domenica 1 novembre 2009 cultura@ilroma.

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CULTURA
PROTAGONISTI LA SASTRI INTERPRETA “FILUMENA MARTURANO” AL FIANCO DI LUCA DE FILIPPO ALL’AUGUSTEO

Lina, attrice con la musica nel sangue

di Giuliana Gargiulo numero imprecisato di rico- dalla commedia teatrale». cendo?
noscimenti, ancora una vol- Alterni al teatro, il cinema, la «Ho appena terminato la lavora-

A ttrice,
cantan-
te, autrice, ar-
tista di palco-
scenico. Ver-
satile, con-
traddittoria,
appassionata
e imprevedibile, con un talento
che le ha consentito di spaziare
in ogni genere dello spettacolo,
protagonista di volta in volta in
teatro, cinema, televisione e can-
zone, Lina Sastri ha lavorato con
personaggi di grande rilievo:
Eduardo, Peppino Patroni Griffi,
Roberto de Simone, Armando Pu-
gliese, Pierluigi Pizzi, in cinema
Nanni Loy, Nanni Moretti, Carlo
Lizzani (tra gli altri). Vincitrice di
tre David di Donatello e due Na-
stri d’argento, oltre a decine di al-
tri riconoscimenti, continua il suo
percorso con “Filumena Martu-
rano” di Eduardo, la più emble-
matica delle protagoniste fem-
minili, che, al secondo anno di re-
pliche, è in scena al Teatro Au-
gusteo fino a domenica 8 no-
vembre. Un successo segnato da
consensi della critica e del pub-
blico.
Sempre e più che mai al cen-
tro dell’attenzione, dopo un
ta sei “Filumena”… Riesci a
fare un bilancio della tua car-
riera e della tua vita?
«Nessun bilancio, non ne faccio
mai, sono ancora in cammino su
una strada che non so dove mi
porterà. Ho tanti progetti, questo
si. Per certo so che, dopo la sta-
gione iniziata a Napoli porterò in
giro per l’Italia “Filumena Martu-
rano”, di Eduardo, con Luca de
Filippo e la regia di Francesco Ro-
si, scene e costumi di Enrico Job.
Poi per un po’ di tempo vorrò de-
dicarmi alla canzone».
Hai preso parte a “Baaria”,
il film di Giuseppe Tornato-
re, presentato alla Mostra del
cinema, dove sei andata con
tanti altri interpreti. Che
esperienza è stata partecipa-
re al film ed anche al festi-
val?
«Non amo i festival, anche se è
stata una grande emozione esse-
re a Venezia. Mi è sembrato mol-
to ingiusto il giudizio della giuria,
che non ha premiato il film di Tor-
natore, e, con il film, la sua pas-
sione, la sua onestà intellettuale e
la sua poesia. Con Tornatore ave-
vo una promessa da mantenere
perché, ogni volta che mi inter-
pellava per propormi di parteci-
Lina Sastri (foto Gilda Valenza)
pare ad un suo film, non potevo
mai accettare perché impegnata
in altro lavoro. Questa volta non
sono voluto mancare e, sia pure
con una parte non grandissima,
ho accettato la sua offerta di
prendere parte a “Baaria”».
Tornando al teatro e a Filu-
mena, che esperienza è sta-
ta interpretare un personag-
gio che ha visto tra le sue in-
terpreti Titina De Filippo, Pu-
pella Maggio e in cinema So-
fia Loren?
«Filumena è un punto di non ri-
torno. Facendola ho scoperto una
donna con luci ed ombre, che non
pensavo avesse… Quando studi
un personaggio, ne scopri ogni
anfratto dell’anima….In alcuni
momenti è stato molto faticoso
vivere le scelte di Filumena: sia
come donna che come madre. A
parte le grandissime Titina e Pu-
pella in teatro, adoro Sofia, che
penso sia stata una grandissima
Filumena, umana, forte e dolce!
Ma il film naturalmente è diverso
televisione, il canto, la scrit-
tura…Hai una predilezione
tra le varie forme con le qua-
li ti esprimi?
«Nasco con il teatro. Il teatro è la
mia casa. Il cinema viene dopo e
comunque è emozionante ma da-
vanti alla macchina da presa mi
manca la libertà del teatro… La
musica invece è pura libertà!».
Ripercorrendo la vita come la
carriera, hai nostalgie, rim-
pianti o altro?
«Nessuna nostalgia, nessun rim-
pianto».
Dopo Roberto de Simone, An-
tonio Ghirelli e tanti altri, hai
ricevuto a Sant’Agata il Pre-
mio Di Giacomo, giunto alla
nona edizione…Dopo tanti
riconoscimenti come l’hai
vissuto?
«Mi ha fatto molto piacere. È sta-
ta una serata di grande parteci-
pazione. Nel “Teatro di Lina” di
Salvatore Di Giacomo sta per
uscire “Mese Mariano” che verrà
presentato alla Libreria Feltrinel-
li giovedì prossimo, per Raisat 2
Cd e Dvd di canzoni classiche na-
poletane, con l’intervista di Vin-
cenzo Mollica e brani televisivi
della mia storia musicale.
Al momento che cosa stai fa-
zione di “ Passione”, il film docu-
mentario di John Turturro».
Se hai qualche ambizione…
di che genere è?
«Ho quella di non perdere mai la
purezza dell’ispirazione, la since-
rità del cuore, la sfrontatezza dei
desideri e dei sogni, l’amore per la
vita e per l’arte. Non vorrò mai di-
ventare schiava di me stessa!».
Hai certezze?
«Ho la certezza che la vita sia un
dono da sfruttare… regalando
tutto!»
Chi ti ha aiutato di più? Da
chi hai imparato?
«Ho imparato da tutti, cara Giu-
liana, anche da te».
Qualche paura ce l’hai?
«Paure ne ho troppe e, negli an-
ni, sempre di più ma, per fortuna,
riesco ancora a domarle!».
Hai pubblicato “La casa di Ni-
netta.”, un libro poetico e du-
ro, una lunga rivisitazione
del tuo rapporto con tua ma-
dre, una dichiarazione di
amore e di dolore. Che espe-
rienza è stata la scrittura e il
confronto con la poesia e con
la sincerità?
«“La casa di Ninetta” è stata una
necessità: improvvisa e inevita-
bile».

