, di nero. Pronunziai sotto voce
e fui
il
nome
fatale
fatto passare.
La casa aveva
tutto l'aspetto di
essere
della quiete.
Un
entrata.
destra, intap-
La donna m'
indic
un lungo andito a
8o
In fondo a
stanco.
Entrai in
una stanza,
un piccolo gabinetto quadrato colle finestre serrate e illuminato appena da una perettina elettrica che scendeva gi dal mezzo del soffitto, mezza rinvoltata in un pezzo di foglio verde. C'era da una parte una libreria nera coi vetri nascosti da tendine gialle dall'altra una cartoniera come si vedono in tutti gli studi di avvocato e appoggiata alla parete di fondo una scrivania nera ricoperta di panno verde, dove non si vedeva che una boccetta d' inchiostro e una penna da un soldo. Al muro un paesaggetto napoletano volqualche quadro illustre in garissimo e mal dipinto tricromia e un calendario commerciale. Per dir la verit l'aspetto di quella stanza cos meschina, raccolta e ravviata turb leggermente le mie previsioni. Credevo di penetrare nella tana del Maledetto e mi ritrovavo nell'ufficio di un diplomatico o di un banchiere. Non c'era l dentro assolutamente
;
Che abbia sbagliato casa ? Che si tratti di un pensavo fra me. un omonimo ? Ma non ebbi il tempo di far tante riflessioni perch la porta si schiuse e mi vidi innanzi un ometto basso, sulla cinquantina, il quale mi chiese, in buonissimo
parente, di
presa che
per
l'uomo dei miei sogni e dei miei entusiasmi fosse quel borghesuccio calmo e gentile, che mi
possibile che
squadrava
tranquillamente
con
due
occhietti
grigi
Ma come
le
in redingote,
con una
ghette
tut-
mano
t'al
nella
sembrava
pi un maggiore a riposo o un
cassiere in
pen-
aveva fatto palpitare aveva abbacinato il mio spirito colla potenza dei suoi assiomi demoniaci ? Dentro quel picsione, era proprio lo stesso che
il
mio cuore
fronte liscia
bassa,
eran nati
avevan trascinato in un mondo tanto diverso dall'usuale ? Non potevo crederlo e pi fissavo l'uomo che mi stava innanzi pi cresceva il mio stupore. Non
seppi reprimere la
domanda
ingiuriosa
Ma
il
poeta
di
Severit,
?
l'autore d'Io e
Dio
Mezzanotte
-
Proprio
io,
cortese
servirla.
uomo.
rispose, senza
offendersi, quel
in che ^osso
Si
accomodi
mi dica
Non sapevo
alla
pi in che mondo fossi e non mi venne bocca nessun discorso possibile, Il brav'uomo mi
;
aiut
miei
Capisco
riprese sorridendo
lei
uno
dei
Non
in
un momento.
E
di
una
scatola
un
Qui
foglio
stampato
da un'altra un
fascio
ritratti.
seguit
lei
cune notizie sulla mia vita, e la lista completa delle mie opere, con qualche idea del loro contenuto. Scelga
fra questi ritratti quello che le piace di pi. Io
vengo
?
meglio di profilo,
ma
faccia
lei.
Dove
sar riprodotto
?
gli
il
rispondevo e che
fissavo
grand'uomo
ricorse di
da mi porse dicendo - Qui ho fatto ristampare i principali giudizi sulle opere mie. Le far comodo per orientarsi. Come lei vede, nomi dei critici son buoni e gli articoli provengono i tutti da periodici importanti. Non ho tenuto conto delle
un'altra scatola tir fuori
:
nuovo un li-
lei
vuole
qua.
un autografo
eccolo
1'
infaticabile genio
una una
slanciata
da
ragioniere.
Non
spavento.
riuscivo
riavermi
dalla
sorpresa
dallo
83
?
no,
Non
le
basta ancora
il
prosegu
?
lui.
Vuol
diffi-
sapere qual'
mio metodo
di lavoro
Non ho
ma
non
scrivo
mai pi
telle
poco
Ho un
materiale enorme
esattamente.
gli
stanno
dei
;
aggettivi
i
in quell'altra le
;
metafore
nell'altra
accanto
paesi
;
paradossi
le
zioni
pi gi
c'
descrizioni
uomini
strani
di
e
in
fondo
;
un pacco
romanzi
a
destra
un piccolo archivio
il
di
avventure e teorie
difficile.
ganizzazione
lavoro
non
riesce
Si
pu
dire che io produco quasi senza pensarci, meccanicamente. Quando scrivo so dove metter le mani e tiro
mi
occorre, cancel-
non sono
il
di
aspettano
1'
ispirazione o
momento
duco regolarmente, a data fissa, con metodi quelli dell' industria. Che glie ne pare ?
Feci
un altro sforzo per articolare qualche parola, vi riuseii. Il valent'uomo non si turb. Dica un po' riprese, guardandomi bene in faccia con quei suoi occhi senza espressione non
ma non
ci
libri
Non
un
potrebbe
editore
?
Io
darei
il
sui diritti
suo paese
fortuna,
del
se crede pos-
l'affare
In
questo
momento,
il
per
squill
Il
nella
stanza vicina
scrittore
si
campanello
di
l
telefono.
grande
precipit
scusa.
Mi
:
disse
era
il
mio avvocato
causa col
Ho una
mio
per
editore di
Monaco
e spero di vincerla.
Torniamo
a noi
le
vuol
fare,
traduzioni italiane
Mi
anelli,
gof-
tante meraviglie
fino a quel
ero stato
?
momento
per
sfuggire a quell'uomo
davvero
male-
detto.
Ma come
coi
grid
il
egli
Non
the
lo
!
A momenti
:
torner la
mia signora
prenderemo tutti insieme. Se vedesse che bei ragazzi Due maschi uno di tredici e l'altro di sett'anni. Mia moglie, poi, suona il piano abbastanza bene e dipinge, anche. Quel paesaggio 1' ha fatto lei. Non le piace ?
bambini e
Ricascai
sulla
poltrona
annichilito. di
L' instanca-
bile
parlatore
meraviglia e apr
lentamente e rispettosamente
Oui dentro
sono
tutte le
85
le
stampe
nevvero
e
?
prime
le le
traduzioni.
Son parecchie,
guardi poi
legature
Tutte in pelle di
pro-
porco, che,
parecchio,
pri figlioli
!
come
lei sa,
?
ma
che vuole
sguaiatamente
gridai
Non
posso pi trattenermi,
lui.
non
!
posso assolutamente.
Debbo andar
via,
debbo partire
feci
a gran passi
primo
spalle
Una voce
solo.
il
si
raccomanthe
dava
alle
mie
Un momento, un momento
ascoltai pi nulla.
Il
Ma non
Presi
mio
cappello,
mi precipitai gi per le scale, senza neppur voltarmi a salutare il mio idolo che si sgolava ancora a chiamarmi dal pianerottolo. Al diavolo te e tutti i geni satanici esclamai quando fui gi nella strada. Turbato e stizzito ripresi il treno, e appena tornato a casa buttai nel fuoco tutte le opere del Maledetto. Forse avr fatto male, forse non ho capito nulla, ma fatto sta che da quella volta non posso pensare a Praga senza un sussulto di vergogna e di paura.
aprii la porta e
l'astemio
Come
dir di
no a un amico
gli
?
alienista
quando
si
sa
le
sue
nove
di sera,
fanatica di beneficenza,
tre
unghie lunghe e
l'aria di
un
croc-
muti e
raccolti col-
modelli di cera in un
museo d'anatomia.
I
Non mi rammento
nanza
la
e confesso che
non
ci
badai molto.
visi
mi
fer-
me non
piacciono molto
le
bevande
mentate
bero,
ma non
i
come
gesuiti del
ordinare a suon di
campana
bracciamenti coniugali.
vite che
che
tante
felici.
non sanno
possono
render
pi
Non mi
e
la
iscrissi
90
societ
antialcoolista
dunque
nella
1'
inaspettato
si
incontro
che
vi feci
sulla
Quando
fu
per uscire
scorsi
uomo ancora
giovine che
non avevo veduto ma che pur non mi paMentre mi soffermai per fissarlo, cercando il suo nome nella memoria, fu lui che mi riconobbe. Mi venne incontro sorridendo, mi strinse tutte e due le mani e appena mi ebbe ricordato un nome, un luogo, una data, tutto quanto mi torn in un tratto alla mente. Era un amico di trattoria. S'era mangiato insieme,
fin'allora
Un
bel
lui.
tutto
mi
sarei
mangiava in quei tempi lontani come uno dei pi valorosi bevitori del quartiere e mi ricordavo ancora con quale gravit egli metteva, dopo colazione, un toil
vecchio,
la
cena.
Ramtavola
mentavo pure
generosamente
bottiglie di
spumante
e
ch'egli offriva
di
ai
suoi vicini
confratelli
:
appena
Di
lui
se
ne presentasse l'occasione
matrimoni, comd'es.
portazione,
non
aveva
altri vizi
Uscimmo
insieme, rimettendo in
comune
comuni
ricordi
:
appena finita la rassegna delle figure rnon potei trattenere la domanda che avrei voluto fargli fin dal primo Come mai lei, che ai suoi tempi era un buon bevitore, s' ridotto a far parte di una lega di temperanza ? Il povero signor Paolo si ferm un istante e il
ma
mote
e disperse
viso gli
si
rannuvol
la
Se
sapesse tutta
Il
vino
1'
ho pagato an-
rinchiusi
un
silenzio
i
che a
me
parve indifferente
signor
e discreto.
Ma
ventati
pi
interrogativi
prima perch
il
Del resto se vuol saper la mia storia glie la racconto subito. Ormai son tanti a saperla Mi stupisco
!
la
sappia anche
lei.
Non
la so
lei
scomparve
dalla trattoria
Ma io non voglio obbligarla a raccontarmi la sua vita bench debba confessare che le sue parole mi hanno messo addosso pi curiosit di prima.
una
gnor Paolo
potr
storia
ma
riprese
il
si-
dirgliela.
Forse
ricavarne
qualche
lei,
senta
dalla
trattoria,
quando non ci fu
:
Il
condo
il
solito,
fuor d'
un telegramma e dovetti partire all' improvviso per Amburgo e prender l il suo posto. Ci rimasi quasi
Un anno
e fu l
92
Come succede
agli
che mi innamorai.
uomini che hanno poca pratica delle donne mi ritrovai ammogliato quasi senza accorgermene. Non le
dir chi fosse n
come
fosse
la
pena
pi
di
parlarne troppo.
il
d'essere
finsi
Per qualche mese credetti felicissimo fra gli uomini per un anno e
;
quel
tempo,
e
come
in
lei
si
ricorda
ero
un
di-
screto prezzi
dini.
bevitore,
del
Germania,
altri
dispetto
dei
vino
Avevo trovato
sdegnare
la
bevitori
che
riusci-
vano a vincermi
vessero
ma non
tanto
ritrovavo
spesso, la
con loro
migliori
mi
re-
dei
bere.
Eccoti
che una
arriva
un signore
invita
tutti
russo che io
in
pure
egli
conoscevo
che
ci
un
altro
posto
Mosella che
tizie
meravigliose.
Sapevamo
tutti
che
la
passione
dominante di costui era quella di far ubbriacare la gente ma non eravamo tipi da spaventarci. Andammo e bevemmo il vino della Mosella che era buono davvero.
bocca.
Quando
la
bottiglie nere,
umide
il
e la
mia
testa co-
minci a vedere
trascinai,
mondo con
insolita
lucidit,
misterioso, a
mi un
tavolo
con impazienza
l'occor-
rente da scrivere.
93
Appena mi
foglio, lo chiusi in
una busta,
scrissi
rabbiosamente
1'
un
ri-
Non
cordo come tornai a casa quella notte ma ho saputo che il russo mi accompagn in carrozza e mi consegn
gentilmente nelle mani di mia moglie.
Il
giorno dopo,
verso mezzogiorno,
il
fui
caff,
scorsi sulla
quando mi mia
subito atti-
le lettere fui
rato da una busta un po' macchiata e coperta da una stranissima e disordinata scrittura. Chi mai poteva
essere
?
