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Fatto pervenire al Ministero della Difesa nell Agosto del 1996

Al Ministero della Difesa Gruppo di Studio sugli Oggetti Volanti Non Identificati

Progetto di Ricerca sulla Misurazione Strumentale di Oggetti Luminosi nella Bassa Atmosfera a mezzo di Sensori Radar-Guidati
Dr. MASSIMO TEODORANI Osservatorio Astronomico di Capodimonte Via Moiariello 16 - I 80131 Napoli E-Mail: TEODORANI@astrna.na.astro.it

Sommario
Vengono qui presentate le linee principali di un progetto di ricerca il cui scopo quello di tentare di misurare con lausil io di strumentazione opto-elettronica di derivazione militare il maggior numero possibile di parametri fisici relativi al fenomeno UFO. Con tale progetto si intende accertare, applicando nel modo pi rigoroso possibile il metodo scientificogalileiano, lesistenza del fenomeno UFO come entit autonoma per poi successivamente misurarne tutte le caratteristiche di interesse. Lesistenza di strumentazione militare ampiamente collaudata vertente su apparati di inseguimento per la guida di missili antiaerei e di cannoncini a tiro rapido fornisce la base per lapprontamento di una piattaforma dedicata in cui lo strumento difensivo verrebbe sostituito da apparecchiature per la misurazione della radiazione su un intervallo di lunghezza donda che va dal vicino infrarosso al vicino ultravioletto. Tale piattaforma, per la quale si richiederebbe un alto livello di mobilit e di operativit verrebbe installata nelle varie zone della penisola italiana interessate con una certa ricorrenza sia temporale che spaziale dal fenomeno UFO. La raccolta di dati in tempo reale e la loro analisi consentirebbe di conoscere con precisione la natura del fenomeno e conseguentemente di accertare con un alto livello di accuratezza la pericolosit o meno del fenomeno per la popolazione. Infine, l analisi dei dati porterebbe ad un ampliamento delle conoscenze della fisica che sta alla base del fenomeno, permettendo cos di studiare ed eventualmente riprodurre in laboratorio una forma di energia la cui comprensione da almeno 5 decenni sfugge alla comprensione degli scienziati fisici.

Introduzione Il cosiddetto Problema UFO sta da 50 anni appassionando le punte pi irrazionali e acritiche dellimmaginario collettivo, ostacolando gravemente ogni serio tentativo di ricerca che vada ben oltre

la semplice intervista ai testimoni. La scienza fisica attende solamente prove, prove che possono essere ottenute solo ed esclusivamente con misure concrete del fenomeno. Ci pu essere fatto in 2 modi: 1. Analizzando le tracce lasciate al suolo dal fenomeno. 2. Misurando la radiazione del fenomeno al momento stesso e per tutto il periodo in cui il fenomeno stesso appare. Nel primo caso si gi agito e si sta agendo con una certa concretezza e si giunti alla conclusione che il fenomeno in grado di produrre microonde capaci di riscaldare fortemente il terreno e di cancellare ogni traccia di vita vegetale nei dintorni della zona interessata; purtroppo da ci si ottiene solamente una vaga idea di cosa possa essere il fenomeno ma non si giunge alla comprensione del fenomeno al suo apparire in tempo reale e nella sua variabilit dinamica. Nel secondo caso si anche agito ma con notevoli limiti per quanto riguarda la completezza sia della copertura in lunghezza donda che delle procedure di misura. Nella fattispecie sono state effettuate misurazioni in zone del mondo in cui il fenomeno appare in maniera ricorrente e multiforme, in particolare nella valle di Hessdalen in Norvegia (Project Hessdalen), nel deserto dellAustralia (Project Hessdalen) e in USA (Project Identification e Project Starlight). Nel corso di queste misurazioni, si potuto dimostrare che certamente il fenomeno esiste e che in grado di produrre un campo elettromagnetico registrabile con antenne connesse ad analizzatori di spettro a radiofrequenza, un campo magnetico talora pulsante registrabile con magnetografi triassiali che raggiunge intensit fino a 800 (1 = 1 nanoTesla) alla distanza di 100-1000 metri e infine una traccia radar ben definita: queste sono le uniche misure concrete a nostra disposizione. Tutto quanto riguarda il comportamento ottico del fenomeno stato analizzato qualitatitivamente (in termini di valutazione degli indici di stranezza e di qualita da parte di osservatori esperti) ma non quantitativamente, mentre misure nel vi cino IR e nel vicino UV sono assolutamente assenti. Inoltre manca totalmente un quadro della variabilit temporale del fenomeno mentre il fenomeno sotto sorveglianza: ci di importanza basilare, dal momento che una conoscenza di questo tipo di variabil it (che potrebbe assumere laspetto di una periodicit in varie forme) potrebbe fare luce sui meccanismi che animano il fenomeno, di qualsivoglia natura esso sia.

Piattaforma di Puntamento e Tracking Sulla base di una conoscenza a titolo informativo nata dalla consultazione di un buon numero di articoli di rivista riguardanti tecnologie militari, si ritiene di poter affermare che il modo ideale per ovviare alle lacune descritte sopra consisterebbe nellutilizzare sistemi che da almeno 20 anni sono in uso presso le batterie antiaeree sia campali che imbarcate su navi. La ragione di ci sta nel fatto che si potrebbe disporre in questo modo di sistemi ad alta mobilit ed eventualmente alta modularit, le cui primarie caratteristiche sarebbero quelle di con sentire sia lallertamento (radar) che il tracking (radar, IRST, FLIR, telecamera o laser) del fenomeno. Assumendo di poter sostituire i missili terra-aria e i cannoncini a tiro rapido con sensori multi-frequenza e multi-modo, disporremmo di un potente ed efficace sistema per lacquisizione di misure in tempo reale del fenomeno. Tali misure verrebbero scaricate in forma digitale su VCR, su cassette DAT o su CD ROM e successivamente analizzate con software opportuno. Apparato per la Misura della Radiazione
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Si assume che i sensori di misura, assolventi a varie funzioni e operanti in un ampio intervallo di lunghezze donda, siano asserviti agli strumenti di allerta e di tracking. Si ritiene che i sensori di misura debbano avere le seguenti caratteristiche:

Misuratori fotometrici dello spettro continuo.