“L’ITALIA DE NOANTRI” PRESENTATO ALL’ISTITUTO DI CULTURA MERIDIONALE LETTERATURA GLI ATTI DELLE GIORNATE DI STUDIO

Tanti vizi, un solo Paese: La crisi della terza pagina

lo racconta Aldo Cazzullo
E siste davvero un’Italia
virtuosa e un’altra viziosa?
Una porzione di territorio
nazionale dove non si evade il
fisco, non si paga il pizzo e la
prostituzione non si sfrutta? E un
meridione “de noantri” dove il
traffico è più congestionato, si
lavora in nero e la gente sale sui
pullman senza biglietto? “L’Italia
de noantri. Come siamo diventati
tutti meridionali” è un viaggio
nell’Italia di oggi, intrapreso da
Aldo Cazzullo, inviato del
“Corriere della Sera”, per
dimostrare che dall’Isola Bella
fino a quella di Lampedusa, il
paese è uno solo, fatto degli stessi
pregi e degli stessi difetti,
unificato, paradossalmente, dal
particolarismo,
dall'individualismo, dal familismo
e, ovviamente, dal meridione. Se
è vero che la pizza al pomodoro
piace ai napoletani quanto ai
bergamaschi, che Padre Pio è
amato al sud proprio come al nord
e che il Paese si sta unendo nel
degrado e nell’incivilimento
generale è altrettanto vero, però,
che le differenze esistono. «È
giusto attualizzare e individuare
una meridionalizzazione. Ma non
si può dimenticare il divario,
esistente e crescente, in nome di
un omologazione al ribasso - dice
Marco de Marco, direttore del
Corriere del Mezzogiorno,
intervenuto nel corso della
presentazione del libro all’Istituto
di Cultura Meridionale di Napoli,
insieme ad Aldo Cazzullo, Salvo
Iavarone, Ninni De Santis,
Ernesto Paolozzi e Mimmo
Paladino - Le differenze restano e
crescono». Differenze che non
sono solo negative. Se per molti il
Meridione è un vaso di Pandora
da cui si riversano tutti i mali che
affliggono il paese, altri
accolgono quest’invasione a
braccia aperte. «Il meridione,
oltre ai vizi e ai problemi, esporta
arte e cultura - sostiene Mimmo
Paladino, artista e pittore sannita,
presente all’incontro con l’autore
- Non dobbiamo mai stancarci di
difendere quest’immagine
positiva del Meridione e di
Napoli. Io mi auguro che tutto il
mondo possa meridionalizzarsi
culturalmente». Meno ottimista
Ernesto Paolozzi che aggiunge:
«Il libro è molto divertente e
alcuni troveranno una
consolazione nella tesi del “mal
comune mezzo gaudio” che
sembra trasparire dalla pagine,
ma lascia molta amarezza».
Un’amarezza che sembra far
cadere ogni speranza di riscatto
per il meridione e l’Italia tutta,
soprattutto se a diffondersi è uno
«stile di vita rilassato, a volte
indolente, poco disposto al
sacrificio, poco interessato al
bene comune». Un barlume di
speranza invece esiste e Aldo
Cazzullo dedica l’ultimo capitolo
del suo libro proprio a questa
luce. Flavia Prota
negli scritti di Antonio Palermo