L'aprii e lessi
ti
Non
ci
ti
sei
moglie
tradisce
Se non
credi vai
domani
stesso,
Addio
la
malamente
di
il
traverso,
testa,
che
moglie?
mi preparava il the con tanta grazia e leggeva con tanta compunzione i romanzi di Berta von Suttner ? E chi poteva denunziarla a quel modo ? Non pensai neppure un momento alla lettera scritta da me la sera prima. Non ero troppo contento di mia moglie ma non avevo mai pensato che potesse tradirmi. Mi seccava per altri versi, e basta. Dovevo creder davvero a quell'avvertimento anonimo ? Mi alzai, mi vestii, feci colazione con mia moglie (che non si fece caso del mio aspetto smarrito) ed uscii
di
94
meno
durre in
fui fuori non potei una carrozza e di farmi conFranklinstrasse al numero 23. Mi appostai in
Ma quando
di salire in
un bar
certezza che
non avrei
visto nulla.
stemmiando contro
sull'altro
d' istitutrice
in
23.
Dopo un
numero
il
punta
Sentii aprire
un
uscio e
mi
fermai.
Ma quando
prima che
udii
rumore
si
l'uscio
l'altro,
Mia moglie fugg gridando e un povero giovinotto dai grossi baffi rossicci, casc in terra gemendo. Tutto il casamento accorse
richiudesse, e sparai.
al
gione.
giudici,
piuttosto teneri e
considerando, fra
che
la ferita
dell'amante
uscito
di
pericolosa.
Appena
Dio vuole, la sfronmentre ero dentro, gli affari del mio banco andaron malissimo, il mio socio ne profitt e il giorno della liberazione mi ritrovai pi povero e pi malaticcio di prima. Da quel momento non ho pi bevuto un dito di vino. Ripense
Ma
intanto,
95
un inquietante
il
sando a quel che m'era accaduto mi dovetti persuadere che io stesso, io in persona, quella sera in cui
ero ubriaco sul serio, avevo scritto, per
miracolo di lucidit e di seconda vista, quella maledetta lettera anonima. Io stesso ero stato
tore
del
denunziaincrela
involontario della
mia sfortuna,
la
guida cieca
mio
un caso
dibile di divinazione,
mia calma
vita.
Come
mai
della Mosella
Telepatia
Ho
persuasivo.
Fatto
di-
vino stato
il
principio di tutte le
affatto
mie
sgrazie. Io
non sospettavo
felice
mia moglie
per
e avrei
finto
d'essere
la
chiss
Val
pena
di
sciuparsi
?
felicit
una donna
occhi verso
bionda e imbecille
E
la
ai
il
signor Paolo
si
ferm, alzando
gli
striscia
tetti.
mezzo
lei
che
non beva
pi.
Almeno
il
il
vino, che le
ha procu-
Ma
?
e'
soltanto
il
vino
- replic subito
occhio
l'oppio
malizioso
signor
Paolo.
E
!
Quello
che fa dimenticare
inventare
uno scherzo
10
le
Appena andata via (in campagna) la moglie con bambine (cento chilometri pi in l ottocento metri pi in su) ricominciai ad esser veramente io. Avrei
;
la
mattina
;
alle
quattro
avrei
la sera
meno
intero.
E un
silenzio oppor-
tuno
avrebbe circondato
di
la nascita stentata
Per un pluralista
passando, altre donne
vecchia data la
Si
monogamia
posson cogliere,
ma non
il
c'
fuori delle
c'
rimorso
si
Ma
l'as-
intero
il
treno un
antichi
posti
abbandonati
tavole
dei
camerieri
giacchetta
le
mani
poveri tese verso
i
IOO
piatti
ritrovavo
gli
ultimi tempi
mi
spi-
mio
artisti
magri, elo;
quenti e rivoluzionari
adulteri di professione
grete
musicisti
senza
ingegno
senza
quattrini
Una brutta societ, secondo i soliti giudizi, e poco adatta davvero per un padre di famiglia. Ma la corruzione segreta dell'anima mia talmente profonda che mi trovavo bene fra quegli uomini senza scrupoli,
danza.
davano un colore
visibili
di
fiera
franchezza anche
alle
pi
bugie.
avventura.
Una mattina
ricevetti
al
una
rivista finlandese
inutile dire
che fra
il
le
moltis-
finlandese.
Nessuno
volgersi
?
dei
a chi
ri-
La
caff
dove ricascavano
quasi tutti
gli
tot
danza dei giornali in tutte le lingue. C'era per l'appunto il mio cameriere favorito, un becerotto biondo
che
si
divertiva, tra
e
un vassoio
le
e l'altro, a leggere le
riviste
ad ascoltare
discussioni.
qualche finlandese
c'.
Una
famiglia in-
due ragazze. Vengon qui tutte tera. le sere dalle nove alle undici. Cosa voleva ? Volevo una traduzione. C' un articolo in una Babbo,
e
mamma
me
lo
rivista su di
Ma
codesta
gente sa
1'
italiano
S,
che
sanno.
Lo sanno un
po' tutti,
ma
c'
parla
se
la
E allora bisogna che tu dica da parte mia potessero farmi questo piacere. Ci sono, stasera Ancora no, ma appena arrivano dico chiamo. Benissimo,
gli
?
come
noi.
glie lo
grazie.
d'ora il cameriere mi chiam mi condusse a una tavola dov'eran sedute quattro persone un uomo e tre donne. Ma io non vidi, fin dal primo momento, che una donna sola una magnifica ragazza, capelli di grano maturo,
nell'altra sala e
: :
Dopo un quarto
mani
fini,
petto in
:
fiore, sorriso di
Una
!
meraviglia
il
mio sogno
di
vent
Mi
sedetti accanto a
lei
cosa dire.
Feci la figura
dell' idiota
mio
un
po' di con-
versazione.
rossiccia
e
chiamava Assio
?)
e per
studiare
un
non
ricordo.
La madre
sco-
ma
gentile e compassionevole.
La
lare
figliola
pi piccola sembrava
una
si
di
quelle
ormai
trovano
soltanto
nelle
riviste
per signorine.
Ma
:
io
dalla
Anche lei Venga domani subito, dopo le due, a casa nostra.... Ho paura di non esser capace, ma prover.... Mi porti qualcuno dei suoi libri.... Sono stata fino a Napoli, ma ora non voglio muovermi pi fino all' inverno....
L' Italia
?...
!
lo
Non
scrittore
Molto
lei,
mia
lingua,
mia confusione.
Il padre e la madre mettevan bocca rado nei nostri discorsi e si sentiva che provavan
Tanto meglio Intanto erano entrati nel caff anche tre o quattro di quegli amici malfamati e mi guar!
davano
incuriositi e stupiti
come
se
commettessi qual-
cosa d' insolito o d'
103
Ma
io
li
illecito.
i
intravedevo di
i
riflessi
degli specchi e
ge-
mento mente
moti dei labbri e degli occhi di Assia. Finalla decenza mi obblig ad alzarmi e a congedarmi, ma ero talmente turbato che mi liberai con
Non
valsero
mentarmi
di
all'
la cristallizzazione del
felicit s'era fatta
mio
spirito
bramoso
novit e di
rapidamente attorno
innamorato,
immagine
di Assia.
alle
Non
ero
ma non
settentrionale
La casa
dei viali pi
lastro,
in
uno
giusto
mezzo
Ma quando
di libri
ben
mio
arrivo.
Le
porsi
miei
senza inchinarmi
mi
sedetti, senza
accorgermi
del
tirai
fuori la rivista che mi aveva cacciato in tale tumulto di cuore. Quando uscii sul viale accendevano i lumi. La testa mi doleva e il cuore soffriva. Quella
donna era necessaria alla mia vita, almeno per sci mesi. Pensavo alla moglie, alle bambine, alla casa,
ai
doveri
dell'uomo,
alla
Finlandia,
alla
libert,
al
suicidio
e
io4
meno
nobili e
dicibili.
Ma
gli
pazzie che
mi disordinava
fssi
il
cervello
unici punti
e sereni.
Una
storia
ridicola,
presa
e
all'
e a
un qualche mare del Nord. Eppure tutto and come nei romanzi per bene. Visite, visite, visite,
colloqui, sospiri, discorsi scabrosi, strette di
mano troppo
lunghe,
tarie,
carezze involon-
grande ammirazione da parte sua, grande simpatia da parte mia, complicit benevola dei parenti,
la
il
lettere a
doppio senso
confessione,
un
le
bacio,
Tosi
vanno
cose a
il
come scena culminante una un abbraccio e un giuramento. grandi giornate quando il meze,
settentrione e viceversa.
nare indietro.
niente fughe o
La ragazza,
idilli
colla
:
loro n di moglie n di
bambine ed
essendo stranieri e arrivati da poco non potevan sapere la mia vera ed umiliante condizione. Si parlava
di
matrimonio,
io,
di
ch'
fo 5
rire,
per mantenere
Non lo dir mai abbastanza non potrei dire che fossi innamorato. Assia mi piaceva e non potevo fare a meno di vederla, di sentirla parlare, di accarezzarla, ma non posso credere che ci fosse una di quelle passioni che travolgono una vita. Lei ci stava ed io ci stavo e un po' per la stagione un
quell'amore fulmineo.
po' per
la
letteratura e
la
ma
con
la pi
possa
marito,
stare
sviare
un uomo anormale.
facevo
tutto
ma
per
con Assia dovevo dire d'esser libero e dicevo lbero. Promettevo tutto quel che volevano purch potessi stringere quelle mani calde, quel petto
d'esser
umida
e impaziente.
Ma
gli
mostra-
di
loro,
pi coraggioso degli
messo
Ma
in
tu sei matto.
Bada
a quel che
ti
fai.
Ti
sei
un ginepraio
tale
che non
libera
neppure
Iddio. Finisci la commedia e parti per qualche posto. Pensa a quella disgraziata che ti aspetta in campagna, pensa a quest'altra disgraziata che si fida di te, pensa alle tue bambine....
Non
ci
pensare,
rispondevo, lasciami
io.
fare.
E difatti non c'era da tornare addietro. Assia aveva fatto capire di voler sposarsi presto e avevo
io6
dovuto acconsentire anche a questo. Gi si preparava a Helsingfors i documenti erano ordinati il corredo parenti erano avvertiti ed invitati. Andammo in i
giro per cercare
lice,
i
Assia era
fe-
e io
non capivo pi
sto a raggiungere,
tantissimo per
me
per
lei.
Ma
il
pericolo cominciava.
La
per la citt e molti, anche non amici, anche nemici, sapevano del mio prossimo matrimonio. Nessuno si
raccapezzava
di
pi
non
ci
credevano,
gli
altri
mi
nuovo ad ammonirmi che stessi attento, che Assia poteva scoprire ogni cosa da un momento all'altro,
che lo scandalo sarebbe stato enorme, che avrei rovi-
me
stesso.
Ma
io,
gi scon-
me da
codesti pensieri,
altri e
non volevo
Pensate
fare.
miei
li
In qualche
modo
far
temi
contrario
lei
allontanarmi da
e parlarle e accarezzare
chi.
La stranezza
finito
coli'
dell'
aveva
interessarmi
enormemente
ero an-
eh' io curioso,
107
altri,
di
come
gli
andata a
finire
Non
potr
mai descrivere lo scompiglio e lo sdoppiamento della mia anima in quei giorni agitati. Ormai tutto era pronto per il temuto sposalizio. Assia non aspettava che i miei fogli per essere felice
con me. Ascoltavo
delizia
i
comune con
e
giavo,
ma
che la catastrofe
s'avvicinava
Una
caff
sera,
dove per
fra gli
il
me una
sim-
mi piace
meno
Si
cominci a discorrere
della Voce, ed io
mi
riscaldai pi
Ed
grande del
solito e
ma
calmo. S'accost
al
io8
potendo
S,
chiesi, non me solo ? smania di quell'attesa penosa. precisamente con lei. Ma non c' bisogno
di uscir di qui.
sti
Ho
signori.
commedia.
Da
stamattina so tutto,
rei
ma non
saper da
;
lei
disperata
tivi,
i
mia moglie
tutti
le
preparaspese che
abbiamo
La voce
del
pover
li
uomo
s'
era
fatta
tremante.
prima
volta osservai
guardava
pi ferma
il
signor Assio.