In questo caso si utilizzerebbero una serie di filtri (U, B, V, R, I) che dovrebbero consentire di isolare le regioni spettrali di interesse, tipicamente da 350 a 1100 nm (visibile). Scopo di questi strumenti di verificare lo stato di ionizzazione del corpo luminoso assunto come plasma in cui radiazione e materia sono in equilibrio termodinamico: ci vale nel caso di gas atmosferici riscaldati ad altissima temperatura da una sorgente centrale di natura termica. La misurazione fotometrica pu essere effettuata in due modi: Misura di Fotometria Superficiale con Sensore CCD Ci ottenibile utilizzando rivelatori ad accoppiamento di carica, nella fattispecie sensori CCD (Charge Couple Device), che hanno la caratteristica di raccogliere i fotoni provenienti dallintera superficie radiante di un oggetto luminoso, su una matrice di pixel fotosensibile (si possono utilizzare matrici fino a 2000 x 2000 pixels con dimensioni del pixel di circa 0.5 m). Questa tecnica non e altro che un mezzo elettronico per fare fotografie, dove al posto della pellicola si utilizza un sensore fotosensibile. Questi strumenti, a differenza dellocchio o della lastra fotografica, hanno la caratteristica di avere una altissima efficienza quantica nel senso che il rapporto tra fotoni rivelati e fotoni incidenti estremamente alto, con picchi dellefficienza in bande precise (attorno a 500-600 nm) che raggiunge valori dell80%. La risposta dei CCD altamente lineare dai pi bassi (pochi centesimi di secondo) ai pi alti valori (alcune ore) del tempo di posa utilizzato. Queste due caratteristiche consentono di raccogliere e conseguentemente misurare la radiazione delloggetto luminoso utilizzando tempi di posa estremamente bassi, almen o 10-50 volte pi bassi di quelli ottenuti con la fotografia convenzionale: ci estremamente importante quando si tratta di misurare la radiazione di un oggetto che resta acceso in zona per tempi molto bassi. Inoltre la capacit del sensore CCD di distinguere zone di una data superficie a livelli di luminosit molto differenti (il range dinamico) talmente elevata da consentire di effettuare una specie di tomografia termica delloggetto luminoso: questa caratteristica tanto pi elevata quanto minore la dimensione del pixel fotosensibile e quanto maggiore il numero di pixels componenti la matrice. Gli unici svantaggi di questi strumenti sono che per ciascuna immagine acquisita si richiedono tempi piuttosto lunghi per la lettura e la memorizzazione (1 minuto, tipicamente per grandi matrici di pixels, 5-20 secondi per piccole matrici di pixels) e viene occupato molto spazio nelle facilities di memorizzazione; ogni immagine pesante occupa tipicamente uno spazio di 1 Mb anche se in una cassettina DAT possono essere contenute fino ad oltre 500 immagini CCD. Misura di Fotometria ad Alta Velocit con Fotometro a Conteggio di Fotoni .

In questo caso una fotocellula presente in un fotometro a conteggio di fotoni consente di misurare con estrema precisione quanti fotoni vengono emessi da un centimetro quadro della sorgente luminosa nellunit di tempo. La luce del target viene fatta passare attraverso un piccolo diaframma ad apertura variabile. La misura in questo caso continua e viene effettuata usando specifici tempi di campionamento (da 1 minuto a qualche ora) e il tempo richiesto per lacquisizione di una singola misura (0.001-1 sec) e lo spazio di memorizzazione sono molto bassi anche se la misura ha il grosso svantaggio di non essere estesa a tutta l a superficie delloggetto emittente. Invece il grande vantaggio di questi strumenti quello di essere in grado di acquisire fotoni con grande rapidit, cosa che consente, soprattutto se la luminosit apparente delloggetto molto alta, di verificare con una elevata risoluzione temporale (fino ad almeno 0.001 secondi) se il fenomeno luminoso soggetto a variabilit o, addirittura, a pulsazioni che locchio umano o la lastra fotografica non sono in grado di registrare. Ci molto importante perch consent irebbe di sapere se lenergia luminosa proveniente da un oggetto a luminosit apparentemente costante, viene in realt emessa ad impulsi, di modo che dalla frequenza e dallampiezza dellimpulso sarebbe possibile risalire al meccanismo dinamico di irraggiamento e, conseguentemente, di riscaldamento. Misuratori spettroscopici dello spettro discreto

