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V
?

Opere

di

GIOVANNI PAPINI

//

Crepuscolo dei Filosofi


barda,

Milano, Libreria Edit.

Lom-

1906.

2 A ediz., Firenze, Lacerici, 19 14.

77

Tragico Quotidiano
2 a ediz.,

Firenze, Lumacbi,
Voce,
1

1906.

Firenze, Libreria della

91

77 Pilota

Cieco

Napoli, Ricciardi, 1907.


Voce,

2 a ediz., Firenze, Libreria della

191

3.

Le Memorie
L'altra meta

d'Iddio

Firenze, Casa Edit. Italiana, 191

1.

Ancona, Puccini, 19 12.

Parole e Sangue

Napoli, Perrella, 19 12.

La

Vita di

Nessuno

Firenze, Baldoni,

19 12.
Voce,

Un Uomo
2'

Finito

Firenze, Libreria della


Voce, 1914.
1

191 3.

ediz., Firenze, Libreria della

Ventiquattro Cervelli

Ancona, Puccini,

Discorso di
4
a

Roma
:

Firenze, Ediz. di Lacerba,

19 15.

ristampa.

Guido Mazzoni
della

Una
19 13.

stroncatura

Firenze,

Libreria

Voce,

Sul 'Pragmatismo
Buffonate
Il

Milano, Libreria

Editr. Milanese, 191 3.

Firenze, Libreria della

Voce,

1914.
1914.

mio

Futurismo

Firenze, Ediz. di Lucei ha,

GIOVANNI PAPINI

BUFFONATE
Satire e Fantasie

Pubblicato dalla Libreria della Voce Firenze 1914

fi

DIRITTI DI PROPRIET

UH

Fi,e. 1914

SUb.

TM.. ALDINO.

Vi.

dei Ri. I.

Imbonimento

Signore

Signori

Una
da me

voce che

non viene dal cuore mi


il

dice che

il titolo

scelto

volontari a mente per questo libro di scioctitolo

chezze dovrebbe essere

generale delle mie opere

complete.

Questa, almeno, vorrebbe essere V opinione di


il

quelli che sentono troppo

mio valore per adattarsi a


come
i

dir bene di me.

Ma

io,

coraggioso

sfrontato
i

gueux
i

(strac-

cioni) di Fiandra,
ghilterra,
lottes

come

tories (ladri di strada) d' In-

come

cinici (cani) di Grecia,


i

come

Sanscu-

della

Rivoluzione e come
il

Decadents del 1890,


pianto sopra l'opci a

accetto volentieri

banale insulto
di vittoria.

e lo

mia come un segno


Davanti
fonate.
alle

funebri boiate dei nostri ebanisti

lette-

rari io son superbo di fabbricar

anche un po' di buf

Ma

non diamo troppa importanza

questa

miscel-

lanea d'immaginazioni spiritose. Qui troverete alla n'n-

Vili

mio
sprito,

fusa, come nel disordine del

interviste

im-

maginarie, dialoghi inverosimili, satire moderne, avventure

di socco e coturno, storie straordinarie di


e ritratti

ordinari
cui V

di oscure imbecillit.
capito, in cui

uomini In un paese in
di

humour non
e
il

V esprit

seconda

mano

witz sembra volgare prevedo che questa mia

collezione fantaisiste potr passare senza

infamia

con

qualche lode.
sia

Credo che un
noi,

tal

genere di spirito non

comune fra

dove

si

passa troppo bruscamente

dalla scolastica gravit della prosa

distinta

alla sci-

munitaggine senza fondo dei giornali per


cano,

ridere.

Man-

mi
e

pare, uomini che vogliati far sorridere per far


che tentino di suggerire qualche idea insolita
curioso
attraverso
la

pensare
o

qualche problema

rappresentatipo o di

zione umoristica
fatto.

{in senso inglese)

di

un

un

Sarei contento, insomma, se questo libro potesse divertire

qualche persona intelligente

si

facesse leggere

fino in fondo senza fatica. Nella

mia

breve vita ho scritto


:

parecchi libri gravi, tragici


vevo ai mici lettori

probabilmente noiosi

do-

una piccola

indennit, di buffonerie.

Giovanni

Papini.

intervista

con uno

spirito

In questi tempi di sedute medianiche e di comunicazioni


porti con
curiosi

ho voluto entrare anch' io in rapuno spirito. Non racconter, come gli egregi che mi hanno preceduto, i particolari dell' espespiritiche
io
il

rienza, tanto pi che ogni controllo sarebbe stato inutile

essendo

solo essere visibile presente alla seduta.


lo spirito

Appena ebbi chiamato


che
si

mi

accorsi subito

trattava veramente di una


e

intelligenza intelli-

gente

non

di

uno

di quei

soliti ignoti

che

si

limi-

tano a trasportare tavole come facchini o a far suonare i tamburelli come mendicanti. Il mio spirito
si

pose subito a parlarmi, con la sua voce naturale,


1'

medium e se non completa assenza del corpo avrei avuto 1' impressione di parlare con un vecchio signore molto saggio, un po' disilluso e pieno di malizia. Fin dal

senza

intromissione di nessun

fosse stata la

primo giorno ebbi con

lui

una lunga conversazione

che riporter quasi integralmente. Debbo confessare che egli mi raccomand pi volte di non propalare
certune delle sue osservazioni,

ma

siccome

si

tratta

precisamente

di

quelle che mi paiono pi importanti


per
gli

4
ai rischi del

uomini, mi espongo volentieri

suo
i

rimprovero o della sua vendetta


miei simili.

pur di illuminare

Ed

ora, senz'altri preamboli,

permettetemi

di riferirvi subito la

Leggo nella lo spirito che tu non hai bisogno di giuochi scientifici per esser certo del mio potere. Se tu fossi meno intelligente
potrei toglierti la seggiola di
l'aria
i

mia intervista. cominci tua anima

sotto

far ballare

per

tuoi

libri,

o tirarti

capelli fino a farti male.

Queste sono
parlarne.

le

cose che fanno impressione alle anime

ma non vai pi la pena di Ormai una certa quantit di astronomi e una buona percentuale di medici crede fermamente che quelli strani fatti son veri e non prodotti da inganno.
semplici e agli scienziati,

poco a poco entreranno nella scienza e cesseranno

di essere interessanti nel

momento

stesso in cui diven-

teranno

certi.

Quello che importa per noi, esseri intelligenti,


stabilire
per

di

delle

relazioni

regolari

fra

due mondi

ed

questo eh'

io ti parlo.

Contrariamente a ci

che crede la maggioranza dei miei compagni, io sostengo

che bisogna esser con voialtri uomini pi franchi e


sinceri di quel che

non siamo

stati fin qui.

Dal modi-

mento che non


cose, bisogna

riuscite

a capire da voi stessi certe

pur decidersi a insegnarcele


e

Se non

ventate pi intelligenti non potremo mai intenderci

completamente
que, se
ti

per diventare intelligenti pi pre-

sto avete bisogno del nostro aiuto.


piace,

Considerami dun-

come una

specie di missionario tra gli

uomini, come qualcosa di simile a quei poveri giovani


bianchi che voi
imbibbiati.

mandate

tra

popoli

non ancor bene


me-

La prima cosa che debbo


v'

dirvi che noi ci

ravigliamo moltissimo della vostra profonda ingenuit.

Voi

immaginate

di fare delle esperienze servendovi

di noi e vi illudete di arrivare a sapere chi siamo, chi

siamo

stati e cosa facciamo, e

non

vi siete

ancora ac-

corti che

siamo noi che abbiamo


!

istituito

queste espesapete,

rienze per meglio conoscervi

La nostra

esistenza,

come

voi

forse

assai pi antica delle pratiche spiritiche e

prio noi che le

siamo proabbiamo volontariamente provocate per

sapere qualcosa di pi sulla vostra vita e sulla vostra


psicologia.

Nei tempi passati soltanto pochi fra noi


conoscere
gli

avevano
le

la curiosit di

uomini

e perci

manifestazioni non avvenivano che in circostanze

straordinarie.

Da

circa

mezzo

secolo, invece, l'antro-

pologia ha preso fra noi un grande sviluppo e son

cominciate fra
se

gli spiriti

grandi dispute sulla questione

conveniva o no

stabilire rapporti regolari

con

es-

seri cos inferiori

a noi,

come

voi siete. Finalmente ab-

e di fare

biamo deciso di sottomettervi a un periodo di prova una specie d' inchiesta sul vostro conto. Per questo abbiamo provocato le sedute spiritiche e abbiamo scelto quegli strumenti di osservazione che voi chiamate mediums . Non avendo, come voi, la noia di avere un corpo, abbiamo avuto bisogno dei vostri
corpi per ottenere certe sensazioni e per produrre certi
effetti.

Sappiate dunque che

il

medium

non

che

una

specie di canocchiale di carne e d' ossa di cui ci


vi

serviamo per osservarvi meglio. Per mezzo di mediums abbiamo obbligati a tutto il complicato cerimoniale delle sedute medianiche vi abbiamo messi in condi;

da quelle della vostra vita abbiamo creato in voi stati d' animo nuovi e che ci hanno servito per determinar meglio il vostro carattere. Vi abbiamo fatto credere di essere ci che non siamo, servendoci abilmente della vostra chiaroveggenza vi abbiamo fatto dubitare della nostra esistenza vi abbiamo forzato a inventare ipotesi, a costruire sistemi, a immaginare strattagemmi, a escozioni assolutamente diverse

ordinaria

gitare precauzioni, a creare sospetti e leggende. Nello stesso

tempo

in cui credevate di fare

delle esperienze su di noi


tati

spontaneamente

con quali scarsi resul-

lo

sapete

meglio di

me

noi siamo riusciti

invece a compiere numerosissime esperienze su di voi

siamo giunti ad avere una conoscenza delle vostre anime pi profonda di quella che voi stessi potete
e

avere.

Non abbiamo
l'

fatto ancora

una

sintesi

completa
fin

delle nostre ricerche sugli


d'

uomini

ma

posso dirvi

ora che

inchiesta

favorevole. I caratteri fondamentali della vostra

non son tali abbiamo ancora perduto ogni speranza


per questo
necessit di

completamente anima da incoraggiarci troppo. Tuttavia non


vi stata
di

non

rendervi

degni di entrare in vera comunicazione con noi ed

che ho insistito coi miei compagni sulla


farvi

nota sinceramente la nostra posi-

zione verso di voi. Io credo che

quando saprete

quali

sono

gli

ostacoli

che vi dividono dal nostro

mondo

moki

di

voi

si

metteranno seriamente

all'

opera per

distruggerli.

Vi

dir, se ci

pu

farvi piacere, che questi osta-

coli

sono soprattutto morali. Nel corso delle nostre


noi

esperienze

abbiamo notato

la

vostra

paura,

la

vostra curiosit infantile, la vostra lentezza, la superficialit dei vostri

ragionamenti e delle vostre ipotesi,


il

la

vostra stupida credulit da un lato e

vostro sciocco

scetticismo da
difetti

un altro. Tutti questi sono, certamente, gravi ma non forse irrimediabili. Se si trattasse

ma

una difficolt fisica l' impresa sarebbe disperata, 1' anima umana pi plastica della fisica. Intanto siete avvertiti. Ricordatevi che in questo tempo voi siete degli esaminandi , o, meglio, che siete in istato d'accusa. Badate bene a ci che fate misurate le
di

vostre parole e calcolate


rete
dell'

vostri atti

Da

ci che fail

in

certe

circostanze

pu dipendere

resultato

esame che subite senza accorgervene e ricordatevi che se questo esame va bene tutta la vostra vita cambier
.

Lo

spirito continu a parlare,

disse son

ma le cose che mi talmente strane che voglio pensarci ancora


di riferirle

un poco prima

tutti.

la

conquista delle nuvole

Perch
riosit
(o

io

mi
le

risolva a sopportare

una conferenza

bisogna che

ragioni potenti dell' amicizia o della cu-

vincano una non facile battaglia sulle forze mi rattengono a casa. Rarissime, da un pezzo in qua, son queste vittorie e memorabile fra tutte mi sembra quella riportata ieri sera da un semdebolezze) che
plice
titolo

sopra la mia reluttante infingardaggine.


era nientemeno che questo
:

Il titolo

La

conquista
alle pro-

delle

nuvole.

Come avrebbe potuto

resistere

messe ammassate in codeste parole un lettore di Aristofane e

un frequentatore
ci

di filosofie

La

resistenza,
di

ne convengo,

fu,

ma

venne sbaragliata nel giro


esser

poche

ore.

La conferenza doveva

pronunziata
era, per

alla sede della Societ degli

uomini pratici ed

conseguenza, a pagamento. Alle nove in punto, dopo avere sborsato dieci soldi, mi trovai seduto sopra una
seggiola di Vienna, dinanzi a

una gran tavola nera,


luminosa dei
ri-

dove una bottiglia


flessi

d'

acqua, tutta

dell'
il

pra

unica lampada ad arco che splendeva somio capo, sembrava aspettare qualcosa vicino

a un bicchiere. Nello stanzone tutto bianco c'era poca

\2

gente

quelle

medesime nuvole che mi avevano

trasci-

nato violentemente l dentro avevan tenuti lontani


i

pi induriti pazienti.

Non
si

c'era

neppure una donna


s'apr alla

Ma
nove

1'

oratore non

fece troppo desiderare.

Alle
si-

e cinque

un

usciolino a

muro

mia

nistra e ne scatur fuori

un giovinotto che
uno che volesse
:

arriv in
ai suoi

due

salti alla

tavola e

si

piant dritto dinanzi

radi ascoltatori coli' aria di

trattarli

male.
capelli

Avr avuto
arruffati,
:

o no venti anni
fissi

viso pallido

occhi

mani nervose. Aspetto

generale

di studente
!

Avrete prima scuola che l'uomo il re della natura. Questo soprannome una bugiarda vanteria. Noi lo meritiamo soltanto per met. Noi ci aduliamo sfrontatamente, valendoci del fatto che soltanto gli uomini parlano degli uomini. Bisogna avere il coraggio di esser franchi con noi stessi. Noi facciamo grandi chiacchiere sulla potenza dell' uomo. Io non disconosco quel che 1' uomo ha fatto o pu fare, ma tempo, se vi piace, di parlare qualche volta anche dell' impotenza dell' uomo. Abbiamo ottenuto molto verissimo. Ma non poco quel che ancora non abbiamo saputo ottenere. Noi comandiamo, in una certa misura, sulla terra, ma il cielo finora ci sfugge. Abbiamo cambiato la faccia del pianeta ma non sappiamo cambiare un atomo dell' atmosfera. I continenti narrano la gloria dell' umanit ma i cieli narrano soltanto
Signori

affamato

ma

orgoglioso.

cominci con voce sorda.

sentito dire fin dai tempi della

la

gloria d' Iddio.

Abbiamo scavato

gli

istmi,

abbiamo congiunti


mari,
i

13

abbiamo forato le montagne, abbiamo deviato fiumi, abbiamo asciugato i laghi, abbiamo respinto colle dighe 1' oceano e costruite le colline in mezzo
alle

pianure.

Il

globo

divenuto a poco a poco pi


la crosta terrestre
;

abitabile, pi adatto a noi, pi simile ai nostri desideri.

Abbiamo modificato
quel eh' era sterile

rendendo
nelle vi-

fertile

abbiamo frugato
ci

scere pi riposte del suolo per tirarne fuori quel che


ci

bisognava per

la

nostra vita. Le acque


ai nostri

obbedi;

scono e scorrono nei tubi e nei canali


le

comandi

dove vogliamo; gli animali ci servono e ci nutriscono. Finch l'uomo guarda intorno a s e sotto di s possiamo permettergli
piante nascono e
e
di credersi
il

mutano quando

signore della creazione.


il

Ma

se per caso

alza gli

occhi verso

cielo, la

pi vergognosa umilt

deve fargli chinare la testa. In quel cielo dove il suo sogno lo chiama, dove brillano al disopra delle stelle i suoi paradisi, dove gli di lo guardano con occhi mai chiusi, egli non conta mai nulla. E non solo nel cielo nero lontano, nella zona delle teologie e delle
nebulose,

ma

neppure
si

in quel cielo pi vicino e pi


le

basso dove aliano aquile e rondoni, dove prendon

mosse
i

venti e

generano

fulmini,

dove

si

formano

cirri e le

nebbie.

Anche

in questo cielo inferiore, in

questo cielo

atmosferico e

quasi terrestre, V
fotografa

uomo

poco pi
delle

di

uno

spettatore.
le

Egli misura la distanza


le

stelle,
i

prevede

eclissi,

macchie
Guarda,

del sole e

crateri della luna,

misura

la pioggia e an-

nunzia

temporali

conta e descrive

ma

non sa far nulla non agisce.

di pi.

14-

Monti, quando
si

Non

si

parli,

per carit, della navigazione aerea.


d' occasione del

Quel povero poeta


inalzarono
chiedere
altro
:

le prime montgolfiere aveva il coraggio di Che pi ti manca ? E non vedeva ormai nemico da vincere che la morte. Invece la con-

quista del cielo cominciava proprio allora. Ai nostri

tempi
gibili

la

voga

degli areoplani e

tentativi dei diri-

hanno

riacceso le pi enfatiche speranze.

Quando
baiata

quell' altro

poeta d'occasione che D'Annunzio an1'

dava
sulla

in giro per

Italia a leggere la
cieli

sua

lirica

meno, secondo i momenti, di ridere o d' arrabbiarmi. Conquista dei cieli perch qualche migliaio di trespoli con un motore a benzina hanno saputo inalzarsi a quattro
conquista dei

non potevo

fare a

o cinquemila metri e percorrere diecine o centinaia di

chilometri

Che razza di conquista mai questa ? Sarebbe come se uno dicesse che passeggiando per una
?

strada

si

conquista

la

strada e quel che la circonda


in che

Conquista, signori miei, vuol dire padroneggiamento,

dominio, comando.
del

modo comandano
il

al cielo

questi poveri aviatori che debbono aspettare

comodo
brezza
?

tempo, e posson precipitare a ogni


pratica.

soffio di

L'aviazione ha, per ora, importanza estetica e morale

ma non

Dev' esser bello vedere sotto


contemplare

di s gli

oceani fioccosi di nuvole che nascondono ai terriani


la vista e la luce del sole o
al livello dei

falchi le

povere formicaie umane schiacciate gi sul


i

terreno intorno ai ruscelletti che

geografi

chiamano

pomposamente

fiumi reali

Ed

bello vedere questi


la

uomini che lasciano d'un balzo

pigra solidit dei

'5

moto,

prati per salire verso la luce, nell'ebbrezza del

affrontando la morte con una tensione continua di

muscoli e di sguardi.

Diamo pure

inni

quattrini
ci

a
l'

questi

valorosi

piloti dello spazio

ma

non

venga

idea di parlare

di conquista del cielo. Gli aviatori sono, tutt' al pi,


i

primi viandanti di questo regno gassoso


i

ma

nient 'af-

fatto

padroni. Padronanza del cielo deve significare

modificazione del cielo e noi non abbiamo fatto nulla


in questo senso.
l'

Noi siamo

in bala delle
i

meteore come
del
cielo

uomo

quaternario.

Subiamo

fenomeni
i

senza far nulla per dirigerli secondo

nostri interessi.

Abbiamo trovato
dal freddo

il

modo

di ripararci dalla pioggia e


di trasportare la pioggia
Il

ma

non gi quello
la

o
il

il

freddo dove sarebbe necessario.

parafulmine e
unici e imper-

cannone contro
all'

grandine sono

gli

fetti

strumenti che abbiamo saputo inventare per sotimposizione delle nuvole.

trarci
le

Abbiamo

disfatto

volte

montagne, frantumato le roccie, incanalate e strale acque ma non abbiamo avuto presa su questi
ci

errabondi fagotti di vapor acqueo che


e ci

tolgon la luce
gli

minacciano

gli

acquazzoni rabbiosi o
il

stillicidi

ostinati. Il solido e

liquido

ci

obbediscono

ma

l'aereo

fa a

modo suo. Eppure l' importanza di un regolamento umano e volontario della circolazione atmosferica sadella terra.

rebbe grandissima per un pi razionale sfruttamento

Ognuno

di noi confesser che la distribu-

zione del freddo e del caldo, dei

venti e delle pioggie

non

cos giusta

sario per la

ed armoniosa come sarebbe necescomodit della vita e per i bisogni dell'agri-


coltura.

i6

In alcuni paesi c' troppa umidit, in altri


;

troppa lunga siccit

vi

son regioni troppo battute

dai venti ed altre troppo afose. Piove a dirotto sopra

un territorio che avrebbe bisogno mentre nello stesso nomento la vegetazione di un altro punto del globo soffre per mancanza d'acqua. Queste disarmonie meteorologiche sono seccantissime per gli uomini e dannosissime per l' industria agricola. Le nuvole e i venti non ci ubbidiscono. Le nuvole e i venti spuntano e soffiano secondo le loro leggi e non si adattano ai nostri bisogni. Abbiamo domato e trasformato le terre e le acque ma le nuvole e i venti ci
citt o sopra
di sole

una

sfuggono. Questa, o signori, sarebbe la vera conquista


del cielo
;

questo
il

il

vero dominio dello spazio

Noi

tramutamento delle stagioni le quali si succedono con una certa profonda saggezza. Non siamo cos pazzi e cos superbi. No noi chiediamo soltanto una pi giusta e ragionevole direzione delle correnti d'aria e delle scariche di vapor acqueo. Noi dobbiamo cercare soltanto i mezzi pi sicuri e opportuni per deviare il corso dei venti come gi abbiamo
:

non chiediamo

deviato
corso

il

corso dei fiumi e stiamo ora deviando


correnti

il

delle
i

oceaniche.

Dobbiamo
le
i

riuscire

dirigere
citt del

venti caldi del sud verso

troppo fredde
freschi venti

nord e spingere verso

il

sud

settentrionali che renderebbero sopportabili le nostre


estati.

Ma

sopratutto dobbiamo impadronirci di que-

ste capricciose e
farle

vagabonde nuvole
in

bigie e bianche e

dissolvere

pioggia

benefica

quando

dove
la

vogliamo.

L'agricoltura

troppo importante per


vita dell'umanit perch

alla

si lasci

merc del caso. Noi


celesti

dobbiamo comandare sappiamo comandare


obbedire
all'

ai

nostri

alleati
le

come

coi concimi,

irrigazioni e gli

innesti ai nostri alleati terreni e vegetali.

Tutto deve

uomo

e niente dev'essere ritenuto impos-

sibile dopo le meraviglie che i nostri occhi hanno veduto e che sarebbero parse incredibili ai nostri vecchi.

Non

si

tratta, infine, di modificare

il

corso degli

astri

o di strappare la coda alle comete. Si tratta sempli-

cemente

di

agire,

per la via di qualche gigantesco


si

impianto, su ammassi gassosi che

muovono a poche
i

centinaia o migliaia di metri sopra di noi. Noi sappiamo

quale grande parte abbia l'elettricit in tutti


meteorici
e

fatti

abbiamo pure a nostra

diretta

disposi-

zione energie elettriche meravigliose per effetti e potenza. Chi sar tanto sciocco

da ritenere che non po?

tremo agire
che
gli

sull'elettricit

atmosferica giovandoci di

qualche possibile invenzione elettrotecnica

Tutto sta
di-

uomini

ci
i

pensino seriamente e vogliano

ventar davvero
stri

conquistatori del cielo. Soltanto in

quel giorno in cui nubi e aquiloni obbediranno ai noordini


il

proprio

re della natura.
alla

l'uomo avr diritto di proclamarsi motu Fino ad oggi noi comandiamo


terra
:

soltanto

nostri

figli

conquisteranno
cielo
!

le

nuvole e comanderanno anche

al

Appena pronunciate queste


vinotto
scese

parole
dal

il

pallido gio-

precipitosamente

palco

dove

tro-

neggiava

la tavola

nera e imbuc l'usciolino a

muro

colla sveltezza di

una
:

lucertola.
i

Mi guardai attorno

pochi ascoltatori del prin-

cipio della conferenza eran divenuti pochissimi.

Nes-

suno applaud. Qualcuno borbottava fra i denti qualcosa che non capii. Quando passai la soglia della Societ degli uomini pratici, le prime timide goccie stampavano i loro fitti e neri sputi sul chiaro lastrico della
strada.

il

nemico

del

sonno

Nessuno,
nes Schlaf,
I

fin

qui,

ha voluto prender
detto
1'

sul

serio

il

dottor Georg Schlaf (da non confondere con Johanlo

scrittore)

eterno svegliato

non hanno voluto pubblicare i suoi articoli i direttori non hanno spedito nessuno per farlo discorrere l'Accademia di Medicina ha respinto le sue tre
giornali
;

comunicazioni sulla malattia del sonno e


che ha saputo conservare ne

pochi amici

parlano ridacchiando,

contenti e orgogliosi, in fondo, di conoscere da vicino

un

uomo

bizzarro
.

un

tipo singolare

un

ma-

niaco interessante

Uno di questi amici suoi mi propose, un giorno, accompagnarmi da lui. Andiamoci pure. Avvertitelo per che io non son carne da conversione perch il sonno mi piace
di

pi del necessario.

Non

importa, rispose
sta

l'altro.

Vedrete un tipo
cavallina del
il

non comune che


troppo ingegno.
ch',

correndo

la

suo

Bisogna sopportare
tre anni.

suo carattere

a sbalzi, angelico e diabolico, e ricordarsi che

non chiude occhio da quasi

Sali

giorno dopo, senza perder tempo, eravamo alla

porta del dottor Schlaf.


il

La donna che
si

apr disse che

signor dottore era in casa e che


aspettarlo.

passasse in salotto

Sentimmo picchiare alla porta di una una energica e femminile, e un'altra sonnacchiosa e maschile, confabularono un momento, ma il dottor Schlaf non comparve subito. Il dottore era alloggiato in una delle tante pensioni di famiglia che si trovano in questa citt e la stanza era uno di
ad
camera.

Due

voci,

quei salotti
difficilissimo

buoni

di

orribile

gusto

che sarebbe
si

mettere insieme apposta e che pure


si

ritrovano e

rassomigliano in quasi tutte

le

conserla

vatrici famiglie di

mezza tacca che ammobiliaron


fa.

casa trenta o quarant'anni


di trine
;

Poltrone tozze ricoperte


;

grande specchio alto il lume a petrolio in cima una colonnetta nera col capitello dola console col
;

rato

la

tavola ovale coi vasini di porcellana fatti


i

a cigno o a scarpetta, su per


quadri di galleria,
fiori

muri brutte copie

di

dipinti

per disperazione da

qualche zia buon'anima, paesaggi alla Walter Scott


col

ponte e

il

castello, e in

un cantuccio una colonna

di

gesso roseo con sopra un'anfora smanicata.


il

Non
che

mancava neppure

cuscino

ricamato

di

lana

rappresentava, in questo caso, un can barbone senza

bocca e colla coda smerlettata, sopra un fondo color


sangue. Ogni volta eh' io mi ritrovo in uno di codesti
salotti sento

di petrolio e

una gran voglia di avere a mano una latta una scatola di fiammiferi, oppure di scapDovetti contenermi per rispetto
al-

par via subito.

l'amico e al dottor Schlaf.

n
ad un momento, calmo calmo, scusandosi, in assai buon italiano, di avermi fatto aspettare. L' amico, dopo aver detto due parole
Il

quale comparve di

per metterci in discorso, invent una scusa e


soli.

ci

lasci

Ma non

dovetti durar fatica a cavar


si

le

parole

di

cioli dei soliti discorsi

bocca all'eccellente dottore. Quando che si fanno tra


(

fu agli sgoc-

italiani e fore-

stieri

nosce
ecc.)

Da quanto tempo in Italia? Ma lei parla benissimo qui ?

1'

Chi co!

italiano

Lei non venuto certamente, disse lui sorrila

dendo, per guardare


bella. Lei

mia

faccia,

che non punto

la

le mie idee, Le avranno detto che son pazzo non me ne vanto. Io non sono un pazzo ma un martire. Io

venuto, invece, per conoscere

mia

idea.

lavoro per
risate,

tutti,
!

anche

per

lei,

e voialtri

Silenzio,

Eppure sono anch' io un redentore, e voglio essere anch' io un liberatore degli uomini. Non posso dare il mio sangue ma d il mio cervello, e le mie notti. Non dormo perch non voglio dorcalunnie
Il

mire.

letto dev'essere soppresso


;

la vita dev'essere

raddoppiata

questa vergogna quotidiana deve cessare,


!

una buona volta Anche lei, m' immagino, che dormono, e chiss quante ore
!

di quelli

Molte, caro dottore E non ha rimorso


lei
il

interruppi
e
il

io,

rossore di tutta quese

sta parte della sua vita che


lei

come

non

fosse e che

trascorre a guisa di morte, nell'oziosa incoscienza


?

vegetativa

Lei non pensa che

lendo essere ottimisti,

il sonno, anche vooccupa un terzo della vita

umana

che una vita di sessant'anni

si

riduce,

in

24

realt, appena a quaranta ? Ma come ? Noi abbiamo cambiato la faccia della terra e non saremo capaci di cambiare le nostre viziose abitudini ? Perch il sonno,
glie lo dico io,

un

vizio,

un

vizio infame e pericoloso

contrario alla dignit ed ai veri interessi della nostra


specie.

Non

si

lasci

imbrogliare dai medici.


di cui

Il

sonno
altri

non
i

necessario.

Quel riposo dei nervi


nevrologia
io.
Il

parlano
in

ciarlatani
:

della

si

pu ottenere

sonno semplicemente un barbarico sperpero di tempo e un tradimento continuo alla legge del progresso. Possiamo concederlo agli animali che hanno da pensare soltanto alla loro vita,
ci

modi

penser

ma non

gi agli uomini che


fini

compiti da eseguire e
vit e inabissarci in
se
la

hanno su questa terra da raggiungere.


la

Perch interrompere ogni giorno

nostra atti-

uno stato che

ci
?
il

farebbe orrore
lavoro e
pro-

non fosse diventato cos abituale mia legge del terzo e vedrete che
compiuto dall'umanit
Se
la

Tenete presente
il

gresso

in

trent'anni

sarebbe

gi fatto in venti.

riforma da

me

propugnata

avesse avuto principio, ad esempio, nel 1600, noi sa-

remmo

ora nel grado e nel punto di civilt del 2012,


!

con l'anticipo di un secolo intero

Nessun lavoro dev'essere spezzato dalla notte una scusa


passabile,

All'epoca delle palafitte l'arrivo delle tenebre poteva


essere

ma

oggi,

coi nostri pozzi


i

di petrolio, le nostre
stri

miniere di carbon fossile e


ci

no-

impianti idroelettrici, l'oscurit non


!

deve far

paura Non si pu perder tempo. Le fabbriche staranno aperte giorno e notte e produrranno di pi
;


una casa una
anno,
si

25

si

galleria che

dovrebbe fare
s'

in

ufi

si

finir in sei

mesi

ci che

impara

in sei anni
il

imparer in quattro. La ricchezza aumenter,

sapere

progredir pi velocemente e nessun minuto della nostra


vita,

nessun atomo della nostra forza andr perduto.

venuto

il

tempo

di modificare noi stessi.


i

La
si

corrente trascina, appariscono

segni. I medici

non

contentano pi di guarire le malattie


ci

ma

vogliono guarire
Il

che appariva finora come buona salute.