Lei
!
dolore di
un padre,
di
E tanta ipocrisia Non inganno simile m'aspettavo un simile affronto da lei, uomo conosciuto,
rina
Un
Capii che
Ma
lei
gli altri.
lei
non mi
nulla
capisce affatto.
di serio,
Non
facile
capirmi.
c'
Non
c'
mi
uno
dispiace,
ma non
nulla....
Bisognava
stato
uno
scherzo, nient'al-
scherzo.
Uno
nosco,
109
non poteva essere altrimenti nella condimi trovavo. Lei deve capire anche Assia capir. Loro hanno letto i miei libri e nei miei libri c' il mio carattere. Non difficile ritrovare il filo di era uno scherzo, nien tutto. Lei deve perdonarmi t'altro che uno scherzo. M' imbrogliai e non seppi pi andare innanzi. Il
zione in cui
:
ma
signor
Assio,
li
invece di
alzarsi
di
schiaffeggiarmi,
rimaneva
se
il
come
at-
colpevole fosse
Uno
scherzo
mormor,
quella
io e
guardandosi
torno.
c'era tanta
tristezza in
domanda
tran-
quilla,
un paio
di lagrime
mi bagnarono
uno
gote brucianti.
si
La scena
alz e
gli
era singola-
rissima e nessuno
Anche
altri ci
mondo
fossi,
lamentarmi.
Non mi
quanto
libri
!
non esser capito. Eppure hanno letto Lo sanno benissimo che non sono uno qualunque, che sono un tipo diverso dagli altri. Dovrebbero capire subito eh ' stato uno scherzo, un
figura
i
di
miei
Noemi
e Milano
11
la storia delle
ricordarsi dell'esperienza di
?
Noemi
mie passioni
cio di Milano.
almeno per le forme. Ma non averla canemmeno ora, dopo quattr'anni. capirla pita e di non Non ho mai ritentato la prova e non posso dire ero
Mi parve
di
s,
io
oppure
era Milano.
eh' io racconti perch m' innamorai di M' innamorai perch lei s' innamor di me e volle eh' io m' innamorassi di lei. A me succede sempre cos e a questo modo non ho niente da rimproverarmi. Io non son mai il primo. L'amore talmente poco grave, per me, che non mi curo di cercarlo. Non
inutile
Nocini.
scelgo.
Mi
faccio
scegliere
cos
fatto mio.
Le donne non
si
Mi avete voluto
ogni
tanto,
Eccomi.
Ho
ma
accettato
perch l'amore,
mi piace
io non vi cercai. E tutti pari. Noemi, dunque, mi scelse. Mi fece capire in tutti i modi, e cogli occhi e colle mani e coi discorsi, che potevo arrischiare senza nessun rischio e quando ar-
rivo
il
ii4
il
momento
giusto feci
gente
neanche vecchia, stupida e brutta. Aveva quel non so che di sano e di contadinesco nella figura che a me, per contrasto, sempre piaciuto. E infine
:
ma
una donna e in certi momenti la differenza fra una donna e un'altra non poi tanto grande da farmi
era
sacrificare salute, tranquillit, o quattrini.
Ma
solito.
gli
altri.
mi facevo
e
s'era
trascinare pi del
serio
io
Noemi non
era
testarda
abbandonata
sul
volli
M' innamorai bestialmente, come un ragazzo che comincia per la prima volta a gustare il piacere. Non potevo stare una mezza giornata senza vederla o senza scriverle o senza scrivere su di lei. E quando eravamo insieme non si perdeva un minuto di tempo e i baci erano il meno. C'era una parte del suo corpo fatta magnificamente e ne direi qualcosa se non pensassi
all'articolo
fosse la
solito
339 del Codice Penale. Fosse l'amore o stanchezza ero diventato irrequieto pi del
nel
e non riuscivo a far nulla che non rientrasse mio mestiere d'amoroso. Abitavo allora, vicino a Sant'Ambrogio, in una strada grigia, imbronciata, che
la sua miseria sotto la
voleva nascondere
decenza conrosso,
spasimante
in quella
Quanti
fogli
della
H5
!
la
toelette di
marmo
rabbia
;
la
il
capo
di
al letto
letto di fnto
ritratti
d' ignoti
con
baffi
margheritine paonazze,
bianche e
che mi
guardavano con tanta severit. Odore indimenticabile delle camere ammobiliate luce sinistra sugli spec;
chi
Non
parliamo
del portiere
puzzi che
un uomo pu soppor-
Noemi stava in una casa pi bella della mia e aveva una camera ariosa che dava sopra un giardino. Se in cielo c'era un po' di sole era suo. Anche col tempo brutto c'era un'atmosfera di bianchezza che mi faceva
bene.
sua persona.
lei
aveva
la luce elettrica
ed
io
pada nascosta da una ventola di seta che posava su noi una luce chiara, calda e raccolta che faceva bene
;il
cuore
Io
agli
occhi.
sta!'
%
non
veramente innamorato di sia troppo sicuro dei
credo d'essere
miei ricordi
certo che
lei
un
stre
n6
conversazioni la parola
sempre
cominciava a
mia esperienza. Che strette feroci Quanti giuramenti commossi Pu darsi perfino eh' io abbia pianto almeno una sera. Ma eccoci all'esperienza. Sar stato un mese e mezzo o poco pi che avevo preso possesso di Noemi quando dovetti partire. Un telegramma ragione gravissima.
!
Se n'avessi potuto fare a meno chiss cosa avrei fatto. Ormai non potevo pi vivere un giorno contento senza vederla, sia pure un momento senza baciarla, sia
;
sola.
Ma
il
viare in tutti
modi
la
mattina fredda, il fumo della stazione, gli urti stanchi dei vagoni in manovra, le muraglie basse degli stabilimenti, le tettoie rosse dei capannoni nuovi, i
fumaioli impacciati nella loro gracile altezza,
le
stec-
musi dei cavalli aspettanti e perfino quell'enorme nuvola bianca in forma di patata che dalla parte dell'Alpi mi accompagn per un bel tratto di strada. E qui avvenne il primo fatto straordinario. Via via che il treno si lasciava dietro Milano il mio dolore andava a poco a poco sciogliendosi. Stavo colla testa fuor del finestrino, mezzo acciecato dal fumo e dal vento, e passata la prima stazione sentii una tranquillit ormai dimenconate nere,
i
ticata
ii7
di
Noemi
dell'amore
ma
senza
soffrire.
pi
il
diretto correva
una stazione comun articolo prai un giornale e cominciai a leggere mi ferm e quando l'ebbi finito mi accorsi d'essermi dimenticato per cinque minuti buoni e della mia donna
pi mi sentivo libero e leggero.
:
Non
capivo pi
felice
me
;
stesso
ma non
ciai
come non
cominpe-
ero stato da
un
pezzo. Accesi
una
sigaretta
a sorridere e a canticchiare.
si
Il
treno correva e
mi sembrava che
sante, anche
il
fumo
Come avevo potuto innamorarmi di quella donna Non c'era nulla in lei, tolta la sodezza delle carni
la
scioc-
chezza.
fui
buon umore e ben deciso ad abbandonare Noemi appena tornato a Milano. Trascorsi una settimana calma e quasi allegra bench gli affari che mi avevan chiamato laggi non fossero tutti piacevoli. Non mi ricordai di Noemi che quando ebbi le sue lettere e piuttosto per vergognarmene. Le scrissi una volta sola e senza riuscire a fingere un ardore che non provavo. Tornato a Milano non ebbi fretta di andarla a tro-
vare
volevo studiare
il
modo
troppi pianti.
si
Ma
la
mattina dopo
Baci,
riamarla
fu
tutt'uno.
lacrime,
Una
riconferma in regola.
di raccontarle lo strano e
Ilg
il
Non
ebbi neppure
coraggio
affetto
come prima e pi di prima. Ma di tanto in tanto non potevo fare a meno di ricordarmi dello straordinario effetto del mio viaggio.
della gente
M'era sempre accaduto, pi o meno, di scordarmi appena lontano poche miglia ma non ri-
tanto.
di
tra prova
un
altro viaggio.
Amante
s,
ma
anche
Anche questa volta bastarono il rodimento del mio cuore e per rasserenarmi l'anima e la faccia. Quando scesi dal treno ero un altro. Ricominciai a sentire tutta la bassezza del mio amore per Noemi e tutta la mia falsit perch mi sembrava impossibile, laglo stesso effetto.
nuova, eh' io potessi amarla davvero a Milano. La distanza mi aveva distaccato interamente mi trattavo male, mi vergognavo di me stesso.
gi, in quell'aria
:
Quello stesso
uomo
sei ore
senza
da cinque minuti
all'
chilometri,
idea di
19
Questa volta non l'aspettai a casa mia ma corsi da lei, irritato con me stesso e pronto ad affrontarla. Eppure anche quella volta il miracolo si ripet. La passione eh' io credevo morta riflu all' improvviso come un'ondata nel mio petto e non seppi che piangere
d'amore e di rimorso nelle sue braccia.
Ancora un mese della vita di prima. Pure volli tentare ancora, tanto mi sembrava impossibile e incredibile quel che
di
mi succedeva. Invece
recarmi in campagna.
volli
Non
come
due
volte, e
morato e disgustato che ebbi il coraggio di tornare da lei sperando che fosse l'ultima volta. Ma l'amore
ricominci subito colle sue bramosie e le sue inquietudini.
Altri
due mesi
di passione quotidiana.
Per,
lavorare.
sai di
accanto alla carne, il cervello seguitava a Volevo spingere l'esperienza all'estremo. Penallontanar lei da Milano. Cominciai ad invogliarla
di
un viaggio a Padova, dove non era mai stata. Riuscii a persuaderla ch'era una vergogna non aver visto
affreschi
gli
dell'Arena
improvvisai
tanti
discorsi
sulla
voglia
me. Si
ma
all'ultimo
guito, riuscii
fiss che saremmo andati assieme momento, con un piano abilmente esea farla partir sola. Le promisi che l'avrei
raggiunta
il
ma riuscii a dominarmi e tutto and come volevo. Appena il treno si fu allontanato mi aspettavo il solito capovolgimento del mio stato
dola partire cos triste
mutare
miracolo
la
120
mia
Ma
il
non poterla vedere come non avevo mai sofferto maledicevo me stesso, la mia curiosit, la sua compiacenza non trovavo n riposo n piacere in nessuna parte. Giravo per le strade come fuori di me, senza vedere, senza sentire, senza capir pi
ogni
momento raddoppi.
; ;
Soffrivo
nulla.
Come
l'altre
mi accanivo con me
stesso
lei ?
Come
vivere senza di
Presi
il
Non
sto.
primo
Padova
e arrivai la
Telefonai al suo albergo ed essa si venne fuori a incontrarmi, tutta felice eh' io fossi venuto a raggiungerla prima di quel ch'essa sperava.
e
Ma
tutto
in
cora dell'altre.
il
Appena la rivedo, appena le parlo, mio furore si calma, le parole mi muoiono bocca, non so che dirle, e non riesco che a strin-
gerle la
venuto.
colpo d'esser
cos stravolto
e confuso,
misteri,
si
impaurisce.
si
Mi chiede
lei
il
perch di tanti
turba,
ma
come
la consolai
ingannandola
Tornammo
momento
l'ultima
e
di
ut
definitiva
fuga.
Ma quando fummo
nuovo
il
nella
e calda di
veemenza
Noemi
fu
tremante di paura e di volutt. Vegliai tutta la notte. Mi parve d'aver compreso la ragione di questo enigma e con un resto d'energia
vidi
quel
che
la
sempre. Era
Partii
dirle
dovevo fare se volevo liberarmi por e bastava giungere citt, non era lei
:
alla stazione....
il
morte nel cuore. Ma quando il treno si ferm, rombando, a Bologna non sentivo che un po' d'amarezza e qualche breve rimorso dell'altrui
nulla
colla
infelicit.
Passati
gli
toscane,
una pensosa
mi accompagn
:
fino
a Firenze.