In questo caso occorrerebbe misurare la radiazione proveniente da un gas eccitato (gas solamente eccitato oppure gas parzialmente ionizzato con alcuni stati quantici solamente eccitati) da una sorgente termica: leccitazione determina tipicamente la formazione di uno spettro a righe che possono essere in assorbimento se un gas freddo viene riscaldato da una sorgente termica, oppure in emissione se si ha a che fare con un gas rarefatto e incandescente; in entrambi i casi le righe appaiono sovrapposte ad uno spettro continuo, dovuto ad una componente di ionizzazione, il quale riproduce una curva Planckiana il cui picco fornisce la temperatura delloggetto luminoso. La misura spettroscopica pu essere effettuata in due modi: Misura di Spettroscopia CCD a Bassa Dispersione con Prisma Obiettivo Utilizzando un opportuno dispersore della radiazione che pu essere ottenuto con un apposito reticolo o con un prisma, da applicare allobiettivo di una camera fotografica, si pu ottenere uno spettro della sorgente su un intervallo molto ampio di lunghezza donda dove per i dettagli di ciascuna riga spettrale eventualmente presente sono ridotti al minimo. Un vantaggio di questo tipo di misura spettroscopica che comunque possibile acquisire uno spettro di una sorgente luminosa utilizzando tempi di posa estremamente ridotti, dal momento che lampio intervallo di lunghezza donda consentito da un dispersore a bassa risoluzio ne rende la sorgente estremamente luminosa: ci utile quando si tratta di ottenere uno spettro di un oggetto luminoso la cui luminosit apparente sia abbastanza elevata e in cui, al contempo, si richiedano tempi di reazione estremamente rapidi prima che loggetto scompaia alla vista. Se loggetto si sposta in modo random nel cielo, uno spettro di questo genere potrebbe essere ottenuto dopo aver applicato un prisma di fronte allobiettivo di una camera fotografica accoppiata ad un sensore CCD: ne risulterebbe una serie di spettri prodotti da unimmagine mossa, se loggetto in rapido movimento, corrispondenti a tanti spettri dello stesso oggetto i quali in una fase successiva potrebbero essere sommati con opportuno software al fine di incrementare il rapporto segnale\rumore. Spettri di questo genere sono comunque utili per lidentificazione delle righe
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spettrali eventualmente presenti. Ci si aspetterebbe di rivelare righe di emissione prodotte prevalentemente da gas atmosferici (ossigeno, azoto) portati allo stato di plasma a causa di una sorgente centrale con caratteristiche sia ionizzanti che eccitanti. Comunque lutilit maggiore di un tale tipo di spettro consisterebbe nella possibilit di effettuare misure con un certa accuratezza sulla componente continua dello spettro: siccome lintero spettro continuo in tutto lintervallo di lunghezza donda deve raggiungere un picco ad una lunghezza donda precisa e poich il flusso misurato di radiazione dipende sia dalla temperatura che dalla lunghezza donda, possibile misurare con estrema precisione la temperatura della sorgente in esame. Le varie possibili configurazioni di temperatura dovrebbero riprodurre una serie di curve a campana (Planckiane), ben conosciute dalla statistica quantistica. Nel caso invece la curva rappresentata dallo spettro continuo non riproduca una Planckiana, ci si potrebbe trovare di fronte ad un meccanismo di emissione non-termica (come nel caso di una sorgente di sincrotrone ad alta energia, ad esempio) ben rappresentata da una curva con legge di potenza. Misura di Spettroscopia CCD ad Alta Dispersione con Reticolo a Fenditura In questi casi viene normalmente acquisito uno spettro su un intervallo molto limitato di lunghezza donda (20-40 nm) ma con un enorme mole di dettagli; se invece si utilizzano reticoli (grism) di tipo echelle possibile acquisire lintero intervallo spettrale utile, in cui lo spettro (tipicamente da 370 nm a 900 nm) viene ripartito in un certo numero di ordini ciascuno corrispondente ad un determinato settore di spettro dettagliato. La dispersione viene ottenuta in questi casi facendo necessariamente passare la luce attraverso una sottilissima fenditura, di spessore variabile. Spettri di questo genere, per i quali si richiedono necessariamente reticoli di dispersione (con un grande numero di scanalature) e una configurazione della camera (lunghe focali) specificamente dedicati, richiedono comunque tempi di posa che, nel caso di oggetti a bassa luminosit, possono risultare piuttosto lunghi per via dellest rema debolezza del segnale (risultante da questa modalit di dispersione della luce); il segnale verrebbe comunque registrato su un rivelatore di tipo CCD. Daltro canto questa tecnica consente di studiare con un notevole dettaglio la morfologia delle rig he spettrali. Nel caso dei fenomeni luminosi in esame, lo studio morfologico di una data riga spettrale consente di conoscere, ad esempio, se il gas che produce lo spettro attraversato da un forte campo magnetico: in questi casi la riga deve presentare i l fenomeno dello splitting Zeeman che scinde la riga in molte componenti differentemente polarizzate; dallentit dello splitting possibile determinare con precisione lintensit del campo magnetico in simultanea con una misura dei parametri termodinamici del gas. Righe spettrali cos ben rappresentate consentono, soprattutto, di determinare con precisione non solo il tipo di specie atomica che determina un dato stato eccitato del gas ma anche la quantit di atomi che concorrono alla transizione atomica allinterno del plasma: ci consente di determinare la densit del gas incandescente e, utilizzando apposite equazioni fornite dalla fisica atomica (Botzmann, Saha) possibile determinare anche la pressione e la temperatura del plasma. Buone misure ad alta risoluzione (dispersione) spettrale sono consentite principalmente nel caso di oggetti sufficientemente luminosi e che restino fissi per un tempo relativamente lungo oppure che abbiano una velocit angolare ragionevolmente bassa con basse accelerazioni o decelerazioni in modo che lapparato di tracking sia in grado di tenere il target per un tempo ragionevolmente lungo allinterno di una fenditura di dispersione, cos da consentire la raccolta di fotoni con un rapporto segnale/rumore accettabile. Comunque strumenti di questo genere sono relativamente pesanti (comunque molto meno di un container con missili) e richiedono una

meccanica particolarmente sofisticata (tale anche da ovviare a problemi di inerzia meccanica) per essere asserviti in modo ottimale ad un apparato di puntamento. Si assume naturalmente che gli spettri di entrambi i tipi siano registrati, analogamente a quanto fatto in fotometria, utilizzando camere CCD, le cui elevate qualit di efficienza quantica consentono di acquisire segnali con tempi di posa i pi bassi possibile: questo ovvierebbe in modo sostanziale al problema di acquisire spettri di oggetti a debole luminosit. Il format ideale di questi frames spettrografici consente di memorizzare immagini a forma di striscia che possono occupare nella device di memorizzazione uno spazio 5-7 volte pi limitato dei frames CCD ad immagine diretta; nel caso invece si usino reticoli echelle (uno dei modi per lalta dispersione) lo spazio occupato allincirca uguale a quello delle immagini CCD in modalit fotometrica. Si ricorda inoltre che una tipica cassetta DAT o un CD ROM devono contenere non solo immagini o spettri ma anche frames relativi al rumore interno (Bias) e alla risposta strumentale (Flat Field) del sensore CCD e infine frames relativi a spettri di laboratorio (ottenibili con lampade Elio-Argon o Torio) indispensabili per la successiva calibrazione in lunghezza donda degli spettri. Apparato per la Raccolta dei Fotoni

