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la matrice 0 0 0 0 1 0 0
EA (i ), con k n.
4. la molteplicit geometrica di ciascun autovalore coincide con la sua molteplicit algebrica. La condizione pi facile da vericare anch A sia diagonalizzabile la quarta. Torniamo al nostro esercizio: troviamo gli autovalori di B , calcolando il determinante di B I e ponendolo uguale a zero: 2 1 0 0 0 2 0 0 B I = 0 1 0 0 0 0 1
det(B I ) = 0 ( )(2 )(2 )(1 ) = 0 ( )(2 )2 (1 ) = 0 Da cui otteniamo: 1 = 2 2 = 1 m=2 m=1 d =? d=1
Il terzo autovalore sarebbe . Si presentano quindi 3 casi: CASO = 1, 2 In questo caso avremmo 3 autovalori diversi e non importa che valore di , quindi per comodit poniamo = 0 e vediamo se B0 diagonalizzabile: 2 1 0 0 0 2 0 0 B0 = 0 0 1 0 0 0 0 0 In questo modo otteniamo (non serve rifare il polinomio caratteristico sulla nuova matrice, basta andare a sostituire il valore di nel risultato gi torvato allinizio) 1 = 2 2 = 1 3 = 0 m=2 m=1 m=1 d =? d=1 d=1
Dunque la matrice diagonalizzabile se la molteplicit geometrica di 1 = 2 2. Calcoliamo allora lo spazio nullo di B0 2I applicandovi lEliminazione di Gauss: 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 B0 2I = 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 2 0 0 0 0 Da cui capiamo che il rango della matrice 3 (tre colonne dominanti) quindi la dimensione dello spazio nullo, e quindi la dimensione dellautospazio, 1 (per teorema nullit pi rango). Questo vuol dire che la molteplicit geometrica 1 e non essendo uguale a quella algebrica (che era 2), possiamo dire che per = 0, ma in verit per = 1, 2 , la matrice B non diagonalizzabile. CASO = 2 Innanzitutto vediamo come diventa la matrice: 2 0 B2 = 0 0 1 2 2 0 0 0 0 0 1 0 0 2
In questo modo otteniamo (non serve rifare il polinomio caratteristico sulla nuova matrice, basta andare a sostituire il valore di nel risultato gi torvato allinizio) 1 = 2 2 = 1 m=3 m=1 d =? d=1
Dunque la matrice diagonalizzabile se la molteplicit geometrica di 1 = 2 3. Calcoliamo allora lo spazio nullo di B2 2I applicandovi lEliminazione di Gauss: 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 B2 2I = 0 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Da cui capiamo che il rango della matrice 2 (due colonne dominanti) quindi la dimensione dello spazio nullo, e quindi la dimensione dellautospazio, 2 (per teorema nullit pi rango). Questo vuol dire che la molteplicit geometrica 2 e non essendo uguale a quella algebrica (che era 3), possiamo dire che per = 2 la matrice B non diagonalizzabile. CASO = 1 Innanzitutto vediamo come diventa la matrice: 2 0 B1 = 0 0 0 2 1 0 0 0 1 0 0 0 0 1
In questo modo otteniamo (non serve rifare il polinomio caratteristico sulla nuova matrice, basta andare a sostituire il valore di nel risultato gi torvato allinizio) 1 = 2 2 = 1 m=2 m=2 d =? d =?
