Ulf Stark
traduzione di illustrato da
PINO COSTALUNGA CARLA MANEA
piccolina
Con il patrocinio
Direttore di collana: Patrizia Ceccarelli Redazione: Lorenzo Augelli, Emanuele Ramini Team grafico: Claudio Campanelli www.raffaelloragazzi.it www.grupporaffaello.it email: info@raffaelloragazzi.it
2012 Tutti i diritti riservati. Raffaello Libri Srl Via dellIndustria, 21 - 60037 - Monte San Vito (AN) Prima edizione: ottobre 2012 stampato presso: Gruppo Editoriale Raffaello
E questa appunto la seconda storia. Si dice che fra le mura di quella villa, molti e molti anni fa, vivesse una Principessa Nana che si chiamava Jana. I suoi genitori, affinch la figlia non si accorgesse di essere diversa da tutti gli altri, le prepararono una piccola stanza con mobili adatti alla sua statura e la circondarono di servitori nani, raccomandando loro di non farla mai uscire dalla villa. Un giorno per, un bellissimo principe pass di l, Jana lo vide e se ne innamor. Nello stesso momento si rese conto dellinganno in cui era vissuta fin da bambina e, convinta che non avrebbe mai potuto coronare il suo sogno damore, si gett dalla torre e mor. I nani suoi servitori, per il dolore, si trasformarono in statue di pietra. A Ulf quel nale non piacque, gli sembrava troppo triste, e decise di cambiarlo. Inizia cos la terza storia, quella che Ulf Stark mi ha raccontato e che io ho tradotto per voi. La citt un po diversa da Vicenza e la principessa cambia nome, si chiama Jahviz e non Jana - per forza: una fiaba che arriva da Stoccolma e l mica parlano italiano! - ma sar comunque una bellissima storia e rester per sempre ad accarezzare i muri di Villa Valmarana. Buona lettura!
Principessa piccolina
traduzione di illustrato da
PINO COSTALUNGA CARLA MANEA
Ulf Stark
Ohi, ohi, ohi sospirava il re. Se ne stava seduto sul suo trono dorato e si dondolava, perch faceva bene alla circolazione, cos diceva il suo dottore. E poi si grattava lorecchio destro. Sua moglie, la regina, che gli stava seduta a fianco, si grattava invece lorecchio sinistro. Lo facevano sempre quando erano preoccupati. E cosera dunque che li preoccupava?
Avevano un piccolo regno davvero bello, con chiese e case di pietra. Cerano anche forni per fare il pane, orologiai, botteghe e negozi di ogni tipo. Sulle verdi colline al di fuori delle mura della citt pascolavano le mucche, i cavalli e le pecore. E se si guardava fuori dalla finestra della torre del castello si poteva vedere il mare stendersi verso lorizzonte come unimmensa coltre di seta blu. Era proprio dal mare che arrivavano le navi dai paesi lontani per trasportare il caff, la cioccolata, i confetti turchi e tutto quello che piaceva tanto alla coppia reale. Tuttavia il re e la regina si lasciavano andare a lunghi sospiri e si grattavano e stiracchiavano cos tanto le orecchie che i lobi erano arrivati fin quasi alle spalle.
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Il fatto che per tanti anni avevano tentato di avere figli, ma non cerano mai riusciti, nonostante avessero interpellato sapienti provenienti da ogni parte del mondo. Arrivavano in processione continua, borbottavano sotto i peli della barba e bollivano pozioni puzzolenti, consultando grossi libroni dai quali usciva tanta di quella polvere che faceva starnutire la regina. Il re e la regina seguivano con grande scrupolo gli strani consigli dei sapienti: ogni sera, per esempio, mangiavano cibi cos piccanti che accendevano il fuoco in bocca. Poi si mettevano a dormire sotto sette copriletti di piume di cigno. E ogni mattina la regina se ne stava a testa in gi e gambe allaria, cosa che la rendeva davvero ridicola.
Poich niente di tutto ci funzionava, fecero chiamare una vecchia che aveva fama di maga. Arriv dal bosco zoppicando, con in spalla un sacco pieno di erbe selvatiche. Si sedette davanti al re e alla regina e, senza neppure salutare con un Buon giorno maest!, chiese: Perch mi avete fatto chiamare? Il re, che non grad quel comportamento da maleducata, dichiar di non credere affatto alle magie e di ritenerle tutte stupidaggini prive di fondamento scientifico. La regina invece disse che sarebbero stati pronti a provare qualsiasi cosa, tanto era il loro desiderio di avere un piccolino.
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Ah s, volete un piccolino ghign la vecchia. E come lo volete? Sarebbe bello che sapesse cantare rispose la regina che, presa di fretta, espresse il primo desiderio che le passava per la testa. S, e vorremmo anche che fosse sano aggiunse il re. Ma non credo che una povera vecchia come te, senza alcun titolo di studio, possa fare un granch in proposito. Un piccolino sano e con una bella voce adatta al canto ripet la vecchia. E questo sar! Poi, irritata dalla risposta sgarbata del re, pest con rabbia le sue erbe selvatiche, le impast con linfa di betulla nana e fece bollire quel miscuglio in uno strano recipiente. Alla fine venne fuori una crema densa che fu spalmata sulla pancia della regina. Ecco fatto disse. Adesso dovete solo aspettare.
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Poi la vecchia se ne and senza salutare e si copr la testa con un grande cappuccio nero dal quale spuntava solo il naso, simile al becco di un uccello rapace, mentre il vento si infilava nelle lunghe maniche nere e le gonfiava facendole somigliare a larghe ali spiegate. Brutta vecchia megera sbuff il re quando la vide allontanarsi lungo i viali del castello. proprio bene che se ne sia andata! E si gratt lorecchio. La regina, intanto, se ne stava stesa a letto con la pancia al vento e rideva perch la crema, seccandosi, le faceva un gran solletico.
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Da quel giorno la pancia della regina cominci a ingrossarsi, come succede quando si aspetta un bambino. stata una brava vecchia, dopotutto disse il re. Non avrei dovuto essere cos scortese con lei. No, non avresti dovuto. Ma quel che fatto fatto, anche quello che sarebbe stato meglio non fare disse la regina accarezzandosi la pancia. Comunque tutto bene quel che finisce bene e presto nascer un bambino. Senti, bussa gi per uscire.
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