;

dottor

Robin ci ha insegnato a non far figlioli il dottor Guelpa e' insegna a non mangiare, ed io sottoscritto, dottore Schlaf v' insegner finalmente a non dormire Il sonno, come la lussuria e 1' ingordigia, una
,
!

delle brutture dell'esistenza.


l'ozio.

direi, la

lussuria del-

Noi dormiamo pi del bisogno

e lo stesso bi-

resto, dei cattivi effetti del

sogno pu essere eliminato. Tutti son testimoni, del sonno sulla nostra intelli-

genza. Chi

dorme molto, invece

di risvegliarsi pi fre-

sco e vivo degli altri, s' intorpidisce, non sa parlare, non sa pensare. Noi diciamo addormentato a chi d' ingegno tardo e la marmotta per gli idioti lo stesso simbolo che la nottambula civetta di Minerva
per
i

desti.

Quando Buddha

volle significare d'essere


gli

uscito dall' inganno della esistenza,

piacque esser
il

detto

il

perfetto svegliato

Kant

ringrazi

defunto

Hume

per averlo destato dal sonno dogmatico.

Nel

linguaggio degli spiriti superiori, sonno sinonimo di

stupidaggine e d'errore, e risveglio, sinonimo di conquista e di verit.

Mi

scusi,

aggiunse

il

dottore dopo una breve

ma quando

i6

pausa interrogativa, se non sono abbastanza chiaro, comincio a parlare di questo scandalo mi riscaldo troppo e non so pi frenarmi. Specialmente

quando penso che nessuno mi vuole


gnori medici
lo
si

ascoltare

si-

spaventano del sonno soltanto quando


di

vedono apportatore
lei
,

morte, in quella malattia

tropicale che

conosce di certo.

Ma

naturale

Il

sonno
e

di per s stesso, un' imitazione della


sia

morte
all'

appena

prolungato

1'

imitazione diventa realt.

Dormendo

noi abituiamo

il

nostro organismo
il

im-

mobilit della

tomba

sopprimendo

sonno

si

allun-

gherebbe, io credo, la durata della vita.

Io vorrei che qualcuno

mi
si

dicesse

quali sono

vantaggi di questo tanto desiderato sonno.


il

Non

gi

riposo, perch moltissimi

alzano la mattina pi
sogni,

stanchi e istupiditi di quel che fossero la sera prima

quando

si

addormentarono. Neppure

perch

o son cattivi, e allora fanno soffrire tremendamente


chi dorme, o son belli e piacevoli, e allora ci

dispetto e rimpianto
all'antipatico

quando
vero.

ci

si

sveglia in

danno mezzo

consideri

la

Da qualunque parte io soltanto una vergogna vedo questione,


mondo

un danno manifesto. Ed io voglio, se mi bastano, liberare i miei simili da questa vergogna e da questo danno. Se le mie parole saranno
intollerabile e
le

forze

teorie saranno applicate,

le mie non vedremo pi finalmente questa miserabile umanit piombare ogni notte in uno

ascoltate, se

miei consigli saranno eseguiti, se

stato d' insensibilit e di accasciamento che fa paura,

non vedremo

pi

intramezzar

da ritardanti

riposi


le

27

debbono conmia

opere grandiose e
gli

gli
i

studi elevati che

durre

uomini verso
all'

loro pi alti destini. Colla


la

idea io rendo

uomo

sua dignit di essere sem-

pre vigile e pronto ed accresco del trenta o quaranta


per cento la rapidit del progresso.

Tutt' altro

Le par poco

risposi io,

a quel diluvio di parole.

Ma,

un
se

po' confuso dinanzi

non

sbaglio,

il

son-

no, finora, ritenuto necessario per la vita, e se lei

non ha pronto qualcosa che ne sostituisca gli effetti, ho paura che il suo generoso ideale sia destinato a
rimanere un di quei sogni che
franchezza della domanda,
tasca
Il
il

lei

disprezza. Scusi la
:

ma

risponda

Ha
?

lei

in

segreto e lo specifico per

non dormire

viso tondo e grassoccio del dottor Schlaf

si

ran-

nuvol.

di

prima

proprio questo
il

rispose con voce pi calma


pensiero. Questo segreto,

mio pi grosso

come dice lei, bisogna trovarlo e lo trover. Si tratta di un semplice accessorio pratico del mio sistema, ma riconosco che ha una certa importanza per il trionfo delle mie idee. Per mi conforto pensando che la teoria vera e che non dev' esser difficile tradurre in pratica la verit. I soliti eccitanti non fanno al caso mio non sono abbastanza potenti e gli effetti duran troppo poco. Bisogna ottenere, se mi permette di parlar cosi, un' insonnia fisiologica e non gi quello
:

stato doloroso e

pericoloso che

vien curato sotto


:

il

nome

di insonnia.

Lei ha ragione

bisogna assoluta-

mente che continui le mie esperienze sugli antipnotici. Come ci sono i metodi per far dormire chi non ha

sonrto, ce

28

altri

ne debbon essere
lei

per tener sveglio chi

ha sonno. Se
ria

respinta, come dicina dove sono esposte


punto.

permette,

le

far leggere
dall'

le altre, le

una memoAccademia di me-

mie ricerche su questo


corse in

il

dottor Schlaf

si

alz,

torn nel salotto con

un

fascicolo

camera sua e grande che mi con-

segn dicendo

non poterglielo dare a casa. Non ho che questa copia e non vorrei perderla. Aprii il fascicolo e mi posi a scorrere, con un po' di curiosit, le grandi pagine protocollo, coperte di una minutissima scrittura, non facile a leggersi. La memoria, per quanto prolissa e stramba, come i discorsi del suo autore, mi parve interessante e non levai gli occhi dai fogli per un bel pezzo. Quando, arrivato alla fine di un capitolo, alzai la testa per riposarmi un istante, un curioso spettacolo mi si par dinanzi. Il dott. Schlaf era seduto in una poltrona poco discoMi dispiace
di

sto da me, colla testa appoggiata pesantemente alla


spalliera. I suoi occhi

eran chiusi e

la

bocca appariva
il

leggermente socchiusa.
Schlaf in persona,
l'

Se non fosse stato


,

dottor

eterno svegliato

avrei giurato

che quell' a
lui

uomo dormiva.
momento

In ogni modo, per evitare

possibili

umiliazioni e a

me

inutili

discussioni,
di piedi dal

approfittai del

e uscii in

punta

salotto e dalla casa.

la

legge contro

poeti

Un ma

deputato amico mio di cui non mi sfugge

il

nome

che desidera rimanere ignoto per ragioni che fra

poco saranno evidentissime, sta preparando un disegno di legge che metter a rumore l'orto e il giardino
della patria letteratura.
di pochi articoli e dice
Il

disegno di legge

si

compone

Art.

i.

Per cinquantanni

giuppers in questa maniera:


dalla promulgazione

della presente legge assolutamente proibita in tutto


il

Regno

la

stampa, pubblicazione, diffusione e vendita

di

ogni genere di opera in versi, nessuno eccettuato.


Art.
2.

poetiche che fossero inserite in pubblicazioni periodiche.

Art. 3.
essi

Tale proibizione vale anche per Ai contravventori della presente


stampatori,
detentori

le

opere

legge,

siano

autori,

o venditori,
tre

sar applicata

una pena che varier da un anno a


I

anni

di

carcere,

Art. 4.

a seconda della gravit del reato.


suddetti contravventori potranno pure

esser condannati a

una multa che andr da

L. 500 a

L.
di

5000 e che potr giungere


recidiva.

fino a L. 10.000 in caso

Art.

5.

Sar pure vietata e punita

la

pubblica

vendita di poesie, tanto scritte a


china.

mano

che a mac-

Art. 6.

Sotto
i

il

nome

di

opera poetica saranno

comprese anche quelle composizioni le quali, per quanto scritte in prosa, presenteranno, a giudizio di
appositi periti, tutti

Art.

7.

caratteri e gli intenti della lirica.

vietata rigorosamente la importa-

zione di opere poetiche pubblicate in lingua italiana e

stampate fuori del Regno. Art. 8. Sono pure vietate le pubbliche letture di versi, gratuite e a pagamento.

Art.

9.

Alle donne che tentassero pubbliche


il

pena . Parlamento l'anno prossimo, purch, s' intende, l'amico mio sia riconfermato dai suoi elettori. Questa la ragione prinpoesie

sar

applicato

massimo

della

Questa

la legge

che sar presentata

al

cipale per cui sono obbligato a nascondere

il

suo

nome

pare che nel suo collegio abbondino, come negli


ciquecentosette,
i

altri

verseggiatori.
fui

La prima volta che


sta

ammesso

al segreto di

que-

congiura legislativa

confesso

che rimasi un po'


e che riponga tutte

male.
le

Non

gi eh' io

mi creda poeta
in

mie speranze

letterarie

qualche quadernone di

liriche aspettanti

pisce,

dentro un cassetto. Anch' io, si caho fatto a tempo perso qualche sonetto o qualche
:

verso libero, anzi liberissimo v' forse un italiano munito del certificato di proscioglimento che possa but-

tarmi una sola pietra

Ma

non sono,

infine,

poeta di

natura, lirico di vocazione o versaiolo di mestiere. Pur tuttavia quella specie di proibizione assoluta di pub-


blicar versi per

33

mezzo secolo mi sembr ridicolmente Mi parve, per dirla tutta, una proposta contro natura, contro le abitudini paesane, contro il costume
crudele.

nazionale, contro
della razza
.

il

genio della stirpe

e lo

spirito

Una
.

breve conversazione coll'arguto deputato non


la

bast a scemare

Di

mia repugnanza.
i

che cosa potranno lamentarsi, in fondo,


?

si-

gnori poeti

Non

voglio far mica la scimmia di Pla!

tone e cacciarli dalla monarchia

Restino pure in
carmi,

Italia,

vivano pur tranquilli


zoni e
le

sulle ginocchia delle sverginate


i

Muse, e compongano pure tutti


laudi che vogliono.

gli inni, le

can-

A me

basta soltanto che

troppo.
poesia.

non stampino codesta roba. Non mi pare di chieder poi Non voglio apparire un volgare nemico della

conservata per tutti


i

la libert di leggere e ri-

leggere

poeti antichi e

poeti stranieri ed serbata


le

come

per l'innanzi la facolt di sfogare

passioni del pro-

prio cuore con la rima e senza la rima.

Ma

io

credo che

per un bel periodo di tempo sar bene che l'attivit


poetica rimanga privata, segreta e lontana dal grave

Ho capito bene ruppi ma non vedo


i

piombo

delle tipografie.
limiti del

tuo divieto

si

inter-

chiaramente per quali ragioni

vorresti

tramutarlo in legge dello Stato. Che male pos-

son fare quelle centinaia di volumi di versi che


blicano

pubcon

fare

ogni

anno
cos,
il

in

Italia

Sempre

voialtri

letterati

sdegnoso

mio deputato.
i

riprese
riuscite
fatti.

Non

mai
Po-

a vedere di colpo

rapporti tra pi classi di


scite

34

ma non
la

tete fare delle improvvisazioni divertenti,

riu-

mai a ragionare. Ti
, s

dir,

dunque, che
esclamai.

mia
Se
il

legge

Questa che bella chiuder bocca chiami Basta, per non

fra le altre cose, in favore della poesia.

la

lo

favorire....

carit,

dire

sciocchezze anche

te

siamo

in troppi.

Com'

possibile che tu
?

non

ca-

pisca a volo
:

Pensa un momento su quattrocento volumi, mettiamo, di poesia che si pubblicano in Italia ce ne sono per lo meno trecentocinquanta che non valgono assolutamente nulla, che nessuno legger, nessuno ricorder e di cui, forse, anche 1' autore, col tempo, si vergogner. Fra i cin-

una cosa tanto semplice

quanta che restano ce ne saranno


sette che

di certo

quaranta-

non sono vera e propria porcheria, ma roba mediocre, di seconda mano, fatta d' imitazione, di reminiscenze, di echi roba inutile, in una parola. Restano tre volumi dove ci sar qualche verso, qualche spunto o qualche pagina di vera poesia. Di questi tre
:

libri si
gli

parler forse ancora per cinque o dieci anni,

ma

autori avrebbero fatto molto meglio ad aspettare

di avere altre pagine di poesia per farne

un

libro tutto

poetico invece di mescolare quel poco di


c'

buono che

con tutto

il

peltro letterario che ci vuole per riem-

pire

un volume. Soltanto ogni dieci o quindici anni, a voler esser giusti, esce un libro di versi che contiene molta poesia e eh' destinato a restare, almeno per un bel pezzo, nella storia della letteratura sicch tu
;

vedi bene
tutt'al pi

che colla mia legge non che quattro o cinque


libri

si

perderebbero

buoni. Si perde-


rebbero, cio, per
se
il

35

perch quelle poesie,


lo stesso e

modo

di dire

il

poeta vero

e' ,

sarebbero scritte

tutto

male consisterebbe nel ritardarne

la

stampa per
io
of-

qualche diecina di anni. Colla mia legge, perci,

impedisco a migliaia di uomini di insudiciare ed


di falsificazioni e contraffazioni

fendere la pura e santa poesia con migliaia e migliaia


;

faccio risparmiare a

codesti malfattori la spesa della stampa, la severit della


critica e, in molti casi,
il

rimorso postumo e tardivo


di

non impedisco
genio

ai

veri poeti

dare ascolto

al

loro

ma li costringo anzi a un maggior raccoglimento favorevolissimo, come ammettono loro stessi,


all'opera della lima, al disdegno delle pericolose e frettolose

approvazioni e

all'

innalzamento dello spirito

nella silenziosa solitudine.

Ho dunque

ragione di af-

fermare che

io faccio gli interessi della poesia.

Ma

la poesia, caro

mio, fatta per tutti e anresti nascosta.

che se ce n' poca bene che non ch


ti

Per-

fa tanta

paura
i

la

vanit dei poeti mancati che


il

vogliono a tutti

costi avere

loro

volumetto stam-

pato

Prima

di tutto, caro mio, la poesia fatta

da
lo

pochissimi ed fatta per pochi.


diventi

Non

e'

bisogno che

una cosa pubblica


i

e che c'entri di

mezzo

stampatore. Io voglio che


tradizioni dell'arte loro.
recitata e
:

poeti tornino alle pi sante

La

poesia fatta per essere

non stampata bisogna ascoltarla dalla voce commossa del poeta e non gi percorrerla freddamente cogli occhi. La poesia anche musica ed ha bisogno della voce, del canto, della mimica. La mia legge non

-36contempla
i

casi

di

recitazione

privata di poesie e

i modi ognuno di noi, ha esperimentato pi d'una volta quanto sembrino pi belli i versi ascoltati che i versi letti. Anche

temo che

questi casi saranno frequenti. In tutti

poeti se ne troveranno contenti perch

mediocri

ci

troveranno
:

il

loro tornaconto.

Va

benissimo

ma come
i

faremo, senza

il

con-

trollo della

stampa

e senza le indicazioni della critica,

a sapere quali sono


questi
disgraziati
si

poeti buoni
recitare

E come

faranno
le

continuamente
?

loro

poesie a chi

recher da loro

Dovranno prendersi
audizioni per

un

segretario apposta e far pagare le


lo

ricattar

stipendio. Gli uomini non vorranno per

tanto tempo star senza poesia.

bisogna che io

mi metti al punto di dirtelo non sono affatto di codesta opinione e a patto di passare per un vii bottegaio ti dir che, secondo me, la poesia non punto necessaria agli uomini ed anzi pu riuscire pi dansenti
:

giacch

ti

confessi che

nosa che

utile.

Io far

finta,

per non mettermi

ad-

dosso tanta gente, di non esser nemico dichiarato della


poesia e anzi
falsi

mi dar

l'aria di volerla liberare dai suoi

sacerdoti e mercanti,

ma

con te posso parlare


che
;

a cuore aperto. Io capisco

gli storici

ci

raccontano

meglio che possono


gari
falsi
i

fatti

del passato

capisco

mafatti
;

novellieri e romanzieri che

raccontano dei

ma

servono a far passare


ti

il i

tempo
logici
;

in

campagna

capisco, se

pu

far piacere,

che tentano di
capisco,
i

insegnarci
tutto,
i

ragionare

con

rigore

soprapoeti.

fisici

e gli economisti

ma

non capisco


Prima

37

sempre
di affari e sen-

di tutto costoro parlano

timenti personali e non vedo perch noialtri, che ab-

biamo

altri

affari e altri sentimenti,


i

dobbiamo occupoeti son gente


si

parci di loro. Eppoi, se guardi bene,

noiosa che quasi sempre

si

lagna o

che

si

riesca a capir

bene
o in

di che. Se sono

lamenta senza innamorati

cerchino in un

modo
;

un

altro di aver quella

donna
;

che desiderano son malati


a noi
si

se son poveri
:

vadano a lavorare
e'

se

curino

che bisogno

di scriver dei

versi malinconici per far venire la malinconia


?

anche quando non

si

anche lamentano non c'


libri
:

verso di ricavare qualche costrutto da' loro


ricordi o razzi di speranze....
inutile
!

son descrizioni o brani di oratoria o processioni di

E
i

Roba inutile, eternamente fanno anche del male, senza saperlo. Son
i
i

proprio

poeti, quelli che esaltano

ragazzi,

giovani,

gli inesperti,

son loro che riempiono

loro cuori di fan-

tasticherie, di desideri indefiniti, di sogni


di aspirazioni balorde,
i

stravagante

di tristezze accascianti.

Senza

poeti la nostra giovent sarebbe pi sana, pi sa-

via,

Tu dimentichi che poesia a volte sentimenti generosi ed eccita a imprese. Chiacchiere, amico mio, chiacchiere buone.
dissi io

pi risoluta, pi operosa.

la

ispira

nobili

bell'e

Chi ha buoni sentimenti non ha bisogno di legger versi,


e
il

soldato combatte valorosamente anche senza aver

nella testa gli inni dei poeti. Eppoi, bella

roba dav!

vero

s'

impara

anche nell'opera dei pi famosi

Odio,

peccato, tristezza, vendetta, sensualit, gelosia,


della strage, dell'ozio e chi pi n*

amore ha ne metta. Se non

avessi paura di

38

mia legge dovrebbe


?

un

fiasco la
di
cos.

essere

anche pi severa
sei

Sicch proprio deciso a presentarla E credi sul serio che passer Ma certamente Le leggi che non passano son
?
!

quelle che

vanno contro a interessi troppo forti e qui, fortunatamente, non ci sono veri interessi n grandi n piccoli. Io impedisco a un ristretto numero di cittadini di
in
far

certe spese

siccome questi cittadini,


il

generale,

son dei giovanotti che fanno pagare

conto del tipografo alla famiglia, son sicuro della rico-

noscenza di molti padri e di molte madri. Gli editori

saranno
perch

felicissimi

di esser liberati dalle infinite prosi

poste dei poeti e non


il

dorranno della proibizione

poco guadagno che fanno con alcuni libri di poesie viene rimangiato subito dalle perdite che subiscono per i moltissimi volumi di versi che vanno
male. Gli scrittori che guadagnano qualche cosa colle
poesie
si

riducono a tre o quattro e non sono n abbare-

stanza influenti n abbastanza numerosi per far


que.
sai

spingere la mia legge. Niente danni economici, dunAnzi,


il

se

vuoi saperlo, un certo vantaggio.

Tu
ado-

che

prezzo della carta sta salendo continuamente

e sai pure che la

maggior parte

della carta che

si

pra oggigiorno fatta di pasta di legno. In cinquantanni,

calcolando cinquecento volumi all'anno tirati a dueio

mila copie,
nellate
di

riduco

il

consumo

di tutte quelle ton-

carta che

sarebbero necessarie per stam-

pare cinquanta milioni di copie.

Ammesso

che ogni
io faccio

volume

pesi in

media quattrocento grammi,


se

39

Non

risparmiare ventimila tonnellate di carta, vale a dire,

non

sbaglio, parecchi boschi.

un vero scanproprio
di

dalo vedere questi poetini cantare la bellezza della

campagna,
quella

delle

foreste

degli

uccelli,

su
e

carta

che

importa diminuzione
?

piante

perci anche di uccelli

quest' ultimo

argomento non

seppi, francamente,

cosa rispondere.

pi facile confutare un ragionaimbecillit manifesta, ar-

mento ben costrutto che un' mata di cifre.

la rivolta dei

ragazzi

Ho

scoperto,

per caso,

il

primissimo principio di

una congiura che potr,


sospettata rivoluzione.

col

tempo, maturare un'

in-

Stavo leggendo
al

la

Persuasione del Michelstaedter

Viale dei Coili, seduto sopra

un banco

di

pietra,

in un viottolo appartato che d sui campi. Venne a sedersi vicino a me un ragazzo di dodici o tredici anni

tutt'al
cio,

pi,

vestito alla marinara,

col

lutto al brac-

di

che tir fuori una stilografica, un grosso quaderno scuola e cominci a scrivere coli 'aria grave e ispi-

Ogni tanto alzava in su il viso grasso e pallido seguendo cogli occhi castagni il volo d'un moscone o il fantasma di un pensiero
rata di

un poeta

in

missione.

difficile,

eppoi

si

rimetteva a scrivere adagio adagio

ma

senza pause e pentimenti.

mi vinse non riuscii pi a tener dietro ai discorsi del dalmata suicida. Mi domin all' improvviso una strana voglia di sapere cosa mai poteva La
curiosit
:

scrivere quel ragazzo solitario con tanta raccolta seriet.

Un componimento ? Le scuole, veramente, erari chiuse, ma forse quei povero figliolo doveva prepa-

*- 44
rarsi a

pareva.

nuovi esami.

Non mi

era piuttosto
?

un
lora

letteratino precoce,
s

prodigio,

primaticcio

al-

che avrei pagato chiss cosa per vedere quel

che usciva lentamente dal suo pennino d'oro. Tentai,


senza far finte di nulla, di leggere colla coda dell'occhio

ma colla mia non riuscii a decifrare neppure una vista troppo corta parola. Non mi restava ormai che attaccar discorso se volevo scandagliare quel piccolo mistero. Ma non quel ragazzo non sapevo da che parte cominciare era cos bambino che si potesse adescarlo con una
il

grosso scritto dello sconosciuto,

grulleria qualunque.

Quel suo fare solenne e cogita-

bondo mi dava piuttosto un po' di soggezione. Fu proprio lui che mi tolse d' impiccio. Forse s'era accorto dal mio sbirciare e allungar di collo della mia curiosit e voltosi a me, un po' arrossendo, mi
chiese
:

Scusi, che ore sono

Mi

dispiace,
le

non porto mai

l'orologio.

Ma
?

sa-

ranno vicine
lei,

molto da Senza volere m'era venuto fatto


quattro.

Ha

fare, cost

di

adoprare

il

tanto quello

scribacchio

la una persona grande. Il mia domanda ma parve quasi contento dell'occasione che gli davo Onesto un lavoro che non finir n stasera domani sera. Ci vuol altro n E a questo punto tacque, quasi si vergognasse a
:

mi suggeriva 1' idea ragazzo non si offese per

di

dir di pi.

Un

lavoro di scuola

incalzai.

45

in
quell' interrogail

tivo
!)

Di

scuola
le

(Che
io

sdegno

Ma

pare eh'

voglia ancora guastarmi


!

cervello in

Ci sono stato un po' di quel reclusorio tempo, non ho potuto fare a meno, ma ora so di che si tratta e dopo la morte del babbo son riuscito a

non metterci pi
si
?

il

E potrebbe sapere sprezzo S'andrebbe troppo per


segreto tutto mio.

piede.

la

ragione di questo dilunghe. Eppoi non

le

un

Ho

dei

compagni, dei complici.

Non si fa questo per svogliataggine o per birbanteria. Non siamo discoli scioperati che inventano nei libri di lettura. Abbiamo un programma, un'idea.
i

sentir quei paroloni in bocca a quello


Il

spoppato

di fresco allargai gli occhi.

ragazzo s'accorse della

mia sorpresa

soggiunse. male a parlar troppo Lei non pu capirmi. E neppure nessuno di loro, dei grandi. C' una barriera fra noi e voi altri. Appena
fatto

e arross un'altra volta.

Ho

passata la ventina vi dimenticate di quel che avete


sentito e sofferto dai sett'anni in su e
siete stati
:

ci

trattate
finisca

come

trattati.

Noi vogliamo che

questa

schiavit

siamo anime anche noi e importanti e che hanno il diritto di esser rispettate La mia curiosit crebbe a mille doppi a sentir questi discorsi in quella bocca dodicenne. Mi feci con!

ciliante.

Senta, io

non sono come


il

tutti gli altri.

Tutto
:

m' interessa.

Ho

rimpianto della mia fanciullezza

ricordo anch' io

in quale barbara maniera fu incom-

46

Son Sono

presa e sacrificata la mia intelligenza d'allora.


certo che avevo pi ingegno a dieci anni che ora.

innamorato pazzo della libert

non ho

pregiudizii

Con me pu
Il

parlare senza paura.

fiss un momento coi suoi occhioni Era sorpreso lui, ora. Se quello che mi dice vero, non potevo imbattermi meglio. Noi cerchiamo appunto degli alleati fra

ragazzo mi

cerchiati.

grandi.

Come
i

le suffragiste

che

li

cercano tra

ma-

schi.

Noi cominciamo
Lei dev'essere un

ora,

ma abbiamo
istruito
:

grandi idee.

Ci

mancano

mezzi eppoi non vorranno prenderci sul

serio.

uomo

se potesse aiu-

tarci, far

conoscere
sicuro
!

Ma

nostri principe, le nostre ragioni....

interruppi.
di

Non

chiedo di

meglio.
sui

Son
:

costretto,
se

tanto in tanto, a scrivere

giornali

queste idee sono interessanti, potr

parlarne.

mi fido di lei. Per ora tutto segreto. Abbiamo fondato da pochi mesi soltanto la prima Lega dei Ragazzi. Siamo appena venticinque o trenta, ma spero che il movimento prender piede e presto. Stavo appunto scrivendo una specie di appello o manifesto che si vorrebbe stampare e mandare a molte migliaia di altri ragazzi. Abbiamo un corrispondente propagandista a Roma e uno a Bologna, ma non bastano. Manchiamo di soldi paghiamo venti centesimi al mese ma per ora non abbiamo tanto da presentarci a uno
: :

Badi

difenderle, se

mi parranno buone.

stampatore.
-

lei,

scusi,
?

sarebbe

il

capo

e V iniziatore di que-

sto

movimento

47

fin

SI.

Io e

un
e

da

piccini,

altro amico mio, che ci si conosce siamo scappati insieme da scuola.

L' idea venuta fuori dalle nostre conversazioni.

siste

Ma insomma, per intendersi, quest' idea nell'abbandonare scuole basta Ma no L'abbandono scuole non
le

con-

delle

che

una conseguenza. anche una protesta ma nulla di pi. La nostra idea pi alta, pi grande, pi nobile. Noi vogliamo fare per i bambini quel che le femministe fanno per le donne. Vogliamo proclamare,
conquistare
e

difendere
ci

diritti

della

fanciullezza

siamo accorti dello stato di abbassamento e di schiavit in cui siamo tenuti e vogliamo
Noi per
i

primi

che sia riconosciuta e rispettata la nostra individualit.

Sarebbe a dire

Ma non

vede

in

che conto

ci

tengono

Fin

ci contentano, ci avvezzan male, ci danno retta, perche siamo bellini, perch siamo carini, come balocchi. Appena per si comincia a capir qualcosa seguitano a volerci bene ma in un modo curioso.

che siamo piccini

Non
dove

voglion sapere di nostri desideri, di nostre volont.

Ci fanno la vita a
s'

modo
le
e'

loro.

Ci ficcano nelle scuole


cose,

insegna a tutti

stesse

mentre siamo

cos diversi.

Non

interrogano mai per sapere quali


le

sarebbero

le

nostre disposizioni,

nostre intenzioni.
i

Ci voglion dare per forza le loro idee,


i

loro principi,

loro gusti.

Come

ci

hanno imposto

il

nome
essere.
1

vogliono

imporci
poi no
!

anche l'anima e il modo di L'anima del bambino sacra.


il

Questo

bambini, se

lasciati liberi e spontanei, sono,

pi delle volte, as-

sai pi geniali dei

48

dalle pedanterie,
i

grandi e la nostra natura non dev'esdalle


al-

sere soffocata dalle discipline,


regole.

Lo dicon

tutti

poeti che

poeti

non son
che
ci

tro

che fanciulli eterni

ma

l'educazione

vo-

glion dare un'assassinio continuo della nostra originalit,

della nostra poesia, del nostro gen'o.

Lei non
dieci
ci

s'immagina quanti ingegni vengon massacrati dai


ai

vent'anni

grandi ragionan da grandi e non

capiscono e non cercan altro che di renderci

simili

loro.

Ma
e

ora basta. Noi vogliamo vivere fanciulle-

scamente
ciulli.

non anzianamente

la nostra vita di fan-

La nostra anima che


le

in

formazione e ricca di
calpestata,
offesa,
seri

tutte

possibilit

non dev'esser
strangolata

diminuita,
saggi

potata,

dagli

uomini

che
i

credono d'esser chiss chi


i

perch hanno

passato

trenta,

quaranta o

cinquant'anni. Vogliamo
libero,

finalmente un po' di

autonomia, pi braccio

guide pi lunghe.

Un

ragazzo non poi quello stupido


si

che credono
pi cose che

babbi. Ora poi che

va a vapore
si

e tutto

corre pi presto, anche noi, a dieci anni,

capisce

i ragazzi antichi a quindici o sedici. Non vogliamo sentirci addosso continuamente padri, maestri, pedanti, e consiglieri. Ci lascino svolgere pi a

modo

nostro e sar meglio anche per loro


c' del
:

verranno

fuori adulti pi sperimentati e pi intelligenti.

Ma

Sta tutto bene codesti son In pratica Siamo


:

vero in quel che dice.

discorsi
?

in pratica cosa

vorrebbero

a tempo a pensarci.

Ora

stiamo buttando

primi semi. Bisogna creare la co-

scienza del ragazzo libero,

come

classe,

come qualcosa


di

49

si

opposto
ci si

alla

coscienza e alla classe degli adulti.

Al resto

penser. Intanto vogliamo che


i

diffonda

un nuovo

stato d'animo e che

ragazzi sentano di es-

ser vittime e di aver diritto a pi libert.

Finora non
I

abbiamo avuto nessuno da parte


liberano gli schiavi
i

nostra.
socialisti

cristiani

d'Oriente
;

difendono
a
noialtri,

diritti

degli

operai

le

femministe combattono per


alle

conquistare

nuovi

diritti

donne

ma

che pure rappresentiamo una gran parte dell'umanit,

non

ci

pensa nessuno.

allora ci

penseremo da

noi.