Ad
mi accompagnai la sera ubbriacammo tutti e due di vin bianco. Al diavolo Noemi Non 1' ho pi riveduta ma, per la paura, non
!
la
gatta pensante
12
Il
dottore
Alberto
stato
dottore
ma
s'era
proposto d'esserlo
finiti,
fin
sempre da quando,
!
aveva incominciato con gravit e pertinacia la prima elementare. La predestinazione al dottorato aveva circonfuso di luce severa queir infante bianco
dalla
e sparuto fin
pi
bassa
fanciullezza.
Una
l'
foillu-
tografia in formato
stre
gabinetto che
rappresenta
uomo
mano appoggiata
di-
pensosa di un
annunzia chiaramente
che quel bambino aspetta soltanto un po' di barba e una cattedra. Le biografie future di Alberto Rego smentiranno grandi uomini non furono quasi mai la leggenda die eccellenti scolari. 11 nostro dottore segu uno dietro l'altro tutti i corsi che un governo benintenzionato impone ai giovani che vogliono consacrarsi, dietro adeguato pagamento, al servizio della societ e non
i
ogni esame,
si
I2
stro.
la
egli
la
di
da ogni forma
grammi ed ebbe
dia d'esser sempre
la gioia
il
non amareggiata
primo
dopo
un
tappa delle sue ambizioni e fu dinanzi alle leggi ed agli uomini quel che sempre era stato nel suo pensiero
e nella sua pi intima essenza
:
un
dottore.
Ma
e
si
questa prima ed insigne vittoria non lo inebri vide un solo ed unico segno esteriore del profondo
nella sua vita
:
si
l'
fece
La
dignit del
nuovo
titolo glie
im-
poneva
Un
giovi-
il
:
s'
impone, non
sembra
ancora
uno
studente.
La
barba
che
il
della
sapienza, della
peli arricciati
virilit conquistata.
si
Rego furono
il
prin-
cipio
lama.
Ma un
lo
fornito
di
mondo
legalmente sdottoreggianti.
dottore
Alberto
Rego
pi che
gere.
gli
127
fini
:
da raggiunvoleva
di-
Non
tanza,
di
insomma, esser un uomo di riconosciuta imporun maestro di color che non sanno, una guida coscienze, un direttore e padrone di qualche cosa. qui venne fuori in tutto il suo splendore la granGli
uomini geniali
si
Vi son di
non
altri
che riescono a
ri-
cevono
tri,
giusto premio dell'opera loro. Ce ne son alinfine, che pur. non avendo nessuna originalit e
il
farsi
il
considerare
loro ingegno
come
originali e geniali.
Tutto
il
dottore Al-
ma
eccelleva nell'arte
sapeva ripetere
capace
zello
d'
ma
stava a bal-
farsene subito
la
i
ma
vano
128
che
le
conoscenze
di suo
si
figlio
venivano a
di
battaglioni.
quattrini
molti
libri,
di
comprar
di avere in
di
girare
comodamente tutta
Europa.
ma
d' Italia
am-
del
suo ingegno.
Il
suo silenzio
;
lo
rendeva
cele-
la
sua parlantina
delle
buone grazie
gli
e la
sua vilt
risparmiava
le
pedate
fu-
degli intelligenti e
rono da lui spesi in questa faticosa conquista del parer qualcosa . Anno per anno il suo nulla si ricopriva di nomi, di teorie, di
di
titoli e di cariche.
forza
po' di
in
America, un
teosofia
nia,
Inghilterra,
spirito
un
in
po' di psicologia in
Germaa
un
po' di
Francia,
qualche teoria
egli era
giunto ad
l'aquilotto
Stima
in
Italia.
Ormai
sare
129
le
ali
di foglio
con
Racimol alcuni discepoli, fond una rivista, diresse una collezione, fu presidente d'una societ. Non ebbe neppure un amico
ma
rizzi
Il
suo libro
d' indi-
Ogni congresso ud
la
sue relazioni,
ahim
i
temporaneo.
le
Come Faust
:
egli
volle
assaporare tutte
conoscenze
i
si
fece
i
mistico,
frequent
si
maghi,
arrischi
guar
pazzi, indag
si
misteri dell'anima,
nella letteratura e
sica.
mu-
non bastava. Ci voleva qualcosa che lo distinguesse da tutti quelli che sono dottori, che hanno la barba e che parlano di ogni cosa. Allora introdusse per il primo nel nostro paese un nuovo metodo ungherese per guarire le malattie senza medicine. Questo metodo consisteva nel fare l'analisi
grammaticale dei discorsi dei malati e nel
servirsi delle
Ma
Sopra la sua porta un gran cartello di marmo bianco con lettere rosse annunzi ch'egli era disposto a curare chiunque con questo
suo-metodo-altrui.
Ma non
si
il
come poi
vide,
Ma
dotfacili
Rego non
volle
contaminare con
conquiste
il
santuario della
scienza e la purit
del
chieratori,
alle
il
I3Q
suo studio. Forse, come dissero alcuni malvagi chiacnostro scienziato aveva perduto in seguito
traccia
di
maschile
bestialit
riamo attribuire
dopo qualche tempo il nostro dottore perdette il nuovo metodo. Altri dottori, gelosi della sua gloria, avevano studiato apposta l'ungherese per rubargli il segreto ed ora gli facevano una sfacciata concorrenza. La sua specialit non era pi soltanto sua. Bisognava trovarne un'altra. La ricerca non fu diffcile. In quel tempo un matematico finlandese aveva cominciato a studiare 1' intelligenza delle renne ed era giunto a resultati meravigliosi. Le renne leggevano, parlavano con segni convenzionali, avevano imparato le quattro operazioni e davano a sperare di aver capito la regola del tre. Queogni passione per
ste
Ma
vittorie
dell' intelligenza
umana
ma
ad esser discusse in Olanda e in Polonia. Il dottor Rego non esit un momento. Fece la valigia, nascose
mille lire nel portafogli,
si
riemp
le
tasche di taccuini
renne erano
autentici.
gli
Il
esperimenti e
bestie
le
Non
zampa
lesse
senza
una favola
di Krilof
dottor
131
il
capo riconosciuto di
di psicologia animale.
Era
difficile
nuovo insegnamento.
e
cani perch
gli
ventura.
Ma una
d'
mentre
tornava verso
gli
venne fatto
inferriata di
un
mente
stinato
del dottore.
!
poeti
ed
ai filosofi,
compagno
amante
amico grattandogli
il
capo, e se lo tir
e straordina-
un pasto copioso
avanzato e
istruzione incominci.
Il
come
lo
scienziato
riconobbe
il
ma
sesso
in
trattava,
comune
di
intelligenza.
Lo stanzino
a colori,
fu riempito di lavagne,
quadri
illustrati
bini.
132
bam-
Ogni giorno il dottore si rinchiudeva l dentro per molte ore e si udiva la sua voce in falsetto dominare imperiosa
chettate
stia
i
forza
di
carezze,
Dopo un anno
un
alfabeto
servendosi di
moltissime pa;
di
intenderne
il
significato
rispon-
deva a tono
vata fino
alle domande del maestro, ed era arripunto di calcolare l' interesse semplice e composto di qualunque capitale. Ma codesti resultati non bastavano al dottor Rego. Alle stesse cose eran giunte anche le renne finlandesi ed egli voleva che la gatta italiana meravigliasse con pi complicate gesta tutto l'universo scientifico. Un altro anno di studi fu
Questa,
diceva
fra s
il
dottor Rego,
si
e decisiva conquista.
alle bestie le cose
Finch
grande,
ma quando
e
invisibili
teoriche,
allora la vittoria
l'
completa ed
della
stupenda
Il
133
il
primato di questa
di occultisti e di
la
rendo,
una sala di gusto orabbastanza grande, un tavolinetto coperto da un tappeto rosso attendeva la gatta prodigio.
ma
Quando finalmente
suo
essa comparve,
accompagnata dal
Era una volgarissima gatta nera, cogli occhi gialli e fissi, e un par d'orecchi lunghi e appuntiti. Il dottore non volle prendere la direzione delle prove perch non si credesse a una semplice trasmissione del pensiero o ad un volgarissimo trucco, e, date con voce tremante alcune spiegazioni ed istruzioni, si allontan
dalla sala.
Un
si
avvi-
La
povera gatta compit una terzina di Dante, fece tre moltiplicazioni, rispose a molte domande di fsica e
di
la
zoologia e
disse
a memoria
sempre battendo
modo convenuto
una poe-
sia di Stecchetti.
Una
signora, che
volle
gli
illustrato,
riconoscere
meraviglie.
aveva portato apposta un libro la bestia pensante sapeva oggetti. Si assist allora al colmo delle
vedere se
solo
la
Non
gatta diceva
il
nome
della
qualche giudizio.
aggiunse
:
134
ma
a
aggiungeva
di suo
Ad
.
dopo Buona . La grande averne detto il nome, seguit scoperta del dottor Rego veniva cos pienamente congli animali potevano giungere anche ai fermata
Brutta
Dinanzi
una
gallina,
giudizi
I
professori,
buddisti e
le
timo cielo e gi si preparavano a terminar la seduta e ad acclamare il prodigioso insegnante, quando un matematico l presente ebbe l' idea di presentare alla
gatta l'ultima fotografia del celebre, dottore.
lo fiss
La
bestia
gialli
solcati
dal
taglio
a batter
con
i
i,
b,
un
e,
un
due
e finalmente un'altra e
di silenzio
Imbecille
Un momento
rumoro
poi
alcune risate
al-
un
:
alzarsi,
un mormorare, un
Nes-
suno parl a voce alta la gatta, tranquilla e beata, dopo tanta fatica, guardava la turbata assemblea coi suoi occhi chiari e luccicanti fra il pelo nero. Pareva
sentire che la sua educazione era totalmente riuscita
suoi maestri.
Un
la
non osavano pronunziare dinanzi al celebre scienziato. Tutti ebbero una gran fretta di andarsene, e il dottor Rego fece finte di non aver saputo nulla, ben-
che
avesse
ascoltato
135
alla
porta
fin
dal
principio
ebbe presto la sua vendetta. Una facolt universitaria lo chiam poco tempo dopo a ricoprire una cattedra di psicologia animale e la gatta
sua costanza
egli
stessi giorni di
oscura
Nein ladro
13
Appena tornato
tile
!)
dall'
Ungheria (che
cerca de]
viaggio
inu-
pittore Nein.
Ero stato fuori quasi tre mesi e, secondo il mio solito, non avevo scritto a nessuno e a nessuno avevo dato
miei indirizzi, desiderando che la lontananza fosse veramente una spaccatura netta e una pausa eterogenea nel corso unicolore della mia vita. Non sapevo nulla, perci, n dei miei interessi n di quei pochissimi amici che mi eran rimasti apparentemente fedeli dopo la vagliatura di quattr'anni prima. Fra codesti pochissimi Nein era il preferito per una certa conformit di gusti e di odii che per non impediva fra noi una temperata ma perpetua discordia. Nein mi piai
ceva.
era
piccoletto,
butterato,
Non come
sapiente
aveva
non comprava mai riviste settimanali. Ma come tempra di spirito era eccellente. La sua massima era non accettar nulla da nessuno, n dal caso, n dalla natura, n dagli uomini. Era stato molto in Germania e gli era venuto tanto a noia il sentir sempre sulla bocca di tutti quell'eterno idiopochi
libri
faceva chiamare Nein.
140
nome
e
si
firmava e
Perch devo accettare diceva un nome volgare e un cognome brutto che non ho scelto da me ? . Per la stessa ragione aveva
si
bench reputasse
allo stesso fine
la Svizzera la Beozia d' Europa e aveva ricacciati e rinnegati i suoi istinti, che lo portavano verso la musica, per darsi alla pittura. In tutto quanto, insomma, s' ingegnava di andar per traverso alla sua natura e molte volte 1' ho visto briaco per il solo motivo che il vino non gli piaceva e non gli era mai piaciuto.
;
Come
la
sua pittura
mi piaceva pi di tutte l'altre che conoscevo a quel tempo e mi pareva tanto singolare e nuova nella sua semplicit eh' io non sapevo a quale altra fra le pi grandi si potesse confrontare. La musica, che Nein
aveva voluto ammutolire in s, riappariva nei suoi quadri in armonie di colori, di linee e di spazi che facevan dimenticare dopo un momento le cose rappreNein mi piaceva come compagno quanto Era il solo, fra quelli che potevo sopportar vicini, che parlasse molto, bene e volentieri. Io, invece, nelle conversazioni ho una invincibile tendenza a stare zitto e Nein faceva al caso mio, permettendomi
sentate.