Si assume naturalmente che i sensori sia fotometrici che spettroscopici per poter essere utilizzabili, siano necessariamente connessi a strumenti specificamente dedicati alla raccolta dei fotoni: questi strumenti possono essere semplici obiettivi fotografici di varia apertura e focale (teleobiettivi e grandangolari) oppure piccoli telescopi (da 20 o 30 cm di apertura, del tipo Meade o Celestron ad esempio) con specchio a riflessione. Solo dopo che la radiazione viene cos raccolta, diventa possibile analizzarla con i fotometri e con gli spettrografi. A seconda dei casi, diventa preferibile utilizzare uno strumento di raccolta anzich unaltro. Nel caso di oggetti molto vicini caratterizzati eventualmente da elevata velocit angolare si tende a preferire la modalit a grandangolo, mentre verrebbe preferita la modalit telescopica nel caso di oggetti lontani ed eventualmente deboli in luminosit. Lobiettivo e il telescopio dovrebbero essere posti su un supporto rotante eventualmente cilindrico, e dovrebbero poter essere posizionati (via software) sulla camera CCD ad immagine diretta, sul fotometro a conteggio di fotoni, sullo spettrografo a bassa dispersione (collegato ad un suo CCD) oppure allo spettrografo ad alta dispersione (collegato ad un suo CCD), in tempi estremamente rapidi. Sensori operanti nelle Microonde, nellInfrarosso vicino e nellUltravioletto vicino

Entro i limiti imposti dallatmosfera terrestre, possibile monitorare un target in finestre di lunghezza donda molto strette al di qua (IR) e al di l (UV) del visibile. Nel caso dellIR vicino (da 1 100 a 3000 nm), possibile rilevare la presenza di un oggetto relativamente freddo e non visibile, sulla base della sua traccia termica. Sono disponibili sensori IR in grado di distinguere con buona risoluzione superficiale un target delle dimensioni di un metro alla distanza di qualche chilometro. Sensori di questo genere possono fare parte della stessa apparecchiatura di puntamento e tracking della piattaforma strumentale (come potrebbero esserlo gli strumenti IRST e FLIR): possono quindi essere utilizzati sia per il puntamento/tracking che per la misura della radiazione.

Stesso dicasi per il radar, nel qual caso lintensit della traccia pu assumere unimportanza notevole dal punto di vista fisico (oggetti di diverso materiale, o anche plasmi hanno una segnatura radar ben caratterizzata). Dal momento che lemissione nelle microonde, eventualmente correlata con lemissione IR, potrebbe fornire ulteriori importanti informazioni sui meccanismi di irraggiamento del fenomeno, sarebbe importante poter utilizzare anche un rivelatore di microonde accoppiato ad unantenna parabolica, che dovrebbe essere radar-assistita. Nel caso dellUV vicino (da 200 a 350 nm), che rappresenta la componente ad alta energia del fenomeno, si pu operare a brevi distanze, dell ordine delle centinaia di metri, per via del fatto che tale radiazione viene assorbita tanto pi efficientemente quanto maggiore la massa daria, la quale a sua volta aumenta con la distanza dal target. Misure di questo genere possono essere estremamente importanti, se lapposito sensore UV viene puntato verso oggetti molto vicini; inoltre tale misura, se di natura spettroscopica (bassa risoluzione), pu fornire quella parte dello spettro continuo in cui potrebbe trovarsi il picco della curva di Planck pr odotta dalloggetto e ci sarebbe di estrema importanza per la determinazione del limite superiore della temperatura. Analogamente, una misura IR potrebbe fornire una misura della temperatura nel caso che il picco della curva di Planck capiti al di qua del visibile. Si richiede che i sensori IR e UV, analogamente a quanto viene richiesto ai sensori operanti nel visibile prima descritti, debbano essere utilizzati sia per ottenere immagini che per ottenere spettri (tipicamente a bassa risoluzione).