La nostra redenzione
qualche
glio
;

sar opera nostra. Se troveremo

grande che vorr spalleggiarci, tanto meno faremo come 1' Italia faremo da noi. Ma non avete proprio nessuna rivendicazione precisa da far valere ? S, che ne abbiamo, ma per ora non e' da par-

se

Prima bisogna mettere insieme delle forze, epcome fanno gli altri. Se non ci contenteranno si ricorrer alla forza come tutti i rivoluzionari.
larne.

poi chiederemo

Alla forza
Sicuro.

lei che una rivolta bene organizzata non possa esser pericolosa

Crede

di
?

ragazzi

Sciopero

generale in

tutte

le

scuole,

rifiuto

d'obbedienza, diCi

mostrazioni

dispetto
!

dei soldati.

penseranno,

prima

domande

ammazzarci Comincio a spaventarmi.


di

Ma
?

si

diceva di certe

precise

quali sarebbero
il

Noi non chiediamo


si

voto subito come

le

donne.

Non sappiamo
pio,

cosa farcene.
aspetti
i

Ma

vogliamo, per esem-

che non

ventun'anno per entrare nella


maggiore

50

et. A quindici anni un ragazzo dei nostri tempi pu benissimo regolarsi da s, capisce un' infi-

nit di cose ed ha tutto


la

il

diritto di tracciare

da

sua esistenza. Inoltre


noi,

si

vorrebbe che fosse lasciata

dai dieci anni in su, la scelta del mestiere o

della scuola o della carriera.

Non

le

par giusto

Sba-

glieremo anche noi

non sbagliano spesso anche i parenti ? E almeno non avremo da rimproverar nessuno se poi ci va male. Giustissimo. Eppoi ?

ma

Poi
i

si

vorrebbe che
gli

ci

fossero delle leggi apci fosse

posta per
dicare

ragazzi e

adolescenti e che
i

una

nostra rappresentanza fra


i

giurati

che devono giuai ragazzi

minorenni. Inoltre chiederemo che

venga

fissato per legge, dai sett'anni in su,


le

un

piccolo
s'

assegno mensile per

nostre spese, misurato,

in-

tende, sulle rendite delle famiglie.

a quei ragazzi
la

che lavorano vorremmo che fosse lasciata almeno

met

del guadagno.

Non

c' altro

Per ora no,

ma

in seguito
ci

verranno fuori altre


di

richieste.

Oggi come oggi

preme soltanto

con-

quistare

un

po' pi di libert e di far sentire ai grandi

la nostra forza.
tri

Potrebbero ricavare assai pi da noial-

se sapessero

comprenderci
si

La

genialit infantile

diffusa pi

che non
per

crede.

basta leggere

le

vite

dei

geni

vedere
I

che

hanno

cominciato

quasi

tutti

prestissimo.

grandi

uomini riescono a
istupidimento or-

sfuggire per qualche caso felice

all'

ganizzato dalle scuole e dai genitori,

ma

in

confronto


ai

5i

Ame-

molti chiamati

gli eletti

son troppo pochi. In

rica

son pi avanti che da noi. Ci son piccole citt

governate da ragazzi con tribunali che giudicano meglio dei vostri.

Non

bisogna badare
gioia

al

nostro chiasso.

L'allegria

non vai mica meno


nostra

della vostra seriet an-

noiata

Dalla

sfrenata

dalla

nostra

spensieratezza pu uscir fuori qualcosa di meglio che


dalla vostra preoccupazione. I ragazzi la
ci

sanno lunga

son molte

domande

nostre alle quali non sapete

rispondere e

a certe cose.
vostre
gerete

siamo noi che vi forziamo a pensare Perch non sappiamo esprimerci colle
ci

formule

prendete per

idioti.

Ve

n' accor-

un

bel

giorno se anche noi siamo capaci di

qualcosa. Io, per esempio, a dodici anni

pi libri di parecchi uomini di


voglio posso spiegarmi

ho gi mia conoscenza
altro,

letto

e se

come un

Ma

lei

pu

essere un'ecceziome.
I
il

Nient'affatto.

miei amici son tutti come me.


coraggio di confidarci ai nostri

Gli che ci

manca

maggiori.

Ma

sotto al nostro silenzio c' qualcosa che

non sapete indovinare.

Ci credo.

In

Ma come giustifica la fuga dalle scuole ? un modo semplicissimo. Vogliamo cominla nostra

ciare
di

ad affermare

volont contro
di noi.

il

sistema

tortura pi adoperato contro

Non siamo

contrari per principio alla scuola,

un

altro
al

nanzi

ma la vogliamo in modo. Lo scolaro deve aver pi diritti dimaestro. E non ci dev'essere una regola coi

mune

a tutti. Si deve tener conto delle nostre diffenostri gusti.

renze e rispettare

Vogliamo

fare

coni-


piti

52

ma

con temi e problemi

non

dev'essere pi

zioncine tutte
scolari

scelti da noi. La scuola una distribuzione meccanica di noeguali ma una collaborazione libera tra

maestri,

tra piccoli e grandi.

Intanto,

per

protestare, disertiamo le scuole.

Ho

paura che

in questo trover molti

compa-

gni e di tutto il programma sar questo l'articolo pi popolare. Non ha paura, a questo modo, d' incoraggiare la poltroneria

Pu

essere.

Anche

gli
si

scioperi

operai

hanno

quest' inconveniente.

Non

pretende la perfezione.

Ma

intanto
casi,

loro

saranno obbligati a discutere


il

sui nostri

a
e

prendere in esame
forse

problema della fanciulfar migliorare le scuole

lezza

che

Sarebbe gi un bel Son tanti anni buono nulla pedagogisti lavorano senza Ma queste sono confronto
resultato.
i

arriveremo a

ci

far

di

inezie in

al

rivolgi-

mento che porter


sparte
dalla

fra gli

uomini
e

il

nostro

moto

di

liberazione. Milioni di esseri che ora son tenuti in di-

vita

e
il

sacrificati

trascurati

avranno

per la prima volta


seguire
al
le

diritto di vivere la loro vita, di


il

loro inclinazioni,

loro genio, di sottrarsi


Il

giogo continuo e ingiusto dei loro padroni.

pi

bel terzo della vita

non sar guastato

amareggiato

da tante tirannie visibili e invisibili.... A questo punto il piccolo apostolo tacque ad un


tratto e fece
il

viso rosso.

Mi

voltai. In

fondo

al viot-

tolo era apparsa


accigliata. Il

una signora attempata, abbrunata,


le

ragazzo s'alz e

scapp incontro senza

neppur salutarmi.

Mamma

Mamma

Eccomi qua

la

riforma del galateo

Da quando
amatore

s'

sparsa la voce che io son diventato

di eccentrici e accoglitore di stranezze non mi salvo pi dalle visite di uomini imprevisti. Almeno un paio di volte al mese un qualche progettista balzano o un qualche originale fuor di squadra suonano il mio campanello e vogliono per amore o per forza ch'io mi faccia portavoce e paladino de' loro ritrovati e de' loro sistemi. Mancandomi l'aiuto di un qualsiasi servitore,
l'uscio in
il

pi delle volte son costretto ad aprir loro

persona e lo stato della mia salute non mi


di

permette
lenti.

respingerli
li

con
li

argomenti

troppo

vio-

Perci

ricevo e

ascolto tutti e spesso pro-

metto entusiasmo ed appoggio con parole che non escon sempre dal cuore. Quest'esercizio, per quanto fastidioso, non per senza diletto e, qualche volta, senza utilit. Fra i tanti esaltati mentecatti che mi esibiscono le loro inutili e idiote idee fsse capita qualche volta l'uomo
che sa quel che
si

dice e che alleva nella sua testa


co-

una ingenua pazzia non scompagnata da qualche


lore e
riflesso

della migliore saggezza.


fa,

Tre o quattro giorni

ad esempio, venne a

tro-

56

Varmi un omino anzianotto, ben vestito, ben calzato, (e siamo d'agosto !), che m'entr in casa a forza d' inchini e non volle sedersi finch non l'ebbi pregato tre o quattro volte con le
inguantato con guanti puliti

formule pi garbate ch'io ricordassi. Aveva costui una faccia sbiadita di cameriere smesso che non prometteva nulla di buono, e una testa di capelli radi e bianchi divisi in

mezzo da una larghissima scriminatura


fin

che scendeva gi eran


misurati
e

quasi alla nuca. Tutti

suoi gesti
attori

disinvolti

come
le

quelli
di

degli

che rappresentano a teatro


di second' ordine. Il

parti

gentiluomini
il

modo

col quale

teneva

cappello
su-

in

mano

senza aver

l'aria

d'esserne impacciato

scit la

mia giusta ammirazione. Lei mi scuser cominci l'omino

se

ho

avuto
cessit

l'ardire

d'

importunarla

senza

averle

chiesto

prima per
di

lettera un abboccamento. Soltanto la nedover ripartire stasera mi ha costretto a

passar sopra a questa grave


verso di
lei

ed

io

mancanza di riguardo non seguiter a parlare finch non

sia certo del

risposi, un perdono tutto quanto Mi dica piuttosto po' seccato da queste lungaggini. a cosa debbo l'onore della sua visita. - Mi permetta prima di tutto una domanda ha

suo perdono.

Ma

io le

letto

cominciai
Scusi,
in

mai in vita sua il Galateo ? Che domande son queste ? Mi


tutto stizzito.
aspetti
!

faccia

il

piacere....

Un
le

po' di calma

Non prenda
creda eh' io

mala parte quel che

ho

detto.

Non


Neppur per hanno mai
meno.

57

una persona maleducata. non


Giovanni
i

voglia insinuare di ritenerla

idea! I pi veri e garbati gentiluomini


letto
il

libretto di

Della

Casa

e quelli che lo citano contro

loro

avversari

nem-

E
Io

allora
le

facevo

quella
lei

domanda

per

entrare

in

argomento, per saper da


cita,

cosa pensa di quella tasi

ingombrante e perpetua schiavit che

chiama,

impropriamente,

buona educazione
di
liberi

Io so da molto

tempo che

lei

uomo

sensi,

scevro di presolo

giudizi e inclinato a
capire, lei solo

Ma io vedo benissimo la ridicola vergogna che da tanto tempo grava sulla nostra razza, e lei pure la vedr appena avr parlato. Ne sono sicuro. Segua, per piacere, il mio ragionamento. lei
persuaso che la libert umana, sacro patrimonio che

un sano cinismo. Lei mi pu aiutare.

mi pu

non vedo.... Lei non vede ?


Io

ognuno riceve
e
prescrizioni,

alla nascita e

che non tollera abdicazioni


ogni parte
?

limitata da

Cosa mai
nazioni

sono questi codici, queste


queste
consuetudini,
colle loro regole,

leggi,

questi regolamenti,

queste

societ,

queste

norme, ordini e doveri, se non tante stecche di quella gabbia invisibile che racchiude ogni
essere
gli

umano

col

nome

di civilt

lei

persuaso che

uomini fanno abitualmente moltissime azioni inutili e che sciupano gran parte del loro tempo per inezie
che non accrescono in nulla
vinto che la legge del
il

loro valore

lei

con-

minimo

sforzo

non

seguita

58

_
?

L'uomo, insomma, troppo schiavo e fa troppe cose. Sono queste le mie premesse. Se non le accetta non posso andare avanti.
dalla maggior parte dell'umanit

Seguiti

Se proprio necessario
pure
!

le

accetto tutte e due.

Commosso dunque
se
al

dallo spettacolo di

un'uma-

nit che dovrebbe essere tutta libera ed perpetua-

mente oppressa da
tanto per elevarsi

medesima

e che

dovrebbe far
di

disopra della bestialit e invece


insieme, migliaia
sentito obbligato a migliorare la

perde

ogni

giorno,

sommandole

ore preziose,

mi son

sorte dei miei simili.


e

Per quanto

sia

piccolo,

oscuro

ignorante,

sento anch' io nel mio petto lo spirito


del
gli

dei

benefattori

genere umano.

Non

potr libe-

rare interamente

uomini
li

ma
;

voglio almeno tagliare

una

non potr riformare tutti i costumi ma voglio almeno far risparmiare qualche anno di tempo ai miei simili. Le costituzioni sociali e le leggi scritte, per quanto incomode e penose a sopportarsi, hanno una qualche
delle

funi

che

legano

ragione di essere finch dura

l'

interna barbarie e l'oc-

culta ferinit dei nostri simili,


tere per lo

ma
si

noi

meno

il

giogo della legge

potremmo non scritta,

scuodella

costituzione convenzionale che

chiama galateo. Se

non possiamo liberare tutti i prigionieri cerchiamo almeno di buttar gi un muro della carcere Mi perdoni, ma io non capisco troppo bene
!

quali
l'esser

rapporti

vi

possano essere fra

l'esser

liberi

maleducati.
Lei non capisce
?

impossibile

Lei

un uomo

intelligente

59
!

~
Penser
io

deve

capire

a farla

ca-

pire
tesia

Prima
di

di tutto le

regole

tradizionali

della cor-

sono residui

di abitudini centenarie e millenarie,


riflettere,

lasciti

morti che abbiamo accettati senza


e
scrutinati

che

non abbiamo esaminati

colla di

no-

stra libera intelligenza.

questo
!

indegno

uo-

mini e di esseri ragionevoli


gentilezza
precipizio
di

norme della obbligatoria sono un baratro, un abisso, un di tali assurdit e tramandano un tal puzzo
Inoltre le
e

anticume
ci

putridume
con

che
la

farebbero
sola

orrore

chiunque

s'accostasse

compagnia del

buon
saluti
di

senso.

Guardate ad esempio, per cominciare, i abituali fra gli uomini. Che bisogno ci sarebbe
sapere a un altro che l'abbiamo riconosciuto
egli sa
ci

far

mentre
stesso

benissimo che
?

lo

conosciamo e che
si

lui

ha riconosciuti
il

perch mai levarsi per


leva entrando

l'appunto

cappello

Il

cappello

in chiesa e questo ragionevole perch

passando in

un luogo chiuso
che facilmente

inutile tener sul capo

un ingombro

si pu rimettere a posto. Ma gli uomini hanno creduto che questo levarsi il cappello fosse un

segno di umiliazione e di rispetto e allora fanno


gesto di levarselo
to
!

il

quando s'incontrano
:

fra loro all'aper-

due vorrebbe dire io sono inferiore a te Ma essendo in due a dirlo tutto resta come prima e ci sono stati soltanto due atti inutili di pi. Anche il darsi la mano poteva essere utile in tempi pi feroci quando era bene assicurarsi, accostandosi a uno, se avesse armi nascoste in mano, ma oggi un uso rididei
!

Ognuno

colo,

che

ci

costringe a insudiciarci col sudore altrui


a farci scuotere
brutale shake-hand
l'
i

6o

Umiliantissimo poi
1'

muscoli del braccio da qualche


all'

inglese.

inchino che vorrebbe simboleggiare

impiccolimento

volontario di noi stessi dinanzi ai nostri superiori o


stimati

Noi abbassiamo il collo quasi per farci metter le briglie e curviamo le spalle quasi ad aspettar Ogni uomo deve restare come le frustate. Vergogna la natura 1' ha fatto e deve sempre guardare in faccia a testa alta i suoi compagni. E che dire poi di quegli auguri meccanici e non pensati che continuamente si fanno nella conversazione ? Quel buon giorno e
tali.
!

quella
rei
Il

felice

notte

e quel

buon riposo

io

li

vor-

cancellare dal frasario di tutte le persone per bene.

pi delle volte non son neppur coscienti in chi

li

fa e allora son

pure

perdite di fiato

in altri casi

sono

formule ipocrite e bugiarde che adopriamo anche con


quelli che

non possiamo

soffrire

ed

a'

quali auguriamo
si

in cuor nostro ogni sorta di mali.

Lo

stesso

potrebbe
nelle let-

dire delle stupide parole che


tere.

si

adoperano

anche chi non s' visto mai si chiama illustrissimo e c' del tutto indifferente egregio chi non s' mai dimostrato luminoso
Si

chiama

caro

chi

non

votissimi

mai uscito dal gregge a persone di cui non

ci
e'

si

professa

de-

importa nulla ed
per
i

affezionatissimi
niente.

a corrispondenti
Finzioni,
le

quali

non

sentiamo
nate
!

parole,

gesuiterie,

buffo-

dove mettete

condoglianze che annoiano


i 1'

chi le riceve e seccano chi le deve fare e

rallegra-

menti che non accrescono

il

piacere a chi

ha e

lo

scemano invece a

chi

li

deve fare vincendo l'univer-

6i

si

sale e sotterranea invidia che ci divora

queste distinzioni di pronomi che

? E cosa sono usano nel discorso, questo tu, voi e lei, indecentissime ineguaglianze grammaticali in un'epoca che vuol apparire, a tutti i costi, democratica ? Perch devo dar del lei a un mangia-

pane qualunque che porta


del tu a

colletto e cravatta e

dar

uno scamiciato che suda tutto l'anno perch non manchi il grano a nessuno ? Ma pure certi usi gentili, come i riguardi per le signore e per i vecchi, non sono senza ragione e testimoniano di una certa elevatezza d'animo. Non

le

pare

?
!

Nient'affatto, signore mio, nient'affatto


cos. I

La

cre-

devo, francamente, un po' pi acuto di


verso
le

riguardi

l'altro

donne erano una forma di protezione verso quando questo era meno numeroso del nostro e quando, a causa della vita puramente fisica dell'uomo, la differenza di forza tra il maschio e la femmina era abbastanza grande. Ma oggi tutto cambiato. Le femmine sovrabbondano al di l del bisogno i maschi son diventati, specie nelle citt, pi
sesso
;

deboli e anemici di loro e nello stesso

tempo

le

donne,

reclamando
alla
la

diritti eguali

a quelli degli uomini, rinun-

ziano implicitamente a quei privilegi ch'cran concessi


loro

posizione

d' inferiorit.

Quanto

ai

vecchi

cosa ancora pi chiara. Ogni cerimonia di rispetto,

esaminata nella sua radice, un tentativo di propiziarci quelli da cui aspettiamo qualcosa, tant' vero
che noi rispettiamo moltissimo
i

ricchi e nient'affatto

poveri.

Ma

dai vecchi, che ormai poco pi posson


fare e
tarsi e

62

c' niente

poco pi posson vivere, non

da aspetsi

non

e'

bisogno, perci, di far loro particolari

segni di venerazione. Capirei piuttosto che


sero
i

onoras-

giovani dai quali tutto possiamo attenderci per


Il

lunghi anni.
e

rispetto,

se

mai, dovrebbe diminuire

non

accrescersi con l'et. Si tratta sempre, se guar-

date

le

cose con occhio spregiudicato, di superstiziose

sopravvivenze di abitudini e opinioni antiche che oggi non dovrebbero pi regolare la nostra condotta. Pensate, per esempio, anche a uno degli usi pi comuni
:

l'

invito a pranzo.

che un resto di

Esso non altro, evidentemente, quelle epoche barbariche in cui l'ospidalla

talit era resa necessaria


e di trattorie o di

mancanza
i

di locande

tempi in cui

viveri erano straor-

dinariamente
si

meno
di

cari di adesso e in cui gli

uomini

compiacevano incomodi bisogni

soddisfare insieme a

uno de'pi
di

animali

invece

di

vergognarsene,
ac-

come accadr in avvenire. Cos pure l'usanza compagnare i parenti e gli amici alla stazione
sopravvivenza
di quelle

una
si

epoche lontane in cui


difficili

viaggi,

anche
cari.

pi brevi, eran

e pericolosi e perci
di pi coi

desiderava di stare qualche

momento
lei

nostri

Ma

oggi, coi direttissimi e colle automobili,

sono
?

costumi da far ridere. Anche


Infatti,

ne

ride-,

none

vero

da qualche minuto, io seguivo il concitato discorso del mio visitatore con un sorriso che minacciava ad ogni momento di prorompere in risata.

Vorrei sapere, per

qualcosa
ste sue

cosa c'entra

dissi

io

tanto per dir


in tutte que-

la

mia persona

teorie.

63

Io
vorrei

Italia

Lei

c'entra

benissimo.

fondare

in

una Lega contro il Galateo e mi son rivolto a lei perch mi aiuti e perch accetti, se crede, di far parte del consiglio direttivo. Il motto della nostra lega sar Ricordatevi della Cina ! Infatti si pu dimostrare che i popoli dove pi fioriscono le cerimo:

nie son condannati alla decadenza.

La

rivoluzione fran-

cese fu la risposta dei beceri parigini alle smancerie


del

gran
Il

mondo

aristocratico

tutto

fondato

sull'eti-

chetta.

galateo rappresenta per

me una

diminu-

zione di libert, un'umiliazione continua della dignit

umana, un'

ipocrisia

vergognosa, un ingombro di so-

pravvivenze antiquate, una perdita perpetua di tempo. In nome dell'umanit io vengo a chiedere il suo aiuto
per liberarla da questi mali
!

Caro signore,

risposi

alzandomi in

piedi,

io

mi son convertito immediatamente alle sue giuste opinioni e perci non si avr a male se ora la congedo
senza troppe cerimonie.
preso per
lo

un braccio
spinsi

l'omino,

sbalordito della
sul

mia mossa,
dargli la

rapidamente

pianerottolo

della scala e gli chiusi l'uscio in faccia senza

neppur

buona

sera.

l'eroe del far niente

Se mi rammaricassi della mia sorte sarei un birbante.


in vita
il

Ho

quel

tanto che mi basta per mantenere

questo petulantissimo corpo senza dover fare

servitore n di

salute
e

un padrone n di molti padroni. Della non mi lamento piccolezze ogni tanto, tossi indigestioni malattie grosse mai. L'arte mi piace non mi dispiacciono i paesaggi. Godo nello stare a
:

sentire

discorsi degli uomini, specie degli intelligenti,

e son tanti quelli che parlano e parlano

con

tal

co-

stanza che

si

trova sempre qualcosa che vai la spesa

di ascoltare.

Eppure
a

c'

qualcosa che non va.

Non mi
e

ritrovo

modo

mio.

Non

son fatto come

gli altri.

Soffro d'una

malattia che non so

come chiamare
liste
ufficiali

che nessuno
vizi

mi sa
sia

guarire. Se dovessi rassomigliarla a qualcosa che


nelle

conosciuto

dei

difetti

dell'uomo direi che


iperbolica.

si

tratta di pigrizia universale e

Ma

pigrizia
si

propriamente non
di

Il

vero

accidioso di

nulla

cura,

nulla

si

compiace, da

niente attirato. Io, invece, sono

un uomo che vorfosse possibile e ar-

rebbe succhiar

la vita

pi che

gli


mi piace
:

68

rivare al d del trasporto senza voglie nel ventre. Tutto


il

cielo

che

s'

illumina o s'oscura
;

le

strade

piene di donne e di barrocci


e sfaccettati
fetti
;
;

pensieri spregiudicati
;

buoni

libri

quadri originali

con-

le filosofe e l'assenzio collo

cureo senza eclettismo

zucchero. Sono epi-

perch voglio godere e non


miei gusti e

vorrei durar la fatica dello scegliere.

Ma
riera,

e'

fra

me

e queste cose, tra

gli

oggetti desiderati,

una

difficolt

spaventosa, una bar-

un' impossibilit.

Io

sforzo per ottenere quel che

non voglio fare nessuno mi piace. Non posso fare

un movimento verso quel

ch' vicino e raggiungibile.

Ogni azione, per quanto breve, ogni fatica, per quanto leggera, mi secca, m' indispone, mi disgusta.

Dar qualche esempio, per spiegarmi meglio. La


mattina mi

godermi muovermi, per mangiare, magari per lavorare. Ma quando penso che per alzarmi mi tocca a lavarmi, a pettinarmi e a vestirmi mi cascan le braccia e tutte le mie membra son come paralizzate. Non c' niente che mi repugni pi del vestirmi.
alzerei volentieri per uscire, per

un

po' d'aria fresca, per

Tutti

e in trent'anni, senza contare straordinari, un uomo forzato a ve fare quegli moquasi undicimila assoggettarsi vimenti, compiere quei medesimi camicia, aba quelle operazioni mutarsi
tacinque giorni
i

giorni, per anni


dell'

ed anni, tutti

trecentosessan-

anno

casi

stirsi

volte

stessi

gesti,

solite
il

la

bottonarsi

colletto,

infilarsi

calzoni,

farsi
:

il

nodo

della cravatta, legarsi le scarpe....

Basta

il

dispetto

mi rende nervoso soltanto a rammentarmi


umili azioni quotidiane.

di codeste

dosso e
nata.

per Mi vesto il malumore mi

69 ma forza
!

con

la

rabbia ad-

striscia intorno tutta la gior-

Appena son

fuori monterei volentieri in tranvai

per uscir di citt e consolarmi nel silenzio delle colline

ma

ricominciano

le

infami prospettive dei tormenti.

Dovrei far fermare la vettura, dire al fattorino dove vado, tirar fuori il portamonete, sedermi.... Per carit
!

Si

Ne

faccio a
i

meno. Non per


Al diavolo
i

la spesa,

capite,

non

per

quattrini.

soldi

Spenderei
s'

volentieri dieci lire invece di dieci centesimi


tessi esser di gi lass, nel

io po-

mio posto

preferito, senza

aver fatto un passo, senza aver chiesto nulla a nessuno.

Dovrei andare a trovare un amico e son sicuro che


la

ed

molto interrompo soltanto quel che basta per dargli un nuovo gomitolo da sgomitolare. Ma penso che devo traversare mezza citt, passare per strade che
visita gli farebbe piacere perch lui parla
io
l'

mia

conosco
strano....

gi

troppo,

salir

le

scale,
il

domandare
cappello,
:

alla

serva se l'amico in casa, cavarmi

il

pa-

Entrerei volentieri in quel caff


i

c'

poca

gente e c' luce. Potrei leggere


gliare
l'

giornali francesi, sfo-

Illustrazione e prendere
c'

un

caff

con qualche

pasta.

Ma

atti necessari

anche qui tutta l'orribile serie di piccoli da compiere parlare al cameriere, chie:

dere

giornali
i

al

ragazzo,

pagare,

Non

per

denari, vi ripeto

ma non

dar

la

mancia....

posso, al di

sopra delle mie forze.

Questa mia repugnanza per qualunque azione, per

minima che
strada.

sia,

mi

strozza ogni piacere,

mi

serra ogni

Ho

incontrato donne che mi piacevano, ra-

gazze che avrei potuto far mie

amanti

possibili


di

un giorno o di un anno, mogli eventuali di tutta la vita. Ma v' immaginate voi eh' io potessi fare quel che si chiama la corte quei primi approcci, tentativi ed assalti che son necessari per impadronirsi di un individuo del sesso avverso ? Chi mi avrebbe dato la vo;

glia e

il

coraggio di scriver

le

famose
fiori,

lettere, di lavole

rare cogli occhi, colle mani, coi piedi, di passar


sotto

ore

una

finestra

di

mandare

regalucci, gli

espressi, le

ambasciate e tutte

le altre

diavolerie
?

amo-

rose cos seccanti eppur tanto necessarie

Accompagnare una donna a


tro,

far passeggiate, a tea-

a casa; doverla tentare,


Piuttosto
le

assalire....

Ahim! Non

son capace.

all'amore e a tutte

ne faccio a meno. Rinunzio belle del mondo. Se venissero

da

s,

lotte

spontaneamente,
e

senza dichiarazioni,

semplicemente

senza preparativi,

senza

allora

non

avrei nulla in contrario.


tore

Ma

questa parte di caccia-

inquieto

sudato,

questo lavoro complesso e

e
per

infinito di seduzione e di conversazione,

mi spaventa
piccole
noie,

pi che altro
i

mi spaventa per

le

meschini imbarazzi, per

le ridicole

attese e fin-

zioni,

non per

il

resto.

Mi succede

lo stesso

anche

in altre faccende

della
<

vita. Io sento d'avere in

me, per esempio,

la possibilit

non sarebbe una nauseabonda rifrittura di roba gi detta. Vedo il mondo a modo mio, ho una personalit che non mi sembra comune mi vengono in testa, a volte, pensieri non del tutto
di scrivere qualcosa che
;

imbecilli.

Ma

indietreggio subito davanti alla tenta-

zione di essere

un uomo stampato quando intravedo


la necessit di
la carta, la

7i

l'

dover comprare

inchiostro, la penna..

eppoi, quel ch' peggio, di dover inzuppare


in quell' inchiostro chiss

penna

dover

ricoprire,

quella carta,

io,

colla

quante volte e mia mano,


possibile.

di

di
ri-

migliaia e migliaia di lettere.

Non

mango un uomo
Per
le

oscuro, senza speranza di gloria.

stesse ridicole ragioni

ogni forma di gioia

mi

impedita.

ma
sare

Avrei abbastanza denari per viaggiare son fermato dall' impossibilit fisica di compul-

un

orario, di

andare

alla stazione all'ora precisa,

da mangiare. Non vado alle esposizioni per non dover discutere cogli amici non entro mai in un teatro per non dover comprare il biglietto non frequento le biblioteche per non aver da scrivere schede. Sto in una casa fredda, scomoda, senza luce, eppure tremo all' idea di andare in un migliore appartamento, tanto mi atterrisce la visione
di scegliere

un

albergo, di chieder

infernale

dello

sgombero, della roba sui

carri,

delle

trattative, dei

nuovi accomodamenti. Per fortuna non


il

ho dovuto fare
cilato
glia
il

soldato altrimenti mi avrebbero fu-

giorno dopo. Piuttosto che muovere una foaddosso.

o scansarmi da

mondo
scuote.

un posto mi lascerei cascare il Ncppur la vicinanza della morte mi


dell'apatia.

Son
?

l'eroe

Apatia

Non

credo,

non mi pare. Io sono appas:

sionato per un' infinit di cose. L' ho gi detto

tutto

mi
ci

attira.

Ma non
;

vorrei far nulla per andare verso vorrei che tutto fosse attirato
la

che mi piace
s

da

me,

da poterlo godere senza passare per


dello sforzo.

triste

dogana

Il

far
le

davvero mi niente amarissimo perch

mio non

dolce far niente

un
anche

io

desidero intensamente

cose e soffro di

non

poterle avere,

ma

soffro

al

pensiero di dovere agire per averle. Sono un essere

so

mi riconosco e disgraziato. Ma non come cambiarmi. Ci sar forse il modo ma dovrei, probabilmente, seguire un metodo, una cura cio compiere certe determinate azioni. E questo non mi riesce. Son chiuso in un tremendo circolo vizioso e soltanto la morte romper la mia strana prigione. La parte della vita che pi mi s'adatta il sonno.
complicato,

Nel sonno

io

godo

vedo

e agisco senza

senza affaticarmi.

Ma
!

c' di

muovermi, mezzo quel benedetto ed

eterno andare a letto

sto tanto bene, andare in


all'

Dover alzarmi dalla sedia dove camera mia, e ricominciare


i

inverso quella insopportabile operazione della mat-

tina
le

levarsi
11

la giacchetta, sfilarsi
il

calzoni, sciogliersi

nodo della cravatta.... Qualche sera preferisco addormentarmi vestito, dove mi riscarpe,
disfare

trovo.

supplizio troppo grande.

Non

c'

che l'altro

supplizio, quello del mangiare, che gli possa esser pa-

ragonato.