Dunque la matrice diagonalizzabile se la molteplicit geometrica di 1 = 2 e 2 = 1 2. Vediamo prima per 1 = 2: calcoliamo allora lo applicandovi lEliminazione di Gauss: 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 B1 2I = 0 1 1 0 0 0 0 0 1 0 spazio nullo di B1 2I 1 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0
Da cui capiamo che il rango della matrice 2 (due colonne dominanti) quindi la dimensione dello spazio nullo, e quindi la dimensione dellautospazio, 2 (per teorema nullit pi rango). Questo vuol dire che la molteplicit geometrica 2 ed uguale a quella algebrica (che era 2). 3
Se anche la molteplicit geometrica di 2 = 1 sar 2, potremmo dire che per = 1 la matrice B diagonalizzabile. DallEliminazione di Gauss appena fatta ricaviamo il vettore soluzione: 0 1 0 1 1 0 1 0 = 1 + 0 , 1 1 0 =1 0 0 0 0 0 Quindi gli autovettori relativi a = 2 sono v1 = 1 0 1 1 0
T
e v2 =
Per vericare che abbiamo fatto giusto, notare che B1 v1 = 1 v1 e B1 v2 = 1 v2 e che (B1 2I )v1 = 0 e (B1 2I )v2 = 0 (queste equazioni derivano proprio dalla denizione di autovettore). Vediamo ora per 2 = 1: calcoliamo allora lo spazio nullo di B1 I applicandovi lEliminazione di Gauss: 1 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 B1 2I = 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Da cui capiamo che il rango della matrice 2 (due colonne dominanti) quindi la dimensione dello spazio nullo, e quindi la dimensione dellautospazio, 2 (per teorema nullit pi rango). Questo vuol dire che la molteplicit geometrica 2 ed uguale a quella algebrica (che era 2). Tenendo conto del conto precedente sullautovalore 1 = 2 possiamo dire che per = 1 la matrice B diagonalizzabile. DallEliminazione di Gauss appena fatta ricaviamo il vettore soluzione: 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 = 1 + 1 0 1 , 0 =1 0 1 0 1 Quindi gli autovettori relativi a = 1 sono v3 = 0 0 0 0 1
T
e v4 =
Per vericare che abbiamo fatto giusto, notare che B1 v3 = 2 v3 e B1 v4 = 2 v4 e che (B1 I )v3 = 0 e (B1 I )v4 = 0 (queste equazioni derivano proprio dalla denizione di autovettore). Quindi la risposta denitiva : la matrice B diagonalizzabile per = 1 Vediamo come escono S e D tali che B1 = SDS 1 . Ricordiamo la matrice B1 : 2 0 0 0 0 2 0 0 B1 = 0 1 1 0 0 0 0 1 4
Da essa, per i calcoli fatti prima, troviamo: 1 = 2 2 = 1 A questo 2 0 D= 0 0 m=2 m=2 d=2 d=2
D e S e diamo anche S 1 : 1 0 0 0 0 1 0 0 S 1 = 0 1 1 0 0 0 0 1
0 0 0 0 1 0 0 1
Notare che nella i-esima colonna di S sta lautovettore relativo allautovalore di posto ii in D. facile vericare che B1 = SDS 1 ESERCIZIO 2. Si dica per quali valori di la matrice 2 2 2 0 6 B = 2 0 2 0 diagonalizzabile Svolgimento. Innanzitutto ricordiamo cosa vuol dire che una matrice diagonalizzabile: DEFINIZIONE 2. A una matrice diagonalizzabile se simile ad una matrice D diagonale, ossia se esistono una matrice diagonale D ed una matrice invertibile S tali che A = SDS 1 Questa solo una denizione, a noi servirebbe un modo per capire quando ha senso cercare questa D e questa S , ovvero delle condizioni necessarie e sucienti che ci dicano se data A essa diagonalizzabile. Un importante teorema ci d proprio queste condizioni: TEOREMA 2. Sia A una matrice complessa n n, i i suoi autovalori e EA (i ) i relativi autospazi, allora sono equivalenti i seguenti fatti: 1. A diagonalizzabile. 2. Cn ha una base costituita da autovettori di A. 3. Cn =
1ik
EA (i ), con k n.
La condizione pi facile da vericare anch A sia diagonalizzabile la quarta. Torniamo al nostro esercizio: troviamo gli autovalori di B , calcolando il determinante di B I e ponendolo uguale a zero: 2 2 2 0 6 B I = 2 0 2 0 det(B I ) = 0 (2 + 4 ) + 2 (12 + 6 4 ) = 0 22 3 + 4 2 32 2 + 12 2 = 0 3 + 22 + 16 2 32 2 = 0 2 ( 2) + 16 2 ( 2) = 0 ( 2)(16 2 2 ) = 0 ( 2)(4 )(4 + ) = 0 Da cui otteniamo: 1 = 2 m=1 d=1
2 2
In questo modo otteniamo (non serve rifare il polinomio caratteristico sulla nuova matrice, basta andare a sostituire il valore di nel risultato gi torvato allinizio) 1 = 2 2 = 0 6 m=1 m=2 d=1 d =?