Strumentazione ausiliaria non radar-assistita: Analizzatori di Spettro a Radiofrequenza e Magnetometri estremamente importante che le misure ottiche, IR e UV siano accoppiate a misure radiometriche e magnetometriche. Per fare questo occorre aggiungere alla piattaforma strumentale un analizzatore di spettro a radiofrequenza e un magnetometro. Perch lanalizzatore di spettro radio possa essere utilizzato occorre connetterlo con unantenna di tipo omnidirezionale (come, ad esempio, potrebbero essere una o pi antenne di tipo esagonale): in questo caso lanalizzatore potrebbe funzionare come un sensore di allarme. Precedenti misure (Project Hessdalen, Project Identification) hanno mostrato che la vicinanza di un fenomeno luminoso anomalo produce improvvisi balzi dellampiezza radio da 5 a 30 Db su unintervallo che va da 10 KHz a 600 MHz: questi picchi o spikes presentano talora caratteristiche oscillanti. Lanalizzatore di spettro radio funzionerebbe dunque sia come sensore di allarme che come detector per la misurazione di anomalie nel campo elettromagnetico, inoltre esso dovrebbe avere la caratteristica di misurare simultaneamente molte frequenze con una elevata risoluzione (1-30 Hz) e, per questa ragione dovrebbe essere del tipo multi-canale. In particolare, usato come sistema di allarme, potrebbe rivelarsi particolarmente utile per lallertamento e la conseguente accensione del radar di puntamento e di tutte le altre apparecchiature di misura radar-guidate. Il magnetometro invece, avrebbe il compito di misurare anomalie del campo magnetico locale vettorizzate su un asse Nord-Sud, Est-Ovest e verso lo Zenith. Precedenti misure (Project Hessdalen) hanno mostrato che la vicinanza di un fenomeno anomalo produce improvvisi balzi dellintensit del
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campo magnetico da 5 (5 nT) fino a 800 (800 nT), con caratteristiche evidentemente pulsanti e periodicit di pochi secondi. Per questa ragione si richiederebbe che il magnetometro debba avere caratteristiche di elevata risoluzione temporale. Allanalizzatore di spettro radio e al magnetometro si richiederebbe di poter effettuare misure sincronizzate con quelle ottenute dallapparato radar -guidato per la misura della radiazione (UVvisibile-IR). Stazione di Misura La stazione di misura risulterebbe in sintesi composta da: A. Un Apparato di Allarme e Misura EM rappresentato da unanalizzatore di spettro a radiofrequenza multi-canale connesso ad unantenna omnidirezionale. Esso avrebbe il duplice compito di allertare la piattaforma di puntamento e tracking e di misurare direttamente anomalie del campo elettromagnetico. B. Una Piattaforma di Puntamento e Tracking composta da un radar, un IRST, una telecamera ed eventualmente un telemetro laser. In pi il radar e lIRST funzionerebbero anche come strumenti di misura della radiazione. Il radar consentirebbe anche una misurazione istante per istante della velocit e della distanza del target. Il telemetro laser sarebbe particolarmente utile per affinare la misura della distanza istante per istante. In particolare, la conoscenza del parametro distanza e infatti di basilare importanza per associarlo alle misure apparenti della radiazione nelle varie lunghezze donda, al fine di risalire immediatamente ai parametri fisici intrinseci del target. C. Un Apparato per la Raccolta dei Fotoni costituito da un teleobiettivo, un grandangolare e un telescopio a riflessione, tutti posti su un supporto rotante. Questo apparato, intimamente connesso con lapparato per la misura della radiazione, sarebbe guidato dalla piattaforma di puntamento e di tracking. D. Un Apparato per la Misura della Radiazione comprendente una camera CCD ad immagine diretta, un fotometro a conteggio di fotoni, uno spettrografo CCD a bassa dispersione e uno spettrografo CCD ad alta dispersione, tutti o in parte operanti nellintervallo 200-3000 nm. Questo apparato sarebbe strettamente connesso allapparato per la raccolta dei fotoni. Lo stesso apparato dovrebbe comprendere anche un rivelatore di microonde connesso ad antenna parabolica anchessa radar guidata. E. Un magnetometro triassiale ad elevata sensibilit e risoluzione temporale. F. Un Apparato per la Gestione dellInformazione e la Presentazione dei Dati composto da alcune workstations del tipo Digital Alpha Stations (o similari) in grado di controllare lacquisizione dei dati nei vari modi e frequenze e schermi CRT o LCD per la presentazione delle immagini radar, ottiche, IR (falsi colori) e UV (falsi colori) e degli spettri, per la presentazione della traccia radio e della traccia a microonde e infine per la presentazione delle immagini provenienti dalla telecamera di puntamento. Strategie di misurazione A seconda dei vari modi in cui si presenta il fenomeno luminoso, si scelgono differenti strategie volte ad ottimizzare la misura, la quale deve essere mirata allotteni mento di un elevato rapporto segnale/rumore e di un grande numero sequenziale di immagini multifrequenza e multistrumentali per ogni target avvistato. E di estrema importanza che le misure eseguite con i diversi strumenti utilizzati
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siano eseguite simultaneamente, al fine di consentire uno studio accurato delleventuale variabilita temporale della radiazione del target. A titolo puramente esemplificativo si elenca qui sotto una serie di possibili strategie da adottare per la misurazione: 1.
IL TARGET E PUNTIFORME, VICINO, MOLTO LUMINOSO E AD ALTA VELOCITA ANGOLARE

Se la traiettoria del target random e con repentine variazioni dello stato di moto, viene effettuata spettrografia a bassa dispersione e successivamente vengono sommati gli spettri prodotti dallimmagine mossa. Se invece ciascun spettro esposto con S/N sufficientemente elvato si studia la variabilit rapida degli spettri. Se la traiettoria del target lineare e con piccole variazioni si tenta di effettuare spettrografia ad alta dispersione tenendo il target nella fenditura dello spettrografo a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Se la traiettoria del target lineare e con piccole variazioni si tenta di effettuare fotometria a conteggio di fotoni tenendo il target nel diaframma del fotometro a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Se la traiettoria del target lineare e con piccole variazioni si effettua fotometria superficiale, raccogliendo i fotoni preferibilmente con obiettivo grandangolare, utilizzando sensore ottico CCD e anche sensori UV e IR per evidenziare rispettivamente un eventuale nucleo ad alta energia ed un eventuale involucro a bassa energia (eventualmente correlato con emissione di microonde). Si effettuano misure simultanee con il magnetometro, co n lanalizzatore di spettro a radiofrequenza, con il radar e con lantenna per la rivelazione di microonde..

2.

IL TARGET E PUNTIFORME, EVENTUALMENTE VICINO, MOLTO LUMINOSO E A BASSA VELOCITA ANGOLARE O IN POSIZIONE FISSA

Si effettua spettrografia ad alta dispersione tenendo il target nella fenditura dello spettrografo a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Si effettua fotometria a conteggio di fotoni tenendo il target nel diaframma del fotometro a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento e si ricerca eventuale variabilit rapida del target. Si effettuano misure simultanee con il magnetometro, con lanalizzatore di spettro a radiofrequenza, con il radar e con lantenna per la rivelazione di microonde.. Si effettua fotometria superficiale, raccogliendo i fotoni preferibilmente a mezzo di teleobiettivo, con sensore ottico CCD e anche con sensori UV e IR per evidenziare rispettivamente un eventuale nucleo ad alta energia ed un eventuale involucro a bassa energia (eventualmente correlato con emissione di microonde).

3.

IL TARGET E PUNTIFORME, EVENTUALMENTE LONTANO, MOLTO DEBOLE IN LUMINOSITA E A BASSA VELOCITA ANGOLARE O IN POSIZIONE FISSA

In tutti i casi, si utilizza il telescopio per raccogliere i fotoni. Si effettua subito spettrografia a bassa dispersione. Si effettua fotometria a conteggio di fotoni inseguendo il target a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Si effettua eventualmente anche fotometria superficiale con sensore CCD inseguendo il target a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Si tenta di effettuare spettrografia ad alta dispersione utilizzando lunghi tempi di posa per tutta la durata del fenomeno e tenendo il target nella fenditura dello spettrografo a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Solo se il radar indica la presenza di un oggetto molto vicino (seppur debole) si effettua fotometria superficiale sia con sensore UV che con sensore IR per evidenziare rispettivamente un eventuale nucleo ad alta energia ed un eventuale involucro a bassa energia (eventualmente correlato con emissione di microonde).