di Francesco Sielo
R ecentemente è stato pubblica-
to, per le “Edizioni Scientifiche
Italiane”, un volume dedicato alle
giornate di studio per Antonio Pa-
lermo, professore di Letteratura ita-
liana alla Federico II, scomparso nel
2006. Il volume, dal titolo “Il critico
e l’avventura”, mira a porre in rilie-
vo, secondo il curatore Pasquale
Sabbatino, professore nel medesi-
mo Ateneo, “i nuovi orizzonti di stu-
dio” aperti da Palermo “nella ricer-
ca sullo straordinario incontro tra
giornalismo e letteratura a Napoli”.
Tra i primi infatti a riconoscere che
l’inserimento della letteratura di
consumo all’interno dell’analisi let-
teraria è una “tra le poche sicure
conquiste storiografiche dei nostri
giorni”, Antonio Palermo ha esplo-
rato ampiamente, ad esempio, le
produzioni letterarie di Matilde Se-
rao e Francesco Mastriani, spesso
lasciate “nel vestibolo della lettera-
tura” perché provenienti dall’espe-
rienza giornalistica e con essa pro-
fondamente contaminate.
Ma si tratta di una feconda conta-
minazione se, come affermava già
Croce nella sua Postilla del 1908,
“una parte cospicua e squisitissima
della letteratura poetica e novelli-
stica, e anche filosofica e critica, dei
nostri tempi, è passata proprio at-
traverso il giornale quotidiano”.
Tra l’altro anche per Corrado Alva-
ro “alla terza pagina dei giornali la
letteratura deve non poche opere
notevoli” tra cui la novellistica di
Pirandello o della Deledda, le prose
“poetiche” di Eugenio Montale e le
testimonianze di Malaparte e di De
Robertis.
Ma le grandi esperienze degli scrit-
tori-giornalisti ottonovecenteschi si
riproducono sempre più difficil-
mente: i giornalisti depongono la lo-
ro funzione intellettuale e gli scrittori
rinunciano alla presa sul reale che
offriva loro la pagina del quotidia-
no. Entrambi vengono quindi viep-
più marginalizzati e rinchiusi nei lo-
ro ambiti specialistici. Le parole di
Palermo sulla crisi della terza pagi-
na appaiono ad Antonio Saccone,
professore di letteratura italiana mo-
derna e contemporanea alla Fede-
rico II, “indubbiamente precorritri-
ci” : “Insidiata a sua volta, dalla pre-
sa sul reale di altri mezzi di comu-
nicazione, l’attualità del giornalismo
scritto tende a rifarsi sullo spazio
più tipico della riflessione, del di-
stacco, dell’altro, ossia su ciò che
per definizione è la terza pagina”
Parole che mostrano come il gior-
nalismo scritto trovi difficoltà a com-
petere con mezzi di comunicazione
più attuali e veloci: sembrerebbe ov-
vio allora, per restituire al giornali-
smo quello spessore che progressi-
vamente sta perdendo, riscoprire,
anche dal punto di vista letterario,
quelle peculiari funzioni di rifles-
sione e critica che costituivano il
“giornalismo culturale”.