Ma
come
pittore.
nello stesso
tempo
mio arrivo
tava, solo,
141
un
un granaio
ma
anche da camera. Per quanto fosse gi notte salii le scale al buio e picchiai colle nocche al grosso uscio fratesco dell'amico. Nessuno rispose. Picchiai ancora
e origliai al
buco
della serratura.
Nessuno
si
muoveva
capevo che Nein non usciva quasi mai di sera perch fra le cose che non voleva accettare dagli altri c'era anche l'usanza di lavorar di giorno e dormir di notte. Per curiosit (che
o respirava l dentro. Eppure
avesse cambiato casa
?)
accesi
un
occhi tutta la porta. Sopra al picchio ricurvo di ferro nero era inchiodato un biglietto che portava scritte
Nein in prigione. Non era la scrittura Nein ed io non la conoscevo. Nein in prigione Non ci potevo credere. Eppure la cosa, pensando a quel suo carattere alla rovescia, era possibilissima. Ma per qual motivo ? Il mio primo
queste parole
:
di
pensiero fu la politica. Nein era anarchico senza aver mai letto n Stirner n Kropotkine. Era nato anarchico
artista.
La sua
cettabilit
leggi.
estendeva
ajlo
stato,
cultura,
alle
siccome faceva vita ritirata e non era mai in societ rivoluzionarie non aveva avuto fin entrato allora niente a che fare colla giustizia. Probabilmente,
Ma
durante
il
mio
viaggio,
Come
portiere e
mi
sec
ava
142
un amico comune che un tranvai per far pi presto, almanaccando fra me sulla strana novit che mi aspettava. A casa dell'amico un altro contrattempo era fuori, a teatro. Non mi sentii la forza di ascoltare un pezzo di operetta viennese per
prossimi. Pensai di correre da
rintracciarlo.
Appena giunto mi
una
accorsi per
facile entrare in
prigione. Tutte
col
in
ispalla
coll'evidente
intenzione
al
di
non
corpo di guardia
chiamare il caporale. Costui mi disse che fino mattina dopo, alle dieci, non si poteva parlare col signor direttore. Gli chiesi ingenuamente se sapesse di un tal Nein che doveva esser chiuso l dentro. Non sapeva nulla e mi guard in modo da farmi
alla
Non
la
morto sonno
Io
tutt'un
fu cos
non so per quale ragione codesto egregio impiegato esageratamente gentile verso di me. Forse mi
?
conosceva di nome
nevole e all'altezza
Forse
dei
il
voleva mostrarsi
?
ragio-
tempi
Fatto
sta
di
che
ap-
pena
col
gli
ebbi detto
mio desiderio
abboccarmi
e di chia-
di
i43
Di
Non mi parve
Sei gi tornato
aprir
bocca.
mi
disse
allegro.
potessi
Ho
un' infinit
mi annoio. Io, per, credevo che tu saresti rimasto un mese di pi, come avevi detto. Non si rifa cosa t' pelle nuova in tre mesi soli. Dimmi un po' tutti dicono Mi magiari ? agglutinanti parso di quegli che sono gentaglia, forse la pi superba gena d' Europa. Hai imparato un po' di quel loro gergo calmucco ?
volta
:
Racconta, racconta.
Caro Nein,
risposi,
ti
forse
ti
un giorno. Ma ora che abbiamo poco tempo vorrei che raccontassi te. Come diavolo ti trovi qua dentro ?
tento neppure
Non Non
lo
sai
Non
so
nulla.
qui.
Ieri
il
larne.
della
Ho provato a rompermi la testa contro il muro mia stanza. Se ne sono accorti e mi hanno manall'
dato
infermeria.
Ho
dovuto fare
il
gire
citanti.
si
144
d' isterici
a quell'esosa compagnia
di
febbri-
la politica
tica.
Ma insomma pu capire perch qui Per Ma che Io non m' impaccio Per chi mi prendi E E allora stammi a Conosci dottor
sei
?
?
politica
di
poli-
allora
sentire.
il
Stizzi,
1'
amatore
quello che
mi ha comprato tanta
lui
?
roba
Lo conosco Cosa c'entra C'entra che ho tentato derubarlo ho due Te E come mai una storia un po' lunga un'occhiata guardia che seduta tuccio per nostro dico poche Tu prosegu che da quasi
di vista.
di
e che gli
tirato
coltellate.
riprese,
alla
s'era
in
dando un cante la
assistere al
colloquio.
Ma
in
parole.
sai
la
mia pittura
di
tutt'un'altra.
buono come esercizio, come rimpasticciatura di musei, come continuazione di ant chi, come tappa di ricerca. Quello che ho fatto negli ultimi tempi sopra altra strada. Sar un viottolo, ara sbagliato, ma mio, proprio mio. Tu sai eh' io credo d'esse mi avv rinato soltanto ora alla pittura, alla vera pittura,
ha qualcosa
alla
d'e-ser
limitare
dell'assoluto
per
me
non c' altro che questo. Il resto sudiciume. Da quando ho cominciato a dipinger d avvero ho comin-
ciato per a sentire
il
145
la
degusto,
nausea, l'orrore di
Tu
lo sai
te
1'
ho
La mia roba
prima mi sembrava
geometrica
degli incisori,
monianze
d'allora.
della
mia anima
volgare, idiota e
immatura
Co-
modo.
Ma
di
mano
li
pi
Bisognava assolutamente riaverli e distrugquegli altri. Non potevo permettere che rimanessero le prove di un passato mio cos fiacco e buffo. Non avevo mai tenuto nota della loba venduta ma ricordavo abbastanza chi l'aveva. Cominciai a mettermi in giro per riscattare quella mia vergogna
gerli
come
mi
rivolsi
i
mia
richiesta
ma
i
resero
altri,
li
pi taccagni,
;
ed
io
resi
e ci furono
anche
sero
di
quelli che
col
pretesto dell'affezione
prete-
da
me
pi di
quel che mi
avevan dato.
Ma
io,
tutto in varato
sacrifizi,
146
di riscatto, feci
mi eran rimaste
de' miei
Di qualcuno
:
traccie
lettere
non risposero
alle
mie
correre perch x si trattava di minore importanza. Ma il peggio fu con quel mascalzone dr Stizzi. Costui, come
ed
io
lasciai
quadri lontani e
tu
di
sai, s'era
interessato a
me
fin
quando
espo-
ancora facevo
sizioni, e
la bestialit di
mandar quadri
alle
mi
mi com-
teneva assai e
li
mostrava
come le cose migliori che avesse in casa. Non ho mai capito se quell'animale volesse darsi con
me
mia
delle arie
di
mecenate o
i
se
veramente provasse
gusto a guardare
miei
un
bel guadagno.
un
1
:
acci-
dent
cose
che facevo nei primi tempi e per niente quelle che faccio ora. Con quel maledetto avevo gi leticato poco
tempo prima
un presentimento che sarebbe stato lui il pegtutti. Ma non dubitavo di riuscire ed era neche
riuscissi.
cessario
fra gli altri suoi difetti,
47
vedere
e
per
ammirare
quadri che aveva raccolto, fra i quali i disgraziatissimi miei ch'erano perci i pi esposti alla curiosit universale e quelli che
mi avrebbero
tirato addosso pi
vergogna.
Un
un animo
risoluto,
andai a
all'ul;
che molti altri mi avevan gi contentato e timo che glie li avrei ripagati quel che costavano e anche Codesto pi se era necessario. Non l'avessi mai detto
!
quali
il
il
pi dolce
il
patetico,
furioso,
sa-
vio
e di
i
non so quante
altre buggerate,
ci
concludendo che
dati n a
me
ne ad
altri.
che
li
rivolevo a ogni
gli
modo
bene
perch non
mantenni
suoi
la pro-
dei
migliori
dovette cedere. Disse dunque che mi avrebbe rivenduto i quadri ma al prezzo che voleva lui e senza discussione. Chiese infatti
dieci volte pi di quel che
circa
fa-
ma
148
ceva un gran sacrifizio e che lo faceva non per me per togliersi il fastidio di chi lo pregava in mio nome. La somma era forte ed io non 1' avevo davvero.
Pure
la
mia volont
di fare
di porcheria era
intorno
giorni a
1'
quattrini.
forza di prestiti, di
di
pegni e di vendite
raccapezzare la
riuscii in
una ventina
somma
ebbi
mia
vendere.
poteva assuefarsi
idea di
avrei
non
averli pi e tanto
meno
Allora
all'
idea che
farti
mi arrabbiai
io e glie
si
ne
Ma
quella
canaglia non
allora pensai a
a suo dispetto.
il
Quell'
diritto
di
tenere
in
mano sua
anima mia
seli
brandelli
della
stupida
dato.
mi aveva
Io
gli
rendevo
aveva sborsato
pur di non dover pi arrossire per quella roba ed egli mi aveva ributtato peggio d' un cane. E io gli avrei rubato i miei quadri. Credeva for.-:e che un pittore
non
si
il
ladro
Per altre
ragioni
149
per quella
s.
non
avrei rubato
ma
Per
for-
tuna
il
anche la cena dai parenti della moglie. La prima domenica che capit mi appostai di sera vicino a casa sua e verso le dieci lanciai una corda attraverso il terrazzino del primo piano che dava proprio nel suo appartamento. Tirai gi tutti e due i capi,
feci
Conoscevo le sue abitudini e chiudeva soltanto le perdomenica sera, quando tutta la famid' estate
un cappio ben
passava
e
forte e
ritirai la
cominciai
una mano dentro ed aprirla. Dopo un quarto d' ora ero in casa. Conoscevo benissimo la disposizione delle stanze e mi diressi subito verso quella dov' erano
i
dosso
riuscii
aprirla.
Non
ero pra-
mi
ci
volle
Eccomi finalmente dinanzi ai uno a uno e li levo dalle cornici per portarli via. Ma anche i soli telai erano un tal mucchio che non avrei
potuto portarli via senza farmi vedere. Come rimediare ? Tirai fuori il coltello e cominciai a raschiarli
l'altro. Avevo gi fatto quequando sento metter la chiave ed entrar gente in casa. Era il
la
stanza dov'ero
non
c'era che
un
elettrica e apparir subito
5o
il
a me. Ci
Il
guardammo
Tu?...
tutti
due senza
detti
il
far
parola.
mi
disse
soltanto
presi
i
Ma
io
tempo
di lnire,
metterli
sotto
si
il
braccio
per
scappare.
Allora
quel
demonio mi
la gola
gridando forte
s,
al
!
ladro
al
ladro
Ah
mascalzone
vinare anche in quest'altra maniera ? e liberatomi con una forte stratta dalla sua presa mi cacciai addosso a lui col coltello che avevo ancora in mano e
lo colpii
un paio
.
di volte.
Cadde
in terra,
venne gente
ed eccomi qui
il
povero Nein
?
si
un
altro.
dissi io
un
po' intontito
da quello
i
Nein,
il
spero
che
giudici
diritto di riprender la
non
in
le
gli
piace pi
d'altri
mano
riuscito
ho ricorso
ai
mezzi dispe-
rati.
sangue, e
guarito e invoca su di
me
mano
della giustizia.
Boia
i5i
Il
il
mio
colloquio.
Nein non
magnificamente
da
e
i
s.
Tutti
avventura
Ebbe tutte le attenuanti e sette mesi di prigione. Ma non arriv a scontarli perch mor di crepacuore, di mancanza di libert e di fame volontaria poco tempo dopo la condanna.
giornalisti presero le sue parti.
Il
qua-
dri raschiati e
tal
ne racconta
la singolare storia
con un
quale compiacimento.
legittima difesa
Anche
se
ritrovassi senza
mi riacchiappa
pi.
ma
il
chiati di nero e
da
ci
un'al-
non
lo saluter
pi neppure se
trove-
remo a sbattere insieme voltando una cantonata. Se occorresse son pronto anche a lasciare la mia citt per un certo tempo. Ne soffriranno i miei interessi ma sar fuori di pericolo e passer tranquillo le mie
serate.