4.

IL TARGET E PUNTIFORME, LONTANO, MOLTO LUMINOSO E A BASSA VELOCITA ANGOLARE O IN POSIZIONE FISSA

In tutti i casi auspicabile anche lutilizzo del telescopio come raccoglitore di fot oni al fine di verificare che la sorgente luminosa sia eventualmente costituita da un oggetto intrinsecamente esteso. Si effettua subito spettrografia ad alta dispersione utilizzando lunghi tempi di posa per tutta la durata del fenomeno e tenendo il target nella fenditura dello spettrografo a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Si effettua fotometria a conteggio di fotoni tenendo il target nel diaframma del fotometro a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento e si ricerca eventuale variabilit rapida del target. Si effettua fotometria superficiale con sensore CCD a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento, acquisendo immagini in sequenza al fine di misurare e memorizzare eventuale variabilit (non percepita dallosservatore) della superficie luminosa.

5.

IL TARGET E UN OGGETTO MOLTO LUMINOSO E CON UNA STRUTTURA BEN DEFINITA, VICINO E A BASSA VELOCITA ANGOLARE O IN POSIZIONE FISSA

In tutti i casi si utilizza il teleobiettivo (70-120 mm) come raccoglitore dei fotoni. Si effettua fotometria superficiale con sensore CCD inseguendo il target a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento e acquisendo immagini CCD in sequenza al fine di studiare la eventuale variabilit della luminosit isofotale e del gradiente radiale di luminosit del target. Si effettua fotometria a conteggio di fotoni tenendo il target (o zone diverse di esso) nel diaframma del fotometro a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento e si ricerca eventuale variabilit rapida del target. Si effettua spettrografia ad alta dispersione, acquisendo diversi frames ottenuti posizionando la fenditura dello spettrografo in punti diversi della superficie estesa delloggetto (a distanza crescente dalleventuale nucleo della superfice estesa delloggetto luminoso) e tenendo il target nella fenditura dello spettrografo a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Si effettua fotometria superficiale sia con sensore UV che con sensore IR per localizzare con precisione rispettivamente un eventuale nucleo ad alta energia ed un eventuale involucro esterno invisibile a bassa energia (eventualmente correlato con emissione di microonde). Si effettuano misure simultanee con il magnetometro, con lanalizzatore di spettro a radiofrequenza, con il radar e con lantenna per la rivelazione di microonde.. Si effettuano eventualmente anche misure gravimetriche e di radioattivit utilizzando appositi strumenti ausiliari da aggiungere eventualmente al set standard.

6.

IL TARGET E UN OGGETTO MOLTO DEBOLE IN LUMINOSITA E CON UNA STRUTTURA BEN DEFINITA, VICINO E A BASSA VELOCITA ANGOLARE O IN POSIZIONE FISSA

Si effettua fotometria superficiale con sensore CCD inseguendo il target a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento e utilizzando tempi di posa relativamente lunghi. Si effettua fotometria superficiale sia con sensore UV che con sensore IR per localizzare con precisione rispettivamente un eventuale nucleo invisibile ad alta energia ed un eventuale involucro esterno invisibile a bassa energia (eventualmente correlato con emissione di microonde). Si effettua spettrografia a bassa dispersione sia con sensore UV che con sensore IR, acquisendo diversi frames ottenuti posizionando la fenditura dello spettrografo in punti diversi della superficie estesa delloggetto (a distanza crescente dalleventuale nucleo della superfice estesa delloggetto debolmente luminoso) e tenendo il target nella fenditura dello spettrografo a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Si effettuano misure simultanee con il magnetometro, co n lanalizzatore di spettro a radiofrequenza, con il radar e con lantenna per la rivelazione di microonde..

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7.

Si effettuano eventualmente anche misure gravimetriche e di radioattivit utilizzando appositi strumenti ausiliari da aggiungere eventualmente al set standard.

IL TARGET E UN OGGETTO MOLTO LUMINOSO, PUNTIFORME O ESTESO, DALLE CARATTERISTICHE PULSANTI, VICINO E A BASSA VELOCITA ANGOLARE O IN POSIZIONE FISSA

Si effettua fotometria a conteggio di fotoni tenendo il target (alternativamente o sequenzialmente costituito dal nucleo o dalla parte esterna della superficie delloggetto) nel diaframma del fotometro a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Si effettua fotometria superficiale con sensore CCD al precipuo scopo di acquisire immagini in sequenza, inseguendo il target a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Questa misura, possibile solo se la pulsazione del target dellordine del minuto, ha lo scopo di studiare la variabilit della luminosit isofotale e del gradiente radiale di luminosit delloggetto. Si effettua spettrografia ad alta dispersione (eventualmente estesa allIR e allUV), acquisendo diversi frames ottenuti posizionando la fenditura dello spettrografo in punti diversi della superficie estesa delloggetto (a distanza crescente dalleventuale nucleo della superfice estesa delloggetto luminoso) e tenendo il target nella fenditura dello spettrografo a mezzo di tracking della piattaforma di puntamento. Inoltre si tenta di acquisire una sequenza di pi spettri posizionando la fenditura dello spettrografo nello stesso punto della superficie estesa delloggetto, al fine di rilevare variabilit temporale dei parametri spettroscopici (temperatura, pressione del gas, campo magnetico). Si effettuano misure simultanee con il magnetometro, con lanalizzatore di spettro a radiofrequenza, con il radar e con lantenna per la rivelazione di microonde. Si punta il telemetro laser dellapparato di puntamento al fine di produrre uneventuale interazione fotone fotone che determini una eventuale reazione (raddoppio della frequenza di pulsazione, totale spegnimento, insorgere di un regime a luminosit costante del target) da parte del target in fase di pulsazione.