Dunque la matrice diagonalizzabile se la molteplicit geometrica di 2 = 0 2. Calcoliamo allora lo spazio nullo di B0 0I = B0 applicandovi lEliminazione di Gauss: 2 0 2 1 0 1 B0 0I = B0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Da cui capiamo che il rango della matrice 1 (due colonne dominanti) quindi la dimensione dello spazio nullo, e quindi la dimensione dellautospazio, 2 (per teorema nullit pi rango). Questo vuol dire che la molteplicit geometrica 2 ed essendo uguale a quella algebrica (che era 2), possiamo dire che per = 0 la matrice B0 diagonalizzabile. Troviamo quindi gli autovettori relativi a = 0 DallEliminazione di Gauss appena fatta ricaviamo il vettore soluzione: 1 0 1 0 = 1 1 + 0 1 , 0 =1 1 0 1 0 Quindi gli autovettori relativi a = 0 sono v1 = 0 1 0 1
T
e v2 =
Per vericare che abbiamo fatto giusto, notare che B0 v1 = 2 v1 e B0 v2 = 2 v2 e che (B0 0I )v1 = 0 e (B0 0I )v2 = 0 (queste equazioni derivano proprio dalla denizione di autovettore). Troviamo ora lautovettore relativo a 1 = 2: calcoliamo allora lo spazio nullo di B0 2I applicandovi lEliminazione di Gauss: 0 1 0 0 0 2 B0 2I = 0 2 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 Ritroviamo che il rango della matrice 2 (due colonne dominanti) quindi la dimensione dello spazio nullo, e quindi la dimensione dellautospazio, 1 (per teorema nullit pi rango). Questo vuol dire che la molteplicit geometrica 1 ed uguale a quella algebrica (che era 1). DallEliminazione di Gauss appena fatta ricaviamo il vettore soluzione: 1 0 = 1 0 0 0 Quindi lautovettore relativo a = 2 v3 = 1 0 0
T
Per vericare che abbiamo fatto giusto, notare che B0 v3 = 1 v3 e che (B0 2I )v3 = 0 (queste equazioni derivano proprio dalla denizione di autovettore).
A questo punto deniamo le matrici D e S e diamo anche S 1 : 2 0 0 1 0 1 1 0 1 D = 0 0 0 S = 0 1 0 S 1 = 0 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 Notare che nella i-esima colonna di S sta lautovettore relativo allautovalore di posto ii in D. facile vericare che B0 = SDS 1 CASO =
1 2
In questo modo otteniamo (non serve rifare il polinomio caratteristico sulla nuova matrice, basta andare a sostituire il valore di nel risultato gi torvato allinizio) 1 = 2 2 = 2 m=2 m=1 d =? d=1
Dunque la matrice diagonalizzabile se la molteplicit geometrica di 1 2I applicandovi 1 = 2 2. Calcoliamo allora lo spazio nullo di B 2 lEliminazione di Gauss: 1 2 3 0 1 2 1 2I = 1 2 2 3 0 1 B2 0 0 0 0 1 2 Da cui capiamo che il rango della matrice 2 (due colonne dominanti) quindi la dimensione dello spazio nullo, e quindi la dimensione dellautospazio, 1 (per teorema nullit pi rango). Questo vuol dire che la molteplicit geometrica 1 e non essendo uguale a quella algebrica (che 1 era 2), possiamo dire che per = 2 la matrice B non diagonalizzabile. CASO = 1 2 Innanzitutto vediamo come diventa la matrice: 2 1 = 1 B2 0 1 0 1 2 3 0
In questo modo otteniamo (non serve rifare il polinomio caratteristico sulla nuova matrice, basta andare a sostituire il valore di nel risultato gi torvato allinizio) 1 = 2 2 = 2 8 m=2 m=1 d =? d=1
Dunque la matrice diagonalizzabile se la molteplicit geometrica di 1 2I applicandovi 1 = 2 2. Calcoliamo allora lo spazio nullo di B 2 lEliminazione di Gauss: 0 1 2 1 2 3 2I = 1 2 3 0 1 2 B 1 2 0 1 2 0 0 0 Da cui capiamo che il rango della matrice 2 (due colonne dominanti) quindi la dimensione dello spazio nullo, e quindi la dimensione dellautospazio, 1 (per teorema nullit pi rango). Questo vuol dire che la molteplicit geometrica 1 e non essendo uguale a quella algebrica (che 1 la matrice B non diagonalizzabile. era 2), possiamo dire che per = 2 Quindi la risposta denitiva : la matrice B diagonalizzabile per = = 1 2
1 2