Io stupisco
i

quando vedo
tre

tanti miei simili


al

sopportare tutti

giorni,
di

volte

giorno, quella

penosa necessit
star
ritti.

mettere in bocca quel tanto di


indispensabile per
coi cucchiai, colle forchette,

solido e di liquido che ritenuto

Quel tramenare

coi coltelli

specialmente
E
stesso giorno,

coi coltelli

quel masti!

care,

quell' ingoiare....

almeno bastasse sottoporsi

a codesta corve una volta per sempre

Neppur per
bisogna
ri-

sogno

Lo

dopo poche

ore,


cominciare
il

73

troppo
:

solito

pasto r sedersi alla stessa tavola,


,

compiere
digiuno.

gli

stessi gesti.

quando posso

Potrebbe darsi che un medico mi potesse salvare. Ma io non credo abbastanza nella medicina e sopralutto non saprei come fare per recarmi da uno specialista,

suonare

il

suo campanello, parlargli, esporre

il

mio caso, consegnargli una busta con venti o cinquanta lire.... Non sono avaro ma non posso assolutamente.

Non

so

neppur

io

ho dettata tutta di una pausa, senza un segno di stanchezza. E guarda un po' che insolita sensazione Ci ho provato gusto quasi piacere. Son riuscito a fare un
specie di confessione.
seguito, senza
1'
!

come ho Eppure

fatto a dettare questa

certo lavoro senza avvedermene, senza ripugnanza.

Vanit
seguito,

Risogno irrefrenabile
di seguitare di
!

di

sfogarmi

Ma

io

ho voglia

Mi sento meglio, ho

una forza dentro


tregger

me

che vuol manifestarsi. Voglio

provar tutto, voglio far tutto, voglio agire.


pi dinanzi a nessun
!

Non

indie-

pensiero.

Sto diven-

tando un altro

Son guarito

il

genio satanico

Gi due volte m'ero fermato a Praga senza riuscire La prima volta ero tanto giovane non ebbi neppure il coraggio di cercar la sua porta
a vederlo.

quell'altra

il

portiere

mi

fece

capire,

non so come

casamento.

da me cercata non abitava pi in quel avevo allungato la strada e avevo fisImpossibile, in quella camera sato la per la sera citt dove si parla una lingua incredibilmente sconosciuta ed ingrata agli orecchi meridionali, sapere dove costui si fosse cacciato, domandare s'era in citt e come avrei potuto trovarlo. Vinto dal dispetto rimontai in treno e non ricominciai a sorridere che sotto
che
la gloria

il

sole di

Verona.

Eppure non potevo fare a meno di conoscere quell'uomo che mi possedeva fino dai sedici o diciassett'anni. Mi sentivo attirato verso di lui come verso un destino che si pu ritardare ma al quale non permesso sfuggire. Tutta la mia anima era piena di lui,
delle sue

parole,

delle

sue fantasie, de' suoi pensieri.


di sognare coi suoi sogni,
riflettere

Mi accorgevo troppo spesso


di

cantare colla sua musica, di

sulla

trac-

eia

78

a qualcuno dei

dei

suoi

aforismi,

di

somigliare
scrittore

suoi personaggi.

Nessuno
di

adopro questa
e

parola in

mancanza
di

una pi intensa

dinamica

aveva fatto su

me

un' impressione simile e quest' im-

pressione, invece di stingersi col travolger dei giorni,

coloriva sempre pi la

mia mente senza

lasciare speil
:

ranze di liberazione. Egli era, almeno per me,


singolare scrittore dell'
in lui qualcosa del

pi

Europa di questo terrore di Poe e della

secolo

c'era

solitudine di

Nietzsche,

del lirismo di Shelley e

dell'ansia di

Do-

stojewski, rossi d' inferno e azzurri di paradiso, sorrisi


di

di pi

bambino e bestemmie di che non si pu dire a


si
il

diavolo,

ma

c'era qualcosa
si

parole, che

non

pu rav-

vicinare a nulla e che

poteva chiamare soltanto col

suo nome. Era


spetto a tutti
e insolito

gli altri spiriti e

suo spirito stesso, ch'era nuovo ritalmente straordinario


la

che pochissimi se n'accorgevano. Infatti bensua era una

ch fosse celebre da non pochi anni,


la

di quelle celebrit che diventano popolarit solo

dopo

morte. Se ne parlava come di un


eccezionale,

uomo

solitario,

nemico dell'uman genere, un po' stravagante e demonaco. Poca gente conosceva veramente le opere sue lo chiamavano il Maledetto. A me piacevano specialmente i suoi romanzi che avevan tutta l'aria di essere autobiografici, a sosuperbo,
:

miglianza di quelli di Strindberg

ne' quali era tale

e tanta la novit e terribilit dei casi e dei tipi, ch'io

mi ero immaginato la sua vita come la fantastica corsa di un dannato inseguito attraverso dolori e le
i

paure della

terra.

Dopo

tanti anni di ammirazione" ta-


citurna,

79

non mi bastavan pi

libri

volevo guardare
solchi della

negli occhi dell'uomo, volevo sentire altre parole della

sue labbra

volevo scrutare attraverso

sua faccia

supplizi delle sue atroci scoperte nel cuore

proprio ed altrui.

Non mi
ebbi
la

detti per vinto

e disgraziato tentativo di

neppure dopo quel primo visita. Dopo un anno e mezzo

modo

di passare

da Praga un'altra volta ed ebbi

fortuna di ripescare un incisore boemo, gi cono-

sciuto in Italia, col quale potevo intendermi, alla


glio, in francese.

me-

Costui fu talmente gentile, a dispetto

della sua

estrema freddezza, che mi accompagn fino


parlament, in

alla casa del genio desiderato e

nome

mio, col portiere. Salii


fui

le

su

scale di corsa,

stava

al

quarto piano
il

ma quando
le

o per la troppa

furia o la troppa trepidazione,

cuore mi batteva,

gambe mi
la

piegavano e sentivo che se avessi parlato mia voce sarebbe stata rauca e tremante. Aspettai
si

un momento

sul pianerottolo, dinanzi alla porta

mas-

siccia color noce,

dove sopra un cartello


alti

di ottone lustro

erano incise in caratteri

e neri le sillabe di quel

nome pieno per me

di meraviglie e di misteri.

Final-

mente ebbi la forza di suonare. Venne ad aprirmi una donna attempata, grigia in testa, e vestita, naturalmente, di nero. Pronunziai sotto voce
e fui
il

nome

fatale

fatto passare.

La casa aveva

tutto l'aspetto di

essere

abitata da un impiegato benestante e amico

della quiete.

Un

volgarissimo attaccapanni collo specall'

chio luccicava dinanzi

entrata.
destra, intap-

La donna m'

indic

un lungo andito a

8o

In fondo a

petato e rischiarato a fatica da una lampadina elettrica


nascosta in un fanale di ferro battuto.
eguale eguale e in fondo

questo corridoio, girando a sinistra, ce n'era un altro


si

scorgeva un uscio aperto


giallo e

da cui usciva un chiarore

stanco.

Entrai in

quella stanza e fui lasciato solo. Era, pi che

una stanza,

un piccolo gabinetto quadrato colle finestre serrate e illuminato appena da una perettina elettrica che scendeva gi dal mezzo del soffitto, mezza rinvoltata in un pezzo di foglio verde. C'era da una parte una libreria nera coi vetri nascosti da tendine gialle dall'altra una cartoniera come si vedono in tutti gli studi di avvocato e appoggiata alla parete di fondo una scrivania nera ricoperta di panno verde, dove non si vedeva che una boccetta d' inchiostro e una penna da un soldo. Al muro un paesaggetto napoletano volqualche quadro illustre in garissimo e mal dipinto tricromia e un calendario commerciale. Per dir la verit l'aspetto di quella stanza cos meschina, raccolta e ravviata turb leggermente le mie previsioni. Credevo di penetrare nella tana del Maledetto e mi ritrovavo nell'ufficio di un diplomatico o di un banchiere. Non c'era l dentro assolutamente
;

nulla che annunziasse la presenza dello strano genio

ch'ero venuto a cercare.

Che abbia sbagliato casa ? Che si tratti di un pensavo fra me. un omonimo ? Ma non ebbi il tempo di far tante riflessioni perch la porta si schiuse e mi vidi innanzi un ometto basso, sulla cinquantina, il quale mi chiese, in buonissimo
parente, di

francese, quel che volessi

presa che

per

da lui. Fu tale la mia sornon seppi cosa rispondere. Era mai

l'uomo dei miei sogni e dei miei entusiasmi fosse quel borghesuccio calmo e gentile, che mi
possibile che

squadrava

tranquillamente

con

due

occhietti

grigi

senza pretese, e pareva sorridere stupidamente sotto


i

suoi baffi bianchi tagliati all'americana

Ma come
le

Quell'uomo vestito correttamente

in redingote,

con una
ghette
tut-

mano
t'al

nella

tasca dei calzoni a righe, con

color cafflatte sulle scarpe lucide, che

sembrava

pi un maggiore a riposo o un

cassiere in

pen-

aveva fatto palpitare aveva abbacinato il mio spirito colla potenza dei suoi assiomi demoniaci ? Dentro quel picsione, era proprio lo stesso che
il

mio cuore

colo cranio calvo, sotto quella

fronte liscia

bassa,

eran nati

pensieri tremendi che


le

tato per notti intere e

mi avevan tormeninvenzioni temerarie che mi

avevan trascinato in un mondo tanto diverso dall'usuale ? Non potevo crederlo e pi fissavo l'uomo che mi stava innanzi pi cresceva il mio stupore. Non
seppi reprimere la

domanda

ingiuriosa

Ma

proprio lei lo scrittore che cerco,

il

poeta

di

Severit,
?

l'autore d'Io e

Dio

e dei Problemi della

Mezzanotte
-

Proprio

io,

cortese
servirla.

uomo.

rispose, senza

offendersi, quel
in che ^osso

Si

accomodi

mi dica

Non sapevo
alla

pi in che mondo fossi e non mi venne bocca nessun discorso possibile, Il brav'uomo mi
;

aiut


miei

Capisco

riprese sorridendo

lei

uno

dei

Non
in

ammiratori stranieri e vorrebbe intervistarmi. ho nessuna difficolt a contentarla. Ci sbrighiamo


avvicinatosi alla cartoniera trasse fuori da

un momento.

E
di

una

scatola

un
Qui

foglio

stampato

da un'altra un

fascio

ritratti.

seguit

lei

trover, in francese, al-

cune notizie sulla mia vita, e la lista completa delle mie opere, con qualche idea del loro contenuto. Scelga
fra questi ritratti quello che le piace di pi. Io

vengo
?

meglio di profilo,

ma

faccia

lei.

Dove

sar riprodotto
?

In un quotidiano o in una rivista


nale scriver l'articolo
?

Per quale giorlo

Vedendo che non


con occhi
bretto che
esterrefatti,
alla cartoniera e

gli
il

rispondevo e che

fissavo

grand'uomo

ricorse di

da mi porse dicendo - Qui ho fatto ristampare i principali giudizi sulle opere mie. Le far comodo per orientarsi. Come lei vede, nomi dei critici son buoni e gli articoli provengono i tutti da periodici importanti. Non ho tenuto conto delle
un'altra scatola tir fuori
:

nuovo un li-

recensioni comparse nelle piccole riviste. Se

lei

vuole
qua.

un autografo

per aggiungere al ritratto


si

eccolo

1'

infaticabile genio

alz di nuovo, apr


i

quarta scatola e mise dentro


cartella

fogli del libretto

una una

riempita a met da una scrittura nitida e

slanciata

da

ragioniere.

Non
spavento.

riuscivo

riavermi

dalla

sorpresa

dallo

83
?

no,

Non

le

basta ancora
il

prosegu
?

lui.

Vuol
diffi-

sapere qual'

mio metodo

di lavoro

Non ho

colt a dirglielo. Sto a tavolino quattro ore ogni gior-

ma

non

scrivo

mai pi

di venticinque o trenta carlibri curiosi e

telle

per volta. Mi servo molto di

poco

noti e di vecchi dizionari.


classificato
pio,

Ho un

materiale enorme

esattamente.
gli

In quella scatola, ad esem;

stanno
dei
;

aggettivi
i

in quell'altra le
;

metafore

nell'altra

accanto
paesi
;

paradossi
le

lass in alto le descridegli

zioni

pi gi
c'

descrizioni

uomini

strani
di
e

in

fondo
;

un pacco

d' intrecci di novelle e

romanzi
a

pi l la raccolta delle citazioni bizzarre

destra

un piccolo archivio
il

di

avventure e teorie
difficile.

straordinarie. Lei capisce

subito che con questa or-

ganizzazione

lavoro

non

riesce

Si

pu

dire che io produco quasi senza pensarci, meccanicamente. Quando scrivo so dove metter le mani e tiro

gi delle scatole via via quel che

mi

occorre, cancel-

lando con una matita rossa quel materiale di cui mi


son gi servito.
Io

non sono
il

di

quegli imbecilli che


del genio. Prosimili

aspettano

1'

ispirazione o

momento

duco regolarmente, a data fissa, con metodi quelli dell' industria. Che glie ne pare ?
Feci

un altro sforzo per articolare qualche parola, vi riuseii. Il valent'uomo non si turb. Dica un po' riprese, guardandomi bene in faccia con quei suoi occhi senza espressione non

ma non

ci

sarebbe niente da fare in Italia coi miei


lei

libri

Non
un

potrebbe
editore
?

tentare qualche traduzione e cercare


le

Io

darei

il

quaranta per cento

sui diritti

84 d'autore e l'esclusivit per


sibile
il

suo paese
fortuna,
del

se crede pos-

l'affare

facciamo subito un contrattino.

In

questo

momento,
il

per

squill
Il

nella

stanza vicina
scrittore
si

campanello
di
l

telefono.

grande

precipit

senza neppure chiedermi


:

scusa.

Mi
:

Torn dopo pochi momenti


perdoni

disse

era

il

mio avvocato
causa col

che mi chiedeva un' informazione.

Ho una

mio
per

editore di

Monaco

e spero di vincerla.

Torniamo

a noi
le

vuol

fare,

o no, questo piccolo contratto


?

traduzioni italiane

Mi
anelli,

alzai inorridito. Quelle

mani che gestivano

gof-

famente, quelle mani grassoccie e luccicanti di grossi


eran quelle stesse davvero che avevano scritto
?

tante meraviglie
fino a quel

ero stato
?

uno sciocco allucinato

momento

Borbottai una specie di saluto e mi avviai verso


la porta

per

sfuggire a quell'uomo

davvero

male-

detto.

Ma come
coi

grid
il

egli

con aria stupita.


?

Non

vuol restare a prendere

the
lo
!

A momenti
:

torner la

mia signora

prenderemo tutti insieme. Se vedesse che bei ragazzi Due maschi uno di tredici e l'altro di sett'anni. Mia moglie, poi, suona il piano abbastanza bene e dipinge, anche. Quel paesaggio 1' ha fatto lei. Non le piace ?
bambini e
Ricascai
sulla

poltrona

annichilito. di

L' instanca-

bile

parlatore

non dette segno

meraviglia e apr

lentamente e rispettosamente

Oui dentro

annunzi a bassa voce

gli sportelli della libreria.


ci

sono

tutte le

85
le

edizioni, sotto le ri-

stampe
nevvero

e
?

mie opere. Qui qua in fondo

prime

le le

traduzioni.

Son parecchie,

guardi poi

legature

Tutte in pelle di
pro-

porco, che,
parecchio,
pri figlioli
!

come

lei sa,
?

piuttosto cara. Ci ho speso

ma

che vuole

Bisogna vestir bene

cos dicendo cominci a ridere cos

sguaiatamente
gridai

della sua spiritosaggine che

mi venne male per

Non

posso pi trattenermi,

lui.

non
!

posso assolutamente.

Debbo andar

via,

debbo partire

senza stare a sentir altro, spalancai l'uscio e


il

feci

a gran passi

primo
spalle

corridoio, poi quell'altro e arrivai

finalmente alla porta di casa.

Una voce
solo.
il

si

raccomanthe

dava

alle

mie

Un momento, un momento
ascoltai pi nulla.

Il

Ma non

Presi

mio

cappello,

mi precipitai gi per le scale, senza neppur voltarmi a salutare il mio idolo che si sgolava ancora a chiamarmi dal pianerottolo. Al diavolo te e tutti i geni satanici esclamai quando fui gi nella strada. Turbato e stizzito ripresi il treno, e appena tornato a casa buttai nel fuoco tutte le opere del Maledetto. Forse avr fatto male, forse non ho capito nulla, ma fatto sta che da quella volta non posso pensare a Praga senza un sussulto di vergogna e di paura.
aprii la porta e

l'astemio

Come

dir di

no a un amico
gli
?

alienista

quando

si

sa

che dovremo trascorrere


sperimentali cure

ultimi anni sotto

le

sue

Dovetti promettere e andarci. La


le

congrega antialcoolista era indetta per

nove

di sera,

nella sala della societ d' igiene. Ci trovai otto o

medici, alcuni pretori giovani e moralisti,

nove una signora

fanatica di beneficenza,

tre

o quattro apostoli colle


d'oro e

unghie lunghe e
l'aria di

gli occhiali cerchiati


l

un

croc-

chio di convertiti che stavan

muti e

raccolti col-

modelli di cera in un

museo d'anatomia.
I

Non mi rammento
nanza
la

di che si discutesse in quell'adu-

e confesso che

non

ci

badai molto.

visi

mi
fer-

attraevano assai pi dei discorsi. Eppoi, per dir tutta


verit,

me non

piacciono molto

le

bevande

mentate
bero,

ma non
i

piacciono neppure coloro che vorgli altri

rebbero far vivere

come

gesuiti del

a lor guisa e che arriverebParaguay, fino al punto di


le

ordinare a suon di

campana

ore dei legittimi ab-

bracciamenti coniugali.
vite che

odio sopratutto coloro

che

tentano di far durare fino agli estremi quelle

tante
felici.

non sanno

possono

render

pi


Non mi
e
la
iscrissi

90

societ
antialcoolista

dunque

nella
1'

ricordo soltanto per


quella
sera.

inaspettato
si

incontro

che

vi feci
sulla

Quando

fu

per uscire

scorsi

porta della sala un

uomo ancora

giovine che

non avevo veduto ma che pur non mi paMentre mi soffermai per fissarlo, cercando il suo nome nella memoria, fu lui che mi riconobbe. Mi venne incontro sorridendo, mi strinse tutte e due le mani e appena mi ebbe ricordato un nome, un luogo, una data, tutto quanto mi torn in un tratto alla mente. Era un amico di trattoria. S'era mangiato insieme,
fin'allora

reva viso nuovo.

quasi alla stessa tavola, per pi di due anni.

Un

bel
lui.

giorno era sparito e non avevo pi saputo nulla di

Erano passati ormai parecchi anni


Alla trattoria dove
si

tutto

mi

sarei

aspettato fuor che di ritrovarlo in quella compagnia.

mangiava in quei tempi lontani come uno dei pi valorosi bevitori del quartiere e mi ricordavo ancora con quale gravit egli metteva, dopo colazione, un toil

signor Paolo era conosciuto

vagliolo bianco intorno al collo del fiasco di vino stra-

vecchio,

perch glielo serbassero per


le

la

cena.

Ramtavola

mentavo pure
generosamente

bottiglie di

spumante
e

ch'egli offriva
di

ai

suoi vicini

confratelli
:

appena
Di
lui

se

ne presentasse l'occasione

matrimoni, comd'es.

pleanni, vittorie italiane, promozioni, croci di cavaliere.

portazione,

sapevo soltanto che dirigeva un banco che guadagnava abbastanza e che


fuor di quello di bere.

non

aveva

altri vizi

Uscimmo

insieme, rimettendo in

comune

comuni


ricordi
:

appena finita la rassegna delle figure rnon potei trattenere la domanda che avrei voluto fargli fin dal primo Come mai lei, che ai suoi tempi era un buon bevitore, s' ridotto a far parte di una lega di temperanza ? Il povero signor Paolo si ferm un istante e il

ma

mote

e disperse

viso gli

si

rannuvol
la

Se

sapesse tutta

Il

vino

1'

ho pagato an-

che troppo caro e mi vendico come posso.


questo discorso non seppi cosa rispondere e mi
in

rinchiusi

un

silenzio
i

che a

me

parve indifferente
signor

e discreto.

Ma

miei occhi, probabilmente, eran didi


:

ventati

pi

interrogativi

prima perch

il

Paolo aggiunse quasi subito

Del resto se vuol saper la mia storia glie la racconto subito. Ormai son tanti a saperla Mi stupisco
!

che a quest'ora non

la

sappia anche

lei.

Non

la so

davvero. Dal tempo che

lei

scomparve

dalla trattoria

non ho pi saputo nulla

sul conto suo.

Ma io non voglio obbligarla a raccontarmi la sua vita bench debba confessare che le sue parole mi hanno messo addosso pi curiosit di prima.

una

gnor Paolo
potr

storia

ma

un po' delicata non ho difficolt a


frutto.

riprese

il

si-

dirgliela.

Forse

ricavarne

qualche
lei,

senta

scomparvi, come dice


niente di misterioso.

dalla

trattoria,

quando non ci fu
:

Il

condo

il

solito,

fuor d'

mio socio che viaggiava, seItalia, mi aveva chiamato con

un telegramma e dovetti partire all' improvviso per Amburgo e prender l il suo posto. Ci rimasi quasi


Un anno
e fu l

92

Come succede
agli

che mi innamorai.

uomini che hanno poca pratica delle donne mi ritrovai ammogliato quasi senza accorgermene. Non le
dir chi fosse n

come

fosse

mia moglie. Non vai

la

pena
pi

di

parlarne troppo.
il

d'essere
finsi

Per qualche mese credetti felicissimo fra gli uomini per un anno e
;

d'esser felice e finalmente....

quel

tempo,
e

come
in

lei

si

ricorda

ero

un

di-

screto prezzi
dini.

bevitore,
del

Germania,
altri

dispetto

dei

vino

buono, non avevo cambiato abitulass

Avevo trovato
sdegnare
la

bevitori

che

riusci-

vano a vincermi
vessero

ma non

tanto

facilmente che doe

ritrovavo

spesso, la

mia compagnia, sera, in uno


sera
e

con loro
migliori

mi
re-

dei

staurants, a parlar di politica estera e di zuccheri


e

bere.

Eccoti

che una

arriva

un signore
invita
tutti

russo che io
in

pure
egli

conoscevo

che

ci

un

altro

posto

Mosella che
tizie

ad assaggiare un vino della aveva scoperto e di cui portava no-

meravigliose.

Sapevamo

tutti

che

la

passione

dominante di costui era quella di far ubbriacare la gente ma non eravamo tipi da spaventarci. Andammo e bevemmo il vino della Mosella che era buono davvero.

Io poi ne bevvi senza risparmio, quasi indovi-

nassi che quello era l'ultimo vino che accostavo alla

bocca.

Quando

la

tavola fu ingombra dalle slanciate


di ghiaccio,

bottiglie nere,

umide
il

e la

mia

testa co-

minci a vedere
trascinai,

mondo con

insolita

lucidit,

come spinto da un ordine

misterioso, a

mi un

tavolo

libero vicino e chiesi

con impazienza

l'occor-


rente da scrivere.

93

fu portato, tracciai po-

Appena mi

che righe sopra un

foglio, lo chiusi in

una busta,

scrissi

rabbiosamente

1'

indirizzo e consegnai la lettera a

un
ri-

cameriere perch la facesse impostar subito.

Non

cordo come tornai a casa quella notte ma ho saputo che il russo mi accompagn in carrozza e mi consegn
gentilmente nelle mani di mia moglie.

Il

giorno dopo,

verso mezzogiorno,
il

fui

svegliato ed ebbi preso

caff,

scorsi sulla

quando mi mia
subito atti-

tavola la corrispondenza. Fra

le lettere fui

rato da una busta un po' macchiata e coperta da una stranissima e disordinata scrittura. Chi mai poteva
essere
?

L'aprii e lessi
ti

Non
ci

ti

sei

accorto che tua

moglie

tradisce

Se non

credi vai

domani

stesso,

gioved, in Franklinstrasse, 23 e scoprirai tutto. Questa la verit.

Addio
la

Lessi e rilessi quelle poche righe scritte


e

malamente

di
il

traverso,

testa,

che

mi doleva ancora per

vino della Mosella, cominci di nuovo a girare. Mia

moglie?

Chi l'avrebbe mai

creduto? Lei, quella pal-

lida biondina che

mi preparava il the con tanta grazia e leggeva con tanta compunzione i romanzi di Berta von Suttner ? E chi poteva denunziarla a quel modo ? Non pensai neppure un momento alla lettera scritta da me la sera prima. Non ero troppo contento di mia moglie ma non avevo mai pensato che potesse tradirmi. Mi seccava per altri versi, e basta. Dovevo creder davvero a quell'avvertimento anonimo ? Mi alzai, mi vestii, feci colazione con mia moglie (che non si fece caso del mio aspetto smarrito) ed uscii


di

94

casa colla ferma intenzione di non tener conto di

quella lettera infame.


fate a

meno

durre in

fui fuori non potei una carrozza e di farmi conFranklinstrasse al numero 23. Mi appostai in

Ma quando

di salire in

un bar

ch'era quasi di faccia ed attesi colla stupida

certezza che

non avrei

visto nulla.

Era trascorsa poco

pi di un'ora e stavo per andare al mio banco be-

stemmiando contro
sull'altro

anonime, quando scorsi marciapiede mia moglie che veniva innanzi


le lettere

tranquillamente col suo solito passo


ritardo.

d' istitutrice

in
23.

Dopo un

istante la vidi entrare al

numero
il

Senza saper quel che


e la seguii in

facessi infilai anch'io quella porta


di piedi e trattenendo respiro.

punta

Sentii aprire

un

uscio e

mi

fermai.

Ma quando
prima che

udii

rumore
si

di baci fui d'un balzo lass

l'uscio

l'altro,

Mia moglie fugg gridando e un povero giovinotto dai grossi baffi rossicci, casc in terra gemendo. Tutto il casamento accorse
richiudesse, e sparai.

al

rumore. Fui arrestato, interrogato e chiuso in priI

gione.

giudici,

piuttosto teneri e

come succede in simili casi, furono mi dettero un solo anno di carcere,


le altre cose,

considerando, fra

che

la ferita

dell'amante
uscito
di

non era stata troppo


di

pericolosa.

Appena

prigione son tornato in Italia e non mi son pi curato

Dio vuole, la sfronmentre ero dentro, gli affari del mio banco andaron malissimo, il mio socio ne profitt e il giorno della liberazione mi ritrovai pi povero e pi malaticcio di prima. Da quel momento non ho pi bevuto un dito di vino. Ripense

mia moglie che non ha avuto,

tatezza di tornarmi dinanzi.

Ma

intanto,

95

un inquietante
il

sando a quel che m'era accaduto mi dovetti persuadere che io stesso, io in persona, quella sera in cui
ero ubriaco sul serio, avevo scritto, per

miracolo di lucidit e di seconda vista, quella maledetta lettera anonima. Io stesso ero stato
tore
del

denunziaincrela

involontario della

mia sfortuna,

la

guida cieca

mio

ridicolo destino. Io stesso, per

un caso

dibile di divinazione,

avevo sconvolto a quel modo


fu

mia calma

vita.

Come

mai

possibile quella precisa

e straordinaria visione sotto l'effetto del chiaro vino

della Mosella

Telepatia

Vendetta del subcosciente


di

Ho

chiesto spiegazioni a pi d'uno scienziato e nes-

suno ha saputo dirmi qualcosa


sta che
il

persuasivo.

Fatto
di-

vino stato

il

principio di tutte le
affatto

mie

sgrazie. Io

non sospettavo
felice

mia moglie
per

e avrei

finto

d'essere
la

chiss

per quanto altro tempo.


la

Val

pena

di

sciuparsi
?

felicit

una donna
occhi verso

bionda e imbecille

E
la
ai

il

signor Paolo

si

ferm, alzando

gli

striscia
tetti.

diritta di cielo che chiareggiava in

mezzo

lei

Peccato, dissi io a mo' di scettica consolazione,

che

non beva

pi.

Almeno
il

il

vino, che le

ha procu-

rato tanti malanni, servirebbe a farglieli dimenticare.

Ma
?

e'

soltanto
il

vino

- replic subito

occhio
l'oppio

malizioso

signor

Paolo.

E
!

con dove mette

Quello

che fa dimenticare

inventare

conchiusi a bassa voce-

uno scherzo

10

le

Appena andata via (in campagna) la moglie con bambine (cento chilometri pi in l ottocento metri pi in su) ricominciai ad esser veramente io. Avrei
;

potuto tornare a casa potuto leggere a letto


di

la

mattina
;

alle

quattro

avrei

la sera

avrei potuto fare a

meno

mangiare per un giorno


e benefico

intero.

E un

silenzio oppor-

tuno

avrebbe circondato
di

la nascita stentata

dei miei pensieri.

Per un pluralista
passando, altre donne

vecchia data la
Si

monogamia

la soffocazione legale del cuore.

posson cogliere,

ma non
il

c'

del libero scapricciamento,

fuori delle

mai l'abbandono camere chiuse.


le parti.
:

Anche quando non


nascondiglio
:

c'

rimorso

c' l'umiliazione del

si

ruba da tutte e due


1'

Ma

l'as-

senza della met ricostituisce

intero

il

treno un

redentore. Avrei potuto, finalmente, ritrovare l'amore

senza l'amaro pimento del sospetto.


Tornai a vivere negli
per forza o per volont
tovaglia
pulita
e
i
:

antichi

posti

abbandonati
tavole
dei

trattorie di second'ordinc colla


in

camerieri

giacchetta
le

fuori sui marciapiedi coi

Jumi sulla testa e

mani


poveri tese verso
i

IOO

dove le riviste piene fanno dimenticare il

piatti

caff di pittori e di giuoca-

tori, di forestieri e di giornalisti,

di banali figure e di sudicie ditate

cattivo sapore delle sorsate di finto caff. In quei posti

ritrovavo

gli

amici di giovent un po' trascurati negli


:

ultimi tempi

tutta gente fuori delle regole, che

mi
spi-

attirava e m' impauriva secondo lo stato del


rito.

mio

Alcoolisti sciupati e spiritosi


;

artisti

magri, elo;

quenti e rivoluzionari
adulteri di professione

pederasti inquieti e studiosi


;

almanaccatori di societ se-

grete

musicisti

senza

ingegno

senza

quattrini

poeti fecondi e sfortunati e noiosi anonimi in abbon-

Una brutta societ, secondo i soliti giudizi, e poco adatta davvero per un padre di famiglia. Ma la corruzione segreta dell'anima mia talmente profonda che mi trovavo bene fra quegli uomini senza scrupoli,
danza.

senza legami, senza pregiudizi, che parlavano con tanta


disinvoltura di orrori al disopra delle loro forze e che

davano un colore
visibili

di

fiera

franchezza anche

alle

pi

bugie.

In uno di questi caff ebbe principio la mia nuova

avventura.

Una mattina

ricevetti
al

una

rivista finlandese

dov'era stampato, proprio


articolo sopra di me.

posto d'onore, un lungo

inutile dire

che fra
il

le

moltis-

sime lingue che non conosco c' anche

finlandese.