I giornali non si sono occupati dei miei incontri con Will Weiss, per quanto il secondo abbia avuto una soluzione violenta e abbia dato luogo a estesa
pubblicit
cose e
e non escludo i sanno come sono andate non posson davvero darmi torto. Will Weiss
.
Ma
tutti
miei amici
tria
156
forse,
americana
tenne una
genza.
discreta salute
,
Ma
antipatico. I
ha trentasetuna certa intelliper concessione comune, un personaggio primi cinque minuti che passate con lui
;
vegetariano, laureato,
e,
stile
pu
I
essere
d'esame.
suoi
in linea retta
la
tic dalla
quale scola
;
il
sono oggetti umani non comuni che bisogna osservare con una certa attenzione.
Ma
gli
dopo
cinque minuti
e son troppi
metafisico.
il
un
Nessuno
te
pu negare questa qualit che diventa fortunatamensempre pi rara. Weill Weiss ha dei quattrini e fa
dei ragionamenti.
Come
tutti
forse ci crede
sua intelligenza, per quanto acuta, non saprebbe arrivare alla finzione. Ma i ragionamenti di Will Weiss
sono francamente metafisici, cio sono risolutamente al di l del vero e del falso. In una parola i suoi discorsi,
ascoltati
di-
sturbi gravi
a lungo andare, anche la morte. La prima volta che dovetti affrontarlo fu, natu-
ralmente, al caff.
aggirarsi fra
i
Da
calmo
e lugubre,
fuori
157
di leggere.
il
un
libriccino e fingeva
Nessuno
pericolo.
si
gli
Se
arrischiava
al
mano. Appena vide il mio amico si alz precipitosamente e gli and incontro con un sorriso terribile. Si conoscevano Si eran visti a Berlino qualche anno fa e ora, quaggi, Will Weiss cercava propiio Stefan Cloud perch sapeva che a quel caff un giorno o l'altro doveva venire. La tragedia incominciava. Non potei sottrarmi al mio destino e dovetti esser presentato se non volevo perder la compagnia dell'amico. Will Weiss entr subito nel vivo dell'argomento. Non aveva tempo da perdere. Il mugolo lentissimo delle sue storie filosofiche ci avvolse a poco a poco e ci costrinse al silenzio. Oramai ci teneva nelle sue mani e non voleva che si sfuggisse. Will Weiss aveva rumiin
!
a cui
nato quelle sue tenebrose idee nelle, lunghe solitudini lo forzavano le paure e le fughe dei suoi cono-
scenti.
Dopo aver
fatto
il
deserto in
una
citt
era
costretto a partire.
Nel paese nuovo trovava subito qualcuno che si esponeva ingenuamente agli sfoghi faticosi del suo cervello ripieno. Ed era giunto anche
nostro giorno.
Will Weiss non scriveva
cava.
o, se
il
scriveva,
le
Aveva
colla
158
parola.
Ed
era
cos
agli altri di
Qualche domanda per dirigere la sua eloquenza qualche lieve obiezione per e lumacosa dargli modo di ripetere due volte quel che aveva gi detto le tollerava ma niente di pi. La sua resistenza
affannosa
;
era meravigliosa.
La sua voce
da
ridire.
la
sua
mano armata
il
di lapis lavo-
marmo
;
della
i
tavola era
camerieri smon;
tavano dal loro turno i lumi si accendevano la gente andava via e ne veniva altra nuova le ore suonavano all'orologio di Palazzo Vecchio e Will Weiss non era
;
sazio.
Mi
fila
senza
riuscire
a conservare
mia
lucidit
Stefan
Cloud
di far deviare la
conversazione
ma Will Weiss non se ne dava per inteso. Non s'accorgeva di nulla non sentiva nulla. Era passata l'ora della cena e non
;
si
lo dico
di alzarmi e di piantarlo
;
Era
prima volta che lo vedevo speravo che attraverso infiniti ragionamenti venisse fuori qualcosa di suoi i nuovo e di buono ero ipnotizzato da quella voce
;
infreddata ed eterna.
Rimanevo
col
l,
vigliaccamente, colle
coi
159
piedi
che
si
venne neppure,
sparire.
giuro,
l'
Finalmente
zarsi
il
la
forza
di
al-
ad
io
l'
imito immediatamente.
Paghiamo
!
e ten-
tiamo di salutare il filosofo. Nient'affatto Will Weiss paga e ci segue. Si mette in mezzo a noi e seguita a parlare. Tentiamo di fargli capire ch' tardi e che vogliamo andare a mangiare. Quest' idea troppo volgare lo smonta. Ci guarda in silenzio tutti e due
come
mi ha
di
indolorito
l
il
cervello.
:
Mi pare
cose
eh' io
debba svenire
di
a un
momento
le
cominciano
ai
gi
nanzi
Un
buon cognac mi rianima. Will Weiss ci ha seguiti anche qui e appena si accorge che sto meglio riprende il filo del suo sistema. Un sudor freddo mi bagna i capelli e la fronte. Non ne posso pi. Mi alzo, saluto
in fretta e scappo a casa tutto indolenzito, colla testa
pesa,
come
se uscissi
Credevo d'essere
io e Stefan, a
tro,
al sicuro. Il
un
altro caff
sudicio,
.
a un
giorno dopo
andammo,
si
un
caff
vede-
vano
intellettuali
Il
serata omicida
ci
i6o
me,
tre di notte.
;
aveva dovuto sopportare l'americano fino alle Avevan fatto due volte su e gi tutti i Lungarni si eran persi nelle Cascine avevan sostato di nuovo in una birreria. L'amico infelice, pallido e
;
Ed
io
fui
quanto
con
sia
grande
gli
la
gastigo che
s dinanzi alla
bocca di quell'uomo.
finita. Usciti
Ma
l'ora di
la tortura
non era
si
cena
e'
incamminammo cautamente
poteva sperare
di
verso
l'u-
mangiare a credito. Si parlava di quattrini. Stefan aveva in tasca meno d'una lira e non sapeva come fare a pagar la camera all'albergo. Io gli detti tutto quel che avevo una lira e trenta. Il letto era assiin quel momento
:
curato.
Ed
ecco
che
neh" istante
medesimo
in
cui
come se scaturisse dalle mezzo a noi. Ci guardammo riti come se gi fosse presente
appar,
in
in viso pallidi e
smar-
tastrofe
inevitabile.
di
Tentammo
salutarlo e
di
fuggire.
dove andate ? Vi accompagno. che andiamo a managgiunse Stefan Badi giare in un brutto posto. Non abbiamo quattrini. Will Weiss rimase male e biascic mezzo minuto
si
disse.
fra s.
Ma
la necessit di
due vittime
chieria.
i6r
docili
ebbe
il
Non importa
restaurant. Offro io
il
disse
Venite con
dirgli
me
al
mio
pranzo.
:
L per
in conclusione
non avemmo
d'animo
di rifiutare.
mo
tiva
di
averci
i
comprati,
per quella
sera,
voleva
spender bene
sospeso
trattoria
insistente.
buono
monotono fluire di quella seccaggine oscura e Vano sogno del nostro desiderio Ci volle del del bello perch interrompesse un momento le
!
al
cameriere.
le
Vennero
le
non
assaggi
carnefice
si
rivolgeva specialmente a
me
costringeva a interrompere
cammino
lui
di
ogni for-
con
l'aria di stare
attento.
compitava
la
la
contrate un
uomo
gli
domandate
lo stesso
le
Egli risponder
c'est
gal.
Se un fisiologo
gli
dite
I2
Abbiamo un
macchie nere
che per
ressano.
coniglio bianco e
:
un
?
Quale preferisce
Il
lui lo stesso
c'est gal.
Dunque
l'
identit
Meno
casi in cui
b,
si
pu
e allora
verifica
identit assoluta.
Ma
il
si
Ricominciavo a star
non se ne dava pensiero ma io l' interruppi a mezzo una formula e feci portar la carne. Will Weiss era vegetariano e non mangiava carne. Ordin un' insalata verde, un limone e un pezzo di parmigiano.
di
Ouando
l'
Ma
appena ebbe
ingoiati
due bocconi
brose lezioni.
le
riali
Quenoi,
sto
si
un gravissimo
errore.
Anche
le
vedo i miei pensieri fuori di me, a circa un metro e mezzo di distanza dai miei occhi.... Questa era troppo buffa e non si pot fare a meno di ridere. Ma Will Weiss che ci doveva pagare la cena dette subito parecchi segni di malumore. E
s'
ingolf,
la
ai
i6 3
Venne
fuori,
man-
Cominciavo seriamente a sentirmi male. Quel mancontinuamente interrotto quella forzata tensione di cervello quella voce odiosa, piana e sempre uguale quelle chiacchierate infinite dove quel che non era banalit era imbecillit mi avevan ridotto in istato da far compassione. E soprattutto m' irritava il pensiero di quest'avarone che ci aveva invitati a mangiare soltanto per avere due ascoltatori e che poi, per di pi, e' impediva anche di mangiare Io non volevo morir per lui. La testa mi scoppiava la rabbia per quella il sangue mi era salito al viso situazione umiliante e penosa mi giganteggiava dentro. ogni tanto tiWill Weiss non si avvedeva di nulla rava su una foglia d' insalata e seguitava a borbottare
giare
; ;
;
di
fisica,
di
evoluzione,
di
mineralogia,
di
concetti
mezzo
il
escluso. Provai a
non
curarmi di
ostinava.
lui e
a tenere
Mi
!
Basta
Basta
Ma
basta
In un
momento
le
la
trattoria
;
fu
in
subbuglio.
;
Si
sentiron cascare
rovesciarsi. Io
bottiglie
uomini urlare
:
seggiole
di
vedevo sotto
me
la faccia di
164
Non
assi-
ma
che tacesse
Stefan
non si mosse. Ma la nostra tavola era circondata da una vera folla. Sentii otto o dieci braccia che mi tiravano indietro e dovetti lasciar la presa. Stefan approfitt
della confusione
lettico e riusc a
le
accompagnato a casa
in car-
dopo da Firenze.
Ho
l'
intervallo del
no
15
Ho
conosciuto
!)
forse
E
dieci anni fa
due uomini
il
(due amici
contra-
il
ho saputo anche come fin Non avendo promesso segreto racconter tutto in poche
ma eran
uno
si
chiamava,
tutt'altro
ma
quel
:
nel resto
esterno, nell'aspetto,
modo
di fare e di
da lontano
conte.
costui
non
Ma
le
1'
paure
quanto
interno,
la vita, le abitudini,
pensieri e
!
eccentrici
pi
assurda
anche se
non
le
confessano.
Piero,
tute,
il
i68
primo,
si
l'uomo puttane
pronto a tutto, a darsi, a concedersi, a dir di s, ad accettare, a subire, a esser vittima, strumento succubo
e passivo
Non
di
rifiutava
non
si
schifava
il
ogni pi
tutto aveva
stava pagarlo e
sizione del
lui,
corpo
ed
anima, era
pagatore. Egli
viveva vendendo
con-
tinuo s stesso,
bert,
il
il suo io, la sua personalit, la sua lisuo onore. V'era chi voleva prendersi il gusto
di schiaffeggiare e maltrattare
qualcuno in mezzo
:
alla
gente
ci
vuol tanto
di
e basta.
V'era chi
voleva
darsi
1'
illusione
?
convertire
un
Piero ascoltava,
al
cliente
Tanto per
ascoltare,
fitta
ultimo mo-
ruffiano sicuro,
un seguace rumoroso, di un uomo di paglia, di un prestanome, di un bersaglio di insulti e di burle ? C'era lui, sempre lui, rassegnato a tutto, disposto a qualunque cosa. Purch la tariffa fosse osservata tutto
era salvo. Pi niente era suo
:
le
opinioni e
le
occupadi pi.
pagava
Giunse a cose
vissimo, e
disse di
ma,
al
169
Un uomo
che non
gevole
non
a'
gii
apparteneva pi, insomma, un uomo spreeppur generoso talvolta anche verso chi dava nulla. Gran parte de' suoi guadagni dava
si
poveri
pi volte
1'
hanno
vecchi e ciechi
vorare per
altri
senza compenso.