8.

IL TARGET E UN OGGETTO MOLTO LUMINOSO E PULSANTE IN ALCUNI PUNTI DELLA SUA SUPERFICIE E CON UNA STRUTTURA BEN DEFINITA, VICINO E A BASSA VELOCITA ANGOLARE O IN POSIZIONE FISSA

Si effettuano le stesse misure proposte nel punto 7, avendo cura per di centrare il diaframma del fotometro a conteggio di fotoni, la fenditura dello spettrografo ad alta dispersione e il fascio del telemetro laser sugli spots illuminati delloggetto. Si effettua fotometria superficiale con I sensori UV e IR al fine di misurare rispettivamente la radiazione emessa dagli spots luminosi e la radiazione della parte scura delloggetto: in questultimo caso molto importante che il frame IR sia in grado di definire con la massima risoluzione superficiale possibile la conformazione della struttura scura del target

9.

IL TARGET E UN OGGETTO MOLTO LUMINOSO CHE TENDE A DIVIDERSI IN PIU PARTI E POI A RICOMPORSI

Si utilizza la telecamera di puntamento al fine di consentire in seguito unanalisi di ciascun singolo fotogramma (modalita a grandangolo). Si effettua fotometria superficiale con sensore ottico CCD e con i sensori IR e UV al fine di acquisire frames sequenziali dei vari stati di moto della configurazione multipla del target (modalita a grandangolo). Si effettua spettrografia a bassa dispersione del campo contenente il target multiplo ( modalita a grandangolo / prisma obiettivo). Nel caso si disponga di una seconda (o terza) piattaforma strumentale, dopo aver puntato ciascuna componente del target separatamente si tenta di effettuare spettroscopia ad alta dispersione, acquisendo il maggior numero 11

possibile di frames sequenziali di ciascuna componente del target. Si intende infatti verificare quali cambiamenti dello stato fisico delloggetto possano avere luogo nel corso del processo di scissione e ricongiungimento delle componenti del target.

10. IL TARGET E UN OGGETTO COMPLETAMENTE SCURO (CHE SI RENDE EVENTUALMENTE VISIBILE SOLO ALLA
LUCE DELLA LUNA), ABBASTANZA LENTO NEI MOVIMENTI, CIRCONDATO DA PLASMOIDI LUMINOSI

Si effettuano misure IR utilizzando la modalit a grandangolo, fino a che non si localizzano nel campo sia i plasmoidi luminosi che loggetto scuro (eventualmente invisibile ma individuato dal radar) Si concentra lattenzione sulloggetto scuro utilizzando la modalit a teleobiettivo del sensore IR e si effettua la misura Si effettua spettrografia IR a bassa dispersione utilizzando loggetto scuro come target principale, al fine di identificare il meccanismo fisico (termico o non-termico) con il quale ha luogo lemissione IR. Si effettuano misure simultanee con il magnetometro, con lanalizzatore di spettro a radiofrequenza, con il radar e con lantenna per la rivelazione di microonde. In particolare, il rilevamento di microonde eventualmente correlato alla traccia IR delloggetto scuro, potrebbe spiegare la formazione dei plasmoidi (che circondano loggetto scuro) come dovuta ad un eventuale meccanismo di propulsione prodotto dalloggetto scuro in grado di ionizzare laria circostante allo stato di plasma. Nel caso loggetto effettui un atterraggio, successivamente si prelevano campioni di terreno della zona interessata, intendendo confrontare leventuale effetto ionizzante a microonde sul terreno con lintensit delle microonde misurata dallapposito sensore mentre loggetto era in volo.

Questi esempi non sono altro che solo alcune delle possibili strade da adottare nel caso che una stazione mobile di misura dovesse essere stazionata in zone della penisola italiana interessata con ricorrenza dal fenomeno luminoso. Conclusione E al momento prematuro parlare di teorie che stanno al la base del fenomeno luminoso, dal momento che, nonostante il rigoroso formalismo con cui esse sono state formulate, nessuna delle teorie disponibili (quasi tutte tese a spiegare un fenomeno naturale di plasma) e, a parte pochissime eccezioni, fondata su veri dati strumentali, ma principalmente su dati testimoniali. Fatta la dovuta esclusione di miraggi di vario tipo oppure di erronea identificazione di fenomeni naturali o astronomici conosciuti, lestablishment accademico attuale favorisce soprattutto teo rie riguardanti la formazione di plasmoidi dovuta a vari fattori quali soprattutto la differenza di carica elettrica tra il terreno e latmosfera e la piezo-elettricita prodotta da stress tettonici. Alcuni ambienti della ricerca stanno lavorando comunque anche su teorie piu esotiche. Per queste ragioni, possono essere quindi utilizzate, in maniera assolutamente elastica, delle linee guida dettate dalle varie teorie proposte, che potrebbero essere di qualche utilita per il progetto del monitoraggio strume ntale, al fine di permettere una successiva dimostrazione o confutazione di dette teorie. Resta comunque il fatto che lacquisizione di dati strumentali, sulla base del rigore metodologico galileiano, ha lassoluta precedenza su qualunque asserzione teorica e che, in questa ricerca, non puo trovare spazio impostazione speculativa di alcun genere. Si sottolinea che solamente un atteggiamento tanto disincantato e aperto quanto scientificamente, tecnicamente e organizzativamente rigoroso, pu consentire alla scienza fisica di fare un consistente passo avanti nello studio della fenomenologia UFO e conseguentemente di fornire allapparato militare devoluto alla difesa del territorio, quelle informazioni indispensabili ad accertare la pericolosit o meno del fenomeno, qualunque cosa esso sia. Una eventuale pericolosit del fenomeno pu eventualmente configurarsi nei seguenti possibili scenari:
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Il fenomeno naturale e produce radiazioni nocive alle persone e alle apparecchiature tecnologiche delluomo (rete di computers, centrali elettriche e nucleari ecc.): la Protezione Civile viene informata sulle misure da adottare. Il fenomeno di natura tecnologica e la radiazione che produce, sottoprodotto di un meccanismo di propulsione sconosciuto alluomo e gestito da organizzazioni segrete oppure da altre intelligenze, estremamente nociva entro un certo raggio di interazione con lambiente: la Protezione Civile viene informata sulle misure da adottare. Il fenomeno di natura tecnologica e la radiazione nociva che pu eventualmente dare luogo contiene una componente che viene intenzionalmente prodotta da gruppi segreti di potere tecnologico oppure da altre intelligenze: lApparato Militare viene puntualmente allertato a difesa dei cittadini del territorio, ogniqualvolta il fenomeno si presenta.