Eppure avevo una certa

curiosit di sapere che dia-

volo poteva dir su di me, lass a Helsingfors, quello

sconosciuto boreale in quella sconosciutissima lingua.

Nessuno
volgersi
?

dei

miei amici sapeva di finnico


sera
capitai
al

a chi

ri-

La

caff

dove ricascavano


quasi tutti
gli

tot

stranieri di passo, attratti dall'abbon-

danza dei giornali in tutte le lingue. C'era per l'appunto il mio cameriere favorito, un becerotto biondo
che
si

divertiva, tra
e

un vassoio
le

e l'altro, a leggere le

riviste

Non sarebbe, per caso, da queste parti Finlandese Sicuro che


ci
? ?

ad ascoltare

discussioni.

qualche finlandese

c'.

Una

famiglia in-

due ragazze. Vengon qui tutte tera. le sere dalle nove alle undici. Cosa voleva ? Volevo una traduzione. C' un articolo in una Babbo,
e

mamma
me
lo

rivista su di

e vorrei saper cosa dice.


?

Ma

codesta

gente sa

1'

italiano

S,

che

sanno.

Lo sanno un

po' tutti,

ma

c'

specialmente la pi grande delle signorine che lo

parla

se

la

E allora bisogna che tu dica da parte mia potessero farmi questo piacere. Ci sono, stasera Ancora no, ma appena arrivano dico chiamo. Benissimo,
gli
?

come

noi.

glie lo

grazie.

d'ora il cameriere mi chiam mi condusse a una tavola dov'eran sedute quattro persone un uomo e tre donne. Ma io non vidi, fin dal primo momento, che una donna sola una magnifica ragazza, capelli di grano maturo,
nell'altra sala e
: :

Dopo un quarto

grandi occhi marini, pelle bianca, bocca rossa, gote


dolci,
tra.

mani

fini,

petto in
:

fiore, sorriso di

vergine scaltutta la gio-

Una
!

meraviglia

il

mio sogno

di

vent


Mi
sedetti accanto a

102 tutto confuso, senza saper

lei

cosa dire.

Feci la figura

dell' idiota

per qualche se-

condo. Dovetti pure per forza presentarmi e spiegare


il

mio

caso. Si mise insieme alla meglio


Il

un

po' di con-

versazione.
rossiccia
e

padre, piccolo, estenuato, con barbetta


si

grandi lenti d'oro,


pittore antico che

chiamava Assio
?)

s'era stabilito a Firenze per riposarsi (di che

e per

studiare

un

non

ricordo.

La madre
sco-

era grossa e colorita,

ma

gentile e compassionevole.

La
lare

figliola

pi piccola sembrava

una
si

di

quelle

pallide e infelici che


illustrazioni
delle
gli

ormai

trovano

soltanto

nelle

riviste

per signorine.

Ma
:

io

non potevo staccare


sua magnifica bocca
che

occhi dalla pi grande

dalla

signorina Assia Assio,


e

che mi parlava italiano colla

con un accento appena esotico


voglio pi lasciarla....
volentieri....

Anche lei Venga domani subito, dopo le due, a casa nostra.... Ho paura di non esser capace, ma prover.... Mi porti qualcuno dei suoi libri.... Sono stata fino a Napoli, ma ora non voglio muovermi pi fino all' inverno....
L' Italia
?...
!

lo

faceva sembrare ancora pi melodioso.

Non

scrittore

Molto

Parlava quasi sempre


pronunziare
di la

lei,

o che provasse gusto a o che s'accorgesse della

mia

lingua,

mia confusione.

Il padre e la madre mettevan bocca rado nei nostri discorsi e si sentiva che provavan

fatica a parlare italiano.

Tanto meglio Intanto erano entrati nel caff anche tre o quattro di quegli amici malfamati e mi guar!

davano

incuriositi e stupiti

come

se

commettessi qual-


cosa d' insolito o d'

103

Ma
io
li

illecito.
i

intravedevo di
i

tanto in tanto attraverso


sti

riflessi

degli specchi e

ge-

dei camerieri e seguivo con


i

sempre maggior rapi-

mento mente

moti dei labbri e degli occhi di Assia. Finalla decenza mi obblig ad alzarmi e a congedarmi, ma ero talmente turbato che mi liberai con

un vago gesto d'addio

degli amici sogghignanti e corsi


solitaria.

a rinchiudermi nella mia casa

Non

valsero

n poeti n metafisici n storici a distrarmi e addor-

mentarmi
di
all'

la cristallizzazione del
felicit s'era fatta

mio

spirito

bramoso

novit e di

rapidamente attorno
innamorato,

immagine

di Assia.
alle

Non

ero

ma non

potevo pensare che


bocca
del sud.

settentrionale

due del giorno dopo e a quella che pareva aspettare il bacio

La casa
dei viali pi
lastro,

dei signori Assio era sui viali

in

uno

giusto

mezzo

della citt. Villino gial-

cancello bianco, giardino ridicolo, vetrata con

angoli rossi e guida di cocco su per le scale.


fui su, nello studio,
il

Ma quando

disgusto pass. Sopra uno sfondo

di libri

ben

rilegati in pelle e tela la signorina Assia


il

sorrideva e arrossiva per


libri

mio

arrivo.

Le

porsi

miei

senza inchinarmi

mi

sedetti, senza

accorgermi

del

padre che dovette venirmi incontro a salutarmi, e

tirai

fuori la rivista che mi aveva cacciato in tale tumulto di cuore. Quando uscii sul viale accendevano i lumi. La testa mi doleva e il cuore soffriva. Quella

donna era necessaria alla mia vita, almeno per sci mesi. Pensavo alla moglie, alle bambine, alla casa,
ai

doveri

dell'uomo,

alla

Finlandia,

alla

libert,

al


suicidio
e

io4

meno
nobili e
dicibili.

a molte altre cose

Ma
gli

specialmente ad Assia e nel tumulto confuso di

pazzie che

mi disordinava
fssi

il

cervello

suoi occhi eran

unici punti

e sereni.

Una

storia

ridicola,

presa
e

all'

potevo dirmi preso sul serio

ingrosso. E io non non potevo pensare a


di

prendermi quella giovine


lusso verso

e a

fuggirmene coi treni

un qualche mare del Nord. Eppure tutto and come nei romanzi per bene. Visite, visite, visite,
colloqui, sospiri, discorsi scabrosi, strette di

mano troppo

lunghe,
tarie,

dialoghi sinceri degli occhi,

carezze involon-

grande ammirazione da parte sua, grande simpatia da parte mia, complicit benevola dei parenti,
la

moglie sempre lontana,

il

sole pi ardente del solito,

lettere a

doppio senso

confessione,

un
le

bacio,

Tosi

vanno

cose a
il

come scena culminante una un abbraccio e un giuramento. grandi giornate quando il meze,

zogiorno desidera Arrivate


le

settentrione e viceversa.

cose a codesto punto non c'era da tor-

nare indietro.
niente fughe o

La ragazza,
idilli

colla
:

franchezza dei suoi

paesi, disse ogni cosa ai suoi

niente amori nascosti,

a scadenza indefinita. Io non avevo

mai parlato con

loro n di moglie n di

bambine ed

essendo stranieri e arrivati da poco non potevan sapere la mia vera ed umiliante condizione. Si parlava
di

matrimonio,
io,

di

matrimonio dovetti parlare an-

ch'

per non tirarmi indietro, per non dovere spa-

fo 5

rire,

per mantenere

mille impegni taciti o giurati di

Non lo dir mai abbastanza non potrei dire che fossi innamorato. Assia mi piaceva e non potevo fare a meno di vederla, di sentirla parlare, di accarezzarla, ma non posso credere che ci fosse una di quelle passioni che travolgono una vita. Lei ci stava ed io ci stavo e un po' per la stagione un
quell'amore fulmineo.
po' per
la

letteratura e

la

solitudine s'era arrivati a

quel passo. Confessarmi e scappare


masi,

mi dispiaceva. RiSapevo di essere non pensarci. Per

ma

con

la pi

grande confusione di spirito che


di

possa
marito,
stare

sviare

un uomo anormale.
facevo
tutto

ma

per

con Assia dovevo dire d'esser libero e dicevo lbero. Promettevo tutto quel che volevano purch potessi stringere quelle mani calde, quel petto
d'esser

palpitante, quella bocca

umida

e impaziente.

Ma

gli

amici che sapevano del vecchio matrimosi

nio ed eran venuti a saper di quest'altro

mostra-

vano impensieriti. Uno


altri,

di

loro,

pi coraggioso degli

messo

cominci a seccarmi cogli avvertimenti.

Ma
in

tu sei matto.

Bada

a quel che
ti

fai.

Ti

sei

un ginepraio

tale

che non

libera

neppure

Iddio. Finisci la commedia e parti per qualche posto. Pensa a quella disgraziata che ti aspetta in campagna, pensa a quest'altra disgraziata che si fida di te, pensa alle tue bambine....

Non

ci

pensare,

rispondevo, lasciami
io.

fare.

Qualcosa succeder. Rimedier

Per ora vado avanti.

E difatti non c'era da tornare addietro. Assia aveva fatto capire di voler sposarsi presto e avevo

io6

dovuto acconsentire anche a questo. Gi si preparava a Helsingfors i documenti erano ordinati il corredo parenti erano avvertiti ed invitati. Andammo in i
giro per cercare
lice,
i

una casa tutta per noi

Assia era

fe-

genitori contenti, gli amici miei trasecolavano,


nulla. Il bello si eh' io seguitavo

e io

non capivo pi

a scrivere lettere affettuosissime alla moglie e sentivo


di volerle

sto a raggiungere,

sempre bene e promettevo di andarla preappena sistemato un affare impor-

tantissimo per

me

per

lei.

Ma

il

pericolo cominciava.

La

notizia s'era sparsa

per la citt e molti, anche non amici, anche nemici, sapevano del mio prossimo matrimonio. Nessuno si

raccapezzava
di

pi

non

ci

credevano,

gli

altri

mi

ribattezzavano matto o birbante. Gli amici tornavan

nuovo ad ammonirmi che stessi attento, che Assia poteva scoprire ogni cosa da un momento all'altro,
che lo scandalo sarebbe stato enorme, che avrei rovi-

nato parecchie persone e


volto dentro di
sentirli ripetere

me

stesso.

Ma

io,

gi scon-

me da

codesti pensieri,
altri e

non volevo

ad alta voce dagli


ai fatti vostri.
I

Pensate
fare.

miei

li

mi arrabbiavo. sbrigo da me.

In qualche

modo

far

da cosa nasce cosa. Lascia-

temi

Ero deciso a non sposare


tuto decidere
il

contrario
lei

come avrei poAssia, ma ero pur deciso a non


e

allontanarmi da

finch fosse stato possibile vederla


i

e parlarle e accarezzare
chi.

suoi capelli e baciarle gli oc-

La stranezza
finito
coli'

dell'

imbroglio in cui m'ero messo

aveva

interessarmi

enormemente

ero an-


eh' io curioso,

107
altri,

di

come

gli

vedere come sarebbe

andata a

finire

questa pericolosa avventura.

Non

potr

mai descrivere lo scompiglio e lo sdoppiamento della mia anima in quei giorni agitati. Ormai tutto era pronto per il temuto sposalizio. Assia non aspettava che i miei fogli per essere felice
con me. Ascoltavo
delizia
i

suoi sogni di vita

comune con
e

spavento insieme. Rimandavo e temporegsentivo

giavo,

ma

che la catastrofe

s'avvicinava

quasi la desideravo per uscire una buona volta da


quelle paurose incertezze.

Una
caff

sera,

a dispetto degli amici che mi consigliala

vano a star nascosto in quei giorni, volli entrare nel


solito

dove per

della voce di Assia. C'era tutta la

prima volta avevo goduto banda dei simpatici


:

malfattori e molta altra gente che conoscevo


altri,

fra gli
il

grave e grosso nel suo vestito nero grinzoso,

deputato avvocato celebre che aveva per

me una

sim-

patia tanto viva quanto inesplicabile. Sedetti coi miei

amici che mi guardavano con la solita inquieta meraviglia e

ordinai al cameriere la bibita che


glaciale.

mi piace

una menta dell'ultimo numero


:

meno

Si

cominci a discorrere

della Voce, ed io

mi

riscaldai pi

del solito per offendere

ceva. Gli altri

uno scrittore che non mi piami guardavano attoniti, non comprendi

dendo che cercavo


pensate.

stordirmi colle parole appena

Ed

ecco che appare sulla soglia dell'ultima


il

stanza dove eravamo noialtri


occhiali d'oro
e
la

signor Assio coi suoi

sua barba rada. Mi sembr pi


pi pallido,

grande del

solito e

ma

calmo. S'accost


al

io8

nostro tavolino e cominci a parlare con noi. Tutti

quanti tacevano, imbarazzati e curiosi.

potendo
S,

Lei voleva parlar con


resistere
alla

chiesi, non me solo ? smania di quell'attesa penosa. precisamente con lei. Ma non c' bisogno

di uscir di qui.
sti

Ho

piacere di parlarle davanti a que-

signori.

inutile seguitare questa

commedia.

Da

stamattina so tutto,
rei

ma non

so spiegarmi nulla. Vorfiglia

saper da
;

lei

cosa pensa di tutto questo. Mia


sta male.

disperata
tivi,
i

mia moglie

tutti
le

preparaspese che

parenti che stanno per arrivare, e

abbiamo

fatto, la vergogna, lo scandalo....

La voce

del

pover
li

uomo

s'

era

fatta

tremante.

Si tolse gli occhiali e

pul col fazzoletto. Per la

prima

volta osservai

suoi poveri occhi stanchi e celesti di


ci

erudito senza ambizioni. Tutta la gente


in silenzio.

guardava

Lei non ha niente da dire


il

pi ferma
il

signor Assio.

Lei
!

riprese con voce


!

dolore di

un padre,

di

non conta per nulla una madre, di una signo-

E tanta ipocrisia Non inganno simile m'aspettavo un simile affronto da lei, uomo conosciuto,
rina

Un

che sembrava buono e gentile


Il

disgraziato tacque ancora e arross.

Capii che

qualcosa bisognava dire

Ma

lei

almeno per non capisce cominciai,


!

gli altri.
lei

non mi
nulla

capisce affatto.
di serio,

Non

facile

capirmi.
c'

Non

c'

mi
uno

dispiace,

ma non

nulla....

Bisognava

entrare nel mio spirito.


tro che

stato

uno

scherzo, nient'al-

scherzo.

Uno

scherzo doloroso, lo rico-


nosco,

109

non poteva essere altrimenti nella condimi trovavo. Lei deve capire anche Assia capir. Loro hanno letto i miei libri e nei miei libri c' il mio carattere. Non difficile ritrovare il filo di era uno scherzo, nien tutto. Lei deve perdonarmi t'altro che uno scherzo. M' imbrogliai e non seppi pi andare innanzi. Il
zione in cui
:

ma

signor

Assio,
li

invece di

alzarsi

di

schiaffeggiarmi,

rimaneva
se
il

dinanzi a me, abbattuto e confuso


lui.
?

come
at-

colpevole fosse

Uno

scherzo

mormor,
quella
io e

guardandosi

torno.
c'era tanta
tristezza in

domanda

tran-

quilla,

che mi commossi anch'


le

un paio

di lagrime

mi bagnarono
uno

gote brucianti.
si

La scena
alz e
gli

era singola-

rissima e nessuno

sentiva al suo posto.


si

degli amici pi affezionati

Ad un tratto mi prese sotto


vennero

braccio per condurmi via.


dietro, lasciando
l
il

Anche

altri ci

signor Assio, che

raggio di guardare. Per la strada, col


pianto,

non ebbi il coviso umido di


seguitai a

senza sapere in che

mondo

fossi,

lamentarmi.

Non mi
quanto
libri
!

dispiace tanto di Assia e della brutta

non esser capito. Eppure hanno letto Lo sanno benissimo che non sono uno qualunque, che sono un tipo diverso dagli altri. Dovrebbero capire subito eh ' stato uno scherzo, un
figura
i

di

miei

semplice scherzo, e ch' inutile meravigliarsi....

Noemi

e Milano

11

Per quando scriver


Esperienza

la storia delle

ricordarsi dell'esperienza di
?

Noemi

mie passioni

cio di Milano.

se fossi proprio sincero dovrei dire di

almeno per le forme. Ma non averla canemmeno ora, dopo quattr'anni. capirla pita e di non Non ho mai ritentato la prova e non posso dire ero

Mi parve

di

s,

io

oppure

era Milano.

eh' io racconti perch m' innamorai di M' innamorai perch lei s' innamor di me e volle eh' io m' innamorassi di lei. A me succede sempre cos e a questo modo non ho niente da rimproverarmi. Io non son mai il primo. L'amore talmente poco grave, per me, che non mi curo di cercarlo. Non
inutile

Nocini.

scelgo.

Mi

faccio

scegliere

cos

son pi sicuro del

fatto mio.

Le donne non

si

posson lamentare, dopo,


?

se la relazione finisce male.

Mi avete voluto
ogni
tanto,

Eccomi.

Ho
ma

accettato

perch l'amore,

mi piace

io non vi cercai. E tutti pari. Noemi, dunque, mi scelse. Mi fece capire in tutti i modi, e cogli occhi e colle mani e coi discorsi, che potevo arrischiare senza nessun rischio e quando ar-


rivo
il

ii4
il

mio dovere. Noemi non


intelli-

momento

giusto feci

era n bella, n interessante, n giovane, n

gente

neanche vecchia, stupida e brutta. Aveva quel non so che di sano e di contadinesco nella figura che a me, per contrasto, sempre piaciuto. E infine
:

ma

una donna e in certi momenti la differenza fra una donna e un'altra non poi tanto grande da farmi
era
sacrificare salute, tranquillit, o quattrini.

Ma
solito.

quest'amore non and innanzi come

gli

altri.

Sul principio sentii che

mi facevo
e
s'era

trascinare pi del

serio

io

Noemi non

era

testarda

abbandonata

sul

volli

farmi superare in nessuna cosa.

M' innamorai bestialmente, come un ragazzo che comincia per la prima volta a gustare il piacere. Non potevo stare una mezza giornata senza vederla o senza scriverle o senza scrivere su di lei. E quando eravamo insieme non si perdeva un minuto di tempo e i baci erano il meno. C'era una parte del suo corpo fatta magnificamente e ne direi qualcosa se non pensassi
all'articolo

fosse la
solito

339 del Codice Penale. Fosse l'amore o stanchezza ero diventato irrequieto pi del

nel

e non riuscivo a far nulla che non rientrasse mio mestiere d'amoroso. Abitavo allora, vicino a Sant'Ambrogio, in una strada grigia, imbronciata, che
la sua miseria sotto la

voleva nascondere

decenza conrosso,

ventuale delle sue facciate cenericce. Che ore di noia

spasimante

in quella

camera buia, su quel divano

dinanzi a quell'armadio a specchio che voleva per forza


moltiplicare la

Quanti

fogli

mia immagine arruffata ed estenuata strappati ho buttato gi nello sportello


!


della

H5
!

Ogni cosa m'uggiva


:

mia nera stufa a coke

la

toelette di

marmo

untuoso; la tavola col suo tappeto


il lume a petrolio basso e un lume rosso e fumoso da far momadonna vestita di rosso e di blu a
;

verde e giallo sfilacciato


gonfio che faceva
rire di

rabbia
;

la
il

capo
di

al letto

letto di fnto

noce poco pulito, e quei


celesti

ritratti

d' ignoti

con

baffi

e basette in quelle cornici

margheritine paonazze,

bianche e

che mi

guardavano con tanta severit. Odore indimenticabile delle camere ammobiliate luce sinistra sugli spec;

chi

polvere perpetua sopra ogni cosa.


;

Non

parliamo

del portiere

dalla sua stanza di vetro e dalla sua


i

bocca uscivano tutti


tare senza svenire.

puzzi che

un uomo pu soppor-

Noemi stava in una casa pi bella della mia e aveva una camera ariosa che dava sopra un giardino. Se in cielo c'era un po' di sole era suo. Anche col tempo brutto c'era un'atmosfera di bianchezza che mi faceva
bene.

Forse andavo troppo spesso a trovarla perch

cercavo anche la luce e la pulizia ch'erano intorno


alla

sua persona.

lei

aveva

la luce elettrica

ed

io

ero innamorato, oltre che di Noemi, di

una sua lam-

pada nascosta da una ventola di seta che posava su noi una luce chiara, calda e raccolta che faceva bene
;il

cuore
Io

agli

occhi.
sta!'

%
non
veramente innamorato di sia troppo sicuro dei

credo d'essere

quella donna. Per quanto

miei ricordi
certo che

dimentico troppe cose pure son quasi


non
s'

lei

ingannava a credermi un amante

su cui poteva contare per

un

bel pezzo. Gi nelle no-


stre

n6

conversazioni la parola

sempre

cominciava a

insinuarsi pi spesso di quel che


la

non avrebbe voluto


!

mia esperienza. Che strette feroci Quanti giuramenti commossi Pu darsi perfino eh' io abbia pianto almeno una sera. Ma eccoci all'esperienza. Sar stato un mese e mezzo o poco pi che avevo preso possesso di Noemi quando dovetti partire. Un telegramma ragione gravissima.
!

Se n'avessi potuto fare a meno chiss cosa avrei fatto. Ormai non potevo pi vivere un giorno contento senza vederla, sia pure un momento senza baciarla, sia
;

pure una volta


necessit.

sola.

Ma

il

caso era troppo serio e mi

toccava troppo da vicino perch potessi sfuggire alla


di tre o quattro giorni e

Fortunatamente non sarei stato fuori pi mi ripromettevo di abbrei

viare in tutti

modi

la

spaventosa lontananza. Partii

colla disperazione nel cuore.


la

Mi rammento come ora

mattina fredda, il fumo della stazione, gli urti stanchi dei vagoni in manovra, le muraglie basse degli stabilimenti, le tettoie rosse dei capannoni nuovi, i
fumaioli impacciati nella loro gracile altezza,
le

stec-

musi dei cavalli aspettanti e perfino quell'enorme nuvola bianca in forma di patata che dalla parte dell'Alpi mi accompagn per un bel tratto di strada. E qui avvenne il primo fatto straordinario. Via via che il treno si lasciava dietro Milano il mio dolore andava a poco a poco sciogliendosi. Stavo colla testa fuor del finestrino, mezzo acciecato dal fumo e dal vento, e passata la prima stazione sentii una tranquillit ormai dimenconate nere,
i

prati bagnati, le barriere coi


ticata

ii7

di

inondarmi l'anima. Mi ricordavo

Noemi

dell'amore

ma

senza

soffrire.

pi

il

diretto correva

una stazione comun articolo prai un giornale e cominciai a leggere mi ferm e quando l'ebbi finito mi accorsi d'essermi dimenticato per cinque minuti buoni e della mia donna
pi mi sentivo libero e leggero.
:

e dello strazio della partenza.

Non

capivo pi
felice

me
;

stesso

ma non
ciai

potevo negare di sentirmi

come non
cominpe-

ero stato da

un

pezzo. Accesi

una

sigaretta

a sorridere e a canticchiare.
si

Il

treno correva e

mi sembrava che
sante, anche
il

lasciasse dietro, col suo

fumo

peso della mia passione.


?

Come avevo potuto innamorarmi di quella donna Non c'era nulla in lei, tolta la sodezza delle carni
la

bont graziosa, che potesse scusare una simile

scioc-

chezza.
fui

ogni chilometro la giudicavo meglio e quando

giunto al mio destino entrai subito in una trat-

toria pieno di appetito e di

buon umore e ben deciso ad abbandonare Noemi appena tornato a Milano. Trascorsi una settimana calma e quasi allegra bench gli affari che mi avevan chiamato laggi non fossero tutti piacevoli. Non mi ricordai di Noemi che quando ebbi le sue lettere e piuttosto per vergognarmene. Le scrissi una volta sola e senza riuscire a fingere un ardore che non provavo. Tornato a Milano non ebbi fretta di andarla a tro-

vare

volevo studiare

il

modo

per liberarmene senza


il

troppi pianti.
si

Ma

la

mattina dopo
Baci,

mio ritorno Noemi


silenzi.

precipit, ansiosa e turbata, a casa mia. Rivederla

riamarla

fu

tutt'uno.

lacrime,

Una


riconferma in regola.
di raccontarle lo strano e

Ilg

il

Non

ebbi neppure

coraggio

doppio mutamento del mio

affetto

inventai non so quali raffinatezze passionali

per spiegare la mia condotta e dopo un'ora non se ne


parl pi. L'amore ricominci

come prima e pi di prima. Ma di tanto in tanto non potevo fare a meno di ricordarmi dello straordinario effetto del mio viaggio.

della gente

M'era sempre accaduto, pi o meno, di scordarmi appena lontano poche miglia ma non ri-

cordavo un rivolgimento e capovolgimento cos radicale e cos rapido e per

tanto.
di

una persona che mi premesse Per quanto amassi Noemi pi rabbiosamente

prima non potei vincere

tra prova

la tentazione di fare un'al-

un

altro viaggio.

Amante

s,

ma

anche

psicologo. Ripartii. Soliti pianti; strazi e addii convulsi.

Anche questa volta bastarono il rodimento del mio cuore e per rasserenarmi l'anima e la faccia. Quando scesi dal treno ero un altro. Ricominciai a sentire tutta la bassezza del mio amore per Noemi e tutta la mia falsit perch mi sembrava impossibile, laglo stesso effetto.

pochi chilometri per smorzare

nuova, eh' io potessi amarla davvero a Milano. La distanza mi aveva distaccato interamente mi trattavo male, mi vergognavo di me stesso.
gi, in quell'aria
:

Quello stesso

uomo

che non poteva stare


lei

sei ore

senza

vederla, quando era separato da

da cinque minuti
all'

di strada, ora, a distanza di giorni e di centinaia di

chilometri,

arrossiva e sbuffava soltanto

idea di

doverla rivedere. Mi trattenni assai pi di quello che

avevo promesso e tornai a Milano soltanto quando


le

sue lettere diventarono tragiche e minacciose.

19

Questa volta non l'aspettai a casa mia ma corsi da lei, irritato con me stesso e pronto ad affrontarla. Eppure anche quella volta il miracolo si ripet. La passione eh' io credevo morta riflu all' improvviso come un'ondata nel mio petto e non seppi che piangere
d'amore e di rimorso nelle sue braccia.

Ancora un mese della vita di prima. Pure volli tentare ancora, tanto mi sembrava impossibile e incredibile quel che
di

mi succedeva. Invece
recarmi in campagna.

andare in un'altra citt


altre

volli

Non

ascoltai le sue preghiere e partii.


le

come

due

volte, e

Le cose andarono mi trovai talmente disa-

morato e disgustato che ebbi il coraggio di tornare da lei sperando che fosse l'ultima volta. Ma l'amore
ricominci subito colle sue bramosie e le sue inquietudini.

Altri

due mesi

di passione quotidiana.

Per,

lavorare.
sai di

accanto alla carne, il cervello seguitava a Volevo spingere l'esperienza all'estremo. Penallontanar lei da Milano. Cominciai ad invogliarla

di

un viaggio a Padova, dove non era mai stata. Riuscii a persuaderla ch'era una vergogna non aver visto
affreschi

gli

dell'Arena

improvvisai

tanti

discorsi

sulla

grandezza di Giotto che finalmente n'ebbe pi


di

voglia

me. Si

ma

all'ultimo

guito, riuscii

fiss che saremmo andati assieme momento, con un piano abilmente esea farla partir sola. Le promisi che l'avrei

raggiunta

il

giorno dopo. Soffrivo terribilmente veden-

ma riuscii a dominarmi e tutto and come volevo. Appena il treno si fu allontanato mi aspettavo il solito capovolgimento del mio stato
dola partire cos triste


mutare
miracolo
la

120

d'animo. Se lo spazio frapposto fra noi bastava per


in dispetto la

mia

passione, avrebbe dovuto

accader lo stesso anche restando io a Milano.


si

Ma

il

rinnov a rovescio. Appena partita Noemi


di

non poterla vedere come non avevo mai sofferto maledicevo me stesso, la mia curiosit, la sua compiacenza non trovavo n riposo n piacere in nessuna parte. Giravo per le strade come fuori di me, senza vedere, senza sentire, senza capir pi
ogni

mia disperazione quotidiana

momento raddoppi.
; ;

Soffrivo

nulla.

Come

l'altre

volte m'era parso d'essere sciocco

e vigliacco a tornare, ora

mi accanivo con me

stesso
lei ?

per averla fatta partir sola.

Come

vivere senza di
Presi
il

Non
sto.

potei passar la notte a Milano.

primo

treno che portava a

Padova

e arrivai la

Telefonai al suo albergo ed essa si venne fuori a incontrarmi, tutta felice eh' io fossi venuto a raggiungerla prima di quel ch'essa sperava.
e

mattina prealz apposta

Ma
tutto
in

ecco un'altra meraviglia, pi straordinaria an-

cora dell'altre.
il

Appena la rivedo, appena le parlo, mio furore si calma, le parole mi muoiono bocca, non so che dirle, e non riesco che a strin-

gerle la

venuto.

mano in silenzio, gi pentito di La povera Noemi, che mi vede


s'

colpo d'esser
cos stravolto

e confuso,
misteri,
si

impaurisce.
si

Mi chiede
lei

il

perch di tanti

turba,

inette a piangere. Quelle lacrime

finirono col disgustarmi di


finsi

ma

per evitare scandali

per l'ultima volta una passione che ad un tratto,


l'altre volte,

come

la consolai

m'era sparita dal cuore. Alla peggio

ingannandola


Tornammo
momento
l'ultima
e
di

ut

a Milano insieme, pensierosi e sbattuti.


io aspettavo soltanto il riaccompagnarla a casa per preparare
;

Lei non riusciva a capirmi

definitiva

fuga.

Ma quando fummo
nuovo
il

nella

sua stanza chiara


prese con pi
volta.

e calda di

veemenza

Noemi

fu

mi rimia ancora una


desiderio

stento riuscii a staccarmi dal suo bel corpo

tremante di paura e di volutt. Vegliai tutta la notte. Mi parve d'aver compreso la ragione di questo enigma e con un resto d'energia
vidi

quel

che
la

sempre. Era
Partii
dirle

dovevo fare se volevo liberarmi por e bastava giungere citt, non era lei
:

alla stazione....
il

morte nel cuore. Ma quando il treno si ferm, rombando, a Bologna non sentivo che un po' d'amarezza e qualche breve rimorso dell'altrui
nulla
colla
infelicit.

giorno dopo senza averla rivista, senza

Passati

gli

Appennini, in cospetto delle valli


tranquillit

toscane,

una pensosa

mi accompagn
:

fino

a Firenze.

Ad

Orvieto ero pi allegro di quello sco-

nosciuto tedesco col quale


ci

mi accompagnai la sera ubbriacammo tutti e due di vin bianco. Al diavolo Noemi Non 1' ho pi riveduta ma, per la paura, non
!

son pi tornato a Milano.

la

gatta pensante

12

Il

dottore

Alberto

Rego non era

stato

dottore

ma

s'era

proposto d'esserlo
finiti,

a cinque anni non

fin

sempre da quando,
!

che portento di ragazzo

aveva incominciato con gravit e pertinacia la prima elementare. La predestinazione al dottorato aveva circonfuso di luce severa queir infante bianco
dalla

e sparuto fin

pi

bassa

fanciullezza.