Ma
era lo stesso
nessuno
lo
stimava.
Eppure l'altro, Alessandro, per quanto probabilmente non l'amasse, non temeva di andar con lui
Non
le
idee sue
per la
leggeva
libri
perch
rite-
neva l'elemosina un delitto e la prodigalit una malattia. Fra i pensieri che senza volere aveva sentito riferire uno solo non gli finiva mai di piacere ed era Se con uno de' tuoi peli tu del famoso Yang-ci potessi salvare l'universo non lo dare . Alessandro
:
di s,
peccato l'asceta.
li
Non
diceva
idee sue e
scriveva.
Viveva
solitario e senza
si
donna. Era
ricco,
aveva campi
i
e case, eppur
vestiti
L'amor
di s,
suo,
appartenuta.
Aveva
in casa, tagliare
capelli che
i
s'era fatti
una
cassetta le unghie e
calli.
dere quel che
gli
17
gran depositi sotterranei di merda ne' suoi campi e non volle vendere a nessuno il suo sterco.
di
lunghe
file
di
al
lume
in
de'
lamche
ombra
studiava
di
camminare
modo
ci
nessun altro
glie la pestasse e se
qualcuno
metteva
Due uomini
diffcile
cos
opposti,
cos
bianco e nero,
non impossibile spiegare ma riesce poco credibile. Eppure avrei testimoni per approvarmi se ce ne fosse bisogno. Piero era l'unico uomo, si pu dire,
che fosse accettato in casa di Alessandro e spesso
si
vedevano insieme andar fuori, silenziosi quasi sempre ma non adirati in viso. Alessandro aveva, credo, l' impressione di avere un corpo di pi tutto suo quando Piero gli era accanto. Questi non lo contraddiceva gli dava e si dava. Non chiedeva nulla e rispettava
:
senza sorridere
le
sue mane.
il
giorno
cava
di rispetto
alle
al
punto
di
tol-
lerarlo.
Eppure
finire.
171
intimit
una
i
cos
meravigliosa
doveva
Un
giorno
lontano dalle case. Piero tir su dalla tasca una scatola di sigarette e
apr.
Ce
n' era
una
sola
preso
leva.
Dammi
la
quella sigaretta
prima volta in vita sua Piero si sent rimescolare il sangue ed ebbe l' impulso improvviso, selvaggio, di negare, di resistere con tutte le forze di dir no sue, con tutta la sua persona subitamente irrigidita. E disse di no e colla mano respinse la mano dell' altro che non dubitava di resistenze. Alessandro fu talmente sconvolto e stupito da quel no violento e impreveduto che rest senza parola incredulo e nonostante irritato. Torn alla violenza e
Per
si
era fatto.
Alessandro
lo
preg
uomo
in
lo
Non
il
ma
per
per
il
principio, per
il
Ma
Piero non
si
commosse n
si
si
smosse. Tutta la
mu-
scoli.
I72
di
disse di
no e ripet
no
e accese la sigaretta
con aria di provocatore. Allora Alessandro lo minacci di morte e nulla Finalmente scese a patti and al sodo. Offr denaro, eppoi denaro e sempre pi denaro. E Piero diceva
di in
n'
no
fumava. E quando la sigaretta fu quasi tutta cenere gli butt innanzi la cicca fumicante e se
e
Il
and.
giorno dopo Piero ricominci la solita vita. Gli
rec da
lei
si
comap-
gli
sintomi d'una malattia orribile e irrimediaTutti quanti lo lasciar on solo, e per pi mesi
la
men
simo.
letto,
assistito
ma
sgarbatis-
Ma un
1'
aspet-
tasse o potesse
immaginarlo,
s'
1'
altro,
Alessandro.
Da
quella volta
feroce
due uomini
eran separati.
il
Ma
ora nel
solitario
era tornato
pensiero
dell' altro
sfidar la
di
gli
vendetta
!
fumo
un'
am-
ed era cresciuta e ora non aveva pi potuto resistere ed era venuto, lui, 1' egoista perfetto, a rivedere il
ribelle,
ad
assisterlo,
a salvarlo. Gli
tutto
si
mise attorno,
figliuolo
come un
il
sacrific tutto
stesso,
suo tempo
gli
e la
sua stessa ed essendo
vita.
173
il
di Piero gli
s'
Infatti
male
attacc
men
quanto vecchio
lo
vuole.
E
i
se
sato anche
prezzi.
g'
16
Pioveva e mancava un minuto solo a mezzoPioveva in crescendo ed ero senza ombrello. Pioveva 1' acqua freddicela d' ottobre e il mio cuore era duro e freddo come i rettangoli di pietra della piazza che traversavo. Tutte ragioni che dovevano
giorno.
farmi
gioni
continuare
per
la
mia
strada,
che
dovevano
Ma
non vinsero lo sguardo pregante di quella piccola ragazza che m' incroci. Se dicessi eh' era bella diminuirei enormemente il valore del mio atto. Ma non voglio neppure svalutare il mio eroismo affermando eh' era addirittura brutta. Era giovane diciannove anni, credo. Era pallida ma il suo pallore non era interessante. I.ineamenti regolari ma chi possiede le regole dei lineamenti ? Magra non mi dispiace. Occhi di venere, lunghi lunghi, appena socchiusi, un po' velati non sono affatto comuni. Insomma, per un collezionista, sopportabile. Io, per, non sono un collezionista. Eppure lo sguardo uno sguardo per traverso, che si di quella ragazza. mi fece voltare. Riraccomandava proprio a me masi fermo un momento, senza decisioni appropriate.
immediate
e persuasive
: :
:
finii
78
Chi era
i
Non
1'
certo
puliti scrittori,
turpe
aria
il
Non aveva n
che
si
una di quelle che fanno, secondo commercio del loro corpo. ne la faccia n il vestito di una
col letto.
guadagni
pane
Aveva in testa una cupolina di velluto nero recinta da un nastro color zabaione. Addosso un tailleur biin piedi un paio di scarpe gio modesto e riservato gialle senza segni particolari in mano una borsetta
;
;
da ghirigori
non languida, non dolce, non amorosa ma che riassumeva nel lampo d' un attimo tutta una confessione di tristezza,, di abbandono, di speranza moribonda, di nostalga del non accaduto Si vedeva tanto bene che nessuno s'era mai avvicinato a lei. Si sentiva tanto bene che nessuno 1' aveva corteggiata, seguita, assediata, amata e che
il
Ma
suo sguardo
Quel!' occhiata
assediava e
1'
mi
voltai.
questo la
che qualcuno
Per semplice buon cuore. Per un moto improvviso di altruismo. Nessun motivo sessuale, nessun secondo
fine fu in
me
in quel disgraziato
fino
all'
momento.
la
Feci
il
mio dovere
che
si
i/9
sotto
precipitava verso
le
colazioni e le trattorie,
annaffiamento forzato.
Mi
liberai
dalle
biciclette,
file
delle carrozze,
urtai pi d'
e
un padre di famiglia col giornale in mano soltanto un enorme barroccio a due cavalli carico
fermarmi per pochi
condi.
E come
di tanta
il
umidit
se-
l'
pauroso per
si
io fossi
andato
via.
Ma come
i
Sorpresa,
stupore, en-
tusiasmo,
era davvero la
prima volta
buia
la povera figliola volt in una strada ben famata e penetr in una porta lasciandomi come ultimo premio uno sguardo pi lungo, accompagnato da qualche macchia di rosso su per le
Finalmente
ma
guancie.
Andai finalmente a casa, tutto contento della buon' azione compiuta e mangiai pi del solito ef:
fetto
quillo,
del
ritardo
dell'
eccitamento
la
E
e
vissi
dell'
tran-
parte
obbligo
mio
me
lei.
i8o
E
nel
determinato
tre settimane
un mese
e
il
mezzo
ricordo di
Ma
solito cappello,
lo
il
solito viso,
solito sguardo.
Specialmente
quei poveri
occhi
giapponese
che
occhiata
di di
magnifica mi
sorpresa,
Un lampo
di
forse
?
un
diritto su
me
quella
Digi
bene
Eppure non potevo respingere e disprezzare m' ero impegnato, in certo modo. Le buone azioni non si fanno a mezzo. Dopo averle dato una speranza non potevo ammazzargliela brutalmente ad un tratto. Bisognava sacrificarsi un altro
?
quel rimprovero
poco.
la seguii
tanto pi che
non pioveva.
giorno dopo, cinque minuti prima di mezzogiorno, ero l sulla piazza ad aspettarla. Non potevo farne a meno. Dovevo per forza darle l' illusione che il mio
Il
amore prometteva
d' esser
costante.
le
La
seguii
cos
medesime strade, divent accompagnatura Codesta ora. alla medesima delle vermut il come per me una specie di abitudine, undici e mezzo. Io non mi divertivo abbastanza ma lei
parecchi giorni, regolarmente, per
i8i
1'
si
voltava
non eran pi
affogati
ma
Il
Il
luccicavano
attraverso
umidore
dell'
emozione.
il
meno
pallido.
Anche
il
appartenesse.
quelle che
si
le
come
vedon
sera
nelle
il
come
quello d'
passeggiata quotidiana
e in
quei
tanti
sguardi
necessari
per non
Ma
tevo
bene.
fermarmi
e
le
qui.
speranze
avrei
stessa
La mia
Smettendo avrei distrutto le sue fatto, alla fine, pi male che dignit di maschio mi ordinava
la
di abbordarla.
me
e per
lei,
bile supplizio.
Mi
feci forza e
il
quando
il
fu sulla soglia
Vorrei (rossore Lei mi conosce, credo. sar gi accorta che (turbamento non nascondibile). Mi dica dove potrei vederla Stasera, Sulla piazza.
parlarle....
lei).
Si
io...
sola....
alle sei.
sulla
182
Era una
di quelle datti-
Accennai un' altra scappellatila e andai via. La sera, finalmente, ebbi qualche notizia positiva
mia povera
beneficata.
una
delle
pochis-
sime
classi
moderne
Aveva
viveva col padre solo e non aveva mai amato ; e aveva una deplorevole ammirazione per i romanzi di Matilde Serao e per le poesie di Remigio Zena. Il seguito s' indovina. Non potevo dirle la pura verit cio che avevo cominciato a seguirla per compassione e che continuavo a seguirla per compassione. Fortunatamente la mia capacit d' ipocrisia, che dall'et di dieci anni non ha fatto che svilupdiciannove anni e tre mesi
due
fratelli
pi piccoli
parsi,
mi
fu di grandissimo aiuto in
quest' opera di
beneficenza.
Riuscii a farle credere che
interi
1'
amavo
e per
due mesi
felice
rinnovata
feci
ragazza della
e che
citt.
di trentun giorni
di
quella poveretta la pi
dovere
di seguitare.
Non potevo
mio tempo,
la mia bont e la mia fintaggine. Pensai a liberarmi da questa involontaria accattona d' amore alla quale
avevo gi fatto, secondo il mio parere, una troppa abbondante elemosina. Bisognava sbarazzarsene senza che soffrisse pi del bisogno, per non farle scontare
troppo crudelmente la beneficenza passata.
Ma come
i8 3
Non
tipo
l,
Con quel
d'
amore,
non
e'
Anche senza
che furia
Aveva tentato
d'
starsi di
sivi
s'
e via discorrendo.
Non
me, teneva talmente primo e unico uomo che si fosse accorto di lei, che non e' era verso di farle lasciare la presa. N con le buone n con le cattive. Ebbi paura che fosse vero di lei quel che disse il signor Lepic della sua signora On meurt o elle s'attache . E allora ? Tutti gli altri mezzi energici e risoluera
al
:
talmente abbarbicata a
abbandono assoluto confessione della veriavevano l' inconveniente di essere amari e dolorosi per lei e per quanto non fossi per nulla innamorato mi dispiaceva affogare nelle sue lacrime le mie buone intenzioni di carit sentimentale.
tivi
t ecc.
Dopo
tre
i84
eli
o quattro settimane
tentativi
falliti
per costringerla
lasciarmi
dovetti
risolvermi,
con
fin
mia grande
umiliazione.,
a provare un espediente
allora scartato.
per farle credere che non avrei mai potuto, per una
permanente e inguaribile, far la feliuna donna. Speravo che una confessione tanto umiliante (quanto falsa) avrebbe ottenuto
debolezza
fisica
cit
completa
d'
il
suo
effetto.