IL DIBATTITO DIODATO, FORMICOLA E PERTICI AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI

APPUNTAMENTI
Conservazione e anticomunismo a Destra OGGI. Piazza San Domenico, ore 10,30-12,30. Visita guidata
teatralizzata “Napoli, fantasmi ed altre storie” (Prenotazione
obbligatoria ai numeri 3397020849 - 3346227785). L’itinerario
di Marco Altore Cattolica, Giovanni Formicola, ed le Libertà». Formicola pone la sua comprende Palazzo Sansevero, la Basilica di San Domenico e
docente di storia contemporanea attenzione dalla nascita della con- Palazzo Petrucci, il Campanile della Pietrasanta annesso alla

A l Circolo degli artisti si è te-

nuta una discussione, orga-
nizzato dalle associazioni “Area
Blu” ed “Alleanza Cattolica” sulla
“Storia della destra in Italia: dalla
reazione cattolica all’anticomuni-
smo esistenziale”. Al dibattito, ef-
fettuato in presenza di un buon
numero di persone interessate, ha
presenziato il vicecapogruppo al
Consiglio Regionale della Campa-
nia, Pietro Diodato (nella foto), ed
inoltre sono intervenuti per rela-
zionare e confrontarsi sulla lunga
evoluzione dei conservatori e del-
le destre italiane il Reggente re-
gionale in Campania di Alleanza
dell’Università di Bergamo, Ro-
berto Pertici, esperto ed editoria-
lista di storia ecclesiastica e sto-
ria dei movimenti conservatori ita-
liani. «Ritengo sia importante – ha
dichiarato Diodato – ripercorrere
storicamente queste fasi storiche
per ricordare quali siano le nostre
radici. L’anticomunismo esisten-
ziale ha radici profonde, il quale si
è sviluppato nel nostro paese dal-
la prima metà del secolo scorso,
passando per il fascismo alla na-
scita del grande partito post guer-
ra della Democrazia Cristiana fino
ad arrivare al Berlusconismo di og-
gi con l’attuazione del Popolo del-
cezione di destra e sinistra nata
dopo la rivoluzione francese del
1789 ed analizzando le varie fasi
storiche che legano cattolici e po-
litica ed ha dichiarato che «Dio,
patria e famiglia sono valori fon-
damentali dai quali non si può pre-
scindere, senza questi non c’è
l’uomo». L’esperto di storia con-
temporanea, Roberto Pertici, ha ri-
percorso in maniera minuziosa le
prime esperienze che l’uomo me-
dio italiano ha avuto con il comu-
nismo a seguito della rivoluzione
russa e sul rapporto che l’italiano
cattolico ha avuto con il comuni-
smo pre e post guerra.
Chiesa di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta, e la Chiesa di
Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco che testimonia
l’importanza del culto dei morti nella Napoli del seicento, il
Complesso di San Lorenzo Maggiore con il Chiostro e gli Scavi.
DOMANI. Biblioteca Nazionale di Napoli, Sala di Lettura della
Sezione Americana, ore 16,30. Incontro con Paul Polansky,
antropologo, storico e poeta statunitense “in esilio”,
Converseranno con Polansky, Gordon Poole, Sergio Iagulli e
Mauro Giancaspro, direttore della Nazionale Napoletana. Saranno
letti versi tratti dall'ultimo libro di Polansky Undefeated, appena
uscito in Italia per Multimedia.
DOMANI. Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, via Monte di
Dio 14, ore 16. Seminario di Bruno Moroncini su “Walter
Benjamin e la moralità del moderno”.