Una
l'

foillu-

tografia in formato
stre

gabinetto che

rappresenta

uomo

a nove anni, con una


capo-classe,
ci

mano appoggiata

di-

strattamente a una terrazza di legno e colla faccia

pensosa di un

annunzia chiaramente

che quel bambino aspetta soltanto un po' di barba e una cattedra. Le biografie future di Alberto Rego smentiranno grandi uomini non furono quasi mai la leggenda die eccellenti scolari. 11 nostro dottore segu uno dietro l'altro tutti i corsi che un governo benintenzionato impone ai giovani che vogliono consacrarsi, dietro adeguato pagamento, al servizio della societ e non
i

indietreggi d'un passo n sgarr d'un secondo. Super

ogni esame,

si

impinz d'ogni scienza, sub ogni ma,e-

I2
stro.

Via via che

la

sua testiccila cresceva,


fisse

egli

la

riempiva ad ore e dosi


ciosi salti delle

di

nuovo sapere. Non

arretr dinanzi a nessun ostacolo

ma sdegn i capricanime immoderate. Alieno per natura


di originalit personale,

da ogni forma

seppe contedall' invi-

nersi austeramente nei limiti segnati dai vigenti pro-

grammi ed ebbe
dia d'esser sempre

la gioia
il

non amareggiata

primo

della sua classe. Cos,

dopo

venti anni di rigorosa disciplina e di fatiche modeste,


egli arriv, colla precisione di

un

calendario, alla prima

tappa delle sue ambizioni e fu dinanzi alle leggi ed agli uomini quel che sempre era stato nel suo pensiero
e nella sua pi intima essenza
:

un

dottore.

Ma
e
si

questa prima ed insigne vittoria non lo inebri vide un solo ed unico segno esteriore del profondo
nella sua vita
:

cambiamento ch'era accaduto


crescer la barba.

si
l'

fece

La

dignit del

nuovo

titolo glie

im-

poneva

chi oserebbe biasimarlo per codesta piccola


?

esibizione della sua nascente importanza

Un

giovi-

netto di ventisei anni, sbarbato, non


incute
rispetto

il
:

s'

impone, non

sembra

ancora

uno

studente.

La

barba
che
il

simbolo della forza,

della

sapienza, della
peli arricciati

virilit conquistata.
si

Quei pochi cium di

contorsero sul mento del dottor

Rego furono
il

bollo definitivo ed esoterico della sua laurea,


della

prin-

cipio

sua autorit e dilla


dottore
:

lama.

Ma un
lo

fornito

di

barba non pu stare

senza far nulla


aspettano,
il

sofferenti lo invocano, g' ignoranti

mondo

tutto sospeso alle sue labbra


Il

legalmente sdottoreggianti.

dottore

Alberto

Rego


pi che
gere.
gli

127

fini
:

era dispostissimo a corrispondere a questa attesa tanto

restavano ancora parecchi


gli

da raggiunvoleva
di-

Non

bastava pi esser dottore

ventar professore, scienziato celebre, caposcuola. Voleva,

tanza,
di

insomma, esser un uomo di riconosciuta imporun maestro di color che non sanno, una guida coscienze, un direttore e padrone di qualche cosa. qui venne fuori in tutto il suo splendore la granGli

dezza smisurata del suo ingegno.

uomini geniali

si

dividono, per chi non lo saquelli

pesse, in tre categorie.

Vi son di

che pur avendo

talento e magari genio

non

riescono a farsi valere e

conoscere dai loro contemporanei e muoiono, perci,


poveri e quasi ignoti. Ce ne son
far fruttare
il

altri

che riescono a
ri-

genio che realmente posseggono e

cevono
tri,

giusto premio dell'opera loro. Ce ne son alinfine, che pur. non avendo nessuna originalit e
il

nessuna genialit riescono tuttavia a


e pagare

farsi
il

considerare
loro ingegno

come

originali e geniali.

Tutto

consiste nel far creder agli altri di averne.

quest'ultima specie apparteneva

il

dottore Al-

berto Rego. Egli non aveva idee,


di far sue quelle degli altri
;

ma

eccelleva nell'arte

sapeva ripetere
capace
zello
d'

non sapeva parlare, ma non era quel che aveva ascoltato


;

inventar nulla di nuovo,

ma

stava a bal-

d'ogni novit transmontana o transmarina per


il

farsene subito
la
i

primo banditore. Egli non seguiva


lui,

stupida politica degli imbecilli che consiste nell'odiare

grandi uomini e nello sfuggirli. Li odiava anche


di nascosto
:

ma

anzi ricercava la loro compagnia pe r


vano

128

che

succhiare astutamente quel

e poter cos meglio recitare dinanzi

pensavano e dicead altri la

sua parte di piccolo grand'uomo.


Egli aveva scoperto da tempo, coll'usata sua pro-

fonda penetrazione, che coi quattrini e


si

le

conoscenze

pu arrivare a quel che

di suo

si

vuole. Quattrini ne aveva

figlio

e nipote unico di parenti ricchi

coi quattrini e le sue virt le conoscenze

venivano a
di

battaglioni.

quattrini

molti

libri,

di

permettevano abbonarsi a molte riviste,


gli

comprar

di avere in

casa molti maestri,


1'

di

girare

comodamente tutta

Europa.

girando raccattava nuove novit e s'apforestieri

piccicava ad altre conoscenze. Parlava poco e male,

ma

parlava in quattro o cinque lingue, e


e g' italiani

d' Italia

dell'estero erano sinceramente

am-

mirati dell'estensione delle sue conoscenze e della versatilit

del

suo ingegno.

Il

suo silenzio
;

lo

rendeva
cele-

venerabile agli occhi degli idioti


poliglotta lo insinuava nelle
brit esotiche
ai superficiali
;

la

sua parlantina
delle

buone grazie
gli

la sua dissimulazione lo faceva gradito

e la

sua vilt

risparmiava

le

pedate
fu-

degli intelligenti e

dei forti. Tre o quattro anni

rono da lui spesi in questa faticosa conquista del parer qualcosa . Anno per anno il suo nulla si ricopriva di nomi, di teorie, di
di
titoli e di cariche.

forza
po' di

pescare un po' di buddismo


in

in

America, un

teosofia
nia,

Inghilterra,
spirito

un
in

po' di psicologia in

Germaa

un

po' di

Francia,

qualche teoria
egli era

Vienna, ed alcuni metodi a Berna


Ottenere una certa

giunto ad
l'aquilotto

Stima

in

Italia.

Ormai


sare

129

le
ali

poteva uscire dal nido e provare

di foglio

con

tanto studio fabbricate e incollate. Pi grande di Ce-

Racimol alcuni discepoli, fond una rivista, diresse una collezione, fu presidente d'una societ. Non ebbe neppure un amico

venne, non vide, eppur vinse.

ma
rizzi

cont migliaia di conoscenti.


la

Il

suo libro

d' indi-

divenne un grosso catalogo diviso per nazioni.


sua parola, ogni rivista ebbe
le

Ogni congresso ud
la

sua prosa, ogni convegno ascolt

ogni caff ebbe l'onore di averlo ospite

sue relazioni,

ahim
i

temporaneo.
le

Come Faust
:

egli

volle

assaporare tutte

conoscenze
i

si

fece
i

mistico,

frequent
si

maghi,
arrischi

guar

pazzi, indag
si

misteri dell'anima,

nella letteratura e
sica.

dette l'aria d' intenditore di

mu-

non bastava. Ci voleva qualcosa che lo distinguesse da tutti quelli che sono dottori, che hanno la barba e che parlano di ogni cosa. Allora introdusse per il primo nel nostro paese un nuovo metodo ungherese per guarire le malattie senza medicine. Questo metodo consisteva nel fare l'analisi
grammaticale dei discorsi dei malati e nel
servirsi delle

Ma

parole cos ricavate per provocare dei sogni terapeutici.

Sopra la sua porta un gran cartello di marmo bianco con lettere rosse annunzi ch'egli era disposto a curare chiunque con questo

suo-metodo-altrui.

Ma non
si
il

ebbe fortuna. Gli capitarono soltanto tre o quattro


signore o signorine isteriche
le quali,

come poi

vide,

cercavano nel medico sopratutto l'uomo.


tore Alberto

Ma

dotfacili

Rego non

volle

contaminare con

conquiste

il

santuario della

scienza e la purit

del


chieratori,
alle
il

I3Q

suo studio. Forse, come dissero alcuni malvagi chiacnostro scienziato aveva perduto in seguito
traccia
di

lunghe veglie studiose ogni


?

maschile

bestialit

Questo fatto non


al

provato e noi prefe-

riamo attribuire

misticismo quelle vittorie sul senso.

dopo qualche tempo il nostro dottore perdette il nuovo metodo. Altri dottori, gelosi della sua gloria, avevano studiato apposta l'ungherese per rubargli il segreto ed ora gli facevano una sfacciata concorrenza. La sua specialit non era pi soltanto sua. Bisognava trovarne un'altra. La ricerca non fu diffcile. In quel tempo un matematico finlandese aveva cominciato a studiare 1' intelligenza delle renne ed era giunto a resultati meravigliosi. Le renne leggevano, parlavano con segni convenzionali, avevano imparato le quattro operazioni e davano a sperare di aver capito la regola del tre. Queogni passione per
ste

Ma

vittorie

dell' intelligenza

umana

assolutamente ignote in Italia

ma

e animale erano cominciavano gi

ad esser discusse in Olanda e in Polonia. Il dottor Rego non esit un momento. Fece la valigia, nascose
mille lire nel portafogli,
si

riemp

le

tasche di taccuini

e part per la Finlandia. I miracoli delle

renne erano

autentici.
gli

Il

nostro scienziato pot assistere a tutti


si

esperimenti e
bestie

convinse con facilit che anche


nostri pi dili-

le

sanno pensare. Basta educarle e mandarle


i

a scuola ed esse potranno eguagliare


genti scolari.

Non

vide egli coi suoi propri occhi un

orso bruno che a forza di colpi di


sbagliare

zampa

lesse

senza

una favola

di Krilof


dottor

131

il

Tutto invasato da questa stupefacente novit

Rego torn a casa sua

deciso a iniziare espeil

rienze per suo conto e a farsi

capo riconosciuto di

una grande scuola


per scegliere
del
le

di psicologia animale.

Era

difficile

bestie destinate a godere dei frutti


I cavalli

nuovo insegnamento.
e

ciuchi eran troppo

ingombranti e sopratutto mangiavano esageratamente in questi tempi di foraggi cari. Escluse


vistosi
i

cani perch

gli

rammentavano una sua brutta avsera


tardi,

ventura.

Ma una
d'

mentre

tornava verso
gli

casa meditabondo, pensando alla necessaria scelta,

venne fatto
inferriata di

incontrare vicino alla sua strada


si

un

povero gatto sperso, che

mente
stinato

del dottore.
!

una cantina. Un Ecco l'animale designato

rammaricava presso la lampo travers l'acuta


e predeai

Quel misterioso felino orientale, caro

poeti

ed

ai filosofi,

compagno

delle veglie studiose,

amante

della notte e della meditazione indolente, faceva pro-

prio al caso suo. Si avvicin al triste gatto, lo accarezz, se lo fece

amico grattandogli

il

capo, e se lo tir
e straordina-

dietro fino a casa. Qui


rio di arrosto

un pasto copioso

avanzato e

di mortadella, gli conquist


il
il

per sempre la sua devozione. Fin dal giorno dopo


gatto fu installato in uno stanzino di cui soltanto
dottore teneva la chiave e
gatto,
l'

istruzione incominci.

Il

come

lo

scienziato

riconobbe
il

esame, era una gatta,


sull'esperimento.
Si

ma

sesso
in

trattava,

dopo accurato non poteva influire ogni modo, di una

gatta dotata di non

comune
di

intelligenza.

Lo stanzino
a colori,

fu riempito di lavagne,

quadri

illustrati


bini.

132

bam-

di pallottole, di tavolette, di dadi, di libri per

Ogni giorno il dottore si rinchiudeva l dentro per molte ore e si udiva la sua voce in falsetto dominare imperiosa
chettate
stia
i

timidi miagolii della gatta.

forza

di pazienza, di ripetizioni, di budella di pollo, di bace

di

carezze,

l'educazione della povera be-

faceva grandi passi mese per mese.

mezzo essa leggeva


mostrava
al

Dopo un anno
un
alfabeto

servendosi di

convenzionale, a colpi di zampa,


role
;

moltissime pa;

di

intenderne

il

significato

rispon-

deva a tono
vata fino

alle domande del maestro, ed era arripunto di calcolare l' interesse semplice e composto di qualunque capitale. Ma codesti resultati non bastavano al dottor Rego. Alle stesse cose eran giunte anche le renne finlandesi ed egli voleva che la gatta italiana meravigliasse con pi complicate gesta tutto l'universo scientifico. Un altro anno di studi fu

necessario perch la disgraziata scolara fosse capace


di arrivare all'algebra e a fare

Questa,

diceva

fra s

il

dottor Rego,
si

uso delle parole astratte. la vera

e decisiva conquista.
alle bestie le cose

Finch

tratta di far riconoscere

concrete e visibili la difficolt non


si

grande,

ma quando
e

riesce a far loro capire quelle

invisibili

teoriche,

allora la vittoria
l'

completa ed

provato finalmente che

intelligenza degli animali

pu eguagliare quella degli uomini . Qualcosa, dopo tanto, era trapelato

della

stupenda

opera del dottore e molti curiosi e alcuni scienziati


insistevano per vedere e conoscere la gatta sapiente.


Il

133

il

dottor Rego, ormai alla fine del suo insegnamento,

e timoroso che altri gli togliessero


gloria,

primato di questa

acconsent volentieri ed invit in casa sua una

scelta e distinta societ


dici,

di occultisti e di

composta sopratutto di mesignore. In quella famosa sera

la

casa del celebre scienziato italiano era piena di gente

ansiosa e ciarliera. In fondo a

rendo,

una sala di gusto orabbastanza grande, un tavolinetto coperto da un tappeto rosso attendeva la gatta prodigio.

ma

Quando finalmente
suo

essa comparve,

accompagnata dal

precettore in abito di societ, tutti furono delusi.

Era una volgarissima gatta nera, cogli occhi gialli e fissi, e un par d'orecchi lunghi e appuntiti. Il dottore non volle prendere la direzione delle prove perch non si credesse a una semplice trasmissione del pensiero o ad un volgarissimo trucco, e, date con voce tremante alcune spiegazioni ed istruzioni, si allontan
dalla sala.

Un

vecchio professore, scelto dai presenti,

si

avvi-

cin alla bestia e gli esperimenti incominciarono.

La

povera gatta compit una terzina di Dante, fece tre moltiplicazioni, rispose a molte domande di fsica e
di
la

zoologia e

disse

a memoria

sempre battendo

sua zampa destra nel

modo convenuto

una poe-

sia di Stecchetti.

Una

signora, che
volle
gli

illustrato,

riconoscere
meraviglie.

aveva portato apposta un libro la bestia pensante sapeva oggetti. Si assist allora al colmo delle
vedere se
solo
la

Non

gatta diceva

il

nome

della


qualche giudizio.
aggiunse
:

134

ma
a

cosa rappresentata nella figura,

aggiungeva

di suo

Ad
.

esempio, vedendo una vecchia,

dopo Buona . La grande averne detto il nome, seguit scoperta del dottor Rego veniva cos pienamente congli animali potevano giungere anche ai fermata

Brutta

Dinanzi

una

gallina,

giudizi
I

professori,

buddisti e

le

signorine erano al set-

timo cielo e gi si preparavano a terminar la seduta e ad acclamare il prodigioso insegnante, quando un matematico l presente ebbe l' idea di presentare alla
gatta l'ultima fotografia del celebre, dottore.
lo fiss

La

bestia

severamente, coi suoi occhi


la

gialli

solcati

dal

taglio

nero della pupilla, eppoi cominci lentamente

a batter

sua zampa sul tappeto rosso. Cominci


il

con

i
i,

poi venne 'm, poi


l

b,

indi Ve e via via


:

un

e,

un

due

e finalmente un'altra e
di silenzio

Imbecille

Un momento
rumoro

cune faccie rosse

poi

alcune risate

al-

un
:

alzarsi,

un mormorare, un
Nes-

di tosse volontaria e di seggiole smosse.

suno parl a voce alta la gatta, tranquilla e beata, dopo tanta fatica, guardava la turbata assemblea coi suoi occhi chiari e luccicanti fra il pelo nero. Pareva
sentire che la sua educazione era totalmente riuscita

e che essa poteva infine giudicare anche

suoi maestri.

Un

animale aveva detto

la

parola che tanti uomini

non osavano pronunziare dinanzi al celebre scienziato. Tutti ebbero una gran fretta di andarsene, e il dottor Rego fece finte di non aver saputo nulla, ben-


che
avesse
ascoltato

135
alla

porta
fin

dal

principio

dell'esperimento. Grazie alla sua forza d'animo e alla

ebbe presto la sua vendetta. Una facolt universitaria lo chiam poco tempo dopo a ricoprire una cattedra di psicologia animale e la gatta
sua costanza
egli

troppo intelligente mor in quegli

stessi giorni di

oscura

e sospetta morte, in casa del suo maestro.

Nein ladro

13

Appena tornato
tile
!)

dall'

Ungheria (che
cerca de]

viaggio

inu-

corsi la sera stessa in

pittore Nein.

Ero stato fuori quasi tre mesi e, secondo il mio solito, non avevo scritto a nessuno e a nessuno avevo dato
miei indirizzi, desiderando che la lontananza fosse veramente una spaccatura netta e una pausa eterogenea nel corso unicolore della mia vita. Non sapevo nulla, perci, n dei miei interessi n di quei pochissimi amici che mi eran rimasti apparentemente fedeli dopo la vagliatura di quattr'anni prima. Fra codesti pochissimi Nein era il preferito per una certa conformit di gusti e di odii che per non impediva fra noi una temperata ma perpetua discordia. Nein mi piai

ceva.

Non come uomo


letto

era

piccoletto,

butterato,

grasso e piuttosto nero di pelo.

Non come

sapiente

aveva

non comprava mai riviste settimanali. Ma come tempra di spirito era eccellente. La sua massima era non accettar nulla da nessuno, n dal caso, n dalla natura, n dagli uomini. Era stato molto in Germania e gli era venuto tanto a noia il sentir sempre sulla bocca di tutti quell'eterno idiopochi
libri


faceva chiamare Nein.

140

nome
e
si

rissimo ja che s'era cambiato

firmava e

Perch devo accettare diceva un nome volgare e un cognome brutto che non ho scelto da me ? . Per la stessa ragione aveva

si

rinnegato la patria e s'era fatto cittadino svizzero,

bench reputasse
allo stesso fine

la Svizzera la Beozia d' Europa e aveva ricacciati e rinnegati i suoi istinti, che lo portavano verso la musica, per darsi alla pittura. In tutto quanto, insomma, s' ingegnava di andar per traverso alla sua natura e molte volte 1' ho visto briaco per il solo motivo che il vino non gli piaceva e non gli era mai piaciuto.
;

Come

pittore era buonissimo. Cio

la

sua pittura

mi piaceva pi di tutte l'altre che conoscevo a quel tempo e mi pareva tanto singolare e nuova nella sua semplicit eh' io non sapevo a quale altra fra le pi grandi si potesse confrontare. La musica, che Nein
aveva voluto ammutolire in s, riappariva nei suoi quadri in armonie di colori, di linee e di spazi che facevan dimenticare dopo un momento le cose rappreNein mi piaceva come compagno quanto Era il solo, fra quelli che potevo sopportar vicini, che parlasse molto, bene e volentieri. Io, invece, nelle conversazioni ho una invincibile tendenza a stare zitto e Nein faceva al caso mio, permettendomi
sentate.

Ma

come

pittore.

nello stesso

tempo

la gioia del silenzio e la soddisfa-

zione di ascoltare discorsi non banali.

Per questo, dunque,

la sera stessa del

mio arrivo

andai in cerca di Nein con una gran voglia di fare una


tava, solo,

141

mattina dopo. Nein abi-

bella chiacchierata fino alla

un

po' fuori di cinta, in

uno studio ch'era


che ora serviva

stato in altri tempi

un granaio

ma

anche da camera. Per quanto fosse gi notte salii le scale al buio e picchiai colle nocche al grosso uscio fratesco dell'amico. Nessuno rispose. Picchiai ancora
e origliai al

buco

della serratura.

Nessuno

si

muoveva

capevo che Nein non usciva quasi mai di sera perch fra le cose che non voleva accettare dagli altri c'era anche l'usanza di lavorar di giorno e dormir di notte. Per curiosit (che
o respirava l dentro. Eppure
avesse cambiato casa
?)

accesi

un

cerino e girai cogli

occhi tutta la porta. Sopra al picchio ricurvo di ferro nero era inchiodato un biglietto che portava scritte

Nein in prigione. Non era la scrittura Nein ed io non la conoscevo. Nein in prigione Non ci potevo credere. Eppure la cosa, pensando a quel suo carattere alla rovescia, era possibilissima. Ma per qual motivo ? Il mio primo
queste parole
:

di

pensiero fu la politica. Nein era anarchico senza aver mai letto n Stirner n Kropotkine. Era nato anarchico

come era nato


si

artista.

La sua

fissazione dell' inacalla

cettabilit
leggi.

estendeva

ajlo

stato,

cultura,

alle

siccome faceva vita ritirata e non era mai in societ rivoluzionarie non aveva avuto fin entrato allora niente a che fare colla giustizia. Probabilmente,

Ma

durante

il

mio

viaggio,

aveva preso parte a qualche

subbuglio o era caduto in sospetto per la sua vita

notturna e l'avevano arrestato.

Come
portiere e

fare per saper la verit

La casa non aveva


pi

mi

sec

ava

chieder notizie ai pigionali

142

un amico comune che un tranvai per far pi presto, almanaccando fra me sulla strana novit che mi aspettava. A casa dell'amico un altro contrattempo era fuori, a teatro. Non mi sentii la forza di ascoltare un pezzo di operetta viennese per
prossimi. Pensai di correre da

certo doveva saper tutto. Detto fatto presi

rintracciarlo.

se andassi addirittura alla prigione

Altro tranvai e via.

Appena giunto mi
una

accorsi per

che non impresa


le

facile entrare in

prigione. Tutte

porte eran serrate e tre sentinelle giravan su e gi


fucile

col

in

ispalla

coll'evidente

intenzione
al

di

non

rispondere a nessuno. Mi accostai


e
feci

corpo di guardia

chiamare il caporale. Costui mi disse che fino mattina dopo, alle dieci, non si poteva parlare col signor direttore. Gli chiesi ingenuamente se sapesse di un tal Nein che doveva esser chiuso l dentro. Non sapeva nulla e mi guard in modo da farmi
alla

capire che avrei fatto bene a levarmi d' intorno.


c'era altro

Non

da fare che aspettar

la

mattina. Ero stracco


feci

morto sonno
Io

a dispetto della gran curiosit

tutt'un

fino a giorno alto. Alle dieci ero gi nel parla-

torio della prigione chiedendo di parlare col direttore.

fu cos

non so per quale ragione codesto egregio impiegato esageratamente gentile verso di me. Forse mi
?

conosceva di nome
nevole e all'altezza

Forse
dei
il

voleva mostrarsi
?

ragio-

tempi

Fatto

sta
di

che

ap-

pena
col

gli

ebbi detto

mio desiderio

abboccarmi
e di chia-

detenuto Nein, mio amico personale, dette ordine

di

accompagnarmi nel parlatorio riservato mare il signor Nein.

i43

Di

a pochi momenti mi trovai di faccia a Nein.


affatto cambiato. Se
?

Non mi parve

Sei gi tornato

aprir

bocca.

mi

disse

mai era pi prima che

allegro.

potessi

Ho

un' infinit

Hai fatto benissimo a venir qua. di cose da raccontarti cppoi qualche

mi annoio. Io, per, credevo che tu saresti rimasto un mese di pi, come avevi detto. Non si rifa cosa t' pelle nuova in tre mesi soli. Dimmi un po' tutti dicono Mi magiari ? agglutinanti parso di quegli che sono gentaglia, forse la pi superba gena d' Europa. Hai imparato un po' di quel loro gergo calmucco ?
volta
:

Racconta, racconta.

Caro Nein,

risposi,

ti

racconter cosa vuoi e

forse

ti

verr anche a noia perche non sono stato con-

un giorno. Ma ora che abbiamo poco tempo vorrei che raccontassi te. Come diavolo ti trovi qua dentro ?
tento neppure

Non Non

lo

sai

Non

hai visto nessuno

so

nulla.

Son venuto apposta

qui.

Ieri

sera andai a casa tua e trovai la notizia scritta sopra


la porta.

Son qua da un mese

il

processo. Affari seccanti, caro mio. Meglio

non so quando ci sar non par-

larne.

della

Ho provato a rompermi la testa contro il muro mia stanza. Se ne sono accorti e mi hanno manall'

dato

infermeria.

Ho

dovuto fare

il

savio per sfug-


gire
citanti.
si

144

d' isterici

a quell'esosa compagnia

di

febbri-

la politica

tica.

Ma insomma pu capire perch qui Per Ma che Io non m' impaccio Per chi mi prendi E E allora stammi a Conosci dottor
sei
?
?

politica

di

poli-

allora

sentire.

il

Stizzi,

1'

amatore

quello che

mi ha comprato tanta
lui
?

roba

Lo conosco Cosa c'entra C'entra che ho tentato derubarlo ho due Te E come mai una storia un po' lunga un'occhiata guardia che seduta tuccio per nostro dico poche Tu prosegu che da quasi
di vista.
di

e che gli

tirato

coltellate.

riprese,

alla

s'era

in

dando un cante la

assistere al

colloquio.

Ma

in

parole.

sai

la

mia pittura
di

tutt'un'altra.

due anni Quel che facevo prima

buono come esercizio, come rimpasticciatura di musei, come continuazione di ant chi, come tappa di ricerca. Quello che ho fatto negli ultimi tempi sopra altra strada. Sar un viottolo, ara sbagliato, ma mio, proprio mio. Tu sai eh' io credo d'esse mi avv rinato soltanto ora alla pittura, alla vera pittura,

ha qualcosa

alla

pittura eh' soltanto pittura e niente altro. Credo


arrivato
sul

d'e-ser

limitare

dell'assoluto

per

me

non c' altro che questo. Il resto sudiciume. Da quando ho cominciato a dipinger d avvero ho comin-


ciato per a sentire
il

145

la

degusto,

nausea, l'orrore di

tutto quel che avevo fatto prima.

Tu

lo sai

te

1'

ho

detto parecchie volte negli ultimi tempi.


di

La mia roba

prima mi sembrava

letteratura, caricatura, spazza-

tura. C' dentro la maledetta sensibilit dei po;tastri,


la presunzione dei decoratori, la pazienza

geometrica

degli incisori,

tentativi bislacchi delle tecniche nuove,

eppoi un' infinit di cose viste e di maniere di vederle

che mi fanno rabbia e dispetto perch son tante testi-

monianze
d'allora.

della

mia anima

volgare, idiota e

immatura

Arrivai presto a una tale vergogna di quelle mie


soffrirle intorno.

opere di prima che non potevo

Co-

minciai, intanto, col bruciare tutte quelle che avevo


l

nello studio o col ridipingerci sopra in altro

modo.

Ma

non mi bastava. Molti quadri

di

quel mio me-

dioevo pittorico erano in


duti per bisogno e
piacere.
i

mano
li

pi

d'altri. Li avevo venavevan comprati per farmi

Bisognava assolutamente riaverli e distrugquegli altri. Non potevo permettere che rimanessero le prove di un passato mio cos fiacco e buffo. Non avevo mai tenuto nota della loba venduta ma ricordavo abbastanza chi l'aveva. Cominciai a mettermi in giro per riscattare quella mia vergogna
gerli

come

dipinta. I primi ai quali


della

mi

rivolsi
i

furon molto stupiti

mia

richiesta

ma
i

resero

quadri senza rivoler


;

nien'e di quel che avevano speso


vollero che rendessi
soldi

altri,
li

pi taccagni,
;

ed

io

resi

e ci furono

anche
sero

di

quelli che

col

pretesto dell'affezione

prete-

da

me

pi di

quel che mi

avevan dato.

Ma

io,


tutto in varato
sacrifizi,

146

di riscatto, feci

da quella m'a smania

feci debiti e riuscii

a raccogliere una cinquanin casa.


le

tina di cose mie che seguiron a poco a poco la sorte


di quelle che

mi eran rimaste
de' miei

Di qualcuno
:

compratori avevo perso

traccie
lettere

certi altri ch'eran fuori

non risposero

alle

mie

correre perch x si trattava di minore importanza. Ma il peggio fu con quel mascalzone dr Stizzi. Costui, come

ed

io

lasciai

quadri lontani e
tu

di

sai, s'era

interessato a

me

fin

dai primi anni,

quando
espo-

ancora facevo
sizioni, e

la bestialit di

mandar quadri

alle

mi

s'era fatto quasi amico, e via via


gli

mi com-

prava quelle cose mie che


tra piccoli e grandi, e
volentieri
ci

piacevan di pi. In pochi

anni aveva messo insieme pi di venti quadri miei,

teneva assai e

li

mostrava

come le cose migliori che avesse in casa. Non ho mai capito se quell'animale volesse darsi con

me
mia

delle arie

di

mecenate o
i

se

veramente provasse

gusto a guardare

miei

quadri o se sperasse nella

gloria futura per farci in seguito

un

bel guadagno.

Io son persuao che di pittura non capisce

un
1
:

acci-

dent

tant' vero che gli piacevano moltissimo

cose

che facevo nei primi tempi e per niente quelle che faccio ora. Con quel maledetto avevo gi leticato poco

tempo prima

dell'ultimo fatto a causa di certe cor-

niciacele bianche a smalto in cui voleva ficcare le opere

mie e per questo l'avevo tenuto per ultimo, quasi


avessi
gio di

un presentimento che sarebbe stato lui il pegtutti. Ma non dubitavo di riuscire ed era neche
riuscissi.

cessario

Ouel malnato dottore aveva,


fra gli altri suoi difetti,

47

vedere
e

quello di tirarsi in casa pi


far

gente che poteva

per

ammirare

quadri che aveva raccolto, fra i quali i disgraziatissimi miei ch'erano perci i pi esposti alla curiosit universale e quelli che

mi avrebbero

tirato addosso pi

vergogna.