Sia che il fenomeno sia naturale o che sia di natura artificiale, gli scienziati fisici si trovano di fronte una grande occasione in prospettiva: quella di studiare una potente ed efficiente sorgente di energia che, se imbrigliata e riprodotta in laboratorio, potrebbe far fare allumanit un passo avanti pari o superiore a quello fatto in seguito alla scoperta dellenergia atomica. Questo nellinteresse precipuo del benessere che deriverebbe per i cittadini del territorio, dalla scoperta e dal successivo utilizzo tecnologico di una nuova sorgente di energia.

Appendice : Importanza dei Dati Radar A prescindere dalluso specifico dellapparecchiatura radar che si e proposto di fare con apposita stazione di misura nellambito del monitoraggio dei fenomeni luminosi anomali, e bene ricordare che qualunque altro dato radar eventualmente registrato da normali stazioni di controllo (sia militari che civili) sia a terra che a bordo di aerei (sia militari che civili) e di importanza capitale per una migliore comprensione relativa al fenomeno UFO. Tre sono le principali ragioni, per cui la de-archiviazione di questi dati radar e importante: 1. I dati radar, soprattutto se acquisiti con continuita, possono fornire informazioni prezios e sulla cinematica del fenomeno. Queste informazioni sono: direzione di moto, tipo di moto, eventuale inversione di traiettoria, velocita, accelerazione, decelerazione, variazioni di quota, sparizione della traccia, ricomparsa della traccia, scissione in piu componenti della traccia, fusione di piu componenti in una sola traccia. In primo luogo linserimento di questi dati relativi ad uno specifico avvistamento in apposito software permetterebbe di ricostruire la traiettoria completa del target e consentirebbe di fare inferenze sulla natura delloggetto; ad esempio un confronto della traccia radar di oggetti anomali con le tracce di normali aerei (sia militari che civili) eventualmente vicini ad un target radar anomalo, potrebbe aiutare linvestigatore a capire se linterazione UFO-aerei e intenzionale o no e se qualunque eventuale cambio di traiettoria dellUFO radarizzato e o non e dovuto al caso. Inoltre il tipo di traiettoria (iniziata ad un tempo Ta e terminata ad un tempo Tb) e le condizioni di moto presentate dalloggetto, una volta controllate in forma di visione sintetica sullo schermo di un computer, potrebbero fornire informazioni sulle leggi fisiche che governano il fenomeno. Un tentativo del genere e stato fatto qualche anno fa in Belgio dal Prof. A. Messeen del Dipartimento di Fisica dellUniversita di Lovanio, anche se con scarso successo, poiche molti dati erano stati cancellati dagli operatori radar. 2. I dati radar, soprattutto se acquisiti con continuita, possono fornire informazioni a ltrettanto preziose sulle proprieta di riflettivita radar del fenomeno. Esse sono: intensita della traccia e sue variazioni nel tempo, dimensioni intrinseche della traccia (nota la distanza del target istante per istante) e sue variazioni nel tempo. Studiare questo aspetto dei dati e importante affinche i fisici, che conoscono le proprieta radar -riflettenti di
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varie sostanze, possano cercare di capire se loggetto radarizzato e un plasma oppure un oggetto concreto di materiale metallico, siliceo o plastico (ad esempio), oppure se esso ha semplicemente cambiato struttura o utilizzato degli artifizi tali da fargli cambiare la sua sezione durto radar. 3. Il fatto di effettuare un confronto analitico incrociato tra dati radar di tipo cinematico e dati relativi alla riflettivita radar, i quali potrebbero essere entrambi variabili, in un trend dinamico (per tutta la durata dellavvistamento di un dato target), potrebbe aiutare non poco a comprendere la natura del fenomeno. Cio dovrebbe valere sia per il singolo caso che per tutti i possibili casi analoghi ponderati in modo statistico. Per questa ragione e di fondamentale importanza che agli scienziati ad indirizzo fisico sia consentito di disporre di questo materiale. Perche cio avvenga, sarebbe auspicabile che qualunque traccia radar (meglio se radarvisuale) anomala, venga memorizzata dagli operatori addetti e successivamente messa a disposizione dei ricercatori.

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Breve Curriculum di MASSIMO TEODORANI Dopo aver conseguito la Maturita Classica, ho intrapreso studi astrofisici conseguendo l a Laurea (1982) e successivamente il Dottorato (1992) in Astronomia allUniversita di Bologna, con specializzazione in fisica delle stelle e della galassia. Mi sono occupato inizialmente di modelli teorici relativi allevoluzione idrodinamica delle supern ovae. Successivamente ho seguito, mantenendolo tuttora, un approccio sperimentale e interpretativo, osservando telescopicamente (spettrografia ottica e UV, fotometria) e studiando oggetti stellari di vario tipo (stelle eruttive a spettro avanzato, controparti ottiche di stelle binarie X-emittenti con compagno collassato, proto-stelle dalle caratteristiche eruttive e novae). Allo stato attuale lavoro con un contratto di ricerca presso lOsservatorio Astronomico di Capodimonte, effettuando investigazioni su vari tipi di stelle variabili dalle caratteristiche esplosive. Mi occupo anche da diversi anni dello studio scientifico sugli oggetti volanti non identificati, mantenendo produttivi rapporti di collaborazione con gruppi sia italiani che stranieri. Sono anche costantemente informato (da almeno 20 anni) sulle attuali tecnologie utilizzate dal mondo militare.

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