Nient' affatto.
al-
meno a meva il
tessi d'
discorsi,
le pre-
lato
materiale
dell'
Era troppo. Mi tocc a cercar qualcosa d' alappena appena innamorato le avrei mandato una fiera lettera di congedo e chi s- visto s' visto. 11 mio dolore mi avrebbe fatto passar sopra al suo. Ma nel mio caso non potevo maledetto 1' altruismo farla patire mentre io sarei rimasto
castit.
tro. S' io fossi stato
!
tranquillo.
tro.
era pi che
una strada
passarla a
un
al-
aver fatto
la figura dell'
impotente dovetti,
per pura bont di cuore, far la parte di ruffiano. Ma dove trovare un uomo cos nullo che potesse innamorarsi di quella ragazza cos poco appariscente ? Cominciai a portarla, di giorno, nelle ore libere, ai caff
dove sapevo
che minuto.
schiava a
La
presentai, la
per qualsi
Ma
arri-
considerarla
Dovetti
far
capire
qualcuno
la
185
Ma
due o tre feci non ebbi fortuna.
mia
difficile
situazione.
Nessuno ne voleva sapere. Ero disperato. La storia cominciava a esser troppo lunga e la mia bont era
l l
Meno male che quando meno me 1' aspettavo capit fra noi un ragazzone di diciott'anni, pi giovane di lei, principiante come lei, che cominci a guardarla
con una certa insistenza
fare
il
di
di
ragazzo
non si scopriva, gli confidai in gran non amavo pi quella donna e che sarei stato felice se avesse trovato un nuovo affetto pi sicuro e pi nobile del mio. E per di pi l' invitai un giorno a fare una girata con me e con lei e a met strada li lasciai soli, adducendo un caso urgentissimo
aveva paura
segreto eh' io
di famiglia.
Il
lei
e di lui
!
che
paio
la
mia
liberazione
s'
avvicinava. Finalmente
pi grossolane delle
la successione.
Il
Un
di
sgarbatezze mie,
altre,
giovanotto
signorina,
la
mondo
per me.
desolato cresceva in
il
la
persuasione della
Un
feci
bel
giorno,
il
finalmente
gran gesto.
i86
Tu ami Vittorio le dissi. Non lo negare. Mi sono accorto di tutto. Non voglio esser tanto ignobile da tormentarti colla gelosia n tanto cattivo da proibirti un' altra felicit. Io mi ritiro con molto dolore ma colla speranza che non maledirai la mia memoria.
Mi aspettavo per
che
esclamazione,
lo
meno qualche
tentativo
il
lagrima, qualdi
qualche
rattenermi.
fosse
ricordo della
mia conil
successore la signorina
dichiar
non
si
commosse
affatto.
Mi
freddamente che apprezzava moltissimo la nobilt dei miei sentimenti e che mi rendeva la mia
libert
colla
speranza che
1'
avrei dimenticata.
non
1'
marito
le
:
procurai
che
quando parla
me
!
usa dire
Poveretto
Non mi
seppe comprendere
la
signora Antonietta
17
Dell' aver
fatto,
tra
il
1880 e
il
1890,
la
prima
amorosa in molte rinomate filodrammatiche era rimasto alla signora Antonietta 1' abitudine dei gesti lenti e delle occhiate seduttrici. Ora, accasata comodamente nel grosso capoluogo di circondario, padrona di una bottega polverosa di mode cui la saracinesca bigia tenuta un po' abbassata anche di giorno dava un ingaggiante aspetto cittadino ora, dopo tanti anni dai suoi trionfi nei drammi che non erano soltanto di Ulisse Barbieri o di Giuseppe Giacosa ma anche,
;
per combinazione,
di
Alessandro Dumas,
la
signora
maschera tragica
che tante volte erari cadute sulla scena per mezzo della sua persona. Se qualcuno entrava nella sua bottega
per chiederle un metro di nastro i suoi occhi ardenti parevano empirsi di meraviglia e il compratore sentiva la vergogna di esser l per cos poco. A una tale donna non si poteva chiedere che un po' d' amore
eterno o
1'
eterno oblio.
E quando
stendeva- la
mano
per ricevere
rispettoso o
i
190
s'
soldi
pareva che
aspettasse
un bacio
in
effetto
ai
passione forse aggravata dal suo com diceva che mettesse una vemercio era Quando andava sue anche misticismo sempre buon chiesa perch scendeva drammatico un lungo velo
il
La sua
il
velo. Si
alle
galline.
il
di
le
fino
nero e aristocratico,
azzurro
delicato,
ma
le
si
il
copriva
la
faccia.
appena entrata
attrici,
in
chiesa
buttava
sull'
bench
rimanesse
s'
;
inginocchiava maesto-
samente vicino
col
alla
;
balaustra
si
baciava
s'
la
balaustra
si
suddetto sistema
;
alzava,
inchinava,
rivol-
tava indietro
verso
i
s'
attraeffetto
il
veli
bel-
uomo barbuto
sua
dell' altare
accademia ben disegnata d' una bianchezza rialzata ancor meglio del cencio blu che sostituiva la foglia di fico tra 1' ombelico e le coscie. E i suoi occhi sembravan dire: Chi ti saluta com' io ti saluto? chi sa adoprare con te le migliori maniere ? Ma il misticismo elegante e drammatico della sila
gnora Antonietta era contrappesato senza discrezione da un uomo corto, sanguigno e riflessivo che non
si
iqi
primi
tempi,
di
esserle
vantava
pi,
come
nei
marito.
La
mettere
aveva,
per esempio, la mana periodica di recitare morte filodrammatica. Saliva in camera, chiudeva le persiane e le imposte, accendeva quattro o
candele,
si
cinque
vestiva
tutta
di
si
bianco, spar-
geva
gli
fiori
stendeva co-
mani giunte sul ventre, colle fattezze abbandonate di una morta di passione o di tubercolosi. Il marito, la prima volta, dinanzi a una tale messa in iscena cacci quei gridi soffocati e quelle esclamazioni incoerenti che sono di uso comune in siocchi chiusi,
mili casi. L' effetto era raggiunto
:
la
vecchia attrice,
il
trionfando,
si
suo
ri-
media una volta il mese, come il mestruo il marito, che ha gi il suo giudizio irremovibile su questa faccenda, sale in camera per non scontentar troppo la moglie, guarda se nulla manca, raccatta un fiore, sorride paternamente ed esce di casa
Ma
siccome
la
scena
si
in
E
il
le
forze
per fare
buono a
tutto
18
Serafino penetrato sei mesi fa in casa del professore con dei vaghi pretesti che nessuno
Siccome accanto
venti piante e
diniere Serafino
gli
il
pu ricordare. un pezzo di terra con professore non pu pagarsi un giar offerto di pulire
i
s'
viali e di
potare
alberi.
Hanno cominciato
pestre
col
dargli
un
po'
Ma
finito
i
il
Serafino
ha cercato
in
tutti
gior-
ragazzi ed
ha messo la rete di fil di ferro perch polli del vicinato non vengano a dar noia al professore. A poco a poco diventato come di casa e ha chiesto di poter alloggiare a terreno in una specie di stalla superflua di cui la famiglia non sa che farsi. Ogni tanto la signora gli d cinquanta centesimi e una lettera da portare e non e' verso che torni prima di sera. Ma. Serafino un uomo prezioso che si rivela a poco a poco.
La
plici
196
e allora
i
signora
s'
ammalata
ha fatto sapere,
segreti dei
conosce
coi
degli
antichi
al
ricettari
quali
semha guarito
trova n
molta gente,
tasso ne
si
suo paese.
non
si
tre giorni
infallibile
ricorda d'
gli
un
altro segreto, di
Ma dopo un rimedio
che
professore
che
Ma
la signora
legna per
l'
inverno. Piccolo e
toscala.
Potranno
la
farci
il
Parrebbe che
Egli
si
Nient' affatto.
la porta e di-
accorge che
manca
chiara che
una porta
si
assolutamente necessaria se
le
legna.
uscio.
Spezza
le
scatole pi
inservibili,
inchioda
mattina
alla
beli'
sera
alla
fine della
settimana
mostra un
uscio fatto di
quaranta o cinquanta pezzi ma di cui egli garantisce la solidit. Aggiunge che, per conservarlo, bisogner dargli una mano di vernice. Serafino s' incarica anche
della verniciatura e
Ormai non
si
un tratto traversar le stanze a passo^di lupo come se non volesse farsi vedere. Ora prepara i fiori d' in-
verno nei
guardia
fatto
ai
197
fa la
vasi,
fichi
accomoda
e aiuta la
donna a
far la conserva.
Finalmente
il
egli fa
contadino e
guaritore,
ha
fatto anche
1*
an-
tiquario.
E ha
s'
fidato
fare
Dio vuole, per quanto gli antiquari abbiali fiutato e girato, non hanno preso ogni
il
signore.
Ma
se
cosa.
Ci
lui solo
quattrini per
il
viag-
Ma
Serafino, dignitoso e
ai
affezionato
bambini
che
gli
dispiacerebbe
troppo di lasciar
legno perch
s'
la signora.
va
il
in cerca di
un
all'
po' di
accorto che
professore
avrebbe
ombra
marron
d' India.
al
accanto
marron
d'
India
ci
pergola
eppoi
bisogner
terrazza....
il
signor Gi
19
Le mani
molto
usati.
sulla tovaglia
gialli
un
po' sudici e
Una
si
di
scatto
il
del polsino,
mio
lui.
Il
medesimi. La giubba
si
vergogna
di verde.
pepe appena spruzzato Tutto troppo largo anche le scarpe nere che sembrano nascondere dei piedi gi comodamente
del suo colore sale e
:
calzati.
Il
s'
aspetti
ad ogni
momento
come
di
se
ognuno
la
la
sparire
con un sorriso
soli
bambino
labbri screpolati.
a forza di
Per quanto
mane ostinatamente
l'
202
Gli
nostalgica.
chiedo se studia
italiano.
Oui
mi risponde,
arrossendo
j'ai
une mai-
tresse.
Ed io non
s'
egli
il
povero esemplare
20
al
ponte, lo vidi
duravano un po'
di fatica a
che in
altri
I
di certo
un uomo
fuor di misura.
vavano a combaciar
sconder
zoni
i
sommo
non
riesciva a nai
cal-
alla
cernecchi
neri
un cappelluccio
colla
tesa
bucata da tre o quattro antiche schioppiettate volgeva verso il cielo il suo cocuzzolo devastato e pietoso. L' uomo teneva le mani in tasca e andava innanzi
superbo senza guardare n a destra n a
Allungai
verso
di
il
sinistra.
Ma
non
c'era
scoprire, tra
fitto
pelame che
lo
copriva
e stanco
che lo sguardo
1
fisso
sopraccigli selvosi due occhi da can bastonato. univano insieme e si ricongiungevano ai capelli la
;
2o6
barba saliva su fin sopra agli orecchi i baffi ricoprivano quasi la bocca insomma tutto il viso era pelo. e credo di non avere sbagliato che Mi parve quell'uomo avesse una gran miseria e mi venne l'idea
avvicinandomi
gli
dissi
11
in furia
rimesse subito la
neppure un
attimo
mi piacque infinitamente non non aveva rinaveva ch esto non aveva rifiutato graziato. Non c'era dunque in lui n avidit, n sfacQuel disgraziato
: ;
:
;
Era
pari
finalmente quel
!
del
genio, tutti
borghesi
paura
loro strada.
INDICE
1.
intervista
la
il
Pag-
2.
3. 4. 5.
19 29
la
poeti
....
41
8.
7.
8.
53 65
75
genio satanico
9.
l'astemio
87 97
10. 11.
ni
123
137
difesa
T53
165
intervallo del no
buon cuore
175
187
193
buono a
il
tutto
19. 20.
signor Ci
199
il
povero esemplare
203
PLEASE
DO NOT REMOVE
FROM
THIS
CARDS OR
SLIPS
UNIVERSITY
OF TORONTO
LIBRARY
PQ
835 A27B8 1914
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