Un

bel giorno, fatto


gli dissi
i

un animo

risoluto,

andai a
all'ul;

casa del dottore e

senza preamboli che avevo

bisogno di riavere tutti


;

miei quadri, tutti fin

che molti altri mi avevan gi contentato e timo che glie li avrei ripagati quel che costavano e anche Codesto pi se era necessario. Non l'avessi mai detto
!

bestione non cap nulla di

nulla e cominci) a strepii

tare e a coprirmi d' improperii fra


fu quello di pazzo. Fece
il

quali
il

il

pi dolce
il

patetico,

furioso,

sa-

vio

parl d' ingratitudine, di smarrimento, di rovina

e di
i

non so quante

altre buggerate,
ci

concludendo che

quadri eran suoi, che

dati n a

me

ne ad

altri.

teneva e che non li avrebbe Io gli risposi con molta calma


e che ci pensasse

che

li

rivolevo a ogni
gli

modo

bene

perch non

avrei dato pi pace.

mantenni
suoi

la pro-

messa. Cominciai a scrivergli due o tre volte al giorno,

mandai come ambasciatori molti


la storia del
lo

dei

migliori

amici, lo presi a parole in presenza d'altri, raccontai

suo rifiuto anche a chi non voleva saperla,

minacciai di vendette alla lontana e tanto feci che

dovette cedere. Disse dunque che mi avrebbe rivenduto i quadri ma al prezzo che voleva lui e senza discussione. Chiese infatti
dieci volte pi di quel che

un prezzo spropositato mi aveva dato


!

circa

Affermo e scongiuro che anche a quel modo

fa-


ma

148

ceva un gran sacrifizio e che lo faceva non per me per togliersi il fastidio di chi lo pregava in mio nome. La somma era forte ed io non 1' avevo davvero.

Pure

la

mia volont

di fare

scomparire anche quel resto


detti

di porcheria era

talmente forte che mi


i

intorno
giorni a
1'

per mettere assieme

quattrini.

forza di prestiti, di
di

pegni e di vendite
raccapezzare la

riuscii in

una ventina

somma

e lo stesso giorno che

ebbi

tutta in tasca corsi dal dottore per portar via la


roba. Altro colpo di scena.
Il

mia

dottore aveva cambiato idea e non voleva pi

vendere.

Aveva provatola nasconder


all'
li

miei quadri e non

era riuscito a star senza. Ci s'era affezionato e non

poteva assuefarsi

idea di
avrei

non

averli pi e tanto

meno
Allora

all'

idea che

farti

sparire per sempre.

mi arrabbiai

io e glie
si

ne

Ma

quella

canaglia non

dissi quanto pi potei. smosse e siccome stavo

per misurargli un ceffone chiam quelli di casa e mi


cacci fuori. Tornai
il

giorno dopo a raccomandarmi,

piangendo, a chiedergli scusa e quell' infame mi chiuse


un' altra volta la porta in faccia.
riaverli per forza e

allora pensai a

a suo dispetto.
il

Quell'

uomo non aveva


quei
disgraziati

diritto

di

tenere

in

mano sua
anima mia
seli

brandelli

della

stupida
dato.

solo perch la legge gli concedeva di tenersoldi che

in grazia dei pochi

mi aveva

Io

gli

rendevo

dieci volte pi di quel che

aveva sborsato

pur di non dover pi arrossire per quella roba ed egli mi aveva ributtato peggio d' un cane. E io gli avrei rubato i miei quadri. Credeva for.-:e che un pittore

non

si

sarebbe arrischiato a fare

il

ladro

Per altre


ragioni

149

per quella
s.

non

avrei rubato

ma

Per

for-

tuna

il

dottore stava di casa in un viale piuttosto so-

litario e s'era di luglio.

sapevo perci che


siane,
glia era a

anche la cena dai parenti della moglie. La prima domenica che capit mi appostai di sera vicino a casa sua e verso le dieci lanciai una corda attraverso il terrazzino del primo piano che dava proprio nel suo appartamento. Tirai gi tutti e due i capi,
feci

Conoscevo le sue abitudini e chiudeva soltanto le perdomenica sera, quando tutta la famid' estate

un cappio ben
passava
e

forte e
ritirai la

giunto sul terrazzo


a
chi

mi arrampicai su. Appena corda per non dar sospetti


a
scalzare
un'assicella

cominciai

della persiana per poter cacciare

una mano dentro ed aprirla. Dopo un quarto d' ora ero in casa. Conoscevo benissimo la disposizione delle stanze e mi diressi subito verso quella dov' erano
i

quadri. Per l'appunto

era chiusa a chiave. Coi pochi arnesi che avevo ad-

dosso

riuscii

con gran fatica ad

aprirla.

Non

ero pra-

tico del mestiere e

mi

ci

volle

Eccomi finalmente dinanzi ai uno a uno e li levo dalle cornici per portarli via. Ma anche i soli telai erano un tal mucchio che non avrei
potuto portarli via senza farmi vedere. Come rimediare ? Tirai fuori il coltello e cominciai a raschiarli

una buona mezz'ora. quadri. Li prendo a

rabbiosamente uno dopo


sto lavoro a otto o nove
nell'

uscio delle scale

l'altro. Avevo gi fatto quequando sento metter la chiave ed entrar gente in casa. Era il

passo del dottore. Fra l'anticamera e


io

la

stanza dov'ero

non

c'era che

un

corridoio. Vidi accender la luce


elettrica e apparir subito

5o

il

dottore sulla porta dinanzi

a me. Ci
Il

guardammo
Tu?...

tutti

due senza
detti
il

far

parola.

dottore divent livido e con voce tremante

mi

disse

soltanto
presi
i

non gli quadri che rimanevano


:

Ma

io

tempo

di lnire,

intatti e feci l'atto di

metterli

sotto
si

il

braccio

per

scappare.

Allora

quel

demonio mi
la gola

butt addosso e mi prese colle due mani


:

gridando forte
s,

al
!

ladro

al

ladro

Ah

mascalzone

pensai fra me, mi vuoi ro-

vinare anche in quest'altra maniera ? e liberatomi con una forte stratta dalla sua presa mi cacciai addosso a lui col coltello che avevo ancora in mano e
lo colpii

un paio
.

di volte.

Cadde

in terra,

venne gente

ed eccomi qui

il

povero Nein
?

si

tacque tranquillamente come

se avesse raccontata la storia di

E ora straordinario caso. E rispose


ora,

un

altro.

dissi io

un

po' intontito

da quello
i

Nein,
il

spero

che

giudici

capiranno che un artista ha

diritto di riprender la

roba sua, perch quella

l'anima sua e se quell'anima

non
in
le

gli

piace pi
d'altri

non dev'esser condannato a vederla

mano

per disonorarlo. Io ho cercato tutte

strade per riaverla colle buone e con sacrifcio mio

quando non m'


il

riuscito

ho ricorso

ai

mezzi dispe-

rati.

Quella roba mia, proprio mia, sangue del mio


ladro
lui,
il

sangue, e

signor dottore, che ormai


la

guarito e invoca su di

me

mano

della giustizia.

Boia

i5i

Il

processo avvenne quasi due mesi dopo


volle avvocati e si difese
i

il

mio

colloquio.

Nein non

magnificamente

da
e
i

s.

Tutti

giornali parlarono della sua

avventura

Ebbe tutte le attenuanti e sette mesi di prigione. Ma non arriv a scontarli perch mor di crepacuore, di mancanza di libert e di fame volontaria poco tempo dopo la condanna.
giornalisti presero le sue parti.
Il

dottore Stizzi ha rimesso in cornice anche

qua-

dri raschiati e
tal

ne racconta

la singolare storia

con un

quale compiacimento.

legittima difesa

Anche

se

ritrovassi senza

campassi cent'anni e anche se mi mangiare il signor Will Weiss non

mi riacchiappa

pi.

N' ho avuto abbastanza. Sono ar-

rivato per causa sua sull'orlo di una doppia morte

ma
il

ora basta per sempre.

Appena vedr da lontano


i

suo berretto da fantino e


il

suoi occhiali tondi cer-

chiati di nero e

suo naso robusto e abbronzato di

footballer e la sua bocca permalosa scapper tra parte.

da
ci

un'al-

non

lo saluter

pi neppure se

trove-

remo a sbattere insieme voltando una cantonata. Se occorresse son pronto anche a lasciare la mia citt per un certo tempo. Ne soffriranno i miei interessi ma sar fuori di pericolo e passer tranquillo le mie
serate.
I giornali non si sono occupati dei miei incontri con Will Weiss, per quanto il secondo abbia avuto una soluzione violenta e abbia dato luogo a estesa

pubblicit

camerieri della trattoria


le

cose e

e non escludo i sanno come sono andate non posson davvero darmi torto. Will Weiss
.

Ma

tutti

miei amici

ricco, di razza ebraica, di origine tedesca, di pa-

tria

156

forse,

americana

tenne una
genza.

discreta salute
,

Ma

antipatico. I

ha trentasetuna certa intelliper concessione comune, un personaggio primi cinque minuti che passate con lui
;

vegetariano, laureato,
e,

possono essere gradevoli. La sua faccia desolata di


azteco vecchio
logia

stile

azteco di atlante d'antropo-

pu
I

essere

d'esame.

suoi

un oggetto interessante e degno occhi che non sanno muoversi e non


s,

posson guardare che innanzi a


lentamente

in linea retta

la

sua bocca tormentata da pi di un


il

tic dalla

quale scola
;

suo gorgogliante e cattivo francese

il

suo naso che mette una muraglia carnosa tra l'uno


e l'altro lato del viso

sono oggetti umani non comuni che bisogna osservare con una certa attenzione.

Ma
gli

dopo

cinque minuti

e son troppi
metafisico.

il

gastigo comincia. Will Weiss

un

Nessuno

te

pu negare questa qualit che diventa fortunatamensempre pi rara. Weill Weiss ha dei quattrini e fa

dei ragionamenti.

Come

tutti

metafisici egli dichiara

solennemente e pi d'una volta in un'ora che non


metafisico
la

ch'egli fa della scienza.

forse ci crede

sua intelligenza, per quanto acuta, non saprebbe arrivare alla finzione. Ma i ragionamenti di Will Weiss

sono francamente metafisici, cio sono risolutamente al di l del vero e del falso. In una parola i suoi discorsi,
ascoltati

per molto tempo,


e,

posson produrre dei

di-

sturbi gravi

a lungo andare, anche la morte. La prima volta che dovetti affrontarlo fu, natu-

ralmente, al caff.
aggirarsi fra
i

Da

parecchi giorni l'avevo visto

tavoli allineati sul marciapiede,

calmo


e lugubre,
fuori

157

di leggere.
il

senza sapere quel che cercasse. Si sedeva

a una tavola, colla birra dinanzi, imbronciato, tirava

un

libriccino e fingeva

Nessuno
pericolo.
si

gli

s'accostava. Pareva che tutti fiutassero


le

Se

tavole accanto a lui eran vuote nessuno

arrischiava

a occuparle. Disgraziatamente Stefan Cloud venne in


quei giorni a Firenze e mi accompagn
solita.
al caff all'ora

Will Weiss era gi

al

suo posto, col suo libro

mano. Appena vide il mio amico si alz precipitosamente e gli and incontro con un sorriso terribile. Si conoscevano Si eran visti a Berlino qualche anno fa e ora, quaggi, Will Weiss cercava propiio Stefan Cloud perch sapeva che a quel caff un giorno o l'altro doveva venire. La tragedia incominciava. Non potei sottrarmi al mio destino e dovetti esser presentato se non volevo perder la compagnia dell'amico. Will Weiss entr subito nel vivo dell'argomento. Non aveva tempo da perdere. Il mugolo lentissimo delle sue storie filosofiche ci avvolse a poco a poco e ci costrinse al silenzio. Oramai ci teneva nelle sue mani e non voleva che si sfuggisse. Will Weiss aveva rumiin
!

a cui

nato quelle sue tenebrose idee nelle, lunghe solitudini lo forzavano le paure e le fughe dei suoi cono-

scenti.

Dopo aver

fatto

il

deserto in

una

citt

era

costretto a partire.

Nel paese nuovo trovava subito qualcuno che si esponeva ingenuamente agli sfoghi faticosi del suo cervello ripieno. Ed era giunto anche
nostro giorno.
Will Weiss non scriveva
cava.
o, se

il

scriveva,
le

non pubblisue scoperte

Aveva

bisogno, perci, di rivelare


colla

158

metter bocca nei suoi

parola.

Ed

era

cos

potente codesta necessit

che non permetteva


discorsi.

agli altri di

Qualche domanda per dirigere la sua eloquenza qualche lieve obiezione per e lumacosa dargli modo di ripetere due volte quel che aveva gi detto le tollerava ma niente di pi. La sua resistenza
affannosa
;

era meravigliosa.

La sua voce

bassa, nasale, aspra e

chioccia poteva lavorare per sei o sette ore di seguito

senza dar segno di fatica. Aveva sempre qualcosa da


dire o

da

ridire.

la

sua

mano armata
il

di lapis lavo-

rava pure senza riposo.


Quella sera tremenda

marmo
;

della
i

tavola era

pieno di formule e di piccoli disegni


;

camerieri smon;

tavano dal loro turno i lumi si accendevano la gente andava via e ne veniva altra nuova le ore suonavano all'orologio di Palazzo Vecchio e Will Weiss non era
;

sazio.

Mi

ero gi fatto portare tre caff di


la

fila

senza

riuscire

a conservare

mia

lucidit

Stefan

Cloud

aveva tentato invano

di far deviare la

conversazione

verso regioni pi luminose e concrete

ma Will Weiss non se ne dava per inteso. Non s'accorgeva di nulla non sentiva nulla. Era passata l'ora della cena e non
;

se n' era accorto

si

avvicinava l'ora di andare a casa

non si chetava. Io non avevo il coraggio


la

lo dico

per mia vergogna


l.

di alzarmi e di piantarlo
;

Era

prima volta che lo vedevo speravo che attraverso infiniti ragionamenti venisse fuori qualcosa di suoi i nuovo e di buono ero ipnotizzato da quella voce
;

infreddata ed eterna.

Rimanevo
col

l,

vigliaccamente, colle

tempie che mi battevano,

ventre che mugolava


coi

159

idea di trattarlo male e

piedi

che

si

agitavano nervosamente e non mi


lo

venne neppure,
sparire.

giuro,

l'

Finalmente
zarsi

il

mio amico trova

la

forza

di

al-

ad

io

l'

imito immediatamente.

Paghiamo
!

e ten-

tiamo di salutare il filosofo. Nient'affatto Will Weiss paga e ci segue. Si mette in mezzo a noi e seguita a parlare. Tentiamo di fargli capire ch' tardi e che vogliamo andare a mangiare. Quest' idea troppo volgare lo smonta. Ci guarda in silenzio tutti e due

come

se avesse ricevuto un'offesa. Sento che sto diventando

bianco com2 un cencio.


spiacevole di quelle ore

Tutta l'attenzione forzata e

mi ha
di

indolorito
l

il

cervello.
:

Mi pare
cose

eh' io

debba svenire
di

a un

momento

le

cominciano
ai

gi

ondulare leggermente di-

nanzi

miei occhi. Stefan se n'accorge, mi prende


caff.

per un braccio e mi fa entrare in un altro

Un

buon cognac mi rianima. Will Weiss ci ha seguiti anche qui e appena si accorge che sto meglio riprende il filo del suo sistema. Un sudor freddo mi bagna i capelli e la fronte. Non ne posso pi. Mi alzo, saluto
in fretta e scappo a casa tutto indolenzito, colla testa

pesa,

come

se uscissi

da una grande ubriacatura.

Credevo d'essere
io e Stefan, a
tro,

al sicuro. Il

un

altro caff
sudicio,
.

a un

giorno dopo

andammo,
si

caff fuori del cen-

un

caff

modesto, dove non


ricordo della

vede-

vano

intellettuali

Il

serata omicida


ci

i6o

perseguitava. Stefan, pi forte e pi disgraziato di

me,

tre di notte.
;

aveva dovuto sopportare l'americano fino alle Avevan fatto due volte su e gi tutti i Lungarni si eran persi nelle Cascine avevan sostato di nuovo in una birreria. L'amico infelice, pallido e
;

sbattuto, rabbrividiva al pensiero di quella notte senza


uscita e senza stelle.

Ed

io

fui

quasi consolato, per

quanto
con

sia

grande
gli

la

mia amicizia per Stefan, dal

gastigo che

era stato inflitto per avermi trascinato

s dinanzi alla

bocca di quell'uomo.
finita. Usciti

Ma
l'ora di

la tortura

non era
si

dal caff verso

cena

e'

incamminammo cautamente
poteva sperare
di

verso

l'u-

nica trattora dove

mangiare a credito. Si parlava di quattrini. Stefan aveva in tasca meno d'una lira e non sapeva come fare a pagar la camera all'albergo. Io gli detti tutto quel che avevo una lira e trenta. Il letto era assiin quel momento
:

curato.

Ed

ecco

che

neh" istante

medesimo

in

cui

Stefan metteva nella sua borsetta quei soldi Will Weiss

come se scaturisse dalle mezzo a noi. Ci guardammo riti come se gi fosse presente
appar,
in

lastre del marciapiede,

in viso pallidi e

smar-

ai nostri occhi la ca-

tastrofe

inevitabile.
di

Tentammo

salutarlo e

di

fuggire.

dove andate ? Vi accompagno. che andiamo a managgiunse Stefan Badi giare in un brutto posto. Non abbiamo quattrini. Will Weiss rimase male e biascic mezzo minuto

Dobbiamo andare a cena

si

disse.

fra s.

Ma

la necessit di

avere ancora a disposizione


due vittime
chieria.

i6r

disopra sulla visibile


tir-

docili

ebbe

il

Non importa
restaurant. Offro io
il

disse

Venite con
dirgli

me

al

mio

pranzo.
:

L per

non sapemmo che


la forza

in conclusione

non avemmo

d'animo

di rifiutare.

mo
tiva

in silenzio verso l'umiliante supplizio.

filosofiche dell'odioso torturatore si

ci avviamLe cateratte riaprirono. Ora sen-

di

averci
i

comprati,

per quella

sera,

voleva

spender bene
sospeso

suoi quattrini. Arrivati alla

trattoria

sperai che l'appetito avrebbe rallentato o addirittura


il

insistente.

buono

monotono fluire di quella seccaggine oscura e Vano sogno del nostro desiderio Ci volle del del bello perch interrompesse un momento le
!

sue dimostrazioni per dare l'ordinazione

al

cameriere.
le

Vennero

le

pastasciutte e Will Weiss


!e

non

assaggi

neppure. Si trattava di esporre


della logica.
Il

sue idee sulla riforma

carnefice

si

rivolgeva specialmente a

me

che riteneva pi pratico in quella materia e mi


il

costringeva a interrompere

cammino
lui

di

ogni for-

chettata per rivolgermi verso di

con

l'aria di stare

Dunque voi sapete che


cipio d' identit.
siede,

attento.

compitava
la

la

sua voce maledetta

nostra logica fondata sul prin-

A. Ma questo principio non posin:

secondo me, nessuna validit. Infatti se voi

contrate un

uomo

che muore di fame e


?

gli

domandate

Vuoi del pane nero o del pane bianco


che per
lui

lo stesso
le

Egli risponder

c'est

gal.

Se un fisiologo
gli

chiede un consiglio per

sue esperienze e voi

dite

I2

Abbiamo un
macchie nere
che per
ressano.

coniglio bianco e
:

un
?

coniglio rosso con


fisiologo risponder

Quale preferisce

Il

lui lo stesso

c'est gal.

Dunque

l'

identit

consiste soltanto in quei lati degli oggetti che pi ci inte-

Meno

casi in cui
b,

si

pu

far passare a dall'altra


1'

parte, nel posto di

e allora
verifica

identit assoluta.

Ma
il

questo caso non

si

Ricominciavo a star

mai perch ecc. ecc. male. Le paste eran finite ma


Il

cameriere vedendoci parlare e ascoltare con tanta


nostro anfitrione

applicazione non osava accostarsi.

non se ne dava pensiero ma io l' interruppi a mezzo una formula e feci portar la carne. Will Weiss era vegetariano e non mangiava carne. Ordin un' insalata verde, un limone e un pezzo di parmigiano.
di

Ouando

tutto fu in tavola cond

l'

insalata col limone

e cominci a mangiarla servendosi del formaggio nel

posto del pane. Pazienza

Ma

appena ebbe

ingoiati

due bocconi

lasci ogni cosa e ricominci le sue tene-

brose lezioni.

Noi crediamo che

le

nostre idee siano immate-

riali

e che risiedano nel cervello, dentro di noi.

Quenoi,

sto
si

un gravissimo

errore.

Anche

le

idee son cose e

possono localizzare e son localizzate fuori di

dinanzi ai nostri occhi. Io, per esempio, quando penso

vedo i miei pensieri fuori di me, a circa un metro e mezzo di distanza dai miei occhi.... Questa era troppo buffa e non si pot fare a meno di ridere. Ma Will Weiss che ci doveva pagare la cena dette subito parecchi segni di malumore. E

s'

ingolf,

per farci capire

la

sua teoria, in un altro


ai

i6 3

Venne
fuori,

ginepraio di teoremi, di formule, di leggi.

per giunta, un enorme taccuino che serv da lavagna


nostro implacabile maestro. Bisogn smetter di

man-

giare e far finte di seguire quel giravoltolo di concetti


e di simboli.

Cominciavo seriamente a sentirmi male. Quel mancontinuamente interrotto quella forzata tensione di cervello quella voce odiosa, piana e sempre uguale quelle chiacchierate infinite dove quel che non era banalit era imbecillit mi avevan ridotto in istato da far compassione. E soprattutto m' irritava il pensiero di quest'avarone che ci aveva invitati a mangiare soltanto per avere due ascoltatori e che poi, per di pi, e' impediva anche di mangiare Io non volevo morir per lui. La testa mi scoppiava la rabbia per quella il sangue mi era salito al viso situazione umiliante e penosa mi giganteggiava dentro. ogni tanto tiWill Weiss non si avvedeva di nulla rava su una foglia d' insalata e seguitava a borbottare
giare
; ;
;

di

fisica,

di

evoluzione,

di

mineralogia,

di

concetti

astratti e di principio del

mezzo
il

escluso. Provai a

non

curarmi di
ostinava.

lui e

a tenere

seguitava. Provai a tirarlo

capo nel mio piatto e lui in altri argomenti e lui si

Allora non potei pi stare alle mosse.


il

Mi
!

alzai di scatto, buttai via


la

tovagliolo e gli presi con


;

destra la gola gridando forte

Basta

Basta

Ma

basta
In un

momento
le

la

trattoria
;

fu

in

subbuglio.
;

Si

sentiron cascare
rovesciarsi. Io

bottiglie

uomini urlare
:

seggiole
di

non capivo pi nulla

vedevo sotto


me
la faccia di

164

Will Weis che diventava paonazza e


farlo star zitto.
!

avevo una sola idea ben chiara


volevo proprio ucciderlo
e
:

Non
assi-

ma

che tacesse

Stefan

steva interdetto a quella punizione che lui solo capiva

non si mosse. Ma la nostra tavola era circondata da una vera folla. Sentii otto o dieci braccia che mi tiravano indietro e dovetti lasciar la presa. Stefan approfitt

della confusione

dette ad intendere ch'ero epi-

lettico e riusc a
le

portarmi via prima che arrivassero

guardie. Will Weiss fu

accompagnato a casa

in car-

rozza e se la cav con la paura. Seppi che part due


giorni
gli

dopo da Firenze.

Ho

voluto avvertire in tempo

abitanti delle altre citt.

l'

intervallo del

no

15

Ho

conosciuto
!)

forse
E

dieci anni fa

due uomini
il

(due amici

singolarissimi per V iperbole e

contra-

sto de' loro caratteri.

la loro amicizia e la loro vita.

a nessuno dei due


parole.

il

ho saputo anche come fin Non avendo promesso segreto racconter tutto in poche

Avevan due nomi qualunque


credo, Piero e l'altro Alessandro

ma eran

uno

si

chiamava,
tutt'altro

che comuni nel resto. Cio


nel resto,
stiti e in

eran comunissimi anche


ne' ve-

ma
quel
:

nel resto

esterno, nell'aspetto,

modo

di fare e di

da lontano
conte.

costui

non

camminare che fa dir nato in montagna e non


i

Ma
le

1'

paure

quanto

interno,

la vita, le abitudini,

pensieri e
!

Diversi tra loro e


dagli altri

quanto incredibilmente diverso diversi da tutti. La differenza loro


ne' grandi

non consisteva, come

eccentrici

o santi, nel posseder qualit rarissime e sconosciute


fra
i

pi

ma nella esagerazione estrema ed


uomini hanno in
s,

assurda

di qualit che tutti gli

anche se

non

le

confessano.


Piero,
tute,
il

i68

primo,

si

l'uomo puttane

poteva chiamare l'uomo prostiVo' dire l'uomo il quale era

pronto a tutto, a darsi, a concedersi, a dir di s, ad accettare, a subire, a esser vittima, strumento succubo
e passivo

pur che fosse compensato.

Non
di

rifiutava

mai nessuna proposta


abietta umiliazione

non

si

schifava
il

ogni pi

tutto aveva

suo prezzo. Baa


dispodi

stava pagarlo e
sizione del

lui,

corpo

ed

anima, era

pagatore. Egli

viveva vendendo

con-

tinuo s stesso,
bert,
il

il suo io, la sua personalit, la sua lisuo onore. V'era chi voleva prendersi il gusto

di schiaffeggiare e maltrattare

qualcuno in mezzo
:

alla

gente

Piero non diceva di no

ci

vuol tanto
di

e basta.

V'era chi

voleva

darsi

1'

illusione
?

convertire

un

altro alle sue idee,

alle sue fedi

Piero ascoltava,
al

s'opponeva sul primo per dar pi piacere


e alla fine si dichiarava vinto e persuaso.

cliente

Tanto per

ascoltare,
fitta

tanto per argomentare, tanto per la sconil

totale in tasca sua.


all'

Avevan bisogno di un commensale mento, di un testimonio falso, di un


di

ultimo mo-

ruffiano sicuro,

un seguace rumoroso, di un uomo di paglia, di un prestanome, di un bersaglio di insulti e di burle ? C'era lui, sempre lui, rassegnato a tutto, disposto a qualunque cosa. Purch la tariffa fosse osservata tutto
era salvo. Pi niente era suo
:

le

opinioni e

le

occupadi pi.

zioni erano in balia degli altri, di chi

pagava

Giunse a cose
vissimo, e

ad un pederasta atticonsent, mediante una ragguardevole somorribili


:

disse di


ma,
al

169

Un uomo

ripetuto tradimento di sua moglie.

che non
gevole

non
a'

gii

apparteneva pi, insomma, un uomo spreeppur generoso talvolta anche verso chi dava nulla. Gran parte de' suoi guadagni dava
si

poveri

pi volte

1'

hanno

visto sostener per la strada

vecchi e ciechi

vorare per

altri

e so di giornate e nottate perse a lae

senza compenso.

Ma

era lo stesso

nessuno

lo

stimava.

Eppure l'altro, Alessandro, per quanto probabilmente non l'amasse, non temeva di andar con lui

ed era l'opposto. Alessandro teneva a s stesso e a


nient'altro che a s stesso.
gli

Non
le

scrittori non cambiassero


altri

idee sue

teva volentieri con

per la

non discustessa ragione

leggeva

libri

perch

rite-

neva l'elemosina un delitto e la prodigalit una malattia. Fra i pensieri che senza volere aveva sentito riferire uno solo non gli finiva mai di piacere ed era Se con uno de' tuoi peli tu del famoso Yang-ci potessi salvare l'universo non lo dare . Alessandro
:

non concedeva nulla


lo

di s,

n delle cose sue e l'amore


il

faceva rabbrividire come


le

peccato l'asceta.
li

Non

diceva

idee sue e

smoi giudizi e neppure

scriveva.

Viveva

solitario e senza
si

donna. Era

ricco,

aveva campi
i

e case, eppur

lagnava di dover pagare

vestiti

l'altre cose necessarie.

L'amor

di s,

anche del corpo

suo,

aveva del pazzesco. Non voleva perder per sempre


gli fosse
i

nessuna cosa che


e in

appartenuta.

Aveva

in casa, tagliare

in tante scatole, tutti

capelli che
i

s'era fatti

una

cassetta le unghie e

calli.

per non conce-


dere quel che
gli

17

usciva di corpo aveva fatto fare de

gran depositi sotterranei di merda ne' suoi campi e non volle vendere a nessuno il suo sterco.

Aveva stanze piene


vestiti

di

attaccapanni con tutti


fin' allora

che aveva indossati

lunghe

file

di

scarpe rotte e sciupate.

Se per caso andava fuori di sera e


pioni
1'

al

lume
in

de'

lamche

o della luna la sua persona gettava in terra


egli
si

ombra

studiava

di

camminare

modo
ci

nessun altro

glie la pestasse e se

qualcuno

metteva

sopra un piede bestemmiava e imbestiava.

Due uomini
diffcile

cos

opposti,

cos

bianco e nero,

trovarli e difficilissimo che


fossero,

Perch que' due


rati

vadano insieme. diciamo cos, quasi came-

non impossibile spiegare ma riesce poco credibile. Eppure avrei testimoni per approvarmi se ce ne fosse bisogno. Piero era l'unico uomo, si pu dire,
che fosse accettato in casa di Alessandro e spesso
si

vedevano insieme andar fuori, silenziosi quasi sempre ma non adirati in viso. Alessandro aveva, credo, l' impressione di avere un corpo di pi tutto suo quando Piero gli era accanto. Questi non lo contraddiceva gli dava e si dava. Non chiedeva nulla e rispettava
:

senza sorridere

le

sue mane.
il

notte deve ammirare

giorno

Lo ammirava come la e Alessandro man-

cava

di rispetto

alle

sua legge fino

al

punto

di

tol-

lerarlo.


Eppure
finire.

171

intimit

una
i

cos

meravigliosa

doveva

Un

giorno

due contrari erano insieme, fuori


1'

lontano dalle case. Piero tir su dalla tasca una scatola di sigarette e
apr.

Ce

n' era

una

sola

preso

dalla voglia di fumare la port alla bocca senza pensarci,

senza neppur domandare al compagno se la vo-

leva.

Alessandro s'accorse dell'atto e grid

Dammi
la

quella sigaretta

prima volta in vita sua Piero si sent rimescolare il sangue ed ebbe l' impulso improvviso, selvaggio, di negare, di resistere con tutte le forze di dir no sue, con tutta la sua persona subitamente irrigidita. E disse di no e colla mano respinse la mano dell' altro che non dubitava di resistenze. Alessandro fu talmente sconvolto e stupito da quel no violento e impreveduto che rest senza parola incredulo e nonostante irritato. Torn alla violenza e
Per

Piero digrign denti e


s'

si

accese in volto di pallido che

era fatto.

Alessandro

lo

preg

sua preg un altro


giuri.

uomo

per prima volta vita preg con accenti nuovi,


la

in

lo

con parole commosse, con nuovi ed eloquenti scon-

Non
il

gi per la sigaretta, per quella vile sigaretta,

per quella presa di tabacco dentro una carta velina,

ma
per

per
il

principio, per

il

prestigio, per la tradizione,

rispetto della sua volont.

Ma

Piero non

si

commosse n
si

si

smosse. Tutta la

sua esistenza vergognosa

ridrizzava in lui e mille


i

fruste gli arrossavan la faccia e gli indurivano

mu-


scoli.

I72

di

disse di

no e ripet

no

e accese la sigaretta

con aria di provocatore. Allora Alessandro lo minacci di morte e nulla Finalmente scese a patti and al sodo. Offr denaro, eppoi denaro e sempre pi denaro. E Piero diceva

di in
n'

no

fumava. E quando la sigaretta fu quasi tutta cenere gli butt innanzi la cicca fumicante e se
e
Il

and.
giorno dopo Piero ricominci la solita vita. Gli

capit una donna,

una signora che nessun uomo pi


il

voleva soddisfare, per quanto non fosse n brutta n


vecchia. Piero, fissato
prezzo,
si

rec da

lei

si

comap-

port da valoroso amante. Pochi giorni dopo


parirono
bile.
i

gli

sintomi d'una malattia orribile e irrimediaTutti quanti lo lasciar on solo, e per pi mesi
la

men
simo.

sua vita schifosa e dolorosa in fondo a un

letto,

assistito

da un infermiere ben pagato

ma

sgarbatis-

Ma un

giorno apparve, senza che nessuno

1'

aspet-

tasse o potesse

immaginarlo,
s'

1'

altro,

Alessandro.

Da

quella volta
feroce

due uomini

eran separati.
il

Ma

ora nel

solitario

era tornato

pensiero

dell' altro

di colui che e per cos

aveva osato resistere e poco per dieci boccate


:

sfidar la
di
gli

vendetta
!

fumo

un'

am-

mirazione inconsapevole e oscura

era nata dentro

ed era cresciuta e ora non aveva pi potuto resistere ed era venuto, lui, 1' egoista perfetto, a rivedere il
ribelle,

ad

assisterlo,

a salvarlo. Gli
tutto

si

mise attorno,
figliuolo

lo cur, lo carezz, lo nutric

come un
il

sacrific tutto

stesso,

suo tempo

gli

e la


sua stessa ed essendo
vita.

173
il

di Piero gli
s'

Infatti

male

attacc

men

preparato ne mor in poco tempo.


e

Piero, invece, alla peggio guar e anche oggi, per

quanto vecchio
lo

malandato, a disposizione di chi

vuole.

E
i

se

a qualcuno preme saperlo ha ribas-

sato anche

prezzi.

g'

inconvenienti del buon cuore

16

Pioveva e mancava un minuto solo a mezzoPioveva in crescendo ed ero senza ombrello. Pioveva 1' acqua freddicela d' ottobre e il mio cuore era duro e freddo come i rettangoli di pietra della piazza che traversavo. Tutte ragioni che dovevano
giorno.

farmi
gioni

continuare

per

la

mia

strada,

che

dovevano

sconsigliarmi ogni pedinamento.

Ma

tutte quelle ra-

non vinsero lo sguardo pregante di quella piccola ragazza che m' incroci. Se dicessi eh' era bella diminuirei enormemente il valore del mio atto. Ma non voglio neppure svalutare il mio eroismo affermando eh' era addirittura brutta. Era giovane diciannove anni, credo. Era pallida ma il suo pallore non era interessante. I.ineamenti regolari ma chi possiede le regole dei lineamenti ? Magra non mi dispiace. Occhi di venere, lunghi lunghi, appena socchiusi, un po' velati non sono affatto comuni. Insomma, per un collezionista, sopportabile. Io, per, non sono un collezionista. Eppure lo sguardo uno sguardo per traverso, che si di quella ragazza. mi fece voltare. Riraccomandava proprio a me masi fermo un momento, senza decisioni appropriate.
immediate
e persuasive
: :
:

finii

col tornare indietro e seguirla.


*

78

Chi era
i

Non
1'

certo

puliti scrittori,

turpe
aria
il

Non aveva n
che
si

una di quelle che fanno, secondo commercio del loro corpo. ne la faccia n il vestito di una
col letto.

guadagni

pane

Aveva in testa una cupolina di velluto nero recinta da un nastro color zabaione. Addosso un tailleur biin piedi un paio di scarpe gio modesto e riservato gialle senza segni particolari in mano una borsetta
;
;

di pelle tutta martoriata

da ghirigori

d' oro antico.

non languida, non dolce, non amorosa ma che riassumeva nel lampo d' un attimo tutta una confessione di tristezza,, di abbandono, di speranza moribonda, di nostalga del non accaduto Si vedeva tanto bene che nessuno s'era mai avvicinato a lei. Si sentiva tanto bene che nessuno 1' aveva corteggiata, seguita, assediata, amata e che
il

Ma

suo sguardo

Quel!' occhiata

nessuno, neppure quel giorno, la corteggiava, la seguiva,


1'

assediava e

1'

bito, per evidente intuizione,

amava. Essa mi apparve sucome la donna che nessceglie,

suno guarda, che nessuno


dera.

che nessuno desiSoltanto per


volli farle credere

soltanto per questo


seguii.
1'

mi

voltai.

questo la

Soltanto per questo

che qualcuno

aveva finalmente notata neh" immensa

processione di donne e di ragazze che due volte al giorno

traversa la citt. Soltanto per questo e non per altro.

Per semplice buon cuore. Per un moto improvviso di altruismo. Nessun motivo sessuale, nessun secondo
fine fu in

me

in quel disgraziato
fino
all'

momento.
la

Feci

il

mio dovere

ultimo. Seguii la cupola


folla

nera e gialla del suo cappello attraverso

che


si

i/9

sotto

precipitava verso

le

colazioni e le trattorie,

l'acqua che seguitava a venire, presa da una frenesia


d'

annaffiamento forzato.

Mi

liberai

dalle

biciclette,

sfuggii alle automobili, traversai le

file

delle carrozze,

urtai pi d'
e

un padre di famiglia col giornale in mano soltanto un enorme barroccio a due cavalli carico
fermarmi per pochi

di rotoli di carta fu capace di

condi.

E come

unica ricompensa di tanta fatica

di tanta
il

umidit

se-

l'

ignota voltava di tanto in tanto


:

suo pallido viso pauroso

pauroso per
si

io fossi

andato

via.

Ma come
i

paura che trasformavano di cento


la
!

metri in cento metri


piacere, timore
;

suoi occhi di venere


;

Sorpresa,

meraviglia, gioia, paura


:

stupore, en-

tusiasmo,

terrore. Magnifica riprova


!

era davvero la

prima volta
buia

la povera figliola volt in una strada ben famata e penetr in una porta lasciandomi come ultimo premio uno sguardo pi lungo, accompagnato da qualche macchia di rosso su per le

Finalmente

ma

guancie.

Andai finalmente a casa, tutto contento della buon' azione compiuta e mangiai pi del solito ef:

fetto
quillo,

del

ritardo

dell'

eccitamento
la

E
e

vissi
dell'

tran-

convinto di aver fatto

parte

obbligo

mio

e sicuro che tutto fosse finito tra

me

lei.

i8o

E
nel

invece non era finito nulla. Pass un tempo in-

determinato

tre settimane

un mese

e
il

mezzo

quale altre buone azioni lavarono

ricordo di

quella del giorno di pioggia.

Ma

a mezzogiorno, proprio sulla


coti
il

una mattina, proprio medesima piazza, riecil

solito cappello,
lo

il

solito viso,

solito sguardo.

Specialmente
quei poveri

sguardo. Quanto dovevano aver pianto


alla

occhi

giapponese

che

occhiata
di di

magnifica mi
sorpresa,

dettero in piena faccia.


di

un guizzo rimprovero. Aveva


povera
figliola ?

piacere una battuta lunga

Un lampo
di

forse
?

un

diritto su

me

quella

Digi

Per averle fatto un po' di

bene

Eppure non potevo respingere e disprezzare m' ero impegnato, in certo modo. Le buone azioni non si fanno a mezzo. Dopo averle dato una speranza non potevo ammazzargliela brutalmente ad un tratto. Bisognava sacrificarsi un altro
?

quel rimprovero

poco.

la seguii

anche quel giorno

tanto pi che

non pioveva.
giorno dopo, cinque minuti prima di mezzogiorno, ero l sulla piazza ad aspettarla. Non potevo farne a meno. Dovevo per forza darle l' illusione che il mio
Il

amore prometteva

d' esser

costante.
le

La

seguii

cos

medesime strade, divent accompagnatura Codesta ora. alla medesima delle vermut il come per me una specie di abitudine, undici e mezzo. Io non mi divertivo abbastanza ma lei
parecchi giorni, regolarmente, per

era tanto felice

suoi sguardi quando

i8i
1'

si

voltava

non eran pi

affogati

nella nebbia della malinconia

ma
Il
Il

luccicavano

attraverso

umidore

dell'

emozione.

suo passo era pi elastico,

il

suo petto pi sporgente.

viso divenne pi animato,

meno

pallido.

Anche

il

vecchio cappello fu cambiato con un altro pi elegante,

con una piuma bianca che dondolava dietro per conto


suo come se non
nere e lucide
vetrine.
le

appartenesse.
quelle che
si

le

sue scarpe erari


la

come

vedon

sera

nelle

Per molti giorni


discreto

il

come

quello d'

passeggiata quotidiana
e in

mio finto amore fu tacito e un novizio. Consisteva in ima


sette minuti d' orologio
eh' eran

quei

tanti

sguardi

necessari

per non

perderla di vista fra la gente.

Ma

capivo che non po-

tevo
bene.

fermarmi
e
le

qui.

speranze

avrei
stessa

La mia

Smettendo avrei distrutto le sue fatto, alla fine, pi male che dignit di maschio mi ordinava
la

di abbordarla.

Dovetti decidermi a questo passo pe:

noso un sabato mattina

me

e per

lei,

avrebbe prolungato troppo

domenica, vacanza per il suo proba-

bile supplizio.

Mi

feci forza e
il

quando
il

fu sulla soglia

di casa sua allungai


di
lei

passo ed entrai nelT uscio dietro


cappello.

Vorrei (rossore Lei mi conosce, credo. sar gi accorta che (turbamento non nascondibile). Mi dica dove potrei vederla Stasera, Sulla piazza.
parlarle....

facendo viste di levarmi


di

lei).

Si

io...

sola....

alle sei.


sulla

182

Era una
di quelle datti-

Accennai un' altra scappellatila e andai via. La sera, finalmente, ebbi qualche notizia positiva

mia povera

beneficata.

lografe che insieme agli chauffeurs, ai telegrafisti e agli

operatori di cinematografi formano

una

delle

pochis-

sime

classi

moderne

della nostra vecchia citt.


;

Aveva

viveva col padre solo e non aveva mai amato ; e aveva una deplorevole ammirazione per i romanzi di Matilde Serao e per le poesie di Remigio Zena. Il seguito s' indovina. Non potevo dirle la pura verit cio che avevo cominciato a seguirla per compassione e che continuavo a seguirla per compassione. Fortunatamente la mia capacit d' ipocrisia, che dall'et di dieci anni non ha fatto che svilupdiciannove anni e tre mesi

due

fratelli

pi piccoli

parsi,

mi

fu di grandissimo aiuto in

quest' opera di

beneficenza.
Riuscii a farle credere che
interi
1'

amavo

e per

due mesi
felice

sessantun giorno di magnanimit ripetuta e

rinnovata

feci

ragazza della
e che

citt.

di trentun giorni

quali Ma dopo due mesi uno che avevo fatto abbastanza


dei
sentii
il

di

quella poveretta la pi

non avevo, rigorosamente parlando,

dovere

di seguitare.

Non potevo

sacrificarmi di pi. Altri imil

pegni, egualmente gravi, richiedevano

mio tempo,

la mia bont e la mia fintaggine. Pensai a liberarmi da questa involontaria accattona d' amore alla quale

avevo gi fatto, secondo il mio parere, una troppa abbondante elemosina. Bisognava sbarazzarsene senza che soffrisse pi del bisogno, per non farle scontare
troppo crudelmente la beneficenza passata.

Ma come

i8 3

Non
tipo
l,

era facile, ormai, levarsela di torno.

Con quel
d'

che aspettava da tanto tempo un po'

amore,

non

e'

era voluto una gran fatica a eccitarla e a farle


lei.

credere eh' ero eccitato quasi pi di


ricorrere ai grandi mezzi,

Anche senza

anche senza essere un Valmont o un Casanova, ero riuscito anche troppo. E


indurmi a salir le scale per chiederla a suo padre mi aveva proposto di scappare insieme.... Non mancava che la famosa possessione , la suprema prova d' amore eppoi la buona
!

che furia

Aveva tentato

d'

azione sarebbe diventata un' azione cattivissima. Bi-

sognava assolutamente fermarsi.


s che fosse lei a disgume. Perci niente lettere; non pi passeggiate appuntamenti mancati manieracce sospetti offen-

Pensai, naturalmente, a far

starsi di

sivi
s'

e via discorrendo.

Non

ottenni nulla. L' infelice

me, teneva talmente primo e unico uomo che si fosse accorto di lei, che non e' era verso di farle lasciare la presa. N con le buone n con le cattive. Ebbi paura che fosse vero di lei quel che disse il signor Lepic della sua signora On meurt o elle s'attache . E allora ? Tutti gli altri mezzi energici e risoluera
al
:

talmente abbarbicata a

abbandono assoluto confessione della veriavevano l' inconveniente di essere amari e dolorosi per lei e per quanto non fossi per nulla innamorato mi dispiaceva affogare nelle sue lacrime le mie buone intenzioni di carit sentimentale.
tivi

t ecc.


Dopo
tre

i84

eli

o quattro settimane

tentativi

falliti

per costringerla

lasciarmi

dovetti

risolvermi,

con
fin

mia grande

umiliazione.,

a provare un espediente

allora scartato.

Per sbrigarmi in poche parole di que-

sto seccante episodio dir eh' io feci e dissi di tutto

per farle credere che non avrei mai potuto, per una

permanente e inguaribile, far la feliuna donna. Speravo che una confessione tanto umiliante (quanto falsa) avrebbe ottenuto
debolezza
fisica

cit

completa

d'

il

suo

effetto.

Nient' affatto.

Quella ragazza era,

al-

meno a meva il
tessi d'

discorsi,

una platonica convinta. Non

le pre-

lato

materiale

dell'

amore. Purch promet-

amarla in eterno essa era pronta a un' eterna

Era troppo. Mi tocc a cercar qualcosa d' alappena appena innamorato le avrei mandato una fiera lettera di congedo e chi s- visto s' visto. 11 mio dolore mi avrebbe fatto passar sopra al suo. Ma nel mio caso non potevo maledetto 1' altruismo farla patire mentre io sarei rimasto
castit.
tro. S' io fossi stato
!

tranquillo.

tro.

Non e' Dopo

era pi che

una strada

passarla a

un

al-

aver fatto

la figura dell'

impotente dovetti,

per pura bont di cuore, far la parte di ruffiano. Ma dove trovare un uomo cos nullo che potesse innamorarsi di quella ragazza cos poco appariscente ? Cominciai a portarla, di giorno, nelle ore libere, ai caff

dove sapevo
che minuto.
schiava a

d' incontrar degli amici.

La

presentai, la

feci parlare, cercai di lasciarla sola cogli altri

per qualsi

Ma

nessuno, vedendola con me,


libera.

arri-

considerarla

Dovetti

far

capire


qualcuno
la

185

Ma
due o tre feci non ebbi fortuna.

mia

difficile

situazione.

persino delle proposte concrete.

Nessuno ne voleva sapere. Ero disperato. La storia cominciava a esser troppo lunga e la mia bont era
l l

per scoppiare in ferocia.

Meno male che quando meno me 1' aspettavo capit fra noi un ragazzone di diciott'anni, pi giovane di lei, principiante come lei, che cominci a guardarla
con una certa insistenza
fare
il

di

buon augurio. Invece


il

di

geloso lasciai fare. Anzi, vedendo che


e

ragazzo

non si scopriva, gli confidai in gran non amavo pi quella donna e che sarei stato felice se avesse trovato un nuovo affetto pi sicuro e pi nobile del mio. E per di pi l' invitai un giorno a fare una girata con me e con lei e a met strada li lasciai soli, adducendo un caso urgentissimo
aveva paura
segreto eh' io
di famiglia.
Il

giorno dopo scopersi dagli occhi di

lei

e di lui
!

che
paio

la

mia

liberazione

s'

avvicinava. Finalmente
pi grossolane delle
la successione.
Il

Un

di

sgarbatezze mie,

altre,

portarono a buon punto

giovanotto
signorina,

cominciava a innamorarsi sul serio e


tutta meravigliata di vedersi
e tutta superba
di

la

un altro uomo attorno questa nuova vittoria, ci stava.


lei

Ora che un secondo innamorato scendeva nel suo

mondo
per me.

desolato cresceva in
il

la

persuasione della

sua bellezza e scemava

suo ostinato attaccamento

Un
feci

bel

giorno,
il

quando tutto mi parve pronto,

finalmente

gran gesto.

i86

Tu ami Vittorio le dissi. Non lo negare. Mi sono accorto di tutto. Non voglio esser tanto ignobile da tormentarti colla gelosia n tanto cattivo da proibirti un' altra felicit. Io mi ritiro con molto dolore ma colla speranza che non maledirai la mia memoria.

Mi aspettavo per
che
esclamazione,

lo

meno qualche
tentativo
il

lagrima, qualdi

qualche

rattenermi.

Neanche per sogno.

fosse

ricordo della

mia conil

fessione d' impotenza o la certezza di aver pronto

successore la signorina
dichiar

non

si

commosse

affatto.

Mi

freddamente che apprezzava moltissimo la nobilt dei miei sentimenti e che mi rendeva la mia
libert
colla

speranza che

1'

avrei dimenticata.

ho dimenticata. E non potr dimenticarla mai. Ho saputo che ha preso finalmente


Io invece

non

1'

marito

quello stesso eh' io


di

le
:

procurai

che

quando parla

me
!

usa dire

Poveretto

Non mi

seppe comprendere

la

signora Antonietta

17

Dell' aver

fatto,

tra

il

1880 e

il

1890,

la

prima

amorosa in molte rinomate filodrammatiche era rimasto alla signora Antonietta 1' abitudine dei gesti lenti e delle occhiate seduttrici. Ora, accasata comodamente nel grosso capoluogo di circondario, padrona di una bottega polverosa di mode cui la saracinesca bigia tenuta un po' abbassata anche di giorno dava un ingaggiante aspetto cittadino ora, dopo tanti anni dai suoi trionfi nei drammi che non erano soltanto di Ulisse Barbieri o di Giuseppe Giacosa ma anche,
;

per combinazione,

di

Alessandro Dumas,

la

signora

Antonietta non poteva levare dal suo viso devastato


dalle passioni la

maschera tragica

delle colpevoli eroine

che tante volte erari cadute sulla scena per mezzo della sua persona. Se qualcuno entrava nella sua bottega
per chiederle un metro di nastro i suoi occhi ardenti parevano empirsi di meraviglia e il compratore sentiva la vergogna di esser l per cos poco. A una tale donna non si poteva chiedere che un po' d' amore

eterno o

1'

eterno oblio.

E quando

stendeva- la

mano


per ricevere
rispettoso o
i

190

s'

soldi

pareva che

aspettasse

un bacio

letta, d' estate,

in

effetto
ai

passione forse aggravata dal suo com diceva che mettesse una vemercio era Quando andava sue anche misticismo sempre buon chiesa perch scendeva drammatico un lungo velo

il

singulto dell' ultima separazione.

La sua

il

velo. Si

alle

galline.

il

di

le

fino

piedi, un altro svolazzava sopra la spalle, un terzo,


le

nero e aristocratico,
azzurro
delicato,

copriva la testa e un quarto,

ma
le
si
il

quasi bianco a forza di esser distinto e

copriva

la

faccia.

appena entrata
attrici,

in

chiesa

buttava

sull'

impiantito per baciar la terra

bench

suo bacio, come quelli delle

rimanesse

a mezz'aria con uno schiocco sonoro. Poi s'accostava

a lenti passi verso l'altare

s'
;

inginocchiava maesto-

samente vicino
col

alla
;

balaustra
si

baciava
s'

la

balaustra
si

suddetto sistema
;

alzava,

inchinava,

rivol-

tava indietro
verso
i

s'

inginocchiava nella panca e


1'

attraeffetto
il

veli

suoi occhi spiavano sull' uditorio

della sua entrata finche


1'

non tornavano verso

bel-

uomo barbuto
sua

che mostrava nel quadro

dell' altare

accademia ben disegnata d' una bianchezza rialzata ancor meglio del cencio blu che sostituiva la foglia di fico tra 1' ombelico e le coscie. E i suoi occhi sembravan dire: Chi ti saluta com' io ti saluto? chi sa adoprare con te le migliori maniere ? Ma il misticismo elegante e drammatico della sila

gnora Antonietta era contrappesato senza discrezione da un uomo corto, sanguigno e riflessivo che non


si

iqi

primi
tempi,
di
esserle

vantava

pi,

come

nei

marito.

La

signora Antonietta non risparmiava nulla per


dell'

mettere

imprevisto nella sua vita e per ispirargli


semplice lettura della Nazione. Essa

emozioni pi rare e pi drammatiche di quelle che poteva


la
offrirgli la

aveva,

per esempio, la mana periodica di recitare morte filodrammatica. Saliva in camera, chiudeva le persiane e le imposte, accendeva quattro o
candele,
si

cinque

vestiva

tutta

di
si

bianco, spar-

geva
gli

fiori

a piene mani sul letto e poi


le

stendeva co-

mani giunte sul ventre, colle fattezze abbandonate di una morta di passione o di tubercolosi. Il marito, la prima volta, dinanzi a una tale messa in iscena cacci quei gridi soffocati e quelle esclamazioni incoerenti che sono di uso comune in siocchi chiusi,
mili casi. L' effetto era raggiunto
:

la

vecchia attrice,
il

trionfando,

si

alz per rassicurare e per baciare

suo
ri-

pubblico ancor lacrimoso.


pete troppo spesso

media una volta il mese, come il mestruo il marito, che ha gi il suo giudizio irremovibile su questa faccenda, sale in camera per non scontentar troppo la moglie, guarda se nulla manca, raccatta un fiore, sorride paternamente ed esce di casa

Ma

siccome

la

scena

si

in

col sigaro acceso, pi allegro del solito.

E
il

pensa che dovr risparmiarsi

le

forze

per fare

suo dovere anche quella sera.

buono a

tutto

18

Serafino penetrato sei mesi fa in casa del professore con dei vaghi pretesti che nessuno

Siccome accanto
venti piante e
diniere Serafino
gli
il

alla casa e'

pu ricordare. un pezzo di terra con professore non pu pagarsi un giar offerto di pulire
i

s'

viali e di

potare

alberi.

Hanno cominciato
pestre

col

dargli

un

po'

in cucina assieme alla donna.

Ma

finito
i

il

Serafino

ha cercato

in

tutti

da mangiare lavoro cammodi d' esser


i

utile alla famiglia. S' offerto per contrattare coli' or-

tolano e per andare alla barriera a comprare


nali.

gior-

Poi ha fabbricato una carriola per


i

ragazzi ed

ha messo la rete di fil di ferro perch polli del vicinato non vengano a dar noia al professore. A poco a poco diventato come di casa e ha chiesto di poter alloggiare a terreno in una specie di stalla superflua di cui la famiglia non sa che farsi. Ogni tanto la signora gli d cinquanta centesimi e una lettera da portare e non e' verso che torni prima di sera. Ma. Serafino un uomo prezioso che si rivela a poco a poco.


La
plici

196

e allora
i

signora

s'

ammalata

ha fatto sapere,
segreti dei

colle sue frasi brevi, eh' egli


e

conosce
coi

degli

antichi
al

ricettari

quali

semha guarito
trova n

molta gente,
tasso ne
si

suo paese.

parla con sicurezza di

grasso di tasso e di erba campana. Se


il l'

non

si

erba non risponde di nulla.

tre giorni
infallibile

ricorda d'
gli

un

altro segreto, di

Ma dopo un rimedio

che

Patellini. Egli afferma

ha confidato nel 68 un certo professor arditamente la celebrit di questo

professore

che

nessuno di noi conosce.


le

Ma

la signora

guarisce e allora, per giustificare la sua presenza, an-

nunzia che preparer


silenzioso
si

legna per

l'

inverno. Piccolo e

aggira nel bosco della villa in maniche

di camicia e riesce a riempir di fascine

toscala.

Potranno
la

farci

il

un intero sotfuoco almeno una settimana.


finita.

Parrebbe che
Egli
si

sua missione fosse


al sottoscala

Nient' affatto.
la porta e di-

accorge che

manca

chiara che

una porta
si

assolutamente necessaria se
le

vogliono tener asciutte


Serafino
1'

legna.

accinge coraggiosamente a fabbricare


le

uscio.

Spezza

vecchie casse, sega


dalla
ci

le

scatole pi

inservibili,

inchioda

mattina

alla
beli'

sera

alla

fine della

settimana

mostra un

uscio fatto di

quaranta o cinquanta pezzi ma di cui egli garantisce la solidit. Aggiunge che, per conservarlo, bisogner dargli una mano di vernice. Serafino s' incarica anche
della verniciatura e

Ormai non

si

stacca pi dalla casa

ne viene a capo in tre giorni. lo si vede a


:

un tratto traversar le stanze a passo^di lupo come se non volesse farsi vedere. Ora prepara i fiori d' in-


verno nei
guardia
fatto
ai

197

fa la

vasi,
fichi

accomoda
e aiuta la

la scala del terrazzo,

donna a

far la conserva.

Finalmente
il

egli fa

sapere che in giovent, dopo aver


il

contadino e

guaritore,

ha

fatto anche

1*

an-

tiquario.

E ha
s'

trovato delle cose magnifiche nelle case


il nome perch i birtroppo hanno preso tutto per

lontane di cui non vuol dire


banti di cui
loro e ora
si

fidato

trova senza pane n tetto mentre potrebbe

fare

Dio vuole, per quanto gli antiquari abbiali fiutato e girato, non hanno preso ogni
il

signore.

Ma

se

cosa.

Ci

sono ancora, lontano lontano, in posti che


conosce, degli oggetti meravigliosi che potrebi

lui solo

bero farlo signore. Gli offriamo


gio.
s'

quattrini per

il

viag-

Ma

Serafino, dignitoso e
ai

commosso, risponde che


e

affezionato

bambini

che

gli

dispiacerebbe

troppo di lasciar
legno perch
s'

la signora.

va
il

in cerca di

un
all'

po' di

accorto che

professore

avrebbe

bisogno di una panca per stare a leggere


del

ombra

marron

d' India.
al

accanto

marron

d'

India

ci

starebbe bene una

pergola

eppoi

bisogner

ritingere le colonne della

terrazza....

Serafino industrioso e tenace.

il

signor Gi

19

Le mani
molto
usati.

grinzose, di gi, del signor Gi son distese

sulla tovaglia

come due guanti

gialli

un

po' sudici e

Una
si

di

queste mani, dopo uno


col Celeste
allegro.
i

scatto
il

del polsino,

avvicina alla mia destra. Ecco

mio

primo contatto carnale gnor Chi non punto


che quei vestiti non sono
sta per
e
il

Impero. Ma il sivede troppo bene suoi per quanto fatti appoSi

lui.

Il

tubino tende a scendere sugli orecchi


i

colletto a salire verso

medesimi. La giubba

si

vergogna

di verde.

pepe appena spruzzato Tutto troppo largo anche le scarpe nere che sembrano nascondere dei piedi gi comodamente
del suo colore sale e
:

calzati.
Il

signor Gi ha lo sguardo di chi

s'

aspetti

ad ogni

momento

d' essere arrestato. Egli guarda ansiosamente

fuori dei vetri

come
di

se

ognuno
la

di noi gli fosse nemico.


di
far

la

sua bocca tenta continuamente

sparire

con un sorriso
soli

bambino

piega dolorosa dei suoi

labbri screpolati.

a forza di

il mio amico lo riconla su-a faccia riben disegnati simboli

Per quanto


mane ostinatamente
l'

202

Gli

nostalgica.

chiedo se studia

italiano.

Oui

mi risponde,

arrossendo

j'ai

une mai-

tresse.

Ed io non
s'

oso indagare, per paura di turbarlo troppo,

egli

ha una padrona, una maestra o un' amante.

il

povero esemplare

20

mezzogiorno sonato, in cima


colla

al

ponte, lo vidi

camminare davanti a me ha nulla da perdere.


I

sicurezza di chi non

piedi senza calzerotti

duravano un po'

di fatica a

strascicarsi dietro le scarpe a elastico, sbarrate e sboccate,

che in

altri
I

tempi avevan calzato


col

di certo

un uomo

fuor di misura.

pantaloni color sudicio chiaro non arri-

vavano a combaciar
sconder
zoni
i

sommo

delle scarpe e la giacchet-

tina stinta e topposa, fatta a miseria,

non

riesciva a nai

ciondoli dello spago che teneva legati


cintola.
gialli bigi

cal-

alla

Sopra a una frangia spiovente di


e

cernecchi

neri

un cappelluccio

colla

tesa

bucata da tre o quattro antiche schioppiettate volgeva verso il cielo il suo cocuzzolo devastato e pietoso. L' uomo teneva le mani in tasca e andava innanzi
superbo senza guardare n a destra n a
Allungai
verso
di
il

sinistra.

passo per vederlo in viso.


il

Ma

non

c'era

scoprire, tra

fitto

pelame che

lo

copriva
e stanco

dalla fronte al mento,


di
si

che lo sguardo
1

fisso

sopraccigli selvosi due occhi da can bastonato. univano insieme e si ricongiungevano ai capelli la
;

2o6

barba saliva su fin sopra agli orecchi i baffi ricoprivano quasi la bocca insomma tutto il viso era pelo. e credo di non avere sbagliato che Mi parve quell'uomo avesse una gran miseria e mi venne l'idea

improvvisa di dargli qualcosa. Tirai fuori di tasca una


lira e

avvicinandomi

gli

dissi

11

Lei forse ha bisogno di

qualche soldo. Tenga.

povero misterioso mi guard appena, agguant


la
lira

in furia

rimesse subito la

senza un gesto di ringraziamento.

mano in tasca Non s'era fermato

neppure un

attimo

continu la sua strada collo

stesso passo e la stessa superbia di prima.

mi piacque infinitamente non non aveva rinaveva ch esto non aveva rifiutato graziato. Non c'era dunque in lui n avidit, n sfacQuel disgraziato
: ;
:
;

ciataggine, n vergogna, n suscettibilit, n servilit.

Era
pari

finalmente quel
!

del

genio, tutti

borghesi

povero esemplare che, alla dell' universo hanno

paura

d' incontrar sulla

loro strada.

INDICE
1.

intervista
la
il

con uno spirito

Pag-

2.
3. 4. 5.

conquista delle nuvole

nemico del sonno


legge contro
i

19 29

la

poeti

la rivolta dei ragazzi la

....

41

8.

riforma de! galateo


niente

7.
8.

l'eroe del far


il

53 65
75

genio satanico

9.

l'astemio

87 97

10. 11.

uno scherzo Noemi e Milano

ni
123
137

12. la gatta pensante 13. Nein ladro 14. legittima


15.
l'

difesa

T53
165

intervallo del no

16. g' inconvenienti del

buon cuore

175

17. la signora Antonietta


18.

187
193

buono a
il

tutto

19. 20.

signor Ci

199

il

povero esemplare

203

PLEASE

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UNIVERSITY

OF TORONTO

LIBRARY

PQ
835 A27B8 1914

Papini, Giovanni Buffonate

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